BASTA LA FANTASIA
Commedia di
Stefania De Ruvo
Una coppia di anziani sposi vive la quotidiana nella monotonia. Il marito si dedica al suo hobby, fare puzzle e la moglie al suo, ossia scrivere. Il marito non si interessa della moglie e tantomeno di quello che scrive: sono romanzi d’amore con qualche “sfumatura” in più. Il libro viene pubblicato ed arriva al paese dove vive la coppia. Iniziano le prime reazioni al libro, alcune positive ed altre meno. Molte riguardano il marito facendo allusioni inizialmente fraintese poi sempre più esplicite. Cosa c’entra il libro con il marito e perché tante chiacchiere? Rompere per sempre lo strano equilibrio della coppia li aiuterà a trovarne uno nuovo?
Scena: Tavolo e sedia, scrivania con computer portatile. Un telefono fisso (con base e cornetta cordless) Vari puzzle appesi.
Protagonisti: 1U + 1D
Marina: moglie 60-75 anni
Gianni: marito 60-75 anni
ATTO UNICO o DUE ATTI
Primo atto: Situazione iniziale, presentazione dei personaggi. Il libro mandato all’editore dalla figlia viene pubblicato. Gianni organizza la mostra di Puzzle. Marina si prepara per Roma.
Secondo atto: Si svolge la mostra e Marina torna da Roma con i libri. Iniziano le telefonate e gli equivoci. Il marito scopre l’argomento del libro. Scontro tra i coniugi. I commenti aiutano il marito a cambiare.
PRIMO ATTO
Gianni è al tavolo e sta facendo un puzzle. Marina è alla scrivania e sta scrivendo al portatile.
Gianni (senza alzare lo sguardo dal tavolo) Marina, mi porteresti qualcosa da bere?
Marina Sto scrivendo, non puoi prendertelo da solo?
Gianni Sono concentrato, se mi alzo perdo il filo ed il pezzo.
Marina Anche io perdo il filo.
Gianni Dai Marina, metti giù l’ago che poi il filo te lo rimetto io.
Marina Ma che stai a dire! Perdo il filo del racconto, non del cucito.
Gianni Hai cucito, brava, adesso portami una birra.
Marina sconsolata si alza, esce di scena e rientra con una birra con un bicchiere. Serve il marito.
Marina (ironica) E’ di tuo gradimento? Abbastanza fredda o vuoi un po’ di ghiaccio? Gradisci anche qualcosa da mangiare?
Gianni Grazie Marina ma no, sto bene così.
Marina E’ un piacere, ma la prossima volta ti alzi tu, anche io ero impegnata.
Gianni A cucire.
Marina A scrivere.
Gianni La lista della spesa?
Marina Gianni, non esagerare!
Gianni Non ti scaldare, sto scherzando! Stavi scrivendo, ho capito. Stai sempre scrivendo… sai che novità.
Marina E allora? Ho il mio hobby come tu hai il tuo.
Marina torna offesa alla scrivania. Buio e luce su di lei.
Marina Siamo sposati da quarant’anni. Ci siamo conosciuti da giovani, non è stato il classico colpo di fulmine. Lui frequentava la mia casa essendo un amico di mio fratello. Era un ragazzo semplice ma buono e gentile. Sapeste quante volte ha provato ad attaccare bottone! Alla fine sono stata io ad invitarlo ad uscire. Non ce la facevo più a stare chiusa in casa quindi meglio che niente. Non che me ne fossi innamorata ma aveva talmente la faccia del bravo ragazzo, al limite del tontolone, che è parso innocuo perfino a quel iperprotettivo di mio padre
Buio e luce su Gianni al tavolo.
Gianni Siamo sposati da quarant’anni. Ci siamo conosciuti da giovani, è stato il classico colpo di fulmine. Io frequentavo la sua casa essendo un amico di suo fratello. Sapeste come mi guardava! Ero un gran bel ragazzo ai miei tempi! Non facevamo altro che mandarci degli sguardi allusivi! Alla fine è stata costretta a farsi avanti, l’avevo conquistata. Era impossibile resistermi, avevo il mio fascino ai miei tempi, un po’ alla James Dean. Così abbiamo iniziato ad uscire insieme malgrado quel iperprotettivo di suo padre.
Buio e luce su Marina.
Marina Abbiamo iniziato ad uscire insieme, un giorno dopo l’altro e ci siamo fidanzati. Mi sono anche innamorata alla fine, mi sono innamorata dell’amore che aveva per me. Perché si vedeva proprio che era innamorato. In fondo è stato un bravo marito, grazie a lui ed al suo lavoro fisso ho potuto studiare e sono diventata una professoressa di lettere. Ci siamo trasferiti al nord, dove ho preso la mia prima cattedra. Per la mentalità del paesino dove siamo nati, eravamo dei trasgressivi.
Buio e luce su Gianni.
Gianni Abbiamo iniziato ad uscire insieme, mi stava sempre incollata, mi sono dovuto fidanzare. Era così innamorata! Anche io le ero molto affezionato. In fondo è stata una brava moglie, io avevo il posto fisso e lei è stata a casa, ma si annoiava e così ha ricominciato a studiare. Non doveva essere una cima perché ci ha messo anni. Ha dovuto anche cambiare scuola ed andare in una su al nord, chissà che aveva combinato. Però alla fine ha anche trovato un lavoro nella scuola, ogni mattina ci andava. A me andava bene purché quando tornavo dall’ufficio fosse pronto il pranzo.
Buio e luce su Marina.
Marina Gianni mi ha sempre seguito, un ufficio postale si trova ovunque, ma ha sempre rimpianto il suo paese. Per questo non ha mai voluto vendere la casa dopo che i suoi erano morti. Io al nord sono stata benissimo, ho adorato ogni anno che ho insegnato. Quando finiva la scuola e tornavamo al paese, anche per pochi giorni, mi mancava l’aria. Abbiamo avuto una figlia Sara, lei è una donna veramente in gamba, indipendente, avventurosa. Lavora per una grossa azienda e viaggia spesso all’estero. Certo, mi manca, ma sono orgogliosa di come è diventata.
Buio e luce su Gianni.
Gianni Ci siamo trasferiti spesso, il mio lavoro lo permetteva, ma ovunque andassi non era come a casa mia. Per fortuna non ho mai venduto la casa dei miei genitori al paese. Io al nord sono stato malissimo, facevo il mio lavoro e tornavo a casa. D’estate appena potevamo tornavamo al paese per una boccata d’aria. Abbiamo avuto una figlia Sara, è una brava figliola con un po’ di grilli per la testa, ancora non si è decisa di mettere radici. Lavora per una grossa azienda che la sfrutta mandandola continuamente in giro.
Buio e luce su Marina.
Marina E’ andata tutto bene fino alla pensione. Io ero presa dall’insegnamento e lui dal lavoro. Non avevamo molto in comune ma stavamo bene insieme. Gianni è sempre stato pantofolaio ma non mi pesava. Io uscivo con Sara, con le mie colleghe, anche con i miei alunni, una volta diventati grandi. Andavo a teatro, a sentire la musica, a vedere musei. Verona è una città splendida, così piena di vita e cultura! Gianni tornava dal lavoro stanco e preferiva stare a casa ma non costringeva me a fare lo stesso.
Buio e luce su Gianni.
Gianni E’ stata dura fino alla pensione. Io ero preso dal lavoro e Marina (si ferma con aria dubbiosa, come se non sapesse cosa dire) … anche lei era impegnata. Stava spesso con nostra figlia, andavano (non sa dove) … uscivano. Io no, Verona è una città umida, così fredda d’inverno quanto afosa d’estate! Io tornavo dal lavoro stanco e preferivo stare a casa e Marina usciva per non disturbarmi.
Buio e luce su Marina.
Marina Appena è andato in pensione si è voluto trasferire qua. Duemila abitanti, scarsi, un bar in piazza, una chiesa ed un minimarket, non proprio una grande città. Non potevo dirgli di no, dopo quello che ha fatto per me. Abbiamo venduto la casa a Verona e abbiamo ristrutturato la vecchia casa dei genitori, ristrutturata… l’abbiamo resa abitabile, ma sempre vecchia è.
Buio e luce su Gianni.
Gianni Appena sono andato in pensione ci siamo trasferiti qua. Un gioiellino nella campagna, poche anime e l’essenziale per vivere beatamente, proprio una bel paese. Le ho fatto una sorpresa, ho venduto la casa a Verona ed ho rinnovato la casa dei miei. Rinnovato… esaltato nella bellezza originaria! Non è vecchia, è antica, una bomboniera.
Buio e luce su Marina.
Marina E’ stato un trauma, oltre a dover lasciare la scuola, ho dovuto lasciare la vita a Verona, la cultura, la gente e tutti i miei allievi. Qui mi annoio terribilmente e così per ingannare il tempo ho iniziato a scrivere. Niente di altamente intellettuale, dei racconti romantici un po’ piccantini, così come hobby. Ci ho preso gusto e recentemente mi sono cimentata in un romanzo, l’ho appena finito e l’ho dato a Sara. Lei ha sempre letto tutto quello che ho scritto ed è una mia fan, l’unica, a dire la verità, visto che ho fatto leggere i miei scritti solo in famiglia e Gianni non mi ha mai detto niente, né in positivo né in negativo.
Buio e luce su Gianni.
Gianni E’ stato come rinascere, ho lasciato la nebbia della pianura padana e sono venuto al sole. Un po’ mi annoio, in fondo mi piaceva lavorare, mi teneva impegnato la mente e così ho iniziato un hobby. Faccio puzzle, più sono complicati più mi piacciono. Me lo ha suggerito Sara, è perfetto per tenere attivo il cervello, ci vuole pazienza e dedizione. Il momento che preferisco è quando vicino alla fine inizio a mettere un pezzo dietro l’altro, come se mi saltassero da soli nelle mani. Quando inizia quel momento magico, chiamo Sara e lei viene sempre a vederli. Se non può, le mando una foto. E’ una mia fan, la sola per il momento ma ho un bel progetto in mente.
Buio e luce su Marina.
Marina Anche Gianni ha un hobby, fa i puzzle. Anche a me piaceva farli, ma non posso avvicinarmi ai suoi, dice che lo distraggo, così io torno al mio computer. Ne ha fatti tantissimi, è diventata una fissazione, appena ne finisce uno, ne inizia un altro e tutti… tutti li incornicia e li appende. Ne abbiamo venti in cantina.
Buio e luce su Gianni.
Gianni Anche Marina ha un hobby. Scrive al computer, scrive sempre. Poesie, penso, ma anche racconti. Io sono contento, così mi lascia fare i miei puzzle. All’inizio voleva farli con me, ma faceva solo confusione. Senza lei attorno sono molto più veloce.
Luce a giorno.
Squilla il telefono.
Marina Pronto? Ciao Sara. E’ Sara. (al marito)
Gianni Salutamela.
Marina Ti saluta papà. Dimmi tesoro, come stai?... Sono contenta. …(smette di sorridere) No, non sto cambiando discorso, certo che lo voglio sapere… eh va bene! Hai letto il libro? E che ne pensi? … Ti è piaciuto? Davvero? Beh sono lusingata… Farlo leggere? No, non scrivo per questo, a me piace scrivere e basta, mi distrae dalla noia quotidiana. …Certo che mi piacerebbe uscire, ma dove? In questo paese non c’è niente. …Un viaggio? Magari! Lo sai come è fatto papà, non gli piace viaggiare. …Secondo te cosa starà facendo, indovina? … Esatto, ha iniziato un altro puzzle. … Lo so che è perfetto per mantenersi allenato, la mente sempre attiva ecc. ma così esagera, non fa altro. …Si, anche io ho il mio hobby, ultimamente anche io non faccio altro e cosa dovrei fare da sola. …Un’occasione per una vacanza? E dove? Perché proprio a Roma? …Cosa hai fatto? Hai spedito una copia del mio romanzo a quale concorso? Senza dirmi niente e se io non fossi stata d’accordo. …Come ormai è fatta! I risultati arrivano oggi! O mamma! E se non piace… o peggio e se piace? (sempre più agitata) Se lo pubblicano sono rovinata! Appena sai qualcosa… esatto chiamami subito. …Si, ne parlo con papà. Non lo so, io gli ho dato il romanzo ma non l’ho mai visto leggere e non mi ha detto niente. …Ciao tesoro, aspetto una tua chiamata. (chiude la telefonata)
Marina Lo sai che ha fatto Sara? (agitata)
Gianni Cosa? (senza alzare la testa dal puzzle)
Marina Ha mandato il mio romanzo ad una casa editrice di Roma per un concorso letterario.
Gianni Quale romanzo?
Marina Quello che ho scritto io!
Gianni Perché hai scritto un libro? Non scrivevi poesie?
Marina No, scrivo dei racconti ed ho provato a scrivere un romanzo, il romanzo che Sara ha inviato al concorso.
Gianni Brava e le poesie?
Marina (scocciata) Gianni, nessuna poesia, non c’è mai stata nessuna poesia. Io scrivo romanzi d’amore.
Gianni Ah è vero! Va beh, romanzi d’amore, poesie, sempre cose da donne!
Marina Illuminato come commento…
Gianni Passami il sacchetto con i pezzi gialli.
Marina li passa.
Marina Gianni, mi puoi prestare un po’ di attenzione per favore? E’ importante.
Gianni Marina, non puoi aspettare? Sono settimane che sto dietro a questo puzzle e finalmente mi sta entrando un pezzo dietro l’altro.
Marina Se il romanzo piace, me lo possono pubblicare e tutti lo potranno leggere.
Gianni E non sei contenta?
Marina E tu sei contento?
Gianni Se sei felice tu, lo sono anche io.
Marina Grazie?! (dubbiosa)
Gianni Io, appena finisco questo puzzle, voglio organizzare una mostra. (si illumina) Che ne pensi?
Marina Come una personale, ma invece dei quadri, vuoi mettere in mostra i tuoi puzzle?
Gianni Guarda che ci vuole talento anche per fare i puzzle.
Marina Non dico di no, ma …
Gianni Immagina! Affitterò un paio di sale al comune ed appenderò tutti i miei puzzle. In cantina ne ho almeno venti. Pensavo di dividerli per categorie, i paesaggi in una sala e le riproduzioni di quadri in un’altra. Poi invitiamo tutto il paese. Tu puoi preparare un aperitivo, piace sempre stuzzicare quando si va ad una mostra d’arte.
Marina Non è proprio una mostra d’arte.
Gianni Ho puzzle di un sacco di pittori famosi.
Marina Ma sono cose che chiunque può fare, basta acquistare la scatola in un negozio di giocattoli.
Gianni (offeso) Non tutti possono fare un puzzle da oltre 2000 pezzi.
Marina Lo ammetto è difficile, ma da qui a definirlo come arte…
Gianni Senti Marina, perché non torni al lavoro? (si rimette a cercare un pezzo) Scrivi qualche poesia nuova…
Marina Poesia?
Gianni Io credo di riuscire a finire questo puzzle entro stasera, così andiamo a festeggiare a cena fuori.
Marina Ma non ho vinto il concorso, ho solo partecipato.
Gianni Allora festeggiamo il puzzle finito!
Marina Gianni, ma tu hai letto il mio romanzo? Te l’ho stampato la settimana scorsa e te l’ho messo sul comodino.
Gianni Ah ecco cos’era!
Marina Gianni!
Gianni No, scusa Marina, non l’ho letto, ma lo farò presto, appena finito questo.
Marina Dici sempre così, ma non hai mai letto niente di quello che ho scritto.
Gianni Ho letto le poesie!
Marina Gianni!
Gianni Volevo dire ho letto i racconti!
Marina E ti sono piaciuti?
Gianni Storie d’amore, romanticismo… non sono proprio il mio genere.
Marina Ma non sono solo romanticismo. Li hai letti tutti, fino alla fine?
Gianni Certo, ripeto: non sono il mio genere ma sono belli e tu sei bravissima.
Marina Sicuro? Allora ti sono piaciuti?
Gianni Certo e il concorso andrà benissimo! (senza guardare la moglie ma facendo il suo puzzle)
Marina Meglio così, sai io avevo un po’ paura di come potevi reagire specialmente se mi pubblicano il libro. Ma se per te è tutto a posto, scusa se ti ho giudicato male.
Gianni (preso dal suo puzzle mette un pezzo) E vai, un altro!
Squilla il telefono.
Marina Pronto Sara, e allora hai notizie? ...Davvero, ho vinto? Ma sei sicura? Ho vinto proprio io? Sono felice, di più sono quasi sconvolta. …Si, ho parlato con papà e no, non ha letto il libro ma ha detto che ha letto i racconti e più o meno il genere è quello. …Sicura proprio no, ha detto di aver letto anche delle poesie ed io non ho mai scritto poesie ma come hai detto prima, ormai è fatta.
Gianni, lascia il puzzle e va da Marina.
Gianni Chi è? Se è Sara me la passi? (prende il telefono dalle mani della moglie)
Marina Ma… stavo parlando io!
Gianni si avvicina in proscenio e fa cenno a Marina di allontanarsi
Gianni Scusa, è personale.
Marina Personale? Con Sara?
Gianni (tutto d’un fiato) Ciao Sara, allora come vanno i preparativi per la mia mostra? Hai prenotato la sala? Io ho portato a incorniciare i lavori nuovi ed ho prenotato i volantini per la pubblicità. La prossima settimana sarà tutto pronto. …Certo che posso finire io i preparativi, ma come mai? Ti mandano ancora una volta fuori? …Quanti giorni? Non ti preoccupare, faccio io. …No, non ho bisogno della mamma. Le volevo fare una sorpresa anche se… le ho accennato qualcosa poco fa, non ho resistito. …Concorso? Ah si, me lo ha detto. Sono contento che anche lei si tenga occupata anche se credo sia un po’ gelosa di me. Spero che non ci rimanga male per il successo della mostra. …Certo che sarà successo, perché non dovrebbe! …Si, ti ripasso mamma. (Passa il telefono a Marina) Vuole te.
Marina Scusa, ma papà mi ha preso il telefono. Dimmi tutto: cosa devo fare, dove devo andare… Vieni tu con me? Ma papà? Ah, è impegnato… non mi dire che vuole fare davvero la mostra di puzzle. …Io non ne devo sapere niente ma avete tutto organizzato. (ironica) Sono contenta che siete così legati, tu e tuo padre… Ho capito, è una sorpresa. Farò finta di essere sorpresa, e lo sarò davvero se ci verrà qualcuno a vederla. Adesso dimmi di Roma… cosa? Fra due giorni devo fare un’intervista? Ma io non ho mai fatto nulla del genere e poi ci vado vestita così? Da professoressa pensionata? Senti Sara e se invece mi travestissi? Così non sarei riconosciuta... anche nella foto del libro, certo. Potrei avere una doppia identità, un alter ego. Molti scrittori lo hanno avuto. Qualcosa di più in stile con il romanzo… Senti io faccio qualche prova e ti mando le foto. D’accordo ci vediamo direttamente a Roma domani.
Chiude il telefono. Marina va da Gianni al tavolo, come al solito preso dal suo puzzle.
Marina Gianni! (Gianni non risponde) Gianni!
Gianni Che c’è?!?
Marina Gianni! Ce l’ho fatta! Il mio romanzo è piaciuto, ha vinto il primo premio al concorso e sarà pubblicato! Anzi, mi ha detto Sara, che il libro è già in stampa. Quando dopodomani andrò a ritirare il premio, potrò anche ritirare le mie copie.
Gianni Complimenti… (torna a fare il puzzle, poi si ferma ed alza la testa) aspetta un attimo. Dove devi andare?
Marina A Roma, dove c’è la casa editrice.
Gianni E quando vai a Roma?
Marina Parto domani, Sara mi aspetta lì. Sarò di ritorno fra tre giorni.
Gianni Ma no! Solo tre giorni, mi serve almeno una settimana.
Marina Ti serve?
Gianni Volevo dire, serve almeno una settimana. Una volta che sei a Roma non vorresti approfittarne per fare delle compere?
Marina In effetti potrei approfittarne per andare a vedere qualche spettacolo teatrale. E da troppo tempo che non vado a teatro.
Gianni Ma certo, comprati quello che vuoi! (torna a fare il puzzle)
Marina Non mi interessa comprare…
Gianni Brava, compra, compra…
Marina Non mi… va bene compro.
Gianni Perfetto, quindi se parti domani, tornerai il prossimo sabato, sette giorni precisi. Ho tutto il tempo.
Marina Per cosa?
Gianni Niente, è una sorpresa.
Marina Già, la sorpresa.
Gianni Che ore sono? Gli uffici sono ancora aperti, Marina io esco.
Marina Non dovevamo cenare fuori?
Gianni Certo! Torno giusto in tempo, intanto preparati, mettiti qualcosa di carino.
Marina Stavo appunto pensando a quello.
Gianni Sarai splendida! (mentre esce di scena, senza guardarla)
Marina Così vestita non vado bene per Roma. Mi ci vuole qualcosa di più adatto al ruolo. Devo anche pensare a cosa dire, non posso certo raccontare che ho iniziato a scrivere perché mio marito fa i puzzle.
Musica per tutta la scena seguente.
Marina e Gianni si alternano sul palco. Uno da destra e l’altro da sinistra, possono muoversi nel palco ma poi prendono posto uno sempre dallo stesso lato.
Marina si cambia d’abito e aggiunge degli accessori per mascherarsi da “femme fatale”. (uno scialle o un boa, un ventaglio, un cappello a falda larga, una sigaretta con boccaglio lungo). Ad ogni entrata aggiunge un accessorio. Si atteggia a diva, entra nel personaggio, non sempre le riesce bene. Esempio: si intreccia con il boa, mette il cappello storto, tossisce per la sigaretta.
Gianni prepara la sua mostra, prendendo i puzzle dalla scena ed entrando con altri puzzle. Anche lui si veste per uscire con giacca e cravatta.
Entrambi dicono delle battute come a prepararsi ad una fantomatica intervista.
Gianni Accidenti a tutti questi moduli. (si appoggia al tavolo) Il mio nome… Gianni. Il cognome… chissà se mi serve un nome d’arte? John, no meglio alla spagnola Juan fa molto più artista. Mi faccio anche crescere la barba, meglio, i baffi fanno tanto avanguardia!! (guarda l’orologio) Accidenti, è tardissimo.
Marina entra con un accessorio per iniziare la trasformazione. Parla come fosse l’intervista alla premiazione.
Marina Salve, il mio nome è Marina ma tutti mi chiamano Mimì, Mimì l’amour per i miei fan. Sono estremamente felice di prendere questo premio. Grazie, grazie, grazie a tutti.
Esce Marina ed entra Gianni.
Gianni Appena in tempo. La sala per sabato prossimo è prenotata. Adesso pensiamo ai quadri. (Gianni stacca dei quadri dalla scena) Questo starà benissimo nella prima sala, guarda che colori e che precisione in ogni singolo pezzo, come si fa a dire che non è arte! (esce e se lo porta fuori scena)
Entra Marina con un altro accessorio.
Marina Si, vivo in un paesino, sa, per non essere riconosciuta. Ma prima o poi dovevo venire allo scoperto. Sono la dimostrazione che in ogni donna convivono il diavolo e l’acqua santa. Non avrei mai pensato di diventare una scrittrice famosa. Certo, questo è solo il primo. Inizierò subito a scrivere il prossimo.
Esce Marina ed entra Gianni con vari puzzle sottobraccio, li porta a fatica e li lascia sul tavolo.
Gianni Non mi ero reso conto di quanti puzzle avevo finito. La mostra sarà un successone, è certo. (realizza) Nel paese diventerò famoso! Devo avvisare il giornale, magari mi fanno un’intervista. (riprende con difficoltà i puzzle)
Esce Gianni ed entra Marina con un altro accessorio (sigaretta).
Marina Nella mia vita ne ho combinate così tante che non me le ricordo tutte. Sposata io? No, a me un uomo non basterebbe. Ha da accendere? Non tutte le donne possono vivere quello che ho vissuto io e così ho deciso di raccontarlo, per farlo vivere indirettamente a tutte.
Esce Marina ed entra Gianni elettrizzato.
Gianni Il giornale locale manda un giornalista a farmi un’intervista. La mia mostra sarà l’evento dell’anno! (si schiarisce la voce) Certo, non è da tutti fare puzzle come questi! Ci vuole pazienza, caparbietà e un occhio fino. E’ capitato che in alcuni momenti fossi un po’ scoraggiato ma non mi sono mai perso d’animo ed ho raggiunto il mio traguardo. Li tocchi, li tocchi pure, sono tutti veri!
Esce Gianni ed entra Marina.
Marina Quello che ho scritto è tutto vero, sacrosanto. Se non fossero storie vissute non sarebbero così… così.
Entra Gianni, i due si fermano alle loro postazioni.
Tutti e due (in coro) Sabato, sarà una gran giornata!
Buio e oppure sipario e FINE PRIMO ATTO
Musica (canzone a tema “passare del tempo”).
Luce oppure sipario ed inizio SECONDO ATTO
Gianni è seduto al tavolo, ha la giacca con la cravatta ma non indossa i pantaloni ma solo dei boxer. Non c’è il puzzle ma è apparecchiato da aperitivo. Su una sedia c’è uno scatolone.
Gianni Non credevo di essere così agitato, la mostra apre tra 15 minuti ed io sono ancora qui a preparare. Allora, facciamo il punto della situazione: la sala è pronta ed i puzzle sono appesi. L’aperitivo è stato consegnato sia a casa che alla mostra. Gli inviti sono stati tutti spediti. Ho tutto sotto controllo, posso andare! (si alza e si nota che non porta i pantaloni, Gianni si guarda in basso) Forse qualcosina da fare ce l’ho.
Esce Gianni ed entra Marina, con un trolley ed un cappello vistoso.
Marina (ad alta voce) Gianni! Sono a casa! (si tocca la testa) Caspita mi sono dimenticata del cappello. Ormai Madame Mimì l’amour deve scomparire. (si toglie il cappello, lo poggia sulla sedia sopra uno scatolone) Ma tu guarda che ha combinato Gianni. Ha preparato un piccolo rinfresco per il mio ritorno ed io che credevo si vergognasse del mio libro! Invece, c’è roba da mangiare per almeno venti persone, avrà invitato mezzo paese. (realizza) Oh mamma, il paese, che ansia! A Roma è stato facile, mi ero travestita da Mimì e, come a teatro, il personaggio che recitavo poteva dire e fare quello che voleva. Ma adesso ci sono io, Marina, davanti ai miei compaesani.
Esce Marina con il trolley e rientra Gianni.
Gianni Mi stavo dimenticando i cataloghi della mostra. Mi hanno spiegato che in tutte le mostre che si rispettano c’è sempre il catalogo con le foto delle opere. Mi sono costati una fortuna, non credevo che stampare dei libri costasse così tanto ma a 5 euro a copia ci rientro delle spese e magari ci scappa anche una pizza. Dove sono finiti? Ero convinto di averli lasciati di qua, dentro uno scatolone, mah, mi sarò sbagliato. (butta un occhio in giro e poi riesce)
Marina (entra con un libro in mano) Dov’è finito Gianni? Volevo far vedere il libro a lui prima di presentarlo a tutto il paese. Magari una volta rilegato si deciderà a leggerlo e spero succeda prima che si sparga la voce. Tanto non posso nascondermi, si capisce benissimo che sono io (guarda la foto sulla quarta di copertina).
Entra Gianni.
Gianni Ciao Marina, ben tornata. Sei arrivata giusto in tempo. Ho una sorpresa per te!
Marina Ho visto, è bellissimo, grazie tesoro, sono commossa!
Gianni Anche io sono commosso, pensa: ho realizzato la mia prima mostra con tutti i puzzle fatti fino ad ora. Sono ventiquattro.
Marina La mostra? Ah è vero! Che sorpresa! (ironica, poi realizza) Quindi questo aperitivo non è per me?
Gianni Ho preferito comprare tutto, non sei contenta? Così non hai dovuto cucinare.
Marina Estasiata.
Gianni Tutto il paese verrà alla mostra e dopo passeremo qui con gli amici a festeggiare! Ma non ti preoccupare, ho fatto preparare qualcosa anche direttamente alla sala del comune.
Marina Hai fatto le cose in grande, per fortuna sono arrivata in tempo, non potevo perdermi un evento come questo.
Gianni Già, l’evento dell’anno, viene anche il giornale. (guarda l’orologio)La mostra sta per aprire, prendi i libri ed andiamo.
Marina I libri?
Gianni Certo i libri, li venderemo alla mostra, vedrai, andranno a ruba, ci sarà tutto il paese.
Marina Ma non vuoi leggerlo prima?
Gianni E che ci sarà da leggere, lo conosco a memoria!
Marina E ti è piaciuto?
Gianni Mi è costato un po’.
Marina Non volevo andare sul personale.
Gianni Per forza, è una personale. Ma adesso andiamo.
Marina Io pensavo di regalarne qualche copia, così per farmi conoscere.
Gianni Come ti vuoi far conoscere, come una spendacciona? No, no Marina, se li vogliono li devono pagare. Cinque euro. Ho già fatto i conti, se li vendiamo tutti ci possiamo pagare una pizza, anzi una cena di pesce!
Marina Li vuoi vendere scontati al 50 % quindi.
Gianni Dici che è troppo poco?
Marina Il prezzo di copertina è 12 euro.
Gianni Non me ne ero accorto che c’era un prezzo di copertina, credevo che bastasse un cartellino con il prezzo davanti al mucchio
Marina Mucchio?
Gianni Certo, dobbiamo portare almeno cinquanta copie.
Marina Sono tutte quelle che ho. Ma se va bene a te, vado a prenderle. (esce)
Gianni Ma dove vai, sono qui le copie del catalogo.
Rientra Marina, Gianni è intento ad aggiustarsi la giacca e la cravatta e non considera la moglie.
Marina Eccomi le ho prese.
Gianni Che hai Marina, sei agitata?
Marina Un po’ si, anzi tanto, per la verità.
Gianni Dai, mica ti vergogni?
Marina Ho paura e se non piace? E se ne parlano male?
Gianni Tranquilla ci sono io. E poi le domande le faranno a me, mica a te!
Marina A te?
Gianni Andiamo che si fa tardi. L’autore non può arrivare in ritardo. (esce)
Marina L’autrice! (prende la busta con i libri ed esce)
Buio, musica (canzone a tema “passare del tempo”).
Luce. Entra Gianni con vari puzzle sottobraccio, si toglie la giacca, seguito da Marina che porta altri puzzle. Mentre parlano riappendono i puzzle.
Gianni Allora? A me è sembrato che sia andata bene! C’era un sacco di gente e tutti molto interessati. L’idea del catalogo è stata ottima, non hanno fatto altro che sfogliarlo tutto il tempo, quasi preferivano vedere i puzzle sulle foto che dal vivo, valli a capire. Si vede che non sono abituati ad andare alle mostre, quando hai un’opera dal vivo guardi quella, poi a casa, ti sfogli il catalogo.
Marina Catalogo?
Gianni Certo, il catalogo della mostra, quello che abbiamo venduto tutta la sera. (Gianni spilucca dall’aperitivo) Peccato che nessuno abbia voluto venire a casa dopo la mostra. Va beh, ce ne sarà di più per noi. Potremmo anche congelarlo, che ne dici Marina?
Marina Io non so niente del catalogo.
Gianni Ma dai Marina, i libri che stavano dentro una scatola come questa (vede la scatola sulla sedia) Dentro c’erano dei libri… proprio come questi… ma che hai portato alla mostra?
Marina I miei libri!
Gianni Quali libri?
Marina I libri con il mio romanzo che ho portato da Roma. Pensavo che parlavi di quelli prima.
Gianni Ma che c’entravano con la mia mostra!
Marina Io non lo sapevo che avevi fatto stampare dei cataloghi. Parlavi di libri ed io ti stavo parlando dei miei libri così…
Gianni E adesso che ci faccio con i cataloghi?
Marina Li portiamo domani alla sala, mica dura solo un giorno la tua mostra.
Gianni Ma oggi c’erano tutti.
Marina Verrà gente anche domani.
Gianni Hai ragione, si spargerà la voce e verranno certamente in molti.
Marina Stai tranquillo… almeno tu.
Gianni Grazie Marina, mi preoccupavo per nulla. In fondo la mostra è stata un successo! Hai visto che è venuto anche il giornalista?
Marina Già… a proposito, ha detto che torna anche domani!
Gianni Non ci posso credere! E che gli dirò domani, ho già detto tutto oggi! (si mette a mangiare)
Marina Veramente, viene per me. (timidamente mentre Gianni non la considera)
Squilla il telefono, arrivano i commenti alla mostra e soprattutto al libro.
Gianni Ciao Franco, che piacere sentirti! Ti è piaciuta la mostra? ...Bene, sono contento. ... Il libro… oh scusa, domani porterò i cataloghi, come ti avevo promesso. ... Sei contento lo stesso, soprattutto tua moglie?! Quante copie? Va bene, domani ti porto tre copie del catalogo, solo 15 euro in tutto. ... Il catalogo, ma certo! ... Certo che lo voglio chiamare catalogo, come altro lo dovrei chiamare? ... Va bene a domani. (mette giù) Pensa Marina, Franco mi hanno chiesto tre copie del catalogo.
Marina Sei sicuro che vogliono il catalogo?
Gianni Ma certo che altro? (squilla il telefono e Gianni risponde non ascoltando Marina)
Marina Forse vogliono il mio libro?
Gianni Piero!! Allora che ne pensi del tuo amico? Ti ho stupito vero? Non credevi che fossi così artistico! ... Si, ci vuole maestria. ... Beh si, so usare le mani. ... Cosa vuol dire che so usare anche altro? Ah intendi dire che ci vogliono buoni occhi! Ma certo, ci vuole precisione … Non mi facevi così audace? Sono solo riproduzioni, è arte, non c’è niente di osceno. ... Sono d’accordo, anche per me se è fatto per bene è una forma d’arte! ... Certo che Marina ne è contenta. ... Va bene, se vuoi ti darò qualche consiglio…. (dubbioso) No, non serve che venga anche tua moglie. (mette giù)
Marina Chi era?
Gianni Mario. Mi ha fatto i complimenti e vuole che gli insegni a fare i puzzle. Però non capisco cosa dovrei insegnare alla moglie.
Squilla il telefono.
Gianni Pronto? Pronto? … Chi parla? … (mette giù) Hanno chiuso. Hanno detto “vergogna” ed hanno messo giù. Certo che sono strani! Se non piacciono i puzzle non serve arrabbiarsi.
Marina Ma che ti hanno detto?
Gianni Niente, solo “vergogna”.
Squilla il telefono.
Gianni Pronto? ... Non sono cose da mostrare in paese? Sono solo puzzle. ... No, non sto scherzando, non capisco proprio di cosa sta parlando! … Invece sì che è un’opera d’arte, anzi sono ventiquattro opere… Sono io l’autore, beh no, non ho fatto io quell’opera d’arte, ma ho contribuito a metterla insieme. ... Ho capito bene? Mi chiede se vado fiero di aver fatto quelle cose da depravato? Certo e non c’è niente di depravato! (chiude il telefono)
Marina Gianni…
Gianni Non capisco, c’è qualcosa che ha scandalizzato parte del paese.
Marina Mi dispiace, io non volevo…
Gianni Che c’entri tu se questo paese è fatto da bigotti. Non credevo che si sarebbero scandalizzati per così poco.
Marina Io non ho parole… grazie.
Gianni Cosa c’è di scandaloso in un puzzle!
Marina Gianni, non crederai che stanno parlando dei puzzle?
Gianni Ah, forse è per il quadro della Maya desnuda del Goja. Non credo sia la Venere di Botticelli è tutta coperta e neanche il quadro di Picasso, neanche si capisce che sono donne!
Marina Gianni, è il libro!
Squilla il telefono.
Gianni Lascia è per me. (prende il telefono) Pronto? ... Si sono io, chi parla? ... Non è importante? Di cosa dovrei vergognarmi? ... Ma sono solo quadri, se non le piacciono le donne, ho fatto anche tanti paesaggi. ... No, non sto facendo lo spiritoso. ... Cosa c’entra mia moglie? Sono io quello che fa tutto, lei assiste solo. ... E lo racconta? Si, se capita ma… hanno messo giù. (mette giù la cornetta)
Squilla il telefono.
Gianni Si, sono io. Ho fatto tutto io, si è tutto vero! Ma cosa… (mette giù).
Marina Gianni, dobbiamo parlare.
Gianni Inizio a credere che non stiano parlando dei miei puzzle.
Marina Lo penso anche io.
Gianni Ma se non parlano dei quadri allora…
Marina Parlano del libro, del mio libro.
Squilla il telefono.
Gianni Pronto? ... Si sono io, sono proprio io. Hai chiamato a casa mia chi pensassi che rispondesse al telefono. ...Ah non intendevi adesso ma se sono io nel libro? Perché che faccio? No, non l’ho letto (guarda Marina)… tutto. ...Va bene, devo assolutamente leggerlo. Per te sono io, altrimenti come avrebbe potuto descrivere… cosa descrive? ... … e poi? … Cosa? (mette giù lui)
Gianni Cosa hai fatto Marina?
Marina Ho scritto un libro, o meglio, ho trasformato in libro i racconti che ho scritto in questi anni. Li stessi che ti ho dato man mano che li finivo e che tu mi avevi garantito di aver letto.
Gianni Ma erano racconti rosa, roba romantica e lo sai che non mi piacciono quelle cose. Non credevo che ne uscisse un romanzo.
Marina Non sono “solo” racconti romantici, ci sono delle sfumature in più.
Gianni Lo avevo capito. Troppo tardi.
Marina Sembrava che ti andasse bene, mi hai difeso con le telefonate di critica… “non c’è niente di osceno” ricordi?
Gianni Pensavo parlassero dei puzzle!
Marina Hai voluto tu che vendessi i miei libri alla tua mostra, e perfino scontati!
Gianni Credevo fossero i miei cataloghi!
Marina E quando hai detto che era una forma d’arte?
Gianni Puzzle.
Marina Allora anche quando hai detto che non c’è niente da vergognarsi…
Gianni Sempre puzzle.
Marina Ed io che pensavo che tu fossi dimostrato più moderno di quello che credevo!
Gianni Mai stato così moderno. Io credevo che scrivessi delle poesie per hobby, roba innocua, da donne.
Marina Io scrivo per le donne, ma non solo ed è “roba” innocua. Non faccio del male a nessuno. Descrivo i desideri e le passioni di tutte le donne.
Gianni Non del tipo di donna che piace a me.
Marina Ma non sai di che stiamo parlando? Non hai mai letto niente di mio!
Gianni Mi basta quello che mi hanno detto e le reazioni che hai scatenato.
Marina Non sono tutte negative le reazioni e poi lo sai anche tu che si fanno sentire sempre più le critiche che i complimenti, specialmente in un paesino come questo.
Gianni Non criticare il mio paese, è tutta gente virtuosa.
Marina Erano dei bigotti solo quando credevi che criticassero i tuoi puzzle.
Gianni Esatto!
Marina A Roma è piaciuto e non ha scandalizzato nessuno. Se tu lo leggessi…
Gianni Tu sei pazza, completamente pazza, non pensi a nostra figlia?
Marina Guarda che è stata proprio nostra figlia a mandare il romanzo al concorso.
Gianni Vedi, l’hai traviata. Non mi stupisco che ancora vada in giro e non voglia mettere su famiglia.
Marina Le sue sono scelte di vita e non dipendono dal mio romanzo.
Gianni Le hai messo tu in testa tutte quelle idee di indipendenza.
Marina E ne sono fiera, questo vuol dire solo che l’ho cresciuta bene.
Gianni Adesso tu dimentichi tutta questa storia dello scrivere e col tempo anche la gente del paese se ne dimenticherà.
Marina Io non dimentico niente, io sono questa e del paese non me ne frega niente.
Gianni In casa mia, tu sei quella che stabilisco io.
Marina Ma io sono anche questo e se mi ami mi devi accettare per quella che sono. A me piace scrivere e mi riesce anche bene. Potrei anche diventare una scrittrice famosa.
Gianni Non te lo permetto.
Marina Non ho chiesto il tuo permesso.
Gianni Mi hai fatto una pessima figura nel paese.
Squilla il telefono.
Gianni Si? … Complimenti? Grazie, ma di cosa? ... Ah, non per i puzzle. Si, sono miei, verrà alla mostra nei prossimi giorni ed allora di cosa… ah, per il libro. Te lo ha passato tuo fratello dopo che lo ha letto tua cognata… ma lo avete preso solo poche ore fa… si legge velocemente. Allora a presto. (mette giù)
Squilla il telefono.
Gianni Pronto? Si, sono il marito. Devo esserne fiero? Le è piaciuto tanto? No, non so se ne ha scritti altri. Le riporterò i suoi complimenti. Cosa? Vuole fare i complimenti anche a me? Grazie. (si nasconde dalla moglie) Scusi se mi permetto, ma perché fa i complimenti anche a me?... Per il sostegno e la fiducia che ho dato a mia moglie… lei è fortunata ad avermi accanto. (mette giù)
Marina Altre critiche?
Gianni No. Sono complimenti. Il tuo libro è piaciuto… a qualcuno.
Marina Bene, allora il paese non è tutto da buttare.
Gianni Già…
Marina Non è stato facile lasciare Verona, il lavoro, la città.
Gianni Io ho sempre aspettato di tornare al paese.
Marina Lo so ed è per questo che ti ho seguito ma una volta trasferiti per me è cambiato tutto, non avevo più la mia vita e non sono riuscita a costruirmene un’altra. Non in un paesino come questo, non con te che mi ignori tutto il tempo.
Gianni Mi godo la pensione, ho faticato tutta la vita ed adesso voglio solo la tranquillità.
Marina Non è quello che voglio io, non così tanto.
Gianni E per questo che hai iniziato a scrivere racconti … osè?
Marina Io ho provato a coinvolgerti. Ti ho sempre chiesto di leggere i miei racconti. Speravo che tramite loro potessi capire un po’ anche me e che saresti tornato a guardarmi come una donna e non come un ricambio dell’aspirapolvere.
Gianni Allora scrivi questi racconti perché ti ho trascurata?
Marina Non è solo per quello. Molto è per la noia di vivere qui.
Gianni E dove trovi le idee? Non sono io quello del libro, questo è chiaro. Chi è?
Marina Nessuno, è solo fantasia.
Gianni Non ci credo. Lo hai detto tu che ti sentivi trascurata, forse hai trovato per distrarti.
Marina Non c’è nessuno, non ti ho tradito te lo giuro. E poi dove lo troverei un amante, qui in paese? La mia unica distrazione è il computer, per scrivere, solo per scrivere.
Gianni Impossibile, come ha fatto a raccontare di quelle cose, se non le hai mai fatte?
Marina Basta la fantasia!
Gianni Non basta, tu le hai sperimentate.
Marina Ma se non sai neanche di cosa stiamo parlando.
Gianni Me lo hanno raccontato e poi le altre me le immagino.
Marina Anche io le ho immaginate, solo immaginate.
Gianni Non credevo avessi un’immaginazione tanto fervida.
Marina Anche tu hai una grande fantasia, visto che anche tu ti stai immaginando tutto. Non hai mai letto niente. Cosa credi che abbia scritto?
Gianni Non saprei, magari che lui… (si avvicina a Marina e le parla all’orecchio)
Marina Caspita che fantasia!
Gianni (sempre con la musica) E poi lei… (sempre all’orecchio)
Marina Aspetta, (va al computer) rallenta, che prendo appunti.
Musica.
Gianni Io la ambienterei a Parigi, oppure … (usa nel gesticolare anche i puzzle appesi, indicato luoghi)
Marina Magari, possiamo metterci anche qualcosa di romantico.
Gianni A quello ci pensi tu, io preferisco altro. Scrivi questo… (le parla all’orecchio)
Marina (quasi allibita) Questo non lo avrei scritto neanche io!
Gianni si volta di spalle e gesticola vistosamente.
Gianni Inserire delle battute in funzione dei puzzle appesi…
Marina Gianni, non credevo che potessi anche solo immaginare queste cose.
Gianni Basta un po’ di fantasia. (si avvicina alla moglie, si pone dietro a sostegno mentre lei scrive) Continua a scrivere, io ti detto.
Si alza la musica. Sipario. Saluti.