Una Cena fra Donne

Commedia in due atti di

Marco Tassara


Le donne
Sara – 32 anni. Giovane pubblico ministero. Capelli corti ben pettinati, vestita in maniera non femminile, ma allo stesso tempo elegante, non cela la sua omossessualità che anzi si esprime come una sicurezza nei propri mezzi ed una convinzione di superiorità verso gli uomini.

Vittoria (Viky)– 29 anni. Bella, bionda, simpatica, sicura di se ed estroversa, sempre pronta alla battuta che è spesso tagliente. Vestita sempre alla moda, pronta a socializzare con chiunque mantenendone sempre le adeguate distanze.

Lisa – 27 anni. Ragazza minuta, intelligente, acuta e di buona educazione classica.  Da poco laureatasi in dottrine politiche si sta specializzando nelle culture dei popoli del terzo mondo, Non é un’attivista politica, ma ha spiccati valori etici contro gli abusi e le ingiustizie del mondo.

Jenny – 23 anni. Come la sorella Viky è carina, simpatica ed estroversa, manca un po’ di brillantezza la sua simpatia deriva direttamente da questo. Studia arte all’università ed è attivista, da salotto, simpatizzante di tutti movimenti no global. È sempre pronta a condividere e sposare ogni movimento contro il potere e il capitalismo, senza capirne il significato.

Gli Ospiti
Victor – Proprietario di casa dove vivono le ragazze
Max –Brillante politico
Don  Invernizzi - Parroco
Prof Prosky – Professore di Jenny
Maria – Conoscente di Lisa
Apparazioni varie

La Scena
Porta d’ingresso in basso a sinistra.
Usicta in alto a destra verso la Camera da letto
In alto a sinistra Cucina a vista
Uscita al centro per la la veranda
L’appartamento è semplice e funzionale,
Davanti alla cucina vi è un tavolo rettangolare con l’angolo corto verso il pubblico. Vi sono 5 sedie, due per lato ed una, capo tavola, fronte pubblico in modo da permettere a quest’ultimo di vedere la persona che vi siede in faccia.
Spostato sulla destra vi sono due poltrone con un tavolino con appoggiato sopra un telefono, un Mac e vicino un portariviste.


Atto Primo

Primo quadro

La tavola è apparecchiate per cinque. Lisa è seduta sul divano che guarda l’Ipad mentre Jenny lavora alla composizione dei suoi pupazzi.
Entra Sara

Sara – Buona sera a tutte.
Lisa – Ciao.
Jenny – (continuando a lavorare fa cenno con la testa) ah ah...
(Sara prende dallo scaffale una bottiglia di vino ed un bicchiere, se ne versa e lo propone anche a Lisa)
Sara – Vuoi?
Lisa – No grazie. Tutto bene?
Sara – Al solito. (Beve) a parte l’avvocato che non faceva altro che guardare le tette di una testimone per tutto il processo…. Bene.
Lisa – (ironica) Inamissibile eh.
Sara – Cosa intendi? Vorrei vedere se mi mettessi io a guardare le tette delle testimoni.
Lisa – Ma tu lo fai.
Sara – Io?
Lisa – Sì tu.
Jenny –  È vero, ogni tanto guardi anche le mie! (sempre assorta nei suoi lavori)
Sara – Impossibile. Le tue sono piccole con l’attaccatura larga, potrebbe passarci un’autostrada in mezzo.
Lisa - … appunto.
Sara – E va bene sì. Guardo e giudico... e la testimone di oggi non era affatto male!
Lisa – Vedi tu non sei diversa da quell'avvocato.
Sara – E invece no. Io lo faccio in modo pulito, elegante, l’uomo ha uno sguardo viscido, sudaticcio.
Lisa – Adesso inizia.
Sara – L’80% dei delinquenti sono uomini ed il 20 restante sono donne che hanno commesso un reato per colpa di un uomo. È statistica.
Lisa – Sei sicura che questo 80% di uomini delinquenti non abbia commesso un reato per colpa di una donna?
Sara – Non scherziamo. La mia è una semplice teoria per avere un mondo migliore.
Jenny – (assorta nel suo lavoro) Mondo migliore potere alle masse!
Sara – Ha di nuovo piantato la marijuana in giardino? Sono un rappresentante della legge non posso permettere...
Lisa – ...no, sta solo componendo
Sara – Ah (vedendo il pupazzo) Che roba brutta.
Lisa – Comunque sai che considero il tuo modo di pensare un po’ forte.
Sara – Ma è normale tu sei etero.
Lisa – Eliminare tutti gli uomini mi sembra esagerato a prescindere da tutto.
Sara – Perché?
Jenny – (un po’ assorta nel suo lavoro) Giusto eliminiamo gli uomini.
Sara – Vedi anche la piccola Jenny è d’accordo .
Lisa – Lei non conta.
Jenny – (un po’ assorta nel suo lavoro) Diamo il potere agli animali!
Sara – Hai ragione non conta.
Jenny – Si può sapere cosa avete contro di me?
Lisa – Vedi cara, Sara, il pianeta lo toglierebbe agli uomini non per darlo agli animali…
Jenny – Potere alle piante?
Sara – Abbiamo un genio in casa.
Lisa – Alle donne.
Jenny – …e ci voleva tanto, sono d’accordo ci vuole la parità. Il mondo deve capire che la donna è come l’uomo.
Sara – La donna senza l’uomo!
Jenny – Come senza? E il mio Tommy?
Sara – Quello che ti serve del tuo Tommy e degli altri uomini lo conserviamo in un freezer. Semplice.
Jenny – Non capisco io sono contro gli esperimenti scientifici.
Lisa – (accenna una risata)
Jenny – Non trovate che gli assomigli? (indicando il pupazzo)
Sara – Chi? A cosa?
Jenny – (indicando il pupazzo) Al Tommy?
Lisa – (prendendola un po’ in giro) Jenny ha iniziato il corso di costruzione di pupazzi di carta pesta ed ha voluto dedicare la sua prima scultura all’aMaxo Tommy,
Sara – Interessante.
Lisa  - Attuale soprattutto… l’’ultima volta che ho sentito parlare della carta pesta era da mio nonno che raccontava dei suoi giochi da bambino.
Sara – Cosa c’é per cena?
Jenny – Anche se non vi sembra, io sono molto brava. Il professor Prosky mi ha detto che ho l’articolazione delle dita propensa alla lavorazione della carta pesta e la mia visione mentale mi rende molto dotata.
Lisa – Insomma ti vuole portare a letto.
Sara – Concordo ed aggiungo il solito maiale.
Jenny – Non capite nulla. Il professore è un vero artista ed inoltre è il numero uno mondiale nella realizzazione di opere in carta pesta gessata.
Lisa – Hai sentito il numero uno. Perbacco un vero luminare.
Jenny – E se volete saperlo è raffinato ed affascinante!
Lisa – Rettifico è lei che se lo vuole portare a letto.
Jenny – Uffa! Il professore è un uomo che vive d’arte scende sul nostro piano terreno solo per dare a me, sua alunna prediletta, delle lezioni private...
Lisa – ...che pagherai carissimo.
Jenny – I soldi. Voi borghesi pensate solo ai soldi, simbolo del capitalismo corrosivo. L’arte è la vera padrona anti-globalizzazione stereotipata.
Lisa – Ma con il Tommy fate altro di notte oltre a leggere le poesie di Boris Makajosky?
Jenny – Boris Makajosky è un grande poeta proletario.
Sara – Il che vuol dire sesso nulla.
Jenny – Le solite gelose dei miei uomini
Sara – Io soprattutto.
Jenny – Sara mi passi del vino?
Lisa – (prendendola un po’ in giro) Vino bianco? Simbolo del capitalismo borghese arricchito che domina le classi sottostanti.
Jenny – È vero. Prendo una birra in cucina.
Lisa – Giusto una bella birra spillata in serie da una di quelle multinazionali che sicuramente il tuo movimento boicotta.
Jenny – È vero, non ci pensavo
Sara – È apparecchiato per cinque. Chi è l’ospite? Il sosia del pupazzo?
Lisa – Già. Pare che la nostra piccolina abbia comprato un nuovo libro di Boris Makajosky.
Jenny – No. Il giovedì notte leggiamo Makajosky. Oggi viene per la sorpresa.
Sara – Gliela dai?
Jenny – Sì!
Sara – Oh finalmente del sano sesso, ti farà bene, anche se con un uomo.
Lisa – Forse non hai capito Jenny. Questa sera regala al Tommy la statua pupazzo.
(Si sentono rumori provenienti dal giardino. Silenzio)
Sara – Cos’é questo rumore?
Lisa – Viene dal giardino. (va in giardino e suonano alla porta)
Jenny – (Andando alla porta) Chi è?
Victor – (da fuori) Il lupo cattivo.
Jenny – (a Sara) È il tuo spasimante.
Sara – Il viscido.
Victor – (entrando) Buona sera le mie belle signorine.
Jenny – Ciao Victor. Hai bisogno di qualcosa?
Sara – L’affitto è pagato, e lo scaldabagno funziona, quindi grazie per la visita.
Victor – Non vengo per l’affitto, ma se la gentile signorina Sara ha bisogno di qualsiasi cosa, sappia che...
Sara – Molto gentile ma nulla grazie. Buona serata.
Victor – Beh veramente ero venuto per il mio Fuffy. Credo si trovi nel vostro giardino.
Lisa – (mettendo la testa in scena) Lo prendo subito.
Victor – Buona sera Lisa, vengo a darti una mano...
Lisa – No grazie c’era Jenny che voleva un tuo parere (indica velocemente i pupazzi)
Victor – Parere, su cosa?
Jenny – Cosa pensi della mia opera? Ti piace?
Victor – Assolutamente no!
Sara – (tra sé) Anche simpatico!
Victor – Anzi signorina, le chiedo di non rovinarmi il pavimento con questi esperimenti di dubbio gusto, fino a prova contraria sono il proprietario.
Jenny – Farò il possibile (tra sé) verrà la rivoluzione proletaria e morte ai padroni!
Victor – Piuttosto dov’é Viky?
Sara – Fortuna sua non é ancora tornata.
Victor – Appena la vedete, ricordatele che aspetto una risposta circa il mio invito ad andare al salone dell’auto domenica.
Jenny – Non credo verrà.
Victor – In questo caso puoi venire tu
Sara – Lo uccidi tu o io?
Lisa – (rientrando) Il cane è scappato.
Victor – Sarà ritornato a casa.
Sara – Beh è ora di seguirlo (indica la porta).
Victor – (si avvia e poi si ferma) Vedo che avete apparecchiato per uno in più. Chi è l’ospite? Sapete che non voglio festini!
Lisa – Nel caso provvederemo ad invitarti?
Victor – Ah in questo caso, ma niente uomini, non amo la concorrenza.
Lisa – Il cane ti sta aspettando tutto solo e vuole la pappa!
Sara – Bye bye.
Victor – Ma...
Tutte e tre – Bye bye
Victor – (un po’ seccato, uscendo) E ricordatevi di pagare l’affitto per tempo.
Sara – Insopportabile!
Lisa – Beh bisogna capirlo quattro ragazze che vivono a fianco nell’appartamento che é suo per giunta, e lui non fa che andare in bianco.
Sara – Sacrificati cara Lisetta!
Lisa – Non faccio beneficenza di questo tipo. Jenny? (squilla il telefono)
Jenny – (indica il telefono mentre va a rispondere) Io ho il Tommy (risponde) Pronto casa di Jenny Viky Lisa e Sara... Ciao amore... Anche tu, ti aspetto per cena ed ho una sorpresa per te... No nessun libro di Majakosky... La tua casa è da arredare e così... Ti ricordi il corso di carta pesta gessata... No per adesso non posso dirti nulla, ma vieni con il furgoncino perché la sorpresa è voluminosa diciamo in scala uno o a uno... Tommy?.... Sei contento?.... Tommy ci sei ancora?... Come non vieni? Ma se mi hai detto due minuti fa che... Tua zia ti ha chiaMaxo adesso sul portatile che non sta bene... Ma quale zia io non... Va beh ci vediamo all’università, alle dieci nell’aula occupata. Ciao.
Lisa – Non viene?
Jenny – Ha avuto un contrattempo.
Lisa – La zia malata!
Jenny – Già! Peccato avevo fatto le lasagne.
(entra Viky)
Viky – Ciao ragazze.
Lisa – Ciao Viky (dalla porta appare Max)
Jenny – Buon giorno sorellina. Vedo che porti novità!
Max – Salve.
Lisa – Piacere
Viky – Max mi ha dato un passaggio.
Lisa – E la tua auto?
Viky – In panne.
Sara – Non potevi prendere un taxi.
Viky – Un taxi sulla statale?
Max – Sono saltate le guarnizioni del radiatore ed il motore ha fuso.
Sara – (ironica) hai rimorchiato un meccanico.
Vicky – No cara mia, lui  è Max Price!
Jenny – Max chi?
Vicky – Max Price, candidato alle elezioni politiche cittadine di sabato per la lista sinistra liberale del prof Kindstern!
Sara – Proletariato meccanico dunque.
Jenny – Già (raggainte) !!!...  ma non capite Il prof Kindestern è un eroe post moderno (inizia ad interessarsi a Max)
Lisa – Post che ?
Jenny - Mi presento io sono Jenny, la sorella di Vicky, quella più giovane.
Vicky – Vedo che è famoso questo Kindesterm… a me faceva fico ottenere un passaggio da un politico,
Lisa – Il prof Kindestern è il candidato sindaco del movimento della sinistra liberale, sì devo ammettere che è una persona molto posata ed interessante, secondo me sabato diventerà il nostro nuovo sindaco
Jenny – Sindaco? Veramente non lo sapevo?
Lisa – (tra se) Ma non era il suo eroe!
Jenny -  Che bello…. ! E dimmi, posso darti del tu vero Max?
Max – certamente.
Jenny – Lo conosci? E com’è?
Viky – Ma cosa vuoi che ne sappia il nostro Max..
Sara – è già di casa, diamo la buona serata al nostro Max (lo invita ad uscire)
Jenny – (facendolo invece accomodare) Ma dicci eri sulla statale hai visto la mia sorellona con la macchina ferma…. ma accomodati… eh noi donne siamo così negate al volante.
Lisa – (a Sara) Ma lei non è la femminista.
Sara – Ancora un commento è la seppellisco viva.
Max – Pioveva, mi sembrava il minimo soccorrere una ragazza sola.
Jenny – Soccorrere! Gia già.
Max - … e poi la statale può essere un luogo pericoloso.
Sara – Ed è così che sul cruscotto del nostro eroe Max si è accesa la spia “fanciulla in pericolo” ed è arrivato in soccorso. E bravo Max (intanto cerca  dei soldi e li porge a Max) Ecco (gli da la mancia). Per la campagna elettorale. Tanti cari saluti. Stammi bene!
Max – No grazie. (rispondendo allegro a Sara) Aiutare le fanciulle indifese è la mia missione. (fa un piccolo inchino) Complimenti per l’appartamento è davvero squisito (fa per andare)
Viky – Grazie di tutto Max, (sincera) Avrai il nostro voto!
Max – È stato un piacere, ci conto.
Jenny – E non vogliamo sdebitarci con lui...
Sara – Lo votate sabato. Non basta?!
Max – Nessun problema ragazze.
Sara – Sentito nessun problema ragazze!
Lisa – Beh ci sarebbero le lasagne.
Sara – Ti ci metti pure tu?!
Lisa – Beh Max è stato così gentile, pare simpatico, inoltre noi abbiamo una porzione di lasagne che avanza. Così se ti vuoi fermare a cena...
Max - ... non vorrei disturbare, magari aspettavate ospiti.
Lisa – Effettivamente aspettavamo il Tommy, ma non viene...
Jenny – … così se vuoi prendere tu il suo posto (maliziosa).
Viky – Certo che detto da te!
Jenny – (ridacchia da sé)
Viky – Allora cosa ne pensi?
Max – Avete detto lasagne?
Lisa – Fatte in casa.
Max – Perché no, Adoro le lasagne, fatte in casa!
Viky – Allora accomodiamoci (si accomodano, Max siede a capotavola fronte pubblico e le quattro ragazze due per lato).arrivo subito (esce per andare a prendere le lasagne)
Max – Oh grazie a voi per l’invito.
Lisa – Suppongo che non sia stato facile entrare nelle “grazie” del prof Kindstern, lo ricordo quando insegnava in facoltà, dicono fosse molto selettivo.
Max – Diciamo molta pazienza e ambizione
Jenny – Che bella parola ambizione
Sara – (ironica) molto di sinistra!
Vicky – (entra con le lasagne) Ecco le lasagne! (inizia a servire)
Max – Grazie va bene così
Jenny – Per me poche, sono vegetariana
Lisa – Scusa ma se sei vegetariana non mangi carne non puoi mangiarne “poca”.
Jenny – Ma io amo le lasagne è che mi sento in colpa…
Lisa – Ah non fa una piega! Ma dicevamo Max parlavamo della tua ascesa politica.
Max – Un po’ presto per parlare di ascesa per adesso mi sono limitato a vincere concorsi di scacchi e di logica applicata alla teoria politica.
Jenny – ah (ammirata)
Sara - (a Jenny)  Non dire nulla altrimenti ti ingozzo le tue poche lasagne.
Lisa – Devi avere un gran bel QI?! QI quoziente d’intelligenza.
Max – Ovvio. Diciamo sopra la media dovrebbe essere di 135 se non ricordo male.
Lisa – Ma è tantissimo. La media umana è tra gli 85 e 115. Eistein pare avesse 160.
Max – è quel piccolo genietto tedesco!
Lisa – Pensate che il più alto QI appartiene al fisico Ung-Yong Kim. A sei mesi di vita iniziò a parlare e a tre anni conosceva già quattro lingue. A otto anni lavorò per la Nasa ed a 16 ottenne un dottorato in fisica presso l’Università del Colorado. Dovrebbe avere sui 210.
Max – Ma è giallo in realtà avrà un QI di 32 che poi spingono a 210 per propaganda. Il mio e quello di Albert diciamo che sono ariani.
(Silenzio un po’ imbarazzato)
Sara – Perché la parola “ariano” mi fa nascere un brutto presentimento.
Lisa – (cercando di togliere il gelo) Sai io ho fatto gli studi in dottrine politiche, e mi sto focalizzando sui bisogni dei popoli del terzo mondo.
Max – Giusto. Molte bene, argomento adatto a una dolce fanciulla.
Lisa – Scusa?
Max – (volendo fare una battuta) Ottime queste lasagne. Volevo dire argomento debole adatto al sesso debole.
Sara – E quale sarebbe il sesso debole?
Lisa – E quale l’argomento debole?
Max – (sorride con aria da superiore e non risponde) Prendo un goccio di vino. E voi ragazze cosa fate di bello nella vita.
Viky – Il tipico lavoro di un rappresentante del sesso debole: shopping!
(breve pausa)
Max – Ottima scelta vino ?
Jenny – Io studio arte moderna, ti piace quella scultura? L’ho fatta io.
Sara – Hai il diritto di non rispondere.
Max – Scommetto che sei un avvocato.
Sara – (ironica) Pubblico Ministero e donna per giunta... strano che esistano, non trovi?
Max – Il mondo moderno e le sue contraddizioni!(ride divertito e le ragazze non sanno se aggiungersi o meno… e restano qualche secondo in silenzio imbarazzate)
Lisa – (a Viky) È un suo modo di scherzare vero?
Max – (divertito, tra se ) Signorina Pubblico Ministero Sara... Sara e magari sei anche ebrea? (cala il gelo)
Sara – (fredda) Dimentichi omosessuale.
Max – Ah il mondo! Siamo giudicati e condannati dalle persone che dovremmo condannare! (alzando il calice) Cin cin!
Sara – Ho capito bene? Chi dovrebbe essere condannato?
Max – (sempre con il sorriso) Ah, sempre pronti a piangere sulle vostre finte storie di persecuzione per coprire lobby politiche.
Viky – Credo che tu abbia capito bene.
Jenny – Io no, invece. Condannato chi, il Tommy?
Lisa – Ma non è candidato per la sinistra liberale, quale linea di partito nello specifico?
Max – Ah linee di partito… anche Adolf per salire al potere ha dovuto chiamarsi nazional socialismo.
Sara – Adolf? Siamo arrivati al caro Adolf.
Lisa – Non mi vorrai dire che in realtà il professore Kindesky la pensa così.
Max – Ci mancherebbe. Lui è un ebreo, uno di quelli che cerca di nascondere la verità!
Viky – Quale verità?
Lisa – Perché hai fatto la domanda!
Jenny – Ma il Tommy non penso che sia ebreo?
Max – Ah le donne! Ma è semplice non c’è mai stato nessuno sterminio! Adolf Hitler non è che la vittima di una storia scritta da libri falsi che volevano spingere il comunismo in Europa dopo la seconda guerra.
Viky – Ma Hitler non li bruciava i libri?
Max – Guerra peraltro persa causa l’utilizzo da parte americana di un arma a sterminio di massa!
Lisa – Sterminio di massa? Ma Sei milioni di ebrei uccisi!
Sara – E aggiungiamo le decine di migliaia di omosessuali…
Lisa – … e gli storpi
Max – Ah gli storpi. Non mi direte che questi contano veramente? Aspettate che controllo sullo smartphone…ah ah. Insomma il mondo deve evolvere verso il meglio e quindi gli inferiori devono lasciare il posto. È la natura. E non parlo solo a livello fisico, ma anche e soprattutto a livello mentale.
Viky – Vorrei leggere i suoi trattati.
Lisa – Ma sentitelo pensa di aver ragione!
Max – Sapete cosa vi dico.
Viky – Nulla può più stupirmi.
Max – Anche se nulla lo prova. Anche se veramente Hitler avesse poi ucciso tutti questi ebrei? Non ha fatto forse bene?
Viky – Diamoli un premio? Una coccarda!
Max – Ma cosa perdo tempo a parlare con voi. Prima eravate pronte a calarvi le mutandine e adesso, anzi magari adesso siete più interessate, soprattutto l’ebrea così le faccio provare qualche esperienza nuova.
Sara – Mi pare che le lasagne siano ormai fredde.
Max – È stato un piacere. Cena squisita. (fa per alzarsi e prende una botta alla gamba)
Viky – Fatto male?
Max – Nulla (si alza ma zoppica).
Jenny – Oh guarda sta zoppicando. Il nostro campione tutto d’un tratto è diventato uno storpio, un essere inferiore (lui si blocca dando loro le spalle).
Viky – Ben visto piccola Jenny!
Jenny – (avvicinandosi e prendendolo in giro) Su dai facci vedere come zoppichi, come zoppica un essere inferiore.
Vicky – Ma cosa dite lui è ariano… magari impotente ma ariano!
Sara – Minus dotatis, della famiglia dei Max
( Max si gira di scatto, prende un coltello e immobilizza Jenny)
Max – Allora non parlate più adesso! Chi è l’inferiore?
Viky – Tranquillo Max.
Max – Taci Puttanella.
Viky – Come vuoi
Max – Allontanavi.
Jenny – Aiuto (non riesce a parlare e piange)
Sara - Abbiamo scherzato, gli animi si sono riscaldati un po’ troppo, ma va bene così.
Max – Va bene cosa?
Lisa – Nessuno voleva insultarti.
Max -  E tu cosa vuoi ? la mi piccola saputella. Tu sei la seconda che ammazzo non dimenticarlo.
Sara – Basta Max. Torniamo seri!
Max – Ecco La Pubblico Ministero che parla. Vediamo un po’ mi vuoi giudicare? Per adesso siamo alle minacce Quanti anni sono? (nessuna risposta) E se la violento (la porta verso il tavolo e la mette piegata con le mani sul tavolo. Jenny grida e piange) ?
Viky – Lascia stare mia sorella gran figlio di.... (si avvicina per colpirlo, ma lui la blocca e le punta il coltello addosso. Viky si blocca e fa marcia indietro)
Max – E brava la sorellina adesso non fai più nulla. Allontanati!! E tu stai ferma! Faccia contro il tavolo (Jenny piange immobile china sul tavolo)!
Viky – Cosa vuoi?
Max – (a Jenny) Spogliati. (Jenny non fa nulla e piange)
Max – Spogliati cazzo.
Lisa – Basta ti prego.
Max – Ti ho detto di parlare? Ti ho forse detto di aprire quella cazzo di bocca. Te lo ripeto tu sarai la seconda che ammazzo per seconda, ma potrei cambiare idea.
Lisa – Ti prego (piangendo). Aiuto.
Sara – Ti senti forte.
Max – Abbastanza. E tu (a Jenny) cosa fai? Non ti avevo detto di spogliarti!!!
(Jenni inizia a spogliarsi, ma trema e  continuando a piangere)
Max – Brava cosi.
Sara – Depravato di merda!
Max – E adesso stai ferma. Non sei male! (si avvicina toccandola con il coltello)
Viky – Bastardo (cercando di colpirlo alla schiena)!
Max – Puttana! (spinge via Jenny e lottando con Viky finisce per cercare di violentarla sul tavolo; facendo così si trova per dare le spalle a Lisa che lo colpisce alla schiena con un coltello. Max cade morto per terra. Silenzio. Le ragazze piano si ricompongo)
Sara – (si avvicina a controllare il morto) È  andato.
Viky – È....
Sara – Morto stecchito!
Lisa – Oh... (non sa cosa dire)
Viky – Vuoi dire che Lisa...
Sara – Vuol dire che Lisa ha ammazzato il maiale.
Lisa – Ma.. (sotto shock)
Sara – Vieni siediti
Viky – (aiuta Jenny a ricomporsi) Come andiamo?
Jenny – (asciugandosi il volto) Meglio (pausa)
Lisa –   Ma io gli ho solo....
Viky – … gli hai solo infilato un coltello nella schiena. Nulla di grave!
Lisa – Appunto nulla di grave. Era un coltello piccolo. Non è vero!
Viky – Da dessert!
Sara – (le da da bere) Tieni.
Jenny – E adesso che si fa?
Sara – Brindiamo alla morte del maiale!
Viky – Chiamo la polizia (si avvia)
Lisa – Giusto la polizia.
Jenny – Brava affronta gli sbirri con sicurezza!
Lisa – Non capisco, avete visto tutte, è stata legittima difesa.
Viky – Sicuramente, legittima difesa.
Jenny – Certo il coltello nella schiena! Fosse stato nel costato ma...
Lisa - Cosa dovevo dirgli “girati che ti accoltello”?
Jenny – Proprio così no, ma...
Lisa – Ma ti stava violentando.
Viky – Grazie
Jenny – Ecco forse potevi prendere un vaso!
Lisa – Ma, il coltello era più vicino!!
Viky – Si noi lo sappiamo, ma la polizia?
Jenny – Per me erano a pari distanza.
Lisa - Sara dì qualcosa tu.
Sara – Analizziamo i fatti. Perché sono i fatti che il giudice analizzerà.
Jenny – Per la polizia sono tutti colpevoli.
Sara – Un uomo è morto con un coltello nella schiena in un appartamento dove vivono quattro donne. Nessun legame con il morto. Le ragazze sono pronte a testimoniare che il giovane ha tentato di violentarle.
Viky – Ma le ragazze sono quattro… amiche!
Jenny - Quindi...
Lisa – Quindi cosa!!!
Sara – Ora vediamo chi era il morto: incensurato anzi un brillante rappresentate della politica del paese.
Viky – (che nel frattempo aveva preso il portafoglio del morto e aperto l’Ipad) Membro di Amnesty International, del WWF e di altre dieci associazioni umanitarie… (dal portafoglio va all’Ipad)
Lisa – Ma era un nazista!! Lo avete sentito tutte!!
Viky – Vostro Onore, nessuna tessera delle SS o del KKK era presente, mi spiace.
Sara – Dobbiamo riflettere. (riflette)
Lisa – Riflettere? Era un deviato lo avete sentito tutti. Jenny? Sara ? Viky ?
Vicky – Vediamo un po’ cosa ci racconta il suo profilo (controlla sull’Ipad) Eccolo.
Lisa – Non voglio sapere.
Vicky – 1400 contatti… professori universitari
Lisa – Logico
Vicky – Ah c’è anche un Cardinale.
Lisa- Non vuol dire nulla
Vicky – Gli faceva gli auguri per le elezioni.
Lisa – Ma era uno xenofobo.    
Vicky -…. E sui “mi piace” c’è Mandela!
Lisa – Ma è assurdo è falso.
Sara – Ci sono.
Viky – Allora? Qual’è il giudizio?
Lisa – Innocente!?
Sara – Lisa ha ragione. Lei è innocente, innocente non perché la sua sia stata legittima difesa, ma perché Max è il colpevole.
Jenny – Si è pugnalato da solo?
Sara – La nostra Lisa ha tolto dalla circolazione un individuo che andava tolto dalla circolazione.
Jenny – Le diamo una medaglia?
Sara – Max era un porco nazzista e se Lisa non lo freddava chissà quante ragazze avrebbe violentato o peggio…
Viky – (continuando a leggere sull’Ipad) Ok era un po’ fanatico ma …non ha ucciso nessuno!
Sara – E chi può dirlo. Magari aveva già ucciso o magari questo era sarebbe stato il suo primo delitto quello della scintilla omicida. Io dico che Lisa ha fatto il suo dovere di onesta cittadina.
Lisa – Dici ?
Sara– Senza considerare la possibile carriera politica arrestata per tempo direi.
Vicky – Esatto infondo hai ucciso Adolf Hitler in pectore
Sara – Esatto!
Vicky - (continuando a leggere sull’Ipad) Ho trovato qualcosa d’interessante sentite qui. ?
Jenny – Bello amo “che animale saresti se…” io l’ultima volta ero venuta picchio del Nebraska!
Lisa – Ma ti sembra questo il momento?
Jenny – Ah gia l’amico di Lisa (indicando il morto)?
Viky – Lui non disturba.
Sara – Sediamoci.
Lisa – Ma volete mettervi tranquille a parlare con un morto in casa?
Sara – Hai ragione. Prendo da bere. (si versano da bere e si accomodano)
Vicky – (leggendo dall’Ipad) Ora chiudete gli occhi.
Jenny – Lisa chiudi gli occhi, almeno non vedi Max.
Sara – Taci.
Vicky – E adesso pensate: primi del novecento vi trovate a Vienna in un vicolo buio, non c’è nessuno tranne un piccolo uomo con i capelli scuri e due baffetti corti…
Jenny – Charlie Chaplin?
Sara – Hitler!!.
Viky – Già, siete in un vicolo buio soli voi e il giovane Hadolf Hitler …. E voi... avete una pistola (le altre ragazze fanno per parlare ma lei le blocca)…. Attenzione sono solo i primi del secolo quello che avete davanti è il giovane Hadolf, non ha ancora ucciso nessuno, ma voi e solo voi sapete che…. lo farà. Cosa fate?
Jenny – Gli sparo a quel nazista di merda!
Lisa – Nazista? Il nazismo non esiste ancora.
Sara – Ma ci sarà.
Viky – …e voi avete la possibilità di evitarlo. (pausa, le ragazze pensano tra se)
Lisa – Non ha senso.
Jenny – Io gli sparo.
Viky – Premere o non premere. (attimo di pausa)
Sara – Non c’è alcuna scelta. Nessuno di noi può scegliere. Voi, io, chiunque in quella circostanza deve sparare. Nessuno potrebbe vivere con il rimorso di non averlo fatto. (inizia a guardare le ragazze)
Jenny – D’accordo al 100%.
Viky – (annuisce)
Lisa – Ma è un omicidio!
Viky – Parla quella che ha appena infilato un coltello nella schiena ad un tizio.
Jenny – Già.
Lisa – (tutte la guardano aspettando la sua risposta) Va bene, (gli sguardi delle tre si posano sul morto) ma stiamo parlando di Hitler.
Sara – Vale per qualsiasi criminale, ieri come oggi (si dirige verso il morto) Brava Lisa, oggi tu hai ucciso Hadolf Hitler.
Viky - (ponendo un bicchiere a Lisa) Brindiamo a Lisa.
Sara – E alla giustizia.
Jenny – Non capisco cosa volete fare, ma mi eccita.
Lisa - …e di Max cosa ne facciamo?
Viky – Idee per sbarazzarsi del cadavere?
Lisa – Oh mio Dio! Volete veramente sbarazzarvi…
Viky – Lo facciamo per te, tesoro.
Jenny – Avete notato come assomiglia al Tommy (indicando la statua)
Viky e Sara – Il pupazzo!!
Viky – È  una statua cava vero jenny?
Jenny – Ma è un’opera d’arte!

Buio


Secondo quadro

Stessa scena del primo quadro. Lisa sta preparando nervosamente la tavola mentre Jenny resta vicina alla statua.

Lisa – Non posso ancora crederci.
Jenny – (guarda il pupazzo) Sai anch’io all’inizio ero contraria, mi dicevo rovinare un’opera d’arte, ma adesso lo trovo più vivo.
Lisa – Vivo? Ma vi abbiamo nascosto… (sussurrando) un cadavere.
Jenny – Se non capisci l’arte non è colpa mia.
Lisa – Io mi vado a costituire.
Jenny – Come la fai dramMaxica.
Lisa - Passi per il cadavere…
Jenny – Certo lo hai ucciso tu…
Lisa – E se regalassimo la statua al tuo Tommy, lui la prende la guarda un minuto e la butta in una discarica…
Jenny – Ma…
Lisa – Comunque è tutto assurdo, Non possiamo continuare con questa storia, la cena, l’ospite, il veleno…
Sara – (entrando) Allora è tutto a posto? La tavola?
Lisa – (a Sara) Non voglio fare questa cosa, io non me la sento…
Sara – Ma se hai sisteMaxo la tavola a meraviglia. So che infondo sei la più convinta. La bottiglia?
Lisa – Tutto è assurdo. Invitare un ospite. Interrogarlo e…. no, no.
Sara – Vedo che c’è bisogno di un ripasso. Jenny?
Jenny – Invitiamo un ospite, parliamo con lui, facciamo domande varie tipo che libri legge, cosa pensa della vita e se alla fine dovessimo scoprire che è anche se non ha i baffetti è Hadolf Hitler travestito…
Sara – Diciamo se dovessimo scoprire essere un potenziale criminale, non limitaimo il campo ai soli nazisti.
Jenny – Ecco se è un nazista o altro criminale (che nel frattempo ha preso una bottiglia) … facciamo un brindisi.
Lisa – Voglio morire.
Sara – Non sarai tu, nel caso a morire. Bottiglia prego?
Jenny – (porgendola) Eccola vostro onore, di cristallo per l’occasione.
Sara - (mentre parla mette del veleno in un decanter di cristallo che pone al centro della tavola) L’ospite siederà qui a capo tavola in modo che tutte noi lo potremo guardare, giudicare. Infine nel caso saremo tutte d’accordo e ripeto, tutte d’accordo nel considerarlo colpevole, allora gli offriremo l’amaro calice della giustizia! (alza un bicchiere vuoto e propone un brindisi al quale jenny si aggiunge)
Jenny – Cin Cin!
Lisa – (esita) Ma è chiaro per tutti. Dobbiamo essere tutte e quattro d’accordo per…
Sara – Unanimità, s’intende.
Lisa – (prende un bicchiere vuoto e si aggiunge) Cin. (poi si allontana subito sempre titubante mentre Sara finisce di sistemare la tavola e la bottiglia) Io comunque non la volevo fare questa cosa, mi avete messo in mezzo voi.
Sara – No. Tu hai iniziato. Grazie a te diamo corso a questo processo.
Jenny – Non ti preoccupare Lisa. Conosci Viky, conosci che persone è capace di frequentare. Ci porterà sicuramente un delinquente incallito.
Viky – (entra seguita da un parroco) Buona sera a tutte.
Don Invernizzi – Pace e bene figliole.
Lisa – (pietrificata sprofonda nella poltrona)
Jenny – Buona sera padre.
Sara – (a parte a Viky) Ma chi hai portato?
Viky – (piano in risposta) Non ti preoccupare.
Sara – Beh buona sera padre e grazie di aver accettato il nostro modesto invito.
Don – Oh Vittoria è stata così gentile.
Lisa – Comunque io sono Lisa, molto piacere.
Dona – Incantato. (Sorride durante le presentazioni)
Sara – Sara.
Jenny – Eugenia o Jenny se preferisce.
Viky – Don Invernizzi tiene un corso di sensibilizzazione dei giovani studenti contro i pericoli come l’alcol, la droga e… via discorrendo...
Don – ... e la signorina Vittoria è un’allieva modella.
Sara – (a parte a Viky) E tu cosa ci facevi in un corso così?
Viky – Rimorchiavo.
Lisa – Beh vogliamo accomodarci? (tra sé) Così almeno la facciamo finita. (ad alta voce) Suppongo che Don Invernizzi abbia fame.
Don – Oh una gran fame! (si accomodano a tavola. Don Invernizzi è a capotavola fronte pubblico, Lisa va in cucina)
Don – Oh che bella tavola. E questo è culatello se non erro (prende un pezzo di pane e fa per mangiare).
Sara – Ma padre?
Don – Sì cara?
Sara – Non dice una preghiera prima…
Don – Certo è che non volevo mettervi a disagio con… beh....”Dio benedici questo pane che anche oggi ci fai trovare in questa tavola, prega per noi peccatori, amen!”
Lisa – (entrando con un vassoio) Lasagne.
Don – Oh che meraviglia!!
Lisa – (mentre serve le lasagne) Le ho fatte stamane.
Don – Lasagne fatte in casa!
Viky – Ancora lasagne brava Lisa che portano bene.
Lisa – È stata mia nonna ad insegnarmi la ricetta.
Don – Brava. Bisogna sempre conservare le tradizioni degli anziani.
Viky – Per me solo un assaggio.
Don – Hanno un aspetto fantastico, un profumo…
Lisa – Grazie.
Viky – Assaggi padre!
Don – Oh magnifiche. Inizio a chiedermi cos’abbia fatto di tanto lodevole per essermi meritato un invito a casa di voi angeli?
Lisa – Già anch’io.
Don – È possibile avere un po’ di vino?
Jenny – (Fa per dare la bottiglia con il veleno)
Lisa – No! Quello no!
Don – Non è buono?
Viky – Non subito... è vino da dessert.
Jenny – Le verso un po’ d’acqua.
Lisa – E se non c’è il dessert non si beve. (Don continua a mangiare mentre le quattro lo guardano) e sì perché Jenny doveva fare una torta non l’ha fatta e quindi magari il vino lo lasciamo lì per la prossima…
Sara – Mi dica padre…
Don – … sì figliola?... Posso avere un pezzo di pane!?
Sara – in cosa consiste precisamete il suo corso di “sensibilizzazione”?
Don – Si tratta di semplici dibattiti che faccio con bravi ragazzi e ragazze come Viky. Ah. Il pane. Io adoro il buon pane. Ecco in questi dibattiti cerco di spiegare loro di avvertirli come non entrare in contatto con le forze e le tentazioni di Satana.
Sara – Satana eh già Satana!
Lisa – Come l’alcool e la droga?
Don – Ah ingenua figliola, l’alcool e la droga sono solo degli strumenti, delle armi di Satana. Mhh queste lasagne sono ottime!
Lisa – Mangi pure con calma padre.
Don – Dicevo…. Quello che dobbiamo fermare… sono i mandanti del demonio… tutte quelle persone che infettano il nostro mondo e minacciano le brave ragazze come voi….(il Don parla sempre con la bocca piena non smettendo mai di mangiare)
Jenny – Fico. Quindi lei insegna come uccidere i vampiri?
Viky – La perdoni padre.
Don – No, la piccola Eugenia ha ragione.
Jenny – Quindi usate i paletti?
Don – No cara. Sono uomo di fede. La nostra arma è l’isolamento. Bisogna emarginare questi portatori del male. (segni d’intesa tra Vicky e Sara)
Jenny – Emarginare i vampiri?
Sara – Continui padre, siamo molto interessate.
Don - Un goccio d’acqua che non vorrei ingozzarmi! (beve)
Viky – Sarebbe un peccato… così presto.
Lisa – Beh, insomma come mandare gli spacciatori in prigione per non permetterli di seminare morte, beh. Penso che si possa riposare il vino nella credenza. Cosa dite?
Don – Ecco il vostro errore, limitarsi agli spacciatori. Dobbiamo isolare tutto il male.
Sara – Cioè?
Lisa – I trafficanti?
Don – I drogati.
Jenny – Ma anche chi fuma uno spinello?
Don – Tutti! Assaggerei il culatello. Una volta toccato il male essi sono dannati per sempre, non c’è rimedio che l’isolamento dal nostro mondo. Mangiate care. Figliole… e non solo i drogati, ma anche e soprattutto quegli altri!
Sara – Quali altri?
Lisa – Perché ho paura di sentire la risposta?
Don – Gli omosessuali!
Jenny – Sei salva Sara ha detto solo gli omosessuali e non le lesbiche.
Don – Tutti questi degenerati, che vanno contro le leggi della natura, le leggi di Dio (si alza e si fa il segno della croce vagamente e poi beve ancora). Questi devono essere isolati, mandati su un isola e lasciati la finchè l’estinzione non sopraggiunga.
Sara – Beh io penso che si possa passare al dolce e al vino!!!
Lisa – No!
Don – Beh io un dolcino lo mangerei volentieri.
Viky – Non traiamo decisioni affrettate.
Lisa – Non possiamo cambiare argomento?
Don – Questo è un argomento importante e sono contento di poterne parlare con voi.
Lisa – Beh io vado a prendere il dolce (sparecchia e va in cucina)
Don – Le lasagne erano ottime cara.
Viky – E, mi dica, quest’isola dove la farebbe, lei?
Don – Ah cucina ottima, vedete, la mia associazione si occupa anche di scovare questi peccatori che si celano tra noi, vestiti normalmente, confusi, pronti a seminare il peccato.
Sara – Parla sempre dei gay?
Jenny – Ma no dei vampiri.
Don – Gli omosessuali per Dio e chi se no!?
Sara – … e magari girate con cappuccio in testa. Cosa faccio verso il vino?
Lisa – (rientrando con un vassoio) Non farti prendere da fatti personali. (porgendo il vassosio al Don) Pasticcini fatti in casa, sperando che addolciscano i pensieri.
Don – Oh grazie figliola (si appoppria di metà vassoio)
Don – Quindi, ragazze, non esitate a segnalarmi se tra le vostre conoscenze si celano questi peccatori.
Viky – Interessante e c’è una ricompensa (guardando Sara)?
Don – Il regno dei cieli sarà la tua ricompensa!
Sara – (Tra sé) Questa sarà la sua.
Viky – Credo che tu possa versare il vino. (Sara guarda Jenny cercando un consenso)
Jenny - Passare il resto della mia vita rinchiusa su un’isola per qualche spinello… per me puoi versare! (Sara esegue)
Don - Ottimi anche i pasticcini. Potrei avere del vino?
Viky – Lisa, vuoi dare tu il dolce vino al nostro Don?
Lisa – No ragazze, aspettiamo un minuto… un’ultima possibilità.
Don – Ma che brave ragazze, così morigerate anche solo per un po’ di vino. Prendo un altro pasticcino… e un goccio d’acqua non vorrei ingozzarmi.
Lisa – (Sospirando) eh si è fatto tardi non trovate.
Sara – Fai un’ultima domanda Lisa, cos aspetti.
Don – Dimmi figliola
Lisa – Mi… Mi dica, padre, ma non ha un po’ di pena almeno per quegli omosessuali che si trovano ad essere emarginati, poveri  e soprattutto malati!
Don – ....Quale malattia?
Lisa – Beh pensavo all’Aids!
Don – (scoppia in una risata che Lisa cerca di imitare per sdramMaxizzare mentre le altre già hanno un bicchiere in mano ed il calice di vino avvelenato viene messo visibilmente  davanti al reverendo dalle ragazze sorridenti) O fanciulla!
Lisa – (tra se) Non lo dire.
Don - L’omosessualità è la malattia: l’Aids è la cura!
Tutte – Brindisi! (Lisa porge il calice a Don Invernizzi che beve e dopo poco inizia ad avere problemi di respirazione; infine  casca morto con la testa nel piatto)
Jenny – Pensate sia morto?
Viky – No. Gli sono andati di traverso i dolcetti!
Jenny – Ah.
Viky - Certo che è morto!
Jenny – Per i dolcetti?
Lisa – Ma vi rendete conto? Abbiamo ucciso un monsignore!
Sara – Cosa volevi, farmi mettere al rogo dal Torquemada della bassa?
Viky – Mi passi un dolcetto?
Jenny – Tieni.
Viky – Grazie. (suonano alla porta)
Jenny – Vado io. (si avvia)
Viky – Jenny, magari facciamo sparire il monsignore prima.
Jenny – Ah già. (Sara, Viky e Lisa portano il corpo in terrazza. Jenny prende tempo) Arrivo. Un attimo. Chi è?
Voce di Victor – Come chi è? La polizia. Forza aprite!
Jenny – Non ho capito chi è?
Voce di Victor – Sono il padrone di casa. Apri! (Jenny esegue esce e rientra controllando la stanza precedendo Victor. Mentre entra Victor velocemente Viky e Lisa si mettono a tavola)
Victor – Dov’è Fuffy?
Jenny – Chi?
Victor – Fuffy! Il mio cagnolino.
Jenny – Ti è scappato ancora?
Victor – Non so ma pare sia attratto da questo appartamento.
Viky – E non è il solo
Victor – Spiritosa.
Jenny – Si vede che neanche Fuffy ama la tua compagnia.
Victor – (non curante) Ah cosa vedo!
Lisa – Cosa. (fa sparire il berretto del monsignore)?
Jenny – Hai visto Fuffy?
Victor - Uno due tre….. cinque. Cosa vedo. Abbiamo un ospite. Dov’è?
Lisa – Quale ospite?
Vicotr – Per forza. È apparecchiato per cinque.
Viky – È andato e poi, insomma ,saranno cavoli nostri chi invitiamo.
Victor – Non direi. In questa casa dovete rispettare un regolamento che prevede niente schiamazzi. Niente festini.
Viky – A meno di non invitarti?
Victor – Certo a meno di…. Insomma dov’è ?(si avvia verso il giardino)
Lisa – Dove vai?
Victor – Nel posto dove il mio cane va sempre, il vostro giradino.
Lisa – E’ impossibile.
Victor – Perché è impossibile?
Lisa – Non so. (cercando l’aiuto delle amiche) Perchè è impossibile.
Jenny – Ti piace la mia scultura Victor?
Victor – Ti ho già detto che mi fa schifo!
Jenny – (seccata) Vuoi un bicchiere di vino?
Lisa – Jenny!!!
Jenny – Era solo un’idea.
Viky – In fondo non abbiamo offerto nulla al nostro padrone di casa. (versando un bicchiere del vino avvelenato)
Lisa – Ma ragazze!!
Victor – Non capisco.
Viky – Insomma un solo bicchierino prima di andare in terrazza.
Victor – Beh grazie. (prende il bicchiere in mano. Si sentono rumori da fuori ed entra Sara con un cagnolino in mano che in bocca ha un pezzo del vestito del prete)
Victor – Fuffy, vieni da papà. (Sara dà il cane a Victor e prende il bicchiere)
Sara – (tra sé) Questo lo appoggiamo qui.
Victor - Da bravo bello andiamo a casetta (escono).
Sara – (rimproverandole) Ma dico cosa stavate facendo?
Jenny – Offrivamo del vino a Victor.
Sara – Cercare il suo cane non mi sembra sufficiente per una condanna.
Lisa – Sono d’accordo.
Sara – (prende la bottiglia, la richiude con calma e la mette via) Questa la mettiamo via e… ricordatevi… la nostra è una missione da portare avanti con rigida fermezza.

Buio


Atto Secondo

Terzo quadro

Tramite giochi di luce si susseguono scene di diverse persone che, sedute a capotavola, brindano e poi muoiono. Infine s’illumina tutta la scena e si vedono diversi pupazzi sparsi per la casa. Vicino ad un pupazzo vi è un signore sulla cinquantina grasso e con gli occhiali che analizza le statue, Jenny lo sta seguendo e lo ascolta attentamente.

Prof – Bene, molto bene.
Jenny – Grazie professore.
Prof – Struttura rigida, gesso ben solido, caratteri facciali molto marcati. Oserei dire stile realistico decadentista.
Jenny – Le piace?
Prof – Sotto il profilo tecnico il tuo tocco è molto migliorato.
Jenny – È la pratica.
Prof – Beh questo lo vedo. Molto brava, ma sotto il profilo artistico dovresti cercare di mettere più vita nelle tue statue.
Jenny – Visto il contesto è difficile!
Prof- Cosa?
Jenny – Niente professor Prosky. Io, come dire, cerco di cogliere la struttura statica di entità passate.
Prof – Brava, l’iter artistico è perfetto. Lo so che è difficile e devi avere molta immaginazione Adesso devi concentrarti e sforzarti di pensare che le tue statue un tempo potevano essere delle persone comuni, persone vive che tu, con la tua arte, hai bloccato, ferMaxo nel tempo.
Jenny – Lei sì che ne capisce.
Prof – Certo. Beh passiamo all’analisi di un’altra statua… Ma è sbalorditivo! Questa statua assomiglia a Veronica Pellegirini del terzo corso. Stesso tratto della bocca, le linee del viso, (soffermandosi sul seno) le forme sono le stesse !
Jenny –  (tra sé) Vedo che conosce bene quella troietta integralista. Sì mi sono ispirata a lei… si ricorda l’exursus creativo...
Prof – Pensavo non andaste molto d’accordo.
Jenny – Una sera ha visto le mie opere e così le ho chiesto se potevo farle una statua.
Prof – E la signorina Baker ha accettato?
Jenny – Prima le ho offerto un bicchiere di vino.
Prof – Ah...
Jenny – Prof Prosky. Volevo sapere se può darmi alcune ripetizioni sull’uso del pennello (un po’ civetta)?
Prof – Certo. (Lei si avvicina un po’ maliziosa e lui inzia già a sudare) L’uso del pennello nell’arte della cartapesta è stato introdotto solo di recente; prima si utilzzavano spatole di ferro rigide, poi il noto professor Pindoaki…
Jenny – Mi piace quando fa l’accademico.
Prof – Ecco, dicevo. Passiamo alla pratica…
Jenny - … del pennello!?
Prof – (sempre più imbarazzato) Adesso prendiamo un pennello di dimensioni standard e…
Jenny – (si avvicina sempre più maliziosa) e …
Prof – (imbarazzato) … cerchiamo un soggetto… (la guarda poi vince la tentazione) Ecco quella statua è perfetta!
Jenny – Beh io pensavo….
Prof – (si avvicina alla statua e si sofferma a guardarla per qualche secondo) Perfetta. (la riguarda) Questa statua è il barista della caffetteria dell’università.
Jenny – Ma lei conosce proprio tutti.
Prof. – Non pensavo frequentasse quel ragazzo, diciamo…
Jenny – Certo che no. Era un nazzista rasato!
Prof – Ma allora…
Jenny – … come ha detto lei professore; gente comune immortalata nel gesso!
Prof – Magnifico! lei è la miglior allieva che abbia mai avuto.
Jenny – (felice) Torva?
Prof – Certo. Questo cogliere l’essenza comune, volgare, magari appena scorsa in un corridoio e trasporla con un’immagine così lineare nell’eternità del gesso.
Jenny – Come parlate bene.
Prof – Cosa!?
Jenny – Mi sto eccitando!
Prof – Scusi?
Jenny – Ma non ferMaxevi. Continuate a parlare!
Prof – Ah (un po’ agitato). La metafisica scultorea del periodo ellenistico si traspone nelle opere di cartongesso…
Jenny - Facciamo sesso?
Prof – Eh!
Jenny – (Iniziando a spogliarsi. Il prof resta un attimo immobile a guardarla) Ma non si fermi; continui a parlare che mi eccita!
Prof – Come dicevo la struttura croMaxica delle sue... “pere” così rosamente tonde e sode....
Jenny – Andiamo (lei gli salta addosso e i due finiscono in camera).
(entrano Sara e Viky ed iniziano a sistemare tavola)
Sara – Attenta con il veleno. Mettine a sufficienza! L’ultima volta il barbone ci ha messo due minuti buoni prima di crollare.
Viky – (riempiendo la bottiglia di veleno) Dobbiamo comprare altro veleno, questo sta finendo.
Sara – Va bene, ma penso sia opportuno cambiare farmacia, tre disinfestazioni di topi in un mese potrebbero sembrare troppe!
Viky – A chi tocca oggi?
Sara – A Lisa.
Viky – Come, a Lisa?
Sara – Non puo’ sempre toccare a te! E poi fra te e tua sorellina abbiamo avuto a cena i migliori criminali della città.
Viky – E con questo? Non vorrai mica fermarti?
Sara – La giustizia non si ferma mai!
Viky – Ah pensavo bene.
Sara –  É giusto dare anche alla piccola Lisa la possibilità di portare un ospite. Non credi?
Viky – Certo. É emozionante invitare, già… Invitare sapendo cosa gli aspetta. Sedersi lì. Guardarlo, sorridergli, fare la stupida magari, assecondarlo ed intanto studiarlo. Ed infine condannarlo e guardarlo mentre beve, sorridendogli ancora per l’ultima volta.
Sara – Alea iacta est. (porge a Viky un bicchiere)
Viky – (prende il bicchiere e lo guarda un attimo) È  quello buono?
Sara – (ride) Non ti fidi? (un attimo di pausa) A noi.
Viky – A noi ed al primo ospite di Lisa (bevono e non succede nulla).
Sara – Vado a sistemarmi. (esce)
(Viky finisce di mettere a posto ed esce  lasciando il vino avvelenato nel bel mezzo del tavola. Rientra il prof Prosky abbastanza affannato. Veste solo un paio di boxer ed una maglietta da donna)
Prof – È una vera furia. Non ho più l’età per le studentesse. Arsura. Un po’ di vino mi darà la carica. (mentre si versa il vino e lo beve rientra Viky. Fa per fermarlo, ma è tardi. Il prof beve e stramazza al suolo morto).
Viky – Oh porca vacca!
Sara – (entrando) Cos’è successo?
Viky – Non mi guardare io non sono stata. Ha fatto tutto da solo.
Sara – Ma chi è?
Jenny – (entrando in lingerie) Ah siete qui. Avete visto il professor Prosky?
Sara – Intendi un grasso in mutande con una maglietta da donna?
Jenny – (si avvede del morto) Ma come…
Viky – …Noi non siamo state
Jenny – Bah. Non è grave. Parole, parole e poi a letto era una fiacca!
Sara – Diciamo un maiale di meno al mondo.
Jenny – In fondo mi spiace. Gli farò un busto in ricordo.
Viky – Brava che cuore d’oro. Tra quanto si mangia ho una fame.
(entra Lisa  e si avvede del morto)
Lisa – Oh.
Viky – Noi non siamo state!
Sara – Già, il maiale si è ucciso da solo.
Jenny - Cosa dite. Nella statua io i pantaloni li farei.
Viky – Sai non so. Senza pantaloni esprime più se stesso!
Lisa – Beh vedo che il morto questa sera c’è già. Io non ho appetito. Vado a fare una doccia e poi nanna.
Viky – Scusa! Dove stai andando?
Lisa – Dicevo. Il morto questa sera c’è. La mia ospite non è un granché così la chiamo e disdico eh? Cosa dite? (sia avvia al telefono)
Viky – Non toccare quel telefono.
Lisa – Sara?
Sara – (Fa segno di appoggiare la cornetta. Lisa esegue)
Jenny – Ho anche fatto il polpettone.
Viky – Buono. Io adoro il polpettone di Jenny. Tu no Lisa?
Lisa – Ascoltatemi ragazze. Io volevo invitare quel porco razzista che incontro ogni tanto in metropolitana, ma…
Sara – Ma?
Lisa – Ma non riesco a rivolgergli la parola tanto non lo sopporto.
Viky – Inviagli una lettera, di solito non rifiutano l’invito a cena di quattro ragazze.
Sara – Ma hai o non hai un ospite per questa sera?
Lisa – Sì, ma…
Sara – Ma?
Lisa - Diciamo che non è affatto il genere d’ospite che ci siamo prefissate d’invitare.
Sara – Questo lo giudicheremo noi tutte come sempre
Lisa – Io non sapevo chi invitare e lei è piombata per caso, una parola, un‘altra, ed è scattato l’invito, ma io non avevo quel fine.
Viky – Brava. Hai fatto bene.
Sara – Ragazze! Questa sera ci aspetta un giudizio difficile.
Lisa – Appunto. Ci aspetta un giudizio. Insomma, non dobbiamo per forza….
Sara – Nessuno lo impone.
Lisa – Parliamo, mangiamo il polpettone di Jenny e se non siamo tutte e quattro d’accordo se ne ritorna a casa con le sue gambe.
Viky – Giusto. In fondo quante persone sono uscite di qui senza brindare?
Lisa – (un po’ scossa) Nessuna!
Viky – (pregustando l’omicidio) Appunto.
Jenny – É vero. Sapete, non ci avevo mai fatto caso, ma non abbiamo graziato nessuno, che caso. (suona il campanello)
Lisa – É lei. Facciamo finta di non essere in casa?
Sara – Lisa! Il nostro dovere ci attende! (Lisa esce e rientra seguita da Maria, una ragazza semplice, non truccata e vestita molto sobria, sicuramente fuori moda)
Jenny - E questa chi è?
Maria – (Timida ma sorridente) Buona sera a tutte.
Sara – Buona sera.
Viky – (piano a Lisa) Ma chi hai portato?
Sara – Vieni dammi pure la giacca.
Maria – Grazie.
Lisa – (a Viky) È  una mia compagna di corso.
Viky – Chi la piccola fiammiferaia!?
Lisa – (a Viky) Ti avevo detto che non era un granché.
Jenny –(intromettendosi tra Viky e Lisa) Questo è da vedere secondo me nasconde qualcosa!
Viky – Me lo auguro!
Jenny - (piano a Viky) È una mercante d’armi.
Viky – (piano a Jenny ironica) O magari un vampiro!
Sara – Ragazze, la nostra ospite voleva dire qualcosa.
Viky - (tra sé) Bene una confessione.
Maria – (Sempre timida ma sorridente) Volevo ringraziarvi tutte, sapete non mi capita spesso di uscire, ma è così bello essere stata invitata da delle brave e belle ragazze come voi.
Jenny – Certo, impegnata nei tuoi traffici…
Maria – (Gentile) Scusa?
Lisa – Jenny!!
Sara – Possiamo accomodarci. (Maria fa per sedersi a lato, ma Sara la ferma) No cara. L’ospite è sempre a capotavola.
Maria – Oh scusate... È che non sono abituata a stare al centro dell’attenzione…
Jenny – Tipico comportamento d’ogni serial killer!
Viky – (sospettosa) Già!
Jenny – (seria) Oh del vampiro!
Lisa – Ragazze, non state correndo troppo?
Jenny – Vedremo!
Viky – Per me è già colpevole!
Maria – Qualche cosa non va? Volete che vada via?
Viky – No!
Sara – Viky! Forse è meglio se vai a prendere il pasticcio di carne.
Viky – Vado, (tra sé) ma questa sera si brinda.
Sara – Allora cosa fai di bello nella vita?
Maria – Sto finendo l’università e intanto faccio dei lavoretti.
Jenny – E che generi di lavoretti? Furti, scippi, omicidi?
Maria – (ridendo divertita) Oh no!
Jenny – Non mi dirai che… Insomma non hai certo l’aria di essere una….
Lisa – Jenny!!!!
Maria – Veramente io pulisco le case.
Jenny – Vorrai dire, ripulisci!! Una ladra?
Maria – Oh, il settimo dice non devi rubare.
Jenny – E chi è Settimo?
Maria – (sempre serena, mai arrabbiata) Sono i comandamenti di nostro signore.
Lisa – Effettivamente mi sono dimenticata di dirvi che Maria è molto religiosa.
Sara – Nessun problema, abbiamo già avuto un prete a cena.
Lisa – Avevo dimenticato
Sara – (a Maria) Guarda che puoi dirlo. Nessun qui è un padre confessore. Non c’è nessun problema, nel caso ti offriamo anche un bicchiere di vino, allora?
Maria – Che spiritose. No, pulisco soprattutto le scale dei condomini in fondo alla strada proprio qui da voi, è un lavoro umile ma molto gratificante. Rubare è uno dei sette peccati capitali e io lo rispetto. Ma la vita è il dono più grande e nessuna pena per quanto il reato sia grave dovrebbe essere capitale.
Sara – (tra se) Questo lo dici tu.
Viky – (che era entrata con il pasticcio di carne mentre parlava Maria) Siamo al catechismo. Andiamo bene. (forte) Il pasticcio è servito.
Jenny – Mi passi il pane.
Viky – Tieni.
Sara – Fai parte di qualche organizzazione religiosa particolare?
Viky – Magari quella di Don Invernizzi?
Maria – Oh no. Ho sentito cose non belle sul livello di tolleranza della sua organizzazione. Io faccio parte dei fratelli e sorelle della chiesa della speranza, dell’uguaglianza e della gioia di vivere.
Lisa – (intuendo le ultime frasi ripete insieme con Maria) e della gioia di vivere. (Sara la guarda) Intuizione.
Viky – Mi sta passando l’appetito.
Jenny - (a Viky) Non preoccuparti. Nasconde qualcosa! Deve nascondere qualcosa!
Maria- Se siete interessate, martedì prossimo potete venire al collegio della speranza. Diamo da mangiare ai barboni.
Lisa – Già potremmo andarci tutte (la guardano malissimo) Buono il pasticcio vero?
Maria – Sì davvero ottimo, siete state davvero brav…
Viky – .... (incalzandola) Ti droghi?
Maria – Cosa?
Viky – Avrai almeno un difetto? Me ne basta uno!
Maria – (un po’ impaurita balbetta) Ma ma…
Sara – Ti ricordo che la domanda non è pertinente.
Jenny – Abbiamo già detto che l’uso di droghe non è punibile.
Viky – Certo altrimenti tu staresti già facendo compagnie alle tue statue.
Maria – (riprendendo la calma) Oh! Lisa non mi avevi detto che le tue amiche erano così simpatiche, quando torno a casa parlerò di voi alla nonna.
Viky- La nonna no!
Maria – Oh sì, io vivo con mia nonna. Dovete capire, non cammina più, ed è praticamente sorda. Io faccio quel che posso per aiutarla,.
Viky - (alzandosi ed allontanandosi) Anche la nonna anziana a carico!
Maria – Per me è un vero piacere passare del tempo con lei, ascoltare i sui racconti sulla guerra e non sarà quel pannolone che devo cambiare a rendere questi momenti meno belli e gratificanti.. Non trovate?
Jenny - Dicci la verità. La vecchia è piena di soldi!?
Maria  - No ha solo una pensione da vedova di guerra.
Jenny – (non ascoltandola) Una goccia di veleno tutti i giorni e zac l’infarto naturale è servito!
Maria – Non capisco.
Jenny – Ma io ho capito tutto. Brindisi!
Viky – (che non aveveva seguito le ultime battute) Ha confessato? Oh finalmente, forza versate il vino.
Lisa - Ragazze non esagerate. (pausa. Le quattro si guardano in silenzio, la tensione è evidente)
Maria – E poi, io sono astemia.
Sara – Per adesso cara. Per adesso.
Maria – Però devo ammettere che una volta ho bevuto un po’ di vino.
Viky – Giuro che se dice l’ostia imbeuvuta in chiesa mi bevo io tutta la bottiglia.
Maria - Oh no. Era la festa dell’oratorio di S. Crispino. Avevo ventuno anni.
Lisa – L’età lo consentiva.
Sara – Vai avanti cara.
Maria – Mio cugino Vincenzo riempì il bicchiere di vino a mia insaputa. Sapete io credevo fosse chinotto ed invece…insomma, io bevvi tutto d’un fiato (si interrompe ridendo tra sé)
Viky – (cercando di contenere un visibile nervosismo) Forza cara racconta alle tue nuove amiche cosa hai fatto quando eri completamente sbronza.
Maria – Sì è vero a voi posso raccontarlo, ma è un segreto. (facendo un segno d’intesa)
Viky – Lisa prepara il vino che dopo la nostra amica avrà sete.
Lisa – Ascoltiamo la storia prima.
Viky – Tu versa.
Maria – Dunque, avevo bevuto un intero bicchiere.
Viky – E questo lo abbiamo capito.
Maria – Mi sentivo tutta un fermento. Avevo voglia di fare qualcosa di strano, di fuori dall’ordinario e....
Tutte – e….
Maria – e… (ridacchia)
Tutte – e czz….
Maria - … ho rubato le chiavi dell’auto di Don Crispino.
Viky – Il settimo dice non devi rubare. Brindisi.
Lisa – Ma…
Viky – Insomma ha iniziato lei con i comandamenti e adesso vuole tirarsi indietro.
Sara – Vai avanti cara, la storia si fa interessante.
Maria – Diciamo, ho preso in prestito le chiavi della macchina…
Viky – È inutile ritrattare adesso.
Maria – Ho preso l’auto e sono andata fino in città…
Viky – E qui hai stirato una mamma con un passeggino! Ah lo sapevo un pirata della strada, ci mancava!!
Maria – Oh no, non ho mai superato i 35 all’ora.
Viky – Non hai visto un barbone che dormiva in mezzo alla strada e lo hai messo sotto?
Maria – No.
Jenny – Un gatto, un povero gattino indifeso?
Sara – Facciamole finire la storia. Dunque?
Maria – Ma è finita!
Sara – Nessun incidente? Nessun morto? Neanche una piccola infrazione al codice della strada? Un divieto di sosta per Dio…(a Maria)
Maria – Nessuno, mi sembra. (pausa)
Viky – Oh bene, mi sembra che sia tutto chiaro, e poi il vino è versato… Dunque. (prende il bicchiere e lo porge a Maria)
Lisa – Viky! Metti giù il bicchiere.
Jenny – Ma il gatto stirato?
Lisa – Non c’è stato nessun gatto investito da nessuna macchina!
Jenny - Sicura?
Lisa – E anche se ci fosse non sarebbe sufficiente.
Jenny – Beh dillo tu a mamma gatto!
Sara – Delle prove sono state acquisite, come il furto temporaneo delle chiavi, ma esse non sono ancora sufficienti per il verdet.. (si avvede di Maria) per il brindisi! Non ancora, ma la notte e lunga.
Maria – Io non capisco questa voglia di fare un brindisi. Io sono astemia, ma potete brindare senza  di me.
Viky – (tra sé) E invece berrai e come se berrai!!
Jenny – (si alza e va verso la sorella e la consola) Non preoccuparti troveremo qualcosa. Ne sono sicura.
Viky – Giusto! E tu farai la tua statua.
Jenny – Farò una bellissima statua, per vendicare quel povero gatto.
Lisa – (a Maria) Dunque cos’hai fatto di bello nel week end?
Maria – Domenica sono andata a messa…
Lisa – … a parte questo! Diciamo una cosa che hai fatto per te e non per aiutare il prossimo.
Maria – Oh (pausa) sabato sono andata a fare un po’ di shopping.
Lisa – Anch’io e Viky siamo andate.
Maria – Io sono andata al centro commerciale appena fuori città, hanno aperto un nuovo negozio di scarpe.
Lisa – Ma dai anche noi. (verso Viky) Hai sentito Viky?
Viky – (la guarda malissimo)
Maria – Beh potremmo organizzare di andare tutte e tre insieme, la prossima volta.
Lisa – Ma certo sarebbe carino. Non pensi anche tu Viky?
Viky – (Non reagisce e Lisa la esorta a dire qualcosa) Ma non in quel negozio, aveva le scarpe più brutte che abbia mai visto.
Lisa –Già soprattutto in vetrina c’era un modello…
Maria – Quello marrone con la punta tonda scontato del 30%?
Lisa – Beh bisognerebbe uccidere chi lo acquista.
Maria – Beh io (non osa continuare e Viky si avvicina seguita dallo sguardo di tutte; dopo poco toglie la tovaglia e scopre le scarpe di Maria)… non è poi così brutto.
Viky - (Viky e Jenny iniziano a distribuire i bicchieri) Lisa, cara! Cosa hai appena finito di dire?
Lisa – Io?
Jenny – (prende un bicchiere) Sì proprio tu.
Lisa – “Bisognerebbe… uccidere chi le acquista”
Sara – (alza il suo bicchiere) La sentenza è emessa.
Lisa – (guarda Maria poi prende il suo bicchiere acconsentendo al brindisi)
Viky - Brindiamo!!!
Maria – Non capisco.
Sara – (dando il bicchiere a Maria. Ad alta voce) Bevi!!
Maria – (un po’ spaventata prende il bicchiere, ma esita a bere) Ma…. (dirige il suo sguardo verso Lisa abbozzando un sorriso. Lisa alza timidamente il bicchiere e la invita al brindisi. A questo punto Maria beve e subito dopo muore)
Sara – Giustizia è fatta.
Jenny – Mamma gatto è vendicata. (tutte si salutano come se niente fosse e mentre escono di scena lasciando la morta stesa sul tavolo cala il buio)

Buio


Quarto quadro

La scena è piena di statue d’ogni tipo. La tavola è apparecchiata, ma senza cibo.
Il clima va tra la tensione ed il surreale. L’ospite non è ancora arrivato e le ragazze reagiscono in maniera differente all’attesa, ma tutte sono allo stremo dei nervi. Jenny è intenta a sistemare le statue tipo presepe. Viky, nervosissima, cammina su e giù per la stanza guardando continuamente l’orologio ed il telefono. Lisa continua a cambiare i piatti in tavola sorridendo tra sé, inspiegabilmente divertita. Sara è seduta sulla poltrona e, impassibile, legge e scrive su un blocchetto. Passa un minuto di silenzio interrotto solo dalle risatine di Lisa, dal parlottare di Jenny e dagli sbuffi di Vittoria.

Viky – Cos’hai da ridere?
Lisa – Io? Niente.
Viky – Ecco. Allora stai zitta
Lisa – Va bene. (ridacchia tra i denti)
Viky – Aveva detto alle otto, vero?
Jenny – (sovra pensiero) Alle otto.
Viky – Beh sono le nove meno un quarto. Vedi tu!
Jenny – (continuando a fare il presepe) Lo sai, il Tommy è sempre in ritardo. Ah il mio Tommy!
Lisa – Sei contenta Jenny facciamo la festa al Tommy?
Jenny – Già ecco cosa ci mancava. Il Tommy!!
Lisa – Il Tommy?
Jenny – Certo. Nel mio presepe natalizio.
Viky – Il tuo che?
Jenny – Il mio presepe natalizio. Il Tommy farà il bambin Gesù. Eh, cosa ne dite? Vedete; come Giuseppe ho messo il commesso del negozio di scarpe...
Lisa – ... calzolaio, falegname sono simili (ridacchia)
Viky – Lei fa il presepe e tu ridi! Ed è aprile per giunta!
Jenny – Come bue ho messo il prof Prosky. Cosa dite?
Sara – Sempre animale è.
Lisa – E come asino, chi hai messo?
Viky – Beh il nostro caro Victor.
Viky – Victor! Abbiamo ammazzato anche Victor?
Lisa – Già! Mercoledì scorso era salito per chiedere l’affitto…
Sara – Chiedere un aumento d’affitto non contemplato nel contratto è indubbiamente da considerarsi reato capitale, secondo il codice che sto scrivendo!
Viky – Eh io che me lo tenevo come riserva. Ah che sbadata. E il cane?
Lisa – La pecorella del presepe di Jenny vorrai dire!
Viky – Basta con questo presepe. Questo Tommy arriva sì o no!? Mi sto innervosendo!
Lisa – Jennina cara. Fai una telefonata al Tommy (Jenny si avvia).
Viky – Già da brava. (Jenny esce in veranda a telefonare. Lisa Sara e Vicky continuano come inizio atto. Jenny rientra).
Viky – Allora?
Jenny – Non risponde! Deve essere in macchina.
Viky – Come non risponde! Ma dico, è o non è il tuo ragazzo! Dovrebbe essere contento di venire qui!
Sara – (tossendo per richiamare l’attenzione) Visto che il Tommy ritarda, direi di posticipare la sua sentenza e di passare al prossimo sulla lista.
Viky – Abbiamo una lista?
Lisa – Già! Si chiama l’elenco amici di FB (ridacchiando)
Sara – (Consultando sull?Pad) Vediamo... Peter Gamble.
Lisa – Seccato martedi scorso!
Sara – Marco Melaverde
Viky – Vive a Rio!
Sara – Già è vero! Michele Vudi.
Lisa – ll mercoledì sera lavora.
Viky – Cosa ne dite di Joe Malavita? Lui e quella sua moto rossa m’infastidiscono sempre.
Lisa – Morto anche lui.
Viky – Quando?
Sara - Venerdi scorso!
Viky – Ma io il venerdi sera ho aerobica, come avete potuto farlo senza di me.
Sara – La giustizia non può aspettare il tuo corso di aerobica.
Jenny – (fa per dire un nome poi guarda una statua e si ferma). Camillo… Ah no!
Viky – E la tua lista?
Sara – Va aggiornata! (la chiude)
Viky – Forza ragazze, pensate anche una conoscenza così, qualcuno che via abbia lasciato il cellulare, insomma lo invitiamo e…
Lisa – ( ironica) Su forza che la cena si fredda.
Jenny – Sapete ragazze.
Viky – Cosa?
Jenny – Stavo pensando al Tommy.
Viky – Appunto questo Tommy.
Jenny – Inizio a preoccuparmi. Non vorrei che gli fosse successo qualcosa!
Lisa – Oh. Com’è cara.
Jenny – E chi metto come bambinello poi?
Viky – Smettiamola con le scemenze! Il Tommy non viene. Pensate a un’altra persona e alla svelta.
Lisa – (sempre pazzo-ironica) Che la cena si fredda.
Viky – E tu smettila di arrangiare i piatti. E poi la cena è già fredda! C’è insalata fredda di pasta e tonno!
Lisa – Mi si annerisce la macedonia!
Viky – (fa un gesto di stizza)
Jenny – Non preoccuparti sorellina. Troveremo qualcuno!
Lisa – Già, qualcuno brinderà (ridacchia e mima con il bicchiere vuoto)
Viky – Fatela smettere!
Jenny – L’edicolante. Quello mi fa sempre la corte. Potrei invitarlo.
Viky – Brava!
Sara – Fare la corte è punito con la massima pena. Articolo tre, comma quarto.
Viky – Allora? (guardando Jenny)
Jenny – Non ho il numero.
 (Dopo il gesto di stizza di Vittoria cala il silenzio per qualche secondo. Ogni ragazza è immersa nei suoi pensieri e Sara riprende a leggere il suo libro. Dopo una lunga pausa)
Viky - Ho bisogno di uccidere qualcuno.
Jenny – Ho bisogno di un pastorello per il presepe.
Lisa – (continua a mimare un brindisi alla tavola con l’ospite che non c’è)
(Sara chiude il libro ed inzia a guardare le altre ragazze una ad una. A questo punto anche le altre smettono di fare ciò che stavano facendo e tutte si guardano in silenzio con fare accusatorio e serio. Alla fine Lisa, Sara e Viky guardano Jenny la quale si sente sotto accusa)
Jenny – (con fare circospetto palesando difficoltà) A cosa state pensando?
Lisa – Chi partecipa in minima parte alle spese della casa?
Jenny – Ma io non ho un lavoro!
Sara – Motivazione respinta, anzi, aggrava la tua posizione!
Jenny – Insomma, avrei potuto chiedere dei soldi ai genitori ma…
Lisa – Ma hai preferito vivere sulle nostre spalle.
Jenny – No. Viky ha sempre messo anche la mia parte.
Viky – Già. È venuto il momento di restituire quel prestito (allunga la mano verso la sorella)
Lisa – Allora?
Jenny – Ma io non ho mai pensato fosse un prestito!
Sara – Al mancato affitto si aggiunge anche la truffa.
Jenny – Ma è mia sorella!
Sara – Truffa a carico in un parente stretto. Il verdetto è reso.
Jenny – Ma… Viky di qualcosa tu!
Viky – (dopo averci pensato qualche secondo, ma per nulla dispiaciuta) La giustizia deve fare il suo corso! (Lisa porge il bicchiere di vino avvelenato a Jenny che aveva già preparato durante il breve interrogatorio)
Jenny – (prende il bicchiere, le altre la guardano con aria solenne. Sta per bere quando si blocca e parla)... e questo non lo considera, vostro onore!
Sara – Cosa?
Jenny – Lei (indicando Viky)
Viky – Io? Forza bevi e stai zitta che poi ti facciamo raggiungere anche dal tuo Tommy.
Jenny – Mia sorella, signor giudice! Sangue del mio sangue! Pronta a giustiziarmi, a farmi bere l’amaro calice! (Tutte guardano Sara che medita per qualche secondo)
Viky – (a Jenny) Forza fai la brava sorellina e bevi.
Sara - Il giudice si riserva.
Viky – Il giudice si riserva?!
Sara – Analizziamo la tua posizione.
Viky – Mia posizione un corno!
Lisa – … tutto questo nervosismo mi diverte.
Viky – Quale nervosismo?
Lisa – Questa voglia di uccidere…
Sara - … aggiungerei; anche senza una regolare sentenza emanata.
Jenny – Nessun rispetto delle regole.
Viky – Proprio tu che ti metti a parlare di regole!! Sei anarchica!
Jenny – E chi ha portatao la prima vittima? Un pastore per giunta!
Sara – Un uomo di Dio.
Viky – Ma se siete tutte atee, e poi era un…
Lisa – Eh eh. La situazione si complica.
Viky – (quasi come un cane braccato) … e chi è una drogata? Chi insulta l’arte con i suoi pupazzetti?
Jenny – (arrabbiandosi) Pupazzetti? Tu non capisci nulla, sai solo fare shopping!
Viky – Lo shopping non è un reato.
Jenny – Questo nella tua società consumistica.
Viky – Basta che uno conosca un autore russo e tu cali le mutandine.
Jenny – Certo tu scopi solo per denaro! Non è reato questo vostro onore?
Sara – Silenzio! La riseva è sciolta. (pausa) Considerato che tutti i reati qui esposti, per entrambe, sono punibili con la pena capitale; considerato che una tale sentenza è già stata emessa nei confronti del latitante Tommy e non ancora eseguita e considerato che una delle imputate, Jenny, è essenziale per la futura messa in pratica di tale sentenza,…
Viky – …che puttana!
Sara – Io, Viky, ti condanno a brindare con noi. Lisa esegui! (Lisa prende il bicchiere che era di Jenny e fa per porgerlo a Viky)
Viky – (prende il bicchiere pensa qualche secondo e poi) “Ti condanno”. Tu condanni? Tu? Chi sei tu per condannare?
Lisa – Infatti, non doveva dire questa giuria ti condanna.? Eh eh?
Sara – Io sto scrivendo una nuova legge, io son il giudice io!
Lisa – (ridacchiando) Io, io io.
Viky – Perché non processiamo il giudice?
Lisa – Interessante.
Sara – Forza Viky dai corso alla sentenza!
Viky – Non hai sentito forse? È venuto il momento di processare il giudice!
Sara – Io sono la giustizia e la giustizia non si discute. Bevi te lo ordino!
Viky – Tu sei, tu sei! Ragazze io vedo qui una persona che si crede più importante, che impone degli ordini. Avevamo detto “tutte d’accordo” o ve lo siete dimenticato?
Sara – Il fine sommo della giustizia ha bisogno di velocità d’esecuzione per essere raggiunto.
Jenny – Non ho capito cos’ha detto, ma trovo bello processare il giudice.
Lisa – Omosessule per giunta!
Sara – L’omossessualità non è un reato, anzi sono gli intolleranti che devono essere condannati!
Viky – E tu non sei un’intollerante? Vi ricordate la sua teoria su un mondo privo di uomini?
Sara – L’uomo è inutile!
Viky – Appunto! Per me è colpevole! Jenny?
Jenny – Insomma, tu hai insultato le mie statue e meriteresti di bere, ma hai ragione, io qualche ometto lo vorrei, mentre di un giudice donna gay posso fare a meno!
Sara – Voi siete delle pazze illuse! Vi comportate così perché la vostra sentenza è già stata emessa!
Viky – E chi l’avrebbe emessa?
Sara – La giustizia!
Jenny – Cosa dici Sara? Preferisci fare Maria o un Re Magio nel presepe?
Sara – Vi richiamo all’ordine! Subito!
Viky – Jenny! Tu la tieni ferma ed io le faccio fare il nostro brindisi!
Sara – (Indietreggiando verso il capo della tavola) Non avvicinatevi! (Viky e Jenny fanno per avvicinarsi minacciose dai due lati del tavolo per evitare di farla scappare. Sara braccata fa per prendere un coltello quando Lisa interviene)
Lisa – (seria) FerMaxevi! Bevo io! (le tre si bloccano)
Viky – Cosa?
Lisa – Ho detto che bevo io. (Lunga pausa poi inizia a parlare sempre in modo pazzo farsesco) Ascoltate?. Nell’aria c’è solo profumo dolce del vino, già…. Ebbrezza, voglia di uccidere! (si aggira fra le statue) Non importa chi, (buffoneggia un saluto nazista verso la statua di Max), Pace e bene Reverendo è buon il culatello, tutti vanno bene, un falegname, un ragazzo antipatico, ohps (rivolgendosi alla statua di Maria) sai non mi piacciono le tue scarpe….  
Sara – La situazione forse ci è sfuggita di mano.
Sa – Forse? Volevate uccidere il giudice!
Lisa – (pausa poi Canticchiando) “Il giudice è ubriaco se lo è mangiato il gatto, il giudice è sparito il vino lo ha rapito”  (seria) ed è rimasto.. il boia, e cosa fa il boia quando è solo? Beve l’ultimo bicchiere  (prende il calice) Alla vostra!
(Prima che Lisa possa bere suonano al campanello d’ingresso. Lisa spaventata lascia cedere il calice che si rompe.)
Jenny – Il Tommy! Vado io! (Jenny esce e rientra in casa con un pacchetto. In casa regna il silenzio)
Viky – Cos’è?
Le ragazze si siedono a tavola, nessuna siede a capotavola dove invece c’è il pacchetto. Il pacchetto viene aperto e dentro vi è una bottiglia di vino. Tutte restano immobili a guardare la bottiglia posta in mezzo alla tavola. Passa qualche secondo e con un gesto d’intesa Lisa si alza, stappa la bottiglia, riempie i quattro bicchieri posti davanti a ciascuna, e ritorna a sedersi. Il silenzio sembra interminabile e le ragazze non parlano, si guardano negli occhi e guardano il bicchiere che hanno preso in mano. Ognuna ha capito cosa deve essere fatto. Dopo un gesto d’intesa le quattro bevono e subito dopo si accasciano morte. Passa qualche secondo e Lisa rialza la testa. A questo punto anche il pubblico si avvede che lei, in realtà, non aveva bevuto ed il suo bicchiere è ancora pieno! Piano si dirge verso le altre controllando i loro bicchieri che sono vuoti.
Lisa – (completamente rinsavita, vede l’orologio. Calma impassibile, prende una valigia che aveva lasiato nel retroscena, sistema le ultime cose e si avvia. Una volta arrivata sulla porta, si gira verso le ragazze) Ah Ragazze, mi spiace se non avrete la vostra statua, ciao ciao! (esce, mentre piano cala il buio)

Fine