Un albergo molto strano

di

Giancarlo Loffarelli


Personaggi

OSVALDO, amante di Aureliana
FILIPPO, amante di Caterina
CATERINA, moglie di Osvaldo
SANTE, amante di Barbara
BARBARA, moglie di Filippo
MARIO
AURELIANA, moglie di Sante
Il Killer


Due stanze comunicanti di un albergo romano. Ai nostri giorni. La scena è tagliata in due perpendicolarmente alla ribalta. Le due stanze sono affiancate: una a destra e l'altra a sinistra. La parete centrale è comune ed ha una porta nel mezzo che le mette in comunicazione. Tutte e due le stanze hanno una finestra nella parete di fondo. La stanza di destra ha, a destra, la porta d'uscita; quella di sinistra, a sinistra.
ATTO PRIMO


All’apertura del sipario, sono illuminate, da una intensa luce diurna, tutte e due le stanze, vuote. Dopo qualche momento, in quella di destra entra Osvaldo. Ha con sé una borsa da viaggio. Si guarda attorno con calma, poggia la borsa sul letto e vi siede accanto. Resta in questa posizione per qualche istante; si alza e va alla finestra, guarda fuori; poi si avvicina alla porta di sinistra, che dà verso l’altra stanza e muove la maniglia senza motivo ma la porta, inaspettatamente, si apre.

OSVALDO Ma... è aperta!... Stanze comunicanti!... (Entra nella stanza a sinistra) Per fortuna è vuota: perfetto, non mi sentirà nessuno. Adesso serve solo il coraggio e quello, come disse Carneade, "chi non ce l'ha non se lo può dare". Ma con tutto quello che mi ha fatto passare, il coraggio lo devo trovare... lo devo trovare! E no!? Per i samurai questo era il momento della massima bellezza: grande cerimonia e via! Il coronamento di una vita gloriosa! Voglio morire come un samurai!... (Accennando ad un grido) Bonsai!!!... (Ripensandoci) Bonsai?... (Convinto) Bonsai!

Rientra nella stanza di destra e si dirige verso il letto. Apre la borsa e ne estrae una pistola di grosse dimensioni. Si colloca al centro della stanza e, ritto in piedi, si punta la pistola alla tempia. Si accorge che gli tremano le gambe. Allora si siede su una sedia e torna a puntarsi la pistola alla tempia. Il tremore non cessa. Si guarda attorno e quindi cerca di sdraiarsi sul letto. Nello spostare la borsa dal letto ne rovescia il contenuto a terra: biancheria intima, lettere, foto, un caciocavallo, mezza pagnotta di pane e un pezzo di salame. Comincia a darsi da fare per riporre tutto nella borsa dopo aver poggiato sulla sedia la pistola. Quindi si sdraia sul letto. Si rende conto di non poter attuare il suo piano perché ha dimenticato la pistola sulla sedia. Un po' seccato si alza, fa per prendere la pistola ma, nel piegarsi, resta improvvisamente bloccato con la schiena.

OSVALDO Porc...! Ah!... E certo, manco morire in pace: ci voleva il colpo della strega. Alla faccia dei samurai! Un samurai col colpo della strega non s'è mai visto! Ma io non mi piego... in senso metaforico, è chiaro! Dritto o piegato, si muore lo stesso.

Con grande sforzo riesce a prendere la pistola e se la punta alla tempia, ma improvvisamente squilla il telefono. Sempre piegato, Osvaldo raggiunge il telefono e risponde.

OSVALDO Sì... Sì... Come?!... Ma guardi che a me... ma sì, mi sono accorto che non avete messo la chiave nella serratura, e non capisco proprio perché... no, no, a me serve solo per qualche minuto la stanza... Ma che mi frega che s'è sbagliato il computer!... Io questo lo consideravo un albergo serio, se no, non ci sarei venuto, non lo avrei certo onorato della mia presenza!... Onorato, sissignore, dico proprio onorato!... Ma lei lo sa chi sono i samurai?... No?!... E allora s'informi!... Lasciamo perdere, ch'è meglio!... E quale sarebbe la mia stanza?... Va bene... va bene... 

Riaggancia. Si guarda attorno indeciso sul da farsi, poi scrolla le spalle e si punta di nuovo la pistola alla tempia, ma ecco che bussano alla porta. Osvaldo è smarrito. Velocemente rimette la pistola nella borsa e poi, dopo essersi seduto per dissimulare la sua posizione piegata:

OSVALDO Avanti!

FILIPPO (Entrando. Ha con sé una ventiquattrore) Buongiorno, mi scusi ma mi hanno detto che deve esserci stato un errore del computer: questa è la mia stanza, sa, io sono un uomo d'affari e la uso solo per i miei veloci spostamenti da una città ad un'altra ma mi è altresì impossibile farne a meno, benché mi spiace arrecarle questo disturbo, d'altra parte l'errore non è né mio né suo ma di queste orrende macchine che sono i computer che io odio con tutto il mio cuore, ma, capirà, l'uomo di oggi sembra aver delegato ai computer il suo cervello e questi inconvenienti non sono che uno degli effetti, certamente meno importanti, di questa scelta sbagliatissima. Del resto, sono sicuro che non avrà difficoltà a trovare un'altra stanza altrettanto confortevole come questa, forse addirittura meglio di questa. Io, vede, ci sono affezionato a questa stanza e per nulla al mondo la cambierei con un'altra quando mi trovo in questa città...

OSVALDO (Dopo aver sopportato il fiume di parole che gli è piovuto addosso, sempre piegato in due, si alza ed esce)

FILIPPO Vedo che ha fretta, amico mio; non si faccia scrupolo, per qualsiasi cosa… (Vedendolo piegato) Ha perduto qualcosa? ... Ma vedo che ha dimenticato la sua borsa... (Si avvede che Osvaldo è già fuori e, fra sé e sé:) Beh, evidentemente non gli servirà, provvederò a fargliela recapitare... Ed ora: a noi due! (Cerca di sistemare il letto per poter ospitare subito un convegno amoroso) Sono settimane che aspettavo questo momento: astinenza completa con mia moglie per ottenere un risultato ottimale. Che scherziamo? Questa è l'equivalente di una finale di Coppa Campioni: una Juventus-Real Madrid a Wembley, serata piovigginosa all'inglese, manto erboso perfetto, spettatori ottantamila, commento televisivo di Bruno Pizzul: il massimo! (Si sente bussare di nuovo. Filippo si prepara e, con tono sensuale:) Avanti!

CATERINA (Entrando, si slancia in un abbraccio a Filippo) Amore, non mi sembra vero, finalmente soli. 

FILIPPO Ecco il mio Zidane!

CATERINA Chi?!

FILIPPO Zinedine Zidane, mente e cuore del Real Madrid. Ma lascia perdere, è una cosa mia.

CATERINA Hai avuto problemi?

FILIPPO C'era stato un inconveniente, ma è tutto sistemato.

CATERINA Che inconveniente?

FILIPPO Un banalissimo errore nell'assegnazione delle stanze, non hai visto quel signore che usciva?

CATERINA No, veramente, no.

FILIPPO Sarà andato al piano di sopra.

CATERINA Filippo, mi ami?

FILIPPO Perché me lo chiedi?

CATERINA Perché ho bisogno di sentirmelo dire. Non ne posso più di mio marito. Tu non hai idea di che vita noiosa mi fa fare. Mai un brivido con lui. Tutto già visto. Sempre le sue manie. Non mi fa sentire donna: questo è il punto.

FILIPPO Per fortuna ci sono qua io.

CATERINA Lo so.

FILIPPO Io ti comprendo perfettamente. Anche perché anch'io provo quello che provi tu. Mia moglie è una donna fredda. Non mi comprende. Io ho bisogno di una donna che mi comprenda, che sappia amarmi con passione e rendere ogni giorno nuovo il nostro rapporto.

CATERINA Ed ora che facciamo?

FILIPPO Che facciamo?!... (Con un tono bambinesco) T'ha detto niente la mamma? 

CATERINA (Anche lei con tono bambinesco) Veramente no.

FILIPPO (C.s.) E quel cornuto di tuo marito?

CATERINA (C.s.) No.

FILIPPO E allora vieni che t'insegno io! (Precipita con lei sul letto urtando la borsa di Osvaldo) Ma che è?... La borsa!...

CATERINA Che borsa?... Ma lascia stare le borse!

FILIPPO E' la borsa di quel signore che è appena uscito. Devo farla portar via...

CATERINA Ma tu in questi momenti pensi alle borse?...

A soggetto, con estrema goffaggine, Filippo cerca di divincolarsi dalla borsa la cui cinta gli si è attorcigliata attorno al piede, mentre Caterina, che è già sdraiata sul letto, lo tira a sé. Quando sono sul letto:)

FILIPPO Cos'hai detto a tuo marito per venire qui?

CATERINA Tu pensa... Lo sai com'è, no? Più la inventi grossa e più ci cascano. Gli ho detto che mi avevano chiamato all'Università a tenere una conferenza.

FILIPPO Che conferenza?

CATERINA "Sesso e terapia postjunghiana"!

FILIPPO Caspita!

CATERINA Vogliamo iniziare la conferenza?

Squilla il telefono.

FILIPPO Suonano alla porta!

CATERINA Ma no, è il telefono, lascia perdere.

FILIPPO Ma potrebbe essere importante.

CATERINA Ma chi lo sa che sei qui?

FILIPPO Fammi rispondere... (Si divincola da lei e risponde) Pronto... Sì, sono io... Come?... Sì, lo so che c'è stato un errore, infatti adesso ho preso possesso io della stanza... Come!?... Un altro errore?!... Ma buttateli al cesso questi computer!... Devo cambiare stanza?... Ma è inaudito, io qui ero proprio all'inizio... di una conferenza!... Va bene, va bene, solo perché non voglio creare casino... (Riaggancia) Ma che roba!

CATERINA Dobbiamo cambiare stanza?

FILIPPO E' l'ultima volta che veniamo qui, cara!

CATERINA (Preparandosi) E va bene, che sarà mai! Basta che ci sbrighiamo! (Apre la porta per uscire ma rientra spaventata chiudendosi la porta alle sue spalle) Mio marito!

FILIPPO Cosa?!

CATERINA Mio marito sta venendo qui! 

FILIPPO Tuo marito!?

CATERINA Speriamo che sia aperta! (Si precipita alla porta che è sulla parete opposta, la apre e si ritrova nella stanza accanto. Caterina seguirà il colloquio successivo dietro la porta, spiando dal buco della serratura)

FILIPPO (Cercando di trattenerla) Caterina!... (Facendosi coraggio) E va bene, non mi manca certo il coraggio per affrontarlo. Vorrà dire che finalmente potrò conoscere suo marito e lui saprà che lei ami me. (Si sente bussare. Filippo si schiarisce la voce e poi:) Avanti!

OSVALDO (Entrando, ancora piegato) Mi scusi se la disturbo ancora...

FILIPPO (Estremamente meravigliato) Lei?!

OSVALDO Eh sì, mi scusi ma, come avrà notato, ho dimenticato qui la mia borsa.

FILIPPO Ma allora lei...

OSVALDO Cosa!?

FILIPPO (Finalmente rilassato) Ma nulla, caro amico, prego, prego, riprenda pure la sua borsa. Io, vede, stavo per mettermi a letto... Importanti riunioni di lavoro mi attendono e allora ho bisogno del massimo riposo... Ma lei sta ancora cercando qualcosa...

OSVALDO No, no, niente... arrivederci... (Prende la borsa e fa per uscire, ma si ferma sulla porta) Stavo pensando però... ho visto prima che quella stanza è vuota: dato che a me serve per un attimo... (Si dirige verso la stanza dove si trova Caterina la quale, vedendolo, dal buco della serratura, arrivare, si infila sotto il letto)

FILIPPO Ma che fa? Potrebbe essere prenotata...

OSVALDO Tanto è un attimo.

SANTE (Entra nella stanza di sinistra, dove si trova Caterina, qualche istante prima che vi entri Osvaldo. Ha una grossa borsa con sé ed è seguito da Barbara.) Guarda Barbara che per oggi dobbiamo rimandare, ho un appuntamento molto importante con un personaggio che non ti posso dire, proprio in questo albergo.

FILIPPO (Per prendere tempo) Senta, ma come mai io la vedo sempre piegato in due?

BARBARA Insomma, facciamo di tutto per sfuggire a tua moglie e a mio marito e poi tu hai un impegno di lavoro!

OSVALDO Lasci perdere, è niente! (Entra nell'altra stanza, Filippo cade affranto su una sedia, convinto che Osvaldo abbia scoperto Caterina.) Oh, scusate, pensavo fosse vuota. (Rientra nella stanza di Filippo che resta sorpreso) Era già occupata. Pazienza!

FILIPPO (Sorpreso) Era occupata!?

OSVALDO E sì, l'avevano già occupata.

BARBARA Io me ne vado. Quando sarai comodo me lo farai sapere!

OSVALDO Arrivederci. (Esce)

Filippo lo segue fuori della stanza per assicurarsi che se ne sia andato veramente.

SANTE Ma no, Barbara, non mi sono spiegato.

BARBARA Ti sei spiegato fin troppo bene. E' che di me non ti importa più niente ma non hai il coraggio di ammetterlo. Vedi... io non ne posso più di mio marito. Tu non hai idea di che vita noiosa mi fa fare. Mai un brivido con lui. Tutto già visto. Sempre le sue manie. Non mi fa sentire donna: questo è il punto.

SANTE Ed è per questo che ci sono qua io.

BARBARA E allora perché non vuoi stare qui con me?

SANTE Ma è un impegno di lavoro che non posso rimandare.

BARBARA E allora dimmi di che si tratta.

SANTE Guarda, per adesso non posso dirti niente, proprio per la tua sicurezza, credimi. Ti prometto però che appena sarà tutto finito, ti spiegherò ogni cosa e sarai fiero di me.

BARBARA Non ci credo, non ci credo!

SANTE Senti Barbara, questo è un classico comportamento da moglie, non da amante, se permetti!

BARBARA Questo è un classico ragionamento da cretino! (Esce)

SANTE Le donne! E fesso io: non mi bastava mia moglie, pure un'altra me ne sono presa!

CATERINA (Uscendo da sotto il letto) Mi scusi...

SANTE Ma chi è lei?

CATERINA Non si spaventi... 

SANTE Ma che mi spavento! Mi dica chi è!

BARBARA (Rientrando) Ah senti, volevo... (Vede Caterina) E' questo il lavoro importante, eh?! E' questa la cosa segreta che poteva mettermi in pericolo!? Complimenti: doppio tradimento, a tua moglie e a me. Addio! (Esce)

SANTE Barbara, aspetta!... (Si rivolge a Caterina) Ma si può sapere chi è lei?!

CATERINA La donna delle pulizie. Igiene completa in questo albergo, anche sotto i letti. Mi scusi ma ho molto da fare e debbo passare subito nella stanza accanto. (Passa nella stanza di Filippo)

SANTE Prima quello piegato, poi la donna delle pulizie. Se questa è la riservatezza di questo albergo, ho sbagliato in pieno.

CATERINA (A Filippo, che è rientrato qualche istante prima di lei) Per un pelo! Ce la siamo cavata per un pelo.

FILIPPO Ho controllato: stavolta se ne è andato sul serio.

Squilla il telefono nella stanza di Sante. Filippo e Caterina riprendono le loro effusioni.

SANTE Sì... Ah, non è questa la mia stanza? Mi sembrava un po' troppo frequentata!... Ma state un po' più attenti la prossima volta... Niente, niente... Comunque debbo fare i complimenti per l'accuratezza con cui fate le pulizie. Cambio subito stanza. (Riattacca ed esce)

CATERINA Se n'è andato, insomma?

FILIPPO Ma quello è tuo marito?

CATERINA Perché, non ti piace?

FILIPPO E che deve piacere a me?

CATERINA Ma perché stava piegato?

FILIPPO Deve aver perso qualcosa.

CATERINA Ha perso qualcosa?!

FILIPPO (Tenerone) Ha perso una cosa importante.

CATERINA E che ha perso?

FILIPPO Ha perso te.

CATERINA A me mi ha persa da un pezzo.

FILIPPO Ma ora cambiamo stanza, presto non resisto più! (Escono guardinghi)

Per qualche istante, le stanze restano vuote, poi in quella di destra rientra Osvaldo, sempre con la sua borsa. Ora è ritto in piedi.

OSVALDO (Convinto di trovare qualcuno) Senta, non dica che sono un invadente... (Si accorge che è vuota) Ma qui non c'è nessuno!... Signore!... Dottore!... (Origlia alla porta di comunicazione se nell'altra stanza ci sia qualcuno. La apre) Nessuno neanche qui. Meglio! Ora che m'è passato il dolore alla schiena sarà questione di un attimo. In quale stanza mi suicido? Meglio in quell'altra, mi ci sono già abituato. (Passa nella stanza di destra.) O forse era meglio l'altra? Mi sembrava più luminosa... Adesso ho l'imbarazzo della scelta. Bah, una stanza vale l'altra. (Prende di nuovo la pistola dalla borsa e se la punta alla tempia) Porca miseria, mi stavo dimenticando la cosa più importante: la lettera d'addio! Un foglio di carta... (Cerca nella sua borsa) Una penna... Ecco qua. (Si siede al tavolo) Dunque, vediamo un po'... "Cara Caterina..." Cara... Cara? Ma che cara?! Niente cara! (Cancella) Dunque... "Egregia signora Caterina..." No, niente Caterina, troppo confidenziale... "Egregia signora di cui non pronuncio il nome perché non è degno di essere pronunciato da me e se vogliamo me lo sono già dimenticato..." Dunque: "Egregia signora di cui non pronuncio il nome perché non è degno di essere pronunciato da me e se vogliamo me lo sono già dimenticato..." un po' lungo come attacco. Però poetico, mi sembra. Va be'... “Quando troverai questa lettera il mio corpo sarà già un corpo morto... morto ammazzato da me stesso”; suicidato: tra parentesi, caso mai non capisce. "E quando ti troverai davanti il mio freddo corpo..." bello... mi sta salendo la vena poetica: in punto di morte è normale... "Quando ti troverai dinanzi...", meglio dinanzi, "il mio freddo corpo, esso ti parlerà di me, del mio cenere muto, come disse il fratello di Ugo Foscolo..." Bellissimo! cenere muto. "Ed allora tu udrai..." udrai... udirai... udirai, certo!... "Ed allora tu udirai dalle mie labbra spente un solo grido, sorgente sempre più impetuoso dalle mie viscere…” (Si sente bussare e Osvaldo, imbestialito:) Vaffanc... Porc... Dieci secondi e avevo già fatto! (Rimette la lettera e la pistola nella borsa) Avanti!

SANTE (Entrando) Chiedo scusa ma... Ma lei non è il tipo piegato di prima?

OSVALDO Ah, era lei, quello dell'altra stanza... No, prima avevo perduto una cosa... Dica...

SANTE Vedo che è ancora dentro, mi avevano infatti detto dell'errore del computer. Non si preoccupi, posso aspettare che traslochi.

OSVALDO No, no, vado via subito, ma le preciso che questa non è la mia stanza! (Esce con la sua borsa)

SANTE Lo so... Infatti è la mia stanza. Dunque... (Poggia la borsa che ha con sé sul letto, ne estrae un registratore e lo colloca sul tavolo, poi avvicina al tavolo due sedie. Accende il registratore e fa delle prove.) Prova... uno due tre, prova... (Manda indietro il nastro e riascolta.) Perfetto! Tutto è a posto. Lo scoop della mia vita: un pentito di mafia con un'intervista in esclusiva. Questa volta inizio la scalata al giornale! (Apre la porta ed esce. Dopo qualche istante rientra seguito da Mario)

SANTE Si accomodi pure. Stia tranquillo, non l'ha vista nessuno. Prego, sieda qui. La ringrazio per aver accettato questa intervista che per lei, mi rendo conto, è senz'altro una cosa molto delicata... Si sieda, prego!

MARIO (Parlerà con smaccato accento romagnolo) Grazie. (Siedono entrambi attorno al tavolo)

SANTE (Resta un po' perplesso per l'accento che gli è parso di udire) Tranquillo? Rilassato? 

MARIO Insomma!

SANTE (C. s.) Lei si lasci guidare da me e andrà tutto bene.

MARIO Mi dica lei, allora.

SANTE (C. s.) Oh, innanzitutto io avevo pensato, per mantenere il suo anonimato, durante l'intervista di chiamarla con un altro nome... Mario, per esempio, così, per dare un tocco di familiarità al nostro discorso...

MARIO Non parli di famiglia! Io ne sono ormai uscito.

SANTE Mi scusi, m'è sfuggita... (Non si trattiene) Ma... lei è un mafioso garantito?

MARIO Sì, perché?

SANTE Mafioso siciliano?

MARIO Sorbole!

SANTE (Rassegnato.) Va be'... Poi... (Per cambiare discorso: estrae dalla borsa una pistola) questa vorrei utilizzarla dopo per fare una fotografia, dove ovviamente non si vede la sua faccia; mi serve per affiancarla al pezzo; è giocattolo, non si preoccupi.

MARIO Ormai non ho più familiarità con quegli arnesi.

SANTE Neanche io, se è per questo. Dunque: io le farò dapprima domande generiche, lei risponda come vuole e con tutta la calma e la lunghezza che desidera; eventualmente io la interrompo per chiederle delle precisazioni.

Nella stanza di sinistra entrano Filippo e Caterina. Le scene nelle due stanze si svolgono contemporaneamente, mentre Filippo e Caterina svolgono i loro preparativi per mettersi finalmente a letto, Sante sistema l'attrezzatura per realizzare l'intervista.

FILIPPO (Entrando seguito da Caterina) Tanti giri per ritrovarsi nella stanza accanto a quella di prima. Vediamo se qui almeno riusciamo a star tranquilli.

CATERINA Ma lo sai che a me tutte queste interruzioni mi eccitano ancora di più?

FILIPPO E' una sorta di coitus interruptus anticipato. La prossima volta proviamo in un supermercato: hai voglia a interruzioni!

SANTE Ecco, allora lei dovrebbe parlare in questo microfono (Gli mostra un piccolo microfono che si attacca al bavero della giacca) ma senza alzare troppo la voce. E' un microfono sensibilissimo, basta parlare a voce normale.

MARIO Senta, siamo sicuri che lei non mi sta riprendendo con qualche telecamera nascosta?

SANTE Ma le va di scherzare!? Io debbo fare un pezzo per il mio giornale: non mi servono immagini, solo le sue parole: e sono sicuro che saranno una bomba!

CATERINA Spogliati caro: voglio guardarti mentre ti spogli!

FILIPPO Subito! (Si appresta a spogliarsi in tutta fretta)

CATERINA Ma che fai? Non vorrai spogliarti come un camionista che va con una mignotta?

FILIPPO (Si ferma) Come?

CATERINA Tutto di fretta. Senza un minimo di grazia. Devi essere sensuale, invece, devi provocarmi.

FILIPPO Sensuale dici?

CATERINA E' più eccitante.

FILIPPO E va be'... (Un po' a malincuore comincia ad improvvisare un goffo streap tease) Ma fare il camionista non è che mi dispiaceva troppo... Persone tanto simpatiche...

SANTE Mi scusi ancora un attimo ma debbo regolare i toni... Sa... prova... uno due tre, prova... non mi piace... (A soggetto, Sante cerca di regolare il registratore)

FILIPPO (Sta cercando di togliersi un calzino restando su un piede solo ed assumendo un atteggiamento sensuale ma perde l'equilibrio e cade rovinosamente) Ah! Il ginocchio!

CATERINA Ma quanto sei imbranato!

FILIPPO Ahia, e questo è il menisco, lo sento... proprio come Roberto Baggio... un male terribile...

La porta della stanza di Filippo e Caterina si spalanca improvvisamente ed entra come una furia Aureliana. Filippo è a terra che si tiene il ginocchio; senza scarpe, senza giacca, con la camicia sbottonata e senza un calzino. Caterina è sdraiata sul letto.

AURELIANA Brutto porco schifoso, pensavi di farmi le corna con questa sgualdrinella...

CATERINA Ah, tua moglie!

FILIPPO Ma che mia moglie! E lei come si permette di entrare in questa stanza senza bussare!?

AURELIANA Io... veramente... Eh, ma potevate chiudere a chiave!

FILIPPO Io sono padrone di chiudere o non chiudere... Potrei anche provarci gusto a farmi interrompere... che ne sa lei? Ma esigo almeno che si bussi!

AURELIANA Chiedo ancora scusa... io pensavo che ci fosse mio marito...

FILIPPO E l'ho capito che lei è invischiata in una volgare questione di corna!

AURELIANA Beh ma anche loro, mi sembra...

FILIPPO Ma come si permette!? Questa... questa è la mia signora...

AURELIANA (Scettica, mentre chiude la porta alle sue spalle) Sarà!

FILIPPO Ma tu guarda un po'!

CATERINA Secondo me è una guardona, fa così in tutte le stanze e in qualcuna le va bene.

AURELIANA (Riapre la porta) A proposito, non è che avete visto mio marito... un giornalista, tipo alto, stempiato con baffi e pizzetto...?

CATERINA (A Filippo) Che t'avevo detto?

FILIPPO Se ne vada, per favore, noi non abbiamo visto nessuno.

AURELIANA Di nuovo. (Chiude ed esce)

FILIPPO E vediamo se è la volta buona.

CATERINA Il tutto è sempre più eccitante.

Filippo rovescia Caterina sul letto.

SANTE Guardi, il microfono se lo dovrebbe attaccare qui... ed il filo lo facciamo passare da questa parte.

MARIO Come ha detto? (Muove maldestro il filo)

SANTE Ma non da quella parte!... Lasci fare a me... Ecco... Si sposti un attimo... (Sante si trova praticamente addosso a Mario per cercare di sistemare filo e microfono. Mario tiene le braccia larghe come se fosse perquisito. In quel momento si spalanca la porta e piomba nella loro stanza Aureliana. I due sembra che siano abbracciati.)

AURELIANA Brutto schifoso, pensavi di farmi le corna con questa sgualdrinella...

SANTE Cielo! Mia moglie!

MARIO Ma che sta succedendo?

Filippo e Caterina si interrompono per le grida che sentono provenire dall'altra stanza.

AURELIANA Sante! Ma...

SANTE Aureliana!... Che ci fai qui?

FILIPPO Ssstt... Andiamo a sentire... (Si alza seguito da Caterina e si mettono ad origliare alla porta)

SANTE Come hai fatto a rintracciarmi?

FILIPPO (Guardando dal buco della serratura) E' la guardona di prima.

CATERINA Mamma mia! Tutto è ancora più eccitante... Qui rischio l'orgasmo multiplo polivalente: il massimo degli orgasmi.

AURELIANA Mi fai schifo... peggio di quello che pensavo...

SANTE Ma perché, che pensavi?

MARIO E per fortuna che non doveva trovarci nessuno!

AURELIANA E certo! Se l'erano scelto sicuri il loro nido d'amore, i due piccioncini!

MARIO Ma che sta dicendo?!

CATERINA Ch'è successo?

FILIPPO Ssstt: storia di froci!

SANTE (Ride sempre più divertito) Ma che hai capito? Ma tu guarda che equivoco s'è creato... Questo signore è...

MARIO Non si permetta di rivelare la mia identità, eh!

AURELIANA Vi date pure del lei: che classe!

SANTE Stia calmo, cerchiamo di risolvere tutto al più presto, lei però stia calmo: è tutto sotto controllo. (Ad Aureliana.) Che ci sei venuta a fare qui?

AURELIANA Pure! Pure che ci sono venuta a fare, mi domandi!

SANTE Guarda che stai creando un casino per niente.

AURELIANA E io che ti volevo prendere un regalino per il tuo compleanno!

SANTE Il mio compleanno?

AURELIANA Non ti ricordi nemmeno che oggi è il tuo compleanno!

SANTE Ah già! Me n'ero dimenticato!

MARIO (Dandogli la mano) I miei più sinceri auguri.

SANTE Grazie. (Ad Aureliana) E che volevi regalarmi?

AURELIANA Un cappello di lana con i paraorecchie.

SANTE Un cappello coi paraorecchie!? Ma siamo in luglio!

AURELIANA Per questo inverno: guarda come sono previdente!

SANTE Ma io non mi metterò mai una ridicolaggine del genere!

AURELIANA Ecco, lo vedi che non mi vuoi più bene!?

SANTE Smettiamola Aureliana! Io posso dirti solo una cosa: se sono qui è solo per lavoro.

AURELIANA Non sapevo che avevi cambiato mestiere.

SANTE Sono qui per un'intervista, guarda l'attrezzatura!

AURELIANA Videocassette porno! Questo è il colmo! (Esce sbattendo la porta)

FILIPPO Smerciano videocassette porno.

CATERINA Che schifo!... (Improvvisamente interessata) Chissà a quanto le vendono?

MARIO Certo che sua moglie ha una grande considerazione di lei!

SANTE E m'aveva scoperto!

MARIO In che senso l'aveva scoperto?

SANTE (Fra sé, senza nemmeno sentire Mario) Deve avermi pedinato e mi aveva quasi scoperto con Barbara. Meglio questo equivoco che peggio!

MARIO Si può sapere cosa sta dicendo?

SANTE Niente, niente, vediamo di finire presto questa intervista, ché poi debbo assolutamente chiarire l'equivoco con mia moglie... e pure con un'altra donna, adesso che mi sono ricordato. 

Durante le battute di Filippo e Caterina, Sante e Mario avviano l'intervista. Li vediamo ma non ne ascoltiamo le voci.

FILIPPO Torniamo a letto.

CATERINA Sì, Filippo.

FILIPPO Non è bene origliare i fatti degli altri.

CATERINA No, no, non è bene!... Ma è così eccitante!

FILIPPO Cos'era quella storia dell'orgasmo multiplo?

CATERINA Il massimo degli orgasmi. Lo si raggiunge solo una volta nella vita. Ma non tutti ci riescono.

FILIPPO E chi te l'ha detto?
CATERINA L'ho letto sulla rivista "Perversione e cultura domestica".

FILIPPO "Perversione e cultura domestica"!... Ma che razza di letture fai?

CATERINA Troppo impegnative, vero?

FILIPPO Non dico questo... E' che in fondo di te so così poco; e anche tu sai tanto poco di me. Vedi Caterina, è possibile amarsi e conoscersi appena? E' possibile intrattenere un rapporto con una persona che è poco più di una sconosciuta? E' giusto poi tutto questo? Mi domando se sia giusto andarci a letto e tutte le volte che me lo chiedo... (Durante il monologo di Filippo, Caterina si è tolta le calze ed egli si è via via eccitato, per cui chiude totalmente fuori di sé) mi rispondo sempre di sì! (Le salta addosso trascinandola sul letto)

CATERINA Che furioso, caro!

FILIPPO (Si rialza subito.) Stavolta però chiudo a chiave la porta...

CATERINA (Si gira sul letto dando le spalle a Filippo) No, non la chiudere... ma quanto sei borghese! Pensa se venisse qui...

FILIPPO (Prima di chiudere la porta, la apre come per vedere chi ci sia nel corridoio. Allarmato:) Mia moglie!

CATERINA Beh, se venisse tua moglie sarebbe il massimo dell'eccitazione!

FILIPPO Sta venendo mia moglie!

CATERINA Ma dai, sarebbe troppo bello!

FILIPPO E non c'è la chiave nella serratura!

CATERINA Magari le va un triangolo.

FILIPPO Cerca di cavartela da sola! (Passa velocemente nella stanza di destra portando con sé la sua ventiquattrore)

MARIO (Salta in piedi all'ingresso di Filippo) M'hanno scoperto! E' la fine!

FILIPPO State calmi, non è successo niente...

MARIO (A Sante) Questa me la paghi!

SANTE Ma chi è lei?

FILIPPO Nulla, nulla, mi serve solo... d'altra parte ho visto... cioè, ho sentito che anche voi prima vi siete trovati in una situazione... diciamo simile...

SANTE Che cosa sta dicendo?

FILIPPO Purtroppo... vedano... Io sono nella stanza accanto con... con una signora... e, capirete... sta arrivando mia moglie e non vorrei che mi vedesse...

SANTE Ah, ma allora lei non è qui per lui? (Indica Mario)

FILIPPO Non mi permetterei mai. C'è già lei!

SANTE Come?

FILIPPO Non rovinerei mai una coppia così affiatata.

MARIO Ci risiamo! Noi siamo qui solo per un'intervista, lo capisce questo?!

FILIPPO Sicuro, un'intervista, si vede benissimo... (Prende in mano il registratore e ammicca) Capisco perfettamente... un'intervista... e... si potrebbe sapere... quanto costano queste interviste?

SANTE Come, quanto costano?

FILIPPO La mia amica! E' un'appassionata del genere.

SANTE Appassionata di storie di mafia?

FILIPPO No, sesso spinto!

SANTE Lei dev'essere un pazzo e noi qui non abbiamo tempo da perdere, le ordino quindi di abbandonare immediatamente questa stanza altrimenti chiamo la direzione!

FILIPPO Va be': cinquantamila e ne prendo due!

SANTE Se ne vada immediatamente!

FILIPPO Forse non mi sono spiegato...

SANTE Non voglio ripeterglielo un'altra volta!

Di nuovo vediamo Filippo, Sante e Mario che continuano a parlare animatamente, ma non li sentiamo.

BARBARA (Entra spalancando la porta della stanza di sinistra.) Brutto porco schifoso, pensavi di farmi le corna con questa sgualdrinella...

CATERINA L'originalità non è il loro forte!

BARBARA Dov'è mio marito?... Ma io a lei già la conosco... Ma sì! Quella sotto il letto! Lei è una iena: prima la trovo con il mio amante e adesso anche con mio marito: ma ce l'ha con me, lo dica che ce l'ha con me!

CATERINA Oh, ma che ne so io dei suoi uomini? Per chi m'ha preso?

BARBARA Per quello che sei. Non fare la furba, lo so che Filippo stava qui... (Comincia ad annusare le lenzuola e tutto il resto della stanza come un cane da caccia) Riconosco il suo odore. E' qui senza dubbio. E... riconosco pure l'odore di Sante... tutti e due qui se l'è portati 'sta porca.

CATERINA Ma come si permette?

BARBARA E' lui, è lui... non mi sbaglio! Cioè, sono loro!... (Annusa) Anche se... Caciocavallo! Acqua di colonia al caciocavallo! Non l'hanno mai usata!... Sei stata tu che hai cercato di sviarmi col caciocavallo, vero?

CATERINA Senta, io mi faccio specie di suo marito che se ha sposato un setter irlandese invece di una donna doveva esser ridotto proprio male! E ancora più specie mi faccio del suo amante, che se l'è presa come tale.

BARBARA Fai poco la spiritosa!

CATERINA Insomma, io vado a parlare con la direzione di questo albergo e a protestare per come vengano importunate le clienti sole in cerca di un momento di solitudine per riflettere.

BARBARA Vuoi farmi credere che tu te ne stavi qui a riflettere?

CATERINA E cos'altro avrei dovuto fare?

BARBARA Se adesso si chiama riflettere!

CATERINA Basta! Vado in direzione!

BARBARA E ci vengo pure io.

CATERINA Perché?

BARBARA E che ne so se te ne vai in cerca di mio marito!? (Escono)

FILIPPO Ripeto che se mi permettete di ascoltare quello che succede nell'altra stanza, forse posso sapere se mia moglie se n'è andata e toglierei il disturbo.

OSVALDO (Entrando nella stanza di destra, dove si trovano i tre uomini, sempre con la sua borsa) Senta lei... Cioè, sentite voi, questo stramaledetto albergo non riesce a trovarmi una sistemazione e dato che questa stanza l'hanno data per primo a me, io ho deciso che se voi uscite anche solo per pochi minuti, a me basta per quello che devo fare. 

MARIO Sono rovinato!... E doveva restare un luogo segreto!

SANTE (Ad Osvaldo) Senta, non ci si metta pure lei che in questa stanza cominciamo già ad essere in troppi.

OSVALDO Quando dico che per me è solo questione di pochi minuti, non sto esagerando, credetemi. Per voi non è niente, guardate: voi uscite, potete anche aspettare nel corridoio, sentirete... beh, sentirete, come un rumore: insomma, sentirete. Sentirete qualcosa che vi spingerà ad entrare e a quel punto la stanza è vostra. (Biascicando fra sé le parole.) Giusto qualche formalità di rito con la polizia. 

KILLER (Piomba nella stanza di sinistra con la pistola spianata) Fottuto infame, finalmente t'ho trovat... (Resta sorpreso perché la stanza è vuota.)

SANTE Ma che sta dicendo!?

OSVALDO E' un favore che vi chiedo: solo qualche minuto.

SANTE E si può sapere quello che deve fare?

Nella stanza di sinistra, il killer ha udito le voci dall'altra stanza e si avvicina ad origliare. Dopo un po', convinto che sia quella di destra la stanza che cerca, si prepara a sfondarla con una spallata.

OSVALDO E' una cosa che non posso rivelare a nessuno.

SANTE Ma che è un mistero?

OSVALDO Non proprio, ma quasi.

MARIO Io sto perdendo la pazienza e fra poco me ne vado.

SANTE (Ad Osvaldo) Senta, noi non abbiamo tempo da perdere: se ne vada! (Fa per aprire la porta di destra)

FILIPPO Io torno di là, visto che non sento più la voce di mia moglie, con permesso. (Fa per aprire la porta che mette in comunicazione le due stanze)

Nello stesso istante in cui, contemporaneamente, Filippo e Sante aprono le rispettive porte, il killer è partito per la rincorsa ed attraversa come un fulmine la stanza di destra uscendo poi in quinta.

KILLER (Gridando) Fottuto infaaaaammmm.....!

Tutti si guardano sorpresi. Filippo e Sante, meccanicamente richiudono la porta.

MARIO Ma che era?

OSVALDO Credo qualcuno che si sentiva male.

MARIO Comunque doveva avere una gran fretta.

SANTE Non ho capito che ha detto.

FILIPPO "Ho fame!" No, quello s'è capito bene! Io comunque torno di là.

SANTE (Ad Osvaldo) E lei mi fa il favore di accomodarsi fuori.

Filippo e Sante ripetono esattamente come prima il movimento di apertura delle porte e di nuovo il killer, in direzione opposta, riattraversa la stanza gridando.

KILLER Fottuto infaaaammm...!

OSVALDO Sembra il circuito di Monza!

KILLER (Si arresta nel mezzo della stanza di sinistra, ha un attimo di smarrimento ma si gira subito e piomba nella stanza di destra con la pistola puntata) Fottuto infame! Finalmente t'ho trovato!

SANTE Oh, no!

MARIO Stavolta ci siamo.

KILLER Poche storie, chi è quell'infame spione che vado cercando?

SANTE Chi è che cerca, scusi?

KILLER Uno di quelli... come li chiamano alla tivvù?... "Collaboratori di giustizia"... Sporco infame che s'è rifatta la faccia di plastica.

SANTE Guardi che lei deve aver ricevuto un'informazione sbagliata. Noi siamo... siamo un gruppo di amici... e ci ritroviamo, ogni tanto per...

KILLER Sta' zitto! Non attacca con me. Le informazioni erano precise, calcolate al millimetro... salvo qualche metro perché ero capitato nell'altra stanza, ma questo a voi non interessa. Ripeto la domanda: chi è l'infame?

FILIPPO Vede, caro amico, il suo è un giudizio un po' troppo generico: "infame"; dovrebbe chiarire meglio il senso di questa espressione. Qui potremmo essere tutti infami, oppure nessuno.

KILLER Poche storie! (A Filippo) Chi sei tu, avanti, che mi sembra proprio che c'hai la faccia di plastica?

FILIPPO Non si permetta sa! Io sono un avvocato, un importante avvocato e - non lo dico per influenzarla - nella mia lunga ed onorata carriera ho difeso tanta di quella gente come lei...

KILLER E con che risultati?

FILIPPO Tutti assolti!

KILLER (A Sante) Allora tu: chi sei? Vediamo se riesci a convincermi.

SANTE Io sono un giornalista... (Si rende conto che potrebbe essere compromettente) Giornalista... di cronaca rosa. Proprio l'altro ieri sono stato ad un party della baronessina...

KILLER Ho capito, ho capito!

SANTE ... Tutte le donne in lungo. Abito scuro per gli uomini...

KILLER Basta! (A Mario) E tu?

MARIO Io...

KILLER No, lascia perdere, tu non ce l'hai la faccia da infame! (Ad Osvaldo) Dimmi tu, invece.

OSVALDO Io... Io... Io sono un rivenditore di generi alimentari, guardi può controllare se dico la verità... (Tira fuori dalla borsa tutti i generi che avevamo visto nella prima scena.) salame, caciocavallo... se vuole gliene incarto mezz'etto!

KILLER Lascia perdere quelle schifezze!

OSVALDO Gradisce forse un po' di scamorza affumicata? Posso ordinargliela: domani passa il fornitore...

KILLER Stai zitto!

SANTE Come vede, tutta gente a posto, che lavora...

KILLER Eppure uno di voi sta mentendo. E quello è l'infame che cerco.

OSVALDO Mi scusi se m'intrometto, ma poi perché lo sta cercando con tanta insistenza?

KILLER Lo debbo ammazzare.

OSVALDO (Gli si illuminano gli occhi) Lo deve ammazzare?!... Ma sono io l'infame, perché non me l'hai detto prima! Mia moglie me lo dice sempre: "a 'nfamone!"(Lo abbraccia e lo bacia) Sono io l'uomo che sta cercando.

KILLER (Schifato, sputa per terra) Stai lontano brutto zozzo che t'ammazzo davvero, sai!?

OSVALDO Perché mi respinge? Le assicuro che lei ha trovato l'infame giusto, non tutti sono fortunati come lei; tanti nella vita cercano un infame da ammazzare e alla fine ci rinunciano, lei è stato così fortunato e vuole buttar via così una splendida occasione per togliere dalla faccia della terra un infame reoconfesso che le si offre spontaneamente? Ci pensi bene prima di fare una sciocchezza del genere perché io di gente che va in cerca di infami da ammazzare ne trovo quanta ne voglio!

Approfittando della distrazione del killer alle prese con Osvaldo, gli altri tre si sono fatti cenni con gli occhi e piombano sul killer per immobilizzarlo. Violenta colluttazione. Sulle grida confuse, sentiamo solo la voce di Osvaldo.

OSVALDO No, lasciatelo, sono io l'uomo che cerca... fatemi ammazzare... ma a voi che ve ne frega? Salvo la vita a un altro... In America sarei un'eroe... (Estrae la pistola dalla sua borsa) Ecco la pistola... Mi spari con questa!...

SIPARIO

ATTO SECONDO




Qualche minuto dopo. Nella stanza di destra, in cui s'è chiuso il primo atto, ritroviamo gli stessi personaggi. Il killer ed Osvaldo sono seduti, legati ed imbavagliati. All'apertura del sipario, gli altri tre stanno ultimando di legare Osvaldo. Poggiate in diversi punti della stanza, tre pistole: quella del killer, quella di Osvaldo, quella giocattolo di Sante.

FILIPPO Ecco fatto! (Ad Osvaldo) Caro amico, te la sei voluta proprio tu con la mania di suicidarsi. Impacchettato come un salame, te ne starai calmo, almeno per un po'.

MARIO Lavoro perfetto. Non si scioglieranno mai da soli.

SANTE Perbacco! E' una scena magnifica. Quasi quasi farei una foto. Darebbe la giusta drammaticità al pezzo. Ho la macchina, tanto non ci rimetto niente.

FILIPPO Non vorrà che si riconoscano i volti? Ci andiamo in galera.

SANTE Possiamo incappucciarli... (Apre la sua borsa, ne estrae la macchina fotografica e due sacchetti di carta con dentro panini) Ecco fatto... la macchina... questi li avevo portati per un break se l'intervista fosse durata troppo... Via i panini... i due sacchetti vanno benissimo. (Rovescia sul tavolo i panini e caccia i sacchetti in testa ai due legati che mugugnano il loro disappunto) Perfetto. (Scatta qualche foto) Drammaticissimo!... Un'altra da qui... Questa la scattiamo per sicurezza... Ecco fatto!

MARIO Va bene, adesso però che ne facciamo?

SANTE (Indicando il killer) Per questo qui c'è soltanto da chiamare la polizia. E per quest'altro... per quest'altro non saprei: forse uno psicologo. Intanto la cosa più importante è il killer.

FILIPPO Forse c'è pure una taglia su di lui!

SANTE Sì, nel Far West!

FILIPPO Guardi che io sono un avvocato e queste cose le so. Non è che si tratta di taglie come quelle dei films, ma se si tratta di un pezzo importante qualcosa se ne può cavare.

SANTE Lei dice?

FILIPPO Sicuro.

SANTE Dall'aspetto non mi sembrava un pezzo importante.

FILIPPO Non si lasci ingannare dalle apparenze. Comunque potrei informarmi. L'importante è non avere fretta. Dobbiamo soltanto tenercelo nascosto e poi...

MARIO (Ironico) Ce lo vendiamo!

FILIPPO Esatto: ce lo vendiamo.

MARIO No, lei non ha colto la mia ironia...

FILIPPO Ah, era ironico?

MARIO Ero ironico.

FILIPPO Non si vedeva...

MARIO Ma ero ironico...

FILIPPO (A Sante) Lei c'aveva fatto caso?

SANTE No, non s'era notato...

MARIO E invece ero ironico...

SANTE Ma perché era ironico?

MARIO Perché ero ironico?

FILIPPO Sì, perché era ironico?

MARIO Ah, mi domandate pure perché ero ironico?

SANTE Mi sembra legittimo...

MARIO Voi state discutendo di vendervi un uomo...

SANTE Un criminale!

MARIO Sempre uomo!

SANTE Ma criminale!

MARIO Criminale uomo, va bene? Voi volete vendervi un uomo e mi chiedete perché facevo dell'ironia?

FILIPPO Ah, ho capito, lei pensa che la cosa vada contro la legge? Ma guardi che io sono...

MARIO E l'ho capito che lei è un avvocato. Ma il fatto è che la cosa resta sempre una porcheria.

SANTE Porcheria? Ah lei si riferisce a questioni di tipo morale se non ho capito male.

MARIO Appunto!

SANTE (A Filippo, con un cenno d'intesa) E' uno di quelli... (Come a dire: che ancora si pone problemi morali)

FILIPPO Si aggiorni, amico mio!

SANTE Allora è inteso che ce lo teniamo nascosto.

FILIPPO Ma intanto dobbiamo risolvere le nostre questioni private.

SANTE E' vero. Prima il privato e poi gli affari!

FILIPPO Va be', io allora andrei. (Fa per passare nella stanza di sinistra ma non ne ha il tempo)

BARBARA (Entra di colpo nella stanza di destra) Brutto porco schifoso, pensavi di farmi... (Sconsolata, finisce, più per abitudine che per altro, la solita frase.) le corna con questa sgualdrinella.

FILIPPO Ma che ci fai qui, Barbara? (Agli altri.) La mia signora.

BARBARA Non ci capisco più niente.

SANTE Ma signora, come si permette...?

BARBARA (A Sante, sottovoce) Tu sta' zitto che con te facciamo i conti dopo!

FILIPPO Barbara, sono sicuro che è stata la tua solita gelosia a farti pensare chissà che cosa. E invece io ero qui con questi amici a...

BARBARA A che fare?

FILIPPO A che fare?... Ma te lo stavo dicendo... A condurre in porto una segretissima missione. Lo so che tu sarai stupita, mia cara, ma forse è ormai giunto il tempo di confessartelo, d'altra parte anche tu adesso avrai bisogno di una spiegazione. Ebbene, tu mi sapevi un semplice avvocato di provincia, in effetti io sono… io sono… un agente dei servizi segreti. Ti presento i miei colleghi, di cui non posso farti i nomi per ovvie ragioni.

Gli altri due si inchinano all'unisono.

FILIPPO Abbiamo appena arrestato, come vedi, due importanti trafficanti di droga.

CATERINA (Irrompe anche lei nella stanza. A Barbara:) E' qui che si era cacciata! Ha cercato di farmi perdere le tracce.

BARBARA (A Filippo, indicando Caterina) Eccolo il tuo trafficante di droga, non è così, Filippo?

SANTE Lei è in equivoco...

BARBARA (Sempre sottovoce, a Sante) E pure con te se la faceva!

SANTE Io?! Con la donna delle pulizie?!... Tz!

BARBARA (Annusa) Di nuovo il caciocavallo!

CATERINA Questa è fissata col caciocavallo!

BARBARA Un altro tentativo per depistarmi e intanto farsela con lei!

FILIPPO Ma che dici, Barbara? Io questa signora non la conosco... Anzi, la conosco ma soltanto perché... perché è essa stessa una complice del traffico internazionale di droga a cui abbiamo posto fine. (Con gesto plateale, vuole togliere il cappuccio ad Osvaldo, ma sbaglia incappucciato e scopre il killer) Ecco qua!

CATERINA Embè!?

FILIPPO (Si avvede dell'errore) Ho sbagliato cappuccio. (Ricopre il killer e scopre Osvaldo) Voilà!

CATERINA Mio marito!

FILIPPO (A Sante e Mario) Erano una coppia di spacciatori. Arrestate quella donna! (Mentre Sante e Mario immobilizzano Caterina, Filippo conduce Barbara nella stanza di sinistra) Interrogatela per bene, io intanto mi apparto con la mia signora per chiarire delle cosette coniugali.

CATERINA Lasciatemi!... Non mettetemi addosso quelle sporche manacce!

BARBARA (Sono ormai nella stanza di sinistra) Non raccontarmi storie, non crederò neanche ad una parola di quello che mi dirai.

FILIPPO Ma lascia che ti spieghi...

BARBARA E' tutto chiaro, non devi spiegare niente.

FILIPPO Cara, anche se le apparenze sono tutte contro di me, ti giuro...

BARBARA Non ti credo, puoi giurare su quello che ti pare, tanto non ti credo.

Nella stanza di sinistra vediamo Filippo e Barbara che discutono animatamente, ma non ne ascoltiamo le voci. 

CATERINA (Teatrale) Osvaldo, ma che ci fai qui?... E lasciatemi, voi! (Sferra una violenta ginocchiata al basso ventre di Sante e subito dopo a quello di Mario, che la lasciano per mettersi ad urlare e a saltare)

SANTE Ohioohiohio...! M'ha rovinato 'sta disgraziata!

MARIO (Afono.) M'è andata via la voce...

CATERINA (Come niente fosse) Dimmi Osvaldo, hai forse sospettato di me?... Oh, Osvaldo, perché non mi dici quello che pensi?... Fra di noi abbiamo sempre comunicato poco... (Ai due:) Scusatemi ragazzi, non volevo farvi del male, ma mi sono vista persa mentre mi trattenevate... 

SANTE Lasci perdere, sta passando.

CATERINA (A Mario) Mi scusi anche lei, eh.

MARIO (Sempre afono) Non c'è di che.

CATERINA (Ad Osvaldo) Ma tu Osvaldo devi spiegarmi, io non posso stare senza una tua spiegazione...

SANTE Signora...

CATERINA Io lo so quello che stai pensando in questo momento, ma vorrei che tu mi dicessi...

SANTE Signora...

CATERINA ... tutto quello che hai sospettato... Ingiustamente, ma tu hai sospettato... Ma perché non parli, Osvaldo!? (Sante gesticola per indicare il bavaglio.) Ma cosa vuole, lei?

SANTE Il bavaglio, signora!

CATERINA Ah sì, scusa, amore mio... (Gli toglie il bavaglio ma non lo slega) Ecco fatto.

OSVALDO Finalmente!... Mi stava mancando il respiro!

CATERINA Vuoi spiegarmi, allora?!

OSVALDO Ma sei tu che devi spiegarmi che ci fai qui! Non dovevi essere all'Università per una conferenza?

CATERINA "Sesso e terapia postjunghiana"!

OSVALDO Appunto! Che ci fai qui?

CATERINA Io?!... Io?!... E cosa potrei mai fare qui?... La cosa più ovvia che tu possa pensare... Qual'è la cosa più ovvia che tu possa pensare?

OSVALDO Non lo so.

CATERINA E neanch'io... Volevo dire: neanche io capisco cosa ci faccia tu qui: uno a uno, siamo pari!

OSVALDO Io ero qui per ammazzarmi, se proprio lo vuoi sapere!

CATERINA Ma che dici, Osvaldo?!

OSVALDO Perché non ne posso più dei tuoi tradimenti. Tu con me sei una donna fredda. Non mi comprendi. Io ho bisogno di una donna che mi comprenda, che sappia amarmi con passione e rendere ogni giorno nuovo il nostro rapporto.

CATERINA (Sorpresa: ricorda di aver già udito quelle parole) Che hai detto?

OSVALDO Hai capito perfettamente!

CATERINA Ma io ti sono fedele caro, come puoi dubitare di me?

OSVALDO E allora dimmi cosa ci fai qui?

CATERINA Io... io ero qui con quella mia amica che hai visto poco fa. Tu pensa: era convinta che quel signore che è andato di là con lei, suo marito, fosse qui con un'amante e ha voluto portarmi con lei per avere una testimone! Ma tu pensa!

OSVALDO Vuoi dire che tu conosci quella donna?

CATERINA Siamo vecchie amiche.

OSVALDO E' davvero per questo?

CATERINA Ma certo!

OSVALDO Avanti, liberami.

CATERINA Subito Osvaldo... Cioè... Siamo sicuri che non tenterai di suicidarti?

OSVALDO Se debbo credere a quello che hai detto!

CATERINA E siamo sicuri che non vuoi sfogarti con me?

OSVALDO Allora tu stessa dubiti di quello che mi hai appena detto!

CATERINA Affatto! E' che non vorrei che tu stessi solo facendo finta di credermi.

OSVALDO Ti credo. Per adesso almeno voglio crederti. Ma devi spiegarmi ancora un sacco di cose.

CATERINA Certamente. Tutto quello che vuoi, così capirai di aver sospettato per nulla.

OSVALDO Slegami, avanti!

CATERINA Subito... Aiutatemi, per favore... (Caterina, Sante e Mario cominciano a sciogliere Osvaldo)

BARBARA (Nella stanza di sinistra) Mi hai convinto. Forse sono stata davvero una stupida...

FILIPPO Anche se, volendo esser sincero, sono contento che tu sia un po' gelosa: questo mi dimostra sempre di più che mi vuoi bene e che tu non mi tradirai mai!

BARBARA Mai!

FILIPPO Cara, adesso che ci siamo chiariti, perché non torniamo a casa? Io dovrei prendere del materiale da portare in tribunale...

BARBARA Devi passare a casa?

FILIPPO Soltanto un minuto.

BARBARA Vai pure allora, caro, non ti preoccupare per me... Caso mai io ne approfitto per fare un giro per i negozi... Vai, vai pure, mi sistemo un attimo e poi esco. L'importante è che ci siamo chiariti.

FILIPPO Allora a più tardi, ciao. (Esce. Barbara comincia a truccarsi)

OSVALDO (Appena liberato, aggredisce Caterina) E così tu non volevi tradirmi, vero?

CATERINA Osvaldo! Mi hai ingannata...

OSVALDO Pensavi che mi fossi bevute tutte le balle che mi hai raccontato?!

CATERINA Sei un traditore!

SANTE E no, questo non è leale.

MARIO Queste cose non si fanno.

OSVALDO State zitti voi, non sono affari vostri!

CATERINA Cosa debbo fare per assicurarti che quello che ti ho detto è vero? 

SANTE Senta, amico mio, io non conosco sua moglie se non per le sue prestazioni professionali...

OSVALDO Prestazioni professionali?

SANTE Impeccabili! Mai vista una professionista lavorare così bene come lei!

CATERINA Ma lasci perdere...

OSVALDO Che sta dicendo lei?

SANTE Anche sotto il letto sa?

OSVALDO Pure!

CATERINA Ma non dargli ascolto...

OSVALDO No, io voglio sapere tutto da questo signore che mi sembra ti conosca molto bene...

SANTE No, no, come le stavo dicendo io conosco sua moglie soltanto dal ristretto punto di vista professionale e...

OSVALDO E quello mi interessa!

SANTE Peraltro con me la cosa è durata soltanto qualche secondo...

OSVALDO (E' colto da malore) Qualche secondo... Mi sento male...

SANTE Non capisco perché gli faccia tanto effetto.

CATERINA Ma vuole chiudere quella maledetta boccaccia!

SANTE Stavo semplicemente tessendo le sue lodi come donna delle pulizie!

OSVALDO Cosa?

SANTE Una donna delle pulizie perfetta!

OSVALDO Tu... tu fai la donna delle pulizie in questo albergo!

CATERINA Ebbene sì.

OSVALDO Ma perché?

CATERINA Perché? E me lo chiedi pure! Tu con la tua cartolibreria non guadagni neanche la metà di quello di cui ha bisogno una donna come me per sentirsi realizzata...

OSVALDO Ma non mi avevi mai detto...

CATERINA Qui mi guadagno il necessario per comprarmi qualche gioiello, qualche abitino firmato e qualche pelliccia!

MARIO Sorbole, ma quanto guadagna una cameriera!?

OSVALDO E io che ho sospettato così ingiustamente di te!

CATERINA Promettimi che guadagnerai di più e io non verrò più qui a fare la donna delle pulizie.

OSVALDO Lo sai che stare in mezzo ai libri è la mia passione. Mi ci sono fatto una cultura con tutti quei libri. Ma ti prometto che adesso cambierà tutto.

CATERINA Cambierai mestiere?

OSVALDO Voglio scrivere un libro! Poesie. Con la cultura che mi sono fatto, ho scoperto di avere una certa vena poetica. Sai un Foscolo vagamente leopardiano con tracce di Garcia Lorca.

CATERINA (Ironica.) Bell... (Cambiando tono.) issima idea.

OSVALDO Sono sicuro che venderò un sacco di copie.

CATERINA E io non dovrò più venire qui a lavorare.

OSVALDO Ma allora quella non era una tua amica?

CATERINA Prima ti ho mentito perché mi vergognavo di dirti la verità. Sei tu però adesso che mi devi spiegare che ci facevi legato con questi signori.

OSVALDO No, niente; io volevo suicidarmi, come ti dicevo e loro me li son trovati tra i piedi.

CATERINA E di cassette porno tu non ne sai niente?

OSVALDO Che c'entrano le cassette porno?

CATERINA Io questi li ho visti... Cioè, ho sentito dire che girano cassette porno...

SANTE Ma come è uscita questa storia delle cassette porno, io non lo so!

CATERINA Perché, vorreste negare?

MARIO Ma certo che neghiamo.

CATERINA E allora perché stavate qui tutti e due in questa stanza?

OSVALDO Ma tu che ne sai?

CATERINA Io?... Io faccio la donna delle pulizie in questo albergo.

OSVALDO Ah già.

CATERINA E allora?

SANTE Non sono affari che la riguardano.

CATERINA Osvaldo, qui la faccenda mi sembra misteriosa, se questi non confessano che sono due fabbricanti di cassette porno, io mi insospettisco e finisco col non credere più a quello che mi hai detto.

OSVALDO (A Sante e Mario) Per carità, fatelo per me, confessate.

SANTE (Uno sguardo d'intesa con Mario e poi:) Sì, noi smerciamo videocassette porno.

MARIO Siamo stati scoperti purtroppo.

SANTE E' un'attività molto redditizia: il porno casareccio è il futuro del cinema, noi, modestamente, siamo all'avanguardia.

CATERINA E non si potrebbe visionare qualche...

OSVALDO Caterina! 

CATERINA Caro, adesso che ci siamo chiariti, perché non torniamo a casa?

OSVALDO Così finiremo di chiarirci!

CATERINA Così finiremo di chiarirci.

OSVALDO Andiamo. (Escono. La borsa di Osvaldo resta nella stanza)

BARBARA (Si è assicurata, durante le battute precedenti, che Filippo se ne sia andato ed ora passa nella stanza di destra dove si trovano ancora il killer, Mario e Sante e si rivolge a quest'ultimo) Adesso tu mi devi qualche spiegazione.

SANTE Senti Barbara, tu non mi crederai ma io non ci capisco niente.

BARBARA E chi era quella donna?

SANTE Ma non lo so... è la moglie di quel tipo che voleva suicidarsi e fa le pulizie in questo albergo... Ma tu non sei sua amica?

BARBARA Io amica della donna delle pulizie?! Anche se mi sembra un po' troppo elegante come donna delle pulizie!

SANTE Beh, questo è un albergo di classe!

BARBARA Quindi tu non la conoscevi?

SANTE L'ho vista qualche ora fa che spuntava da sotto il letto, per la prima volta in vita mia. Adesso è la seconda.

BARBARA Debbo fidarmi?

MARIO Per quel che può valere la mia parola, cara signora, è tutto vero!

BARBARA (Dopo una pausa) Se me lo conferma lei, ci credo.

SANTE Grazie, cara! (Si baciano)

FILIPPO (Entra nella stanza pensando di trovarvi Caterina e li vede baciarsi) Ho detto a mia moglie che andavo a cas... Barbara!... "Quoque tu!"

BARBARA Cielo, mio marito!

FILIPPO E con un...

SANTE Non ricominciamo con l'equivoco di prima eh! Sì, io sono l'amante, l'amante maschio di sua moglie. E basta!

FILIPPO Ma... mi avevi appena detto che non mi avresti tradito mai!

BARBARA Ad esser sinceri, sei stato tu che l'hai detto.

FILIPPO Sono umiliato! Come Dino Zoff, dimessosi dopo un secondo posto agli Europei! (Esce)

BARBARA Filippo, aspetta, lasciami spiegare! (Gli corre dietro)

SANTE Barbara, ma dove vai?! Barbara! (Le corre dietro)

MARIO Dio mio, che cesto di lumache! (Toglie il cappuccio dalla testa del killer. Ironico) Respira un po' anche tu... quest'aria fresca! Caro il mio assassino... mio assassino, nel senso proprio di mio... assassino di me... Caro il mio assassino, non per fare il moralista, ma in me resta un dubbio atroce: io mi chiedo chi è peggio: tu o loro? (Il killer mugugna) Come?... No, non posso scioglierti, lo so che mi ammazzeresti; in questo giro di mogli, mariti e amanti, l'unico che è rimasto solo come un fesso sono io, come vedi, e pur non considerandoti un grande cervello, senza offesa, credo che tu abbia capito chi sia quello che cercavi.

AURELIANA (Entra nella stanza di destra) Dov'è quel viscido di mio marito?

MARIO Signora!... Suo marito è uscito proprio qualche momento fa. Senta, però, io non mi aspettavo che tornasse, ma vorrei approfittare di questo fatto per cercare di spiegarle che lei prima è caduta in un equivoco. Io non ho niente da spartire con suo marito, io dovevo essere soltanto intervistato da lui...

AURELIANA Stia zitto! Non ci credo! Sarà senz'altro di là! (Passa nell'altra stanza ma la trova vuota) E' vero, non c'è nessuno.

MARIO Senta signora, mentre aspetta suo marito qui, io vado a cercarlo in giro per l'albergo: mi ha lasciato solo e non so che fare. Mi dia un'occhiata a lui. (Indica il killer. Esce)

AURELIANA Ma senta lei... (Sconsolata, perché Mario è già uscito:) Che ci faccio qua io, adesso? Vediamo almeno chi è questo. (Toglie il cappuccio al killer e poi il bavaglio) Pure imbavagliato! Ma come mai lei si trova qui?

KILLER Io?!... Ecco, vede... Io sono un poliziotto: squadra buon costume! Purtroppo mi hanno sorpreso ed immobilizzato in questo modo, ma se lei mi scioglie, io potrò continuare le mie indagini...

AURELIANA Che indagini?

KILLER Io... Io avevo scoperto che suo marito, con rispetto parlando, la tradisce!

AURELIANA Allora è vero!

KILLER La tradisce con una donna...

AURELIANA Come con una donna!?

KILLER Non con una donna?

AURELIANA Io sapevo con un uomo.

KILLER Appunto! Volevo dire con un uomo. Uomo, donna: mi sono confuso; capirà dopo le torture che mi hanno fatto.

AURELIANA L'hanno torturata?

KILLER Torture tremende. Mi liberi, la prego.

AURELIANA Lei prima mi dica tutto quello che sa su mio marito.

KILLER Ma... è tutto quello che le ho detto: suo marito la tradisce con un uomo.

AURELIANA Bella informazione: questo lo sapevo già!

KILLER E va bene. Le dirò tutto. Ma, guardi che sono cose tremende. Non so se avrà il coraggio di sopportare lo scandalo, quando avrò rivelato tutto quello che so, ed è molto, a lei e poi al giudice...

AURELIANA Lei dice?... Ha ragione. In fondo perché dovrei sapere tutte queste cose. Immagino lo scandalo... le mie amiche... brrr... altro che pettegolezzi! No, meglio tenere tutto nascosto. Anzi, sa che faccio? Le rimetto il bavaglio e il cappuccio!

KILLER (Mentre Aureliana esegue) No! No!... Mi sono rovinato con le mie mani!... No!

FILIPPO (Entrando nella stanza di destra) Senti Barbara, io volevo dirti... Ma... lei non è la guardona di prima?

AURELIANA Guardona?! Che guardona?
FILIPPO Ma sì, la moglie del venditore di videocassette porno.

AURELIANA Lo sa anche lei?

FILIPPO Volevo prenderne un paio ma non ci siamo messi d'accordo sul prezzo.

AURELIANA S'è sparsa la voce sulle depravazioni di mio marito!

FILIPPO Ma non c'era qui un signore... uno con l'accento bolognese?

AURELIANA Sì, ma è uscito un attimo.

FILIPPO Bella guardia mi fa al nostro criminale!

AURELIANA A chi?

FILIPPO A questo sotto il cappuccio.

AURELIANA Ma non è uno della buoncostume?

FILIPPO Buoncostume? Ma se non esiste più la buoncostume.

AURELIANA Allora adesso lei mi deve spiegare cosa sta succedendo in questo albergo.

FILIPPO Guardi signora che ho fretta, e poi ho tanti di quei problemi che lei non se lo può immaginare...

AURELIANA Anch'io ho i miei problemi ma se lei non mi dà una spiegazione - e convincente - io comincio ad urlare come una pazza e faccio venire qui tutti i clienti!

FILIPPO Senta, io non ho tempo da perdere...

AURELIANA (Urla come una forsennata) Aaahhhh...!!!!

FILIPPO (Tappandole la bocca) Zitta! Stia zitta!... Ma questa è matta davvero. Va bene, le racconterò tutto, per filo e per segno.

AURELIANA Sono stata convincente.

FILIPPO Dunque, da dove vogliamo cominciare... Ecco: questo è un albergo!

AURELIANA E io che l'avevo preso per un campo da golf.

FILIPPO Un campo da golf? Come un campo da golf?

AURELIANA Dio mio, ho fatto una battuta.

FILIPPO Ah, era ironica?

AURELIANA Ero ironica.

FILIPPO Pure lei?

AURELIANA Come, pure io?

FILIPPO Lasci perdere. Dunque, questo è un albergo. Io sono un agente dei servizi segreti... (Si accorge dell'incredulità di Aureliana) Cioè io veramente sarei un avvocato, ma come secondo lavoro faccio l'agente segreto. Questo albergo - l'ho scoperto io - è un'importante centro di smistamento di stupefacenti: roba grossa. Il giro è tenuto da una donna che si spaccia per cameriera... ma lei l'ha già conosciuta, era quella donna che si trovava con me nell'altra stanza quando è entrata lei... la stavo interrogando.

AURELIANA Metodo originale.

FILIPPO Ci hanno addestrato con un corso speciale... molto duro! La donna e suo marito, un tipo che fino a poco fa stava legato qui ma adesso non capisco dove sia finito, agiva in combutta con il tipo sotto il sacchetto, il più pericoloso della banda. L'operazione l'abbiamo condotta in porto io, suo marito e il... il "mortadella"...

AURELIANA Il "mortadella"?!

FILIPPO E' un nome in codice. Sa, per motivi di sicurezza ognuno di noi ha un nome in codice. Lui il "mortadella", per via dell'accento romagnolo, io... io "Cuccureddu" per le mie simpatie calcistiche e suo marito...

AURELIANA Avanti, qual'è il nome in codice di mio marito?

FILIPPO "Ramona"!

AURELIANA "Ramona"!?
FILIPPO Sì, per via...

MARIO (Rientrando) Niente da fare. Non si trova. 

FILIPPO Allora, "mortadella", come mai hai lasciato il nostro uomo in custodia di questa donna?

MARIO (Dopo un attimo di perplessità) Ma niente, solo un momento, e poi lo sa che io sono contrario alla porcata che volete fare.

FILIPPO Va bene, lasciamo perdere, io intanto vi lascio perché vado a cercare "Ramona". Okay, allora, mi raccomando, spalanca gli occhi, okay... okay, "Cuccureddu" vi saluta. (Esce)

SANTE (Entrando nella stanza di sinistra, a Barbara) Che fatica m'hai fatto fare per rincorrerti! Ma perché ti preoccupi di tuo marito se anche lui ha un'altra?

BARBARA E' una questione di principio!

AURELIANA Ma quello lì legato si può sapere chi è?

MARIO No, niente, un killer!

AURELIANA (Ironica) Ah.

BARBARA (A Sante) Ma almeno adesso possiamo godercelo un momento insieme? (Si baciano) Poi devo darti un regalino per il tuo compleanno.

SANTE Che cara, te ne sei ricordata!

MARIO (Ad Aureliana) Guardi signora, io ci tengo a chiarire questo equivoco soprattutto perché lei qui, in questa selva di falsità ed ipocrisia, mi è parsa l'unica persona onesta che non tradisce nessuno e...

OSVALDO (Entra nella stanza di destra) Cara! Che sorpresa!

AURELIANA Caro! (Si abbracciano e si baciano)

MARIO (Sconsolato) Come ti dicevo, caro il mio assassino, il dubbio si fa sempre più profondo!

OSVALDO Ho messo la scusa a mia moglie che avevo lasciato qui la mia borsa e pensavo di venire a casa tua, ma non mi aspettavo di vederti qui. Come mai?

AURELIANA Sarebbe un discorso troppo lungo, lascia perdere.

OSVALDO E adesso?

AURELIANA (Ad Osvaldo) Vieni, andiamo nell'altra stanza: non c'è nessuno.

SANTE (A Barbara) Se vogliamo star tranquilli però, dobbiamo cambiare stanza: qui ci passa troppa gente.

Nello stesso istante in cui Sante e Barbara escono dalla stanza di sinistra, Aureliana ed Osvaldo vi entrano; e nello stesso istante in cui essi vi entrano, nella stanza da loro appena abbandonata entrano Filippo e Caterina.

CATERINA Meno male: la borsa è qui. Per strada non l'abbiamo incontrato e allora vuol dire che ancora non viene. Andiamocene subito, però.

FILIPPO (Quasi fra sé) Che mi tradisse, proprio non me l'aspettavo!

CATERINA Motivo in più per rendergli le corna! Adesso puoi sentirti con la coscienza a posto.

FILIPPO Dov'è la mia valigetta? Ah, eccola. (La prende. A Mario e al killer:) Ma voi siete sempre qui?

MARIO Tutto ruota, tutti si muovono, ma un punto di riferimento serve sempre: eccolo! (Mostra se stesso e il killer)

AURELIANA Consolami tu, amore mio!

OSVALDO Scusami cara, ma sto ricordando in questo istante di aver lasciato di là la borsa. Non vorrei dimenticarla, quando torno a casa: la scusa per essermi assentato è proprio la borsa. Un attimo solo. (Osvaldo torna nell'altra stanza e vede Caterina con Filippo) No! Allora era vero! Maledetta... La mia pistola! (Si precipita alla sua pistola) Mi ammazzo! Anzi, prima ammazzo te e poi mi ammazzo io! Anzi, prima ammazzo te, poi lui, e poi mi ammazzo io! Cioè no, io non mi ammazzo più, perché quando ho ammazzato te e lui, che m'ammazzo a fare?

AURELIANA (Sentendo le grida, si precipita anche lei nella stanza di destra, proprio nel momento in cui, nella stanza di sinistra rientrano Sante e Barbara. Sante ha in testa un cappello coi paraorecchie.) Ma che succede?!

SANTE (A Barbara) Che pensierino gentile che hai avuto; mi serviva proprio questo cappello. Stanza più tranquilla di questa non c'è, m'hanno detto!

AURELIANA Ma si può sapere che cosa diavolo sta succedendo?

OSVALDO Era tutto vero: mia moglie mi tradisce!

BARBARA Ma che sta succedendo di là? (Sante e Barbara si precipitano anche loro nella stanza di destra) Filippo! Mi tradisci con la donna delle pulizie?!

CATERINA Modera i termini, tu! (Ad Aureliana) E tu che ci facevi con mio marito?

AURELIANA Sante! E tu mi tradisci con questa donna! (Indica Barbara) Oppure debbo chiamarti "Ramona"?

SANTE Ramona?!

AURELIANA Eppure mi era stato confermato da fonti autorevoli… (Guarda in direzione del killer) che tu mi tradivi con un uomo.

SANTE Aureliana!... Ma... ma... ma tu con chi mi tradisci?

AURELIANA (Ovvia, indica Osvaldo) Con lui, no?! (Si avvede di essersi tradita, quando invece Sante non aveva ancora capito) Oh, oh!

SANTE Ma perché?!

AURELIANA Io non ne posso più di te come marito. Tu non hai idea di che vita noiosa mi fai fare. Mai un brivido con te. Tutto già visto. Sempre le tue manie. Non mi fai sentire donna: questo è il punto.

SANTE E FILIPPO (A soggetto, accavallandosi, si rivolgono, rispettivamente, a Barbara e a Caterina) Ma... questa frase... questa frase non mi è nuova... Ma, allora... Come sarebbe?... (Barbara e Caterina si guardano anche loro perplesse)

AURELIANA Sei tu invece che devi dirmi perché mi tradisci!

SANTE Tu con me sei una donna fredda...

FILIPPO (Si unisce a:) SANTE ... Non mi comprendi. Io ho bisogno di una donna che mi comprenda...

OSVALDO (Si unisce a:) SANTE E FILIPPO ... che sappia amarmi con passione e rendere ogni giorno nuovo il nostro rapporto.

OSVALDO Zitti tutti! Zitti tutti che faccio una strage!

KILLER (Dimenticato da tutti, il killer è riuscito a liberarsi, s'è precipitato sulla pistola ed ora la punta sugli altri) Fermi tutti che la strage la faccio io!

MARIO C'eravamo dimenticati di lui!

FILIPPO S'è liberato!

KILLER (Ad Osvaldo) Molla quella pistola!

OSVALDO Mollala tu!

KILLER Ti consiglio di non fare l'eroe.

OSVALDO Io non sono un eroe, ma tu lascia cadere a terra quella maledetta pistola.

KILLER Questo l'hai sentito nei films americani?

OSVALDO Certo, e lo sai come vanno a finire i films americani?

KILLER Che vince chi è più svelto.

OSVALDO E allora vediamo chi è più svelto!

Sparano entrambi ma le pistole fanno cilecca tutte e due. Attimo di silenzio.

OSVALDO Porca miseria! M'ero dimenticato di caricarla!

SANTE Ehi, ma quella... (Indica la pistola che tiene in mano il killer) è la pistola giocattolo che avevo portato per la foto.

KILLER Ma allora...!

FILIPPO Manca quella del killer!

Ancora un attimo di silenzio. Ora, lentamente, gli sguardi di tutti si volgono sulla terza pistola che è poggiata poco distante. Improvvisamente, tutti, comprese le donne, si precipitano sulla terza pistola. E' un parapiglia infernale: grida, spintoni, una sorta di mischia da rugby. Spinta da questa ressa, la pistola precipita in platea. Tutti si immobilizzano, ancora l'uno sull'altro; guardano dapprima la pistola e poi, lentamente, all'unisono, il pubblico. Dopo un po':

KILLER E adesso chi me la restituisce?

OSVALDO Il problema non è solo chi la restituisce, ma a chi verrà restituita?

MARIO In che caspita di storia mi sono cacciato!

SANTE E chi se l'aspettava una storiaccia ridicola come questa?

MARIO Incredibile! Non doveva saperlo nessuno e invece tutti in quest'albergo son venuti a capitare.

CATERINA Un momento!... Ma non vi sembra strano che siamo capitati tutti in questo albergo?

OSVALDO Che c'entra questo, adesso?

CATERINA C'entra, perché questa storia mi sembra un po' strana...

BARBARA Ma certo! Tre pistole!... Una sola funzionante!...

FILIPPO E le serrature che non avevano la chiave!

MARIO E tutti quegli errori del computer?

BARBARA Strane coincidenze!

KILLER Troppo strane come coincidenze!

SANTE Qui c'è qualcuno che dall'alto sta manovrando i nostri fili!

AURELIANA Tu dici?!

SANTE Non vedo altra soluzione.

CATERINA E chi sarebbe?

SANTE Questo proprio non lo so.

FILIPPO E in questo momento i fili ce li hanno loro. (Indica il pubblico.) 

AURELIANA (Dopo qualche istante, grida rivolta al pubblico:) Presto, lanciatemi la pistola!

Richiamati dal grido di Aureliana, anche gli altri, tentando di rialzarsi, cominciano tutti a rivolgersi al pubblico gridando, a soggetto: "A me, a me!"; "Lanciatemi quella pistola!"; "No, a me!"; "La pistola è mia!"...; finché cala il

SIPARIO

Testo depositato presso la S.I.A.E.