A SUA IMMAGINE

di

Roberto Russo



SCENA I

(La scena appare molto essenziale: una poltrona e, quasi di fronte ad essa, ma spostato verso sinistra, un tavolinetto basso e solido. Sul tavolino è poggiata una valigia aperta, degli abiti ingombrano la poltrona. L’uomo ha fra i 35 ed i 40 anni. Si chiama Giacomo Rispoli. Egli appare molto attento nel sistemare, ad uno ad uno, i vestiti all’interno della valigia. Compie questo gesto tre, quattro volte e poi gli capita fra le mani un libro che troverà proprio sotto i vestiti che ha appena sistemato. Lo rigira fra le mani e sorride…Parla a voce alta come se si rivolgesse a qualcuno che può ascoltarlo da un’altra stanza..Alza in alto il libro, e scandisce…)

GIACOMO “….George Byron!” Non sarei mai potuto partire senza di lui! Toglietemi i pedalini, privatemi pure delle camicie, ma non di Byron!....A proposito, mamma, ti ho mai parlato di John William Polidori?

(Come se avesse udito un’osservazione…)

“Salto di palo in frasca…?” No…

(Ripone il libro nella valigia e riprende a sistemare gli abiti)

…in qualche modo ha a che fare con Byron…Nel modo peggiore, e ti spiego: Polidori era uno di quelli che nascono con la sfortuna attaccata addosso come una seconda pelle….
Hai presente quelli “nati con la camicia”?...Bene…Polidori era nato con la camicia messa al rovescio…Non si può definire un caso unico, ce ne sono molti in giro ma li scopri solo alla fine, quando li vedi passare in catene dietro al carro del vincitore…Polidori faceva il medico ed era anche un discreto scrittore….
Non c’entra niente il dottor Cassese! Il nostro medico, al massimo, scrive le ricette….le poesie le tiene per lui…quelli sono sfoghi, mamma! Te ne ha mai fatta leggere una? …E meno male! Se scrive le poesie come fa le prescrizioni, stiamo freschi! Ha una calligrafia assolutamente illeggibile!
….Polidori era tutta un’altra faccenda! Scriveva storie che erano anche abbastanza apprezzate e, ad un certo punto….il colpo di fortuna! Gli pubblicano un racconto ma, quel giorno, al tipografo, chissà cosa gli passava per la testa….! Forse aveva bevuto troppo…o aveva fatto sciarra con la fidanzata….insomma: il tipografo sbaglia nello stampare il nome dell’autore e, al posto di Polidori, in cima al racconto, incide…. “ George Byron”……Certamente! Era solo un refuso, ma di quelli che ti cambiano la vita! Poi, vallo a spiegare a un’intera nazione, o a un intero continente che si trattava di un errore! Il nome di Byron schiacciò quello di Polidori….Due anni più tardi il medico, povero e solo, si uccide con il veleno e Byron raccoglie il grande successo per un racconto che non aveva mai scritto….

(Sospira, riprende a riporre i vestiti nella valigia) 

Eh…lo so che fa pena…ma fa anche ridere! E’ la macchina comica. Si ride perché qualcuno cade e si spacca la testa…Alla fine, esistono solo due grandi categorie: essere Byron? O essere Polidori?

(Con stupore prende un indumento dalla poltrona. E’ incredulo. Ha quasi terminato di fare la valigia)

Mi hai messo anche la sciarpa!? Ma siamo alla fine di Giugno! Lo so che è elegante….Trento sarà anche una città fredda…ma non è il Polo Nord!

(Sistema la sciarpa nella valigia. La chiude. Appare compiaciuto)

Dici la verità: sei orgogliosa di tuo figlio? Pensa all’invidia della signora Zanchetta e di tutti i vicini…! Oggi, 28 giugno 1913, tuo figlio, Giacomo Rispoli, diventa l’istitutore del conte Vladimir Upìer! Nobiltà polacca, cara mia, mica ciociole! 

(Saggia il peso della valigia)

Plasmerò il giovane nobile, esattamente, a mia immagine! 
Per me, è una nuova era!

(Prende la valigia e si rivolge verso il fondo)

Sono pronto!


SCENA II
(Rumore di treno in corsa, stridio di rotaie. Si alternano veloci luci ed ombre, alle quali fanno seguito momenti di assoluto chiarore anche durante lo svolgimento della scena. Giacomo è seduto in poltrona. La valigia è posta sul tavolino. L’uomo pare discorrere amabilmente con un compagno di viaggio, si sporge, ogni tanto, come ad osservare qualcosa che ha notato all’esterno, si ricompone al proprio posto…)

GIACOMO ….Nonostante la bella stagione…temperatura freddina….Sarà che non ci sono abituato. Vengo da molto lontano, caro signore. Per lei, probabilmente, un trasferimento da Bergamo a Trento è una passeggiata, per me, invece, è l’ultima tappa di un lungo viaggio…Dal nostro Sud, in cima, fino al confine…..(Ride)
Ma….vede….io non li chiamerei “crucchi”…Lo so che scherzava, ci mancherebbe! Sinceramente ho grande simpatia per gli Imperi Centrali…Le dico come la penso: Parigi, che è bellissima, non varrà mai né Vienna, né Berlino…Non ho nulla contro i francesi ma, credo, che ciò che hanno dato gli austriaci, e soprattutto i tedeschi, alla cultura europea, sia, davvero, non paragonabile…Lo stile, l’eleganza, l’austerità…e poi, non dimentichiamoci che siamo anche alleati! Certo, in passato ce ne hanno fatte passare di tutti i colori! Ma ora…..per non parlare di Nietzsche! Guardi, io ho un’ammirazione…..(sorpreso, deluso)
Davvero!? Le sembra un “esaltato”!?
E allora, secondo lei, voler delineare un uomo nuovo, senza sovrastrutture, e senza inutili retoriche…vuol dire essere “esaltati”!? Oddio, ognuno ha la sua idea, ma il nostro nuovo secolo è proprio come questo treno….veloce, un fulmine meccanico che distrugge l’oscurità dell’ignoranza….E’ una liberazione! L’uomo vuole, e può, ciò che vuole! Senza debolezze!
(trasale) …Io… “ borghese”!? No, caro signore, lei è proprio fuori strada…Se il tempo ce lo permette, così, in due parole, le dico chi è Giacomo Rispoli….Mia madre faceva la stiratrice, mio padre è morto quando, ancora, ero molto piccolo…Come vede, come si dice, vengo “dabbasso”. Quindi, non ho l’abitudine di guardare il resto dell’umanità dall’alto….
(sarcastico) …Oh…ma lei ha preso una fissazione contro Nietzsche! Io non credo nell’eguaglianza, credo che l’eguaglianza si conquisti…credo in un livello “alto” dell’umanità…
(Come se rispondesse ad un quesito appena posto)
…Le dirò: si e no…Credo in Dio, ma non in tutto quello che c’è attorno…preti, chiesa e piacevolezze di questo tipo…Sono stato tirato su dai preti e non li ho mai potuti sopportare…Se le dovessi descrivere la faccia dell’ipocrisia, le disegnerei la faccia di un prete…Per ragioni economiche, quand’ero ragazzo, sono stato in convitto e, le assicuro, che non era una passeggiata! Imparai, subito, a catalogare i preti con, quella che definivo, la “prova del granone”…I preti migliori erano quelli che punivano i ragazzi facendoli inginocchiare, per una mezzora, sul granone. ….E poi c’erano i peggiori…quelli che ti venivano a consolare alla fine del supplizio e, con la scusa di sollevarti dal granone, ti toccavano in mezzo alle gambe….La turba questa immagine?...Mi spiace….Si figuri, però, quanto potesse turbare noi ragazzi! Comunque, non voglio generalizzare…ognuno ha la sua storia, ci mancherebbe….Però tutti i preti, ma proprio tutti, hanno un handicap, uno svantaggio nei confronti dell’umanità….Non le è chiaro? Le spiego: mi dica…come si può promuovere e diffondere una teoria, come quella cristiana, che esalta il debole e mortifica il forte!? Come si fa a dire che devi amare il tuo nemico!?
E’ vigliaccheria, caro signore, oppure…è una grossa panzana….inumana, per giunta! Il nemico và affrontato con onore, e sconfitto! Senza crudeltà, ci mancherebbe! Ma, se necessario, anche senza pietà! Mi stia a sentire: il Cristianesimo è una religione per deboli…Solo la forza, il desiderio di nuove esperienze, fa progredire il mondo! E poi, se mi consente, è anche una contraddizione….E certo! Ci hanno sempre detto che dobbiamo essere simili a Dio!? Che siamo fatti a Sua immagine!? E allora…Dio è forte, punisce i peccatori, e li sprofonda all’Inferno. Perché noi dovremmo essere diversi!? Perché dovremmo perdonare!? Lei è credente? Anch’io…forse a modo mio….Solo se vedremo l’Abisso, vedremo Dio!....Non le pare?

(Cambio luci, stridio di rotaie, fischio di treno)


SCENA III

(Giacomo è in piedi, accanto a lui c’è la valigia. Si guarda attorno come se stesse cercando qualcuno. Poi, si inginocchia accanto alla valigia e apre la cerniera posteriore controllandone, al tatto, il contenuto…)

GIACOMO …Le cose non te le ricordi mai sotto casa….ti vengono sempre in mente a centinaia di chilometri….

(Si fa attento nel controllare al tatto il contenuto della valigia)

…Vediamo…..lei è alla fine del viaggio? Già….la corriera…anch’io…Aspetti…aspetti!

(appare molto più sollevato, si alza)

Meno male….Temevo di aver dimenticato il rasoio….Certo, non è che non se ne trovino da queste parti…ma quando uno è abituato a quel particolare tipo….Mi sembrava di aver dimenticato l’intero bagaglio!
Allora….ci salutiamo? (ride)
Lo vede? Il viaggio mi ha completamente rintronato…aspetta la corriera….Lei è diretto…dove?....Mai sentito…Sarà che è la prima volta che vengo da queste parti…Io invece…..non gliel’ho detto? Incredibile! Ne ero convinto! Le ho fatto, quasi, la storia del mio albero genealogico, e poi…..Comunque, vado a Lavis…Lo conosce? Esattamente al Palazzo dell’Antica Corte….
…Perché fa quella faccia?....Cosa dice!?....No…non ho capito…!
(attonito, ripete meccanicamente)
“…Ave Maria….gratia plena…”!!??
Lei sta pregando!? No…non ho nulla contro le preghiere…ma le capita così…!? All’improvviso!?
(si rasserena)
Ho capito…Si, ho sentito cose abbastanza fantastiche e assurde su questo Palazzo….“Assurde”, caro signore! Siamo nel XX secolo e certe storielle fanno proprio ridere! Basta, che in qualsiasi luogo, ci siano quattro pietre, vecchie di 5 o 600 anni…e zacchete! Nasce la leggenda! Noi, a Napoli, abbiamo Castel dell’Ovo e il Maschio Angioino…e figuriamoci, allora, a Roma! Tutti i Fori Imperiali! Dovrebbero essere pieni di maledizioni e di fantasmi! Una folla di ectoplasmi!....Io sono il nuovo istitutore del Conte Upìer….
(attonito, ripete…)
“ Ave Maria…gratia plena…”!?
Ma lei c’ha una fissazione con ste preghiere!
Fossi in lei, mi farei un controllo!...Si, lo so chi sono gli Upìer…mi sono documentato…Nobiltà polacca ma, in realtà, vengono dalla Romania….Si dicono tante cose! Se uno dovesse stare indietro a tutte le dicerie della gente, staremmo freschi!...Qualcosa ho sentito…Dicono che il III conte della dinastia fosse detto “Tepes”…l’impalatore…E se pure fosse vero!? Nel 1200 – 1300 era una cosa che “si portava”…una piacevolezza dell’epoca…Ora, secondo lei, il conte Upìer aspetta proprio me, che vengo dal Sud, per impalarmi!?....E allora! Sono voci che si tramandano…leggende popolari! Io, addirittura, ho saputo che sto Tepes, un giorno, stava banchettando e, al posto degli invitati, c’erano i cadaveri dei suoi nemici che aveva fatto appena impalare…freschi freschi…Insomma, stava lì, quando, ad un certo punto, arriva un suo vassallo….No! Lui era vivo! E se no come faceva ad entrare nella sala!?...Allora, arriva il vassallo e Tepes lo invita a pranzo…Come commensale! Non come pietanza, è chiaro!
Il vassallo, però, doveva essere un po’ debole di stomaco e si mostra subito nauseato dalla puzza che viene dai cadaveri….e c’aveva pure ragione! A questo punto, però, Tepes, che doveva essere un po’ permaloso, si offese a tal punto che fece impalare pure il vassallo! Ma gli usò una cortesia….Lo impalò sul palo più alto affinché non sentisse la puzza dei cadaveri…A suo modo, sto Tepes, c’aveva il senso dell’umorismo…
(ride, poi si fa serio)
No….guardi…io non la conosco bene….ma lei mi è parsa una persona equilibrata, di cultura…ma se, ora, dà credito a queste storie da comari…Io non credo ad una parola! Figuriamoci! Io non credo ad un Dio cristiano…mi metto a credere a queste superstizioni!?
(rizelandosi)
No…forse è lei che non conosce la storia! Perché, al di là di queste fandonie, io sono informatissimo e le dico che il padre di quel famoso Tepes che, poi, diciamocelo, non impalava chi gli capitava ma solo ed esclusivamente i turchi…e mi pare che ci sia già una bella differenza….Il padre di Tepes ebbe dell’Imperatore di Ungheria e Germania un medaglione d’oro e sopra vi era inciso un drago….Sa cos’era, lei che fa tanto il saputo!? Era l’Onoreficenza del Sacro Ordine del Drago che, guarda un po’ la combinazione, era un ordine monastico….
(scandendo)
Ha capito? “Monastico”…di Chiesa! E chi lo riceveva aveva il compito di difendere la Cristianità dalle minacce sia degli ottomani, che degli ebrei….che anche oggi ci danno molti problemi e qualche lezioncina la meriterebbero…(spazientito) Gli Ebrei ci danno problemi! Non i turchi! Mi scusi, ma lei, a volte capisce poco o niente…In poche parole sto tizio era un benefattore…Vlad Dragonul…Vlad il Drago!...
Finalmente….eccola qui…la mia corriera….
Mi dà una mano?....Mi passi quella….Grazie….Allora ci salutiamo?
(forte, mentre cresce il rumore di folla) 
…Come dice!? Non la sento! Sta pregando un’altra volta!? No? Meglio…comunque, vada da un buon medico! Dica….(più forte)
“Mi sbaglio” !? In che senso!? La storia…? Cosa!? Non me l’hanno raccontata bene!? Urli! Non la sento! Come dice!? “Non è quella la storia”!? E allora….? 
“Non era Vlad Dragonul…Vlad il Drago”!?
“Vlad Dracùl”!?
E che significa!? Urli! Sto partendo! Che significa Dracùl!? Non scappi! Come!?
“ Dracùl….è Il Diavolo…”!?

(Buio) 


SCENA IV

(Luce normale. Rumore di televisione in sottofondo. Sigle di telegiornali. Giacomo si sta dando da fare a disfare la valigia. Parla come se si stesse rivolgendo a qualcuno che è in un’altra stanza. I suoi gesti appaiono molto lenti e stanchi)

GIACOMO ….Insomma, come ti stavo dicendo, ero appena montato sulla corriera quando mi accorsi che c’era qualcosa di nuovo…la cadenza del viaggio, lo sferragliare delle ruote…in cassetta c’era un nuovo cocchiere….

(Rivolgendosi verso il fondo. Cambio luci. Giacomo appare diverso, con maggiore energia)

“ Ehi, amico! Che ti ha preso!? Stai facendo la corsa con qualcuno!? Pensi di stare all’ippodromo!? Mi senti!?”

(La luce verso il fondo, si spegne. Cambio luci. Giacomo torna a muoversi lentamente. Si odono ancora in lontananza le eco di televisori accesi)

Rallentò e, per un tratto, fu una bella passeggiata serale. Attraversammo una pianura e, poi, un ponte su di un fiumiciattolo. Avvertivo che quello non era un semplice viaggio….era un addio. Abbandonavo, forse, per sempre ciò che ero, per abbracciare qualcosa che mi era del tutto ignoto…

(Fortissimo rumore metallico. Cambia nuovamente la luce. Rispoli, attonito, indietreggia, sta per cadere, cerca un appiglio e piomba, nuovamente, a sedere sulla poltrona. La luce, proveniente non dalla comune, ma dal fondo, di fronte, diventa più violenta ed intermittente. Giacomo appare atterrito…)

“ Cocchiere! Cosa diavolo fai!? Rallenta, per Dio! Ci sfracelleremo!.....Ma quello è il ponte!! Ci siamo già passati, idiota! Stai girando in tondo!?..”

(Alle luci violente si aggiungono anche voci ed ululati)

“…Ti prego, cocchiere, sono….lupi! E sono sempre più vicini! Non fermarti! Non ora!....”

(Ogni rumore, d’un tratto, cessa ad eccezione degli ululati sempre più vicini ed amplificati. Giacomo appare improvvisamente stanchissimo...)

“….Ti sei fermato…dimmi qualcosa! Io sono un razionale…ma un viaggio così…in una notte così….può anche far perdere la ragione…Dove stai andando..!?”

(La luce torna normale…Giacomo si alza. Ritorna la stessa ambientazione di inizio scena)

C’erano fiammelle sospese a mezz’aria e gli occhi dei lupi brillavano della stessa luce…eppure, nonostante il terrore, le palpebre mi si chiudevano per il sonno…L’ultima immagine che ricordo, fu la sagoma del cocchiere e, in trasparenza, oltre il suo corpo, vidi il fuoco poi, fu il buio….

SCENA V

(Dalla comune, e quindi, proprio dietro le spalle di Giacomo, si spande una luce azzurrina, un chiarore che proietta ombre altissime oltre la scena…Giacomo, stupito, guarda in lontananza…scorge qualcosa e s’inchina profondamente. La sua voce è in leggero riverbero…)

GIACOMO Eccellenza? Signor Conte? Vlad…Upìer….ho un certo vantaggio nell’incontrarvi prima che nella realtà, in questo strano sonno. Ogni mia parola sul vostro aspetto, qui, non scenderà a patti con la buona educazione…Nel sogno si è liberi. Io vi ho già visto…non ricordo dove, né la circostanza…ma ho riconosciuto il vostro volto simile a quello di un uccello….bianchissimo, la fronte spaziosa e, sul collo, vi cadono riccioli neri….Non mi piacete, non so nemmeno quanti anni dimostriate ma non è il vostro pallore che mi disgusta, è il vostro viso! Le sopracciglia folte! La bocca sottile e crudele…ed i denti, aguzzi, dietro labbra rosse…..Eppure, nonostante lo schifo e la paura, vedete…vengo a voi!

(Si apre di colpo la camicia mostrando il petto nudo)

…e mi affido alle vostre mani e a quel ferro rovente che puntate verso il mio petto! C’è il vostro stemma….marchiatemi a fuoco Upìer! Per quanto possa essere terribile, era ciò che cercavo da tempo….per quanto sia disgustoso, è solo un sogno! E prima o poi…..
(Urla con tutte le sue forze)….mi sveglierò!

SCENA VI

(Cambia la luce. Nel passaggio, Giacomo, tornerà sulla poltrona, la voce tornerà normale. L’uomo si scuote come chi si sta svegliando da un sonno profondo…Appare più seccato che impaurito…)

GIACOMO Dannato cocchiere! L’hai smessa una buona volta!? Dove sei finito!? E’ inutile che ti nascondi. Al tuo padrone racconterò ogni cosa! La servitù, al giorno d’oggi, lascia molto a desiderare….

(Si alza. Controlla la chiusura della valigia, la raccoglie e si guarda attorno. Pare molto sorpreso)

Tutto sommato è andata bene…C’avrei giurato che mi sarei rotto l’osso del collo e, invece….siamo arrivati! Il Palazzo degli Upìer…un po’ tetro, per la verità….
(Stende la mano, la ritrae piano)
…Borchie di ferro sul portone….dovevano fidarsi poco dei vicini, a quei tempi.
(Si proietta una luce nella quale si staglia una lunga ombra)
Conte Upìer….?
(Giacomo saluta chinando il capo. Appaiono sulla scena altri 3 personaggi, muti, vestiti tutti nello stesso, identico, modo. Paiono immobili come statue. Giacomo gira fra loro e li osserva da molto vicino in un “a parte”)
GIACOMO E’ come l’ho sognato. Avrà poco più di 17 anni. Non ha genitori. Sembra gracile nella sua gentilezza nordica che appare subito artificiale…
V.F.C. “Benvenuto nella mia casa. Entrate liberamente e andatevene sano e salvo lasciando qui un po’ della felicità che portate con voi…”
GIACOMO (vagando fra le ombre) “Felicità”!? Non sono venuto qui per cercarla, né ci credo. Non porto nessuna felicità. Voglio la conoscenza, l’esperienza, e voglio andare “oltre”…Se cerchi “Felicità”, non rivolgerti a me. Sono un essere non meglio identificato, con sostanze limitate, in un paese che odora già di guerra. Potrò darti i rudimenti di latino e greco ma tu, cosa potrai darmi?...” Ho pensato tutto questo, ma non l’ho detto. Ho sorriso al tuo saluto e ho fatto un mezzo inchino….
“Sono molto onorato signor conte…” Mi hai fatto un cenno. Sono entrato.
(Le sagome iniziano a vagare con passi lenti. Giacomo è immobile. Le ombre girano attorno a lui) 
Attraverso il grande atrio, siamo sbucati in un’enorme piazza d’armi che hai definito “salone”. Addossate alle pareti, statue bianche e quadri dei tuoi antenati. Non ti fai un vanto della tua ricchezza ma, uno solo dei tuoi servizi d’oro, o dei tuoi tappeti, varrà tre volte il valore di casa mia. Niente specchi…
“Come mai, signor conte, non ci sono specchi?”
Mi hai risposto che non ha senso moltiplicare all’infinito l’immagine di un mondo inutile…Dici di avere 17 anni, ma un adolescente non risponderebbe così…Che bambino sei stato? Hai avuto compagni di gioco? Niente genitori, niente amici, niente specchi…Anche il tuo sorriso pare una smorfia crudele. Da lontano non eri sgradevole, ma da vicino sembri avere tutti i secoli di questo mondo…polvere e frammenti in disfacimento…
(compito) “ Signor Conte, il mio ingaggio è per 6 mesi. Mi auguro, e Le auguro, che trarrà profitto dal suo, come dal mio impegno…” 
Mi hai guardato per un lungo, interminabile, istante….

SCENA 7 

(Le sagome sono distese a terra e formano una specie di letto sul quale è disteso Giacomo. L’uomo ha un sussulto e, poi, si mette seduto sul tappeto di corpi)

GIACOMO Non riesco a dormire. Troppi maledetti spazi e troppi vuoti che, al buio, mi auguro che siano “vuoti”…Posso far finta di parlare con te, mamma, anche se sei a centinaia di chilometri. A quest’ora starai dormendo con la finestra aperta ed il silenzio del vicolo sarà rotto solo dal passo di qualche nottambulo che torna a casa….Calma. Mi concentrerò sulle prime parole che mi vengono in mente…
(Stende le mani in avanti, chiude gli occhi)
“ Ave….Maria….gratia…plena..”
(si scuote, trasale)
“ Ave Maria..”!? Quell’imbecille della corriera! Con tutti i suoi discorsi!
(Sbuffa, chiude nuovamente gli occhi, stende le mani)
“ Vlad…Ave…Dracùl…gratia plena…il diavolo”
(Molto adirato, interrompe il suo esercizio)
Non è possibile! Analizziamo la situazione…mi segui, mamma? Bene: sono stanco per il viaggio e mi sveglierò certamente domani pomeriggio. Non c’è nessun motivo per essere turbati. Sono in una bella casa, il mio ospite è ricco ed anche molto generoso…(pare rincuorato). Inoltre, sta iniziando anche ad albeggiare…e qualche maledetto uccello ci sarà pure in questo dannatissimo posto, per rompere questo stramaledetto silenzio! Vogliamo dare retta alle cretinate delle comari e di qualche viaggiatore ubriaco!? E che diamine! E’ il secolo della velocità e del lampo elettrico! Al diavolo le vecchie leggende!
(sbadiglia, si stiracchia)
Và già meglio….grazie, mamma…
(Si stende sul letto di corpi. Buio)

SCENA 8

(La luce sale nuovamente. Una delle figure, che prima costituiva il letto di corpi, è ora seduta, perfettamente immobile, nella poltrona. Giacomo è inginocchiato al suo fianco e poggia i gomiti sul bracciolo della poltrona. Pare nell’atto di confessarsi..)

GIACOMO (si segna) In nomine patris, et filli, et spiritus sancti…Padre, della vostra assoluzione, non m’importa granchè, ma ascoltatemi…Mi addormentai con il nome di Vlad Upìer sulle labbra…certo, sarebbe stato meglio pronunciare il nome della Vergine, ma non ci credo, non è per me…Insomma, anche in quel dormiveglia agitato continuavo a chiedermi se quel famoso Vlad fosse Dragonul, il drago, o Dracùl, il diavolo. Molto tempo fa, forse da bambino, avevo sentito parlare di Morti che viaggiano veloci e bevono il sangue delle proprie vittime…i Vampiri! Anche se ero quasi incosciente, mi sentivo ridicolo ma sono un curioso che ha buona memoria e allora, mentre gli occhi si chiudevano, ricordai altri nomi, altre storie lette chissà dove…Lilith! Il demone assiro. Per gli ebrei fu la prima e malvagia moglie di Adamo. Era golosa di seme maschile. Una simpatica occupazione, in fondo, soprattutto per chi la riceveva…(ridacchia, si controlla) Scusate…non era il caso…E poi ricordai altri nomi, altre leggende…gli Etimmè! Erano demoni notturni dell’Antica Babilonia, anche loro succhiatori di sangue…Mi chiedevo cosa diamine c’entrassero tutti quei ricordi con Vlad Dragonul! E poi, sapete come succede, associazioni di idee…vecchie letture…Non immaginate quanto abbia maledetto, quella notte, la mia fissazione per la filologia!! Ricordavo un nome? E subito lo associavo! Meglio l’ignoranza, non vi pare? Comunque, mentre mi arrovellavo, nella mia mente, si ferma una parola: “Vampir”…E allora subito la incasello: “Vampir” è un termine usato in Serbia e in Bulgaria. In Russia li chiamano Upìr…in Polonia sono detti…..(trasale) U P I E R !! Padre! Upìer! Come Vlad e, certamente, come Dragonul! Mi era tutto chiaro! Leggende o meno, quel posto mi terrorizzava! Al diavolo pure l’ingaggio! Domani, pensai, con una scusa, me la svigno…sarà anche un’assurdità, ma è venuto meno, diciamo così, il “rapporto di fiducia”…E mentre pensavo tutto questo….mi addormentai!
Padre, forse, anche adesso, sto solo immaginando di parlare con voi ma vorrei che mi chiariste le idee…Sognai Vlad Upìer. Gli stavo chiedendo come mai l’accesso in alcune delle stanze mi fosse negato quando, all’improvviso, dal mio letto prendono vita due uomini e una donna…giovanissimi…completamente nudi! La prima a mordermi, fu la femmina poi, i maschi, completarono l’opera…
(Altre 2 sagome si accostano a Giacomo e gli pongono un mantello nero sulle spalle)
Un tormento indicibile, padre! Ma anche un piacere che non vi so spiegare! Tre giovani corpi si attaccavano al mio come delle ventose e succhiavano tutta la mia linfa! Non potevo cedere senza combattere! E così, mentre quelle bocche e quei denti mi frugavano dappertutto, provai ad alzare ala testa e dissi: “Signori! Contegno! Sono sempre l’istitutore del conte Upìer!” e, come se l’avessi evocato, si materializzò il giovane Vlad! Era proprio lui, padre, ma, nello stesso tempo, era qualcosa di diverso! Un vecchissimo ragazzo, orrido e bianchissimo! Se non la pensassi come la penso, direi che era l’immagine stessa del peccato! Eppure era magnetico, e pieno di furore…
V.F.C. (forte) “Costui mi appartiene! E gli dimostrerò che so amare!”
GIACOMO Urlai con quanto fiato avessi in gola. Farfugliavo preghiere ed oscenità…urlando, mi risvegliai…oppure, urlando mi addormentai, non so bene…ed è proprio questo che volevo chiedervi…Vedete, Padre, non credo in Dio e penso che il Cristianesimo sia la religione dei deboli ma vengo proprio da voi per domandarvi: stavo solo dormendo!? Oppure è accaduto davvero!? Padre, per piacere, una risposta…una sola parola!
(La sagoma è rimasta assolutamente immobile. Giacomo stende una mano per scuoterla ma, improvvisa, una fortissima luce rossa lo annichilisce e lo fissa come in un flash. Buio)

SCENA 9

(Rumori di televisione e radio. Le sagome sono scomparse. Giacomo è in piedi, al centro della scena. Con passo lento e stanco và a sedersi e si rivolge a qualcuno che, presumibilmente, si trova in un’altra stanza)

GIACOMO …..insomma, avvenne in questo modo e ripensarci oggi, dopo tanto tempo, non mi spaventa più. Partii per conoscere l’ “oltre” e l’ “oltre” venne a trovare me…Non è curioso? Ero in bilico, mamma, e anche tutto il nostro mondo era nella stessa condizione. L’Italia era piena di furori. Non eravamo più nella Triplice, insieme ai due Imperi Centrali, e non si capiva dove fossimo…I Balcani, dall’altra parte, stavano per esplodere. Il tempo della Bella Epoque sembrava immobile come le montagne del Trentino eppure, tutto si muoveva. Trento era ancora austriaca.

(Si alza, cessa il rumore della televisione. Si materializzano nuovamente le sagome che gli si accostano e lo chiudono in una specie di gabbia. Rannicchiato, in questo cerchio che lo stringe, Giacomo accende una candela) 

GIACOMO Sono trascorsi 4 mesi dal mio incontro con Upìer. Resto spesso da solo per intere giornate. Il mio discepolo fa grandi progressi e sembra che acquisti, giorno per giorno, più potenza e conoscenza. Ma la realtà è diversa…sono io a seguire lui…sono io ad incantarmi guardandolo…Io lo so: sta raccogliendo le forze per qualcosa che non dice…per un nuovo viaggio, per una grande impresa…
(Le sagome si aprono. Giacomo si alza e le presenze girano attorno a lui come se stessero danzando, accarezzandolo e blandendolo…)
Il ragazzo segue le lezioni ed io, che da 4 mesi sono suo, mi sento bruciare. Il suo sguardo, una volta, era gelido e cortese, oggi è sfrontato e pieno di passione…Mi ero rasato da poco. Avevo un piccolo taglietto sul collo. Parlavo, non ricordo di quale autore latino. Upìer mi fissava rispondendo come un automa. Tutta la sua attenzione era concentrata su qualcosa che mi sfuggiva…D’improvviso si alza e mi si avvicina. Non l’ha fatto con dolcezza ma come un bisogno che non si può controllare. La sua bocca e la sua lingua torturavano la ferita che avevo sul collo…Forse per paura, o per la vergogna di provare quel desiderio, iniziai a pregare. Lui ha sollevato il capo come una belva ferita e l’ho guardato…Quello che vidi sul suo volto fu…ricchezza! Ricchezza di sangue sulle labbra e di furore negli occhi! Il suo alito pestilenziale troncò ogni mia parola, ogni Bene!
(Le Ombre gli poggiano sulle spalle un lungo mantello nero)
Ero il suo pasto e lui era il Male che col mio sangue cresceva, e si fortificava. E’ iniziato il suo viaggio. Dalle profondità del tempo oscuro, esce alla Luce! Il sangue è la vita…
(con forza, come ribellandosi)
Noi siamo forti del Signore! E forti della potenza della Sua Forza! Noi siamo forti del Signore! E forti…
V.F.C. (forte a troncare le parole di Giacomo) “ Io ti condanno alla perpetua sete di sangue umano e alla vivente Morte!”

SCENA 10

(Musica ragtime che rifà il verso agli accompagnamenti che si possono ascoltare nei vecchi films delle comiche mute)

GIACOMO E’ il Febbraio del 1914. Qualcosa sta cambiando. C’è un’elettricità che cresce e schiaccia fiato e pensieri come l’afa in pieno agosto. Gli appartengo e oggi anche l’orrore è un’idea familiare. Si fa l’abitudine a tutto..Il mio padrone trascorre con me sere e notti in assoluto silenzio. Dopo avermi avuto, attende….I miei sensi si sono affinati: riesco a sentire i topi in soffitta e, anche a centinaia di metri di distanza, avverto i passi della gente che sfiorano il nostro cancello. Upìer cresce di una diabolica forza, troppo grande per una piccola cittadina di una piccola regione. A volte intuisco, nel suo sguardo, ciò che ho sempre cercato: la potenza. Volontà di potenza. Forse ero predestinato. Forse, per lui, ero materiale malleabile. Certamente ha un progetto. Una misura non può contenere 100 misure. Bisognerà mettere in circolo tanto Male.
Dopo mesi di solitudine, Vlad, ha iniziato le sue spedizioni notturne. Ho provato gelosia, lo ammetto. Torna a casa con la bocca grondante il sangue di altri amanti e, allora, pretendo anch’io una razione di quell’amore sterile.
(Rumore di televisione, spot pubblicitari e sigle in sottofondo. Giacomo si siede con movimenti molto lenti)
Che cosa curiosa, mamma…! Tutti i tuoi sforzi erano stati inutili. Da bambino mi insegnavi le preghiere per elevarmi l’anima, e in pochi mesi, la mia anima, non c’era più…finita…dissolta…un soffio. Ma, nonostante tutto, potevi ritenerti soddisfatta. Tuo figlio non era il lacchè di un qualsiasi signorotto di provincia…Giacomo Rispoli aveva fatto carriera: era diventato il servo del Male in persona! C’erano buona prospettive….ma chi l’avrebbe detto che saremmo arrivati fino a quel punto…Il mio signore raccoglieva le forze per una grande impresa, ma era necessaria una prova generale…un promemoria per mostrarmi il futuro e tutto ciò che, oggi, viviamo….

(Musica swing o, preferibilmente, accompagnamento musicale da circo. Giacomo salta giù dalla poltrona e assume il tono di un vero imbonitore da sagra paesana. Luci sfavillanti) 

Venghino, signori, venghino alla più grande meraviglia del nuovo secolo! 1914 sono tanti! Ma l’anno è appena nato! Venghino ad ammirare il Cinematografo! Io e Vlad insieme, per la prima volta, ci avventuriamo oltre la nostra tana. La carrozza ci deposita davanti alla nuova meraviglia! In programmazione: Charlot! Charlie Chaplin! Venghino ad ammirare lo spettacolo nello spettacolo! La sala è piena, la gente ride!
(Appaiono le ombre che, al ritmo della musica, iniziano a danzare) 
Quanto sano divertimento, signori miei! Uomini e donne,a velocità sorprendente, si azzuffano sullo schermo! Venghino ad ammirare il numeroso e gentile pubblico che non sa che il mio Signore è già in piedi in ultima fila! Apre le braccia, siore e siori, e confonde il nero mantello con il buio della sala! Con volo leggerro, si alza, e plana lieve sulla prima, seconda e terza fila e, da ogni collo, trae linfa e sangue! E’ la Prova Generale, signori miei! Lo spettacolo si chiama: “Il Sangue è vita”. Venghino e restino stupiti di come, ogni vittima di Vlad Upìer, divenga subito suo, e fatto a sua immagine!E ognuno si precipita, indemoniato, sugli altri spettatori! Un’intera sala in preda all’epidemia! Il Morbo si diffonde e vaga nella città addormentata in cerca di vittime. Il Male si estende. Il Diavolo e i suoi figli camminano con piedi umani.

SCENA 11

(La Musica si muta in un trascinante valzer al quale prende parte anche Giacomo)

GIACOMO Siamo partiti. Vlad è pronto a compiere la sua missione ed io, ad esserne il testimone…In treno mi indicava il confine, le montagne slovene e diceva che, fra qualche mese, sarà tutto diverso..Destinazione Sarajevo!

(Una delle Ombre gli fa fare un breve giro di valzer)
E’ il Maggio del 1914. Il discendente di Tepes l’impalatore, viaggia verso est.
(Un’altra ombra gli fa compiere un altro giro di valzer) 
Vlad è l’Essere Perfetto, al di là di ogni Bene e di ogni Male…Mentre mi scorreva davanti agli occhi la periferia di Sarajevo, delle domande mi sono venute a trovare: il Signore dei Cieli evita la folgore che incenerisce gli alberi? Ci preserva dalla morte prematura, dalle guerre e dalla fame? Le dispensa, eppure, resta l’Essere Supremo che ci mette alla prova…Così, Vlad è simile a Lui, simile a Dio, fatto a Sua Immagine!
(Buio)

SCENA 12

(Giacomo è in ginocchio, come se pregasse, alla sua, si aggiunge, in coro anche la voce delle Ombre)

GIACOMO (e le Ombre) Questa città, insieme ad altre migliaia, in virtù dei suoi prodigi, muterà..
GIACOMO (da solo) Mi ha scelto come si sceglie un mendicante al quale fare l’elemosina, affinché possa testimoniare…
OMBRE (da sole) Vedrai il cielo accendersi di milioni di bagliori. Fiamme, trincee e distruzioni celebreranno il nuovo mondo. Vedrai la madre piangere il figlio. Vedrai amori spezzati. Cataste di morti saranno erette e fumo si leverà dalle ciminiere dei corpi bruciati. Verrà la nuova razza, la razza superiore alla quale saranno dati molti nomi e ognuno sarà parte della totale Verità. Il Male sarà l’unica verità, e la Via.
GIACOMO (da solo) Mi ha fatto rinnegare la Croce, poi, è uscito alla ricerca dell’Eletto del quale si servirà.

SCENA 13 

(Rumori di televisioni. Giacomo si alza e si risiede. Dietro di lui si spogliano le Ombre)
GIACOMO Non lo avresti pagato un centesimo, mamma…Era piccolo, scuro, insignificante, ma era un serbo. Tutto, come sai, è cominciato da lui. Si chiamava Gavrilo Princip, il prescelto da Vlad.
Era la fine di Giugno del 1914. Tutto è iniziato a Sarajevo. La sera prima, io e Gavrilo, ascoltammo il nostro Padrone…Facciamo parte di quelle legioni che passano di era in era, e si nutrono del sangue dei viventi..Vlad ci parla di cose che ancora non possiamo capire…
(Una delle Ombre sale sul tavolino, le altre si inginocchiano davanti a lei. Giacomo si alza. Cessa il rumore della Tv)
OMBRE (in coro, da sole) “In Verità, in Verità vi dico: appena il figlio dell’Aquila sarà abbattuto, il mondo sarà travolto da grande battaglia. Ad Est sorgerà un impero Rosso che per 70 anni provocherà morte e dolore. Ad Occidente sorgerà un Impero Nero che scalderà le notti bruciando i vivi e i morti.Verranno le legioni delle due “S” e getteranno un seme che germoglierà in ogni dove…”
VOCE F.C. (tuonante, si sostituisce a quelle del Coro, anche Giacomo si genuflette) Ascoltate! Si leveranno ad Oriente due funghi di fumo e nascerà un altro Impero Rosso che diverrà il mio strumento..Imparate il mio Credo..
OMBRE (in coro) Ghepeù! SS! Lager! Gestapo! Lenin! Stalin! Hitler! Hiroshima! Mao Tse Tung! Pol Pot! CIA!
VOCE F.C. …E vedranno due torri di cristallo cadere con fragore e l’eco sarà l’annuncio del Nuovo Mondo…
GIACOMO …e tutto nasce domani….Gavrilo.

SCENA 14
(Giacomo è solo. Ad una ad una faranno il loro ingresso le Ombre)
GIACOMO Gavrilo Princip non ha fallito. Un solo colpo e l’Arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono dell’Aquila Imperiale, è morto. Nulla sarà come prima. E’ il giorno della Creazione. La Bella Epoque, le ballerine dell’Excelsior, i militari da operetta, i borghesi con le giacche chiare e le pagliette rigate di rosso…tutti scomparsi…
(Le Ombre iniziano a danzare in coppia. Giacomo gira fra loro. Ognuna delle Ombre indossa un mantello nero)
E’ tempo di passi pesanti, di scarponi militari sporchi di fango. Milioni di morti, migliaia di battaglie….Ho visto il mio secolo ardere sul rogo. Ho visto, in questi lunghi anni, i deportati nei gulag, gli ebrei sui treni per Auschwitz, i cadaveri a Piazzale Loreto, le ombre sui muri di Hiroshima e Nagasaki, i bombardieri sui cieli di Corea, del Vietnam, dell’Iraq….
Tutto si è compiuto, e tutto sta per compiersi nuovamente. Danzano, ad ogni latitudine, le ombre scure come fiamme che guizzano sulle pareti…
(La Musica si interrompe. Giacomo si siede. Prima di uscire, una delle ombre, pone sulla poltrona un mantello nero)
SCENA 15
(Giacomo ha in mano un telecomando e lo aziona. Si odono risate, spot in sottofondo, sigle televisive)

GIACOMO Mamma, sono tornato. In realtà so perfettamente che non ci sei più da tempo, ma parlare con te è diventata un’abitudine, come quella di raccontarmi, ogni giorno, la stessa storia. Oggi, il mio posto è questo: davanti alla TV. Assisto a telequiz, reality, spot e telegiornali e, per ogni giorno che passa, mi convinco che il mio Signore è grande! La guerra e la stupidità della gente, hanno lo stesso padre ed il demonio continua a camminare con piedi umani. Gli imbecilli dicono che Vlad sia scomparso o che, addirittura, non sia mai esistito. Ma, io so, che proprio lui mi ha consentito di giungere a questa veneranda età, che nessun essere umano raggiunto, per testimoniare e riconoscere i suoi mille aspetti. Lo riconosco, e l’epidemia continua! Vedo Vlad nelle bombe in un mercato, nei kamikaze su di un pullman, nelle guerre per il petrolio..Vedo Vlad nello spreco e nel consumismo, nella vita stupida e vuota, nell’ignoranza, nella volgarità.
Dovevo assistere. Il mio Padrone, dovunque sia, sa che in tutti questi anni gli sono stato fedele, ho riconosciuto i suoi prodigi e merito la ricompensa: lo stupore eterno per il Male che avanza e ci circonda. Tutto ciò che mi ha donato, l’ho meritato. Non sono regali che perdono di valore, il loro significato è costante…
(Si allaccia al collo il manto nero, si alza e ricopre parte della scena con il mantello) 
….perchè, il Nero, non passa mai di moda…
(Punta il telecomando e spegne la scena. Musica)

FINE