CARNACOCCIPOLA

Commedia in tre atti di

Anna Mauro



Personaggi
Il vecchio maresciallo
Isa
Maria
Nina
Peppo
Ana
Il dottor Ciriale
L’ispettore di polizia
Armando
Primo malvivente
Secondo malvivente



A Nina


Primo atto

Sipario

Una camera da letto anni ’50. Sul letto un vecchio giace addormentato col capo abbandonato su un paio di cuscini ed una flebo al braccio. La figlia cinquantenne, seduta su una poltroncina poco distante dal letto, parla al telefono con un’amica.

Isa
La morte di mia madre non ci voleva proprio. Mio padre si sta lasciando andare di brutto. E io sto andando in tilt… Sì, dorme. Il pomeriggio dorme e la notte sta sveglio. Io, questa vita, non la posso fare più. Vai e vieni, vieni e vai…Sì, per l’assistenza domiciliare stiamo provvedendo, ma cosa vuoi che siano due ore al giorno per un vecchio in queste condizioni…Qui ci vorrebbe una persona in pianta stabile, ventiquattro ore su ventiquattro, che lo accudisca, che lo pulisca, che gli prepari da mangiare e che gli renda migliore la qualità della vita…Ma con quello che costano, rischiamo di dilapidare quei quattro soldi che i miei hanno messo da parte.
Vecchio
Isa!
Isa
Sì papà…
Vecchio
Ho sete.
Isa
Di nuovo papà? (al telefono) Aspetta. (al padre) Ma che hai le rane nello stomaco? (riempie un bicchiere e glielo accosta alle labbra. Il vecchio beve avidamente) Piano papà, fai piano, altrimenti ti bagni e devo cambiarti di nuovo le lenzuola. Mi manca solo questo…cambiarti di nuovo le lenzuola. Adesso cerca di dormire, dai, fai il bravo, dormi, dormi…(riprende il telefono) Pronto?…Sì, mi chiama ogni minuto…Come no? Altroché se ci ho pensato, ma mio marito è assolutamente contrario. Ha paura perché molti non hanno il permesso di soggiorno, perché non vuole mettergli in casa nessuno che non conosce e via discorrendo. Ha sempre una motivazione plausibile.
Vecchio
Isa!
Isa
Sì papà…
Vecchio
Il latte è pronto?
Isa
Papà, ma a quest’ora che c’entra il latte…
Vecchio
Perché? Non è mattina?
Isa
Ma quale mattina e mattina! Sono le sei del pomeriggio. Fra un’oretta ti cucino la minestrina e poi torno a casa mia. Peppo mi darà il cambio.

Vecchio
Non la voglio la minestrina, voglio il latte.
Isa
Va bene papà, ti preparo il latte. Basta che dormi
.
Vecchio
Non voglio dormire. Ho dormito tutto il giorno. Voglio stare sveglio e parlare. Non voglio dormire.
Isa
(al telefono) Ciao Fulvia. …Sì, ci farò un pensierino. Dammi il numero di quell’agenzia di cui mi hai parlato…Aspetta che prendo la penna.
Vecchio
Isa!
Isa
E aspetta papà, non vedi che sto scrivendo?
Vecchio
Il latte…
Isa
Un attimo. Dormi.
Vecchio
Non voglio dormire.
Isa
…Sì…sì…adesso chiamo.
Vecchio
Isa!
Isa
Basta papà, non ce la faccio più. Ma cosa credi? Che non abbia altro da fare che stare con te? La mia casa è nel caos . La biancheria da lavare fuoriesce da tutti i contenitori.
Vecchio
Non voglio dormire.
Isa
Guarda, guarda i miei capelli. Guarda che crescita! Neanche il tempo di una tintura. Papà, dormi, basta, mi hai scocciato (esce di scena).
Vecchio
Maria! Maria (una donna anziana, bianca come un cadavere e tutta vestita di bianco, entra da una quinta e va a sedersi su una poltroncina) Meno male che sei qui. (si addormenta)
Isa
(entra con una tazza di latte) Tu dormi quando non dovresti. Va bene, papà, (gli dà un bacio), torno a casa mia, è arrivato Peppo. (esce tirando un sospiro di sollievo) E per oggi è andata.
Peppo
(entra in scena in punta di piedi) Nonnino. Ehi, nonnino!
(lo bacia; il vecchio si lamenta) Hai mangiato nonno?
Vecchio
No, la minestrina mi fa schifo. L’hai salutata la nonna?
(guarda la poltroncina) Maria! Maria! C’è Peppo.
Peppo
(guarda in direzione di Maria) Ciao nonna. (Le manda due baci con la mano). Dai nonno, solo un po’. (lo imbocca)
Vecchio
Peppo, vorrei una bella frittata con cipolle. Quella sì!
Peppo
Ok, nonno. (esce di scena, rientra con un piatto vuoto, finge di tagliare una frittata e ne dà un pezzetto al nonno).

Vecchio
Hai visto Maria? Peppo sì che m’accontenta sempre…Ha cucinato la frittata ed è uguale a quella tua.
Peppo
Visto nonna che sono bravo?
Vecchio
Peppo, voglio vedere la televisione.
Peppo
Adesso accendo, però la metto a basso volume perché devo studiare.
Vecchio
Sei un bravo nipote. Che Dio ti protegga. (Peppo si accinge a studiare, Maria si corica accanto al vecchio e si stringe a lui. Buio).

Pomeriggio. Isa e la badante rumena, Nina, discutono, mentre il vecchio lamenta dolori alla testa.

Isa.
Mio padre è un maresciallo in pensione, non navighiamo certo nell’oro.
Nina
Va bini signora, ma poco poco sconto…
Isa
Allora è fatta. Venga, le presento mio padre.
Nina
Mareccialo…


Isa
Sì, brava, sa già come chiamarlo. (Apre i cassetti del comò e le mostra la biancheria del vecchio) Qui ci sono i pigiami, le mutande, i calzettoni e qui (apre un altro cassetto) …le maglie, le traverse e i pannoloni. Venga, le mostro il resto della casa (escono di scena).
Vecchio
Maria! Diglielo tu. Non voglio nessuno qui a casa mia. Diglielo a tua figlia, diglielo. (Maria si alza e si allontana; dopo qualche secondo le due donne rientrano seguite da Maria, che riprende il suo posto nella poltroncina)
Isa
Nina, la lascio con mio padre. Potrà chiamarmi a qualunque ora. Fra un po’ verrà mio figlio, l’avviserò che lei è qui, così potrà conoscerla. E’ molto legato al nonno. Se ha bisogno, chiami. Il telefono è a sua disposizione. A domani. (esce di scena)
Nina
(si avvicina al vecchio e gli porge la mano) Tu mareccialo, io…Nina. Che mangiare tu mareccialo?
Vecchio
Niente.
Nina
Penso io. Non vuoi? Tu lasciare. Mangiare io. Io fame, sempre fame. Quanta fame Nina mareccialo…Io pripara buona cosa…carnacoccipola. Taglio qui mareccialo? Tu compagnia, guardare me, io tagliare. (esce di scena)
Vecchio
Maria! Ma tu la capisci? Che è carnacoccipola? 



Nina
(entra in scena con una zuppiera che contiene cipolle, e comincia ad affettarle). Mareccialo! Cipolla fare piangere Nina (ride di gusto) Dopo io finire, poi lavare te, mareccialo.
Vecchio
No, tu non lavi nessuno. Io mi vergogno.
Nina
Io lavare te, mareccialo, tu non stare sporco con Nina tua casa. Tu belo profumato con Nina tua casa. Tu uomo ancora belo.(esce di scena per posare la zuppiera)
Vecchio
Maria! Ma tu la senti a questa qui?
Nina
(entra in scena) Grazie te, io lavoro, io trattare bene a te, tu vivere belo lunca vita e io lavorare qui sempre. Io pregare ogni sera e dire…fai guarire mareccialo, lui stare per forza meglio, perché Nina prega per lui. Nina molto contenta casa mareccialo. (bussano alla porta, apre. Entra Peppo)
Peppo
Buonasera signora. Sono molto contento di conoscerla. La mamma mi ha parlato molto bene di lei. Ciao nonno (lo abbraccia)
Nina
Io preparare carnacoccipola. Tu vuoi Bebo? Io andare o bruciare casa. (esce di scena)
Vecchio
Peppo, si chiama Peppo. 
Peppo
Nonno, ma chè è carnacoccipola?
Vecchio
Sicuro c’è la cipolla…perché s’è messa a piangere mentre la sbucciava. Ma l’hai salutata tua nonna?
Peppo
Ciao nonna (manda un bacio in direzione di Maria). Ti piace Nina?
Vecchio
(rivolto a Maria) Tu le devi dire che non mi deve cambiare. Io non voglio essere lavato da lei. Peppo, devi dirglielo pure tu. Lei non mi deve né vedere, né toccare lì.
Peppo
Ma dai, nonno…Le dico che mentre ti lava, si gira e, in quanto a toccarti, ti tocca soltanto con la spugna.
Vecchio
Magari così…
Nina
(entra in scena con una zuppiera fumante) 
Carnacoccipola pronta! Mmh mareccialo, mmh!
Vecchio
Non la voglio, non posso masticare. M’affogo.
Nina
Pepo, vuoi?
Peppo
Che odorino invitante!(assaggia un boccone) Ma è buonissima! Carne con cipolle. Nonno, non sai che ti perdi. E’ tenerissima, gustosissima. Brava Nina.
Nina
Lui non volere? Mangiare noi.

Peppo
Sì, dividiamocela. E’ troppo buona. Io ne prendo ancora un po’. E’ squisita.
Vecchio
Forse ne voglio assaggiare un pochino.
Peppo
(gliene dà un boccone) Ma certo nonno. Aum!
Vecchio
Ma quale minestrina e latte. Questo sì che è mangiare. Ancora, ancora. Buonissima (si sbrodola, tenta di pulirsi)
Nina
No procupare mareccialo. Poi lavare tu, io.
Vecchio
E insiste con questo lavare. No, no. Tu non mi devi toccare (si inalbera).
Peppo
Dai nonno, non ti arrabbiare. 
Nina
Io pagata anche per questo, mareccialo. Per lavare tu.( esce di scena) 
Vecchio
Scordati di mettermi le mani di sopra. Esigo un infermiere maschio. Maria, dille di stare lontano da me.
Peppo
Su nonno, Nina ha ragione. Adesso accendiamo il televisore (rientra Nina con una bacinella, una tovaglia e una spugna), così Nina, potrà guardare tutte le trasmissioni che vorrà. (A Nina) E sono certo che in breve tempo imparerai benissimo la lingua italiana.

Nina
Ciao Pepo, tu ora di andare (gli lancia uno sguardo d’intesa per invitarlo a lasciarla da sola col nonno)
Peppo
Buonanotte. E’ stato un vero piacere conoscerti, Nina.
Nina
Grazi. Buonanote Pepo. (Peppo esce di scena, mentre Nina raggiunge il vecchio) Ma scelle io, mani io. (comincia a sfilargli la giacca del pigiama, mentre il vecchio comincia a opporre resistenza, poi prende la bacinella e, con la spugna, inizia a lavarlo con cura).
Vecchio
Hai detto che mi avresti lavato le mascelle.
Nina
(indica le ascelle) Scelle! Ora corotacco.
Vecchio
Borotalco.
Nina
Adesso pantaloni levare mareccialo.
Vecchio
No, i pantaloni no.
Nina
Tu non vuoi lavato culo di me? Allora alzare e andare in ceso.
Vecchio
Ci vado, altrochè se ci vado. Porgimi il braccio. (a gran fatica si alza, si aggrappa alla donna e, insieme a lei, s’incammina per il bagno).

Vecchio
Ora io no chiudere chiave e tu no guardare.
Nina
Ma come pali mareccialo…come io? (Buio)

Isa, Nina, il vecchio e Maria.

Isa
Che Dio ti benedica, Nina! Da quando sei entrata in questa casa mio padre ha fatto passi da gigante. Sembra ringiovanito di dieci anni. Grazie, mi hai ridato la mia vita privata. Ti sarò sempre riconoscente.

Nina
(parla un italiano decisamente più comprensibile). Mio dovere, Isa. Ho fatto tutto co il cuore e il maresciallo ha aprezato.
Isa
Piuttosto…ieri sera Peppo mi ha parlato di un tuo grande desiderio.
Nina
Isa, vorrei mia figlia viene qui. In Rumenia c’è fame, no c’è lavoro, sono molto priocupata. 
Isa
Telefonale, dille di venire, in questa casa c’è posto anche per lei. Vedremo di trovarle un lavoro al più presto. (la bacia). Grazie ancora. Su, telefonale.
Nina
(le bacia le mani) Scendo Isa, telefono da gabina, non voglio dare disturbo ancora di più (esce di scena).
Vecchio
Nina!
Isa
Papà, sono io (lo bacia). Che profumo di pulito! (si avvicina al pigiama)..Odori di buono.
Vecchio
(preoccupato dell’assenza della badante) Dov’è Nina?
Isa
E’ scesa per telefonare a sua figlia per chiederle di raggiungerla.
Vecchio
Figlia mia, ti ringrazio, non osavo chiedertelo. In questi giorni, io e lei, abbiamo parlato a lungo. Tu non sai che vita ha fatto quella povera donna. Ore di lavoro alla catena di montaggio e, malgrado tutto, la fame più nera. E’ rimasta vedova giovane con due bambine da crescere. Ha dovuto lasciare il suo paese per dare un futuro migliore alle figlie, le ha affidate ad una vicina di casa e teme sempre che possano prendere una brutta strada, soprattutto quella più grande, che vorrebbe far venire qui. Nina è una donna meravigliosa.
Isa
Hai ragione, papà. Lavora con amore. Ormai è una persona di famiglia.
Vecchio
Quasi quasi ho paura di guarire del tutto. Non vorrei che andasse via per il motivo che non ho più bisogno di lei.
Isa
Stai tranquillo papà. Siamo riusciti a mantenere il nostro impegno fino ad oggi? Faremo l’impossibile per tenerla qui. Rimarrà come tua dama di compagnia.

Vecchio
Dici davvero figlia mia? Grazie Isa, grazie. (le stringe le mani e gliele bacia) Ma tu lo sai che Nina ha la patente? Potrebbe accompagnarmi al cimitero da tua madre, in chiesa, ascolterebbe la messa con me, potrebbe…
Isa
(lo interrompe e lo abbraccia) Ma certo, papà. La tua serenità e quella della mia famiglia stanno al di sopra di tutto. I soldi si trovano. (lo bacia). Buio.

La luce notturna illumina la stanza da letto. Il vecchio dorme, accanto a lui siedono Peppo e Nina.

Peppo
(stringe le mani a Nina) Finalmente domani la conosceremo. E sono certo che si tratterà di una persona splendida come la madre. Non stare in ansia, Nina. Vedrai, il viaggio andrà bene. Domani potrai riabbracciarla. (la bacia). Verrò a prenderti io. La mamma resterà col nonno.
Nina
Ibboccalupo pe tu materia, Pepo.
Peppo
Crepi. A domani. (indica il nonno) Gli hai dato l’analgesico?
Nina
No ne vuole più.
Peppo
Ecco perché non ha più allucinazioni. Prima che arrivassi tu era convinto che mia nonna stesse seduta su quella poltroncina lì…(indica il posto dov’è seduta Maria) e io lo assecondavo…
Nina
Che significa…secondavo…
Peppo
Facevo finta che mia nonna fosse veramente lì e parlavo con lei. Comunque…(guarda la poltroncina)…
Se ci fosse ancora lei, sarebbe contenta di averti qui. Ciao nonna. Buonanotte Nina (la bacia).
Nina
(si avvicina al letto) Mareccialo! (gli accarezza il viso) Mareccialo! (il vecchio socchiude gli occhi).
Vecchio
(allarmato) Nina, cos’è successo?
Nina
O paura per Ana: No so come paga pulman. Autisti aprofitare certe volte di donne rumene che vengono a lavorare qui. (Indica un punto sotto lo sterno) O blocco qui, mi viene piangere (comincia a piangere sommessamente). Il vecchio scopre il letto e la fa accomodare accanto a lui. L’abbraccia. Maria si alza e va a coricarsi accanto ai due. Buio. Sipario.

Fine primo atto







Secondo atto

Sipario. 
La scena è illuminata a giorno. Isa appende palloncini colorati. Un cartello con la scritta Welcome pende dall’alto.
Isa
Spero tanto, papà, che gradisca la nostra accoglienza.
Vecchio
Sei una figlia stupenda. Sono un uomo fortunato.
Isa
Perdonami papà se spesso sono stata insofferente e intollerante. Ma la perdita della mamma aveva messo in ginocchio anche me. Non riuscivo più a capire i tuoi bisogni. Ero diventata sgarbata, irrispettosa, non mi riconoscevo più. Per fortuna è arrivata Nina. E’ stata una benedizione del cielo. Sarà stata la mamma a mandarcela. Forse si vergognava di me. Perdonami papà, ti prego, perdonami se ti ho fatto del male, se in quel periodo non sono riuscita a capirti. (Lo abbraccia. Bussano alla porta. Nina va ad aprire, entrano in scena Nina ed Ana, abbracciate, seguite da Peppo, che regge un borsone e qualche sacchetto di plastica).
Nina
Questa è mia fiia, mareccialo.
Vecchio
Ma è bellissima! (la ragazza lo bacia)
Nina
Che bela questa stanza. Grazie Isa. Ti presento Ana (la ragazza bacia anche lei. Peppo la guarda incantato)
Vecchio
Peppo, ti prego, quando avrai un po’ di tempo libero fai fare un giro in città ad Ana…
Isa
Potrai farle conoscere i tuoi amici…
Peppo
Datemi qualche giorno…il tempo di fare fuori le ultime due, tre materie e sarò a sua completa disposizione. (si massaggia lo stomaco) Mi sta venendo un certo languorino…Ma tu, Ana, non hai fame?
Ana
Eh?
Nina
(traduce in rumeno) Vreau sà stiu daca ai foame. 
Ana
Da sigur ca da. Am o foame de lup.
Peppo
Fermati, Nina, ho capito! Non è che per caso ha una fame da lupi? (ridono) Allora andiamo a tavola. Che hai preparato per cena, Nina?
Nina
Carnacoccipola.
Peppo
Mmmh! Ci speravo moltissimo.
Ana
Imi place mult sa reuscesc sa vorbesc cu voi.
Nina
Ana dice che le piacebbe tanto parlare bene con voi.

Peppo
Per questo…nessun problema. Televisione, scorpacciate di carnacoccipola e televisione, quiz, indovinelli e carnacoccipola. Ho scoperto che fa aumentare la concentrazione per gli esami. Ma il segreto, il vero segreto, sapete qual è? Tu e tua figlia dovreste sforzarvi di parlare la nostra lingua. Sempre. (ridono ed escono di scena, accompagnando il vecchio a braccetto. Buio)

Luce diurna. Nina canta e spolvera. Maria è seduta nella poltroncina.

Nina
(in direzione delle quinte di destra) Mareccialo! Caffè quasi pronto. Presto tu lavare oggi, che viene dottore cuore tornato da conghesso fuori. Oggi dimandiamo quando uscire insieme.
Vecchio
(voce dalla quinta) Questo dottore Ciriale fa schifo. Prega per farmi stare male, così si frega i soldi delle visite a domicilio. (entra in scena col bastone) Quando lo vedo, mi tocco. Diglielo tu a Isa che ne cerchi un altro. Questo mi avvelena.
Nina
Ma lui amico di marito di Isa…
Vecchio
Ma siccome non me lo sono sposato, non lo voglio più. (Nina lo fa distendere sul letto)
Nina
Pepo ora venire a prendere Ana per andare Università. Così Ana pub sera e studia matina.

Vecchio
Peppo, quella tua figlia, se la mangia con gli occhi. Io sono vecchio e intuisco tante cose. Secondo me…si è innamorato di lei. Cotto e stracotto, tipo carnacoccipola.
Nina
Non gli mettere idea in testa, mareccialo. Mi piacebbe moltissimo, ma no voglio chi tua figlia Isa si arabia co me. Noi poveri stranieri.
Vecchio
Sì, ma brava gente. Meglio che ricchi concittadini delinquenti. (Bussano alla porta) Il menagramo. Tiè, tiè, tiè. (fa gli scongiuri, mentre entrano in scena il dottor Ciriale e Nina)
Dottore
Buongiorno maresciallo.
Vecchio
‘giorno dottore.
Dottore
Allora…cos’è questa storia dei farmaci? Li ha diminuiti con l’autorizzazione…di chi? Ho parlato con Isa e le ho fatto un strapazzata. Nessuno deve permettersi di variare la mia cura in mia assenza, men che meno una badante pagata per far rispettare le prescrizioni.
Vecchio
Ma io sto meglio…
Dottore
Se sta meglio, posso dirlo solo io. (estrae dalla borsa lo sfigmomanometro e si accinge a misurargli la pressione)
Vecchio
Volevo sapere quando potrò uscire di casa per fare una passeg…
Dottore
(stizzito) Sssh! Mi faccia ascoltare.
Vecchio
Mi scusi.
Dottore
Sssh! Ecco. Ha visto che avevo ragione? Cos’è che va bene, cos’è? Eh? La minima è alta.
Vecchio
Ma io sto bene.
Dottore
E io cosa ci sto a fare qui, eh? Torniamo ai farmaci che le avevo prescritto sei mesi fa. Indietro…come i gamberi. (prende ricettario e penna per la prescrizione)
Nina
(entra in scena) Dottore, preparo caffè?
Dottore
Sì.
Nina
(fra sè) Sì, grazie, Nina, gradire molto.
Vecchio
Nina, accompagnami in bagno per favore (inizia a scrivere, mentre squilla il telefono)
Voce di Nina dalle quinte
Ana, prepara e scendi, Pepo aspetta giù fra dieci minuti

Ana attraversa la scena e si accorge del dottore. Cerca inutilmente di nascondersi. Il dottore si alza di scatto. La fissa.

Dottore
Guarda un po’ chi si rivede. Quella sporca sgualdrina che doveva darmi piacere…e che invece è scappata via col mio portafoglio.
Ana
No vero. No ho preso tuo portafoio. Tu sai che no è vero.
Dottore
(la addita) Per te, per te ho dovuto sborsare un capitale. A quel congresso mi avevano promesso che avrei avuto una vergine. E tu, d’accordo con loro, mi hai truffato. Tu, prostituta, come tutte le altre, in quell’albergo. (le torce il braccio)
Ana
No è vero. Io no postituta. Io venire lì per avere soldi e pagare pulman per venire qui. Ti do tuto, dotore, per favore.no dire…no dire…mia madre muore se sa…
Dottore
(le stringe il braccio come in una morsa). Lo so che non sei come le altre. (sghignazza) Lo so, perché ti stanno dando la caccia, ti stanno cercando per mari e per terra. Non la passerai liscia. Glielo dirò io dove ti trovi. Ti faranno a pezzi. Rimpiangerai di essere scappata.
Ana
Teni dotore, io soldi pagata pub ieri. No dire, no dire. Mia madre more se sa. (apre la borsa e tira fuori delle banconote) Teni, prendi. Pe favore.

Dottore
(scimmiottando il suo modo di parlare) Io no voio soldi, voio te. (la stringe a sé e cerca di baciarla, la ragazza lo respinge, lui la sbatte sul letto, tappandole la bocca) Ti darò tutto quello che ho, ti farò diventare ricca. Ti desidero troppo.

(Dalla poltroncina Maria si fa avanti e comincia a strappare i capelli al dottore)

Dottore
Schifosa! (pensando che si tratti di Ana le blocca le mani, ma Maria agisce con più forza e, sempre tirandogli i capelli, lo fa cadere all’indietro) Chi è stato? Chi è stato? (si accorge di essere solo con Ana e, terrorizzato, indietreggia sulle gambe. Ana, sotto choc, si raccoglie in posizione fetale e, subito dopo, il dottore viene subissato dai violenti colpi di Maria. Improvvisamente si accorge della sua presenza. La vede chiaramente. Si porta le mani al collo con un’espressione di grande sofferenza). Lei! Lei! Non è possibile. (quasi rantolando) Lei è morta. 
Maria
Anche tu. (il dottore si accascia e Maria torna a sedersi sulla sua poltroncina (squillo del citofono)
Nina
Ana. C’è Pepo. Ana! (entra in scena col vassoio col caffè e si accorge della figlia sotto choc e del dottore a terra che non dà segni di vita) Aiuto! Aiuto! (buio)
Sipario
Fine secondo atto



Terzo atto

Sipario. Nella stanza da letto, Ana riposa in posizione fetale fra le braccia della madre. Accanto a loro sono seduti il vecchio, che tenta di rincuorare Nina, Isa e suo marito, Armando. In piedi Peppo e l’ispettore di polizia, incaricato per seguire il caso.

Ispettore
E’ morto per arresto cardiaco. Non sono state riscontrate tracce di violenza sul suo corpo, cosa che è invece avvenuta per la ragazza. Sono stati riscontrati dei lividi sulle sue braccia e sul collo, una distorsione dell’arto superiore destro e l’esito del Dna dei lembi di pelle ritrovata sotto le sue unghie ha rivelato che il suo aggressore è stato proprio il dottore Ciriale.
Armando
Ma chi poteva prevedere una cosa del genere…Perché tutto questo, perché?
Ispettore
Le nostre indagini vertono su un’organizzazione criminale sospettata di prostituzione coatta degli immigrati e con la quale il vostro amico cardiologo era in stretto contatto.
Armando
E’ allucinante. Aveva una doppia vita…e io mi fidavo di lui. Non posso darmi pace.
Ispettore
Aveva dei gusti particolari. Era alla ricerca delle primizie e, quando si recava all’estero per i congressi, era disposto a sborsare qualunque cifra pur di possederle.
Ana
No dire no dire…mia madre muore se sa…
Armando
Mi fa male al cuore vedere quella povera ragazza in quelle condizioni.
Ispettore
Probabilmente il medico, rifiutato, l’aveva minacciata di farla raggiungere dai criminali che le stanno dando la caccia e la ragazza ha subito un grave choc.
Peppo
Mi dica, ispettore…è in pericolo?
Ispettore
Sì, purtroppo. I nomi sono stati resi noti e, malauguratamente, queste organizzazioni riescono ad avere informatori ovunque. Vigileremo la zona, ma vi raccomando…al minimo sospetto, chiamateci subito. Non abbiate timore. Riuscissimo a catturarli…(saluta ed esce di scena)
Armando
Coraggio Nina, vedrai, a poco a poco, si riprenderà. (l’abbraccia) Mi dispiace. Mi sento in colpa.
Isa
Non disperare. Cerca di avere pazienza, tutto si aggiusterà. (la bacia ed esce di scena con suo marito) 
Peppo
Nonno, li accompagno a casa e torno subito.
Vecchio
No, Peppo. Nina ha bisogno di riposare. Se tornassi, non lo farebbe. Baderò io a lei.
Peppo
Ma…




Vecchio
Chi l’avrebbe mai detto Nina che un giorno io avrei badato a te…Le devo troppo. Vai Peppo, noi siamo al sicuro. Hai sentito l’ispettore? Io dormirò lì dentro e Nina ed Ana dormiranno nel mio letto.
Peppo
Potrei restare qui? Ho un brutto presentimento.
Vecchio
Ti ho detto di no. Ti prego, non mettere Nina in allarme. Non c’è motivo.
Peppo
Va bene. Però adesso ti registro il numero dell’ispettore e quello mio, così se avete bisogno, accorriamo subito. (registra i numeri, bacia e abbraccia Nina e il nonno e dà un delicatissimo bacio sulla fronte ad Ana. Esce di scena.)

Buio. 

Luce notturna.
Ana dorme in posizione fetale, Nina abbracciata a lei. Maria siede nella poltroncina. Due loschi figuri penetrano nella stanza e tentano d’individuare la ragazza. Nina intuisce che sta accadendo qualcosa di grave e si solleva sedendosi di scatto sul letto.

Nina
(urla) Mareccialo! (uno degli uomini la colpisce) Mareccialo! (tutt’e due gli uomini prendono di peso la ragazza per trascinarsela via, Nina accorre in suo aiuto. Anche Ana comincia a reagire. Nina viene colpita ripetutamente).


Vecchio
(entra in scena col bastone) Vigliacchi! Vigliacchi! (si avventa contro di loro, ma viene colpito violentemente. Crolla a terra. Ana , approfittando dell’attimo di disattenzione riesce a svincolarsi dalla morsa e, insieme alla madre inferocita, comincia a sferrare calci e pugni agli aggressori che, al suono della sirena della polizia, fuggono via)
Vecchio
(con un filo di voce) Li ho chiamati io. Ci sono riuscito.
Nina
Mareccialo! Sei stato bravissimo. Grazie (lo abbraccia, cercando, insieme ad Ana, di farlo rimettere in piedi. Nel frattempo, nella stanza, irrompono Peppo, sua madre e suo padre)
Peppo
Nonno!
Isa
Papà!
Vecchio
(ansimando) Per favore, ho bisogno di un prete. (Buio)
Prete
(prende fra le mani una mano di Nina e una del vecchio, che giace sul letto, mentre Isa e Armando, Peppo e Ana, piangono, accanto a lui, accarezzandogli il viso)
Nel nome del Signore, vi dichiaro marito e moglie. (fra sè) Che Dio mi perdoni.
Vecchio
Grazie padre. Nina potrà avere così la mia pensione e la figlia più piccola potrà raggiungerla qui. 

Nina
Oh, mareccialo! 
Vecchio
Enrico, mi chiamo Enrico. Peppo!
Peppo
Nonno!
Vecchio
La mia casa la lascio a te. Sei il mio unico nipote e so quanto mi hai amato.
Peppo
Ti prego nonno, non te ne andare…non lasciarci…
Vecchio
Isa! (la figlia lo abbraccia piangendo) Grazie. (esala l’ultimo respiro, mentre tutti, piangendo, chinano il capo recitando, insieme al prete, l’”Eterno riposo”)

Maria si alza e si avvicina al letto.

Maria
Enrico! 
Vecchio
Maria! (si prendono per mano e avanzano verso il proscenio, avvolti da una luce bianca)
Maria
Sono fiera di te.
Vecchio
Che bello rivederti! Sappi che non ti ho mai tradito.

Maria
Lo so. 
Vecchio
Maria, dimmi…Ma lassù…dove mi porterai…c’è n’è carnacoccipola? (ridono spensierati)

SIPARIO


Ogni riferimento a fatti o persone esistenti è puramente casuale.