AMILCARE RICOTTI, CAPOCOMICO
(Serata d'Onore)
2 parti e 3 quadri
di
Alfredo Balducci
Via Marsala, 11
20121 Milano
Tel.: 02.65.97.585
Premio Anticoli Corrado 1982
Rappresentata al Teatro Filodrammatici di Milano
Rappresentata alla Casa del Teatro di Montevideo (Uruguay)
Trasmessa dalla Radiotelevisione della Svizzera Italiana
Pubblicata su "Ridotto"
Pubblicata su Novi Prolog in serbocroato
Ha scritto Renato Palazzi sul "Corriere della sera": " astutamente costruita con tutti i suoi effetti al posto giusto, con una sua robustezza romanzesca "
PERSONAGGI:
AMILCARE RICOTTI, capocomico
ADELE (sua moglie), prima attrice
ANNIBALE (suo figlio), primo attor giovane
MARTA, locandiera
CONTE LUIGI BOLZA, commissario di polizia
Due gendarmi
PARTE PRIMA
PRIMO QUADRO
Una camera di locanda: letto matrimoniale e letto singolo, un armadio, un comò, un tavolo al centro. Marta è davanti al tavolo, in piedi, con le spalle al proscenio. Rumori fuori scena. Marta trasale, fa per andare alla porta, ma torna indietro e copre il piano del tavolo con uno scialle, quindi corre a spalancare la porta.)
MARTA Chi c'è laggiù?!
VOCE DI ANNIBALE (dopo altri rumori)... c'è da rompersi il collo, qui
(Marta corre al comò e apre due o tre cassetti alla ricerca di qualcosa che non trova; quindi corre al tavolo, estrae dal cassetto una pistola, poi gira intorno al tavolo e punta l'arma verso la porta)
ANNIBALE (affacciandosi dalla porta) C'è qualcuno?
MARTA Fermo là!... chi siete?
ANNIBALE (entrando e avvicinandosi al tavolo) lo sono
MARTA (impaurita) Indietro, ho detto! o io... io
ANNIBALE (impaurito) Cos'avete in mano? (Si getta dall'altro lato del tavolo, rannicchiandosi)... io sono un amico!
MARTA Amico di chi? gli amici non hanno paura.
ANNIBALE Siete voi ad avere paura.
MARTA Io non ho paura. E perché dovrei averne?
(è appoggiata al tavolo, sempre con la pistola puntata; si sente, per il tremito, il battere ritmico della mano che impugna l'arma)
ANNIBALE Via quell'arnese: non voglio farvi del male.
MARTA Perché siete entrato di soppiatto, allora?
ANNIBALE Di soppiatto, cosa? sono entrato e basta.
MARTA ... con una chiave falsa, magari.
ANNIBALE Ma se giù c'era la porta aperta!
MARTA La porta aperta? non dite stupidaggini.
ANNIBALE Era aperta, ve lo giuro.
MARTA (cominciando ad avere un dubbio) Aperta? forse che? sì. ora ricordo: l'ho lasciata io aperta... aspettavo delle persone e
ANNIBALE (facendo capolino e accennando alla pistola)... e avevate preparato il ricevimento... (continuando a sollevarsi)... posso?
MARTA Sì, state tranquillo... del resto non saprei come usarla questa qui, non so neanche se per sparare bisogna premere qui... (parte un colpo. Annibale torna a rannicchiarsi dietro la tavola)... oh, scusate... venite su, non abbiate paura... ve l'ho detto che non so usarla.
ANNIBALE (rialzandosi)... ma state imparando molto bene... avete della disposizione... ho sentito la palla passare di qui... (indica vicino alla testa)
MARTA Beh, ora non c'è più pericolo: è scarica.
ANNIBALE Meno male! (si mette una mano sul cuore e respira profondamente)
MARTA Mi dispiace di avervi spaventato, ma una povera donna sola deve pure essere pronta a difendersi... (Annibale commenta con qualche gesto le parole di Marta)... e quando mi sono vista davanti uno sconosciuto
ANNIBALE Ma, non è una locanda, questa?
MARTA Sì.
ANNIBALE E li accogliete così tutti i clienti?
MARTA Avreste dovuto chiedere il permesso.
ANNIBALE Il permesso per entrare in un esercizio pubblico?
MARTA Pubblico quando è aperto al pubblico, ma quando il pubblico non c'è, il pubblico che vuole entrare deve chiedere il permesso.
ANNIBALE E chi lo sapeva che qui il pubblico non c'era.
MARTA Lo sapete adesso: la locanda è chiusa.
ANNIBALE Non ci sono più camere?
MARTA Ho detto che è chiusa, e basta.
ANNIBALE Va bene, non arrabbiatevi. Ma lo sapete che avete un brutto carattere, voi?
MARTA Bello o brutto, sono fatti miei, e a voi non deve interessare. (gli volta le spalle)
ANNIBALE Voi siete la padrona della locanda, vero?
MARTA Sono la padrona. E allora?
ANNIBALE Ho un messaggio di Gianni per voi.
MARTA Gianni chi?
ANNIBALE Gianni Andreini.
MARTA ... di Melegnano?
ANNIBALE Di Melegnano.
MARTA Perché, voi venite da Melegnano? ANNIBALE Eh, già.
MARTA E perché non me l'avete detto sùbito che vi mandava Gianni?
ANNIBALE Sapete... non è che con voi si possa parlare tanto facilmente avete un caratterino.
MARTA Una povera donna sola, come me, deve imparare a difendersi.
ANNIBALE Non ve la cavate mica male, sapete?
MARTA Con i tempi che corrono, la prudenza non è mai troppa. Qui entrano soltanto gli amici... così sono sicura di non dare alloggio alle spie.
ANNIBALE Ce ne sono molte in giro?
MARTA Come le mosche sul miele. Qualcuna si riesce a scoprirla dalla parlata bastarda, ma tante sembrano proprio dei nostri. Così, per non sbagliare
ANNIBALE ... tenete chiusa la locanda.
MARTA Allora, che cosa mi manda a dire Gianni?
ANNIBALE Che se le cose vanno nel modo che sapete, verrà a Milano con qualche amico. Vi raccomanda di tenere pronta quella roba che dovevate procurare.
MARTA Avete fatto bene a ricordarmelo: bisogna che mi metta a cercarla.
ANNIBALE Non l'avete ancora?
MARTA Sì, è arrivata, ma non ricordo più dove l'ho messa.
ANNIBALE Non si tratta di un ago!
MARTA Eh no, sono due... ma sì, è inutile fare misteri, se siete amico di Gianni... sono due fucili arrivati dalla Svizzera... li ho nascosti da qualche parte e dovranno pure saltar fuori. Non dovete dirmi altro da parte di Gianni?
ANNIBALE Avrei dovuto prendere alloggio qui da voi, ma se la locanda è chiusa
MARTA Per gli amici di Gianni le camere non mancano mai. Siete arrivato da solo?
ANNIBALE Ci sono anche mio padre e mia madre: sono giù con i bagagli.
MARTA Allora vi occorre una stanza grande... questa, va bene?
ANNIBALE Direi di sì. (va alla finestra; a voce alta)... pa'... potete salire: la stanza è sopra! (a Marta)... arrivano.
MARTA Hanno bisogno di aiuto?
ANNIBALE Ci sono già i facchini che hanno scaricato dal carro. (si avvicina al tavolo)... e queste cartucce le lasciate qui?
MARTA Oh, guarda... me n'ero proprio dimenticata! Le porto via sùbito (si guarda in giro per cercare qualcosa). Avete visto una cassetta vuota da qualche parte?
ANNIBALE Potrebbe essere quella nella quale ho inciampato lì fuori.
MARTA Vado a vedere. (Esce. Rumore di chi inciampa ed esclamazione di dispetto. Rientra con una cassetta) Era proprio quella. (Raccoglie le cartucce sul piano del tavolo), Devono venire a prenderle fra poco: per questo avete trovato la porta aperta.
ANNIBALE Le avete preparate da sola?
MARTA No, con due amiche... (mostra le mani)... queste! Portate qualche novità da Melegnano?
ANNIBALE Anche lì si preparano, ma le novità proprio le aspettano da qui, da Milano.
MARTA (va con la cassetta verso la porta) Ce ne saranno presto.
ANNIBALE Voi dite?
MARTA Non avete visto quante coccarde tricolori ci sono in giro?
ANNIBALE E i "tugnitt" non dicono niente?
MARTA Fanno finta di non vederle. Oggi all'una ci sarà un corteo, dal Broletto a Monforte. (esce e rientra sùbito)
ANNIBALE Avete bisogno di aiuto?
MARTA Per che cosa?
ANNIBALE Non c'è altro da spostare?... (indicando) quella cassa, per esempio.
MARTA (toccandosi la fronte) E chi ci pensava più!... bisogna portarla via, certo... è piena di palle... (sollevando la cassa) datemi una mano, bravo pesa un po' eh? ce ne dev'essere un'altra da qualche parte, piena di polvere da sparo... non ricordo più dove l'ho ficcata.
ANNIBALE Se posso darvi un consiglio, io cercherei di tenerle più ordinate, certe cose.
MARTA Avete proprio ragione. (sono sulla soglia della porta)
ANNIBALE Stanno arrivando. A proposito, con loro, mi raccomando, silenzio assoluto.
MARTA Ma come... i vostri genitori, non sono con voi?
ANNIBALE Non sono al corrente: è meglio tacere.
MARTA Va bene.
(Escono. Rumori e voci fuori della porta. Entrano Amilcare e Adele. Amilcare avanza zoppicando, mentre Adele si ferma sulla soglia, dalla quale fa capolino una grossa cesta.)
ADELE Le ceste è inutile portarle dentro... (rivolta ad Amilcare)... possono restare qui fuori, no?
AMILCARE (cercando di raggiungere una sedia) Sì, se c'è posto.
ADELE Posto ce n'è.... (ai facchini che non si vedono)... scaricatele lì: tanto verranno a prenderle fra poco... così, piano... che c'è, ancora? ah, ho capito... Amilcare! Qui bisogna... (stropiccia il pollice e l'indice)
AMILCARE Vieni tu a prenderli: io non ce la faccio a fare un altro passo. (Adele si avvicina a prendere una moneta che porta ai facchini)... da Melegnano a piedi, non è uno scherzo.
ADELE Perché non sei voluto salire sul carro?
AMILCARE Con quello sballottamento? così i dolori li avrei dappertutto ora, invece. ce l'ho soltanto ai piedi.
(Rientrano Marta e Annibale.)
ANNIBALE Questa è la padrona della locanda.
AMILCARE Giusto voi! Si potrebbe avere un bacile con un po' d'acqua?
MARTA Certamente... il bacile è... (va verso il portacatino da camera, ma lo trova vuoto; a se stessa)... ma dov'è andato a finire? (cerca inutilmente per la camera, poi esce)
AMILCARE lo intanto mi levo le scarpe e le calze... ah!... neanche fossero stati pestati in un mortaio... (rientra Marta con un bacile e una brocca) oh, brava, grazie... (immerge i piedi nell'acqua)... ah, che delizia! è come se me li avessero riattaccati, ora, i piedi... (a Marta che sta versando).. piano con l'acqua, piano
MARTA Vi fa male anche il getto dell'acqua?
AMILCARE Sissignora, fa male. Avete mai provato a venire a piedi da Melegnano?
MARTA A piedi, proprio no.
AMILCARE Ecco, dovreste fare la prova, prima di parlare. (recitando) Ahi, Melegnan malvagia / mai più ti rivedrò!
ADELE (recitando) Oh, Milano agognata, conquistarti saprò!
MARTA Voi siete un attore, vero?
AMILCARE Sono il capocomico Amilcare Ricotti che domani sera aprirà la stagione di primavera del "Faravelli" di Milano. Questa è la mia famiglia: il resto della compagnia alloggia nel vicolo qui accanto.
MARTA Alla "Locanda della Pergola?"
AMILCARE E' sempre bene mantenere una certa distanza: la promiscuità non mi è mai piaciuta.
MARTA Ma sì, ora che vi guardo bene, mi ricordo... io vi ho già visto recitare, sapete?
AMILCARE E dove?
MARTA Proprio a Melegnano.
AMILCARE (un po' contrariato) Ah!
MARTA Lì ho una sorella sposata e ogni tanto la vado a trovare,
ANNIBALE E' la moglie di Gianni Andreini.
AMILCARE E chi sarebbe costui?
ANNIBALE Il pasticcere che ha il negozio in piazza a Melegnano.
AMILCARE Non ricordo.
ANNIBALE Ma se l'hai conosciuto anche tu!
AMILCARE lo non so niente delle tue amicizie... (con disprezzo) melegnanesi.
MARTA L'ultima volta che sono andata a trovare mia sorella, mio cognato ci ha portato a teatro.
AMILCARE ... dove avete trovato me. Che dramma rappresentavo?
MARTA Il titolo non mi viene in mente, ma ricordo bere quella scena con voi che correte sul palcoscenico con la spada sguainata.
AMILCARE Ah, è "Il bastardo dei Lancaster"!
MARTA Proprio quello!
ADELE E non ricordate altro di quella scena?
MARTA Mi pare proprio di no.
AMILCARE Che c'è di strano?
ADELE (un po' nervosa) C'è tutta la compagnia sul palcoscenico, in quel momento.
AMILCARE Che vuoi farci... a volte, nel ricordo resta una sola immagine che ha bruciato tutte le altre.
MARTA Deve succedere proprio così: io vedo solo voi su quel palcoscenico.
AMILCARE (ad Adele) La senti?
MARTA E' per via dell'emozione che mi hanno messo dentro le vostre parole.
AMILCARE (salta fuori dal bacile e, a piedi nudi, corre sulla scena agitando un'immaginaria spada) Dovunque ei si nasconda ritrovarlo saprò: l'odio che in me s'affonda soffocarlo non vo!
ADELE E i tuoi piedi? (lo guarda ironicamente)
AMILCARE ... Cos'hanno i miei piedi?
ADELE Non riuscivi più a muoverli... come se fossero stati pestati in un mortaio... "ahi Melegnan malvagia".
AMILCARE Dopo il bagno, mi sembra che stiano meglio.
ADELE Un'acqua miracolosa!
AMILCARE Beh... forse avevo caricato un tantino il tono.
ADELE Solo un tantino?
AMILCARE ... una coloritura un po' vivace per dare più rilievo, più spessore come attrice dovresti conoscerle certe astuzie, no?
MARTA Ah, perché anche voi siete attrice?
ADELE (risentita) E per chi mi avevate preso, per la serva di compagnia?
AMILCARE Certo che è attrice: la mia prima attrice, Adele Ricotti... Serpieri in gioventù, quando faceva l'ingenua nella compagnia di suo padre che batteva... (con un certo disprezzo)... la "bassa emiliana".
ADELE Come tuo padre, del resto.
AMILCARE Sì, ma Asdrubale Ricotti, mio padre, è risalito in Lombardia... e quando esplose a San Bonaventura al Monte con "Il vendicatore maledetto"
MARTA Con che cosa esplose?
AMILCARE Con uno dei suoi cavalli di battaglia che poi è diventato uno dei miei...
ADELE (stizzita) Tuo e basta? ci sei tu solo a recitarlo?!
AMILCARE Nostro,volevo dire.
ADELE Ma non l'hai detto. (gli volta le spalle)
AMILCARE Era sottinteso!... e come si può dimenticare quella Lucrezia che tu sai far vivere in modo così sublime?... (Si è avvicinato ad Adele che scrolla le spalle senza voltarsi) In questo petto alberga la fede che mi desti. Perché volgi le terga? iniquo mi credesti? (aspetta la risposta che non viene) Iniquo mi credesti?
ANNIBALE Via, ma', diglielo che non lo credi iniquo.
(Adele scrolla ancora le spalle)
AMILCARE (ancora alle sue spalle) perché volgi le terga?
MARTA E non volgetegli più le terga!
ADELE (voltandosi di scatto) E voi cosa c'entrate?
MARTA Mi dispiace vederlo così avvilito. In fin dei conti a voi cosa costa?
ADELE (guarda Amilcare con un mezzo sorriso) Mi avevi chiesto qualcosa?
AMILCARE Perché volgi le terga? iniquo mi credesti?
ADELE (con slancio) Giammai dolce signore cui la fede ho donato; giammai del vostro onore ho solo dubitato!
MARTA (scoppia in applausi) Brava!... bravissima!
ADELE Grazie... grazie
MARTA Siete stata magnifica.
ADELE Ma via, per così poco.
(Rumore di voci che viene dall'esterno. Marta, Annibale e Adele corrono alla finestra)
AMILCARE Cosa succede giù?
MARTA Gruppi che passano.
ADELE Mi sembra un po' strano
AMILCARE Che cosa?
ADELE Tanta animazione così.
MARTA Non c'è niente di strano, in questi giorni.
AMILCARE Siamo entrati a Milano da Porta Romana, e anche lì la strada era piena di sfaccendati.
ADELE lo continuo a non capire.
AMILCARE Non c'è qualche festa per aria? che santo è oggi?
ADELE (va a guardare un lunario appeso alla parete) San Cirillo... non credo che... ma domani è San Giuseppe.
AMILCARE Ecco: si preparano per la festa di San Giuseppe!
ADELE Veramente, non avevano troppo la faccia da devoti.
AMILCARE Cosa vuoi che sia, altrimenti... beh, io mi rimetto le scarpe.
MARTA Non avete più bisogno dell'acqua?
AMILCARE No, vi ringrazio.
(Marta esce con brocca e bacile; Amilcare si rimette calze e scarpe; Annibale è ancora vicino alla finestra e Adele va per sistemare la sua roba, ma si arresta vicino al letto.)
ADELE (sottovoce) Amilcare!
AMILCARE Cosa c'è?
ADELE (con un filo di paura nella voce) Questa camera è già occupata.
AMILCARE Come, occupata?
ADELE Sì, c'è qualcuno nel letto.
AMILCARE Ma cosa dici... chi vuoi che ci sia?!
ADELE Vieni a vedere, allora.
(Amilcare si avvicina e Adele gli fa cenno col capo. Amilcare sposta le coperte del letto fino a scoprire completamente due fucili)
ADELE Due fucili!
AMILCARE Strano!
ANNIBALE (Si avvicina) Eccoli, finalmente!
AMILCARE Finalmente?
ANNIBALE La padrona della locanda li stava cercando.
ADELE E che ci fa con questa roba?
ANNIBALE Non è sua... è di... suo fratello... che presta servizio nella gendarmeria.
AMILCARE ... e tiene i fucili qui, come se fossero bastoni da passeggio?! (a Marta che sta rientrando)... avete un fratello piuttosto bizzarro, voi.
MARTA (mentre Annibale le fa disperati cenni di intesa) Fratello... quale fratello?
AMILCARE Quello che fa il gendarme e che semina i fucili come il prezzemolo.
MARTA Ma io non...
AMILCARE (indicando i fucili) Non sono di vostro fratello... quello che è arruolato fra i gendarmi?
MARTA (riesce a capire) Ah, i fucili!... sì... sono di mio fratello... me li ha dati lui da custodire.
AMILCARE E voi li conservate alla perfezione: non c'è che dire!
MARTA Ma guarda dove s'erano ficcati!
AMILCARE Sotto le coperte, caldi, caldi.
MARTA Li stavo cercando, ma lì proprio non ci avevo guardato.
AMILCARE (ironico) Possibile?! Dove si tengono i fucili? nel letto, no?
MARTA Li porto subito via. (Prende le armi)
AMILCARE (accende la candela sul comodino e la porge ad Adele) Sarà bene dare un'occhiata per vedere se nel letto non ci sono altri inquilini... sotto magari, tra le tavole.
ADELE (si china con la candela sotto il letto, in cerca di insetti, e trascina fuori la cassetta della polvere) Sotto non c'è che questa.
MARTA (Si precipita con un urlo ad afferrare la cassetta) Via quella fiamma!... è piena di polvere, capite?
(Amilcare spegne la candela; rimangono per qualche attimo tutti e tre senza fiato; si ode il loro ansimare)
AMILCARE (con un filo di voce) Polvere... avete detto? (Marta fa cenno di sì con la testa)... da sparo? (Marta continua ad assentire)
ADELE (anche lei impaurita) E che ci fa una cassetta di polvere .. sotto il letto?
MARTA ... è... di mio fratello anche questa... lui va a caccia e
AMILCARE ... e noi saltiamo in aria!
MARTA La porto via sùbito... (ad Annibale)... mi date una mano, per piacere?
ANNIBALE (prende la cassetta) La porto io: voi prendete i fucili.
AMILCARE Non avete dimenticato qualcos'altro, per caso?
ADELE (tirando fuori due o tre sciabole dall'armadio) Ci sono anche queste.
MARTA Ah, sì!... che sbadata!
AMILCARE Niente, niente che vostro fratello ha una succursale dell'armeria, qui da voi... e questa? (mostra la pistola che è rimasta sul tavolo)
MARTA Quella è... un fermacarte... ma è scarica.
AMILCARE Ah, perché in giro ce ne sono anche di cariche?
MARTA Datemela qua: porto via anche quella. (prende la pistola ed esce con Annibale)
AMILCARE E' una locanda un po' strana, non ti pare?
ADELE Dici?
AMILCARE Perché, a te sembra una delle solite locande che frequentiamo?
ADELE Siamo a Milano, Amilcare!
AMILCARE E cosa vuoi dire? che qui si tengono i fucili in camera da letto?
ADELE Non siamo in provincia, qui, lo vuoi capire? non hai visto le donne che vita stretta portano?
AMILCARE Si vede che qui ci sarà anche la moda di dormire sulla polvere da sparo.
ADELE In ogni caso, è bene non stupirsi troppo, per non fare la figura dei provinciali.
AMILCARE Ma sì, in fondo hai ragione: siamo a Milano, è questo quello che conta.
ADELE Una volta, con mio padre, siamo capitati in un teatro vicino a Bologna, ma così vicino che vedevamo i campanili della città.
AMILCARE E mio padre? avrebbe dato l'anima per arrivare a portare la compagnia in una città importante... si sarebbe accontentato anche di Cremona... di Sondrio... non gli è mai riuscito... (va alla finestra; rientra Annibale) vieni anche tu, Annibale... venite tutti e due... (Adele e Annibale si avvicinano; Amilcare li stringe a sé in atteggiamento protettivo, poi indicando)... ecco: Milano! ce l'abbiamo fatta!... vi ricordate il giuramento di Vidigulfo?
ANNIBALE Ma non ce l'abbiamo mica in repertorio!
AMILCARE Cosa c'entra il repertorio? il giuramento solenne che feci io a Vidigulfo, ve ne ricordate?
ANNIBALE Io me ne ricordo: "fra un anno a Milano" dicesti.
AMILCARE La promessa l'ho mantenuta.
ADELE E dopo la stagione al "Faravelli", troveremo un altro teatro importante?
AMILCARE Lo troveremo.
ADELE Non ricascheremo in provincia?
AMILCARE Mai più!
ADELE Sei così sicuro del successo?
AMILCARE Sarà un trionfo, vedrai.
ADELE Come fai a dirlo così sicuro?
AMILCARE Tu non sai che cos'ho preparato.
ADELE Che cosa? parla!
AMILCARE A suo tempo: è un segreto.
ANNIBALE Dai, pa', vuota il sacco.
AMILCARE Ho detto di no.
ADELE Vuoi tenerci sulle spine?
AMILCARE E' un'idea formidabile: tutta Milano parlerà di noi... la nostra compagnia diventerà famosa... ci offriranno i maggiori teatri.
ANNIBALE E io che pensavo di ritornare a Melegnano.
AMILCARE Mai più! hai capito? mai più in un paese come quello, e in un teatro come quello.
ANNIBALE Ci volevano tutti bene... e ci. riprenderebbero a braccia aperte.
AMILCARE Abbiamo fatto un salto in avanti, lo capisci? Per noi incomincia una vita nuova.
ANNIBALE Però le abbiamo avute le nostre soddisfazioni al "Rinnovato" di Melegnano!
AMILCARE "Rinnovato" che cosa? quando rinnovato? al tempo degli Assirobabilonesi?!
ADELE Il palcoscenico lasciava un po' a desiderare, ma ne abbiamo avuti di peggiori.
AMILCARE Le aie dei contadini, i tavoli delle osterie.
ANNIBALE Non ti arrabbiare, pa'... a me tanto male non sembrava.
AMILCARE Ma tu, nella "Furia di Attila", cosa facevi?
ANNIBALE Un principe unno.
AMILCARE Ecco! Dovevi fare Attila sul trono, dovevi fare... con quella goccia maledetta che scendeva dal tetto e colpiva qui, a metà della testa, precisa, implacabile!
ADELE Perché non hai spostato il trono?
AMILCARE Ho provato, ma è stato inutile: la goccia mi seguiva dovunque mi mettessi, senza sbagliare un colpo.
ADELE Si vede che ce l'aveva con Attila.
AMILCARE E come Bonifacio VIII in sedia gestatoria, non era lo stesso? e come Salomone sulla cattedra di giudice, o Robespierre sui banchi della Convenzione, non c'era sempre la goccia, inesorabile, a colpire?
ADELE Avresti dovuto evitare i personaggi seduti.
AMILCARE Ecco! Lucippo filosofo della scuola peripatetica mi andava bene sempre sulla scena avanti e indietro... ma dovevamo anche cambiare, no?
ADELE (guardando per la strada) Sapete che questi preparativi per i festeggiamenti sono un po' strani?!
AMILCARE Cosa vuoi dire?
ADELE Tutta quella gente per la strada... e poi, quando c'è una festa, c'è più allegria.
AMILCARE Sono solo i preparativi.
ADELE Già... a un funerale, sembra che si preparino.
AMILCARE Ma qui siamo a Milano, non te lo dimenticare: qui la gente è più serena, più composta, più educata.
ADELE E' proprio vero!... guarda quello là con la scure sulla spalla... chi direbbe che con quelle mani è capace di spaccare la legna... e quell'altro con la falce da contadino, non sembra appena uscito dallo studio di un notaio o di un avvocato?
AMILCARE Siamo a Milano! aria nuova, più pulita, più frizzante! (indicando) là c'è il Duomo, vedete?... e là in mezzo c'è Corso Francesco che porta a San Babila... dall'altra parte, invece, si va verso il Castello... (si sporge dalla finestra)... laggiù... (trasale come colpito da qualcosa e guarda in alto)... e lassù c'è un maleducato!
ADELE (guarda anche lei in alto) Sono piccioni che volano sul tetto.
AMILCARE (si toglie qualcosa dai capelli)... però non si accontentano di volare soltanto.
ADELE Porta fortuna.
AMILCARE (riprende a indicare)... dall'incrocio qui in fondo incomincia Via del Mulino... (guarda in alto insospettito)... sccssscc, via di lì!... proprio dietro la casa che abbiamo di fronte c'è il nostro teatro, il Faravelli.
ADELE Dove domani sera... a proposito, che lavoro reciteremo?
AMILCARE Non ho ancora deciso. Aspetto una risposta. Ma è un lavoro del nostro repertorio... basterà una prova di memoria.
ADELE Ma bisogna saperlo qual'è questo lavoro, per mettere a posto i costumi. Non vorrai fare una brutta figura proprio qui.
AMILCARE Ci sarà tempo per tutto.
ADELE Oh, Amilcare, io ho tanta paura!
AMILCARE Ti ho detto che sarà un grande successo.
ADELE Se almeno sapessi qualcosa della tua idea.
AMILCARE Lo saprai più tardi
ADELE E perché non sùbito?
AMILCARE Ho detto di no.
ANNIBALE E' inutile, ma', lo sai che quando s'impunta.
AMILCARE Tu pensa a mettere a posto la tua roba... (fruga nella sua borsa)... e guarda se in mezzo c'è il ritratto dell'imperatore.
ANNIBALE Nella tua borsa sarà: io del tuo imperatore non so proprio cosa farmene.
AMILCARE Tieni a posto la lingua, intesi? (ad Adele) Ha frequentato qualche testa calda a Melegnano.
ADELE Lo sai che su certe cose non andiamo d'accordo.
AMILCARE (tirando fuori un ritratto) Eccolo (va ad appenderlo alla parete)... lo mettiamo qui.
ADELE (ironica) Perché non a capo del letto?
AMILCARE Meno ironia; ricordati che se siamo qui lo dobbiamo a lui.
ANNIBALE A Ferdinando l°?!
AMILCARE Sissignore, a Ferdinando 1°: imperatore d'Austria e re del LombardoVeneto... (accarezza il ritratto)... che Dio lo protegga e ce lo conservi a lungo.
ADELE Amen! E secondo te, sarebbe stato lui a farci venire a Milano?
AMILCARE Dobbiamo ringraziare lui.
ANNIBALE Ma se è stato il signor Faravelli a chiamarci.
AMILCARE E perché ci ha chiamato il signor Faravelli? perché ha un teatro.
ANNIBALE Questo è naturale.
AMILCARE ... e perché ha un teatro? perché l'ha comperato con i guadagni ricavati dal suo commercio.
ANNIBALE E cosa c'entra quello lì?
AMILCARE Chi ha incoraggiato e protetto il commercio a Milano e nel LombardoVeneto, se non Ferdinando I°, nostro amatissimo sovrano?
ANNIBALE L'ha incoraggiato e protetto per poterlo mungere di più con le sue tasse.
AMILCARE (alza le spalle) Con lui è inutile parlare.
ANNIBALE Ma se anche tu non fai che lamentarti per le tasse.
AMILCARE Lamentarsi per le tasse è una cosa e fare politica un'altra.
ANNIBALE E' lo stesso, pa'.
AMILCARE Ma cosa dici! un attore non fa politica: non può permettersi un lusso del genere.
ANNIBALE Vado giù a dare un'occhiata.
AMILCARE Passa alla locanda della Pergola, guarda come si sono sistemati gli altri e digli che si tengano pronti per la prova.
ANNIBALE Va bene. (esce)
ADELE (davanti alla finestra) Tu dici che è per la festa di San Giuseppe?
AMILCARE Cosa vuoi che sia, Adele?
ADELE Non lo so... comincio a preoccuparmi.
AMILCARE (si avvicina anche lui alla finestra)... A meno che
ADELE A meno che?
AMILCARE ... l'imperatore abbia avuto un figlio!
ADELE Ma cosa dici!... alla sua età!
AMILCARE A cinquantacinque anni può avere tutti i figli che vuole.
ADELE ... e sua moglie ne ha quarantacinque.
AMILCARE Perché, è obbligato a farlo con la moglie il figlio?
ADELE Amilcare, non dire sconcezze.
AMILCARE Che cos'ho detto di sconcio?
ADELE Ma sì, in fin dei conti parlavi di quello lì... (indica con la testa il ritratto)... non è mica uno di noi.
AMILCARE Lo capisci anche tu, vero?
ADELE Come no. Per loro, anche le cose più semplici hanno un altro nome. Prendi il compleanno, per esempio, per loro è il genetliaco, capisci? quand'è che celebri il tuo genetliaco, Amilcare?
AMILCARE Toh, non ci avevo mai pensato.
ADELE E quello che per noi sono le nozze, per loro non sono gli sponsali; e quella che per uno qualsiasi è l'amante, per loro diventa la favorita: senti che delicatezza! se poi due si mettono insieme senza sposarsi, per noi fanno una convivenza, per loro, invece, è un matrimonio morganatico.
(Scoppi di voce all'esterno)
AMILCARE Ma che succede là fuori?!
ADELE E se fosse una protesta... una rivolta?
AMILCARE Una protesta, magari, contro Casati, il podestà di Milano?
ADELE E perché non contro l'imperatore?
AMILCARE Ma cosa dici?! I milanesi amano il nostro imperatore: in giro non si sente che parlar bene di lui.
ADELE Per forza, con le spie che sono dappertutto. Non ci vuoi niente, sai, ritrovarsi nel fossato del Castello con una palla in fronte.
AMILCARE Solo i malviventi vengono giustiziati a Milano: non hai letto i proclami sui muri?
(Uno scoppio di voci e di rumori al di là della porta)
ADELE Questi non vengono di fuori.
AMILCARE Che succede?!
VOCE DI MARTA Ma che cosa volete? giù le mani!... che razza di modi!
(La porta si spalanca davanti a due gendarmi con fucile. Marta viene spinta brutalmente nell'interno)
MARTA ... entrare così in casa degli altri accidenti a voi!
ADELE Oh, mamma mia!
(Le due guardie si schierano ai lati della porta: entra un signore vestito elegantemente, il conte Bolza che si ferma al centro della stanza, quindi fa un piccolo cenno per indicare ai gendarmi di uscire e di far uscire Marta).
MARTA (mentre i gendarmi eseguono l'ordine ricevuto) Non mi toccate! esco da sola.
(I gendarmi escono dopo Marta e chiudono la porta. Bolza guarda fisso Amilcare).
BOLZA Il capocomico Amilcare Ricotti? AMILCARE Sì, sono io
BOLZA lo sono il conte Luigi Bolza, commissario di polizia agli ordini di sua maestà l'imperatore.
AMILCARE (inchinandosi) Onoratissimo di conoscervi, signor conte; ho sentito già parlare di voi... questa è mia moglie, la prima attrice Adele Ricotti. Serpieri in gioventù, quando faceva l'ingenua
BOLZA (interrompendolo) Avete già sentito parlare di me?
AMILCARE Certo, eccellenza: i vostri meriti, al servizio dell'imperatore d'Austria Ferdinando l° e di sua altezza imperiale larciduca Ranieri viceré del LombardoVeneto, sono ben noti.
BOLZA (fissa per un attimo Amilcare) Se mi conoscete, allora, ci intenderemo meglio.
AMILCARE Non ne dubito affatto, eccellenza.
BOLZA La polizia ha il còmpito di perseguitare e reprimere il male, lo sapete, ma ha anche il dovere di prevenirlo. Sono qui per questo.
AMILCARE Non volete accomodarvi signor conte?
BOLZA Siete abile, Ricotti, molto abile: devo confessarlo onestamente.
AMILCARE Anche voi mi avete sentito recitare?
BOLZA Non ancora, purtroppo, ma spero che vogliate farlo adesso, in privato.
AMILCARE E' un onore per me, eccellenza. E che cosa vi piacerebbe sentire?
BOLZA Lascio a voi la scelta... qualunque cosa va bene, purché ci siano nomi, molti nomi.
AMILCARE Nomi?... io non capisco.
BOLZA Andiamo, Ricotti, mi avete dato l'impressione di una persona sveglia: siete sorvegliato da quattro giorni, eppure avete sempre fatto finta di non accorgervene.
AMILCARE Io sorvegliato, e perché?
BOLZA Via, la parte la sapete benissimo: non avete bisogno del suggeritore.
ADELE Che cos'è successo, Amilcare?
AMILCARE lo non so niente.
BOLZA Ecco un cattivo inizio! Permettetemi questo giudizio come appassionato di teatro.
AMILCARE Volete avere la bontà di spiegarmi tutto per bene?
BOLZA Davvero volete fare questo torto alla vostra intelligenza?
AMILCARE Facciamoglielo pure, eccellenza.
BOLZA Non capisco che cosa vogliate negare, dato che tutto è partito da voi.
AMILCARE Da me?! (fa l'atto di continuare, ma l'altro l'interrompe)
BOLZA ... e badate bene che io non voglio andare a fondo alla faccenda, accertare se voi ci siete capitato per ingenuità o per malizia... non voglio indagare: sono troppo amico degli attori per farlo.
AMILCARE ... a quale faccenda voi
BOLZA (interrompendolo)... mi basta sapere il nome di chi vi ha dato il suggerimento, i nomi dei partecipanti al complotto, il luogo dove sono nascoste le armi.
ADELE Oh, mamma mia!
AMILCARE (sconcertato)... nomi... complotto...?!
BOLZA Andiamo, Ricotti, in fondo non è una cosa grave... anche se c'era l'intenzione, non è successo nulla. Datemi una mano perché continui a non succedere nulla.
AMILCARE (patetico e drammatico, tendendo le due mani con gesto teatrale) Tutte e due le mie mani, eccellenza, tutte e due sono vostre! ma, in nome di Dio, vi scongiuro, ditemi di che cosa si tratta.
BOLZA Bravo, Ricotti! una battuta da grande attore. Ne avete del talento, voi!
AMILCARE Troppo buono, eccellenza.
BOLZA Ma giacché vi siete messo in testa di recitare una parte, quella di chi casca dalle nuvole, anch'io reciterò la mia, quella del funzionario pignolo. Incominciamo da capo, allora... (legge un appunto)... quattro giorni fa, e precisamente il quattordici marzo, voi vi trovavate in un paese qui vicino, a Melegnano, impegnato in un ciclo di recite al teatro "Rinnovato".
AMILCARE (quasi fra sé) Sì, bella roba.
BOLZA Come avete detto?
AMILCARE Mi riferivo al teatro... rinnovato, per modo di dire.
BOLZA Insomma, c'eravate o no?
AMILCARE C'ero, purtroppo, c'ero... (fa il gesto della goccia che cade)
BOLZA ... infatti, proprio di lì era partita una lettera indirizzata a sua eccellenza Johann Joseph Franz Karl Radetzky, conte di Radetz e feldmaresciallo dell'esercito imperiale... (sventola un foglio sotto il naso di Amilcare) la lettera è firmata da voi, ma voi, probabilmente, direte di non saperne nulla.
AMILCARE E perché, eccellenza? la lettera è mia.
BOLZA Così va bene, Ricotti!
AMILCARE Sono stato proprio io a scriverla... ed è stato contento sua eccellenza di riceverla?
BOLZA (gli dà un'occhiata al di sopra del foglio che sta per leggere) La lettera dice: "Il prossimo diciannove marzo la mia compagnia debutterà al teatro Faravelli di Milano. Il sottoscritto invita la signoria vostra illustrissima, insieme con i valorosi ufficiali del vostro comando, a voler partecipare a questa serata che sarà dedicata in vostro onore.
ADELE Era questa la sorpresa che volevi farci?!
AMILCARE E non ti sembra geniale? (a Bolza) C'è anche un postscriptum.
BOLZA E' vero! questo è un vero capolavoro... dice: "Vi prego di scegliere tra i titoli che seguiranno, il dramma che volete veder rappresentato."
AMILCARE Mi è sembrato un atto di cortesia.
BOLZA (ironico) Ma si capisce! I titoli sono: "La morte del tiranno" "Un boia in agonia" e "Chi la fa l'aspetti".
AMILCARE Ho scelto nel nostro repertorio quello che poteva andar meglio per sua eccellenza.
BOLZA (ironico) Non ne dubito affatto, e neppure sua eccellenza ne dubita tant'è vero che ha mandato me per ringraziarvi.
AMILCARE Hai sentito, Adele?!... hai visto che avevo ragione?!... se sua eccellenza verrà al Faravelli con i suoi ufficiali, sarà una serata memorabile tutta Milano ne parlerà... (a Bolza)... spero, signor conte, che domani sera ci sarete anche voi.
BOLZA (irritato) Basta così, Ricotti! Anch'io apprezzo lo spirito, quando però non passa la misura. Chi vi ha messo in testa che una trappola così grossolana avrebbe potuto funzionare?
AMILCARE Quale trappola?
BOLZA Volete farmi perdere del tempo, eh?! Ma sarà peggio per voi.
ADELE (avvicinandosi a Bolza) Dev'esserci un equivoco, eccellenza guardate bene... mio marito non può aver fatto niente di male.
BOLZA (respingendola) Tacete voi! (ad Amilcare) Siete stato voi a ideare questo capolavoro?... e chi c'è con voi nel complotto?
AMILCARE (impaurito) Complotto contro chi, in nome di Dio?!
BOLZA Contro il nostro stato, contro il nostro imperatore.
AMILCARE Ma come può venirvi in mente, signor conte, che io Amilcare Ricotti capocomico, suddito fedele e devoto di sua maestà... come può venirvi in mente che io possa partecipare a un complotto contro il nostro grande, caro, amato Ferdinando... (si avvicina al ritratto alla parete e l'accarezza)
BOLZA Non vi sembra di esagerare con questa pagliacciata?
ADELE Ma è vero, eccellenza! Mio marito ama il nostro imperatore.
BOLZA E come può venire in mente, a voi, che in una Milano che ribolle sedizione e sovversione, che tesse nell'ombra una ragnatela di provocazioni, congiure, tradimenti... come può venirvi in mente che io creda alla serata in onore del feldmaresciallo Radetzky?!
AMILCARE Ma è così eccellenza! (Bolza ha un gesto di fastidio)
ADELE Oh, Dio, Amilcare!... ma allora, è proprio come nel "L'ombra del sospetto"
AMILCARE . Dici?
ADELE Ma certo! (recitando) Sorte avversa, matrigna fortuna, il mio nome nel fango hai gettato.
AMILCARE (recitando) Ma innocente tu sei: mai nessuna picciol colpa il tuo onore ha macchiato.
ADELE (recitando) Grazie, o amico del tempo giocondo.
AMILCARE (recitando) Che la speme non lasci il tuo cuore.
ADELE (recitando) Verità vo cercando nel mondo.
AMILCARE e ADELE (in coro, recitando) verità noi cerchiamo con ardore!
(La porta si spalanca ed entrano i due gendarmi con due o tre fucili ed altre armi che gettano sul pavimento. Uno dei gendarmi dice qualcosa all'orecchio di Bolza.)
BOLZA Eccola la verità!... non so se è proprio quella che cercate voi, però. Volete negare ancora, Ricotti?
AMILCARE Quelle armi non sono mie.
BOLZA Sono piovute dal cielo?
AMILCARE Io le ho solo viste di sfuggita, quando dovevano... (Si accorge di Adele che, alle spalle di Bolza, gli fa cenno di tacere)
BOLZA Avanti, coraggio.
AMILCARE Io non ho niente da dire.
BOLZA Se non sono vostre, a chi appartengono?
AMILCARE A me lo domandate? non sono mica il fratello... (Adele continua con i cenni)... che fra l'altro è uno dei vostri.
BOLZA Cosa state borbottando, Ricotti?
AMILCARE (s'è avvicinato alle armi) Ma dove sono state trovate?
BOLZA Nelle ceste qua fuori, fra i vostri costumi di scena.
AMILCARE Ma non sono mica armi vere, queste!... fucili di legno, spade di cartone... guardate... (raccoglie un pugnale)... muori o rinnegato! (Si colpisce al petto col pugnale a lama rientrante)... oggetti della nostra finzione, signor conte, per combattere rivoluzioni di palcoscenico.
BOLZA (anche lui si avvicina) E' vero! Solo imitazioni... (rivolge ai due gendarmi qualche parola sottovoce, ma concitata. I gendarmi battono i tacchi ed escono)... un falso allarme, scusate... questi trucchi di scena hanno tratto in inganno anche me... solo imitazioni... queste... e le altre?
AMILCARE Quali altre?
BOLZA Quelle che avete visto di sfuggita... delle quali dovrebbe sapere qualcosa un certo fratello.
AMILCARE Parole senza senso, eccellenza... lì per lì ho avuto paura e ho detto le prime cose che mi passavano per la testa.
BOLZA Continuate a dirle, Ricotti, continuate ad avere paura... ne avete il motivo, perché quello che sapete, ve lo tirerò fuori, in un modo o nell'altro, state certo.
AMILCARE lo non so niente, eccellenza.
BOLZA La situazione è gravissima e non posso fare complimenti. Date uno sguardo fuori della finestra... (si sporge dalla finestra)
AMILCARE (cercando di trattenerlo) No, signor conte (Bolza volta la testa verso Amilcare, ma sùbito dopo guarda verso l'alto, quindi si toglie qualcosa dai capelli)... troppo tardi, eccellenza (fa cenno verso l'alto e muove le mani per indicare uno sbattere d'ali)
ADELE Dicono che porti fortuna.
BOLZA (pulendosi le mani con un fazzoletto) Però siete voi ad averne bisogno di fortuna, credetemi... non è tempo di indulgenze, questo: lo stato va difeso con tutti i mezzi... (torna alla finestra, ma si tiene prudentemente all'interno)... guardate per la strada che cosa succede... guardate quella gente che si sta radunando.
AMILCARE E' per la festa di San Giuseppe.
BOLZA (gridando) Tacete! Ne ho abbastanza delle vostre buffonerie da saltimbanco! (muove qualche passo nervoso, poi si pianta davanti ad Amilcare; con voce alterata dalla collera) Allora, avete deciso di parlare?
AMILCARE (impaurito) Parlare di che, eccellenza?
(Bolza va deciso verso la porta e la spalanca. Appaiono i due gendarmi).
BOLZA (indicando Amilcare con un cenno della testa) Al Castello!
(I due gendarmi si precipitano su Amilcare e lo trascinano via.)
AMILCARE Dove mi portate?... perché?
ADELE (cerca di strappare il marito ai gendarmi) Lasciatelo stare... è innocente (corre a gettarsi ai piedi di Bolza)... vi supplico, eccellenza!
BOLZA (allontanandola) Via di qui!... (segue i gendarmi ed Amilcare che, prima di uscire, s'infila il berretto)
ADELE (si attacca al braccio di Bolza) Vi scongiuro!... (Bolza se la scrolla dal braccio ed esce. Adele è rimasta in ginocchio sul pavimento; si alza e va sulla soglia)... Amilcare!
MARTA (appare sulla soglia e abbraccia Adele) L'hanno portato via quei maledetti!
ADELE Sì... al Castello.
MARTA Non ci arriveranno al Castello con quel che c'è per la strada.
ADELE (piangendo) Per. lui è finita!
MARTA Non dite cosi... non è finito nulla... venite alla finestra (tenendola abbracciata, aiuta Adele ad avvicinarsi alla finestra)
ADELE . (indicando) Ecco... eccolo lì, in mezzo ai gendarmi!... Amilcare!
MARTA Non può sentirvi con la confusione che c'è.
ADELE Vanno verso la vettura.
MARTA Vedete che fatica fanno a passare... sì, così... non dategli il passo non fateli avvicinare alla carrozza ora li hanno presi in mezzo
ADELE ... il Bolza s'è staccato dagli altri... se ne sta andando per conto suo.
MARTA Guarda come se la squaglia, il farabutto corretegli dietro dategli una lezione!
ADELE Dov'è Amilcare, adesso?
MARTA E' sempre con i gendarmi, in mezzo a quel gruppo... ma non riescono a passare... ne hanno più di cento intorno... (sporgendosi dalla finestra e gridando)... è un onest'uomo!... lo lascerete portare al Castello?! non ha fatto niente di male!... così, bravi, così (ad Adele)... glielo strappano di mano!
ADELE Non vedo
MARTA Là in mezzo... ora stanno disarmando i gendarmi
ADELE Sì... le guardie cercano di difendersi... non ce la fanno... scappano
MARTA Cosa vi dicevo io?!
ADELE E' libero!
MARTA ... libero!
(Le due donne si abbracciano e saltano per la gioia)
MARTA Asciugatevi le lacrime ora... non fatevi trovare cosi... aspettate che vi dò il fazzoletto... (se lo cerca addosso inutilmente) . ma dove l'ho ficcato?!
ADELE Ne ho uno io... (si asciuga le lacrime)
MARTA (sulla porta) Sta salendo le scale
(Adele va verso la porta; entra Amilcare; abbraccio fra i due)
ADELE Amilcare... sei salvo!
AMILCARE Come Renzo Tramaglino.
ADELE Che?...
AMILCARE Alessandro Manzoni mi ha salvato.
ADELE Ma che dici?
AMILCARE Nei "Promessi Sposi", come scappa Renzo dagli sbirri, te ne ricordi? la strada piena di gente e Renzo che viene portato via, in mezzo alle guardie... e allora m'è venuto in mente di fare come lui, capisci? anch'io mi sono messo a parlare con la gente d'intorno... a dire: "non ho fatto nulla... son galantuomo... aiutatemi E tutto è andato nello stesso, preciso modo... vedi cosa vuoI dire la cultura!
ADELE Hai visto tu, invece, come ti ha tatto trattare il tuo imperatore, quello che ami così tanto?
AMILCARE (si avvicina al ritratto alla parete) Quanti malvagi operano in tuo nome povero Ferdinando eh, se lui lo venisse a sapere!
ADELE Non guarirai mai, tu. Adesso devi fuggire, però: torneranno in forze a riprenderti.
MARTA Siamo tutti in pericolo. E' meglio chiudere la locanda e andarcene.
AMILCARE Andarmene e rinunciare alla recita di domani?
ADELE La nostra pelle conta di più.
AMILCARE E sei proprio tu a dirlo? Che cos'hai imparato nella tua vita di attrice? Per noi, prima viene lo spettacolo di domani, poi il resto.
MARTA Lo farete davanti al boia, domani, lo spettacolo, se non ve ne andate in fretta.
AMILCARE ... e rinunciare al mio pubblico, qui a Milano? mai!
ADELE Cosa vuoi fare, allora?
AMILCARE Scriverò un'altra lettera a Radetzky.
ADELE (pronta) No, per carità! tutto, ma quello no!
(La porta si spalanca e Annibale entra in corsa)
ANNIBALE (gridando) E' scoppiata la rivoluzione a Milano!
MARTA Finalmente!
ANNIBALE (indica la finestra da dove vengono rumori di spari) Sentite?
AMILCARE Una rivoluzione contro il Bolza e i tipi come lui, vero?
ANNIBALE Contro gli austriaci, contro l'imperatore!
AMILCARE Non è possibile: i milanesi amano il loro imperatore.
ANNIBALE (indicando ancora la finestra) Senti come lo amano, pa', senti in tutte le strade si spara: dai tetti, dalle finestre... è incominciato quando i dragoni a cavallo hanno caricato il nostro corteo in Manforte.
MARTA Il corteo con Casati?
ANNIBALE ... appunto. Allora il corteo è ripiegato in San Babila... qui hanno incominciato a rovesciare le carrozze e a fare una barricata.
MARTA Barricata?!
ANNIBALE Sì, in tutta Milano si costruiscono barricate: i "tugnitt" non possono più circolare.
ADELE (ad Amilcare) Allora, non potranno neanche venir qui a riprenderti.
AMILCARE Le barricate?! E come farà domani sera la gente a venire a teatro?
ANNIBALE Ma quale teatro, Pa'?!... c'è la rivoluzione non hai ancora capito?
AMILCARE Che cosa capito, che per tutta la vita ho sognato un teatro a Milano
ADELE Ma non è colpa di nessuno se
AMILCARE ... e vuoi che ci rinunci per uno straccio di rivoluzione qualsiasi? (ad Annibale)... vai a chiamare gli altri: tra mezz'ora tutti a teatro per le prove.
MARTA (alla finestra) Non si può andare da nessuna parte: stanno costruendo anche qui una barricata. (tutti corrono alla finestra)
ADELE Hanno rovesciato la vettura del Bolza.
MARTA ... e dalle case portano fuori di tutto... tavoli, panche, materassi
AMILCARE ... e quelle due ceste lassù?!
ADELE Dove?
AMILCARE ... là, accanto al muro... non sono ? (preso dal sospetto, corre fuori dalla porta e rientra immediatamente gridando terrorizzato) sono le nostre ceste... le ceste dei costumi (si precipita fuori dalla porta)
ADELE Dove vai, Amilcare?!... (fa qualche passo come per seguirlo, ma torna alla finestra)
ANNIBALE Dov'è andato, ma'?
ADELE E chi lo sa cosa s'è messo in testa!
ANNIBALE (vedendolo per strada) Eccolo! dove vuoi andare, pa'?
ADELE Attento, Amilcare!
ANNIBALE Piano, pa'... piano!... (ad Adele e a Marta)... s'è buttato sulla barricata come se la volesse demolire... (colpi di fucile)
MARTA L'hanno preso per un "tugnitt"!
ADELE (gridando) Non sparate!... non è un austriaco... è un milanese! (altri colpi)... oh, mamma mia!
ANNIBALE Buttati a terra, pa'... a terra!
ADELE Amilcare!
ANNIBALE Ce l'ha fatta, ma'... ce l'ha fatta!... (corre alla porta e rientra subito dopo, aiutando il padre a portare nella stanza le due ceste)
ADELE Sei salvo!
ANNIBALE E' stata una pazzia, pa'... poteva andarti male.
AMILCARE I nostri costumi... era finita per noi, lo capisci?
ADELE E se ti avessero colpito?
AMILCARE E se... e se... cosa vai a tirar fuori.
ADELE Ma è stato un miracolo se... guardati il berretto.
AMILCARE Il berretto cos'ha il mio berretto?
(se lo toglie, l'osserva sconcertato e passa le dita nei fori provocati dai proiettili; traballa e, sorretto da Annibale, si accascia su una sedia).
PARTE SECONDA
SECONDO QUADRO
La stessa scena. Sono passati cinque giorni. E' l'alba: Amilcare e Adele sono nel letto matrimoniale. Amilcare salta in piedi e va a socchiudere la finestra: la scena si rischiara.
AMILCARE Adele, Adele!... (gli risponde un gemito sonnacchioso)... sei sveglia?
ADELE Cosa vuoi?
AMILCARE Sei sveglia?
ADELE Sì... (sbadiglia)... e poi, anche se fossi stata addormentata, adesso
AMILCARE Non hai sentito?
ADELE Che cosa avrei dovuto sentire?
AMILCARE Non suonano più.
ADELE Chi è che non suona più?
AMILCARE Le campane... non te ne sei accorta?
ADELE Ah, sì, le campane... si riposeranno un momentino... saranno stufi di tirare la corda.
AMILCARE Dopo cinque giorni di scampanio, senza interruzione, da tutte le chiese di Milano?
ADELE Proprio per quello, mi pare.
AMILCARE E hanno deciso adesso, tutti insieme?
ADELE Un bel momento doveva venire, no? o, secondo te...?
AMILCARE ... e non si sente più neanche uno sparo.
ADELE Dormiranno tutti a quest'ora.
AMILCARE Oppure
ADELE Oppure?
AMILCARE ... non c'è più nessuno contro cui sparare.
ADELE (allarmata) Vuoi dire che sono tutti morti? e Annibale che è in giro da cinque giorni
AMILCARE Calma... come corri!... non c'è più nessuno contro cui sparare perché, probabilmente, se ne sono andati.
ADELE Gli austriaci o i milanesi?
AMILCARE I milanesi, naturale. Vuoi che l'esercito imperiale, comandato da Radetzky, abbia lasciato il campo a quattro scalmanati?
ADELE Quattro?!... ma se erano tutti i cittadini
AMILCARE Si fa per dire.
ADELE Ma allora, bisogna scappare anche noi: i gendarmi verranno a cercarti. (si alza e incomincia a vestirsi)
AMILCARE Hanno altro per la testa, in questo momento.
ADELE Se sei il solo rimasto a Milano, verranno subito da te.
AMILCARE Ma se gli altri se ne sono andati e io sono rimasto, non è la dimostrazione che io non ho nulla da temere?
ADELE E tu vuoi fidarti di loro, di quel Bolza che è venuto qui?
AMILCARE Anche lui dovrà arrendersi all'evidenza dei fatti.
ADELE E se non si arrendesse?... oh, mamma mia, questo vuoI farsi portare davvero al Castello!... c'è ancora la barricata, giù?
AMILCARE (va alla finestra) C'è ancora... ma non vedo nessuno intorno.
ADELE Allora hai ragione tu: se ne sono andati.
AMILCARE Non è detta: magari stanno dormendo da qualche parte.
ADELE Se ne sono andati... altrimenti non avrebbero smesso di suonare dobbiamo sgombrare anche noi, prima che arrivino i "tugnitt"... rumori fuori della porta) eccoli! (la porta si spalanca ed entra Marta con un fucile a tracolla)... siete voi!... ah, che paura ho avuto!
MARTA Paura di che? solo Radetzky oggi può avere paura.
AMILCARE Come sarebbe?
MARTA Sì, il feldmaresciallo con i suoi ufficiali e i suoi soldati... stanno scappando verso l'Austria
AMILCARE Possibile?!
MARTA Fanno a gara a chi arriva primo... dovreste vedere!
AMILCARE Sarà un ripiegamento tattico.
MARTA Lasciandosi dietro armi e bagagli... gli ammalati e i feriti, persino.
AMILCARE Ho capito: è venuto l'ordine da Vienna. L'imperatore non ha voluto che le truppe intervenissero a fondo.
MARTA E questo chi ve l'ha raccontato?
AMILCARE Ma è chiaro: l'imperatore non ha voluto far massacrare i milanesi. Capite la generosità di quell'uomo, la nobiltà dei suoi sentimenti?
MARTA lo capisco che è meglio non andiate in giro a fare certi discorsi, oggi.
ADELE Vuoi andarti a cercare altri guai?
AMILCARE Non apro più bocca.
ADELE Finalmente! ho già da preoccuparmi per Annibale che non sappiamo dov'è andato a finire.
MARTA In quanto ad Annibale, se mi promettete di star calmi
ADELE Avete sue notizie?
MARTA No... cioè... notizie no, ma c'è lui che
ADELE E dov'è?!
MARTA Promettete di non strapazzarlo?
ADELE Ma no, certo... dov'è?!
MARTA ... fuori della porta.
ADELE (si precipita alla porta) Non c'è nessuno
MARTA Possibile? (va anche lei alla porta)... eppure era (ricordandosi) .. che sbadata! era per strada che l'ho lasciato... un momento... (va alla finestra e fa cenno di salire)... arriva sùbito.
ADELE (che s'era spostata verso la finestra, ritorna alla porta e, appena Annibale entra, l'abbraccia) Tutti questi giorni... senza darci notizie!
AMILCARE (indicando il fucile che Annibale ha a tracolla) E quello che cos'è?
ANNIBALE Questo... beh... è un fucile
AMILCARE Grazie dell'informazione. Un fucile per fare che cosa? Guiscardo nell' "L'astuto cacciatore" o Rodolfo in "Orme insanguinate"?
ANNIBALE Per mandar via gli austriaci... ho fatto anch'io la rivoluzione.
ADELE E noi che non sapevamo nulla... e dove l'hai fatta questa rivoluzione?... e poi, se proprio volevi farla, c'era una barricata anche qui sotto.
ANNIBALE Mi trovavo a Porta Romana e mi sono unito a un gruppo che veniva da Melegnano.
AMILCARE Proprio quelli di Melegnano ha scelto!
ANNIBALE Li conoscevo quasi tutti... c'era Giovanni Secondi, Giuseppe Dezza...
AMILCARE ... perché quelli di Melegnano, invece di starsene a casa... a riparare il tetto del loro teatro... pensano bene di venire a fare la rivoluzione a Milano!... capisci che cosa succede?
ANNIBALE ... ma poi ci siamo uniti a un altro gruppo che veniva da Lecco.. e insieme siamo andati a Lambrate... a dare l'assalto alla polveriera.
AMILCARE A rischio di saltare tutti per aria!
ADELE Oh, mamma mia!
ANNIBALE Beh, adesso è finito tutto.
AMILCARE Adesso tutto va a posto, vero... anche la tua coscienza?
ANNIBALE Beh, quella
AMILCARE ... la tua coscienza di attore di fronte a una parte che non era tua.
ANNIBALE Io fatto quello che mi sembrava giusto.
AMILCARE No: il tuo fucile è quello... (indica le armi di scena in un angolo) questo appartiene alla realtà e a noi spetta soltanto la finzione.
MARTA Doveva soffocare i suoi sentimenti?
AMILCARE Tacete voi che non siete un'attrice. Lui mi capisce, vedete? (indica Annibale che ascolta a capo chino)... e i nostri sentimenti noi non li soffochiamo... anzi, li presentiamo davanti a tutti, bene in evidenza, perché tutti possono vederli, anche quelli che siedono in ultima fila.
ANNIBALE Hai ragione, pa'.
AMILCARE Come hai fatto a dimenticare queste cose, a lasciarti invischiare in una vicenda così spudoratamente vera?
ADELE Via, Amilcare, non esagerare, adesso.
AMILCARE Perché, tu gli dài ragione?
ADELE No, ma... è giovane... deve ancora imparare.
AMILCARE Avrebbe dovuto capirlo da sé. Solo a un tipo come il Bolza può venire in mente che un attore si mescoli con la politica.
ANNIBALE Ma allora, pa', come lo spieghi che un grande attore come Gustavo Modena sia anche un politico e un patriota?
AMILCARE Lo vedi che non hai capito nulla? Non è Modena che va verso la politica, ma la politica che va verso di lui.
ANNIBALE Come sarebbe?
AMILCARE Lui sta recitando la sua illusione di un'Italia unita e indipendente ed ecco che alcuni politici s'innamorano dell'idea e se ne impadroniscono: un paio di scarpe già pronte, adatte per il loro piede.
MARTA Intanto, l'idea di un'Italia unita e indipendente non è un'illusione.
AMILCARE Non siete un'attrice, voi: tacete!
ADELE Ci mettiamo a discutere di politica, adesso giù stanno smontando la barricata.
AMILCARE (correndo alla finestra) Allora è finita sul serio!
MARTA Non ne eravate ancora convinto?
AMILCARE Allora tutto ritorna normale!... si riprende a circolare per la città si riaprono i teatri!... magari possiamo debuttare anche stasera Annibale! vai alla "Pergola" e riunisci la compagnia... che tutti si tengano pronti per le prove.
ANNIBALE Bene, pa'. (esce)
AMILCARE ... io vado a parlare con Faravelli... (va verso la porta)
ADELE E con che lavoro debutteremo? bisogna preparare i costumi.
AMILCARE Metteremo in scena "Giove soffre il solletico".
ADELE Una farsa?!
AMILCARE Dopo le tristezze di questi giorni, la gente avrà voglia di fare quattro risate, no?
ADELE Se hai deciso tu... (mentre Amilcare esce, va ad aprire le ceste dei costumi)... abito di Giunone, allora... signora Marta, avete un ferro da stiro da prestarmi?
MARTA Certo... in qualche posto deve pur esserci... (sta per uscire)
ADELE ... con dentro un po' di fuoco, naturalmente
MARTA Si capisce. (esce)
ADELE (rovistando nelle ceste)... no, cappelli Giunone non ne porta... e scarpe neanche... ecco, sandali... questi vanno bene... il peplo, ora... dov'è il peplo? dovrebbe esser qui... ah, eccolo!... in che stato, però... e qui è anche rotto... va bene che ci va sopra la fibula... fibula, fibula... dove s'è ficcata? qua sotto... no, non c'è... di qua, allora... questa no quest'altra... no... ah, eccola qui meno male... non ci vuoi niente a perderla qui in mezzo... il mio costume è al completo... poi penseremo anche a Giove e a Marte... (gridando oltre la porta)... allora, signora Marta, avete trovato il ferro? Sì? bene... come? è il fuoco che... possibile che non sappiate dove avete messo il fuoco?! (prende una coperta dal letto e la distende sulla tavola, sulla quale pone il peplo da stirare; entra Marta con il ferro)
MARTA Non trovavo la brace da mettere dentro.
ADELE La rivoluzione le è piaciuta tanto che, niente, niente, ne ha portato un pochino anche a casa sua.
MARTA Se è per quello, a casa mia la rivoluzione cè sempre stata. Sa, la sprecisione è sempre stata la mia virtù principale.
ADELE Ah, una virtù?!
MARTA Uh, cosho detto! non mi faccia far confusione.
ADELE No, per carità! non ce nè proprio bisogno.
MARTA Volevo dire difetto, ma lei ha capito lo stesso, vero?
ADELE Sì che ho capito... e sa cosa le dico? se anche lei se nè accorta di avere questo difetto, è un buon segno.
MARTA Proprio quello che diceva anche mio marito.
ADELE Non sapevo che avesse il marito.
MARTA Una volta, ce lavevo
ADELE Morto?
MARTA No, scomparso
ADELE Scomparso come?
MARTA Scomparso, scomparso così, allimprovviso ero andata a fare la spesa, e quando sono tornata non lho più trovato.
ADELE Oh, bella! E allora cosha fatto?
MARTA Sono andata a guardare in tutti i cassetti
ADELE Ma come! suo marito nei cassetti?!
MARTA Non mio marito loro! la collana, il braccialetto... Tutto quello che mi aveva lasciato la mia povera mamma.
ADELE Ma era scomparso loro o suo marito?
MARTA Tutti e due anzi, tre perché con loro cera anche una straniera che alloggiava qui alla locanda
ADELE Una straniera?
MARTA Sì, una che veniva dalle parti di Bergamo o giù di lì.
ADELE Oh, povera signora Marta: gliene sono capitate di tutti i colori!
MARTA Se non ha più bisogno di me, io vado un po a riposarmi.
ADELE Vada pure, grazie ah, il ferro
MARTA Il ferro, giusto! se lo trovo glielo porto.
ADELE Quello me lo ha già portato può riprenderlo perché ho finito.
MARTA E vero! non mi ricordavo più di averglielo già portato.
ADELE Con tutto quello che è successo, può capitare di perdere la testa.
MARTA In quanto a quella, finché resta attaccata qui, sono sicura di trovarla sempre.
(esce. Appare Amilcare: è sconvolto.)
ADELE Amilcare!... (gli corre incontro. Amilcare, barcollando, fa qualche passo nella stanza)... cos'è successo, Amilcare... ti senti male?!
(Amilcare guarda fisso davanti a sé e crolla su una sedia. Entra Annibale, anche lui molto turbato.)
ANNIBALE Hai già saputo, pa'? (Amilcare fa cenno di sì con la testa)
ADELE Saputo che cosa, in nome di Dio?!
AMILCARE (sussurrando) Non c'è più
ADELE Chi non c'è più?!
ANNIBALE Il teatro Faravelli, ma'.
ADELE E chi l'ha portato via?
ANNIBALE Distrutto... una cannonata... proprio nel centro... è crollato tutto.
ADELE Oh, mamma mia!
AMILCARE ... il nostro teatro!.... il tetto a pezzi sulla platea... tutto sbriciolato... il palcoscenico, i palchi
ADELE (inorridita) E chi è stato?
ANNIBALE Gli austriaci dai bastioni hanno sparato, prima di ritirarsi.
AMILCARE (balza in piedi infuriato) Maledetti!... il mio teatro hanno ucciso! infami... carogne!... (afferra un fucile in un angolo e fa per slanciarsi fuori).
ANNIBALE (fermandolo) Dove vuoi andare con quello? è un fucile di scena... (Amilcare esamina l'arma e si rende conto che è finta, allora la impugna come randello e fa per slanciarsi ancora avanti)... è inutile pa': sono scappati tutti... (Amilcare si rende conto dell'inutilità del gesto e getta via il fucile. Ad un tratto ricorda qualcosa: corre alla parete, stacca il ritratto dell'imperatore e lo fa a pezzi)
ADELE Questo, sì!
ANNIBALE Bravo pa': ce l'aspettavamo da tanto.
AMILCARE (getta i pezzi per terra e li calpesta) Brutta razza dannata! tutta la vita ho sognato un teatro a Milano!. e loro me lo prendono a cannonate... (singhiozza)... il mio teatro... vigliacchi!
ADELE Che sciagura!
AMILCARE Hanno distrutto anche me... e anche voi... tutta la compagnia hanno sterminato, con un colpo solo... e con la nostra, tutte le altre che sarebbero venute in futuro al Faravelli... non è fatto soltanto di muri un teatro: è vita, è sangue!... maledetti!... (singhiozza)
ADELE Cosa faremo, ora?
AMILCARE E' finita, Adele, finita.
ANNIBALE Non fare così, pa'... vedi, io avrei qualcosa da dirti, ma
AMILCARE Cosa c'è, figlio mio?
ANNIBALE ... ho paura di farti arrabbiare
AMILCARE Non c'è più niente, ormai, che possa toccarmi.
ANNIBALE ... se tu volessi, potremmo riprendere sùbito a recitare domani stesso.
AMILCARE A recitare dove?
ANNIBALE ... è un luogo che forse non consideri alla nostra altezza
AMILCARE Al punto in cui siamo? Ormai, davanti a noi, ci sono le piazze dei mercati, le fiere dei paesi... dove sarebbe?
AMILCARE ... a Melegnano.
AMILCARE (con uno scatto) Melegnano?!
ANNIBALE ... sì, pa'... alla polveriera, con noi c'era anche Lorenzi, il proprietario del "Rinnovato".
AMILCARE Quel villano rifatto!
ANNIBALE ... ha detto che, se vogliamo tornare a fare un'altra stagione, lui è d'accordo.
ADELE (dopo un breve silenzio)... è già qualcosa... mi pare.
ANNIBALE Certo che è qualcosa... mi sembra.
AMILCARE (dopo un altro silenzio) E io che avevo giurato che mai... mai...
ADELE Eh, i giuramenti, a quale fine sono mai destinati!
AMILCARE ... ma non prevedevo che il destino mi avesse riservato questa prova umiliante... questa nuova, sottile, crudele, raffinata offesa
ANNIBALE Puoi anche rifiutare, puoi.
AMILCARE Non temere: sono pronto a berlo il mio calice: fino alla feccia. (Si apre la porta ed entra Marta sventolando una lettera.)
MARTA Signor Amilcare: hanno portato una lettera per voi.
AMILCARE (prende la lettera e la rigira fra le mani)... compagnia Amilcare Ricotti... viene dal Teatro Lentasio di Milano.
ANNIBALE .... dove c'è Gustavo Modena che recita la "Divina Commedia"...
AMILCARE (che intanto ha aperto la busta)... è proprio lui che mi scrive!
ADELE Gustavo Modena?
AMILCARE (leggendo)... "Fratelli d'arte" capisci il grande Modena come mi chiama: fratello d'arte!
ADELE (che ha sbirciato alle sue spalle) Veramente ha scritto: "Fratelli".
AMILCARE (leggendo, emozionato) "Fratelli d'arte... in questa meravigliosa giornata di gioia e di gloria, vi stringo tutti al petto gridando: viva Milano, viva l'Italia unita!"
ANNIBALE Questa sì che è una soddisfazione, pa'!
AMILCARE (emozionato)... il più grande attore che esista... "Fratelli d'arte" ci ha chiamato... allora, significa qualcosa questo nostro mestiere?
ADELE Certo che significa.
AMILCARE (improvvisamente brusco)... e dobbiamo portarlo a Melegnano?!
ANNIBALE (timidamente) Dove, se no?
ADELE Se il grande Gustavo Modena ci ha scritto e ci ha chiamato "fratelli d'arte", vuoi dire che ha sentito parlare di noi, che ci conosce, che ci stima e allora, perché non potrebbe darci una mano?
AMILCARE Tu dici che...?
ADELE Una parola di Modena potrebbe essere decisiva, magari proprio per il Lentasio dove lui sta recitando ora... e il Lentasio sì che è importante!
AMILCARE Bisogna andare immediatamente a parlare con Modena: non c'è un minuto da perdere.
ADELE Io sono pronta. Lasciamo qui tutto?
AMILCARE Il bagaglio personale portiamo, il resto lo manderemo a prendere dopo... voi, signora Marta, vorrete custodircelo, spero.
MARTA Lo metto io in un posto sicuro.
ADELE (pronta) No: è meglio lasciarlo dove si trova... per essere sicuri di ritrovarlo sùbito.
(Impugnano i bagagli a mano ed escono in fila indiana: Amilcare, Adele e Annibale. La luce si spegne nella camera e si accende al proscenio. I tre riappaiono da destra, in marcia verso sinistra.)
ADELE Ma, scusa, Amilcare: Modena non ha compagnia in questo momento.
AMILCARE Credo proprio di no: Dante lo recita da solo.
ADELE E se per caso ti chiedesse...?
AMILCARE ... di entrare nella nostra7 vuoi che...? via, non correre con la fantasia.
ADELE E perché no, scusa...?
AMILCARE Cosa ti metti in mente, Adele!
ADELE Però, se...
AMILCARE ... Compagnia RicottiModena... anzi: ModenaRicotti, per rispettare l'ordine alfabetico... suonerebbe bene, eh?
ADELE Altroché!
AMILCARE Stiamo con i piedi per terra... (fa un passo falso)
ADELE Senza inciampare, però.
(Amilcare e Adele escono, ma rientrano sùbito dopo. Adele segue il marito)
ANNIBALE Non dovevate andare da Modena?
ADELE Nossignore: il capocomico Amilcare Ricotti, all'ultimo momento ha pensato bene di ritirarsi.
ANNIBALE E perché?
ADELE Vaglielo un po' a domandare... eh, Amilcare, è con te che parliamo vuoi darci qualche spiegazione?
AMILCARE Scusami... ma l'ho capito all'ultimo momento.
ADELE Che cosa hai capito?
AMILCARE Come una folgorazione improvvisa... un'idea che ti entra dentro a rischiarare tutto... la stanza che prima era buia, ora appare piena di stracci... e incominci a vergognarti.
ADELE Ma vergognare di che cosa, vuoi dirmelo?
AMILCARE Hai mai pensato al repertorio di Gustavo Modena? Alfieri, Schiller, Goldoni... Dumas, Voltaire... e che cosa presentiamo noi?... "Giove soffre il solletico"... oppure:" Il figlio della serva".
ADELE E' roba che è sempre andata bene
AMILCARE Nella provincia che abbiamo sempre battuto .. a Melegnano! ma qui siamo a Milano, capisci? qui il pubblico è raffinato, esigente: compagnia ModenaRicotti .. che cosa dànno stasera? "Il gobbo dei bassifondi" andiamo, è mai possibile?
ADELE Allora, dobbiamo buttar via tutto il nostro repertorio?
AMILCARE E perché no? Se quest'Italia dev'essere tutta unita, dovremmo pur trovarlo il modo di parlarci fra una regione e l'altra, no? un filo che unisce tutto il paese... e perché questo filo non potrebbe essere il teatro?
ANNIBALE (emozionato) Oh, pa'... hai detto una cosa magnifica, meravigliosa!
ADELE E dopo aver buttato via il repertorio. che si fa adesso?
AMILCARE Si va a Melegnano, no?
ADELE Con "Giove soffre il solletico"?
AMILCARE Beh, un repertorio non si può cambiare in un giorno... però, a pensarci bene, ce l'abbiamo anche noi un lavoro adatto per questo momento particolare.
ADELE E quale sarebbe?
AMILCARE "Arduino, marchese d'Ivrea, re d'Italia".
ADELE E' tanto di quel tempo che non lo tiriamo fuori... sarà pieno di polvere.
AMILCARE (impugnando i suoi due bagagli) E' il momento di spolverarlo. Adesso andiamo alla "Pergola", raccogliamo gli altri e li portiamo a Melegnano: domani sera, o al più tardi dopodomani, debuttiamo con "Arduino" al "Rinnovato".
ANNIBALE (prende i suoi bagagli) Bene, pa'.
ADELE (anche lei prende i suoi) Sarà una faticaccia.
AMILCARE (incominciando a camminare) Non c'è tempo da perdere: prova di memoria. Avanti dal prologo.
ANNIBALE (recitando) Strepito d'armi è il suono che addensando si va intorno a questo trono
AMILCARE (pronto) Questo lo tagliamo! io sul trono al "Rinnovato" non ci salgo!
ADELE (recitando) Arduino, marchese d'Ivrea, in Italia sta come rege cortese, simbolo d'amistà.
TUTTI (in coro, canterellando sottovoce) Vi... va... la... li... ber... tà!
ANNIBALE (recitando) Dell'alemanno Ottone il gioco scrollerà: la barbara invasione con l'armi osteggerà.
TUTTI (in coro, canterellando sottovoce) Vi... va... la li... ber... tà!
AMILCARE (recitando) Tradito infin dai suoi, il saio indosserà, dando un esempio a noi di fede e di umiltà. (canterellando sottovoce) Vi... va... la li... ber... tà!
TUTTI (in coro, in chiusura) Vi va la li ber tà!
TERZO QUADRO
La stessa scena in ombra. Sono passati cinque mesi: è l'agosto del 1848. Rumori di colpi battuti a una porta, poi di legno che si schianta; passi che salgono la scala, poi gli stessi rumori alla porta della camera. Entra un gendarme che va ad aprire la finestra: la camera si rischiara. lì gendarme torna alla porta dalla quale entrano Amilcare, Adele e Annibale, con il loro bagaglio a mano, spinti nell'interno dall'altro gendarme.
ADELE Piano! che bisogno c'è di spingere?
AMILCARE L'abbiamo capito che dobbiamo entrar qui.
ANNIBALE (accenna a una mossa di ribellione) Ma, insomma!
ADELE (corre a calmarlo) Per amor di Dio, Annibale!... (Annibale si lascia trascinar via dalla madre)... ne abbiamo già abbastanza di guai.
AMILCARE Stessa locanda, stessa camera.
ADELE La fantasia non è il loro torte, lo sai.
AMILCARE Chissà dove si sarà cacciata la padrona, la signora Marta.
ADELE Sarà scappata come la maggior parte dei milanesi... (si avvicina alla finestra)... guarda, per strada non c'è proprio nessuno. Oggi Radetzky fa il suo ritorno trionfale, e a riceverlo non troverà che i gendarmi e le spie.
ANNIBALE Ma, insomma, si può sapere perché ci hanno portato qui?!
ADELE Càlmati, Annibale: non c'è nulla da guadagnare a prendersela con quelli lì... (indica i due gendarmi ai lati della porta)
AMILCARE E, soprattutto, attenti a come parlate. Forse capiscono la nostra lingua meglio di noi... (va verso la finestra)... che caldo fa oggi!... (si sporge e si guarda intorno)... qui è tutto eguale... (guarda in alto e si pulisce) compresi i piccioni.
ADELE Cosa succederà, Amilcare?
AMILCARE Prima o poi lo verremo a sapere.
ADELE E se fosse per quella vecchia faccenda?
AMILCARE Mi avrebbero portato qui da solo, non ti pare?
ADELE Una ragione importante deve pur esserci, se hanno mandato una carrozza e due gendarmi a prelevarci a Melegnano... e, se lo domandassimo...? (indica con la testa i due gendarmi)
AMILCARE Cosa vuoi che sappiano loro! (si avvicina ai due)... ich freund Oesterreich... io amico Austria... (indica i familiari)... alles freund Oesterreich... ich lieben volk Oesterreicher... io amare popolo austriaco... io attore... shauspieler... (guarda i gendarmi impassibili e si allontana irritato) neanche il tedesco capiscono quelli lì!
ADELE (alla finestra) E' arrivata la carrozza del Bolza.
AMILCARE Finalmente sapremo qualcosa!
ADELE Ho paura, Amilcare.
AMILCARE E di che cosa?
ADELE Della faccenda dell'altra volta.
AMILCARE Quella è morta e sepolta (ad Annibale)... Tieni la bocca ben chiusa: adesso sta per venir qui una persona molto pericolosa.
ANNIBALE Cercherò di fare attenzione, pa'.
(Entra il Bolza: le guardie scattano sull'attenti.)
BOLZA (Si avvicina ad Adele e le bacia la mano) Cari amici, che gioia rivedervi!... come state, Ricotti? (gli dà la mano)
AMILCARE (un po' imbarazzato) Bene, eccellenza.
BOLZA (indicando Annibale) E questo è vostro figlio, immagino?
AMILCARE Infatti, signor conte... l'amoroso di compagnia, o primo attor giovane, come preferisce.
BOLZA Bene... bene... sono circa cinque mesi che non ci vedevamo, vero?
AMILCARE Cinque mesi, o giù di lì.
BOLZA Come va il vostro lavoro?
AMILCARE Stiamo preparando un nuovo repertorio: Shakespeare, Alfieri, Goethe.
BOLZA Molto interessante.
AMILCARE (ad Adele) Sei più tranquilla, ora?.. (a Bolza)... sapete, mia moglie era un po' preoccupata del vostro arrivo, e invece... (di nuovo ad Adele) come hai sentito, il signor conte si interessa di teatro.
BOLZA Ma perché preoccupata, scusate?
AMILCARE Sciocchezze... pensate un po', s'era messa in mente che voi voleste riaprire la faccenda della volta scorsa.
BOLZA Quale faccenda?... ah, sì, ricordo... no, per carità, che cosa andate a pensare!... quello fu un incidente originato da un equivoco... come è risultato dai fatti che sono seguiti.
ADELE Oh, che peso mi levate, eccellenza! Mi sembra di ritornare a respirare.
BOLZA Sarà un bel sollievo con il caldo che fa, no? (accenna a una breve risata)... ma veniamo al motivo della mia visita. Prima di tutto, però, voglio ringraziarvi per avere accettato il mio invito di tornare a Milano. AMILCARE Ah!... era un invito?!...
BOLZA Sì, e grazie di essere venuti.
AMILCARE ... un invito... un pochino insistente... (guarda verso i gendarmi.)
BOLZA Volete dire che quei due non sono stati abbastanza corretti?... (si avvicina ai gendarmi e rivolge loro qualche parola sottovoce. I due sbattono i tacchi ed escono. Bolza torna da Amilcare.) Vi prego di perdonarli: vengono dalle montagne della Croazia... poveri ignoranti che non conoscono le buone maniere... avevano ricevuto l'incarico di pregarvi di venire qui, e di proteggere... ecco, proteggere, il vostro viaggio. Nessuna costrizione, per carità: voi qui siete liberi, completamente liberi.
AMILCARE Ah, noi siamo...?
BOLZA Liberissimi. Ho perfino rispettato le vostre abitudini e ho voluto che foste alloggiati nella stessa locanda.
AMILCARE Avete fatto la prenotazione... (fa l'atto di far leva con un fucile)
BOLZA Eccoci di nuovo qui, dunque. A proposito! ho un messaggio per voi, Ricotti.
AMILCARE Per me?
BOLZA E sapete da parte di chi? Niente di meno che il feldmaresciallo Radetzky.
AMILCARE Radetzky?! e che cosa può volere da me?
BOLZA Volere, volere... sarebbe anche l'ora di smetterla di pensare che i rappresentanti del potere, quando si rivolgono a voi, lo facciano soltanto per prendere qualcosa, e non per dare.
AMILCARE E che cosa vorrebbe... darmi, allora, il maresciallo?
BOLZA Ricordate il vostro invito di qualche mese fa? Il conte Radetzky lo apprezzò moltissimo, ma purtroppo, per le note ragioni, allora non poté accettarlo.
AMILCARE (ironico) Voi non potete immaginare il dispiacere che provai.
BOLZA (ironico) Immagino benissimo, invece. Ma le cose sono cambiate, e oggi il conte Radetzky è in grado di darvi quella gioia che allora vi mancò. Sono qui per dirvi che il maresciallo interverrà, con gli ufficiali del suo comando, alla serata che voi organizzerete in suo onore, stasera, al teatro Faravelli.
ADELE (sbigottita) Ma come... Amilcare... noi dovremmo...?
ANNIBALE Che è questa roba, pa'?!
AMILCARE (a voce alta) Calma cos'è questa confusione?... (a Bolza)... sono onorato e lusingato, signor conte, della vostra proposta, ma purtroppo non mi è possibile accettarla.
BOLZA E perché no? Con il ritorno delle truppe austriache, a Milano è tornata la calma.
AMILCARE Non lo metto in dubbio, eccellenza, ma vedete, si dà il caso che il teatro Faravelli sia stato, per così dire, un po'... bombardato, sbriciolato, cancellato dal numero dei teatri milanesi.
BOLZA Vi riferite al deplorevole incidente del marzo scorso? a quel colpo che un cannoniere, probabilmente per distrazione, lasciò partire e che...?
AMILCARE Eh, già!
BOLZA Ma in questi cinque mesi il teatro è stato ricostruito. Non ne sapevate nulla?
AMILCARE No.
BOLZA Il signor Faravelli ha provveduto sùbito alle riparazioni e alle ricostruzioni necessarie. Oggi il suo teatro è rinato più bello di prima.
AMILCARE E il signor Faravelli è d'accordo che noi, stasera...?
BOLZA Il signor Faravelli, purtroppo, non è stato interpellato perché attualmente è assente da Milano, ma il suo teatro è disponibile lo stesso.
AMILCARE Vi ha lasciato le chiavi?
BOLZA No, ma...
AMILCARE Ho capito... avete il "passepartout" (fa l'atto di far leva con un fucile) Che peccato, eccellenza, che nonostante questo, lo spettacolo non si possa fare.
BOLZA Come sarebbe?
AMILCARE Che spettacolo si può fare noi tre? il resto della compagnia a Melegnano se l'è squagliata, quando ha visto che venivano a prelevarci pardon volevo dire, invitarci... loro non sapevano mica quale onore ci sarebbe stato riservato a Milano... e adesso, chi li pesca più?
BOLZA E proprio vero: siete solo in tre. Che peccato! avremmo potuto applaudirvi in qualcuno dei lavori del vostro repertorio... magari nel "La morte del tiranno"... o in "Chi la fa l'aspetti".
AMILCARE Purtroppo non si può.
BOLZA ... dovremo accontentarci di sentir recitare solo voi tre.
AMILCARE E che spettacolo sarebbe?
BOLZA Ve la caverete benissimo. Anche il maresciallo Radetzky saprà adattarsi alla causa di forza maggiore... anzi, saprà apprezzare maggiormente la vostra buona volontà.
AMILCARE Ma se non abbiamo neanche i costumi!
BOLZA Li manderemo sùbito a prendere a Melegnano: fra qualche ora saranno qui.
ADELE Ma... recitare che cosa, Amilcare?
ANNIBALE Noi non conosciamo lavori a tre personaggi.
AMILCARE Non so proprio che cosa si potrebbe recitare da soli.
BOLZA Scene staccate di drammi del vostro repertorio.
AMILCARE Già, ma quali drammi?
BOLZA (cominciando a innervosirsi) Scegliete voi, Ricotti.
AMILCARE Ah, è su un poveraccio come me che volete gettare questa responsabilità?!
BOLZA Ma che cosa state dicendo?
AMILCARE La scelta, signor conte, vi sembra cosa da niente? Se, per esempio, ci venisse in mente, a me e a mia moglie, di recitare la scena di Otello che strozza Desdemona
BOLZA Andrebbe benissimo.
AMILCARE E se qualcuno, che Dio ci scampi, in Desdemona vedesse la povera Milano... per così dire... strangolata dall'esercito austriaco
BOLZA Nessuno ci vedrà niente.
AMILCARE Oppure, mettiamo il caso, mi salta il grillo di tirar fuori una scena del Don Giovanni... ed ecco arrivare uno a dire che io ho voluto alludere al passato libertino dell'imperatore.
BOLZA (risentito) Ma quale passato libertino?!
AMILCARE Ecco, lo vedete... incominciate già voi, solo a parlarne lasciatemi rappresentare una scena del Don Giovanni, e sono già al Castello nelle mani del boia.
BOLZA (annoiato) Smettetela, Ricotti.
AMILCARE Credete che tutti siano generosi e tolleranti come voi? non sapete che Milano è piena di gente che desidera il male degli altri?... chissà quanti ce ne sono che vorrebbero vedermi impiccato... e con me voi, l'imperatore e tutta la sua corte.
BOLZA (gridando) Basta così! vi ho già detto quello che volevo... a stasera! (esce)
ADELE Che sciagura, Amilcare, che sciagura!
ANNIBALE E noi dovremmo dare spettacolo per Radetzky e i suoi complici?!
ADELE Eccola la stagione a Milano che ho sempre sognato!
ANNIBALE Pa'... non credo che vorrai
AMILCARE Tacete un momento!
ADELE Che vuoi fare, Amilcare?
AMILCARE Riflettere! (Si avvia verso la porta)
ADELE Dove vai adesso?
AMILCARE Dove possa stare un po' in pace, senza le vostre chiacchiere. (esce)
ANNIBALE Ma', io stasera sul palcoscenico, davanti a quei ceffi, non ci vado.
ADELE E credi che io ne abbia voglia?
ANNIBALE E se cercassimo di fuggire?
ADELE Per lasciare tuo padre nei guai? se la rifarebbero su lui.
ANNIBALE Tutti insieme, dico.
ADELE E cosa credi che faccia tuo padre in giro?
ANNIBALE Dici che...?
ADELE Prima di tutto. vorrà vedere se ci stanno sorvegliando.
ANNIBALE E difficile accorgersi se c'è una spia che ti segue.
ADELE E facile, invece: le strade sono vuote; tutti quelli che vedi sono dei loro. Chissà per chi vogliono farlo lo spettacolo, poi: i milanesi se ne sono andati, e quei pochi che sono rimasti, se ne stanno tappati in casa.
ANNIBALE Ne hanno di soldati e gendarmi per riempire una platea!
ADELE ... e poi, possono sempre... invitare... un po' di pubblico vero, no?
ANNIBALE Così possono raccontare a Vienna che a Milano la vita è ripresa tranquillamente... perfino i teatri sono affollati... Ma dove sarà andato pa'? per vedere chi c'è a sorvegliare, bastava che facesse il giro del fabbricato.
ADELE Tuo padre sta cercando un'idea e riuscirà a trovarla.
ANNIBALE Dici? A me, più che scappare, non mi viene in mente altro.
ADELE Tu non sai che situazioni è stato capace di sbrogliare, tuo padre. Mi ricordo che una volta, per un incidente di viaggio, ne mancavano otto alla compagnia, al momento di andare in scena. Beh, tuo padre riuscì a cavarsela lo stesso.
ANNIBALE Mise in scena un altro lavoro?
ADELE No: gli bastò modificare il titolo di quello programmato. Dovevamo rappresentare "Il bandito idealista", e lui lo fece diventare "Il bandito trasformista", cosi da solo rimpiazzò le otto parti.
ANNIBALE Ma, questa volta il rischio è più grosso.
ADELE Ce la farà, vedrai.
(La porta si apre ed entra Amilcare: è scuro in viso ed ha gli occhi bassi.)
ANNIBALE Oh, pa'... sei tornato!
AMILCARE (brusco) Che scoperta! non lo vedi che sono tornato?
ANNIBALE E un modo di dire... noi qui non vedevamo l'ora che tu tornassi.
(Amilcare è agitato: va alla finestra, fa alcuni passi per la stanza, ritorna alla finestra.)
ADELE Che cos'hai? mi sembri inquieto.
AMILCARE Che cosa strana, vero? Chissà da dove viene questa inquietudine?!
ADELE Non volevo mica offenderti.
AMILCARE Ma sono domande da farsi?
ADELE Scusa... non parlo più.
(Un silenzio. Amilcare riprende a passeggiare e a guardare fuori dalla finestra.)
ADELE (ha una gran voglia di domandare qualcosa) Eeee...?
AMILCARE Hai cambiato idea?
ADELE Perché?
AMILCARE Avevi promesso di non parlare più.
ADELE Ma qui siamo sulle spine, renditi conto.
ANNIBALE Si, pa', non possiamo continuare così.
ADELE Dobbiamo sapere che cosa hai deciso.
ANNIBALE ... in che modo possiamo cavarcela.
AMILCARE (con un gesto drammatico) Ma lasciatemi in pace!
(si allontana; Adele trattiene Annibale che vorrebbe dire qualcosa)
ADELE Lasciamolo in pace: è meglio. (un altro silenzio; Adele si avvicina alla finestra) Com'è curioso il clima di Milano! Siamo in piena estate, eppure si sta alzando la nebbia.
AMILCARE Nebbia?
ADELE Ma sì, come un fumo... (indicando)... là... (Amilcare si precipita alla finestra)... sembra quasi che stia bruciando qualcosa... un incendio sembra... (Si avvicina anche Annibale)... dietro la casa di fronte... proprio dove c'è il Faravelli... (spaventata)... oh, mamma mia!... e se fosse scoppiato un incendio al Faravelli?! (è assalita da un sospetto e si volta verso il marito) Amilcare!
(Amilcare corre al tavolo, abbandona la testa sul piano e scoppia in singhiozzi.)
ANNIBALE (al padre; con un filo di voce) il Faravelli sta bruciando!...
ADELE (al marito) Forse che...?
AMILCARE (fra i singhiozzi) Sì, sono stato io!... io l'incendiario, io Nerone, io Giuda Iscariota con queste mani sacrileghe ho bruciato un teatro!... ho tradito i nostri compagni... ho bruciato il loro pane, il pane dei loro figli!...
ADELE ... ma stasera non faremo lo spettacolo!
ANNIBALE Pa', sei stato grandioso!
AMILCARE ... mi sono macchiato del delitto più atroce... del più orrendo che uno di noi possa compiere!... ho bruciato un teatro che è la nostra casa, il nostro tempio... la culla dove siamo nati, il sepolcro dove finiremo... chi potrà mai perdonarmi?
ADELE Non avevi altra scelta... hai fatto ciò che dovevi.
ANNIBALE ... un'azione meravigliosa!...
AMILCARE Non sai quello che dici... mi sento addosso la maledizione dei miei antenati... un macigno che mi schiaccia!... ah, che cos'ho fatto!... avrei dovuto soffocare l'orgoglio e recitare per gli austriaci.
ANNIBALE Questo, mai!
AMILCARE Taci, tu, che non puoi giudicare! gli austriaci passano, ma il teatro resta... e si fosse trattato, almeno, del "Rinnovato" di Melegnano!...
ADELE ... e continua a bruciare... ora si vede persino il riverbero delle fiamme.
AMILCARE Non affondare più il coltello nella piaga... non hai cuore, dunque?...
ANNIBALE (Si avvicina alla madre alla finestra) Un incendio a regola d'arte!
AMILCARE Chi potrà mai assolvermi per questo peccato?... (Si alza e muove qualche passo vacillante per la camera)... nessuno!... sarà un rimorso che mi torturerà per tutta la vita... una pesante catena da trascinarmi dietro. (Si apre la porta e Bolza entra silenziosamente nella camera e ascolta Amilcare che, accortosi della sua presenza, incomincia a recitare) "... la tempesta che è dentro di me confonde nei miei sensi ogni affetto. Oh, ingratitudine dei figli!...
ANNIBALE (che non s'è accorto della presenza di Bolza) Che ti ho fatto, pa'?...(vede il Bolza e tocca col gomito la madre)
AMILCARE E' re Lear nella tempesta. No? o, non voglio piangere più!... scroscia pure, o pioggia: non mi fai paura! Oh, Regana, oh, Gonerilla. il vostro vecchio padre affettuoso che, generosamente, vi ha dato tutto quello che aveva..." (a Bolza)... una prova per la recita di stasera.
BOLZA Capisco... ci sono dei cambiamenti, però, per la recita di stasera.
AMILCARE Dei cambiamenti, e quali?
BOLZA Dato che il Faravelli non è più disponibile
AMILCARE (con finto stupore) Non è più disponibile, e perché?
BOLZA Andiamo, Ricotti, lo sapete meglio di me il perché.
AMILCARE lo non so assolutamente nulla, eccellenza.
BOLZA (con un sospiro di rassegnazione) E va bene! Con gli attori ci vuole pazienza: bisogna lasciarli recitare finché ne hanno voglia. Date un'occhiata fuori dalla finestra, Ricotti: è il Faravelli che sta bruciando.
ADELE Ma come... quel fumo laggiù?!...
AMILCARE Il Faravelli!... oh, che sciagura!... e com'è successo?
BOLZA Chissà
ADELE Ci vuole così poco con questo caldo.
AMILCARE ... magari basta il mozzicone di un sigaro buttato via sbadatamente.
BOLZA Magari.
AMILCARE E adesso?
BOLZA Lo spettacolo al Faravelli, ovviamente, non si può più fare.
AMILCARE Come mi dispiace!... avevamo già incominciato le prove.
BOLZA Continuatele pure, perché lo spettacolo lo faremo lo stesso.
AMILCARE E dove?
BOLZA Non ci sarebbe che da scegliere tutti i teatri milanesi sono disponibili.
AMILCARE (con un piccolo scatto) A questo non avevo pensato!
BOLZA Che cosa avete detto?
AMILCARE (riprendendosi) Non avevo pensato che, per fortuna, lo spettacolo si può fare in un altro teatro.
BOLZA Naturalmente... Ma, avete visto come sono poco sicuri i teatri a Milano?
AMILCARE E proprio vero!
BOLZA Così, per evitare qualche altra disgrazia, abbiamo deciso che lo spettacolo... lo faremo al Castello.
AMILCARE Ma... esiste laggiù un palcoscenico adatto?
BOLZA Lo stanno preparando: per stasera sarà pronto.
AMILCARE Eeee...? ... (vorrebbe opporre qualche eccezione, ma non sa bene quale)
BOLZA E?...
AMILCARE Nulla, signor conte.
BOLZA D'accordo così, allora.... arrivederci a stasera. (esce)
(Adele ed Annibale corrono incontro ad Amilcare)
ADELE E la fine.
ANNIBALE Non possiamo ,.. non dobbiamo
ADELE Non usciremo più dal castello!
ANNIBALE Occorre un piano preciso, pa'!
AMILCARE (con un ampio gesto della mano chiede silenzio) Stssss! calma: non perdiamo la testa... (alla moglie)... guarda se quel tanghero se n'è andato.
ADELE (corre alla finestra e ritorna) E partito adesso con la sua vettura.
AMILCARE Venite qui, allora... (li raccoglie intorno al tavolo, sul piano del quale traccia segni col dito)... qui è la locanda... e qui, in fondo alla strada, c'è la spia che sorveglia... ora, se noi anziché prendere a sinistra , svoltiamo a destra nel primo vicolo, possiamo andarcene senza essere visti da nessuno. Una volta usciti dai bastioni, c'è l'Osteria del Canale... lì prendiamo una carrozza con due buoni cavalli e stanotte passiamo il Ticino.
ANNIBALE Andiamo in Piemonte?
AMILCARE Per salvare la pelle, non c'è altro da fare.
ADELE Non perdiamo tempo, allora.
AMILCARE Neanche un minuto... i bagagli.
(Ognuno afferra i propri bagagli e, in fila indiana, si presentano alla porta. Apre Amilcare e varca la soglia, ma un gendarme lo ricaccia brutalmente indietro col fucile. Amilcare richiude la porta e vi si appoggia contro.)
AMILCARE (disperato) Questi non c'erano, prima!
ANNIBALE Ora è proprio finita!
ADELE Dobbiamo arrenderci, ormai... ma potremo sempre dire di aver recitato con le baionette alla schiena.
AMILCARE (risollevando a poco a poco la testa) C'è un'ultima carta da giocare... (va verso la finestra, ritorna al centro)
ANNIBALE Quale, pa'?
AMILCARE (con voce sicura) Locanda della Posta di San Martino Cremonese!
ADELE (solleva anche lei la testa, colpita da un ricordo) Dici che sarebbe possibile?!
AMILCARE Perché no... anche se sono passati tanti anni.
ADELE (va alla finestra, getta fuori un'occhiata e torna al centro) E perché no?
AMILCARE (con allegria e sicurezza) C'è anche questo nel nostro repertorio, signor conte!
ADELE (anche lei allegramente) Questo non ve l'aspettavate di certo, eccellenza!
AMILCARE Al lavoro, adesso!
ANNIBALE Cosa c'è da fare, pa'?
AMILCARE Ma come, non hai ancora capito?
ADELE E come può saperlo, poverino: era appena nato, lui.
AMILCARE E vero! Non può ricordare.
ANNIBALE Che cos'è successo a questo San Martino?
ADELE (tirando fuori le lenzuola da letto) Ci siamo calati in strada dalla finestra della locanda... con queste... (incomincia ad annodarle)
AMILCARE Eravamo senza un soldo e non mangiavamo da due giorni.
ADELE ... e quella sera non ce l'abbiamo fatta a resistere... e ci siamo mangiati i soldi dell'alloggio... era un solo pernottamento... non l'abbiamo poi messo sul lastrico quell'oste... è come se avesse pagato una tassa all'arte.
AMILCARE (annodando anche lui)... e che le tasse devono servire soltanto a mantenere soldati e spie?!...
ANNIBALE (ridacchiando) Questa, poi!... calarsi dalla finestra con le lenzuola!... (anche lui comincia ad annodare)
AMILCARE ... come Manfredi nella "Torre dei fantasmi"
ADELE Lo vedi com'è utile il teatro?
AMILCARE (disfacendo il lavoro di Annibale) Ma no!... il nodo non si fa così il lembo deve passare di qui per non sciogliersi... (alla moglie)... ma non gliel'ha insegnata nessuno la storia del teatro a questo ragazzo?... (aiutandolo)... ecco, così... bravo... non si finisce mai di imparare nel nostro mestiere.
ANNIBALE Cosa vecchia, pa': quando occorre, bisogna anche saper riparare un costume o dipingere una scena.
AMILCARE Cosa vuoi che sia quello? Allora, se tosse così facile, tutti potrebbero farlo, l'attore.
ANNIBALE Facile saper far tutto, e saper tare a meno di tutto... anche del cibo, qualche volta?
AMILCARE Non è difficile digiunare: è più difficile avere un pezzetto di pane piccolo così e doverlo dividere in due o tre parti.
ANNIBALE Dimmelo tu, allora, che cosa c'è di difficile.
AMILCARE Cosa c'è di difficile? lo senti, Adele, che cosa mi chiede nostro figlio?
ADELE Lo sai che mi sento dentro una cosa strana... mi sembra d'essere ringiovanita
AMILCARE E per me no?... è come se gli anni mi fossero caduti di dosso.
ADELE ... avrei voglia di rifare le parti che facevo da giovane.
AMILCARE ... e io?... sai cosa vorrei rimettere su? Il "Don Giovanni"!... ecco, Annibale: forse questa è una delle cose difficili.
ADELE E perché?... saresti un Don Giovanni un po' maturo, ma ancora affascinante .. io, invece, come Donna Anna
AMILCARE Perfetta! ancora perfetta... (si abbracciano)
ADELE Ed ecco, Annibale, un'altra cosa difficile: riuscire a crederci.
AMILCARE Del resto, non è poi tanto tempo fa che l'abbiamo recitato il Don Giovanni.
ADELE Vent'anni fa, almeno... eravamo in Valtellina... mi ricordo di quell'inverno così gelido
AMILCARE ... per scaldarci, nel letto ci mettevamo addosso anche i costumi di scena
ADELE Che bei tempi!
ANNIBALE Come "bei tempi"?!
AMILCARE Ecco un'altra cosa difficile... vedi, neanche tu l'hai capita.
ANNIBALE Ma come "belli"?... vi guardate indietro e non vedete che fame, freddo, miseria...?
AMILCARE Davvero, Adele, a questo figliolo bisogna fargli fare un altro po' di scuola di recitazione.
ADELE Intanto ha imparato ad annodare le lenzuola: è già qualcosa.
ANNIBALE Ma tu, mamma, ce la farai a scendere con queste?
ADELE Cosa vuoi che sia! A San Martino avevo anche te da portar giù.
ANNIBALE E come hai fatto?
ADELE Ti avevo avvolto nelle fasce e ti tenevo con i denti.
AMILCARE Eri degna di una statua in quel momento.
ADELE E bello, Amilcare, ritornare giovani, ogni tanto.
ANNIBALE Certo che, con quello che mi avete raccontato, mi avete dato poche speranze per il futuro.
AMILCARE Cosa vorresti dire?
ANNIBALE Anche a me toccherà la vita che avete fatto voi? la miseria, i sacrifici?
AMILCARE Ma no, cosa dici!... sei nato in un'epoca fortunata, tu... le cose stanno per cambiare nel nostro mestiere.
ANNIBALE Sei sicuro che cambieranno?
AMILCARE Non c'è il minimo dubbio. LItalia sarà tutta libera e unita, e al teatro verrà data la massima importanza.
ADELE le autorità non penseranno altro che a istruire e a far divertire la popolazione.
ANNIBALE Ma siete proprio sicuri?
AMILCARE ... e non ci sono musei dove tutti possono imparare, o i giardini aperti al pubblico, dove chiunque può svagarsi?... e cosa c'è se non il teatro, che possa fare le due cose insieme?
ANNIBALE Certo che se fosse vero
AMILCARE Sarà così ti dico: non può accadere che questo.
ADELE Che mestiere meraviglioso sarà quello dell'attore nei prossimi anni!
AMILCARE ... io vedo tanti teatri moltiplicarsi nelle città, nelle province, teatri grandi, splendidi, tutti scintillanti di luci, pieni zeppi di gente felice che applaude entusiasta
ADELE ... sì, applausi scroscianti, applausi che non finiscono mai... dalla platea, dai palchi, dalle balconate... un delirio di applausi
AMILCARE ... torrenti, cascate di applausi... fiumi travolgenti di applausi
ADELE ... applausi
AMILCARE ... applausi
(Amilcare e Adele, immersi nel sogno, guardano in alto sorridenti. Una breve pausa)
ANNIBALE Pa'... mamma... tornate a terra: c'è la corda da finire.
AMILCARE (trasale) Cosa? ah, già la corda... sotto, che ci manca poco.
ADELE Ci perdiamo a sognare gli applausi... e invece, chissà cosa ci capiterà al di là del Ticino.
AMILCARE Cosa vuoi che càpiti... cercheremo di rimetter insieme la compagnia e ricominceremo a recitare.
ADELE A recitare chissà dove, però. Addio Milano!
AMILCARE Ma non i milanesi: quelli li troveremo tutti dove andremo... a Novara, a Vercelli... e, perché no... forse anche a Torino. Verranno tutti a sentirci, quando sapranno che veniamo da Milano... (riprendono a sognare) vedrai che accoglienze ci faranno!... i teatri dove andremo saranno sempre esauriti.
ANNIBALE (toccando gli il braccio) Pa'... siamo qui.
AMILCARE (trasale) Eh... che c'è?
ANNIBALE La corda è pronta.
AMILCARE (controlla i nodi )Sì... sì... va bene.
ADELE Hai detto Novara, Vercelli... e forse anche Torino?
AMILCARE Naturale. E ai teatri di quelle città che bisogna puntare. (trascina le lenzuola annodate fino ad un ferro accanto alla finestra)... la fisseremo qui.
ADELE E con che cosa ci presenteremo?
AMILCARE Incominceremo con l'ultimo lavoro che abbiamo messo in repertorio: l"'Amleto".
ADELE Oh, mamma mia! l'abbiamo provato così poco.
AMILCARE Giusto! prova di memoria, allora.
(la corda è fissata)
ANNIBALE Vado giù io per primo, pa'.
AMILCARE Occhi aperti, mi raccomando. (A voce alta) Atto primo, scena seconda... re, regina e Amleto in scena... (al figlio che ha scavalcato il davanzale)... aspetta la battuta
ADELE "Non lasciare che tua madre ti preghi invano, Amleto: resta con noi, ti supplico, non andare a Vittemberga."
ANNIBALE "Vi obbedirò come meglio posso, signora". (scompare al di là del davanzale)
AMILCARE (che ha seguito la sua discesa, piano ad Adele) E arrivato. (recitando) "Bene! questa sì che è una risposta bella e affettuosa! Resta con noi ed eguale a noi in Danimarca. (Adele intanto s'è avvicinata al davanzale) Venite, mia regina... (Adele scavalca il davanzale e scompare. Annibale segue la sua discesa)... il gentile e spontaneo consenso di Amleto si stende come un sorriso sul mio cuore" (scavalca il davanzale e scompare).
FINE