BLACK OUT

( Battute e scambi d'opinione sulla famiglia in tre atti )

DI

Virginia Consoli


P E R S O N A G G I

CARLO, il padrone di casa, 45 anni circa, impiegato "specializzato";
MARTA, sua moglie, 40 anni circa, impiegata e collega del marito ;
LORELLA, la loro figliola di 17 anni, studentessa, un po' pazzerella e sognatrice ;
MARCO, migliore amico di Carlo, sui 35 anni, giornalista-rampante-in carriera ;
NADIA, moglie di Marco, 30 anni circa, segretaria del marito, affascinante ed altera ;
MICHELE, fratello di Marta, sui 45 anch'egli, rappresentante di articoli per bambini ;
LAURA, sua moglie, 40 anni, casalinga ;
MANUELA, la loro figliola, 16 anni, grande amica di Lorella ;
DORA, la portinaia dello stabile ove abitano Carlo e Marta, sui 60 anni;
GIANNI, giovane vicino di casa di Carlo e Marta, sui 25, alquanto misterioso e molto corteggiato da Lorella e Manuela.

Ambientazione : un piccolo paesino nei dintorni di Roma. Tipica cittadina di provincia.
Una sera qualsiasi di metà settimana, con tempo grigiolino-uggioso.



ATTO PRIMO

S C E N A

Il tinello della casa di Carlo e Marta. E' un ambiente lindo e pulito, un po' asettico, abbastanza dignitoso, semplice, ma con un tanto di ricercatezza qua e là. Sul fondo, il blocco principale con la cucina, la cappa, i cassetti per le pentole,il lavandino, il deposito dei detersivi e tutti gli attrezzi da cucina. Sull'angolo destro una credenza con la roba da mangiare ; in quinta, sempre a destra, venendo verso la platea, alcune piante, una porta che dà sulle altre stanze e una poltroncina. Sul lato opposto, un'altra porta, un mobiletto con la radio e la televisione e una porta-finestra ad angolo retto che comprende metà lato su un quarto di parete di fondo, accanto alla cucina. Al centro del palcoscenico, un tavolo fratino con sei sedie, un vaso di fiori sul centro della tavola. Il tutto è decorato con cura : le tende della porta-finestra sono di pizzo, come anche le tovagliette sotto il vaso da fiori e la TV. Anche sulla poltroncina di destra vi sono i copri-braccioli ricamati. Parecchie paia di pattine sono sparse sul pavimento.
Al momento dell'aprirsi del sipario è il tramonto. La stanza rimane per qualche secondo buia, poi si sente qualche passo dal fondo. Dalla porta di sinistra entrano furtive un paio di sagome. Sono due amiche, Lorella e Manuela, adolescenti, cugine. Fanno segno di zittirsi una con l'altra. In punta dei piedi, senza accendere la luce, seguono quel poco di chiarore che filtra ancora dalla porta-finestra per farsi strada. Si dirigono verso di questa e si incollano col naso ai vetri. Anzi, per la verità, si spingono reciprocamente per avere una vista migliore. Dopo aver soffocato qualche imprecazione trovano ciascuna una sistemazione adatta per "spiare" il loro oggetto del desiderio : il misterioso vicino di casa Gianni, un ragazzone venticinquenne dall'aria tenebrosa, che dovrebbe passare di lì, proprio sotto le loro finestre, come fa di solito ogni sera ( almeno, a sentire Lorella ) a quell'ora.

LORELLA ( sottovoce ) : Eccolo qua...vedo un'ombra...! Dài...ché forse è lui ! Vedi, Manu, cosa ti dicevo ?

MANUELA ( scettica ) : Ma io non vedo niente...

LORELLA ( spazientita ) : Uffa, Manu, sei sempre la solita ! Ma non vedi là... ( La incolla con una spinta ai vetri )... Quella figura lunga...allampanata...dietro il cancello...E' appena sceso dalla macchina !

MANUELA ( protestando ) : Ma è buio...Accendi la luce. Anche i lampioni in strada sono spenti...c'è un poco di nebbia...

LORELLA ( comincia ad arrabbiarsi ) : Madonna, ché sei una pizza ! Se accendiamo la luce, quello ci vede...Già me stanno a cojona'...a prendermi in giro, volevo dire...in questo schifo di condominio popolare, dove certe vecchiette che nun sanno che fà, stanno a spià me mentre sto a spià...Dài, guarda bene...è lì, in giardino, vicino all'albero ! Madonna, che fico !

MANUELA ( aguzzando gli occhi ) : Sì...forse c'hai ragione...E' quello lì...Ammazza, però...era proprio come me l'avevi descritto...bello, biondo, alto, fico ... e misterioso !

LORELLA ( con tono da saputa ) : Altro che misterioso ! Pensa, Manu, che non si riesce a sapere neanche con precisione che lavoro faccia...credo che sia nel ramo dello spettacolo, ma non so con quale funzione...Magari è un attore "equivoco"...fa films porno ! WOW !!!

MANUELA ( vagamente scandalizzata ) : Ma dài, Lori !

LORELLA ( con tono naturale ) : E che male ci sarebbe ? Sono fatti suoi! D'altronde, se fa questo mestiere, è meglio che se ne approfitti adesso finché è bello e giovane...sperando che si metta da parte qualche soldo per la vecchiaia ! Comunque nella sua macchina, che è stata spesso esaminata da me...

MANUELA ( ora del tutto scandalizzata ) : Lori !!

LORELLA ( divertita ) : Ma che hai capito, scema ? Quando la lascia qua sotto, senza metterla nel garage, me la studio centimetro per centimetro : compra riviste di spettacolo, di politica, usa strani profumi, ha l'Arbre Magique, cambia spesso i copri-sedili, ha un cellulare in macchina, penne e quaderni per appunti, musica di cantautori italiani...E' un tipo chic, bella mia !

MANUELA ( riflette per qualche istante e poi chiede ) : Ahò, ma non mi hai mica detto come si chiama !

LORELLA ( orgogliosa, scandendo bene ) : G- I - A - N- N- I !!

MANUELA ( sognante ) : Sarà diminutivo di Giovanni...

LORELLA ( ironica ) : No, di Francesco ! A' scema !

MANUELA ( piccata ) : Invece di prendermi in giro, cerca di ricomporti perché mi sembra che stia arrivando qualcuno...

In effetti, dalla porta di sinistra, si sentono dei passi ed un vociare abbastanza concitato. Stanno arrivando Carlo, il padrone di casa e padre di Lorella, con il cognato Michele, padre di Manuela , mentre discutono ad alta voce. Lorella e Manuela fanno per allontanarsi, ma non riescono in tempo.

CARLO ( entra deciso in cucina, accende la luce ancora assorto nel discorso di prima ) : ...ed è proprio così, come ti dicevo. ( Scorge le due ragazze che erano al buio e domanda sorpreso ) Che cosa ci fate qua al buio ?

MICHELE ( gli fa eco, togliendosi il cappotto ) : Ecco, è proprio quello che volevo chiedere anch'io !... Che cosa stavate architettando ?

LORELLA ( balbettando ) : Eh, niente, paparino...Io e Manuela stavamo cercando ispirazione... per fare i compiti !

CARLO ( levandosi l'impermeabile ) : I compiti ? Al buio ? State scherzando, mi auguro !

LORELLA ( melliflua ) : Ma sì, papino, è il compito di scienze...

MANUELA ( sarcastica ) : Di anatomia...

LORELLA ( le tira un'occhiataccia, poi prosegue ) : Di astronomia, per la precisione. Dovevamo osservare un corpo...celeste, una specie di stella cometa che dovrebbe apparire stasera...visibile solo al buio... e stavamo tentando.

MICHELE ( assorto ) : Un corpo celeste...che si vede solo al buio...in serate di foschia come questa ? Ma che razza di astronomia studiate al giorno d'oggi ? Cosa sono diventate 'ste scuole moderne ?

MANUELA ( di nuovo ironica ) : Se venissi un po' più spesso a parlare coi miei professori, papino caro, lo sapresti cos'è la scuola oggi...( Pausa ) Vieni, Lorella, continuiamo a studiare di là ! Ciao, ciao !

LORELLA ( allegra ) : Ciao, cari ! A dopo !

Escono alla chetichella dalla destra. I due si guardano stupiti. Sono ometti alla buona, il pubblico se ne era già accorto fin dal momento della loro entrata : indossano vestiti semplici, in gamma, scarpe un po' opache, hanno l'aria un tantino dimessa. Carlo è un po' stempiato, ha baffetti sottili : Michele comincia ad avere i capelli pepe e sale, porta degli occhialini e predilige abiti scuri, anche se cerca di darsi un po' più tono di Carlo. Più che altro, vuole esorcizzare le sue frustrazioni : infatti è un rappresentante di articoli per bambini, in prevalenza Pampers e pappine, e si sente inadeguato rispetto a Carlo, che è "impiegato specializzato", come ama ripetere spesso e, soprattutto, rispetto all'ospite che stanno ancora aspettando, Marco, il migliore amico di Carlo, giornalista-rampante dall'aria vincente.
Lunga pausa dopo l'uscita delle ragazze. Carlo e Michele ripongono i soprabiti, poi danno un'occhiata al frigorifero. Carlo fa un cenno desolato a Michele riferendosi alla vuotezza dell'elettrodomestico. Michele gli fa eco con un gesto di rassegnazione.


CARLO ( richiudendo la portiera e sedendosi ) : Si vede che le nostre mogli non sono ancora tornate...Ci sarà tanta coda al supermercato ?

MICHELE : Non ti saprei dire...non sono molto pratico, io ! ( Ridacchia e si siede di fronte a Carlo ) Mah...oggi è mercoledì, non dovrebbe esserci tanta folla ! Staranno chiacchierando, magari con chissà chi !

CARLO : Vorrei che Marta non tardasse tanto...Poi si lamenta, nelle serate di nebbia come questa, di non vedere bene la strada...

MICHELE ( incredulo ) : Non si ricorda più la strada di casa ?

CARLO ( seccamente ) : Ma no, non volevo dire questo...E' che mi fa stare un po' in pensiero. Tutto qui.

MICHELE ( volutamente ironico ) : Non sarà un lapsus freudiano ?

CARLO ( ancora più seccamente ) : Che cosa vuoi dire ?

MICHELE ( un po' timoroso ) : ... che non ha molta voglia di tornare a casa...

CARLO ( c. s. ) : ... che non ha stimoli a tornare da me, vuoi dire ?

MICHELE ( essendosi accorto di aver fatto una gaffe, cerca di riparare) : No, no, non fraintendermi...è che...talvolta ci sono delle buffe coincidenze, ecco tutto ! ( Ride in modo un po' ebete, per sdrammatizzare ) Dài, non preoccuparti ! Certe volte fai più il fratello che il marito !

CARLO ( amaro ) : Siamo ormai come fratello e sorella, non c'è bisogno che me lo ricordi...Del resto, dopo tutti questi anni, è logico che i rapporti si modifichino...

MICHELE ( apre la bocca, come per replicare, ma preferisce tacere, consapevole di aver già detto qualche frase azzardata e, per non correre rischi, cambia discorso ) : Che dici, pioverà stasera ?

CARLO ( in tono neutro ) : Può darsi...

MICHELE ( forzatamente allegro ) : Beh, sai cosa ti dico ? Forse sarebbe meglio di sì : mi piace giocare a carte e sentire il rumore della pioggia fuori...fa una certa atmosfera ! Mi ricorda quand'ero studente a Roma...Sai, a Roma piove spesso...Noi ragazzi, chiusi in un pensionato, non sapevamo cosa fare e giocavamo alla grande...

CARLO ( falsamente interessato, tanto per parlare di qualcosa ) : Che cosa studiavi tu ?

MICHELE ( orgoglioso ) : Ma Carlo, te l'ho detto un sacco di volte...! (Carlo fa un gesto come per dire : " Che ci posso fare se non mi ricordo?") Ho fatto tre anni di Lettere Moderne, a Roma ! WOW ! Che bei tempi ! Avevo dato dieci esami...tutto bene, eh ! Ho dovuto smettere per cominciare a lavorare, lo sai...Quando papà è mancato, mi sono assunto io, l'unico figlio maschio, tutte le responsabilità del caso...e poi, c'erano anche Laura e i suoi genitori...sai, la storia del posto fisso...Così, addio ai miei esami. Ma non vuol dire, sai...Qualcosa è rimasto...In fondo, nel mio animo, sono sempre un po' poeta.

Carlo lo guarda con aria di compatimento.

MICHELE ( osserva dalla finestra ) : A proposito, una serata come questa mi ricorda le poesie dei crepuscolari...i poeti delle piccole cose...

CARLO ( ironico ) : ...di pessimo gusto !

MICHELE : No, zuccone ! Quello era Guido Gozzano !

CARLO : Appunto ! Non si può annoverare fra i Crepuscolari ?

MICHELE ( riflette un attimo ) : Mah...c'è chi dice di sì e chi dice di no..Tu pensa che...

CARLO ( lo frena ) : No, no, niente disquisizioni di critica letteraria...! Non voglio avvelenarmi la partita del mercoledì !

MICHELE ( deluso ) : Ma cos'hai contro la letteratura ?

CARLO ( sincero ) : Nulla...Ma magari la prossima volta, per una serataccia come questa, prepara qualche autore comico-brillante, eh !

MICHELE : Non capisci proprio niente. Tutto deve essere proporzionato all'atmosfera.

CARLO ( spazientendosi ) : E io me ne frego ! Sono già nervoso a sufficienza e non voglio rattristarmi ulteriormente !

MICHELE : Ma non ti preoccupare...arriveranno !

CARLO : E' che se tarderanno ancora un po' mangeremo male, giocheremo ancora più tardi, faremo le ore piccole e domattina non ci si alza ! Ci aspetta l'ufficio, lo sai ?

MICHELE ( desolato ) : E che, non lo so ? Menomale che domani non è lunedì ! ( Volendo cambiare discorso ) Comunque...a proposito di comici brillanti, tra poco arriverà il più brillante della compagnia...il caro Marco !

CARLO ( arrabbiato ) : Che cos'hai contro Marco ?

MICHELE ( mortificato ) : Mamma mia, sei impossibile stasera...Ho detto solo che Marco con le sue pose da rampante-milanese berlusconiano, qua nei dintorni di Roma, fa un po' ridere. Ne abbiamo già parlato e scherzato, talvolta, non ti ricordi ? Ogni tanto, i suoi atteggiamenti hanno dato fastidio anche a te, lo so...

CARLO ( categorico ) : Una cosa è dare fastidio talora, con un po' di boria ; un'altra è prenderlo in giro sistematicamente come fai tu, magari con una punta di invidia...

MICHELE ( di scatto ) : Ma figurati !!

CARLO : Ma sì, è l'unico che ha fatto carriera...almeno, come la si intende al giorno d'oggi.

MICHELE ( indifferente ) : Fatti suoi. Io non vorrei essere al suo posto...so apprezzare anche le piccole cose, io...anche se tu stasera non ne vuoi sentire parlare. Comunque, il fatto che sia "un uomo in carriera " non lo dispensa dal rispettare gli orari ! E' sempre in ritardo !

CARLO : E' logico che tu sia venuto prima, così le nostre figlie si tengono compagnia...Marco e Nadia non avevano motivo di arrivare in anticipo, loro non hanno figli !

MICHELE : E ti credo, sono troppo occupati a far carriera !

CARLO ( secco, balza in piedi ) : Basta, Michele !

MICHELE ( quasi spaventato ) : Scusa, scusa...Non ne parliamo più, va bene ?

CARLO ( rimettendosi a sedere ) : Va bene, va bene. ( Gli stringe la mano con affetto rassicurandolo ) Scusami tu...non sono dell'umore giusto, oggi.

MICHELE : Me ne ero accorto.

Si sentono il rumore di una chiave nella toppa e voci femminili dal fondo.

MICHELE ( riferendosi alle loro mogli ) : Che ti dicevo ? Eccole qua !

CARLO ( sollevato ) : Menomale !

Entrano Marta e Laura, mogli rispettivamente di Carlo e Michele. Marta ha circa quarant'anni ; appare affannata, ma cerca di darsi un tono. E' ben vestita e ben curata, ha ancora una bella figura, sotto lo spolverino mezzo bagnato. Regge nelle braccia altrettanti sacchi della spesa. Laura ha su per giù la stessa età di Marta, ma ha l'espressione rassegnata, è trasandata e sciatta. Sembra sempre a disagio. E'' la tipica donna abituata alle quattro pareti della propria casa, che per lei è come un guscio. Cerca subito con lo sguardo il marito, che le sorride premuroso e le va incontro, prendendole di mano la borsa e il sacchetto del supermercato. Indossa un cappotto dall'aria vecchiotta.

MARTA ( sbuffando ) : Eccoci qua, finalmente... Menomale, visto che sta cominciando a piovigginare.

CARLO ( interviene subito ) : Già piove ?

MARTA ( posando i sacchetti sul tavolo della credenza e cominciando a riporre la spesa negli appositi siti ) : Eh, sì, fa quell'acquerugiola stupida...sufficiente, però, per bagnarti la spesa...e la testa, visto che sono uscita senza ombrello !

LAURA ( timidamente ) : Anch'io...mi sarei potuta bagnare tanto...mica solo tu !

MARTA ( seccata ) : Sì, sì, Laura, scusa, non volevo dire che la tua testa è meno importante della mia...Aiutami, piuttosto !

MICHELE ( sottovoce, a Laura ) : Perdonali, cara...Sono un po' tutti nervosi, stasera...Dà un bacetto al tuo passerottino, da brava ! ( Laura obbedisce. Marta si volta e li guarda con aria mezzo divertita e mezzo rassegnata. Carlo sorride. Michele si accorge di essere osservato e, dopo le effusioni, si rivolge a Marta ) Pardon, Marta, eccotela subito tutta per te e per i tuoi fornelli, dopo questo piccolo dovere coniugale !

Laura si dirige verso la cucina. Marta fa una smorfia all'indirizzo di Michele.

CARLO ( alle donne ) : Cosa avete comperato ?

MARTA ( cominciando a lavare le foglie della lattuga ) : Insalata, verdure varie, uova e pancetta per la carbonara, roast beef , e, per chi ne vuole, frutta e salame dolce.

CARLO ( incredulo ) : Salame dolce ? Sarebbe quella cosa semicilindrica nel frigo ?

MARTA ( si volta completamente verso il marito, con la verdura bagnata in mano che scola per terra ) : Sì, perché ? Come hai fatto ad inquadrarlo subito ?

CARLO ( ironico ) : Mah, niente, così...era l'unica cosa rimasta in frigo, si notava bene...

MARTA ( nervosa ) : E vacci tu, la prossima volta, a fare la spesa !!

LAURA ( intervenendo, anche per pacificare ) : Marta, scusa, ti si sta sporcando tutto il pavimento...

MARTA ( guardando per terra ) : Oh, no, accidenti ! ( Prende uno straccio e comincia a pulire per terra con un piede ) Tutta colpa di quella lagna di marito che mi ritrovo !

CARLO ( guardando il soffitto ) : Ecco, ne ho combinata un'altra !

MARTA : E certo, tu sei buono solo a criticare ! ( Si rimette a lavare l'insalata ) Mannaggia, lasciamo perdere, guarda, se no andiamo a finire chissà dove ! ( Si rigira, con più cautela, verso Carlo e chiede ) Lorella ?

CARLO : Studia, credo...E' in camera sua con Manuela.

MICHELE ( gli fa eco ) : Sì, sì, con Manuela, con Manuela.

CARLO ( guarda Michele in tralice, poi prosegue ) : Credo che stiano facendo un compito di scienze...

MICHELE ( c. s. ) : Sì, sì, di scienze, proprio di scienze.

CARLO ( sbotta ) : Ma perché fai il pappagallo ?

MICHELE ( guardando il vuoto ): Boh...non so...

MARTA ( al marito ) : E il tuo amico Marco ? Tarda come al solito ?

CARLO ( bonariamente ) : E cosa vuoi, con questo brutto tempo...

MARTA : Quello ritarda anche con il sole !

CARLO ( arrabbiato ) : E d'accordo ! Avrà i suoi buoni motivi !

MARTA : Sì, sì...uno come lui avrà sempre dei buoni motivi...soprattutto se ha un amico che lo giustifica sempre !

Carlo fa un gesto d'indifferenza.

LAURA ( sottovoce, a Marta ) : A me sua moglie sta antipatica.

MARTA ( c. s. ) : Pure a me.

MICHELE ( avviandosi verso il lavabo ed insinuandosi fra le due donne, sdrammatizzando ) : E come la fanno questa verdura le mie incantevoli signore ? Posso sapere ?

MARTA ( stando al gioco ) : Se lo vuoi sapere, te lo devi guadagnare...Vieni a lavorare anche tu !

MICHELE ( deformando la voce ) : Ma non chiedo di meglio, miei tesori ! ( Si mette il grembiule con gesti enfatici e ridicoli. Tutti ridono. Marta e Laura di gusto, Carlo un po' forzatamente ) A me questa belga color prato bagnato dalla rugiada !

LAURA ( sinceramente ammirata ) : Che poeta !

MICHELE : E la moglie e la sorella del poeta mi vogliono dire come la condiamo questa verdura ?

MARTA : Con un pinzimonio di mia invenzione, più aceto e sale.

MICHELE : Mia dolce ospite-castellana, possiamo fidarci della tua ricetta ?

MARTA : Se non ti fidi...al massimo c'è il whiskas del gatto !

Ora ridono tutti allegramente. Si sente uno scampanellìo.

CARLO ( si alza agitato per aprire ) : Questi sono Marco e Nadia ! Vado io !

MARTA ( a denti stretti ) : Quando il padrone fischia, il cane corre ! (Laura le dà una gomitata. Marta reagisce ) E lasciami in pace, Laura !
Uffa, sono stufa !

LAURA ( timidamente ) : Ma perché sei così nervosa ?

MARTA ( c. s. ) : Non lo so, Laura...è proprio una questione di pelle !

Nel frattempo, Michele si era già tolto in fretta il grembiule per non farsi vedere. Entrano, dopo qualche secondo, Marco e Nadia. Sono due bei ragazzi, i più giovani della compagnia. Si salutano tutti cordialmente. Marco è alto, ben piazzato, biondino, ha un rolex d'oro al polso, scarpe lucide anche se un po' bagnate dalla pioggia, e un bel soprabito scuro. Anche Nadia è alta e bionda, ha l'aria fine e aristocratica, è truccata con cura, indossa uno spolverino lucido, nero, con una cintura che ne sottolinea la vita sottile, porta scarpe con tacchi alti. Ha un bell'abitino di mezza stagione sotto. Si dirige verso Marta e Laura, come per aiutarle, ma rimane leggermente in disparte, guardando solamente. Carlo stringe affettuosamente la mano a Marco, che lo ricambia con qualche pacca sulla spalla. Michele, con un'espressione un po' ebete, li guarda, sogghignando leggermente.

MARCO ( ad alta voce ) : Ue', gente, ma dove siete venuti ad abitare ? Da Roma in qua, per questi pochi chilometri, pioggia, nebbia e code sempre in crescendo ! Ci abbiamo messo quasi un'ora e mezzo, per fare tutto il percorso ! E che caspita !

CARLO ( affabile ) : Sai, Marco, qui appena piscia una nuvola, tutto si intasa. Macchine su macchine. E poi, la gente non è abituata al traffico e s'impanica subito.

MARCO : E vabbé, ma sono andati a scuola guida dalle lumache ? ( Rivol=
gendosi alle donne ) Ehilà, belle bimbe, che si cucina stasera ?

MARTA ( tetra ) : Cicuta. Non la vedi ?

Carlo la fulmina con lo sguardo. Laura cerca di rimediare.

LAURA : Verdure in pinzimonio.

MARCO : Come primo ?

LAURA : Ma no ! ( Ride divertita ) Come primo, gli spaghetti alla carbonara ! ( Acida, a Nadia ) Ma cara, cosa gli cucini tu di solito? Glieli dài in ordine, i piatti ?

NADIA ( stando alla battuta ) : Ma non lo sai che nello stomaco tutto si mischia ? Non importa l'ordine !

MICHELE ( volendo sempre fare il paciere ) : Ehi, Marco, mi devi la rivincita di mercoledì scorso !

MARCO ( gli cinge una spalla col braccio, in maniera esageratamente estroversa ) : Uei, poeta dei Pampers, non mi provocare, eh...Potresti pentirtene ! Stasera ho un asso nella manica...vi stenderò tutti !

CARLO ( curioso ) : Addirittura ?

MARCO ( smargiasso ) : E come no, ciccetti ? Non voglio anticiparvi nulla per non guastare la serata e...( guardando le pentole sul fuoco) ...l'appetito! ( Tira fuori il telefonino ) Scusate, devo fare una telefonata !

Si ritira dalla porta di sinistra.

MARTA ( a Carlo ) : Va' a chiamare Lorella, è quasi pronto. Dille che apparecchi.

CARLO : Va bene.

Esce dalla destra.

MICHELE ( a Marta ) : Comincio ad aiutarti io con la tavola, vuoi ?

MARTA ( sorridendo ) : Grazie, Michele.

NADIA : Io vado a lavarmi le mani. Spero che Marco, dopo la telefonata, si ricordi di prendere la bottiglia di vino che ha lasciato in macchina. E' un beaujolais...l'abbiamo preso durante il nostro ultimo viaggio in Costa Azzurra. Spero che vi piacerà ! Compermesso !

Esce dalla destra. I tre si guardano senza parlare.
Michele e Laura apparecchiano alla svelta, mentre Marta si occupa degli spaghetti. Approfittando della distrazione di Marta, Michele prende sulle ginocchia la moglie e le fa qualche coccola, lasciando posate e bicchieri da sistemare. Marta, una volta scolata la pasta, si gira e scorge la scena. Alza gli occhi al cielo con aria desolata e guarda la coppia per qualche secondo. Questi si accorgono di essere osservati e si ricompongono frettolosamente. Marta mette gli spaghetti in una terrina e, constatando l'indifferenza generale, si colloca al centro della stanza con la zuppiera in mano, guarda in tutte le direzioni e urla a gran voce :

MARTA : Se a qualcuno interessa...qui la cena è pronta !

Buio in sala.

Non appena si riaccendono le luci, la comitiva ha appena finito di mangiare. La tavola è ben imbandita. Fuori piove a dirotto. Le due giovani, Lorella e Manuela, continuano a fare i bis di dolciumi, mentre gli uomini fumano una sigaretta. Marta e Laura cominciano pian piano a sparecchiare ; Nadia le aiuta lentamente e svogliatamente.

MARTA ( a tutti ) : Caffé ?

CARLO ( risponde per gli altri ) : No, no, magari ce lo facciamo dopo, durante la partita ! ( Sbrigativo ) Su, su, sgomberiamo, così possiamo giocare !

MARTA ( spazientita ) : Ehi, ehi, calma ! Un momento !

LORELLA e MANUELA ( in coro ) : Possiamo andare di là ? Dobbiamo finire di studiare !

MARTA ( cominciando a lavare i piatti assieme a Laura, con tono scocciato ) : Quello che studiavate prima ?...Sì, sì, andate pure !

Con un grido di gioia, le ragazze si allontanano, non certo per studiare. Intanto Carlo ha tirato fuori le carte, una tovaglietta e qualche bicchierino per i liquori. Michele, distrattamente, guarda al di là dei vetri, mentre Marco manda bacetti alla moglie che asciuga pigramente i piatti.

MICHELE ( assorto ) : Come diluvia !

CARLO : C'è da augurarsi che non scoppi un temporale perché qui, come siamo messi, al primo lampo va via la luce e ti saluto, Maria ! Stiamo al buio fino a domani !

MARCO ( provocatorio ) : Magari, così vi imbroglio meglio !

MARTA ( fra sé ) : Non hai certo bisogno delle tenebre per ingannare meglio il prossimo, caro mio !

CARLO ( alla moglie ) : Cos'hai da brontolare ?

MARTA ( evasiva ) : Niente, niente. ( Pausa ) Stiamo finendo di lavare i piatti, così vi lasciamo soli soletti in santa pace.

MARCO : Menomale, perché una partita con le donne presenti è una vera tragedia...senza offesa, eh, mie care ! Dovete capire, però, che anche noi uomini abbiamo bisogno dei nostri spazi...per le confidenze più intime ! Ci siamo intesi ?

MARTA ( secca ) : Non vi sbilanciate troppo, però !

MARCO ( nervoso ) : Che vuoi dire ?

MARTA ( dura ) : Solo quello che ho detto...( Alle donne ) Andiamoci a mangiare qualche cioccolatino di là in salotto, amiche...Tantissimi "in bocca al lupo", tesori miei !

CARLO ( superstizioso ) : Ma non si dice nulla prima di una partita, lo sai! Porta male ! Vai di là, va'...va'.

MARTA ( irritata ) : E che furia ! Andiamo, andiamo !

Le donne si allontanano dalla destra. Contemporaneamente, scoppia l'atteso temporale. Un gran tuono scuote i tre uomini, già assorti nel gioco. Carlo, che sta mischiando le carte, sobbalza. Michele va alla finestra e rimane sbalordito.

MICHELE : Accidenti...tuoni, fulmini, saette, vento...! ( Rinforza la chiusura delle finestra ) Speriamo che ci lasci giocare !

MARCO : E allora sbrigati, vieni qua ché cominciamo, senza fare il bollettino meteorologico ! Uè, ragazzi, però...una pioggia così l'ho vista solo ad Amburgo !

CARLO ( distribuendo le carte ) : Quando sei stato ad Amburgo ?

MARCO : Qualche mese fa, per un'intervista a un pezzo grosso di un'industria, non ricordo bene quale...Era un tipo bonario, con una grossa pancia. Arrivai all'aeroporto con una pioggia torrenziale...disperavo di riuscire a scendere...un freddo cane, il traffico impazzito...pensai di consolarmi dopo, con un bel pranzo, ma mi servirono tante di quelle schifezze...Mio padre, che era milanese, mi diceva : "Se ti abituerai ai piatti del settentrione, starai meglio quando andrai nel Nord Europa per i tuoi affari !", ma io rimasi poco a Milano e mia madre si abituò alla cucina di qua ! Comunque la testa ( si picchia il capo ) è alla milanese, ed è questo che mi permette di andare avanti !

MICHELE ( timidamente ) : Certo che sei sempre via...e Nadia anche...Ma quando vi vedete ?

MARCO ( tirando giù una carta ) : Quando possiamo...Naturalmente, se avessimo un figlio, sarebbero dolori ! Ormai abbiamo preso il nostro giro...non saremmo più abituati altrimenti !

CARLO ( sognante ) : Però, che bella vita che fai tu...Viaggi, giri, guadagni, soddisfazioni...vedi un sacco di posti, magari di corsa, però li vedi.

MICHELE ( c. s. ) : Certo che si impara tantissimo anche così. I nostri studenti dovrebbero viaggiare di più...se non fosse così costoso. La scuola andrebbe riorganizzata, in altra maniera, con viaggi-studio più frequenti. Basta coi libri e i nasi sui quaderni ! Un po' di evoluzione, che diamine !

CARLO ( spazientito ) : Michele, ti avevo detto : niente disquisizioni sulla scuola, stasera !

MICHELE ( mortificato ) : Scusa, scusa...è che sto pensando anche alle nostre figlie, Carlo. Tu non ci rifletti mai ? Non credi che sarebbe stupendo per loro entrare in contatto con altre culture, imparare nuove lingue, nuovi costumi...? E' un mezzo più efficace dello studiare sui libri, fra quattro mura !

CARLO : Però tu devi anche pensare al tipo di vita che facciamo, al nostro stipendio che è quello che è e alla testolina delle ragazze ! Cosa ne sai tu se sarebbero veramente interessate a viaggiare ? O magari preferiscono rimanere qua nella bambagia, a spiare i vicini di casa alti e biondi ? Tante volte noi pensiamo di fare del bene ai nostri figli, cerchiamo di offrirgli il meglio e poi, quando hanno quarant'anni, ci vengono a dire : " Ma chi te le ha chieste, tutte queste cose ? Io stavo così bene a poltrire in camera mia !" Non l'abbiamo fatto anche noi coi nostri genitori ? E loro lo faranno a noi! Se invece tu ti sbatti, li fai andare a scuola, gli pianifichi la carriera e gli trovi un posto sicuro in banca, ecco che ti rinfacciano : " Mi hai chiuso in un ufficio ! Io volevo fare il vagabondo !" In qualunque maniera fai, sbagli sempre.

MICHELE ( a bassa voce ) : Io dicevo solo che se non si tenta mai di cambiare qualcosa, non si migliorerà mai. ( Pausa ) Non ti spaventa la ripetitività ? Tutti i giorni, le stesse cose...! Io me ne sto accorgendo ora...perché capisco di fare una vita monotona ed ormai ne sono rimasto intrappolato, assieme a Laura. Ma non sarebbe giusto imporre questo tipo di vita anche ai più giovani. Non dobbiamo rendere l'esistenza delle nostre figlie simile...a queste partite del mercoledì sera ! Stanche, uggiose, uguali malinconiche...e, bagnate, come questa sera ! Proprio un degno contorno!

MARCO ( tirando giù la carta ) : E mollala lì, dài, giochiamo !

CARLO ( giocando anch'egli, nervosamente ) : Michele, ma chi ti dice che va cambiato qualcosa ? Ascolta un attimo : le nostre figlie hanno quasi diciott'anni, sono donne e saranno in grado di scegliere : se, finito il liceo, vorranno fare le vagabonde...ehm, pardon, Michele, le "viaggiatrici di cultura ", come dici tu, lo faranno ; se preferiranno lavare le scale nei portoni, si accomodino pure !

MARCO ( intervenendo ) : Scusa, Carlo, se ti interrompo, ma perché ti ostini a dire "vagabonde "? Il fatto che viaggino per imparare non le fa diventare delle pellegrine raminghe ! C'è chi si sposta spessissimo anche per lavorare : guarda me ! Sarei un vagabondo anch'io, allora ?

CARLO( conciliante ) : No, Marco, non fraintendermi. La cosa è diversa, per te : tu viaggi perché non ne puoi fare a meno e sai che, in questo modo, avrai un guadagno. Non mi va a genio chi gironzola perché non sa cosa fare, così, senza profitto.

MARCO : Ma come credi che io abbia cominciato ? Se non avessi fatto un po' di gavetta qua e là, non sarei mai arrivato dove volevo ! Magari a quest'ora sarei ad ammuffire in un ufficio qualsiasi, come fanno tanti ! 
( Carlo e Michele rimangono un po' interdetti. Marco, accortosi della gaffe, conclude in fretta il discorso ) E non mi sentirei affatto realizzato ! Appena mi sono sistemato ho deciso di conseguenza di sposarmi, però con una donna che riuscisse a sopportare questo genere di vita ! Non ho figli, io...ma, stavolta, mi sembra che Michele non abbia tutti i torti.

CARLO ( stufo della questione ) : Dài, continuiamo a giocare.

Si ode un tremendo tuono. I tre sobbalzano. Si intravvede la luce dei lampi, con effetto flash.

MICHELE : Che schifo di tempo...

MARCO ( preoccupato, in direzione del salotto ) : Tutto bene di là ? Avete paura del fortunale ?

VOCI DI NADIA, MARTA e LAURA : No, no, continuate pure !

MARCO : Chiudo. Ho vinto !

MICHELE ( arrabbiato ) : Di nuovo ! E che cavolo ! Non è giusto !

CARLO : E vabbé, si vede che Marco è proprio un vincente !

MARCO ( falsamente modesto ) : Beh, ragazzi, non esageriamo...Anch'io ho i miei punti deboli...per esempio, le donne...Non so stare una manche senza vedere il mio zuccherino, che magari mi porta anche fortuna ! (Chiama la moglie ad alta voce ) Nadia ! Vieni qui, bella stella !

Nadia entra dalla destra.

NADIA ( al marito ) : Mi hai chiamata, caro ?

MARCO ( lezioso ) : Sì, bellezza, vieni a darmi un bacino ! ( Nadia obbedisce ) Il tuo maritino sta vincendo di nuovo !

NADIA ( leggermente ironica ) : Che bravo !

MARCO : E voi cosa fate di là ?

NADIA : Niente...si chiacchiera. Certo che questo temporale è proprio fastidioso. Chissà che traffico ci sarà stasera per rientrare...Marta mi sembra un po' nervosa.

CARLO ( agitato ) : Marta ? Cos'ha ?

NADIA : Mah...niente...Dice che i tuoni la innervosiscono.

Entra Laura dalla destra.

LAURA : Come va la partita ?

MICHELE ( alla moglie ) : Eh, come al solito...questo fortunello qua 
( indica Marco ) , tanto per cambiare, vince !

LAURA ( falsamente arrabbiata con Marco ) : Mannaggia, mannaggia a te!

CARLO ( a Nadia e Laura ) : Dov'è Marta ? 

Le donne non fanno in tempo a rispondere perché un enorme tuono scuote i vetri facendo andare via la luce. Laura e Nadia soffocano un grido, mentre Carlo e Marco tirano qualche imprecazione. Si sente il rumore delle carte che cadono per terra. Qualche sedia rovesciata. Si ode la voce di Carlo che esclama : " Dove abbiamo messo l'accendino ?" e Marco che risponde : " Non lo so !". Qualche colpo qua e là, mentre si intravvedono le sagome di Carlo e Michele in cerca di una candela. Marco, chino a terra, tenta di raccogliere le carte. Le donne annaspano per trovare due sedie. Un soffio di vento spalanca la porta-finestra. Carlo, lanciando qualche improperio, si sforza di chiuderla, con l'aiuto di Michele. Dalla destra, intanto, piombano Lorella e Manuela, spaventate, che inciampano nelle sedie, gridando : " Papà ! Mamma !". Finalmente, dopo parecchi conati, Carlo chiude la finestra e, in un cassetto della credenza, trova fiammiferi e candele. Ne accende una, intanto che gli astanti tentano di ricomporsi. Marco rimette a posto le carte ; Carlo e Michele, sfiniti, si siedono. Laura e Nadia si buttano sulle restanti sedie. Nadia si accorge di aver perso un tacco e lo cerca sotto il tavolo ; Laura trema impercettibilmente e ha lo sguardo fisso. Le due ragazze si sono accucciate dietro la poltroncina.

CARLO : Mamma mia, che tempesta ! ( A Nadia e Marco ) Non vi converrebbe dormire qui, stanotte ? C'è posto, eh ?

NADIA ( da sotto il tavolo, a Carlo ) : Se riesco a recuperare il tacco, ti rispondo...maledizione ! ( Tirandosi su ) Il primo che vede un tacco nero, me lo dica !

MARCO ( a Carlo ) : Ti ringrazio, Carlo, ma spero che si calmi...Sembra già un po' meglio...per quanto si riesca a vedere.

MICHELE ( desolato ) : Se siamo fortunati, qui la luce non torna prima di domani !

MARCO : Accidenti !

CARLO : Comunque, per noi non c'è problema .

LORELLA ( emerge furtivamente dal suo nascondiglio ) : Scusate...dov'è mamma ?

A quelle parole, il gruppo sembra risvegliarsi dal torpore : nessuno si era accorto dell'assenza di Marta. Come ad un segnale, si mettono tutti a chiamare : " Marta ! Marta !" mentre Lorella, spaventata, comincia a piangere, confortata da Manuela. Carlo è angosciatissimo : continua a chiamare ossessivamente Marta : Michele apre la porta-finestra per vedere se Marta fosse fuori. Il viavai da una stanza all'altra è frenetico. Lorella singhiozza in un angolo, mentre la fiammella della candela si agita sotto il vento. La ricerca è vana. Tutti sono preoccupatissimi e corrono senza posa. Il primo a giungere è Marco.

MARCO : Ragazzi...Marta è sparita !

CARLO ( stravolto ) : Come, sparita ? Ma è impossibile !

MARCO : Carlo, fattene una ragione...Marta è scomparsa !

CARLO ( balbetta, ancora più stravolto ) : Non è possibile...è pazzesco!

MICHELE ( entra di gran carriera ) : Carlo, purtroppo Marco ha ragione ! Marta non c'è in nessuna stanza...abbiamo setacciato tutta la casa e il giardino...niente di niente ! C'è la porta-finestra del salotto aperta...sarà uscita di lì...

CARLO ( c. s. ) : Ma... ma bisogna fare qualcosa, qui...chiamate la polizia, i carabinieri, un 'ambulanza...fate qualcosa, perdio !

MARCO ( pacato ) : Calmati, Carlo, calma ! Vedremo di fare tutto quello che è possibile, fidati. Ci siamo noi, qui. Non urlare più...spaventi la povera Lorella, che è già disperata.

LORELLA ( piange convulsamente ) : Mamma...mamma...

Laura trema e frigna sommessamente. Marco e Nadia la guardano in cagnesco. Michele si lascia cadere su una sedia. Marco si dirige verso il telefono. Nadia si accende una sigaretta. Laura stringe la mano a Carlo, che ha lo sguardo fisso nel vuoto. Manuela cerca di consolare Lorella ; fuori il temporale si attenua. Cala la tela, lentamente.

FINE PRIMO ATTO



SECONDO ATTO


S C E N A

La stessa scena del primo atto. Sono passati quindici giorni dall'episodio della sparizione di Marta. La cucina è trasandata, sporca e disordinata. Si vede che manca la mano della padrona di casa. E' pomeriggio. Il sole entra dalle finestre : c'è tutt'altra atmosfera.
Dopo qualche secondo dall'aprirsi del sipario, entrano dalla sinistra Carlo e Michele. Carlo ha l'aria molto invecchiata, è triste. Si lascia cadere sulla prima sedia trovata a caso senza neanche togliersi il cappotto. Michele cerca di confortarlo, ma Carlo gli fa un cenno seccato e desolato nello stesso tempo. Si copre il volto con le mani, appoggiandosi sul tavolo.

MICHELE ( sedendosi accanto a Carlo, con fare bonario ) : Ma dài, Carlo...Sono sicuro che c'è una spiegazione... Si tratta solo di stupide coincidenze, ecco tutto !

CARLO ( con un filo di voce ) : No, Michele, non sono solo coincidenze...Adesso mi spiego un sacco di cose...Tutti i pezzi del puzzle quadrano ! E poi, ho le prove !

MICHELE ( incredulo ) : Ma quali prove ?

CARLO ( tira fuori dalla tasca del cappotto un foglio di carta ) : Questa lettera...Dio, che vergogna ! E dire che ho passato quindici giorni d'inferno, a smobilitare carabinieri, polizia, ospedali, pronto soccorso... che idiota !! ( Pesta i pugni sul tavolo ) Cosa dirò a nostra figlia ? Che razza di esempio...la madre, che è un punto di riferimento per le figlie femmine ! 
( Singhiozza ) Che schifo !...non c'è altra parola...che schifo !

MICHELE ( timidamente ) : Posso vedere quei fogli ?

CARLO ( levandosi lentamente il cappotto ) : Ecco...tieni, tieni...prenditene una vista...eccoti una perfetta moglie e madre lavoratrice portata in palma di mano da tutti !

MICHELE ( comincia a leggere ad alta voce ) : " 26 ottobre 1998... Caro amore mio, non riesco più a vivere lontano da te. Queste separazioni mi opprimono..." ( Si ferma inebetito per qualche secondo, poi riprende )
" Ho deciso che, se le cose non prenderanno una piega più facile, io farò qualche pazzia. Tipo scappare di casa. Sogno ogni notte che tu mi vieni a portar via da qui, da questa vita grigia. Mi immagino mentre scavalchi il cancelletto, bello e intrepido...magari in mezzo a una tempesta e, veloce come un fulmine, mi conduci verso una nuova vita ! Spero che risponderai prestissimo a questa lettera. Non sottovalutare le mie parole. Per sempre tua. M. " ( Lunga pausa. Michele appoggia la testa fra le mani. Carlo continua ancora a guardare fisso nel vuoto ) Mamma mia... Ti giuro...non mi sarei mai aspettato una cosa simile... E' pazzesco ...Non l'avrei fatta così passionale ... E' come se mi fosse caduta una cortina dagli occhi...

CARLO ( annuendo ) : Già, hai detto bene... proprio così ! Mi è caduto un velo e quello che ho visto mi ha distrutto. Sfinito. Svuotato. Come ti sentiresti tu se Laura si comportasse così ?

MICHELE : Male, certo... Le donne non le finisci mai di conoscere, anche se ci cresci assieme. ( Ancora incredulo, rigira la lettera fra le mani, come per cercare qualche indizio, legge e rilegge parecchie volte ) Ma scusa un attimo...qui come firma c'è una sola "M"...cosa ne sai che sia opera di tua moglie ?

CARLO ( spazientito ) : La calligrafia, stupido ! Tutto corrisponde...la data, la scrittura, il suo stile...queste espressioni le usava anche nelle lettere che scriveva a me...Aveva delle immagini bellissime per esprimere i propri sentimenti...me ne accorgo solo ora, non le apprezzavo prima. Mi sembravano cose campate per aria. Se avesse fatto la scrittrice forse avrebbe sfondato. ( Guarda il soffitto con aria smarrita ) Dio mio, dove sarà ? Con chi ? E perché l'avrà fatto ?

MICHELE ( riflettendo ) : Però...se fosse come dici tu...non si sarebbe fatta sentire ? In fondo, lei non è solo moglie, è anche madre. Ammettiamo pure che abbia deciso di lasciarti, ma non farebbe mai soffrire Lorella, questo è poco ma sicuro. Se volesse vendicarsi su di te per qualcosa non si accanirebbe di certo contro la sua unica figlia !

CARLO : Ma chissà dov'è, cosa le passa per la testa, se l'ha persa completamente...se, oltre ad infischiarsene di me, se ne infischia anche di Lorella ! Quando non si ragiona più, caro mio ! ( Sbuffa ) Ma se aveva delle rivendicazioni da fare, delle lamentele, se non le andavo più a genio, se era stufa del lavoro, che diamine, ma non lo poteva dire ? Si discute, se ne parla, si trova una soluzione !

MICHELE : Ma io vi ho visto raramente discutere. Solo, vi lanciavate frecciatine l'uno con l'altra.

CARLO : E cosa c'entra ? Noi abbiamo i nostri orari, ci vediamo solo di sera e in quel poco tempo che passiamo assieme, cerchiamo di stare il più tranquilli possibile...un poco di quieto vivere ci vuole ! Preferiamo sfogarci magari con le frecciatine, come dici tu...certo che delle cose importanti si parlava : lo stipendio, l'automobile, la casa, le bollette, la scuola di Lorella...

MICHELE ( interrompendolo ) : Forse queste cose erano importanti per te, non per lei...

CARLO ( sbottando ) : Ma la finisci di contraddirmi ? A che serve un amico, se non a confortare ? Capisco che tu debba difendere tua sorella, ma io sto passando un periodo che non auguro neanche al mio peggior nemico e tu mi punzecchi in continuazione ?

MICHELE ( abbassa gli occhi mortificato ) : Sto solo cercando di trovare una spiegazione logica a tutto questo...perché sono sicuro che c'è !

CARLO ( c. s. ): E tu pretendi di conoscere mia moglie meglio di me ? La realtà è questa : guardala in faccia ! Marta è una donna serena, con un marito che le vuol bene, una figlia splendida e brava a scuola, una bella casa e la sicurezza economica...e, per tutta risposta, approfittando di un temporale se ne va, piantando tutto nella più squallida maniera ! D'altronde, abbiamo setacciato tutto il paese, fino a Roma, e non c'è nessuna traccia di lei ! Ho pensato di tutto...un rapimento, una disgrazia... no, no, se ne è andata di sua spontanea volontà ... Non ci sono segni di effrazione. La pioggia, purtroppo, ha cancellato le orme e non possiamo neanche sapere in che direzione sia andata. Sicuramente ...su una macchina più bella della mia, con un uomo migliore di me... ( Michele scuote il capo) Ma sì, è così ! Dopo quindici giorni di angoscia inaudita, notti insonni, giornate senza mangiare...Lorella è sfinita, e ne risentiranno anche gli studi...io scopro tutto questo ! Non è giusto ! Perché a me ? Si pensa sempre che queste cose accadano agli altri...ed eccoti, da un momento all'altro, nel bel mezzo di un incubo...

MICHELE ( pensieroso ) : Scusami, Carlo, ma tu mi sembri più ferito nel tuo orgoglio che preoccupato per la salute di tua moglie...

CARLO ( stizzito ) : Tanto c'è chi si preoccupa per lei... Carina, la mia Marta...vuole anche fare la giovanetta ...con la carta da lettere profumata, le immagini alate, l'iniziale misteriosa. "M"...ma chi si crede di essere ? Una
adolescente ? E non pensa a me ? Io, che sarò il solo ad affrontare la gente? Perché la gente chiede, s'impiccia... facendo finta di essere addolorata per te, si insinua dentro ai fatti tuoi... E tu devi dare delle risposte...perché in mezzo alla gente ci vivi ! Puoi anche dire a tutti :
"Fatevi i cazzi vostri !", tanto se non vogliono, non se li faranno mai !
( Grida oltremodo ) E' facile, per chi fugge...se ne sbatte le palle e lascia chi resta ad affrontare la vita di tutti i giorni...con tutte le sue meschinità e le sue amarezze ! Si dice spesso : "Ma perché non te ne vai ?"... e nessuno si è mai chiesto quanto coraggio ci voglia a rimanere...dentro alle situazioni !
( Si asciuga gli occhi )

MICHELE ( piano ) : Non gridare. Spaventi Lorella.

Ed infatti Lorella esce agitatissima dalla destra. E' vestita con un grosso pull largo e pantaloni sdruciti. E' mal pettinata ed ha gli occhi rossi. Corre subito verso il padre. Carlo si affretta a nascondere nelle tasche del soprabito la lettera.

LORELLA ( concitata ) : Papà, papà, che è successo ? Ho sentito gridare!

CARLO ( alzandosi per abbracciarla ) : Niente, tesoro, torna di là. Cerca di studiare, se puoi...Discutevo con Michele...siamo un po' tutti nervosi.

LORELLA ( piagnucolando ) : Nessuna novità ?

CARLO ( accarezzandola ) : No, cara, mi dispiace... Torna di là, dài.

LORELLA ( allontanandosi a malincuore ) : Più tardi salirà Dora, la portinaia, per la spesa ... Vado di là... Ciao, papà, ciao, zio.

MICHELE ( affettuoso ) : Ciao, cara. Cerca di stare su...se puoi.

Lorella fa cenno di sì con la testa e si avvia verso la destra. Esce.

MICHELE ( fra sé ) : Povera figlia...mi fa una pena ! ( Si ferma per riflettere. Vuole chiedere delle cose delicate a Carlo, ma non osa. Cerca le parole migliori. Dopo qualche secondo, quasi balbettando, si rivolge a Carlo ) Ascolta, Carlo...se non mi vuoi rispondere, padronissimo...quali...quali sarebbero quelle incomprensioni fra te e Marta...quei pezzi del puzzle, come li hai chiamati tu, che ti spingono ad avvalorare la tesi della sua fuga volontaria ?

CARLO ( si risiede di nuovo e comincia a parlare a fatica ) : A parte la lettera, che è una prova palese... tante discussioni, ultimamente, tanti piccoli dispetti, disattenzioni varie, battute sarcastiche, un certo disinteresse per la bambina... una specie di guerra fredda...senza parole. Chiare o esplicite. Ho cercato di parlare qualche volta, ma di fronte al rifiuto ostinato, ho lasciato perdere. Senza darci la giusta importanza, evidentemente ! Tanto ero sicuro che una cosa simile non mi sarebbe mai capitata.

MICHELE ( meditabondo ) : Forse erano tutti dei piccoli indizi, dei segnali!

CARLO ( sicuro ) : Certo che sì ! Erano proprio indizi ! E accidenti a me, che non me ne sono accorto in tempo !

MICHELE ( c. s. ) : Eppure, anche questo è in contraddizione. Se avesse voluto veramente scappare in segreto, avrebbe avuto tutto l'interesse di dimostrarsi premurosa e affettuosa senza lasciar trapelare nulla...non ti pare?

CARLO ( nasconde il capo nell'incavo del braccio ) : Non lo so, Michele, non lo so. Ho la testa che mi scoppia. Non so più cosa pensare...e, francamente, non sono neanche più ben sicuro se me ne importi o no !

I due si fissano a lungo. All'improvviso, suona il campanello, facendo trasalire Carlo.

MICHELE ( alzandosi per aprire ) : Ah, scusa, Carlo, mi ero dimenticato di dirtelo... Ho detto a Laura e a Manuela di passare... Manu terrà un po' di compagnia a Lorella e Laura penserà alle faccende.

CARLO ( sorridendo affettuosamente ) : Grazie, Michele. Sei un vero amico.

Entrano da sinistra Manuela e Laura. Questa fa un cenno di saluto al marito e a Carlo, seguita da Manuela. Laura ha un pacchetto con dei vestiti stirati. Corre subito a disfarlo sul tavolo.

MANUELA ( alla madre ) : Posso andare da Lorella ?

LAURA : Certo, cara ...chiedile se c'è della biancheria sporca da lavare !

CARLO ( desolato ) : Ce ne è, ce ne è.

MANUELA ( correndo ) : Vado.

Esce dalla destra.

CARLO ( a Laura ) : Laura, ti stai disturbando troppo. Davvero. Stai lavorando più di una colf. Senza contare che hai anche la tua famiglia. Può pensarci Lorella a queste cose.

LAURA ( bonaria ) : Non dirlo neanche per scherzo, Carlo, lo faccio volentieri. Soprattutto per quella povera bimba che sta di là e mi fa tanta pena. Penso a come si sentirebbe Manu se dovesse passare dei momenti simili.

CARLO ( sorridendole ) : Allora, se permettete, vado a buttarmi, sul letto una mezz'oretta perché sono esausto e ho un feroce mal di testa. Se avete bisogno di me, chiamatemi. Ciao, e...grazie.

LAURA e MICHELE ( in coro ) : Buon riposo.

Carlo si allontana. Laura guarda nella credenza dando occhiate qua e là. Michele, furtivo, si accerta che Carlo sia in camera, poi si avvicina alla moglie e le sussurra :

MICHELE ( a bassa voce ) : Sai, Laura, quel sospetto di Carlo... su Marta...pare proprio che fosse fondato...

LAURA ( sgranando gli occhi ) : Davvero ? Come fai ad esserne così sicuro ?

MICHELE ( c. s. ) : Me l'ha detto lui...ne ha le prove ! ( Corre verso il soprabito che Carlo ha lasciato sulla sedia e ne estrae il foglio incriminato dalla tasca ) Ha trovato non so dove una lettera di Marta...datata il giorno della sua scomparsa e...leggi tu stessa !

LAURA ( legge il foglio rapidamente e cambia via via espressione. Ripone la lettera sul tavolo della cucina con aria sbalordita ) : Non ci posso credere...ho conosciuto in pochi secondi un'altra Marta...una persona del tutto nuova ! ( Riguarda il foglio ) Eppure è la sua grafia...incredibile...incredibile ...! ( Con lo sguardo fisso, si siede )

MICHELE : Mi dispiace di averti sconvolta, cara...ma era giusto che lo sapessi anche tu. ( Laura non dice niente. Dopo qualche istante, preoccupato ) Per favore...di' qualcosa !

Laura continua a tacere.

MICHELE : Accidenti...non ti ho mai vista così...però a me sembra tanto strano...Voglio dire : ci sono parecchi punti che non mi convincono... La "M" così misteriosa, il non farsi più sentire, nemmeno da Lorella...tante contraddizioni...Non sono cose che Marta farebbe.

LAURA ( fissa, in tono neutro ) : Perché ?

MICHELE : Ma perché non sono logiche...e perché io la conosco un po' meglio di te. Se avesse avuto la coscienza sporca, avrebbe cercato di coprirsi, di nascondersi essendo più conciliante, disponibile. E non avrebbe di certo lasciato la lettera in giro...sarebbe un comportamento vile, questo !

LAURA ( c. s. ) : Sarebbe una cosa vile innamorarsi di un altro uomo ?

MICHELE ( paziente ) : Io non contesto il fatto, Laura, contesto il modo in cui è stato fatto...se veramente è andata così.

LAURA : Non hai abbastanza prove ? Credi che Marta non abbia il coraggio di piantare Carlo ? E' una donna decisa, Michele...non come me.

MICHELE : Bè, adesso non la difendiamo in questa maniera. Non si sarebbe dovuta comportare così di fronte a sua figlia.

LAURA ( seria ) : Se io facessi come lei...cosa diresti a Manuela di me ?

MICHELE ( rimane interdetto per alcuni secondi. Non si aspettava che il discorso avrebbe preso questa piega . Con calma risponde quasi balbettando ) : Ma... ma Laura...non dirlo neanche per scherzo...Non è cosa che faresti tu. Comunque, non ti impedirei certo di vederla, ma non le parlerei affatto bene di te. Una donna, alla tua età, deve sapere che cosa è meglio per lei e cosa no !

LAURA : E già...perché tu credi che una donna non abbia fegato...e neppure il diritto di fare una scelta ! Scommetto che sono le stesse cose che ti ha detto Carlo : magari è più offeso che preoccupato. Non sa come affrontare la figlia e la gente : il disonore ! E, soprattutto, non sa come affrontare se stesso. Le sue certezze gli sono crollate addosso all'improvviso. E' ridicolo, se ci pensi. In uomini adulti come te e lui, autosufficienti almeno all'apparenza, realizzati, tutte le speranze risiedono in una donna che sia in grado di accudirli. Tolta via quella...è finita la pacchia!

MICHELE : Che stai dicendo ?

LAURA ( scoppiando ) : La verità ! La verità, che di solito dà fastidio ! Soprattutto agli uomini come te e Carlo...e a questa gente meschina di provincia che non ha nulla da fare tranne che spiare il prossimo...salvo poi guardarsi bene dall'aiutarlo quando ha bisogno. Buoni solo a giudicare e mai a comprendere. E' possibile che non si riesca ad accettare che una donna possa disporre liberamente e pienamente della propria vita. Solo se si sposa e ha figli...allora sì. Ma altrimenti...niente ! Pollice verso. Che schifo ! Che meschinità ! E mi sto accorgendo che anche tu non sei diverso dagli altri !

MICHELE ( un po' addolorato, un po' stupito per la sfuriata della 
moglie ) : Ma Laura, non pensavo che tu covassi tutto questo sotto la tua apparente tranquillità. Ti prego, però, di non urlare troppo, perché Carlo e Lorella potrebbero sentire e i vicini...

LAURA ( interrompendolo ) :...ascolterebbero ! E chi se ne frega ! Sono stufa di tutto questo ! Basta ! Non accetti che io abbia delle opinioni diverse da quelle che tu immagini io abbia ! Io sono quella che non ha spina dorsale, sono la mantenuta, la casalinga, la perfetta moglie e madre che non può permettersi neanche uno sgarro, se no la gente la bolla subito con l'etichetta di ingrata ! Ma ben vengano gli sgarri come quello di Marta! Ha avuto il coraggio di fare quello che tante volte vorrei fare io e molte altre donne ipocrite che non lo vogliono ammettere per non perdere la loro schifosa rispettabilità !

MICHELE ( balbettando, alquanto disorientato ) : Ma non urlare così...Povera Lorella...non pensi a lei ?

LAURA ( secca ) : Lorella è una donna, ha diciassette anni, è matura. Non come voi uomini che o maturate a quarant'anni o non maturate più. Riuscirà a capire sua madre...dopo il primo momento di rancore, vedrai che comprenderà. Se non ci capissimo neanche fra noi donne, staremmo fresche.

MICHELE ( si lascia cadere su una sedia ) : Io non immaginavo che il nostro matrimonio fosse giunto a simili punti. Ma cos'ho sbagliato ? Ti ho mai fatto mancare nulla? Non sono abbastanza affettuoso ? Ricorda che io ho rinunciato alla laurea...

LAURA ( sarcastica ) : Eccolo là, ci siamo. Quante cose mi devo sentir rinfacciare ogni giorno ? Credi che perché porti i soldi a casa hai il diritto di sindacare tutto e tutti ? ( Gridando ) Ora te lo dico in faccia che cosa non mi va soprattutto : mi soffochi ! Mi soffochi, Michele !! Non ne posso più ! Io provo una vera e propria afa nei tuoi confronti ! Tu ti barcameni fra le smancerie in pubblico e le frustrazioni che mi rinfacci in privato : questa è la tua concezione del matrimonio ! Ed è molto comoda per te, così riesci a salvarti la facciata. E sono le stesse attenzioni che faresti ad un cagnolino o a un bel soprammobile ! Ma io sono un essere umano ! E' mai possibile che i miei problemi non siano mai oggetto di discussione ? Solo la casa, le bollette, il cibo, il tuo lavoro...Già, il "tuo", visto che spesso sottolinei il fatto che io non lavoro e che quindi ho il "dovere" di essere meno stanca, meno insoddisfatta e più disponibile di te, che sei schiavo del tran-tran. Non mi hai mai confortato quando avevo pensieri...ero sempre io a dover essere il pilastro di tutti. Perché tu sei convinto che l'umanità si divida in due categorie nette : chi aiuta e chi deve essere aiutato. Ma non è vero! Tutti abbiamo bisogno di aiuto. Tu, però, hai già stabilito a priori i ruoli, senza neanche interpellarmi. E adesso sono stanca.

MICHELE ( triste ) : Ma se non fosse successo tutto questo...non mi avresti mai parlato così. E pensare che fino a qualche minuto fa credevo che fosse Carlo ad avere dei problemi...

LAURA ( ironica ) : Certo...anche lui, fino a quindici giorni fa, pensava di non aver problemi...o perlomeno, che quelli di Marta non fossero abbastanza importanti. Guai a chiudere gli occhi di fronte alle difficoltà. Guai. Li dovrai spalancare poi di colpo.

MICHELE ( dopo qualche istante di pausa domanda angosciato ) : Ma tu davvero...faresti quello che ha fatto Marta ?

LAURA ( schietta ) : Se avessi un lavoro mio, sì. L'avrei fatto un milione di volte, fin da quando Manu era piccola. Non che tu sia un cattivo uomo, Michele. E non lo è nemmeno Carlo. E' che...siete come siete. E le nostre famiglie sono come le ciambelle col buco mal riuscito.

MICHELE ( sincero ) : Io ti amo, Laura.

LAURA ( c. s. ) : Guarda che io ti dico queste cose non perché ti voglio male...io ho dell'affetto per te. In fondo, sei il padre di mia figlia. E' solo che...qualcosa si è rotto qua dentro ( indica il petto ) ed è difficile raccattare i cocci. Se non fosse scoppiato quel temporale forse Marta non sarebbe fuggita. E se non fosse fuggita, chissà, magari, non ti avrei mai detto tutto ciò. E' un'eroina, Marta. Io la ammiro.

MICHELE : Un black out ha causato questa vicenda...e abbiamo fatto black out anche noi.

Entra Manuela.

MANUELA ( preoccupata ) : Papà, mamma... che succede ancora ? Ho sentito discutere ... e avete certe facce ! C'è qualche brutta notizia ?

LAURA ( risponde a fatica ) : Niente di nuovo, cara... almeno per me... Forse per tuo padre, sì... ( Michele la guarda male ) Nulla al riguardo di Marta. Torna di là...io e papà andiamo un attimo in giardino a rinfrescarci le idee ! ( con intenzione, a Michele ) Vero, Michele ?

MICHELE ( è stralunato : risponde dopo qualche secondo ) : Sì, è vero. Dobbiamo parlare... è proprio l'ora.

MANUELA ( poco convinta ) : Siete sicuri che non sia successo niente ? C'è un'atmosfera... non mi nascondete qualcosa ?

LAURA ( la sospinge verso la stanza di destra ) : Ma no, cara... vai, vai.

Manuela esce riluttante. Laura fa un cenno a Michele, che si infila il cappotto svogliatamente. Si volta verso Laura, come per dire : " Lasciamo perdere ", ma la moglie gli indica con un gesto imperioso la porta di sinistra. Escono lentamente.
La scena rimane vuota per qualche secondo, poi, dalla destra esce Lorella che si stropiccia gli occhi. Si era appena appisolata, senza riuscire però a riposarsi. Fa un breve giro della cucina, con sguardo spento. E' seguita da Manuela : si siedono in tinello. Suonano alla porta.

LORELLA : Questa è Dora, la portinaia, per la cena.

Apre dalla sinistra ed entra una signora sui sessant'anni, con il sacchetto della spesa.

LORELLA : Grazie, Dora. Sei un'amica.

DORA ( con tono bonario e materno ) : Figurati, cara, se posso fare qualcosa... Nessuna notizia ?

LORELLA ( desolata ) : No, purtroppo... anche se oggi mi sembrano tutti strani...

DORA ( precipitosa ) : Ma, in effetti, ho visto Laura e Michele in giardino che discutevano piuttosto animatamente... ( Scorge Manuela, preoccupata, che corre alla finestra ) Oh...forse ho parlato troppo...

MANUELA ( dalla finestra ) : Mah... non li avevo mai visti chiacchierare così... Non ti crucciare, Dora... me ne ero già accorta prima. Ma sai cosa ti dico ? Me ne infischio ! Sono cavoli loro : i problemi se li risolvano da soli, io sono proprio stufa. Dovrei essere io a ricevere comprensione e attenzioni e invece sono l'ultima ruota del carro.

DORA ( la guarda con tenerezza, poi fa per andarsene e dice ) : Cara Manuela...non hai tutti i torti. Io non ho mai avuto figli e non so se posso parlare con cognizione...però ho tutti i diritti di avere un'opinione e la voglio dire, anche se qualcuno non sarà d'accordo : voi ragazzi mi fate un po' pena. Senza offesa. E la maggior parte di voi o si trova la vita offerta su un piatto d'argento e crede che sarà sempre così, rischiando di diventare un incapace, oppure ci sono quelli come voi due che hanno dei buoni sentimenti ma non si trovano accanto nessuno in grado di aiutarli o ascoltarli. Non fate una bella vita, questo è poco, ma sicuro. Tanti vi criticano, ma io non vorrei essere una figlia del giorno d'oggi. Sicuro. Compermesso. ( Esce )

Le due ragazze si guardano. Manuela continua a spiare in giardino per indovinare le mosse dei genitori. Da destra esce Carlo che si stiracchia. Lorella lo guarda come per chiedere aiuto e gli corre incontro. Carlo l'abbraccia con tenerezza, mentre cala il sipario.


FINE ATTO SECONDO



ATTO TERZO

Sempre la stessa scena. Il tinello è ancora più in disordine. Sono passati cinque giorni e non è successo nulla di rilevante. Qualche secondo di pausa, mentre la scena rimane vuota. E' il pomeriggio di una giornata uggiosa.
Entrano dalla sinistra Nadia e Marco, sempre ben vestiti e ben messi. Marco ha l'aria ancora più smargiassa. Invece Nadia ha il viso annoiato e cupo. Marco si guarda intorno, non vuole nessuno e si siede. Nadia lo guarda storto.

MARCO ( con aria sicura ) : Abbiamo fatto bene a venire, cicci, almeno oggi. Sento che deve accadere qualcosa...e non me lo voglio perdere ! Del resto, sono anche tanti giorni che non veniamo a trovarli, poveretti. Quella Marta... che testolina ! Scappare così... di punto in bianco... chissà con chi, poi... Ma tutto ha una spiegazione, secondo me... io sono un po' sensitivo, sai ?

NADIA ( secca ) : Bene : allora visto che sei sensitivo, perché non ti accorgi che mi stai già seccando da un po' e non ti tappi la bocca ? 
( Marco si volta di scatto ) Sì, caro : stai un po' zitto. Sei disgustoso ! In un'occasione come questa fai anche dello spirito ! Ma con chi credi di parlare ? Coi tuoi sottoposti ? O con qualcuna delle tue puttane ?

Marco si alza con impeto, facendo cadere la sedia.

MARCO ( ad alta voce ) : Ma sei impazzita ?

NADIA ( con aria sicura ) : Ma vai, va'... come se non ti conoscessi... d'altronde, con questa vita randagia che conduciamo... non sono nata ieri, sai ? Finora non ti ho mai affrontato, anche perché ci vediamo poco... ma credi che non sappia che le occasioni non te le lasci perdere ? Volevo solo, però, ricordarti due cose : numero uno : volendo, le occasioni me le posso permettere anch'io, visto che non mi mancherebbero neppure ; numero due: sei in casa del tuo migliore amico, il quale sta passando un periodo terribile, forse per il tradimento della moglie ed io, non tu, sto capendo benissimo come si sente ! E non ti permetto di fare dello spirito ! Non avrei mai fatto una sfuriata dentro queste quattro mura se non mi avessi provocata. Con tutte le schifezze che mi porti a casa... rossetti dimenticati, fazzoletti sporchi, mutandine in macchina, campioncini di profumi... ci potrei aprire un negozio, caro mio, e smettere di lavorare per te ! Magari ci guadagnerei di più... e avrei più tempo per controllarti ! Sempre che ne valga la pena !

Nadia si volta verso la finestra. Marco torna a sedere lentamente, con aria svuotata. Ha perso gran parte della sua sicurezza. Nadia lo guarda con aria di sfida, poi fissa il giardino. Dopo qualche secondo entrano Michele e Laura. Guardano con circostanza Nadia e Marco e li salutano un po' freddamente.

LAURA : Siamo venuti a prendere Manuela... Nessuna novità ?

MARCO ( allusivo ) : A che proposito ?

LAURA ( un po' stupita ) : Oh, bella ! A proposito di Marta !

MARCO : Ah... a quel proposito... ( ancora allusivo ) No, di Marta non sappiamo nulla... Di me so qualcosina in più... me le ha appena dette la mia cara mogliettina ! ( Nadia si volta verso di lui con un'espressione velenosa) Qualche qualità in più su di me... ( sogghigna in modo un po' ebete ) 

MICHELE ( sincero ) : Non capisco.

MARCO ( secco ) : Oh, oh, capisco io...questo è l'importante !

Nadia, arrabbiatissima, esce a passi veloci dalla stanza.

MICHELE ( dispiaciuto ) : Ho fatto qualche gaffe ?

MARCO ( più conciliante ) : No, Michele, non è colpa tua... E' che ogni tanto si ha bisogno di riflettere. Scusatemi.

Si alza ed esce anche lui dalla sinistra. Laura e Michele si guardano un po' perplessi.

LAURA ( convinta ) : Certo che riflettere fa sempre bene, non credi ?

MICHELE ( serio ) : Infatti.

LAURA : Peccato che bisogna arrivarci sempre a suon di litigate, offese e torti in faccia.

MICHELE ( cupo ) : Già... ed è sempre uno, nella coppia, a farne le spese...

LAURA ( punta sul vivo ) : Che vuoi dire ?

MICHELE ( evasivo ) : Niente, niente.

Dalla destra entra Carlo. Si è appena svegliato e si stropiccia gli occhi. E' ancora mezzo addormentato e non scorge subito i suoi amici. Vede dopo pochi istanti Michele e gli va incontro. Si danno una bonaria pacca reciproca sulle spalle, mentre Laura bacia sulla guancia affettuosamente Carlo.

CARLO ( con la voce ancora un po' impastata ) : Siete sempre cari voi due, vi disturbate in continuazione...

LAURA ( maternamente ) : Non ti preoccupare, Carlo, lo facciamo volentieri... E poi, dobbiamo prelevare Manuela. Le ragazze sono ancora chiuse dentro a fare i compiti.

CARLO : Ma quanto dureranno 'sti compiti ? Stanno sempre là dentro !

MICHELE ( conciliante ) : Forse si sentono un po' trascurate... Poverine, non hanno tutti i torti. ( Cambiando tono ) Ah, Carlo, poco fa c'erano anche Marco e Nadia... dove saranno finiti ? ... avevano una faccia scura !

LAURA ( guardando fuori ) : Sono in giardino. ( Con intenzione ) Chissà perché, il vostro giardino sembra fatto apposta per le discussioni... quando una coppia è in crisi va a discutere animatamente là fuori, vero, Michele ?

MICHELE ( balbettando un po' ) : Eh, già...

LAURA ( continuando ) : Bisognerebbe sapere, però, se il giardino ha un effetto benefico oppure no.

Carlo guarda Michele con un'espressione come per dire : "E' forse impazzita ?", mentre Michele, che ha capito benissimo, fa l'indifferente, con l'aria di quello che non sa niente. Questo gioco dura per qualche secondo.

LAURA ( tagliente ) : Beh... quando Marco e Nadia rientreranno, lo sapremo... visto che noi non siamo in grado di rispondere !

Carlo scruta nuovamente Michele, che vorrebbe sprofondare. Per cambiare discorso dice :

MICHELE : Bè, Carlo, vedrai che verranno a salutarti anche loro... volevano sapere se c'era qualche novità...

CARLO : Eh, no, purtroppo. E io mi sento sempre peggio. Mi dispiace che anche loro siano irritati l'uno con l'altra. E' brutto vivere d'astio.

Qualche minuto di pausa. Laura rimane a guardare dalla finestra. Si sente il rumore di un motore. Laura guarda più interessata, mentre gli uomini rimangono indifferenti. Laura fissa lo sguardo sulla macchina e trasale : non sa se essere contenta o no per quello che ha appena visto...si agita, fa dei cenni, ma i due non le danno retta. Non trova le parole adatte. Riesce solo a balbettare piano :

LAURA ( agitatissima ) : Ragazzi... Carlo... Michele... è arrivata Marta !

CARLO ( balza dalla sedia ) : Cosa ?!

MICHELE ( in preda ad un certo panico, raccomanda la calma, ma è sconvolto ) : Calma, Carlo, calma... è tornata...è tornata da te... sei contento, eh, sei contento ?! ( A Laura ) Ma sei sicura di quello che hai visto ?

LAURA : Ma sì, ti dico ! Vieni a vedere, se non ci credi !

Michele corre alla finestra e guarda.

MICHELE : Ma sì...è proprio lei ! Sta salendo ! Ha l'aria abbattuta, ma mi sembra che stia bene !

CARLO ( livido ) : E lo credo che sta bene ! Se l'è spassata ed ora che, magari, il suo amico s'è stufato di lei, torna qui a pararsi il culo !

MICHELE ( concitato ) : Carlo, sta' calmo ! Non fare scenate. Io ti conosco... sei un uomo onesto, ma impetuoso... attento ! Una parola detta male al momento sbagliato può combinare tanti guai !

LAURA ( al marito ) : Proprio tu fai la lezione ?

MICHELE ( seccato ) : Ti sembra il momento, Laura ?

Si sente pian piano la chiave nella toppa. Nel tinello c'è un silenzio gelido. I tre sono schierati a triangolo : Laura e Michele vicino alla finestra, allineati e di fronte a loro, isolato, Carlo, nel mezzo della stanza, con lo sguardo rivolto verso il pubblico. Non si volta neanche quando la moglie entra. Marta ha l'aria molto stanca, trasognata ; ha cambiato abito. Ripone le chiavi nella tasca e guarda intorno come se fosse la prima volta. Riconosce il marito e gli sorride, mentre lui rimane apparentemente indifferente ; vede Laura e Michele e corre ad abbracciarli in silenzio. Laura stringe a lungo la mano a Marta, che si dirige verso il marito, come per dirle : "Stai attenta : c'è pericolo ", ma lei non ci fa caso. Si rivolge con estrema dolcezza al marito.

MARTA ( avvicinandosi sempre di più a Carlo ) : Caro...finalmente sono qua. Non vedevo l'ora... Ho passato momenti terribili lontano da voi. 
( Pausa. Lo guarda ) Perché non mi dici niente ? Credevo che mi saresti corso incontro... Povero caro, sei talmente sconvolto...eh, già, ho voluto farti una sorpresa ! ( Gli abbraccia la vita ) Ma ora è tutto passato... finito! Sono qua ! Da te ! Avanti...di' qualcosa !

Passano istanti di gelo. Si odono respirare, ansiosamente, Laura e Michele, che sembrano paralizzati da quell'atmosfera. Carlo si volta leggermente verso la moglie, con espressione di disprezzo, e mormora fra i denti :

CARLO : Puttana. Posso solo dirti questo. Puttana.

Marta indietreggia con orrore. E' pietrificata dal dolore, dall'umiliazione e dalla rabbia repressa. Laura e Michele vorrebbero appianare la questione, ma Laura, più pratica, tira per un braccio il marito e dice :

LAURA : Vieni ! Usciamo. Non è il momento di stare qui.

Michele obbedisce malvolentieri e, prima di andarsene dalla sinistra, si rivolge a Carlo :

MICHELE : Se hai bisogno... siamo qua fuori !

Laura lo guarda malissimo e lo trascina via.
Carlo si volta diritto verso la moglie, come Per affrontarla. Marta è davanti a lui e cerca di soffocare i singhiozzi. Non ha la forza di parlare. Carlo la guarda con espressione di disprezzo e indifferenza mista a rabbia. Dopo qualche attimo, Marta ritrova la forza di parlare.

MARTA ( con l'affanno ) : Come puoi... accogliermi così... dopo un periodo orribile come questo ?

Carlo non parla. Per tutta risposta, estrae dalla tasca la lettera sospetta e gliela getta ai piedi. Marta raccoglie il foglio e lo legge velocemente. La sua espressione muta : da disperata diventa seccata e incredula e chiede :

MARTA : E allora ?

CARLO : E mi dici anche "allora "?

MARTA ( irritata ) : Si può sapere dove l'hai trovata , questa schifezza ?

CARLO ( gelido ) : Cosa ti interessa dove l'ho trovata ? E' roba tua...dovresti saperlo. E dovresti sapere anche che mi è capitata sotto le mani in un momento in cui stavo pensando di tutto su quello che ti era potuto capitare, tranne questo... non immagini come mi sono sentito ?

MARTA ( esasperata ) : E non hai pensato a come mi sentivo io ? Hai trovato questa robaccia ( agita il foglio e lo getta a terra ) e hai tratto subito le tue intelligentissime conclusioni... come fai di solito ! Perchè è il tuo modo di fare, questo... tu sei sempre dalla parte della ragione, tu sai tutto, tu sei in credito verso di tutti... e te ne sbatti di cosa provano gli altri ! Ma chi sei tu per giudicarmi ? Credi che stare insieme vent'anni, fare una figlia, mangiare e dormire accanto voglia dire conoscersi ? No, caro ! E tu sei la dimostrazione lampante !

Si siede stancamente su una sedia.

MARTA ( livida, al marito, che è rimasto in piedi voltandole le spalle) : Senti...se ti interessa... vuoi sapere che cosa è successo veramente ...ammesso e non concesso che tu ci creda ? Lo vuoi o no ? Oppure sono tornata inutilmente ?

CARLO ( fingendo indifferenza ) : E sentiamo questa grande storia... !

MARTA ( lo guarda furente, poi comincia ) : Quella notte... quella maledetta notte... infuriava il temporale e io ero di là a chiacchierare con le mie amiche, anche se avevo molta paura. Lo sai o no che ho paura dei temporali... te lo ricordi almeno questo ? ( Carlo annuisce ) C'è stato il black out ed è durato parecchio. Io ero spaventatissima e, nel frattempo, mi ero accorta di essere rimasta sola nel salotto. Una grossa ventata aveva spalancato la porta-finestra : mi alzai per chiuderla, quando inciampai in un mobile. Sono caduta per terra e ho battuto la testa. Quando sono rinvenuta ero confusa, non mi ricordavo più dov'ero. La luce non era tornata e il salotto era vuoto. Avevo perso la memoria. Davvero. A causa della botta. Mi sono rialzata inebetita e sono uscita fuori, sotto la pioggia. Vagavo senza meta. Devo aver camminato tutta la notte... rischiando la polmonite. Sono finita in un altro giardino. C'era una villetta che mi ricordava il nostro condominio. Ci abitava un'ex infermiera in pensione. Mi ha accudita e curata fino ad oggi con infinito affetto sforzandosi con mille tentativi per farmi tornare la memoria. Non avevo documenti, né niente... Solo questo paio di chiavi che porto sempre con me. Non potevo rintracciarti, in nessuna maniera... pensi che avrei fatto soffrire così Lorella di proposito ? Io, da smemorata, sentivo che c'era qualcuno che mi aspettava... sapevo, per istinto, di essere madre... me lo dicevano le mie viscere... ma avevo in testa il buio più completo. Poi, stamattina, la folgorazione. Ho fatto un sogno. Vedevo Lorella che piangeva e mi sono svegliata urlando : " Carlo... Carlo Paciotti !" L'infermiera ha ascoltato. Si è segnata il nome e al mio risveglio mi ha riferito tutto. E' stato come quando si dissolve la nebbia... una nebbiolina simile a quella della sera in cui sono scomparsa. Non ho voluto telefonarti, stamane... volevo farti una sorpresa. Ho chiamato un taxi , dopo aver ringraziato la mia salvatrice... se vuoi conferme questo ( estrae dalla tasca un bigliettino da visita ) è il suo indirizzo corredato di numero di telefono. Ora è una delle mie migliori amiche. Se non mi credi, telefonale.

CARLO ( beffardo ) : Ma che bella storiella... Ne hai di fantasia. E chi me l'assicura che questa non sia la madre o la sorella del tuo amante e non vi siete messi d'accordo ? ( Marta fa un gesto di insofferenza ) E non fare la seccata ! Quell'infermiera lì, come dici tu, non li ha letti i giornali ? Non la vede la TV ? C'era la tua foto dappertutto... perché non ti ha riconosciuta? Perché sei stata via venti giorni ?

MARTA ( spazientita ) : Non ha TV e i giornali li prende saltuariamente. E poi, è una donna molto sola, vive appartata... magari le faceva comodo avere una persona per compagnia.

CARLO ( sbottando ) : Oh, bella ! Ma questa è una criminale ! Io la denuncio !

MARTA ( esplodendo ) : Oh, insomma, io il perché non lo so ! Sarà stata arteriosclerosi, cataratta, che ne so ! Non mi torturare ! Sono stata già abbastanza male, io ! Piuttosto, dov'è Lorella ? Non l'ho ancora vista...sto qui a perdere tempo a dare spiegazioni inutili a te !

CARLO ( si mette sulla porta di destra, impedendole il passaggio ) : Non ti avvicinare a mia figlia : sta dormendo, ha preso dei calmanti ! Lasciala riposare, ché è stata ben peggio di te !

MARTA ( urlando ) : E ci credo che è stata male ! Con il conforto che sei in grado di darle tu ! Chissà che cosa le avrai detto di me ... ! solo sulla base di quella lettera stupida e pure anonima !

CARLO ( afferrandola per i polsi ) : Che, casualmente, è scritta con la tua grafia ! ( Urlando ) Negalo, se puoi !

Lottano per qualche secondo davanti alla porta di destra. Laura e Michele, spaventati, entrano da sinistra e li dividono. Laura conforta Marta, che singhiozza, mentre Michele cerca di calmare Carlo.

MICHELE ( a Carlo ) : Siamo entrati perché abbiamo sentito delle urla... Non fate così, per l'amor di Dio... ora che questa faccenda sembrerebbe risolta... ( a Carlo ) Perché l'hai insultata ? Quello che è stato è stato ! Pensa a tua figlia !

CARLO ( a Michele, liberandosi ) : E lasciami in pace anche tu !

MARTA ( piangendo, seduta ) : No, lui a sua figlia non pensa... solo io ho a cuore Lorella... e non me la fa neanche vedere ! Sono venti giorni che aspetto questo momento... ed ecco l'accoglienza affettuosa che mi aspettavo!

CARLO ( alla moglie ) : Sei brava come commediante, tu ! Catturi le simpatie di tutti ! Peccato che la tua storia non stia in piedi ! ( A Laura e Michele ) Voi certamente avete sentito le sue cosiddette "spiegazioni"...

LAURA ( sincera ) : Non volevamo, ma urlavate tanto che... sì, sappiamo tutto.

CARLO ( aggressivo ) : Bene. E quindi avrai ascoltato tutte le frottole piene di anelli che non tengono che ha saputo imbastire questa qua ! 
( Indica la moglie ) E certo : il suo amico, magari più giovane di lei, prima se l'è spassata coi soldi miei e poi l'ha rispedita a calci in culo da me, a riprendere gli avanzi, e io dovrei anche sorridere ! Dare la mia benedizione! Recitare la favola del figliol prodigo ! Che schifo il matrimonio, se dopo vent'anni siamo a questi punti ! Tu neghi, neghi pure l'evidenza ! Peggio delle quindicenni, sei ! Mi hai esposto al ridicolo di tutti, al disprezzo di mia figlia e degli amici... ma, Cristo, perché non te ne sei rimasta dov'eri ?

Lunga pausa. Marta è esausta, ma ha lo sguardo vivo e attento. Ha un guizzo negli occhi. Vuole giocare la sua ultima carta contro il marito e vuole farlo davanti agli altri. Lo fissa con acredine e poi esclama :

MARTA : Visto che sei così sicuro di te, che sai tutto... apri bene le orecchie : questa scenata me l'avresti potuta fare qualche mese fa, con una certa ragione... quando stavo per tradirti col tuo migliore amico Marco !
( Urlando balza in piedi contro il marito, come una tigre che sta spiccando il salto sulla preda. Carlo rimane impietrito. Michele si volta verso la moglie, che resta a bocca aperta. Marta è felice per quel suo exploit e rincara la dose ) Povero stupido, non hai mai capito niente di me... nulla ! I miei silenzi, i miei sbalzi d'umore...i miei piccoli sgarbi nei tuoi confronti erano fatti solo per attirare la tua inesistente attenzione... per chiederti aiuto! Non te ne sei accorto... e non te ne saresti mai accorto, se non te l'avessi vomitato in faccia ! E ora, se sei un uomo come dici, va' lì in giardino e affronta il tuo "caro" amico, se ne hai il coraggio !

Sulla stanza è piombato nuovamente il gelo. Carlo è pietrificato e Marta gli sta addosso come una belva feroce. Michele, come al solito, cerca di aggiustare le cose.

MICHELE ( a Carlo ) : Carlo, non è vero... Marta lo fa per ingelosirti... ma non oserebbe mai...

MARTA ( scattando all'indirizzo di Michele ) : E finiscila anche tu ! E' verissimo, invece ! E' stato qualche mese fa : io respiravo la solita aria di indifferenza, di incomprensione...e Marco se ne è approfittato subito. Ed io ero prontissima a lasciarlo fare. Non sai quanta invidia e quanto antagonismo ci sia fra i cosiddetti"migliori amici". E non li puoi prevedere. Tu eri sicuro che Marco non potesse mai invidiarti perché fa una vita più stimolante di te, ma non credere che sia felice. Ha tanto di quell'astio contro di te per quella sua vita da zingaro, senza stabilità, senza radici e gli dà fastidio vedere una famiglia normale... almeno all'apparenza. Non gli parrebbe vero di sfasciarla. Forse perché nessuno è contento della vita che gli è toccata in sorte. ( Pausa ) Si fece ben presto avanti... ed io sono andata a casa sua... nella sua stanza, durante la pausa-pranzo. Ero già seminuda quando sono scappata via, in preda alla vergogna. Pensavo a Lorella... e a te... ed è per questo che ti ho lanciato mille segnali strani, tra sbalzi d'umore, tra scenate e noia... perché volevo che tu mi aiutassi ad avere la forza di non trovarmi più in certe situazioni !

Carlo tace. Ha l'espressione tesa, ma meno arrabbiata. In quel momento, disgraziatamente, entrano Marco e Nadia a braccetto. Laura e Michele sono sempre più a disagio. Marta è quasi felice. Carlo fulmina con lo sguardo Marco, che subito non capisce. Nadia è confusa. Marta guarda con intenzione Marco, che alla fine comprende. Gli attori dovranno rendere bene questo gioco di sguardi senza dire parole, in modo da comunicare in toto al pubblico la tempesta di sentimenti che li attraversa.

MARCO ( facendo finta di niente ) : Oh, Marta, sei tornata... come stai ?

Lunga pausa. Ognuno rimane arroccato nel proprio silenzio. Marta ritrova per prima la parola.

MARTA ( a Marco ) : Guarda che Carlo sa tutto. Io, comunque, sto abbastanza bene. Perlomeno, fisicamente.

MARCO ( confuso, guarda la moglie che gira il viso dall'altra parte, lasciandogli il braccio. Balbetta qualcosa prima di andare via ) : A questo punto, ogni parola è superflua. Marta, sono contento che tu sia tornata a casa. Io vi saluto... dovrò assentarmi per qualche periodo a causa del lavoro... sapete, i miei soliti viaggi...Certo, non è tutto rose e fiori come potrebbe sembrarvi. ( Si avvicina un poco a Carlo, che però gli volta le spalle. Marco allarga le braccia in segno di resa. ) Volevo fare un saluto speciale a te, Carlo... Qualunque cosa succeda, non dare calci alla fortuna. Io sto cominciando a capirlo ora. Del resto, non sono più un ragazzino, nessuno di noi lo è più, e dobbiamo apprezzare ciò che abbiamo accanto. 
( Guarda teneramente Nadia, che piange piano. Carlo non gli risponde e non si volta neppure. Marco, vedendo che l'amico non ha voglia di fare pace, se ne va ) Beh...ora me ne vado. Vieni, Nadia. Carlo... pensa a quel che ti ho detto.
Buonasera a tutti.

I due si allontanano dalla sinistra. Lentamente, la scena si oscura.
Dopo qualche minuto, dopo che nel buio hanno echeggiato le note di "Giulietta" di Mango, si accendono le luci sull'ambiente. Un paio di valigie per terra. Sono di Marta, che è seduta appoggiata sul tavolo della cucina. Carlo è in piedi di fronte a lei. Dal lato opposto ci sono Michele e Laura che stanno per andare via assieme a Manuela.

CARLO ( alla moglie ) : E dove andrai ?

MARTA ( evasiva ) : Starò da mia madre per qualche tempo, finché non avrò riflettuto bene. Appena si sveglierà Lorella andrò a salutarla. Spero di aver preso tutto. Manuela, come sta Lorella ?

MANUELE : Mah... l'ho trovata molto stanca... ha preso qualche calmante... ( mentre parla vede il foglio di carta incriminato caduto per terra e sembra riconoscerlo. Lo raccoglie ed esclama : ) Ecco dov'era finito !

Tutti la guardano. Manuela sente mille sguardi addosso a sé e ne rimane quasi spaventata.

MANUELA ( balbetta ) : Sì... è un compito... Lorella l'ha cercato per giorni... l'aveva perso proprio la sera della sparizione di Marta...

MICHELE ( alla figlia, un po' irruente ) : Ma che diamine è ?

MANUELA ( molto intimorita ) : E' un compito... che ci ha dato la prof. di italiano : "Scrivi una lettera d'amore " e a Lorella non veniva proprio in mente niente. Inoltre, siccome voleva sia scrivere un buon tema sia fare una bella figura con quel ragazzo...- Gianni - eh, già, aveva l'intenzione di scrivergli... ha copiato una delle vecchie lettere di Marta. Le ha trovate in un cassetto e ne ha un po' imitato la scrittura, dato che la prof, la rimprovera sempre per la grafia. Ma cosa sto dicendo di grave ? Avete certe facce...

Carlo si lancia una gran manata sulla fronte, esclamando : "Cristo ! Cristo !", coprendosi poi il volto con le mani. Michele trascina via la figlia, mentre Marta comincia a ridere istericamente.

MARTA ( ridacchiando ) : Non è possibile... non è possibile... è troppo assurdo, troppo beffardo... il mondo è retto da un clown, non dal Padreterno. Per uno stupido equivoco... sono scoppiati tutti i bubboni... non so neanche se è stato meglio così... che cosa è peggio ? Il dolore o la presa in giro ?

CARLO ( ora vorrebbe rimediare, ma è sempre titubante. Pensa ancora che qualcosa non quadri ed è incerto. Non ha la forza e la volontà di ritornare sui suoi passi e preferisce lasciare la scelta alla moglie ) : Vuoi... partire lo stesso ?

MARTA ( decisa ) : Sì, certo, questo non cambia nulla. Gli eventi pesano come dei macigni, ma ancora di più pesano le parole. Sembra quasi che tu ti sia attaccato ad un pretesto qualsiasi per mandarmi via.

CARLO ( amaro ) : Come vuoi. ( Fra sé ) Forse hai ragione, Marta...forse sono testardo io...arrivo perfino a pensare che tu ti sia messa d'accordo con Lorella per farmi impazzire... Non sono più quello di prima. I miei sentimenti si sono incancreniti... non capisco perché.

MANUELA ( sottovoce , ai suoi ) : Ma che è successo ? Quella lettera...

LAURA ( c. s., alla figlia ) : E' una storia lunga. Te la dirò dopo, ora andiamo via. ( Forte, a Carlo e Marta ) Torniamo a casa, così se avete delle cose da dirvi, ve ne starete più tranquilli.

MICHELE ( sottovoce, alla moglie ) : Eccola, la tua eroina. Solo un'amnesia e una lettera fasulla hanno fatto crollare una coppia coi piedi d'argilla, ancora più disastrata della nostra !

LAURA ( sempre sottovoce al marito ) : Non è un buon motivo per non occuparsi dei problemi senza cercare di migliorare... Andiamo a casa, su!

Si salutano tutti con molta circostanza. Carlo e Marta rimangono a fissarsi per qualche istante : nel frattempo, si spengono le luci.
Quando il tinello è di nuovo illuminato, le valigie sono sparite e sulla scena ci sono Carlo e Lorella. Carlo guarda con affetto la figlia, l'abbraccia e poi esce dalla destra. La ragazza resta sola e inizia a rassettare la cucina lentamente. Si ode un campanello dalla sinistra. Lorella è un po' sorpresa e va ad aprire titubante. Indietreggia emozionata. E' Gianni.

GIANNI ( entrando ) : Buonasera, signorina. Avrebbe mica dello zucchero da prestarmi ? Ho degli ospiti stasera e dovrei fare un dolce...

LORELLA ( si ricompone e fa cenno a Gianni di accomodarsi, pur essendo molto imbarazzata ) : Prego, prego... entri... Sì, dovrei averne. Venga, venga.

GIANNI : Grazie.

Gianni è un bel ragazzone alto, biondo e con gli occhi chiari, dall'espressione vagamente malinconica. Si guarda un po' intorno,mentre Lorella cerca lo zucchero.

GIANNI : E' un bel tinello... confortevole... non come il mio... D'altronde, non ho molto tempo per dedicarmi alla casa.

LORELLA ( allusiva ) : Eh, già... avrà di meglio da fare... un bel lavoro esaltante, che magari la porta in giro per il mondo...

GIANNI ( ridendo divertito ) : Ma no, cosa crede ? Io studio all'Università e devo fare bene i miei conti per arrivare fino all'ultimo del mese. Ho una piccolissima rendita che mi hanno lasciato i miei, ma mi basta giusto per le spese necessarie. Lavoricchio, ogni tanto... ma non è tutto oro quel che luccica !

Lorella si volta stupita. Non se l'aspettava.

LORELLA ( sincera ) : Ma come ? Non fa l'attore o il modello ? Con quel po' po' di macchina che vedo in giardino !

GIANNI ( bonario ) : Ha visto la macchina, eh ? Chi gliel'ha detto che faccio l'attore ?

LORELLA ( schietta ) : Nessuno...l'ho pensato io.

GIANNI ( divertito ) : E ha pensato male, perché quella macchina non è mia. Me l'ha prestata un mio amico che fa la comparsa a Cinecittà. Non guadagna granché neanche lui, ma sempre più di me, che non me la posso neppure permettere, un'automobile. Lui si atteggia un po' da divo, ma non è certo Marlon Brando. E così ( ride di nuovo ) lei credeva... Bella, questa! Ho diminuito il fascino della mia persona... oppure è sempre disposta a fare amicizia con me ? ( Le tende la destra. Lorella gliela stringe affettuosamente )

LORELLA ( allegra ) : Certo che sì ! L'apprezzo ancora di più.

GIANNI : Visto che abbiamo parlato poco e parlando poco si creano divertenti equivoci come questi... perché non viene anche lei stasera alla mia cena ? Potremmo conoscerci un po'.

LORELLA ( è lusingata, ma ancora triste per quello che è successo ) : Non so cosa dirle. Mio padre ora sta riposando e mia madre è via per un certo periodo... Magari un'altra volta.

GIANNI ( deciso ) : Un'altra volta, allora, mi raccomando ! Non accetto rifiuti ! ( Lorella ride. Gianni prende lo zucchero e fa per andarsene ) Cercami quando vuoi, Lorella. Sono al piano di sopra, interno 18. Ciao e grazie !

LORELLA ( affettuosa ) : Tante grazie a te ! Ciao, e a presto !

Gianni la saluta con la mano e se ne va. Lorella, sorridendo, si riavvia verso il tavolo. Mormora assorta fra sé : "Sarà arrivata anche per me la stella cometa ? Chissà ?..." . Con aria sognante comincia a spolverare canticchiando. Pian piano si abbassano le luci, mentre si ode, in sottofondo, la canzone "Stella" di Antonello Venditti.
Cala il sipario.

FINE