LA CHIAMAVANO BOCCA DI ROSA
DEDICATO A “SUA MAESTÀ” FABRIZIO DE ANDRÉ
COMMEDIA DOLCEAMARA IN DUE ATTI DI
ALDO CIRRI
PERSONAGGI
BOCCA DI ROSA - la “pasionaria” - anni 40
SARACCO - il barbone - anni 70
ADELMO - l’oste - anni 50
FILOMENA - moglie di Zugna - anni 50
ADDOLORATA - moglie di Adelmo - anni 50
BRIGADIERE GAETANO ZUGNA - comandante dei carabinieri - anni 50
DON AMILCARE - il parroco - anni 50
DOTT. SSA CINZIA MESCHINO - la farmacista - anni 45
SABRINA - l’“alternativa” - figlia di Cinzia - anni 17
LA VERGINE MARIA - protettrice delle “pasionarie” - anni 2004
La vicenda si svolge nel 1987: vent’anni dopo i fatti raccontati nella canzone
“Bocca di Rosa” di Fabrizio De André pubblicata per la prima volta nel 1967.
Nota: nel testo si suggerisce l’uso di alcuni brani di De André.
PRIMO ATTO
SCENA
La piazzetta centrale di San’Ilario Ligure, un piccolo paese della riviera di
levante a circa dieci km da Genova. Lato sinistro: una bassa staccionata di
legno (o una bassa siepe) interrotta al centro da un passaggio. Vicino al
passaggio un cartello indicatore, con su scritto “Stazione Ferroviaria”, rivolto
verso la parte sinistra della scena. Fondale: un caseggiato, sulla sinistra di
esso una porta a vetri con sopra l’insegna di una farmacia. Sulla destra una
porta di legno con sopra l’insegna di una stazione di carabinieri. Al centro
un’altra porta più grande a doppia anta con sopra l’insegna di un’osteria. Al
primo piano del caseggiato si aprono due finestre con persiane, si tratta delle
camere affittate da Adelmo. A destra e a sinistra del fondale due vicoli che si
perdono dietro il caseggiato. Sullo spigolo sinistro del fondale: una piccola
nicchia con una madonnina incastonata nel muro a circa due metri da terra. Lato
destro: la facciata di una chiesetta con un piccolo campanile. Al centro della
scena, spostato sulla destra (all’incirca sul confine con il sagrato della
chiesta), un lampione e, sotto di esso, una panchina rivolta di tre quarti verso
il pubblico. A sipario chiuso inizia il brano “BOCCA DI ROSA” (3’06”) cantata da
Fabrizio De André, il brano accompagna l’apertura del sipario per poi sfumare e
lasciare spazio all’azione.
SIPARIO
SCENA PRIMA
Una mite mattinata autunnale. Sdraiato sulla panchina, sotto un mucchio di
vecchie coperte, Saracco il barbone sta russando sonoramente. Davanti alla
chiesa don Amilcare il parroco, armato di scopa, sta spazzando le foglie dal
sagrato. Un attimo dopo Cinzia, la farmacista, nell’atto di indossare il camice,
si affaccia sulla porta, si guarda intorno, guarda il cielo, saluta il parroco,
sospira e rientra dentro. Don Amilcare si guarda intorno per accertarsi che non
ci sia nessuno quindi, velocemente, spazza via le foglie dal sagrato spingendole
e accumulandole di fronte alla porta chiusa dell’osteria. Si accerta di nuovo di
non essere visto quindi ritorna a spazzare con calma il sagrato. Un attimo dopo
dal vicolo di destra entra in scena Zugna il brigadiere comandante della
stazione dei carabinieri.
ZUGNA - (fra sé) Il cornacchione è già all’opera. (poi al parroco) Buon giorno
reverendo!
DON AMILCARE - (smettendo di spazzare) Buon giorno brigadiere, bella giornata
vero?
ZUGNA - Già, ma le previsioni non danno nulla di buono.
DON AMILCARE - La neve non tarderà ad arrivare.
ZUGNA - Tornerà anche lei come tutti gli anni… (fra sé) magari ti seppellisse!
Zugna scorge di Saracco addormentato sulla panchina.
ZUGNA - (indispettito) Ancora!
Zugna si avvicina alla panchina, assume l’atteggiamento da “tutore della legge”,
fa per allungare una mano e scuoterlo, ma la ritira subito come se temesse di
sporcarsi le mani, quindi si fruga in tasca, tira fuori i guanti, li indossa e
finalmente scuote il barbone. Il parroco si ferma per seguire la scena.
ZUGNA - (burbero) Sveglia! Lo sai che è vietato dormire sulle panchine!
Saracco si scuote, tossisce infreddolito, borbotta e faticosamente si mette a
sedere. Zugna lo guarda minaccioso, il barbone lo guarda stralunato. Saracco per
tutta la commedia avrà in testa un vecchio passamontagna.
ZUGNA - (c.s.) Che cosa ti avevo detto l’ultima volta?
SARACCO - (borbottando rassegnato) Questa è l’unica panchina…
ZUGNA - (alzando la voce) Rispondi!
SARACCO - (c.s.) … di non venire qui.
ZUGNA - E perché ci sei venuto di nuovo?
SARACCO - … perché a quest’ora… ci arriva il primo sole del mattino.
ZUGNA - (c.s.) Non mi interessa! (pausa minacciosa) Stammi bene a sentire: ora
io entro nella sede del comando, quando esco non ti voglio più vedere qui! È
CHIARO?!
SARACCO - (a testa bassa) S… sì, sì.
Zugna fa dietro-front e si avvia verso la stazione dei carabinieri passando
davanti al parroco.
DON AMILCARE - (quasi schifato) È un’indecenza per il decoro del paese!
ZUGNA - Non si preoccupi reverendo, ci siamo noi carabinieri per questo! È
un’indecenza che finirà presto! Accattonaggio, prostituzione e altre piaghe
saranno solo un ricordo!
Zugna entra nella stazione dei carabinieri.
DON AMILCARE - (fra sé a parte) Figurati se aspettiamo te, stiamo freschi!
Il parroco, mantenendosi a debita distanza, si avvicina a Saracco il quale è
sempre seduto sulla panchina.
DON AMILCARE - Hai sentito cosa ha detto il brigadiere?
SARACCO - Ho sentito… ho sentito.
DON AMILCARE - E allora cosa aspetti a sloggiare?
SARACCO - Reverendo, non avete qualcosa da mangiare?
DON AMILCARE - (minacciandolo con la scopa) Se non te ne vai te la tiro dietro!
SARACCO - (alzandosi rassegnato) Va bene, va bene, me ne vado.
Saracco si alza, lasciando le sue cose sulla panchina, si gratta, si stira poi
si ferma guardandosi intorno senza sapere dove andare. Il parroco sbuffando
rientra in chiesa.
SCENA SECONDA
Dal vicolo di destra, infagottato in un vecchio giaccone con alcuni sacchetti in
mano, entra in scena Adelmo. Si avvicina assonnato alla porta dell’osteria e,
solo quando tira fuori la chiave di tasca per aprirla, si accorge del mucchio di
foglie accatastato davanti all’entrata. Osserva indispettito il mucchio poi la
chiesa. Saracco osserva la scena.
ADELMO - (bofonchiando fra sé) Brutta cornacchia puzzolente!
Adelmo, infuriato, apre la porta dell’osteria, spalanca le ante (nella parte
interna di una delle ante c’è attaccata una vecchia insegna metallica che
pubblicizza gelati e sull’altra un cartello con su scritto “cucina casalinga”),
scosta la tenda ed entra nell’osteria riuscendone subito con una scopa in mano.
Senza nemmeno togliersi il giaccone, spazza con furia le foglie spingendole e
ammucchiandole sul sagrato della chiesa.
ADELMO - (c.s.) La prossima volta te le butto dentro e ci do fuoco!
Adelmo rientra nell’osteria e dopo un minuto porta fuori un paio di tavoli e
alcune sedie, sistema i cartelli, apre la tenda ecc. nel frattempo, da fuori,
scena si sente il fischio di un treno, poi lo sferragliare in avvicinamento,
infine lo stridore dei freni accompagnato da uno sbuffo di vapore che spunta
dalla sinistra della scena. Subito dopo l’annuncio dell’altoparlante.
ALTOPARLANTE - Sant’Ilarioooo… stazione di Sant’Ilario Ligure! Sul primo binario
è in partenza il treno locale per La Spezia. Ferma a: Bogliasco, Pieve Ligure,
Camogli, Santa Margherita, Rapallo, Chiavari, Moneglia, Deiva Marina, Bonassola,
Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore, La Spezia centrale. (a
discrezione della regia la voce dell’altoparlante si abbassa via via di volume
fino a scomparire prima delle fine dell’elenco delle stazioni o, in alternativa,
può semplicemente annunciare che il treno ferma in tutte le stazioni)
SCENA TERZA
Dal passaggio nella staccionata (o nella siepe) a sinistra della scena, spunta
Bocca di Rosa, si tratta di una bella donna di circa quarant’anni, indossa abiti
sportivi, occhiali da sole ed ha con sé una piccola valigia. Il barbone la
guarda incuriosito. Bocca di Rosa si guarda intorno sospirando. Di nuovo il
fischio del treno, quindi lo sferragliare della partenza, ed il rumore del treno
che si allontana. Poi silenzio.
BOCCA DI ROSA - (a Saracco) Mi scusi signore…
Saracco la guarda perplesso, poi si gira per vedere se c’è qualcun altro.
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Dico proprio a lei.
SARACCO - (stupito) A me?!
BOCCA DI ROSA - (c.s.) Vede qualcun altro?
SARACCO - Hem… no, no, è… che non ci sono abituato.
BOCCA DI ROSA - A cosa?
SARACCO - … a essere chiamato “signore”.
BOCCA DI ROSA - E come la chiamano?
SARACCO - (sorridendo) In un sacco di modi...
BOCCA DI ROSA - (togliendosi gli occhiali da sole) Anche a me hanno sempre
chiamato in un sacco di modi meno che “signora”.
Saracco la squadra perplesso.
SARACCO - Mi scusi lei non è del paese?
BOCCA DI ROSA - No, ci ho abitato per qualche tempo molti anni fa.
SARACCO - … mi sembrava di conoscerla…
BOCCA DI ROSA - Può darsi, in quel periodo mi conoscevano tutti.
Saracco tace continuando a guardarla.
BOCCA DI ROSA - Lei è qui del paese?
SARACCO - (riscuotendosi) Eh?
BOCCA DI ROSA - Si sente bene?
SARACCO - Sì, sì… è che… ne… nessuno mi ha mai dato del “lei”… non ci sono
abituato.
BOCCA DI ROSA - (sorride e porge la mano) Bene, allora diamoci del “tu”!
Saracco guarda stupito la mano, poi Bocca di Rosa, poi di nuovo la mano. Allunga
timidamente la sua ma, ripensandoci, la ritira, si strofina il palmo ai calzoni
ed infine, sempre esitando, si toglie di testa il passamontagna e, infine,
stringe la mano alla donna.
SARACCO - Pi… piacere, il mio nome… non me lo ricordo più, qui tutti mi chiamano
“Saracco”.
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Piacere mio Saracco.
SARACCO - (prendendo coraggio) Il… tuo nome?
BOCCA DI ROSA - (facendo spallucce) Io invece ne ho avuti talmente tanti che non
so più qual è quello giusto.
SARACCO - E come faccio a chiamarti?
BOCCA DI ROSA - (pensandoci un attimo) Facciamo così: dammelo tu un nome… quello
che ti piace di più.
Saracco la guarda assorto, i due si stanno ancora stringendo le mani.
SARACCO - Rosa.
Bocca di Rosa per un attimo diventa seria e, con gesto leggermente brusco,
lascia la mano a Saracco.
BOCCA DI ROSA - (colpita) Perché proprio “Rosa”?
SARACCO - Non ti piace?
BOCCA DI ROSA - No… no… è bellissimo… era solo una curiosità.
SARACCO - Non so, forse mi ricordi qualcuno.
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Tutti noi abbiamo qualcuno o qualcosa da ricordare.
SARACCO - (pensieroso) … o da dimenticare.
Pausa.
BOCCA DI ROSA - Non hai risposto alla mia domanda.
SARACCO - Quale?
BOCCA DI ROSA - Sei del paese?
SARACCO - Ci abitavo una volta… ora vivo a Genova, ogni tanto mi sposto da
queste parti e mi fermo dove trovo qualche lavoretto da fare… qui la settimana
prossima ci sarà la bacchiatura delle olive.
BOCCA DI ROSA - Bene.
SARACCO - E tu che sei venuta a fare in questo buco di paese?
Prima di rispondere Bocca di Rosa lascia correre lo sguardo per tutta la scena.
BOCCA DI ROSA - (sospirando) Devo finire una cosa iniziata molti anni fa.
Pausa.
SARACCO - Beh, io devo andare, se il brigadiere mi trova di nuovo qui, sono
dolori… (poi imbarazzato)… hem non avresti…
BOCCA DI ROSA - (distratta e ancora intenta a far scorrere lo sguardo sul paese)
Sì?
SARACCO - (ripensandoci) Scusami, non importa…
Saracco si avvia per andare a recuperare le sue cose sulla panchina. Bocca di
Rosa si riscuote dai suoi pensieri.
BOCCA DI ROSA - Saracco!
SARACCO - (voltandosi) Sì?
BOCCA DI ROSA - Posso offrirti la colazione?
SARACCO - (stupito) La co… colazione?
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Certo, vieni!
Bocca di Rosa va a sedersi ad uno dei tavoli dell’osteria seguita dallo sguardo
stupito di Saracco che resta immobile. Contemporaneamente dalla porta
dell’osteria esce Adelmo.
BOCCA DI ROSA - Buon giorno!
Adelmo, non essendo abituato ad avere clienti a quell’ora, colpito anche
dall’avvenenza della donna, è preso in contropiede.
ADELMO - B… buon giorno.
BOCCA DI ROSA - Io vorrei un cappuccino e un cornetto, (a Saracco) tu che
prendi?
Adelmo guarda stupito Bocca di Rosa e poi Saracco, il barbone abbassa lo
sguardo, nessuno dei due spiccica parola.
BOCCA DI ROSA - Be’? C’è qualche problema?
ADELMO - (riprendendosi) No… è che… non ancora ho i cornetti a… arrivano più
tardi… però ho del pane fresco.
BOCCA DI ROSA - Va benissimo! Se ha della marmellata sarebbe perfetto!
ADELMO - S… sì… (poi orgoglioso) marmellata fatta in casa da mia moglie.
BOCCA DI ROSA - Splendido! Allora due cappuccini abbondanti, pane e marmellata,
abbiamo fame! (a Saracco) Vieni siediti.
Adelmo guarda stupito Bocca di Rosa, poi lancia uno sguardo di fuoco a Saracco
che esita ancora.
BOCCA DI ROSA - (a Saracco) Be’ allora? (si accorge del dialogo muto tra i due e
si rivolge a Adelmo) C’è qualche problema?
ADELMO - (continuando a fulminare Saracco con lo sguardo) No… no… vi servo
subito.
Adelmo rientra lentamente nell’osteria continuando a guardare in cagnesco
Saracco. Il barbone si avvicina timidamente e lentamente alla sedia. Nel momento
in cui Adelmo sparisce dentro l’osteria, Saracco si siede. Bocca di Rosa fa
finta di non accorgersi dello scambio di sguardi.
BOCCA DI ROSA - Che cosa facevi quando abitavi qui?
SARACCO - (timidamente) Facevo il sagrestano… poi il vecchio parroco morì e
quello nuovo mi mandò via… diceva che non mi poteva pagare.
BOCCA DI ROSA - Il parroco che ti mandò via è lo stesso che c’è ora?
SARACCO - Sì
BOCCA DI ROSA - (pensierosa) Capisco.
In quel momento esce Adelmo con un vassoio in mano, si avvicina al tavolo e
apparecchia per la colazione. Adelmo ogni tanto lancia un’occhiataccia a Saracco
che, impacciato, abbassa gli occhi.
BOCCA DI ROSA - (facendo colazione) Mi scusi, dove posso trovare un albergo o
una pensione qui in paese?
ADELMO - Qui sopra il locale ho alcune camere che affitto, semplici ma pulite,
sono a sua disposizione!
BOCCA DI ROSA - Bene, e con la trattoria fa anche pensione completa?
ADELMO - Sì… certo…
BOCCA DI ROSA - Ottimo, non so quanto tempo mi tratterrò… ci sono problemi?
ADELMO - (sorridente) Può stare finché vuole, sa… non c’è molto turismo a
Sant’Ilario di questa stagione.
BOCCA DI ROSA - Affare fatto! (poi a Saracco) Mi fai compagnia stasera a cena?
Saracco fulminato dallo sguardo di Adelmo non sa che dire.
SARACCO - Io…
BOCCA DI ROSA - Bene, allora ti aspetto stasera alle nove, mi raccomando sii
puntuale.
ADELMO - Hem… signora… se vuole vedere la stanza.
BOCCA DI ROSA - “Signorina”, prego.
ADELMO - Sì… certo… venga si accomodi… entri pure e salga le scale, la raggiungo
subito, lasci pure a me la valigia che gliela porto su io.
BOCCA DI ROSA - Sì grazie. (poi a Saracco) Aspettami qui che finiamo la
colazione.
Bocca di Rosa entra dentro l’osteria. Adelmo aspetta che la donna sia entrata
poi si rivolge a Saracco.
ADELMO - (sibilando tra i denti) Se fra cinque minuti non te ne vai ti
polverizzo il sedere a pedate!
SARACCO - Ma…
ADELMO - (c.s.) E non t’azzardare a presentarti qui stasera!
SARACCO - (alzandosi) S… sì… sì
Adelmo afferra la valigia ed entra nell’osteria. Saracco, che non ha ancora
toccato cibo, guarda la colazione intatta, si guarda intorno per vedere se c’è
qualcuno, dà un morso ad una pagnotta riempiendosi la bocca poi si mette in
tasca il resto insieme al barattolo di marmellata e, prima di squagliarsela,
beve velocemente il cappuccino.
SCENA QUARTA
Dalla stazione dei carabinieri esce Zugna, si ferma sulla soglia si guarda
intorno e scorge Saracco nell’atto di arraffare la colazione, assume la faccia
da tutore della legge e marcia deciso alla volta del barbone arrivandogli
silenzioso alle spalle. Nel frattempo Bocca di Rosa si affaccia dalla finestra
di sinistra del fondale rimirando soddisfatta la veduta.
ZUGNA - MA BENE! (Saracco sobbalza e tossisce facendosi andare di traverso il
cappuccino) ORA DERUBIAMO ANCHE IL CAFFÈ DEI CLIENTI! (Saracco si volta e se lo
trova davanti minaccioso) QUESTA VOLTA LA GALERA NON TE LA TOGLIE NESSUNO!
SARACCO - (con la bocca piena) La si… signora… mi ha offer…
ZUGNA - (con un ghigno) Sarà meglio che tu ti trovi un avvocato prima di aprire
bocca!
Bocca di Rosa che sta seguendo la scena, sorride rientra dentro e, un attimo
dopo, esce dalla porta dell’osteria seguita da Adelmo. Zugna, preso in
contropiede, osserva stupito i due.
ADELMO - (proseguendo un discorso)… il bagno è in comune, ma come ha visto, in
questo momento lei è l’unica cliente.
BOCCA DI ROSA - (sorridente) Va benissimo grazie. (torna a sedersi al tavolo)
Bene ora possiamo terminare la colazione! (scorgendo Zugna) Buon giorno
comandante!
Zugna resta per un attimo perplesso poi, recuperando il contegno da “tutore
dell’ordine”, si infila in fretta i guanti, afferra Saracco per un braccio e
parla in “carabinierese”.
ZUGNA - Signora, questo individuo, approfittando della sua momentanea assenza,
si portava nelle vicinanze del tavolo del locale dove era stata allestita la sua
colazione quindi, con mossa furtiva, si appropriava illecitamente della bevanda
e di altri generi alimentari presenti sulla tavola. Avendo scorto il malvivente,
mi portavo alle spalle dell’uomo cogliendolo in flagrante. Visti gli articoli
646, 624 e 382 del codice penale, il soggetto è punibile con la detenzione da
uno a quattro anni! Se mi vuole seguire al comando sarò a sua disposizione per
accogliere la denuncia!
BOCCA DI ROSA - (svenevole) Oh comandante! Ammiro la sua solerzia, la sua
abnegazione ed il suo senso del dovere… (Zugna gonfia il petto orgoglioso), ma
al momento mi è impossibile.
Zugna per un attimo resta perplesso, poi stringe ancora di più il braccio di
Saracco che si lamenta. Bocca di Rosa si siede di nuovo al tavolo.
ZUGNA - Signora! Questo individuo ha osato minacciarla?! In questo caso…
BOCCA DI ROSA - No comandante, il fatto è che la colazione è sua… (poi
sollevando la tazza del cappuccino) la mia è questa.
Zugna, colto dallo stupore, lascia andare il braccio di Saracco. Il barbone,
stringendo ancora la sua colazione, si allontana di qualche passo, guarda
spaventato Zugna, poi Bocca di Rosa, poi ancora Zugna, accenna un inchino di
ringraziamento alla donna, dopo di che fugge via uscendo dal vicolo di destra.
SCENA QUINTA
Zugna per un attimo resta stupito poi, si aggiusta giacca, cravatta e recupera
tutta la sua baldanza, quindi si avvicina alla donna incuriosito e colpito dal
fascino maturo di lei.
ZUGNA - (premuroso) L’ha molestata?
BOCCA DI ROSA - No, no, anzi, è stato molto gentile.
ZUGNA - (dandosi un tono) Non si faccia ingannare: questi individui sono capaci
di tutto.
BOCCA DI ROSA - (con un sorriso) Non solo questi.
ZUGNA - (dandosi un tono) Eh sì il mondo è pieno di malfattori, per fortuna ci
siamo noi tutori della legge! (osservandola) Lei è qui di passaggio?
BOCCA DI ROSA - Sono arrivata da poco, non so ancora quanto mi tratterrò.
ZUGNA - (la saluta militarmente sbattendo i tacchi) Brigadiere Zugna, signora,
per qualsiasi cosa può disporre di me!
Bocca di Rosa allunga la mano per farsela baciare da Zugna che per un attimo
resta perplesso poi, gonfiando il petto, lancia un’occhiata ad Adelmo che
sghignazza sotto i baffi e bacia la mano a Bocca di Rosa.
BOCCA DI ROSA - (accattivante) “Signorina”, prego. La ringrazio comandante,
approfitterò sicuramente della sua galanteria.
ZUGNA - Se non ha ancora trovato una sistemazione sarei onorato di accompagnarla
all’Orso d’Oro, la migliore locanda del paese, è proprio qui vicino…
BOCCA DI ROSA - Lei è molto gentile comandante, ma il signore… (indicando
Adelmo.)
Sentendo la conversazione Cinzia si affaccia sulla porta incuriosita. Adelmo
sbatte i tacchi e, scimmiottando Zugna, saluta militarmente anche lui.
ADELMO - Oste Adelmo… signorina! Al suo servizio!
BOCCA DI ROSA - … sì, il signor Adelmo mi ha messo a disposizione un alloggio
proprio sopra il suo locale.
Zugna lancia uno sguardo di fuoco ad Adelmo.
ZUGNA - Hem, signorina, mi permetta di insistere…, ma a mio modesto parere
l’Orso d’Oro è più adatto ad una donna… (esitando) della sua classe.
Zugna pronuncia l’ultima parte della battuta quasi in sottovoce, sia per non
farsi sentire da Adelmo, che invece l’ha sentito benissimo, sia per cercare di
stabilire una certa confidenza con Bocca di Rosa.
BOCCA DI ROSA - (svenevole) Brigadiere lei vuole adularmi!
Cinzia, vedendo la scena, incrocia le braccia e squadra Zugna con una smorfia di
sfida.
ZUGNA - (imbarazzato scorge Cinzia e lancia un’occhiata ad Adelmo) Si…
signorina, verrò ad accertarmi personalmente della sua sistemazione. (poi fiero)
Che nessuno si permetta di dire che Sant’Ilario non accoglie degnamente i suoi
ospiti!
BOCCA DI ROSA - Oh, comandante, lei sì che è un vero gentiluomo, sarò onorata di
rivederla.
Zugna si gonfia come un tacchino. Bocca di Rosa, che durante tutta la
conversazione ha terminato la sua colazione, si alza e raccoglie la sua
borsetta.
BOCCA DI ROSA - Ora se mi vuole scusare comandante dovrei incontrare qualcuno.
ZUGNA - (scostandole la sedia) Prego signorina, per qualsiasi necessità, mi
troverà nel mio ufficio al comando (indica il portone).
BOCCA DI ROSA - (languida) Arrivederci comandante.
Bocca di Rosa, ancheggiando, si avvia verso il vicolo di sinistra. Zugna e
Adelmo la guardano allontanarsi divorandola con gli occhi.
BOCCA DI ROSA - (passando davanti a Cinzia) Buon giorno dottoressa!
CINZIA - (squadrandola con disprezzo) Buon giorno.
Bocca di Rosa svolta l’angolo ma, invece di proseguire, si ferma proprio sotto
la nicchia della madonnina ad ascoltare.
SCENA SESTA
Zugna si rivolge sussurrando all’oste.
ZUGNA - Come si chiama?
ADELMO - Non lo so.
ZUGNA - (secco) Lo sai che devi registrare tutti quelli che soggiornano in
paese!
ADELMO - Stai tranquillo che entro stasera saprò tutto! Però…bella sventola!
ZUGNA - Che stanza le hai dato?
ADELMO - (con un ghigno) Secondo te?
ZUGNA - (con un ghigno) La numero due?
ADELMO - (c.s.) E già!
ZUGNA - (c.s.) Bene, alle dieci fatti trovare qui, mi voglio proprio godere lo
spettacolo!
Durante tutta la conversazione, Cinzia si avvicina alle spalle dei due con un
ghigno di vendetta sul viso.
CINZIA - (cogliendolo in fallo) Brigadiere! C’è qualche spettacolo interessante?
ZUGNA - (sobbalzando) Hem… si… dottoressa… questa sera alla TV c’è un bellissimo
do… documentario.
Cinzia punta un dito sul fianco di Zugna pensando di non farsi vedere da Adelmo
che invece la vede benissimo.
CINZIA - (sfidandolo) E lei se lo guarda brigadiere?
ZUGNA - (cercando di fare il serio minacciato dal dito di Cinzia) Ce… certo è un
do… documentario storico sull’Arma!
ADELMO - (sghignazzando) Lor signori mi scuseranno ma ho da fare in bottega,
arrivederci brigadiere, arrivederci dottoressa!
ZUGNA - Hem… a… arrivederci Adelmo!
CINZIA - (poi, minacciosa spingendo a fondo il dito nel fianco di Zugna) Ti ho
visto come sbrodolavi davanti a quella troia!
ZUGNA - (cercando di sottrarsi al dito di Cinzia) Ma… se nemmeno l’ho guardata!
Hai! Mi fai male!
CINZIA - Vallo a raccontare a tua moglie, a me non mi freghi!
ZUGNA - (cercando di darsi un contegno) Sono il comandante della stazione ho il
dovere di controllare chi esce e chi entra dal paese!
Adelmo, lancia un’ultima occhiata ai due poi sghignazzando rientra nell’osteria.
Dal vicolo di destra entra in scena Sabrina, la figlia di Cinzia, si tratta di
una bella ragazza annoiata e strafottente, sfoggia un assurdo look dark-punk con
un trucco talmente carico che quasi ne nasconde le fattezze. Biascicando una
gomma, degna appena i due di una breve occhiata, quindi va a stravaccarsi su una
delle sedie dell’osteria appoggiando i piedi su un’altra sedia. Ha con sé uno
zainetto e inforca un paio di occhiali scuri. Cinzia e Zugna, presi dalla
conversazione, non si accorgono di lei.
CINZIA - (calmandosi un po’) Stasera ti aspetto nel retro della farmacia.
ZUGNA - (sussurrando) Non posso, mia moglie comincia a sospettare!
CINZIA - (fra i denti minacciosa) Brigadiere non trovare scuse o ti ballo il can
can sugli zebedei!
ZUGNA - Vedrò quello che pos…
SABRINA - (urlando) ADEEEE!!!
I due sobbalzano: Cinzia, si dà una sistemata ai capelli e Zugna si sistema la
cravatta.
CINZIA - (imbarazzata sorridendo falsa) Hem… Sabrina… cara, che ci fai qui?
SABRINA - (c.s.) ADEEEE!!!
ZUGNA - (imbarazzato) Hem… dottoressa la saluto, torno al mio dovere…. (passa di
fianco a Sabrina salutandola) signorina Meschino.
CINZIA - (con le mani sui fianchi) Sabrina! Perché non sei a scuola?
SABRINA - (c.s.) ADEEEE!!! (poi a Cinzia senza guardarla) Oggi c’era assemblea!
CINZIA - (cercando di darsi un tono) Dovresti andarci all’assemblea, è
importante nella vita scambiare opinioni, punti di vista, esperienze, è
formativo, in questo modo i vostri insegnanti…
SABRINA - … ci ballano la samba sui testicoli! (urlando) ADEEEE!!!
CINZIA - (facendo l’offesa) SABRINA NON VOGLIO SENTIRE QUESTO LINGUAGGIO!
(indicando la farmacia) Tra cinque minuti ti voglio dentro!
ADELMO - (spuntando dall’ingresso dell’osteria imbestialito) CHI È?! CHE C’È?!
(scorgendo Sabrina)... Ah sei tu?
CINZIA - (c.s.) Adelmo glielo dica anche lei! (marciando furente verso la
farmacia) Dio che figlia snaturata!
Cinzia rientra nella farmacia facendo l’offesa seguita dagli occhi di Adelmo.
ADELMO - L’hai fatta incazzare un’altra volta.
SABRINA - Sai che novità! Che brodaglia hai?
ADELMO - Le solite cose: coca, birra, aranciata, gassosa…
SABRINA - Roba da biberon.
ADELMO - Senti “alternativa” ho da fare di là, dimmi che vuoi e poi sbrigati a
sloggiare.
SABRINA - (ghignando) Hai paura che ti rovini la clientela?
ADELMO - (chinandosi su di lei) Hai capito bene, non fare la finta tonta.
SABRINA - (secca) Portami una birra.
ADELMO - (secco) Chi me la paga?
SABRINA - E che ne so, segnala sul conto della fattucchiera (indicando la
farmacia con un cenno della testa).
ADELMO - (seccato) Il conto è pieno, non c’è più spazio per segnare.
SABRINA - Affari tuoi, dovevi scrivere più fitto.
Adelmo la fulmina con lo sguardo.
ADELMO - (borbottando tra i denti) E leva quelle zampe dalla sedia!
Adelmo recupera il vassoio delle colazioni, sistema le sedie e rientra
nell’osteria. Sabrina tira fuori dallo zainetto uno stereo portatile e una
cuffia, lo accende, lo appoggia sul tavolino, inforca la cuffia, si stravacca
ancora di più sulla sedia, e si concentra sulla musica.
SCENA SETTIMA
Bocca di Rosa, che da dietro l’angolo, proprio sotto la nicchia della madonnina
ha sentito tutta la conversazione, appoggia le spalle alla parete sghignazzando.
BOCCA DI ROSA - (fra sé) Stupidi.
Bocca di Rosa, sospirando, fa per muoversi quando una voce, proveniente della
statuetta della Vergine, la blocca.
MARIA - (in tono di rimprovero) Dove vai?
BOCCA DI ROSA - (con gli occhi al cielo fra sé) Eccola lì! (poi alla Vergine) In
farmacia, ho bisogno di alcune cose.
MARIA - (c.s.) Che cosa hai intenzione di fare?
BOCCA DI ROSA - Passare qualche giorno di riposo a Sant’Ilario.
MARIA - Non cercare di prendermi in giro!
Bocca di Rosa si volta verso la statuetta.
BOCCA DI ROSA - E tu finiscila con le prediche!
MARIA - Mettiamo le carte in tavola!
BOCCA DI ROSA - Mettiamole!
MARIA - Venti anni fa ti hanno cacciata da qui per un certo tuo… “vizietto” che
si è scontrato con la suscettibilità di mezzo paese, cosa vuoi fare ora,
vendicarti?
BOCCA DI ROSA - (sbottando) E non ne avrei diritto! (calmandosi subito) Ok, ok…
scusami… vorrei solo che capissero quello che non hanno capito allora.
MARIA - E pensi che sia passato abbastanza tempo? Pensi che ora possano capire?
Sempre che ci sia qualcuno che debba o che possa farlo!
BOCCA DI ROSA - Ma è tanto difficile capire?
MARIA - (acida) Non credi che il tuo modo di esporre le tue teorie sia
“leggermente” suscettibile di errate interpretazioni?
BOCCA DI ROSA - (innervosendosi) Quello che tu chiami “vizietto” è solo… (esita
impacciata) il mio modo di dire al mondo che ci sono anch’io!
MARIA - Ora non venirmi a raccontare che…
BOCCA DI ROSA - (guardandola urtata e contando sulle dita) Senti: hai avuto un
figlio che… te lo raccomando, non hai mai fatto l’amore in vita tua, ti sei
ritrovata con un marito più vecchio di te di cent’anni e pretendi ancora di fare
le prediche?!
MARIA - (di rimando) Se è per quello tu non hai mai avuto né mariti, né figli!
BOCCA DI ROSA - (calmandosi) No, ma… so di cosa hanno bisogno gli uomini per…
per sentirsi migliori.
MARIA - (più calma) Io non avrò beneficiato delle tue esperienze, ma non ti puoi
certo ergere a portatrice di verità!
BOCCA DI ROSA - (guardandola) Ma come parli?! Ti metti a fare i sermoni come i
preti?
MARIA - (acida) Hai capito benissimo!
Pausa.
BOCCA DI ROSA - (tristemente) Io sì, vorrei solo che capissero gli altri.
MARIA - (addolcendosi) Credi veramente in quello che dici?
BOCCA DI ROSA - E tu credi che sarei qui se non ci credessi?
MARIA - (sospirando) Va bene, ma… cerca almeno di essere meno irruenta
dell’altra volta e pensa almeno tre volte prima di agire o di aprire bocca.
BOCCA DI ROSA - (con nostalgia) “L’altra volta”… avevo vent’anni.
MARIA - (brusca) Dentro la testa ce li hai ancora!
BOCCA DI ROSA - (illuminandosi con un sorriso) Grazie! Era quello che volevo
sentirti dire!
Bocca di Rosa lancia un bacio alla statuetta quindi fa per svoltare l’angolo, in
quello stesso istante Zugna esce dalla stazione dei carabinieri.
MARIA - Aspetta!
BOCCA DI ROSA - (resta immobile dietro l’angolo) Che c’è?
MARIA - Zugna sta uscendo dalla stazione.
Zugna lancia uno sguardo schifato a Sabrina quindi sparisce nel vicolo di
destra.
MARIA - Vai!… e vedi di non combinare guai!
BOCCA DI ROSA - (avviandosi) Stai tranquilla, ciao!
MARIA - (fra sé) Se tranquilla! Figurati!
Bocca di Rosa svolta l’angolo e si avvia per entrare nella farmacia. Sabrina
vedendo transitare la nuova venuta si incuriosisce e abbassa gli occhiali da
sole per inquadrarla meglio.
SABRINA - (fra sé) E questa chi diavolo è?
Sabrina, essendo di tendenza lesbica, resta colpita dall’avvenenza di Bocca di
Rosa, la segue con lo sguardo finché non la vede entrare nella farmacia, quindi
si alza e vi entra anche lei.
SCENA OTTAVA
Dal vicolo di sinistra arrivano Filomena, moglie di Zugna, e Addolorata, moglie
di Adelmo, procedono l’una sottobraccio all’altra. Giunte sotto la statuetta
rallentano e si fanno il segno della croce.
MARIA - (come se fosse sovrappensiero) Buon gio…!
La voce della Vergine si interrompe come se si fosse tappata improvvisamente la
bocca. Filomena si blocca esterrefatta. Addolorata, essendo sorda, prosegue il
cammino come se nulla fosse. Filomena si guarda intorno. Addolorata, non vedendo
più Filomena al suo fianco, si ferma, si volta stupita e la vede ferma
all’angolo. In quel momento Adelmo, uscito fuori dall’osteria, segue incuriosito
la scena.
ADDOLORATA - Che fai lì?
FILOMENA - (incredula) Non hai sentito?
ADDOLORATA - (non la sente) Eh? Che hai detto?
FILOMENA - (c.s.) Qualcuno ha salutato!
ADDOLORATA - (perplessa) Nettuno ha saltato?
FILOMENA - (infastidita) Sì ha fatto un tuffo!
ADDOLORATA - (c.s.) … Ha fatto un ciuffo?
FILOMENA - (Infastidita la spinge verso la farmacia) Ma va! Va! Finalmente ti
metti questo benedetto apparecchio così finisce ‘sta storia!
ADDOLORATA - (trovandosi davanti Adelmo alza la voce) E TU CHE HAI DA GUARDARE?!
ENTRA DENTRO FILA!
Adelmo allarga le braccia scoraggiato e rientra nell’osteria. Filomena spinge
Addolorata dentro la farmacia quindi, prima di entrare si ferma un attimo, si
guarda intorno ancora sospettosa, poi scrolla le spalle ed entra anche lei.
MARIA - (tirando un sospiro di sollievo) Uff… per un pelo!
Un secondo dopo dalla chiesa esce Don Amilcare, fa qualche passo sul sagrato e,
trovandosi di nuovo circondato dalle foglie, si guarda intorno stupito. In quel
momento Adelmo esce di nuovo dall’osteria, guarda se ci sono ancora le due donne
poi, con un ghigno, osserva il Parroco. Don Amilcare, furente con i pugni sui
fianchi, continua a guardare le foglie.
ADELMO - (ridacchiando perfido) Buon giorno reverendo, ha visto che vento?
DON AMILCARE - (furente sibilando tra i denti) Non c’è un filo d’aria!
ADELMO - (c.s.) Ora si è calmato, ma prima soffiava come un matto!
Adelmo ridacchiando rientra nell’osteria. Il parroco, inviperito dà un calcio
alle foglie.
DON AMILCARE - (rivolto verso l’osteria) Te lo do io il vento!
Il parroco rientra in chiesa, ne riesce quasi subito armato di scopa e,
nervosissimo, si mette a spazzare il sagrato. Dalla farmacia esce Filomena
agitata trascinandosi dietro Addolorata. Le due donne si fermano all’angolo
della strada di nuovo sotto la statuetta.
FILOMENA - (agitata) Hai sentito?!
ADDOLORATA - Cosa?!
FILOMENA - (esasperata) Se figurati!
Filomena infila un dito nell’orecchio di Addolorata che caccia un urlo.
FILOMENA - (alzando la voce) Hai sentito cosa ha detto la dottoressa Meschino?
L’apparecchio te lo devi infilare bene dentro! Ci devi fare l’abitudine!
ADDOLORATA - (massaggiandosi l’orecchio con una smorfia) Sì… sì, ma così mi
sfondi l’orecchio!
FILOMENA - (c.s.) Mi senti ora?
ADDOLORATA - (infastidita) Sì, sì ti sento!
FILOMENA - Hai sentito cosa ha chiesto quella lì?
ADDOLORATA - Che cosa?
Filomena allarga le braccia poi parla all’orecchio di Addolorata.
ADDOLORATA - Come?
Seccata Filomena torna a parlare all’orecchio di Addolorata.
ADDOLORATA - (esterrefatta) No?!
FILOMENA - (scandalizzata) Ti rendi conto? Non si era mai sentita una cosa del
genere qui a Sant’Ilario!
ADDOLORATA - Meno male che la dottoressa è una persona seria!
FILOMENA - (con disprezzo) Chi la Meschino?! Ma figurati! Hai visto la figlia?
Una pazza… (sussurrando) si dicono certe cose sul conto di tutte e due! E poi
non mi piace per niente come guarda mio marito!
ADDOLORATA - (scandalizzata) Cosa diventerà mai questo paese! Che vergogna! Che
tempi!
FILOMENA - Quella non può essere che una pu…
Addolorata dà una gomitata a Filomena indicandole la nicchia della madonnina,
Filomena guarda la statuetta, si tappa la bocca e si fa il segno della croce.
ADDOLORATA - (sussurrando) Te lo dico io: quella è venuta qui in cerca di
clienti!
FILOMENA - (sussurrando) Dobbiamo fare qualcosa!
ADDOLORATA - Sì, sì, guarda c’è giusto il parroco.
FILOMENA - Andiamo, dobbiamo informarlo.
SCENA NONA
Le due donne si avviano spedite per raggiungere il parroco che sta ancora
spazzando e, nel frattempo, è riuscito a spingere il mucchio di foglie a metà
strada tra la chiesa e l’osteria. Nello stesso momento Bocca di Rosa esce dalla
farmacia e se le trova di fronte. Le due sobbalzano.
BOCCA DI ROSA - (sorridendo con un cenno della testa) Di nuovo buon giorno!
Le due donne non si degnano di rispondere, sollevano altere la testa, aggirano
Bocca di Rosa e riprendono l’avvicinamento verso il parroco. Bocca di Rosa le
segue con lo sguardo, le due donne se lo sentono addosso e camminano rigide come
due burattini, una delle due ha un piccolo inciampo, Bocca di Rosa ride. In quel
momento Sabrina esce dalla farmacia con un sacchetto in mano e si avvicina a
Bocca di Rosa.
SABRINA - (sussurrando) Hei! Psss!
BOCCA DI ROSA - (voltandosi) Sì?
SABRINA - Vieni!
Sabrina si guarda intorno circospetta, trascina Bocca di Rosa dietro l’angolo,
sempre sotto la nicchia della madonnina, quindi fruga dentro il sacchetto e le
porge una piccola scatola. Bocca di Rosa la guarda stupita ricambiata dallo
sguardo intenso di Sabrina.
SABRINA - (premurosa) Prendi, è la roba cercavi.
BOCCA DI ROSA - (perplessa) Ma come, tua madre ha detto che non ce l’aveva?
CINZIA - (riprendendo l’atteggiamento da alternativa) Le pillole le tiene
insieme ai preservativi… tutta roba da sottobanco, le ho prese insieme ad altra
mercanzia per non insospettirla.
Filomena e Addolorata intanto hanno raggiunto il parroco e stanno parlando
animatamente con lui facendo ogni tanto cenno con la testa verso la farmacia
senza voltarsi.
BOCCA DI ROSA - Come ti chiami?
SABRINA - (da alternativa) Mi chiamano “Lady goth”, (addolcendosi), ma… il mio
nome è Sabrina.
BOCCA DI ROSA - (sussurrando) Grazie Sabrina, quanto ti devo? Non voglio crearti
problemi con tua madre.
SABRINA - Tranquilla, quelli ce li ho da quando sono nata. Tieniti pure i soldi
sorella.
BOCCA DI ROSA - (dolcemente) Dimmi allora se c’è qualcosa che posso fare per te.
SABRINA - (la guarda intensamente negli occhi per un attimo avvicinando
leggermente il viso) Io … (poi si riprende allontanandosi) lascia perdere
sarebbe troppo complicato. Hai un nome o te lo hanno confiscato?
BOCCA DI ROSA - (che ha capito tutto) Si… scusa… chiamami “Rosa”… senti…
SABRINA - (speranzosa) Sì?
BOCCA DI ROSA - Ti va di cenare insieme questa sera… sempre che tua madre…
SABRINA - (d’istinto) Certo! Sai che me ne frega della fattucchiera!
BOCCA DI ROSA - Fantastico, ho invitato anche un amico, saremo in tre.
SABRINA - (delusa) Ah… lo conosco?
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Penso di sì, si chiama Saracco.
SABRINA - (riprendendosi) Già, il vecchio “sara”: in questo periodo è sempre
tournee da queste parti.
BOCCA DI ROSA - Bene, allora ci vediamo questa sera.
SABRINA - (indugia un attimo guardandola) Ok… ciao.
Sabrina svolta l’angolo e si trova davanti Adelmo uscito in quel momento
dall’osteria. Adelmo si avvicina a Sabrina.
ADELMO - (incuriosito) Che cosa le hai dato?
SABRINA - (sbattendogli in mano il sacchetto) Collirio per emorroidi!
ADELMO - (guardando la scatola tirata fuori dal sacchetto) Collirio per emo…? Ma
queste sono supposte!
SABRINA - (brusca) Allora prova ad infilartene una in un occhio!
ADELMO - (sussurrando) Hei perché non ci vediamo stasera?
SABRINA - (allontanandosi senza voltarsi solleva una mano) Salam!
ADELMO - (sussurrandole dietro) Ti aspetto alle dieci!
SABRINA - (borbottando fra sé) Ma va’ al diavolo!
Sabrina scompare nel vicolo di destra mentre Adelmo, incuriosito, inforca gli
occhiali per leggere le indicazioni sulla scatola delle supposte. Bocca di Rosa
fa per avviarsi verso l’osteria e raggiungere la sua camera, ma la voce della
Vergine la blocca.
MARIA - (stuzzicandola) Non hai perso tempo a mettere in pratica il tuo piano?
BOCCA DI ROSA - (sventolando la scatola delle pillole) Sai benissimo che mi
servono per il mio ciclo.
MARIA - (ironica) Pillole per andare in bicicletta?
BOCCA DI ROSA - (indispettita) Ma come siamo spiritose! (poi ironica) Magari le
avessi avute tu ai tuoi tempi eh?
MARIA - Per farci cosa?
BOCCA DI ROSA - (c.s) Appunto: niente, con lo spirito santo non avrebbero
funzionato!
MARIA - (punta sul vivo) Evitiamo di parlare degli assenti!
BOCCA DI ROSA - Ammettilo che ai tuoi tempi combinasti un bel casino.
MARIA - (tristemente) Forse, ma ricordati anche che… persi un figlio...
Pausa.
BOCCA DI ROSA - (diventando seria) Hai ragione, scusami…
MARIA - (con la voce rotta dall’emozione) Sono passati quasi venti secoli… è
impossibile per una madre dimenticare il dolore. (sospirando) Ma qualcuno aveva
già stabilito che doveva andare così.
BOCCA DI ROSA - Posso solo immaginare quanto sia stato disumano.
MARIA - (c.s.) Già… e, viste le circostanze, credimi, occorre una bella
immaginazione per farlo.
BOCCA DI ROSA - Capisco.
MARIA - (riscuotendosi) Ora vai e cerca di non combinarli tu.
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Ciao.
Bocca di Rosa svolta l’angolo e si avvia verso l’osteria, Adelmo la vede, si
toglie gli occhiali e si infila in tasca la scatola delle supposte.
BOCCA DI ROSA - Salve Adelmo.
ADELMO - Di nuovo signorina… si ritira in camera?
BOCCA DI ROSA - (fingendosi stanca) Sì, il viaggio è stato piuttosto lungo e
movimentato, ho bisogno di una rinfrescata.
ADELMO - La sua stanza è pronta!
BOCCA DI ROSA - Grazie. A proposito Adelmo questa sera ho due ospiti a cena.
ADELMO - (innervosendosi) Va bene signorina.
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) A più tardi!
Bocca di Rosa entra nell’osteria, dopo qualche minuto la finestra di sinistra
del caseggiato si illumina senza aprirsi, oltre le tendine, si vede la
silhouette di Bocca di Rosa muoversi nella stanza. Adelmo per un po’ continua a
trafficare fra i tavoli e l’osteria, poi rientra dentro.
SCENA DECIMA
Filomena e Addolorata stanno parlando ancora con il parroco.
FILOMENA - Avete capito reverendo che vergogna!
ADDOLORATA - L’ho sentito anch’io con le mie orecchie!
FILOMENA - (guardandola con commiserazione) Semmai con le mie! (poi al Parroco)
Insomma ha chiesto delle pillole anticonvenzionali! Vi rendete conto?!
ADDOLORATA - Mano male che la dottoressa non le aveva, altrimenti… vi immaginate
che scandalo per il paese!
Don Amilcare le guarda perplesso.
DON AMILCARE - Pillole anticonvenzionali?!
FILOMENA/ADDOLORATA - Sì… sì!
DON AMILCARE - E a che servono?
Le due donne si guardano tra loro.
FILOMENA - (con sufficienza) Ah già, voi reverendo non siete a conoscenza delle
cose del mondo… sono quelle pillole che…
ADDOLORATA - (imbarazzata) Sì insomma… servono per…
FILOMENA - Su, reverendo, cercate di capire…
Per evitare l’imbarazzo di parlare, con una serie di gesti le due donne cercano
di spiegare al parroco a che cosa servono le pillole anticoncezionali. Con due
dita fanno il gesto di due persone che si uniscono. Il parroco cerca di
interpretare i gesti.
DON AMILCARE - Due persone che si uniscono…
Annuiscono poi, prendendosi sottobraccio, simulano l’entrata in chiesa di due
sposi.
DON AMILCARE - Due persone… un matrimonio?
Annuiscono poi, roteando un dito, fanno il cenno del “dopo”.
DON AMILCARE - Dopo il matrimonio…?
Fanno il gesto di una grande pancia.
DON AMILCARE - Fanno indigestione…?
Fanno un gesto scocciato.
DON AMILCARE - Ingrassano? Sì, infatti, dopo il matrimonio si tende ad ingrass…
Fanno un gesto scocciato.
DON AMILCARE - (esasperato) Mangiano un cocomero senza affettarlo?! (sbottando)
CHE DIAMINE FANNO?!
Ripetono il gesto e fanno cenno di no, Don Amilcare si illumina.
DON AMILCARE - Oh capitooo! Nooo… pillole anticoncezionali!
Fanno cenno di annuire con la testa, ma si bloccano perplesse.
FILOMENA - Reverendo, siete sicuro che si chiamino così?
DON AMILCARE - Sì sono quelle che servono per non restare incinte!
ADDOLORATA - (sussurrando scandalizzata) Shhh, non si faccia sentire!
FILOMENA - (a Addolorata) Con te non c’è pericolo! (al parroco) Proprio quelle!
ADDOLORATA - Sì… sì, un vero sandalo!
FILOMENA - (urtata) Sì: una ciabatta e una pantofola! (esasperata) Si dice
“scandalo”!
DON AMILCARE - (che se le vuole sbolognare) Sì, un vero scandalo, ma non vi
preoccupate penserò io a tutto! Ora andate… rientrate in casa, le donne serie e
devote non devono immischiarsi in queste cose!
FILOMENA - Sì… sì… andiamo, andiamo!
ADDOLORATA - (con intenzione) Reverendo, io… mi dovrei confessare.
DON AMILCARE - (guardando ora l’una ora l’altra) Hem… ora non posso, venga…
venga domattina presto.
ADDOLORATA - (lanciandogli uno sguardo) Va bene.
FILOMENA/ADDOLORATA - Sia lodato Gesù Cristo.
DON AMILCARE - Sempre sia lodato… andate, andate.
Le due donne si allontanano verso il vicolo di sinistra. In quello stesso
istante Zugna spunta dal vicolo di destra e le incrocia al centro della piazza.
Zugna, vedendo la moglie, si irrigidisce.
ZUGNA - (salutando) Signora Addolorata,… buon giorno cara.
ADDOLORATA - Buon giorno brigadiere.
FILOMENA - (brusca) Scommetto che anche stasera sei di servizio!
ZUGNA - Me… meno male che te lo sei ricordato, stavo proprio per venirtelo a
dire.
FILOMENA - (indispettita) Ma guarda un po’! Chissà perché anche il comandante
della stazione fa i turni!
ZUGNA - (in carabinierese) Non avendo ricevuto i rimpiazzi previsti per la forza
in trasferta, devo ovviare personalmente alla copertura dei turni di servizio al
comando.
FILOMENA - (c.s.) E quanto ci vorrà perché arrivino i rimpiazzi?
ZUGNA - Il tempo occorrente allo scopo. (poi fiero) Il carabiniere deve essere
sempre pronto a sacrificarsi per il bene comune! (infervorato) “Nei secoli
fedele!”
Filomena si avvicina al marito e gli spinge il dito nel fianco, esattamente come
aveva fatto Cinzia. Zugna fa una smorfia di dolore.
FILOMENA - (fra i denti) Attento brigadiere che se vengo a scoprire qualcosa, ti
faccio mangiare: gradi, pennacchio e sciabola! (facendo dietrofront) Addolorata
andiamo!
Filomena prende sottobraccio l’amica e si avvia verso il vicolo di sinistra.
ZUGNA - (massaggiandosi il fianco dolorante) Uff… ma perché ce l’hanno tutti con
il mio fianco!
Zugna si avvia per rientrare nella stazione dei carabinieri. Le due donne si
avviano per imboccare il vicolo di sinistra. Passando davanti all’osteria si
incrociano con Adelmo che sta uscendo con la parannanza e la scopa in mano.
ADDOLORATA - (puntando di scatto il dito contro Adelmo) E TU STAI ATTENTO CHE TI
FACCIO MANGIARE: LICENZA, PARANNANZA E SCOPA!
ADELMO - (esterrefatto) Eh?
Adelmo, preso alla sprovvista, sobbalza spaventato e si appoggia allo stipite
della porta con una mano al petto. Le due donne, passando sotto la nicchia della
madonnina si segnano di nuovo poi, fatti due passi, Filomena si volta di scatto
verso la statuetta come se volesse coglierla in fallo.
ADDOLORATA - Che c’è?
FILOMENA - Niente, niente (lanciando uno sguardo torvo alla statuetta) in questo
paese non ci si può fidare nemmeno dei santi!
Le due donne spariscono nel vicolo. Adelmo a Zugna si guardano rassegnati,
allargano le braccia, scuotendo la testa, poi Zugna entra nella stazione dei
carabinieri e Adelmo nell’osteria.
MARIA - (fra sé) Ecco brave, prendetevela con loro!
SCENA UNDICESIMA
Uscite le due donne, Don Amilcare si guarda intorno per accertarsi che non ci
sia nessuno, quindi, preso dalla foga, spazza velocemente le foglie dal sagrato,
ammucchiandole di nuovo davanti all’osteria poi, sempre velocemente, ripone la
scopa dentro la chiesa e, con un ghigno si mette in attesa sulla porta. Un
secondo dopo dall’osteria esce di nuovo Adelmo, con un filo elettrico a cui sono
attaccate una serie di lampadine colorate. L’oste si ferma esterrefatto davanti
al mucchio di foglie.
DON AMILCARE - (ghignando) Adelmo, avevi ragione! C’è un stato vento terribile
non hai idea di cosa abbia combinato in dieci minuti!
Adelmo posa il filo con le lampadine su uno dei tavoli e, con i pugni sui
fianchi, guarda torvo il parroco.
ADELMO - E magari ha soffiato mentre io ero dentro?
DON AMILCARE - Già proprio così! È stata una cosa repentina!
Il parroco ridacchiando rientra in chiesa.
ADELMO - (fra i denti) Te lo do io il vento! (poi alza gli occhi verso il
campanile con un ghigno) … Insieme a tuoni e lampi! Eh, eh!
Adelmo si frega le mani ridacchiando quindi recupera il filo con le lampadine,
sale su una sedia e lo stende tra gli spigoli delle ante della porta
dell’osteria. Terminata l’operazione scende, infila una mano dietro la soglia,
accende le lampadine poi rientra. Dopo nemmeno un secondo esce di nuovo con la
scopa in mano, si mette a spazzare buttando le foglie in un sacco. Durante tutta
l’operazione di Adelmo, scende la sera: le luci di scena si abbassano lentamente
simulando il sopraggiungere del crepuscolo e poi dell’oscurità.
Contemporaneamente, una dopo l’altra, si accendono le luci serali: il lampione
nella piazza, quelle dei vicoli, una piccola lampadina alla base della nicchia
della madonnina, le insegne, le finestre, e altre luci a discrezione della
regia. Durante tutta questa scena il brano “VIA DEL CAMPO”(2’33”) di Fabrizio De
André (possibilmente in versione strumentale) fa da sottofondo al cambio di
atmosfera, il brano prosegue indicativamente fino all’inizio della scena
tredicesima. Finita l’operazione di pulizia, Adelmo guarda soddisfatto il
risultato quindi rientra nell’osteria portando con sé il sacco pieno di foglie,
un secondo dopo si accende la luce dentro il locale. Si apre la finestra della
camera, Bocca di Rosa si affaccia e sorride ammirando la sera, poi rientra
dentro lasciando la finestra aperta.
SCENA DODICESIMA
Dalla porta dell’osteria esce Bocca di Rosa, graziosa più che mai, indossa gonna
e tacchi ed ha le spalle coperte da un grande scialle dai colori autunnali.
Avanza di qualche passo nella piazzetta e, chiudendo gli occhi, respira
inebriata l’aria della sera.
BOCCA DI ROSA - (fra sé) Mmmm, mi ero dimenticata il profumo del rosmarino di
Golfo Paradiso.
La porta della stazione dei carabinieri si dischiude e Zugna fa capolino, vede
Bocca di Rosa fa per uscire e raggiungere la farmacia quando, dall’osteria, esce
Adelmo. Zugna riaccosta la porta imprecando a gesti, ma senza chiuderla del
tutto e, sbirciando dallo spiraglio, resta in attesa del momento giusto per
uscire. Adelmo si ferma ammirando Bocca di Rosa, poi si schiarisce la voce e lei
si volta.
ADELMO - Hem… buona sera signorina.
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Buona sera Adelmo.
ADELMO - (continuando a guardarla ammirato) Vu… vuole cenare dentro o preferisce
che prepari qui fuori?
BOCCA DI ROSA - (sospirando) È una così bella serata, apparecchi pure qui fuori,
grazie (bloccando Adelmo)... ah, a proposito si ricorda che siamo in tre?
ADELMO - (cercando di nascondere il nervosismo) Sì, certo.
Adelmo rientra nell’osteria. Bocca di Rosa, passeggiando si sposta sotto la
nicchia della madonnina, si appoggia al muro, sempre dalla parte del vicolo di
destra, continuando a gustarsi beata il momento. contemporaneamente Zugna, di
soppiatto e guardingo, esce dalla stazione dei carabinieri e velocemente si
infila nella farmacia.
BOCCA DI ROSA - (malinconica) Ti ricordi quante volte ti ho parlato la notte in
attesa di un cliente.
MARIA - Già… tra via del Campo e vico Fregoso ti conoscevano tutti…
BOCCA DI ROSA - (c.s.) In fondo sono stati bei tempi.
MARIA - … compresi barboni ed emarginati…
BOCCA DI ROSA - Mi facevano una pena.
MARIA - … a cui la davi gratis…
BOCCA DI ROSA - (sospirando) Non avevo altro da dargli… ero anch’io una di loro.
MARIA - Era un modo piuttosto singolare di fare elemosina, non ti pare?.
BOCCA DI ROSA - Non era elemosina… per loro era… come ritornare a far parte del
mondo… ritrovare per un attimo il senso della vita, non so… era bello vederli
felici… qualcosa mi diceva che era giusto così.
Pausa. Durante la scena precedente Sabrina entra dal vicolo di destra, ha
cambiato il pazzesco look di prima con un romantic-gothic: tutta in nero, ma con
un trucco molto più soft che ne esalta la femminilità. Si ferma nella piazzetta,
si guarda intorno, allunga il collo per vedere se la finestra della camera è
illuminata.
MARIA - C’è qualcuno che ti aspetta in piazzetta.
Bocca di Rosa fa per muoversi, ma la voce della Vergine la blocca.
MARIA - Solo una cosa…
BOCCA DI ROSA - Sì?
MARIA - Non la illudere.
BOCCA DI ROSA - (amara) È già disillusa dal mondo intero.
MARIA - E tu non rincarare la dose.
SCENA TREDICESIMA
Bocca di Rosa sospira, ritorna in piazzetta, scorge Sabrina nel suo nuovo look e
sorride ammirata.
BOCCA DI ROSA - (guardandola) Ne ero sicura.
SABRINA - (perplessa) Di cosa?
BOCCA DI ROSA - Che sotto la scorza nera della dark avevi fascino da vendere.
Sabrina, presa in contropiede, è imbarazzata.
SABRINA - Di… dici?
BOCCA DI ROSA - (avvicinandosi) Credi che una donna non possa riconoscere il
fascino di un’altra donna anche se è nascosto da strati di trucco?
SABRINA - (ritornando la strafottente di sempre) Qui non gliene frega un cazzo a
nessuno di quello che sono!
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Non è che sei tu a voler nascondere la parte più
bella di Sabrina?
SABRINA - (c.s. ridacchiando) Bella? Hei sorella forse è l’occasione buona per
cambiare spacciatore!
BOCCA DI ROSA - (guardandola intensamente) Di che cosa hai paura?
SABRINA - (c.s. ridacchiando) Io paura?! (poi ritornando subito seria) Io…
BOCCA DI ROSA - (incalzando dolcemente) Rispetta il tuo modo di essere! Non
nasconderti da te stessa! E non darti via al primo venuto… o alla prima!
Sabrina è confusa e gira le spalle a Bocca di Rosa.
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) E, soprattutto, non girare le spalle agli amici!
SABRINA - (cercando di nascondere l’emozione) Accidenti, come hai fatto a capire
tante cose tutte insieme?!
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Diciamo che sono una specie di psicologa!
Bocca di Rosa afferra Sabrina per le spalle obbligandola a voltarsi, la ragazza
per la prima volta tiene gli occhi bassi.
BOCCA DI ROSA - Hei principessa! Vogliamo andare a mangiare?
Sabrina annuisce, solleva gli occhi e guarda intensamente Bocca di Rosa, poi
lentamente esitando ad ogni centimetro, avvicina il viso a quello di Bocca di
Rosa con l’intenzione di baciarla. Quando la bocca di Sabrina è ad un palmo da
quella di Bocca di Rosa, quest’ultima le prende la testa tra le mani e le stampa
un bacio in fronte.
BOCCA DI ROSA - (sussurrando) Te l’ho detto: non darti via alla prima venuta.
Impara prima ad amare te stessa!
Sabrina la guarda smarrita.
BOCCA DI ROSA - (riscuotendosi) Vieni, sediamoci.
SABRINA - (guardandosi intorno) Ma non doveva venire anche Saracco?
BOCCA DI ROSA - (guardandosi intorno) Sì, accidenti, mi ero anche raccomandata
la puntualità!
SABRINA - Il fatto è che Saracco non possiede un orologio.
BOCCA DI ROSA - Sì, ma c’è quello del campanile della chiesa.
SABRINA - (sorridendo) Quello è fermo da quando l’hanno costruita… (guardando
l’orologio del campanile meditabonda) in questo paese è tutto immobile da almeno
un secolo!
BOCCA DI ROSA - (fra sé) Da più di vent’anni sicuramente, (poi a Sabrina) ok,
speriamo che venga, noi intanto accomodiamoci.
SCENA QUATTORDICESIMA
Bocca di Rosa e Sabrina si siedono ad uno dei tavoli (Sabrina alla sinistra e
Bocca di Rosa alla destra) mentre dal vicolo di destra arriva Saracco. Il
barbone entra in scena piazzandosi lontano, quasi nascosto all’angolo del
vicolo, porta con sé una vecchia sacca militare a tracolla ed ha in mano una
vecchia gamella ammaccata. Dall’osteria esce Adelmo armato di notes, matita e
parannanza e, tutto pimpante, si avvicina al tavolo.
ADELMO - (sorridendo) Allora cosa prepariamo a queste due splendide signorine?
BOCCA DI ROSA - Ci dica lei Adelmo.
ADELMO - Dunque per primo abbiamo: trenette al pesto, piccagge fatte in casa e
mesciua . Come secondi piatti: boghe in scabecio , stoccafisso accomodato e cima
alla genovese. Contorni: verdure ripiene e condiglione .
Bocca di Rosa e Sabrina si guardano perplesse.
SABRINA - Tutta roba da incubi notturni!
Le due donne ridono, Adelmo ci resta male.
BOCCA DI ROSA - Adelmo non volevamo offendere la sua cucina, pensavamo solo a
qualcosa di più leggero.
ADELMO - Se lo sapevo vi preparavo qualcos’altro.
BOCCA DI ROSA - Tranquillo, ci pensiamo un attimo, tanto dobbiamo aspettare
Saracco.
ADELMO - (rabbuiandosi) Va bene… intanto vi porto vino e acqua?
BOCCA DI ROSA - Sì, acqua minerale ed una bottiglia di “cinque terre” fresco!
Adelmo fa per rientrare nell’osteria quando scorge Saracco, da lontano gli fa il
gestaccio di andarsene, quindi rientra nell’osteria.
BOCCA DI ROSA - (respirando beata a pieni polmoni) Che bella serata!
SABRINA - (scorgendo Saracco) Hei, ma… eccolo lì!
BOCCA DI ROSA - (si alza, si volta e lo chiama) Saracco!
Bocca di Rosa si avvicina velocemente al barbone. Comincia una controscena muta
e mimata nella quale Bocca di Rosa cerca di convincere Saracco a sedersi al
tavolo, mentre il barbone rifiuta scuotendo più volte la testa. Nel frattempo
Adelmo esce dall’osteria con le bottiglie, vedendo che Bocca di Rosa è ancora
occupata con Saracco, approfitta per avvicinarsi a Sabrina.
ADELMO - (a parte a Sabrina) Stasera sei uno splendore!
SABRINA - (insofferente) Sì, come no!
ADELMO - (suadente) Sei eccitante più del solito.
SABRINA - (c.s.) Lascia stare non è aria.
ADELMO - (ingrifato) Ti aspetto più tardi, dopo la chiusura. Ti lascio la porta
accostata… non sai quello che ti aspetta!
Sabrina improvvisamente decide di stare al gioco.
SABRINA - (guardandolo annoiata) Dimmelo.
ADELMO - (sempre più ingrifato) Che mutandine ti sei messa?
SABRINA - (c.s.) Quelle nere di pizzo.
ADELMO - (con la bava alla bocca) Stasera te le strappo a morsi e…
Adelmo si interrompe in quanto Bocca di Rosa ritorna al tavolo senza essere
riuscita a convincere Saracco.
BOCCA DI ROSA - (allargando le braccia) Non capisco… non vuole venire.
ADELMO - (esitando) Hem… signorina, c’è un motivo.
BOCCA DI ROSA - E sarebbe?
ADELMO - (c.s.) … Saracco non può entrare nell’osteria.
SABRINA - E perché?
ADELMO - Il brigadiere ha emesso un’ordinanza.
SABRINA - E che dice quest’ordinanza?
ADELMO - Hem… che ad accattoni, prostitute, extracomunitari e… pederasti è
vietato frequentare i locali pubblici di Sant’Ilario.
BOCCA DI ROSA - (fra sé sorridendo) Bene, ci siamo quasi tutti. (poi a Adelmo)
Adelmo.
ADELMO - Sì?
BOCCA DI ROSA - L’ordinanza stabilisce fino a dove arriva il suo “locale
pubblico”?
ADELMO - (incredulo) In che… senso?
BOCCA DI ROSA - (indicando il tavolo apparecchiato) La sua osteria finisce a
questo tavolo?
ADELMO - (perplesso) Sì, be’… mica posso occupare tutta la piazza!
BOCCA DI ROSA - Bene! Saracco, vatti a sedere sulla panchina! (a Sabrina) e tu
dammi una mano!
Saracco esegue. Bocca di rosa e Sabrina afferrano il tavolo apparecchiato e,
facendo attenzione, lo portano davanti alla panchina, poi tornano a prendere le
sedie ed infine si accomodano tutti e tre. Adelmo resta a bocca aperta.
BOCCA DI ROSA - (con un sorrisetto) Adelmo, se vuole prendere le ordinazioni,
noi siamo pronti!
Adelmo, ancora frastornato, si avvicina al tavolo.
BOCCA DI ROSA - Allora, per me: trenette e condiglione, (a Sabrina) Tu?
SABRINA - Piccagge e condiglione.
BOCCA DI ROSA - Saracco?
Saracco tiene gli occhi bassi senza avere il coraggio di dire nulla. Adelmo lo
guarda in cagnesco.
BOCCA DI ROSA - Be’? Ci sarà qualcosa che ti piace spero?
SARACCO - (intimorito) Sì… sì…
BOCCA DI ROSA - Hai sentito il menu?
SARACCO - (agitandosi come se volesse fuggire via) Sì…
SABRINA - Dai “sara”, che abbiamo fame!
SARACCO - (sempre ad occhi bassi) Po… posso?
BOCCA DI ROSA - Certo!
SARACCO - Allora… tutto.
Bocca di Rosa e Sabrina si guardano stupite.
BOCCA DI ROSA - Salute! Alla faccia dello stomaco!
SABRINA - Hei, non è che ti farà male?
Saracco, sempre intimorito scuote la testa.
BOCCA DI ROSA - Come vino abbiamo preso un “Cinque terre”, preferisci qualcosa
di diverso?
SARACCO - (timidamente) … Barbera.
SABRINA - Azz…acido solforico!
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Quindici gradi a sorso! (poi a Adelmo) Va bene
Adelmo, proceda!
ADELMO - (lanciando un’occhiataccia a Saracco) Vado e torno!
Adelmo entra nell’osteria.
BOCCA DI ROSA - Ho una fame!
SABRINA - (confusa) Era… tanto che non mi… sentivo così…
BOCCA DI ROSA - Così come?
SABRINA - (pensandoci un attimo) … tra amici.
BOCCA DI ROSA - Allora occorre un brindisi!
Bocca di Rosa versa il vino bianco a tutti.
BOCCA DI ROSA - (sorridendo a Saracco) Il Barbera te lo bevi poi da solo, ora
brindiamo con il bianco.
SABRINA - A cosa brindiamo?
Pausa. Poi Bocca di Rosa solleva il bicchiere.
BOCCA DI ROSA - (con solenne dolcezza) Al primo giorno del resto della nostra
vita!
Pausa emozionata. Sabrina la guarda incantata, poi tutti e tre bevono di gusto.
Sabrina fa per dire qualcosa quando dall’osteria esce Adelmo carico di piatti.
ADELMO - Eccoci qua… (comincia a servire) Trenette e piccagge per le nostre
signorine! (brusco a Saracco) A te ho portato tutto insieme, ok?
Saracco annuisce con il capo tenendo sempre gli occhi bassi. Adelmo finisce di
servire e stappa le bottiglie di vino.
ADELMO - Se vi serve qualcosa non avete che da chiamarmi.
Adelmo rientra nell’osteria.
SABRINA - Allora: buon appetito!
BOCCA DI ROSA - (allegramente) Buon appetito!
Bocca di Rosa e Sabrina iniziano a mangiare, Saracco resta immobile.
SABRINA - (a Saracco) Be’ non mangi?
SARACCO - (senza sollevare la testa) Scu… scusate… io.
Saracco afferra la gamella la posa sul tavolo e, un piatto per volta, rovescia
tutto il cibo nel contenitore infine lo chiude. Poi afferra la bottiglia se la
infila in una tasca, si infila qualche panino nell’altra e si alza. Le due donne
lo guardano esterrefatte a bocca aperta.
SARACCO - (togliendosi il passamontagna in segno di saluto) Scu… scusate…
grazie… buon appetito.
Saracco, con tutta la sua mercanzia si allontana e sparisce nel vicolo di destra
seguito dagli sguardi di Bocca di Rosa e di Sabrina.
SCENA QUINDICESIMA
BOCCA DI ROSA - (esterrefatta) Ma… che gli è preso?
SABRINA - Niente, Saracco è fatto così: metà del cervello gli si è sciolto in
vino.
BOCCA DI ROSA - Immagino… non ha avuto un’esistenza facile, (tristemente) la sua
è una delle tante storie dimenticate nelle pieghe della vita.
SABRINA - (stupita) Aspetta un momento! Conosci la storia di Saracco? Com’è
possibile?!
BOCCA DI ROSA - (sospirando) Poi te la racconterò… su, forza che si fredda!
Bocca di Rosa e Sabrina iniziano a cenare. Il brano “CREUZA DE MÄ” (5’52”),
cantata da Fabrizio De André, fa da sottofondo alla scena. Le due donne
conversano allegramente per tutta la cena. In un momento particolarmente
confidenziale Bocca di Rosa appoggia la mano sul braccio di Sabrina che,
leggermente turbata da quel contatto, cerca lentamente di prenderla fra le sue,
ma Bocca di Rosa elegantemente la ritrae, Sabrina resta un attimo delusa. Il
brano va avanti per un minuto accompagnando, idealmente, tutta la durata della
cena. Il brano sfuma e, dall’osteria, spunta Adelmo.
ADELMO - Le signorine desiderano ancora qualcosa?... Abbiamo: pandolce, risiny,
canestrelli…
SABRINA - (satolla) A me occorrerebbe della dinamite!
BOCCA DI ROSA - Grazie Adelmo, è stato tutto molto buono.
ADELMO - Caffè?
BOCCA DI ROSA - Per me no grazie, tu?
SABRINA - (ironica) Ma come? Non vuoi assaggiare la famosa lavanda gastrica
dell’osteria?
ADELMO - (protestando) Non è vero… ho anche la moka nuova!
Adelmo, recupera tutti i piatti e, indispettito, rientra nell’osteria.
BOCCA DI ROSA - Non lo strapazzare.
SABRINA - Anche lui è come gli altri: una delle tante mummie di questo cesso di
paese.
BOCCA DI ROSA - (secca) E tu perché ci vai a letto?
Sabrina, colpita nel segno, per un momento gioca imbarazzata con le posate senza
decidersi a rispondere.
SABRINA - (tristemente) Per non morire di noia… qui gli anni, le stagioni sono
tutte uguali, la speranza è morta da tanto tempo… è un mondo troppo piccolo,
incapace di immaginare che ci sia qualcosa di diverso al di là del mare… un
mondo piccolo e inutile.
Bocca di Rosa si alza e si avvicina a Sabrina piazzandosi alle spalle della
sedia della ragazza.
BOCCA DI ROSA - Hai mai pensato di andartene?
SABRINA - Oh, sì! Un’infinità di volte.
BOCCA DI ROSA - Perché non lo fai?
Pausa.
SABRINA - Perché… (esita, poi infervorata alzandosi in piedi) perché deve
esistere un modo per farli cambiare! Per farli svegliare! Perché si rendano
conto che la vita è tutta un’altra cosa! (si volta di scatto verso Bocca di
Rosa) Io… non mi do via come dici tu… io… io… adoro fare l’amore, ma qui non lo
capisce nessuno!
Poi Sabrina si volta di nuovo verso il pubblico dando le spalle a Bocca di Rosa
per non mostrare la forte emozione che l’ha invasa.
BOCCA DI ROSA - Hai mai provato a parlarne con qualcuno?
SABRINA - (ironica con gli occhi lucidi) Oh sì certo!… È come fare una lezione
di filosofia cinese in fiammingo ad un bergamasco nel mezzo di una festa indù!
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Forse sbagli metodo.
SABRINA - Conosco solo quello… è… il mio modo di dire al mondo che ci sono
anch’io!
Pausa. Bocca di Rosa sorride.
SABRINA - (sorridendo amara) È incredibile: l’unica persona che forse potrebbe
ascoltarmi, non c’è più con la testa.
BOCCA DI ROSA - Ti riferisci a Saracco?
SABRINA - Già, (si volta di scatto) ma veramente conosci la sua storia? Com’è
possibile?
BOCCA DI ROSA - Tanti anni fa passai qui un periodo della mia vita…
SABRINA - (stupita) Tu hai vissuto a Sant’Ilario?!
BOCCA DI ROSA - Sì, molti anni fa, prima che tu nascessi. Qualcuno mi raccontò
la sua storia, ma nessuno sapeva se era la verità o solo una balla.
SABRINA - (trascinandola sulla panchina) Ti prego racconta!
Pausa.
BOCCA DI ROSA - Pare che il suo vero nome fosse Rodolfo , si diceva addirittura
che, durante la guerra, fosse stato un pezzo grosso dell’esercito tedesco e
comandante di un battaglione acquartierato a Sant’Ilario. Pare che ricevette
l’ordine di far saltare tutta la collina e che vi si oppose salvando così il
paese. Per questo rifiuto perse la moglie e la figlia che si trovavano in
Germania… si dice che per ritorsione furono fatte decapitare. Lui si vendicò
uccidendo il tenente che aveva ordinato l’esecuzione della sua famiglia.
SABRINA - (esterrefatta) È… è terribile!
BOCCA DI ROSA - Forse è solo una leggenda, ma lui ritornò qui senza mai fare
parola di questa storia.
SABRINA - (colpita) Se così fosse… dovrebbero fargli un monumento!
Pausa.
BOCCA DI ROSA - Si è fatto tardi, sono un po’ stanca, se permetti vorrei
andarmene a nanna.
SABRINA - (guardandola intensamente) Certo, g… grazie.
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) E di che?
SABRINA - Della bella serata, della compagnia… di esserci.
BOCCA DI ROSA - È stata una bellissima serata anche per me.
Sabrina accarezza il viso a Bocca di Rosa, poi le dà un bacio sulla guancia.
SABRINA - (sussurrando) Buona notte.
Si alzano da tavola.
BOCCA DI ROSA - Buona notte principessa!
Da questo momento parte il brano “AMORE CHE VIENI AMORE CHE VAI”(2’39”) cantato
da Fabrizio De André o, in alternativa, da Franco Battiato che farà da
sottofondo a tutta la scena fino alla chiusura del sipario. Bocca di Rosa si
avvia lentamente verso l’osteria vi entra e, dopo un minuto, si affaccia alla
finestra e lancia un ultimo saluto a Sabrina che, fino a quel momento l’ha
seguita con lo sguardo, infine chiude la finestra. Sabrina, per un po’, continua
a guardare la finestra fino a quando la luce non si spegne poi, tristemente si
avvia verso il vicolo di destra. Sempre durante tutto il brano Adelmo ripone i
tavoli dell’osteria, spegne le luci, spegne la fila delle lampadine colorate e,
un attimo prima di chiudere il locale, fa cenno a Sabrina di raggiungerlo.
Sabrina lo guarda appena poi, senza rispondere, se ne va lentamente imboccando
il vicolo di destra.
SIPARIO
FINE DEL PRIMO ATTO
SECONDO ATTO
SCENA
La scena è la stessa del primo atto. Il brano “IL SOGNO DI MARIA” (4’07”) di
Fabrizio De André, (possibilmente strumentale), accompagna l’apertura del
sipario per sfumare un attimo prima dell’entrata di Saracco.
SIPARIO
SCENA PRIMA
Notte fonda. In scena sono accese solo alcune luci: il lampione, quelle nei
vicoli, l’insegna della stazione dei carabinieri e la piccola lampadina della
nicchia della madonnina. La fila delle lampadine colorate installate da Adelmo è
stata tolta. Altre luci potrebbero essere lasciate accese o spente a discrezione
della regia. Un tavolo dell’osteria è rimasto fuori con due sedie appoggiate
sopra rovesciate. Dal vicolo di sinistra arriva barcollando Saracco, è
completamente ubriaco, ha in mano la bottiglia di Barbera quasi vuota e una
vecchia coperta sulle spalle, biascicando e storpiando parole e musica,
canticchia il brano “ATTENTI AL GORILLA!” (3’00”) di Fabrizio De André.
SARACCO - Sulla piazza d’una città
la gente guardava con ammirazione
un gorilla portato là
dagli zingari di un baraccone.
Con poco senso del pudore
le comari di quel rione
contemplavano lo scimmione
non dico dove, non dico come.
Attenti al gorilla!
D’improvviso la grossa gabbia
dove viveva l’animale…
Ovviamente Saracco canta solo la parte della canzone sufficiente a farlo
arrivare sotto la nicchia della madonnina. Arrivato all’angolo, si appoggia per
non cadere, solleva la bottiglia, la guarda, la scuote per vedere se c’è ancora
vino, si attacca, ne beve un sorso, si pulisce la bocca con la manica ed emette
un sonoro rutto.
MARIA - Salute!
SARACCO - Hic… grazie… era solo un sospiro… il Barbera mi intrisitisce… mi
intiritisce… sì insomma… mi mette il magone… hic!
Saracco beve ancora un sorso.
MARIA - Non ti farà male tutto quel vino?
SARACCO - (biascicando) Non gliene frega un casso a nessuno di Saracco! … Sai
quanto me ne frega a me!... Non c’è nessuno che aspetta Saracco… e Saracco non
aspetta nessuno! Hic!... Era meglio se facevo saltare tutto per aria… così
spariva questo schifo di paese e tutto il resto… me compreso!... BUM!... fanculo
tutto!
Pausa.
SARACCO - Lo sai quanto tritolo ci vuole? (fa un conto sulle dita) Almeno venti…
venticinque casse! Hic! Roba da… far franare in mare mezza Liguria!
In quel momento (o durante lo svolgimento della scena precedente a discrezione
della regia) si apre la porta dell’osteria, Adelmo si affaccia circospetto, si
guarda intorno per accertarsi che non ci sia nessuno, rientra dentro e ne riesce
subito per due volte di seguito: prima con una scala e poi con una grossa
scatola di cartone. Velocemente appoggia la scala sulla facciata della
chiesetta, apre la scatola, tira fuori un fascio di petardi quindi sale sul
tetto della chiesa e si mette ad armeggiare intorno alla campana. Il piano di
Adelmo è legare i petardi al batacchio della campana in modo che, alla prima
scampanata di Don Amilcare, succeda un putiferio.
SARACCO - (guardando la madonnina) Lo sai come funziona il tritolo?
Nessuna risposta.
SARACCO - Aspetta che… hic… te lo spiego.
Saracco si infila la bottiglia in tasca, entra nella piazzetta deposita le
coperte sulla panchina e si guarda intorno. Scorge la scatola lasciata da Adelmo
davanti all’osteria, si avvicina, vi guarda dentro perplesso, allunga una mano,
afferra un petardo e lo osserva incuriosito, poi vede la scala appoggiata alla
chiesetta, se ne impossessa, la trascina fino all’angolo della nicchia della
madonnina, l’appoggia al muro e vi sale sopra fino a trovarsi con il viso
all’altezza della statuetta. Prima di parlare, si sfila la bottiglia di tasca e
beve un ennesimo sorso di vino.
SARACCO - (mostrando il petardo) Vedi? Hic… il tritolo più o meno è così!
MARIA - (con voce sofferente) Oh signore! Che hai mangiato?
SARACCO - Non farci caso… la cucina di Adelmo… è un po’ pesante.
MARIA - Pesante? Con quell’alito potresti fare una saldatura a stagno!
SARACCO - Dunque… ti dicevo… hic: si prende l’esplosivo… si fa una fila di buchi
nella roccia… hic… si incastra il tritolo nei fori, si ricopre tutto… ci si
allontana a distanza di sicurezza… e poi… BUM!... fanculo tutto!
Nel fare “BUM” Saracco fa il gesto dell’ombrello con la bottiglia nella mano
destra, così alcuni schizzi di vino vanno a finire addosso alla statuetta.
MARIA - (protestando) Saracco! Sput… sput!
SARACCO - Scu… scusami… ich…
Saracco, con il dorso della manica, cerca di pulire alla meglio la statuetta.
SARACCO - È Barbera… un po’ di vino non ti farà male.
MARIA - (urtata) Il problema non è quello!
SARACCO - (ridacchiando) A San Giovanni Bosco giù nel vicolo dietro la chiesa…
ich!... il Barbera piace.
MARIA - (c.s.) Ci credo! È piemontese! Io non sono nemmeno italiana!
SARACCO - E… di dove sei?
MARIA - (sospirando) Nazareth, Galilea… medio oriente.
SARACCO - Allora… non puoi stare qui... ich!
MARIA - E perché?
SARACCO - Per l’ordinanza del brigadiere: puttane, finocchi, barboni e… (si
impappina) exstre… etraco… excomu… sì insomma, quelli lì… devono sloggiare dal
paese… ich!
MARIA - (irritata) Non se ne parla nemmeno! Sono già emigrata una volta in
Egitto e mi è bastato!... E non andavo certo a Sharm el Sheikh!
SARACCO - (guardando meditabondo il petardo che ha ancora in mano) Brava… ich!
Piuttosto un bel botto!
Durante tutta la scena precedente Adelmo, dopo aver piazzato il primo gruppo di
petardi, allunga un piede giù dal tetto della chiesa in cerca della scala per
scendere, non trovandola, risale, si volta, si affaccia e si accorge allarmato
che la scala non c’è più. In alternativa questa scena potrebbe svolgersi in
contemporanea con quella in cui Saracco si impossessa della scala, cioè: come
Adelmo allunga il piede mentre Saracco toglie la scala dal muro.
ADELMO - Maledizione! Dove diavolo è finita?
Adelmo comincia ad aggirarsi carponi sul tetto della chiesa nel tentativo di
capire che fine ha fatto la scala e di trovare un altro modo per poter scendere.
Saracco scende dalla scala guardando ancora il petardo che ha in mano, prende la
scala e la riporta davanti all’osteria. Guarda di nuovo dentro la scatola,
guarda ancora il petardo che ha in mano, resta un attimo pensoso, infine si
impadronisce della scatola.
MARIA - Dove vai?!
SARACCO - (allontanandosi) BUM!... Fanculo tutto!
Saracco con la scatola in braccio, barcollando e bevendo un ennesimo sorso dalla
bottiglie, esce di scena imboccando il vicolo di destra.
SCENA SECONDA
Mentre Adelmo si aggira ancora per il tetto, dal vicolo di sinistra arriva
trotterellando Addolorata, ha il capo coperto da una sciarpa. Passando davanti
alla nicchia della madonnina si fa il segno della croce senza sollevare lo
sguardo verso la statuetta. Il quello stesso istante Adelmo, sempre dal tetto
della chiesetta, si affaccia dalla parte della piazzetta e scorge la moglie che,
circospetta, si avvicina al portone della chiesa.
ADELMO - Addolorata?! Dove diavolo va a quest’ora?
Addolorata si guarda intorno per accertarci di non essere vista, quindi bussa
alla porta della chiesa. Un secondo dopo Don Amilcare apre uno spiraglio della
porta.
ADDOLORATA - (sussurrando) Sono venuta a confessarmi.
DON AMILCARE - (c.s.) Su, presto, entra figliola.
Addolorata entra, Don Amilcare lancia un’occhiata guardinga alla piazzetta e
richiude subito.
ADELMO - (stupito) Ma tu guarda questa! A forza di baciare pile sta diventando
matta!
Si apre la porta della farmacia ed esce Zugna con fare circospetto, indossa solo
i calzoni della divisa e la camicia bianca aperta sul petto, per un effetto
comico un lembo della camicia gli esce dalla patta dei calzoni aperta. Zugna si
guarda intorno per accertarsi che non ci sia nessuno, si avvicina alla porta
dell’osteria e bussa piano.
ZUGNA - (sussurrando) Adelmo!
Niente.
ZUGNA - (c.s.) Adelmo, maledizione, esci fuori!
Adelmo si affaccia dalla sommità della chiesa.
ADELMO - (sussurrando) Che c’è?!
Zugna si guarda intorno perplesso, senza capire da dove proviene la voce.
ZUGNA - (c.s.) Ma… dove diavolo…?
ADELMO - (c.s.) Sono qui sopra!
Zugna, seguendo la voce, finalmente lo scorge.
ZUGNA - (esterrefatto) Ma… che cazzo ci fai lì?!
ADELMO - Affari miei… tu non ti preoccupare… piuttosto aiutami a scendere.
ZUGNA - E come hai fatto a salire?
ADELMO - Con la scala.
ZUGNA - Quale?
ADELMO - Quella dietro a te!
ZUGNA - (perplesso si volta e la scorge) Ma…?
ADELMO - È stato quell’imbriaco rincoglionito di Saracco a spostarla… riportala
qui!
Zugna esegue. Adelmo, prima di scendere dalla scala, sfila la corda della
campana dal campanile e la lascia ciondolare lungo la facciata della chiesa.
Zugna osserva perplesso l’operazione. Adelmo, scende la scala e, arrivato
all’ultimo scalino, goffamente scivola finendo addosso a Zugna, i due cadono per
terra con la scala addosso facendo un gran baccano.
ADELMO - Shhhhhh! Maledizione!
ZUGNA - Maledizione lo dico io! Mi sei crollato addosso!
ADELMO - Eri tu che dovevi tener ferma la scala! Porcaccio mondo!
ZUGNA - (guardando verso la chiesa) Che cosa stavi facendo lì sopra? Perché hai
tirato fuori la corda della campana?
ADELMO - Il cornacchione non deve scampanare.
ZUGNA - E perché?
ADELMO - Devo prima finire una cosa! Tu piuttosto, mi avevi detto:
(scimmiottando Zugna) “alle dieci fatti trovare qui!”
Le persiane della finestra della camera di sinistra si dischiudono lentamente e
spunta il viso di Bocca di Rosa che, svegliata dal rumore, accortasi di chi si
tratta, si mette ad ascoltare.
ZUGNA - (sorvolando) Shhhh!... Non ho potuto liberarmi, (sussurrando) Cinza
diventa sempre più esigente… e io non so più cosa inventarmi con mia moglie, per
fortuna si è addormentata!... La sventola è in camera?
Bocca di Rosa, sorride, spalanca le persiane, chiude i vetri e accende la luce
della camera.
ADELMO - Sì da un bel pezzo, ma ormai starà dormendo…
ZUGNA - (guardando verso la finestra della camera) No guarda! È ancora
sveglia!... (perplesso)… o si è appena alzata!
ADELMO - Che ti frega! Andiamo su presto!
Zugna si precipita verso l’osteria, Adelmo lo trattiene.
ADELMO - Brigadiere, vedi di fare meno baccano! Se erano ladri a quest’ora ti
avevano già rubato la caserma sotto il naso!
Adelmo apre la porta dell’Osteria e i due entrano. Un attimo dopo Adelmo
spalanca la finestra di destra, mentre attraverso i vetri di quella di sinistra
si vede la silhouette di Bocca di Rosa che, con movimenti sensuali, inizia un
lento spogliarello. Zugna e Adelmo, nella stanza di destra, cominciano a
litigare per spiare dal buco della serratura.
ZUGNA - Fammi vedere!
ADELMO - Aspetta… l’idea è stata mia!
ZUGNA - Che cosa vedi?
Pausa.
ADELMO - (ingrifato con la lingua di fuori) Mmmmm, roba da infarto!
ZUGNA - (lo spinge via) Fammi vedere accidenti!
Pausa.
ZUGNA - (ingrifato) Oh cavolo! Questa è roba da luci rosse!
La scena continua a soggetto per un paio di minuti. I due, litigando, continuano
ad alternarsi spiando Bocca di Rosa dal buco della serratura.
SCENA TERZA
Si accende la luce della farmacia, un attimo dopo si apre la porta e spunta
Cinzia, indossa una vestaglia sexy semi-trasparente, calza un paio di ciabatte
ed ha i capelli scarmigliati ed ha in testa ha il cappello da carabiniere di
Zugna, si capisce che si è appena svegliata. Cinzia apre con circospezione la
porta della farmacia e si guarda intorno.
CINZIA - (fra i denti) Ma dove diavolo s’è cacciato?
Cinzia azzarda un passo fuori dalla farmacia guardandosi ancora intorno.
CINZIA - (sussurrando) Maledizione brigadiere! Dove sei?! (fra sé) Vuoi vedere
che è già rientrato in caserma! Brutto fetente!
Zugna e Adelmo, al primo piano dell’osteria, continuano a discutere a soggetto
alternandosi per spiare al buco della serratura della camera di Bocca di Rosa.
Cinzia si accorge che la porta dell’osteria è aperta, ma la luce è spenta. Si
avvicina circospetta e sbircia dentro.
CINZIA - (sussurrando) Gaetano sei qui? Rispondi!
Al piano superiore Zugna, sente Cinzia che lo chiama e sobbalza.
BRIGADIERE - (allarmato) Per le chiappe del generale si è svegliata!
(agitandosi) Se non mi faccio vedere succede un pandemonio!
Zugna si affaccia, la vede e si ritira di scatto. Nello stesso istante Cinzia
solleva lo sguardo, vede i movimenti di Bocca di Rosa in controluce e, pur non
vedendo né Zugna né Adelmo, si rende conto della situazione. Indispettita, si
piazza con i pugni sui fianchi davanti all’ingresso dell’osteria. Un secondo
dopo Zugna esce. Nello stesso momento la luce della camera si spegne, un secondo
dopo si apre uno spiraglio della finestra e appare il viso di Bocca di Rosa che
segue divertita la scena. Dal vicolo di destra, camminando lentamente, arriva
Sabrina, è abbattuta e immersa nei suoi pensieri.
CINZIA - (furente) Dove sei andato?!
BRIGADIERE - (confuso) E… mi… mi era venuta sete, Adelmo sta ancora sistemando
l’osteria… (cambiando tono) Mica potevo bermi uno sciroppo della farmacia!
(cercando di girare le carte in tavola) E tu che ci fai mezza nuda in piazza?!
CINZIA - (c.s.) Non cambiare discorso! Te lo do io lo sciroppo! VIENI DENTRO
MARCH!
Zugna, ancora ingrifato dalla visione di Bocca di Rosa, decide di cambiare
tattica.
BRIGADIERE - Mmmmm… vieni qui bella cavallona che ti pastorizzo!
Zugna rincorre Cinzia che, emettendo gridolini di eccitazione, entra correndo
nella farmacia. La porta si chiude e, attraverso il vetro della porta, si vedono
le silhouette dei due che si rincorrono, infine la luce si spegne e si sentono
gridolini e sospiri di piacere. Bocca di Rosa chiude la finestra.
SCENA QUARTA
Sabrina arriva nella piazzetta nello stesso istante in cui si chiude la porta
della farmacia. Bocca di Rosa, dallo spiraglio della finestra, la vede arrivare,
sorride e richiude. Sabrina si avvicina tristemente all’ingresso dell’osteria,
butta un’occhiata dentro infine si appoggia al battente di sinistra (visto dalla
parte del pubblico) della porta, poi scorge la corda della campana che penzola
lungo la facciata della chiesa, si avvicina, la guarda, sorride e scuote la
testa. Un attimo dopo dalla porta esce Adelmo quasi correndo, senza accorgersi
di Sabrina, si porta al centro della piazza e guarda in su verso la finestra
della stanza di Bocca di Rosa.
ADELMO - (tra i denti) Azz… ha spento! Quei due deficienti hanno fatto un
baccano d’inferno!
SABRINA - (sorridendo ironica) È stato interessante lo spettacolo stasera?
Adelmo sobbalza accorgendosi della presenza della ragazza.
ADELMO - C… che ci… fai qu… qui a que… quest’ora?
SABRINA - (stringendosi nelle spalle) Poco sonno e troppi pensieri.
Adelmo è terrorizzato al pensiero che Sabrina si accorga di ciò che sta
succedendo nella farmacia.
ADELMO - Pe… pensieri?
SABRINA - (sospirando) Forse gli stessi che non fanno dormire né te né qualcun
altro stanotte?
ADELMO - Che dici?... Io… io dovevo finire di sistemare il locale…
SABRINA - A quest’ora?
ADELMO - Hem… si… mi sono svegliato presto…
SABRINA - (ridacchiando) Diciamo che non sei ancora andato a letto. Tranquillo
non dirò nulla in giro.
ADELMO - (in un tentativo di protesta) Co… cosa vuoi dire?
SABRINA - (sorridendo) Che spiare le clienti è lo sport preferito tuo e del tuo
compare brigadiere.
ADELMO - (cercando una scappatoia) È… è stato lui a… incaricarmi di controllare
i fo… forestieri che soggiornano a Sant’Ilario…!
SABRINA - Dal buco della serratura?
Adelmo decide di cambiare tattica.
ADELMO - (intrigante) Hei, perché non ce ne andiamo dentro?
SABRINA - A fare che?
ADELMO - (avvicinandosi ingrifato) Vuoi che te lo dica, o preferisci che ti
faccia un esempio pratico?
Pausa. Sabrina lo guarda con commiserazione
SABINA - Ma non sei stanco?
ADELMO - (fraintendendo) Stanco?
La abbranca palpandola ingrifato come non mai, Sabrina cerca di divincolarsi. Si
riapre di nuovo uno spiraglio della camera con Bocca di Rosa che segue la scena.
ADELMO - Ogni volta che mi passi sotto il naso mi fai venire il sangue alla
testa! Mi fai venire voglia di prenderti a morsi… di strapparti i vestiti di
dosso… di…
SABRINA - (riuscendo a divincolarsi) E lasciami! (pausa, poi più calma) Ma non
ti accorgi che noi non abbiamo mai condiviso niente?
ADELMO - (stupito) Ma… come?
SABRINA - (con voce stanca e amareggiata) Oh sì certo: un retrobottega, la
penombra, qualche sospiro, qualche orgasmo, un po’ di fluidi corporei... tanta
noia (sorridendo ironica) praticamente: il festival dello squallore!
Poi si avvicina lo guarda intensamente infervorandosi nel parlare e facendolo
indietreggiare.
SABRINA - (sfogandosi) Hai mai conosciuto la smania di dividere l’aria?! Il
desiderio di sentire anche solo il respiro di chi ti sta vicino?! Il continuo
bisogno di superare i propri limiti per annullare ogni confine che ti divide
dalla passione?! Il volersi annullare insieme nel fiume della vita?! CRISTO
ADELMO! MA NON TI ACCORGI CHE NON FACCIAMO ALTRO CHE RECITARE?! CHE QUESTO BUCO
DI PAESE È IL TEATRINO DI UNA FARSA CHE PUZZA DI RANCIDO DA UN’ETERNITÀ!
ADELMO - (esterrefatto e frastornato) Ma io… tu…?
SABRINA - (infervorata) Ma non ti viene voglia di prendere il toro per le
corna?! Di salire su una nave?! (indicando dalla parte del pubblico) Di scoprire
quello che c’è oltre questo mare?! DI RIDERE, DI PIANGERE, DI DIVENTARE PARTE DI
QUALCOSA DI GRANDE?!
ADELMO - (perplesso) Hei, non è che ti sei fumata qualcosa o ti sei fatta per
caso?
Pausa. Adelmo non ha capito nulla e a Sabrina cadono letteralmente le braccia.
SABRINA - (amareggiata) Sì, sono drogata persa!
ADELMO - (allarmato) Sta… stai scherzando?
SABRINA - (sfogandosi) Sì! Mi voglio fare e strafare dell’unica droga di cui
valga la pena intossicarsi: (pausa, poi solenne) LA VITA!
Durante tutta la scena precedente comincia ad albeggiare. Adelmo la guarda senza
capire nulla. Sabrina si avvicina alla corda della campana e l’afferra.
ADELMO - (sussurrando terrorizzato) Ferma accidenti! Non toccare quella corda!
Adelmo accorre verso Sabrina che lo ferma con un gesto.
SABRINA - (sorridendo) Sai, hai avuto una bella idea, forse questo è l’unico
modo perché Sant’Ilario si scuota da sé stesso e cominci a vivere.
ADELMO - (allarmato) NOOOOO!
Sabrina tira energicamente la corda.
SCENA QUINTA
Si sente il rintocco timido di una campana, poi un altro ma, immediatamente
dopo, un putiferio di scoppi, di fischi, di lampi e di fumo sconvolge la scena.
Sabrina scoppia a ridere, Bocca di rosa pure. Adelmo è terrorizzato. Un attimo
dopo dalla farmacia escono di corsa spaventati Zugna e Cinzia. Si spalanca la
porta della chiesa e Don Amilcare esce di corsa in mutande. Zugna impugna la
pistola d’ordinanza.
SCENA SESTA
Il putiferio finisce. Il fumo aleggia ancora per la scena, qualcuno tossisce.
Nessuno si rende ancora conto di quello che è successo, tutti sono stravolti.
Lentamente il fumo si dirada, gli animi si calmano un po’, tutti si guardano tra
loro spaventati, compreso Adelmo che non si aspettava un baccano così imponente.
Sabrina, rimasta appoggiata al muro della chiesa con la corda in mano, li guarda
tutti con commiserazione. La stessa cosa fa Bocca di Rosa affacciandosi dalla
finestra della sua camera.
ADELMO - (fra sé balbettando rintronato) Oddio… chi po… poteva… immaginare tutto
‘sto casino!
DON AMILCARE - (balbettando) Bri… ga… di… ere! Che co… cosa sta facendo… che è
su… successo?
Zugna, preso in contropiede, si guarda un attimo intorno e cerca di rovesciare
la situazione.
ZUGNA - PRESTO AL RIPARO! DA QUESTA PARTE! SIAMO SOTTO ATTACCO!
Tutti, frastornati dall’allarme lanciato da Zugna accorrono vicino all’ingresso
dell’osteria raggruppandosi alle sue spalle.
ZUGNA - STATE GIÙ!
Tutti si accucciano. Zugna, preso dalla foga guerriera, rovescia il tavolo
facendo un gran fracasso e si trincera dietro il ripiano rivolto verso la
chiesa.
ADELMO - (alzandosi in piedi frastornato e preoccupato) Il mio ta… tavolo…!
Quattro braccia lo afferrano e lo costringono ad accucciarsi di nuovo.
ZUGNA - (infervorato non si rende conto di quello che dice) Una banda di
terroristi deve essersi trincerata all’interno delle chiesa! Reverendo c’era
qualcun altro oltre voi?
DON AMILCARE - (deglutendo) La si… signora A… Addolorata... la stavo
confessando… è rimasta blo… bloccata nel co… confessionale.
ZUGNA - ZITTI! Non dobbiamo farci individuare! Probabilmente chiederanno un
riscatto…
ADELMO - (smarrito) Un ri… riscatto?
ZUGNA - … qualcuno deve raggiungere la stazione e dare l’allarme! Dobbiamo
resistere fino all’arrivo dei rinforzi…!
SABRINA - (con un ghigno) I Sioux potrebbero attaccare!
ZUGNA - (senza rendersene conto) I Sioux potrebbero attaccare e…
SABRINA - (ridacchiando) Dovete avvertire il generale Custer!
ZUGNA - … dobbiamo avvertire il generale Cu…
Zugna si rende conto dell’assurdità della situazione e si zittisce di colpo.
Tutti restano fermi per un secondo, poi lentamente tutti insieme si alzano in
piedi.
CINZIA - (cercando anche lei di darsi un tono) Sabrina! Che… cosa fai… qui a
que… quest’ora?!
SABRINA - (ridacchiando) Aspetto il settimo cavalleggeri.
ZUGNA - (a Sabrina) VIENI VIA DI LÌ, È PERICOLOSO!
ADELMO - (insospettito) Un momento! (poi al parroco) Avete detto che mia moglie
è rimasta bloccata nel confessionale?
DON AMILCARE - (confuso) S… sì…
ADELMO - E che ci faceva dentro il confessionale al vostro posto? (poi
guardandolo) E da quando in qua confessate in mutande?
Pausa imbarazzata.
SABRINA - (con un ghigno) Chiediamolo a Addolorata!
Sabrina tira di nuovo la corda della campana e un ultimo petardo esplode sul
tetto della chiesa. Tutti, eccetto Sabrina, si accucciano di nuovo, mentre la
porta della chiesa si spalanca e Addolorata, spaventata e mezza vestita, esce di
corsa dalla chiesa.
SCENA SETTIMA
ADDOLORATA - (spaventata) AIUTOOO, I BANDITI, I BRIGANTI, GLI ASSASSINI MI
AMMAZZANO, MI VIOLENTANO!
Addolorata si ferma ansante al centro della piazzetta appoggiandosi alla
panchina. Adelmo si alza in piedi guardandola esterrefatto.
ADELMO - A… addolorata… che ci fai in chiesa mezza nuda?
Solo in quel momento Addolorata si rende conto del poco che ha indosso.
ADDOLORATA - Hem… I PIRATI! SONO VENUTI DAL MARE! HANNO TENTATO DI RAPIRMI! MI
HANNO STRAPPATO I VESTITI DI DOSSO! VOLEVANO VIOLENTARMI (poi meno convinta) A…
aiuto!
ADELMO - (rabbuiandosi) Addolorata, i pirati non esistono più!
ADDOLORATA - Ha sì… e da quando?
SABRINA - (ridacchiando) Da almeno quattro secoli!
ADDOLORATA - (cercando di darsi un tono) A me nessuno mi ha avvertito! E… allora
chi erano quelli? Forse… (non sapendo più che pesci prendere indica Cinzia) Lo
vedi! Lo vedi! Hanno tentato di rapire anche lei!
CINZIA - (stando al gioco) Sì… sì… si sono introdotti nella farmacia e…
ADELMO - (furente) MACCHÈ PIRATI! (poi guardando torvo Zugna) Lo so io chi è che
si introduce nella farmacia!
CINZIA - (cercando di zittirlo) ADELMO!
ADELMO - (a Addolorata indicando Don Amilcare) VORREI SAPERE CHE CAZZO CI VAI A
FARE ALL’ALBA IN CHIESA CON QUESTO CORNACCHIONE!
DON AMILCARE - (inalberandosi) COME TI PERMETTI?!
ADELMO - SPIEGAMELO TU REVERENDO?!
DON AMILCARE - (impacciato) Io… io devo accogliere tutte le pecorelle che
cercano il signore!... a qualsiasi ora!
Dal vicolo di sinistra, barcollando frastornata, si avvicina Filomena.
ADELMO - (velenoso) … e, visto che all’alba fa freddo, le fai accomodare
direttamente dentro il confessionale?!
DON AMILCARE - NON TOLLERO QUESTE INSINUAZIONI!
ADELMO - Attento reverendo che se è vero quello che penso, ti infilo tutta la
tua scorta di ostie nell’ano!
SABRINA - (ridendo) Un sedere a salvadanaio! Fantastico!
ADELMO - (infuriato ad Addolorata) ORA MI SPIEGHI TUTTO!
Adelmo si avvicina furibondo a Addolorata e, in un controscena mimico e muto,
chiede spiegazioni alla moglie, agitandosi e scuotendola.
SCENA OTTAVA
FILOMENA - (prima di sbucare sulla piazza) A… aiuto aiuto! stanno sparando in
piazza! Sono arrivati i banditi…
Filomena svolta l’angolo, ma la scena che le si presenta, la blocca sbigottita
proprio sotto madonnina. Adelmo smette di maltrattare Addolorata.
FILOMENA - (a bocca aperta guardandoli) Arrivano i bandi…, ma… ma che su…
succede qui?
SABRINA - (seria) Prima c’è stato un attacco dei Sioux, che si sono rivelati
pirati e hanno violentato la farmacista, poi sono entrati nel confessionale e si
sono ripassati Addolorata e forse anche Don Amilcare. Il brigadiere ha compiuto
delle gesta eroiche finché è non arrivato il Generale Custer il quale, avendo
sbagliato film, se n’è andato subito così il brigadiere ha respinto da solo
l’attacco!
ZUGNA - (frastornato) S… sì… sì!
FILOMENA - (c.s.) Ma co… come siete combinati? Gaetano… che fa… fai mezzo
spogliato?
ZUGNA - Hem… l’attacco mi ha colto di sorpresa… e non ho fatto in tempo…
Filomena, si avvicina a Zugna e a Cinzia minacciandoli.
FILOMENA - (fra i denti furibonda) TU… TU E QUESTA… CAGNA! ERA UN PEZZO CHE
SOSPETTAVO… (a Cinzia) SEI UNA PUTTANA, COME TUA FIGLIA CHE SI FA SBATTERE DA
QUEL FETENTE! (indicando Adelmo)
ZUGNA - (a Filomena) Posso spiegarti tutto…!
FILOMENA - MA STAI ZITTO!
CINZIA - (infuriata alla figlia) SABRINA, VOGLIO UNA SPIEGAZIONE!
ADDOLORATA - (cadendo dalle nuvole) CHE COSA?! E TU OSI ACCUSARE ME?!
ADELMO - E COSA DOVEVO FARE MENTRE TE LA FACEVI CON IL PRETE DENTRO IL
CONFESSIONALE?!
A questo punto: Zugna, Cinzia, Addolorata, Adelmo e Don Amilcare, iniziano una
feroce litigata a soggetto, mentre Sabrina li guarda tutti con commiserazione.
Bocca di Rosa fa altrettanto poi chiude la finestra rientrando in camera.
Filomena indietreggia inorridita davanti al misero spettacolo della discussione,
corre sotto la nicchia della madonnina, si fa il segno della croce, alza gli
occhi verso la statuetta e trasecola: la statuetta all’apparenza piange sangue,
in realtà si tratta degli schizzi di Barbera lasciati da Saracco. Filomena cade
in ginocchio con le mani giunte.
FILOMENA - (sconvolta) AHHHHHH!
Tutti in scena si fermano.
ADELMO - Che succede?
FILOMENA - (c.s.) G… guardate!
Tutti, eccetto Sabrina, si avvicinano all’angolo e guardano esterrefatti la
statuetta.
ADDOLORATA - MIRACOLOOO!
ADELMO - LA STATUA DELLA VERGINE PIANGE SANGUE!
DON AMILCARE - (impaurito) Preghiamo fratelli e chiediamo perdono per i nostri
peccati!
FILOMENA - OH SIGNORE! QUESTO È IL SEGNO DELLA TUA COLLERA!
ADDOLORATA - Come potremo ottenere il tuo perdono?!
MARIA - (alla quale gli schizzi di Barbera hanno fatto effetto) Hic!
Tutti si guardano perplessi fra loro per capire chi ha il singhiozzo, poi il
gruppetto si inginocchia, solo Zugna resta in piedi impietrito. Sabrina, vedendo
che Bocca di Rosa ha chiuso la finestra, si avvicina velocemente all’entrata
dell’Osteria, fa l’atto di salire le scale, ma si ferma confusa e decide di
aspettarla all’ingresso del locale. Dal vicolo di destra lentamente arriva
barcollando Saracco: si è legato intorno alla vita tutti i petardi presi dalla
scatola, deciso a farsi saltare per aria. Al momento si vede solo un grosso
rigonfiamento sotto il giaccone.
DON AMILCARE - (alzandosi poi teatrale) Fratelli, abbiamo molto peccato! La
santa vergine Maria sta piangendo lacrime di sangue e questo è il segno che il
perdono di dio è lontano! Dobbiamo raccoglierci in preghiera ed accettare tutte
le prove che il signore ci vorrà mandare: d’ora in poi dare una sincera prova di
contrizione e di pentimento sarà il nostro solo e unico scopo!
TUTTI - Sì, sì, pentiamoci!
Tutti chinano il capo in atto di preghiera.
MARIA - Hic!
DON AMILCARE - (seccato) Siamo qui per pregare, quindi se qualcuno ha il
singhiozzo è invitato ad andarsene!
Filomena solleva lo sguardo scrutando la statuetta.
FILOMENA - (sospettosa) A me questi santi non mi convincono!
TUTTI - Shhhh!
FILOMENA - (seccata) Sì, sì… va be’!
Filomena si rimette a pregare a testa bassa come gli altri. Zugna, confuso e
frastornato dagli avvenimenti, si trascina verso l’osteria crollando sfinito su
una delle sedie. Nel frattempo Saracco, ancora ubriaco e barcollante, entra
nella piazza e sale in piedi sulla panchina. Nessuno si accorge della manovra.
SCENA NONA
SARACCO - (biascicando a voce alta) BRUTTI PIDOCCHI FETENTI! PENSAVATE DI AVERLA
FATTA FRANCA… hic?!
Soltanto Sabrina e Zugna sollevano appena la testa.
SARACCO - (c.s.) QUESTA VOLTA… HIC… SARETE VOI AD ASCOLTARE… L’URLO DI SARACCO!
Saracco si toglie il giaccone e appaiono tutti i petardi legati con uno spago
intorno alla vita come una cartucciera. A prima vista sembra un vero terrorista
kamikaze. Zugna, lo guarda di nuovo, vede il petardi, crede che si tratti di
dinamite, inorridisce e balza in piedi. Anche il gruppo, risvegliato dalle urla,
smette di pregare, solleva lo sguardo verso Saracco.
ZUGNA - (allarmato) SARACCO, FERMO LÌ! CHE COSA VUOI FARE?!
SARACCO - (ridacchiando) Te lo faccio vedere io brigadiere… hic… così ti libero
subito la pa… panchina!
SABRINA - (preoccupata) Saracco che fai?!
ZUGNA - ATTENTI NON VI AVVICINATE, QUELLO È TRITOLO!
Tutti urlano. Il gruppetto si rifugia dietro l’angolo della madonnina. Sabrina,
spaventata, ma non convinta del gesto di Saracco, si limita ad osservarlo
riparandosi un po’ dietro l’ingresso dell’osteria. Zugna prova a fare l’eroe.
ZUGNA - (tremando) Saracco… (deglutisce) sta… stai calmo… ora scendi che… che ti
aiuto a to… toglierti quella roba…
SARACCO - FACEVATE SCHIFO NEL ’43… HIC… E ORA FATE ANCORA PIÙ SCHIFO! ERA MEGLIO
SE… FACEVO VENIRE GIÙ TUTTO ALLORA!... Hic!
ZUGNA - (c.s. sudando) Saracco… vedrai che si sistemerà tutto… vieni giù, ti
prometto che nessuno ti darà più fastidio…
SARACCO - Non gliene frega un casso a nessuno di Saracco! … e Saracco non
aspetta nessuno! Hic!... BUM! (poi amaramente)... e fanculo tutto!
Al “BUM” di Saracco tutti sobbalzano per lo spavento meno Sabrina che,
dall’Osteria, osserva incuriosita il barbone.
ZUGNA - (impaurito e sudato) Sa… Saracco… ce… cerca di calmarti, ora conto fino
a tre… al mio tr… tre scendi dalla panchina… ok?
SARACCO - Brigadiere… vai al diavolo!
Saracco si fruga in tasca, tira fuori una scatola di fiammiferi,
ZUGNA - (c.s.) SARACCO… COSA VUOI FARE? METTI VIA QUEI FIAMMIFERI!
Tutti, meno Sabrina, cominciano ad agitarsi e impaurirsi, tutti urlano a
soggetto alla volta di Saracco. Il barbone accende un fiammifero, lo avvicina
alla miccia principale che comincia a sfrigolare.
SARACCO - (urlando) FANCULO TUTTO!
Zugna fa qualche altro tentativo a soggetto di convincere Saracco, poi anche lui
si rifugia dietro l’angolo. Sabrina, perplessa, fa qualche passo verso Saracco.
Tutti urlano a soggetto implorando a Saracco di fermarsi. Cinzia scorge Sabrina
che si avvicina al barbone.
CINZIA - (disperata) SABRINAAAA! VIENI VIA!
Cinzia fa per precipitarsi verso Sabrina, ma il gruppo la trattiene. Un secondo
dopo una gran fumata si sprigiona dai petardi investendo Saracco. Tutti, eccetto
Sabrina, urlano aspettando il botto. In scena si fa silenzio. Alcuni attimi dopo
il gruppetto impaurito è ancora rannicchiato dietro l’angolo. In scena si
sentono solo i colpi di tosse di Saracco. Sabrina si avvicina al barbone gli
sfila un petardo e osserva l’ordigno.
SABRINA - (a parte a Saracco) La prossima volta, se vuoi farti saltare in aria,
adopera il tritolo e non i petardi di Adelmo e magari evita di sbrodolarli con
il Barbera altrimenti la polvere si bagna e fa cilecca! (pausa) Su, vecchio mio,
vieni che ti aiuto a scendere.
Sabrina aiuta Saracco a scendere dalla panchina quindi lo fa sedere sulla
panchina. Saracco è affranto e abbattuto.
SABRINA - (a Zugna) Brigadiere… il pericolo è passato!
Tutto il gruppetto, prendendo lentamente coraggio, si alza e si avvicina
sconcertato.
SABRINA - (a parte a Zugna) Brigadiere cerca di aver rispetto per la sua
disperazione. Tu non l’hai ma conosciuta!
ZUGNA - (impacciato) Io…
DON AMILCARE - (rivolto a tutti) Hem… la santa vergine ha fatto il miracolo!
Quest’uomo ci ha fatto capire che le nostre preghiere sono state ascoltate…
Tutti si guardano fra loro e annuiscono. Sabrina li guarda con commiserazione e
alza gli occhi al cielo scoraggiata.
DON AMILCARE - (solenne) … la vita di quest’uomo è stata risparmiata… questo è
il segno che i nostri peccati sono stati perdonati! Dobbiamo ringraziarlo poiché
ci ha fatto ritrovare la strada della fede…
Tutti approvano a soggetto. In quel momento Bocca di Rosa esce dalla porta
dell’osteria con la sua valigia, la posa a terra e si ferma ad ascoltare.
Nessuno si accorge della sua presenza.
SABRINA - (a parte) … e vi ha fatto cagare sotto dalla paura!
DON AMILCARE - (c.s.)… d’ora in poi dovremo essere degni della fiducia che il
signore ci ha concesso… e promettere a lui ma, soprattutto, a noi stessi che
faremo tutto il possibile per tenere lontano il peccato. Andiamo in chiesa a
rendere grazie al signore!
Tutti approvano a soggetto cominciando ad avviarsi verso la chiesa.
SCENA DECIMA
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Buon giorno!
Il gruppetto, trovandosi improvvisamente Bocca di Rosa di fronte, si blocca.
Filomena si stacca dal gruppo avvicinandosi minacciosa.
FILOMENA - (sibilando furente) Tu… tu… hai portato solo sventura e scompiglio
nel nostro paese, hai sconvolto il decoro e la rispettabilità della nostra
comunità… TU DEVI SPARIRE DA SANT’ILARIO!
BOCCA DI ROSA - (sorridendo ironica) Moi!
ADDOLORATA - (furente) La tua sola presenza è uno scandalo per il paese!
CINZIA - (furente) Ma stai tranquilla non lo faremo noi, (poi solenne) ci
penserà l’ordine costituito! (a Zugna) vero brigadiere?!
ZUGNA - Io… io…
TUTTE LE DONNE - (a soggetto) Sì… sì… te ne devi andare!
Bocca di Rosa diventa seria, aggrotta le sopracciglia e si avvicina a Cinzia. Il
gruppo tace. Bocca di Rosa guarda attentamente Cinzia.
BOCCA DI ROSA - (a Cinzia) Per caso, anni fa, avevi una parente con l’incarico
di moralizzatrice del paese…?
CINZIA - Co… cosa vu… vuoi dire?
BOCCA DI ROSA - … che si era accollata la missione di individuare puttane,
finocchi, drogati e altra mercanzia del genere e di segnalarla all’autorità?
CINZIA - (per un attimo non sa che dire, poi fiera) Mia zia Alfonsa sapeva molto
bene quello che faceva! E SE SANT’ILARIO OGGI HA UNA SUA DIGNITÀ QUESTO È ANCHE
MERITO SUO!
Bocca di Rosa si rilassa e sorride.
BOCCA DI ROSA - Lo dicevo che mi ricordavi qualcuno! Ecco come si chiamava! Me
lo sono chiesto per anni.
ZUGNA - (perplesso) Tu… conoscevi Alfonsa?
Pausa. Bocca di Rosa si avvicina a Zugna sorridendo.
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Ma come, brigadiere, non ricordi?
ZUGNA - (guardandola intensamente) Io…
BOCCA DI ROSA - Eppure fosti tu da carabiniere vent’anni fa, insieme ad un tuo
commilitone, ad accompagnarmi al treno come se dovessi andare al patibolo.
Ricordi?
ADDOLORATA - (esterrefatta) Eri tu?!
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Sì, ero io. Eravate convinti di liberarvi di un
flagello, di una maledizione…
FILOMENA - (sbottando) ANDASTI A LETTO CON TUTTI! NON TE NE FREGAVA NULLA CHI
DEI NOSTRI UOMINI ERA SPOSATO O NO!
BOCCA DI ROSA - Una volta sparita la “tentazione” il peccato cessò?
FILOMENA - Come… ?
DON AMILCARE - (sentendosi chiamato in causa) Certo! Da allora la nostra
comunità è…
SABRINA - … diventata di uno squallore abissale!
BOCCA DI ROSA - E come la mettiamo con un Brigadiere che si vede con una
farmacista alle due di notte? Forse si tratta di una nuova terapia per lupi
mannari?
ZUGNA - Io…
CINZIA - Ma…
BOCCA DI ROSA - … e con un prete che confessa alle sei di mattina con la
peccatrice dentro il confessionale? Il Vaticano non fornisce più il gasolio per
riscaldamento? E con un oste che fa le pulizie fino alle tre di mattina, ma…
FILOMENA - BASTA COSÌ, TU NON HAI IL DIRITTO DI…
BOCCA DI ROSA - (parlandole sopra e interrompendola) IO NON HO IL DIRITTO DI
COSA?! VENT’ANNI FA MI AVETE CACCIATO DA QUESTO PAESE PER COSA? PERCHÉ NON
SAPEVATE TENERVI STRETTI I VOSTRI UOMINI?! PERCHÉ INVECE CHE RIGIRARVELI TRA DI
VOI, COME AVETE FATTO FIN’ORA, ERA UNA PUTTANA A RUBARVELI?! E MAGARI… (cercando
di calmarsi) e magari quella puttana era riuscita a regalar loro quel po’ calore
che nessuna di voi avrebbe mai potuto dare?!... e lo fece… senza chiedere nulla.
(pausa) Il giorno che mi sbatteste sopra il treno ricordo ancora la gente che mi
salutava, qualcuno aveva gli occhi lucidi, ma nessuna di voi era alla stazione,
(sorridendo) nemmeno per accertarsi che non scendessi dall’altra parte del
treno… ricordo anche un cartello, ma il treno partì e lessi solo la parola
“Primavera”… sapete, mi sono sempre chiesta cosa ci fosse scritto. (pausa poi
guardandoli tutti) Sono passati vent’anni e non è cambiato nulla, vi siete
rinchiusi tutti nel vostro bozzolo di rispettabilità. Avete sempre saputo ciò
che accadeva sotto il vostro naso, ma vi siete negati all’evidenza e, alla fine,
siete rimasti prigionieri di una pacata, tranquilla e monotona tristezza,
dimenticando completamente che… ogni essere umano è parte di qualcosa di grande!
Durante tutto il monologo di Bocca di Rosa, Saracco e Sabrina si sono avvicinati
a Bocca di Rosa, la divorano con gli occhi e bevono ogni sua parola.
SARACCO - (esterrefatto) Se… sei tu!
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Sì, sono io.
SARACCO - Ero io quello del cartello!
BOCCA DI ROSA - (spalancando gli occhi) Davvero?!
SARACCO - Sì… perché te ne andasti?
BOCCA DI ROSA - Lo sai, non fui io a deciderlo, (poi ansiosa) ti prego: dimmi
cosa c’era scritto in quel cartello?
SARACCO - Che… insieme a te se ne andava la primavera.
Pausa. Bocca di Rosa sorride beata.
BOCCA DI ROSA - Oh, Saracco, è… bellissimo!
SARACCO - Resta… oppure dimmi dove vai!
BOCCA DI ROSA - (sorridendo) Tranquillo, le nostre strade si incroceranno di
nuovo.
Bocca di Rosa fa una carezza sul viso di Saracco, resta un attimo a guardarlo
intensamente negli occhi, poi recupera la valigia e infine li guarda tutti, il
gruppo è in silenzio, immobile con la testa abbassata e lo sguardo smarrito.
BOCCA DI ROSA - Mi dispiace, non posso fare più nulla per voi e finché non
alzerete la testa e capirete che esiste un mondo intorno a voi, nessuno potrà
fare nulla.
In scena si spandono le note de “LA CANZONE DELL’AMORE PERDUTO”(3’40”) di
Fabrizio De André (possibilmente in versione strumentale), Bocca di Rosa si
sposta sotto la madonnina, uno spot le illumina mentre sul resto della scena
cade la penombra.
SCENA UNDICESIMA
BOCCA DI ROSA - (alla madonna) Sono venuta a salutarti.
MARIA - Sì… sì…
BOCCA DI ROSA - Che ti succede?
MARIA - (con voce scombussolata) Niente… mi gira la testa…
BOCCA DI ROSA - Ci credo, sei tutta sporca di vino! (facendo il gesto di
avvicinarsi) Aspetta che ti pulisco.
MARIA - Ti prego, stai ferma per carità!
BOCCA DI ROSA - E perché?
MARIA - Già gridano al miracolo… non vorrei che anche loro si avvicinassero
troppo… e sentissero l’alito!
BOCCA DI ROSA - (ridendo) E magari ti prendono anche la pressione!
MARIA - Però… mica male il Barbera di Adelmo!
BOCCA DI ROSA - (irritata buttando uno sguardo al gruppo) Magari servisse a
scuotere anche loro!
MARIA - Lasciali stare, hai depositato un seme nelle loro anime, forse
occorreranno altri vent’anni, ma un giorno quel seme germoglierà e allora si
renderanno conto che vivono in una grande foresta insieme a molti altri semi
germogliati prima di loro. In quel momento capiranno.
BOCCA DI ROSA - (calmandosi) Fai in modo che non debba passare troppo tempo.
MARIA - Non sono io che posso farlo, ma… quelle come te…
Bocca di Rosa sorride.
MARIA - (facendo la finta burbera) Ora non ti montare la testa!
BOCCA DI ROSA - (lanciandole un bacio) Ciao e… lascia stare il Barbera!
MARIA - Ciao “pasionaria”!
Bocca di Rosa si allontana dall’angolo della madonnina, guarda per un’ultima
volta il gruppo e, senza dire niente, afferra la valigia e si allontana verso la
stazione.
SCENA DODICESIMA
Sabrina la raggiunge di corsa e la ferma.
SABRINA - Aspetta… dove vai?
BOCCA DI ROSA - (sorridendo e scrollando le spalle) A cercare l’estate!
Sabrina è quasi disperata.
SABRINA - (con gli occhi lucidi) Vengo via con te!
BOCCA DI ROSA - (accarezzandole il visto) Se lo desideri veramente, verrà anche
per te il momento di allontanarti dal gelo di questa monotonia, ma ora devi
restare, (indicando il gruppo) lo devi fare per loro, qualcuno deve farglielo
capire.
In scena si spandono le note di “INVERNO”(3’28”) di Fabrizio De André che, da
questo momento, faranno da sottofondo a tutto il finale della commedia (si
consiglia una versione strumentale o quella interpretata da Franco Battiato).
Sabrina, concitata e con il pianto in gola, cerca di convincere Bocca di Rosa a
restare.
SABRINA - Allora resta anche tu… sta arrivando l’inverno, ma finirà… morirà
anche la neve… tornerà il sorriso, l’amore ci passerà di nuovo accanto… sparirà
la nebbia… tornerà la luce, tornerà il vento caldo dell’estate… ri… ritroveremo…
le gioie che avevamo perso! Ti prego… non la… lasciarmi sola!
BOCCA DI ROSA - (dolcemente) Devi imparare che nessuno è solo su questa terra, e
quando l’avrai fatto, devi insegnarlo a loro.
Senza dire altro Bocca di Rosa, fa un’altra carezza a Sabrina che cerca di
trattenerle la mano, infine si volta e esce da sinistra entrando nella stazione.
Nello stesso momento si sente il fischio del treno e uno sbuffo di fumo esce
dalla sinistra della scena.
SCENA TREDICESIMA
Sabrina, avvilita, resta ferma a guardare Bocca di Rosa che esce di scena.
Saracco si avvicina alla ragazza.
SABRINA - (con il pianto in gola) Saracco, chi era quell’angelo?
SARACCO - Non conosco il suo nome… ricordo solo che tanti anni fa… la chiamavano
“Bocca di Rosa”
Si sente di nuovo il fischio del treno, un altro sbuffo di fumo compare da
sinistra. Sabrina si volta di scatto, guarda tutto il gruppo, appoggia la mano
sulla spalla di Saracco che la guarda e annuisce lentamente con la testa.
Sabrina si volta di nuovo verso la stazione, infine esce di corsa da sinistra
per salire sul treno. Lo sferragliare del treno che si allontana e la musica
accompagnano la chiusura del sipario.
SIPARIO
FINE