A te e famiglia

di

Nicola Pegoraro



Personaggi:
Angela: dimessa e succube del marito. Inizia trascurata per finire raggiante
Emma: inizia appariscente e sicura di sé per terminare sciupata e triste
Arturo: borghese, benestante. Saccente, inizia elegante per finire sciupato

Scena 1
Siamo negli anni 80, inverno, piccolo appartamento in montagna con ingresso laterale sx, divano con tappeto centrale, appendiabiti sul fondale, uscita a dx per le 2 camere e il bagno.

Arturo- (vestito elegante) eccoci arrivati! Accomodati Emma. (entra con una valigia)
Emma- (entra Emma, colorata ed elegante, con un grande pancione, manca poco al parto.) Oh c’è il divano, finalmente. Non ne potevo più di tutti quegli scossoni. Proprio in montagna si doveva venire?
Arturo- certo, così puoi partorire tranquilla, fuori da sguardi indiscreti e (pausa) vicino alla clinica, che è piccola ma ben attrezzata. Andiamo a pagamento, per forza è ben attrezzata. Noi siamo stati a visitarla e ci è piaciuta molto. Il primario è un luminare, l’ho interrogato personalmente. Poi viene favorita l’assistenza al travaglio e al parto seguendo il più possibile la fisiologia e la natura, ma, la cosa importante, è che viene applicato il precoce contatto “pelle-pelle” madre neonato e il rooming-in quindi potrai tenere il bambino con te in camera.
Emma- Arturo, non mi interessa, lo sai che non mi serve avere accanto il bambino. (accarezzandosi la pancia)
Arturo- non serve a tè, ma serve al lui (indica il pancione). A lui serve il tuo latte, almeno per la prima settimana.
Emma- perché? Tanto si deve abituare al biberon.
Arturo- sì ma tu produci il colostro.
Emma- cioè?
Arturo- Il colostro che (scandendo) “ha lo stesso sapore del liquido amniotico e garantisce al neonato, già abituato a provarlo durante il periodo fetale, una sensazione di sicurezza che conferma la continuità tra l'alimento che assaporava nel ventre materno e la vita a cui va incontro. Per questo motivo ingerire il colostro offre un ottimo benvenuto al mondo al vostro bambino”, l’ho imparato a memoria.
Emma- e come fai a sapere queste cose tu?
Arturo- ho letto il libro “Avrò un bambino” lettura interessante, lo sapevi che dalla 32 esima settimana distingue il buio dalla luce?  

Scena 2
Bussano alla porta e entra Angela

Angela- (entra dimessa) scusate, qualcuno mi apre?
Arturo- Scusami Angela, arrivo, arrivo.
Angela- (entra con 2 valige e carica di pacchi) scusate il ritardo, ma ho anche dovuto scaricare tutto dalla macchina e da sola.
Emma- scusi, mi stava informando sul mio ruolo di fast food per il neonato, piatto forte il colostro.
Arturo- Angela mi chiamavi e arrivavo.
Angela- no, è giusto così. Sono la governante no? Non sono mica incinta io, sono qui per lavorare. (sguardo stizzito a Arturo)
Emma- L’avrei aiutata volentieri ma sono un poco stanca dal viaggio.
Angela- assolutamente no Emma! Lei deve stare calma e tranquilla, non vorrà agitare il bambino, manca così poco che sarebbe sbagliato correre rischi per niente.
Arturo- assolutamente, adesso che siamo prossimi al parto non devi affaticarti inutilmente, lascia lavorare noi.
Angela- intendi dire lascia lavorare lei (indicandosi)? Almeno ditemi dove vanno queste valige.
Arturo- beh le nostre mettile nella camera matrimoniale, le altre in quella singola.
Angela- vado.

Scena 3
Angela porta i bagagli in camera

Arturo- vuoi darmi il cappotto e metterti comoda?
Emma- si grazie, (si toglie il cappotto che Arturo appende assieme alla sua giacca) e dato che ci sono mi tolgo le scarpe.
Arturo- lascia, faccio io (si inginocchia e le toglie le scarpe)
Emma- o si, adesso va molto meglio. Questa panciona mi fa gonfiare i piedi.
Arturo- il corpo cambia, cara Emma, ma voi donne siete state progettate per fare figli. Avete le anche allargate e il torchio addominale allenato che poi spinge il neonato
Emma- certo e lo sparo come un obice poi lo prendono con i guanti da baseball. Voi maschi invece siete stati progettati per dire ‘ste cose! Farei volentieri cambio, mi sembra che sia più semplice per voi che per noi.

Scena 4
Entra Angela senza bagagli e va a togliersi il cappotto.

Angela- ecco fatto, Come sta? (ad Arturo)
Arturo- è un poco nervosa.
Emma- non sono nervosa!
Arturo- stanca e le fanno male i piedi.
Emma- si gonfiano molto da quando ho il pancione.
Angela- Emma vuole una tisana, un te?
Emma- volentieri, anche se poi dovrò correre in bagno, appena bevo qualcosa devo fare subito pipì.
Angela- (esce a fare il te)
Arturo- non hai più spazio qui dentro, vero piccolino. Dai che manca poco, è questione di giorni, forse di ore.
Emma- bene, voglio liberarmi da questo peso.
Arturo- Sei preoccupata?
Emma- dicono che sia doloroso, spero vada tutto bene.

Scena 5
Entra Angela con tisane su un carrello

Angela- ecco le tisane e le ho portato anche delle ciabatte.
Emma- grazie, molto gentile.
Arturo- stavamo parlando di quello che verrà
Emma- so cosa dovrà succedere ma non so cosa mi succederà.
Angela- (in piedi a fianco a Emma) ha paura?
Emma- un poco si, sa cosa ci dicono fin da piccole; “partorirai con dolore!” Il dolore fa paura.
Angela- anche io, se avessi la fortuna di essere al suo posto, avrei paura.
Arturo- dicono sia un male che si dimentica, altrimenti ci sarebbero solo figli unici. Lo sapete vero che prima del parto le donne producono ossitocina? Lo chiamano anche ormone dell’amore, vi dona euforia e aiuta a superare il dolore del parto. Anche per questo la gioia del bambino nato compensa tutti i dolori e poi…
Emma- Siamo progettate per farlo! Si, si l’ho già sentita!
Arturo- (rivolto a Angela) Angela siediti con noi.
Angela- preferisco restare in piedi. (Cammina per la stanza sorseggiando la tisana). Beh, l’appartamento è carino, piccolo ma carino.
Arturo- e siamo comodi a tutto, la clinica è qua vicino.
Angela- anche la stazione dei treni, così Emma può andare a casa con il treno se vuole (rivolta a Emma)
Emma- l’idea è quella.
Angela- anche perché in macchina ci sarà il bambino.
Arturo- ma volendo, se ci stringiamo un poco, ci stiamo tutti.
Emma- ecco, ho appena bevuto e già devo correre in bagno. Scusate. (Si alza e va in bagno)

Scena 6
Emma va in bagno

Arturo- dai vieni qui! (da dietro il divano la invita a sedersi)
Angela- non mi va, potrebbe rientrare da un momento all’altro.
Arturo- e che c’è di male?
Angela- (Arturo posa le mani sulle spalle di Angela) manca poco e tutto finirà.
Arturo- ci terremo il bambino e lei sparirà.   
Angela- non ci credevo quando me lo hai proposto. Ma pare funzionare, e devo tutto a te.

Scena 7
Entra Emma

Emma- ora mi sento meglio. (Angela e Arturo si mettono composti) scusate ho interrotto qualcosa? Se volete torno di là?
Arturo- no, non preoccuparti, stavamo solo parlando un poco.
Emma- immagino che abbiate molto da dirvi, è una situazione strana.
Angela- già.
Arturo- erano questi gli accordi, non ho mica costretto nessuno.
Emma- e per fortuna non ho portato Enrico, altrimenti si che era un bel casotto.
Angela- e chi è Enrico?
Emma- il mio ragazzo.
Angela- ci mancherebbe che ci fosse anche questo Enrico, sai che casotto? Già la situazione è strana: Io faccio la domestica per finta e moglie per davvero, tu moglie per finta e fidanzata per davvero. Lui che è il marito finto per te, è vero per me e voi papà e mamma del bambino che poi diventerà mio figlio. A lui cosa avremo fatto fare la parte del maggiordomo, autista o giardiniere?
Arturo- ma cosa dici? l’importante è che tutti siamo consapevoli e d’accordo.
Emma- già (sospiro) abbiamo fatto un accordo.
Angela- già (sospiro, indica Emma), e grazie a lei diventeremo una famiglia, magari un poco allargata e strana ma famiglia.
Emma- per me è un piacere, siete una così bella coppia. Certo che avete pensato a un bel piano.
Arturo- con vantaggi per tutti, soldi per te e un figlio per noi. Bene, (prende il cappotto dall’attaccapanni e si veste) io esco a fare la spesa.

Scena 8
Rimangono Angela e Emma

Emma- Arturo compra delle tisane, grazie. (Arturo mentre esce)
Arturo- (fuori scena) agli ordini. Comprerò quelle al finocchio, perché nel libro “La dieta di chi aspetta” scrivono che il finocchio aiuta la digestione, aumenta la diuresi e favorisce la produzione di latte, quasi, quasi la bevo anch’io!
Emma: ma mi fa schifo il finocchio!
Arturo: ti fa bene Emma e poi ha proprietà snellenti! (esce)
Angela- che tipo è Enrico?
Emma- le piacerebbe, dolce e intelligente. Ci conosciamo da un po’, prima o poi andremo a vivere assieme.
Angela- e cosa pensa di questa storia?
Emma- non era molto convinto, ma ci fanno comodo anche i soldi che ci date, e in fondo è una cosa bella che facciamo.
Angela- che fa lei, lui resta a guardare.
Emma- All’inizio mi faceva il broncio, quando è arrabbiato arriccia la bocca e il mento. Ma poi ha capito e accettato la cosa. Gli ho spiegato che era un gesto d’amore, senza coinvolgimenti emotivi.
Angela- noi le saremo sempre debitori.
Emma- vado a prendere una cosa, torno subito.

Scena 9
Emma va in camera e poi rientra

Angela- (parla verso Emma fuori scena) non so se avrei accettato che la mia compagna avesse un figlio con un altro, con la fecondazione, ma sempre di un altro.
Emma- (entra con delle borse da supermercato e comincia a svuotarle nel divano)
Angela- cosa fa?
Emma- devo preparare la valigia. (esce e prende un trolley)
Angela- ma è già ora?
Emma- (parla entrando con il trolley) la clinica mi ha detto di preparare una valigia, non si sa mai il momento esatto, bisogna essere pronti.
Angela- giusto, servirà calma e organizzazione.
Emma- Calma mica tanto, cerco almeno di organizzarmi.
Angela- Le hanno dato una lista?
Emma- si, si mi hanno dato una lista, anzi, a dire il vero ho due liste.
Angela- addirittura due ma se è sola?
Emma- non proprio, (accarezza la pancia) entro sola ma poi usciamo in due.
Angela - ha ragione, la sua prima valigia.
Emma- ecco le liste, questa è la mia e questa è la sua (accarezza la pancia).
Angela- mi piacerebbe aiutarla, posso?
Emma- certo, mi fa piacere.
Angela- Allora la sua lista cosa contiene?
Emma- igiene personale: detergente, spazzolino, dentifricio.
Angela- eccoli, li metto dentro qua?
Emma- si, e io li cancello. (Li cancella dalla lista) Poi: asciugamani e quel sacchettino li.
Angela- Fatto.
Emma- 2 camice da notte aperte davanti e comode poi una vestaglia.
Angela- eccole.
Emma- ciabatte in gomma per la doccia e calze di cotone.
Angela- eccole qui. Adesso?
Emma- bene la mia lista è completa, passiamo al bimbo.
Angela- Emma, ma perché dice bimbo? Avevamo detto che volevamo la sorpresa.
Emma- scusi Angela, ha ragione.
Angela- Emma possiamo di darci del tu per favore? con tutto quello che fai per me è ridicolo darci del lei.
Emma- Va benissimo Angela fa piacere anche a me se ci diamo del tu. Ho detto bimbo ma non so se è un maschio o una femmina. Sarà una sorpresa, bimbo è generico.
Angela- si è carino chiamarlo bimbo.
Emma- sai Angela, sono nove mesi che lo sento dentro di me (accarezza la pancia), chissà come sarà il viso, i suoi occhi, il nasino (sorride al pensiero)
Angela- (interrompendola) di certo assomiglierà al mio Arturo, ma anche a te.
Emma- già, mi assomiglierà. (malinconica)
Angela- ci ricorderemo di te, basterà guardarlo, allora cosa serve? (decisa)
Emma- tutine maniche lunghe e corte.
Angela- che piccole e morbide. Gli staranno benissimo. (appoggia la tutina sopra la pancia di Emma, poi accarezza la pancia) Come ci si sente?
Emma- esternamente pesanti e ingombranti.
Angela- Lo vedo da come cammini, mani sui fianchi, passo da papera e ondeggi. Poi ti accarezzi la pancia. Ma tu come ti senti?
Emma- sono un poco triste, sono nove mesi che vivo in sua compagnia.
Angela- ma potrai venire a trovarlo quando vuoi.
Emma- non lo so, forse è meglio per entrambi se tagliato il cordone ci separiamo.
Angela- non lo dimenticherai mai.
Emma- lo so, ma lui non lo saprà. Per lui non ci sono mai stata.
Angela- quando potrà capire glielo diremo.
Emma- no, non farlo. Chissà che opinione si farà di me. Meglio di no. (silenzio)
Angela- Si muove?
Emma- adesso meno, ormai è bello grosso. Sono aumentata di dieci chili.
Angela- sì, ma poi li perderai.
Emma- spero, non vorrei restare con la pancia e che Enrico ci stesse male.
Angela- ma va, sei giovane, recuperi in fretta, sai come si dice: “noi donne siamo programmate per diventare madri”.
Emma- hai letto anche tu “Avrò un bambino”?
Angela- (sorridono entrambe) No, lo sto prendendo in giro, ti sta stressando?
Emma- Il tuo Arturo, si sta informando su tutto, praticamente è una mamma in attesa, sa più cose di me!
Angela- Infatti, è pronto per partorire, è agitato, diventerà papà. Non mi meraviglierei se gli venissero le doglie per simpatia! Continua a dire che le donne hanno il dono di poter creare la vita, (si rattrista) non tutte però hanno ricevuto questo regalo.
Emma- le gambe e le braccia. (energica)
Angela- come?
Emma- a volte sento che si muovono le gambe e le braccia, anche di notte. E mi sveglia.
Angela- che strana cosa deve essere. Un essere vivente che si muove dentro.
Emma- sì, ma fa anche male la schiena a volte. Per questo metto le mani ai fianchi.
Angela- e muoversi nel letto? Io dormo a pancia in giù, mi sa che non potrei.
Emma- dovresti chiedere ad Arturo, mi ha spiegato come dormire durante l'ultimo trimestre di gravidanza. Devo dormire sul fianco, in particolare quello sinistro, perché questa posizione aiuterebbe il sangue e le sostanze nutritive ad affluire al piccolino.
Angela- Ma tu lo ascolti?
Emma- e tu? (sorridono) Vieni qui. (prende un cuscino)
Angela- cosa vuoi fare?
Emma- ti faccio vedere (mette il cuscino dentro il vestito di Angela per farle la pancia) ecco. Adesso prova a dormire di pancia se ci riesci.
Angela- se ci provo divento una sedia a dondolo.
Emma- e poi il male alla schiena che ti fa camminare a papera.
Angela- e a camminare con le mani ai fianchi, così, come vado? (cammina a papera con le mani sui fianchi avanti indietro)
Emma- io non cammino così. (cammina anche lei come Emma)
Angela- si cammini proprio così, poi, ecco, mi ha dato un calcio. Diventerà un campione come il grande Totti. (camminano fino a essere una frontale all’altra)
Emma- ma io non tifo la Roma.
Angela- dovresti. (ridono, poi si avvicinano fino a toccarsi con le pance) si muove tanto?
Emma- si e quando spinge vedi la pancia che si gonfia.
Angela- Deve essere bellissimo, ti invidio. (si commuove, poi si guardano e si abbracciano) Bene dai, andiamo avanti con la lista. Dove eravamo rimaste?
Emma- body di cotone a mezza manica, calzini di cotone, una copertina, un cappello, un biberon.
Angela- perché, non puoi dargli il tuo latte?
Emma- ma eravamo d’accordo che lo prendete voi.
Angela- poverino, dicono che il latte della mamma è molto utile almeno per i primi giorni.
Emma- si, il colostro eccetera.
Angela- te lo ha detto Arturo?
Emma- Pensavo che ti avrebbe fatto piacere allattarlo con il biberon.
Angela- si, penso che mi piacerebbe. Un poco alla volta, anch’io devo abituarmi. Sai una cosa?
Emma- cosa?
Angela- Grazie.

Scena 10
Entra Arturo con le borse della spesa

Arturo- Angela ma cosa succede? Ti diverti a giocare a fare la mamma?
Emma- non è un gioco e non ce niente di divertente. Proprio non riesci a capire vero?
Angela- lascia stare Emma, non ci arriva. (si toglie il cuscino e lo butta nel divano, poi si sistema accarezzandosi la pancia piatta) ecco fatto, ho partorito anch’io e senza dolore. Quello lo prova solo lei. (con frustrazione)
Arturo- non serve arrabbiarsi dai, dovresti esserle riconoscente. Scusala (verso Emma)
Emma- ma no, lascia stare non importa. Posso capirla.
Angela- Capirmi? Spiegami come puoi capirmi. Tu sarai mamma, tu puoi avere un figlio. Ma che razza di mamma sei se lo fai per denaro? (esce piangendo)
Arturo- (la segue) ma cosa stai dicendo, chiedile subito scusa.

Scena 11
Le battute di Arturo e Angela sono fuori scena mentre Emma, in scena, ascolta.

Angela- perché devo chiederle scusa?
Arturo- ti rendi conto di come l’hai trattata?
Angela- la stiamo pagando per fare un figlio, è solo un contratto e lo stiamo rispettando.
Arturo- non puoi offenderla così.
Angela- ma che ne sai tu, tu sarai padre, il bambino assomiglierà a te e a lei. Io non c’entro niente. Non sono sua mamma. Non lo sarò mai e lo sappiamo benissimo tutti e tre, anzi tutti e quattro, anche Enrico.
Arturo- Enrico, cosa centra?
Angela- centra eccome, è il suo ragazzo e ha condiviso con te la sua fidanzata. (silenzio)

Emma in scena ascolta le frasi con molto nervosismo, accarezzandosi la pancia e soffocando un pianto, mentre indossa le scarpe per uscire.

Arturo- credo proprio che dovresti scusarti con lei, dovresti esserle grata.

Scena 12
Rientra Arturo e vede Emma che si vestendo per uscire.

Arturo- scusala Emma, Angela è sconvolta.
Emma- lei è sconvolta? Non pensi a me? Credete sia semplice per me? Cosa ne sapete voi di cosa provo io? Abbiamo fatto un contratto no? È quello che conta. Cosa vi interessa se sono nove mesi che lo sento. Che vive dentro di me. Che lo nutro e lo sento muovere. È mio figlio, capisci: mio figlio.
Arturo- si lo immagino ma abbiamo un accordo.
Emma- non preoccuparti per l’accordo, lo rispetto non preoccuparti.

Scena 13
Entra Angela triste.

Angela- scusami Emma, scusami, non so cosa mi è preso. Non penso a quelle brutte cose che ti ho detto.
Emma- Angela, non è facile per me lasciarti mio figlio. Lo farò ma non sono così cinica come immagini.
Angela- mi spiace, io vedo la tua pancia, ho sentito i suoi movimenti. Vorrei tanto, vorrei tanto…
Emma- lo so, lo so. (si avvicinano)
Angela- scusami, perdonami. (le prende le mani)
Emma- lascia stare, va tutto bene.
Angela- mi spiace, per tutto.
Emma- spiace anche a me. Pensavo fosse più facile.
Angela- (si abbracciano)
Arturo- su fate pace e torniamo alla serenità! Tisanina? (allegro e rincuorato)
Emma- ma stai zitto!!
Angela- ma stai zitto!!
Arturo- forse preferite un the? (lo ignorano)

Emma si avvicina alla porta per indossare il cappotto

Angela- dove vai? (aiutandola a indossare il cappotto)
Emma- a fare due passi.
Arturo- ottimo, camminare aiuta a partorire, è scritto anche su (smorzandosi)

Emma e Angela lo guardano infuriate.

Arturo- io vado un attimo in cucina (Arturo va in cucina)
Angela- vengo con te? (verso Emma)
Emma- no’ voglio stare da sola un po’, ho bisogno di aria.
Angela- va bene. Ciao. (la guarda andare dalla porta aperta)

Scena 14
Emma esce e Arturo ritorna in scena

Arturo- continui a guardarla.
Angela- si, cammina a papera.
Arturo- certo, come chi è sovrappeso. L'andatura serve per diminuire la fatica. Sollevando il baricentro da un lato e dall'altro, si oscilla come un pendolo, così i muscoli risparmiano parte del lavoro
Angela- l’hai letto su “Andatura della gestante” immagino.
Arturo- lo fai letto anche tu?
Angela- era sarcasmo Arturo, non pensavo esistesse davvero.
Arturo- esiste ed è anche molto interessante.
Angela- immagino. Certo che la pancia, è bella grossa.
Arturo- manca poco ormai. Tu come stai?
Angela- non so, è strano. Io volevo un figlio mio, lo desideravo tanto.
Arturo- sì, ma hai sentito come si lamenta. Fa fatica a muoversi, a volte si sveglia di notte perché la creatura si gira e tira di quei calci. Sarà un maschietto mi sa.
Angela- può darsi ma la invidio un poco, lei può sentire il bimbo crescere. Io no.
Arturo- dai Angela, è la scelta giusta. Abbiamo provato in tutti i modi; mattina, sera, prima di colazione, dopo la colazione, durante la colazione, al posto della colazione, sopra, sotto …
Angela- fermati basta così!
Arturo- e non è successo quando eravamo più giovani e ora hai un’età diversa. Non è una colpa.
Angela- lo so, lo so. Ma le mie amiche, loro hanno figli, e quando ci troviamo mi guardano con quella lieve pena taciuta. Io lo vedo quel velo di pietà, lo percepisco e mi vergogno.
Arturo- Di cosa ti vergogni? Ci si vergogna di qualcosa che si fa, che dipende da te. Non è una tua scelta non è dipeso da te. Non ne hai colpa.
Angela- io volevo essere mamma.
Arturo- appunto, e adesso potremo diventare genitori.
Angela- non come gli altri. Forse dovevo andare a fare dei test, a fare visite. Lo diceva la ginecologa.
Arturo- e poi? Cosa serviva accanirsi, per poi ammettere quello che sappiamo.
Angela- dovevamo indagare più a fondo.
Arturo- Perché? Cosi invece trasformiamo la tua impossibilità in un atto d’amore. Le tue care amiche, mamme perfette, vedranno una scelta. Scegliamo di donare felicità a un bimbo già nato. Doniamo un futuro.
Angela- Proprio una grande soddisfazione, mah.
Arturo- pensaci, abbiamo cambiato il destino di un essere che senza di noi avrebbe sofferto. L’ammirazione sostituirà la comprensione. Ci vuole coraggio per agire come tu agirai e ti verrà riconosciuto.
Angela- ma noi sappiamo la verità. Separeremo una madre da un figlio, non dovremmo vergognarci di un nostro limite.
Arturo- ma pensa alle visite, agli esami, per te per me. Ho sentito dire che addirittura visitano durante il sesso e danno consigli. “No, li no, ecco un poco più su, bene, giù, sì così, ora un saltellino, più forte, più piano si ecco si giri, non troppo” Ma ti rendi conto?
Angela- ma dai, sarebbero dei sacrifici che si affrontano volentieri. Ma ti ricordi che ci mettevamo la sveglia per centrare il momento con la massima ovulazione? Durante quei giorni non c’era più passione, trasporto, preliminari. E quando non funzionavi? Ti ricordi quanta fatica? Magari si sarebbe scoperto che anche tu hai dei problemi!
Arturo- Cosa, io? Ammetto di aver avuto qualche rara défaillance ma è capitato poche volte e poi sfido chiunque a reggere il superlavoro al quale mi hai obbligato!
Angela- Io!? Ma se eri tu che dopo aver letto il libro “La pianificazione familiare” avevi lo schema della mia temperatura basale sul comodino!
Arturo- E pensare che prima ci stavamo attenti. Che avevamo paura di combinare un guaio
Angela- che terribile periodo.
Arturo- Il desiderio trasformato in dovere.
Angela- il piacere in obbligo.
Arturo- Averlo saputo prima non avrei mai speso tutti quei soldi in preservativi.  Se penso alle figuracce che ho fatto in farmacia. Come quella volta che sono andato con Paolo.
Angela- il marito di Monica, il papà di Marta e Luigi?
Arturo- si lui. Siamo entrati in due, mi vergognavo. Ho preso un pacchetto, Paolo ha detto “Caro prendili robusti e lubrificati, non come l’ultima volta che li hai rotti”. Il farmacista ci ha guardato con due occhi così, cercando di far finta di nulla. “Sa, è un tipo focoso!” Sono diventato verde dalla vergogna.
Angela- e il farmacista?
Arturo- stavo per andar via e mi ha dato il suo numero di cellulare.
Angela- eri così giovane e affascinante.
Arturo- ero?
Angela- ora è fatta, sono contenta per te, almeno tu diventerai padre.
Arturo- e di questo ti ringrazio. Una parte di noi c’è. E non è l’unica.
Angela- perché, cosa intendi?
Arturo- certo, ci sono i genitori biologici, la terra e il seme. Ma la pianta ha bisogni di aiuto per crescere. Essere genitori significa anche formare i figli, dargli un carattere. Non solo concepirli. Questo faremo noi e daremo il meglio. Essere genitori è molto di più che concepire.
Angela- va bene, allora io lo nutro con il biberon e tu lo cambierai (scherzosa)
Arturo- io? Non è che posso dargli io il latte e tu lo o la cambi? (preoccupato)
Angela- bisogna imparare ad amare anche i frutti del suo corpo.
Arturo- non è che parliamo di fragole e ciliegie.
Angela- faremo a turno. Poi lo porteremo in giro.
Arturo- con i passeggini quelli a tre ruote, sportivi. Andremo ovunque.
Angela- poi a scuola, all’università
Arturo- sì ma dovrà anche imparare qualche lavoretto, qualche soldino deve pur procurarselo.
Angela- lo sai che i figli sono un costo, ma sono anche il migliore investimento di una coppia.
Arturo- diventeremo una famiglia, ancora più completa.
Angela- forse hai ragione, io non sarò la sua mamma ma saprò essere sua madre. Gli insegnerò a essere autosufficiente e a dargli gli strumenti per affrontare le difficoltà che la vita gli farà incontrare. Lui si ricorderà di me, non come mamma ma come madre.

Suona il telefono di Emma  

Arturo- suona il telefono, rispondi.
Angela- non è il mio è il suo.  
Drinn (telefono)
Arturo- rispondi lo stesso, che non si preoccupino.
Angela- (risponde) pronto? Non sono io, scusi, la signora è uscita. Scusi è lei signor Enrico? Si sono la signora, quella dell’accordo. Anzi ringrazio anche lei. Si va bene. Grazie anche a te, bene, dai bene, ormai manca poco. E tu come stai? Sono contenta. Avete fatto una bella cosa. Il mio numero? Perché? Hai ragione, può servire se ci sono problemi, non ci avevo pensato. Guarda mi giro il tuo numero e lo salvo sulla mia rubrica poi ti scrivo. Va bene, dopo la saluto per te. Buona giornata, ciao e grazie.

Arturo mentre lei parla lui si siede sul divano, si toglie le scarpe, si sdraia chiedendo a gesti spiegazioni alla Angela.

Arturo- come mai voleva il tuo numero?
Angela- se ci sono problemi, vuole un contatto con noi.
Arturo- si, è giusto, potevi dargli i mio.
Angela- non ci ho pensato. Simpatico però, e che bella voce, deve essere una bella persona.
Arturo- Mah, al telefono cosa vuoi capire.
Angela- tornando al discorso di prima, ma come è stato il concepimento? (si siede sul divano e comincia a massaggiargli i piedi)
Arturo- non è stato un concepimento ma una fecondazione.
Angela- giusto, ma come funzione? Tu devi tirare fuori il seme no? Ti aiutano? Ti danno una mano?
Arturo- non è che mi danno una mano, non ci sono simpatiche signorina disponibili. Devi fare da solo, c’è uno sgabuzzino con delle riviste. E poi devi impegnarti, e tutti sanno cosa stai facendo.
Angela- che brutta situazione, e lei? Cosa deve fare?
Arturo- lei è lì, aspetta che io finisca poi aspirano e iniettano, fine.
Angela- però, non è molto romantico.
Arturo- non lo deve essere ma è molto costoso però, intorno ai 3000 euro.
Angela- per fare una cosa che sarebbe naturale.
Arturo- infatti è quello che ho pensato.
Angela- in fondo lei non è brutta, è giovane, carina, pensandoci potevi chiederle se per lei andava bene farlo in modo naturale. Secondo me avrebbe detto di sì. (continua a massaggiare i piedi)
Arturo- e tu? Cosa avresti detto tu?
Angela- mi spiegavi che risparmiavamo 3000 euro. Poi lo facevi per noi, era solo una cosa meccanica, senza trasporto.
Arturo- vuoi dirmi che avresti accettato, cioè che potevamo risparmiare i soldi?
Angela- perché no, non sono pochi e non siamo proprio ricchissimi.
Arturo- su questo hai ragione, sto ancora aspettando che mi liquidino il lavoro fatto per il comune. E ho già dovuto versare l’iva.
Angela- potevi pensarci allora, me ne parlavi.

Silenzio Angela massaggia con dolcezza i piedi di Arturo.

Arturo- ma siamo sicuri che tu non ti saresti arrabbiata?
Angela- e perché? Siamo adulti possiamo capire le cose.
Arturo- vedi, in effetti a lei avevo accennato il discorso dei costi.

Angela massaggia in modo più vigoroso.

Arturo- hai, piano però mi fai male così.
Angela- scusami ero distratta, dicevi che le avevi parlato?
Arturo- sì, e, in linea di massima non era contraria.
Angela- in linea di massima, quindi? (piega le dita dei piedi)
Arturo- Haia, ha capito che potevamo risparmiare 2500 euro.
Angela- scusa, Arturo, ma non erano 3000?
Arturo- sì, ma lei chiedeva un rimborso di 500 euro perché l’accordo era diverso.
Angela- un poco caretta, ma tu parli in via teorica vero?
Arturo- cioè?
Angela- hai appena detto che lei chiedeva un rimborso, intendevi in via teorica vero?
Arturo- beh, si chiaramente, prima ci siamo parlati in teoria.
Angela- prima, e poi? Arturo, poi cosa intendi?
Arturo- poi sai com’è, lei era disponibile, in fondo sappiamo come nascono i figli. Era un nostro grande desiderio. Tu sei moderna, capisci queste cose. Sono pur sempre 2500 euro risparmiati.
Angela- (si ferma e prende le dita dei piedi con due mani aprendo l’alluce dalle altre dita) E quando, di grazia, hai deciso di passare dalla teoria alla pratica?
Arturo- aia, mi fai male così
Angela- (continua ad aprire le dita e diventa più aggressiva) Arturo dimmi cosa hai fatto, sei passato alla pratica?
Arturo- aia, non fare così, hai, mi fai male.
Angela- (apre sempre di più) anche tu, Arturo dimmi cosa hai fatto, dimmelo! Sei passato alla pratica?
Arturo- sì, sì dovevo pagare l’iva.
Angela- e adesso ti paghi l’ortopedico (apre le dita e si sente un crack)
Arturo- (cade da divano continuando prendendosi il piede in mano) aia, mi ha fatto male.
Angela- e mi hai pure detto che non ci sono signorine che ti danno una mano, una mano. (da due calci sulle costole ad Arturo gemente a terra) Coglione!
Arturo- Tu dicevi che siamo adulti, che potevi capire le cose.
Angela- Mentivo! Avevo un sospetto, e mi parli di differenza tra concepimento (calcio) e fecondazione (calcio)
Arturo- lo ho fatto per noi, mi sono sacrificato.
Angela- sacrificato? Cosa hai detto? Sacrificato, poverino (calcio) sei un gran bastardo, non voglio più avere niente a che fare con te.
Arturo- Angela, ma il nostro bambino
Angela- Arturo è il vostro bambino è la vostra famiglia.

Scena 15
Entra Emma

Emma- eccomi qua, tutto bene? Ma cosa succede?
Angela- niente di particolare, ho solo capito che siete una bella coppia di bastardi, avete concepito un figlio.
Emma- ma è quello che volevi? Volevi un figlio, io ho accettato la fecondazione per darti un figlio.
Arturo- infatti è quello che le ho detto.
Angela- abbiamo sempre parlato di fecondazione, non di concepimento, non è la stessa cosa.
Emma- ma cosa vuol dire? Sei stata tu a consigliare al tuo Arturo di propormi i modi naturali. Dicevi che non aveva senso spendere 3000 euro. Mi dispiaceva per te.
Angela- 500 euro di dispiacere vero?
Emma- è stato un regalo che tu hai voluto farmi per ringraziarmi.
Angela- io? Io ti avrei regalato 500 euro per stare con lui? Io non ho mai detto niente di simile.
Arturo- Angela cerca di capire…
Angela- taci (e da un calcio) io non ho mai chiesto una cosa del genere. È stata una sua idea.
Emma- è una tua idea? (rivolta ad Arturo che è a terra)
Arturo- mi pareva conveniente.
Angela- conveniente?
Arturo- L’ho fatto per dovere, dovevo darti un figlio, ero costretto a farlo, ho dovuto.
Emma- Posso? (ad Angela)
Angela- fai pure.
Emma- (lo prende a calci) pensavi di essere furbo? Mi dicevi “Angela è d’accordo, è emancipata, risparmiamo soldi”
Arturo- Angela forse ho sbagliato ma l’ho fatto per il nostro bene, per non farti soffrire.
Angela- zitto! (posa un piede sopra ad Arturo che è a terra).
Emma- E adesso cose ne faccio di vostro figlio?
Arturo- sta per nascere, non dobbiamo litigare, volevi tanto un figlio.
Angela- questo è vostro figlio lo avete concepito capisci?
Arturo- ma cosa cambia sono sempre gli stessi geni.
Angela- cambia tutto, credevo volessi donarmi un figlio, poter essere madre. Questo figlio è vostro figlio, io non centro più niente.

Angela prende le sue cose e comincia a prepara la valigia mente discutono.

Emma- ma io non volevo, questo figlio era per voi. Cosa ne sarà di lui?
Angela- ora siete una famiglia, non fatele pagare a lui le vostre scelte e di certo non voglio pagarle io.
Arturo- dai calmati, cerchiamo di ragionare in modo razionale.
Angela- certo razionalizziamo: tu fai credere a me di donare il tuo seme a lei per generare un figlio che lei darà a noi. Poi fai credere a lei che io ti suggerisco di concepire fisicamente con lei per risparmiare soldi e, addirittura, che le regalo 500 euro per il disturbo, in pratica ti pago le sue prestazioni. Poi rimane incinta e io dovrei accogliere vostro figlio. Giusto?
Arturo- sembra brutta messa così ma sì, è andata così, più o meno. Ma ho agito per il nostro bene Angela
Angela- con qualche benefit (indica Emma) per te. Sei un porco!
Emma- io sarei il benefit? Chiariamo una cosa ho agito come mi è stato chiesto, per aiutarvi, perché volevate un figlio.
Angela- (comincia a vestirsi per uscire) già ma ora è vostro figlio e io non ne voglio più sapere niente. A proposito il tuo Enrico è stato aggiornato sulle nuove tecniche che avete adottato?
Emma- non serviva, il risultato finale è lo stesso.
Angela- questo lo dici tu. Lo informerò io, di persona. In fondo è giusto che lo sappia.
Emma- ma se non lo conosci neanche.
Angela- lo conoscerò, non preoccuparti.
Emma- lascialo fuori da questa storia.
Angela- hai paura che non gradisca la tua nuova prestazione?
Emma- perché vuoi coinvolgerlo? Non serve dirlo a lui, capito, altrimenti io…
Angela- cosa farai? Sono stufa e non mi interessa più niente, né di te, né di lui (indicando Arturo) e non voglio prendermi cura di vostro figlio. (si avvicina inviperita alla madre, alza le mani per picchiarla ma si ferma, e accarezza la pancia) desideravo così tanto essere mamma. Mi avete distrutto anche questa possibilità, non posso fingermi madre dopo quello che è successo tra di voi. (si allontana)
Arturo- fermati, Angela, io ti amo!
Angela- Arturo (con dolcezza)
Arturo- si? (speranzoso)
Angela- (torna da lui) Ma sta zitto! (altro calcio si avvia per uscire)
Emma- ferma, e io? Cioè adesso? Lui? (indica la pancia) cosa ne faccio?
Angela- è vostro figlio. Tu sei sua mamma e lui è il papà. Fine della storia e come si dice in questi casi auguri e figli maschi. (Prende la valigia e va via)

Scena 16
Angela esce, rimane Arturo e Emma.

Arturo- (striscia verso la porta) fermati Angela fermati, non andare!
Angela- (fuori scena) addio, stronzo!
Arturo- non doveva andare così, sto male.
Emma- (stringendosi la pancia e alzando una gamba) oddio, sto male anch’io!
Arturo- ti capisco, fa male.
Emma- molto (sofferente, ha le doglie) ohhh (comincia a respirare in modo ritmico) Ohhh, fa male, la pancia.
Arturo- a me, l’alluce (a terra e massaggiandosi il piede) credo che lo abbia slogato.
Emma- dobbiamo andare all’ospedale.
Arturo- (senza guardarla) no, tra una settimana mi passa tutto, non serve.
Emma- Arturo dobbiamo andare ora!! Muoviti!!
Arturo- cosa serve gridare, mi passerà.
Emma- ti dico che dobbiamo andare, sta nascendo!
Arturo- chi? (massaggiandosi il piede)
Emma- tuo figlio, idiota!
Arturo- ho, il bambino, è ora. Prendo le valige, dove sono?
Emma- di là e muoviti. (si alza e dolorante si infila il cappotto)
Arturo- (esce zoppicando e ritorna con una valigia) ecco, ho la valigia.
Emma- sono due.
Arturo- come due, nell’ecografia se ne vede uno solo!
Emma- le valige cretino! Prendi il trolley
Arturo- vado (esce a prendere il trolley) è questo? (il trolley si apre e cade tutto)
Emma- si, muoviti.
Arturo- scusa mi è caduto (comincia a piegare le cose per metterle in ordine)
Emma- ma cosa fai ti metti a piegare adesso?
Arturo- bisogna essere ordinati
Emma- ma quale ordine che sta nascendo, muoviti!
Arturo- subito (butta tutto nel trolley e lo chiude, mentre Emma ha evidenti contrazioni)
Emma- muoviti, muoviti…
Arturo- (si alza in fretta e gli cade il trolley sul piede rotto) madonna del trolley!

La scena si chiude sfumando le luci in questa concitazione.

Secondo Atto

Scena 17

Un anno dopo, altro appartamento. Natale, a lato un piccolo albero illuminato con sotto dei regali incartati. Durante il cambio scena musica di carillon, con vagiti e dialoghi a soggetto dei due genitori

Arturo- (in tuta, arruffato, assonnato e sbadigliante, bambino dentro la culla) Quand’è che comincerai a dormire? Tutta la notte a fare ghegheghe. Allora io ti faccio pucipucipuci.
Emma- (fuori scena) hai letto anche il libro dei versi?
Arturo- sono cose da maschi. Hai sentito tua mamma? Bello di papà, il tuo papà (scandisce papà per insegnargli a pronunciarlo). Guarda, guarda, che bel nasino, carino, carino, un poco piccolino però, (si tasta il naso) il mio è più grande, ma crescerà vero? Diventerà bello grosso e pacioccone, grosso, grosso proprio un bel…
Emma- (entra trascurata) di cosa stai parlando? Ma fai a gara con lui?
Arturo- un bel nasone, parlavo del nasone.
Emma- avete proprio la fissa per i nasoni.
Arturo- guardavo il suo nasino, il mio è più tozzo,
Emma- cambierà dopo, crescendo.
Arturo- (continua a guardarlo in culla) Assomiglia di più a te che a me.
Emma- è ancora piccolo, crescerà, guardagli bene la fronte, l’attaccatura dei capelli è la tua. (sbrigativa)
Arturo- si, un poco mi assomiglia, dicono che i maschi assomiglino di più alla mamma.
Emma- e ti preoccupa? Con tutta la fatica che ho fatto è giusto che assomigli di più a me.
Arturo- hai visto il mento, ha la fossetta.
Emma - e allora? Mi piace, è più simpatico.
Arturo- si, ma dicono sia una questione genetica. Io non ce l’ho.
Emma - e cosa vuol dire che la fossetta è genetica, e il resto no? Tutto è genetico.
Arturo. Si ma neanche tu hai la fossetta.
Emma- ma che c’entra, l’avrà avuta il nonno.
Arturo- il mio no, tutti i miei parenti sono senza.
Emma- perché tu ti ricordi la fossetta nel mento dei tuoi parenti, ma dai. Io non mi ricordo neanche il nome dei miei nonni. Cosa c’è non ti piace?
Arturo- ma no, è bellissimo. Un piccolo particolare che lo caratterizza. Ti immagini le sue fidanzatine? “Che affascinante, e quando ti guarda con quella fossetta, vibro tutta”
Emma- ce ne vuole ancora di tempo per le ragazze. (esce)
Arturo- (guardando il bambino nella culla) ma che bello che sei (si preme un dito nel mento a creare la fossetta) vedi, vedi, ce l’ho anch’io!

Suona il telefono e lui risponde

Arturo- Angela ciao, che sorpresa.
Emma- (sussurrando) chi è?
Arturo- (copre il telefono) mia moglie. (al telefono) le carte per il divorzio le porti tu, va bene.
Emma- (sussurrando) no, vai a prenderle tu.
Arturo- anzi no, vengo a prenderle io, non serve che vieni qui. Sei già qui? (copre il telefono, rivolto a Emma) è già qui!
Emma- non voglio che venga su (gesticola furiosa)
Arturo- va bene, vieni su, sì, c’è anche Emma, siamo in casa tutti e tre, si si è contenta di vederti.
Emma- non voglio vederla, dille che vada via! (Arturo copre il telefono)
Arturo- (al telefono) si, sono sicuro che non disturbi, Sali pure. (chiude la telefonata).
Emma- perché la fai salire, perché?
Arturo- dai che è stata gentile, evito di andare dall’avvocato.
Emma- se ti ho detto che non voglio vederla? Non conta niente quello che dico io vero?
Arturo- è questione di un attimo, mi consegna le carte poi va via.

Bussano alla porta, poi entra Angela con una larga mantella invernale, un cappello e una borsa con strenne natalizie.

Arturo- Angela ciao, che strana sorpresa.
Angela- (molto cordiale) Ciao, scusate l’intrusione, ero di passaggio e ho pensato di fare una piccola gentilezza.
Emma- molto gentile, come sempre.
Angela- Grazie Emma. Così alla fine avete deciso di vivere in montagna?
Arturo- si l’appartamento è piccolo, ma bene attrezzato.
Angela- e comodo a tutto.
Emma- Gia.
Angela- Ma voi tutto bene?
Arturo- sì, sì, è da un bel po’ che non ci vediamo.
Emma- da quando è nato lui, a proposito è un maschietto. (indicando il bambino)
Angela- già, un anno fa. Ricordo, ricordo bene e non lo dimenticherò di certo.
Arturo- già ho combinato un bel casotto.
Emma- a dirlo così è un poco riduttivo, ho sbagliato anch’io, un poco sprovveduta.
Angela- cosa vuoi, io mi fidavo di una persona che pensavo di conoscere. Sono andata via in modo un poco brutale.
Arturo- avevi le tue ragioni.
Angela- Lo so, e per farmi perdonare ho portato un po’ di cosine. (apre la borsa) ecco, delle palle di Natale per te (le dona a Emma), un peluche per il piccolino (lo posa nella culla) e questo per te. (un berretto con le corna da renna per Arturo)
Arturo- Che bel pensiero, ma non dovevi (indossa subito il cappello e si mette a fare il pagliaccio per far ridere il bambino)
Angela- una sciocchezza, un piccolo pensiero.
Arturo - apprezzo molto questo piccolo gesto.
Angela- purtroppo le cose sono andate male ma non le possiamo più cambiare. Comunque Arturo sono venuta per portarti anche le carte per il divorzio congiunto, se a te va bene, è più semplice e meno costoso.
Arturo- se posso risparmiare.
Angela- lo so che se puoi risparmiare lo fai vero Emma? (guarda Emma)
Emma- le prendo io. (non coglie la frecciatina)
Angela- Mi raccomando firmale in fretta e poi ci mettiamo d’accordo per averle. Ma voi come state, alla fine siete una famiglia vero?
Emma- si, siamo una famiglia, abbiamo un figlio nostro. (verso Angela)
Angela- lo so che è il vostro figlio. E’ questo il campione? (guarda il bambino nella culla) Che carino, guarda ha la fossetta come il suo papà.
Arturo- ti sbagli, io non ho la fossetta.
Emma- (con cattiveria interrompendo il dialogo) Mi spiace per te che non puoi avere figli.
Angela- a dire il vero c’è una novità (sposta la mantella e si vede che è incinta).
Arturo- (si ferma e guarda stupito la pancia di Angela) ma come hai fatto? Sei andata in clinica?
Angela- sai che dicevi che non potevo avere figli? Ti sbagliavi.
Arturo- come scusa?
Suona il telefono di Angela

Angela- si Enrico, arrivo, qui ho finito.
Emma- Enrico? (stupita)
Angela- Lo conosci, è quello con la fossetta. Vado.
Arturo- Non ho capito, Enrico ha la fossetta? Ma tu (rivolto a Emma che lo interrompe)
Emma- grazie ma se devi andare.
Angela- certo, saluto Enrico da parte vostra
Emma- (sbrigativa) non serve ciao.
Arturo- auguri per tutto
Angela- anche a te e famiglia.
Arturo- (guarda confuso Emma con il cappellino in testa.)
Angela esce mentre Arturo con il berrettino con le corna di renna guarda Emma e il neonato vagisce intensamente.

Fine