BAR-A-ONDE
DUE ATTI DI
ETTORE IMPARATO
PERSONAGGI:
- UGO ………………..Il barista
- LIONELLO.………...Agente ripristino comunicazioni
- CAMILLO…………..Un avventore occasionale
- LEONARDO………..L’uomo che parla con lo strumento
- INES…………………La cameriera
- ZAIRA……………….La prostituta
- ALESSANDRO……..Un cliente assiduo
- GUIDO………………Lo strillone (l’uomo pubblicità)
- Il COMMISSARIO
L’interno di un bar.
L’arredamento è alquanto particolare; in un angolo del locale è stata ricavata
una piccola veranda nella quale c’è il tronco di un albero centenario (una volta
all’esterno del locale), come fosse una grande scultura.
Si notano numerosi giornali accatastati qua e là, mentre su un piedistallo, al
centro della parete di fondo, fa bella mostra una grande radio. In un angolo c’è
un televisore, privo dello schermo interno, che sembra essere un elemento di
arredamento.
In un angolo ci sono degli strumenti musicali che fanno presupporre che nel
locale si suoni dal vivo.
La scena si apre con il locale in penombra; un fascio di luce illumina l’angolo
dove c’è il tronco d’albero. Seduto ad un tavolino, ai piedi del tronco, il
proprietario del bar (Ugo) pensieroso, con la testa tra le mani e i gomiti sul
tavolino.
L’uomo guarda verso l’alto e si tocca la testa come se gli fosse caduto qualcosa
sul capo
BUIO TOTALE PER QUALCHE ISTANTE
La scena si illumina nuovamente. Non ci sono clienti nel locale.
Ugo è dietro al bancone, mentre Ines (la cameriera) sta mettendo a posto i
tavoli.
UGO: Ti sei ricordata di ordinare la birra?
INES: (scortese) No! E poi... non ci doveva pensare Alessandro?
UGO: (perde la pazienza) Certo! Se, però, ad Alessandro non glielo dice
nessuno... Non è certo un fulmine di guerra... Ci mette un giorno intero solo
per andare a fare l’ordine... Te lo vuoi mettere in testa che non è più come
prima? Non possiamo aspettare l’ultimo momento.
Entra Alessandro. Durante tutta la commedia, Alessandro, di tanto in tanto, si
posiziona dietro lo schermo vuoto della televisione, sia per ascoltare che per
pronunciare alcune delle sue battute. Quando è dietro lo schermo, risulta sicuro
di sé, al limite dell’arroganza, quando agisce normalmente è impacciato e
“ripetitivo”.
INES: Ricordati di andare ad ordinare le birre!
ALESSANDRO: Sì... sì... Non ci crederete... ma ho preso una multa...
UGO: É impossibile... di questi tempi...
ALESSANDRO: Un vigile mi ha fermato perché camminavo sul marciapiede di
sinistra... dice che andavo contromano...
INES: Dovranno pur racimolare un po’ di soldi, visto che con gli automobilisti
non si batte più chiodo...
ALESSANDRO: Comunque c’è in giro un sacco di gente strana... A proposito,
dobbiamo stare attenti. Ho incontrato un tipo che mi ha mostrato la “sua”
fotografia... avrebbe pagato qualsiasi cifra se gli avessi dato qualche
informazione per rintracciarlo...
Ugo guarda dalla finestra per assicurarsi che non entri nessuno.
UGO: (con fare cospiratorio) Mi raccomando, non vi tradite! Probabilmente verrà
molta gente a fare delle domande… Pensate prima di rispondere! Ne va della
nostra sicurezza.
Ugo va verso un attaccapanni e indica un impermeabile molto vistoso (per colore
o per foggia)
UGO: Ti ho detto di farlo sparire, questo.
INES: (distrattamente) Ma sì… sì…
ALESSANDRO: É stata colpa mia: Ines mi aveva detto di farlo sparire, ma me ne
sono dimenticato.
Alessandro si guarda bene dal portar via l’impermeabile, Ines continua nel suo
lavoro lasciando l’impermeabile al suo posto, mentre Ugo, come incantato, si
lascia andare ad una riflessione.
UGO: Tutto sommato mi piace, una situazione come questa… É come essere tornati
un po’ bambini. Ci si accontentava di poco, allora.
INES: Sarà, ma a me sembra tutto così noioso. Io sono cresciuta con la
televisione, i computer e tutte le altre comodità…
UGO: (con commiserazione) …E si vede...
ALESSANDRO: Non ditelo a me: la televisione è stata la mia rovina...
Entra Zaira, una donna alquanto “vistosa”.
ZAIRA: (come uno scioglilingua) Buongiorno, buonasera, buonanotte a tutti. Non
riesco più a capire se è giorno o notte; non faccio altro che lavorare; su e giù
dal letto. Fatemi riposare! Almeno per cinque minuti non voglio stare in
posizione orizzontale. Da quando è cominciata tutta questa “rivoluzione”, sembra
che l’unico passatempo degli uomini sia la Zaira! Va bene che il mestiere più
antico del mondo non conosce crisi, ma un po’ di tregua... per piacere...
INES: Sei d’accordo con me che era meglio prima?
ZAIRA: Cosa vuoi che ti dica…? Era diverso… e poi non mi sembra il caso di
tirare in ballo ancora la storia del “si stava meglio quando si stava peggio”…
Entra un ragazzo (Guido). Accenna goffamente qualche passo di danza,
canticchiando un ritornello pubblicitario.
GUIDO: Comprate, comprate Giulivo il miglior detersivo, Giulivo, Giulivo,
Giulivo…
Il ragazzo esce tra l’indifferenza di Ines e Zaira, mentre Ugo scuote la testa,
perplesso.
UGO: Io, a questo cretino che fa avanti e indietro cinquanta volte al giorno,
non ci ho fatto ancora l’abitudine...
ZAIRA: Sapete perché ho tanti clienti? Non sono mica più brava di altre, né
conosco strane posizioni... É che gli uomini sono sempre dei bambini: io li
chiamo tutti “cicciolino” e ognuno di loro crede di essere l’unico ad avere
questa confidenza con me...
ALESSANDRO: La sapete l’ultima?
UGO: Scommetto che ti sei messo in mente di concludere chissà quale grande
affare...
ALESSANDRO: Per quelli c’è sempre tempo! Prima o poi il mio botto lo farò...
vedrete... Pare che anche per i giornali ci siano le ore contate...
UGO: Era prevedibile... Da quando i quotidiani sono diventati settimanali, poi
quattordicinali, poi mensili...
INES: Non ne sentirò certo la mancanza...
UGO: Certo! Le uniche cose che leggi sono le etichette delle bottiglie che servi
a tavola...
INES: (tra sé e sé) Caprone!
ZAIRA: Smettetela di beccarvi continuamente, voi due! Zaira si alza e va sedersi
sotto l’albero.
ALESSANDRO: Si sta verificando quello che tutti temevano... Non capisco perché
devo rimetterci solo io... Non sono stato così stupido, dopotutto...
UGO: Tanto furbo, nemmeno! Se non avessi venduto il calzaturificio che tuo padre
ti aveva lasciato, saresti miliardario... proprio adesso che la gente cammina
come non mai...
ALESSANDRO: Lo sai che possedere una rete televisiva è sempre stato il mio
sogno... Come potevo lasciarmi sfuggire un’occasione così: rilevare le quote di
maggioranza della “Televisioni Indipendenti” per un quarto del loro valore.
UGO: E non ti ha sfiorato il sospetto che dietro un simile affare ci fosse
qualcosa di “poco chiaro”...? Il tuo fiuto per gli affari ti farà aprire un
cappellificio il giorno in cui gli uomini nasceranno senza testa...
ALESSANDRO: Che spiritoso!
INES: (falso rimprovero) Hai messo nei guai anche me! Già pensavo che mi avresti
fatto diventare una grande soubrette...
ALESSANDRO: (dietro lo schermo) Non farò il vostro garzone / factotum per
sempre.
UGO: (ironico)Te lo auguro! Non voglio sfruttare le tue “doti” di manager per
andare ad ordinare casse di birra o per svuotare i cassonetti della
spazzatura...
Il locale piomba nel buio. Zaira, illuminata da un cono di luce, si lascia
andare ad una riflessione.
ZAIRA: La mia vita è stata come un viaggio su un treno: conosci tanta gente, a
volte stringi amicizie che sembra debbano durare in eterno, ma quando scendi dal
treno ti ritrovi sola come prima... più di prima...
La luce si riaccende. Zaira si alza e va verso il tavolo dove era seduta prima.
ZAIRA: Adesso basta, se trovo qualcuno che mi porta via da questa…
(sospira)...
…Ma perché è così difficile trovare l’uomo giusto… e sì che ne ho incontrati
tanti…
Entra un avventore (Camillo): ha una valigetta porta documenti piuttosto
vistosa. Zaira squadra l’uomo da capo a piedi e si ricompone. Ines e Ugo si
guardano preoccupati. L’uomo, stancamente, va a sedersi ad un tavolino. Ines gli
si avvicina.
INES: Cosa le porto?
CAMILLO: Birra!
Ugo guarda Ines a mo’ di rimprovero.
CAMILLO: No, è meglio una bibita, una qualunque, purché fresca…
UGO: Certo che con questo caldo, per voi della polizia, è un lavoraccio… Perché
lei è della polizia, vero?
ALESSANDRO: Vero?
CAMILLO: (distrattamente) No, no…
Ugo e Ines tirano un vistoso sospiro di sollievo. Zaira si siede al tavolo di
Camillo.
ZAIRA: Permette? Zaira Bandini.
CAMILLO: Certo! Si accomodi. Camillo Camillucci.
ZAIRA: (adulando) Che bel nome! Deve essere di origini nobili…
ALESSANDRO: Nobili, nobili...
CAMILLO: In effetti, tra i miei avi…
UGO: (verso il pubblico) Questo ragazzo non lo capisco! A volte sembra tanto
normale, poi diventa quasi un ebete che ripete tutto come un pappagallo...
ALESSANDRO: Pappagallo...
ZAIRA: Ma lei di cosa si occupa?
Ines e Ugo tendono l’orecchio.
CAMILLO: Sono un agente, un agente di collegamento…
ZAIRA: (entusiasta) Che bello! Una di quelle nuove professioni!Chissà quanto
viaggia, quanta gente incontra!
ALESSANDRO: Quanta gente... quanta... gente...
CAMILLO: Quanta stanchezza! É un mese che non torno a casa; sempre su e giù,
avanti e indietro…
ZAIRA: A chi lo dice!
CAMILLO: Prego?
ZAIRA: No, dicevo, deve essere molto faticoso, anche se, ormai, dovremmo averci
fatto tutti l’abitudine a questo nuovo modo di vivere.
INES: Io non mi abituerò mai…
UGO: Smettila di brontolare!
Ines serve da bere a Camillo che guarda con interesse il locale.
CAMILLO: (guarda il tronco) Che strano… quel tronco all’interno di un locale!
UGO: É il mio orgoglio! Questo locale una volta era la cascina dei miei nonni e
quell’albero… era fuori. Quando è stato abbattuto da un fulmine, non me la sono
sentito di buttarlo via e ho conservato il tronco. Sotto quell’albero mio nonno
non solo si riposava, ma diceva che quando aveva un problema quei rami gli
suggerivano la soluzione, facendogli cadere dolcemente una foglia sulla testa.
(con un sorriso nostalgico) Mi ricordo che diceva di aver deciso di sposare
nonna Lidia dopo una notte passata ai piedi di quell’albero... A volte, quando
sono seduto lì sotto, mi sembra di sentire una foglia che cade sulla mia testa…
INES: É l’intonaco del soffitto che si sta scrostando…
UGO: Il tuo cervello si sta scrostando! Piuttosto, prepara lo champagne, tra
poco arriva Leonardo…
(ad Alessandro)
…Vai tu a prenderlo?
ALESSANDRO: A prenderlo... a prenderlo... Vado adesso così passo ad ordinare le
birre.
CAMILLO: (sarcastico) Meno male che c’è qualcuno che ha ancora voglia di
festeggiare… (riferendosi ad Alessandro)... Anche se qualcuno non c’è più con la
testa.
Alessandro esce.
UGO: Alessandro? No, povero diavolo. Dopo tutto quello che gli è capitato ha
perso fiducia in sé stesso. Ha bisogno sempre di conferme e di appoggiarsi a
qualcuno.
INES: Da quando ha perso tutto con quella televisione, non è più lui...
CAMILLO: In effetti... uno che parla attraverso un televisore “svuotato” non mi
pare molto normale... E poi... per un televisore!
ZAIRA: Televisione intesa come “rete televisiva”, non come apparecchio TV...
CAMILLO: Allora! Ha tutte le ragioni, povero Cristo. É come se si fosse messo a
fabbricare cappelli e...
TUTTI IN CORO: ...La gente nascesse senza testa...
CAMILLO: (un po’ sorpreso) Appunto!
ZAIRA: ...E se avesse aperto una fabbrica di preservativi, come sarebbero nati
gli uomini...?
UGO: (imbarazzato) Ehm... insomma un’occasione particolare!
ZAIRA: Aspettiamo un amico che è stato “via” per un anno.
CAMILLO: Ospite delle patrie galere?
ZAIRA: Ma no, povero cicciolino!
CAMILLO: Chi è cicciolino?
ZAIRA: Niente, niente... ...ehm... è il mio cane, mi sono ricordata che oggi non
l’ho ancora portato fuori...
UGO: (tiene il gioco a Zaira) Dovrebbe vederlo, Cicciolino, è un bellissimo…
Ines cerca di essere d’aiuto e contemporaneamente a Ugo dice il nome di una
razza completamente diversa. Ugo e Ines dicono la battuta che segue
contemporaneamente.
UGO: …Bassotto…!
INES: Dobermann!
UGO: ...É un bassotto così feroce, da sembrare un dobermann...
ZAIRA: Davvero ferocissimo... (pausa) ...dicevo che Leonardo ha avuto un brutto
incidente. É stato quasi un anno in coma e oggi, finalmente torna tra noi…
UGO: Solo che non gli hanno detto ancora niente.
CAMILLO: (sorpreso) Cosa! Volete dire che non sa che in un anno il mondo è stato
praticamente rovesciato come un calzino?
UGO: Esattamente!
Entra Guido intonando un ritornello.
GUIDO: La vita è bella, è più bella se berrai il latte Stella... Stella...
Stella...
CAMILLO: Quindi non sa nulla di tutta questa… “rivoluzione”?
UGO: É proprio questo che ci preoccupa. Vorremmo dargli la notizia un po’ per
volta. In ospedale ci hanno detto che un’emozione troppo forte potrebbe essere
pericolosa…
INES: Leonardo, comunque, è sempre stato un tipo un po’ strano. Non ho mai
capito quella mania che gli era venuta prima dell’incidente, di parlare con il
suo sassofono…
CAMILLO: Non deve aver avuto tutte le rotelle a posto, se parlava con uno
strumento…
ZAIRA: No, non parlava con lo strumento, ma attraverso lo strumento…
UGO: Un momento, un momento… Non è poi così complicato. Leonardo, e secondo me
non ha tutti i torti, aveva deciso che non valeva più la pena…
(con enfasi)
…di comunicare a parole in un mondo in cui i mezzi di comunicazione hanno
manipolato le parole e l’informazione e così aveva deciso di “parlare” con la
musica.
CAMILLO: Spero per lui che gli abbiano rimesso a posto anche il cervello.
Si apre la porta del locale ed entra un uomo (il commissario). Il commissario
non si dichiara subito. Il locale piomba nel silenzio e tutti guardano con
diffidenza il nuovo arrivato. Dopo un momento di imbarazzo, Ugo rompe il
ghiaccio.
UGO: ...Anche lei è un agente di collegamento?
COMMISSARIO: No! Mi occupo di ricerche...
ZAIRA: (sorpresa) Uno scienziato?
COMMISSARIO: Qualcosa del genere...
INES: (con enfasi) Sono sempre stata attratta dagli scienziati...
COMMISSARIO: Non sono uno scienziato...
INES: (come se non avesse sentito)... Sempre chiusi nel loro laboratorio a
studiare... studiare... e poi ancora... studiare...
COMMISSARIO: Non sono uno scienziato!
INES: (continua)... Per scoprire qualcosa che possa aiutare l’umanità...
COMMISSARIO: Non sono uno scienziato!
INES: (continua)... A vivere meglio...
TUTTI IN CORO: Non é uno scienziato!!!
INES: ...Ammiro sinceramente gli scienziati come lei...!
Il commissario mostra a Ugo una tessera di riconoscimento.
COMMISSARIO: (deciso) Commissario Romano! É lei il titolare?
UGO: Agli ordini… Palmisi… Ugo Palmisi.
Zaira, con evidente imbarazzo si alza e guadagna l’uscita.
ZAIRA: Io devo andare. (a Camillo) Spero di rivederla.
CAMILLO: Penso di trattenermi fino a sera.
Zaira esce sotto lo sguardo perplesso del commissario che sembra cercare di
ricordarsi dove ha visto la donna.
COMMISSARIO: (a Zaira) Dove ci siamo già visti?
ZAIRA: Non mi sembra di conoscerla, si confonderà con qualcun’altra.
COMMISSARIO: Monte... Monte... Montecarlo, estate ’85.
ZAIRA: (uscendo) Mai stata in montagna…
COMMISSARIO: (tra sé e sé) Mah! (pausa, poi rivolto a Ugo) Lionello…Lionello De
Antonellis. Lo conosce, vero?
UGO: Certo! Oltre ad essere un cliente assiduo, è un amico.
COMMISSARIO: Già… già… Quindi se è un amico, oltre che un cliente assiduo,
saprete che è scomparso…
INES: (sorpresa) Come scomparso?
UGO: L’ho visto pochi giorni fa…
COMMISSARIO: Una settimana, da una settimana non si hanno più sue notizie… e
l’ultima volta è stato visto in questo locale... Da quanto tempo vi conoscete?
UGO: Mah... praticamente da sempre... Abbiamo fatto le scuole insieme, poi il
militare...
COMMISSARIO: Un tipo forte, carismatico... scommetto...
INES: Mi scusi se mi intrometto: io lo conoscevo da poco, ma non mi sembrava
proprio un tipo molto brillante...
COMMISSARIO: “Lo conoscevo”, “non mi sembrava”... Perché ha parlato al passato?
INES: Mah... così...
UGO: La Ines non è stata mai troppo brava con grammatica, sintassi e tutta
quella roba lì... Comunque ha ragione! Io al Lionello volevo... cioè, voglio
bene come a un fratello, però non lo definirei proprio un tipo molto sveglio
anzi, senza offesa per nessuno, direi che era, cioè... accidenti ai verbi... che
è un tipo mediocre...
INES: Certo, mediocre... anzi, più che mediocre...
COMMISSARIO: Un tipo mediocre che ha raggiunto una posizione di estrema
importanza.
UGO: Ma chi, Lionello?
(in tono confidenziale)
...Guardi che il Lionello ha finito le scuole per grazia di Dio e... del
sottoscritto. Se agli esami di maturità non avesse copiato da me, sarebbe ancora
seduto su quel banco...
COMMISSARIO: Con i computer ci sapeva fare, però...
Entra Guido cantando un altro ritornello. Tutti tacciono.
GUIDO: ...Se vuoi finire un pranzo da Re, mangia il budino di nonna Nenè...
Riprendono il discorso come se nulla fosse successo.
UGO: Lionello ha sempre ciondolato su e giù in questo bar, senza sapere cosa
fare della propria vita... Un giorno gli ho consigliato di seguire un corso per
corrispondenza di informatica ed è così che è diventato un “esperto” di
computer...
COMMISSARIO: E ci è riuscito piuttosto bene... Ci sono persone che sembrano
estremamente ottuse per certe cose, ma hanno una mente che riesce ad elaborare
operazioni meccaniche e ripetitive che per altri, al contrario, sarebbero
impensabili... Una persona del genere che “da quasi tonto” diventa “quasi genio”
potrebbe creare gelosie e invidie…
(con enfasi)
…anche tra gli amici più fraterni...
UGO: Un momento, signor commissario, non crederà che…
COMMISSARIO: Io non credo niente, mi attengo solamente ai fatti; e i fatti
dicono anche che il De Antonellis le ha prestato dei soldi, e non pochi, per
ristrutturare il locale.
UGO: Senta, commissario, il mio è un locale di successo, per fortuna non ho
bisogno di aiuti...
COMMISSARIO: (guardandosi attorno) Non mi sembra che il suo locale “di successo”
sia molto frequentato...
UGO: Il mio locale “di successo” si anima di sera…
(indica gli strumenti)
... Facciamo anche musica dal vivo, ogni tanto...
CAMILLO: Lei non ha il diritto di accusare una persona senza un minimo di prove.
Il commissario si dirige verso l’attaccapanni.
COMMISSARIO: Bello questo soprabito. Originale e, soprattutto, vistoso. Non
credo che ci sia molta gente che abbia il “fegato” di indossare un capo del
genere. Forse il De Antonellis l’avrebbe portato…
(facendo finta di pensare)
… anzi, mi pare che sia stato visto proprio con qualcosa del genere. (a Camillo,
ironico) Ma lei chi è e dove si trovava una settimana fa, verso le diciannove e
trenta?
CAMILLO: Camillucci… Camillo Camillucci…
COMMISSARIO: Nobile?
CAMILLO: Quasi! Sono agente di collegamento e una settimana fa ero almeno a
mille chilometri di distanza da questa città.
COMMISSARIO: Sarà facile controllare
CAMILLO: (sicuro) Controlli pure… non ho nulla da temere!
Il commissario si dirige verso l’uscita e prende il soprabito.
COMMISSARIO: Ci rivedremo presto. Questo lo prendo io! La scientifica ci saprà
dire molte cose.
Il commissario esce. Camillo si alza e va verso il bancone.
CAMILLO: Non ho mai potuto sopportare l’arroganza di certe persone…
(pausa)
… Non per farmi i fatti vostri, ma cosa avete combinato?
INES: Niente, lo sappiamo benissimo che Lionello è una persona importante.
Lavora per la SRC e sembra che sia l’unico ad aver trovato il modo per
ripristinare…
Ugo cambia bruscamente discorso e versa da bere a Camillo.
UGO: Questo lo offre la casa. Vogliamo che i clienti tornino a trovarci.
Entra nuovamente Zaira guardandosi attorno.
ZAIRA: Che antipatico! Certa gente che ti guarda dall’alto in basso non la posso
soffrire...
(a Camillo)
…Sono contenta di trovarla ancora qui. Temevo che non l’avrei più rivista. Con
il lavoro che fa lei, chissà quando sarebbe capitato di nuovo da queste parti.
CAMILLO: (galante) L’avrei cercata dappertutto.
UGO: (a Camillo) Scusi la domanda, ma lei si trova bene in questa nuova
situazione?
Camillo va verso la finestra (o porta d’ingresso), guarda sospettoso verso
l’esterno, e torna al bancone. Zaira e Ines si avvicinano per ascoltare.
CAMILLO: (con fare cospiratorio) Detto tra noi, io non tornerei indietro per
tutto l’oro del mondo e, se fossi stato capace, l’avrei creato io tutto questo
casino... e molto tempo prima...
UGO: Ma allora sei dei nostri! Permetti che ci diamo tutti del tu, vero?
ZAIRA: (civetta) Lo sapevo che con quegli occhi non poteva che essere dei
nostri.
CAMILLO: Di questi tempi bisogna stare attenti a come si parla; si fa in fretta
ad essere presi per dei sabotatori.
Camillo indica la radio che è sul piedistallo.
CAMILLO: Come mai tenete ancora quella radio?
UGO: In un certo senso per scaramanzia. É sempre accesa. Ci serve per
controllare quando, e se, il ripristino avverrà.
CAMILLO: Sicuramente ci sono degli inconvenienti... ma non vi sembra tutto più
umano... Per esempio: siamo qui in un bar, ci conosciamo da pochi minuti e...
parliamo... parliamo! La stessa cosa, un anno fa, sarebbe stata diversa; ognuno
al suo tavolo con la testa fissa sul proprio bicchiere, assordati da musica o,
nel peggiore dei casi, ipnotizzati da quei video clip che alcuni proiettano
ininterrottamente... Non si subisce più... si agisce!
INES: Ho passato cinque anni senza sapere se il mio vicino di casa era uomo o
donna. Nell’ultimo anno ho saputo che si chiama Luigi, quante volte è stato
fidanzato, che si stava per sposare, poi si è lasciato, ma ora, forse, ci
riprovano. Conosco tutti i suoi gusti, i suoi hobby, le intolleranze alimentari,
quanti denti ha incapsulato, le manie ossessive ed alcune turbe psichiche e,
come lui, conosco tutti gli inquilini del palazzo...
UGO: Come al solito, non conosci le mezze misure.
ZAIRA: Con me hanno sempre parlato tutti...
CAMILLO: Si vede subito che lei mette la gente a proprio agio.
ZAIRA: Le persone, con me, si sentono rilassate come sul letto... cioè sul
“lettino” dello psicanalista...
CAMILLO: L’ammiro, veramente! É una dote non comune...
I presenti si guardano con imbarazzo, poi Ines rompe il ghiaccio.
INES: Quello che più mi manca è la televisione. Avrei potuto avere una grande
carriera…
UGO: Se credi che essere stata una ballerina di fila per uno di quei noiosissimi
varietà, che per fortuna non vediamo più, voglia dire aver perso l’opportunità
di una grande carriera, ti sbagli di grosso…
Ines alza le spalle in segno di indifferenza. Entra Leonardo (con il sassofono)
in compagnia di Alessandro.
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (traduce) Leonardo dice: “Buongiorno a tutti”.
Ines, Zaira e Ugo gli corrono incontro a Leonardo e lo abbracciano.
INES: Finalmente! Quanto ci sei mancato!
UGO: Stai benissimo! Ma non ti aspettavamo così presto! Volevamo farti trovare
festoni, musica…
ZAIRA: Scommetto che è stata colpa di Alessandro.
ALESSANDRO: (ironico) Volevi, forse, che ti telefonassi?
UGO: (imbarazzato, cambia discorso) Venite, venite! Lo champagne è sempre in
fresco!
Leonardo si avvicina a Camillo e suona.
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: Leonardo dice di scusarsi per questo suo modo di comunicare, ma…
CAMILLO: Non preoccupatevi, so già tutto, anzi, spero che si sia ripreso bene.
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: Abbastanza, tra qualche settimana sarà in piena forma.
Leonardo, assistito da Alessandro, va a sedersi ad un tavolino.
Camillo, in disparte parla con Ugo, mentre Ines porta da bere al tavolo di
Leonardo.
CAMILLO: Come fa a tradurre quello che suona? Deve essere un grande musicista!
UGO: No, Alessandro non saprebbe distinguere una nota musicale da una nota spese
o da una “nota” marca di sigarette.
Ugo ride alla sua battuta, mentre Camillo rimane impassibile.
UGO: Capito! “Nota”… “nota spese”… “nota marca”… Va beh…! (tono normale)
…Lui e Leonardo si conoscono da sempre e si capiscono quasi senza parlare.
Leonardo si guarda attorno spaesato. Fissa la radio e i giornali accatastati.
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (con imbarazzo) Leonardo chiede come mai tenete spenta la radio che,
di solito, era sempre accesa, e perché non mettete un po’ a posto tutti quei
giornali.
Ugo si avvicina al tavolo di Leonardo.
UGO: É proprio di questo che volevamo parlarti…
INES: (interrompe Ugo) Ma non hai notato niente di strano in ospedale o venendo
qui…
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO (eventuali suoni che ricordino il traffico)
ALESSANDRO: (traduce) Un gran traffico e un caos che non si ricordava prima.
ZAIRA: E non ti sei chiesto il perché?
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (traduce) Mah… la gente è così strana!
UGO: Senti, Leonardo, è successa una cosa molto importante, poco dopo il tuo
incidente, che ha cambiato la vita di tutti. Noi ci abbiamo messo del tempo per
abituarci. Per te è differente e non vorremmo, viste le tue condizioni, che la
prendessi in malo modo.
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (traduce) Dice che non si meraviglierebbe di niente e che se è
arrivato al punto di comunicare attraverso uno strumento più matto di così non
lo può diventare.
CAMILLO: Permettete? (a Leonardo) Si immagini che dopo il suo anno di “assenza”
lei non si sia svegliato un anno dopo, ma un mese, un anno, forse un secolo
prima, come se avesse fatto un balzo indietro nel tempo; ma questo balzo
indietro nel tempo non l’ha portata fisicamente indietro, ma avanti come se,
però, fosse indietro. Chiaro?
ZAIRA: Che poeta!
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (a Leonardo) No, non credo.
INES: Cos’ha detto?
ALESSANDRO: (indicando Camillo) Chiede se il signore è un politico o qualcosa
del genere.
CAMILLO: No, perché?
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (traduce) Perché non ha capito una parola di quello che ha detto.
CAMILLO: Ma è così chiaro…
Si apre la porta ed entra Guido (il ragazzo pubblicità).
Canta, accennando qualche goffo passo di danza.
GUIDO: Luccichello, Luccichello rende più pulito il tuo fornello...
Guido esce sotto lo sguardo attonito di Leonardo.
LEONARDO: SUONA LO STRUMENTO
ALESSANDRO: (traduce) Ma quello è Guido. Cosa gli è successo? Si è completamente
rimbecillito.
UGO: Bene! Questo ci semplifica le cose. Ti ricordi Guido, vero? Lo hai sempre
conosciuto come un preparato, anche se eccentrico, speaker radiofonico... Ti
assicuro che non è impazzito. E allora, perché avrebbe dovuto comportarsi in una
maniera del genere?
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (traduce) Ha, forse, perso una scommessa?
CAMILLO: Posso farti un esempio? Ti do del tu perché siamo tra amici... Se
volessi farti consegnare una pizza a domicilio, cosa faresti?
LEONARDO: SUONA IL SAX IMITANDO IL TRILLO DEL TELEFONO.
ALESSANDRO: (traduce) Telefonerei ad una pizzeria che fa il servizio a
domicilio!
CAMILLO: Hai centrato il problema. Oggi non puoi più farlo!
LEONARDO: SUONA IL SAX
ALESSANDRO: (traduce) Non posso più ordinare una pizza a domicilio?
CAMILLO: Ma no, non puoi più telefonare!
ZAIRA: Vedi Cicciolino...
Tutti la guardano e lei, imbarazzata, si giustifica.
ZAIRA: (a Camillo) ...Leonardo ha un musino che mi ricorda tanto il mio cane...
(a Leonardo)
...Vedi, Leonardo, io ho sempre usato tanto il telefono...
(a Camillo)...
Per il mio lavoro di pubbliche relazioni, s’intende... Ora non lo posso più
usare... I clienti... cioè... i rapporti... cioè... le relazioni le devo
trattare di persona...
UGO: Oggi, se vuoi sapere le ultime notizie, non puoi più sentire la radio o
vedere un telegiornale. Ci sono solo i giornali... ancora per poco...
INES: (decisa) Ma sì, come la fate lunga! Da un anno a questa parte non
funzionano più telefoni, computer, televisione, radio e quant’altro abbia un
meccanismo elettronico o simile…
Tutti i presenti rimangono impietriti come se dovesse scoppiare una bomba da un
momento all’altro.
LEONARDO: SUONA UNA MUSICA CACOFONICA CHE DIA L’IDEA DI UNA CONFUSIONE MENTALE.
UGO: Lo sapevo che l’avrebbe presa male!
ALESSANDRO: (rassegnato) Ma che male! Sta dicendo che è il giorno più bello
della sua vita, che ha aspettato questo momento da quando sono nate le
televisioni private, da quando i giornali hanno cominciato a pubblicare le
stesse notizie e da quando chi appariva di più in televisione riusciva ad andare
al governo.
LEONARDO: (ad Alessandro) SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: Mi chiedi perché sono così mogio?
Non ti ricordi che proprio un anno fa, prima di questo colossale black out, ho
venduto la mia azienda per comprare quella dannata TV privata?
CAMILLO: Quando si dice avere il fiuto per gli affari!
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (traduce) Chiede come è e da che dipende.
ZAIRA: Me lo ricordo come fosse oggi. Ero al telefono; mi aveva chiamata un
clien…
(guarda Camillo)
…un collega…, dovevamo organizzare una riunione di lavoro, quando non sento più
niente. “Sarà caduta la linea”, ho pensato…
INES: Insomma: da quel momento non più un solo telefono, cellulare e non, ha
funzionato. Quello che è strano è che nessuno riesce, ancor oggi, a capire le
cause.
CAMILLO: Non riesco a capire neppure io che ero nel settore. Sono stato per anni
un tecnico informatico e dovrei capirci qualcosa, ma niente.
C’è chi parla di una tempesta solare di straordinaria intensità che ha messo
fuori uso tutti i sistemi di comunicazione, chi parla di sabotaggio e chi, come
te, di miracolo.
UGO: Sembra che il “virus” si stia estendendo a qualunque oggetto che abbia
un’anima meccanica... Si prospetta un nuovo medioevo...
LEONARDO: (a Camillo) SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (traduce) Avrai perso il tuo lavoro? Cosa fai?
CAMILLO: Sono un agente di collegamento. É un parolone che sembra indicare un
grande mestiere, ma in fondo è come essere un pony express su larga scala: porto
messaggi da un capo all’altro della nazione, a volte anche all’estero, aspetto
le risposte e torno al mittente. Il più in fretta possibile, s’intende.
Ugo si rivolge a Ines come se si fosse ricordato improvvisamente di qualcosa.
UGO: (con uno sguardo d’intesa) Vai a controllare le casse di whisky, domani
passa il rifornitore.
INES: (non capisce l’ammiccamento) Ma se ce le hanno portate l’altro ieri!
UGO: (spazientito) Abbiamo avuto molti clienti in questi ultimi due giorni. Non
ti ricordi?
ZAIRA: (a Ines, capisce l’intesa) Ti accompagno, mi piace un sacco vedere quegli
scaffaloni pieni di bottiglie. Pensa che quando ero piccola, nella fattoria di
mio nonno…
Ines e Zaira escono di scena.
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (traduce) Si vede lontano un miglio che sei innamorato di Ines.
UGO: (duro) Cosa? Io innamorato di quella insopportabile, presuntuosa,
detestabile, arrogante, insolente, petulante… (ammorbidisce il tono) …che, in
alcuni momenti, sa essere comprensiva, disponibile… carina… dolce, affascinante,
sensuale al tal punto che verrebbe voglia di…
LEONARDO: (interrompe Ugo) SUONA IL SASSOFONO
UGO: Cosa ha detto?
ALESSANDRO: Niente! Era solo per non farti scivolare in particolari indecenti.
UGO: No... no...non voglio ricadere nello stesso errore. Mi è bastato avere una
moglie... anche troppo...
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (traduce) Ma è così in tutto il mondo?
CAMILLO: Certo! Non sai quanti interessi e quante battaglie di spionaggio ha
scatenato questa situazione. I più grandi gruppi che controllano televisioni e
quant’altro, stanno cercando a tutti i costi di “ripristinare il sistema”, come
dicono loro.
UGO: Anche perché chi troverà il modo di “ripristinare il sistema” avrà modo
anche di oscurare tutti gli altri. Capito?…
Ugo cammina per il locale e va a porsi davanti alla radio.
UGO: (continua) …Vedi, caro Leonardo, come ben ti ricordavi, questa radio è
sempre stata accesa, e lo è ancora. Quando si ricomincerà a sentire, vorrà dire
che tutto e tornato a posto… (lungo sospiro) …e io, francamente, spero che
questo momento non arrivi, mai.
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (traduce) É impaziente di uscire, di andare tra la gente per vedere
come si vive.
CAMILLO: C’è voluto un po’ di tempo per abituarsi, ma devo dire che non si sta
male, anzi si sta decisamente meglio. All’inizio ci sono stati dei problemi…
ALESSANDRO: I treni erano sempre strapieni. Per fortuna adesso le ferrovie
funzionano. Non ho mai visto una riforma fatta in tempi così brevi, neanche
quando si è trattato di aumentare gli stipendi ai parlamentari, sono stati tanto
veloci!
UGO: Sai da cosa ho capito che le cose stavano cambiando? Dalla disoccupazione:
quasi scomparsa. Capirai tutte le automazioni, puff, sparite in un batter di
ciglia e sostituite con mano d’opera “umana”. Altro che milioni di posti di
lavoro promessi da “quel pifferaio magico”.
LEONARDO: SUONA IL SASSOFONO
ALESSANDRO: (traduce) Adesso che ci pensa, anche lui ha notato qualcosa di
strano, venendo qui: una coda al cinema qui all’angolo, di mattina.
CAMILLO: Io, che viaggio in lungo e largo, mi ricordo di aver notato dei
cambiamenti tra la gente. Prima, ovunque andassi, sembrava di essere nello
stesso posto: i giovani con gli stessi vestiti che parevano uniformi e con lo
stesso taglio di capelli e gli adulti con macchine e vestiti pubblicizzati su
giornali e televisioni.
UGO: A proposito di pubblicità, guarda che Guido non è matto. Il suo è uno di
quei nuovi lavori: una specie di spot pubblicitario vivente; invece di andare in
televisione o per radio, va di locale in locale e rappresenta il suo jingle
pubblicitario.
Ines e Zaira tornano nel locale.
LEONARDO: (balbettando) N… no… non mi… se… sembra ve… vero.
ALESSANDRO: (soprappensiero, traduce) Ha detto: “N… no… non mi…”
Alessandro si interrompe bruscamente, come tutti i presenti che restano
impietriti.
TUTTI INSIEME: Ma, allora, parli!?!?!?!
SECONDO ATTO
Come all’inizio del primo atto, la scena è in penombra. Un fascio di luce
illumina l’albero e il tavolino al quale è seduta Ines. Una foglia si stacca e
cade proprio davanti a Ines che la raccoglie e si alza, mentre la scena torna ad
illuminarsi. Ines mette la foglia in una tasca del grembiule e comincia a
spolverare qua e là; è truccata, ha cambiato pettinatura. É più attraente. La
porta del locale si apre ed entrano Alessandro e Leonardo che ha in mano il
sassofono. Leonardo si avvicina ad una parete e appende lo strumento ad un
chiodo.
LEONARDO: (parla normalmente) Questo lo mettiamo qui, ve lo regalo. O meglio, ve
lo do in custodia: non si sa mai! (pausa) Incredibile, stupefacente, non posso
ancora crederci…
ALESSANDRO: Non posso ancora crederci…
LEONARDO: La gente parla, comunica; non si vedono più quelle facce da funerale
che a dirgli buongiorno sembrava gli avessi dato del figlio di buona donna…
ALESSANDRO: Certo, figli di buona donna, di buona donna…
LEONARDO: É tutta la mattina che giro e ti assicuro che non ho visto un solo
lavavetri ai semafori…
ALESSANDRO: Nessun lavavetri ai semafori…
Ines sorride divertita.
LEONARDO: (ad Alessandro) Senti, caro Alessandro…
ALESSANDRO: Caro Alessandro…
LEONARDO: (alzando la voce) …Mettiamo le cose in chiaro…
ALESSANDRO: …In chiaro…
LEONARDO: (deciso) Ti sono enormemente grato per essere stato il mio
“interprete” per tutto questo tempo. Ti giuro che nessuno avrebbe saputo
tradurre la mia musica in parole, come hai fatto tu, ma adesso parlo. Non posso
continuare a sentirmi ripetere le mie parole come un’eco fastidioso. Lo so che
per te è un duro colpo…
ALESSANDRO: Duro colpo, duro colpo…
LEONARDO: (con le mani tra i capelli) Fattene una ragione! Non ho più bisogno di
te! Saremo sempre amici, ma lasciami un po’ respirare. Hai capito?
ALESSANDRO: Hai capito… cioè ho capito… Allora io vado.
LEONARDO: Vai, vai…
ALESSANDRO: Vai, vai… ehm…vado, vado…
Alessandro esce dal locale.
LEONARDO: Ugo non c’è?
INES: (arrabbiata) Quel prepotente ha detto che oggi sarebbe venuto più tardi,
senza dire dove andava…
LEONARDO: Cos’è, una scenata di gelosia? Vuoi dirmi che sei innamorata di Ugo?
INES: Cosa? Io innamorato di quell’insopportabile, presuntuoso, detestabile,
arrogante, insolente, petulante…
(ammorbidisce il tono)
…che, in alcuni momenti, sa essere comprensivo, disponibile… carino… dolce,
affascinante, sensuale al tal punto che verrebbe voglia di…
Ugo entra nel locale; è pensieroso.
INES: (cambia discorso) …Di quella birra non ce n’è più, se vuoi te ne do
un’altra altrettanto buona.
UGO: Si sentono strane voci in giro.
LEONARDO: Cioè?
UGO: Sono voci contrastanti: c’è chi dice che siamo vicini al ripristino della
normalità, altri dicono che il misterioso virus stia contagiando qualsiasi tipo
di congegno meccanico: dalle automobili alle calcolatrici tascabili…
(indica i giornali)
…Anche i giornali sono a rischio; pare che si inceppino tutti i meccanismi di
stampa, anche quelli vecchi che sono stati tirati fuori dalle cantine.
INES: (indica la catasta di giornali) Abbiamo fatto bene a conservare tutti quei
giornali; i clienti avranno voglia di leggere qualunque cosa, anche i giornali
vecchi di un anno...
(pausa)
...É tutto così caotico...
LEONARDO: É solo questione di abitudine. Tra qualche mese nessuno si ricorderà
più come è fatto un telefono cellulare o la tastiera di un computer...
INES: Ieri ho fatto una fila interminabile al supermercato... La storia delle
calcolatrici è vera! Le cassiere devono fare i conti a mano; se trovi quella che
non sa mettere in colonna le cifre, come è capitato a me, rischi di pagare una
scatoletta di tonno come una bottiglia di champagne...
LEONARDO: Ho visto che qualcuno usa i vecchi registratori di cassa.
UGO: Non ce ne sono molti, sono pezzi d’antiquariato...
LEONARDO: Scusate, ma sono così eccitato... Vado a vedere le ultime novità...
Leonardo esce di scena. Ines e Ugo rimangono in silenzio qualche istante.
UGO: (burbero) Cosa hai fatto ai capelli?
INES: Volevo cambiare un po’... Sto forse male...?
UGO: (imbarazzato) No... stai bene... stai bene...
INES: (sorpresa) Cosa sentono le mie orecchie...? Un complimento dall’essere più
burbero e scortese che abbia mai conosciuto...
Ugo, sempre più imbarazzato, passeggia avanti e indietro, va dietro il bancone e
passeggia nuovamente.
UGO: Senti... non so come dirtelo... ma...
(pausa)
...o te lo dico adesso o mai più... Io ti voglio be... ti voglio ben... ti
voglio ben... dire che questo nuovo modo di vivere ha portato grandi cambiamenti
in tutti, anche in me...
INES: Vedo... vedo... mi sembri un timido scolaretto...
UGO: Non prendermi in giro! ...Da quando ho avuto modo di conoscerti meglio, ho
capito che sei molto diversa da come vuoi far credere di essere...
INES: Beh... anche tu, devo dire, non sei quell’orso che vuoi far credere di
essere...
UGO: Penso che potremmo mettere da parte certe incomprensioni...
Ines si avvicina ad Ugo.
INES: (provocante) É quello che ho sempre desiderato...
Zaira e Camillo entrano nel locale in atteggiamento “affettuoso”, ridendo
divertiti.
ZAIRA: Forse disturbiamo...?
Ines e Ugo si ricompongono.
INES: (a Camillo) Pensavamo che fossi già ripartito.
CAMILLO: Un imprevisto! Comunque ne ho approfittato per visitare la vostra bella
città... (guarda Zaira) …con una guida eccezionale.
ZAIRA: Camillo mi stava raccontando di cosa è capitato a suo padre.
CAMILLO: Da non credere! Mio padre è un ex insegnante di matematica, in pensione
da molti anni…
UGO: L’avranno richiamato in servizio! Da quando non funzionano più le
calcolatrici, non si trova un professore che sia capace di insegnare le
divisioni a due cifre…
CAMILLO: Di più, di più. Mio padre ha passato una vita da statale, con uno
stipendio da fame, è andato in pensione con uno stipendio da fame e adesso
guadagna centinaia di milioni…
INES: E come fa?
CAMILLO: Semplice! Quei pochi come lui che sanno fare calcoli, radici quadrate
ed ogni operazione con carta e penna, sono richiestissimi e pagati a peso d’oro
da banche… aziende… C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Entra Alessandro: ha un paio di occhiali la cui montatura “quadrata” ricorda due
schermi televisivi. É sicuro di sé, quasi arrogante. I presenti lo fissano con
curiosità.
INES: (ironica) Hai deciso di passare inosservato...
UGO: Non hai sempre detto di avere la vista di un falco...?
ALESSANDRO: (mostra gli occhiali) Infatti! É solo la montatura, non ci sono le
lenti...
CAMILLO: E allora perché li porti?
ALESSANDRO: Questa “barriera” mi da sicurezza... É come vedere la realtà
filtrata... essere spettatore della vita... e, in qualche modo, manipolarne gli
avvenimenti...
ZAIRA: Il “guardone” si è costruito la sua televisione personale...!
ALESSANDRO: Avete un bel dire, voi! Stiamo piombando in un caos inimmaginabile.
Non so se riuscirò a stare dalla vostra parte ancora per molto.
CAMILLO: Quale parte?
UGO: Niente... niente... Alessandro è un po’ esaurito...
ZAIRA: Avanti, ragazzi! Camillo è una persona fidata, ormai è un amico... è dei
nostri...
UGO: Vedi, Camillo... Ieri, con il commissario, ti sarà sembrato che sono un po’
una carogna nei confronti del mio amico Lionello...
CAMILLO: Una carogna no, però non così amico come dici di essere...
INES: Ugo e Lionello sono veramente amici...
ZAIRA: ...E non è assolutamente vero che Lionello sia un tonto...
CAMILLO: E allora perché lo fate passare per un mezzo demente...
UGO: Lionello è veramente un genio e il commissario ci è andato molto vicino con
le sue supposizioni...
CAMILLO: L’avete ucciso...?
ZAIRA: Ma no, sciocchino! Pensi che potremo essere capaci di un’azione così
tremenda...?
INES: Lionello ha veramente trovato il modo di ripristinare tutte le
comunicazioni...
ALESSANDRO: Io penso che sarebbe meglio renderla pubblica questa scoperta...
potremmo guadagnarci tutti... E poi, guardatevi in giro; non se ne può più...
UGO: Sei sempre stato d’accordo anche tu nel tenere nascosta la notizia...
Perché vuoi farcia indietro proprio adesso?
ALESSANDRO: Diciamoci la verità! Ci ha fatto sentire un po’ degli Dei il fatto
di poter disporre della soluzione e tenerla nascosta a tutti... Qualcun altro ci
arriverà, prima o poi. Si tratta solo di anticipare a nostro favore i tempi...
Perché dobbiamo perdere questa occasione...?
INES: Anch’io sono stata sul punto di mollare, ma è meglio così, credimi!
CAMILLO: Io viaggio molto e vi posso assicurare che i disagi sono molti...
Mentre all’inizio sembrava tutto una piacevole novità, adesso siamo quasi
sull’orlo di una catastrofe... Anch’io, però, credo che una “purga” del genere
sia salutare...
ALESSANDRO: Per carità! Guardate Leonardo: per lui è una novità, ma, tra non
molto, anche lui cambierà idea...
ZAIRA: Figurati! Se è stato proprio lui il primo a tagliare i ponti con la
tecnologia.
UGO: Ma guardati bene intorno! La gente ha persino ripreso a scriversi...
Lettere... cartoline...
ALESSANDRO: E l’utilità di tutto questo casino è che la gente possa scriversi
quattro cazzate...! Sta andando tutto a puttane, non esiste più economia...
stiamo tornando al medioevo... E gli ospedali? La gente muore perché le
apparecchiature non funzionano più... Ma la cosa più importante qual è? (con
enfasi) ...Che la gente abbia ricominciato a intrattenere relazioni
epistolari...
INES: No, Alessandro, non succederà niente di tutto questo...
ALESSANDRO: Ma per piacere...!
CAMILLO: Ma dov’è finito Lionello...?
UGO: É qui sotto... in cantina... e non vuole saperne di uscire...
ZAIRA: Ha paura che gli rubino la formula.
CAMILLO: Perché non la distrugge?
UGO: Potrebbe sempre essere utile, un giorno. Non se ne separa mai. La tiene
racchiusa in un medaglione che tiene sempre al collo...
ALESSANDRO: Secondo me, non c’è più con la testa. Ieri, quando gli ho portato da
mangiare, ha passato tutto il tempo con la mano sul petto per paura di perdere
la sua formula... Pensateci bene a quello che vi ho detto... É matto!
Alessandro esce mentre sta entrando Guido.
GUIDO: (ritornello) ...Matto, matto... sono matto, matto, matto per il cibo del
mio gatto... Gattosan è il cibo per il tuo gatto che mangeresti anche tu...
...Matto... matto...sono matto, matto, matto...
Entra il commissario che incrocia Guido che esce.
COMMISSARIO: (fissa Guido) ...L’ho sempre sospettato... (pausa) ...Sempre le
solite facce. Non vanno molto bene gli affari, forse?
UGO: Le ho già detto che il mio locale è frequentato maggiormente di sera...
Queste “solite facce” sono amici.
COMMISSARIO: Allora, visto che questa e un’ora piuttosto “morta”, perché non vi
sedete? Vorrei farvi qualche domanda.
Il commissario fissa Zaira come per ricordarsi se conosce quella donna.
COMMISSARIO: Taormina, estate ‘91…
Zaira fa semplicemente cenno di no col capo, mentre il commissario si aggira tra
i tavoli dove si sono seduti tutti i presenti.
COMMISSARIO: (sarcastico) ...Sa, signor Ugo, permette che la chiami
confidenzialmente per nome, vero, quando si parla della polizia scientifica si
pensa ad analisi sofisticatissime con apparecchiature altrettanto sofisticate,
peraltro quasi tutte fuori uso in questo periodo... anzi, adesso che ci penso,
lei, forse, confidava proprio in questo: “con tutti quei macchinari in tilt, non
riusciranno ad analizzare neppure il tessuto di quell’impermeabile”.
Probabilmente sarebbe stato così, ma...
(estrae una tessera dalla tasca)
...poi capita che, frugando semplicemente in una tasca di quell’impermeabile, si
trovi la patente del proprietario dell’impermeabile stesso... (legge)
...”Lionello De Antonellis” ...Lei è nei guai... (guarda negli occhi i presenti)
...O, forse, dovrei dire... siete nei guai...
Entra Guido, il “ragazzo pubblicità” e canta un ritornello pubblicitario.
GUIDO: Se sei nei guai, guai, guai, dal mago Oronzo aiuto avrai... ai.... ai...
COMMISSARIO: (urlando) Fuori!
GUIDO: (esce, sfumando) Ai... ai... ai...
CAMILLO: Gliel’ho già detto: è la prima volta che capito in questa città...
COMMISSARIO: ...Ed io la trovo sempre in questo locale. Strano, mi sembra che ci
siano posti più interessanti da visitare, per un “forestiero”...
Entra Leonardo.
LEONARDO: Che facce! Cosa succede?
INES: Il commissario sta facendo delle indagini sulla scomparsa di Lionello...
Te lo ricordi Lionello, vero?
LEONARDO: Certo, ma non sapevo che fosse scomparso...
COMMISSARIO: Lei farebbe bene a dirmi dove si trovava la sera della scomparsa
del De Antonellis.
LEONARDO: No, guardi, io proprio non c’entro. Sono da poco uscito dall’ospedale,
può controllare...
COMMISSARIO: Stia tranquillo che controllerò.
INES: Scusi, commissario, io Lionello lo conosco da anni e capita spesso che, di
punto in bianco, prende e se ne va via per qualche giorno senza dire niente a
nessuno.
UGO: In ogni caso, lei non mi può accusare per un soprabito trovato nel mio
locale...
Sa quanta gente, dopo una serata passata qui, quando è uscita si è
dimenticata... la moglie...
COMMISSARIO: C’è poco da fare lo spiritoso... Vi ricordate, vero, che lavoro fa,
o forse dovrei dire “faceva”, il vostro amico?
UGO: Certo! É un programmatore di computer. Mi sembra logico che ora che quelle
macchine sono considerate poco più che ferraglia, abbia deciso di prendersi un
po’ di riposo, prima di cercarsi un nuovo lavoro...
COMMISSARIO: Riordiniamo un po’ le idee. Il De Antonellis non era un semplice
programmatore e non aveva bisogno di cercarsi un nuovo lavoro.
LEONARDO: Non mi risulta che un programmatore possa permettersi di vivere di
rendita.
COMMISSARIO: Certo che non può! Il De Antonellis era molto di più di un semplice
tecnico: era uno dei più importanti ARC.
LEONARDO: Un architetto...?
COMMISSARIO: Divertente! A Erre C: Agente Ripristino Comunicazioni..
CAMILLO: Sono quegli idioti, pagati dalle più grandi lobbies della comunicazione
e dell’informatica, disposte a tutto pur di avere il monopolio della nuova
informazione.
COMMISSARIO: É abbastanza facile capire come chi troverà il modo di annullare
questo black out mondiale si troverà in una posizione molto privilegiata se non
addirittura di assoluto dominio.
ZAIRA: E lei mi vuol dire che uno come Lionello, bravo ragazzo s’intende, ma non
un genio, da come lo conosco io, è uno dei più importanti Agenti di
Ripristino...
COMMISSARIO: Non solo, ma sembra che abbia trovato il modo per far funzionare
nuovamente qualunque tipo di congegno elettronico o meccanico.
UGO: Ma per piacere! Lo sappiamo tutti che ci vorranno anni solo per capire che
cosa ha causato tutto questo... questo... caos. Figuriamoci per trovare il
rimedio... E poi: siamo sicuri che la gente abbia voglia di tornare ad essere
bombardata e manipolata dai media... Guardatevi attorno; non ho mai visto
cinema, teatri e locali in genere pieni come di questi tempi. La gente si parla,
non si guarda più in cagnesco per un nonnulla... si vive... si respira.
I presenti si guardano l’un l’altro con espressioni che sembrano condividere
quanto detto da Ugo.
COMMISSARIO: (dopo una pausa) É questo il tassello che mi mancava per avere
ulteriori sospetti su di voi. C’è gente, come voi, che boicotta il Ripristino,
pronta ad eliminare chiunque si avvicini alla soluzione del problema...
INES: (furiosa) Ma che cazz... (si ricompone) ...Ma che caso strano potrebbe
averci spinto a compiere un’azione del genere?
COMMISSARIO: Non sono ancora sicuro del movente, ma le cose potrebbero essere
andate così... La scena rimane illuminata nella metà che comprende il bancone,
mentre nella parte buia il commissario racconta come, secondo lui, si sono
svolti i fatti.
Ugo, Ines, Lionello e Zaira agiscono come in una sorta di flash back, guidati
dalle parole del commissario che “doppia” le battute dei presenti.
Ugo prende posto dietro al bancone, Ines pulisce un tavolo al quale è seduto
Lionello che viene interpretato da un attore in calzamaglia e cappuccio nero.
COMMISSARIO: Poteva essere l’orario di chiusura. Il De Antonellis si era
trattenuto fino alla fine perché voleva, una volta per tutte, riavere i suoi
soldi... (tra sé e sé) ...Non riesco ad immaginarmi che faccia possa avere... Si
alza di scatto: probabilmente era ubriaco e barcolla...
INES: - UGO: (insieme) Era astemio!
COMMISSARIO: Va bene, allora non barcolla!
Lionello ritorna sui suoi passi, come fosse una scena vista alla moviola, e
compie nuovamente l’azione.
COMMISSARIO: (segue) Si alza di scatto, va diritto al bancone minacciando...
(“doppia” Lionello) “...Ridammi i miei soldi o ti denuncio e ti porto via tutto
il locale...”
(“doppia” Ugo) “...Non puoi farmi questo, figlio di...” (voce normale) A questo
punto il De Antonellis va dietro il bancone e cerca di colpire con un pugno il
Palmisi che afferra un bastone e spacca la testa del suo aggressore... (“doppia”
Ines, in falsetto) “...Smettetela, fermi...!” (voce normale) A questo punto
entra lei...
Entra Zaira.
COMMISSARIO: (segue) (“doppia” Zaira, in falsetto) ...Ma cosa avete fatto? (voce
normale) Ma, ormai, era troppo tardi... Avete così deciso di diventare complici
e avete fatto sparire il cadavere... (pausa) Oppure può essere andata così...
I presenti ritornano nelle posizioni di partenza compiendo al contrario (“alla
moviola) l’azione, quindi si muovono secondo il racconto del commissario.
COMMISSARIO: Il De Antonellis si alza barcollando perché è ubriaco... cioè, non
è ubriaco... si alza di scatto e basta: va dietro il bancone per versarsi
qualcosa di forte da bere... (anticipa la battuta dei presenti) Lo so che era
astemio! Voleva festeggiare: è contento, forse dice qualcosa del genere...
(“doppia” Lionello) ...domani sarò l’uomo più famoso del mondo: ho scoperto la
causa del black out e, quello che è più importante, il modo per ripristinare
tutti i tipi di comunicazione... (voce normale) Sul volto del Palmisi si dipinge
il terrore: in un attimo si vede fallito. La gente tornerà a passare le serate
davanti al televisore e il suo locale rimarrà vuoto. Prende un bastone, lo
stesso di prima, e spacca la testa del povero De Antonellis... (“doppia” Ines,
in falsetto) Nooo!
Entra Zaira
COMMISSARIO: (segue) (“doppia” Zaira, in falsetto) ...Ma cosa avete fatto...?
(voce normale) ...E così via...
Lionello scompare dietro il bancone; Ines, Ugo e Zaira si vengono a trovare
nelle posizioni che avevano prima del flash back. La scena si illumina
totalmente e si torna al presente.
COMMISSARIO: Ho solo bisogno di uno straccio di prova... Forse avete sepolto il
cadavere del vostro amico in cantina...
I presenti si guardano preoccupati. Entra Guido
COMMISSARIO: (urlando) Basta con questa pubblicità! Ti proibisco di entrare fino
a che non avrò finito... Fuori!
GUIDO: Veramente volevo solo dirle che l’agente che la sta spettando qua fuori
ha detto di avere un messaggio importante per lei...
COMMISSARIO: (si ricompone) Ah... va bene... Non vi muovete, voglio ritrovarvi
tutti qui!
Il commissario esce, seguito da Guido.
UGO: Dobbiamo far sparire Lionello!
LEONARDO: L’avete ucciso davvero?
ZAIRA: Ma no, lo teniamo nascosto... Ha davvero trovato la formula per il
ripristino, ma lui per primo non vuole divulgarla...
LEONARDO: Per carità! Facciamolo scappare il più lontano possibile.
UGO: Abbiamo un po’ di tempo. Prima di frugare in cantina, avranno bisogno di un
mandato...
INES: Non ci metteranno molto per ottenerlo.
CAMILLO: Ho un’idea! Questa notte parto per una consegna urgente…; potrei farlo
venire con me... giusto il tempo perché le acque si calmino.
UGO: (a Leonardo) Vai ad avvisare Lionello di prepararsi...
Leonardo scende in cantina.
ZAIRA: (a Camillo) Te ne vai...?
CAMILLO: Mi spiace, devo proprio... Tornerò presto e ti porto via con me...
Vuoi...?
ZAIRA: (felice) Oh, Camillo, ti aspetterò... (si rattrista) ...Non voglio
ingannarti... ho una cosa molto importante da dirti...
CAMILLO: Non dirmi niente. Ti amo... conta solo questo...
ZAIRA: Ma tu non ti immagini neanche...
CAMILLO:... Non ti ricordi, ma anch’io sono stato un “cicciolino” e... non mi
importa...
Zaira abbraccia Camillo piangendo di gioia.
ZAIRA: Oh, Camillo...!
Ines corre ad abbracciare Zaira.
INES: Come sono contenta per te...
Ugo va verso Ines e l’abbraccia. Entra il commissario, contemporaneamente a
Leonardo che risale dalla cantina.
LEONARDO: (trafelato) Non c’è, non c’è...
COMMISSARIO: Non c’è, cosa?
LEONARDO: Non c’è... non c’è più neanche una bottiglia di birra...
CAMILLO: Posso andare? Avrei molta fretta...
COMMISSARIO: Vada, vada... sappiamo come rintracciarla…
(pausa)
...Non so se la notizia che sto per darvi vi farà molto piacere... Hanno
ripristinato i sistemi di comunicazione.
INES: No, non è possibile...
UGO: Si saprebbe...
COMMISSARIO: Circa un’ora fa, un biglietto recapitato al commissariato
annunciava che la formula sarebbe stata consegnata ad un nostro agente, nella
chiesa qui all’angolo...
ZAIRA: Perché proprio in una chiesa?
COMMISSARIO: Il nostro agente ha trovato una persona che ha voluto rimanere
anonima all’interno di un confessionale. L’uomo ha detto di sentirsi più sicuro
protetto da uno “schermo”: l’ha chiamata così quella grata. Quando l’agente gli
ha detto: “Grazie lei ha reso un grande servizio alla collettività”, quello,
come un pappagallo, ha ripetuto: “alla collettività... alla collettività...”
UGO: (tra sé e sé) Delinquente...!
COMMISSARIO: Comunque, non è servito a niente...
INES: Lo sapevo che non era possibile...
COMMISSARIO: Non è servito a niente questo ritrovamento perché gli americani
hanno già ripristinato tutte le comunicazioni... Anche qui da noi cominciano a
squillare i primi telefoni...
UGO: (ironico) Come siamo felici..!
COMMISSARIO: Non posso incriminarvi né, a questo punto, mi interessa sapere che
fine ha fato quello squinternato del vostro amico... Una cosa, però, la posso
fare: farò di tutto perché un locale come questo venga chiuso... Tra non molto
sarò promosso commissario capo e... (rivolto a Ugo) ...stia tranquillo... mi
ricorderò di lei...
LEONARDO: Con che diritto! Non facciamo nulla di male.
COMMISSARIO: Oltre ad essere un commissario, sono una persona moralmente
integerrima e non sopporto i ritrovi come questo... Se sono arrivato dove sono
lo devo alla mia rettitudine e ai solidi principi di fedeltà a Dio, alla patria
e alla famiglia... soprattutto a Lidia, quella santa di mia moglie, esponente di
spicco delle dame di San Vincenzo...
Zaira si alza e si pone di fronte al commissario.
ZAIRA: Chissà come la prenderebbero le dame di San Vincenzo e tutti i suoi
superiori se venissero a sapere alcune cose.... mio caro... “cicciolino”.
Il commissario rimane quasi senza fiato, poi sembra ricordare improvvisamente
tutto.
COMMISSARIO: Allora tu... io... Ecco dove ci siamo visti... Oh, madonnina
santa...! Devo andare... devo andare... Penso che chiuderò un occhio; in fondo
mi sembrate brave persone...
Il commissario esce.
LEONARDO: Sarà vero, secondo voi...?
UGO: Non lo so!
INES: (a Ugo) Non temere. Adesso che ci siamo ritrovati, nulla mi fa più
paura...
ZAIRA: Che fine avrà fatto Lionello.
LEONARDO: La finestrella della cantina era aperta. Sarà scappato.
UGO: Poveraccio. Chissà quanti rimorsi avrà per essersi lasciato rubare la
formula...
Non sa che non c’entra niente.
La radio entra in funzione.
SPEAKER: É con grande gioia che riprendiamo le trasmissioni... Oggi è un nuovo
giorno... è il giorno della rinascita...
Ines spegne mestamente la radio, mentre Leonardo prende il suo sax e comincia a
suonare qualche nota. Ugo, Ines e Zaira prendono gli altri strumenti e
cominciano a suonare. Entra Camillo; soppesando i passi si unisce agli altri
dopo aver preso un altro strumento. Da un botta e risposta dei vari strumenti,
come se si trattasse di un dialogo, la musica confluisce in una melodia che
chiude lo spettacolo.
FINE