Col sole in fronte

di

Maurizio Camilli

© 2008. Tutti i diritti sono riservati

 

 

Personaggi:

Il figlio, l’unico erede
La badante

 

 

[ Scena iniziale di azioni fisiche, maneggiando un rasoio ]

No
non è mica andata così
baam, baam, baam!

[ Aluclick - Traccia sonora 1, inizio ]

no massa facile
troppo facile
massa vuol dir troppo
ricordate
massa vuol dir troppo

io son l’unico erede
figlio unico
dopo de mì basta
chiuso botega
ma tranquilli, questa non è una storia triste
in questo spettacolo non c’è da pianger
no veramente
c’è solo da rider
dall’inizio alla fine
òcio però
òcio a no rider massa… troppo.

Wow!!

[ Canta ] “Voglio vivere così col sole in fronte
e felice canto beatamente…”
in questo spettacolo non canto

[ esegue un’azione fisica danzata ]
in questo spettacolo danzo
ma poco

[ torce il corpo all’indietro. Poggiando su mani e piedi, a testa in giù, si muove come fosse un ragno ]
e se la turné va bene mi compro l’aston martin
anca massa

la storia è molto semplice
la mia famiglia son tre generazione che fa infissi in alluminio
e mi me son rot i cojoni
[ canta ] “Se prima eravamo in tre a ballare l’alligalli adesso siamo in due…”
varda qua
l’impero de l’aluminio!
“Serramenti in alluminio
destinati a durare a lungo
ed in perfetta efficienza.
I profili in alluminio più moderni
e le tecnologie più avanzate.
Il nostro cavallo di battaglia:
Aluclick.
L’infisso che ti fa raggiungere il massimo del confort
in un click.
La Finestra dei tuoi sogni [ Aluclick – fine della Traccia 1 ].
Disponibile in tutte le verniciature anche effetto legno”.

Son Bravo eh!

[ La pioggia ]

però la gente pensa che magnerò fora tut’
la gente pensa tante robe
ma io me ne frego
non c’ho niente da nascondere
non c’ho problemi
[ fa il suo ingresso la badante ]
un problema ce l’ho: piove [ Col sole in fronte - Traccia sonora 2, inizio ]
sono 6 mesi che piove
non ha mai smesso
e a me l’umido mi rende nervoso
tante robe mi rendono nervoso
ma l’umido un po’ di più

io lo so cosa pensano
pensano che ala fine lò copà mì, me pare,
che l’ho ucciso io
parché dicono che al funeral ero petenà masa ben
e non piangevo abbastanza
sarà cazzi mei de quanto che piango ai funeraii.
Anca me mama la ghè restada mal.
Anca parché i piangeva tutti
ma proprio tutti.
Sarà state
3000 persone
la ciesa piena
dentro e fuori
pianti, applausi, el coro, organi che suona
no, guarda, un funeral invidiabile
[ la badante esce ].
La verità è che son abituato io ai cimiteri
me nono me portava sempre ai funerali
dei so amighi
o anca de chi che no conoseva
parché el me diseva sempre
“ricòrdate che è meglio compagnar che essere compagnati”.
Sarà par quela
ma io nei cimiteri ci sto bene
e ala fine ai funerali non vien così da piangere [ fine della Traccia 2 ].

E comunque no lò copà mì.

Mio papà è morto schiacciato sotto al muletto
È stato un incidente, baam!

Oddio, questione de tempo e forse
e forse la sarìa successa.

Ma sì dài, voglio dire:
lascia perdere il discorso affettivo
superato quello tutti dovrebbero farlo
tutti.

[ Ricompare la badante che esegue una sequenza ritmica di movimenti e poi se ne va ]

Ti racconto una storia
vera
segui il mio ragionamento.
In Australia
esiste una specie di scarafaggi
granda così
come un pugno
maschio e femmina i ciava
solamente un giorno all’anno, poarèti
dopo 2 mesi
vien fora una schifezza molla e scura
che nel giro de 3 settimane
la diventa dura
più scura
e più granda

e appena che la riconose l’odore de so pare
tac! lo copa
tutti dovrebbero farlo tutti

decidere un’età precisa
stabilire un limite massimo
to’, 20 anni
e entro 20 anni, baaam!, uccidere to pare
chiaramente quando tu c’hai un figlio
vale la stessa regola
tuo figlio arriva a 20 anni
baaam! te copa
si puoi arrivare…
a 25
massimo 30 anni
sennò sto ragionamento non c’ha più senso
e sei obbligato a fare un figlio
che a sua volta verrà ucciso da suo figlio
e avanti così
eventualmente
se proprio non te la senti
to pare lo può uccidere qualcun altro
tu però il pare di qualcuno lo devi uccidere
io copo to pare
tu copi me pare
escluderei un criterio casuale
c’è il rischio che ti tocca di uccidere
il padre di un tuo amico
a cui volevi più bene che al tuo
no, meglio decidere subito
me pare te sta sui cojoni
còpalo tì
mì to pare no posse vederlo
lo cope mì
ma in generale
par no far massa confusion
tì copa to pare
che me pare lo cope mì

[ rientra la badante. Ha una pallina da golf, si stende a terra, dopodiché esce ]

sto scherzando
dài su è un gioco
tranquilli dài
ogni volta che racconto ’sta storia
la gente fa delle facce
ma delle facce

non sono stato io
[ nuova entrata della badante ]
anche perché io lo so chi è stato
è stato Francesco
l’african che lavora qua da noialtri
sììììì! Francesco,
si fa chiamare così
ma è un african
in verità si chiama Azuz, Aziz,
boh …no lo so
be’ insomma è stato lui
mica ha fatto a posta, no
gli operai ci volevan bene a me pare
al paron
e anche el paron gli voleva bene a loro
un’impresa familiare
dove gli operai son come figli
e i figli come operai [ bis dell’inizio di Col sole in fronte - Traccia sonora 2 ]
familiare
che mio nonno sto ambaradàn l’ha tirato su lui [ la badante esegue un’azione con dei bicchieri ]
bravo, e dopo?
me pare lo ha ingrandìo
bravo anca lui, e dopo?
Adesso voglio darci un giro al business
capito
non posso?
Solamente darghe ’na botta
baam
vender fora tut’ e star tranquillo
viver pacifico
al caldo
al secco
distante da qua

[ la badante gli suggerisce qualcosa ]

Io vivo troppo al di sotto delle mie possibilità.
Non hai capito? Te lo rispiego.
Io - vivo - troppo - al di sotto - delle mie possibilità
capisci
nessuno dovrebbe vivere al di sotto delle proprie possibilità
ti faccio una domanda ma non risponder subito però la prima roba che ti viene in mente come al solito
se io domani ti regalo una porsche, tu cosa fai?
aspetta non risponder subito
prima, ragiona immagina visualizza
tu domani mattina ti alzi
e invece di andare a lavorare con la fiat marea station wagon
ci vai con la porsche
aspetta ’spetta lo so
diciamo che a te la porsche non piace
non c’è problema non mi offendo mica
la porsche è tua ci puoi fare quello che vuoi
la puoi anche vendere e con i soldi ci fai quello che vuoi
cosa fai?
I soldi piacciono a tutti a tutti a tutti a tutti
a me un po’ di più [ termina il bis della Traccia 2 ].

E allora
non posso esser liquidato
voglio solo quello che mi spetta
la mia parte è già in tel garage
basta solamente tirarla fuori

ma niente
c’è una clausola nel testamento
che dice che fin che è viva mia mama
qua comanda lei
e io valgo meno di un operaio
e chi la copa quella là?

[ Tappeto - Traccia sonora 3, inizialmente ad alto volume.
I due danno vita a una coreografia con un aspirapolvere su un tappeto ]

ci è rimasta mal per la storia del funeral [ il volume diminuisce ]
capisco
ma son passati mesi
e dice che sarebbe stato meglio
che io morissi prima di lei
io prima di lei
ma è innaturale

“a tuo padre non gli hai mai voluto bene”dice lei
“eppure non ha mai alzato una mano” dice lei
invece io mi ricordo che una sera voleva batermi
e allora io son scappato da mio nonno
lui stava in te la sedia a rotelle
l’ho girato
l’ho preso per i màneghi
e quando è arrivato mio padre furioso
gliel’ho tirato contro
e mio nonno che gli urlava:
“No sta’ gnanca provar a tocàrlo el bocia”.

Dice lei che “a me il nonno m’ha viziato un po’ massa
che mi ha sempre comprato tutto quello che volevo
e fin da quando che son bocia sono io che penso di comandare qua dentro”

e ades’, basta
sbasa i òci
sbasa i òci!!
[ Il volume della Traccia 3 si alza di nuovo per 5 secondi e poi si abbassa ]

Certo ’na bela schena solida come me pare
era difficile avercela effettivamente
40 anni de lavoro e gnanca un giorno de mutua
e pure niente, soto al muletto
la sua schiena non è bastata neanche a lui
se lui stava a far i conti invece che a intassar serramenti
un operaio al funeral ha detto che con gli ani sarebbe anche migliorato
sì, vecio e saggio
ma non basta mica diventar veci par diventar saggi
se nasi semo, col passar degli ani non diventi saggio, ma sol che più semo

[ Ancora Col sole in fronte - Traccia sonora 2, inizio ad alto volume per 10 secondi.
Rotolamento della badante che, dopo, esce ]

ma io non ci son mai cascato
non sono mica un operaio
non mi fido
ho la faccia da operaio?
No
sembro un operaio? [ La Traccia 2 finisce sfumando ]
No e allora

che ora abbiamo fatto?…

vabbe’ dài, vi racconto una storia
anche perché cantar non canto
ballar non ballo
qualcosa dovrò pur fare

è una storia che mi raccontava sempre mio papà
quand’ero piccolo
e non so perché ma mi faceva proprio morir dal ridere
è la storia di
Toni Mentina
el meccanico orbo da un òcio
si è fatta ciavare l’officina
da me pare
giocando a scala quaranta
a scala quaranta
a poker capisco
a poker qualche milionata l’ho persa anca mì
ma l’ho anca vinta
fortunato
come me pare
me son fatto l’idea che la fortuna sia… ereditaria
parché anca me nono
da bocia giocando a carte
aveva vinto un caval
ma quello che l’ha perso
diceva che non era vero niente
che lui era imbriago
e che me nono gli aveva fatto firmare non so che contratto…
bisogna saper perdere.
Toni Mentina
non ha mai parlato
anzi quando è cominciata a girar la voce
che aveva perso l’officina giocando a carte
tutti dicevano
che aveva pagato i debiti e si era tirato via da una strada
grazie a me pare
business business…

e all’inizio io ridevo quando mio padre mi raccontava ’sta storia
sìì, non so perché, ma mi faceva morir da ridere
pensavo a Toni Mentina orbo da un òcio
che tornava a casa imbriago storno e inciampando

ma a un certo punto ho smesso
di ridere alle storie di mio padre
lo guardavo e…
stavo zitto e…
lo guardavo e tacevo
c’aveva paura
c’aveva paura
e la paura, fa business ricordati
la paura fa business.

Business business business
business mi raccomando si scrive BUSINESS ma si dice BISNES
ricordate: se scrive BUSINESS ma si dice BISNES

il business della baracca adesso lo mando avanti io
ecco, baracca invece
si scrive baracca ma si dice baracca, uguale, compagna

comunque, il business lo mando avanti io
son un drago.

[ Le piazze - Traccia sonora 4 dal volume inizialmente alto e, in seguito, a calare ]

anche se a me mio padre mi mandava in giro
solo a far firmar contratti
a mì, a far firmar contratti a mì

una volta ho sentito un rappresentante de forgiatrici
che diceva a mio padre che il vero problema adesso
è i turn over,
il passaggio generazionale di padre in figlio
mio padre faceva sì con la testa
ma in verità non capiva un cazzo
“non hai mai capito un cazzo!”

e allora, siccome che mi rompo i cojoni io
a andar in giro a far firmar contratti
mi piace la sera andar a caminar nelle piazze
ma non è ci camino e basta, no
cerco una bella piazza che mi ispira
e la squadro tutta a ritmo
la ripercorro tutta come se avessi una musica in tel cranio
e in base alla musica faccio le traiettorie
l’importante è passar sempre e solamente per tutte le linee
marcare i contorni, il perimetro
senza passar per il pieno
all’inizio è difficile
sia chiaro
perché a volte
c’hai dei lastroni enormi
tagliati storti
e devi camminare solo nei bordi
fare gli angoli
i cantoni
e poi aumenti
vai
via
capito il meccanismo
è ’na monàda
una volta mi son fatto prendere la mano
e saltavo di qua e di là
e forse cantavo
forse forte anche
ed ero concentrato a saltar esattamente sulle linee
ero tutto intorcolato
ingroppato
e quando mi son girato
c’erano i carabinieri
– Cosa fai lì.
– Ballo.
– Balli?
– E canto anche non si può?
– Ma è tardi dicono che sono delle ore che sei qui.
– Chi lo dice?
– C’hanno chiamato alla centrale.
– Chi?
– Delle persone che si stanno infastidendo.
– Non do mica fastidio a nessuno.
– Be’ comunque non puoi più farlo.
– Cosa?
– Di cantare.
– E di squadrare invece?
Avranno pensato che ero scemo
ma è solo un gioco
dài su! stavo giocando
carabinieri e finanza proprio senza umorismo

[ Mani sulle orecchie - Passaggio della Traccia sonora 4 alla 5 “Venezia” ]

il giorno dopo ho chiuso un contratto spaziale

– da piccolo mio papà
mi metteva le mani sulle orecchie –

un’intera facciata di infissi roba da tanti soldi

– le stringeva più forte di quello che credeva
e mi diceva: “Vuoi vedere Venezia?” –

quando che il giorno dopo son torna’ me pare
col contratto firmato
mi ha detto che ero andato là per quello

– Atu mai vist’ Venezia?
– Dài mollami, lasciami…
– Non vuoi vederla? tien duro bocia, tien duro che tu vien grando
Dài, dài, saldo bocia, tien duro che tu vien grando.

Non sono mai stato a Venezia.
No mai. [ Conclusione della Traccia 5 “Venezia” ]

Una volta invece son stato a Venezia
co’ la Silvia
una figa imperiale
siamo stati insieme tre anni durante el liceo
non di seguito diciamo
da settembre a giugno
in estate pausa come a scuola
un’estate mi son fatto anche miss italia
sì, veramente
in verità questa è diventata miss italia l’anno dopo
ma in tel medagliere vale uguale
bela figa
l’ho conosciuta perché dalle nostre parti
c’è un convento di frati dove d’inverno
il martedì e il venerdì fanno gli incontri per leggere il vangelo, quelle robe lì
c’andavano anche i miei, ora non ci vanno più
d’estate invece
mandavano in ritiro spirituale le ragazze che volevano farsi suore
io non dico niente
ma secondo me a occhio non le sceglievano tanto bene
di suore da lì ne sono uscite poche…
vocazione poca
voglia tanta

sìì, la sera passavamo da dietro, dove c’era l’orto di carote dei frati
bussavamo alle finestre, loro ci aprivano, noi saltavamo dentro e…
beata vergine santissima!

Ripeto, ripeto: in un mese io quelle lì
non le ho mai viste con un rosario in mano, mai
tutte con le gambe longhe e el sgarretol fin’
io no so chi che faceva il casting per le suore in quegli anni
ma aveva i me stessi gusti
sicuro.

Secondo me le suore, quelle vere, sapevano tutto
per quello non c’hanno mai beccato.
I frati invece una sera c’hanno corso dietro
cativi come bracconieri.
Io credevo che fossero incazzati
per via delle carote
sennò perché ci correvano dietro.
Uno guidava a manetta schivando i cipressi
quell’altro si butava fuori dal finestrin
e ci tirava a pallettoni.

Quando che l’ho rivisto quel frate
qualche mese dopo
al funeral de me nono
gli ho tirato un carton sul muso!
piangevo
l’unica volta che ho pianto a un funeral
e gli ho chiesto…
“Parché? parché? spiegami
adesso tu me lo spieghi
tu mi devi dire, parché?”
Mi hanno tirato via
subito dopo che l’ho attaccato al crocifisso
in faccia al padreterno
e prima che lo finissi col calice della comunion.
In quattro mi hanno portato via
e io col calice in mano che gli urlavo:
“Ciapalo qua!
Ciapalo qua el sacro graal!
Ciapalo qua!”

[ Cade.
Col sole in fronte - Traccia sonora 6, inizio ad alto volume, poi più basso ]

Altro che carote
el frate l’han trovato che slongava le man
con la superiora
e dall’estate dopo i ritiri spirituali
lì, non li hanno più fatti

La Silvia non ha mai capito parché che volè bater al frate.
La Silvia (puttana).
Siamo stati insieme tre anni
ma poi suo padre è morto
a far rafting in Slovenia
e lì è finito tutto.
Sì perché io gli ho detto
che secondo me
in Slovenia
suo padre
andava a troie e casinò
non andava a far rafting
che lo sapevano tutti
ed era meglio capirla ’sta storia.
Lei si è incazzata:
”E come ti permetti di dir ’ste cose”.
“Oh calma” gli spiegavo io “tranquilla
guarda che non c’è mica alcun problema ad andare a troie e casinò
è che magari ha pestato i piedi a qualcuno
e allora si fa un salto su a Portorose
si va in 4-5 de quei boni e si sistema la faccenda”. [ La Traccia 6 finisce ]
Finita (vacca!).

Ah, l’ho rivista la Silvia, sì
ha messo su un po’ di culo
meglio così.

A quel punto ho smesso anche di andar a scuola
tanto, son mi el paron.

[ La figa - Traccia sonora 7, inizio a basso volume ]

Ci vediamo qualche volta coi ragazzi sì, sì
[ Rientra la badante con le chiavi. Lui a lei: “Me raccomando taca l’allarme ‘sta volta, taca l’allarme” ]
ogni tanto andiamo a bere qualcosa
poi l’ultima volta devo aver esagerato
son arrivato carico di gin tonic e… …

[ Danza sulla Traccia 7 che è ad altissimo volume ]

– E la figa? [ Il volume cala ]
– La figa?
– Sì, la figa? Mi han detto che dovevi portarla tu.
– Io ce n’ho fin che volete ma devo stracarle prima di portarvele
che sennò mi fate far bruta figura sennò che a ciaccolar siete tutti bravi.
– Senti chi parla che ti fai ancora le seghe guarda che da i òci si vede…
ti consumi l’anima! [ Fa un gesto che allude agli occhi ]
– Ma va’, el sesso è sesso, a volte mejo ’na bona man de ’na cativa fémena
comunque… è tuta figa questa… [ Replica il gesto ]
– Sì e allora questa è to mare… e questa to sorela… [ Compie altri gesti allusivi con le mani ]
– No, to sorela mì l’ho sverginata in terza media intanto che tu ti consumavi l’anima in camera tua e da alora le diventata ‘na vaca numero uno [ di botto, riparte Col sole in fronte - Traccia sonora 6 ].

Non mi chiamano più alle cene.
È che ogni tanto mi faccio prendere un po’ la mano
e mi scaldo
nulla di che
poi mi passa
ma lì per lì
perdo un po’ la testa
vado da n’altra parte
poi non mi ricordo
come Hulk.
Mi viene un mal di schiena
che sale
fa tutte le vertebre
e s’infila dentro in tel cranio
così par da drio
come un cortél
freddo ghiacciato [ si tocca la nuca.
Incubo - Traccia sonora 8, inizio a basso volume ].

Ieri sera son quasi morto…
sì quasi morto.
Cioè forse son svenuto credo
nel senso che
che ero svenuto l’ho capito dopo
dopo che ho dato una gran tega co’ la testa.

Cioè stavo cagando
anzi no provavo a cagare
in verità spingevo forte
ma non usciva niente
e più spingevo
meno usciva
e a un certo punto
ho spinto così forte
che ho sentito come una scossa.
E ho fatto il giro
non lo so
mi son girato
ribaltato come un calzino roves
e ci finisco dentro.

Io dentro me stesso
e lì tutto è bianco come il ghiaccio
e io vado a manetta
ma tipo a 2000-3000 all’ora
come in un tubo
sbatuto da una parte all’altra.
E in fondo a questo buio bianco tremo
ma sto benissimo
una roba fenomenale
sono grosso, enorme
mi sembra de esser
Dio Gesù Cristo
e tutto dentro mi si slarga
forse sono proprio Dio
ma un Dio caldo
di quelli che bruciano
e dove passo sciolgo tutto
e la testa comincia a fracàr
i òci s’ciopano
le man e i piedi sudati.

Ho tirà ’na tega
e mi sono addormentato lì
sentà in tel cesso.
Credo anche di aver sognato
era da mesi che non sognavo
o forse che non mi ricordavo di sognare… …
E sono di nuovo in fondo al tubo bianco
e vado di nuovo a 2000 all’ora e tremo
sbattuto da una parte all’altra e…

e mi risveglio
in una distesa di capannoni silenziosi abbandonati
le strade polverose con l’asfalto rotto dalle radici degli alberi
che vengono su
e tutte le case sono senza finestre
case famigliari
che conosco
dove sono già stato
case senza finestre intassate una sopra l’altra e…

adesso sono sveglio e mi tiro su
sto sognando…?
ma sembra...
e sono dentro una di queste case
e penso:
“I cope con le man, no?
è da quando che ho quattro anni che faccio karate
servirà pur a qualcosa, no?”
e ne ho preso uno per mano
me mare a sinistra perché la sinistra è sempre stata un po’ più debole
me pare invece a destra par esere sigur de farlo fora
macché no
non è una question affettiva
non è questione di volerci mal
capisci
pensa migliaia di case senza più finestre [ lentamente sfuma la Traccia 8 ]
intassate una sopra l’altra
seramenti [ Incubo - Traccia 8, finisce ]
seramenti
non mi hanno fatto niente
ma mi fanno venire il nervoso
non posso vederli
sì è colpa mia
è colpa mia
è colpa mia

sì lo so
è colpa mia

[ Doccia - Traccia sonora 9 fino a sfumarla lentamente.
Azione del gel e danza - Traccia 9 molto alta ]

Alora stamatina
l’ho preso l’african
l’ho portato giù in magazzino
proprio sotto el scaffale
che si è ribaltato sul muletto
e l’ho attacato al muro
e gli ho detto:
“Tu adesso parli
confessi
african del cazzo
che a me
te non mi inpindoli
io ti ho visto
no!?
e alora ammettilo
di’ quello che hai fatto
sei stato tu? sei stato tu?
di’ che sei stato tu… devi dire che sei stato tu!”
E lui mi guarda
un po’ così
sorridendo
e mi dice che
“sto perdendo di vista la situazione”
sto perdendo di vista che…?
african del cazzo
e lui mi guarda e sorride
e mi dice:
“Tanto tu non puoi capire
nel mio paese molti alberi”.

Che?
L’ho guardato dritto negli occhi
come quando fissi un chiodo prima di martelarlo
e gli ho detto due cose:
“Se era così bello il posto da dove sei venuto
perché non sei rimasto a casa tua?
Parli troppo ben per eser un african.
Io di te no mi fido
tu no mi freghi.
Chi cazzo sei?
Sei un operario!
e questo è un capannon.
Che cazzo stai dicendo?
Io non sono un poeta
sono un giovane industriale.
Che cazzo mi stai dicendo?
dimmelo in italiano fatti capire.
Io so benissimo quello che devo fare.
Io uso parole che so
quello che vogliono dire.
Ma tu che cazzo mi stai dicendo?”
E gli ho tirato un carton sul muso…
… … …

Oggi son 6 mesi
6 mesi esatti che piove
E 6 mesi che l’è morto.
Dal giorno del funerale non ha mai smesso
183 giorni.
Li segno sul calendario [ fa il gesto di segnare una crocetta… ]
Prima sono passato in ufficio e li ho contati.
No perché… …
per esser sicuro
un mese ce n’ha 30 un altro ce n’ha 31.

[ Suona il telefono - Traccia 10.
Solleva la cornetta - Traccia 11.
Telefonata ]

“Tu pensi sempre e solo a ’sta maledetta pioggia.
Ma non sei mica un contadin come tutti gli altri
tu non fai mica vino.
Sto capanon te dà da magnar a tì.
E gli infisi in alluminio.
A-lu-mi-nio.
Mettitelo in testa.
Guarda che i schei come che iè rivadi, i vola via,
che i schei sudadi son schei ciapàdi
el resto mì no lo so.
Tu non sei mica a posto
non sei mica a posto.
Ma stai tranquillo
ti mandiamo un po’ di tempo da un cliente in Romania
non preoccuparti
piove anche lì ma è un po’ più fresco.
No… forse è la Bulgaria! ecco sì.
O forse l’Ungheria… Comunque fa più fresco”
[ fine della telefonata ].

Ma io non voglio
non voglio andar in Bulgheria.
In Romania io non ci vado.
Eh no.
Eh no, cazzo!
Io resto qua.

Mì son la me svolta
ché stasera me toca a mì
non a qualcun’altro.
Io sono il mio supereroe.

C’ho un’idea precisa una visione.
Spendere tutto quello che c’è da spendere
non mettere via niente
non mettere da parte
non intassare per il futuro.
Tutto subito adesso e qua.
Io resto qua.
Che stasera me toca a mì

la storia del scarafagio australian
la va avanti che dopo
la schifezza la copa anca so mare
e non è mica una question affettiva
[ Applausi - Traccia 12.
Secondi applausi - Traccia 13 ].