Confessioni di un broker
di
Elisabetta Fiorito
ATTO I
Scena 1
Studio di Stefano semibuio. Tavolo con sopra il computer che è leggermente
spostato sulla destra del protagonista per fare vedere meglio Stefano quando è
seduto. Scrivania in legno scuro, megagalattica e poltrona da studio in pelle
nera. Telefono fisso sulla sinistra insieme allo schermo con titoli azionari,
radio. Sotto la scrivania sulla sinistra cassettiera, sulla destra frigo bar.
Fronte scena a destra del protagonista: un divano di pelle e un tavolino con un
posacenere, una scatola di sigari chiusa, il taglia sigari e una foto di una
donna bionda, appoggiata sul divano una sacca da golf. Prima quinta a destra, la
finestra, seconda quinta la porta. Vicino alla prima quinta a sinistra, una
lavagna a fogli utili quando lui spiega i mutui subprime nel secondo atto.
Vicino alla seconda quinta a sinistra presumibilmente c’è il bagno. Fondo scena:
un quadro con yacht di lusso.
Parte la sigla del giornale radio. Radio: Apriamo con la borsa. Crolla Wall
Street in apertura, il Dow Jones segna meno 5 per cento. Si pronostica il crollo
peggiore dal 1929. Pesa la crisi dei mutui subprime negli Usa e subito le borse
europee vengono trascinate al ribasso, il Mibtel perde l’8 per cento. Il
presidente del consiglio suggerisce: meglio bloccare i mercati, poi però
smentisce...
Luci on. Stefano vestito con cappotto, giacca, cravatta, camicia, canottiera,
pantaloni, calzini, scarpe e boxer. E’ importante che abbia tutti questi
elementi. Ha in mano una 24ore che lancia sul divano, poi con ancora il cappotto
addosso, si mette al tavolo e poggia due telefonini ultima generazione. Stefano
abbassa la radio, tira un pugno sul tavolo e accende il computer per controllare
i titoli azionari...
Squilla un telefono. Ogni volta che squilla un telefono ha un suono diverso e
Stefano non sa mai qual è.
Ah, direttore, certo che sono preoccupato. Speriamo duri poco, lo sapevamo che
stava per arrivare... Non me l’aveva detto lei di investire in mutui subprime?
Be’ difficile dire quanto scoperto, soprattutto adesso che la borsa crolla a
picco. Addirittura? L’amministratore delegato? Tra quanto? Il presidente in
persona chiede le cifre... Torna appositamente dalle Bahamas? Chi
l’amministratore delegato o il presidente? Ah sì, certo, sarà anche un po'
abbronzato immagino... Niente, pensavo solo a voce alta.
Stefano attacca il telefono, si toglie il cappotto e lo lancia sul tavolo.
No, non me lo dovete dire voi. Lo so già. Sono nei guai. Ho un'ora sola per
salvarmi. Lo sa pure lui che rischiamo il fallimento. La crisi non doveva
arrivare così in fretta. Speravamo in qualche altro mese di respiro. Anche nel
'29, i segnali c'erano da mesi, dalla primavera, ma nessuno li prese in
considerazione fino al fatidico 29 ottobre. Perché?
Passeggia avanti e indietro. Sottofondo di musica Charleston...
Mettiamola così. E' l'avversione alle perdite propria dell'essere umano. Anche
quando perdiamo cerchiamo sempre di trasformare la sconfitta in vittoria. Anche
adesso, lo sapevamo che avremo perso e invece abbiamo insistito che avremo
vinto, contro il buon senso, la logica e la matematica....
Si alza e guarda verso la quinta di destra dove presumibilmente c'è la finestra.
Si mette seduto sul divano, si versa un bicchiere di acqua minerale
Cosa avrei fatto se fossi stato un broker nel '29? Magari avrei fatto attenzione
alla moda. Da dieci anni le gonne erano corte e la borsa continuava a salire. E'
ovvio che prima o poi le gonne si sarebbero allungate e la borsa sarebbe scesa.
E' una vecchia favola borsistica, ma funzione sempre. La lunghezza delle gonne è
inversamente proporzionale all'andamento della borsa... Diamo un'occhiata alle
gonne in sala. Non vedo molte minigonne... Butta male...
Stacchetto musicale Charleston
In America o si vince o si perde. Quindi quel fatidico martedì 29 ottobre 1929
uno come me non avrebbe avuto altra chance che buttarsi giù da un grattacielo di
Wall Street. Ma non siamo nel '29 e nemmeno in America. Qui a Milano ci sono
problemi etici e logistici. La nostra è una società cattolica che contempla il
perdono...
Si alza e guarda verso la quinta di destra. Squilla il telefono
No, non si preoccupi, dottor Salvi. Non ce n'è motivo. Adesso tutti vendono
presi dal panico, ma è proprio questo che dobbiamo evitare. E' una crisetta,
passeggera, come la bolla dot.com, si ricorda quando fallirono le maggiori
società di internet? Questo è niente, questa è una tempesta in un bicchier
d'acqua, passerà in un lampo. No, ma quali conseguenze sull'economia reale...
Qui in Italia non abbiamo investito in mutui subprime. Quale recessione! Dia
retta a me, si tenga i suoi derivati finanziari. Non faccia l'errore di
venderli. La borsa si riprenderà. Ha visto, il governo sta già pensando a misure
per contenere i danni... Stia tranquillo, ci siamo noi a pensare a lei...
Attacca e va a prendere una mazza da golf
Si, lo so, la verità è ben diversa. La buriana è arrivata e noi non possiamo far
altro che esserne travolti. Malgrado tutto, però, dobbiamo imprimere ottimismo.
L'economia si basa sull'ottimismo. Anche la durata della crisi dipende solo da
noi. Ma il bello è che anche la formazione della crisi dipende solo da noi... da
me e da voi, dagli esseri umani...
Sussurra e studia il tiro con la mazza da golf
Basta infatti che un investitore in una remota parte del mondo decida che il
mercato degli immobili in America salirà che calcoli di illustri speculatori
dimostreranno inesorabilmente che il mercato salirà....
Prende una pallina da golf e la mette al centro della scena...
Non so perché ma sento il vostro sguardo su di me. Che dovevo fare? Dirgli che
ha perso tutto? Che vantaggio ne avrei? Laverei solo la mia coscienza per un
po'. E lui che vantaggio ne avrebbe? Si dispererebbe senza motivo, tanto i soldi
li ha già persi... Ma poi non ha un po' di colpa anche lui? Perché acquistare
azioni di un prodotto che non si conosce? Perché? Lo so io perché... Per
guadagnare soldi facili senza nessuna fatica... Perché lavorare stanca e in
Italia stanca ancora di più...
Fa per tirare la pallina poi si ferma...
Non vi aspettavate mica che ve la tirassi, vero? Non oserei mai, ma avete mai
pensato che anche voi avete bisogno di uno come me? Sì, per guadagnare soldi
facili occorre uno come me, un semplice intermediario perché i soldi, badate
bene, mica sono i miei, sono i vostri...
Indica vagamente dietro
Soldi che fanno da volano all'economia anche dove non ci sarebbero i
presupposti, mutui che, in America, vengono offerti a chi non può permetterselo.
Notizie della Radio
Radio: Borse sempre più giù, a nulla sono valse le misure prese nel week-end al
meeting delle banche centrali. Wall Street perde l’8 per cento. Ai nostri
microfoni, Fabrizio Romimberti, editorialista del Sole24ore. “La bolla
speculativa si è spezzata, purtroppo precedentemente avevamo già definito i
derivati armi finanziarie di distruzione di massa, mi dispiace aver avuto
ragione...
Squilla un telefonino. Stefano va alla scrivania
Sì, amministratore, sto preparando la relazione, tra un'ora salirò e la
informerò di tutto. Ci sarà da ballare un po’, cerco di non essere pessimista,
già stanno intervenendo le banche centrali con un tasso del denaro più basso.
Sì, ho sentito. Ottima idea quella di fermare i mercati, magari era meglio
esprimerla a mercati chiusi, ma si sa è un uomo impulsivo.
Attacca, sospira e tira la pallina dentro la quinta
E' chiaro: mi vogliono mettere in mezzo. Hanno bisogno del famoso capro
espiatorio. Primo tra tutti il mio capo. Lo sa benissimo che siamo fuori di
brutto, ma fa finta di niente, tanto lui non rischia nulla.
Lascia la mazza e cerca sotto il mobiletto
Ma dov’è? Dove l'ho messa? Eccola, nel congelatore c’è sempre...
Tira fuori una bottiglia, versa il contenuto in un bicchierino, torna a sedersi
sul divano, beve il contenuto del bicchiere, schiocca le labbra...
Vodka polacca, la migliore. Quando l’hanno fabbricata per la prima volta non
erano comunisti così
Mostra il pugno destro
Ma comunisti così...
Mostra tutti e due i pugni di fronte alla platea e si allenta la cravatta
Alla faccia del comunismo che non era concorrente sul mercato.
Prende un sigaro dalla scatola sul tavolino
Coiba, il migliore sigaro del mondo prodotto dall’ultima fabbrica comunista del
mondo!
Lo odora e lo accende. Gli dà due boccate!
Com’era bello, essere comunisti. Si poteva scegliere tra le migliori vodka, i
migliori rum e i migliori sigari.
Un beep irrompe nell’ufficio. E’ l’allarme antifumo. Squilla il telefono fisso.
Stefano spegnendo il sigaro e agitando le mani. Apre la finestra sulla quinta
laterale a destra
Le leggi antifumo sono contrarie alla democrazia, le segretarie pure. Spiano
solamente.
Stefano va alla scrivania e risponde al telefono
No, Vanessa, no, non ho acceso il sigaro, non so perché l’allarme è suonato.
Il beep smette
Ma adesso ha smesso, senti? E’ che sono così ipersensibili questi allarmi che
non capisco. No, non sto fumando. Lo so che mi fa male... Sì, lo so che il
medico mi ha detto che ho la pressione alta. Non me lo devi ricordare ogni
volta, tesoro.
Cambiando tono
Bene allora, mi hai preparato la cartella per la riunione? Perfetto, è tra
un'ora… Un po’ meno, quaranta minuti. Mi raccomando i grafici...
Stefano attacca e si rimette seduto sul divano slacciandosi la cravatta, si
versa e beve il secondo bicchiere di Vodka che rimette nel frigobar
Ma ci pensate? Ci pensate a quale ingiustizia nei confronti di una minoranza? La
legge antifumo! Proposta dal governo di destra, votata trasversalmente! Quando
c'è da votare un divieto, gli italiani non si sa perché si ricompattano...
Stefano mettendosi sdraiato sul divano sorseggiando Vodka…
Vodka polacca. La cortina di ferro. Le calze di nylon. La piazza rossa. La mia
gioventù.
Si sentono le note dell'internazionale. Stefano inizia a camminare avanti e
dietro davanti al divano con i mano la mazza da golf
Eh, quando ero giovane, ero rivoluzionario. Un giovane che non è stato
rivoluzionario non è mai stato giovane. E’ stato uno di quei ragazzini che a
scuola gli altri prendono un po’ in giro. Uno di quelli che obbedisce ciecamente
a mamma e papà per poi restare da solo in camera da letto a fissare il soffitto.
No, io non ero così. Ero un ribelle, un amatore, un rivoluzionario. A 20 anni,
credevo sostanzialmente che il capitalismo sarebbe franato sulla disuguaglianza
sociale, che la forbice tra le classi si sarebbe allargata sempre di più e che
avrebbe causato la famosa crisi generale teorizzata da lui, da Karl Marx. Alla
fine ci sarebbe stata la rivoluzione morbida, la rivoluzione made in Italy,
soft, democratica che includeva il perdono e magari sancita dal voto popolare.
In un colpo le urne avrebbero spazzato via la democrazia cristiana e i suoi
ministri ottuagenari. Un regime diverso dallo stalinismo, senza le esagerazioni
della dittatura del proletariato, un nuovo stato economico cattocomunista dove
Gesù e Karl non divergevano, ma anzi creavano l’armonia a colpi di Rimmel...
Qualcosa che rimane tra le pagine chiare e le pagine scure...
Scuote la testa e si alza per andare a controllare le quotazioni al computer
Ormai sono solo pagine scure... Senza più bisogno del rimmel! Eppure, i calcoli
che avevamo fatto erano di tutt'altra natura... Come mai ci siamo sbagliati?
Come mai siamo arrivati qui? Non può essere colpa della matematica, sono i
calcoli ad essere sbagliati. La matematica non può tradirci. La matematica non
tradisce mai...
Sbatte un pugno sul tavolo
Tutto nella mia vita è partito dalla matematica. La adoravo, la veneravo, la
consideravo al di sopra e al di là di ogni cosa. Ma ero nato nel paese
sbagliato. La matematica in Italia non viene studiata. Viene subita. Ci viene
detto sin dall'infanzia che non abbiamo un cervello matematico. Abbiamo un
cervello fantasioso. Eccelliamo nell'arte, nella musica, un po' meno nella
letteratura, ma non certo nella matematica. Che autentica idiozia.
Si rimette seduto sul divano
Dove può andare un paese in cui lo studio della matematica è da sempre un
souvenir, alla faccia di Galileo ed Enrico Fermi? Può scivolare all'ultimo posto
dell'unione europea, ecco dove siamo finiti. Dove può andare una nazione in cui
la maggior parte delle persone d’età adulta non sa fare una divisione a due
cifre, ma che dico, ad una cifra e dove occorre il Nintendo e Nicole Kidman per
ricordarci che il cervello non si sviluppa se non ragiona su numeri... o meglio
su speculazioni... meglio ancora su bolle speculative...
Si alza, allarga le braccia e riprende la mazza da golf. Studia di nuovo un tiro
verso il pubblico
Sì, adesso siete tutti pronti a mettermi alla gogna. Ma quando la bolla
speculativa si sta per formare, non è che gli investitori, grossi o piccoli,
dicono di fermarmi. Qualcuno di voi mi ha mai telefonato per domandarmi: i fondi
che ho sottoscritto che rischio comportano? E' troppo elevato rispetto al tasso
di mercato? E' troppo pericoloso? Mi rovino? Qualcuno mi ha mai detto di
fermarmi? Solo adesso arrivano le telefonate, come quelle del dottor Salvi, ma
fino a ieri niente...
Lancia la pallina verso la quinta
Figurati, fino a che la bolla sale, si fanno i soldi. E siete tutti contenti.
Quando la borsa tira, nessuno vuole uscire dal gioco. Poi la bolla esplode,
arriva la crisi e qualcuno ci deve rimettere. Ma andiamo non fate gli ingenui!
Cosa volete che importa a loro di quattro miseri risparmiatori come voi? Niente,
non gli importa niente. Le banche devono suddividere il rischio. Non si vende
più denaro senza nulla in cambio. Non esistono i banchieri dei poveri, non siamo
mica nel terzo mondo, non gli importa di aiutare lo sviluppo. Le banche vi danno
denaro solo se comprate qualche pezzo di carta, vi prestano i soldi solo se
investite in fondi finanziari... E io sono solo colui che ve li deve vendere...
Si rimette seduto e si sentono le note dell'Internazionale.
Da giovane ero un puro, un idealista, uno che credeva in un mondo migliore.
Purtroppo, però, in Italia essere giovani ed essere puri sono due condizioni che
non rendono. In questo paese non si arriva al successo prima dei 60 anni sempre
che ci si arrivi e non si investe nella ricerca. Presi atto tristemente che
iscriversi a matematica o a fisica era inutile. L'unica soluzione era un
compromesso: iscriversi ad economia e commercio, magari con indirizzo
finanziario. Ma economia e commercio non era una facoltà rivoluzionaria. Era
appannaggio di chi non credeva nelle battaglie ideologiche, di chi privilegiava
l’applicazione pratica, di chi voleva inserirsi nel sistema e aspirava a
diventare commercialista con camicia celeste e giacca blu.
Squilla l’altro telefonino con uno squillo diverso. Stefano si alza, va alla
scrivania e risponde.
Sì, tesoro. No, lo so che la borsa sta crollando. Non ti preoccupare. Non è
niente, sono le oscillazioni del mercato… La radio ha detto che è il peggior
crollo dal ’29? Ma che ne sanno i giornalisti! La maggior parte di loro è
laureata in lettere, peggio in filosofia! Non li stare a sentire, più la notizia
è drammatica, più fanno ascolti. Certo che andiamo a Miami a capodanno, ci puoi
scommettere. No, la casa non ha mutui, tanto meno subprime. Cosa credi che sono
un cretino? Ma perché ti angosci? Non abbiamo una rata che è una. Noi compriamo
cash, non abbiamo bisogno di indebitarci, sappiamo come funziona il mercato. Non
avevi la lezione di idro-byke? Sei così contenta quando ci vai, al ritorno sei
così rilassata… Ottima idea, stasera a cena fuori, pesce, il migliore in Italia,
qui a Milano… Baci e buon allenamento!
Si sente di sottofondo l'attacco di Moonlight serenade. Poi squilla il telefono
fisso
Benissimo, i grafici sono pronti. No, non venire Vanessa, non oggi, ti prego.
Non fare i capricci. Non è giornata. Li prendo io prima di andare
dall’amministratore delegato...
Luci off. Moonlight serenade.
atto 2
Luci on. Stefano è alla lavagna.
Cercherò allora di spiegarvi cosa sono i mutui subprime, così come lo spiegherò
tra poco all'amministratore delegato che ovviamente lo sa benissimo, ma fa finta
di non saperlo. Del resto, basta cliccare su You-tube...
Moonlight serenade. Stefano prende la bacchetta indicando un cartellone diviso
in due: nella parte superiore ci sono dei quadrati e dei nomi sotto dalle quali
partono delle frecce dentro un contenitore dove ci sono altri piccoli quadrati e
c'è scritto: mutui ad alto rischio
Partiamo da un esempio. Ci sono Gino, Ivano, Jessica e Samanta che a malapena
riescono a pagare l'affitto degli appartamenti disastrati dove vivono... a
Corviale o Quartoggiaro, senza offesa per nessuno. Cosa avviene in Italia?
Chiedono un mutuo in banca senza garanzie, il direttore della filiale gli fa una
risata in faccia e tutto finisce lì. E se invece Aivan, Jessica, Samantha
rigorosamente con il th and Giano andassero a chiedere un mutuo alla filiale di
uno sperduto stato americano, tipo il South Dakota che nessuno ricorda dove sia,
e fossero poveri quanto Gino, Ivano, Jessica e Samanta, cosa succederebbe?
Surprise, anzi subprime. In America, non devi nemmeno andarci in banca! Arriva
un agente immobiliare davanti alla casa fatiscente dove vivi e ti chiede, te la
vuoi comprare? In Italia tu pensi, manco morto, tienitela pure, questa alla
prima scossetta di terremoto della scala Mercalli vacilla, ma che dico crolla,
non ci penso minimamente... Ma in America non funziona così. Tu vuoi possedere
quella casa dai muri scrostati, così decadente da non essere nemmeno vera, anzi
da essere di cartone... E dici sì, yes I can, me la comprerò malgrado tutto.
L'agente immobiliare si sfrega le mani e i mutui scadenti finiscono dentro un
fondo gestito dalla banca che rivende i titoli in pacchetti preconfezionati a
malcapitati risparmiatori...
Gira il foglio, moonlight serenade. L'immagine è un tondo che contiene una serie
di piccole caselle che mettono insieme tutti i mutui subprime
Prima operazione: lifting. Gli cambiano nome. Nessuno comprerebbe mutui scadenti
e quindi, per fregarvi meglio, la banca ne sceglie uno altisonante. Li chiama,
non so, fondi d'investimento strutturale, mutui strutturali d'investimento,
oppure investimenti strutturali ad alta redditività. E così che alla fine
veniamo chiamati in causa noi a vendervi titoli che espongono un valore
nominale, ma che in realtà non valgono nemmeno il foglio su cui sono stampati.
Titoli di cui nemmeno noi sappiamo più i contenuti, ma che sono resi appetibili
dalla carta intestata del vostro fidato istituto bancario e dal sorriso del
vostro consulente finanziario, ovvero io! Delizioso nel mio completo blu con
camicia celeste, non devo far altro che raccogliere la vostra firma sul
contratto che voi firmerete ad occhi chiusi, confusi dallo strano alfabeto delle
triple A e B. Ma anche io non ne so nulla! Sono un semplice venditore cui hanno
affidato un prodotto da collocare per guadagnare le royalties e la mia unica
colpa è quella di avere fretta perché è venerdì e devo correre al circolo per la
mia partita a golf!
Si rivolge verso il pubblico.
Vi vedo confusi. Non ci avete capito niente? E' chiaro, non dovete capirci
niente, è una truffa, altrimenti che truffa è. Poco importa allora che basta una
crisi, un calcolo sbagliato, una lieve flessione del mercato che Gino, Ivano,
Samantha e Jessica debbano sloggiare dalla casa fatiscente e si ritrovino a
dormire nell'auto di famiglia.
Riprende un altra mazza da golf e un'altra pallina. Inizia a parlare
sottovoce...
Tanto per essere chiari, vi informo che tra poco scoppierà la bolla delle carte
di credito americane nient'altro che odierni strumenti di tortura per vendere a
debito. Cosa vi fa credere che un oggi senza soldi, possa miracolosamente
trasformarsi in un domani di fulgida ricchezza? Se oggi non avete una lira,
domani sarà ancora peggio. Guardate le carte di credito italiane. Compro oggi e
pago il mese prossimo, ma questo mese non posso spendere niente perché sto
ancora pagando quello che ho speso il mese scorso. Non è un meccanismo perverso?
Certo. Ma se non si spende, non si esce dalla crisi, il paese si ferma, il mondo
si ferma, allora è necessario vendere, vendere, vendere e se non si può spendere
oggi meglio ipotecare le spese future... Che bisogno avete di possedere un
intero armadio di scarpe? Nessuno, ma se non si compra, nessuno le fabbricherà,
non ci sarà più lavoro e moriremo tutti di fame. E quando nemmeno i beni
materiali bastano più, si fabbricano quelli immaginari, titoli di carta che i
poveri malcapitati come voi, acquisteranno da un miserabile broker come me, per
cercare di diventare più ricchi e ricominciare a spendere. E' questo il
capitalismo, null'altro!
Si sentono le note dell'internazionale
Da giovane, ne ero certo. Il capitalismo era un meccanismo perverso destinato a
fallire e io non avevo dubbi. Fino a quella notte tra l'8 e il 9 novembre 1989.
Quando invece, per un contrattempo della storia, a fallire fu il comunismo. Fu
quella notte che crollò il muro di Berlino e, guarda un po' il caso, crollò
anche grazie al papa polacco. Ergo Dio non era comunista, forse non l'aveva
presa bene quando Karl l'aveva definito una sovrastruttura. E lui si era
vendicato richiamando in guerra le armate del vicario in terra che di colpo
avevano spazzato via i bolscevichi e ripristinato la religione di stato. Ergo io
avevo scelto la parte sbagliata!
Si sentono le note dell'internazionale con il finale distorto. Stefano si
rimette seduto sul divano.
Fu allora che la parte grigia del mio cervello, prese il sopravvento. In un
mondo che crollava che senso aveva continuare ad essere comunista? E poi di
coloro che frequentavano economia e commercio nessuno era ma che dico comunista,
nemmeno di sinistra. E' una facoltà di pragmatici - spiegavo entusiasta a Luisa,
il mio giovane amore, che non aveva preso per niente bene il mio voltafaccia.
Qui ci sono persone che hanno il senso della realtà - ribadivo io - e poi non mi
dovevi lasciare? Non avevi detto che ero un po' troppo borghese per i tuoi
schemi? Troppo mammone? Poco femminista? Luisa, amore. L'ho incontrata
recentemente. Si è un po' ingrassata, ma mi piace sempre. Tra me e lei c'è
sempre stato quel qualcosa... Ci capivamo al volo, ancora adesso...
Radio: Mibtel e Mib30 in picchiata. La borsa di Milano chiude a meno 11, alcuni
titoli bancari sospesi per eccesso di ribasso. La forte esposizione sui mutui
subprime preoccupa il governo. Questa sera incontro tra il premier e i
banchieri...
Stefano abbassa la radio. Squilla un telefonino. Stefano cerca qual è e risponde
Sì, ho sentito. Il presidente arriverà alle 19 e l'amministratore vuole il
rapporto almeno due ore prima. La relazione è quasi pronta. Non si preoccupi mi
farò venire un'idea.
Moonlight serenade. Stefano ritira fuori la Vodka e si riversa un altro
bicchierino. Poi si dirige verso il divano e si siede. Si slaccia la cravatta e
la butta via. Si slaccia la camicia. Si scola la Vodka e mette il bicchierino
accanto agli altri. Stefano accenna a qualche passo di danza ballando con la
mazza da golf come fosse una bastone da tip tap...
Scelsi dunque economia e commercio e diventai un appestato per Luisa e per i
miei amici. Ormai non ero più dei loro. Non ero più nel giusto, non ero più
dalla parte del bene, della verità. Ma la sinistra - mi ripetevo - è sempre in
ritardo sulla storia. E poi non riuscivo proprio a vivere di miti, non riuscivo
a reggere il confronto con i miti, anzi con il mito...
Si gira e indica lo schermo sul fondoscena dove appare l'icona di Che Guevara
accompagnato dalle note della canzone del comandante.
Nessuno può permettersi di paragonarsi a lui. Tutte le donne ne sono innamorate,
di sinistra e di destra. Luisa non ne parliamo. Ne andava pazza, mi faceva
venire certi nervi... L'icona rivoluzionaria. Ma senza nulla togliere al
combattente, vorrei tirarmi fuori un po' di sassolini dalla scarpa riguardo al
comandante...
Si leva le scarpe e guarda se escono sassolini. Si abbassano le luci. Stefano si
va a versare l'ennesimo bicchiere di Vodka. Torna al divano...
Primo: Il Che era basso. Va bene io non sono alto, ma lui era basso. Quindi se
molte donne l'avessero visto dal vivo non so se ne sarebbero rimaste tramortite.
Secondo: Non era un campione di pulizia. D'accordo, nella boscaglia, durante la
guerriglia, invano dire che la priorità non è lavarsi, però lui non si lavava
perché non gli piaceva. Lo dicevano anche i guerriglieri che lo avevano
soprannominato el chancho perché puzzava come un maiale. Terzo: era un
donnaiolo. Ha messo più corna lui alla moglie, anzi alle mogli, anche nella
boscaglia, che Dio solo lo sa. Quarto: era un feroce assassino. All'indomani
della rivoluzione cubana fu lui che organizzò i plotoni d'esecuzione. Che ne
direbbe oggi Amnesty International? Quinto: Andò a combattere in Bolivia senza
nessuna idea di cosa stesse facendo e dove stesse andando con un'ingenuità
pazzesca... Sesto: puzzava di sigaro dalla mattina alla sera. Montecristo
dipendente. Be' in questo lo capisco, anche se preferisco i Cohiba. Settimo: era
borghese fino al midollo. Giocava a rugby da giovane, famosa è una sua foto con
la mazza da golf, ma nessuno l'ha mai visto calciare un pallone, malgrado fosse
argentino! Eppure tutti l'adorano. Eppure è un'icona mondiale. Eppure, il suo
amico-nemico Fidel Castro, ne ha fatto un culto a Cuba, malgrado non abbia fatto
niente per salvarlo, anzi... Rassegnatevi, nessun uomo può combattere contro il
Che. Si può vincere contro James Dean, contro Paul Newman, anche contro Brad
Pitt, ma contro il Che è impossibile. E fu allora che per gelosia, solo per
gelosia, passai dall'altra parte...
Squilla un telefonino
Di quanto siamo esposti? Mauro, tu me lo chiedi? L'abbiamo fatto insieme. Come
tu non l'hai fatto? Pensi di recuperare qualcosa in quest'ultima ora? E come? Ma
cosa dici? Ti sei impazzito? Lo sappiamo tutti che è una balla, sappiamo tutti
che stiamo colando a picco! No, non ho bevuto, mica bevo al lavoro...
Attacca il telefono. Si versa un altro bicchiere di Vodka e si rimette seduto
sul divano con i piedi con i calzini sul tavolo. Prende la foto della bionda sul
tavolino, la sfiora con la mazza da golf e la guarda
Ammetto: sono solo un uomo, illuso come tutti gli uomini che sperano da sempre
nella sottomissione della donna e ci cade con la prima che glielo fa credere. Fu
così che incontrai lei. E lei, per mia fortuna, non sapeva nemmeno chi fosse Che
Guevara.
Si alza e va oltre la quinta a prendere un immagine di bionda ad altezza
naturale, un cartellone piatto.
Devo ammettere che era un po' bidimensionale. Profondità poca, eleganza
moltissima. La profondità è ingombrante in un mondo di schermi piatti e noi ci
adeguiamo, noi e le nostre coscienze. Io mi adeguai in un attimo mentre lei mi
venne incontro ad una festa con il suo tailleur pantalone e tacchi che la
facevano spiccare oltre il metro e ottanta. Un profumo che sicuramente costava
molto di più del pachiuli. Dolce, avvolgente, che sapeva di fiori...
Radio: E adesso prendiamoci un respiro dai dati di borsa con la trasmissione
sulla storia della musica italiana condotta da Oliviero Marotti. Di cosa ci
parli oggi Marotti? Marotti: pensavo proprio di parlare del Trio Lescano. Negli
anni '30 fu la risposta alle Andrew Sisters americane. Lo sapevi che era
composto da tre olandesi naturalizzate italiane? Uno dei successi fu proprio
dedicato alla loro patria. Ascoltiamo Tulipan...
Parte la canzone Tulipan. Si sente il ritornello... Stefano si alza e allarga le
braccia e va a spegnere la radio
E allora ditelo che lo fate apposta! Proprio oggi dobbiamo rivangare i tulipani,
la prima crisi finanziaria nella storia dell'umanità? Ma dico, siamo impazziti?
Prima del crollo, nel 1637, un bulbo veniva scambiato per due carichi di grano,
quattro di segale, quattro buoi, quattro maiali, dodici montoni, due botti di
vino, quattro barili di birra, due barili di burro, mille libbre di formaggio
per non parlare di lenzuola, coperte e cuscini fino ad arrivare alla quotazione
record di un mulino per un bulbo! Dopo il 5 febbraio, giorno del crollo, era
solo un inutile bulbo...
Si rimette seduto sul divano
Un inutile bulbo, un inutile profumo, un inutile amore. Ma in quel momento lei..
Stefano lancia la mazza da golf sul cartone con la bonona
Sabrina, mi disse stringendomi la mano, al che io risposi, Sabrina, chi altra,
ritirando la mano sudaticcia per il nervosismo... incantato, imbambolato,
rimbecillito. Mi sembrava la cosa più bella che avessi mai incontrato sulla
faccia della terra. Vuoi mettere Luisa contro Sabrina? Pachiuli contro Chanel
numero 5? E poi non era affatto stupida. Era un pregiudizio. Non che fosse un
aquila, ma nemmeno stupida. Organizzata, di sicuro. Il tempo veniva scandito tra
palestre, estetista, parrucchiere, shopping. Era una di quelle donne che fino a
quel momento avevo pensato di non potermi permettere, ma che adesso, giovane
broker in carriera, diventava possibile anzi indispensabile per la mia immagine
e per il mio look. Perché una cosa mi fu chiara fin dall'inizio della mia
adesione al nuovo corso: il look era fondamentale. Era finita l'era
dell'essenzialità, della sobrietà, del minimalismo. Il guardaroba della nuova
era non concedeva deroghe. Giacca e cravatta, completo blu o al massimo grigio,
niente barba e un nuovo modo di vivere, elegante, pulito. Le scarpe dovevano
essere sempre lucidate perfettamente. Lo so cosa state pensando... gli stivali
lucidati sanno un po' di dittatura militare... Ma qui non c'erano stivali, ma
duilio, non c'erano mitra, ma ventiquattr'ore... Non c'erano armi, ma derivati
finanziari... E poi c'era lei. Lei impeccabile nei suoi abiti da mattina e da
sera, taglia 42, con tacchi vertiginosi tanto da superare ampiamente la mia
testa di una spanna....
Si abbassano le luci. Stefano si va a versare l'ennesimo bicchiere di Vodka che
mette accanto agli altri. Torna al divano e toglie la camicia, resta in
canottiera
Accanto a Sabrina, mi sentivo un altro. Mi piaceva che tutti me la invidiassero
quando uscivamo, che notassero come era elegante e snella, com'era bella, un
soprammobile! Così la sposai e ci feci anche due figli. Nel frattempo,
ovviamente, non ero fedele. Nemmeno lei credo, c'era l'idro-byke ma non era
importante. La fedeltà, mi raccontavo, è roba d'altri tempi, puzza di stantio!
Non ho mai avuto dubbi, almeno nel passato. Solo recentemente, vi confesso, i
dubbi sono iniziati, eccome. Più che dubbi, prima tarli, poi vere e proprie
voragini. Ad un certo punto ho guardato i miei figli e mi sono accorto che mi
sembravano di plastica. Non li riconosco come miei, mi sembrano geneticamente
modificati. L'altra sera mia figlia, 10 anni, è tornata a casa dopo la lezione
di danza. Era andata dal parrucchiere e dall'estetista, si era fatta la ceretta,
i colpi di sole e perfino la lampada. Ebbene, lo ammetto, non sono mai stato un
violento, ma non ce l'ho fatta. Le ho ammollato una sberla, così su due piedi.
Mia moglie mi ha guardato come se fossi un pazzo. Per non parlare poi di mio
figlio. E' un conservatore: a 16 anni! Vi rendete conto? Va a scuola in camicia
e cravatta. Dov'è la sua vena rivoluzionaria, mi chiedo? Non finirà come i
ragazzini che sfottevo alla mia età perché non disubbidivano a mamma e papà? Lo
guardo e spero che un giorno torni a casa con i pantaloni strappati, che la
smetta di passare ore ed ore davanti al computer a chattare con ragazzine e
ragazzini che abitano nello stesso quartiere, ma che ha paura di incontrare
fuori dallo schermo... Ma - dico io- perché non attacca in stanza il poster di
Che Guevara e non mi dice che non capisco nulla di politica? Perché non va ad
occupare la scuola contro la riforma del governo come tutti gli altri studenti?
Perché non si fa le canne? Perché non va a manifestare? Perché non va allo
stadio con gli amici invece di guardare le partite su Sky? Io allo stadio, mi
divertivo tanto insieme ai miei amici a tifare Internazionale.
Prende una mazza in mano e la guarda
Era molto prima che il golf entrasse nella mia vita, ovviamente. Certo il calcio
non è mai stato così raffinato... Ma era bello andare allo stadio quando era
ancora un luogo sicuro. Ricordo gli striscioni, le battute, le domeniche di
pioggia, i panini preparati da mia madre che trasudavano companatico...
Si sentono un po' di urla e cori da stadio
atto 3
Stefano prende il telefono fisso e compone un numero.
Vorrei parlare con Herr Spar per cortesia. Sì, il capo dei trasferimenti conto.
Stefano Miglieri. Non c'è problema, attendo in linea.
Radio: Borse a picco in chiusura. Wall Street teme per la General Motors perde
il 15 per cento e rischia la chiusura. Il governo studia aiuti di stato
all'auto, ma i repubblicani votano contro. Saltato l'accordo con la Crystler...
No, la Crystler no, titolare del più bel grattacielo del mondo!
Stefano si toglie i calzini e i pantaloni e rimane in mutande, boxer, e
canottiera. Beve l'ennesimo bicchierino di vodka e guarda sinistramente dalla
finestra... la radio riparte con Maramao perché sei morto.
Ancora, ci risiamo! Ma che succede oggi, anche le radio sono impazzite oltre la
borsa...
Spegne la radio... Cambia tono
No, non parlavo con lei Herr Spar, buonasera, la cercavo per una faccenda
personale. Sì, ho sentito, brutta storia quella dei mutui subprime, no, noi qui
siamo tranquilli, la mia banca se la cava bene, non siamo troppo esposti. I
giornalisti italiani esagerano sempre, Herr Spar, quelli tedeschi non vedono
l'ora di attaccarci, quelli inglesi non ne parliamo... Ce l'hanno tutti contro
il nostro paese, inspiegabilmente... Per il resto tutto bene, sta benissimo
anche mia moglie e la sua? Bene anche lei... Di sicuro quando torniamo a Zurigo
andiamo a cena fuori a mangiare cacciagione. E la cacciagione che si mangia in
Svizzera non si mangia da nessuna parte. Gli sparano con i fucili in dotazione
in casa, gli sparano. Che paese civile, servizio militare obbligatorio tre
settimane per tutta la vita. Dai noi ormai è solo volontario e, ironia della
sorte, c'è ancora l'obbligo del porto d'armi. Lo so, Herr Spar, siamo un paese
arretrato...
Gesticola annoiato
Dunque la disturbavo perché avevo deciso di trasferire sa il mio conto di
Milano, no? Ecco appunto, come le avevo già accennato l'ultima volta che ci
siamo visti a Zurigo... Totale? Pensavo di lasciare qui solo l'argent de poche,
pochi spiccioli, ventimila euro, solo per le incombenze giornaliere, le piccole
spese quotidiane. Perfetto, l'operazione si può fare subito, che meraviglia...
che efficienza svizzera...
No, guardi, solo metà sul conto cointestato a mia moglie, l'altra metà io
aprirei un conto tutto personale, sa le donne spendono e spandono ed è sempre
meglio non far mai sapere loro quanti soldi si hanno veramente. Una metà quindi
da versare su un nuovo conto.
Guarda lo schermo
Sì vedo già il trasferimento... Ne sapete una più del diavolo in Svizzera... A
proposito, volevo sapere come state messi all'Avana? Nessun problema? Davvero?
Ma non è un paese comunista? La Svizzera non si schiera, tratta con tutti... Ma
perché non vi consultano mai, Herr Spar, durante le crisi finanziarie, mi
domando...Ah voi sperate che ci siano sempre, ovvio, certo, altrimenti non ci
sarebbe più bisogno di voi.... Una logica che non fa una piega, mi sembra molto
in sintonia con il mondo finanziario. E' per questo che ci prendiamo Herr Spar,
è per questo ci siamo simpatici. Auf wiedersehen
Attacca il telefono
Sì, si lo so che lo pensate. Pensate che sono un viscido senza scrupoli. Ma voi
accettereste di prendervi tutta la responsabilità e di finire in galera? Per
tutti, anche per loro? Per i cosiddetti poteri forti?
Indica dietro
Vi dò ragione. Questo paese non farà mai un passo avanti se nessuno accetta di
prendersi la propria porzione di responsabilità. Ma io non ho colpa. Sono solo
un pesce piccolo che dovrebbe pagare per quelli grossi... Però, scusate, adesso,
non ho tempo da perdere per discorsi retorici...
Si alza e passeggia avanti e dietro frontescena in boxer e canottiera con la
mazza da golf
Devo fuggire, prendere il volo... Fuggire, ma non da solo... E' triste fuggire
da soli, non mi piace stare da solo, è meglio essere in compagnia... di una
donna... di lei...
Chiama Luisa
Luisa... Dolcezza...
Va verso il divano e si siede
Senti, ma quei biglietti che ti ho chiesto di andare a fare alla mia agenzia? Li
hai fatti? Bravissima! Li hai accreditati sul mio conto? Bene, bene... E quando
avremmo il volo? Stasera? Di già. Sì, lo so, solo una vacanzina, piccolina
piccolina... Tanto per svagarci un po'... Tu devi essere di ritorno a Milano per
martedì. Be' oggi è giovedì, è perfetto. Macché fuso orario, figurati, in prima
classe si dorme sull'aereo. No, tu non dire nulla. Tanto i tuoi figli sono a
sciare con il padre in Austria... Ma c'è neve? Sì, davvero? Sai con l'effetto
serra adesso è difficile che ci sia. Ah, quando non c'è la sparano con i
cannoni... Be' dove distrugge, l'uomo ricostruisce. No, macché filosofo,
figurati, lo sai che ho sempre preferito i numeri, la matematica, il calcolo...
invece delle chiacchiere. Mia, chi? Mia moglie? Ma te l'ho già detto, ormai la
separazione è un fatto incontrovertibile. Ho già parlato con l'avvocato. Sì,
guarda non la sopporto più. Lo so gli errori si pagano, ma ormai con le scoperte
della scienza, la vita è lunga, lo sai che ti dico, ogni lasciata è persa, la
vita, cara Luisa, inizia a quarant'anni!
Stefano attacca il telefonino e poi telefona
Cara, come va tutto bene? Sei stanca? Come mai? Ah, l'idro-byke. No, scusa, non
me ne ero dimenticato, è che oggi è una giornata difficile. A proposito, ti
volevo dire che stasera non torno a cena. No, una riunione di lavoro. Difficile,
sai l'aria che tira non è delle migliori. Cosa hanno fatto i ragazzi? Ah,
Allegra è andata a danza e dal parrucchiere... Di nuovo? Sì, ti prometto che non
la picchio quando la vedo... Come si è fatta la tinta? Dimentica la promessa,
adesso picchio anche te... No, scherzavo, cara, scherzavo... E Giacomo?
Contesta? Dai, finalmente... Contesta la protesta contro la scuola. Vuole fare
un comitato per la legalità... Ma non sarà un po' troppo serio come adolescente?
No, un bravo ragazzo, l'abbiamo educato bene, nel rispetto della tradizione. Hai
ragione. Sì, cara, certamente. Ma lo sai che ti amo. Non c'è nessun altra ti
giuro. Parlo nel sonno? E' perché sono stanco... Di chi? Di una certa Luisa? Ma
figurati non conosco nessuna Luisa. Ah, quella Luisa, quella del liceo... Ma
quando te ne ho mai parlato? Quando ci siamo incontrati! Amore, sono passati
vent'anni! E poi era terribile... anche un po' cicciottella, mica in forma come
te. Ma dai, non mangiava mica delle incredibili e fantasiose insalate scondite
come te, no, quella andava pazza per i bucatini, inforcava spaghetti a volontà,
non disdegnava i maccheroni. Sì, pizza, birra, vino, beveva tutto. Sì, lo so che
un bicchiere di vino ha 110 calorie, lo so, no, non ho ripreso a bere. A
proposito, sai quante calorie ha un bicchierino di vodka? No, non lo sai?
Peccato.
Si stende sul divano
Ma amore, sai che sei proprio carina adesso sei anche un po' gelosa? Lo sei
sempre stata? Lo sai che non l'avevo mai notato? Lo so, purtroppo è il lavoro
che rovina gli uomini. Ma pensa a quante cose può comprarti con il denaro, eh?
Amore adesso devo andare... Il dovere mi chiama... Non ti preoccupare. Non mi
aspettare... Ti prego... Che mi aspetti a fare... Ciao, amore, ciao ci vediamo
stasera... Anzi stanotte. Ti amo, ciao amore, ciao amore, ciao, ciao, bacetto,
ciao...
Stacchetto swing
Addio, gente onesta. Io ci ho provato. Ho tentato di giocare entro le regole, ma
non c'è possibilità di vincere. Ho provato a giocare al di fuori, è ho perso
ugualmente. Sapete perché? Semplice. 20 anni fa il comunismo è morto. Ma vi
siete mai chiesti cosa è successo nel frattempo al capitalismo?
Si guarda e allarga le braccia perché è rimasto in mutande...
Il capitalismo è rimasto in mutande perché oggi il bastone di comando
dell'economia globale è rappresentato dal capitale finanziario. Sapete cosa vuol
dire? Che siamo governati dalla carta straccia!
Il comunismo è morto, ma il capitalismo, signori miei, è moribondo...
Squilla il telefono fisso
Tutto pronto. Nessun problema, direttore. Mi allaccio la camicia e arrivo.
Arrivo subito, ci può contare.
Attacca il telefono
Addio, mondo crudele. Addio, contratti future...
Lancia in aria dei fogli che dovrebbero rappresentare i titoli
Bye bye derivati finanziari
Lancia altri fogli
Addio future, addio swap... Addio call option, put option, index option, bond
option, stock option...
Lancia altri fogli
Auf wiedersehen, interest cap, interest floor, addio default products,
replication products, addio warrant...
Lancia altri fogli
Au revoir, azioni, obbligazioni, bot, cct, bbc, cnn, foxtv...
Lancia altri fogli ed esce dalla scrivania per andare a camminare frontescena
avanti e indietro
Lancia in aria ancora più fogli...
Prende il cappotto, se lo mette, si versa l'ennesimo bicchierino di vodka. Lo
guarda
110 calorie non te le toglie nessuno.
Se lo scola e lancia il bicchierino dietro le spalle in scena. Esce. Luci off.
Musica di Pippo Pippo non lo sa.
Radio: Patteggiamento per il finanziere Stefano Miglieri. Un anno agli arresti
domiciliari con successivo affidamento ai servizi sociali. Questa la sentenza in
primo grado del tribunale di Milano dopo l'arresto tre mesi fa all'aeroporto di
Malpensa. Miglieri fu fermato dalla polizia visibilmente ubriaco mentre tentava
la fuga insieme alla sua amante. Le sue rivelazioni hanno portato all'arresto di
altri due manager, nessuna conseguenza per i vertici della banca.