ACCOSCIATI

di

Giuseppe Mazzone




commedia (?) in due parti
con i seguenti ignobili personaggi:

- Accosciato da sinistra a destra
- Buonadonna
- Calzavecchia



Tre amici per la strada assistono allo spettacolo serale del passaggio dei mezzi della nettezza urbana, del loro lavorìo, dell’opera degli addetti in vistose tute arancione traversate da bande fluorescenti gialle, delo loro “Tira ! Buono ! Vai !”. Vi assistono proprio come ad uno spettacolo, attenti anche alle sfumature: commentando, gesticolando, tgrovando la posizione migliore, l’angolatura per meglio gustare il dettaglio. Talvolta uno mette un fazzoletto sotto il naso, una mascherina considerando la vicinanza dell’azione.

Accosciato da sinistra a destra – Il riciclaggio dei rifiuti è come la reincarnazione delle anime.
Buonadonna – Grande invenzione della civiltà contemporanea, geniale svolta della condizione dell’uomo moderno e tecnologico.
Calzavecchia- Il contenitore giallo, il contenitore verde, quello celestino. Qui non si butta proprio nulla.
A – E il grosso, il resto va a finire in un immenso contenitore generale, dove viene trasformato in materia che produce energia.
B – Energia
C – Energia

Convinti, i tre passano in rassegna dall’esterno giusto i contenitori differenziati: il giallo, il verde, il celestino. Accanto ce n’è uno più piccolo e misterioso. Mai visto.

B – Oh, guardate qua: questo qui io è la prima volta che lo vedo. A che servirà ?
C – Non c’è nessuna scritta. Forse è nuovo. Sicuramente è stato collocato qui da poco.
A - Sicuramente a qualcosa servirà.
B – Eh, oramai non si getta via più nulla, un oggettino, un fanfullino, chessò uno sghiribicchio, un ghirigoro, un orpello.

Calzavecchia spezza tuttavia l’apparente omogeneità del gruppo. La strada si allarga, diventa quasi una radura. Il paesaggio si fa più neutro ed un tantino più accogliente. I tre pure allargano il loro passo. C’è chi prende a calci un barattolo sfuggito – ahi – al riciclaggio generale.

C rivolto ad A – Ma sei proprio sicuro di ‘sta storia del riciclaggio delle anime ?
A – Reincarnazione, non riciclaggio. Le anime mica sono rifiuti.
C - E vabbè, il senso è lo stesso. Tu muori e l’anima, che dice che sta qua (si tocca lo sterno), dove ogni tanto viene l’acidità, a me veramente spesso e il dottore dice che non debbo fare questo e quello e mi dà medicine che mi fanno eruttare. Secondo me non capisce niente.

Interviene Buonadonna, finora titubante e un po’ in disparte. 
B – Effettivamente, io dove sta l’anima non l’ho mai capito. Vero che sta qua ?

Si toccano il petto, si scandagliano in cerca dell’anima, Buonadonna e Calzavecchia. Quest’ultimo si slaccia la giacca, la camicia. Fruga nel petto di Buonadonna, e pure di Accosciato che nel frattempo ha assunto un atteggiamento altezzoso. Gli scruta in bocca, gli scuote le spalle, lo smuove come se l’Anima dovesse uscirgli dalla bocca o dalle orecchie.

A grida - Fermi ! Non la troverete mai così l’Anima. Né la mia né la vostra fottutissima. L’ANIMA E’ PURO SPIRITO.
C e B in coro – Spiritooso …
Accosciato rintuzza l’ironia dei due amici con un’altra boutade- E il corpo è puro corpo.
C e B in coro - Corporoso !
B – Nel senso che assisteremo pure alla trasmigrazione dei corpi ?
C – O che i corpi diventeranno anima come le anime entreranno nei corpi ? Che confusione, però.
A – Niente si deve perdere e niente si perderà. Pure tu con quella pancia di lardo ti ritroverai capriolo e ballerina classica.
B – E uno può scegliere ?

Accosciato continua a mantenere un atteggiamento sentenzioso ma in verità ne sa meno degli altri due ed annaspa col buonsenso del sentito dire.
A – I meccanismi a quel che mi risulta debbono essere stabiliti da una classica commissione appositamente istituita all’uopo. Credo che sia bilaterale, trilaterale e consultiva al di sopra delle parti, insomma pare che ci sia una commissione da qualche parte.
C – Dove ?
B – Già, dove ? Se non ci dici dove non ti crediamo pufff.

Getta la maschera Accosciato incalzato. Non regge il confronto, quasi si mette in disparte in attesa di guizzi e tempi migliori. Grida.
A- Non lo so dov’è riunita questa stramaledetta commissione. Non so nemmeno se c’è una commissione. Va bene ? E se ne volete ancora, neanche se effettivamente i corpi diventeranno anime e le anime corpi. VABBENE ?
C e B – E no, adesso che veniva il bello no. Non fare così, su.
A – Io faccio così (e s’imbroncia).

Calzavecchia e Buonadonna s’inventano una sorta di pantomima con lattine, bottiglie e carta da riciclare. Le inseriscono, le estraggono come in un balletto da strada. Intonano:

La lattina yeh yeh, la bottiglia glu glu
buttale giù buttale giù
tanto gusto proverai quante più ne manderai
una coccarda avrai cittadino esemplare
un passaggio televisivo un bidone esclusivo
oh sì il massimo tu sei, il meglio del massimo oh sì sìììì
il re del riciclaggio il mago del passaggio
grazie a te ogni cosa servirà, ogni oggetto rivivrà yeh yeh

B dubbioso – Tranne l’Uomo.
C – Beh, certo, tranne l’Uomo.
A – L’Uomo ha i suoi cimiteri così carini, non tutti per la verità. Ci sono certi alveari con le lucine che se hai tuo padre al quarto piano ci vuole la scala ti costa diecimila lire ed è pure pericoloso. Però ci sono pure i cimiteri solenni, dove fa piacere andarci, coi cipressi e gli uccellini. A egregie cose il….
C sogghigna – Ti piace andarci, ma ti piacerebbe restarci ?
A – Tra l’alveare e il discreto cimitero col basolato e il rampicante che si arrampica, arrivati a un certo punto…diciamo costretti…beh sceglierei ovvio un sito alberato e gentile e così sia. Ma non ho perso ancora le speranze che prima o poi…
B sarcastico – Ti infilino in un gran contenitore e ti riciclino anime e corpo. Puah che schifo, con tutte le tue viscere.
A – Ma perché scusa, quando ti trangugi la trippa e i rognoncini e le budella ?
Buonadonna è rapito dall’idea di un pranzetto prelibato.
A insiste – Non è un riciclaggio ?
B – Macchè, è solo piacere della gola e della panza. Insomma, i piaceri della Vita.
C – La verità è che l’Uomo non è riciclabile. Punto e basta. Ragazzi, accontentiamo della lattina. E rassegnamoci a decorosi cimiteri, senza alveari però.

Si leva una brezza, un venticello profumato e salutare che sa di aria pulita, di ricordi felici, di pini d’alto fusto, di mare, di tutto ciò che ti consente di respirare a pieni polmoni senza intossicarti. Anche i tre suggono a pieni polmoni la ventata di aria buona, rapiti, trasportati. Dondolano, accennano a giri di valzer, si dirigono verso il punto migliore.

C – Ah, ariaaaaaaaaa !
A – Santissima benedettissima aria pulita
B – Aria, tutta qui la voglio, tutta qui. AARIAAAA !!


Si scatena il balletto astratto. Mentre ciascuno di loro introietta le immagini più felici\ momenti lieti: una spiaggia, un incontro, la finale del mondiale di calcio dell’82, l’ultimo giorno di scuola, il giorno del matrimonio, bambini che corrono felici sui prati, far l’amore con la vicina che assomiglia a Julie Roberts, dondolìo di fronde, una cascata, un volo senza ali eppure non precipiti. Sogno, catanessi finchè il realistico Calzavecchia non impone l’alt con una delle domande più banali:

Che ore sono ?
Svanisce l’incanto frantumato dal ritorno alla cruda realtà.

A- Le sei e un quarto. Ma che te frega ? Stavamo così bene.
B- E un quarto ? Io faccio e quattordici. Sbrighiamoci, abbiamo una altro minuto a disposizione. Via a più non posso.

Si lanciano i tre verso l’ultimo anelito di vento. Aspirano il residuo mentre la brezza va scemando e finisce giusto nel momento in cui Accosciato si tuffa disperato. Inutile, la brezza smette. Il paesaggio urbano riappare squallido come prima, coi suoi cassonetti riciclatori e i suoi palazzoni-scatoloni. I tre si ricompongono. Calzavecchia guarda l’orologio.

C- Anzi, è andato oltre il quarto d’ora. Ci è andata bene, ragazzi, possiamo consolarci e brindare, e ripensare a questo quarto d’ora memorabile che chissà quando ritornerà.
A- Ma perché ? E tu come lo sai ? Che sai ?
B- Bene, sono stato davvero bene. Ditemi dove si ripeterà il quarto d’ora magico e lo inseguirò ovunque. Ah, sto proprio bene, ahhh !
C misterioso- Mica facile.
A sulla via dell’isteria- Cosa, mica facile ? CHECCOSA ? Di che vai cianciando ?
C- Via, Calzavecchia, non fare il riottoso recalcitrante. E tu, Accosciato, smettila di fare il grugno imbronciato.

Accosciato fa il musone lungo, Calzavecchia assume il tono del recalcitrante. Buonadonna media bonario, ancora rinvigorito dal vento rigenerante.

B- Se effettivamente Calzavecchia è a conoscenza di segreti che noi non conosciamo, altrimenti ne saremmo pure noi a conoscenza e non ci sarebbe bisogno di lui, non vedo perché non debba rivelarceli. Se non ne è a conoscenza, non vedo perché dovrebbe svelarceli. Nevvero ? In verità io ne dubito fortemente, conoscendo Calzavecchia che nella sua vita è venuto al massimo a sapere di come si chiama e quanti anni ha, e per giunta glielo debbono ripetere in continuazione.
A divertito- E dove sta di casa, ihihih, dove stai di casa, Calzavecchia ? Ih ih ? Quanti anni hai, Scarparotta ? Ih ih.

Calzavecchia non si risente, se non per l’ultimo appellativo.

C- Lascia perdere Scarparotta. Non menzionare Scarparotta.
A- E perché mai, perché mai ?
B- Non te lo dico.
A- A no ? E allora io te lo menziono: Scarparotta, Scarparooootta !

Al gelo di Calzavecchia fa riscontro un affettuoso rimbrotto di Buonadonna, che cheta Accosciato.

B- Sei proprio una buonadonna.
A- E intanto il puzzo risale
ci assale
ci avvolge
ricopre le nostre città
le nostre memorie
e non ce ne accorgiamo
non ci turbiamo
viviamo impuzzati ingrugniti
oplà
le nostre narici
modificate
di rosa non sanno
nemmeno l’odor

B- Facciamo finta di niente perlopiù. Barattiamo siepi di gelsomino per purganti lassativi.

Calzavecchia scoppia a ridere, schernendo gli altri due, scuote la testa a compatire, a sottolineare quasi l’ignavia degli amici. Poi fa cenno e si fa seguire, s’avvicina ad un muro e scrosta un po’ di manifesti finchè ne compare uno della più recente campagna elettorale. Compare una faccia sorridente, c’è una scritta ora quasi illegibile ma che in quella occasione era sicuramente enorme, limpida e chiara. Il dito della faccia sorridente indica un punto, un obbiettivo da raggiungere probabilmente. Calzavecchia conclude alla meglio il ripristino del manifesto.

C – Eh, ricordate ?
A- Ah, beh, sì più o nemo. Era lo slogan della campagna elettorale di questo nuovo sindaco, o anche del precedente e del successivo ? Gran brava persona, per carità. Diceva, diceva…
B- Più o meno diceva, oh ma è passato così poco tempo eppure chi se ne ricorda più di queste promesse elettorali, diceva: VI FACCIO RESPIRARE !
C- Quasi, ma non era così. Forse era: VI FACCIO RESPIRARE D’ARIA BUONA SE MI DATE IL VOSTRO VOTO !
B-Sì, ci siamo più o meno. Ma lo slogan era…era…come dire più modulato: Tipo: SE L’ARIA BUONA TU VORRAI, IL TUO VOTO A ME DARAI !

Accosciato nel frattempo ha ripreso ad operare sul manifesto con tocco da restauratore, ed infine riesce a far venire alla luce lo slogan del candidato. I tre leggono soddisfatti ed intonano in coro:

UN QUARTO D’ORA DI ARIA BUONA AL GIORNO !

C-Eccolo qui !
A- Cosicchè noi avremmo goduto del quarto d’ora di aria buona promessaci dal nostro nuovo sindaco.
B- Finalmente uno che rispetta gli impegni, anche se a ben pensarci quella di oggi è la prima volta. Suvvia, hano avuto bisogno di un po’ di tempo per organizzarsi, per rodare il meccanismo, per oleare…
C- La verità è che si sono accorti che è praticamente impossibile donare alle migliaia di abitanti di questa città un quarto d’ora di aria buona al giorno, si badi bene: a tutti e ogni giorno. E allora stanno provando zona per zona, quartiere per quartiere, a scacchiera, a raggera. Insomma, un colpo qui e un colpo là.
A- Ma così non è la stessa cosa
B- Non vale. E quando ricapiterà ad esempio qui ?
C- E’ quello che non si sa, che nessuno riesce là nel Palazzo mimimamente a programmare e definire. Del resto con una macchina così sofisticata e costosa…
A- Macchina ?
B- Tipo una specie di climatizzatore gigantesco ?
C- Climatizzatore sì, gigantesco non direi. Pare anzi che sia grande così….massimo tanto…

E a mo’ di esempio, fra lo sbalordimento dei due, tira fuori un piccolo accendino che espone ostentatamente, fiammeggiando davanti allo sguardo degli altri.

C- Non c’è che dire, siamo stati fortunati. Occasioni del genere difficcilmente si ripeteranno. Un giorno potremo raccintare: anch’io ho avuto la mia porzione di aria pulita.

Scoppia a piovere. Improvvisamente. Un lampo, un tuono e via la pioggia, ma una pioggia così ordinata e quadrata che ai tre appare perfino finta. Tanto che, con l’aria da furbacchiotti, rimangono fermi come a significare: “A noi non la si fa”. Accosciato ridacchiando si accende una sigaretta dal medesimo accendino.

C- Un’altra diavoleria dei nostri amministratori, eh ? Una pioggia imrpvvisa e senza preavviso, nemmeno sulle previsioni del tempo che io leggo ogni mattina perché le trovo puntuali ed azzeccate come gli oroscopi. Eh, per rinfrescare il clima e per pulire l’aria e i marciapiede, che c’è di meglio di una pioggerellina programmata ? Perfetta, assolutamente perfetta. Sembra vera. Ah ah ah. Qualcuno dei cittadini potrebbe pure cascarci. Ma noi no, nevvero ?
A- Ah ah ah, che trovata divertente. Ah ah.

E saltella come un uccellaccio maldestro, con la sua cicca bagnata alla bocca da cui cerca invano di aspirare fumo provando perfino a riaccendere con l’aggeggino che ormai non scintilla più. Perfino Calzavecchia cede alla tentazione di non ritenere autentica quella pioggia, anche si muove con passo da indagatore e scruta negli angoli, cerca. Infine guarda l’orologio, suo pallino fisso. Un lampo e un tuono annunciano la fine della scrosciata. Ma la pioggia era reale e i tre se ne accorgono ritrovandosi grondanti. Calzavecchia comunque cavalca la tigre.

B- Un quarto d’ora, un quarto d’ora esatto.

Parla asciugandosi con quel poco che si ritrova addosso, un fazzoletto, foglietti di carta. Ugualmente Accosciato e Buonadonna si asciugano goffamente pur mantenendo il comportamento di chi la sa lunga. Accosciato addirittura gongolante. Ne segue una sorta di buffo spogliarello.

A- Mancano solo gli augelli a far festa e la messa in scena risulterebbe pressochè perfetta.

Il caso, ma davvero il caso delle coincidenze, vuole che venga accontentato. Sopraggiungono vari cip cip veri. Accosciato è raggiante, indica svariati punti: ecco vedete ? Però Calzavecchia sospettoso intuisce che s’è trattata di autentica acqua venuta dal cielo. E per non far cattiva figura, lui che c’era cascato come gli altri, lancia la proposta :

C- Ragazzi, esperimento bellissimo. Però quest’acqua non v’è parsa un tantino troppo bagnata ?
B - Beh, effettivamente sarebbe stata sufficiente un’acqua asciutta.
A- La prossima volta andrà meglio, suvvia.
C- Che ne direste di andarcene nelle nostre casettine a cambiarci ? Nostre nel senso di ognuno a casa sua, se ne ha. Se no si cambi sotto i ponti.

Acconsentono con ampi cenni. Escono.

Fine del primo atto e sospiro di sollievo per tutti…….



Secondo atto.

Accosciato, Buonadonna e Calzavecchia riappaiono leggiadramente vestiti di bianco scarpe comprese immersi in un paesaggio leggiadro e meraviglioso che potrebbe assomigliare al Paradiso finora noto o immaginato. Si aggirano sognanti ed appagati fra siepi e ruscelli immaginari od immaginati, sfiorano petali dei più meravigliosi fiori e da essi son sfiorati. Un bianco riposante avvolge la scena, riposante ma un po’ eccessivo e che si fa via via più eccessivo BIANCO ECCESSIVO ABBAGLIANTEEEEEEE. I tre costretti a brusco risveglio escono abbagliati.

L’ambiente trascolora fino al nero cupo che più cupo non si può. Un cupo abbagliante se mai potesse esistere o chissà. Pressochè impossibile immaginarci alcunchè, laddentro. Eppure qualcisa si muove, striscia, sbuffa. Sono i tre che si ritrovano catapultati inconsapevolmente dal bianco al nero e a tentoni tentano di intendere. La fiammella dell’accendino di Accosciato mai come ora riaccende le speranze.

B- Ci voleva, questa fiammella, grazie a te ora vediam.
C- Eh, mica tanto, e poi la fiammucola si affievolirà e al buio resterem.
A- Un paio di minuti, un po’ di autonomia, brilla fiammella mia…
C- Chi l’avrebbe mai detto ?
A- Chi l’avrebbe mai detto checcosa ?
C- Chi l’avrebbe mai detto a esserci cacciati in questa situazione.
B- Ma quale situazione ? Io non vedo alcuna situazione.

Calzavecchia spazientisce – Senti Buonadonna, ti assicuro, io che ho esperienza, che noi siamo in una Situazione.
Buonadonna accentua la sua abituale bonomia – Macchèeee, stai sereno e ricompàttati. Non siamo avviluppati da situazione alcuna. Negativo. Stop. Passiamo ad altro avanti il prossimo.

E scherzosamente cerca Accosciato, ma non lo trova. Riguarda e niente: Accosciato è scomparso, o si è allontanato. E pure Calzavecchia, che solitamente non prende troppo sul serio le fisime di Accosciato, ne rimane turbato. Viene cos’ avviata una ricerca quanto mai confusionaria e approssimativa, considerata anche la permanente Situazione di penombra.

B- Ehi, ma quello dov’è finito ?
C- Avrà preso il largo, avrà. Eh, quello lì bisogna stargli alla larga. Te lo volevo dire prima, ma ora che siamo tu per tu posso esternare: quello lì non mi è mai piaciuto. Con quei toni, le domandine, con quel suo accendino a convenienza.

B-Ma no, dài, non essere così severo. Alla fin fine è uno dei nostri.
C- Nostri ostri stri.
B- Accosciato ! Accosciato dove sei ? (lo chiama lo cerca) Accosciato, via, dove ti sei rincantucciato ?
C- Dove diavolo ti sei cacciato, Accosciato, ti pigli un parapiglia se è una delle tue. Accosciato oh, oh oh !

I due camminano in varie direzioni, finchè la strada si fa dritta e rassicurante, così come l’illuminazione. Si ritrovano nel punto dei cassonetti, con quello misterioso e inedito ancora da decifrare.

Calzavecchia- Uhm uhm. Qui c’è qualcosa che non quadra e nemmeno mi convince.
Buonadonna- Ma la realtà non è mai necessariamente quadrata e rotonda.
D- Eh, bisogna far quadrare il cerchio, sennò sono guai.
C- E tu ci sei mai riuscito a far quadrare il cerchio ?
D- Al cento per cento ancora no. C’è sempre un’angolatura di spuntatura, chessò un segmento di circonferenza.
B- Te lo dico io perché non ci sei mai riuscito, te lo….E’ IMPOSSIBILE. NESSUNO FINORA C’E’ MAI RIUSCITO! 
C- Ah sì ? E allora sai che ti dico ? Ti dico che NIENTE E’ IMPOSSIBILE ! Capito ? Niente è impossibile !


Il tono fra i due si è improvvisamente elevato, si sono arrabbiati, son diventati paonazzi. Eppure non ce ne sarebbe motivo, no ? La verità è che il loro pensiero, ed attenzione, è ancora alla scomparsa di Accosciato. Adesso Calzavecchia si mette a picchiare prima piano poi più intensamente e quindi veementemente sul cassonetto misterioso. Effettivamente qualcosa di strano, o quantomeno di difficile comprensione, quel cassonetto emette. Ad esempio i rumori in reazione alle sollecitazioni di Calzavecchia: un po’ metallici, un tantino plasticosi e legnosi. Insomma: sgon, sdong, stink, tin, slash. Risuona perfino un tintinnio. Una corale di un coacervo di suoni sgraziati che tanto assomigliano a certa musica sel Secolo Novecento. 
Mena pedate a più non posso, Calzavecchia. Si toglie una scarpa che lancia, per la verità con pessima mira da colpire in pieno viso Buonadonna che piglia, riceve, raccatta, annula e restituisce col garbo che gli si confà e un sorrisino.

Bu- Ora capisco perché ti chiamano Calzavecchia. 

E gli torna la scarpa, specie di fagotto informe maleodorante, tanto che Calzavecchia s’impermalosisce mentre rassetta ed infila la sua scarpaccia.

Ca- Che intendi dire ? Non capisco.
Bu – Che ognuno di noi è quello che puzza.
Ca- Eppure ci deve pur essere un modo per eliminare gli odori.
Bu- Nel tuo caso penso proprio di no. Nel caso mio invece sì. E sai come ? Io sono inodore. Su, annusa.

Ed effettivamente Calzavecchia annusa Buonadonna da cima a fondo, pure nelle parti più intime, quelle che solitamente un forte odore, talvolta cattivo, producono.

Ca- Straordinario. Tu non odori, quindi non esisti. E se non esisti non hai coscienza perché ricordati: e’ l’Essere che crea la Coscienza.
Bu – Ti sbagli: è la Coscienza che crea l’Essere.
Ca- Via, non diciamo baggianate…
Bu – Baggianate ? Hai pronunziato baggianate ?
Ca – Baggianate, si certo: le tue.
Bu – Baggianate proviene da Baggio ? Il campione calcistico tanto in auge qualche tempo fa ? Famoso in tutto il mondo per i suoi gol e il suo codino ?
Ca – Altrochè, e da dove vuoi che derivi un siffatto sufficco e desinenza o al limite desinare ? Baggio Roberto, un mito da tramandare ai posteri.

E si gira interdetto verso una direzione, s’innterrompe, si spezzetta, attira l’altro. Guardano sbalorditi, eccitati, preoccupati.
Assieme…
Ehi, mahhh, ehi…
Bu – Stiamo calmi, per favore Calzavecchia, stiamo calmi più che si può !

Appare loro una visione stupefacente. Accosciato avanza completamente vestito da calciatore: scarpette, pantaloncini, tutto. Tuttavia non è normale. E’ come se fosse un fantasma, o proveniente dall’oltretomba, o dalle nuvole del Paradiso secondo l’iconografia normalmente diffusa fra i mortali quantomeno dalla Divina commedia in poi. Una sorta di polverina incantata lo avvolge. Lui procede sospeso, estasiato, il pallone in braccio.
I due- Ehi, ma sei proprio tu, ehi !

Gli scuotono le spalle smuovendo la polverina. Accosciato passa in mezzo a loro intorno a loro, compie un paio di giri. Infine si ferma, guarda e …e scatta come i giocatori veri prima dell’inizio della partita. Si muove, palleggia, si sgamba, va su e giù, si dispone accosciato per la rituale foto ricordo.

Accosciato. Accosciato da sinistra a destra, accosciato da sinistra a destra. Eccomi qua. Verrò così nelle foto fantastiche che si tramandano. Sì, io sono quello accosciato da sinistra a destra. Sorrido ? Non sorrido ? Faccio finta di guardare il sole mentre di sghimbescio sbircio al fotografo ? Fingo indifferenza all’obbiettivo spingengo lo sguardo oltre l’orizzonte ? Mostro mascella dura magari masticando un ciuingam ? Ostento concentrazione riguardo l’oramai imminente partita ispirando sentimenti di stima e lealtà da parte di compagni ed avversari ? Accosciato da sinistra a destra, il sogno della mia vita, eccomi qua. Accosciato da sinistra a destra\destra\destraaaaaa\Accosciato da\\ac\too (il suono della frase rimbomba, fa eco ritorna, lui prova frenetico le pose) ACCOSCIATOOOOOO!!!!!!! Ma ecco il fischio d’inizio ohh. Ecco, ecco: la palla a tre quarti di campo, ce l’hanno loro ma ora intervengo io io IO, me la porto sì qui magicamente incollata al piede hop: un tocco di qua, una giravolta di là, una serpentina, un dribbling, un tunnel ad ammaliare l’avversario ed eccomi finalmente lì da solo, lì davanti alla porta incantata, con quel portiere che mi guarda e finge di non aver paura ma se la fa sotto, e gli tremano le gambe ed io, IO con la calma che è la virtù dei forti e la classe insita dei fuoriclasse purosangue fingo a destra, simulo al centro, lo incollo, lo schiodo, lo spapollo, lo stignazzo, lo strapazzo, lo infilzo e col piede magico e vellutato e il mio inebriante stile sinuoso inimitabile faccio GOOOL ! GOOOOOOLLLLLL ! Goggol, liberatorio ggol, e corro estasiato verso l’abbraccio dei compagni e dei tifosi.

Non riceve in cambio tuttavia lo sperato entusiasmo degli altri due, i quali hanno assistito sconcertati ed impassibili alla performance del loro amico trasformato in fantastico giocatore di calcio. Accosciato prova allora ad abbracciarli ed a farsiabbracciare scontrandosi contro due autentiche stele di ghiaccio. E a quel punto abbraccia fantasmi in aria. Infine raggiante si posa nell’agognata posizione di accosciato.

Calzavecchia sardonico eppure con un pizzico di invidia- Bene, abbiamo assistito allo spettacolo ? Possiamo andare ? Complimenti, Accosciato, clap clap. Hai ottenuto l’obbiettivo della tua vita ? Hai raggiunto il massimo del top ? Clap clap. Io vado. Buonadonna, si va ?
B titubante – Massì andiamo. Del resto , chi se lo sarebbe mai aspettato ? Il nostro buon amico Accosciato proiettato su vette così alte ? Lo abbiamo sottovalutato, snobbato e lui soffriva, covava e soffriva. Non posso non augurargli una splendida carriera, ma non ha bisogno punto dei nostri auspici. Semmai, si ricordi di noi di tanto in tanto, allorchè l’urlo dei centomila lo assalirà.


Rimane di ghiaccio immobile impassibile Accosciato indifferente alle lusinghe. I due in punta di piedi si allontanano.

Accosciato padrone della scena si scuote un po’ di polverina. Basta poco nella vita per farsi notare, nevvero ? Questo gioco durerà poco, lo so, e mi costerà caro. Non potrò mai più esprimere un desiderio. Ingiallità la foto che mi vede accosciato da sinistra a destra. Al momento è perfetta, magnifica (stringe fra le mani una enorme fotografia che espone all’esterno), nitida. Tutto sta a sapersi riciclare. Non è stato facile, sapete ? Abbandonare il fardello, dimenticarsi. Ma io ero pronto. Mi ero reso conto di non aver più nulla da perdere, nemmeno la Dignità. E che sarà mai ? L’identità poi, a stento ho mantenuto quella anagrafica; nato il…residente in…come tutti. E’ questa la nostra vera identità ? O sono i nostri sogni le aspirazioni più segrete, quanto di inenarrabile e di inafferrabile ci vediamo crescere dentro fino a dilatarsi come un palloncino che vuole volare altrimenti ti scoppia dalle orecchie, dalla
Bocca, dal culo. Io, lo confesso, non ho capito niente della Vita, del Mondo, degli uomini e delle donne. Di come vanno le cose. Né mi consola di trovarmi in buona compagnia. Non sono né umile né superbo; né bello né brutto; né alto né basso. Sono uno normale. Ho avuto quel che ho avuto, m’è mancato quel che m’è mancato. NON HO MAI AFFERRATO IL SENSO . Ho terrore dei crocevia e mi faccio il segno della croce quando incrocio un carro funebre con le corone e i parenti del disgraziato defunto del resto capiterà pure a me un giorno o l’altro e neppure me ne accorgerò. ORA IN QUESTO MOMENTO SONO FELICE. Ho capito cos’è la felicità che non l’hop mai avuta e forse non la riavrò. Puoi raggiungerla e fffiu vedertela sfuggire ad un colpo di vento.Felicità è coraggio, oh sì. Io ne ho avuto da vendere quando mi si è presentata l’occasione. L’ho colta ed ora eccomi qui, Accosciato da sinistra a destra olpà oplà. Ebbene, signori: IO MI SONO RICICLATO ! Sissignore: MI SONO RICICLATO ! E sono sicuramente ilprimo uomo riciclato di questa città e probabilmente di tutto l’universo e globo terracqueo. Non è stato nemmeno tanto difficile a ben pensarci, oh ma all’inizio sì che ho avuto paura e mi tremavano le gambe e le vene ai polsi e alla giugulare. Ho dovuto mettere in campo tutte le mie capacità stilistico balistiche morali esponenziali. Si fa così:

Si avvicina al cassonetto misterioso, sempre col pallone in mano, lo accarezza, infine lo accende inserendovi una sorta di scheda magnetica. Il cassonetto lampeggia.

Acc – Puoi esprimere un solo desiderio, e verrai accontentato. Oddio nei limiti delle memorie delle schede inserite in questo fantasmagorico cassonetto del futuro che è già presente. I tuoi dati, la tua esistenza, i tuoi sogni aspirazioni frustrazioni vengono velocemente passati in rassegna, bippati insomma, dopodichè…
Buonadonna e Calzavecchia rientrano velocemente e rumorosamente. DOPODICHE ‘ ?
Accosciato si fa altezzoso e sprezzante, non gradisce il ritorno dei due- Che ci fate voi due qui ? Che volete da me voi che m’avete deriso ed umiliato ?
Buonadonna suadente- Suvvia, non potrai negare ai tuoi più cari amici, anche perché altri non ne hai, il piacere di metterli al corrente delle tue conoscenze e scoperte recentemente disvelatesi. Credici, lo abbiamo pensato sempre che tu fossi un campione, un vero campione.
Calzavecchia – Accipicchia, diglielo tu, Buonadonna, se giusto l’altro ieri non ti dicevo: quello lì è un fuoriclasse: guarda che piglio e che cipiglio, che sguardo attento e sovrano che guarda lontano e vicino al tempo stesso, E che portamento, poi, che portamento regale.

Accosciato adulato cede ed accompagna con movenze l’esagerata idolatria di un Calzavecchia astutamente cammuffato da aedo.
Buonadonna – E diglielo tu, Calzavecchia, se pochi minuti fa vedendolo superbamente in azione non gli abbiamo pronosticato una lunga e gloriosa carriera da oscurare Benetti-Tardelli-Rossi-Zoff\Gentile\Cabrini\Collovati\Scirea. Perbacco, Accosciato, sei colossale, sei un vero colpo d’occhio. Permetti che ti abbracci ?

Massì, cedimento finale di Accosciato che acconsente a baci, abbracci e stritolamenti, il pallone rigidamente al braccio. Ma sopraggiunge malinconico il momento di accomiatarsi. Cosicchè si salutano a gesti lievi, a sfiorarsi, e si allontanano in tre direzioni diverse. Il cassonetto però ha continuato a lampeggiare ed improvvisamente emette un suono come sirena d’allarme o lamento iiiiii. Accorrono i tre, allarmato Accosciato, il pallone al braccio. Armeggia al cassonetto. E’ costretto a consegnare a Calzavecchia il pallone, con precauzione.

Acc – Porcaccia ! Che scemo sbadato ! Al massimo del trionfo del tripudio guarda cos’ho combinato ! Eh, un vero campione non si distrae mai, lezione. La scheda, la scheda di riconoscimento, oh l’ha ritirata. E ora come faccio ? Resterò così per tutta la vita. Non si può tornare indietro, una sola occasione, una. Vincere il Mondiale e poi riprendere la quotidianità ma ossequiato e riverito, e discretamente ricco. In cornice la foto di quell’indimenticabile serata. Che faccio, che faccio ?
B – Scusa, ma non c’è un modo di aprire l’aggeggio, magari manualmente ? Eh, anche in queste diavoleria programmate talvolta il cacciavite…
A stralunato – Cacciavite ?
Calzavecchia coglie lo sguardo speranzoso di A, e rilancia- Porto sempre con me un set di fai-da-te. Guardate.

Espone giulivo e vincente una di quelle confezioni tascabili contenenti cacciaviti, tenaglie, forbici, forbicette, tenagliette, martelletti ecc.
Che ne dite, proviamo ?

Viene aperto con facilità disarmante e un tocco leggero il cassonetto magico. Compare una centralina né più né meno delle tante che appaiono quando si scoperchia un computer, un televisore, la plancia di un aereo. Microchip soprattutto, e lucine intermittenti che elettrizzano i tre. 

A- Io…a me…ho solo espresso un desiderio…voi non ne avete ?
B- E chi non ne ha ?
A- Attenti però, uno solo. Che varrà per tutto il resto della vita. Dopo non si può. Bisognerà aspettare chissà un secolo, forse due o sette. E non è scontato che riesca.
C - Cioè, la Morte esiste ancora ?
A- E che ti credevi ?
C - Ma sai, un pensierino…
B- La Morte non esiste, non è mai esistita. Siamo noi che ce ne andiamo.
C- Questo trambusto, ferma il Tempo ?
A- Il Tempo non esiste.
C- E la Vita ?
B - La Vita è un’illusione.
Acc- Un secolo o un giorno: che differenza c’è ? Saremo risucchiati da un gorgo glu glu…
Calz- Che ci rimane ?
Acc - Meno di niente
Bu – Meno del Niente
Acc – Un sapore
Bu – Un residuo di rimasugli
Calz - Addio verdi pascoli, mangiate pattagrueliche, orge colossali.
Acc- E perché mai ? Le desideri davvero ?
Cal - Potrei rinunziare seppure a malincuore ai verdi pascoli. Ma le abbuffate e le orge…mai
Acc- Uno solo è il desiderio !
Calz- Ma guarda che orge e mangiate per me sono un tutt’uno. Ho già rinunziato ai verdi pascoli a me tanto cari…via, non esageriamo col rigore 
Acc – Rigore ? Ho sentito rigore ? Sono pronto, vaiiiiii !

Scatta, calcia un penalty, segna, esulta; esultano pure gli altri, platealmente. Il cassonetto rilampeggia risentito, lo chèta affettuoso Accosciato.

Accosciato- Via, cassonetto delle meraviglie, non ti stiamo trascurando. Tutt’altro: verrai utilizzato al meglio delle tue formidabili potenzialità. Oh, se solo tu potessi parlare e svelarci cotanta scienza. Ah, ecco qui il mio tesserino di riconoscimento. Così eventualmente potrò ridiventare quello di pria, seppure l’idea non mi alletti punto. Ricordate: una sola possibilità. Non si può tornare indietro. Voi due ehm riprenderete il vostro attuale aspetto che , oddio, non è che sia dei migliori.
Buonadonna – Ognuno è quel che è.
Calzavecchia- Ognuno è ciascuno.
Buonadonna- Il Vero che non sta mai nell’Evidente.
Calzavecchia - Chi vuol esser lieto sia. Ehi, Accosciato, ci fai provare pure a noi ?
Accosciato – Veramente…veramente non so se si può. Io, si può dire ?, è stato un cumulo, ma che dico ?, un insieme di cumuli di coincidenze di circostanze a consentirmi…ma voi…proprio non so. E anche volendo, senza schede di identificazione…bah
Buonadonna- Niente paura, te ne do’ tutte quelle che vuoi. Guarda: bankomat, american express, visa, carta d’identità, personal grandi magazzini, scheda telefonica.
C – Io ho pure la viacard, e questa qui che ti fa entrare nella metropolitana senza però riuscirne perché ce ne vuole un’altra che ho smarrito o infilato per sbaglio in una griglia dove invece ci voleva quella col gruppo sanguigno.
A – Ma questa…questa è speciale.
B - E che ha di speciale ? C’è la tua foto, il tuo nome, un codice. Oramai sono tutte così.
A - Ma ciascuna ha una funzione diversa.
C - E noi le unifichiamo. Dài, forza dài che proviamo.

Inseriscono ogni sorta di tessera nella fessura del cassonetto, che le fagocita e le ingoia senza restituirle. Il che ovviamente preoccupa soprattutto l’iroso Calzavecchia, che tende ad aggredire il cassonetto, prontamente fermato dagli altri.

Calzavecchia- Ehi, ehi, la mia carta di credito, ehi ! Stramaledetto ordigno, ehi. Le mie tessere, il bankomat, pure quello di mia moglie. Che le dico ora a quella, che le dico ? Quella già che ne trova, figurarsi ora !
B – Dille la verità.
C - La verità, la verità…quella crede solo alle bugie.
B - Raccontale bugie.
C - Ma se le racconto bugie spacciandole per verità, quella la scambia per verità e non ci crede.

Vani comunque i tentativi di Calzavecchia di accendere la campanula. Tocca a Buonadonna, che azzecca al primo tentativo e fa risuonare ed illuminare il cassonetto come ad un quiz televisivo. Cenno di trionfo da parte di Buonadonna.
A - Come hai fatto ?
C invidioso – Bella botta di…avanti, come hai fatto ?
B - Semplice, ho utilizzato la carta più inutile, una specie di abbonamento all’autolavaggio. E ora che si fa ?
A - Semplice: esprimi il desiderio, entri laddentro, verrai sottoposto a processo di riciclaggio e uscirai nelle nuove vesti. Come me oplà.
B - Io laddentro ? Ho paura.
C - Lo sapevo. La fortuna aiuta sempre chi non zampilla ai difuori del seminato. Vigliacco, prova, su e orsù.
B - Giammai, preferisco rinunziare. Del resto, sto bene come sono.
C - Ma se sembri un rottame a sonagli. Hai l’occasione buona per darti una sistematina. Hai visto Accosciato come sembra un altro ?
Buonadonna si ritrae riottoso: No, io temo.
C - Però, però…ehi aspettate. S’è detto di tessere inutili ? Io ecco ne ho massì certo una assolutamente inutile. Eccola qua. Serve per entrare in sala mensa dalla parte sbagliata quando tutti hanno finito di mangiare e non è rimasta manco una briciola. La inserisco senza esitar…

Tink, il cassonetto fantasmagorico si colora di luci fluì fluà. Ha vinto ! Ha vinto pure Calzavecchia che esplode in un boato di gioia.
C - Ce l’ho fatta, ce l’ho fatta, yppi yup yaiè pum pum ! Oh meraviglioso cassonetto magico che lampeggi tink tink. Un bacetto, ti meriti un bacetto sciunk. Forza e coraggio. Nocchiero, che fo ?
A - Sei pronto ?
Calz – Prontissimo
Buonadonna ora avvelenato e risentito- Hai recitato l’ultima preghiera ?
C - Zitto, vigliacco.
B - Vigliacco a me ? Vigliacco a me ? E allora sai che ti dico ? se ci vai tu, vengo pure io. Dopo di te. 
C - Accosciato, dicci, dicci il passo successivo, una formula magica per questo magnifico macchinario. Una parolina dolce sbciù sbciù.
A - Esprimi i desiderio.
Calzavecchia – Ebbene, mi piacerebbe…mi piacerebbe…essere L’UOMO PIU’ BELLO DEL MONDO, vivente naturalmente. Massì, mi accontenterei e m’inchiappetterei tante di quelle femmine; mi cadrebbero fra le braccia, non saprei dove spartirmi, ah ah ah !
B - Vanitoso e vanaglorioso, e lussurioso, e sbavoso, e porcoso !
A - E tu, Buonadonna, il tuo desiderio ?
Buonadonna – Desiderio ? Oh, così su due piedi, come si fa ?

E’ in imbarazzo, arrossisce, si schernisce, si muove con cadenze femminee tipo stagionato omosessuale che ha sempre compresso il suo segreto.
Non è facile, sapete ? In questo momento il mio cuore è in tumulto, avvampo. Oh oh ! Chi me l’avrebbe mai…che avrei…io, proprio io…oh…turbinio di sensazioni che sgomentano, oh avvinghiano, avviluppano, tormentano, oh ! No, meglio di no, meglio che muoia con me. Oppure si, SIIII’, sì finalmente sì. L’ho covato come chioccia, l’ho nutrito di sogni ed amarezze ed ora eccolo cresciuto, adulto, maturo e pieno il mio folle desiderio: VOGLIO DIVENTARE LA DONNA PIU’ BELLA DEL MONDO, LA PIU’ BELLA DEL MONDOOOOOO ! 

Gli altri due rimangono di stucco dello sbalordimento della meraviglia mentre Buonadonna prende a muovere passi da sgraziata vamp.

Accosciato- Quando è così, via basta stop rien ne va plus i giochi sono fatti, signori. Si parte. Sei pronto davvero definitivamente Calzavecchia ? Ripeto per l’ultima volta l’avviso: potrete riacquistare le attuali ridicole sembianze quando vorrete; secondo: la nuova condizione non elimina né allontana né rimuove né cancella la Morte. Gulp.
Calzavecchia trattiene il respiro un attimo- Sono pronto.

Accosciato spalanca il cassonetto, che all’interno appare come una plancia di comando di un aereo, con le lucine intermittenti. 
A- Entra dentro su. Concèntrati sul pensiero dominante e quando sarai al massimo della concentrazione, e tu solo potrai accorgertene, pigia quel pulsante giallognolo.
C. Ognolo…

Perfino ad un impavido come spudorato Calzavecchia però talvolta sopravvengono i dubbi. Cosicchè tituba un tantino, rimasticando “ognolo…”. Ma Accosciato ginnico e Buonadonna turbato\a non gli consentono di tornare sui propri passi, e lo sospingono malamente dentro. Accosciato richiude sbam lo sportello. Il cassonetto lampeggia, tremula; Accosciato controlla l’orologio, ammicca allorchè le luci della campanula saettano, quindi si affievoliscono. Ma il segnale atteso è una sorta di scampanellio. E’ fatta. Raggiante Accosciato riapre lo sportello. Ed eccolo infine il rinnovato Calzavecchia: impomatato, baffetti, particolari sgargianti addosso tipo collanine, anelli. L’Uomo più bello del mondo è un bullo che si muove annacando il culo e sfumacchiando in faccia ai suoi amici. Perfino la voce si fa stentorea.

C - Oh oh oh, che effetto vi fo ? Son bello, ….azz se son bello.
B - Volgarotto, però
Calzavecchia l’afferra e accenna a un passo di danza- Grrr, e non sai che sostanza c’è quassotto…

Buonadonna si ritrae e va ad incastrarsi dentro il cassonetto quasi per inerzia. Sguardo terrorizzato implorante, ma implacabile Accosciato sbam chiude. E via al solito gioco di luci e rumori, magari con maggior trambusto. Adesso il cassonetto magico sembra una lavatrice in pieno lavaggio. Tum tum. Impiega più tempo di prima nel processo di lavorazione evidentemente più complicato. E lo scampanellio si fa attendere, ma arriva: driiiin !

A – Meno male
C - Figuriamoci se quello lì complicato com’è non complicava le cose.

Accosciato spalanca con decisione e curiosità il portellone. E lo spettacolo che si presenta non è dei più mirabili: Buonadonna sembra una vecchia checca, altro che la donna più bella del mondo. Incipriato, appesantito da piumaggi, insomma una pessima variante effeminata di se stesso. Ma provocatoriamente esce e si muove da vamp, ancheggia e soprattutto sembra felice, realizzato, rasserenato, liberato. Si espone a chiedere un giudizio come sfilata in passerella.

Buonadonna- Embè, che ve ne pare ? Sono o non sono la donna più bella del mondo ?
Accosciato compiacente – Lo sei senza dubbio, servo suo, signora mia degnissima.
Calzavecchia schifato conficca una gomitata ad Accosciato - Ehi, ma siamo sicuri che ‘sto trabiccolo funziona ? E questa sarebbe la donna più bella del mondo ? Ih ih ah ah ! Ma allora, quasi quasi sei meglio tu. Puah.
Accosciato - Ah, ma il cassonetto magico ricicla soltanto ciò che siamo. E ognuno di noi è quello che è. Sennò diventerebbe un altro. Non si può. Almeno in questa fase dell’Umanità, che non si sa né quale sia né dove vada, supposto che sia una Fase.
Calzavecchia compiaciuto gongolante- Capisco. Ecco perché con me non ha avuto difficoltà a farmi diventare l’Uomo più bello del mondo. C’era già la materia prima.
Buonadonna – Sì, straordinaria davvero, questa macchina. C’è uno specchio dove rimirarmi ?
Calzavecchia gielo porge a modo suo beffardo. Ottiene l’effetto opposto.
Buonadonna – Fantastico, sono meravigliosa attraente e prorompente. Mi invita a ballare. Uomo più bello del mondo ?
A – Ti tocca
C – E va bene. Madame…..

Una musica scalcinata accompagna i due in una danza sgraziata
A – Fantastico, veramente fantastico. Uh, però, ragazzi: si è fatto tardi. Che ne dite di ritornare nei nostri panni ? 
Buonadonna estasiato – Oh no, così presto ?
A – Per oggi può andar bene così. Altrimenti non so.
C – Che vuol dire, non so ?
A – E’ una vita che cerco di capire che vuoldire non so.
C – Io non lo so e basta. Che facciamo, si rientra ? Stasera mi aspetta una cenetta…spezzatino con patate….uhm…come cucina mia moglie…uhm…certo è quella che è, ma i suoi manicaretti….
B – Ma guardatelo, l’Uomo più bello del mondo, tsk !
C – Più bello del mondo sì, ma che c’entra con la cucina, il focolare. Che si fa (rivolto ad A), si rientra ?

Accosciato tuttavia è in difficoltà. Armeggia della plancia del cassonetto, pigia, tocca, è sgomento. Gli altri due si accivinano dubbiosi.
C – Embè ?
A – E’, è che non riesco a trovare la combinazione giusta per tornare quelli di prima…
C – In che senso ?
B - In altri termini vorresti significarci che…
A – Che potremmo restare in questi panni ancora un po’: un minuto, un giorno, un’eternità ?
B – Eternità, io così ? E che gli dico a mia moglie e ai miei figli ?
C – Eh ah, ma non era il tuo desiderio nascosto più scosceso ?
B – E tu, bellimbusto di periferia ?
C cortese, coi modi bruschi con cui sa essere cortese, ad A – Sicuro di non ricordare ? Sigaretta, cognacchino ? Un bacetto da parte della donna più bella del mondo ?

Nonostante questi conforti, compreso lo schiocchio di un bacione di Buonadonna, Accosciato proprio non rammenta. Poi una scintilla lo accende.
Accosciato - Ricordo !
I due – Finalmente, era ora !
A – Ricordo, sì che ricordo !
I due semi abbracciati – Bravo, bene !
A – Ricordo perfettamente che fu tale la foga e l’entusiasmo di diventare l’idolo di me stesso che non feci attempo di farmi spiegare l’inversione del ciclo. Beh, sì insomma come si fa a tornare com’eravamo. 
C – Io se torno così a casa stasera, quella…penserà…
A – Beh, nemmeno io sono presentabile ai miei figli. Potrei però…potrei inventarmi che…
B – Figurarsi me io me

Già rassegnati, riprovano comunque insistentemente ad azzeccare la combinazione vincente sulla plancia, provocando esiti contraddittori ed esilaranti. Invasione di luci e suoni. Allargano le braccia desolati.

Accosciato – Sapete che vi dico ? Che se dobbiamo restare così per sempre, almeno con soddisfazione. Disponiamoci, via, pronti per lo scatto che ci immortalerà. Dopo, nulla potrà mai accadere.

E si dispongono per la foto ricordo come calciatori. Accosciato ovviamente accosciato. Gli altri due sorridono improvvisamente ringalluzziti in piedi. Flash.


Fine