BAGLIORI

Atto unico in ventidue quadri di

Gianluca Arena


Saremo ciechi.

Personaggi:

Valerio

Laura

Leto


Salotto spartano. Un divanetto.

Valerio ha l’opportunità di esporre tre fotografie ad una mostra che lo lancerà nel mondo del professionismo. Un’agenzia lo mette in contatto con Leto, modello da prendere come soggetto. Il fotografo però non è soddisfatto della propria prestazione e trova consolazione nella convivente Laura, farmacista di famiglia benestante, che si mostra talvolta pungente verso l’omosessualità di Leto. Riprese le sedute di fotografia, Valerio non è ancora convinto dei propri risultati e i rapporti con Laura si inaspriscono. Una sera Leto piange il lutto di un amico, e Valerio scopre di provare attrazione per il ragazzo. Modello e fotografo chiariranno i loro rapporti, ma Valerio, ancora stanco, si lascerà fotografare da Leto con la sua stessa camera. Laura scopre le foto scattate e i sentimenti del fidanzato. Tuttavia, avvicinatasi a Leto, trova innocente il comportamento del modello, che già ha firmato un contratto all’estero. Valerio riesce a ottenere le foto che voleva, ma Laura deciderà di andarsene. Il fotografo strapperà gli scatti ultimati e ritrarrà con dei flash la piangente ragazza.


Quadro 1
Valerio e Leto. Valerio sta provando la macchina fotografica fissata su un cavalletto. Leto sul divano.
Valerio: Perfetto, fermo così. (Imposta la camera, poi) Ora voltati. Ancora. Ottimo, fermo. (Uno scatto, poi) Verso di me. Bravissimo. (Uno scatto, controlla, si ferma) Va bene, prova a parlare, a dirmi qualcosa.
Leto: Cosa devo dire?
Valerio: Qualcosa. Qualunque cosa.
Leto: Vuoi fotografarmi mentre dico qualcosa?
Valerio: Potrebbe essere un’idea. No, sto scherzando.
Leto: E’ che non so cosa dire.
Valerio: Non importa. Scusami.
Leto: Cosa c’è?
Valerio: Non importa.
Leto: Sei stanco?
Valerio: Non mi piacciono.
Leto: Non lo puoi sapere.
Valerio: Non mi piaccio io.
Leto: Ci può stare. Non ti preoccupare. Abbiamo iniziato da poco.
Valerio: Sì, lo so.
Leto: Vuoi che vada?
Valerio: Perché?
Leto: Secondo me hai bisogno di qualche giorno.
Valerio: Che ore abbiamo fatto?
Leto: Le sette.
Valerio: Va bene, per oggi interrompiamo qui. Ti chiamo domani in giornata.
Leto: Non avere fretta.
Valerio: Ti accompagno.
Leto: Faccio da me.
Valerio: Scusami.
Leto: Di cosa?
Valerio: Non ci faccio una grande figura.
Leto: E’ tutto a posto, ok?
Valerio: Grazie. (Leto esce)
Laura: (Entra, lo abbraccia e bacia da dietro) Come va il mio piccolo fotografo?
Valerio: Sei rimasta di là?
Laura: Come mi hai detto tu.
Valerio: Che hai fatto finora?
Laura: Ho letto.
Valerio: Cosa?
Laura: Roba.
Valerio: Roba cosa? (Laura mostra dei documenti) Ti avevo detto di non guardare nella mia roba.
Laura: Hai lasciato la borsa aperta.
Valerio: Dammeli.
Laura: Perché non li leggiamo insieme?
Valerio: Laura… (Prova a toglierle i documenti di mano)
Laura: E così si chiama Leto, eh?
Valerio: Dai…
Laura: Che nome strano.
Valerio: Me li vuoi dare?
Laura: Sto scherzando.
Valerio: Vieni qui.
Laura: Ah, ora mi vuoi?
Valerio: Scema.
Laura: Non avevo niente da fare.
Valerio: Eh?
Laura: Non sono uscita perché non avevo niente da fare.
Valerio: E’ il tuo giorno libero.
Laura: Ho sistemato camera.
Valerio: Mi spiace.
Laura: Di che?
Valerio: E’ che voglio farti una sorpresa.
Laura: Ceniamo fuori.
Valerio: Eh?
Laura: Ho prenotato.
Valerio: Va bene.
Laura: Che hai?
Valerio: Quasi non avrei voluto vincerlo.
Laura: Il concorso?
Valerio: Lascia stare.
Laura: Ma che dici?
Valerio: Lo so.
Laura: E’ la tua occasione.
Valerio: Sì, è che…
Laura: Che…?
Valerio: E’ strano.
Laura: Cosa?
Valerio: L’aspetti da una vita e quando ti capita non è come credevi.
Laura: Sono tre scatti, Valerio.
Valerio: Tre scatti.
Laura: Tu pensa a dare il meglio, ok?
Valerio: Certo.
Laura: Vado a prepararmi.
Valerio: Perché Leto sarebbe un nome strano?
Laura: Inusuale.
Valerio: Un po' è vero.
Laura: Omosessuale.
Valerio: Il nome?
Laura: Lui.
Valerio: Sì.
Laura: Si vede dalla foto di presentazione.
Valerio: Sai un po' troppe cose.
Laura: Quell’agenzia ha scelto bene.
Valerio: Me l’hanno mandato loro.
Laura: E’ un bel ragazzo.
Valerio: Tre scatti.
Laura: Una condanna.
Valerio: Forse lo è.
Laura: I tre scatti peggiori della tua vita.
Valerio: Non basta solo fotografare, capisci? Quella non sarà una mostra qualsiasi. Me la gioco in tre scatti.
Laura: Un ritratto.
Valerio: Tre scatti, un ritratto.
Laura: E basta?
Valerio: E basta?
Laura: Perché?
Valerio: E’ la cosa più semplice e complessa.
Laura: Cosa?
Valerio: Un uomo.
Laura: Omosessuale?
Valerio: Meglio.
Laura: Perché?
Valerio: E’ il più frainteso fra gli argomenti.
Laura: L’omosessualità?
Valerio: Mi serve.
Laura: Per cosa?
Valerio: Vorrei andare più in là.
Laura: Va bene.
Valerio: No?
Laura: Eh?
Valerio: No?
Laura: Sì.
Valerio: No, è un’idea del cazzo.
Laura: Ma non è vero.
Valerio: E’ vero.
Laura: Come vorresti fare?
Valerio: Devo pensarci.
Laura: Devi liberarti un po'.
Valerio: Forse è vero.
Laura: Usciamo.
Valerio: Sì.
Laura: Vado a prepararmi.
Valerio: Forse dovrei parlarci un po'.
Laura: Con lui?
Valerio: Trovare una sintonia. Fare due chiacchiere.
Laura: Domani ho una cena di lavoro.
Valerio: Ah.
Laura: Approfittane.
Valerio: Potrei. Che dici?
Laura: E’ omosessuale. Stai attento.
Valerio: Smettila.
Laura: Sto scherzando.
Valerio: Vieni qui.
Laura: Il mio piccolo fotografo.

Quadro 2
Valerio e Leto.
Valerio: Traffico?
Leto: Un disastro.
Valerio: Un caffè?
Leto: Grazie.
Valerio: Zucchero?
Leto: No, grazie.
Valerio: Siediti.
Leto: Grazie.
Valerio: So che hai già preso impegni.
Leto: Sono in anticipo.
Valerio: Ti trattengo solo qualche minuto.
Leto: La camera?
Valerio: No, oggi niente foto.
Leto: Credevo volessi provare.
Valerio: Voglio solo parlare.
Leto: Di cosa?
Valerio: Di qualunque cosa.
Leto: In che senso?
Valerio: Fare due chiacchiere. Conoscerci un po'.
Leto: Va bene.
Valerio: Ti dispiace?
Leto: E’ che non ho molto da dire.
Valerio: Può anche essere così. Parlare del niente. Forse avrei fatto meglio a dirtelo.
Leto: Non è un problema.
Valerio: Lo trovi strano?
Leto: In realtà mi è già capitato. Diverse volte.
Valerio: E lo trovi un buon metodo?
Leto: Dipende per cosa.
Valerio: Hai lavorato con tante persone.
Leto: Diciamo che l’agenzia mi dà da fare.
Valerio: So che sei molto richiesto.
Leto: Normale.
Valerio: Anche all’estero.
Leto: Sto avendo dei contatti.
Valerio: Sei partito bene.
Leto: Grazie.
Valerio: E’ per cercare una sintonia tra di noi.
Leto: Di solito lavori così?
Valerio: Con tutti i miei soggetti.
Leto: Cerchi un rapporto sincero.
Valerio: Nel tuo caso mi sono fatto prendere dalla fretta. Errore basilare.
Leto: Succede anche ai migliori.
Valerio: Vuoi qualcos’altro?
Leto: Ho visto alcuni tuoi scatti.
Valerio: Come sono?
Leto: Ottimi lavori.
Valerio: Mi fa piacere.
Leto: E tu?
Valerio: Cosa?
Leto: Non sembri molto soddisfatto.
Valerio: Nei ritratti si deve creare un legame forte.
Leto: E non l’hai creato?
Valerio: Non dico che non ci sia.
Leto: Ma…?
Valerio: Ogni volta sento che manca qualcosa.
Leto: Sei molto autocritico.
Valerio: La fotografia non è un’arte semplice. E’ un lavoro di sintonia tra soggetto, macchina e fotografo. E’ la sottile unione di questi tre che fa lo scatto.
Leto: Una visione molto ampia.
Valerio: Può sembrare eccessivo.
Leto: No, per niente.
Valerio: Mi fa piacere che lo pensi.
Leto: Anche io sono così.
Valerio: Come?
Leto: Autocritico.
Valerio: Pure tu?
Leto: Fa parte del gioco.
Valerio: Andiamo bene.
Leto: Peggio di così.
Valerio: Dovremmo bandire tutti gli autocritici.
Leto: Una condanna.
Valerio: In fondo, pensaci, davvero, a cosa serve?
Leto: A niente.
Valerio: Serve solo a star male.
Leto: E’ uno schifo.
Valerio: Faremo un disastro.
Leto: Disastro in tre scatti.
Valerio: Bella roba.
Leto: Io lascerei perdere.
Valerio: Allora arrivederci.
Leto: Arrivederci. (Ridono)
Valerio: Collaborare.
Leto: Scusa?
Valerio: Se non c’è comprensione tra di noi, cosa può venire fuori?
Leto: Mi spiace che non ho avuto molto tempo.
Valerio: Va bene così. Non te la prendi se ti ho fatto venire inutilmente, vero?
Leto: Affatto. Non è stato inutile.
Valerio: Non voglio farti tardare.
Leto: Non ti scomodare. (Si alza)
Valerio: Ne ho approfittato che la mia compagna è fuori per cena.
Leto: Speravo di poter dire di più.
Valerio: Ci siamo già detti abbastanza. Proseguiremo più in là. Adesso penserò agli scatti.
Leto: Grazie per il caffè.
Valerio: Grazie a te. (Leto esce)

Quadro 3
Laura e Valerio, rientrano da fuori.
Valerio: Ci siamo scordati la spazzatura.
Laura: Ci pensiamo domani.
Valerio: Ho mal di testa.
Laura: Vuoi un’aspirina?
Valerio: Ora vado a letto. Mi passerà. (Fa per sistemare la camera col cavalletto)
Laura: La monti ora?
Valerio: Almeno è già pronta.
Laura: Siamo tornati adesso.
Valerio: Ci metto un attimo.
Laura: Sono le dieci.
Valerio: Un attimo.
Laura: Non è per te.
Valerio: E allora cosa?
Laura: Non ho sonno. Domattina mi arrivano le consegne.
Valerio: Ferma lì.
Laura: Qui?
Valerio: Ferma. (Continua a controllare l’inquadratura e la posizione)
Laura: Se non ti andava potevi anche non venire.
Valerio: Ho detto qualcosa?
Laura: No.
Valerio: E allora che dici?
Laura: Sei troppo nervoso.
Valerio: Tu gli permetti di dire ogni cosa.
Laura: Però intanto in farmacia ci lavoro.
Valerio: Grazie a lui.
Laura: Grazie a lui.
Valerio: Va bene.
Laura: Era per parlare.
Valerio: Senti, ho la testa da un’altra parte ora.
Laura: Sto ancora ferma?
Valerio: E poi tua madre cucina troppo pesante.
Laura: Posso alzarmi?
Valerio: No, aspetta.
Laura: Ieri ho incrociato il tuo modello in città. E’ passato davanti alla farmacia.
Valerio: Credo che ci vedremo domani.
Laura: Com’è andata la chiacchierata?
Valerio: A vederti da qui non sembri più tu.
Laura: Ah, no?
Valerio: Sembri molto diversa.
Laura: E come sembro?
Valerio: Diversa.
Laura: Diversa come?
Valerio: Non saprei.
Laura: Com’è andata la chiacchierata?
Valerio: Niente di particolare.
Laura: Vi siete conosciuti meglio?
Valerio: In che senso?
Laura: Che ti ha detto?
Valerio: Niente. Ma è stato utile.
Laura: Utile per cosa?
Valerio: Per conoscerlo.
Laura: Ma non vi siete detti niente?
Valerio: Non era necessario dirsi “qualcosa”.
Laura: Basta fissarsi nello sguardo.
Valerio: Smettila.
Laura: Hai finito?
Valerio: Sì.
Laura: Posso alzarmi?
Valerio: Sì.
Laura: E io non mi alzo.
Valerio: Perché?
Laura: Vieni qui.
Valerio: Cosa c’è?
Laura: Lo vedrai domani?
Valerio: Speriamo di riprendere.
Laura: Non sei mai stato tanto in dubbio sulle tue capacità.
Valerio: Non lo so.
Laura: Io sì.
Valerio: Eh?
Laura: C’è una sorpresa.
Valerio: Che sorpresa?
Laura: (Si sbottona, rivelando un corpetto) Ta-da!
Valerio: Quello?
Laura: Me lo hai regalato tu.
Valerio: Sei andata dai tuoi con quello addosso?
Laura: Mica l’hanno visto.
Valerio: E se lo vedevano?
Laura: Non l’hanno visto.
Valerio: Lo sai come sono.
Laura: Ma non l’hanno visto.
Valerio: Non sei normale.
Laura: Non ti piace?
Valerio: Sì.
Laura: Stai meglio?
Valerio: Abbastanza.
Laura: Abbastanza quanto?
Valerio: Insomma.
Laura: Insomma?
Valerio: Pensavo a un rimedio per il mal di testa.
Laura: Che rimedio?
Valerio: Andiamo di là?
Laura: A far cosa?
Valerio: A togliersi il mal di testa…
Laura: A togliersi tutti i crucci che hai in testa…
Valerio: Che crucci ho in testa?
Laura: Non ti va bene questo, non ti va bene quello…
Valerio: C’è l’aspirina.
Laura: L’aspirina non fa niente.
Valerio: Una farmacista non dovrebbe dirlo.
Laura: E’ un segreto.
Valerio: Un segreto.
Laura: Andiamo di là. (Si alza)
Valerio: Comunque ha lavorato con tante persone. Si vede che è un esperto. Credo che farà carriera.
Laura: Sicuramente.
Valerio: Perché?
Laura: Valerio, è gay! (Ride uscendo)
Valerio: Ma perché lo prendi in giro?

Quadro 4
La camera è montata al solito posto. Leto in piedi, Valerio entra con acqua e bicchieri.
Leto: Quanto tempo abbiamo?
Valerio: Eh?
Leto: Quanto tempo abbiamo?
Valerio: Laura tornerà stasera.
Leto: Mi devo sedere?
Valerio: Sentiti libero.
Leto: Va bene.
Valerio: Adesso cominciamo. Sistemo le ultime cose.
Leto: Tutto bene? (Si versa da bere)
Valerio: Come?
Leto: Cosa c’è?
Valerio: Pensavo al da fare. Non ti ho offerto niente. Vuoi qualcosa?
Leto: Mi basta l’acqua. Pensiamo al lavoro.
Valerio: Puoi sederti?
Leto: Sì. (Si siede)
Valerio: (Sistemando la camera) Ti ha incontrato.
Leto: Ah.
Valerio: Un paio di giorni fa.
Leto: Sa chi sono?
Valerio: Muoviti pure.
Leto: Credevo non le avessi detto niente.
Valerio: E’ una curiosona.
Leto: E cosa dice?
Valerio: Di cosa?
Leto: Di tutto questo.
Valerio: Non saprei…
Leto: E’ contenta?
Valerio: Fermo così.
Leto: Non le avevi detto niente?
Valerio: Preferivo tenere la riservatezza.
Leto: Ma perché?
Valerio: Perché ci tengo.
Leto: Fate due mestieri molto diversi.
Valerio: Andiamo d’accordo.
Leto: Vi rispettate molto.
Valerio: Immagino di sì.
Leto: E’ una bella cosa.
Valerio: Tanto quello che dico io non conta niente.
Leto: Non è vero.
Valerio: E’ vero, invece.
Leto: Pronti?
Valerio: Sì.
Leto: D’accordo. (Posa il bicchiere d’acqua)
Valerio: Purtroppo è suo padre che non mi sopporta.
Leto: Dici di Laura?
Valerio: Fingi che non ti abbia detto niente.
Leto: Cosa ti dice?
Valerio: Lascia stare.
Leto: Pensavi a questo prima?
Valerio: Vorrebbe che stesse con qualcun altro.
Leto: Lo ha detto?
Valerio: Non lo ha detto ma lo intende.
Leto: Con chi?
Valerio: Non lo so. Qualcuno della farmacia. Uno del settore. Non di certo come me.
Leto: Lascialo parlare.
Valerio: Vorrei solo che lo chetasse un po’.
Leto: Perché non lo fa?
Valerio: Si sente in debito. Il lavoro lo ha trovato grazie a lui.
Leto: E’ suo padre.
 Valerio: Dovrebbe dirgli qualcosa.
Leto: E’ suo padre.
Valerio: E’ stupido.
Leto: Di cosa hai paura?
Valerio: Scusami.
Leto: Non ti preoccupare.
Valerio: Faremo un buon lavoro.
Leto: Cominciamo.
Valerio: Pronto? (Fa per inquadrarlo)

Quadro 5
Valerio sul divano. Entra Laura, si versa un bicchiere d’acqua. Vede le foto sul tavolo.
Laura: Sono belle.
Valerio: Non è servito a niente.
Laura: Quindi è qui che avevi la testa.
Valerio: Non ti è piaciuto?
Laura: Sì.
Valerio: Sicura?
Laura: Mi è piaciuto, ma è qui che avevi la testa.
Valerio: Non tutto il tempo.
Laura: E quando?
Valerio: Lascia stare.
Laura: Hai detto che eri contento.
Valerio: Fanno schifo.
Laura: Perché?
Valerio: Sono inutili.
Laura: Sei troppo autocritico.
Valerio: Non è autocritica. Fanno oggettivamente schifo.
Laura: Guardiamole meglio.
Valerio: Cosa vuoi vedere?
Laura: Mi sembrano ben fatte.
Valerio: Sì, sono ben fatte.
Laura: E non va bene?
Valerio: No.
Laura: Lui è molto bello. Colpisce.
Valerio: Vorrei andare oltre la bellezza.
Laura: E dove?
Valerio: Oltre.
Laura: Oltre dove?
Valerio: E’ questo il punto.
Laura: Cioè?
Valerio: Non basta.
Laura: Dovresti rilassarti.
Valerio: Lo sono.
Laura: Con la camicia abbottonata così?
Valerio: Come? Ah.
Laura: Faccio io. (Si avvicina e gli sbottona la camicia)
Valerio: Ho solo tre settimane.
Laura: Puoi farcela.
Valerio: Lo spero.
Laura: Devi solo provarci. (Comincia a baciarlo)
Valerio: Non posso permettermi di deconcentrarmi.
Laura: Ti deconcentro?
Valerio: Laura…
Laura: Farlo con me ti deconcentra?
Valerio: Scusami.
Laura: Faccio una doccia.
Valerio: Laura, non volevo dire questo.
Laura: Non è niente. Adesso mi preparo. Lascia perdere.
Valerio: Mi dispiace.
Laura: Devo uscire.
Valerio: Ho detto che mi dispiace.
Laura: E’ tutto a posto, ok? Cerca di dare il meglio di te. Hai tre settimane. (Lo bacia)
Valerio: Grazie. (Laura esce)

Quadro 6
Valerio e Leto.
Valerio: (Smontando la camera dal cavalletto) Camera libera. Vorrei provare.
Leto: Va bene.
Valerio: Tutto bene?
Leto: Sì, grazie.
Valerio: E’ successo qualcosa?
Leto: Come?
Valerio: E’ successo qualcosa?
Leto: Ne parliamo poi.
Valerio: Sei sicuro?
Leto: Cominciamo.
Valerio: D’accordo. (Comincia a fotografare, poi, fermandosi) Leto…
Leto: Devo mettermi diversamente?
Valerio: No, va benissimo.
Leto: Va bene. (Valerio riprende a fotografare) Scusami.
Valerio: E’ perfetto.
Leto: Ora riprendo.
Valerio: Stai bene?
Leto: Non pensavo di fare così.
Valerio: Cos’è successo?
Leto: Un mio amico.
Valerio: Eh.
Leto: Ieri, in ospedale.
Valerio: Ah.
Leto: E’ una cosa che si sapeva.
Valerio: Non immaginavo…
Leto: Non ti preoccupare.
Valerio: Mi dispiace.
Leto: (Prendendo una caramella dalla borsa) Vuoi una?
Valerio: Prendi dell’acqua. (Gli versa dell’acqua)
Leto: Grazie.
Valerio: Potevamo rimandare.
Leto: Non possiamo, il tempo è poco.
Valerio: Ma con quello che è successo...
Leto: Non me la sarei perdonata. (Beve)
Valerio: Ti preparo qualcosa?
Leto: Basta così.
Valerio: Senti, interrompiamo.
Leto: No.
Valerio: Sei sicuro?
Leto: Adesso mi passa.
Valerio: Va bene.
Leto: Vai pure.
Valerio: Potrò sembrare spietato.
Leto: Come?
Valerio: Era meraviglioso.
Leto: Meraviglioso?
Valerio: (Riprende a fotografare) Riprenderti in questo momento.
Leto: Non lo dire.
Valerio: (Continuando a fotografare) Continua. Continua così.
Leto: Ma davvero? Oddio…! (Ride)
Valerio: (Avvicinandosi, continuando a fotografare) Continua così. Lasciati andare.
Leto: Valerio…
Valerio: (Continuando ad avvicinarsi e a fotografare) Lasciati andare. Bravo, così. Così.
Leto: Almeno tutto questo è servito a qualcosa.
Valerio: Certo che è servito.
Leto: Ho fatto bene a venire qui.
Valerio: Lasciati andare.
Leto: Ho fatto bene.
Valerio: Hai fatto benissimo. (Abbassa la camera, si avvicina, come abbandonato, alla sua bocca. Si ferma all’ultimo con un sospiro, come resosi conto. Silenzio immobile, si guardano)
Leto: Una caramella?
Valerio: Eh?
Leto: Una caramella.
Valerio: No.
Leto: Forse è meglio che vada.
Valerio: Sì.
Leto: Credo sia bene fermarci qualche giorno.
Valerio: Va bene.
Leto: Scusami di nuovo.
Valerio: Non preoccuparti. (Leto esce)

Quadro 7
Laura sul divano con un pc portatile.
Laura: Ci sei?
Valerio: (Da fuori) Sono pronto.
Laura: Dai, vieni. Così lo scegliamo insieme.
Valerio: Eccomi.
Laura: Ma che fai?
Valerio: Mi cambiavo.
Laura: Muoviti.
Valerio: Sì.
Laura: Quale scegliamo?
Valerio: Gira.
Laura: Non farmi come le altre volte.
Valerio: Come?
Laura: Due ore a scegliere, poi sei stanco e ti addormenti.
Valerio: Potevi sceglierlo tu.
Laura: Volevo farlo insieme.
Valerio: Va bene.
Laura: Questo?
Valerio: Sennò?
Laura: Questo.
Valerio: Mmm...
Laura: Si inizia…
Valerio: Adesso ne troviamo uno.
Laura: Ci sono diecimila film qui. Vuoi vederli tutti? Questo?
Valerio: Va bene.
Laura: Non ti piace.
Valerio: Sì.
Laura: No.
Valerio: Allora no.
Laura: Neanche questo immagino.
Valerio: Quello di prima andava bene.
Laura: Non andava bene.
Valerio: Ti dico che andava bene.
Laura: Non ti piace niente ultimamente.
Valerio: Ma non è vero.
Laura: Scommetto che neanche gli scatti di ieri ti sono piaciuti.
Valerio: Eh?
Laura: Lui ha uno sguardo incredibile.
Valerio: Come lo sai? (Laura gli mostra delle immagini al pc) Perché sono sul tuo pc?
Laura: L’hard disk prima era qui.
Valerio: E allora?
Laura: Volevo vederle.
Valerio: Laura…
Laura: Sono davvero belle.
Valerio: Avevo detto di non…
Laura: Volevo dirti che mi piacciono.
Valerio: Senti, per favore, bisognerebbe che tu non guardassi più nella mia roba. Ok?
Laura: Ma che hai?
Valerio: Niente. E’ che te l’avevo già detto.
Laura: Non ho fatto niente.
Valerio: Ma io ti avevo detto di non farlo.
Laura: Le cancello.
Valerio: Non importa.
Laura: Le cancello.
Valerio: Cancellale.
Laura: La vuoi smettere ora?
Valerio: D’accordo.
Laura: Scegli il film. Vado in bagno.
Valerio: Che palle.
Laura: Cosa?
Valerio: Ora te la prendi.
Laura: No.
Valerio: Dai, scegliamo questo film.
Laura: Devo andare in bagno.
Valerio: Tanto non vai in bagno perché volevi andare in bagno. Vai in bagno perché te la sei presa.
Laura: Comunque sono molto belle.
Valerio: Grazie, ma vorrei tu capissi.
Laura: Infatti le ho cancellate.
Valerio: Ma capisci, vero?
Laura: Capisco. Non lo faccio più. Hai ragione. Ora scegli il film?
Valerio: Questo va bene.
Laura: L’abbiamo già visto.
Valerio: Ah.
Laura: Ti ha fatto schifo. (Esce)
Valerio: Fanno tutti schifo.

Quadro 8
Valerio sta finendo di prepararsi per uscire. Entra Laura in camice bianco, con delle scarpe in mano.
Laura: Come mi sta?
Valerio: Come un camice a una farmacista.
Laura: Nuove appena arrivate.
Valerio: Sei pronta?
Laura: Hai comprato tutto?
Valerio: Eh?
Laura: Devo mettermi le lenti. (Si mette le scarpe)
Valerio: Già…
Laura: Non l’hai fatta.
Valerio: Mi è passato di mente.
Laura: Come faceva a passarti di mente?
Valerio: Mi sono preparato per domani.
Laura: Tu sei pronto?
Valerio: Domattina vado a fare la spesa.
Laura: Non è questo il punto.
Valerio: No?
Laura: Lascia stare.
Valerio: Lasciamo stare.
Laura: Sei troppo preso.
Valerio: Che vuoi dire?
Laura: Hai già fatto dei bellissimi scatti.
Valerio: E con questo?
Laura: Tutti questi scatti. E’ assurdo.
Valerio: Stai dicendo che non so fare il mio lavoro?
Laura: Che hai già un ottimo risultato.
Valerio: Laura, te l’ho detto.
Laura: Che è fascino?
Valerio: E’ fascino.
Laura: Non è bellezza.
Valerio: Sono due cose diverse.
Laura: Quindi è fascino.
Valerio: Mi dici che c’è?
Laura: Senti, Valerio, io trovo che tu stia un po' esagerando.
Valerio: Esagerando?
Laura: Ti stai buttando su qualcosa che non capisco. Il tuo progetto non è convincente.
Valerio: Ah, no?
Laura: Mi dici che stai facendo?
Valerio: Quindi starei lavorando a vuoto.
Laura: Secondo me sì.
Valerio: Perfetto.
Laura: Ho capito il tuo intento, ma quel gay ti fa perdere tempo.
Valerio: Anche con questa cosa del gay dovresti finirla. E’ una persona con la quale sto lavorando.
Laura: Hai già fatto un ottimo lavoro.
Valerio: Non mi basta.
Laura: Va bene.
Valerio: Perché fai così?
Laura: Vorrei tu fossi un po' di più qui con me.
Valerio: Non ti senti considerata?
Laura: Non mi fraintendere.
Valerio: No.
Laura: Vorrei darti una smossa.
Valerio: In questo modo?
Laura: No.
Valerio: Come?
Laura: Mi dispiace. (Fa per uscire)
Valerio: Aspetta.
Laura: Dobbiamo andare.
Valerio: Siediti.
Laura: Valerio…
Valerio: Siediti.
Laura: (Si siede) Senti, non volevo.
Valerio: Vuoi darti una calmata?
Laura: Volevo solo dirti che mi manchi un po'.
Valerio: Ti manco?
Laura: Un po'.
Valerio: Un po' quanto?
Laura: Un pochino.
Valerio: Un pochino?
Laura: Solo un pochino.
Valerio: Solo un pochino? (Le fa il solletico, ridono)
Laura: Dai…
Valerio: Mi dispiace. Finirà presto. Adesso ho la testa su questa cosa.
Laura: Scusami. Davvero. Non so cosa m’è preso.
Valerio: E’ tutto a posto. (L’abbraccia e la bacia sulla testa)
Laura: Metto le lenti.
Valerio: Sei preoccupata?
Laura: Senti, qualunque cosa dica non lo ascoltare, ok?
Valerio: Farò del mio meglio.
Laura: Aspettami fuori.
Valerio: Il camice.
Laura: Ah. (Si toglie il camice, esce)

Quadro 9
Valerio e Leto.
Valerio: Riprendiamo?
Leto: Sì.
Valerio: Volevo ringraziarti.
Leto: Per cosa?
Valerio: Per essere venuto lo stesso.
Leto: E’ normale. Ci tengo.
Valerio: Lo apprezzo molto.
Leto: Pensiamo a noi ora.
Valerio: Sei sicuro?
Leto: Sicuro.
Valerio: Va bene.
Leto: Sembri stanco.
Valerio: E’ stata una settimana un po' tesa.
Leto: Mi spiace.
Valerio: Cose che si trascinano.
Leto: Se posso essere d’aiuto…
Valerio: Niente di ché.
Leto: Tutto bene?
Valerio: Sì, tutto bene.
Leto: Per me non è un problema parlarne.
Valerio: Di cosa?
Leto: Niente, pensavo volessi dire qualcosa.
Valerio: Senti, quello che è successo l’altra volta…
Leto: Sì.
Valerio: Lascia stare, ok?
Leto: Certo.
Valerio: Non è un problema?
Leto: Valerio, davvero.
Valerio: Dimentichiamo.
Leto: Valerio, davvero, non sarei qui.
Valerio: No, è il progetto che…
Leto: Il tuo progetto sta andando avanti. Lo finiremo. Stai andando benissimo.
Valerio: Grazie.
Leto: E di che?
Valerio: Comincio con qualche scatto. (Punta la camera, qualche scatto)
Leto: Sì.
Valerio: Sentiti libero. (Qualche scatto, poi si ferma)
Leto: Beh?
Valerio: Niente, scusa. (Riprende, qualche scatto, poi abbassa la camera)
Leto: Valerio?
Valerio: Bah…
Leto: Cioè?
Valerio: Scusa.
Leto: Di cosa?
Valerio: Non riesco a concentrarmi.
Leto: Sono io?
Valerio: No.
Leto: Ehi.
Valerio: No, riprendiamo. (Punta la camera, poi si ferma, si guardano) Non va bene. Non va bene per niente.
Leto: Dimmi cosa c’è.
Valerio: Potrei fare mille scatti. Non andrebbero bene.
Leto: Perché?
Valerio: E’ lontano.
Leto: Cosa?
Valerio: La mia idea. Quello che vedo. Qualunque cosa sia. Non lo so. E’ lontano.
Leto: E’ lontano?
Valerio: Non so come arrivarci.
Leto: Devi tentare.
Valerio: Non lo so.
Leto: Vuoi che ti lasci solo?
Valerio: No, anzi…
Leto: Cosa?
Valerio: E’ il momento che aspetto di più.
Leto: Ma ti senti bloccato.
Valerio: Prima tutto questo non c’era. Pensavo di andare bene. Invece, no, non va. Ma dov’ero finora?
Leto: Hai paura?
Valerio: E’ come rifiutassi di arrivarci.
Leto: E’ saggio.
Valerio: Banale.
Leto: Sei banale?
Valerio: Mi ci sento spesso.
Leto: Banale?
Valerio: Solo.
Leto: Ti senti solo?
Valerio: Sento tutti soli.
Leto: E’ questo che percepisci?
Valerio: Credo. Non lo so. Scusami. Riprendiamo.
Leto: Va bene.
Valerio: Forse è meglio lasciar stare.
Leto: Invertiamo i ruoli.
Valerio: Come?
Leto: (Prende la camera, si alza) Solo per oggi. Facciamo che io il fotografo e tu il modello.
Valerio: Ma a cosa serve?
Leto: E facciamo che spengo la luce. (Spegne la luce)
Valerio: Che stai facendo?
Leto: Lasciati andare. Voglio prenderti così, senza preavviso. (Scatta le foto, per ogni scatto un flash)
Valerio: Mi accechi.
Leto: Non ci pensare. Lasciati andare. (Un flash)
Valerio: Non vedo niente.
Leto: Infatti non devi vedere. (Un flash)
Valerio: (Ride) Ma che stiamo facendo?
Leto: Così, così… (Un flash)
Valerio: Oddio…
Leto: Che facce fai? (Un flash)
Valerio: Non sono mai venuto bene nelle foto.
Leto: Continua.
Valerio: Su, smettila, vieni qui.
Leto: Ti è piaciuto?
Valerio: (Ride) E’ tutto bianco.
Leto: Guarda. Che cosa vedi?
Valerio: Adesso niente.
Leto: Aspetta di vederci.
Valerio: Aspetterò.
Leto: Ora fermiamoci.
Valerio: Dove sei?
Leto: Qui, accanto a te.
Valerio: Eccoti.
Leto: Riposiamo.
Valerio: Oh, Leto, Leto…

Quadro 10
Laura sul divano, guardando al pc. Entra Valerio, con un paio di buste di spesa.
Valerio: Sono tornato.
Laura: Hai fatto la spesa?
Valerio: Ho comprato qualcosa.
Laura: Credevo fossi in casa. E’ quasi pronto.
Valerio: Va bene.
Laura: Hanno assunto uno nuovo oggi.
Valerio: In farmacia?
Laura: Già.
Valerio: Ed è contento?
Laura: Di cosa?
Valerio: Di lavorare.
Laura: Certo.
Valerio: E in farmacia?
Laura: Come?
Valerio: In farmacia.
Laura: Bene.
Valerio: Faccio un paio di telefonate.
Laura: Le foto?
Valerio: Le ho strappate.
Laura: Non eri a svilupparle?
Valerio: Infatti.
Laura: Ah.
Valerio: Già.
Laura: Non manca molto.
Valerio: So cosa pensi.
Laura: Cosa penso?
Valerio: Lasciamo stare.
Laura: Vieni qui.
Valerio: Che c’è?
Laura: La vuoi smettere?
Valerio: Non stai pensando a niente?
Laura: No.
Valerio: No?
Laura: Non sto pensando a niente.
Valerio: Non pensi che stia esagerando?
Laura: Penso che spero vada tutto bene.
Valerio: Gli scatti?
Laura: Tutto.
Valerio: Sei sicura?
Laura: No.
Valerio: Scema.
Laura: Dammi la spesa.
Valerio: Faccio presto. (Lascia la spesa sul divano ed esce)
Laura: Finisco questo episodio e arrivo. (Riprende a guardare al pc)

Quadro 11
Valerio con la camera. Il cappotto di Laura sul divano. Laura entra. La spesa è al solito posto.
Valerio: Hai fatto tardi.
Laura: Ho dovuto aspettare un cliente. L’agenzia?
Valerio: Tutto bene.
Laura: Quando sei tornato?
Valerio: Dieci minuti fa.
Laura: La spesa di ieri.
Valerio: Ci siamo scordati di sistemarla.
Laura: Eri con lui?
Valerio: Sì.
Laura: Ho quasi rischiato di incontrarlo.
Valerio: Pazienza.
Laura: Cosa volevano?
Valerio: Aggiornamenti vari.
Laura: Gli hai fatto vedere qualcosa?
Valerio: Qualche foto.
Laura: Cosa dicono?
Valerio: Niente di ché.
Laura: Come niente di ché?
Valerio: Ho ancora tempo.
Laura: Domani?
Valerio: Domani siamo qui.
Laura: Potrei vederlo.
Valerio: Perché no?
Laura: No, scherzavo, ho da fare chiusura.
Valerio: Il tuo cappotto.
Laura: Ah.
Valerio: Io avrei da lavorare.
Laura: Torniamo presto.
Valerio: Non posso deconcentrarmi. Forse mi servirà tutta la sera.
Laura: Pensavo che saresti venuto.
Valerio: Scusami.
Laura: Di cosa?
Valerio: Ho cambiato idea all’ultimo.
Laura: Vado.
Valerio: La semplice e banale verità.
Laura: Come?
Valerio: Basta dire che avevo da fare.
Laura: Va bene.
Valerio: Salutami i tuoi. (Esce con la camera)
Laura: A dopo. (Esce)

Quadro 12
Entra Laura. Beve. Apre il pc sul divano. Compone un numero al cellulare. Vede la spesa, guarda il contenuto.
Laura: Dove sei? Sì, ti ho chiamato prima. Va bene. Ma torni? Lo so. Va bene. Sono stata anche a tennis, sì. Sei-quattro, sei-due noi. Senti, ti aspetto per cena? Ma sei a fare gli scatti? No, è che la tua borsa non c’è di là, pensavo… Ho capito. Certo, non si sa mai. No, con nessuno. Alle due, più o meno. Sì, ho pranzato. Nella spesa non ci sono... Mi senti? Dicevo, la spesa dell’altra volta. Le scatolette per quel gatto. Ma scusa, cosa mangia lui? Sì. Senti, mi hanno dato un pomeriggio libero, pensavo di restare. Domani. A guardare, sì. Come? Mi metto in un angolo. Hai… Mi senti? Hai detto che me lo avresti… Ho capito… Il pomeriggio ce l’ho domani. Senti… Devo sistemarmi, sì. Parliamo a cena. Va bene. Eh? Va bene. A dopo. (Butta giù, poi esce con la spesa)

Quadro 13
Laura su uno sgabello in fondo, vicino a lei la borsa di Valerio. Leto sul divano. Valerio con la camera.
Valerio: Adesso lasciati andare. Non pensare a me. Parla pure.
Leto: Che devo dire?
Valerio: Cosa vuoi. Fermati così.
Leto: Così?
Valerio: Sì, fermo. (Scatta) Adesso fermo così, mi sposto io.
Leto: Sì.
Valerio: (Continua a scattare, spostandosi) Così. Bene. Continua a rimanere così. Rilassati.
Leto: Sono un po' teso.
Valerio: Rilassati.
Leto: Mi sto rilassando.
Valerio: (Continua a scattare) Bene. (Continua a scattare, poi si ferma)
Leto: Beh?
Valerio: No.
Leto: Come?
Valerio: Non va.
Leto: Non vado bene?
Valerio: Non va bene niente.
Leto: Mi dispiace.
Valerio: Dimentica tutto. Fa come se oggi non ci fossimo visti.
Leto: Va bene.
Valerio: Scusami.
Leto: Vado.
Valerio: Sentiamoci in giornata.
Leto: (A Laura, porgendole la mano) Allora arrivederci.
Laura: (Stringendogli la mano) Arrivederci.
Leto: Scusami di nuovo. (Leto esce)
Valerio: Che ti avevo detto?
Laura: Che c’è?
Valerio: L’ho fatto venire per niente.
Laura: Bastava dirmi di no.
Valerio: Hai insistito.
Laura: Credevo fosse fattibile.
Valerio: Abbiamo buttato via la giornata.
Laura: E’ colpa mia?
Valerio: Laura, sì, è colpa tua.
Laura: E’ colpa mia.
Valerio: Mi dici perché sei voluta restare?
Laura: Per guardare.
Valerio: Ti avevo detto che non era il caso.
Laura: Non credevo di dare fastidio.
Valerio: Non è fastidio è che…
Laura: Che?
Valerio: Sì, è fastidio.
Laura: E’ fastidio.
Valerio: Non si crea la magia che cerco.
Laura: La magia che cerchi.
Valerio: Serve concentrazione, solitudine, silenzio.
Laura: Ho fatto casino?
Valerio: Fai finta o non capisci davvero?
Laura: D’accordo, non verrò più.
Valerio: Improvvisamente non capisci.
Laura: Io ti ho sempre capita.
Valerio: (Controlla le foto nella camera) Va bene, non parliamone più. Come hai visto bisogna stare da soli.
Laura: D’accordo. (Fa per uscire)
Valerio: Dove vai?
Laura: Che c’è?
Valerio: Non sei venuta per caso.
Laura: Eri molto teso.
Valerio: Il perché lo sai.
Laura: Hai dato quasi la colpa a Leto, ma quello teso eri tu. Eri forzato.
Valerio: Mi dici che c’è?
Laura: Devo sapere qualcosa?
Valerio: Cosa dovresti sapere?
Laura: Qualcosa.
Valerio: Non devi sapere niente.
Laura: Sei sicuro?
Valerio: Cosa vorresti sapere?
Laura: Non lo so.
Valerio: Non devi sapere niente.
Laura: Perfetto.
Valerio: Io devo sapere niente?
Laura: Cosa dovresti sapere?
Valerio: Che ti passa per quella testa.
Laura: Niente di particolare.
Valerio: Sono solo concentrato sul mio lavoro.
Laura: Il tuo lavoro.
Valerio: Pensavi che non mi trovassi per fare le foto.
Laura: No.
Valerio: Lo hai pensato.
Laura: Ora non più.
Valerio: Perché non mi hai detto niente?
Laura: Mi dispiace.
Valerio: Pensavi a un’altra?
Laura: No.
Valerio: Dimmelo.
Laura: Non è una bella cosa.
Valerio: E’ tutto a posto, ok?
Laura: L’ho un po' pensato.
Valerio: Di un’altra?
Laura: Un’altra.
Valerio: L’hai pensato.
Laura: Un po'.
Valerio: Un po' quanto?
Laura: Un po'.
Valerio: Un po' da comportarti così?
Laura: Sapevo che non era niente.
Valerio: Ci passiamo sopra.
Laura: Mi dispiace.
Valerio: Questa è l’ultima settimana.
Laura: D’accordo.
Valerio: Spero non se la sia presa. (Prende il cellulare)
Laura: Non credo.
Valerio: Provo a chiamarlo, sento cosa mi dice. Resta qui. (Esce)
Laura: Io dovrei uscire. (Estrae un hard disk, lo collega al pc, poi lo rimette nella borsa di Valerio, chiude il pc)

Quadro 14
Laura al pc. Entra Valerio, pronto per uscire, con la borsa.
Valerio: Ehi.
Laura: Ehi.
Valerio: Tutto bene?
Laura: Guardavo delle cose di lavoro.
Valerio: Tra poco devi entrare.
Laura: Sì, tra poco.
Valerio: Stasera avrò una cena.
Laura: Ah.
Valerio: Con l’agenzia. Hanno organizzato all’ultimo. Spero di non fare tardi.
Laura: Non ti preoccupare.
Valerio: Tutto bene?
Laura: Sì. Tu?
Valerio: Bene.
Laura: Mi spiace per ieri.
Valerio: Lascia stare.
Laura: Va bene.
Valerio: Stasera tennis?
Laura: Penso di sì.
Valerio: Perché “pensi”?
Laura: Non lo so.
Valerio: (Fa per uscire, cercando nella borsa) Ci sentiamo in giornata.
Laura: Oggi non vi trovate?
Valerio: (Continuando a cercare nella borsa) Ne approfitto per sistemare delle cose.
Laura: Perfetto.
Valerio: Dove l’ho lasciato?
Laura: Cosa?
Valerio: Il mio hard disk.
Laura: Cerca bene.
Valerio: L’hai preso tu?
Laura: No.
Valerio: Non lo trovo.
Laura: Posso? O ti offendi?
Valerio: Solo per stavolta. (Le porge la borsa)
Laura: (Cerca nella borsa di Valerio, estrae l’hard disk) Eccolo.
Valerio: Trovi sempre tutto.
Laura: Peculiarità di noi donne.
Valerio: Vado a stampare. (Esce)
Laura: Ti chiamo quando torno. (Riprende a guardare al pc)

Quadro 15
Laura e Valerio al pc sul divano.
Valerio: Dai, scegli il film.
Laura: Non avevi da fare?
Valerio: Ho quasi finito.
Laura: Ma davvero lo vuoi vedere?
Valerio: Scegliamo.
Laura: D’accordo. (Mentre scorre sul pc) Come va col progetto?
Valerio: Come?
Laura: Come va col progetto?
Valerio: Non volevi guardare il film?
Laura: Per parlare.
Valerio: Direi bene.
Laura: A che punto siete?
Valerio: Questo?
Laura: No.
Valerio: Siamo a buon punto.
Laura: A buon punto.
Valerio: Questo?
Laura: Mmm…
Valerio: Vai avanti.
Laura: Pensi di finire in tempo?
Valerio: Come?
Laura: Non manca molto.
Valerio: Fino all’ultimo non si può sapere.
Laura: Perfetto.
Valerio: Ma credo che fino alla fine daremo il meglio.
Laura: Lo credo anch’io.
Valerio: Scusami, scegli il film.
Laura: Ti ascoltavo.
Valerio: Non ho altro da dire.
Laura: Dimmi.
Valerio: No, è…
Laura: E’…?
Valerio: Incredibile.
Laura: Incredibile?
Valerio: Sento che ho raggiunto l’entusiasmo che cercavo.
Laura: Sono davvero contenta.
Valerio: Perché me l’hai chiesto?
Laura: Pensavo alla volta scorsa.
Valerio: Ci siamo passati sopra.
Laura: D’accordo.
Valerio: Questo?
Laura: Perfetto.
Valerio: Va bene. (Si alza)
Laura: Dove vai?
Valerio: Finisco una cosa.
Laura: Di lavoro?
Valerio: Velocissimo.
Laura: Ok.
Valerio: Un attimo solo. (Esce)
Laura: (Dopo un lungo silenzio) Intanto lo faccio partire?
Valerio: (Da fuori) Fallo partire. Faccio presto.
Laura: (Dopo un lungo silenzio) Ti sto aspettando.
Valerio: (Da fuori) Eccomi.
Laura: (Dopo un lungo silenzio) Allora?
Valerio: (Da fuori) Arrivo.
Laura: E’ partito.
Valerio: (Da fuori) Va bene.
Laura: (Dopo un lungo silenzio) Ma vieni o no?
Valerio: (Da fuori) Un momento.
Laura: (Dopo un lungo silenzio) Hai fatto?
Valerio: (Da fuori) Tu inizia pure. Non ti preoccupare.
Laura: (Dopo un lungo silenzio) Ma non lo puoi fare dopo?
Valerio: Sono al telefono, non posso risponderti. (Laura guarda il film, poi fa per chiamare, ma rinuncia)

Quadro 16
Laura e Leto.
Leto: Posso?
Laura: Entra.
Leto: Ciao.
Laura: Ciao.
Leto: Beh?
Laura: Posso offrirti qualcosa?
Leto: Non scomodarti.
Laura: Va bene.
Leto: Valerio sa che sono qui?
Laura: Penso tu sappia perché ti ho chiamato.
Leto: Sapevo che sarebbe successo questo.
Laura: Lo sapevi?
Leto: Me lo aspettavo.
Laura: Quindi?
Leto: Quindi?
Laura: Che intenzioni hai?
Leto: Nessuna intenzione.
Laura: Vorrei tu capissi.
Leto: Il progetto è questo.
Laura: Senti, non mi parlare di progetti.
Leto: E’ lavoro.
Laura: Siamo ben oltre il lavoro.
Leto: Non stai capendo.
Laura: Cos’ho da capire?
Leto: Credo tu debba parlare col tuo ragazzo.
Laura: Dammi qualche risposta.
Leto: Che risposta?
Laura: Qualunque.
Leto: Ho fatto male a venire qui.
Laura: Vorrei sapere qual è il tuo scopo.
Leto: Nessuno scopo.
Laura: Va bene.
Leto: Devo andare.
Laura: Perché ci sono quelle foto? Perché le avete fatte?
Leto: Stiamo vivendo un momento di sintonia.
Laura: Ma per favore!
Leto: Vuoi discutere sul mio lavoro?
Laura: La sintonia?
Leto: Sono il suo soggetto.
Laura: Non è solo questo.
Leto: No?
Laura: No.
Leto: Devi parlarne con lui.
Laura: Ci sto provando.
Leto: E perché non l’hai fatto?
Laura: Perché?!
Leto: Cosa mi chiedi? Che ci sto a fare qui?
Laura: Ma veramente non hai da dire niente?
Leto: Non ho niente da nascondere.
Laura: Va bene.
Leto: Buona giornata.
Laura: Non farti vedere.
Leto: Scusa?
Laura: Domani digli che non ci sei.
Leto: Rischi di rovinare tutto.
Laura: Non importa.
Leto: Non credo la prenderà bene.
Laura: Fallo e basta.
Leto: Buona giornata.
Laura: Buona giornata. (Leto esce)

Quadro 17
Valerio: (Al telefono) D’accordo. Ci sentiamo domani. Va bene. Non ti… Va bene. Buona serata. (Butta giù)
Laura: (Entrando, in camice, mangiando una banana) Chi era?
Valerio: Leto.
Laura: E’ successo qualcosa?
Valerio: Dice che non si sente bene.
Laura: Vuoi?
Valerio: Perché la mangi?
Laura: Avevo fame.
Valerio: E devi mangiare qui?
Laura: Sarà un’influenza.
Valerio: Può darsi.
Laura: Che c’è?
Valerio: Niente.
Laura: Hai ancora tempo.
Valerio: Non è quello.
Laura: Allora cosa?
Valerio: Ho paura di rallentare.
Laura: Prendilo come giorno di riposo.
Valerio: Ho da fare.
Laura: Passiamola insieme.
Valerio: Cosa?
Laura: La giornata.
Valerio: Sì.
Laura: Lo sai chi ho incontrato a tennis?
Valerio: Chi?
Laura: Quello nuovo in farmacia.
Valerio: E’ bravo?
Laura: Gioca con altri. (Si mette sotto il camice, sulla pancia, un cuscino del divano) Come sto?
Valerio: Ma che fai?
Laura: Sto scherzando.
Valerio: Perché sei in camice?
Laura: Ero curiosa di vedere come mi stava.
Valerio: Smettila. (Le toglie il cuscino)
Laura: D’accordo.
Valerio: Togliti il camice.
Laura: Ti dà fastidio?
Valerio: Siamo a casa.
Laura: Va bene. Lo tolgo. (Si toglie il camice, glie lo lancia)
Valerio: Che fai?
Laura: Tu che fai?
Valerio: Senti, Laura, forse non stai capendo quello che sto vivendo.
Laura: Può essere. (Si siede accanto a lui, gli prende una mano, glie la bacia)
Valerio: Laura…
Laura: Non è il momento?
Valerio: Ho la testa su altro adesso.
Laura: Su chi?
Valerio: Altro.
Laura: Pure io.
Valerio: Oddio…
Laura: (Interrompendosi) Cosa c’è?
Valerio: Non è il momento. (Toglie la mano)
Laura: Va bene.
Valerio: Senti, andiamo di là.
Laura: Come?
Valerio: Andiamo di là.
Laura: Così forzato?
Valerio: Non è forzato, è solo che qui non mi va.
Laura: Va bene.
Valerio: Ti aspetto di là.
Laura: Sì. (Prende il camice, lo guarda)

Quadro 18
Laura al pc. Entra Valerio.
Laura: Ciao.
Valerio: Ciao.
Laura: Come va?
Valerio: Bene.
Laura: Hai camminato?
Valerio: Ho fatto una passeggiata.
Laura: Hai sentito lui?
Valerio: Sì.
Laura: Come sta?
Valerio: Dice che non sta bene nemmeno oggi.
Laura: Mi dispiace.
Valerio: Dice.
Laura: Dice.
Valerio: Mancano pochi giorni, sai?
Laura: Ce la farete.
Valerio: Lo spero.
Laura: A tennis non sono andata.
Valerio: Perché?
Laura: Ho fatto tardi.
Valerio: Capito.
Laura: Anche mio padre ha l’influenza.
Valerio: Ah, sì?
Laura: Sì.
Valerio: Per davvero o per finta?
Laura: Per davvero.
Valerio: Passerà.
Laura: Certo.
Valerio: Tanto cos’ha da fare?
Laura: Niente.
Valerio: Mica ha delle scadenze lui.
Laura: No.
Valerio: Il papà.
Laura: Già.
Valerio: Lui ha tutto il tempo. Mica noi, che abbiamo degli obiettivi.
Laura: Delle ambizioni.
Valerio: Molte ambizioni.
Laura: Già.
Valerio: Già.
Laura: Prepariamo cena?
Valerio: Va bene.
Laura: Perfetto.
Valerio: Perché, sai, in realtà quello che tu chiami “lui” non sta tanto male.
Laura: No?
Valerio: No.
Laura: Che ti ha detto?
Valerio: Ha detto.
Laura: Non sta male?
Valerio: No.
Laura: Va bene.
Valerio: Vuoi preparare cena?
Laura: D’accordo. (Si alza, lascia aperto il pc)
Valerio: (Indicando il pc) Quelle?
Laura: Belle?
Valerio: Non saprei.
Laura: Affascinanti?
Valerio: Sono.
Laura: Cosa?
Valerio: Niente.
Laura: Non sono niente?
Valerio: No.
Laura: E allora che ci stanno a fare?
Valerio: Che ci stanno a fare?
Laura: Niente.
Valerio: Le possiamo cancellare.
Laura: Però ci sono.
Valerio: Non ce le ho messe certo io.
Laura: Lo so.
Valerio: E allora perché sono lì?
Laura: Qualcuno le avrà messe.
Valerio: Anche se non doveva?
Laura: Probabilmente non doveva, ma lo ha fatto.
Valerio: Perché lo ha fatto?
Laura: Sai com’è.
Valerio: Com’è?
Laura: Non lo vedi?
Valerio: Niente di particolare.
Laura: Il fotografo che viene ripreso dal modello.
Valerio: E quindi?
Laura: Quindi?
Valerio: Quindi?
Laura: Niente di particolare?
Valerio: Può sembrare.
Laura: Può sembrare.
Valerio: Ma non è.
Laura: No.
Valerio: Non è come sembra.
Laura: Quindi non devo sapere nulla?
Valerio: Sì.
Laura: Cosa?
Valerio: Che si cambia.
Laura: Si cambia.
Valerio: Non ci siamo toccati.
Laura: No?
Valerio: Non puoi capire.
Laura: Quindi?
Valerio: Siamo su piani diversi.
Laura: (Indica il pc) Queste su che piano sono?
Valerio: Non capisci.
Laura: Non capisco.
Valerio: E’ una cosa che serve.
Laura: Che serve.
Valerio: E’ nata da sé.
Laura: Certo.
Valerio: Fa parte del progetto.
Laura: Ma quale progetto, Valerio?
Valerio: Non ci stiamo capendo.
Laura: Dimmi la verità: quanto credi che potremo continuare?
Valerio: Non ci siamo mai capiti.
Laura: Come ieri?
Valerio: Ho pochi giorni.
Laura: Forzatamente?
Valerio: Laura…
Laura: Pensando a lui?
Valerio: Basta.
Laura: Sì, basta.
Valerio: Non ci siamo mai capiti.
Laura: Non c’è molto da capire.
Valerio: Non ci siamo mai capiti.
Laura: Non ci siamo mai capiti. (Esce)

Quadro 19
Laura e Leto.
Laura: Volevi parlarmi?
Leto: Sì.
Laura: Siediti.
Leto: Grazie. Vado di fretta.
Laura: Dimmi.
Leto: Ho saputo cos’è successo.
Laura: Lascia stare.
Leto: Immagino abbiate molte cose da risolvere.
Laura: Meno di quanto si pensi.
Leto: Vorrei chiederti scusa.
Laura: Per cosa?
Leto: Sono stato di troppo.
Laura: E cos’hai fatto?
Leto: Tutto questo non doveva succedere.
Laura: Parli delle foto?
Leto: Sì.
Laura: E’ successo.
Leto: E’ stato un momento.
Laura: Non importa.
Leto: Senti, credo che me ne andrò.
Laura: Dove vai?
Leto: Ho firmato un contratto.
Laura: Devi finire qui.
Leto: Il prossimo incontro sarà l’ultimo.
Laura: Va bene.
Leto: Volevo dirtelo.
Laura: Certo.
Leto: Come stai?
Laura: Domanda di riserva?
Leto: Tolgo il disturbo.
Laura: Senti, capisco perché me lo hai detto, ma vorrei dirti anche io una cosa.
Leto: Cosa?
Laura: E’ un bene che sia successo.
Leto: Un bene?
Laura: Ragionando a posteriori.
Leto: Ma ho contribuito.
Laura: E’ stato necessario.
Leto: Non ti seguo.
Laura: Cos’è successo “davvero”?
Leto: “Davvero” niente.
Laura: E allora cosa?
Leto: Non lo so. Sono foto. Sono simboli.
Laura: Simboli.
Leto: Valerio percepisce tutto così.
Laura: Simboli di cosa?
Leto: Di qualcos’altro.
Laura: Io non capisco.
Leto: Non ti ci confondere.
Laura: Cosa devo fare?
Leto: O lo accetti o non lo accetti.
Laura: Forse è quello che non volevo.
Leto: Ci ragionerai a posteriori.
Laura: Me lo auguro.
Leto: Buona giornata. (Esce)
Laura: Buona giornata.

Quadro 20
Laura e Valerio.
Laura: Ti stai preparando?
Valerio: Ho l’ultimo incontro.
Laura: E poi cosa farai?
Valerio: Esibirò le foto.
Laura: Va bene.
Valerio: Perché me l’hai chiesto?
Laura: Perché?
Valerio: Mi sembrava scontato.
Laura: Ho saputo che se ne va.
Valerio: Se ne va?
Laura: Ha firmato un contratto.
Valerio: Lo ha detto a te?
Laura: Ci siamo incontrati.
Valerio: Ho capito.
Laura: Valerio…
Valerio: Perché vi siete incontrati?
Laura: Volevamo parlare.
Valerio: Non sai stare nel tuo.
Laura: Non mi riguarda?
Valerio: Mi dici che stai cercando di fare?
Laura: Niente.
Valerio: Tu vuoi mandare a monte il mio progetto.
Laura: Il tuo progetto?
Valerio: Ancora non capisci.
Laura: Non lo sopporto.
Valerio: Chi?
Laura: Lui.
Valerio: Che ti ha fatto?
Laura: Niente.
Valerio: E’ un problema fra me e te.
Laura: Lui non c’entra.
Valerio: Appunto.
Laura: Me lo fa detestare ancora di più.
Valerio: E allora?
Laura: Sto pensando di tornare da mio padre.
Valerio: E’ una soluzione?
Laura: Non parlare come se ci fosse una soluzione.
Valerio: Torna da tuo padre.
Laura: Ho detto che ci sto pensando.
Valerio: D’accordo.
Laura: Sono esagerata?
Valerio: Non sto pensando niente.
Laura: Devi concentrarti? Devi guardare oltre i simboli?
Valerio: Ma che stai dicendo?
Laura: Lasciami stare.
Valerio: Sei tu che sei venuta.
Laura: Hai da pensare al tuo, vero?
Valerio: Ho bisogno di stare solo.
Laura: Lui se ne andrà.
Valerio: Sei contenta?
Laura: Non sono contenta.
Valerio: E’ una vittoria?
Laura: Non è una vittoria.
Valerio: E allora?
Laura: Qui cosa resta, Valerio?
Valerio: Stai impazzendo.
Laura: Cosa resta?
Valerio: Cosa resta?
Laura: Questa pausa deve finire.
Valerio: Non riesci a sopportarlo?
Laura: Ma che stai a dire?
Valerio: Ascolta…
Laura: Non posso dividerti con un’altra persona.
Valerio: Non ci siamo…
Laura: Persona, idea, cosa, qualunque cosa sia.
Valerio: Mi lasci parlare?
Laura: Io non so più cosa pensare, Valerio. Non riesco a passarci sopra.
Valerio: Va bene.
Laura: Ho bisogno di smettere di pensare.
Valerio: Ora, ti prego, lasciami solo.
Laura: Credo sia bene per tutti e due. (Esce)

Quadro 21
Valerio sul divano con la camera. Entra Leto.
Leto: Abbiamo finito.
Valerio: Sei pronto?
Leto: Sì.
Valerio: Devi andare?
Leto: Come stai?
Valerio: Bene.
Leto: Hai ottenuto ciò che volevi?
Valerio: Credo di sì.
Leto: Mi dispiace per te e Laura.
Valerio: Verrai a vederli?
Leto: Non credo.
Valerio: Capisco.
Leto: D’accordo.
Valerio: Spegni la luce.
Leto: Come?
Valerio: Lascia spento.
Leto: Vuoi che lasci spento?
Valerio: Ho bisogno del buio.
Leto: Come vuoi.
Valerio: Aspetta.
Leto: Devo andare.
Valerio: Guardami.
Leto: Ti guardo.
Valerio: Non ti voltare.
Leto: No.
Valerio: Salutami e dimmi addio. (Comincia a fotografare)
Leto: Addio, Valerio.
Valerio: Continua.
Leto: Me ne vado.
Valerio: Non ti voltare.
Leto: Valerio...
Valerio: L’ho trovato! E’ questo! L’ho trovato! L’ho trovato!
Leto: Mi ha fatto piacere lavorare con te.
Valerio: Addio, Leto.
Leto: Lascio spento?
Valerio: Sì, lascia spento. (Leto spegne la luce)

Quadro 22
Valerio sul divano, con la camera. Laura entra con le foto. Le luci sono ancora spente.
Laura: Come mai al buio? Non si può accendere?
Valerio: A che serve?
Laura: A vederci di più.
Valerio: Ma ci vedi lo stesso.
Laura: Come vuoi. (Gli passa le foto)
Valerio: Le mie foto.
Laura: Belle.
Valerio: Hai visto?
Laura: Posso sedermi?
Valerio: Sì.
Laura: Le porti in agenzia?
Valerio: Adesso vado.
Laura: Senti, io non sono per le consolazioni. Sto uscendo con un altro. Quello nuovo della farmacia.
Valerio: Sì, è giusto.
Laura: Non credo ci sia niente da stupirsi.
Valerio: Non ti preoccupare.
Laura: Va bene.
Valerio: Piangi?
Laura: No.
Valerio: Mi dispiace.
Laura: Che senso ha avuto, Valerio? Perché hai rovinato tutto?
Valerio: L’ho dimenticato. (Strappa le foto)
Laura: Le tue foto…
Valerio: Ferma. (Si sdraia, poggiando la testa sulle gambe di lei)
Laura: Ma che fai?
Valerio: Non ti muovere.
Laura: Io devo…
Valerio: Resta qui. (Lungo silenzio)
Laura: Cosa stiamo facendo?
Valerio: Aspetta ancora un po'. (Lungo silenzio)
Laura: Valerio… Valerio…
Valerio: Ferma così. (La punta con la camera)
Laura: Come? (Un flash)


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