BASSA MAREA

di

Roberto Russo




(Scena: interno di una casa piccolo-borghese. A destra, presso il proscenio, due piccole poltrone; fra loro, un tavolinetto basso. In corrispondenza delle poltrone, ma in fondo, un letto ad una piazza e mezza, sfatto, perpendicolare al fondo. Alla sinistra del letto, un comodino basso, di foggia molto semplice, su cui è appoggiato un piccolo abat-jour dalla fievole lampadina, dei libri e una sveglia. Sempre sul fondo, ma verso il centro, un televisore su un mobiletto che trova alla sua destra una grande finestra rettangolare con luce azzurro smorto sullo sfondo. Sul televisore sono poggiate delle riviste, di fronte al televisore una poltrona dallo schienale alto che fa intravedere il capo reclinato di un uomo che dorme. A sinistra in fondo, nell'angolo, una pianta d'appartamento abbastanza grande. A sinistra, quasi in proscenio, c'è la porta d'ingresso e fra porta e centro del palco un tappeto rettangolare perpendicolare al fondo. La luce è molto chiara e forte, e si andrà ad affievolire durante l'atto. Al centro del palco, un tavolo con due sedie.
All'inizio, una luce mostrerà una donna in proscenio con le spalle rivolte alla platea, a braccia aperte come a voler abbracciare l'intero ambiente. Dopo pochi secondi di immobilità inizierà a rassettare febbrilmente spolverando con le mani le poltrone, sistemando in posizione simmetrica le sedie, ecc. Questa donna è di aspetto fiorente, truccata, curata, e vestita con colori accesi, svolazzerà da un lato all'altro della scena, e fra i vari gesti che compirà ci sarà quello di dare la carica alla sveglia.
Mentre la donna è già da qualche secondo impegnata in queste faccende, farà il suo ingresso dalla porta una seconda donna, d'aspetto più giovane ma sfiorito, che indosserà abiti dai colori smorti e che la rendono goffa e grigia. La nuova venuta guarderà con ostentata disapprovazione l'altra donna e poi si muoverà fino a giungere alla poltroncina. La musica diminuisce d'intensità fino a scomparire.)

FIGLIA E' pronto?
MADRE Cosa vuoi farci ! C'è sempre tanto da fare! (va a spolverare la pianta)
FIGLIA Io resto estasiata dalla tua capacità scientifica di sbagliare le battute e le risposte…Se ci fosse un tuo fan club mi andrei subito ad iscrivere…
MADRE …ci penserò…
FIGLIA (con rabbia crescente) ….ma tu non sbagli! Lo fai apposta. Sei una paracula…
MADRE Ti prego di moderare….
FIGLIA (sovrastandola) Uno ti fa una domanda. La risposta, in ogni casa, in ogni quartiere, in ogni città, ad ogni latitudine, in Europa, in America e anche in Nuova Papuasia….! ….Dovrebbe essere un si o un no! E tu, invece, da Genio Universale quale sei, metti subito le mani avanti! La scusa, la giustificazione…
MADRE E come la fai lunga figlia mia…E quanti anni vuoi campare….
FIGLIA Ricominciamo daccapo? “E’ pronto?”…Risposta…
MADRE “Cosa vuoi farci ! C'è sempre tanto da fare!”
FIGLIA E’ tutto intile. Non è pronto.
MADRE Brava! Che perspicacia! L’orgoglio della sua mamma! E poi, se sai che è inutile perchè me lo chiedi, gioia mia? E’ inutile? E allora, non c’è risposta.
FIGLIA Vorrei solo rammentarti, così, fra le righe, qualora te lo fossi scordato che questa imbecille…che sarei io…
MADRE Che bella cosa è la consapevolezza! Brava!
FIGLIA (con maggiore irritazione) ….che questa cretina che lavora tutto il giorno.......
MADRE (rifacendole il verso) " e che sgobba da mane a sera…. “
FIGLIA …come una schiava negra…
MADRE (cogliendola in fallo) Ah ah “di colore”, “negra” è molto brutto, consentimelo…Io e tuo padre non ti abbiamo insegnato queste cose…Mi vieni su razzista!? Dimmi la verità! Non è che ti presenti un giorno in camicia verde cantando il “Va pensiero” in bergamasco stretto!? A tuo padre verrebbe un colpo mortale e poi ti caccerebbe! (si ferma, interdetta) No, aspetta, è al contrario….prima ti caccerebbe e poi gli verrebbe un colpo mortale…Sappi che in questa casa ha sempre regnato la tolleranza!
FIGLIA E tu in una casa di tolleranza ci saresti stata benissimo!
MADRE (con sussiego) I numeri “estetici”, io, li avrei avuti. Tu, al massimo, avresti potuto fare la custode…
(drammatica, caricaturale) Che madre degenere! La Figlia torna dal duro lavoro e non trova nemmeno la tavola pronta!"
FIGLIA Quanto sei “simpatica”!
(insinuante, cattiva) Dalla nascita ho desiderato di avere una madre come te…
( Le due donne si guardano per un paio di secondi con avversione. Anche il tono della Madre, cambia, diventando nervoso ed ostile)
MADRE Se proprio lo vuoi sapere, sei in ritardo di mezz'ora! E visto che me ne dai l’opportunità, te lo dico chiaro e tondo: se questo è l’andazzo, la prossima volta, a casa, non tornarci proprio!
(Esce a sinistra mentre la Figlia a destra si toglie copricapo e cappotto e li appoggia sulla poltrona, la voce della Madre si sente dalle quinte)
MADRE Io poi nemmeno so per chi devo apparecchiare, quella maledetta tavola! Quell'altro sempre davanti a un televisore! Lo guardasse almeno!
FIGLIA Non gridare che lo svegli!
MADRE Quello?! Ma nemmeno con le cannonate! Chi me lo doveva dire a me che facevo questa fine! Un vecchio comatoso, una figlia sempre in giro.. Ma se pensate che io debba stare qui ad aspettare a voi, come Mosca con il comandante Americano…
FIGLIA Tosca, non Mosca, cretina. Eppoi era Butterfly…
MADRE Tosca …Mosca o Losca,comunque, toglietevelo dalla testa!
FIGLIA (lasciandosi cadere su una delle poltroncine) Ma che farai mai tutto il giorno! Cose intili, gesti inutili…
MADRE (rientrando) E certo! E qui c'è la “scema” che non fa niente!
FIGLIA “Scema”, sei scema, non è una novità…E con l’inattività, s’ingrassa…stiamo mettendo pancia…
MADRE E’ Sostanza…”cara”…Ma figurati, poi, se me la prendo…chi sono io qua dentro? Niente! Lavare, stirare, pulire…e preparare il nido al mio “pulcino” che ogni sera torna stanco dal lavoro e che, una buona e santa volta, potrebbe anche strozzarsi!
FIGLIA (incredula) Tu “lavi”!? “Stiri”!? Dove lo fa questo film? Io vedo che l'hai ridotta un casino questa casa. Ma la “signora” non può darsi da fare perchè pensa! Riflette! (con tono lamentoso e caricaturale) "Sono sola, come una povera vedova bianca!" Quello? (indica l'uomo seduto) E' come se non esistesse "quello"! A furia di chiamarlo così hai dimenticato anche il suo nome! E' facile lamentarsi quando si campa alle spalle degli altri!
MADRE Non ti rispondo nemmeno (mette la tovaglia sul tavolo) Non dico molto, ma un po' di considerazione per questa povera donna, sola, in uno spazio tanto vuoto! Sai che di spazi vuoti si può anche morire? Ma che ne sai tu! Eccola la'! E' arrivata la padrona. E già, lei lavora! Un lavoro pesante! A passare le carte da un tavolo all'altro! Sai che sforzo!
(caricaturale) Anzi la prossima volta dammi notizie! Oggi sono stata tanto in pena per te! Si sarà fatta un graffietto con qualche foglio un po’ più affilato!? La porteranno ai Grandi Invalidi!? Le daranno una medaglia al valore!? Figùrati che avevo pensato di chiedere aiuto a qualcuno! Ambulanze, pompieri: salvate l'unica lavoratrice della città!
(La Figlia in tutto questo frangente è rimasta seduta con lo sguardo ostentatamente fisso al soffitto)
MADRE Aiutami a rifare il letto, piuttosto!
FIGLIA Il letto!?
MADRE Ho detto una parola strana? LE - TTO! Tu intendere mia lingua?
FIGLIA Non potevi farti aiutare da lui?
MADRE Da quello?! Se non dorme, grugnisce e se non grugnisce, ronfa, il risultato è sempre lo stesso: tocca sempre tutto a me!
FIGLIA Aspetta, aspetta…fammi capire…Mi stai dicendo che a quest'ora il letto è ancora da rifare!?
MADRE C'è un'ora precisa per rifare il letto? Qualche regola, qualche ravemecum…
FIGLIA Rave..cosa!?
MADRE Ravemecum….!
FIGLIA Vademecum…ignorante…
MADRE Rave…vade…insomma: c’è un “coso” che dice che non si possa rifare il letto dopo una certa ora?
FIGLIA Una sola cosa dovevi fare e nemmeno l'hai fatta! Guarda, sembra un accampamento di Rom…
MADRE Eccola lì che viene fuori la razzista, xenofoba…vergognati!
FIGLIA Ma vergognati tu! Lo sai che mi fa schifo rifare il letto di sera, mi dà proprio l'impressione che ci sia un malato!
MADRE Un'impressione?! Ora è “un’impressione”! Ma hai dato un'occhiata a quello? A quel povero “tronco” di uomo!?
FIGLIA Parla con più rispetto di mio padre…
MADRE Ho detto “povero” tronco…Diamine! Più rispetto di così! E se non facessi tante storie, se non avessi perso tempo a fare discussioni, l'avremmo già rifatto! Ma a te piace chiacchierare! (La Figlia di mala voglia si avvicina e aiuta la madre a togliere coperte e lenzuola) E poi non ho avuto tempo! Avevo da fare!
(Iniziano a rifare il letto. Stendono prima il lenzuolo, la Madre si irrita per la scarsa pazienza della Figlia)
MADRE E alza il materasso! Con tutte e due le mani! Due mani! E guardala! Con una mano sola che sembra un moncherino! (La Figlia sbuffa irritata. Passano ai cuscini, uno per uno) E sbàttilo bene! Così! (mettono i cuscini, passano a rimboccare la coperta, la Madre compirà ciò come si trattasse di un'operazione della massima precisione) Attenta! Stai attenta! E' storta! Tirala un po' dalla tua parte! La parte di sotto! Non quella di sopra!
FIGLIA Non gridare così che si sveglia! Stanotte si è lamentato tutto il tempo per i dolori!
(La Figlia compie tutto in maniera maldestra, appare chiaramente innervosita)
MADRE Quella di sotto! Di sotto! Ma sei proprio impedita! Ho una figlia impedita e cretina!
(La Figlia sbatterà per terra il cuscino e poi andrà verso il proscenio e accenderà una sigaretta, la Madre brontolando raccoglierà il cuscino)
MADRE E come siamo premurose! Solo a parole però! "Non gridare, si sveglia, si è lamentato tutta la notte". Non sai che il fumo passivo è mortale?
FIGLIA (la Figlia alza una mano verso il Cielo) Dio lo voglia! Passa l’Angelo e dice “Amen”!
MADRE E' proprio così! Non lo dico per me, ma tuo padre sta dormendo e quando si dorme i polmoni sono aperti! (la Figlia si volta a guardarla beffarda) E' proprio così! Più o meno. L’ha detto la televisione: quando si dorme....
FIGLIA Si….?
MADRE (cercando di ricordare ciò che ha sentito) …i polmoni…che mi guardi a fare come un’ ebete!? I Polmoni! Li conosci i “Polmoni”!?
FIGLIA Io, si…
MADRE …Ecco: i Polmoni quando si dorme si aprono come….
FIGLIA Una scatoletta?
MADRE No…ma che scatoletta! Si aprono come…
FIGLIA (incalzante) Una porta…un armadio…un cassetto…una saracinesca…come i giochi olimpici…(La Madre fa cenno di no cercando di ricordare)…come si aprono questi cazzo di Polmoni!?
MADRE Non essere volgare e abbassa la voce! Ecco! I Polmoni si espandono…
FIGLIA Ah! Ora si! I Polmoni si espandono a dismisura…
MADRE Esatto!
FIGLIA …come dei palloncini…
MADRE Ma che c’entrano i palloncini!
FIGLIA (misteriosa) E poi fanno……(fa cenno alla madre di avvicinarsi)…
(La Madre incuriosita si avvicina. La Figlia si accosta al suo orecchio…)
FIGLIA …..BUM!
(le soffia anche il fumo in faccia, ride. La Madre tossisce)
MADRE Tu sei negata per le cose scientifiche!
Hai già appestato l'aria! Le pareti sono gialle di fumo.(guarda in alto e di fronte a se’) Vieni a vedere! (La Figlia alza ostentatamente le spalle) Parlo quanto mi pare e piace! Sono in casa mia! (La Figlia ridacchia ironica provocando la reazione della Madre) In...casa...mia! Solo perchè ti danno quei quattro pidocchi di soldi....
FIGLIA Ma stai zitta! Lo sai come va a finire!
MADRE Sei qui da cinque minuti ed è già un campo di battaglia! Se vuoi fumare vai fuori!
FIGLIA Mi ero dimenticata che sei la famosa salutista che cucina con montagne di burro, di grasso! Anche papà la pensava così, e difatti....guardalo un po' ora.
MADRE Ora la colpa è della mia cucina! Facciamoci piuttosto un bell' esame di coscienza prima di parlare!
FIGLIA Si può ammazzare la gente in tanti modi.
MADRE E avrei dovuto farlo con te tanti anni fa.
FIGLIA Sei ancora in tempo.
MADRE Ma non mi sporcherei certo le mani per te!
FIGLIA Non ti sei mai sprecata tanto con le mani! E nemmeno con la testa! Hai sempre preferito altre parti...(ridacchia ma viene raggiunta improvvisamente dalla Madre che la schiaffeggia. La Figlia non ha reazioni, abbassa lo sguardo e sul volto le si dipinge la mortificazione, anche la Madre di fronte a lei ha lo sguardo basso)
MADRE Mi farai impazzire! Dobbiamo sempre arrivare a questo!
FIGLIA Si vede che così deve andare.
MADRE Anche per rispetto verso tuo padre! Che diamine! Non mi costringere, odio fare così.
FIGLIA E' giusto che sia così.
MADRE Ma proprio in questo modo?
(La Figlia fa un cenno di assenso, la Madre le volta le spalle e fa per allontanarsi; la Figlia le tocca il braccio, la Madre si volta e si abbracciano. Restano così per qualche secondo, la Madre le accarezza il viso e poi va verso la sedia alla sinistra del tavolo, mentre la Figlia si avvia verso la poltroncina in proscenio, si bloccano ed in quel momento da lontano si sente una voce cantare in modo incerto "Tu che m'hai preso il cuor", la Madre guarda in alto e sorride)
MADRE E' lei!
FIGLIA Non è possibile! Non è ancora buio!(così dicendo si avvia verso la finestra e rimarrà immobile a guardare, mentre la Madre seguirà le note che giungono con la voce e muovendosi lentamente, socchiuderà gli occhi e sorriderà. Buio su tutta la scena tranne che su di lei. Voce maschile fuori scena)
VOCE REGISTRATA Ieri ti ho visto! Ti ho salutata! Ma c'era anche tua madre e hai finto di non conoscermi..la mamma ti avrà certamente chiesto...(la voce viene sovrastata dalla musica, ma poi ritorna udibile e ha un tono emozionato e un po' timido) Vengo da cinque anni qui in villeggiatura....Vuoi ballare?...(La Madre a occhi chiusi, sorridendo, accennerà dei passi di danza, e si abbraccerà da sola) Quest'anno andrai in prima liceo?....Perchè ti nascondi?...Non c'è nessuno! Ti vedrò domani?...Come posso aspettare fino a domani? Che belle labbra che hai...che belle......
(La musica si spegne, la Madre sorridente si siede guardando in alto. Luce su tutta la scena)
MADRE Che bello!
FIGLIA (staccandosi dalla finestra) L'avrebbe dovuto fare più tardi.
MADRE Se aveva voglia di cantare adesso non poteva farlo? Ha una voce bellissima, deve essere molto felice quella donna.
FIGLIA Capirai! Sai che felicità stendere i panni? Una montagna di panni! Che poi dovrà anche stirare…
MADRE E' sicuramente felice e stasera ancora di più! Io la vedo ogni giorno.
FIGLIA Santo cielo! La vede!
MADRE Proprio così!
FIGLIA Ma se non mette mai la testa fuori! Solo le mani, e’ sempre nascosta dalla veranda! Come dicevi? "E’ felice!" Lo capisce dai polpastrelli! (Accende il televisore e non compare alcuna immagine. Con dispetto) Sempre la stessa storia! (la spegne).
MADRE Sarà rotta! (le fa segno di avvicinarsi e con gesti furtivi trae dalla tasca delle foto. La Figlia fa per vedere e lei, giocosa, gliele nasconde; fa per due volte questo gioco, la Figlia si spazientisce)
FIGLIA E dài!
MADRE No! Oggi ti sei comportata male! Devi chiedermelo per piacere.
FIGLIA (con aria di sopportazione) Per piacere mi fai vedere?
MADRE Non così, devi dire: "Cara mammina dolce e tenera, ti chiedo scusa, sono profondamente pentita, mi faresti vedere?"
FIGLIA (sbuffa) Cara mammina dolce e tenera, ti chiedo scusa eccetera eccetera...mi faresti vedere?
MADRE (dispettosa) No!
(Ridono entrambe, e la Figlia improvvisa un breve tira e molla e si impossessa delle foto, le guarda e sorride)
FIGLIA Papà!
MADRE Te la ricordi questa? (scuote il capo) Ma no, avrai avuto quattro, cinque anni, eravamo in montagna.
FIGLIA E invece ricordo benissimo! Si mise una specie di pantaloni alla zuava e volle anche comprarsi i ramponi e la piccozza!
MADRE E poi?
FIGLIA (con tenerezza) Invece di fare le escursioni, così vestito, si sedeva al bar dell'albergo e rimaneva tutta la giornata lì.
MADRE E questa?
FIGLIA (improvvisamente triste) Sono i miei diciotto anni.
MADRE Come stava bene! Stava ancora bene qui. Che bella figura che aveva! E hai visto la torta?
FIGLIA (c.s.) Avevo invitato tanta gente e lui dopo la torta disse che andava a letto (caricaturale) "Ma se volete trattenervi fate pure....". Se ne andarono subito tutti. Ci rimasi proprio male..
MADRE Aveva ragione. C'era troppa gente! Aveva le sue abitudini, i suoi orari, se si è abituati così non si può cambiare all'improvviso! Veniva da una famiglia di militari. Che bella famiglia! Che signori!
(La Figlia sempre imbronciata fa un mezzo giro di tavolo, si ferma pensierosa mentre la Madre continua a guardare le foto sorridendo)
FIGLIA Dove le hai trovate?
MADRE Le ho fatte stampare! Il fotografo è stato bravissimo, in due ore me le ha ridate.
FIGLIA Quanto hai speso?
MADRE (si alza e va verso il letto) Ma non mi ricordo! Poco. E’ una mia impressione? Non hai sentito anche tu come uno scroscio?
FIGLIA Sono miei i soldi che volano dalla finestra! Abbiamo le valigie piene di foto di mio padre! Che ne vogliamo fare? Un museo? Un'esposizione? I ragni si sono fatti la casa, in quegli scatoli! E tu a guardare, a ricordare, a ricostruire! A furia di ricordarci come era papà ci siamo dimenticate come siamo fatte noi due! Come sono fatta io! So perfettamente quello che diceva papà, chi incontrava, quello che pensava, quello che fece quella volta al mare e quell'altra! (al massimo della rabbia cerca di ricomporsi) Il problema è che non mi ricordo più cosa dicevo io! Che bambina ero e tu che madre! No, questo è sempre stato chiaro! Eri una madre pessima. Senti, facciamo così: vuoi costruirti un mausoleo personale? Benissimo! Fallo! (indicando l'uomo) Il modello ce l'hai! Dieci, cento istantanee, fagliele e sfògati! Confronta il prima e il dopo e vedrai te stessa come in uno specchio: vecchia ed inutile. Fallo pure. Ma con i tuoi soldi! I tuoi! Basta con album, filmini restaurati e soprattutto basta con gli sprechi!
(La Madre si è seduta ed è stata in silenzio ad ascoltarla a capo chino)
MADRE E' solo questo che ti interessa: i soldi!
FIGLIA E allora vai! Dillo che sono una figlia degenere! Un mostro!
MADRE Che tu sia sempre stata una cattiva figlia non c'è bisogno che lo dica io.
FIGLIA (passeggiando avanti e indietro nervosa) Appunto, non ne saresti in grado!
(La Madre si fa attenta)
MADRE Hai sentito? Si è mosso? (la Figlia fa cenno di no con il capo, si avvicina all'uomo sulla poltrona) Dorme?
FIGLIA Se essere ridotti così significa dormire, dorme.
MADRE Dorme, sì o no?
FIGLIA Dorme.
MADRE E' così evidente! Parlano i fatti! Sempre così chiusa, sempre sulle tue. Io e tuo padre eravamo estroversi, ci piaceva la gente. Certo, avevamo le nostre abitudini. Ma poi ho capito!
FIGLIA Non mi dire!
MADRE Eri cattiva!
(La Figlia sorride nervosamente)
MADRE E ci disprezzavi tutti. Per te: tutti cretini! Sempre con la puzza sotto al naso, e sempre con lo stesso terrore: fare una brutta figura! Quando ridevamo o quando parlavamo ad alta voce, ti guardavi attorno con la paura che qualcuno ci stesse osservando! Svegliati piccola! Il mondo ha altro da fare che guardare te! E se il mondo non ti ha guardato, diciamocelo, non è che si sia perso molto. E visto che siamo in argomento: sei sempre stata tu la nostra brutta figura! Fin da piccola e adesso ancora di più, tirchia!
FIGLIA E avrei dovuto divertirmi con voi!? Con due vecchi, alle corse dei cavalli! Alla regata velica! Volevate fare i signori ed eravate solo dei pezzenti! “La bella vita” con un solo stipendio da impiegato statale!
MADRE Tuo padre era militare!
FIGLIA Figùrati che differenza! E' vero, è tutto giusto, mi vergognavo e se ci penso mi vergogno ancora. Invidiavo quelle ragazze che avevano una madre vera, come si deve!
MADRE Ma stai zitta! Con venti anni in meno, tutte quelle come te qua (batte la mano sulla tasca)....vi avrei messo! La vita io l'ho vista non come te che ti nascondi, che hai trentaquattro anni e ne dimostri cinquanta!
(La Madre si alza e prende una rivista poggiata sul televisore)
MADRE Te ne approfitti perchè sono sola. Se tuo padre potesse ancora! E soprattutto se non mi fosse venuto meno all’improvviso! Sai gli schiaffoni !
FIGLIA Non l'avrebbe mai fatto, lui, in fondo era diverso.
MADRE Zitta! Taciamo e dimentichiamo, ti conviene.
FIGLIA Ognuno ha le proprie debolezze.
MADRE Diciamo pure così. Come sempre, quando si è vecchi e malati, vince la pietà! Comunque, io ce l'ho con te, non con lui! E' meglio che non mi fai parlare! Anche la signorina ci mise del "suo"!
FIGLIA Sempre con questa storia! Vuoi capirlo che sei fissata? Dovresti curarti! Nel tuo caso la chiamerebbero: turba. Ma sii sincera, una buona volta! Dilla tutta! Non gli hai mai perdonato che proprio sul più bello, la macchina si sia guastata! Guardalo adesso! Avrebbe bisogno di un buon meccanico e questa non ti e’ andata giù! Ma, in fondo, e’ stata una fortuna per lui. Certo, non e’ che fosse una cima! Ma una vittima sì! (si siede sulla sedia a destra del tavolo)
MADRE (insinuante) Hai conosciuto molto bene tuo padre!
FIGLIA Il giorno che andò in pensione era triste. Era la prima volta che lo vedevo così, e mi sembrava finalmente libero di mostrarsi cosi’ com’era. Ma alla signora questo non piaceva ! Lei era li’, pronta a distoglierlo :"Ma che fai? Ti piangi addosso! Ma non ci pensare!" (scandendo) "Non ci pensare". La regola della tua vita.
MADRE (continuando a leggere la rivista) Sarebbe stato meglio suicidarsi? Sei gelosa marcia!
FIGLIA Tu sei pericolosa ! Perchè si può ammazzare anche con l'arroganza, si può uccidere anche con la superficialità, rubando gli spazi, rendendo tutti delle comparse!
MADRE (c.s.) Un po' di vita! Questo vi mancava! Io sono sempre stata viva!
FIGLIA E lo sei stata troppo! Qui si e' sempre fatto quello che volevi tu! A quel poveretto nemmeno una mezza parola gli facevi dire! L'unica cosa che gli concedevi: ridere!
MADRE E se rideva si vede che si divertiva. Lasciamo perdere! (si alza e va verso la pianta che si trova nell'angolo a sinistra in fondo, ne tocca le foglie) Si sta seccando, che peccato!
(In sottofondo si udrà, meccanico ed incessante, il rumore delle lancette amplificato)
FIGLIA ....e ti sei divertita anche troppo!
MADRE Eppure la innaffio ogni giorno!
FIGLIA Egoista e anche civetta!
MADRE (c.s.) Oggi due volte...la prima volta stamattina, e la seconda....
FIGLIA La figura del fesso gli facevi fare.
MADRE (guardandosi attorno) Forse c'è poca luce.
FIGLIA Certe cose si ricordano bene! Le feste in casa....
MADRE (chinandosi sulla pianta) Non c'è terra.
FIGLIA Lui a ridere....
MADRE (toccando le foglie, dispiaciuta) Ha perso il colore!
FIGLIA E lei a fare la gran dama con questo e con quello. (si ferma, all'improvviso pensierosa)
MADRE (amara) Si spendono tanti soldi e poi sì e no sopravvivono un mese.
FIGLIA Senti un po'.....
MADRE (decisa) Ma domani gliela riporto, forse era già malata.
FIGLIA Mi senti?
MADRE (toccando la pianta, con aria assorta) Guarda qua! Tutta ingiallita....
FIGLIA Lo hai mai tradito?
MADRE E quest'altra! No no, di sicuro era già malata!
FIGLIA Secondo me sì, non mi stupirei per niente.
MADRE Ma la terra è secca!
FIGLIA C'era quell'attendente, come si chiamava?
MADRE Ma l'ho innaffiata due volte....(perplessa) o una sola?
FIGLIA (scuotendosi dopo avere inutilmente cercato di ricordare il nome dell'attendente) Quello che ti accompagnava sempre in macchina.
(La Madre uscirà dalla quinta di sinistra e rientrerà con un annaffiatoio)
FIGLIA Spesso veniva anche quando papà non c'era.
(La Madre innaffia la pianta)
FIGLIA Da un certo punto di vista avresti avuto anche ragione.
MADRE (rimira il proprio lavoro soddisfatta) Ora va meglio!
FIGLIA Non fa piacere a nessuno essere seconde, la seconda scelta.
(La Madre esce e posa l'annaffiatoio)
FIGLIA Ma mai una volta che ti abbia visto triste ! A volte la depressione dovrebbe essere un dovere! Per questo non posso giustificarti, è stata veramente un'azione ignobile!
(La Madre rientra e va a sedersi, riprende la rivista e legge. La Figlia la guarda: Cessa il rumore delle lancette)
FIGLIA E allora?
MADRE (spaesata, la guarda) Cosa?
FIGLIA L'hai tradito, è vero?
MADRE (smarrita) Cosa dovrei risponderti?
FIGLIA Ma non so, una cosa qualsiasi.......la verità!
MADRE (sorridente e rinfrancata) No! E mi meraviglio che tu mi faccia questa domanda, dovresti saperlo! Per te sarebbe stato un ottimo alibi, e poi è inconcepibile che una figlia parli così!
FIGLIA (insinuante) Ti conosco. Ancora giochi a fare la donna fatale! Peccato che ti vada buca, ma ci provi. Ti piacerebbe tanto essere il comandante di questa nave! Ma considerato che sono io a mantenerti....
(La Madre esce di nuovo e prende una scodella con delle patate da pelare. Le sbuccerà velocemente e durante l'azione continuerà a parlare con dolcezza)
MADRE Una madre comprende tutto. Non è facile arrivare alla tua età.... da zitella....
FIGLIA Che stupida! Quella è una scelta.
MADRE (senza alcuna reazione, continuando con tono colloquiale)...inacidita. Cosa vuoi farci! Non sei stata fortunata! E’ solo questione di fortuna. Ci si crea tanti problemi, si fanno tanti discorsi difficili......ci si analizza! E poi sempre a "quella cosa là" si arriva. Non c'è lo sfogo, non si sa come...(cerca la parola) utilizzare tanta energia. Però, te la sei voluta! Sempre scostante, ammuffita, è chiaro che il maschio non si avvicina.
FIGLIA "Il maschio"?! Gesù!
MADRE “Il maschio” sì! E “la femmina”! Come li chiamano i tuoi colti amici? Colti, poi! Amici! Ma quali? Va bene! Non sono fatti miei. Comunque, alla fine, tanti ragionamenti, sempre lì vanno a finire!
(La Figlia ride con rabbia)
MADRE Vedi? Sei già più carina quando ridi e dimostri anche meno anni! L'avresti dovuto fare più spesso! Ma invece, lei, no! Seria! Perchè si "portava"! Volevate essere tutti così: "profondi", “intelligenti”. (scandendo) L'intelligenza! Che alibi! Hai sempre cercato di far credere agli altri che fossi profonda, tormentata! Ma sei sempre stata cretina quanto me, e forse di più!
(La Figlia continua a ridere)
MADRE Io fortunatamente capii subito di non essere un genio, mi adattai, non mi sono aspettata altro, mi piaceva divertirmi, ridere, avere una famiglia, e da quando conobbi tuo padre capii anche che mi piaceva il.... "maschio"! (sorride con tenerezza) Avevo sedici anni!
FIGLIA (smette di ridere, e con rabbia) Anche prima! E anche prima di tuo marito!
MADRE Ma che ne sai tu.
FIGLIA Lo incastrasti bene, il pollo! L'avevi trovato, il fesso! Ti piaceva il militare, pensavi stesse bene a soldi e allora! Proprio un bel progettino per una puttanella di sedici anni!
MADRE (serena, scuotendo la testa) Sei gelosa fradicia! Come la volpe che non riesce a prendere l’albicocca e dice che non è matura…
FIGLIA Era l’uva, non l’albicocca, scema….
MADRE Uva, albicocche o pesca…è sempre la stessa storia, poi dicono che i proverbi antichi non ci azzeccano…
FIGLIA (gelida) Non è un proverbio, è una favola di Esopo…
MADRE Ma che ne “sopo” o non ne “sopo”….Sarà quello che sarà, però è vero. Non è questione di progettare, di "farlo apposta", è capacità! Ero bella, potevo permettermelo e facevo perdere la testa agli uomini. Tu, al massimo, fai perdere la pazienza! Ma non ti vergogni di averlo anche solo pensato! (si mette una mano sulla bocca) Fammi stare zitta! E di andare in giro così trascurata! Bella non sei mai stata nemmeno da bambina, ma tirati un po' su! Fatti vedere! Mettiti in piazza! Se continui così....
FIGLIA Vuoi smetterla!? Si sveglierà !
MADRE Nessuno ti prende, non sei più di primo pelo, pochi anni ancora e poi...ti saluto! Si va allo scasso!
FIGLIA Basta!
MADRE Avresti dovuto pensarci prima! Adesso che stai appassendo non so nemmeno più se fai a tempo! (La guarda con attenzione e scuote la testa) Stai invecchiando, proprio come noi.
FIGLIA (si alza, colma d'ira e sbatte la sedia a terra con fragore) Stronza! E' per colpa di questo cimitero! Ti voglio vedere morta! Morta!
(La Figlia nasconde il viso fra le mani. La Madre si alza e poi premurosa va ad abbracciarla. La Figlia prima si sottrae all'abbraccio, e poi, infine, lo accetta.)
MADRE (preoccupata) Ma perchè sempre così deve andare a finire!? Vuoi andare a letto?
FIGLIA No, va meglio, molto meglio. Continua.(le indica la scodella con le patate da pelare)
(Lentamente la Madre ritorna verso la sedia, la Figlia alza la propria da terra, e a un certo punto la loro attenzione è attratta da un rumore esterno, di un meccanismo in funzione.)
MADRE L'ascensore!
(La Figlia si porta velocemente alla sinistra della scena e si mette in ascolto proprio dietro la porta)
FIGLIA L'hanno chiamata, scende!
(La Madre si mette una mano sulla bocca)
FIGLIA Si è fermata, riparte!
MADRE (eccitata) Salgono! (toglie velocemente la scodella dal tavolo e la ripone sotto la propria sedia) Forse....
FIGLIA Aspettavi qualcuno?
MADRE Da tutto il pomeriggio!
FIGLIA (le fa segno di tacere) Primo - secondo - terzo......
MADRE I capelli! (se li aggiusta alla meglio)
(La Figlia resta ad ascoltare, si appiattisce contro la porta nel tentativo di udire meglio ed appare stupita)
FIGLIA Ma come!
MADRE Sono qui?
FIGLIA (si stacca dalla porta, appare delusa) Si è fermata al terzo.
MADRE Sempre la stessa storia.
FIGLIA (siede sulla poltroncina in proscenio) Un piano più su o un piano più sotto.
(Anche la Madre stancamente si risiede al tavolo, riprende la scodella da terra e torna a sbucciare le patate).
MADRE Ha chiamato Ofelia.
FIGLIA E solo adesso me lo dici?
MADRE Perche?! E anche se te l'avessi detto prima? Tanto, non la richiami mai.(borbotta) “Ofelia”! Che razza di nome…ma poi l’ha trovato a Otello? (ride)
FIGLIA Quella è Desdemona…
MADRE Insomma sempre una cosa pallosa è…che razza di nome “Ofelia”..
FIGLIA E che ha detto?
MADRE Niente...(fa come per ricordarsi e poi, decisa) Niente!
FIGLIA Eccola là: non si ricorda!
MADRE Si vede che non era importante.
FIGLIA Si vede che era una cosa che non riguardava te! Te l’ho detto un milione di volte: scrivi, scrivi! Guarda, mi viene il dubbio che tu sia analfabeta e non l’hai detto a nessuno…
MADRE Ho una bellissima calligrafia….
FIGLIA E si vede che te la conservi per firmare gli autografi ai tuoi “fans” scatenati..… (si alza e si pone dietro le spalle della madre) Non ti smuove niente. Tu ci sotterrerai a tutti…Camperai 350 anni…
MADRE Non mettiamo limiti….
FIGLIA Io ne vedo di vecchi, ogni giorno, e nessuno ti somiglia.
MADRE (alzando la testa verso di lei) E' un complimento? Grazie.
FIGLIA Gli altri è come se si abituassero a non esserci, li osservo nei ristoranti, nei negozi...
MADRE Li vedi?!
FIGLIA (le fa segno di tacere e poi, più ispirata)....e non parlano per ore, assistono! E’ come se si sentissero già estranei a quello che succede attorno a loro! Si preparano....
(La Madre si è fermata e la guarda a bocca aperta, la Figlia resta immobile guardando lontano, poi di colpo riacquista mobilità ed aggressività).
FIGLIA Invece tu sei sempre presente, invadente!
(La Madre sbuffa e riprende a pelare le patate, la Figlia va alla finestra)
MADRE (borbottando) "Ofelia"! Certa gente non ha per niente il senso della misura! E secondo me nemmeno l’ha trovato a Romeo…
FIGLIA (guardando dalla finestra, assorta) Non c'è nessuno in strada.
MADRE Troppo impegnativo! Che cafoni!
FIGLIA Mi era parso di vedere un ragazzino in bicicletta, ma era solo un mulinello.
MADRE E se, “Ofelia”, finisse a fare la ricamatrice? O la stiratrice? “Ofelia”!
FIGLIA Almeno qualche automobile ! Anche solo per sbaglio!
MADRE Se proprio lo vuoi sapere, Ofelia non mi è mai piaciuta! E' una sfruttatrice! Ha fatto due figli? E allora se li curasse lei!
FIGLIA Che silenzio! Ha smesso di piovere!
MADRE E invece la furba, appena può, cerca sempre di spiattellarli a te, ma la prossima volta....!
FIGLIA E' tutto calmo! Un deserto! (gioviale, si rivolge alla Madre) Come il mare che si ritira. (Perde la giovialità e torna a guardare assorta dalla finestra) Sulla sabbia bagnata ci sono le conchiglie, qualche lattina vuota, dei pezzi di legno impantanati.
MADRE Devi dirglielo ad Ofelia! La smettesse!
FIGLIA Non si sente nemmeno un rumore.
MADRE (si alza e porta la scodella a sinistra, uscendo dalla quinta) Figlia cara, sei diventata sorda. Prima non hai sentito la donna cantare?
FIGLIA (si allontana dalla finestra) Ogni tanto potremmo invitare qualcuno.
(La Madre rientra con tovaglia e piatti, e si siede armeggiando con la tovaglia)
MADRE Io e tuo padre non vogliamo estranei per casa!
FIGLIA Mi avete murata in un mausoleo! Mi hai rinchiusa qui con te! Sono ancora giovane!
MADRE Ma allora vai, esci, chi ti trattiene? Un giorno o l’altro me l’aspetto da te… Cosa ti importa, in fondo se resto a casa con tuo padre in queste condizioni!
FIGLIA Sempre gelosa!! Anche con Igor!
MADRE Igor!?
FIGLIA Era l'unico che mi volesse bene in questa casa.
MADRE Un covo di pulci! E poi...è andata come è andata! Torni sempre su questa storia!
FIGLIA Non l'hai mai sopportato perchè preferiva me a te!
MADRE E te lo potevi tenere! Chi te lo toccava? Fu una disgrazia!
FIGLIA Che tenera! Una disgrazia!
MADRE Certo! Credi che avrei mai potuto...
FIGLIA Sicuro che avresti potuto, lo hai fatto!
MADRE Io certe cose non le faccio! Io, dei limiti non li ho mai superati! E poi, eri tu la padrona?
FIGLIA Certo! Gli volevo bene…
MADRE Ed era tale e quale a te…Scostumato…Cacava e pisciava dappertutto. Quando lo portavo fuori, quel cane era proprio incontrollabile! E quella volta...
FIGLIA (ironica) Ti scappò! Che combinazione! E finì sotto un camion. Che disgrazia! Avesti anche la faccia tosta di riportarmi il collare, eri tanto dispiaciuta!
MADRE Beh, il collare era, comunque, un ricordo e tu nemmeno lo apprezzasti…che fossi dispiaciuta, per la verità, no, però fu davvero....
FIGLIA Un assassinio.
MADRE Una fortuita casualità. Fortunata ma fortuita.
FIGLIA E allora cosa devo aspettarmi? Che quando ti stancherai di me, con la scusa di mostrarmi il panorama, mi butterai dalla finestra? Ah, ma certo, nella tua lista nera viene prima mio padre!
MADRE Che cretina! Per un cane!
FIGLIA Un cane? E che mi dici di Guglielmo?
(La Madre s'incupisce, fa cenno alla Figlia di restare in silenzio. Si alza, va a controllare che l'uomo dorma e poi si dirige verso una delle poltroncine di destra guardandola con attenzione. In sottofondo, rumore di orologio amplificato).
FIGLIA Me lo disse proprio tuo marito.
MADRE (notando il soprabito sulla poltroncina) Così si ripongono i vestiti, ma che modi!
FIGLIA Da allora non ti ha più sopportato, anzi per essere più precisi ti ha odiato!
MADRE E’ così che si rovina la roba! (prende il soprabito)
FIGLIA (si alza e cammina con aria disinvolta) Non te l'aspettavi?
MADRE (accarezzando il soprabito) Il pelo si è infeltrito! E’ sempre la stessa brutta abitudine, di uscire senza ombrello quando piove! Forse, se lo mettessi vicino alla stufa....
FIGLIA (ritorna verso la sedia) Sai come ti chiamava mio padre?
MADRE (mettendo le mani nelle tasche del soprabito) Ma che ci farai con queste tasche?
FIGLIA La "Medusa"!
MADRE (nota qualcosa sulla poltroncina) Si e’ tutto bagnato!
FIGLIA Di Guglielmo non si è mai dimenticato e non ti ha mai perdonata.
MADRE (passando la mano sulla poltroncina) Bisognerà chiamare il tappezziere.
FIGLIA Non doveva essere un bello spettacolo un neonato con la spina dorsale bifida.
MADRE Ci sono gli attaccapanni?! E usali! (tocca ancora la poltroncina) Rovinata, anche questa!
FIGLIA Pensa: mi ricordo ancora le tue spiegazioni alle amiche.
MADRE (strofina forte la mano sulla poltroncina) E' inutile, resta l'alone!
FIGLIA Com’è che dicevi? Ah sì! "Gli anellini non si saldano. Sapessi! Hanno degli anellini piccoli piccoli nella spina dorsale. Sembrava una cosa da niente! Che tragedia, cara mia!".
MADRE E dove lo trovo adesso un tappezziere?
FIGLIA Che madre fortunata! Guglielmo non venne mai a casa, restò in ospedale per due mesi, prima di morire. Che sollievo per te!
MADRE Che rabbia! Se solo tu ci stessi un po' più attenta!
FIGLIA (si siede) E nemmeno una volta andasti in ospedale!
MADRE Avevo ragione io!
FIGLIA E dopo, com’era giusto che fosse, non ne hai avuti più!
MADRE Non dovevamo togliere le foderine.
FIGLIA Come ci avresti voluto? Tutti belli, tutti sani!
MADRE (torna verso la sedia) Altri soldi che escono, altre preoccupazioni.
FIGLIA Con me, con tuo marito, con Guglielmo!
MADRE Io faccio quello che posso, ma con te è proprio inutile!
FIGLIA Non vedevi l'ora di ritornare alla vita! Forse eri stata poco allenata al dolore. Adesso, fa male? (cessa il ticchettio dell'orologio)
MADRE (riprendendo la tovaglia e stendendola sul tavolo) Nemmeno un po'. E poi non fu colpa mia.
FIGLIA E se lo avessimo portato a casa? E se non fosse morto così presto?
MADRE Comunque sarebbe stato un infelice.
FIGLIA E se avessi dovuto accudire uno storpio?
MADRE Gli avrei reso la vita meno dura.
FIGLIA L'avresti buttato nella spazzatura!
MADRE (si ferma, ammirata) Ma come ti vengono certe idee? Non ci avevo pensato…
(La Figlia va verso la finestra)
FIGLIA Mai qualcuno che sbagli strada! Nelle città succede, si ritorna, si va, invece...Hai visto qualcuno oggi?
MADRE (mettendo piatti, bicchieri e posate) Nessuno. Tranne tuo padre.
FIGLIA Che strano! Da quanto tempo!
MADRE Non ho avuto nemmeno un minuto oggi! Dovevo preparare. Tu, piuttosto...
FIGLIA Sì, certo. Ho visto.....forse qualche giorno o settimana fa...Che strano! Confondo i periodi e non metto a fuoco i nomi.
MADRE Sarà il tempo.
FIGLIA Già, il tempo.
(La Madre d'improvviso si fa attenta, fa cenno alla Figlia di tacere e si avvicina alla parete di destra, quella opposta alla porta e le parla, frenetica, sibilando come se temesse di essere ascoltata)
MADRE Sono loro! Stavolta ne sono sicura! Ho sentito dei passi…. (La Figlia le si avvicina, appare perplessa) Ecco! Torna! Fai attenzione!
(Le due donne stanno in attesa in silenzio, concentrate).
FIGLIA Non sento niente.
MADRE Eccolo! Eccolo! Lo senti ora?
FIGLIA No.
MADRE Attenta....
FIGLIA Ma verrà dalle tubature!
MADRE (ad alta voce verso la parete) Vi sento! Siete li’! E' inutile che fingiate! Anzi vi voglio dire che non ci tengo proprio a sapere se ci siete o se non ci siete! (La Figlia cerca di distoglierla tirandola per un braccio) Perchè se non ci foste noi staremmo molto meglio!
FIGLIA Ma che dici!
MADRE Quando si ha a che fare con della gentaglia simile!
FIGLIA Ti sentono!
MADRE Meglio! Questi mascalzoni fingono di non sentire e sono sempre lì a spiare! (alza il tono di voce, la Figlia le chiede a gesti di moderarsi) Mi devono sentire, una buona volta! Devono sapere che io della loro casa, dei loro mobili, e di quello che dicono o che fanno mi disinteresso completamente! Se lo tengano, questo pezzo di parete in comune! (si riavvicina al muro) Ma solo la parte di muro che sta da quel lato è loro! L'altra metà è mia e non consento a nessuno di utilizzarla come cassa armonica o come confessionale!
FIGLIA Devi essere impazzita!
MADRE (si avvicina al tavolo) Lo fanno apposta, per giorni e giorni non fanno nemmeno un rumore. E’ una congiura! A volte può anche capitare che cada un piatto, o una scatola, oppure che si sentano dei passi sul pavimento, o una parola o un respiro! Invece niente!
FIGLIA Ma non ci saranno!
MADRE Ti dico che ci sono! Appena mi sentono, si fermano! Bloccano tutto: lavatrice, televisore, tutto! E stanno in ascolto. Ed io allora, senza che se ne accorgano, mi avvicino al muro per sentire se si tradiscono. Ma è facile restare nell'immobilità più completa per ore ed ore.
FIGLIA Ore ed ore?!
MADRE Sicuro! Ognuno resta dalla propria parte di muro e facciamo attenzione a tutto quello che succede.
FIGLIA Cioè niente.
MADRE Di giorno! Anche se a volte....! Ma di notte è tutta un'altra storia! Io ho il sonno leggero: hanno bambini! Uno solo, per la verità, ma sapessi che scostumato! Di notte si appoggia al muro e mi dice: "Vecchiaccia, dormi o sei morta?". Capisci cosa devo subire?
FIGLIA Non ho mai sentito niente del genere.
MADRE Ed io mi rigiro nel letto, ma poi gli dico tutto quello che penso di lui! Che è maleducato, che finirà male, e poi gli urlo che se proprio deve muoversi o parlare lo facesse di giorno e poi lo schiaffeggio!
FIGLIA Te lo sei sognato!
MADRE No! Stammi a sentire!
FIGLIA Di sera si mangia leggero! Oppure cùrati i nervi! Figùrati! Lo schiaffeggia! Ascoltami bene e sia chiaro! Se ti internano: ospedale! Niente clinica, non caccio una lira! (ride).
(La Madre non sembra essere divertita dal motteggio della Figlia. Stando sempre in ascolto, guardandosi alle spalle esce nella quinta di sinistra mentre la Figlia si reca presso l'uomo che dorme e lo accarezza. La Madre rientra con due piatti, delle posate, del pane e una bottiglia. Resta a fissare la Figlia con un atteggiamento corrucciato. La Figlia si sposta verso il tavolo, la Madre senza dire una parola le porge con malagrazia il piatto. La Madre si siede ma non tocca cibo, cerca di contenere una grande rabbia, si guarda attorno, guarda di sottecchi la Figlia che non se ne dà per inteso e inizia a mangiare).
FIGLIA Ormai non si sveglia più nemmeno per venire a tavola!
MADRE Secondo me finge. Guarda caso fa questa scena solo quando ci sei tu.
FIGLIA Ma che dici!
MADRE Pover'uomo, che vergogna! Non si è più ripreso da allora! Ieri, quando non sei rientrata a pranzo, dovevi vederlo! Com'era allegro, baldanzoso!
FIGLIA (ride) Un'altra follia! Ma figùrati!
MADRE Come me l'hai ridotto!
FIGLIA Sei completamente folle.
MADRE Così sarei pazza? (La Figlia non le dà ascolto e continua a mangiare) Non hai paura di avere una pazza per casa? Potrei sgozzarti mentre dormi oppure soffocarti con il cuscino.
FIGLIA Ma lo dicevo così, per dire.
MADRE Hai detto una cosa precisa!
FIGLIA Ma l'ho solo detto! Anche se devo ammettere che un po' lo penso (ride).
MADRE Anch'io penso che sei frigida ma non lo dico. Ma sicuramente lo dicono gli altri: sei frigida.
FIGLIA (battendo la mano sul tavolo) Hai deciso di continuare?
MADRE Ora voglio continuare!
FIGLIA E continua da sola, fai come se non ci fossi!
MADRE Brava figlia mia! Hai capito tutto! Per me tu non ci sei mai stata.
FIGLIA (masticando, indifferente) Lo so.
MADRE Ma non sai che noi volevamo Guglielmo e non te! Con tuo padre fui chiara fin dall'inizio: niente figli! Ma poi, sai come vanno queste cose, lui voleva il maschio... e allora....(la Figlia lascia cadere la posata e la guarda con ira) Cosi’ per farlo contento .....venisti fuori tu ! Che bella sorpresa! Ti lascio immaginare la sua gioia!
FIGLIA Che donnetta da quattro soldi! Stai mentendo (beve).
MADRE E' tutto vero, cuore mio!
FIGLIA Papà mi voleva bene.
MADRE Che delusione, povera piccola! Sta proprio qui, il punto: non ti voleva! Rivedo la scena, proprio come si svolse: lui ti prese in braccio e disse: "Che me ne faccio di questa!".
FIGLIA Sei maligna e voglio proprio concludere il discorso. Ma sappi che ora fai la vita che ti meriti. Che fine! Spiare i vicini dal muro divisorio! E visto che ci siamo, voglio farti notare una cosa: sai a che ora esco dall'ufficio?
MADRE Alle sei.
FIGLIA Alle quattro! A te, ho detto alle sei! Due ore tutte per me, per passeggiare e vedere gente. E sai quanti giorni alla settimana lavoro?
MADRE Sei.
FIGLIA Cinque! Settimana corta, cinque giorni! (prende il tovagliolo e si pulisce la bocca) Un giorno intero senza di te.
MADRE Ed io qui invece...
FIGLIA (alzandosi) Qui! A fare la serva! A preparare il letto, a mettergli e a togliergli la pala. E poi a cucinare il primo, il secondo, il contorno! Qui! Con me non vieni....sei vecchia! Sei ridicola! Tu non mi volevi? Io ti uso e siamo pari. Voglio gente giovane, nuova.
MADRE (ironica) La gente!
FIGLIA Quella che non puoi vedere perchè sei sepolta! Quegli uomini che non puoi conoscere e che ti piacerebbe tanto...
MADRE Sei gelosa! Hai paura che ti possa soffiare qualche ragazzino!
FIGLIA (sedendosi) Figùrati!
MADRE (con sussiego) Sarai anche più giovane, non di molto comunque, ma sei un pezzo di legno, io conosco certe cose che nemmeno ti immagini, certi accorgimenti da usare, tuo padre impazziva....
FIGLIA Vecchia troia.
MADRE Quanto ti sarebbe piaciuto esserlo! (si ravvia i capelli) Ho ancora delle carte da giocare, molto molto efficaci ma solo al momento opportuno, quando ne varrà la pena.(La Figlia riprende a mangiare, la Madre la guarda con aria di compatimento). Come ci si sente? (La Figlia alza lo sguardo). Ad essere inferiori! Lo so, deve essere dura, non che l'abbia mai provato, per carità! Comunque, ti assicuro che i tuoi ragazzini non m'interessano; sì, potrei anche divertirmi a coltivarli, ma per me ci vuole ben altro! Per me "quei fatti" sono sempre stati gioiosi, una vera festa! Io non mi sono ridotta a fare certe cose...
(La Madre con un sospiro soddisfatto comincia a mangiare, la Figlia continua il proprio pasto. Silenzio per qualche secondo).
MADRE (versandosi dell'acqua) E chi sarebbe?
FIGLIA Chi sarebbe “chi”?
MADRE Io c’ho lo sguardo clinico…Sei frigida, come femmina non vali niente, ma c’hai l’espressione di una che l’ha annusato…forse non l’hai ancora preso, ma te l’hanno fatto vedere…
FIGLIA Fai veramente schifo….
MADRE E allora? Chi è questo principe azzurro!? Questo salvatore degli afflitti!?
FIGLIA (alzando appena la testa) Non ti riguarda.
MADRE Allora c'è! Lo sapevo! Tante discussioni, tanti paroloni e poi....Hai fatto bene, potrebbe essere la tua ultima occasione. Io l'ho sempre detto: non si può morire da soli, senza aver provato almeno una volta! E nemmeno si può stare li’ a desiderare gli avanzi delle altre.....
(La Figlia alza nuovamente lo sguardo, la Madre continua con il tono di una persona dignitosa).
MADRE Potrei anche dirti che il “mio” l'ho fatto! Ora tocca a te! Non sei più una ragazzina. E' giusto che prima della menopausa....
FIGLIA Stai zitta!
MADRE Ma io ti capisco!
(Torna il silenzio, la Figlia continua a mangiare, la Madre indifferente tamburella sul tavolo con le dita, assume poi un'aria che esprime considerevole rispetto).
MADRE Certo....... che è di parola!
(La Figlia alza lo sguardo con aria interrogativa).
MADRE Deve essere un tipo costante, solido. Non sei una di quelle che si buttano al primo appuntamento. Ti avrà detto che...(ammicca) Lo so quello che dicono! Le pensano tutte!
FIGLIA Per fare che?
MADRE Ma tu fai bene, benissimo! Certo! Fai bene a fidarti! Anch'io se non fossi come sono e fossi come te....
FIGLIA (trattenendo a stento la rabbia) Come sono?
MADRE Sei.....così! Ognuno è fatto in un modo e tu sei....proprio così.
FIGLIA Così come?!
MADRE Così....all'ultima spiaggia. Ogni età vuole le sue illusioni! Se non ci fossero quelle! E' anche vero che le delusioni fanno più male quando si è mature. (La Figlia dà segni di impazienza). Ma questo l'avrai certamente considerato!
FIGLIA Non te lo dico, capito?
MADRE Cosa?
FIGLIA Chi è! Non lo saprai! E’ da mezz'ora che ci giri in tondo....
MADRE Mezz'ora! Ma se ne stiamo parlando adesso!
FIGLIA Tu! Ne stai parlando!
MADRE E allora? Ne avrò anche il diritto! Intendiamoci, sono fatti tuoi, ma permetti che una madre voglia partecipare alle gioie della figlia? E poi....che figlia! Dopo quello che hai fatto, non la meriteresti neanche tanta partecipazione!
FIGLIA Ti rode! (La Madre fa spallucce) Non te lo dico!
MADRE Lo vuoi sapere? Non m'importa proprio! Ho altre cose a cui pensare, che alle storie amorose di una tardona! Eppoi già me lo immagino: un vecchio vedovo....Tu per i vecchi hai sempre avuto una grande passione e non mi fare andare avanti… (La Figlia ride e scuote il capo ) Oppure è un ragazzino! Uno molto più piccolo di te...(La Figlia smette di ridere e la guarda in cagnesco) Ti conosco bene! E senti, mai per impicciarmi, s’intende! Ha terminato almeno le medie?
(La Figlia sbatte un pugno sul tavolo, la Madre continua ad ironizzare).
MADRE Fa ancora i capricci? Devi avere pazienza! La chiamano “età ingrata”! Ma soprattutto: vai da un buon avvocato, la corruzione dei minori è un reato, figlia mia!
FIGLIA Non così! Mi rendi tutto più difficile!
MADRE Se è facile o no lo stabilisco io!
(La Figlia si alza lentamente e resta ferma a capo chino vicino alla tavola, la Madre assume un tono dignitoso e sicuro).
MADRE Comunque, benchè sia poco più che un moccioso, ha tutta la mia ammirazione! E riconoscenza! Certo per solidarietà umana dovrei avvertirlo che sta facendo una sciocchezza! Non conosce di certo tutto lo schifo che ti porti dentro! Ma, si vede, che si accontenta di poco! E poi, un giorno mi libererà di te e tanto mi basta! Chissà! Forse ha fatto un voto a qualche Santo… (ride)
(La Figlia seria, senza una parola, si avvicina all'uomo che dorme, gli accarezza il capo e poi, con gesti febbrili rovista sotto al letto, sotto lo sguardo prima ironico e poi sorpreso della Madre, trae una borsa capiente, la porrà proprio sul letto. Nella borsa ci saranno dei vestiti messi alla rinfusa, inizierà a piegarli uno per uno rimettendoli dentro. Si spande in sottofondo il ticchettio amplificato).
MADRE Te ne vai?
(La Figlia non risponde).
MADRE E dove? Non c'è nessuno fuori.
FIGLIA (si ferma) Allora, vediamo un po'....
MADRE Ti chiamo un taxi? Così finalmente potrai dire che sei stata in macchina con un uomo!
(La Figlia non le risponde, assorta sembra riflettere su quello che sta mettendo in borsa. La Madre diventa dura).
MADRE E vàttene! Ma questa volta per davvero! Non ne posso più di vederti in questa casa! (guardandosi attorno) Ora è tutta mia! E posso fare tutto quello che voglio! Per iniziare annaffierò più spesso la pianta! L'ho trascurata troppo negli ultimi tempi! E poi dovrò chiamare il tappezziere per la poltrona! Mi farò invitare dai vicini. Hanno un bel bambino vispo, lo sapevi? Gli farò da nonna! Sicuro! Se aspettavo te! Con quell'utero atrofizzato!
(Si alza stancamente e va alla finestra mentre le Figlia armeggia con i libri posti sul comodino e li ripone con cura nella borsa. La Madre ora è ferma e guarda fuori).
MADRE (con aria assente, come fra se’) Qualche tempo fa, in questa casa, c'erano delle voci e anche dei rumori, così tanto che mi distraevo e non facevo caso al silenzio che c'era fuori, allora....
FIGLIA Questa te la lascio (getta sul letto un vestito).
MADRE Si è rimesso a piovere. Dove andrai? (cessa il ticchettio).
FIGLIA (le si accosta, insinuante, cattiva) Dove ci sono le voci, così forti e così numerose che devi chiedere in ginocchio di restare un po' da sola in silenzio! E dove ci sono rumori! E piedi che camminano sui pavimenti! E volti! Non sfatti come il tuo! E dove ci sono corpi che sul muro diventano ombre!
MADRE E fuori?
FIGLIA Fuori ci sono strade, alberi e anche qualche...
MADRE Qualche?
FIGLIA ....passante.
MADRE Balle! Non c'è nessuno!
FIGLIA Ci sono! Tu non li vedi!
MADRE E nemmeno tu!
FIGLIA Non importa chi ci sarà! Sei stata davvero molto comprensiva! Mi hai reso tutto meno penoso.
MADRE La borsa era già pronta...
FIGLIA (mettendo a posto le ultime cose) Era tutto previsto? Può darsi! Non lascio niente al caso. Per la verità, ne avevamo già discusso qualche settimana fa! Cosa vuoi: ha insistito! E' pazzo! Non nego di aver fatto anche un po' di resistenza! Capirai! Cosi’, all’improvviso! Con una madre anziana che dipende da me in tutto e per tutto! Non sono decisioni da prendersi di punto in bianco. Ma poi mi ha detto....
MADRE (ironica) Ti ama!
FIGLIA Questo me lo dice ogni giorno e più di una volta!
MADRE Non può vivere senza di te!
FIGLIA Ha detto: tua madre....muore! (La Madre resta a guardarla allibita). Proprio così: “muore”! Ed io mi sono sentita....felice! Anche spaventata, non dico di no, ma piena di energia! Di voglia di fare! Perchè (si volta verso la Madre) è vero! Muori giorno dopo giorno e morirai prima di me! E allora di te e di questo cimitero non resterà più niente! Ci sarò solo io che guarderò ogni tanto delle fotografie. E poi, capirai benissimo che di fronte a questa eventualità mi sarei dovuta premunire! Diventare orfani ha anche i suoi vantaggi, però....
MADRE Un ripiego! L'avrei dovuto capire subito!
FIGLIA Chiamalo come ti pare!
MADRE E mi facevi anche la morale! Ipocrita!
FIGLIA Diciamo: previdente!
MADRE Ma potrei anche non darti questa soddisfazione di morire.
FIGLIA Prima o poi.....
MADRE Potresti morire prima tu!
FIGLIA E' possibile, ma al punto in cui siamo, diciamo che ho cambiato prospettiva.
MADRE Che vuoi dire?
FIGLIA In condizioni normali, sarei andata via il giorno stesso della tua morte. Un minuto dopo, per l'esattezza. Ma stasera ho capito che, per me, se vivi o se muori, e’ lo stesso.
(La Madre resta sorpresa e poi vaga per la stanza gesticolando come se volesse chiamare a testimoni delle persone inesistenti)
MADRE Sentitela! Sono cose da dire a una madre! La fine di Guglielmo avresti dovuto fare. Lui era innocente, mentre tu!
FIGLIA Come sei brava!
MADRE Dovrai essere infelice! E sola! E se avrai figli, saranno mostri che dovrai nascondere in casa per la vergogna!.....Ma adesso, dilla tutta! Non sopportavi che avesse preferito me a te! E se ora è lì come un vegetale lo deve solo a te!
FIGLIA Non voglio sentirti!
(La Madre le gira intorno, sibilando con cattiveria. La Figlia volta il viso per non guardarla).
MADRE Il senso di colpa non ti rode? Non ti prende lo schifo di avere anche solo immaginato quello che hai fatto?
FIGLIA Non ho mai fatto niente!
MADRE Anche su questo, ci sarebbe da ridire! Ma l'hai pensato, l'hai desiderato e meglio sarebbe stato se cervello e cuore ti si fossero fermati di botto, prima di concepire una cosa simile! Contro natura! Anche questa stanza puzzava di marcio quando allungavi la mano verso tuo padre!
FIGLIA Non è vero!
MADRE E cosa voleva quella mano? Guardami! (costringe la Figlia a guardarla) Pensavi che lui non lo capisse? Quanta pena e quanto schifo ha provato, lo so solo io! Quando tu, troia, figlia e demonio, salivi con la tua manina prima sulle sue gambe e poi, lieve, leggera, gli accarezzavi il cavallo dei pantaloni…fino al “pacco” e glielo stringevi forte….
FIGLIA Non l’ho mai fatto!
MADRE Ti ho visto! L’hai fatto! Avevi 18 anni…Una figlia che desidera il padre e lo tocca…cosa c’è di più infernale!? Lui mi lanciava sguardi persi e malati di una persona disperata. E in ogni sguardo c'era la conferma di quello che sapevo, e di quello che tu, piccola puttana, non volevi capire: aveva scelto me! Sempre me! Soltanto me!
FIGLIA Io amo mio padre.
MADRE E come? Dimmi, come? Cosa avresti voluto? Nei sogni, nei desideri commettiamo i delitti più sporchi! Poco importa che non accadano nella realtà! E al risveglio non esistono più ne' padri, ne' madri, ne' figlie!
FIGLIA (gelida) Per me sei già morta! (prende la borsa e il soprabito appoggiato sulla poltroncina e si avvia verso la porta)
MADRE (con voce rotta, senza voltarsi) Te ne vai?
(La Figlia si ferma e non risponde)
MADRE E non mi saluti?
(La Madre si volta lentamente con un sorriso ebete dipinto sul volto, e prende il coltello da cucina che era sulla tavola ancora imbandita; si avvicina a passi lenti alla figlia)
MADRE Figlia mia, dove andrai? Fuori fa freddo, piove!
FIGLIA Ma non essere ridicola!
MADRE (avvicinandosi e alzando il coltello) Ci faremo ancora un po' di compagnia, qui la notte è triste.
FIGLIA Mettilo giù!
MADRE (ormai vicinissima) Certo, lo metterò da parte. Lo custodirò come tutte le cose belle di questa stanza!
FIGLIA Non mi fai paura…
MADRE Non sono io a volerti fare paura…questa lama è una carezza…fa paura la nebbia, fa paura la pioggia che cade e che non ti fa vedere ad un metro di distanza…fa paura la vita senza questa stanza, senza di me…fa paura l’aria che si respira fuori, strade piene di nulla, fantasmi.
Tutto ciò che è stato e che non è stato, appena sarai fuori di qui, ti aggredirà e al confronto, la carezza di questa lama ti sembrerà un bacio in pieno aprile…La vita uccide se non sei equipaggiata, se non la sorseggi piano piano…Pensaci…
FIGLIA Voglio andarmene…
MADRE Resta…
FIGLIA Io non posso…
MADRE Resta!
(La Figlia si volta, la Madre con gesto violento la volta nuovamente verso di lei. Alza la mano che impugna il coltello ormai pronta a vibrare il colpo)
FIGLIA Mi uccideresti?
MADRE Sempre. Per tutti i miei giorni di una vita senza di te!
FIGLIA (aprendo le braccia senza più difesa) E allora colpiscimi…
MADRE Mi vengo a prendere il tuo cuore, figlia…
(Fa per vibrare il colpo. Attimo di sospensione. La Madre lascia scivolare il coltello a terra. Le due donne con forza, con disperazione si abbracciano)
MADRE Non puoi farlo.
FIGLIA Partirò domani. O dopodomani....glielo dirò
(Le donne si sciolgono dall'abbraccio, la Madre raccoglie il coltello con gesti lenti e lo pone sul tavolo, la Figlia si spoglia del soprabito e lo poggia sulla poltroncina, poi passando vicino al tavolo prende la sedia e la pone di fronte al televisore accanto alla poltrona. Accende il televisore, si siede, sul video compariranno delle strisce, la Madre calmissima ritorna alle sue faccende).
MADRE (raggruppando piatti e bicchieri al centro del tavolo) E allora?
FIGLIA (con lo sguardo fisso sul televisore) Niente.
MADRE Sarà rotto, forse è l'antenna.
FIGLIA Ma almeno una voce..
MADRE Non è facile di questi tempi.
FIGLIA ...di uomo, di donna! Effetto neve... (si alza, spegne il televisore).
MADRE (d'improvviso guarda in alto e sorride senza che ciò sia giustificato da alcunchè) E' lei!
(La Figlia si guarda attorno smarrita e si avvicina alla finestra. Dall'esterno giunge la musica di "Tu che m'hai preso il cuor". La Figlia, sempre guardando dalla finestra, si accoda a bassa voce. Il volume della musica sale e viene troncata da uno, due, tre squilli fortissimi della sveglia, squilli amplificati e sovrapposti. Le donne si fermano, si guardano attorno, il trillo si ferma).
MADRE (sibila, con aria incantata) E' finito!
FIGLIA (come la Madre) Un altro ieri!
(Le due donne compiono dei passi lenti in direzione opposta a capo chino, si diffonde come in un'eco "Gymnopedie" di Satie. Le donne si fermano, si voltano e come in una pantomima, sorridendo e con gesti lievi e veloci, ed improvvisi rallentamenti, entrambe spostano il tavolo ponendolo a sinistra, di lungo sul tappeto, spostano anche le poltroncine e il tavolinetto, mettendolo al centro della scena. La Figlia andrà verso la poltrona e con estrema facilità solleverà l'uomo dormiente che si scoprirà essere null'altro che un manichino. Ognuna delle due farà dei passi di danza con il manichino. La Figlia va verso il letto, sfuma la musica. Anche la recitazione, come i movimenti compiuti in questa scena, sarà da ora in poi sibilata, lieve, complice).
FIGLIA Siamo state brave.
MADRE E' la storia che è sempre diversa!
FIGLIA (si distende sul letto con un sospiro) E com’è giusto che sia: nel finale, ci si ritrova.
MADRE E' vero! Come si chiamava il cane?
FIGLIA Igor. E la mia amica Ofelia!
(Ridono entrambe).
MADRE (sospirando) Che bella famiglia! Pensiamo sempre a tutto quello che avrebbe potuto esserci!
FIGLIA (si erge nel letto e, con aria complice) Ma tu l'hai mai vista quella che stende i panni?
MADRE Una volta, forse di mattina....o di sera. Cantava! E allora corsi dietro i vetri, e poi....non ricordo se fosse bruna o castana.
FIGLIA (si distende nuovamente) Deve sentirsi felice per cantare così!
MADRE Come noi! Sarà sempre indaffarata! E anche lei avrà un muro!
FIGLIA E una metà sarà tutta sua!
MADRE Avrà una finestra per vedere tutto quello che si dovrebbe vedere. (così dicendo si alza dalla poltroncina e indossa il soprabito della Figlia e, come scossa da brividi di freddo, si siede accanto alla Figlia e si stropiccia le mani) Che gelo!
FIGLIA Da quanto tempo!
MADRE Cosa?
FIGLIA Tutto questo!
MADRE Come posso risponderti! Credo di essere da sempre qui. Ecco: da sempre!
FIGLIA Sempre! (come presa da un pensiero improvviso, si erge) Secondo te abbiamo un passato?
MADRE Ne abbiamo tanti che la memoria si confonde.
FIGLIA Ma di quelli veri!
MADRE Veri?!
FIGLIA Di quelli che dici agli altri: noi eravamo così!
MADRE Per tutto questo bisognerebbe avere buona memoria!
FIGLIA Appunto.
MADRE Bisognerebbe aver vissuto un mese o dieci anni molto profondamente e ricordare! Qualche volto....
FIGLIA I volti!
MADRE O dei nomi! Ne ricordi qualcuno?
(La Figlia guarda nel vuoto )
MADRE Dovresti ricordare di avere stretto delle mani e di averle sfiorate anche senza volerlo. Mani giovani, vecchie, vecchie, giovani...
FIGLIA (si guarda il palmo delle mani) Come queste?
MADRE E anch'io dovrei ricordare per poi formare insieme...
FIGLIA Un ricordo?
MADRE (scuote la testa) Difficile di questi tempi e con questo silenzio.
FIGLIA (sospira e si distende) Poco male, ogni giorno immaginiamo dei ricordi.
MADRE Tanti che la memoria si confonde.
FIGLIA (stiracchiandosi) E sotto la finestra è facile immaginare il passeggio della gente…
MADRE (si guarda attorno) C'è tanto da fare! (guarda la sveglia) Si è fatto tardi.
FIGLIA (si solleva, guarda anche lei la sveglia) Non me ne sono proprio accorta.
MADRE Quando si è impegnati il tempo vola.
(La Figlia si distende poi si rialza e con tono entusiasta)
FIGLIA Domani non saremo madre e figlia!
MADRE No?
FIGLIA Tu sarai la proprietaria di questa che sarà una pensione ed io una studentessa!
MADRE Un po' grandicella, per la verità!
FIGLIA Una fuoricorso! Va bene così.
MADRE (si entusiasma anche lei) Ti sarai molto legata a me....
FIGLIA ...crederai che tuo marito sia ancora vivo! Sarai convinta di potergli parlare ed io penserò che tu stia impazzendo!
MADRE ...però domani sarò io quella che vuole andarsene! Dirò che voglio vendere tutto per fuggire!
FIGLIA Va bene.
MADRE Con un vecchio corteggiatore che non ha mai smesso di amarmi! ...E domani lavorerai?
FIGLIA Sarò una studentessa.
MADRE E' vero.(si alza e va alla finestra, guarda e scuote la testa) Niente.
FIGLIA E' tardi, vedrai domani.
(La Madre si siede di nuovo sul letto, accende il piccolo lume posto sul comodino. In quel momento, improvviso, un rumore meccanico le farà sobbalzare).
MADRE L'ascensore.
FIGLIA (sedendosi sul letto) Sono loro!
(Il rumore dell'ascensore è vicino, si protrae per alcuni secondi, poi si affievolisce e si perde in lontananza, la Figlia si stende).
MADRE E' tardi, non verrà più nessuno.
FIGLIA Come posso chiamarti?
MADRE Come vuoi.
FIGLIA Mamma?
MADRE (sorride) Se ti fa piacere.
(La luce inizia ad affievolirsi. In sottofondo, come un'eco lontana, si ode il suono di un pianoforte)
FIGLIA Lo senti? E' il rumore del silenzio. Sembra confuso, ma se lo ascolti meglio, con attenzione, ci parla di storie vere e di tutto ciò che passa. E di storie inventate e di tutto ciò che non è mai accaduto…e di quelle come noi, senza nome.

(La Madre annuisce con il capo, la voce si confonde con il sottofondo di Gymnopedie che sale e la sovrasta, le donne sorridono serene. La luce si spegne, nell'oscurità resta accesa solo la lucetta sul comodino, la Madre guarda nel vuoto e sorride, la lucetta si spegne).


FINE