L’altra parte della rete

 

 

Naile e Nello

 

Dramma in due atti di Fortunato Cerlino

 

 

 

 

Dio ci ha creati il meno possibile...

(Anonimo)

Personaggi

Nello Regina

Naile

Giacomo Regina

Stefano

Il filosofo

Luca

Misko (in video)

Samire

Graziella

Un carabiniere

 

 

 

 

 

Fortunato Cerlino

Lungotevere Dante, 286

00146 Roma Tel. 06 - 59601389 338 - 8428873

 

 

 

 

 

Dichiarazione S .I.A.E. Agosto 1999

Ultimo aggiornamento Luglio 2001

 

PRIMO ATTO

Note :

La storia è ambientata in luoghi diversi, tuttavia la scena deve essere molto scarna e fatta perlopiù di elementi che descrivono le diverse situazioni.

Il palcoscenico sarà così quasi vuoto, e soltanto le luci, e appunto i pochi elementi di scenografia daranno gli stacchi di ambiente.

 

All’apertura del sipario, viene proiettato su uno schermo, il documentario che segue...

 

SCENA 1 RIFUGIO MISKO- INTERNO/ GIORNO

Una telecamera amatoriale riprende quello che vediamo. L’immagine è mossa e la soggettiva dell’operatore, evita ostacoli in quello che doveva essere un appartamento. Le mura interne sono semidistrutte, ovunque fori di arma da fuoco. L’ambiente risulta desolato. La camera segue un giovane paramilitare che invita a seguire, è Misko...

 

MISKO

Vieni, vieni avanti, ti faccio vedere una cosa... sta attento...

 

Indossa il pantalone di una mimetica, scarpe da ginnastica e una canottiera strappata. In testa un berretto militare.

 

Riprendi tutto... i buchi, i buchi sui muri, anche quelli...

 

La telecamera inquadra i fori sul muro che Misko indica poi torna su di lui che continua a guidare. Superato un corridoio si entra in una stanza di cui una parete è semidistrutta. C’è una branda, un fornellino a gas, un moccolo di candela, libri sparsi ovunque, poster di donne nude e una sedia. Misko si siede sulla branda, prende un libro e lo mostra alla camera che zumma. Si tratta di ‘Così parlo Zarathustra ‘ di Nietzsche.

 

Questo è mio, fallo vedere è importante. Filosofia ! Io ho studiato, è importante.

 

Misko prende la sedia e la offre all’operatore che si siede, poi di nuovo seduto sul letto mette da parte il suo libro, si toglie il berretto, incrocia le braccia e guarda dritto in macchina. Le sue parole sono spesso interrotte da pause in cui è assente, come se organizzasse il pensiero o fosse realmente altrove...

 

MISKO

Io sono Misko, Misko Kristic, e sono innocente. Ho ucciso, ero un cecchino ma sono innocente. Il primo è stato il mio amico Mirko... ‘è di religione diversa, di lingua diversa, di cultura diversa, una bestia, ed è contro il nostro popolo, mi dicevano. Quando è entrato nella croce del mio fucile ho pregato perché corresse via, ma lui ha guardato verso di me. I suoi occhi nel mirino mi hanno spaventato ed ho sparato, pam ! Poi è stato più facile. Un’esperienza mistica, ringraziavo Dio tutte le sere... spappolavo un cuore a quattrocento metri con un solo colpo ! ‘Dio è dalla nostra parte !’ mi urlavano ‘C’è il volere divino dietro il tuo talento !’ Io ho studiato non sono ignorante, sapevo quello che facevo. Poi la guerra è finita, i generali hanno smesso di urlare... Mirko mi manca. Ho fatto decine di centri ma sempre sbagliando il bersaglio...

 

Misko cala lo sguardo, segue un silenzio poi continua. I suoi occhi sono lucidi...

 

Cosa mi ordina di fare Dio ora ?

 

...guarda con disprezzo l’obiettivo, poi chiudendo un occhio lo punta con il dito...

Dissolvenza in chiusura.

 

SCENA PRIMA.

In un paese di provincia nell’entroterra siculo o pugliese. Notte, il cancello d’ingresso di un campo d’accoglienza è presidiato da Stefano in uniforme e da un suo collega carabiniere. L’ambiente è sereno, la serata tranquilla.

 

STEFANO ... è una sigaretta...

CARABINIERE Siamo in servizio.

STEFANO Vuoi davvero che la spenga ?

CARABINIERE Non voglio passare dei guai per colpa tua.

STEFANO Stai tranquillo ‘Milano’, con me nessuno passa guai.

CARABINIERE E poi non è una sigaretta.

STEFANO Ti ho detto di stare tranquillo !

CARABINIERE Io mi allontano che è meglio, e tu tieni gli occhi aperti che ieri il Mariotti quasi ci rimetteva le penne.

STEFANO Cosa è successo ?

CARABINIERE Stavano per beccarlo mentre faceva uscire la bionda, come si chiama ?

STEFANO Samire. Lo hanno scoperto ?

CARABINIERE Ci è andato vicino.

STEFANO Io non rischio per una cosa del genere, è solo per divertirmi.

CARABINIERE Basta che non cacciate altri nei guai.

STEFANO L’importante è che non si accorgano che le facciamo uscire, se le beccano fuori che ne sappiamo noi ! Ci sono cinquanta chilometri di rete facilmente valicabile.

CARABINIERE Si va bene, va bene. (Il carabiniere si allontana.)

STEFANO (Solo e a bassa voce.) Ma vaffanculo va !

CARABINIERE (Da fuori.) Te e tua sorella !

STEFANO Minchia, dei radar al posto delle orecchie hai ! (Abbassa ancora di più la voce) Vaffanculo... (Tende l’orecchio , poi soddisfatto ritorna a fumare.)

 

Segue un breve silenzio. Si sentono dei rumori, Stefano butta via lo spinello e slaccia la fondina della pistola.

 

STEFANO Altolà chivalà ?

FILOSOFO (Con voce soffiata da fuori.) Fermo, non sparare.

STEFANO Vieni fuori.

FILOSOFO (C.s.) Stefano sono io.

 

Stefano pare rilassarsi, prova a cercare per terra lo spinello ma lo trova bagnato.

 

FILOSOFO (Appare dal buio, trafelato e sporco in volto.) Sono io, mi ero impigliato nel cespuglio. (Stefano gli molla uno scappellotto.)

STEFANO Mi hai fatto bagnare la sigaretta !

FILOSOFO Non è colpa mia se l’hai buttato.

STEFANO Da quanto tempo stai spiando ?

FILOSOFO Chi te l’ha detto ?

STEFANO Che vuoi?

FILOSOFO Sedicimila settecento lire possono bastare ?

STEFANO Sei venuto per questo ?

FILOSOFO Le ho raccolte in un giorno, ho fatto la colletta come hai detto tu.

CARABINIERE VFC Stefano, tutto bene ?

STEFANO A posto. Se non sparisci subito, ti faccio arrivare in paese con un calcio.

FILOSOFO Veloce come le macchine di formula uno ?

STEFANO Di più.

FILOSOFO Allora mi farai male ?

STEFANO Molto.

FILOSOFO E la colletta ?

STEFANO Ti pare il momento per rompermi le palle? Sparisci.

FILOSOFO Manterrai la parola ?

STEFANO Sparisci...

FILOSOFO Sparisco, ho capito. (Va via, Stefano fa qualche gesto di disappunto. Riappare il filosofo all’improvviso.) Anche la tua va bene, mi piace.

STEFANO Ma vaffanculo va ! (Stefano gli lancia dietro qualcosa, il Filosofo scappa.)

CARABINIERE VFC Te e tua madre.

STEFANO Non parlavo con te, ma che hai la coda di paglia ?

CARABINIERE (C.s.) Si , si.

STEFANO Ma vaffanculo, e questa volta te lo firmo ! (Tra se) Ma vedi questo.

 

SCENA SECONDA .

Buio. Stacco su Roma, a casa di Giacomo. La porta si apre improvvisamente, entrano Giacomo seguito da Luca presi da un discorso precedentemente iniziato.

 

LUCA ... Dico solo che è strano detto da te.

GIACOMO Sarò stanco.

LUCA Non è stanchezza, direi paura.

GIACOMO Le tue analisi del cazzo ! Che paura dovrei avere ? (Sparisce in un’altra stanza.)

LUCA Ci sono messaggi in segreteria.

GIACOMO (Da fuori.) Poi li ascolto. Vuoi del caffè ?

LUCA No, che non chiudo occhio.

GIACOMO (C.s.) E’ quello solubile.

LUCA Allora no, se no vomito.

GIACOMO Come vuoi. Cosa ti è parso di Claudia ?

LUCA Quella con il punto interrogativo stampato sulla maglietta ? Cosa ne penso come ragazza o come oratrice ?

GIACOMO E’ carina !

LUCA Direi di si.

GIACOMO (Rientrando senza giacca.) Però ?

LUCA ...confusa...

GIACOMO Ha parlato Platone !

LUCA Che c’entra, è che ci sono dei limiti a tutto.

GIACOMO A me è parso che il suo intervento avesse un senso.

LUCA A te basta un sorrisetto che una ragazza ti sembri un nobel di intelligenza. (Giacomo non apprezza l’ironia.) Ma dai, non dirmi che ti ha convinto il suo discorsetto da donnina soddisfatta. Li conosco i suoi ideali ipocriti. E’ facile tirarsi fuori dalla lotta. Si sentono appagati, ma di che ?

GIACOMO A me è sembrato tra tutti l’intervento più lucido.

LUCA E’ il tuo punto debole, ti piacciono le stupide.

GIACOMO (Ha un tono stranamente duro.) A quanto pare li frequento anche gli stupidi.

LUCA Parli sul serio ?

GIACOMO Potrebbe darsi.

LUCA Quasi mi fai credere che le pensi davvero le cose che hai detto in macchina sul lavaggio del cervello, il gregge con la testa vuota... (Segue un silenzio.) Io ho apprezzato l’intervento di Spina. Il richiamo alla lotta, a non addormentarsi, ‘La società è marcia ed ha bisogno di essere scossa !’

GIACOMO E chi dovrebbe scuoterla, tu e Spina ?

LUCA Tutti ! Una rivoluzione intellettuale e morale ci vorrebbe, altroché !

GIACOMO Ecco, ho capito.

LUCA Cosa ?

GIACOMO Quello che non mi convince è la mancanza di realismo, di senso storico. E’ come se si volesse il mondo in un modo a dispetto dell’evidenza.

LUCA Stasera vaneggi, andiamo a dormire va. Questa Giulia ti ha rincoglionito.

GIACOMO Claudia. Comunque per rispondere alla tua domanda, si !

LUCA Si cosa?

GIACOMO Quello che ho detto in macchina sul nostro movimento politico, lo penso davvero.

LUCA (Riflette, infine conclude.) Quando sei nervoso demolisci il mondo intero.

GIACOMO Ci penso da qualche tempo.

LUCA Ma a cosa, al lavaggio di cervello ?

GIACOMO E’ più giusto dire mancanza di personalità.

LUCA E magari è un fenomeno che rilevi in tutta la facoltà di scienze politiche, o addirittura l’università.

GIACOMO Il nostro movimento è pieno di pecore. Non so se mi fanno più ridere o pena, sono stufo del proselitismo ideologico .

LUCA Temevo che avremmo affrontato questo argomento. Il caffè per forza solubile ?

GIACOMO Non volevi dormire ? (Gli allunga la sua tazza.)

LUCA Adesso si parla. (Non gradisce la bevanda.)

GIACOMO Non abbiamo sigarette...

LUCA Già, con questa brodaglia almeno dobbiamo fumare. Ti va di andarle a comprare ? A piazza Venezia si trovano a qualsiasi ora, così beviamo anche un caffè vero.

GIACOMO No io resto qua.

LUCA Non ti addormentare, e prepara delle argomentazioni valide.

 

Luca esce. Giacomo rimane a riflettere, poi si dirige verso la segreteria telefonica e ne ascolta il messaggio. Contributo di immagini di profughi che abbandonano la loro terra.

 

NELLO V .F.C. Giacomo, sono Nello... niente, volevo sentirti, è tanto... ma che stai combinando, te la spassi eh ? Per quella cosa che mi hai detto, di salire a Roma, così, per venirti a trovare un po’... ci penso, non è che non ci penso, però tu lo sai come sono... Minchia, a queste macchinette della segreteria non mi ci abituerò mai ! Attacco va !, parliamo da vicino cioè, di persona. Fatti sentire ogni tanto. A me comunque tutto a posto, il lavoro anche... Datti da fare e fai cose buone, ritorna sindaco che ripuliamo questa merda... ti voglio bene. C’è qualcosa che devo dirti, ma mi piacerebbe farlo di persona... si tratta di nostro padre... ormai sono tre anni, e a volte mi sembra di dimenticare tutto...

 

La telefonata termina all’improvviso. Lenta dissolvenza in chiusura, Giacomo abbassa la testa, anche le immagini svaniscono.

 

SCENA TERZA.

La luce si costruisce in un altro punto del palcoscenico. E’ l’officina di meccanico dove lavora Nello, indaffarato nella riparazione di un motore. Accanto a lui, in borghese, discute molto animatamente, Stefano, mente rulla una canna...

 

STEFANO ... non capisci una minchia, sei troppo ingenuo.

NELLO Falla finita!

STEFANO Ma quand’è che ti sveglierai ! Ma una vittoria così netta, dopo la figuraccia dell’anno scorso, è regolare ?

NELLO Ma quale figuraccia se stavamo per vincere.

STEFANO Ma allora sei proprio un minchione !

NELLO (Nervoso.) Smettila di offendermi.

STEFANO Eh ! e non c’è mica bisogno che ti scaldi tanto !... E’ qualche giorno che sei suscettibile. (Segue una pausa.) Giuseppe ?

NELLO E’ andato a prendere dei pezzi di ricambio.

STEFANO Hai ancora problemi con lui ?

NELLO Le cose si mettono lentamente a posto.

STEFANO Si è convinto finalmente...

NELLO Non lo so, ma non fa più pressioni perché lasci in pace sua figlia.

STEFANO E’ già qualcosa. Non vi rifornite più da Salvatore di fronte ?

NELLO E’ un pezzo che non si trova facilmente. Si tratta di quella cinquecento parcheggiata all’ingresso...

STEFANO La station wagon ?

NELLO La giardinetta, o giardiniera non ricordo come si dice.

STEFANO Di chi è ? Qualche vecchia del paese ?

NELLO E’ una ragazza. Il nonno è morto e la macchina è rimasta a lei.

STEFANO Certo se non ha soldi per arrangiare va bene.

NELLO Soldi ne ha, ma le piace proprio, ed anche a me piace.

STEFANO Si ma una macchina nuova è una macchina nuova. Che vuoi che ci faccia una ragazza in un ferro vecchio. E poi mi fanno incazzare quelli che hanno i soldi e non li spendono. La vita questa è, e se hai la possibilità di godere devi godere. Lo vedi il casino che sta succedendo ? E se domani oltre ai profughi sbarca anche la guerra da queste parti eh ? Come la mettiamo ?

NELLO (Sembra colpito, finge disinteresse per l’argomento.) Quella povera gente non c’è la fa nemmeno a piangere... una bella pulita e poi ti monto il motore.

STEFANO Quando?

NELLO Domani.

STEFANO Le hai fatte tutte le modifiche ?

NELLO Poi lo provi.

STEFANO Comunque stammi a sentire, della gente disperata devi avere paura, che hanno da perdere ? Un giorno arrivano qui con questa guerra e ci fanno un culo così ! Ed hanno pure ragione. Questo mondo bisogna incularselo per non esserne inculati. Se quest’anno la Ferrari vince è perché qualcuno lo ha deciso, e se il Milan ruba lo scudetto è per lo stesso motivo, e se questi straccioni di profughi vengono a mangiare i nostri soldi è perché qualcuno ci incula. E io mi inculo i profughi allora ! (Nello sembra colpito.) Credi che al comando non lo sappiano ? Si fa a gara per la vigilanza al campo. (Fumando lo spinello.) Ti vanno due tiri ? (Nello non risponde, segue qualche istante di silenzio.)

NELLO Ti stai facendo una storia con una profuga ?

STEFANO Diciamo di si... ci sto uscendo.

NELLO E come ?

STEFANO Con la macchina, la moto è qui !

NELLO Domani è pronta.

STEFANO Anche ieri lo hai detto, ma per pagare io non posso dire domani.

NELLO Volevo dire come la fai uscire dal campo.

STEFANO Vantaggi della divisa !

NELLO Quindi si può?

STEFANO In teoria no, ma volendo si chiude un occhio, anzi tutti e due. Ma perché sei così interessato ?

NELLO Macché ! Magari uno se li trova in casa e nemmeno se ne accorge.

STEFANO Per quello stai tranquillo. E Maria ?

NELLO Maria cosa ?

STEFANO E’ un po’ di giorni che vedo solo lei in piazza.

NELLO E vedi solo lei, infatti.

STEFANO Avete litigato ?

NELLO Così va bene. Fra un po’ chiudiamo se no lo montavo, domani te la porti.

STEFANO In mattinata ?

NELLO A Pranzo è sicuro.

STEFANO Sai l’intuito che mi dice...

NELLO Cosa ?

STEFANO Appena vedo la padrona della cinquecento te lo dico.

NELLO E bravo lo scienziato, poi dicono che i carabinieri sono cretini.

STEFANO Si scherza tu, quando ti fermo per un controllo su una cinquecento station wagon me lo racconti. Allora domani mattina ?

NELLO A pranzo.

STEFANO Mi raccomando, che poi monto di guardia...

 

Stefano esce, Nello si ferma, si asciuga la fronte con il gomito, poi va a prendere uno strofinaccio col quale si pulisce le mani dal grasso... in quel momento fa capolino Graziella...

 

GRAZIELLA E’ già chiuso ?

NELLO Graziella, che ci fai qui ?

GRAZIELLA (Entrando nell’officina) Passavo...

NELLO Sto per chiudere, non ho tempo...

GRAZIELLA Non allarmarti, vado via...

NELLO Cosa volevi ?

GRAZIELLA Salutarti... perché non vieni al ‘Charlie’ stasera, beviamo qualcosa insieme...

NELLO Mi vedo con Maria, lo sai...

GRAZIELLA Cosa c’entra Maria, dicevo solo per stare un po’ insieme, in fondo eravamo amici una volta.

NELLO Ascolta Graziella, a me non va più di vivere in quel modo. Non ho nulla contro di te, però... certe cose non fanno più per me...

GRAZIELLA Allora è vero quello che dicono...

NELLO Cosa dicono ?

GRAZIELLA Che se continui così ti fanno santo !

NELLO Non mi va di scherzare.

GRAZIELLA Neanche a me, dico solo che sei un ragazzo Nello, qualche distrazione ti farebbe bene...

NELLO Lasciami perdere Graziella...

GRAZIELLA Va bene ti lascio perdere... io, posso immaginare come ti senti, ma non penso che... capisco il dolore, ma ormai è passato tanto tempo, e se continui così non reggi...

NELLO Ti ringrazio per il pensiero, ora se mi vuoi scusare...

GRAZIELLA Vabbè, hai capito quello che volevo dire. Se vuoi sai dove cercarmi.

 

Graziella esce. Nello guarda l’orologio. Mette una giacca sopra la tuta da lavoro, dalla quale estrae una piccola pistola che poi nasconde di nuovo in tasca. Si dirige verso un cassetto e prende un libro che osserva perplesso segnandone poi una pagina, infine lo mette sotto al braccio e va via. Buio.

 

SCENA QUARTA.

Una strada di periferia. Il Filosofo corre velocemente. In contrasto con la musica lenta, ( Jazz per sax, o tromba di Miles Davis.) il suo procedere sembrerà una slow motion. Corre come inseguito. Buio. Poco dopo sulla stessa strada Nello cammina e sembra nervoso, ha il suo libro sotto al braccio. Consuma un panino con poca voglia, controlla l’ora e decide di fermarsi, si siede. Sopraggiunge di corsa Il Filosofo, attraversa tutta la scena da una parte all’altra buttando un occhio a Nello. Ritorna di corsa dalla parte opposta e fa la stessa cosa. Ritorna ancora ma questa volta si ferma.

 

FILOSOFO Mi dai diecimilalire ?

NELLO Diecimilalire ! 

FILOSOFO E mille lire ?

NELLO Ma che ci devi fare ?

FILOSOFO Una colletta, me le dai o no ?

NELLO Tieni.

 

Il Filosofo prende i soldi ed esce ancora di corsa. Rientra con il fiatone e si riavvicina a Nello .

 

FILOSOFO Come ci si stanca !

NELLO A correre ?

FILOSOFO No, a pensare. Tu pensavi ?

NELLO Si, e tu correvi.

FILOSOFO E pensavo. Correvo e pensavo a te che pensavi. Che pensavi ?

NELLO A te che correvi.

FILOSOFO E ti stancavi ?

NELLO Tu ti stancavi.

FILOSOFO Io no.

NELLO E allora perché hai il fiatone ?

FILOSOFO Perché mi sono stancato.

NELLO Lo vedi ?

FILOSOFO Mica adesso ! Prima. Mi sono fermato sotto la finestra di Graziella a pensare, e mi sono stancato.

NELLO E che pensavi ?

FILOSOFO Se me la dava !

NELLO Allora hai voglia a pensare !

FILOSOFO Tutte le sere mi fermo sotto la sua finestra, per questo sono stanco.

NELLO E tu quando la vedi diglielo.

FILOSOFO Mica sono scemo.

NELLO E allora continua a pensare.

FILOSOFO Lo faccio, ma sono stanco... però è tanto bella.

NELLO E’ fidanzata.

FILOSOFO Al fidanzato gliela da ?

NELLO Ma che domande.

FILOSOFO Maria a te non ancora vero ? (Nello lo fulmina con uno sguardo) Mica ho detto niente, solo che faccio dei conti.

NELLO Che conti ?

FILOSOFO Che Maria è antica e Graziella è moderna, e se Maria non la da Graziella si.

NELLO Filosofo...

FILOSOFO Scusa, scusa. (Pausa.) Il fidanzato di Graziella è militare in continente. Magari lei ha voglia di darla e non sa a chi.

NELLO Pensa ad altro che è meglio.

FILOSOFO Non ci riesco.

NELLO Perché Graziella è moderna e Maria no ?

FILOSOFO Va al ‘Charlie’ da sola, e guarda gli uomini con uno sguardo moderno. Come una che dice ‘saltami addosso’, che ha sempre voglia insomma.

NELLO E a te non lo dice ?

FILOSOFO Non ancora. Ma tutte le sere sotto la finestra le mando il fluido per convincerla.

NELLO E vedrai che domani ti salta addosso.

FILOSOFO Magari.

NELLO Allora, me lo dici dove correvi ?

FILOSOFO Ero inseguito dalla mia coscienza.

NELLO (Divertito.) Dalla tua che !?

FILOSOFO Si può andare più veloce della propria anima. Me lo ha detto un generale quando sono andato sul vulcano. Stava seduto per terra come si siedono i generali, senza fare rumore mi sono avvicinato e mi ha detto che ultimamente era andato troppo veloce e la sua anima in affanno lo stava raggiungendo.

NELLO Te lo ha detto proprio lui ?

FILOSOFO Si. Era triste perché aveva fatto la guerra, bruciato le persone vive, bombardato le loro case, cacciato le donne e i bambini, come nel film che trasmettono in televisione in questi giorni.

NELLO Quello non è...(Si ferma.) ma a te cosa cambia.

FILOSOFO Se lo dici tu mi fido. Lo so che mi vuoi bene sei l’unico che parla con me, che fa i discorsi. Gli altri ridono.

NELLO Vuoi ?(Gli mostra il panino.)

FILOSOFO Si.

NELLO Prendilo tutto.

FILOSOFO Sei sicuro ?

NELLO Si. (Il filosofo mangia il panino con voracità.)

FILOSOFO Posso leggere quel libro ?

NELLO Non fai in tempo, devo darlo questa sera ad una persona.

FILOSOFO Sono veloce a leggere.

NELLO Tra un po’ devo andare.

FILOSOFO E una pagina sola ?

NELLO Una pagina sola va bene.

 

Il Filosofo prende il libro, apre la pagina segnata precedentemente da Nello.

 

FILOSOFO ‘...I primi dati di questo processo in Italia, sono stati rilevati a partire dal 1876, ed ha costituito un fenomeno rilevante nella sua dinamica demografica : massiccia sino alla prima guerra mondiale. Specie verso i paesi d’oltreoceano, ha ripreso consistenza dopo la seconda guerra mondiale, ma in direzione prevalentemente continentale. Lasciare il proprio paese per vivere altrove con la speranza soprattutto di trovare lavoro e migliorare così la propria condizione di vita...’ Non mi piace, io non voglio emigrare.(Mette il libro accanto a se.)

NELLO E’ storia passata.

FILOSOFO Il generale non la vedrà più la sua anima, ha fatto troppi casini. L’ho incontrata mentre scendevo dal vulcano e l’ho fatta cadere dentro la lava.

NELLO Le anime mica bruciano !

FILOSOFO Bruciano, bruciano.

NELLO E perché lo hai fatto ?

FILOSOFO Per costringere il generale a cercarla, così bruciava anche lui. E tu che fai qui seduto, aspetti la tua anima ?

NELLO No, che se la incontri chissà dove la mandi ! A meno che non sia già bruciata.

FILOSOFO Perché ?

NELLO So come girano il film di cui hai parlato prima.

FILOSOFO Minchiate. Quello non è un film, è la verità. E se non aspetti la tua anima, che ci fai seduto come il generale ?

NELLO Ho un appuntamento.

FILOSOFO Vengo anch’io ?

NELLO No !

FILOSOFO Allora vai dove va Stefano !

NELLO E dove va Stefano ?

FILOSOFO Esce con una delle straniere del campo.

NELLO E tu che ne sai ?

FILOSOFO Non l’ho seguito ! Non glielo dire se no va a monte la colletta.

NELLO Quale colletta ?

FILOSOFO Devo scappare sta arrivando la mia coscienza. (Schizza via come un fulmine portando con se il libro...)

NELLO Dove scappi vieni qui... il libro.

 

Il Filosofo si è già dileguato nella sera. Nello contrariato, consulta l’orologio, quindi decide di alzarsi e avviarsi, ma in quell’istante torna il Filosofo di corsa

 

FILOSOFO Riprenditelo, non mi piace la storia.

 

Scappa di nuovo via. Buio.

 

SCENA QUINTA.

La stanza di Giacomo a Roma. Squilla il telefono. Lui seduto a pensare ritarda la risposta.

 

GIACOMO Pronto ?... ciao Claudia. Ho trovato un messaggio di mio fratello in segreteria... no, niente di grave... non mi va di parlarne al telefono. Luca è appena uscito ma torna subito... sorpreso per il mio cambiamento, più di me forse. Perché non passi ? D’accordo.

 

Riattacca. Si guarda intorno smarrito, poi si porta in proscenio come se guardasse da una finestra, ritorna alla segreteria e cerca un punto in particolare della telefonata di Nello, infine si sofferma su una frase.

 

NELLO V.F.C. ...ti voglio bene. C’è qualcosa che devo dirti, ma mi piacerebbe farlo di persona... si tratta di nostro padre... ormai sono tre anni, e a volte mi sembra di dimenticare tutto...

 

 

SCENA SESTA .

Buio, luce. Notte, una rete metallica separa il campo profughi dal resto del territorio. Nello si avvicina con aria indifferente, cerca di vedere dall’altra parte senza scorgervi nessuno, sconfitto si mette a sedere.

 

NAILE (Spunta dal buio.) Sei tornato...

NELLO (Colto di soprassalto.) Volevi un libro di storia italiana, eccolo. (Lancia un libro al di sopra della rete metallica) Perché ti sei nascosta ?

NAILE E’ nato.

NELLO (Colpito.) Tuo fratello ? Cioè, volevo dire...

NAILE Si mio fratello. (Naile sorride) Scusami ma è così buffo.

NELLO Quando, oggi ?

NAILE Nel tardo pomeriggio.

NELLO E tua madre come sta, voglio dire, fisicamente ?

NAILE Bene, sta bene, ha pianto tantissimo.

NELLO E il bambino ?

NAILE Bene, sta bene anche lui.

 

Segue una breve pausa di imbarazzo reciproco.

 

NELLO Forse riesco a farti uscire in qualche modo... potresti venire con me a fare un giro, hai detto che ti sarebbe piaciuto vedere la mia terra.

NAILE Vedremo, se posso.

NELLO (Dopo una breve incertezza.) Ah ! parti già?

NAILE Non lo so, cominceranno dei voli militari tra due giorni, ma la lista è lunga.

NELLO Ci vorrà tempo allora.

NAILE Forse.

NELLO E cosa pensi di trovare... si, insomma...non lo so...

NAILE Non capisco !

NELLO Laggiù c’è ancora la guerra...

NAILE ... e i miei sogni.

NELLO Quali sono ?

NAILE Finire di studiare, e poi forse insegnare, avere una famiglia, e vedere il mio popolo felice.

NELLO Allora siamo davvero diversi.

NAILE Perché?

NELLO Ti piace studiare ! (Sorridono.) Mio fratello è così. Ha una gran testa, andresti d’accordo con lui, ma non capisce un tubo di meccanica. L’altra notte mi ha chiamato, era fermo in strada con un motorino, era disperato, e sai perché era fermo ?

NAILE (Divertita.) No.

NELLO Aveva la benzina chiusa, capisci, la benzina chiusa, la cosa più fessa che possa succedere. Ma lui è così, ha la testa per aria...

NAILE E il tuo, qual’ è il tuo sogno ?

NELLO Io non sogno.

NAILE Non ci credo.

NELLO (Ci pensa.) Vorrei riuscire a non andarmene da qui. Mi piacerebbe resistere. Mio padre era convinto che qui si può vivere in pace. Questa terra ha il carattere delle nostre femmine diceva, la ragazza capricciosa e bella, l’amante che tenta ma è pericolosa, e una madre amorevole e ossessiva. La sua voce è quella delle sirene, non bisogna fidarsi ma nemmeno si può evitare di amarla.

NAILE E’ bello.

NELLO Spero sia anche vero !

NAILE (Pausa)Ti ho ancora detto di come ho imparato l’italiano ?

NELLO No.

NAILE Con un corso via internet... sono brava con i computer ! Ne avevamo due nella nostra facoltà, e il docente era un programmatore famoso, poi è sparito. Ogni giorno spariva qualcuno, gli uomini soprattutto. Tra noi allievi e il corpo docenti era nata complicità... rubavamo il diritto di studiare nella nostra lingua, la nostra storia, la cultura. Ci era vietato dal regime sai ?...

 

I due ragazzi rimangono in silenzio, poi lei si avvicina alla rete, Nello allunga una mano e le accarezza il volto...

 

NAILE Hai gli occhi di mio fratello.

NELLO (Scherzando) Mi dispiace per lui. Da quanto non lo vedi ?

NAILE A gennaio si è arruolato nell’esercito di liberazione. Lo cercherò non appena tornerò a casa. (Breve silenzio, poi Naile appare improvvisamente imbarazzata...) Posso chiederti una cosa ?

NELLO Cosa ?

NAILE Però devi dirmi la verità.

NELLO Certo...

NAILE Devi prometterlo !

NELLO D’accordo, prometto.

NAILE Io, ho un cattivo odore ?

NELLO Che domanda è ?

NAILE Hai promesso...

NELLO Ma certo che no.( La ragazza rimane in silenzio, Nello non sa cosa dire...)

NAILE La prima sera che ci siamo incontrati eri vestito bene, adesso vieni con gli abiti da lavoro, lo fai per non mettermi a disagio.

NELLO Ma cosa dici ?

NAILE Ammettilo.

NELLO Non è così. (Con difficoltà.) Vestivi male, parlo degli abiti delle offerte. Proprio stasera che sembro io il profugo !

NAILE (Indica il vestito che indossa) Ti piace?

NELLO Fa parte delle donazioni ?

NAILE E’ mio, l’ho nascosto tra le cose che sono riuscita a portare.

NELLO Stai bene.

NAILE Però puzzo. I profughi puzzano, la nostra vita puzza. Li leggo i giornali, non ci vogliono qui, ed hanno ragione.

NELLO Non dire sciocchezze.

NAILE Il vostro è un paese ricco, ed io lo capisco... solo vorrei che comprendessero che non è colpa nostra.

NELLO Naile...

NAILE E’ un ricordo dei giorni di marcia a piedi tra le montagne. Lo sporco, la puzza, il sangue, la puzza del sangue incrostato con lo sporco e la pelle su cui il sudore gelava. Ho la sensazione che non andrà più via, lo sogno di notte. Mi lavo sempre, ogni volta che posso, fino a consumare la pelle, ma non va via... Ci hanno distrutto la vita, calpestato i nostri sogni, resi delle bestie ! Sono dei criminali, spero che li ammazzino tutti !

NELLO Anche loro sono vittime...

NAILE (Con ironia.) Già !

NELLO Io credo che... non lo so, però, dovreste provare a non odiarli.

NAILE Cosa ne sai tu? Non si può non odiarli ! 

NELLO Voi avete l’opportunità di cambiare...

NAILE Nello, basta ti prego ! E’ troppo facile per te !

NELLO (Pausa) Non ricordo da chi, ma ho sentito dire che al Cairo, in Egitto, esiste una moschea dove una delle pareti corrisponde a quella di una chiesa cattolica. Cristiani e mussulmani pregano sulla stessa pietra, gli uni da una parte e gli altri dall’altra. Chiedono le stesse cose al loro Dio, ma usano nomi diversi.

NAILE Ma chi cerchi di convincere, sai bene che non è così. Anche a me piacerebbe parlare come te, conosco l’amore, ma come si fa ? Forse il tempo, non lo so... ho camminato per venti giorni quasi senza mangiare, calpestando fango e con i vestiti ancora bagnati del sangue di mio padre che hanno massacrato sotto i miei occhi ! In ogni secondo di quei venti giorni avevo solo un pensiero che mi dava la forza di andare avanti, non avrei mai dimenticato tutto quello che è successo.

NELLO Non dico di dimenticare...

NAILE Perdonare... tu hai perdonato chi ha ucciso tuo padre ?

NELLO Ci sto provando...

NAILE Sono tre anni che ci provi ormai, o li hai perdonati oppure...(Si sentono dei rumori, due sagome dal buio prendono lentamente corpo. Gli occhi di Naile e Nello si incontrano, il ragazzo sembra imbarazzato...) Va, se devi.

NELLO Andranno via.

 

La ragazza si nasconde alla meglio, Nello si allontana. Sono Stefano e Samire che si avvicinano. I due hanno bevuto, ma soprattutto lui è brillo.

 

STEFANO Un altro bacio che ti costa, non ti ho mica chiesto altro.

SAMIRE Te ne ho già dati abbastanza.

STEFANO Domani non ti vengo a prendere.

SAMIRE Non fare lo stronzo.

STEFANO Non sono mica scemo sai, Marcello mi ha raccontato che con lui sei stata più carina, adesso tu... (Sembra scorgere qualcosa.)

SAMIRE Che c’è ?

STEFANO Niente, aspetta.

 

Torna qualche passo indietro, e scorge Nello che sembra molto in difficoltà.

 

STEFANO Ecco dov’eri finito ! Maria ti cerca come una dannata e tu guarda dove sei !

NELLO Non credo che tu abbia capito...

STEFANO Si buonanotte! Hai visto Nello ! tutti pensavano che straordinari facesse e lui è sotto qualche sottana!

NELLO Stefano ti prego !

STEFANO E che c’è bisogno di dirlo, sto zitto. Chi è, la padrona della cinquecento ? (Nello non risponde) Guarda che bella figliola ho ‘catturato’ io, ti piace ? Per adesso fa la ritrosa, ma...

SAMIRE Stefano, devo andare.

STEFANO Arrivo amore. (A Nello.) Aspetta, tra un po’ torno.

 

Stefano si allontana. Nello rimane in silenzio con la testa bassa. Lentamente fa ritorno Naile.

 

NAILE Allora si chiama Maria.

NELLO Chi è quella li, la conosci ?

NAILE Samire.

NELLO E’ tua amica ?

NAILE (Intuisce il pensiero del ragazzo.) Vuole restare in Italia e cambiare vita.

NELLO (Ha un repentino cambio di umore.) Io ti porterò via da questo Naile, ti porterò con me.

NAILE Cosa ti prende ?

NELLO Sono giorni che ci rifletto, non sono pazzo...

NAILE Nello... !?

NELLO So che posso offrirti qualcosa, e che tu puoi offrirmene.

NAILE Nello calmati, spiegami cosa ti succede.

 

Nello rimane immobile e in silenzio, preso dal panico comincia a sudare freddo. Improvvisamente decide di scappare. Naile resta a guardarlo. La musica sale, buio.

 

FINE PRIMO ATTO

 

SECONDO ATTO

 

SCENA SETTIMA.

Stacco su Roma, alba del mattino seguente a casa di Giacomo.

 

LUCA (Fuma.) ...e Claudia, già la conoscevi?

GIACOMO Ci stiamo frequentando, ma lei non c’entra. Se vogliamo confrontarci con questioni come la guerra, non possiamo prescindere da un’analisi realistica della situazione.

LUCA E quale sarebbe la tua?

GIACOMO Claudia dice che...

LUCA ...e tu, cosa pensi ?

GIACOMO Sono d’accordo con lei.

LUCA Ma tu credi davvero che sparando missili si ferma la violenza ?

GIACOMO Non precipitare la discussione.

LUCA Ora ne parliamo. E’ qualche tempo che le nostre discussioni hanno assunto un tono diverso.

GIACOMO Diverso ?

LUCA Non siamo più intonati.

GIACOMO Nella vita si cambia.

LUCA In meglio ! Prima alcune tue affermazioni erano chiaramente delle battute, adesso sei ambiguo. Non avevi mai giustificato una guerra prima d’ora.

GIACOMO Esistono delle guerre giuste.

LUCA Ecco, una volta sentendotelo dire avrei riso.

GIACOMO Ma ragiona, non sparare sentenze. Siamo noi gli indottrinati lo capisci ?

LUCA Mi spaventi.

GIACOMO Tu mi spaventi, perché mi rivedo nella tua testarda chiusura.

LUCA Ma chiusura di che? Con la tua amica vi state facendo fottere da quattro guerrafondai che decidono le nostre sorti. Sono loro i guru del vero indottrinamento. Gli ideali che una volta difendevi rendono liberi.

GIACOMO Proprio quelli possono diventare una prigione. Questa sera ti sei guardato intorno ?

LUCA Ho visto gente offesa da questa guerra.

GIACOMO Teste vuote che ripetevano concetti imparati a memoria.

LUCA Stai diventando fascista ?

GIACOMO No, ma non voglio essere un cinico idealista. (Pausa.) Mentre cerchiamo di comprendere perché succede, bande armate distruggono i sogni di un intero popolo, cosa c’è da capire !

LUCA Anche quelle bande armate sono un popolo, malato forse, ma l’eutanasia di una nazione non può esserne la cura.

GIACOMO Sono criminali, bisogna adeguarsi ai loro metodi.

LUCA Sono disperati, hanno bisogno di aiuto.

GIACOMO Basta Luca ! Quelli stanno facendo dei massacri che quando li scopriremo tutti, rimarremo di sale. E non parlo dei soldati, anche loro sono vittime, parlo della classe dirigente !

LUCA Non può pagare un popolo intero. E poi sembri nato ieri, siamo in propaganda cosa sai veramente di quella classe dirigente ? Sono anni che ce la dipingono come un obiettivo.

GIACOMO Hai visto anche tu i morti ! L’intervista al cecchino che Claudia ci ha mostrato, in televisione non l’hanno voluta trasmettere !

LUCA E quante cose non abbiamo visto dei morti che provoca il nostro intervento? O credi anche tu ai danni collaterali ? (Breve pausa) Ti sono tornati i fantasmi ? (Giacomo rimane colpito) Con la mafia sei intollerante, ed anche se non lo condivido, posso capirlo.

GIACOMO Non c’entra il privato.

LUCA Scusami ma non ti credo.

GIACOMO Credi quello che ti pare. Dico solo che essere attendisti in certe situazioni equivale ad essere complici.

LUCA E’ una frase dell’intervento di Claudia.

GIACOMO Gliel’ho suggerita io... ti ha colpito !

LUCA Per la pericolosità. Io prima di agire penso.

GIACOMO (Perde la calma.) Ipocrita, tu e quelli come te, me per primo !

LUCA Sei impazzito.

GIACOMO Vorrei vedere te con la famiglia bruciata viva.

LUCA Ma cosa c’entra ?

GIACOMO C’entra invece. Sai come ragioniamo noi ? Come chi osserva uno che tortura un indifeso, e si trastulla su cosa è bene fare e cosa non lo è. In una situazione di emergenza non ti puoi permettere il lusso di riflettere, devi agire.

LUCA Se banalizzi diventi strumento per chi vuole che ti comporti così.

GIACOMO Ma perché non capisci ?

LUCA Capisco che ti sei bevuto le palle.

GIACOMO E tu il cervello. Rispondi, onestamente. Per strada un pazzo aggredisce te e tua madre, che fai reagisci o ci pensi sopra ?

LUCA No, non ci credo ! E’ uno dei quiz che fanno al militare se presenti domanda di servizio civile.

GIACOMO Cosa hai risposto ?

LUCA A loro non potevo dire che era una domanda del cazzo...

GIACOMO Perché lo è ?

LUCA Non puoi decontestualizzare tutto, così ragionano gli animali.

GIACOMO Allora lasciamo perdere.

LUCA (Pausa.) Posso chiederti chi ti ha illuminato ?

GIACOMO Ma che stronzo !

LUCA Non pensavo a Claudia... comunque c’entra lei ?

GIACOMO Lei è arrivata dopo.

LUCA Dopo cosa ?

GIACOMO Io non riesco a restarmene a pensare quando tutti i giorni arrivano le immagini di quei profughi sporchi, spaventati, senza luce negli sguardi. Io stesso andrei a difenderli.

LUCA Andresti a sparare ?

GIACOMO Talvolta la pace vada difesa con la guerra.

LUCA Ma che bel concetto !

GIACOMO Non sarà bello ma è realistico.

LUCA La pace va difesa in qualunque modo tranne che con la guerra. Non si può curare il male con altro male.

GIACOMO Utopie, fuori dal buon senso e dalla realtà.

LUCA La realtà è che devi capire l’origine dell’incendio e poi agire con acqua, non con altro fuoco !

GIACOMO Se l’incendio è doloso ci rimani secco prima di trovarne l’origine.

LUCA (Pausa, poi cerca di sdrammatizzare.) E’ l’età, la crisi dei trent’anni può anche prendere male, anch’io divenni strano.

GIACOMO Ne hai trentuno adesso.

LUCA E allora non lo so che cazzo ti è successo !

GIACOMO Ti spaventa accettare che la penso diversamente ?

LUCA Mi spaventa quello che dirai nell’intervento di stasera. Tu sei una delle nostre teste, dall’intervento dipenderà il tuo futuro, e molti contano su di te ! Non puoi essere cambiato così repentinamente.

GIACOMO Forse seguivo il pensiero unico dominante !

LUCA Le argomentazioni non le hai cambiate, solo te le spari contro.

GIACOMO Le accuse agli altri spesso sono un segnale del proprio male.

LUCA (Attimi di silenzio.) Come mai non arriva ?

GIACOMO Non lo so. L’ho sentita al telefono, ha detto che ci avrebbe raggiunti.

LUCA Deve essere in gamba.

GIACOMO lo è. (Pausa.) Forse scendo in Sicilia la prossima settimana, mi piacerebbe che mi accompagnassi.

 

Squilla il telefono. Buio.

 

SCENA OTTAVA.

La mattina dello stesso giorno al campo profughi Naile e Samire stanno stendendo la biancheria.

 

SAMIRE Eri tu con quel tipo ieri sera ?

NAILE Quale tipo ?

SAMIRE Alla rete, eri tu che stavi con l’italiano ?

NAILE No.

SAMIRE Quando sei rientrata venivi da quelle parti.

NAILE Non ero io.

SAMIRE Non c’è mica niente di male. Tuo figlio come sta, si mette in forma ?

NAILE E’ salvo mi dicono.

SAMIRE Hai deciso il suo nome ?

NAILE No.

SAMIRE Dicono, che hanno lo stesso padre è vero ?

NAILE Chi lo dice ?

SAMIRE La gente.

NAILE La gente non sa di cosa parlare.

SAMIRE Raccontano che, chi ha stuprato tua madre è anche il padre di tuo figlio.

NAILE Io ritorno dentro...

SAMIRE Naile aspetta, ti devo parlare.

NAILE Sai già tutto.

SAMIRE Non è di questo.

NAILE E cosa allora ?

SAMIRE Vorrei parlarti da amica.

NAILE Non lo siamo.

SAMIRE Non parli con nessuno, eviti ogni tipo di contatto qui nel campo.

NAILE Ho un brutto carattere.

SAMIRE Chi ti conosce dice il contrario. Mia nonna mi ha raccontato di due mesi fa, lei ti fece partorire. (Naile fa per andare via.) Faresti bene a parlarne con qualcuno.

NAILE Non ho bisogno di aiuto.

SAMIRE Il tuo bambino però si, un giorno chiederà di sua madre.

NAILE Sarà la donna che lo crescerà.

SAMIRE Chiederà di te.

NAILE Gli diranno la verità.

SAMIRE Che colpa ha ?

NAILE E io ? L’ho messo al mondo, la vita lo ha chiamato ed io c’è l’ho portato, il resto non riguarda me.

SAMIRE (Dopo qualche istante.) Cosa farai quando tutto sarà finito ?

NAILE Riprenderò a vivere. Non è troppo. E tu? Tornerai?

SAMIRE Voglio un po’ di serenità adesso, ci penserò.

 

Pausa, Naile si accorge della difficoltà di Samire.

 

NAILE Ero io. Incontravo tutte le sere un ragazzo italiano. La prima volta è successo per caso e per quindici giorni è stato un appuntamento, ma ieri sera è stata l’ultima volta.

SAMIRE Non tornerà ?

NAILE Io non tornerò. Mi ha chiesto di stare con lui.

SAMIRE E carino.

NAILE Io non sono una profuga, sono Naile. Se mi trovo qui il perché non lo so, e spero che non ci sia. Presto riprenderò la vita che mi è stata tolta, e in quella non c’è questa guerra. E’ meglio anche per lui. (Segue un breve silenzio, le due ragazze sorridono.) E tu ti vedrai ancora con quello li ?

SAMIRE Stefano... è simpatico.

NAILE Samire... scusami, io...

SAMIRE Non hai un brutto carattere, e non mi spaventano le tue idee.

NAILE Anche questo dicono di me ? (Samire sorride.) Da dove vieni ?

SAMIRE Dalla campagna, aiutavo mia nonna. A me i campi non sono mai piaciuti così lei faceva il pane ed io andavo in città a venderlo. Il sapore di quel pane è una delle cose che più mi manca. Non so come spiegare, dà la certezza che certe cose non cambieranno mai, e questo ti rende felice senza un vero motivo. Un giorno sono arrivati i militari, i miei fratelli e mio padre con gli altri uomini avevano organizzato una resistenza. Ho sentito gli spari. Di loro non abbiamo saputo più nulla, ma la battaglia non la vinsero. Ho sempre sperato che non li abbiano fatti prigionieri. Guarda, c’era il sole e adesso quasi viene a piovere. Uno è sicuro che farà caldo e ti sorprende la pioggia. Togliamoli i panni, se no si bagnano .

NAILE Aspettiamo, non è detto che piova.

 

Un fruscio.

 

SAMIRE C’è qualcuno li dietro !

NAILE Dove ?

SAMIRE Al cespuglio.

NAILE Sarà il vento.

 

Le due ragazze sorridono, si guardano negli occhi. Buio.

 

SCENA NONA.

Stefano è già in divisa, parla concitatamente con suo amico carabiniere...

 

STEFANO Devi solo coprirmi per mezzora...

CARABINIERE Non se ne parla...

STEFANO Senti è una cosa importante, lo capisci ?

CARABINIERE Capisco che se ci scoprono ci vado io di mezzo...

STEFANO E’ solo mezzora, non succederà nulla !

CARABINIERE Ma cosa ne sai ? Cosa dico se viene un’ispezione ?

STEFANO Non verrà nessuna ispezione...

CARABINIERE No, non posso farti un favore del genere...

STEFANO Va bene, io vado lo stesso.

CARABINIERE Stefano, mi costringi a denunciarti.

STEFANO Fallo...

CARABINIERE Ma cosa devi andare a fare ?

STEFANO Sarebbe lungo spiegartelo, si tratta di un mio amico, devo cercarlo, è sparito, doveva essere in officina e non c’è. Nessuno lo ha visto da ieri sera...

CARABINIERE Segnala la scomparsa...

STEFANO So dov’è, vado a prenderlo e torno.

CARABINIERE Stefano, io...

STEFANO Grazie, sei un amico ‘Milano’...

 

Stefano esce di corsa...

 

CARABINIERE (Solo) Si, uno stronzo, ecco cosa sono...

 

Buio.

 

SCENA DECIMA .

Nella campagna, al rudere di una vecchia torre di avvistamento. Nello è seduto con il filosofo.

 

FILOSOFO ...pensi a ieri sera ?

NELLO Mi hai seguito ?

FILOSOFO Ho seguito Stefano, poi ti ho visto e ...

NELLO Non devi dirlo a nessuno, capito ?

FILOSOFO Si.

NELLO Mi hai capito, guarda che sono serio.

FILOSOFO Io non parlo, non ho visto niente.

NELLO E’ importante, me lo prometti ?

FILOSOFO Prometto... anche la tua straniera è bella, me la presenti ? Io ho fatto la colletta.

NELLO Quale colletta ?

FILOSOFO (Ci pensa su.) Lo posso dire, tanto Stefano non me la presenta la sua.

NELLO Ma di che parli ?

FILOSOFO A Graziella soprattutto, non devi dirlo. Se procuravo un po’ di soldi Stefano chiedeva alla sua straniera se me la dava.

NELLO Stefano ti ha detto questo ?

FILOSOFO ... ma adesso non se ne fa nulla lo so.

NELLO Volevi andare con la ragazza di Stefano ?

FILOSOFO Non è la sua ragazza, lui le da dei soldi e le fa dei regali.

NELLO Non era una bella idea.

FILOSOFO Neanche tu mi aiuti ? (Nello non risponde) Ma tu ci hai litigato con la straniera, lei rimane da sola. (Nello con uno sguardo chiude la questione.) Va bene, proverò col fluido anche con lei.

NELLO Ecco bravo.

FILOSOFO Oppure quando cresce chiedo al figlio di aiutarmi.

NELLO Quale figlio ?

FILOSOFO Il figlio di Naile.

NELLO Non è suo figlio quello che è nato.

FILOSOFO Non quello che è nato, quell’altro uguale, quello è suo figlio.

NELLO Cosa inventi ?

FILOSOFO Ho sentito le due ragazze mentre stendevano la biancheria. Samire diceva che Naile ha un figlio, e lei anche lo dice, però non lo sa, nel senso che lo sa, però non lo dice. Voglio dire che lo odia, e che non lo prenderà con se, nel senso che è stata violentata e quindi è del padre, e allora...tu non lo sapevi ?

NELLO Dovresti smetterla di spiare.

FILOSOFO Non posso, altrimenti come faccio a sapere tutte queste cose ? (Dopo una pausa.) Io penso che non devi andare dove sparano le bombe, ma se ci vai vengo con te, conosco il posto. L’ho osservato alla televisione, ho visto le cartine e le immagini. So esattamente i posti dove sono i villaggi bruciati e i morti carbonizzati. Andiamo per una strada che ho disegnato, è l’unica che si può fare. I ponti non ci sono più ma si può camminare lo stesso. Però non ci devi andare, non devi morire.

NELLO Ti ha raggiunto la tua coscienza ?

FILOSOFO Mi sono travestito da soldato e le ho sparato, pam !... Tu lo sai perché quando una guerra comincia poi non si ferma più ?

NELLO No.

FILOSOFO Perché sparano troppo, e le coscienze non fanno in tempo a ricrescere che si prendono un proiettile.

NELLO Anche tu hai sparato alla tua.

FILOSOFO Faceva troppe domande.

NELLO Hai ascoltato tutto ieri sera ?

FILOSOFO Non ho perso una parola !

NELLO E cosa ne pensi ?

FILOSOFO Io non penso mi stanco, ma lasciala andare, vuoi solo proteggerla...(Spaventato) E che ci fa qui ?

NELLO Chi ?

FILOSOFO Stefano!

 

Arriva Stefano. Scende il silenzio sulla scena.

 

STEFANO lo sai che oggi mi hai messo nella merda ?

NELLO Non l’ha aggiustata Giuseppe la tua moto ?

STEFANO Non sapeva dove mettere le mani.

NELLO Doveva solo montarlo. Era così importante oggi ?

STEFANO Era importante anche tre giorni fa. Non ti cercavo soltanto per questo. Tu adesso ci parli con me.

NELLO (Ci pensa.) Vuoi davvero saperlo cosa mi succede ? Tu hai mai ucciso qualcuno ?

STEFANO Ad un mio collega è successo. Non si è più ripreso, ha lasciato l’arma.

NELLO Non credo sia così difficile. E credo anche che dopo un po’ di morti cominci a provare gusto. Decidere della vita di qualcuno fa assomigliare a Dio. Su questa spiaggia continuano a sbarcare disperati...

STEFANO (Cercando di capire.) Arrivano di notte, sfuggono ai controlli. Finché ci sarà la guerra sarà così .

NELLO La perderemo questa guerra, hanno le palle per fotterci tutti, inglesi, americani, tedeschi... e sai perché ? Si sentono onnipotenti, la morte a noi fa paura a loro li fa diventare eroi. Hanno vinto la morte. Uccidere può renderti immortale...

STEFANO Nello, che ti succede ?

NELLO E so anche perché spaccano i corpi... per vedere cosa c’è dentro, dove è finita la persona che un attimo prima piagnucolava. Scoprono solo ossa, budella e merda. E l’anima, dov’è l’anima ? ! Nell’intestino forse, e prima di morire se l’è data a gambe per il buco del culo ! Il cuore... lo hai mai visto uno vero ? Non ha nulla a che fare con quello che disegnano i bambini... io ho visto quello di mio padre sul tavolo dell’autopsia, dopo che è precipitato da quel dirupo. (Ora fissa l’amico negli occhi.) E’ un pezzo di carne livido e informe, sembra andato a male. Abbiamo fondato le nostre regole di civiltà su un ammasso di carne che marcisce.

STEFANO (Stefano si fa serio, severo.) Sono tornati i fantasmi ?

NELLO Suicidio, questo siete riusciti a raccontarci, ecco i fantasmi !

STEFANO Perché ti torna in mente adesso ?

NELLO L’assassino di mio padre è laggiù, in quella villa, non lontano da dove l’ha ucciso. Tu lo sai io lo so, ma nessuno ha fatto niente in questi anni.

STEFANO (Con poca convinzione.) L’inchiesta non è stata ancora archiviata...

NELLO Era stato minacciato fino a tre giorni prima. Aveva persino preso il porto d’armi, ma non aveva mai la pistola con se. Se voleva continuare con la sua ditta di costruzioni doveva pagare come tutti gli altri, ma tu lo conoscevi mio padre, credeva che qualcosa potesse cambiare in questa terra e invece è sprofondato insieme a lei. (Pausa.) Non è ancora archiviato il caso ? E’ così difficile archiviarlo ?

STEFANO Bisogna aspettare, se vuoi onorare la memoria di tuo padre...

NELLO Voglio vedere morti i suoi assassini. Tre anni di silenzio e di attesa non hanno onorato la sua memoria. Anche quelli che sanno la verità ormai parlano di suicidio, e così chiuderete la vostra inchiesta.

STEFANO Vuoi fare l’eroe?

NELLO Non riesco più a contenere l’odio, mi sento un vigliacco.

 

Nello si allontana dalla scena, Stefano appare perplesso, poi aggiunge...

 

STEFANO Io sono un carabiniere, ricordatelo !

 

Nello si ferma senza girarsi, poi abbassa lo sguardo e prosegue.

 

STEFANO (Con un gesto di stizza.) Era meglio se si trattava di quella buttana della cinquecento.

FILOSOFO (Interessato) Quale buttana ?

 

Anche Stefano si allontana senza rispondere. Buio.

 

SCENA UNDICESIMA.

Le due ragazze stanno ancora parlando una di fronte all’altra accovacciate sulle gambe, come se si confidassero dei segreti.

 

SAMIRE ...si erano uniti a noi sulle montagne, scappati lui e il figlioletto da un villaggio vicino. Non parlava molto. Teneva stretto il suo bambino come si tiene la cosa più preziosa. A tre giorni di cammino dal confine i soldati fermarono la nostra carovana per perquisirci e toglierci i documenti. Forse spaventato o per seguire una biglia che gli era sfuggita, Il piccolo si divincolò dalla mano del padre che tentò di seguirlo ma, un soldato appena ragazzino lo bloccò. Lui indicò il suo bambino spiegando che si sarebbe perso e ancora altre cose che il soldato non ascoltava... soltanto gettò con disprezzo uno sguardo, e con un ghigno di malessere alzò il braccio e sparò. Il bambino si piegò sulle ginocchia in un istante. Il militare gli fece notare che non c’era motivo perché si allontanasse dalla fila, non aveva più un figlio, e gli ordinò di proseguire la marcia. L’uomo era spento, non sentiva più. Il soldato gli puntò in faccia la pistola...

NAILE Come lo hai salvato ?

SAMIRE Mi feci avanti nella fila, gli diedi una spinta perché camminasse. Rimasi accanto a quell’uomo per il resto del cammino. Non ha più detto una parola ma il suo silenzio era come un urlo di dolore infinito. Arrivati al confine trovammo le mine. Gli altri discutevano, e lui cominciò ad avanzare, indicando con delle pietre i posti dove poter poggiare i piedi. Forse sperava di morire e invece ci ha salvati tutti... Ecco la mia storia d’amore, è lui l’uomo che credo di amare.

NAILE Lo hai più visto ?

SAMIRE Ci hanno separati e distribuiti. Adesso però tocca a te. Raccontami tu una storia d’amore.

NAILE Avevo un ragazzo, amico di mio fratello, ma non so se era una cosa seria.

SAMIRE In che senso.

NAILE Non so se era amore, cioè, non so che parola usare. Insieme stavamo bene, ma non riuscivo ad immaginare il mio futuro con lui. Non era il ragazzo dei miei sogni, ma qualche volta riuscivo a sognare con lui.

SAMIRE L’hanno ucciso ?

NAILE No, è partito con mio fratello per combattere. So che era vivo qualche mese fa.

SAMIRE Ti amava ?

NAILE Diceva di si.

SAMIRE E tu ?

NAILE Spesso ho pensato di lasciarlo, mi sembrava onesto... adesso mi manca molto. Forse l’amore è una cosa più piccola di quella che pensiamo.

 

Pausa.

 

SAMIRE Avevi ragione, il vento ha spazzato via le nuvole.

NAILE Allora diamoci da fare.

 

SCENA TREDICESIMA.

La notte di quel giorno sotto casa di Graziella si aggira il Filosofo. E’ seduto, disperato, con gli occhi fissi sulla finestra di lei.

 

FILOSOFO Graziella, Graziella, perché non mi sente ? Proverò con il pensiero, con la telepatia... (Esegue. Rimane qualche istante a riflettere.) Un giorno ti innamorerai di me e sentirai il mio pensiero. Devo dirti una cosa importante prima che sia tardi... la dirò lo stesso, le mie parole rimarranno registrate nel cielo, e tu un giorno le raccoglierai e ti innamorerai di me, e se non è così li sentirà la luna e te li racconterà. Altrimenti che ci sta a fare la sopra, così sospesa... cadrà quando non avrà più amori da custodire. Graziella io volevo dirti che non posso più aspettare, Il cielo se lo guardi troppo ci cadi dentro. Ora io lo so che se mi sentissi scenderesti ad aiutarmi, e so anche che mi amerai quando sentirai che ti amavo, ma devo salire a prenderti, devo fare il primo passo prima che sia tardi per noi due. Come potrei amarti per il resto di quella vita che ci resta ?

 

 

SCENA TREDICESIMA.

Intanto in casa di Graziella.

 

GRAZIELLA Sei di poche parole !

 

Nello continua la sua azione senza nemmeno girarsi. Graziella comincia a ridere, la cosa lo innervosisce.

 

NELLO Cos’hai da ridere ?

GRAZIELLA Niente, mi fa piacere che mi hai cercata. Sappi che quando sono venuta in officina non era per andare a letto con te, è successo e basta...

NELLO Eppure sono l’unico del paese che non ti eri ancora scopato.

GRAZIELLA Non ci riesci a non essere cafone !

NELLO Se vuoi vendicarti per come ti ho trattata ci stai riuscendo.

GRAZIELLA Non ne ho nessuna voglia ma lo meriteresti.

NELLO Notizie del tuo ragazzo ?

GRAZIELLA Ti fai venire gli scrupoli un po’ tardi.

NELLO Pensavo a lui così, senza motivo.

GRAZIELLA Sono quattro mesi che non ci vediamo. La sua è una caserma operativa e le licenze sono corte per viaggiare fino a qui... Si starà divertendo anche lui, ne sono sicura. Maria invece ?

NELLO L’ho lasciata.

GRAZIELLA Avete litigato ?

NELLO L’ho lasciata.

GRAZIELLA Quelli come voi non si lasciano, litigano.

NELLO Pensa quello che ti pare.

GRAZIELLA ...non avercela con te, ne avevi bisogno...

NELLO (La guarda con aria minacciosa, alza la voce.) Cosa vuoi che ti dica ? Avevo voglia di fare una cazzata stasera, così mi sono detto ora vado da Graziella e me la sbatto alla faccia di tutti e di tutto. E’ piaciuto anche a te o lo hai fatto per beneficenza ?

GRAZIELLA Abbassa la voce, con chi credi di parlare ?

NELLO Con una puttana, anzi una puttana ha più dignità di te !

GRAZIELLA Datti una calmata.

NELLO Urlo quanto mi pare ! (Prende la giacca e va verso la porta della stanza, poi si ferma.) Sono tre anni che faccio il bravo ragazzo. Hanno ammazzato mio padre per Dio ! Non ne posso più. Gli sguardi della gente che sa e tace. Quello stronzo di mio fratello è scappato da questa merda, e mia madre se ne sta in silenzio tutto il santo giorno, e se mi rivolge la parola è per chiedermi di Giacomo o per parlarmi del tempo che cazzo me ne frega del tempo ! (Va a sedersi. ) "Io qui ci sono nato, qui è nato mio padre, devo restare per lui e per me" questo andavo dicendo. Che significa, che significa ? Sarei dovuto andare via anch’io, forse avrei dimenticato davvero.

GRAZIELLA (Lo abbraccia dalle spalle e lo accarezza.) Calmati ora, calmati.

 

Inavvertitamente fa cascare la giacca di Nello, dalla quale viene fuori la pistola che avevamo visto in officina, la ragazza è turbata...

 

GRAZIELLA E quella ?

NELLO (Evidentemente in difficoltà... poi guardando Graziella negli occhi come per chiederle aiuto..). Posso restare qui stanotte ?

GRAZIELLA Nello io...

NELLO Non devi preoccuparti per quella, non so che farci. Era di mio padre, l’ho presa per buttarla via... (Riesce a convincerla.) E’ meglio se sparisce da casa.

 

I due si baciano. In quel momento si sente qualcuno che con le unghie graffia la porta. Nello va ad aprire e si trova il Filosofo con gli occhi colmi di lacrime a fissarlo incredulo.

 

FILOSOFO Sei proprio tu ?

NELLO Che ci fai qui ?

FILOSOFO Stavo spiando. Speravo di sbagliarmi e invece... stai soffrendo tanto vero ?

NELLO Senti, parliamone un’altra volta...

FILOSOFO A me non dava fastidio che andasse con gli altri, ma con te...

GRAZIELLA (Intanto ha raggiunto i due.) Che ci fai qui ?

FILOSOFO Volevo portarti via con me.

GRAZIELLA Vuoi entrare ?

FILOSOFO Tornassi indietro vorrei non andare a scuola, ti ricordi Graziella che genio che ero ? Peccato, sarei potuto essere felice se fossi rimasto stupido.

NELLO Senti, facciamo quattro passi...

FILOSOFO (Nello prova a prenderlo per un braccio, ma lui ha una reazione violenta.) Vado via da solo.

 

Il Filosofo si avventa su Graziella repentinamente, e le strappa dei capelli, e stringendoli nel pugno chiuso scappa via. Nello decide di seguirlo.

 

GRAZIELLA Dove vai adesso ?

NELLO A cercarlo.

 

SCENA QUATTORDICESIMA.

Notte, la musica accompagna la scena. Il Filosofo cammina a passo veloce nel buio, non si vede molto ma sembra perfettamente a suo agio. Stacco su Nello che lo insegue. Quest’ultimo al contrario non si orienta facilmente nell’oscurità, la sua marcia è discontinua, il suo sguardo è privo di punti di riferimento. Ritorno sul Filosofo la cui marcia ormai è quasi una corsa. Ha lo sguardo basso e non vede davanti a se, come se conoscesse perfettamente la strada. Il ritmo di Nello diventa sempre più discontinuo, ora corre, ora si blocca per qualche ostacolo vero o immaginario. Intanto il Filosofo va sempre più spedito. Buio.

La rete metallica che divide il campo dal paese. Sopraggiunge il Filosofo. Si dirigeva esattamente li. Si ferma, guarda la rete, non vede nessuno, si siede. Il suo sguardo fisso incute timore. Buio. Luce. Il Filosofo è sempre seduto, finalmente arriva chi aspettava. Si tratta di Naile, sorpresa di trovare qualcuno. Il Filosofo la guarda con cattiveria, si avvicina a lei, salta la rete, e la aggredisce con l’intento di violentarla. Arriva Nello, che trovandosi di fronte alla scena, si ferma, non sa cosa fare...

 

NELLO Fermati... fermati ti ho detto....

 

Prova a spostare di peso il suo amico ma non ci riesce ricevendo un colpo in faccia. Sanguina... allora estrae la pistola dalla giacca e meccanicamente la punta contro il Filosofo... buio.

 

Riprende il documentario filmato che abbiamo visto all’inizio...

 

SCENA 1 RIFUGIO MISKO INTERNO/GIORNO

L’immagine riprende qualche istante prima da dove si era interrotta. Misko punta il dito contro l’obiettivo...

 

MISKO

Pam !

 

Il ragazzo fa una lunga pausa, poi tira un sospiro...

 

Non lo so di chi è la colpa di tutto questo, e non mi interessa cercare un colpevole... ma credo ci siano delle ragioni. Se ti concedo questa intervista è perché mi servono soldi, altrimenti... per la verità non so dirti nemmeno perché non mi sono ancora ucciso, ma neanche mi interessa saperlo... anche per questo ci sarà una ragione. La faranno vedere nel tuo paese questa intervista ?

 

Si sente la voce di una ragazza, Claudia, fuori campo...

 

CLAUDIA (Off)

Ci proverò...

 

MISKO

Bene... ma se non la faranno vedere mi piacerebbe che tu portassi al tuo popolo un mio messaggio... noi non siamo bestie, non siamo diversi da voi... ho capito una cosa, che la violenza è come una malattia, un virus, come l’influenza. Tutti possono ammalarsi d’influenza se non hanno le medicine giuste, quindi non cercate di giudicarci... e vorrei anche chiederti di farci bombardare, dillo ai tuoi governanti, bombardateci, e fatela finita con noi, o rischiate di farvi contagiare dal virus...

 

L’immagine diventa disturbata, non si distingue più nulla, si riesce a sentire soltanto l’audio, la voce di Claudia...

 

CLAUDIA (Off)

Merda, le batterie...

 

L’immagine va a nero. La scena al buio.

 

 

SCENA QUINDICESIMA.

Roma quella stessa sera. C’è Giacomo ben vestito, si avvicina ad un microfono e un leggio e toglie la giacca e la cravatta. L’atmosfera diventa quasi rarefatta, sul fondo immagini di colonne di profughi che si spostano a piedi. Giacomo parla a braccio...

 

GIACOMO ... facciamo la politica in mancanza di senso pratico. Facciamo gli intellettuali perché siamo malati di idealismo. Perché c’è questa guerra, dove eravamo quando ci sono stati i primi segnali della catastrofe che oggi abbiamo sotto gli occhi ? Assenti ! Eravamo assenti o peggio, distratti ! Ma l’assenza, la distrazione, quando ci si occupa del destino degli altri è una colpa. La nostra assenza permetteva che si innescasse l’incendio e la distrazione che l’incendio si propagasse. Ci gonfiamo di belle parole e facciamo indigestione di ragionamenti sopraffini, i rumori di guerra sono i rutti della digestione di un mondo opulento e malato che vomita guerre di cui si nutre. Tutto questo poteva essere fermato prima ma eravamo assenti, distratti e nel peggiore dei casi, complici. Cosa fare adesso che tutto ci sfugge di mano ? Possiamo rimanere a guardare? Trastullarci su cosa è bene fare e cosa non lo è ? In una situazione di emergenza non ci si può permettere il lusso di riflettere. I volti delle vittime sono i volti delle nostre paure più profonde, della pietà che proviamo per noi stessi, ma non siamo diversi ne dalle vittime tantomeno dai criminali. Cosa fare adesso ? Potevamo essere uomini prima ora dobbiamo essere tecnici, ospiti e controllori. Abbiamo prodotto violenza e soltanto la violenza può curarci perché è troppo tardi. Io sono a favore dei bombardamenti, credo fermamente nell’utilità di scaricare bombe e missili intelligenti sui nostri mali. Io sono un effetto collaterale del mio male. Ma abbiamo anche la possibilità di guardarci in faccia, non perdiamola. Nessuno ci interrogherà meglio delle nostre coscienze. Siamo nulla e tutto, c’è una scelta da fare.

 

La luce scende lentamente su Giacomo. L’ultima cosa a sparire nel buio sono le immagini dei profughi proiettate alle sue spalle che chiudono sul primo piano di uno di loro. Il sipario si chiude.

 

FINE