IL BANCO FURIOSO

di

Francesco Firpo


Scheda di presentazione/ trama.

Questa commedia "racconta" il mondo della scuola, con le sue paure, i personaggi, gli amori, le "normali" assurdità.
L'autore ha vissuto per anni sul palcoscenico e nella scuola: la narrazione si basa su osservazioni precise, quotidiane, che permettono una descrizione tanto più iperrealistica quanto surreale, paradossale.
(Non c'è niente di più incredibile di una "vera" circolare ministeriale).
L'ipotesi drammaturgica si basa su un concetto ben preciso: la presenza, nella scuola, di due linguaggi, due "territori linguistici" del tutto indipendenti eppure vicinissimi: il linguaggio gergale dei ragazzi e il linguaggio spesso altrettanto gergale degli insegnanti. Il testo è scandito da passaggi continui da un linguaggio all'altro.

La trama:

Scena 1. Attesa della prof. di scienze, interrogazione disastrosa, inizio di lezione.
Scena 2. Dialogo/ aria fritta tra prof.
Scena 3. Presentazione di un prof. "umano", strana lezione su Dante, circolare ministeriale sulle gite.
Scena 4. Locale gabinetto dei maschi, dialoghi e scherzi tra ragazzi. 
Scena 4A. Al telefono. Paolo racconta a un amico come ha cominciato la storia con Simona. Simona racconta a un'amica la sua versione...
Scena 5. Cosimo (studente) dorme sui banchi. Il sogno di Cosimo. Musica, velleità erotiche.
Scena 6. Scrutini del primo quadrimestre. Delirio del voto dei prof.
Scena 7. Assemblea di classe. Come si decide la gita a Venezia. I ragazzi bevono un po' della "Coca Cola" che la prof. di Scienze ha sempre in borsa.
Scena 8. Colloquio con i genitori.
Scena 9. Due prof. descrivono la stranissima trasformazione della 5D: tutti (eccetto Simona) sono diventati supersecchie.
Scena 10. Come le supersecchie ascoltano una lezione.
Scena 11. Il prof. di Italiano e quella di Scienze raccontano la tremendissima gita a Venezia con gli studenti/ secchie. Un bacio di simpatia, tra loro, è scorto dal prof. di Matematica.

Scena 12. Come -nei pettegolezzi- quel bacio si trasforma in sesso sfrenato, (nudi, nudi!) dentro l'armadio della Segreteria.
Scena 13. Consiglio di classe: tutti -o quasi- felici per la trasformazione della classe.
Scena 14. Drammatica rottura dell'amore tra Paolo e Simona.
Scena 15. Simona ha tentato il suicidio, ma è stata salvata. La prof. di Scienze capisce: il suo farmaco sperimentale per topi, contenuto nelle sue bottiglie di Coca Cola è stato bevuto dai ragazzi: questo è il motivo della trasformazione. Dare subito antidoto.
Scena 16. La classe è tornata normale. Paolo e Simona riprendono alla grande. Tutti, compresa la prof. di Scienze, andranno alla finale di pallavolo.


Attenzione: questa commedia può essere recitata (già verificato) da una compagnia di 10 attori. Parecchi doppi ruoli: studente/ prof.
Durata indicativa senza intervallo: circa un'ora e tre quarti. Molte le situazioni di comicità di battuta, personaggio, situazione.
Alcune scene permettono una forte tensione drammatica.

Francesco Firpo
Piazza Paolo da Novi, 10/10
16129 Genova
E-MAIL: francescofirpo@libero.it

Personaggi: (nota: bastano dieci attori!!!)

- Andrea (studente)
- Cosimo "
- Daniela "
- Martin "
- Paolo "
- Renato "
- Simona "
- Bandelli (professore)
- Bretella "
- Gallina "
- Piumone "
- Preside "
- Ruminato "
- Trombetta "
- Vicepreside "
- Guidotti (genitore)
- Pasquini "
- Il bidello Carlo "


"Il banco furioso" commedia in due atti di Francesco Firpo.


Atto primo.

Scena 1 Aula 5° D, 8 Gennaio 2092.
Attesa prof. Bretella, interrogazione, lezione.
Scena 2 Sala professori 1 gennaio 2092.
Dialogo prof. Bretella e Gallina, intervento prof. Trombetta, Piumone, Vicepreside.
Scena 3 Aula 5° D, 17 gennaio.
Dialogo tra Simona e Paolo, arrivano altri ragazzi, lezione prof. Piumone, circolare sulle gite.
Scena 4 Locale gabinetti maschi, due locali telefoni 17 gennaio.
Dialogo tra i ragazzi, telefonata di Simona, telefonata di Paolo.
Scena 5 Aula 5° D che si trasforma nel sogno di Cosimo 17 gennaio.
Sogno di Cosimo, dialogo con il Sapere e Renato.
Sfilata dei professori e degli studenti.


Atto secondo.

Scena 6 Sala Professori. 16 febbraio.
Lite tra Bandelli e Bretella. Scrutinio primo quadrimestre.
Scena 7 Aula 5° D, 20 febbraio.
Assemblea di classe, decisione della gita scolastica, bevuta del farmaco di Bretella.
Scena 8 Sala professori 27 febbraio.
Ricevimento parenti, dialogo tra Piumone e i signori Giudotti e Pasquini.
Scena 9 Sala professori. 15 marzo
Dialogo tra prof. Trombetta e Ruminato sullo strano cambiamento della 5° D.
Scena 10 Aula 5° D, 15 marzo.
Lezione di matematica con vicepreside. Gli studenti sono super preparati.
Scena 11 Sala professori. 15 aprile.
Dialogo Bretella Piumone, racconto della gita a Venezia.
Scena 12 Sala professori o corridoio 15 aprile.
Sequenza di pettegolezzi sugli "amori" di Piumone e Bretella.
Scena 13 Sala professori 20 aprile.
Consiglio di classe, i ragazzi sono ritenuti perfetti. Inutile discorso di Piumone.
Scena 14 Aula 5° D o corridoio. 28 aprile.
dialogo Paolo/Simona, poi Simona/Piumone, crisi d'amore non corrisposto di Simona.
Scena 15 Sala professori 29 aprile.
Dialogo Piumone Bretella, racconto del tentativo di suicidio di Simona. Decisione di dare antidoto ai ragazzi.
Scena 16 Aula 5° D, 8 maggio.
La situazione è tornata normale. Simona e Paolo fraternizzano. Panico per la minaccia di un saggetto. 

"Il banco furioso" di F. Firpo


Atto primo.


Scena prima.

Aula quinta D del liceo Dante Alighieri. Siamo nell'anno 2092. Il tempo si è fermato da diversi secoli. Banchi, panche o sedie, una cattedra. C'é un grande orologio e un calendario, presenti in tutte le scene.
Sabato 8 gennaio.

(sono in scena: Andrea, Cosimo, Paolo, Martin, Daniela. Ripassano nervosamente la lezione)

Andrea - (con urlo tipo Tarzan) Merdosa dimmerdaaa!
Cosimo - Baffuta in calore!
Renato - L'isostasia è documentata da: primo ...
Paolo - Schizzata zozza!
Martin - Zoccola ignorante!
Daniela - Quasar, Pulsar, Effetto Doppler ...
Andrea - (entra Simona) Cammellona repressa!
Martin - Che perda l'ombrello e quel giorno piova cacca a catinelle!
Andrea - Che si tuffi in piscina e la piscina sia piena di merda!
Paolo - Declinazione, Azimut, Nadir! Isterica, merdosa, caccolona!
Simona - A frà, con chi ce l'avete?
Tutti, meno Simona - E con Merdana, no!
Simona - (al pubblico) Merdana! (ai compagni, cantando e accennando a un ballo)
E si perché Merd-ana Merd-ana
Tutti - e tu ci scassi 'ocazz
per tutta la settimana.
Cosimo - E si perché Merd-ana, Merd-ana
Tutti - Le cervella ci attanagli i babboni ce li frulli le babbucce ce le sbucci
(ripresa musica con due Ka-zùm)
Andrea - E sì perché Merd-ana Merd-ana
Tutti - E tu ci scassi 'ocazz per tutta la settimana!!
Martin - Arriva, arriva Merdana!!
(tutti con frasi a soggetto corrono ai propri posti)
Andrea - Martin, hai visto com'era?
Martin - No.
Paolo - Andrea, guarda com'è oggi!
Andrea - Perché io? Vai tu.
Paolo - Tu hai già il voto, vai!
Andrea - (corre alla porta, guarda fuori)
Daniela - Arriva?
Andrea - No.
Tutti - Come no?
Andrea - Si è fermata.
Tutti - Perché si è fermata?
Andrea - Si sta soffiando il naso ...
Paolo - Nooo! L'ultima volta prima si è soffiata il naso e poi mi ha fatto il culo come una casa!
Simona - Tieni la penna magica, porta fortuna, con questa non ti interroga, puoi stare tranquillo. (gli dà una penna)
Paolo - Sei sicura?
Simona - Tranquillo, funziona.
Andrea - Arriva, arriva.
Paolo - Com'è il tempo?
Andrea - Nebbia in Val Padana, è incazzata come una biscia. (va al proprio posto)
(entra la professoressa Faustina Bretella, di scienze, ha un cappello e una toga accademica, sul volto una maschera, tiene un libro in mano e un registro, come un feticcio, nell'altra, si siede, fa per firmare il registro, non ha la penna, posa una borsa per terra)

Bretella - Buongiorno ragazzi, chi mi dà una penna per piacere? Bravo Paolo, grazie.
Paolo - (teneva la penna stretta in una mano come un parafulmine, la porta alla cattedra)
Bretella - Resta pure, Paolo, così vediamo se hai capito bene la parallasse.
Paolo - Ma... Non si disturbi, prof, anche la volta prossima per me va bene lo stesso ...
Bretella - Approfittiamo dell'occasione, l'ultima volta non sei stato esattamente brillante, oggi sei certo più preparato. Allora, dimmi pure come si calcola la parallasse di una stella.
Paolo - (nettamente in difficoltà, non si aspettava l'interrogazione) Sì, certo, la parallasse si calcola... in base all'asse!
Bretella - Ad esempio, il diagramma ...
Paolo - Sì, il diagramma di Russel.
Bretella - Di Hertzsprung - Russel. Come si interpreta, esattamente?
Paolo - In base al diverso colore delle stelle ...
Bretella - Esattamente?
Paolo - Le stelle più lontane hanno un colore diverso dalle più vicine.
Bretella - Tu usi il termine stelle, ma quali tipi di stelle conosci?
Paolo - Beh, le stelle, la stella polare ...
Bretella tipi di stella! Nova, super nova, supergigante, nana ...
Paolo - Sì, le nane ...
Bretella - E' più grande una nana gialla o una nana bianca?
Paolo - Sempre nane sono ...
Bretella - Bene, basta così. Forse sarà meglio approfondire la preparazione, Paolo. Vai pure, grazie.
(Paolo va a posto, visibilmente in crisi, butta la penna a Simona)
Paolo - Funziona, eh?
Bretella - Bene, ne sentiamo ancora uno... (guarda i nomi sul registro dall'alto in basso, seguendoli con la penna, tutti trattengono il fiato, fanno scongiuri) No, è tardi, andiamo avanti, prendete il quaderno degli appunti... Oggi parleremo delle deformazioni della crosta terrestre. Solitamente pensiamo alle rocce come a qualcosa di rigido, indeformabile, invece le dislocazioni cui vanno incontro le rocce sono causate da spinte verticali o orizzontali provocate da moti che si verificano al di sotto della crosta terrestre. Le deformazioni, le rotture e gli spostamenti subiti dalle rocce ad opera di eventi che si sono succeduti dopo la loro formazione, sono studiati da quella branca della geologia, detta, dal greco tectaino, costruire, geologia tettonica.
(risatine a soggetto)
Bretella - A, vedo che siamo allegri, bene. Vediamo se abbiamo anche capito. Cosimo, vuoi ripetermi cosa si intende per tettonica? (Cosimo era distratto)
Cosimo - La tettonica...
Andrea - (suggerisce) Dal greco tectaino...
Cosimo - Dal greco tetano...
Bretella - Non suggerire, e male, Andrea! Allora?
Cosimo - E' una parte dell'educazione sessuale!
(risate a soggetto)
Bretella - Cosimo, vuoi un due subito o preferisci farti interrogare la volta prossima?
Cosimo - La volta prossima...

Bretella - Bene, andiamo avanti. (suona la campana) Studiate fino a pagina uno quattro nove. Buongiorno. (tutti, a soggetto, salutano ed escono, meno Paolo e Simona)
Simona - Mi dispiace, Paolo...
Paolo - Lasciami perdere, sono troppo incazzato.
Simona - Può capitare...
Paolo - Che ti facciano il culo due volte su due? Occhei, occhei! Odio profondo, è troppo stronza!
Simona - Ma, non avevi studiato?
Paolo - Ho studiato, ho studiato, ho studiato! Nova, super nova, supergigante, nana, i buchi neri, i buchi del culo di Herzsprung e di Russel, tutto! Poi, quando sono lì, non mi ricordo niente e ci faccio la figura del coglione. Lei mi guarda con quell'aria di compassione, ed è come se dicesse: Bravo Paolo, sono quattro anni che non capisci un cazzo e adesso cosa sai? Un cazzo!
Simona - Quest'anno finirà, Paolo.
Paolo - Sì, sì, andiamo al bar dei cessi va.
Simona A frà, i cessi (è un motto della scuola, insieme) "sono il posto più umano della scuola!"
Simona - L'ha detto Hegel!
Paolo - E infatti era un pezzo di merda! (escono assieme)


Scena seconda.

Sala professori, un tavolo, sedie. 10 gennaio 2092
(i cambi di scena devono essere fulminei)
(entra la prof. Teresa Gallina, filosofia. Tutti i prof. sono vestiti allo stesso modo, toga e cappello accademico. Gallina butta sul tavolo libro e registro, entra Bretella, mette sul tavolo Borsa/valigetta, libro e registro)

Gallina - Ciao Faustina.
Bretella - Ciao.
Gallina - Come va?
Bretella Sono in uno stato pietoso, dopo quindici giorni di vacanza ci vorrebbero due settimane per riposarsi!
Gallina - Io, con due bambini piccoli a casa, quando sono a scuola mi riposo. Ho fatto delle vacanze perfette: prima ha preso l'influenza mio marito, giustamente l'ha attaccata al piccolo e alla fine se l'è presa anche il grande.
Bretella - E tu?
Gallina - Io niente! L'infermiera non si ammala, fa solo la domestica e la babysitter. Ieri è ricominciata la scuola, viva la libertà.
Bretella - Tu fai un bel viaggio tutti i giorni ...
Gallina - Solo centocinquanta chilometri all'andata e centocinquanta al ritorno: totale trecento. Ieri partenza come al solito alle cinque e trentotto, arrivo alla stazione, corro al bus alle diciotto, arrivo a scuola ore sette e cinquantanove, volo in quinta D: nessuno: sciopero.
Bretella - Ma ieri non c'era sciopero.
Gallina - Infatti non c'era, la quinta D, unica classe, ha pensato bene di scioperare per i termosifoni.
Bretella - I nostri?
Gallina - No, quelli dell'artistico, sciopero di solidarietà per le fanciulle dell'artistico al freddo.
Bretella - Bravi!
Gallina - Tu almeno hai fatto belle vacanze?

Bretella - Più o meno. L'università non mi fa dormire...
Gallina - L'università?
Bretella - Sì, sono già cinque anni che sono in un programma di ricerca a biologia.
Gallina - Interessante ...
Bretella - Sì, è una ricerca sulle mutazioni genetiche per prevenire certe malattie. Lavoriamo con i criceti, i topini... Ora sono alla cinquantesima generazione di topini.
Gallina - Devi fare del male ai topini?
Bretella - Per fortuna no, devo dare ai topini un piccolo biberon col latte e il farmaco che stiamo preparando. Con i topini si va d'amore e d'accordo. Coi ragazzi molto meno.
Gallina - Ma perché non dormi?
Bretella - Perché ogni tre ore, giorno e notte, devo controllare la gradazione del composto e, nel caso, devo aggiungere una goccia di reagente. Vedi, ce l'ho qui, da cinque anni giro con questa borsa appresso.
Gallina - Ma riuscite a concludere qualcosa?
Bretella - Per ora no. Andremo avanti ancora tre mesi, poi si ricomincia da capo.
(entrano i prof. Trombetta e Piumone)
Trombetta - Ah! Sono proprio contento!
Gallina - Ciao Trombetta, che succede?
Trombetta - Mi ha telefonato l'ospedale che c'è un posto libero e io me ne vado per una settimana!
Bretella - Ma, non stai bene?
Trombetta - No, sto benissimo, una scemata, una cosa da nulla qui al polso, ma è l'occasione per levarsi da qui per un po' di tempo.
Piumone - Ti fanno l'anestesia totale?
Trombetta - Non lo so, non credo, ma non me ne importa niente, sono contento.
Gallina - A me ci vorrebbe una bella operazione al cervello, che durasse dei mesi ...
Piumone - Dai, cosa dici ...
Bretella - E' mica suonata?
Trombetta - Ma no, figurati ...
(appare la prof. Tordella, vicepreside)
Vicepreside - sarebbe suonato, colleghi, le classi sono scoperte...
Trombetta - (a mezza voce) Prendono freddo... (forte) Al lavoro! Al lavoro!
Gallina - Andiamo dalle belve... (escono tutti)


Scena terza.

Aula Quinta D Lunedì 17 gennaio 2092
(entrano Paolo e Simona, Simona si siede al proprio posto, Paolo le va accanto, guarda se arriva qualcuno e le dà un bacio)
Simona - Dai, ci vedono!
Paolo - E che ci frega! (Simona si siede su una gamba di Paolo e fraternizza, Paolo è preso di sorpresa, entrano Martin, Renato, Cosimo)
Martin - Aia, aia! Qui si sleppa!!
Renato - Ecco perché il Paolo non è venuto a Bologna!
Andrea - E sì, aveva da studiare...
Cosimo - Sì, studiava la tettonica...
Paolo - A frà, non scassate, che tanto abbiamo perso due a zero...
Andrea - Abbiamo perso perché l'infame ci ha tradito e ci ha portato sfiga.
(entra Daniela e il prof. Piumone che va alla cattedra, tutti continuano con calma, a soggetto: 'giorno prof.)
Martin - Prof, ha visto che abbiamo perso due a zero a Bologna?

Piumone - Errare humanum est, perseverare diabolicum! In effetti è la terza volta di fila... (si sistema e firma il registro)
Daniela - Paolo te ne vai di qui sì o no? Qui ci sono io.
Paolo - Un attimo, dai, mettiti al mio posto...
Daniela - Sì, sì, un attimo... (poco convinta si siede accanto ad Andrea)
Martin - (Seduto accanto a Cosimo) La sai scienze?
Cosimo - Non so una mazza. Se mi interroga m'inchiappetta due a zero al volo. Passami gli appunti.
Martin - Ti arrangi, mi servono.
(si danno botte amichevoli)
Cosimo - A Frà, 'cazzo dici, segui la lezione, "non ti applichi ultimamente" eh? (gli prende il quaderno)
Piumone - Coraggio ragazzi, lavoriamo. Oggi sarà meglio non interrogare...
(tutti, a soggetto: grazie prof!) Per evitare scene penose.
Però mi raccomando: giovedì niente scuse, ne interrogo almeno tre. Bene. Stiamo rivedendo alcuni tra i personaggi più significativi della Divina Commedia che abbiamo studiato negli anni passati. Ricordate il personaggio di Caronte, è una figura descritta con grande intensità drammatica. Canto terzo, verso ottantadue: Veloci ragazzi, ci siamo? Aprite il libro. (con atteggiamento ispirato, senza leggere il testo, a memoria)
"Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando "Guai a voi anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: i' vegno per menarvi all'altra riva nelle tenebre etterne, in caldo e 'n gelo"
Martin, prova a fare la parafrasi.
Martin - Prof, dice che nell'inferno c'è una nave...
Piumone - Calma, vedi, Dante parla del fiume Acheronte, non penso che Dante parli di una nave nel senso di transatlantico...
Martin - Ma qui c'è scritto nave...
Piumone - Nave sta per barca, imbarcazione.
Martin - Occhei prof, c'è una barca, sopra c'è un vecchio, bianco perché ha un pelo antico...?
Piumone - Ha barba e capelli lunghi e bianchi...
Martin - E grida: guai a voi anime brave!
Piumone - Prave, con la P come Pisa, vuol dire malvagie!
Martin - 'i vegno per menarvi all'altra riva nelle tenebre etterne, in caldo e 'n gelo.
Cioè, Dante ci fa: Io vengo per darvi un sacco di botte sull'altra riva e vi pesto al buio, al caldo e al freddo.
Piumone - Il termine "menarvi" sta per "condurvi".
Verso centonove:
"Caron dimonio, con occhi di bragia, loro accennando, tutti li raccoglie, batte col remo qualunque s'adagia".
Renato, spiega.
Renato - Ma prof, la sa tutta a memoria?
Piumone - Proprio tutta no. Parecchi brani. (entra il bidello Carlo con una circolare, la lascia sulla cattedra)
Carlo - E' da leggere in classe.

Piumone - Renato, leggila tu, ho un pò di mal di gola.
Renato - Viaggi di istruzione nelle ore notturne, telex 623, prot. n. 33 del 10 gennaio 2092, viaggi di istruzione, criteri interpretativi, C.M. 253/2092.
Al fine di evitare equivoci interpretativi e perplessità nella applicazione della C.M. n. 253 del 14.08.2092 e per aderire a talune richieste qui pervenute circa la possibilità di viaggiare in treno nelle ore notturne, questo ministero ritiene opportuno ribadire che il divieto previsto al punto 3.1 lett. C, penultimo comma, di viaggiare in orario notturno è di carattere generale e si riferisce, nella sua chiara formulazione, a qualsiasi viaggio di istruzione che rientri in una delle tipologie contemplate nelle lettere a), b), c), d), del medesimo punto 3.1 a prescindere che venga organizzato su strada o in ferrovia."
Ma prof., non si capisce niente! E' peggio di Dante! Lei l'ha capito?
Piumone - Non molto, dai qua. (prende il foglio) In pratica dice che non si devono fare gite scolastiche di notte. E perché? Ecco, lo spiega sotto: "La mancata visione, a causa della notte, delle località che si attraversano, impedisce al docente di dare il proprio contributo, attraverso spiegazioni idonee ad arricchire nei giovani il patrimonio delle informazioni. Eccetera, firmato Broccatelli, Ministro della Pubblica Istruzione.
E' chiaro no?
Tutti - (a soggetto) No, prof, per niente!
Piumone - In sostanza: niente gite di notte perché al buio "il professore non può arricchire nei giovani il patrimonio delle informazioni" veramente mi sembra che anche con la luce non sia semplice arricchire "il vostro patrimonio" mentale.
Andrea - Prof, l'inferno Dante lo ambienta di notte, no?
Piumone - Si, più o meno.
Andrea - E allora Virgilio, che era il maestro di Dante, come faceva ad arricchire le informazioni di Dante?
Piumone - Forse non c'era ancora il ministro e la sua circolare... (suona la campana)
Simona - Adesso arriva Merdana, non ho studiato niente!
Paolo - Sapessi io!
(escono tutti, cambio scena rapido)


Scena quarta.

Locale gabinetto dei maschi. Un solo gabinetto è agibile, gli altri hanno la scritta: "guasto". Suona la campana, è ricreazione, voci di sottofondo.
(entra Paolo, va nel gabinetto funzionante, entrano Martin e Renato)
Martin - Chi c'è qui dentro?
Paolo - Io. E tu aspetti.
Renato - C'è Paolo, l'infamone che non è venuto a Bologna.
Martin - Sbrigati, c'ho una pisciata in canna che spegnerei un incendio.
Renato - Ehi Paolo, c'hai il vitello palpitante per la Simona?
Martin - Paolo, c'hai la ciolla venosa?

(esce Paolo dal gabinetto, entra Martin)
Paolo - Babbucchioni, rompiamo le palle oggi? Dov'è Cosimo?
Renato - E' ancora in classe, sta finendo l'interrogazione di scienze.
Paolo - Come andava?
Renato - Lo sta massacrando. (entrano Cosimo e Andrea, esce Paolo)
Cosimo - Merdosa di merda! M'ha fatto il culo sulla tettonica! (bussa alla porta del gabinetto) Sbrigati che sono incazzato! (bussa) Porca troia, sbrigati! (dà un colpo molto forte sulla porta, la spacca, esce Martin).
Martin - Hai sfondato la porta! Cosa ti succede? (Cosimo entra senza rispondere)
Andrea - Merdana l'ha segato.
Martin - Va beh, se tutte le volte che Merdana ci sega spacchiamo una porta qui diventa un Colosseo! A me m'ha stroncato già due volte in un mese. Franzy, quanto t'ha dato?
Cosimo - (Da dentro) Che cazzo ne so? I voti non li dice, lo sai, fa i misteri, così uno, oltre a non sapere un cazzo, non sa neanche che cazzo di voto ha preso! (esce)
Andrea - L'hai proprio rotta 'sta porta, sei disumano Franz!
Cosimo - Sono troppo forte, sono come Tarzan. Però Tarzan si fa inculare da Merdana sulla tettonica! (entra il bidello Carlo)
Carlo - Cos'era tutto quel chiasso? Cos'è che combinate? Ah, bella roba! Chi è stato?
Cosimo - E' stato Tarzan!
Carlo - Bravo, adesso vado dal Preside e gli dico che Tarzan si paga la porta, d'accordo?
Cosimo - Va bene, sono stato io, che debbo fare? M'è scappato un colpo...
Carlo - Certo, vedremo cosa scappa quando arriva il conto a casa... (esce)
Cosimo - Giornata nera, raga. Lontani che porto sfiga.
Renato - Ma no Franz, è che hai una forza spaziale.
Martin - Praticamente galattica...
Cosimo - Modestamente...
Andrea - Ma com'è che alla visita militare ti hanno fatto rivedibile?
Cosimo - Perché sono troppo bello, mi volevano rivedere! (risate) Però se non lo dite in giro Vi spiego esattamente: il colonnello mi ha detto: "Ti facciamo erre cinque!" Sono quelli che richiamano nei casi estremi , e sapete perché? Perché io c'ho l'arma segreta! Quando arriva il nemico e l'esercito è in fuga io mi piazzo in mezzo alla strada, aspetto il nemico e quando è a quattro metri: tiè! Apro la divisa e mostro l'arma segreta; (gesti allusivi) e il nemico: Za! Resta ipnotizzato, fulminato a vedere tanta potenza bellica e s'arrende!
Andrea - Eh, ma c'hai un malloppo pericoloso da quelle parti!
Cosimo - Naturale! C'ho una mazza fumaria arrotolata che se la srotolo tutta parte da qui e arriva alla stazione!
Renato - Arriva alla stazione, prende il treno, va a Bologna; e le busca due a zero!
Cosimo - E dagli!
Martin - Ma no, quando Franzy è a Parma, il suo animale è già arrivato a Bologna! (gesti, risate)
Cosimo - Troppo giusto! Il ragazzo è intelligente e capisce!

Andrea - Ma chi perdeva a Bologna non doveva offrire un panino?
Cosimo - Noo!
Andrea - (fugge) Il panino! E' mio! (Cosimo fa per slanciarsi ma Renato e Martin lo afferrano)
Renato - Prendilo Andrea, lo teniamo!
Cosimo - Infami, bastardi! Merdana m'ha trombato, ho spaccato la porta, ho perso due a zero, adesso mi soffiate il panino, infami!
Martin - Va bene frà, calmati, andiamo a dividerlo, però.
Renato - Dai che i tuoi panini sono portaerei, ce n'è per tutti.
Cosimo - Tranzilli, faccio io le parti però, non bariamo! (escono)
(ai lati del locale gabinetti vi sono due telefoni, uno viene usato da Paolo, l'altro da Simona)

Simona - Pronto Debora? Sono Simona. Come stai? (pausa, le pause successive, logiche, non vengono indicate) Io benissimo. Senti, ti telefono perché oggi non vengo da te... No, figurati, sto benissimo, ma forse mi arriva una telefonata. Sì, insomma c'ho le bosse con un tipo. E' altro, coi riccioli, ha un bel culo, sì sì compatto! Ha la mascella quadrata. E' uno della mia scuola, è troppo forte, io lo sto puntando da un mese ma non volevo far vedere che ero presa. Sabato mi ha chiesto di accompagnarlo in discoteca perché sballava per una del linguistico. A me la cosa rompeva proprio però ci sono andata. Quella là era troppo bella, un fisico spaziale, però a guardarla bene per me era biondo finta, i denti rifatti, il seno siliconato, insomma tipo apprendista troia che in due anni si sfascia e diventa obesa cellulitica schifosa... No, no, bella, niente da dire, vestita bene, sai, coi soldi... magari un po' oca. Beh, il Paolo... sì, si chiama Paolo, era tutto impallato per quella lì, allora io non l'ho cagato e mi sono messa a ballare in modo alterato, la gente mi guardava, lui ha cominciato ad aguzzare l'occhio, stava appoggiato ad una colonna con l'aria scazzata. A un certo punto vicino a lui c'era un cretino della quarta effe che mi conosce, io vado lì e ci faccio: Ciao, ce l'hai una siga? E lui: "che fai scrocchi? Te le compri" E io - "fanculo". A quel punto Paolo con un fare tutto sexi mette una mano dietro una spalla e tira fuori una freccia. Quale freccia? Ma no, la siga, non so come facesse a tenerle lì dietro. Immagina no, cioè pressione a cinquemila, palpitazione e lui tranzillo e troppo trenchi. Poi abbiamo cominciato a parlare e lui cominciava ad allargarsi, allora io per tenerlo sulla corda gli ho detto: "Senti me ne devo andare" e lui: "Dài, ti accompagno", insomma era steso e io: "No, no, c'ho l'autobus", allora lui ha buttato là una laccia per l'indomani. (...) Certo, ci siamo rivisti... Lui era sul tenero... Cosa dici? Siamo andati in creperia... Si abboffa come un maiale, ha mangiato come un porco... Quattro crèpes. (...) Se bacia bene? Spaziale, mi pareva di essere la quinta crèpes. Senti, allora non t'incazzi se non vengo oggi? Grazie. Ciao.
Paolo - Pronto? C'è Luca? Sono Paolo. (...) Pronto Luca, ciao, senti, per oggi pomeriggio non posso venire a giocare a tennis. Occhei, sono uno stronzo (...) Ma no, dài, non posso... Esatto, c'ho la storia con una tipa. Beh, troppo tosta, (nota. Simona non corrisponde affatto alla descrizione) hai presente, tipica modella..., un metro e ottanta, i capelli rosso fiamma, sai come piace a me. Le tette? Ah guarda, c'ha una roba lì davanti... Che tipo eh?... Mi ha steso, mi attizza tutto. (...) Babbo Natale? No, la conosco dalla prima. La sto calcolando da due mesi, e sabato... No, sono stato tattico, le ho contato una palla, che mi tirava la donna di Franco, sai quella bonazza insopportabile, che se te la regalano coi bollini dei biscotti tu dici no grazie, mi dia la tovaglia con le rondini..., esatto la Donatella. Insomma io facevo finta di sbattermi per quella lì e invece me la giocavo con la Simona. Le ho chiesto di accompagnarmi in discoteca perché volevo puntare la bonazza. Oh, la Simona ballava da sballo, la guardavano tutti. A un certo punto viene lì vicino a me da un tamarro della quarta effe e ci fa: ce l'hai una siga? Oh, se quello avesse tirato fuori una siga io l'avrei steso, subito, secco. Per fortuna non l'aveva. Allora io, che avevo sigarette dappertutto, di tutte le marche, ne ho cacciata fuori una dalle spalle. C'avevo studiato due ore per cacciare sigarette dalle spalle, e poi... sì insomma, abbiamo parlato... Sul più bello lei doveva andare via, io ero impallato secco, le ho dato una punta subito per il giorno dopo. Domenica (...) eh, immagina, alla grande... Ma no, cosa dici, con calma, non è mica una che la molla al volo... Senti sono cazzi miei!... Siamo andati in creperia. (...) Sì, le crèpes mi fanno sempre schifo. Cosa vuoi, per tirarla in lungo ne ho mangiato quattro. Uno schifo bestiale ma era troppo giusto farlo. Beh, per il tennis ci vediamo giovedì. Diciamo tra due mesi. Grazie, ciao.


Scena quinta.

Aula quinta D, 17 gennaio 2092.

(entra Cosimo, piuttosto in crisi, si siede nell'ultimo banco, sbadiglia, si addormenta) cambio scena veloce e in punta di piedi, i banchi vengono uniti in modo da formare una passerella pedana, da un lato continua a dormire Cosimo, entra in scena e sale sull'altro lato il Sapere, grande parrucca bianca, toga bianca, un grande libro in mano).
Sapere - Qui si dorme! Sveglia! Giù dalle brande! Verticali!
Cosimo - Eh? Sì, che ore sono? E' pronto il caffè? Ora mi alzo (e ridorme).
Sapere - Giovanotto, all'erta! Sveglia! Orsù! Muoversi!
Cosimo - Ma dove siamo? Chi è lei?
Sapere - Siamo nell'iperspazio, nel mondo delle Idee, io sono... il Sapere.
Cosimo - Ma, sembra la mia scuola...

Sapere - Sembra, ma non è. Questa è una scuola ideale, immutabile, perfetta. Attraverso il buco dell'ozono è collegata alla realtà materiale, imperfetta e quasi immutabile. Questa è la scuola Due.
Cosimo - Ah. A me ne bastava una, anzi... E lei è? 
Sapere - Il Sapere. So tutto. E' tutto scritto qui. (indica la fronte)
Cosimo - Anch'io ho tutto qui. So quasi tutto.
Sapere - Vuoi scherzare? Vediamo. Sai stirare una camicia?
Cosimo - Veramente no.
Sapere - Sai lavorare?
Cosimo - Certo. Ho dato il bianco in casa di una vicina di casa, l'estate scorsa. C'ho fatto un po' di soldi.
Sapere - Sai la tettonica?
Cosimo - No! La tettonica mi ha rotto le palle!
Sapere - Insomma, cosa sai?
Cosimo - So tutti i giocatori della serie A, serie B, C, prima divisione, seconda divisione.
Sapere - Però... E non c'è altro che vorresti sapere?
Cosimo - Una cosa ci sarebbe... Ma mi vergogno...
Sapere - Dilla coraggio...
Cosimo - Vorrei sapere perché non ci azzecco mai un bisnis con le ragazze, ci provo con tutte, bonazze, ciofeche, arrapatose, roiti: niente! Forse si sentono intimidite perché sono troppo bello!
Sapere - La questione è interessante. Ma io sono il Sapere. Un Sapere scientifico, sperimentale, esatto. Il problema "business con le ragazze" è una questione imprevedibile, dipende dagli scherzi del destino...
Cosimo - Allora lei non sa proprio tutto! Ad esempio quel librone che ha lì, se io aprissi una pagina a caso lei saprebbe parlarne?
Sapere - Naturale! Certo! Prova. (gli dà il libro)
Cosimo - Ad esempio, a pagina... Ma è bianca! Sono tutte bianche!
Sapere - Hai visto? So tutto! Il tutto e il nulla coincidono.
Cosimo - Lo diceva la mia prof. di filosofia. Mi piace questo libro, dovrei farmi interrogare su queste cose, potrei impararlo a memoria.
Sapere - Non c'è altro che vorresti sapere?
Cosimo - Tanto non ci riesce, beh, sì, vorrei saper suonare il sassofono.
Sapere - Vediamo. (Prende il libro bianco, batte le nocche sulla copertina) Sassofono per Cosimo! (entra valletto, porta custodia con dentro sassofono)
Cosimo - E' uno sballo! (suona qualche nota) Uau!!! Se mi sentisse Renato!!!
Sapere - (batte le nocche) Renato!!! (entra Renato dall'altro lato della pedana)
Cosimo - Guarda Rena! (suona due note)
Renato - Non vale, voglio suonare anch'io!
Sapere - Cosa vuoi suonare?
Renato - Un pianoforte a coda!
Sapere - Un pianoforte a coda!
(entra valletto dall'altro lato della pedana con custodia e dentro una tromba)
Renato - (apre e prende la tromba) Che razza di pianoforte è? Dove sono i tasti?
Valletto - Sono lì, tre tasti.
Renato - E i tasti bianchi?
Valletto - Sono a casa con l'influenza.

Renato - E i tasti neri?
Valletto - In gita scolastica.
Renato - (Scoraggiato) E la coda del pianoforte a coda, dov'è?
Valletto - A prendere un caffè. (esce)
Renato - Perfetto. Vabbè (suona tre note)
Cosimo - Sei forte Renato! (tre note) Grazie signor Sapere! Questo sapere (mostra il sax) mi piace proprio!
Sapere - Bene, io vado a studiare. (indica il libro) Buon lavoro. (esce)
(c'è un dialogo musicale tra Cosimo e Renato, poi iniziano un pezzo assieme, lento, sulla musica entrano i professori, come in processione, percorrono la passerella, i musicanti Cosimo e Renato sono da un lato. Gli insegnanti in processione mimano dialoghi, lezioni, risatine, eventuali coltellate seguite da baci e abbracci, ecc. Escono, cambio musica, ritmo veloce, entra sfilata di studenti, mimano risate, sbadigli, ripassi frenetici, suggerimenti, risse, pestaggi amichevoli, escono).

Fine atto primo.

Intervallo (oppure, se lo spettacolo è recitato tutto di fila, rapido cambio scena).



Atto secondo.


Scena sesta.
(la numerazione delle scene è continua)

16 febbraio 2092 - Aula 5a D, lunedì.
Tutti i prof. hanno fogli e registro in mano)
Entra Piumone, poi entra Gallina)
Piumone - Ciao collega.
Gallina - Ciao Piumone.
Piumone - Come va?
Gallina - Malissimo. Gli scrutini mi deprimono sempre, se poi sono nel mio giorno libero mi mettono in crisi totale. E poi di lunedì! Avevo chiesto e pregato quella là di non darmi il lunedì e lei che mi dà per giorno libero? Il lunedì!
Piumone - Chi è quella là?
Gallina - La signorina Tordella, vicepreside e malefica!
Piumone - Ah, però il lunedì non è male come giorno libero...
Gallina - E che ci faccio al lunedì? I parrucchieri sono chiusi, non posso neppure farmi i capelli... A proposito, tanto che ti vedo, se ti va bene, mettimi una bella firma qui.
Piumone - Cos'è?
Gallina - Recupero festività soppresse. Tu hai un buco alla terza e quarta ora, al martedì, ho controllato l'orario, e allora puoi sostituirmi in quarta D. sarebbe per martedì prossimo.
Piumone - Beh..., va bene.
Gallina - Naturalmente ti restituirò la sostituzione.
Piumone - Ma, io sono un supplente, non so se ho diritto...
Gallina - Magari un'emergenza, un giorno che sei senza voce...
Piumone - Va bene, guarda, non preoccuparti, me lo scrivo, così non mi dimentico.
Gallina - Sii gentile, dai tu il foglio alla tipa...
Piumone - Sì? (non capisce)
Gallina - Alla Vicepreside. Sono due anni che se posso evito di parlarle. Mi fa venire da grattarmi. Forse è un'allergia alle vicepresidi. Dovrei fare i test antiallergici.
Piumone - (imbarazzato) Va bene.
(entra la Vicepreside, si siede accanto a Gallina che comincia a grattarsi)
Piumone - Buongiorno Vicepreside.
Vicepreside - Buongiorno, buongiorno.
(entra il prof. Bandelli, ginnastica, con Trombetta e Ruminato)
Bandelli - Ciao a tutti (a soggetto gli altri rispondono)
Trombetta - (si siede vicino a Gallina) Ciao Luisa, ti vedo proprio bene. Sbaglio o hai un nuovo taglio di capelli?
Gallina - Sbagli, caro, sbagli.
Trombetta - Mi pareva.
Bandelli - Cominciamo? Ci siamo tutti? Ho dovuto spostare un allenamento col gruppo sportivo...
Ruminato - Chi manca?
Piumone - Manca la collega Bretella.
Bandelli - Sempre in ritardo. Sono le quattro. Io direi di cominciare.
Gallina - Mi dispiace ma alle sei e mezzo ho un treno. Non voglio arrivare a casa alle dieci.
Vicepreside - Tra cinque minuti cominciamo.
(arriva Bretella)
Bretella - Buongiorno. Ci siete già tutti? Ma non era alle quattro?
Ruminato - No, alle tre e mezzo.
Vicepreside - Sì, alle tre e mezzo.
Bretella - Ah.

Bandelli - Ci si potrebbe almeno scusare...
Bretella - E che è? Io non mi scuso con nessuno. Ma scherziamo? Ho letto alle quattro. Non accetto processi da nessuno.
Bandelli - Era solo una questione di educazione...
Bretella - E da chi dovrei imparare l'educazione? Da uno come te che sembri uno zappatore?
Bandelli - Meglio fare lo zappatore che la stancacervelli...
Bretella - Il tuo non si stanca, non c'è proprio...
Vicepreside - Insomma colleghi...
Trombetta - E' solo uno scherzo...
Bandelli - Sai cosa ti dico? Sei una tritapalle, e diesel, per giunta!
Bretella - Diesel a me non l'ha mai detto nessuno. Io qui dentro non ci sto, me ne vado! (prende registro e valigetta e fa per uscire, ma... c'è qualcosa nel corridoio che la fa desistere, cerca un posto e si siede, si sente un ringhio/ muggito/ ruggito nel corridoio, entra, inquietante, il Preside, ha sul volto una maschera completa, tutti si alzano)
Trombetta - Buongiorno signor Preside.
Preside - Mmmmmm!
Vicepreside - Possiamo cominciare. Chi fa il verbale?
Tutti - (eccetto Piumone) Io no!
Vicepreside - Su, c'è un volontario?
Tutti - (indicando Piumone) Lui!
Vicepreside - Grazie Piumone, tu sei un letterato...
Piumone - Già.
Vicepreside - Bene facciamo un giro d'opinioni sulla classe, comincia pure Piumone.
Piumone - I nostri ragazzi, anche se sono in quinta, non sanno parlare con proprietà di linguaggio e presentano un retroterra culturale molto povero. Comunque si riesce a lavorare e c'è un buon clima.
Vicepreside - Bene, professor Trombetta?
Trombetta - Per inglese io dividerei la classe in tre parti: una parte, piccola, capisce qualcosa e studia. Una parte o capisce -poco- o studia -poco. E infine la terza parte, numerosa, non capisce niente e non studia niente.
Vicepreside - Bene. Professor Ruminato.
Ruminato - Per disegno e storia dell'arte è esattamente uguale al collega Trombetta.
Vicepreside - Benissimo. Per matematica e fisica direi che abbiamo degli studenti che sembrano discesi direttamente dall'albero, non sono capaci di intendere e di volere. E per giunta arrivano in ritardo a scuola e fanno troppe assenze.
Trombetta - E i genitori li coprono...
Gallina - ...li viziano...
Vicepreside - In qualche caso bisognerebbe bocciare anche i genitori...
Ruminato - Anche le nonne, tutti!
Vicepreside - Ho finito. Gallina?
Gallina - Per storia e filosofia la situazione è penosa. Studiano poco e male. A volte mi sento usata, consumata come un sacchetto di pop corn che si butta via. Tutto è in funzione di un pezzo di carta alla fine dei cinque anni. Delle materie a loro non importa assolutamente nulla. Questo è tutto.
Vicepreside - Bretella?

Bretella - Per scienze vale lo stesso discorso. Il loro problema è solo avere il sei. Se dicessi: per avere sei dovete vestirvi a strisce gialle e verdi, il giorno dopo arriverebbero tutti a strisce gialle e verdi.
Vicepreside - Perfetto. Abbiamo finito. No, il collega Bandelli.
Bandelli - Per ginnastica che devo dire? Con me vanno benissimo. Sono educati, abbiamo vinto il torneo di pallavolo della scuola, stiamo facendo i campionati e finora non abbiamo mai perso.
Trombetta - Qualcosa sanno fare...
Ruminato - Sono quadrumani...
Preside - Mmmm... (minaccioso, fa il gesto di accelerare)
Vicepreside - Possiamo scrivere i voti, io faccio il registro generale, Bandelli fai le pagelle?
Bandelli - Come sempre.
Preside - Mmmm... (fa il gesto: torno subito)
Vicepreside - Il signor Preside torna subito. Cominciamo.
Bandelli - Alberi Renato. Religione.
Vicepreside - Il collega di religione è assente giustificato. Li leggo io. Alberi: molto con tre assenze.
Bandelli - Scienze.
Bretella - Cinque con quattro.
Bandelli - Inglese.
Trombetta - Cinque sei con cinque.
(la dettatura dei voti inizia normalmente, poi si accelera progressivamente fino a raggiungere un ritmo frenetico, velocissimo, Bandelli dà comandi secchi, militareschi)
Bandelli - Filosofia e storia!
Gallina - Sei con sei, sei con tre assenze.
Bandelli - Matematica e fisica!
Vicepreside - Cinque cinque cinque con sette!
Bandelli - Disegno!
Ruminato - Sei con due!
Bandelli - Italiano e latino!
Piumone - Cinque sei cinque sei con sei!
Bandelli - Ginnastica sette con nessuna. Condotta?
Vicepreside - Otto! Troppe assenze!
Bandelli - Bordani Cosimo! Religione!
Vicepreside - Non si avvale!
Bandelli - Scienze!
(di seguito vengono indicati tutti i voti per tutti gli allievi, ovviamente si può tagliare, oppure possono essere detti tutti assieme, la scena può assomigliare vagamente al gioco della morra, o a un'asta, i voti si sovrappongono, il tono della voce è sempre più alto).
Gallina - Quattro con sette!
Trombetta - Cinque cinque con quattro!
(Bandelli non chiama più le materie, che vengono direttamente dette o urlate dai professori in base alla loro disposizione in scena)
Gallina - Cinque sei con tre
Vicepreside - Quattro tre quattro con otto!
Ruminato - Sei con quattro!
Piumone - Cinque sei cinque cinque con otto!
Bandelli - Ginnastica otto con nessuna! Condotta?
Tutti - Otto!
Bandelli - Casaboni Simona!
Vicepreside - Moltissimo con due!
Bretella - Sei con due!
Trombetta - Sette sette nessuna!
Gallina - Otto sette con tre!
Vicepreside - Cinque sei sette con tre!
Ruminato - Otto con due!
Piumone - Otto otto sette sette con tre!
Bandelli - Ginnastica sei con due condotta otto!
Dandelli Martin!
Vicepreside - Sufficiente con tre!
Bretella - Cinque con due!
Trombetta - Cinque sei con tre!
Gallina - Cinque sei nessuna!
Vicepreside - Sei sei sei con sette assenze!

Ruminato - Sei con due!
Piumone - Cinque sei cinque sei con tre
Bandelli - Ginnastica sette con due. Condotta?
Tutti - Otto!
Bandelli - Guidotti Daniela!
Vicepreside - Molto con due!
Bretella - Cinque con tre!
Trombetta - Cinque sei con due!
Gallina - Sei sei con tre!
Vicepreside - Cinque quattro quattro cinque con due!
Ruminato - Tre con tre!
Piumone - Sei sei sei sei con sei assenze!
Bandelli - Ginnastica sei con tre. Condotta?
Vicepreside - Otto!
Bandelli - Manteri Andrea!
Vicepreside - Moltissimo con due!
Bretella - Sei con tre!
Trombetta - Sette sette con due!
Gallina - Sei sette con quattro!
Vicepreside - Sei sei sei con cinque!
Ruminato - Sette con due!
Piumone - Sei sette sette sei con cinque!
Bandelli - Ginnastica sette con due. Condotta?
Gallina - Otto!
Bandelli - Pasquini Paolo!
Vicepreside - Non si avvale!
Bretella - Quattro con due!
Trombetta - Cinque sei con tre!
Gallina - Sette sette con quattro!
Vicepreside - Sei sei sei con tre!
Ruminato - Cinque con due!
Piumone - Cinque sei cinque sette con sette!
Bandelli - Ginnastica sette nessuna!
Tutti - Condotta otto!
Vicepreside - Firmare il registro, grazie!
Tutti - (a soggetto) Per oggi basta! Arrivederci! non ne posso più, ho ancora sei scrutini! ecc.

Aula quinta D 20 febbraio 2092

(sono in scena Renato, Paolo, Daniela, Andrea, entra Bretella con registro, libro e valigetta, si sistema alla cattedra, entrano Cosimo e Martin)
Cosimo e Martin - Buongiorno prof!
Bretella - Buongiorno! Oggi avete assemblea di classe, no?
Martin - Si prof.
Bretella - E così perdiamo un'altra ora. Siamo talmente indietro... (entra il bidello Carlo)
Carlo - Mi scusi, la vogliono in segreteria.
Bretella - Vengo subito. Ragazzi voi cominciate, io sono in segreteria o in sala professori. (esce con Carlo, senza prendere registro e valigetta)
Martin - Cos'hanno detto i tuoi della pagella?
Cosimo - Le solite scene degli altri anni. Minacce di tagliarmi la benzina, i soldi, storie per il sabato sera, insomma tutto normale. Ora devo cominciare a studiare, ma con calma, senza esagerare. Ah, c'ho i tuoi appunti di fisica.
Martin - Non mi servono, ho una gran voglia di lasciare perdere tutto.
Cosimo - Ma scherzi? Sei in quinta, non vai tanto male ...
Martin - Ho il cervello bollito, ci sono problemi in casa, i miei non vanno d'accordo, io ci sono in mezzo e ci sto male, non riesco a studiare, forse vado a lavorare da uno che aggiusta moto ...
Cosimo - Martin, tu sei matto nella testa, perché: primo se te ne vai chi mi passa i compiti di matematica? Secondo ...
(entrano Paolo, Simona, Andrea, Daniela, Renato)
Martin - Adesso lascia perdere, non c'ho testa ...
Paolo - Dov'è Merdana?

Cosimo - E' andata in segreteria, ha detto di cominciare.
Daniela - Cominciare cosa?
Paolo - L'assemblea, c'è l'assemblea, pronto Daniela? C'è l'assemblea.
Daniela - Ho capito, non fare la zanzara!
Paolo - Raga, cominciamo? Avete dei problemi?
Andrea - Tutto regolare. Anzi no, mi scassa quella di filosofia, l'ultima volta la sapevo e mi ha segato.
Simona - Ma era martedì o venerdì?
Andrea - Martedì, perché?
Simona - Al martedì il marito non c'è perché è in trasferta, e quindi lei è isterica, invece al venerdì lui è tornato e le da una calmata.
Andrea - Quasi quasi è meglio quella di matematica che è isterica sempre.
Paolo - Altri problemi?
Renato - Quello di inglese, con i saggetti a sorpresa. Sono già tre volte che ci prepariamo e lui non li fa.
Paolo - Proverò a parlargli, che si decida. Basta?
Renato - Proverò a parlargli, che si decida. Basta?
Daniela - Quello di storia dell'arte ce l'ha con me, potrei studiare due mesi che tanto lui ridacchia, poi mi dice: "Brava, si vede che hai studiato, e mi molla un cinque. Qui c'è gente che gli è simpatica, non sa un cazzo e si becca il sei lo stesso.
Paolo - Va bene, dai, poi alla fine ti diventa un sei. Oh, raga, bisogna decidere la gita scolastica. Vai, Andrea.
Andrea - Le proposte erano sette giorni a Parigi, sette a Praga, oppure quattro a Venezia. Votiamo senza stare troppo a menarcelo.
Paolo - Scusate ma votare non serve a una sega.
Andrea - Perché?
Paolo - Perché pèr sette giorni non ci accompagna nessuno. L'ho già chiesto ai prof. L'unico è Piumone per quattro giorni a Venezia. E se non troviamo un altro prof. non andiamo neanche lì.
Cosimo - L'hai chiesto a tutti?
Paolo - Sì il prof. di ginnastica fa già tre gite... a Merdana non l'ho chiesto. Non me lo sono sentita...
Cosimo - No, con Merdana no!
Simona - E allora non andiamo da nessuna parte? Non è possibile.
Renato - Potremmo tirare a sorte una vittima che si ciucci la Merdana per quattro giorni, e gli altri tagliano la corda.
Paolo - E' possibile andare assieme alla quarta effe loro hanno il prof. di religione.
Cosimo - E hanno anche una riga di belle fighe! Io voto per Venezia!
Paolo - Tranzillo, non sbavare, vado a parlare con Merdana.
Siamo d'accordo?
(assieme, a soggetto)
Renato - Occhei, vai Paolo.
Andrea - Vai forte e duro, Paul.
Daniela - E vada per Merdana! (Paolo esce e ritorna subito)
Paolo - Checcazzo, raga, se ci parlo io alla Merdana mi dice di no. Vai tu Simon.
Simona - Io? Ma tu scherzi.
Daniela - Ha ragione Paolo. Vai Simona, a te forse dice di sì.
Cosimo - Simona sei tutti noi!
Simona - Occhei e fanculo. (esce)

Martin - Raga, Venezia non è male, se tiri uno scracchio per la strada quello galleggia perché c'è l'acqua.
Daniela - Bravo Martin, fai proprio schifo.
Andrea - Uè, frà, Merdana ha lasciato qui la sua borsa ...
Paolo - Sono tre anni che gira sempre con 'sta borsa appiccicata al culo. chissà checcazzo ci tiene dentro.
Andrea - Renato, guarda un pò fuori nel corridoio.
Renato - Cosa vuoi fare?
Andrea - Niente, solo guardare. Tu guarda fuori, dai.
Renato - Vabbè. (Andrea soppesa la borsa)
Renato - Tutto libero.
Andrea - Mazzalo come pesa!
Paolo - Guarda, è aperta ...
Daniela - Cosa c'è dentro?
Andrea - Che strano! Sei bottiglie di Coca cola.
Martin - Io lo sapevo che è tutta fuori quella lì. Ma guarda te se una persona normale può passare la vita con sei bottiglie di Coca cola appresso!
Cosimo - Forse è una dieta per dimagrire ...
Andrea - (Apre la bottiglia) Sì, è Coca cola. Alla faccia di Merdana! (beve due sorsi)
Daniela - Ma sei matto! Se se ne accorge si incazza come un'aquila!
Andrea - Le aquile non si incazzano perché noi la allunghiamo con il thè della Simona. Accidenti, è buonissima! Proprio speciale.
Paolo - Fà sentire. (beve) Buona! Mi ricorda la Coca cola che bevevo a Londra!
Cosimo - Passa frà.
Andrea - Aspetta, bevi da quest'altra bottiglia. Paolo, guarda il corridoio.
Cosimo - Spaziale! Ne vuoi Dani?
Daniela - No. Vabbè, fà sentire.
Cosimo - (apre un'altra bottiglia) Tieni.
Martin Passa un pò. (beve) Tieni Renna.
Renato - (beve)
Paolo - (prende la bottiglia del the dalla borsa della Simona e la versa nelle bottiglie di Coca cola) Tutto a posto. Ottimo lavoro. (rientra Simona)
Simona - Ha detto di sì, ragazzi! (non si accorge di tutta l'operazione)
Cosimo - (abbraccia e bacia Renato) Brava Merdana, ti bacio tutta!
Renato - Non fare il ciospo bavoso!
Paolo - Ma come ti ha detto Simon?
Simona - Ha detto: Venezia quattro giorni? Ah. E con chi? Con Piumone? Mmm. E va bene, bisogna soffrire, vuol dire che mi rivedrò il mio Tiziano.
Cosimo - Ha detto così?
Simona - Stesse parole.
Cosimo - Capito Renna? Tiziano ...
Renato - Eh, Merdana c'aveva su una storia con un tale Tiziano che l'ha piantata e lei si sfoga con noi.
Martin - Ora si va a Venezia, si vedono, si rimettono assieme ...
Andrea - E ci facciamo una bella telenovela: Merdana e Tiziano: Sesso in laguna!
Cosimo Tant'è il nome Tiziano io l'ho già sentito. Ma sì, raga, siete proprio dei tarri ignoranti: Rocco Tiziano, giocatore della Ternana, terzino destro, tre reti nella scorsa stagione!
Renato - Ma che ci fa Merdana con un calciatore?
Andrea - Collaborazione interdisciplinare: Rocco Tiziano dà i calci al pallone, Merdana da martellate nelle nostre palle! (suona la campana)

(Tutti escono, parlando a soggetto)


Scena ottava.

Aula professori 27 febbraio 2092
(entra Piumone, si siede al tavolo centrale, entra impacciato il signor Guidotti, padre di Daniela)
Guidotti - Scusi, cercavo la prof.... Gallina, di filosofia.
Piumone - Guardi, la collega è assente per malattia.
Guidotti - Ho preso un permesso apposta per venire ..
Va bene grazie. Ma lei è il professore di italiano?
Piumone - Sono Piumone, sono supplente annuale nel corso D. Lei è?
Guidotti - Sono il padre di Guidotti Daniela. Bene, così parlo con lei.
Piumone - Si accomodi. (si siedono vicini) Ecco, purtroppo non ci siamo, sua figlia ha un comportamento corretto, ma ha un rendimento molto variabile. I voti sono molti negativi. In certi periodi lavora, in altri, come dire, è in crisi e non c'è niente da fare, ha la testa altrove, non segue... credo che risenta molto delle sue vicende sentimentali, delle amicizie... Per certi aspetti è un fatto normalissimo, però se riuscisse a inquadrarsi meglio..
Guidotti - Guardi, purtroppo io mia figlia a volte non la riconosco. Non si riesce a parlare molto. Come dice lei a volte è allegra, e va tutto bene, altre volte ha i musi per giorni e giorni, critica questo e quello, forse dovremmo essere dei telefoni.
Piumone - Come dei telefoni?
Guidotti - Al telefono parla delle ore. Arriva a casa e attacca a telefonare alla compagna di banco che ha visto mezz'ora prima. A volte mangia direttamente al telefono. Noi, io e mia moglie, è come se non ci fossimo.
Piumone - Se può consolarla, questo succede spesso. In effetti il mestiere di genitore non è semplice: in qualsiasi modo si agisca, si sbaglia sempre. Devo dire che negli ultimi giorni tutta la classe sta cambiando in meglio.
Guidotti - Speriamo. Beh, arrivederci, la ringrazio professore.
Piumone - Buongiorno, arrivederci. (entra il signor Pasquini, padre di Paolo)
Pasquini - Posso?
Piumone - Prego, si accomodi, lei è?
Pasquini - Pasquini, padre di Paolo, quinta D.
Piumone - Sì, dunque, Paolo. (consulta il registro) Ha diverse assenze.. E' insufficiente nell'orale, nello scritto invece abbastanza bene. Praticamente ha la testa buona ma non lavora. Non ha interessi culturali, pensa solo al calcio.
Pasquini - Vede professore, con mio figlio l'unico modo di comunicare è parlare di calcio. Lui almeno in questo mi stima, io da giovane giocavo abbastanza bene, ero arrivato alla serie C, poi ho avuto un incidente e ho dovuto lasciar perdere.
Piumone - Suo figlio non la stimerà solo per il calcio..

Pasquini - Vede, io faccio molta fatica a intendermi con mio figlio. Ci vediamo poco. Non abitiamo insieme. Siamo separati. Da diversi anni a volte andiamo alla partita assieme. Siamo appassionati di calcio ma è anche un modo per parlare..
Piumone - Il ragazzo a volte sembra ingenuo, poco maturo.
Pasquini - Mio figlio è come una farfallina che vaga qui e là, io cerco di ragionare, qualche volta ci riesco.
Piumone - Speriamo che si svegli almeno nel secondo quadrimestre... Per la verità proprio i questi giorni la classe sta migliorando nettamente.
Non capisco cosa sia successo. Vedremo.
Pasquini - La ringrazio Professore. Arrivederci. (esce)
Piumone - Arrivederci, buongiorno.


Scena nona. Sala professori.
15 marzo 2092.

(entra Ruminato, appoggia libro e registro sul tavolo, entra Trombetta)

Trombetta - Ciao Ruminato.
Ruminato - Ciao Trombetta.
Trombetta - Come va?
Ruminato - Tutto regolare. Beh, no, tutto regolare no. hai visto la quinta?
Trombetta - Sì. E' incredibile. Anche con te?..
Ruminato - Con me, con tutti i colleghi. Sono cambiati completamente. Non mi è mai successa una cosa del genere.
Trombetta - Pensa che l'altro giorno io ero in ritardo di cinque minuti, arrivo nel corridoio, c'è Cosimo fuori con l'orologio in mano e mi chiede: le è successo qualcosa, prof, eravamo preoccupati, abbiamo perso cinque minuti di lezione.
Ruminato - E diceva sul serio.
Trombetta - Serissimo. E uno come Cosimo che per perdere tempo è un artista.
Ruminato - Ma lo sai che l'ultima volta li ho visti quasi tutti con lo zaino e due sacchi totalmente carichi di libri? Io chiedo: ragazzi, cosa fate con tutti quei libri? E loro: abbiamo il vocabolario di italiano, quello di inglese, i libri degli anni passati,..
Trombetta - Addirittura i vocabolari? Poteva portarli uno per tutti..
Ruminato - E' quello che ho detto, e loro mi hanno risposto no, no prof, possono servire, a ciascuno il suo.
Trombetta - Lo sai che ieri ho spiegato per un'ora di fila, non volava una mosca, tutti attenti a prendere appunti, poi ero senza fiato, ho detto: ragazzi, cinque minuti di pausa. Renato alza la mano e mi dice: scusi prof, se vuole continuare noi non siamo stanchi.
Ruminato - Pazzesco.
Trombetta - Io insisto, dico: va bene ragazzi, due minuti e poi riprendiamo. E allora ne vedo qualcuno che fissa l'orologio e conta i secondi, e invece altri prendono di scatto le cuffiette e sentono una cassetta. Per caso chiedo a Daniela: Che musica senti? E la Daniela: No prof, è un corso di inglese. Nessuno sentiva musica. Tutti sentivano il corso di inglese.
Ruminato - Non riesco proprio a capire..
Trombetta - In fondo questa classe ora è come avremmo sempre voluto.

Ruminato - Meglio così, io proprio non ci avrei mai sperato (suona la campana, escono)


Scena decima.

Aula Quinta D Quindici marzo 2092

(entrano Andrea, Paolo, Martin, Cosimo, Daniela, Renato, si muovono nervosamente, vagamente come topi, ciascuno ripassa i propri libri, non vi è dialogo, si sistemano ai propri posti)
Daniela - Renato, hai gli appunti di fisica?
Renato - No, non li ho. (e studia, infastidito)
Daniela - Renato, li hai lì, nel quaderno.
Renato - Va bene, li ho, ma mi servono. Lasciami studiare. (entra la vicepreside, tutti si alzano di scatto, silenziosi)
Vicepreside - Sedete, ragazzi. Dunque, oggi interroghiamo..
Tutti - Io prof!!
Vicepreside - Beh, calma. No scusate, mi sono sbagliata. Oggi spiego, interrogo la prossima volta. (malumore tra gli studenti) Nella lezione di oggi parleremo del concetto di derivata, (tutti prendono appunti) Questo concetto fu formulato nel diciassettesimo secolo da Fermat e da altri. Fermat si interessava alla determinazione dei massimi e dei minimi di una funzione.
Per caratterizzare i punti di massima o di minima si utilizza il concetto di tangente a una curva.
Martin - Ma prof, in tali punti la tangente al grafico deve essere parallela all'asse delle X.
Vicepreside - Esatto, (soddisfazione di Martin, fastidio degli altri, l'attenzione è massima e nevrotica, tipo ciclisti nello sprint finale) se così fosse la curva in tali punti salirebbe o scenderebbe. Consideriamo quindi in generale la direzione della tangente alla curva in un suo punto P.
Cosimo - Scusi prof, ma allora basta conoscere l'inclinazione di tale retta, cioè il suo coefficiente angolare.
Vicepreside - Precisamente.
Daniela - Ma, il concetto di coefficiente angolare è legato a quello di tangente trigonometrica dell'angolo che va dal semiasse positivo delle X alla retta.
Vicepreside - Certamente. E' la tangente trigonometrica dell'angolo che va dal semiasse positivo delle X alla retta. Bene. Per oggi basta. avete fatto gli esercizi?
Tutti - Si prof!! (si alzano di scatto e consegnano un quaderno ciascuno)
Vicepreside - Erano dal 110 al 120 no?
Andrea - Io sono arrivato al 125!
Vicepreside - Ah, bene. Ragazzi ora andiamo nel laboratorio di fisica. (escono ordinati, sguardo d'odio verso Andrea)


Scena undicesima.

Aula professori 15 aprile 2092.

(entra Piumone, mette libro e registro su tavolo, entra Bretella, non ha la maschera, lascia borsa e registro su tavolo, tra i due è nata una forte attrazione sentimentale).


Piumone - Faustina, ciao!
Bretella - Ciao Roberto, come stai?
Piumone - Quasi bene. Ho dormito quattordici ore di fila.
Bretella - Io sedici, e avrei dormito ancora.
Piumone - Erano anni che non mi capitava.
Bretella - Io in quattro giorni di gita ho dormito tre o quattro ore al giorno.
Piumone - Io tre o quattro ore in tutto.
Bretella - Hai una resistenza incredibile...
Piumone - Sarà la forza del pensiero. No, resistevo solo perché bisognava resistere.
Bretella - Certo che il caro collega di religione ci ha fatto un bel servizio...
Piumone - Praticamente è stato quattro giorni di fila in albergo, a letto.
Bretella - Veramente metà del tempo stava a letto e metà a... "lavorare" nel gabinetto!
Piumone - Io non sapevo che la dissenteria potesse essere così micidiale. Ancora un po' e sarebbe scomparso del tutto. Lo sai che ha perso nove chili?
Bretella - Venezia colpisce ancora. Ti consuma.
Piumone - Comunque non riesco a capire come abbia fatto a prendersi una diarrea così fulminante.
Bretella - Roberto... Se l'è cercata... Col lumicino! (ride)
Piumone - Cosa dici, non sarà mica matto!
Bretella - Matto no, ma ingenuo sì. L'ho saputo in treno, nel viaggio di ritorno. Me l'hanno detto le ragazze della quarta H, quelle scemone più stupide che lunghe. Volevano fare uno scherzo ai ragazzi e avevano comprato due etti di cioccolatini purgativi concentrati. Insomma, il prof. le vede prima di cena, crede che se li stiano per mangiare, si mette a fare un predicozzo, che è tutto il giorno che mangiano dolci, sono viziate è una schifezza mangiare dolci prima di cena. E quindi requisisce il sacchetto di cioccolatini e se lo porta in camera e lì evidentemente ne assaggia uno, poi, dato che sono buonissimi, se li fa fuori tutti, due etti completi.
Dopo mezz'ora fanno effetto tutti assieme!
Piumone - Un'esplosione atomica!
Bretella - Praticamente. E meno male che la pizzeria, se ti ricordi, era a dieci metri dall'albergo! Ti immagini se in quel momento fossimo stati sul vaporetto?
Piumone - Dramma. Attentato ecologico alla laguna. Venezia in pericolo!
Bretella - Poi chiaramente si vergognava dei cioccolatini, non l'ha detto a nessuno e faceva la vittima del destino...
Piumone - E noi ci siamo ritrovati due classi in due insegnanti.
Bretella - Chi ci ha messo in crisi sono stati quei disperati della quarta H.
Piumone - Sì, i nostri della quinta D era come se non ci fossero.
Bretella - Dipende, ma lo sai che hanno continuato a torturarmi nel viaggio di andata, nel viaggio di ritorno, in albergo, dovunque, con le domande di scienze?
Piumone - Sì, sono diventati una macchina per studiare, sono una cosa incredibile, facevano domande anche a me, poi mi sono stufato e ho imposto di pensare a Venezia.

Bretella - E quelli si sono messi a studiare a memoria i cataloghi delle mostre, le guide turistiche, il percorso del vaporetto, il menù del ristorante!
Piumone - Il secongo giorno abbiamo visto tutte le chiese di Venezia: centottantaquattro: dodici ore di maratona, volevo vedere chi cedeva per primo, io o loro. Alla fine ho invocato pietà.
Bretella - Per fortuna io ero con le galline e i gallinacci della quarta H che prendevano il sole al lido e facevano le bertucce con gli studenti di una scuola di Vercelli.
Piumone - Si sono scatenati nella notte in albergo. Ho fatto la ronda fino alle cinque, con la pila. Comunque sono un po' scemotti ma anche simpatici.
Bretella - Sì, ma a piccole dosi. C'è quel tale Marboni della H, io non so come hai fatto a controllarti.
Piumone - E' stato un momento difficile, ma non era del tutto colpa sua...
Bretella - Ma scusa: è mezzanotte, noi facciamo assieme la ronda per implorare che dormano. Arriviamo all'ultima stanza, per scrupolo apriamo, c'è dentro il Marboni sul letto che sta male, ha vomitato dappertutto e ci sono tre estranei nella stanza. Uno pensa che abbia preso qualche pasticcio...
Piumone - Per un momento l'ho pensato anch'io. Di fatto il furbone era uscito senza dirlo a nessuno, aveva preso una birra fredda che lo ha fatto stare male perché durante il giorno aveva mangiato schifezze varie e di corsa e quei tre tipi erano ragazzotti di lì che lo avevano accompagnato perché stava male.
Bretella - Lì per lì mi sono agitata. Tu sei stato magnifico, tutto gentile hai cacciato fuori i ragazzotti poi hai pulito la stanza, il Marboni, tutto. Non ti faceva schifo?
Piumone - Una cosa giusta... Ma in questi casi o pensi allo schifo o risolvi il problema.
Bretella - In effetti una persona, con te, si sente al sicuro...
Piumone - Beh, dài...
Bretella - Ma poi l'ultima sera cosa hai inventato, quella strana cosa...
Piumone - I nostri della quinta D hanno fatto esercizi di algebra fino alle undici. Io ero a cantare con la quarta H, eravamo tutti in una stanza.
C'era anche la Simona che faceva lega con la H.
Bretella - Mi sembra un po' in difficoltà, la Simona.

Piumone - Sì ha tenuto il muso per quattro giorni, strano, lei che prima studiava ora mi sembra che non studi per niente. Beh, dicevo, a mezzanotte basta cantare, tutti a dormire. Alle quattro faccio una ronda con la pila e trovo la Simona con tre ragazze della H nel corridoio. Io avrei voglia di prenderle a calci nel sedere però chiedo paziente: Ragazze, volete andare a dormire o no? E loro: prof, stavamo parlando, ma prof, siamo molto preoccupate! E io: E cosa succede, ancora? Cosa c'è? E loro: sente prof? Nella stanza in fondo al corridoio non ci siamo noi e si sente da mezz'ora un bambino che piange come un disperato. In effetti era vero. E io dico: ragazze, cosa possiamo fare? E loro: non è possibile, chiamiamo qualcuno. Calma, dico io, proviamo a bussare. Busso alla porta, aprono, situazione: un padre e una madre, agitatissimi, un bambino di quattro anni in preda a un incubo tremendo, non riesce a svegliarsi e urla come un pazzo.
Bretella - E tu cosa hai fatto?
Piumone - L'ho fatto dormire.
Bretella - Sì me l'ha detto la Simona, ma mi ha detto che cantavi una cosa stranissima.
Piumone - Era una nenia tibetana per concentrarsi... Ha funzionato.
Bretella - Tibetana? E come fai a sapere le nenie tibetane?
Piumone - Sono stato diversi mesi in Tibet. Andavo a piedi da un monastero all'altro. Il vento e le nuvole. Ci tornerei domani.
Bretella - Roberto, hai mille risorse, sei fortissimo. Ti devo dare un bacio.
Piumone - Attenta che ti canto una nenia tibetana.
Bretella - Quando ho l'insonnia ti telefono! (di scatto bacia Piumone sulla guancia, Piumone è un po' imbarazzato, in quel momento è entrato Trombetta che assiste al bacio, fa finta di niente ed esce, suona la campana)
Piumone - Devo andare in quinta D.
Bretella - Buon lavoro. Io ho la terza. (escono)




Scena dodici.

Sala professori. 15 aprile 2092.

(volendo si può ambientare la scena anche nel corridoio)
(entra Trombetta, libro e registro su tavolo)
Ruminato - Ciao collega!
Trombetta - Olà Ruminato!
Ruminato - Sta venendo caldo eh?
Trombetta - Fin troppo, caro mio, fin troppo!
Ruminato - No, si sta bene...
Trombetta - Anzi benissimo! Si sta benissimo!
Ruminato - (non capisce, sguardo interrogativo)
Trombetta - C'è del tenero in Danimarca...
Ruminato - (ancora non capisce)
Trombetta - Amleto, Shakespeare...
Ruminato - Ma Amleto non diceva che c'è del marcio in Danimarca?
Trombetta - Nella fattispecie, nella contingenza specifica, qui e ora, c'è del tenero...
Ruminato - Trombetta, spiegati, sei troppo misterioso...
Trombetta - Ah, niente misteri, qui si fa tutto alla luce del sole, sopra il tavolo, baci, abbracci...
Ruminato - (cospirativo) Ma chi?
Trombetta - Un certo collega Piumone...
Ruminato - Piumone?
Trombetta - Piumone.
Ruminato - Piumone abbraccia il tavolo?
Trombetta - Ma quale tavolo! La sostanza viva, la carne, la collega...
Ruminato - La collega...
trombetta - Bretella.
Ruminato - Ah.
Trombetta - Eh.
Ruminato - Qui.
Trombetta - Qui.
Ruminato - Ora.
Trombetta - Qui e ora.
Ruminato - Così...

Trombetta - Tra un registro e l'altro...
Ruminato - Pure i registri!
Trombetta - Già.
Ruminato - Sesso e registri, una miscela infernale!
Trombetta - Eh, le gite scolastiche a Venezia...
Ruminato - (cantando) Nell'acqua del canal scoppia l'incendio... della passion!
Trombetta - Ne vedremo delle belle...
Ruminato - Già.
Trombetta - Ciao Ruminato. (esce)
Ruminato - (entra) Ciao. (entra Gallina) Ciao Gallina.
Gallina - Ciao collega, senti, ieri sera hai mica visto quel film alla TV, "Amori impossibili? Vorrei sapere il nome del regista.
Ruminato - Non lo so, ma tanto qui abbiamo un film in diretta, "Amori scolastici".
Gallina - Cosa dici? Spiega.
Ruminato - Bretella e Piumone...
Gallina - Ah, non lo sapevo.
Ruminato - Una cosa incredibile. Hanno perso la testa a Venezia e ora neanche si controllano più.
Gallina - Ma come? Non staranno mica a...
Ruminato - Di tutto! Dovunque. Nei corridoi, nelle aule, qui, in sala professori, sul tavolo, sotto il tavolo...
Gallina - Un po' di pudore...
Ruminato - Il pudore lo salvano col registro!
Gallina - Come col registro?
Ruminato - Spalancano il registro (esemplifica col proprio registro) e si baciano (tiene il registro come un paravento) poi lo abbassano e si palpeggiano...
Gallina - Che roba! Dove andremo a finire!
Ruminato - C'est l'amour, collega, c'est l'amour! (esce, entra Bandelli)
Bandelli - Ciao collega.
Gallina - Olà Bandelli, la sai l'ultima?
Bandelli - Piumone e Bretella, olè olè! Ma tu cosa sai?
Gallina - Tutto. Piumone mandava i messaggi cifrati alla Bretella scrivendoli sul registro, Bretella li scriveva sui tavoli e sotto i tavoli, a Venezia è successo di tutto, obbligavano i ragazzi a fare esercizi di matematica, poi li addormentavano cantando nenie, e poi via, si scatenavano...
Bandelli - Nel tango del registro. No. In segreteria l'applicato mi ha detto che la vicepreside l'altro giorno non trovava il registro, allora ha aperto l'armadio grande, dentro l'armadio c'erano Piumone e Bretella... Nudi nudi!
Gallina - Oh!
Bandelli - Come Adamo ed Eva! Piumone teneva lì, davanti a quelle parti, il registro, la Bretella teneva il fagiano imbalsamato...
Gallina - Il fagiano...
Bandelli - Sì, quel fagiano che è entrato dalla finestra in segreteria l'anno scorso, poi era morto e l'hanno fatto imbalsamare. Allora la vicepreside resta lì, paralizzata, Piumone, tranquillo -"Vicepreside, vuole il registro della quinta D? Stiamo controllando le assenze, due minuti e finiamo. E si richiude lo sportello dell'armadio... (entra Piumone).
Piumone - Ho lasciato qui il mio registro, ah, eccolo. (ai colleghi) Senza registro mi sento... Nudo!
Bandelli e Gallina - Già (esce Piumone)

(suona la campana, escono Gallina e Bandelli con commenti a soggetto).


Scena tredici.

Aula Quinta D. 20 aprile 2092.

(entrano Ruminato e Trombetta, registri e fogli)
Trombetta - ... e per far felice la massaia: un bel consiglio di classe!
Ruminato - Io ce n'ho per tutta la settimana, sono felicissimo! (entra Gallina) Ciao Gallina.
Gallina - Sempre di lunedì, sempre! Quell'essere mi odia.
Trombetta - Che c'è?
Gallina - Qual facsimile di vicepreside! I consigli di classe sempre nel mio giorno libero!
Trombetta - Ti vedo bene collega, la primavera ti dona.
Gallina - Sì, la primavera. Piove da una settimana. Questo tempo mi fa venire un mal di testa...
Ruminato - A mia suocera fa venire la cervicale e io non dormo.
Trombetta - Se ce l'ha lei tu che c'entri?
Ruminato - C'entro perché abita sopra di noi e quando ha la cervicale passeggia tutta la notte come il capitano Achab sulla nave alla ricerca di Moby Dick e io la sento.
Trombetta - Anch'io ho problemi di artrosi...
Ruminato - Dove ti fa male?
Trombetta - Nella coda.
Gallina - Interessante.
Trombetta - Esattamente nella coda del mio gatto.
Gallina - Va già meglio.
Trombetta - Comunque ho trovato la medicina adatta.
Ruminato - Spiega, magari funziona anche per mia suocera...
Trombetta - Ne dubito. Al mio gatto passa l'artrosi nella coda se per dieci minuti gli spiego la grammatica inglese...
Ruminato - La cultura serve sempre!
(entra Bandelli, vicepreside, Piumone, Gallina, a soggetto: Buon giorno, come va? Ci siamo tutti? Entra il signor Guidotti e il signor Pasquini)
Vicepreside - Bene, possiamo cominciare? (ai signori Guidotti e Pasquini) Prego accomodatevi.
(le battute seguenti, identiche alla scena 6, sono pronunciate in modo veloce, meccanico) Chi fa il verbale?
Tutti - (eccetto Piumone) io no!
Vicepreside - Sù, c'è un volontario?
Tutti - (indicando Piumone) Lui!
Vicepreside - Grazie Piumone, tu sei un letterato...
Piumone - Già.
Vicepreside - Bene, sono presenti i rappresentanti dei genitori, i signori Guidotti e...
Pasquini - Pasquini.
Vicepreside - Sì, bene. Facciamo un giro di opinioni, comincio io. Cari colleghi, io sono totalmente soddisfatta di questa classe. I ragazzi studiano moltissimo, capiscono tutto o quasi tutto, sono educati e rispettosi, e arrivano in orario. Cosa possiamo volere di più. Prego Trombetta.

Trombetta - Io mi associo alla collega. Negli ultimi due mesi la classe è cambiata completamente. Prima studiava solo la Simona, ora la Simona è in difficoltà, arranca con fatica, tutti gli altri invece non pensano che a studiare, non perdono un secondo, se per caso io mi distraggo e faccio una divagazione tutti diventano nervosi, l'altro giorno il Paolo mi ha persino richiamato. Mai successo in vita mia. Insomma va bene.
Ruminato - Per disegno e storia dell'arte è esattamente uguale al collega Trombetta. Va benissimo.
Gallina - E' la stessa cosa anche per storia e filosofia. Non so come facciano a studiare tanto, pare dieci ore al giorno, ho sentito che studiano anche sull'autobus, quando mangiano, negli intervalli, addirittura mentre dormono fanno andare le cassette registrate. Non sono originali nel ragionamento, in compenso sanno tutto, potrebbero imparare l'elenco del telefono a memoria. Prego collega.
Bretella - Per scienze va benissimo. Sono incredibili, sanno tutto. Devo dire che mi dispiace per un episodio della settimana scorsa. Io ho dovuto saltare un'ora per motivi personali, e ho saputo che tre ragazzi, dal dolore, hanno avuto una crisi isterica, e per calmarli ho dovuto fare un'ora in più dall'una alle due. Un'altra cosa. Le interrogazioni. Prima bisognava pregarli o minacciarli per riuscire a interrogarli. Ora litigano furiosamente tra loro per farsi interrogare. Per evitare risse devo fare almeno una domanda a testa ogni lezione.
Bandelli - Per ginnastica io non sono molto soddisfatto. Prima erano allegri, giocavano volentieri, bisognava buttarli fuori dalla palestra perché avrebbero continuato per ore. Ora sono sempre seri, mi chiedono di non fare ginnastica perché devono studiare e se li costringo a giocare ripassano le lezioni mentalmente mentre giocano. Due mesi fa erano primi in tutta la città a pallavolo. Ora si sono messi a giocare da cani e si sono fatti eliminare. Ed erano pure contenti perché così "non perdevano tempo per lo studio". In sostanza personalmente li preferivo prima.
Piumone - Per quel che riguarda italiano e latino... ecco, sono perplesso, sconcertato. Non sono affatto contento dei ragazzi, anzi, avverto un senso di progressivo malessere. Io non capisco perché siano così cambiati. E' stata una trasformazione radicale. Non sarà certo successo per le nostre prediche. Non hanno mai funzionato. Le altre classi sono sempre uguali. Certo, ora i ragazzi sanno tutto, anche con me. sanno a memoria il Bignami, la storia della letteratura, la critica, la critica della critica, tutto. Ma non sono più umani, sono macchine per studiare e basta. Prima erano ignoranti ma almeno erano allegri e solidali nell'ignoranza. Ora schiumano di rabbia se un compagno prende mezzo voto di più, sono arrivati al punto di passarsi i compiti sbagliati. Io mi chiedo, ora come ora...
Trombetta - Caro Piumone, tu sei un letterato, ora ti chiedi troppe cose, rubi il mestiere ai filosofi. Lo stato ci paga per insegnare. Se gli studenti studiano, per noi è tutto a posto. Non creiamoci problemi inesistenti.

Gallina - Lo sapete che in tutte le domande di iscrizione per l'anno prossimo viene richiesta questa sezione perché si è sparsa la fama di questa classe? Me l'ha detto la segretaria.
Bandelli - E' vero, l'ho saputo anch'io.
Vicepreside - I genitori devono dire qualcosa?
Guidotti - Se devo essere sincero mia figlia non ha quasi mai studiato, se non quel poco per arrivare al cinque e al sei a settembre. Ora studia tutto il giorno, e alla sera fino a tardi. I voti sono molto migliorati. Noi siamo contenti. In casa non parla molto, quasi niente, però tutto non si può avere. Noi ci auguriamo che continui.
Vicepreside - Il signor... Pasquini.
Pasquini - Anche il mio studia come un matto. Va benissimo. Non ci avrei mai sperato.
Vicepreside - I rappresentanti degli studenti?
Piumone - Non sono venuti. Devono studiare.
Vicepreside - Bene. Allora abbiamo finito. Arrivederci. Buonasera. (saluti a soggetto).


Scena quattordici.

Aula quinta D. 28 aprile 2092.

(entrano Paolo e Simona, Paolo sembra quasi infastidito da Simona)
Simona - Paolo, senti, ci vediamo oggi?
Paolo - Oggi devo studiare inglese, mi interroga.
Simona - Allora domani?
Paolo - Scherzi? Giovedì c'è il saggio di matematica!
Simona - Paolo basta, non mi va di essere presa per il culo in questo modo. Tu devi solo studiare studiare studiare. Non te ne frega un cazzo di me. Prima non studiavi neanche a pagarti, ora sei rincoglionito per i libri, tu e tutti i nostri compagni.
Paolo - Senti Simona, non rompere. Io devo studiare e studio. Punto e basta.
Simona - Paolo sei proprio fuori testa. Noi ci siamo messi assieme l'otto gennaio, me lo ricordo bene, erano appena finite le vacanze di Natale. Tu mi volevi bene, abbiamo passato un mese bellissimo. Poi che cavolo ti è successo non lo so. Prima io ero la secchia della classe, e cercavo di aiutare tutti i miei compagni. Ora tutti studiano come bestie, e ciascuno per sé, e se possono, fanno stronzate contro gli altri. Io per te ero qualcosa, tu parlavi, parlavi di qua e di là, eri allegro. Ora sei uno schifo e io per te conto meno di un voto su un registro di merda.
Paolo - Senti Simona, forse hai ragione, non so cosa mi sia successo, però adesso devo andare.
Simona - Ma sì, vai affanculo te e i tuoi libri di merda. Lasciamoci perdere. Non ha senso continuare in questo modo. Io ci sto troppo male. E' finita Paolo. Ciao.
Paolo - Ciao Simona. Ci vediamo (esce)

Simona - (tra sé) Sì, ci vediamo tutti i giorni, e io per lui sono come un banco o una finestra. Io ti voglio bene Paolo, ti darei delle martellate in testa per farti ritornare come prima...
(entra Piumone)
Piumone - Ciao Simona, che ci fai qua?
Simona - Niente prof, oggi usciamo un'ora prima... Ora vado.
Piumone - Ciao. Ma... c'è qualcosa che non va? Hai una faccia...
Simona - E' tutto occhei, prof. Tutto occhei. Sono solo nella merda fin qui.
Piumone - Paolo?
Simona - Lei ci azzecca sempre prof. Come fa a saperlo? Ce l'ho scritto in fronte?
Piumone - In fronte no, in faccia sì. E' da più di un mese che siete in difficoltà. Mi ricordo quando eravate sempre appiccicati. Scusa, sì, insomma, quando andava tutto bene.
Simona - Prof, io non ce la faccio. E' dura prof. I miei compagni sono diventati tutti delle schifezze nevrotiche. Non si parla più di niente. Neanche di calcio che a me non interessava, ma tanto per fare due parole.
Piumone - Sì, ho visto e non capisco. I ragazzi studiano tantissimo ma sono grigi, chiusi, lontani. Tutto sommato li preferivo prima. Non capivano niente o quasi, però erano umani.
Simona - Prof, cosa posso fare?
Piumone - Niente. Non c'è una ricetta, purtroppo io non sono un mago. Lascia passare il tempo e riuscirai a tirarti fuori da questa storia. Ora devo andare nella terza. Ciao. Resisti. Simona.
Simona - (Piumone esce) Buongiorno prof. (esce Simona).




Scena quindici.
Sala professori 29 aprile 2092

(entra Piumone, libro e registro, si siede al tavolo e studia, entra Trombetta)

Trombetta - Ma roba da matti, non sanno più cosa inventarsi!
Piumone - Che c'è Trombetta?
Trombetta - Ah, niente, quando una ragazzina non sa cosa fare, alè, si fa il pieno di pastiglie..
Piumone - Sui giornali c'è di tutto..
Trombetta - Ma no, qui a scuola! Due tubetti di sonnifero!
Piumone - (si alza, preoccupato) E' una nostra allieva?
Trombetta - La Simona. A casa si è riempita di pasticche, poi è venuta a scuola ed era tutta imbambolata. Ma dico io: perché venire qui a darci problemi? Poteva stare a casa sua..
Piumone - (entra Bretella) Trombetta falla finita. Non sopporto questo cinismo. Dov'è Simona adesso?
Bretella - E' all'ospedale. Lavanda gastrica. Ora è a posto.
Piumone - Ah, meno male.
Trombetta - Vedi? E' inutile agitarsi. Beh, devo andare in classe. (esce)
Piumone - E' inutile agitarsi? Io mi agito, eccome. Se no per cosa dovrei agitarmi? Per il calcio, per le malattie del gatto? Chi c'è con Simona adesso?
Bretella - C'è la madre, l'abbiamo chiamata sul lavoro.
Piumone - Ma, della scuola non c'è nessuno?

Bretella - Ora no, creerebbe disagio. Ci sono i medici e c'è la madre, nel pomeriggio la mandano a casa. All'ospedale l'ho portata io assieme al bidello Carlo che aveva la macchina. Siamo stati velocissimi.
Piumone - Ma il preside e la vicepreside non c'erano?
Bretella - Non c'era nessuno. La segretaria consigliava di farla stendere in infermeria..
Piumone - Così succedeva il disastro.
Bretella - Mi sono assunta la responsabilità. Ho lasciato la classe scoperta e sono andata. Che dovevo fare?
Piumone - Hai fatto bene. Sei stata brava. Però non è possibile arrivare a questi punti. Buttarsi via a diciotto anni..
Bretella - Forse era un modo per cercare aiuto.
Piumone - Simona era isolata all'interno della classe. Era finita da un pezzo la storia con il Paolo. Tutti gli altri sono lontani chilometri da lei, parlano un'altra lingua. Io non li sopporto più. A me piace insegnare, ma a questi basta dare un disco o una cassetta video. Se arriviamo a tutto questo io non ci sto, cambio mestiere, torno nella mia città, riuscirò a mantenermi anche fuori della scuola.
Bretella - Roberto, in fondo studiano, fanno il loro dovere.
Piumone - Bravi. Bravissimi. che si tengano i loro bei voti. Forse non capisco niente io. Per questo è meglio che me ne vada.
Bretella - Roberto, noi..
Piumone - Faustina, noi, certo. Ma io devo essere convinto di quello che faccio. Se no preferisco aggiustare finestre. Lo so fare, lo facevo per pagarmi l'università. Mi dispiace per la Simona. Forse dovevo parlarle di più, dovevo capire. E' veramente assurdo! I suoi compagni da due mesi sono diventati dei mutanti replicanti in preda alla sindrome del voto.
Bretella - Hai detto due mesi?
Piumone - Certo. Subito dopo lo scrutinio del primo quadrimestre. Era il... (guarda il registro) sedici febbraio. Qualche giorno dopo hanno cominciato a cambiare.
Bretella - Roberto, mi fai venire un dubbio assurdo. Quando ho portato Simona all'ospedale, stamattina, cercavo di farla parlare, di tenerla sveglia, altrimenti sarebbe finita. Simona diceva che a parte le pastiglie che aveva in corpo non aveva portato niente da bere o mangiare a scuola da due mesi, da quando i suoi compagni gli fecero fuori il thè che lei portava tutti i giorni, le piaceva, aveva questa abitudine. Quella volta si scocciò tanto che decise di non portarne più. E io due mesi fa ho avuto una variazione improvvisa, molto alta, dei miei reagenti. Vedi, me li porto dietro da cinque anni, dovunque, anche a scuola. Due mesi fa abbiamo dovuto ricominciare tutto da capo perché è successo qualcosa di strano che non siamo ancora riusciti a capire.
Piumone - Pensi che c'entrino i ragazzi?
Bretella - E' possibile. Il thè della Simona nelle bottiglie del composto e i ragazzi si sono bevuti il liquido, io per praticità lo tengo in bottiglie di Coca cola, avranno fatto una bravata, io non me ne sono accorta.

Piumone - Ma quali reazioni porta questo liquido?
Bretella - Nei topi genera un'attività instancabile e un aumento dell'aggressività, è una ricerca parallela agli studi sulle mutazioni genetiche.
Piumone - Faustina, si può tornare indietro? E' un processo irreversibile?
Bretella - Nei topi sì, si può tornare al punto di partenza, abbiamo un controreagente, è una sostanza innoqua per l'uomo.
Piumone - Faustina devi darla subito ai ragazzi.
Bretella - Roberto, è solo un'ipotesi. E poi adesso i ragazzi vanno bene, hai visto nell'ultimo consiglio di classe, i colleghi erano contenti, i genitori pure..
Piumone - Faustina, ti rendi conto? Stiamo creando dei mostri disumani e tanti "bravi". Io non ci sto. Me ne vado via, sarò un vigliacco, ma non voglio avere niente a che fare con questa storia, e neanche con te, se la approvi. (fa per andarsene)
Bretella - Roberto, aspetta, forse mi sto sbagliando.
Questa vicenda di Simona mi ha colpito molto.
Piumone - Torniamo indietro, Faustina. La partita si gioca con le vecchie regole, per ora. I farmaci per topi li useranno altre persone. Noi no.
Bretella - Va bene Roberto. Troverò una scusa per offrire una bibita da bere ai ragazzi. Penso che funzioni.
Piumone - Senti, io questa mattina non ho più lezioni.
Vogliamo fare un salto dalla Simona, all'ospedale?
Bretella - Sì, ma solo un saluto, per non creare imbarazzo.
Piumone - Sì, certo.
Bretella - Dai, andiamo. (escono)


Scena sedici. 
Aula quinta D 8 maggio 2092

(entrano Paolo e Simona, sono di nuovo in ottimi rapporti, si siedono abbracciati)

Paolo - I tuoi ti stanno sempre addosso?
Simona - Adesso un pò meno. I primi dieci giorni erano troppo sconvolti. Mia madre dice che ogni tanto di notte lei e mio padre vengono a vedere se dormo. Però io quando mi sveglio di notte sento mia madre che russa come una fanfara. Pensa che dormono tre stanze più in là della mia.
Paolo - Tuo padre come fà a dormire?
Simona - Lui dorme in modo stranissimo. Hai presente le mummie egiziane? (fa gesti) Lui dorme così tutta la notte, però con le cuffie di protezione che usano gli operai con le scavatrici. Dice che è l'unico modo.
Paolo - Bravo papi! (bacia la Simona, Simona ricambia)
Simona - Sei proprio affamato, eh Paolo?
Paolo - Devo fare un corso di recupero. (effusioni)
(entrano Martin, Renato, Cosimo, Daniela, Andrea)
Andrea - (Come un telecronista) Violento contrasto tra il terzino Simona e l'ala destra Paolo, l'arbitro non interviene..
Martin - La folla in delirio applaude!
Paolo - Raga non fate i repressi!

Cosimo - (a Daniela) Specchio delle mie brame, chi è il più represso del reame?
Daniela - Tranzillo Cosimo, sei sempre tu!
Cosimo - E' tutta invidia raga. Andrea, la sai scienze?
Andrea - Non so una mazza, ci siamo allenati per quattro ore per la partita con quelli del classico.
Martin - Li dobbiamo distruggere, all'andata abbiamo fatto troppo schifo.
Cosimo - Dobbiamo coprirli di merda, scientificamente. Io c'ho la strategia.
Renato - Che strategia?
Cosimo - Punto primo ci vogliono le majorettes Daniela e Simona.
Daniela - Ci vai te a fare la Majorette!
Cosimo - Ci andate voi perché siete così brutte che il nemico resta intimorito!
Andrea - Beccati questo, Dani!
Cosimo - Punto secondo: prima della partita i giocatori per concentrarsi picchiano Paolo per dieci minuti...
Paolo - Capitano questa idea no es bonita!
Renato - E' ottima invece, fammi provare..
(a soggetto tutti si buttano su Paolo e lo picchiano amichevolmente, entra il bidello Carlo)
Carlo - Ragazzi, fate piano! Cos'è questo chiasso?
(tutti continuano) La professoressa Bretella... (si fa silenzio) ha telefonato che arriva alla seconda ora .. (gioia generale) (a soggetto: brava Merdana, Merdana for president, sempre così Merdana, bel colpo! ecc.) (esce Carlo, entra Bretella)
Bretella - Sono riuscita a venire prima. Che succede? A posto ragazzi. (tutti si sono bloccati, vanno ai loro posti) Con le interrogazioni siamo a buon punto. Magari per finire facciamo subito un bel saggetto.
Tutti - No prof, il saggetto no!
Bretella - Perché?
Paolo - Prof, non lo sapevamo, qualcuno non è preparato..
Bretella - Qualcuno eh? Beh, siamo tornati ai vecchi tempi. Bene, rimandiamo il saggetto alla volta prossima, ma niente scherzi!
Tutti - Grazie prof!
Simona - Prof, ci viene a vedere l'ultima partita del torneo delle scuole?
Bretella - Ci siete anche voi nella squadra?
Paolo - Noi siamo quasi tutta la squadra della scuola, prof!
Bretella -Va bene, vengo. Però se perdete.. Due saggetti!
Tutti - Noo!
Cosimo - Prof, se vinciamo,niente saggetto?
Bretella - E va bene, niente saggetto. Ma voglio una bella partita.
Cosimo - Sarà troppo spaziale, prof!

FINE (e a buon prò)

(musica finale, saluti al pubblico)