AVE MARIA PER UNA GATTAMORTA

di

Mimmo Sorrentino



Personaggi

Andrea: 17 anni
Matteo: 18 anni
Anna: 18 anni
Gessica: 15 anni
Ludovica: 19 anni
Stefania: 17 anni

Un parco. Come fondale un muro su cui c’è scritto “Gatta Morta ti amo”. Pannelli pubblicitari. 
I sei sono in piedi. 

GESSICA: (Danza)

ANNA: (Si denuda, prende una coppa di champagne dalla borsetta. La metta prima sulla tetta destra e poi sulla sinistra)

ANDREA: (Al padre) Non sono stato io pa’. Non sono stato io. Sono stati quelli di fianco, quei pezzi di merda… Ma che cazzo ne so perché si sente puzza di zolfo. Sono stati quei pezzi di merda… Ma ti pare che accendevo un petardo in casa?...Sì è colpa mia. E’ sempre colpa mia. Porca troia è sempre colpa mia. In questa casa siete tutti degli isterici, e io ci vado di mezzo, porca troia. 

LUDOVICA: (A sua madre) Non l’ho fatta apposta ma’... Mi è scivolato, va bene, va bene, te lo pago il piatto, te lo pago con i soldi miei…lo sto cercando un lavoro, lo sto cercando. 

MATTEO: (Ad un vigile) Il casco ce l’ho, l’ho dimenticato. Ma che ci guadagna se mi sequestra il motorino? Perché se la prende con il motorino. Ero io senza casco. Sequestri me, non il motorino, il motorino non ha fatto proprio niente.

ANNA (Si riveste e telefona)

STEFANIA: (Legge il libro di storia) I risultati della politica filospagnola realizzata dall’Inghilterra durante il regno di Maria la Cattolica furono tali da lasciar prevedere facilmente un cambiamento di indirizzo alla morte della regina. A prescindere dalla considerazione di natura religiosa, e dalle negative ripercussioni che aveva avuto la restaurazione della religione cattolica, anche sul terreno politico…. 

ANNA: (Ha telefonato a Ludovica) Ludo, sono Anna
LUDOVICA: Ciao
ANNA: Ho le tette a coppa di champagne
LUDOVICA: Cosa
ANNA: Le ho misurate ci vanno alla perfezione
LUDOVICA: Non ci posso credere
ANNA: Te lo giuro. Mi sono anche filmata, vieni oggi alla panchina che ti faccio vedere il video.

Tutti e sei vanno verso la panchina. Anna fa vedere il video

ANDREA: Ma non si vede niente. Le hai coperte con il bicchiere
ANNA: E’ una coppa di champagne
MATTEO: Fammi vedere bene (Le prende il cellulare e iniziano a lanciarselo mentre Anna cerca di prenderlo)
ANNA: Datemi il cellulare
ANDREA: Solo se ce le fai vedere
ANNA: Vaffanculo, me lo rompete
ANDREA: (Canta) Facci vedere le tette, facci vedere le tette
(Il cellulare arriva a Stefania)
ANNA: Dammelo subito
STEFANIA: Tieni ( Le restituisce il cellulare)
ANDREA: (Applaude Stefania contrariato)

Si spostano contemporaneamente tutti e sei. NOTTE

LUDOVICA: (E’ seduta a terra. Conta) uno, due, tre, quattro, cinque

GESSICA: No, non sono andata all’oratorio…perché don Ciro è troppo ricchione…da nessuna parte

STEFANIA: Caro diario, oggi sono stata con Andrea e Matteo che sono in Quinta C. Ti racconto chi è Matteo. E’ uno che va la sera al pub con gli amici. Di solito beve mezza birra. Il sabato sera si distrugge. E’ stato bocciato due volte. Ha scelto la scuola sbagliata. La scuola comincia alle otto, ma lui si sveglia alle otto e mezza ed entra alle nove. Lo può fare perché è maggiorenne e si può fare la giustifica da solo, e anche perché vive con il padre. I genitori sono separati. Il padre lavora di notte e non si vedono mai.

ANNA: Caro diario gli stronzi non ci volevano credere che ho le tette a coppa di champagne, ma io le ho misurate e ci vanno perfette. 

LUDOVICA: (Conta) 357,358,359,400,401,402

ANNA: Comunque oggi niente di nuovo. Questa mattina mi sono svegliata come al solito alle cinque e mezza. Mi sono preparata, truccata, ho messo i quaderni nella cartella e mia madre mi ha accompagnato alla stazione e alle sette e trenta ho preso il treno per Milano. Potrei svegliarmi anche più tardi, ma per preparasi ci vuole tempo. I maschi possono fare in fretta, perché i maschi puzzano, devono puzzare. Però non come Balzetti, Balzetti è troppo esagerato quanto puzza.

ANDREA e MATTEO: (Sono uno di fronte all’altro, bevono un sorso di birra e ruttano) 
ANDREA: Uno a zero

GESSICA: Vado a dormire…non ho fame…ho mangiato un maccicken… si domani vado dalla nonna (Inizia a masturbarsi)

STEFANIA: Come me è appassionato di “Vivere” e “Drug Ball”. Prende il Viagra ma non ne ha bisogno. Dice che a 18 anni qualcosa bisogna pure calarsi e allora meglio il viagra che le anfetamine o la coca, fa meno male. E’ un saggio. Per questo mi piace e mi piace anche perché è uno che sembra stare sempre con la testa da un’altra parte. Che dici, devo lasciare Paolo? Per il momento ho deciso che è meglio tenere i piedi in due scarpe. 

LUDOVICA: (Conta) 1003,1004,1005, 1006, 1007

ANDREA e MATTEO: (Sono uno di fronte all’altro, bevono un sorso di birra e ruttano).
ANDREA: Sette a due

ANNA: I miei compagni oggi non volevano andare a scuola e allora hanno detto “Si va alla Ipercoop?” “Si va alla Ipercoop” e invece di andare a scuola abbiamo preso la metropolitana, siamo scesi alla stazione di Cologno e a piedi siamo andati alla Ipercoop. Ho provato un paio di jeans che mi fanno un culo da favola. Spero che mia madre me li compra. Ho mangiato un Maccicken. 

LUDOVICA: (Conta) 2764,2765,2766,2777,2778, 2779

ANNA: La Ipercoop è una piazza coperta, solo che invece dei palazzi e dei monumenti ci sono cose da comprare. A me piace la Ipercoop. E’ un bel posto dove andare . 

ANDREA e MATTEO: (Sono uno di fronte all’altro, bevono un sorso di birra e ruttano).
ANDREA: Undici a quattro
MATTEO: Basta, non mi voglio distruggere questa sera
ANDREA: Allora ho vinto, paghi tu
ANNA: Sono tornata a casa alle tre. Poi sono andata a trovare le mie amiche che ballano, pensano di diventare ballerine di brack dance ma non lo diventeranno mai perché sono orribili e sformate. Alle sette ho incontrato Luca. Come al solito mi ha portato a mangiare una pizza, poi siamo a scopare in macchina al Ticino e alle nove mi ha riportato a casa. Buonanotte caro diario. Una pecora, due pecore….

LUDOVICA: (Conta) 3996,3997,3998, 3999, 4000. ( Si addormenta)

Si spostano tutti e sei. MATTINA

GESSICA: (Si alza, di spalle al pubblico) Va bene nonna, te le compro biologiche le pere…si pure i pomodorini…no non vado dal fruttivendolo, vado al Gs, te lo giuro, lo so che il fruttivendolo non ha la roba biologica (Si rivolta verso il pubblico, mette un auricolare e danza)

MATTEO: Come hai fatto a prendere otto?
ANDREA: Ho copiato il riassunto sui “Promessi Sposi” da internet
MATTEO: Pure io l’ho copiato ma mi ha messo cinque
ANDREA: Io ci ho messo anche qualcosa di mio. Se vuoi prendere un bel voto devi metterci qualcosa di personale
MATTEO: Io non so mai che cazzo scrivere
ANDREA: Basta scrivere quattro cazzate tipo che il personaggio è interessante, le descrizioni dei luoghi sono precise, così sembra che il libro te lo sei veramente letto e lei ti mette otto

STEFANIA: La polemica sul deismo è una caratteristica della prima metà del ‘700 e costituisce un fatto nuovo rispetto al secolo precedente, quando Cartesio non aveva mai messo in discussione l’esistenza di Dio.

ANNA: Okay, andiamo alla Ipercoop (Prende dalla borsetta un Esta The e inizia a berlo)

GESSICA: (Di spalle al pubblico) Non sono andata dal fruttivendolo te lo giuro, sono biologiche queste pere. Hanno anche il bollino guarda…e mettiti gli occhiali. (Si rivolta e riprende a danzare)

STEFANIA: Il mondo fisico è per Cartesio estensione e movimento e fa una distinzione tra il “fare” e il “pensare”, che è la stessa distinzione che c’è tra gli uomini liberi e i servi…sì è vero anche nell’antichità facevano questa distinzione

ANDREA: (A bassa la voce). Ora le apre
MATTEO: Con la minigonna che si è messa non può aprirle 
ANDREA: Che ci vuoi scommettere? Le ha aperte (Si mette a ridere) No, prof. non sto ridendo di lei. Davvero. Non sto ridendo di lei…non è colpa mia se non riesco a smettere, va bè mi mandi dal preside… E’ inutile che mi interroga ieri non ho potuto studiare. Va bene vengo lo stesso (Si alza). Ma non è colpa mia se mi vieni da ridere. Allora devo andare dal preside? Grazie Professoressa… Sì le chiedo scusa.(Torna a sedersi vicino a Matteo. Entrambi si sforzano di non ridere).

ANNA: No, oggi niente Maccicken, sono a dieta. Non è vero, io sono una finta magra (Spalle al pubblico)

Si spostano tutti e sei. POMERIGGIO

ANDREA: (Telefona ad Anna) Ho fatto il sito internet alla banda. Venite alle sei alla panchina che festeggiamo. 
ANNA: Hai fatto il sito, sei una bomba

MATTEO: (Telefona a Stefania) Vieni alle sei alla panchina che facciamo una festa
STEFANIA: Non posso devo studiare mate
MATTEO: Fai solo un salto
STEFANIA: Domani forse mi interroga
MATTEO: Un salto
STEFANIA: Non ti prometto niente (Spegne il cellulare e lo guarda indecisa)

ANNA: (Telefona a Ludovica) Andrea ha fatto il sito della compagnia, vieni alle sei alla panchina che festeggiamo.
LUDOVICA: Va bene
ANNA: Stavi dormendo?
LUDOVICA: Ho incollato etichette fino alle quattro del mattino
ANNA: Poverina

STEFANIA: (Telefona a Paolo, il suo fidanzato) Paolo oggi non posso venire, devo studiare mate, domani mi interroga…va bene ci sentiamo questa sera che spendiamo di meno. (Inizia a preparasi)

ANNA: (Telefona al suo fidanzato) Luca oggi passa a prendermi alle sette e mezza…devo accompagnare mia madre a comprare le scarpe

LUDOVICA: (Telefona a Gessica) Gessica
GESSICA: Che c’è Ludo
LUDOVICA: Oggi alle sei c’è una festa alla panchina. Andrea ha fatto il sito
GESSICA: Va bene

Si spostano tutti verso la panchina. 

ANDREA: (E’ in piedi sulla panchina) Forza, riprendetemi, che il sito lo apriamo con l’annuncio ufficiale (Tutti lo riprendono. Recita in modo solenne) Annuntio vobis gaudio maximo che habemus sito internet. Suus nomen est www.compagnia quartiereeuropa tutto attaccato. It. (Si mette a cantare. Anna e Ludovica lo riprendono. Gessica si mette a danzare. Matteo cerca di far ballare Stefania. Dopo un po’, sempre cantando, Andrea va a ballare dietro a Gessica, e le tocca le tette. Stefania si stacca dal gruppo. Andrea si ferma e dice a Matteo) Ma perché l’hai invitata, lei ancora non fa parte della banda

Si spostano tutti e sei. NOTTE

GESSICA: No, non sono andata all’oratorio…a danzare…vado a dormire…non ho fame…sì domani vado dalla nonna ( Va a sedersi e inizia a masturbarsi)

LUDOVICA: (Conta)

STEFANIA: Caro diario oggi ho festeggiato con la banda la nascita del sito. Mi sono veramente divertita. Io ancora non ho la mia finestra perché non faccio parte della banda per colpa della regola. Ma io sono determinata a fargliela cambiare. Non so se però domani passo dalla panchina oppure no, mi sembra di compromettermi troppo. (Prende una margherita e inizia a sfogliarla) Ci passo, non ci passo…

LUDOVICA: (Conta)

ANDREA: (A Matteo) Filma. (Canta in stile rap) A scuola la prof. ci mostra la figa. (Si ferma) Oppure secondo te è meglio “la figa ci mostra a scuola la prof.”
MATTEO: E’ meglio la figa ci mostra a scuola la prof.
ANDREA: Ricomincio. La figa ci mostra a scuola la prof. Si chiama Butterfly la figa della prof. . E’ vecchia e pelosa la figa della prof. Mi tocco il pisello. Mi tocco il pisello. Questa è la scuola mio caro fratello. Mi tocco il pisello, mi tocco il pisello. Questa è la scuola mio caro fratello.
MATTEO: Se spargiamo la voce questo video lo va a vedere tutta la scuola
ANDREA: Sì e poi quella puttana mi dà il debito?
MATTEO: E che sarà mai un debito. E poi tu non dici mica chi è.

ANNA: Caro diario oggi ho trovato una poesia nel diario. Non so chi me l’ha scritta. Di sicuro non Balzetti, anche se dice di essere stato lui a scriverla io non ci credo, perché Balzetti è troppo un caprone per scrivere una poesia così bella. Senti: “mondo ci sono anche io. Io dentro un bar, io dietro a un angolo, io una scorta, io uno scarto, io rabbia, io monotonia, io che mangio un panino, che butto via un calzino, io che ho il terrore delle persone ipocrite e impaurite, io che non riuscirò mai a vincere perché non oso sbagliare, io punto interrogativo, io che non riesco a non immaginarti”. Vorrei proprio sapere chi è che me l’ha scritta. 

LUDOVICA: 3998, 3999, 4000

Si spostano tutti e sei. POMERIGGIO

Ludovica e Gessica danzano. Anna le riprende. Dopo un po’ risponde a telefono

ANNA: (Parla al cellulare con uno sconosciuto) Se non mi dici chi sei, riattacco…Come fai a sapere che non sto ballando?…Se sei alla finestra non puoi essere che Balzetti, sei l’unico ad abitare qua sul parco. Se non sei Balzetti chi sei?…E perché vuoi conoscermi?… Non sei l’unico a cui piace il mio culo…al mio fidanzato e tutti i miei compagni di classe…Ma tu chi sei, chi ti ha dato il mio numero… E’ inutile che fai finta di non essere tu Balzetti, perché lo so che sei tu… Non ci credo che ti chiami Coppola di Minghia, e comunque non mi piace parlare al cellulare con chi non conosco
GESSICA: Ma con chi cazzo stai parlando?
ANNA: Non lo so
LUDOVICA: Come non lo sai?
ANNA: Dice che si chiama Coppola di Minghia
GESSICA: Sei la solita gatta morta, vuoi riprenderci oppure no?

(Sulla panchina)
MATTEO: Leggi l’ariete 
STEFANIA: Giove, Venere e Plutone in buon aspetto col vostro segno, vi forniscono i mezzi per qualche capriccio. In amore sono possibili novità da afferrare con ottimismo anche e soprattutto senza fare progetti a lunga scadenza
ANDREA: Leggi il mio, Cancro
STEFANIA: Fate in modo di organizzare le cose secondo i vostri desideri. In amore, se ancora non avete portato a termine un progetto coraggioso, potete abbinarlo a qualche festa se siete single. 
ANDREA: Devo organizzare un festino, non ho scelta (Andrea si alza e va a guardare Gessica e Ludovica che danzano, prova a danzare anche lui, ma è goffo. Fa lo stupido)
MATTEO: (Sulla panchina. Legge la mano a Stefania) Questa è la linea del divertimento
STEFANIA: Quando?
MATTEO: (Le fa il solletico). Questa è la linea del dolore
STEFANIA: Quando?
MATTEO: (Le pizzica la mano). Questa è la linea dell’amore
STEFANIA: Quando?
MATTEO: (Resta in silenzio, poi guarda Andrea)

Tutti e sei si spostano. NOTTE

LUDOVICA: (Seduta conta)

GESSICA: No, non ci sono andata all’oratorio…a danzare

LUDOVICA: (Conta) 

ANNA: Caro diario, mi succede una cosa strana, quando sono con Luca in macchina non mi succede niente, proprio niente, faccio finta che mi succede qualcosa perché se no lui ci rimane male, però non mi succede niente. Quando invece sono da sola penso spesso agli uomini. Anzi penso solo agli uomini. Penso a Luca, ma anche agli altri, solo a Balzetti non lo penso mai e li penso così tanto fino a bagnarmi tutta, ma ora cancello tutto perché non voglio correre il rischio che qualcuno legga quello che ho scritto. Non si sa mai. Tu però lo sai, perché anche se lo cancello sotto c’è scritto e tu caro diario sai cosa c’è scritto sotto la cancellatura. 

GESSICA: (Rimane per un attimo immobile. Poi inizia a masturbarsi)

LUDOVICA: (Conta) 

ANDREA: Filma questo rap
MATTEO: Vado a dormire
ANDREA: Stefania un po’ alla volta ti sta trasformando in un pacco. Secondo me è meglio se ti fai una sega, così te la togli dalla testa. Anzi filma il mio cazzo e mandaglielo, così ti faccio vedere che mette giudizio
MATTEO: Non rompere i coglioni
ANDREA: Ormai sei perso
MATTEO: (Si volta, si abbassa i pantaloni e inizia a masturbarsi)
ANDREA: (Si filma) Niente di sicuro, niente di diverso, niente più parole, niente più dolori, niente più promesse, niente più programmi, niente di più e niente di meno. Niente da aggiungere, niente da raggiungere, niente indifferenza, niente diffidenza. Niente da perdere e niente da spendere. Niente da gridare, niente da spiegare. Niente fazzoletti, niente spazzolini, niente colpi bassi, niente corse e niente morte. Niente sangue, niente stizze, niente stronze.

STEFANIA: Caro Diario Matteo è dell’ariete, io sono una pesci. I pesci vanno molto d’accordo con gli arieti. Quello che non capisco è perché vuole che la dia ad Andrea. Mi sembra una cosa assurda. Va bene l’amicizia, ma qui si esagera. 


LUDOVICA: (Conta) 3.997, 3998, 3999, 4000 (Si addormenta)

Si spostano Anna, Stefania, Matteo e Andrea. Inviano messaggi al cellulare. Gessica danza. POMERIGGIO

ANNA: (Invia un messaggio) Ciao amore cosa stai facendo di bello, io sono a scuola che mi sto rompendo i coglioni, perché c’è la professoressa di italiano che sta interrogando Balzetti, comunque oggi passi da me oppure no? Rispondi. Un bacio, la tua piccola.

LUDOVICA: ( Si alza. E’ ad un colloquio di lavoro) Sì che ce la faccio a scaricare le casse, se non ce la facevo non venivo a chiedere questo lavoro. Ho vent’anni. Sono maggiorenne… Sì sono disoccupata… Sì ho già lavorato… Lavavo le scale. Sei ore a settimana. Venticinque euro…sì a settimana... No, non avevo un contratto. Nessun contratto… Certo che è meglio che niente. E poi una volta ho lavorato anche in una fabbrica…Sì una fabbrica vera. (Le squilla il telefono)
GESSICA: Ludo oggi non vieni a ballare
LUDOVICA: Vengo dopo…(Al datore di lavoro) E’ mia madre, ha la febbre mi ha chiesto se le compro l’aspirina. Mi misero in prova… Non mi dissero quanto sarebbe durato il periodo di prova e nemmeno quanto mi pagavano. Niente. Ero in prova. Al quinto giorno però mi hanno detto che non era buona per quel lavoro. Non lo so perché non ero buona… (Le squilla di nuovo il telefono. Risponde)
GESSICA: Ma che stai facendo? 
LUDOVICA: Te lo dico dopo, ciao… No, ora lavoro solo qualche volta di notte…no a casa. Metto le etichette…non so a cosa. Mi pagano un euro ogni mille etichette incollate, guadagno 4 euro a notte, come i cinesi…

STEFANIA: (invia un messaggio) Ciao. Hai visto oggi l’intervista agli zero assoluto. Che figo Alessandro. Ricordati il cd 
ANDREA: (Invia un messaggio) Ciao amore come stai, io tutto bene, ma allora domani che facciamo? Casa mia? Rispondi sul mio cellulare perché questo non è il mio ma quello di un mio amico, perché io ho finito i soldi
MATTEO: (Invia un messaggio) Ciao Matteo 

LUDOVICA: Perché non vado bene a scaricare casse? Io ce la faccio a scaricare le casse. Mettetemi alla prova, se poi non vado bene mi licenziate. Per i giorni di prova non mi pagate. (Di spalle) Ma vaffanculo.

Anna, Gessica, Ludovica e Stefania vanno a sedersi. Mangiano tutte patatine. Bevono del Te. Parlano tra loro. Si intuisce che stanno litigando e che sono tutte contro Stefania

ANDREA: ( A Matteo) Filma. (Canta un rap) Padre cellulare che sei nei cieli sia santificato il nome tuo. Venga il tuo regno sia fatta la tua volontà. Come in cielo così in terra. Dacci oggi i nostri cento messaggi gratis quotidiani. Rimetti a noi le nostre ricariche, come noi le rimettiamo ai nostri gestori. E non indurci in tentazione. Liberaci dal male, amen. (Guarda il video). Questo la mettiamo nella finestra delle cose importanti
MATTEO: Era meglio quello sulla figa della prof. 
ANDREA: Io non ho fatto un sito per farmi guardare solo dai compagni di classe. Io voglio che lo vedano anche in Cina.
MATTEO: Allora dobbiamo metterci qualcosa di forte 
ANDREA: I miei rap sono forti
MATTEO: I tuoi rap sono una cagata (Vanno a sedersi alla panchina). 

Gessica, Anna e Ludovica si alzano e vengono in avanti. Stefania va via per conto suo.

GESSICA: Quella troia dell’assistente sociale mi ha detto che se non ritorno a scuola denuncia i miei genitori.
ANNA: Come ha fatto a sapere che non vai a scuola
GESSICA: Che ne so
LUDOVICA: E tu che le hai detto?
GESSICA: Che la mattina non ce la faccio ad alzarmi presto perché di notte per dormire mi devo fare almeno tre ditalini e i ditalini sono peggio del valium che si prende mia madre
ANNA: Veramente le hai detto così?
GESSICA: Te lo giuro
ANNA: E lei?
GESSICA: (Imitando la voce dell’assistente sociale) Che fai di notte per addormentarti sono solo fatti tuoi. Ma a scuola ci devi andare se non vuoi che i tuoi genitori siano denunciati
LUDOVICA: Lo hai detto a tua madre ?
GESSICA: Indovina che mi ha risposto?
LUDOVICA: Che ne so
GESSICA: (Imita la voce della madre) Sei andata all’oratorio?
ANNA: Non è meglio la scuola che stare a casa a non fare niente?
GESSICA: Io a casa faccio un sacco di cose
LUDOVICA: Sì ditalini
GESSICA: Quelli te li fai tu. Io cucino, cazzo, faccio la spesa a mia nonna, metto a posto la casa, chi le fa tutte queste cose se io vado a scuola? E poi la scuola mi fa troppo schifo
LUDOVICA: Se non vai a scuola poi fai la fine mia che nessuno mi prende a lavorare. 
GESSICA: Alleniamoci che è meglio (Danzano)

STEFANIA: Caro diario Gessica, Ludovica e Anna mi hanno detto che non se ne parla proprio di cambiare la regola per entrare nella banda. Come ci sono state loro con Andrea, ci dovrei stare anche io. Caro diario io speravo nella solidarietà femminile, ma, come dice mia madre, le femmine tra loro si odiano. Io non ci voglio stare con Andrea. Non mi piace. Se non ci fosse di mezzo questa cotta che mi sono presa per Matteo li manderei tutti a cagare, scusa il termine. Ma poi quella che ho per Matteo è proprio una cotta se continuo a vedermi con Paolo e non lo lascio? (Prende un libro e inizia a studiare)

(Seduti sulla panchina)
ANDREA: Quando mi licenzio gli faccio uno scherzo al proprietario della pizzeria. Gli faccio fare una telefonata. Gli faccio dire che mi sono ammazzato con il motorino mentre portavo le pizze e che la polizia lo sta cercando perché ero minorenne e lavoravo in nero. Secondo me gli viene un infarto e i soldi che si è guadagnato alle mie spalle dovrà spenderle in medicina
MATTEO: Sì però tu muori
ANDREA: Ma per scherzo. Non muoio veramente
MATTEO: Se te le chiami poi le cose vengono
ANDREA: (Si tocca i coglioni. Risponde al cellulare) Non è colpa mia se non ti ho detto che ti faccio le corna…Ma come faccio a dirti che ti faccio le corna? Non te lo posso dire perché ti amo (Continua a camminare e a parlare al cellulare)
ANNA: (Si alza, viene avanti, parla al cellulare) Non è vero che sono andata alla Ipercoop con Balzetti e camminavamo mano nella mano, chi te l’ha detto, ti ha detto una cosa non vera. E’ vero che ho bigiato e sono andata alla Ipercoop, ma non con Balzetti, ci sono andata con le mie amiche, ho i testimoni, se vuoi puoi chiedere a loro (Continua a camminare e a parlare al cellulare)
GESSICA: (Risponde al cellulare) Se vuoi vedermi vieni al parco Europa ed entri nella banda. Va bene. (A Ludovica) C’è Marco, vuole parlarti
LUDOVICA: (Al cellulare) Va bene se non puoi passarmi a prendere non fa niente, mi arrangio. (Spegne il cellulare) 
GESSICA: Mollalo
LUDOVICA: Mollalo tu
GESSICA: Io l’ho mollato
LUDOVICA: Invitandolo a venire nella banda
GESSICA: Non ci verrà
LUDOVICA: Allora è lui che ha mollato te. (Si spostano)

STEFANIA: (Recita come se avesse davanti qualcuno) Mi sono stufata di te. 
MATTEO: Devi dirglielo più rilassata
STEFANIA: Mi sono stufata di te 
MATTEO: Non glielo dirai mai.
STEFANIA: Allora che devo fare?
MATTEO: Mettigli le corna e farglielo sapere (L’abbraccia)
STEFANIA: ( Si stacca) Così mi rompe la faccia (Matteo la guarda)

Si spostano tutti e sei. NOTTE

GESSICA: Va bene domani vado dalla nonna (Inizia a masturbarsi)
LUDOVICA: (Conta)

STEFANIA: Caro diario quando mi ha abbracciato mi è sembrato di volare oltre i fili elettrici, oltre le antenne sui palazzi. Ma io sono fidanzata e non posso stare con lui, poi c’è la banda e le sue regole, la banda e le sue regole ci dividono. Per questo mi sono staccata e sono riprecipitata al suolo, con tutti i miei dubbi e i miei perché. La verità caro diario è che nessuno sa che il mio cuore è impazzito, che la mia anima è spaventata, che io sto male. Non c’è nessuno con cui posso parlare, giocare, crescere, ridere. Lo so solo io e non basta. C’è chi impazzisce perché sbaglia. Io impazzisco perché non sbaglio. Devo sbagliare diario. Devo.

ANDREA: Perché sul sito ancora non hai messo niente?
MATTEO: Non so che metterci
ANDREA: Per che cosa vorresti farti conoscere?
MATTEO: Non lo so
ANDREA: Come non lo sai?
MATTEO: Non lo so
ANDREA: Pensaci
MATTEO: Il fotomodello
ANDREA: Cammina che ti riprendo
MATTEO: Ma senza l’abito e le luci giuste viene una schifezza
ANDREA: Cammina a petto nudo. Fa sempre effetto un uomo con il petto nudo. Nelle pubblicità sexy stanno sempre con il petto da fuori. 
MATTEO: (Si toglie la camicia e inizia a camminare come un modello)
ANDREA: (Filma) Devi essere più sciolto 

GESSICA: (Dopo essersi masturbata si morde forte e con rabbia il dito medio)

ANNA: Caro diario leggi che bella poesia. “Mi rifugio all’interno del mio silenzio. Stupida e intelligente. Rido e piango in faccia alla gente. Non credo nella bontà. Mi piaccio da impazzire. Urlo per spiegarmi. Ascolto musica. Donna, figlia, ballerina. Offendo per difesa. Mi nascondo nella bugia”. L’ha scritta per me Fabiola, la mia compagnia di banco. E’ lei che mi scrive le poesie, me lo ha confessato. Fabiola mi ha proprio capito. Io sono proprio come dice lei. Rido e piango in faccia alla gente, sono stupida e intelligente. Urlo per spiegarmi. Sono proprio io. Fabiola poveretta è lesbica. Mi piacerebbe tanto farla felice, ma io non sono lesbica. 

LUDOVICA: 3998, 3999, 4000

Vanno tutti alla panchina, tranne Stefania che resta a studiare. POMERIGGIO

MATTEO: Bisognerebbe fare qualcosa di forte per il sito
GESSICA: Potremmo danzare brack nude
MATTEO: Così vi noteranno di sicuro 
ANDREA: Anche io voglio danzare nudo
LUDOVICA: Ma tu non sai ballare
ANDREA: Sì ma ho un gran cazzo
ANNA: Io non ci penso proprio a spogliarmi sul sito
LUDOVICA: Dici che hai il culo a mandolino, le tette a coppa di champagne e poi non ti spogli? Se non ti spogli è solo perché sei un cesso
ANNA: Di fatto io il ragazzo ce l’ho e tu no
GESSICA: E’ un cesso anche lui
ANNA: Non è figo, lo ammetto, ma non è un cesso e guadagna un sacco di soldi
GESSICA: Se hai qualcosa di buono devi farlo vedere se no è sprecato

Gessica e Ludovica iniziano a danzare
Matteo e Andrea si spostano in avanti

MATTEO: Non vuole
ANDREA: Allora non entra
MATTEO: Non posso obbligarla
ANDREA: Minghia ti ha già messo i piedi in testa?
MATTEO: Non è questione di piedi in testa
ANDREA: Ah no?
MATTEO: No
ANDREA: Già lo so la fine che fai, te ne esci dalla compagnia
MATTEO: Non è questa la questione
ANDREA: Ed esci anche dal sito
MATTEO: A me non ha messo nessuno i piedi in testa
ANDREA: Allora obbligala a venire con me
MATTEO: Tu non ti vuoi rendere conto che questa regola qui poteva andare bene fino a quando avevamo quindici anni. Ma ora ne abbiamo diciotto. Sono tre anni che nessuna femmina entra nella banda. La verità è che la banda non esiste più. Siamo rimasti solo io e te e quelle tre sfigate.
ANDREA: Ludovica, Gessica e Anna non sono sfigate
MATTEO: Sono handicappate
ANDREA: Handicappata è Stefania
MATTEO: Stefania è una tipo a posto. 
ANDREA: (Gli fa il verso) Stefania, Stefania
MATTEO: Tu sei un isterico
ANDREA: Che hai detto?
MATTEO: Che sei un isterico
ANDREA: (Si lancia contro Matteo e fanno a botte. Gessica e Ludovica guardano la scena. Anna invece dorme sulla panchina. Dopo un po’ si alza e va verso il posto che occupa la sera. Andrea e Matteo si abbracciano e insieme vanno verso la panchina e bevono una birra)

Si spostano. NOTTE

LUDOVICA: (Conta)
GESSICA: Sì domani ci vado dalla nonna (Piange e masturbandosi dice) non ce la faccio più, non ce la faccio più.




ANDREA e MATTEO: (Cantano insieme) Osteria del gallo fritto, è ricchione chi sta zitto

STEFANIA: Caro diario oggi Matteo e Andrea si stavano ammazzando e nessuno è corso a dividerli. Si sono picchiati fino a quando a Matteo non è uscito il sangue dal naso. La cosa peggiore è che Matteo ha fatto pace con Andrea. Come è possibile che due persone prima si prendono a pugni e poi vanno ad ubriacarsi insieme? Io comincio a credere che quei due sono dei froci, anche se non sanno di esserlo. Solo così si spiega il perché Matteo voleva che andassi con Andrea. Io ho deciso che resto con il mio Paolo. Lui almeno è un regolare. 

ANDREA e MATTEO: (Cantano insieme) Osteria del gallo d’oro. E’ ricchione chi fa il coro

ANNA: Caro diario dovrei studiare ma non ci riesco. Appena apro un libro mi si chiudono gli occhi. Quest’anno mi bocceranno di sicuro e io non voglio essere bocciata. Non voglio cambiare compagni di classe, soprattutto Fabiola che è l’unica a capirmi veramente e mi dispiace che soffra le pene dell’amore per me. Se mi bocciano forse le passerà la cotta che ha per me. Lontano dagli occhi lontano dal cuore. La sfiga è che bocceranno anche Balzetti e quel caprone sarà di nuovo in classe con me. Capisci che sfiga. E poi mia madre avrà un’occasione in più per dirmi che sono un’oca, ma io non sono un’oca e non sono nemmeno una gatta morta come dicono le ballerine. Prima o poi lo dimostrerò a tutti chi sono. Te lo giuro.

MATTEO: Domani vado a farmi un book da un fotografo di una agenzia. Mi costa 1.200 euro.
ANDREA: E chi te li dà tutti questi soldi
MATTEO: Mia madre. Lei dice che ce la posso fare a diventare un fotomodello
ANDREA: Anche secondo me
MATTEO: Accompagnami
ANDREA: Va bene
MATTEO: Poi lo scarico sul sito
ANDREA: Il sito non serve a niente. Non lo guarda nessuno
MATTEO: Adesso che le ragazze hanno ballato nude, forse qualcuno lo noterà
ANDREA: Dovrebbero essere fighe almeno come Anna

LUDOVICA: 3998, 3999, 4000

Si spostano tutti. POMERIGGIO

Ludovica e Gessica danzano

LUDOVICA: Sono ingrassata di due chili questo mese. 
GESSICA: Mettiti a dieta
LUDOVICA: Ma se bevo solo il te e mangio senza sale
GESSICA: Nel Maccicken non ci sta il sale?
LUDOVICA: Il Maccicken lo mangio solo nei giorni dispari. Non puoi chiedermi di rinunciare al Maccicken
ANNA: (Arriva di corsa) Mi sono filmata mentre mi spogliavo. Venite a guardare. Sono figa eh?
GESSICA: (Mentre lo guarda) Veramente qui si vede il culo non la figa
LUDOVICA: (Mentre lo guarda) La fai bene la troia
ANNA: Perché non ti sei spogliate pure tu sul sito?
LUDOVICA: Sì ma noi balliamo, non facciamo vedere il culo
ANNA: Però è perfetto dite la verità?

MATTEO: (E’ in posa come se gli stessero scattando delle foto)
ANDREA: (Lo guarda e commenta in silenzio)

Ludovica, Gessica, Andrea e Matteo si spogliano. Stefania studia.

ANNA: Caro diario ci sono rimaste di cacca le ballerine quando hanno visto il mio culo. Sono invidiose e maligne. L’ho fatto vedere anche a Luca. Gli è piaciuto. Gli ho detto anche che l’ho messo su Internet. Io pensavo che si incazzasse e che mi prendesse a schiaffi, è un tipo geloso, invece mi ha detto che ho fatto bene perché con il culo che ho potrei sfondare. Anche lui vorrebbe sfondarmelo, ma io non ci sto, con il culo no. Un po’ mi sono incazzata che lui non era geloso, poi mi ha spiegato che lui è orgoglioso che gli altri vedano con che pezzo di figa si è fidanzato. L’importante è che non gli metto le corna, perché se gli dovessi mettere le corna, allora lui mi gonfierebbe di schiaffi. Ti dico la verità, da quando mi ha detto così, mi è venuta voglia di mettergli le corna. Questa volta non cancello niente caro diario. Certo se mia madre dovesse leggere queste cose qui o vedere il video le viene un infarto, ma sono cazzi suoi, oggi mi ha fatto troppo incazzare, mi ha portato dal dottore per farmi fare la visita ginecologica, ma non mi aveva detto che mi portava per una visita ginecologica, mi ha detto che mi portava dal medico curante perché ho sempre un po’ di tosse. Se mi avesse detto che mi portava dà un ginecologo non ci sarei andata. Quando mi sono vista il medico, che a dire il vero era anche un bel tipo, sono diventata tutta rossa e mi sono bagnata, capisci che vergogna? Il medico ha detto che sono sana e mentre lo diceva mi sono accorta che rideva sotto i baffi, anche se non aveva i baffi. Mia madre ha detto che mi ha portato perché è bene prevenire che curare, lo ha sentito alla televisione, ma io non capisco che cosa devo prevenire. Se lo meriterebbe di leggere queste pagine mia madre, se lo meriterebbe, ma lei non legge niente, figurati se legge qualcosa. Lei non sa nemmeno cosa sia Internet. Fa la cameriera e ha un amante. Ha un amante e sono sicuro che anche mio padre lo sa. Lo sa e non dice niente, perché lui è come me, è un sottomesso.

Gessica e Ludovica spogliano Anna

ANNA: Io non ci sto 
ANDREA: Se non lo fai scrivo su tutti i muri che per entrare nella compagnia me l’hai data
ANNA: Sei un bastardo
GESSICA: Guarda che noi lo facciamo solo per fare incuriosire la gente
ANNA: E cosa ci guadagni?
GESSICA: Che vanno a vedere tutto quello che c’è sul sito e ci vedono ballare
MATTEO: Con il culo che hai puoi sfondare
ANNA: Lo so. Ma se lo viene a sapere mia madre mi scanna
GESSICA: Perché tua madre viaggia su Internet?
ANNA: No
GESSICA: E allora?
LUDOVICA: Tu solo il culo hai di notevole. Se non lo sfrutti non diventerai mai nessuno

Restano tutti nudi. Stefania legge una pagina dal libro di fisica.

STEFANIA: Nell’ambito della fisica classica, il concetto di onda e il concetto di particella sono ben separati; nell’ambito della meccanica ondulatoria essi vanno a invece considerati come due aspetti di una medesima realtà, e ciò modifica profondamente il concetto di particella, le modalità della sua descrizione e la possibilità di determinare le grandezze che la caratterizzano, in particolare la sua posizione e la sua quantità di moto. Un’onda caratterizzata da una frequenza f e da una lunghezza d’onda l è un fenomeno periodico

ANNA: (Si riveste. Con lei anche gli altri) Caro diario, non riesco a prendere sonno. Ho contato le pecore fino a mille e seicento. Le ho contate una per una e nella mente le mettevo una dietro l’altra e le vedevo, ma non sono riuscito ad addormentarmi. Ho pensato anche a mia nonna, a quando da bambina mi portava davanti alle porte delle case a vedere se la cicogna avesse lasciato un bambino, io ci andavo con lei che mi teneva per mano e aspettavo la cicogna con il bambino in bocca. E ho pensato anche a quando sono andata in Liguria a Loano a vedere come procedevano i lavori della villetta che abbiamo al mare. Stavo dentro la carriola e mia nonna mi trasportava nella carriola, e io mi sentivo come la regina che va in carrozza, però non ero una regina, ma una bambina irrequieta che non stava mai ferma, e allora sono caduta dalla carriola e mi sono fatta male e mia nonna si è spaventata e non mi ha sgridato, no mia nonna mi ha curato come una regina. Io sono sicura che se fosse viva mia nonna riuscirei a dormire. Sono sicura che se fosse viva lei certe cose non mi capiterebbero.(Gira per la scena)

(Arriva Matteo. Appena Stefania lo vede, si alza in piedi)
STEFANIA: I miei compagni mi hanno fatto vedere il filmino. Lo hanno scaricato dal sito.
MATTEO: Stiamo diventando famosi. 
STEFANIA: E’ una porcata
MATTEO: Perché è venuto bene. I miei compagni di classe lo hanno visto e mi hanno sbattuto il cinque
STEFANIA: Ma ti rendi conto che avete filmato anche un rapporto anale
MATTEO: Quello era finto. Anna non ha voluto. E poi anche le altre cose sono finte, di vero non c’è quasi nulla. Recitavamo.
STEFANIA: Ma se eri tutto ingrifato
MATTEO: Per forza ero ingrifato, vorrei vedere te in una situazione del genere
STEFANIA: Io ancora non ci posso credere
MATTEO: Guarda che non abbiamo fatto niente di male. Eravamo solo ingrifati niente di più.
STEFANIA: Io non voglio vederti più
MATTEO: Tu sei solo una grande stronza, con me hai chiuso 
STEFANIA: Io e te non abbiamo mai nemmeno cominciato.
MATTEO: Tu muori dalla voglia di venire nella banda

ANNA: (Arriva trafelata, ad Anna) La polizia è venuta a casa mia. Hanno scoperto il sito
GESSICA: (Si ferma) Come hanno scoperto il sito?
LUDOVICA: Ma che cazzo dici?
ANNA: Siamo rovinate (Va via)
GESSICA: Poverina
LUDOVICA: Guarda che verranno anche da noi.
GESSICA: Io non ho fatto niente (Si mette a piangere)

(Adesso sono tutti in piedi)

GESSICA: (Alla madre e ai fratelli, piange) Come ve lo devo dire era solo una recita. Non abbiamo fatto niente di male…Guardatelo, guardatelo prima di giudicare...Certo che sono ancora vergine…E’ chiaro che mi hanno costretto a fare quella recita, se non mi costringevano non l’avrei fatto, non sono mica scema…Come facevo a dirvelo? Come facevo se voi non ci siete mai? Va bene da domani ritorno all’oratorio, te lo prometto.

GESSICA: Sì signor giudice ho quindici anni…A mia madre ho detto che mi hanno costretta, ma nessuno mi ha costretta, non posso dire che mi hanno costretta. Però non ditelo a mia madre che vi ho detto queste cose qui se no mi ammazza…Qui mi ha difeso, ma a casa mi ha massacrato… Mio padre è peggio…lui nemmeno si è fatto sentire…Volevo solo far vedere come ero brava a danzare…Sì per entrare nella banda bisognava stare con il capo. E’ vero, ma io non gliel’ho data. Io sono vergine…Nel film era tutto una recita…Non era un rapporto orale, se guardate bene io lo tenevo lontano dalla bocca… l’assistente sociale non mi serve signor giudice, già mi seguiva perché non andavo a scuola, non servono a niente gli assistenti sociali. Io un bravo maestro di brack dance è quello di cui ho bisogno.

ANDREA: Sì ho diciassette anni signor giudice. Lo abbiamo fatto per passare il tempo…Sì sono minorenne…Il capo, diciamo che sono quello che comanda, ma non sono il capo…In ogni gruppo c’è un capo…Non lo so come lo sono diventato…Siccome si fa sempre quello che dicevo io, io ero il capo…Io non le costringevo, questa era la regola…ma era da anni che non era più così, questa regola era un gioco che facevamo da bambini…anche io sono minorenne e poi non tutte quelle che sono venute nella banda erano minorenni… Non potete mica mettermi in galera per le cose che ho fatto…Perché farle possiamo e riprenderle no?…Non lo sapevo che anche farlo da minorenne è reato, ma se è così allora tutti i minorenni sono da mettere in carcere, e comunque la nostra era una recita, solo una recita… Perché mi deve seguire l’assistente sociale?…Ma io non sono un disagiato, vado bene a scuola e lavoro… porto le pizze in motorino…non me lo ricordo per quale pizzeria…sì lavoro in nero…per la pizzeria “Il Vesuvio”… 

(Anna attraversa la scena di corsa. E’ sconvolta.)

STEFANIA: Caro diario hanno scoperto che sono stata io a far scoprire il sito e ora ce li ho tutti contro. Anche i professori. Dicono che invece di andarlo a dire alla psicologa della scuola, che è una esterna, avrei dovuto dirlo a loro. Il preside ha consigliato a mia madre di non mandarmi a scuola. Ho chiamato i miei compagni per sapere che cosa i prof. hanno spiegato e mi hanno riattaccato il telefono in faccia. Dicono che con non vogliono più avere niente a che fare con me. E non posso nemmeno uscire, perché è pericoloso. Mi telefonano in continuazione e mi insultano. Mia madre oggi mi ha urlato che avrei dovuto farmi i fatti miei. Ma se tutti si fanno i fatti loro poi va a finire che diventiamo come le bestie. In quel filmino Matteo e gli altri sono delle bestie. Io non mi pento di averlo detto alla psicologa, anche se mi sento come un arancia spremuta e poi gettata nell’immondizia. 

LUDOVICA: Con tua madre come è andata
GESSICA: Le ho giurato che sono ancora vergine
LUDOVICA: Ti ha creduto?
GESSICA: Domani mi porta a fare la visita ginecologica, per favore però allontanati che se sa che parlo con te e Anna non mi fa uscire più di casa.
LUDOVICA: Ma tu non sei vergine
GESSICA: Lo so
LUDOVICA: E come farai?
GESSICA: Che cazzo ne so, te ne vuoi andare a fanculo per favore

LUDOVICA: Sì, signor giudice sono maggiorenne…Ho vent’anni. No nessuna mi ha costretta…Non l’ho fatto per commercio, io volevo solo che mi notassero. Prima ho fatto quello del ballo e poi quell’altro…Ho pensato che se notavano il secondo poi per curiosità si andavano a vedere pure quello mentre ballo e mi avrebbero notata…Sono disoccupata…l’ho cercato il lavoro…ho la terza media…I miei genitori non mi hanno detto niente, io pensavo che mia madre mi scannasse invece non mi ha detto niente. Solo mio padre ha detto che vuole dare una lezione ai due ragazzi che se la ricorderanno finchè campano. Nient’altro hanno detto i miei genitori. Io mi aspettavo che mi scannassero. Invece niente…posso andare?…Non devo essere seguita nemmeno dall’assistente sociale?…Non sono manco buona per essere seguita da un assistente sociale.

STEFANIA: Caro Diario vivo come una monaca di clausura. Questa non è vita. Mia madre mi guarda sempre con degli occhi che vogliono dire “Sei contenta?” No non sono contenta. Forse sarebbe stato meglio se mi fossi fatta i fatti miei, tanto prima o dopo li avrebbero di sicuro scoperti.

LUDOVICA: Oggi sono venuti i carabinieri a chiedermi se sapevo dove si è nascosta Anna. 
GESSICA: Sono due giorni che è sparita
LUDOVICA: Secondo me ha fatto una brutta fine
GESSICA: Per me è stata la più furba. Se ne è scappata. Tutti sono preoccupati per lei e quando la ritrovano non le fanno niente. E’ la solita gatta morta

MATTEO: (Al cellulare, parla con Andrea) Adesso ho finito di parlare con il giudice
ANDREA: (Risponde al cellulare) Che gli hai detto?
MATTEO: Che abbiamo fatto solo una cazzata e che sono stati i giornali a fare tutto il casino perché non sanno mai cosa scrivere
ANDREA: E lui?
MATTEO: Ha detto che devo stare a disposizione perché essendo maggiorenne ed essendoci coinvolti due minori ci sono gli estremi per un reato e poi ha consigliato a mio padre di andare via dal quartiere perché ha paura che i parenti di Gessica e Ludovica vogliono vendicarsi
ANDREA: Anche a mio padre lo ha consigliato
MATTEO: Io vado a Lecce da mia madre. A Lecce ci sono un sacco di belle fighe.
ANDREA: Noi restiamo
MATTEO: Perchè non vieni pure tu a Lecce. 
ANDREA: Mio padre oggi a tavola ha detto che non mi devo preoccupare perché sa come risolvere la questione
MATTEO: E come?
ANDREA: Non me lo ha voluto dire

ANDREA: Allora mio padre mi ha preso per il braccio e a forza di schiaffi sulla testa mi ha portato a casa di Ludovica perché suo padre e suo fratello si togliessero la soddisfazione di massacrarmi e mi hanno massacrato. “E’ tutto vostro, fateci quello che si merita, io ho già fatto il mio, gli ha detto. Il fratello si è gettato contro di me come un toro. Mi ha colpito con un pugno in faccia. Sono caduto. Piangevo. Lasciatemi stare urlavo. Ma loro non mi hanno lasciato stare. Sono caduto a terra. Ho sbattuto la testa contro la porta a vetri e l’ho rotta. Loro hanno continuato a prendermi a calci e ogni tanto arrivavano anche dei pugni. Poi non so come ad un certo punto la madre di Ludovica si è messa di mezzo e urlava che dovevano fermarsi. Si è presa anche qualche pugno. Si è messo di mezzo anche mio padre. Un po’ allontanava lei e un po’ mi portava via. Mi ha trascinato fuori, nelle scale. Nelle scale c’era anche mia madre. Urlava. Mio padre mi ha accompagnato in ospedale. Ne ho per dieci giorni. Ho tre costole rotte. Una contusione. Due dita e la scapola rotta. Dalle radiografie hanno escluso che ci siano delle rotture interne. Mio padre prima di lasciare l’ospedale mi ha detto che in questo modo mi ha salvato la vita. Ecco come sono andate le cose, ve le ho dette…No non voglio esporre denuncia. Voglio solo essere lasciato in pace. Va bene, va bene così.

ANNA: Va al centro della scena. Si spoglia e va a sedersi tra il pubblico nella fila vuota.

STEFANIA: (Ad occhi bassi, verso Anna) Caro diario, hanno trovato la “Gatta Morta”. Si è gettata nel fiume. L’hanno trovata a Bereguardo. Tu non puoi immaginare come mi sento, perché nemmeno io riesco a capire come mi sento. Non so come fare per continuare a vivere dopo quello che è successo e non voglio nemmeno morire. 

GESSICA: Non la credevo capace di tanto
LUDOVICA: Nemmeno io
GESSICA: Ce l’ha sulla coscienza Stefania
LUDOVICA: Anche sua madre, che si tiene il compare
GESSICA: Tu ci vai al funerale?
LUDOVICA: No, i genitori se la possono prendere con noi e poi ci saranno anche i giornalisti. No io non ci vado. Io lo dico qui il rosario per la gatta morta. La gatta morta se la merita un’avemaria. Ave Maria piena di grazia, Il signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del seno tuo Gesù. Santa Maria Madre di Dio prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte, amen.

Fine