COME ORFANI

di

Aquilino



GOFFREDO
ERMINIO
DONNA: amica di famiglia, ragazza in fuga, presentatrice, annunciatrice, angelo


GOFFREDO Tra noi e voi c’è la finestra del salone. Lo sguardo spazia sui giardinetti oltre la strada. Io mi chiamo Goffredo. Erminio è il mio fratello minore.
ERMINIO Che bugiardo!... Siamo gemelli.
GOFFREDO Io sono nato per primo.
ERMINIO Siamo gemelli dizigotici. Siamo diversi, ma tu non sei più grande e io non sono più piccolo.
GOFFREDO Piangi per niente.
ERMINIO Che bugiardo. Piango quando è necessario. Io non ho inibizioni.
GOFFREDO Io non piango.
ERMINIO C’è chi lo fa di nascosto, perché si vergogna. Chi riesce a spingere le lacrime dentro, anziché fuori. Ma tutti, in modi diversi, piangono.
GOFFREDO È pauroso e insicuro.
ERMINIO Lui è autoritario e saccente.
GOFFREDO Non fa mai a botte.
ERMINIO È prepotente.
GOFFREDO Stupido e infantile.
ERMINIO Presuntuoso.
GOFFREDO Se non ci fossi io, si troverebbe continuamente nei guai.
ERMINIO Sono sfortunato, ma questo non dipende da me.
GOFFREDO I nostri genitori sono usciti e siamo soli in casa.
ERMINIO Abbiamo saltato la scuola. È la prima volta che succede, se escludiamo le assenze a causa del morbillo.
GOFFREDO Lo avevi avuto tu. E mi avevi contagiato.
ERMINIO Avresti potuto evitarlo, dato che ti credi immune a tutto.
GOFFREDO E andare a scuola mentre te ne stavi a letto a guardare la televisione? Non sono un imbecille.
ERMINIO La verità è che non posso fare niente senza che tu ti intrometta. Mi rubi tutto. Perfino il morbillo.
GOFFREDO Questa è una proiezione bella e buona. Sei tu l’impiccione. Devo sopportarti perché sei di famiglia, ma sappi che mi esasperi. Incarni l’ingiustizia della vita. Il mio destino era di essere figlio unico.
ERMINIO Sai che cosa stai dicendo?... Che mi vorresti morto!
GOFFREDO Ti rendi conto che non capisci niente?
ERMINIO Certe verità si colgono al volo.
GOFFREDO Ti si incrina la voce. Sei già sul punto di piangere?
ERMINIO È la prima volta che stiamo soli per un periodo tanto lungo.
GOFFREDO Non c’è niente di cui preoccuparsi.
ERMINIO Infatti, sono tranquillo.
GOFFREDO Hai trangugiato una confezione intera di arachidi.
ERMINIO Mi piacciono.
GOFFREDO Lo fai a causa dell’ansia.
ERMINIO Che cosa faccio?
GOFFREDO Masticare cose piccole e dure, da sbriciolare tra i denti. Riempi la bocca e trituri trituri trituri... Cose da nevrotici.
ERMINIO Mi spii e mi critichi senza motivo.
GOFFREDO Il motivo c’è.
ERMINIO Il gusto sadico del tormento.
GOFFREDO Sciocco. M’interessa solo che tu maturi.
ERMINIO Sto bene così, grazie.
GOFFREDO È comodo fare il bambino piccolo, vero?
ERMINIO Niente affatto. Gli altri ne approfittano.
GOFFREDO Però non ti assillano con pretese eccessive.
ERMINIO Quello che devo e che posso fare, anch’io lo faccio.
GOFFREDO Scommetto che, dopo che ti sei pulito il sedere, hai la tentazione di chiamare la mamma. Vuoi che ti controlli perché nemmeno quello sei sicuro di avere fatto bene.
ERMINIO Se diventare grande significa specializzarsi in volgarità gratuite... lasciamo perdere. Io non ho ambizioni tanto mediocri.
GOFFREDO Culo... cacca... piscia... carta igienica...
ERMINIO Smettila!
GOFFREDO Hai paura che qualcuno ti sgridi?
ERMINIO Non sta bene.
GOFFREDO A me piace dirlo: culo... cacca... piscia... carta igienica...
ERMINIO Sei proprio rozzo.
GOFFREDO Piangi?
ERMINIO No, non piango. Che cosa ti viene in mente?
GOFFREDO A braccio di ferro vinco sempre io.
ERMINIO Perderesti con qualsiasi idiota più grosso di te.
GOFFREDO Tu, però, non sei un idiota e io ti vinco sempre.
ERMINIO Perché mi tormenti?
GOFFREDO Desidero solo conversare, per oliare lo scorrere del tempo.
ERMINIO Parli proprio da grande.
GOFFREDO Mi fa piacere che tu lo ammetta.

ERMINIO Quanto tempo sarà passato?
GOFFREDO Poco. Smettila di chiederlo. Mi esasperi.
ERMINIO Poco quanto?
GOFFREDO Non lo so e non mi interessa.
ERMINIO Eppure è importante saperlo.
GOFFREDO Per quale motivo?
ERMINIO Affronti questioni delicate come questa con un’alzata di spalle, ma è solo finzione.
GOFFREDO Non potremmo ritirarci ognuno nel proprio angolino? Ognuno a pensare ai fatti propri?
ERMINIO A che cosa stai pensando?
GOFFREDO A niente. Com’è possibile pensare con questo tormento? Sei peggio di un moscone nell’afa estiva.
ERMINIO Ti eri fatto pensieroso.
GOFFREDO È noia. Pensare in tua compagnia è avvilente. Non sei mai propositivo.
ERMINIO In che senso, scusa?
GOFFREDO Non sei mai competitivo.
ERMINIO Spiegami, per favore.
GOFFREDO Non sei mai furioso perché tutto continua ad andare per lo stesso verso, mentre si vorrebbe che qualcosa cambiasse, magari per un attimo soltanto.
ERMINIO Quando parli così... ti saluto e vado a leggere un libro di fiabe.
GOFFREDO Non adesso. Dobbiamo controllare il maniaco.
ERMINIO Finiamola, con quella storia. Non mi piace.
GOFFREDO Dopo che abbiamo telefonato? Ormai è fatta.
ERMINIO Tu hai telefonato.
GOFFREDO Con il tuo consenso.
ERMINIO Estorto. Mi hai minacciato.
GOFFREDO Qualche volta potresti opporti.
ERMINIO Ti arrabbi.
GOFFREDO Mi arrabbio comunque, tanto vale che tu faccia bella figura.
ERMINIO O sono io che non capisco o sei tu che non ti fai capire. Se ti assecondo, mi disapprovi e mi metto nei pasticci. Se mi oppongo, mi disapprovi comunque e mi metto nei pasticci. Per i gemelli nati secondi non esiste via d’uscita.
GOFFREDO Nei giardinetti qui sotto si aggira un esibizionista. Non si sa se sia un uomo giovane o anziano. Si camuffa con cappello e occhiali da sole. La mia impressione è che sia giovane, dato che il corpo è asciutto e i movimenti sono agili.
ERMINIO Può trattarsi di un vecchio magro e nervoso.
GOFFREDO Sta’ zitto. Si denuda parzialmente davanti a donne e bambine e, in loro assenza, anche davanti a ragazzi, pensionati e suore. Noi lo abbiamo sempre spiato con il binocolo.
ERMINIO Sii preciso. Tu spiavi. Io avevo vergogna.
GOFFREDO Avevi paura.
ERMINIO Bisogna essere coerenti con la propria morale.
GOFFREDO Per fortuna noi bambini non abbiamo ancora una morale.
ERMINIO Se continui in questo modo...
GOFFREDO ... prima o poi mi capita qualcosa di brutto.
ERMINIO È così che funziona.
GOFFREDO È così che infinocchiano i gonzi come te.
ERMINIO Hai un animo perverso.
GOFFREDO Tu rasenti il calvinismo. Posso continuare o il fratellino predicatore non ha finito di tuonare dal pulpito?
ERMINIO Questi atteggiamenti non ti fanno bene. Prima o poi...
GOFFREDO Tipico episodio di esasperazione. Lo ignoro e riprendo il filo. Dell’esibizionista. Visto che si divertiva tanto a fare scherzi agli altri, abbiamo progettato uno scherzo a suo danno.
ERMINIO Tu l’hai progettato.
GOFFREDO Abbiamo telefonato...
ERMINIO Tu hai telefonato.
GOFFREDO Ho telefonato alla polizia e ho spiegato che cosa succede nei giardinetti sotto casa nostra.
ERMINIO Potevi almeno sorvolare sul fatto che ce l’ha grosso.
GOFFREDO I dettagli aggiungono realismo e credibilità.
ERMINIO Passeremo dei guai.
GOFFREDO Ed eccoci qui, in attesa dell’arrivo della polizia. Sarà divertente.
ERMINIO Io non ho intenzione di guardare.
GOFFREDO Io sì.
ERMINIO È ancora là?
GOFFREDO Si prepara ad aprire il sipario sulle nudità. Ma ecco l’auto della polizia. Ehi! Addirittura sette pattuglie!... E c’è anche l’elicottero!
ERMINIO Davvero? Fammi posto.
GOFFREDO I poliziotti circondano i giardinetti.
ERMINIO Sono armati.
GOFFREDO Corrono piegati in avanti, come nei film di guerra.
ERMINIO La gente scappa.
GOFFREDO Guarda... lo prendono.
ERMINIO Sono quattordici contro uno!
GOFFREDO Lo buttano a terra. Gli tirano calci sulla testa e sul ventre.
ERMINIO Sono impazziti? Perché lo picchiano così?
GOFFREDO Lo sbattono sul cofano di un’automobile. Lo bastonano.
ERMINIO Gli fanno male sul serio!
GOFFREDO Tenta di difendersi. Si scaglia contro i poliziotti. Uno di loro spara.
ERMINIO Quella ragazza è caduta!
GOFFREDO Lo picchiano tutti insieme.
ERMINIO Ma quando smettono?
GOFFREDO Lo ammanettano. Lo spingono sul sedile posteriore. Lo portano via.
ERMINIO Anche l’elicottero si allontana.
GOFFREDO Le gomme stridono. Le sirene strillano. La gente urla.
ERMINIO Lo portano in ospedale? Secondo te, lo portano in ospedale?
GOFFREDO Si sono allontanati tutti. La zona è deserta.
ERMINIO Perché la ragazza non si rialza?
GOFFREDO L’elicottero fa sventolare le chiome degli alberi come bandiere in battaglia. Molte foglie sono cadute e altre continuano a staccarsi. Il polverone si dirada.
ERMINIO Perché nessuno aiuta la ragazza a rialzarsi?
GOFFREDO Si trattava solo di uno scherzo. Lui non faceva del male a nessuno.
ERMINIO Non sta bene mettersi nudi di fronte a sconosciuti, ma la ragazza...
GOFFREDO Non smettevano di picchiarlo, ci prendevano gusto.
ERMINIO C’era sangue, vero? Mi è sembrato di vederlo. Vero che c’era sangue?
GOFFREDO Fingi che sia stato un film. Più tardi, rivedendo la scena al telegiornale ci sembrerà proprio un film.
ERMINIO Ma noi siamo stati testimoni.
GOFFREDO I bambini non hanno responsabilità in queste cose.
ERMINIO Invece, la colpa è nostra, vero? Se tu non avessi telefonato...
GOFFREDO Pensavo che gli avrebbero dato solo una multa.
ERMINIO Ti sei sbagliato. Non è andata come avevi previsto.
GOFFREDO Hai ragione. Abbiamo sbagliato.
ERMINIO Non dovevi telefonare alla polizia.
GOFFREDO Ma lo abbiamo fatto.
ERMINIO Tu lo hai fatto.
GOFFREDO Non ti sei opposto. Sei complice.
ERMINIO Oppormi a te non serve mai a niente.

ERMINIO Quanto tempo è passato?
GOFFREDO Poco. Tanto. Che importanza ha?
ERMINIO È meglio saperlo, per farsi un’idea.
GOFFREDO Un’idea di che cosa?
ERMINIO Trascorso un certo periodo, la normalità si deteriora.
GOFFREDO Torneranno. Sono sempre tornati. Chi ha mai sentito di genitori che abbandonano i figli senza motivo?
ERMINIO Intendi dire... che se avessero un motivo... potrebbero abbandonarci?
GOFFREDO No.
ERMINIO Potrebbero non tornare più?
GOFFREDO Smettila.
ERMINIO Magari sono morti.
GOFFREDO Sciocco, qualcuno ci informerebbe.
ERMINIO Magari sono morti e nessuno lo sa.
GOFFREDO La polizia lo saprebbe.
ERMINIO Perché la polizia? Stai ipotizzando... che abbiano fatto qualcosa di brutto? Ricordi quando il papà non voleva pagare la multa e aveva litigato con il poliziotto? Secondo te, i poliziotti picchiano anche le donne, come hanno picchiato il signore esibizionista?
GOFFREDO La mamma si è sempre esibita solo per il papà.
ERMINIO Se ti sente... Non sono cose da pensare. Potrebbe avere indossato un abito troppo scollato. Tu l’hai vista prima che uscisse? Che vestito aveva? Non quello aderente che lascia nuda la schiena, vero? Forse li hanno arrestati per il vestito.
GOFFREDO Non li ho più visti da ieri sera.
ERMINIO Per quale motivo se ne sono andati mentre dormivamo?
GOFFREDO Per non disturbarci.
ERMINIO Non potevano lasciare un biglietto?
GOFFREDO Non ne hanno avuto il tempo.
ERMINIO Perché dovevano scappare.
GOFFREDO Non ne vedo il motivo.
ERMINIO Hanno fatto qualcosa di brutto e qualcuno li ha denunciati alla polizia, proprio come hai fatto tu.
GOFFREDO In casa non sono venuti poliziotti e nemmeno elicotteri.
ERMINIO Ci credo che gli elicotteri non sono venuti in casa!
GOFFREDO Sta’ tranquillo. Prima o poi ci fanno sapere qualcosa. Finora, mi sembra che si sono sempre preoccupati di noi.
ERMINIO Stai ipotizzando... nel caso che non abbiano fatto cose brutte... che sono scappati da noi? Che cosa abbiamo fatto di male, noi, in questo ultimo periodo? Non riesco a ricordare.
GOFFREDO Il principe delle idee balzane non lascia la ribalta. Basta, Erminio! Mi stai esasperando.
ERMINIO Non percepisci un tormento interiore?
GOFFREDO Beato come un angioletto.
ERMINIO Scordavo che la tua coscienza è imbavagliata dall’opportunismo.
GOFFREDO Taci o ti piego un dito fino a farti lacrimare.

ERMINIO Quanto tempo è passato?
GOFFREDO Smettila di domandarlo.
ERMINIO Sei preoccupato, vero?
GOFFREDO Per niente.
ERMINIO Mi sembri pensieroso.
GOFFREDO Mi sono stancato di parlare con te. Mi esasperi e mi annoi.
ERMINIO Tutte e due le cose insieme?
GOFFREDO Ti ho risparmiato il resto.
ERMINIO Preferisci che stia zitto?
GOFFREDO Il più silenzioso possibile.
ERMINIO Sto zitto. Pensi che non ne sia capace? È molto più semplice tacere che parlare.
GOFFREDO Invece è il silenzio che la gente non impara mai abbastanza.

ERMINIO Vuoi che continui a stare zitto?
GOFFREDO Voglio che mi lasci in pace.
ERMINIO Ti do fastidio, vero?
GOFFREDO Molto fastidio.
ERMINIO Scusa.

ERMINIO Se parlo con te mi sento più tranquillo.
GOFFREDO Non devi avere paura. Qualunque cosa succede, possiamo telefonare alla croce rossa, al telefono azzurro, ai vigili del fuoco, alla polizia...
ERMINIO Alla polizia!
GOFFREDO Perché non guardi la televisione?
ERMINIO Non mi va.
GOFFREDO Sei proprio un bambino.
ERMINIO Ricordati che siamo gemelli.
GOFFREDO Si può essere bambini coraggiosi, e non solo bambini.
ERMINIO Stai ipotizzando... Per quale motivo dobbiamo essere coraggiosi? C’è qualcosa di cui aver paura?
GOFFREDO Dicevo così... in generale.
ERMINIO Ma... tu hai paura?
GOFFREDO Quanto è piùrilassante la condizione di figlio unico!
ERMINIO Ti do proprio fastidio. Ti piacerebbe se me ne andassi via anch’io?
GOFFREDO E dove vorresti andare?
ERMINIO Esco... prendo la metropolitana... vado via lontano.
GOFFREDO Sulla metropolitana ti perdi.
ERMINIO Meglio. Non torno più e tu sei contento.
GOFFREDO Non è vero.
ERMINIO Lo dici tanto per dire.
GOFFREDO Sei consapevole di quanto mi tormenti?
ERMINIO Sto zitto... lo giuro.

ERMINIO Strano, però, il modo in cui se ne sono andati. La mamma non ha preso la borsa, il papà non ha preso il portafogli.
GOFFREDO Questo dimostra che avevano intenzione di rientrare subito.
ERMINIO Stai ipotizzando... che è successo qualcosa?
GOFFREDO Io non ipotizzo mai! Analizzo! Un contrattempo. Un banale contrattempo li fa ritardare.
ERMINIO Chissà se la parola mai deriva dalla parola ritardo.

ERMINIO Quanto tempo è passato?
GOFFREDO Giochiamo a qualcosa.
ERMINIO Non so se ne ho voglia.
GOFFREDO Basta cominciare e la voglia viene. Che cosa preferisci?
ERMINIO Crogiolarmi nel tepore della malinconia.
GOFFREDO Possiamo piazzare la pista delle automobiline.
ERMINIO Se torna, la mamma ci fa smontare tutto.
GOFFREDO È arrivato un bastimento carico carico di... animali... ha le corna e fa la mozzarella... che animale è?
ERMINIO Non lo so.
GOFFREDO È facile.
ERMINIO Non ho voglia di pensarci.
GOFFREDO Fa’ uno sforzo.
ERMINIO La mucca.
GOFFREDO Bravo.
ERMINIO Era facile.
GOFFREDO Tocca a te.
ERMINIO Non mi va di giocare.
GOFFREDO Non è un gioco impegnativo e non c’è competizione. Serve solo per distrarre la mente. Questo puoi farlo.
ERMINIO Dopo quello che è successo?
GOFFREDO C’è un arco di tempo indefinito da riempire con una occupazione che non generi ansia e che non richieda coinvolgimento. Allora, vuoi giocare?
ERMINIO Non me la sento.
GOFFREDO Troppo comodo. Come dire: ho un problema, risolvetelo. Eh, no. Vuoi che stiamo incollati alla finestra a spiare la strada deserta? Vuoi che ci facciamo prendere dallo smarrimento?

GOFFREDO Troppo comodo piangere. Come dire: ho paura, confortatemi. Tu devi giocare, capisci? Gioca, oppure...
ERMINIO Mi picchi? Fai anche tu come i poliziotti?
GOFFREDO Quando mai ti ho picchiato?
ERMINIO Goffredo, ho paura.
GOFFREDO Quanto sei stupido! Un bambino piccolo e stupido, che si perde ogni volta che viene lasciato solo!
ERMINIO Che cosa posso farci?
GOFFREDO Ah... non puoi farci niente? E io? E gli altri? Se tu non puoi, nemmeno gli altri possono. Mi fai venire un nervoso... Se tu non fossi il più piccolo...
ERMINIO Io non sono il più piccolo. Siamo gemelli.
GOFFREDO Piango, io? Mi senti piangere? Rispondi. Piango, io?
ERMINIO No, tu non piangi.
GOFFREDO Se siamo uguali, nemmeno tu devi piangere.
ERMINIO Come si fa a fermare le lacrime? Non c’è un rubinetto, sopra il naso.
GOFFREDO Che rabbia mi fai!
ERMINIO Insegnami come si fa.
GOFFREDO A me le lacrime non vengono.
ERMINIO E perché a me sì?
GOFFREDO Che rabbia!
ERMINIO Non fai alcuno sforzo per capirmi.
GOFFREDO Siamo soli, è vero. Ma è una situazione transitoria. Ci sono bambini che devono affrontare problemi molto più gravi.
ERMINIO Proprio come me.

ERMINIO Quanto tempo è passato?
GOFFREDO Non lo so e non m’interessa. Il tempo in sé non esiste. Siamo noi che gli diamo realtà, vivendolo. Dobbiamo aspettare? Facciamo qualcosa. Il tempo scivola sul piacere del gioco come un pattinatore sul ghiaccio.
ERMINIO Io mi rompo una gamba.
GOFFREDO Non abbiamo la responsabilità di quanto accade.
ERMINIO È già un sollievo.
GOFFREDO Si tratta solo di attendere che questa bizzarria di tempo esaurisca la voglia di fare dispetti. Poi, il respiro torna quieto.
ERMINIO Davvero è così?
GOFFREDO Non può essere altrimenti.
ERMINIO Ho sempre il timore che tu mi prenda in giro o che mi nasconda la verità. Davvero tutto torna come prima?
GOFFREDO È assurdo che il mondo non sia come deve essere.
ERMINIO La mamma e il papà ritornano?
GOFFREDO Ritornano.
ERMINIO Magari con un regalo.
GOFFREDO Tu che cosa vuoi?
ERMINIO Un regalo importante, dato che sono stati via per tanto tempo.
GOFFREDO Che cosa?
ERMINIO Non è facile decidere sui due piedi che cosa si desidera davvero.
GOFFREDO Stendiamo un elenco di quello che ci viene in mente.
ERMINIO Videogiochi... dolci... libri... vestiti...
GOFFREDO Bicicletta... pallone... aeromodello...
ERMINIO Se non tornano più, diventiamo i padroni di casa?
GOFFREDO Tornano.
ERMINIO L’appartamento, con quello che contiene, diventa nostro?
GOFFREDO E con questo?
ERMINIO Arrivano le bollette da pagare e dobbiamo provvedere alle pulizie e alle piccole riparazioni. Il papà non ha ancora fatto revisionare l’impianto di riscaldamento. Rimaniamo al freddo. Viene gente in visita e non sappiamo che cosa dire. Mi prende l’ansia.
GOFFREDO Tornano.
ERMINIO Ma se...
GOFFREDO È da quando sei nato che mi tormenti con ipotesi strampalate. Vuoi che racconti bugie come facevano la mamma e il papà per farci stare buoni? Qualunque cosa succede, in un modo o nell’altro ci arrangiamo.
ERMINIO Noi? Due bambini? Che cosa possono fare, due bambini soli, abbandonati dai genitori?
GOFFREDO Io me la so cavare.
ERMINIO Moriamo di freddo, di fame e di preoccupazioni.
GOFFREDO Io muoio di esaurimento nervoso.
ERMINIO Ti credi il fratello maggiore, ma non sei in grado di risolvere la situazione.
GOFFREDO Non c’è una situazione. Tutto procede nella normalità. L’assenza ingiustificata dei genitori è, per il momento, un fatto non definitivo.
ERMINIO Intanto, si fa sera. Il sole scompare oltre le fronde spoglie degli ippocastani e la luce è frantumata dai rami che stridono sulla levigatezza metallica del cielo.
GOFFREDO Tutto questo per dire il tramonto.
ERMINIO Dove sono gli impiegati che si affrettano verso casa? Dov’è il traffico convulso dell’ora di punta? Scorgi bambini attardarsi nei giardinetti? Senti richiami, strepiti, clacson? Vedi colori? Non sta tramontando il sole, ma la città intera.
GOFFREDO Allontanati dalla finestra.
ERMINIO Quello che non vedo è spaventoso.
GOFFREDO E va bene, piangi. Dopo, ti sentirai meglio.
ERMINIO Non piango. Meglio calare la tapparella e accendere la luce.

GOFFREDO Ascolta. Nell’appartamento a fianco stanno discutendo.
ERMINIO Che cosa dicono?
GOFFREDO Riconosco la voce del signore anziano che ci offre le caramelle al rabarbaro.
ERMINIO Disgustose.
GOFFREDO Ha un tono strano, strascicato e lamentoso.
ERMINIO Non riesco a capire.
GOFFREDO Un’altra voce. Dura e ostile. Sembra una voce di donna.
ERMINIO Tu capisci qualcosa?
GOFFREDO Dice che doveva pensarci prima e che adesso è tardi.
ERMINIO E lui?
GOFFREDO Non lo so. Forse singhiozza.
ERMINIO Anche lui piange? È stato sgridato?
GOFFREDO Ricordi che ogni tanto veniva a trovarlo una nipote?
ERMINIO Si volevano bene.
GOFFREDO Avranno litigato.
ERMINIO Fanno come noi.
GOFFREDO La donna sta ridendo.
ERMINIO Hanno fatto pace.
GOFFREDO Non era una risata di gioia.
ERMINIO Ascolta... stanno rompendo qualcosa.
GOFFREDO Sì, sembra che stiano fracassando i mobili.
ERMINIO Forse è solo una trasmissione televisiva.
GOFFREDO La donna ha gridato: Bastardo, non torni al tuo paese.
ERMINIO Gli ha detto bastardo?
GOFFREDO Proprio.
ERMINIO Allora è un telefilm. Ma perché tiene il volume tanto alto?
GOFFREDO Sta diventando sordo, come tutti gli anziani.
ERMINIO Non senti più niente?
GOFFREDO Hanno spento il televisore.
ERMINIO Che voce buffa, questo silenzio improvviso. Sorge l’impulso di urlare per destarlo e constatare che non sia morto.
GOFFREDO Ma chi?
ERMINIO Il silenzio.
GOFFREDO Che voce irritante, la tua immaginazione! Come può il silenzio parlare e morire?
ERMINIO Non ti dà l’idea della morte?
GOFFREDO Mi suggerisce che il signor Rabarbaro ha spento il televisore ed è uscito per una passeggiata.
ERMINIO Sentiremmo un silenzio diverso.
GOFFREDO Il silenzio ha una faccia sola ed è anche priva di lineamenti.
ERMINIO È una maschera. Ma, sotto...
GOFFREDO Prima esasperi. Poi commuovi. Ora sconcerti con la filosofia?
ERMINIO Ascolta...
GOFFREDO Non riesci a turbarmi con fantasie paranoiche.
ERMINIO Vieni qui e ascolta!
GOFFREDO Mi metto a leggere.
ERMINIO Anche dietro questa parete è in corso una discussione. Le voci sono tre, quattro... forse di più. Alcune hanno un tono implorante, altre sono cariche di odio. Quelle sono fragili come le prime parole di un bambino, queste ostili come cani addestrati a difendere una proprietà.
GOFFREDO Un altro televisore acceso.
ERMINIO Ora percepisco un respiro unico in cui si fondono ansiti e rantoli.
GOFFREDO Dietro la parete c’è la camera della mamma e del papà, sciocco.
ERMINIO Suoni gutturali... un grido... e colpi sordi e violenti.
GOFFREDO Non mi lascio trascinare nelle tue fantasie.
ERMINIO Sento chiamare aiuto. Ehi, voi, dall’altra parte! Qualcuno sta male?
GOFFREDO Perché non risolvi da solo i tuoi problemi? È sufficiente che tu apra la porta e sbirci nella camera.
ERMINIO Non posso farlo da solo. Stammi vicino.
GOFFREDO Come possono esserci degli estranei? Siamo in casa nostra, siamo al sicuro. Seguimi, ti mostro la stanza vuota.
ERMINIO Ho cambiato idea. Non aprire.
GOFFREDO Guarda, stupido bambino. Vedi qualcuno? Senti qualcosa?
ERMINIO Ora no, ma prima c’era un concerto di spettri.
GOFFREDO Ombre di paure infantili.
ERMINIO Non ti fidi mai della mia parte immatura.

ERMINIO Il campanello! Sono loro! Goffredo, il campanello!
GOFFREDO Che cosa fai?
ERMINIO Corro ad aprire alla mamma e al papà.
GOFFREDO Per quale motivo non hanno aperto con la loro chiave?
ERMINIO L’hanno persa. Capita a tutti, non solo a me.
GOFFREDO Ci penso io.
ERMINIO Giusto, tu sei il gemello maggiore.
GOFFREDO Chi è?
DONNA Goffredo?
GOFFREDO Chi sei?
DONNA Un’amica della mamma e del papà.
GOFFREDO Come ti chiami?
DONNA Non mi conosci. Erminio è con te?
ERMINIO Sono qui! Dove sono i nostri genitori?
DONNA Se mi fate entrare, vi spiego tutto.
GOFFREDO Non dobbiamo aprire agli estranei.
DONNA Sapevano che avreste risposto così. La mamma ha scritto un biglietto per rassicurarvi. Lo spingo sotto la porta.
GOFFREDO Perché non ha telefonato?
ERMINIO È la scrittura della mamma. Questa signora è nostra amica. Arrivederci a presto.
GOFFREDO Perché non ha telefonato?
ERMINIO Si è dimenticata di aggiungere bacioni , come fa sempre.
GOFFREDO Signora, sei ancora lì?
DONNA Sono qui.
GOFFREDO Perché non ha telefonato?
DONNA La linea telefonica è interrotta.
GOFFREDO Va’ a controllare.
ERMINIO Si sente solo un brusio.
GOFFREDO Perché non è venuta lei?
DONNA Non posso spiegarvi da dietro la porta. Fatemi entrare.
ERMINIO Facciamola entrare.
GOFFREDO Se sei veramente amica dei nostri genitori, perché non ti abbiamo mai vista a casa nostra?
DONNA Perché eravate a scuola o ai giardinetti, oppure eravate già a dormire.
ERMINIO Sarei io quello che si preoccupa in modo eccessivo? Falla entrare e sentiamo che cosa ci racconta.

DONNA Con tanti baci da parte della mamma.
ERMINIO I regali! Hanno ascoltato i nostri desideri!
GOFFREDO Dove sono i nostri genitori?
DONNA Si sono dovuti allontanare, ma prima di notte saranno qui.
ERMINIO Che cosa contengono i pacchi?
DONNA Giocattoli.
ERMINIO Possiamo aprirli?
DONNA Certo, sono per voi.
GOFFREDO Ma dove sono andati?
DONNA Mi fermerei volentieri a rispondere alle vostre domande, ma ho fretta. Devo portare loro alcuni documenti.
ERMINIO I videogiochi nuovi!
DONNA Do un’occhiata in giro per assicurarmi che sia tutto a posto.
GOFFREDO Non è necessario.
DONNA Me lo hanno chiesto i tuoi genitori.
GOFFREDO Che cosa cerchi?
DONNA Siete rimasti sempre soli? Non è venuto nessuno a trovarvi?
GOFFREDO No.
DONNA Non dovete fare entrare nessuno, così i vostri genitori sono tranquilli. Possiamo fidarci?
GOFFREDO Non facciamo mai entrare chi non conosciamo.
DONNA Bravi bambini.
GOFFREDO Che cosa cerchi nello studio di papà?
DONNA Devo portargli i documenti.
GOFFREDO Come fai a conoscere la combinazione della cassaforte?
DONNA L’ho avuta da lui. Te l’ho detto che siamo amici.
GOFFREDO Ancora non capisco perché non sia venuto di persona.
ERMINIO Goffredo, posso aprire anche i tuoi regali?
DONNA Oltre ai giocattoli, ci sono cose buone da mangiare. I vostri genitori hanno pensato a tutto.
ERMINIO Ero sicuro che la mamma non ci aveva abbandonati. Guarda, Goffredo, la musica che piace a noi.
DONNA Vi devo lasciare. Non fate entrare nessuno. In giro c’è gente cattiva. Quelli che rubano i bambini.
ERMINIO Si dice rapiscono, non rubano.

GOFFREDO Ti spiace abbassare il volume?
ERMINIO Mi hai insegnato tu ad ascoltarla così.
GOFFREDO Questa musica è irritante.
ERMINIO Goffredo, è la tua preferita.
GOFFREDO In questo momento non mi va.
ERMINIO Va bene, spengo. Vuoi fare una sfida al videogioco?
GOFFREDO Comincia da solo.
ERMINIO Sai che divertimento. Prima mi inciti a giocare... poi rifiuti il mio invito. Io non ci capisco niente.
GOFFREDO Nemmeno io.
ERMINIO Che cosa facciamo?
GOFFREDO Vorrei tanto saperlo.

GOFFREDO Piangi ancora? Hai avuto notizie della mamma e tanti giochi. Non sei contento?
ERMINIO Mi viene voglia di buttarli dalla finestra.
GOFFREDO D’accordo, vengo a giocare con te.
ERMINIO Quella donna non mi piace.
GOFFREDO Mi hai convinto tu a farla entrare.
ERMINIO Non dovevi darmi retta.
GOFFREDO Per quale motivo non ti piace?
ERMINIO Sembrava la padrona di casa. Nessuno aveva mai aperto la cassaforte. Solo il papà.
GOFFREDO Siamo bambini. Che cosa avremmo dovuto fare?
ERMINIO Non era sincera.

RAGAZZA Per favore, non mettetevi a gridare. È tutto a posto, non spaventatevi.
ERMINIO Goffredo, hai lasciato la porta aperta? C’è una signorina che mi sembra di conoscere, ma non ne sono sicuro.
GOFFREDO La porta è chiusa. Come ha fatto a entrare? Chi sei? Che cosa vuoi?
RAGAZZA Solo riprendere fiato.
ERMINIO Sei amica della donna che è venuta prima?
GOFFREDO Come hai fatto a entrare? Sei una ladra?
ERMINIO Forse anche lei conosce i nostri genitori.
GOFFREDO Che cos’hai? Ti sei fatta male?
ERMINIO Goffredo... è sangue!
GOFFREDO Devi andare all’ospedale. Non puoi restare qui.
ERMINIO Ti fa male?
RAGAZZA Un poco. Niente di grave. Non avete delle bende?
ERMINIO Ci vuole anche il disinfettante che non brucia.
GOFFREDO Prima deve dirci chi è e che cosa vuole.
RAGAZZA Sono caduta per strada. Vado sempre di fretta, con la testa tra le nuvole. Che sciocca! Mi sono anche spaventata. Ora l’affanno sae ne va. L’ultimo sospiro... ecco, va meglio.
ERMINIO Mi è venuto in mente! Sei la signorina che abita al piano di sopra!
RAGAZZA Proprio io.
ERMINIO Un giorno ti ho spiata. Andavi di corsa, come se scappassi.
RAGAZZA E poi inciampo... e mi riduco in questo stato.
ERMINIO Tu suoni la musica.
RAGAZZA Ti piace?
ERMINIO Noi abbiamo altri gusti.
GOFFREDO Perché non hai chiesto aiuto al portiere?
RAGAZZA Nell’atrio non c’è nessuno.
GOFFREDO Potevi fermare un passante.
RAGAZZA Anche per strada non c’è nessuno.
ERMINIO Aiutami a fasciare la ferita... non perché mi faccia impressione, ma ho paura di combinare pasticci.
RAGAZZA Dove sono i vostri genitori?
ERMINIO In viaggio... ma tornano presto.
RAGAZZA Mi spiace.
GOFFREDO Di che cosa sei dispiaciuta?
RAGAZZA Mi spiace che siete qui da soli.
ERMINIO Noi non abbiamo paura.
RAGAZZA Bravi, non fatevi prendere dallo sconforto.
ERMINIO Ho pianto un pochino... ma poco... vero, Goffredo?
GOFFREDO Non più del solito.
RAGAZZA A volte non se ne può fare a meno.
ERMINIO È quello che dico anch’io, ma lui non è sensibile come noi.
GOFFREDO Che cosa fai? Piangi?
ERMINIO È ferita. Io te lo dicevo che tutti piangono.
RAGAZZA Il bruciore... fa lacrimare gli occhi.
GOFFREDO Tu stai proprio piangendo.
RAGAZZA Perché dovrei? Va tutto bene. Questa è una ferita che guarisce in fretta, ce ne sono di peggiori.
ERMINIO Stai anche singhiozzando. Uguale a me.
RAGAZZA È lo spavento.
ERMINIO Si vede che è stato grosso come quando sono caduto dalla bicicletta.
RAGAZZA Devo andare. Mi addolora lasciarvi, ma devo proprio andare.
ERMINIO Hai fame? Abbiamo tante cose buone.
RAGAZZA Grazie. Sei molto gentile. Devo andare, davvero.
ERMINIO Gli spaventi fanno venire sete. Vuoi bere?
RAGAZZA Devo andare. Se potessi... ma siete così piccoli! Ascoltate, forse torno, forse vi porto via da qui. Abbiate fede. Anche i bambini devono fare la loro parte.
GOFFREDO Ci porti dai nostri genitori?
RAGAZZA Li cerchiamo insieme, ma non vi prometto niente. E dopo, quando si potrà, vi inviterò a prendere un gelato. Faremo una passeggiata e ci divertiremo.
ERMINIO È bello da immaginare.
RAGAZZA Se non vengo io, vi mando una persona fidata. Vi porta via lui.
GOFFREDO Dove?
RAGAZZA Io mi chiamo Elisa.
ERMINIO Noi restiamo qui ad aspettarti.

ERMINIO Se ne vanno tutti. Anche Elisa se n’è andata.
GOFFREDO Quando la mamma torna, la invitiamo a cena.
ERMINIO Quando?
GOFFREDO Domani, penso.
ERMINIO Prima di domani c’è una notte lunga lunga.

ERMINIO Quanto tempo è passato?
GOFFREDO Poco più di prima.
ERMINIO È una ragazza simpatica.
GOFFREDO Sicuro che il telefono non funzioni?
ERMINIO Anche coraggiosa.
GOFFREDO Fuori è buio.
ERMINIO Spero di rivederla, ma chi se ne va sembra che non torni più.
GOFFREDO Controllo che la porta sia chiusa.
ERMINIO Quanto tempo sarà passato?
GOFFREDO Se continui a domandarlo, non passa mai.
ERMINIO Allora accendo il televisore.

PRESENTATRICE - I programmi sono sospesi. Per questo motivo, i programmi sospesi oggi vanno in onda domani, sostituiti da quelli di ieri. Confidando di fare cosa gradita ai telespettatori, le reti si uniformano trasmettendo un programma unico in replica continua. Successivamente, il programma viene riproposto in tutte le fasce orarie, per ottemperare all’esito del sondaggio che rivela un indice di gradimento altissimo per la programmazione univoca e invariata della sigla della trasmissione.

GOFFREDO Spegni
ERMINIO Aspetta, magari dopo fanno qualcosa di bello.
GOFFREDO Spegni.
ERMINIO Va bene.
PRESENTATRICE Fermo! Che cosa fai?
ERMINIO Ti spengo.
PRESENTATRICE Vuoi lasciarmi chiusa qui dentro a ripetere bugie e sciocchezze?
GOFFREDO Che cosa succede? Con chi stai parlando?
ERMINIO C’era una... la presentatrice... mi ha chiesto di non spegnerla.
GOFFREDO Le tue solite fantasie.
ERMINIO Ha detto di non lasciarla chiusa lì dentro. Lo ha detto proprio a me.
GOFFREDO È uno scherzo infantile e stupido.
ERMINIO Che cosa faccio?
GOFFREDO Spegni!
ERMINIO Ma la signorina...
GOFFREDO Lo spengo io.

PRESENTATRICE Non spaventatevi. Non ho intenzione di coinvolgervi. Indicatemi la porta e me ne vado immediatamente.
ERMINIO Da quella parte.
GOFFREDO È uscita dal televisore. Mi sono avvicinato per spegnerlo e... è uscita dal televisore. Hai visto anche tu, Erminio?
ERMINIO Proprio un bel trucco.
PRESENTATRICE Non dite a nessuno che sono passata di qua.
ERMINIO Forse è un gioco a premi di tipo nuovo.
PRESENTATRICE Dove sono i vostri genitori?
GOFFREDO Sono in viaggio... ma ritornano presto.
PRESENTATRICE Mi spiace, poveri bambini.
ERMINIO Spiace a tutti.
PRESENTATRICE Mi addolora abbandonarvi, ma non posso fare altrimenti.
ERMINIO Ci siamo abituati.
GOFFREDO Anche tu stai scappando?
ERMINIO Sei ferita? No, non vedo sangue.
GOFFREDO Chi sei?
ERMINIO Hai fame? Abbiamo tante cose buone.
GOFFREDO Conosci i nostri genitori?
ERMINIO Anche tu non torni più?
PRESENTATRICE Non posso fermarmi. Devo andare. Voi state qui tranquilli.
ERMINIO Ce lo dicono tutti.
GOFFREDO Non potete comparire dal nulla, dire cose senza senso e scomparire. E noi? Come possiamo stare tranquilli, se ci abbandonate?
PRESENTATRICE Quando si potrà, tornerò a trovarvi. Ora devo andare. Addio.

GOFFREDO Signorina!
ERMINIO È uscito un lampo dal televisore ed è caduta a terra. Non si muove più. Succedono cose impossibili e spaventose. Dovremmo andare via, ma chi se ne va non torna più.
GOFFREDO Signorina!... Che cosa le è successo?
ERMINIO Non credo che faccia finta di essere morta.
GOFFREDO Lascia guardare me.
ERMINIO Non avevo alcuna intenzione di avvicinarmi.
GOFFREDO Signorina, mi sente?
ERMINIO È morta morta?
GOFFREDO Sì.
ERMINIO È morta anche lei, come gli altri.
GOFFREDO Quali altri?
ERMINIO Il signore esibizionista è morto per le botte. La ragazza dei giardinetti è morta sparata. Il signor Rabarbaro è morto perché le sue caramelle fanno vomitare. La ragazza del piano di sopra muore di ferita. Questa signorina è morta di televisione... Goffredo, di che cosa saranno morti la mamma e il papà?
GOFFREDO Non dire cose assurde! Non dirle, oppure ti picchio!
ERMINIO Così anch’io morirò di botte.
GOFFREDO Hai letto il biglietto della mamma. Se l’ha scritto, è viva.
ERMINIO Lo ha scritto e poi è morta.
GOFFREDO Non è morta!
ERMINIO Allora morirà.
GOFFREDO Ti picchio?
ERMINIO E morirà il papà e morirai tu e morirò io, prima di te.
GOFFREDO Non piangere.
ERMINIO Che altro mi resta? Moriremo anche noi. Vero, Goffredo?
GOFFREDO Non piangere
ERMINIO Moriremo di freddo, di fame e di preoccupazioni.
GOFFREDO Non piangere.
ERMINIO Moriremo anche noi, come tutti.

GOFFREDO Il telefono! Rispondo io.
ERMINIO Non rispondere, ho paura. Anzi, rispondi. Ci diranno che la mamma è morta? Non rispondere.
GOFFREDO Pronto?... Mamma!
ERMINIO È lei? La nostra mamma? Mamma, sono Erminio!
GOFFREDO Stiamo bene, sì. Dove siete? Quando tornate?
ERMINIO Mamma, c’è una signorina morta! La ragazza perdeva sangue. Di’ al papà che la donna ha aperto la cassaforte... e c’era l’elicottero... però la ragazza non si è rialzata.
GOFFREDO Sta’ zitto, Erminio. Tutta la notte da soli?
ERMINIO Non possiamo stare qui da soli! Diglielo!
GOFFREDO Sì, farò il possibile. Ma Erminio è spaventato.
ERMINIO Anche Goffredo, ma lui ha le inibizioni.
GOFFREDO Farò il possibile, ma voi…
ERMINIO Voglio parlare con il papà. È lui che prende le decisioni.
GOFFREDO Mamma? Ti passo Erminio.
ERMINIO Perché ci avete abbandonati? Papà, sei tu? Mamma! Papà!... Hanno riattaccato.
GOFFREDO No, si è interrotta la linea.
ERMINIO Io volevo parlare con loro e hanno riattaccato.
GOFFREDO È caduta la linea.
ERMINIO Come se non volessero parlare con me.
GOFFREDO Non essere sciocco.
ERMINIO Ti hanno detto dove sono?
GOFFREDO No.
ERMINIO E quando tornano?
GOFFREDO Forse domani.
ERMINIO Non erano loro. Non hanno voluto farsi sentire da me perché lo avrei capito che non erano loro.
GOFFREDO Erano loro e domani saranno qui.
ERMINIO Non erano loro. Sono morti. Non tornano più.
GOFFREDO Sono sicuro di avere parlato con la mamma.
ERMINIO Era una voce, non era lei.
GOFFREDO Stupido bamboccio. Vuoi che ti prenda a sberle?
ERMINIO Era una voce bugiarda.
GOFFREDO Credi che non riconosca la voce di nostra madre?
ERMINIO Ti ha forse detto di darmi un bacio da parte sua?
GOFFREDO Sei uno stupido bamboccio.
ERMINIO Puoi dire quello che vuoi, ma loro non tornano.
GOFFREDO Ti prenderei a sberle.
ERMINIO Puoi fare quello che vuoi, tanto io sono già morto.

GOFFREDO Sembrava talmente vicina... Ho immaginato che telefonasse da qui sotto, e mi sono detto: non ha tempo per salire, deve partire. Perché riavvolgi la tapparella?
ERMINIO L’edicola non c’è più. Guarda in fondo alla strada. Stanno portando via la pensilina dei bus. Il mondo è in dissoluzione.
GOFFREDO Vogliono sostituirle con altre più moderne.
ERMINIO Hai sempre una risposta. Non ti allarma la tua dipendenza dalla razionalizzazione?
GOFFREDO Io non ne posso più di te.
ERMINIO Hai paura, ma ti vergogni di ammetterlo.
GOFFREDO Sono il più grande e devo preoccuparmi per tutti e due.
ERMINIO Comincia a preoccuparti per la signorina morta.
GOFFREDO Dobbiamo spostarla nell’altra stanza.
ERMINIO Sai già che io non la tocco. Fallo tu, che sei il più grande.

ERMINIO Goffredo, andiamo via.
GOFFREDO Via? Fuori? Perché?
ERMINIO Se arrivano altri morti... Come si fa a stare in una casa piena di morti?
GOFFREDO Non dobbiamo allontanarci. Se la mamma e il papà...
ERMINIO Lasciamo un biglietto. Lo scrivo io, che ho la grafia più chiara.
GOFFREDO Dove vorresti andare?
ERMINIO In un’altra casa qualunque.
GOFFREDO Ma questa è casa nostra.
ERMINIO Non ci appartiene più.
GOFFREDO Abbiamo il diritto di stare qui. E anche il dovere.
ERMINIO Se arrivano altri morti... noi come facciamo a sentirci ancora vivi?

ANNUNCIATRICE Per la gioia di tutti i neonati, trasmettiamo un programma di cartoni animati.
GOFFREDO Io lo avevo spento.
ERMINIO Tu chiudi le porte..... che poi sono aperte... spegni il televisore... che poi è acceso... ma voi fratelli più grandi siete tutti così?
GOFFREDO Lo avevo spento, ti dico.
ERMINIO Spegnilo ancora. Quella strega ha la faccia da rospa.
GOFFREDO Che cosa spengo? È già spento.
ERMINIO Stacca la spina.
GOFFREDO Fatto.
ERMINIO Non è servito a niente.
ANNUNCIATRICE Sciocchi bambini! Io sono il programma. Meglio di una mamma. Sono onnipresente, anche senza corrente. Oh oh oh, bambini sciocchi! Mettetevi seduti, fermi e muti. Comincia la trasmissione per la vostra educazione.
ERMINIO Goffredo, io giro la testa e non la guardo.
ANNUNCIATRICE Tu devi guardare! Tu devi imparare! Ucci ucci, sento odor di bambinucci! Ori ori, sento odor di spettatori! Che cosa si fa? La pubblicità!
ERMINIO Goffredo, mandala via!
GOFFREDO Ci sto pensando.
ANNUNCIATRICE Da bravi, cocchi, datemi gli occhi! Volete vedere le cose non vere? Bambini sciocchi, datemi gli...

ERMINIO Bravo! Centro perfetto. L’hai fatta secca, Goffredo!
GOFFREDO Il papà ci punirà. Non crederà mai che lo abbiamo fatto per difenderci.
ERMINIO Vuoi renderti conto che il papà...
GOFFREDO Riprendi a piangere?
ERMINIO Io non piango più, però non siamo mai stati senza televisione. La casa sembra ancora più triste.
GOFFREDO Sei stato tu a chiedermi di farlo.
ERMINIO Non ho rimpianti. Dico solo che siamo senza genitori e ora anche senza televisione e non ho mai provato un senso di abbandono così totale.
GOFFREDO Vuoi la televisione? La faccio io. Mettiti seduto. Immagina che le luci si spengano e che le parole si mutino in brusio e poi in altre parole. Il sipario si apre... applauso, prego. Signore e signori, presentiamo un programma speciale per il bambino Erminio. Ecco a voi il famoso cane parlante Birignao! Bau bau, sei pronto per un’avventura fantastica? Bau bau, il mio canile si trasforma in astronave. Accendete i motori!
ERMINIO Quanto sei buffo!
GOFFREDO Il principe delle stelle! Di pianeta in pianeta alla velocità della luce! Il cane Birignao alla ricerca della Ciotola Magica!

ERMINIO Non interromperti! Per favore!
GOFFREDO Non hai sentito?
ERMINIO Che cosa?
GOFFREDO Un grido, dietro la parete.
ERMINIO Tenti di spaventarmi, ma è solo uno spettacolo.
GOFFREDO Ascolta. Altre grida.
ERMINIO Oltre la parete c’è la camera della mamma e del papà e sappiamo che è vuota.
GOFFREDO Sta’ zitto. Ascolta.
ERMINIO Sì, anch’io sento... ma che cosa?... stanno di nuovo spaccando tutto!
GOFFREDO Chi siete?
ERMINIO Non fargli sapere che siamo qui, ti prego!
GOFFREDO Perché state gridando?
ERMINIO Non fargli sapere che esistiamo!
GOFFREDO Che cosa state facendo?
ERMINIO Ti prego, facciamo finta di niente e riprendi lo spettacolo!
GOFFREDO Appoggia l’orecchio al pavimento. Senti che fracasso? Anche di sotto stanno rompendo ogni cosa.
ERMINIO Dal soffitto giunge un tramestio confuso. Tonfi, cocci di parole, la cui forma arrotondata si è frantumata in dolore e paura.
GOFFREDO Ovunque. Dietro ogni muro...
ERMINIO Anche se tappo le orecchie, sento il fragore. Sono dietro le pareti e sono dentro la testa. Vogliono spaccare anche i pensieri.
GOFFREDO Stiamo calmi e pensiamo.
ERMINIO Ho tanta paura che se esistesse un modo per arrendersi alzerei subito le braccia con gli occhi bene chiusi.
GOFFREDO È comodo fare il bambino indifeso.
ERMINIO Non è per niente comodo. L’unico vantaggio che presenta l’infanzia è che non si è ancora cresciuti per fare parte dello stuolo di aguzzini, ma questo è un valore morale, mentre la paura e il dolore sono conficcati sotto la pelle, dentro le parti tenere dell’esistenza.
GOFFREDO Quanto tempo è passato?
ERMINIO Tanto, se cominciamo già a dimenticare.

GOFFREDO Ascolta.
ERMINIO Sono diventato sordo.
GOFFREDO Questa è musica.
ERMINIO La sentivo anch’io, ma pensavo che fosse una fantasia della paura. Ehi! La riconosco! È la melodia che suonava la ragazza ferita, quando era solo la ragazza del piano di sopra.
GOFFREDO Che cosa ti dicevo? È viva!
ERMINIO Non si direbbe una musica falsa e bugiarda.
GOFFREDO È viva e sta suonando.
ERMINIO Tutti gridano e distruggono, ma lei suona il pianoforte. È matta?
GOFFREDO Vuole farsi sentire da qualcuno.
ERMINIO Da chi?
GOFFREDO Dal suo fidanzato.
ERMINIO È morto.
GOFFREDO Perché dovrebbe essere morto?
ERMINIO Sono morti tutti, non ricordi?
GOFFREDO Lei è viva.
ERMINIO Forse è morta, ma la sua anima continua a suonare.
GOFFREDO Le anime non suonano. È viva e dobbiamo cercarla.
ERMINIO Là fuori? Nel mondo di streghe e di orchi? Sei matto come lei.
GOFFREDO Non eri tu che imploravi di andarcene?
ERMINIO Quando la paura non aveva ancora assunto questi connotati mostruosi.
GOFFREDO Andiamo?
ERMINIO Dammi la mano. Rincuorando te, sostengo me stesso.
GOFFREDO Andiamo.

DONNA Volete uscire adesso che stanno per tornare i vostri genitori? La loro delusione sarebbe devastante. Non vedono l’ora di riabbracciarvi e voi non vi fate trovare?
ERMINIO Goffredo. Lo senti il sibilo della biscia?
GOFFREDO La porta è sprangata dall’esterno.
ERMINIO Sono contento che non sia entrata. Fra tante disgrazie, non ci hanno ancora picchiati.
GOFFREDO Ci siamo decisi troppo tardi!
ERMINIO Moriremo anche noi, vero?
GOFFREDO Stupido bamboccio, vuoi che ti prenda a calci?
ERMINIO Picchiami, così il mio calvario è completo.
GOFFREDO Nessuno ti picchia e nessuno ci uccide.
ERMINIO Sai che cosa aspettano? Che siamo tanto esausti di paura da supplicarli strisciando ai loro piedi.
GOFFREDO Se tu la smettessi di delirare e cercassi di pensare, come faccio io!
ERMINIO Riesco a pensare solo a questa girandola di luce nera: dobbiamo stare qui per sempre, ma certo moriamo prima, dopo che ci hanno picchiati, poi stiamo qui per sempre, vivi o morti, ma ci picchieranno...
GOFFREDO La ragazza ferita... La porta era chiusa, da dove era entrata?
ERMINIO Questa musica mi fa piangere.
GOFFREDO Piangi, se ti fa sentire meglio.
ERMINIO È una reazione alla musica. Non piango per vigliaccheria.
GOFFREDO Se potessimo raggiungerla!
ERMINIO La musica?
GOFFREDO La ragazza!
ERMINIO Siamo solo bambini.
GOFFREDO Lei ho trovato il modo di uscire. Lei è libera.
ERMINIO I giochi hanno perso le attrattive. Il televisore è un rottame. Pensare è pericoloso. Si finisce nella girandola della luce nera. Forse siamo già morti e non lo sappiamo.
GOFFREDO Ascoltare la musica non è sufficiente. Dobbiamo…
ERMINIO Suonarla?
GOFFREDO Con i nostri flauti.
ERMINIO E la ragazza...
GOFFREDO Ci sentirà.
GOFFREDO Quanto tempo ci vorrà?
ERMINIO Non ha importanza.
GOFFREDO Comincia tu.
ERMINIO Se altri ci sentono, pensi che anche loro si mettono a suonare?
GOFFREDO Ne sono sicuro.
ERMINIO La musica invaderà le strade.
GOFFREDO La sentiranno per tutta la città.
ERMINIO La sentiranno i nostri genitori.
GOFFREDO Torneranno da noi.
ERMINIO È bello immaginarlo. È bello immaginare che non saremo più soli.

Sipario
Secondo finale

ANGELO Io sono la verità e sono qui per dirvi che sono la verità. E anche la serenità. Di spirito e di cuore. Io porto amore.
GOFFREDO Sei qui per aiutarci?
ANGELO Ho sentito la musica, ho fatto l’apparizione.
GOFFREDO Chi sei?
ANGELO L’angelo messaggero.
GOFFREDO Hai sentito, Erminio? Ha un messaggio. È un messaggio dei nostri genitori?
ANGELO Della vostra mamma e del vostro papà.
GOFFREDO Che cosa dice?
ANGELO Di fare i bravi bambini obbedienti, di stare tranquilli, di fare quello che vi dice l’angelo.
GOFFREDO Nient’altro?
ANGELO Per il momento no. Altri messaggi arriveranno a intervalli regolari. È tutto programmato. Siete pronti? È ora di andare.
ERMINIO Prima voglio farti vedere una cosa. Vieni di là con me, per favore.

GOFFREDO Che cos’è stato quel rumore? Dov’è l’angelo? Non lo avrai lasciato andare via!
ERMINIO Goffredo, ho fatto una cosa terribile.
GOFFREDO L’hai lasciato andare via? Sei un imbecille!
ERMINIO Goffredo, sapessi che cosa ho fatto!...
GOFFREDO Piangi? Combini disastri e poi lavi via ogni responsabilità con le lacrime.
ERMINIO È un disastro spaventoso, Goffredo. Niente sarà più come prima.
GOFFREDO Ci avrebbe accompagnato da loro, avremmo avuto una guida fidata.
ERMINIO Perché sei tanto ingenuo, tu che hai sempre preteso di spiegarmi il mondo?
GOFFREDO Vuoi dirmi dov’è andato?
ERMINIO L’ho ucciso.
GOFFREDO Basta con le fantasie. Dimmi che cosa è successo.
ERMINIO Ho preso la pistola del papà e gli ho sparato.

GOFFREDO C’è un angelo morto nella camera dei nostri genitori. Steso a braccia aperte sul letto. Il sangue sta impregnando le lenzuola.
ERMINIO Sta impregnando anche me. Guardami, Goffredo. Mi trovi cambiato? Io non mi riconosco più. Ho paura a toccare una mano con l’altra, temo di ritrarla rossa di sangue.
GOFFREDO Ti guardo, sembri quello di prima e di sempre, ma sempre è una parola intrusa, bisogna cacciarla dal dizionario. Ti guardo e non ti vedo. Hai ucciso un angelo.
ERMINIO Non era un angelo, Goffredfo! Nemmeno un diavolo, altrimenti sarebbe tutto più semplice.
GOFFREDO Chiunque fosse, lo hai ucciso.
ERMINIO Dovevo, per salvare te e me!
GOFFREDO Ti guardo e non capisco. Cominci a non sembrare più quello di prima.
ERMINIO Sono cambiato. Succede, con la crescita.
GOFFREDO Perché lo hai fatto?
ERMINIO L’angelo, quelle della televisione, la donna, la ragazza della musica, anche lei, anche lei, Goffredo, belle parole, ma anche lei veniva da fuori e tutto quello che viene da fuori non ha niente a che fare con noi, l’ho capito mentre suonavo, là fuori è tutto in disfacimento, Goffredo, fuori di noi c’è solo il male.
GOFFREDO Tu stai delirando. Eravamo giunti a un punto significativo, la fine dell’angoscia. La musica ci avrebbe salvati, era tutto finito. Ma tu hai ucciso l’angelo e ora dici cose senza senso. Hai rovinato tutto!
ERMINIO Non c’era alternativa. Non ce l’hanno offerta.
GOFFREDO Sei mio fratello e sei Caino. Non so più che cosa pensare di te.
ERMINIO Anche tu hai fracassato il televisore.
GOFFREDO Non era un angelo!
ERMINIO Ricordi che cosa diceva la ragazza della musica? Abbiate fede... anche i bambini devono fare la loro parte. Io non voglio essere coinvolto in quello che combinano là fuori.
GOFFREDO Sei già coinvolto, hai ucciso l’angelo.
ERMINIO Ho tagliato i fili alla marionetta di un teatro bugiardo.
GOFFREDO Ma credibile!
ERMINIO Siamo gemelli. Io sono te, tu sei me. A chi credi? A me o all’angelo? Se mi ascolti, ascolti te stesso.

GOFFREDO Finalmente tu hai avuto ragione e io torto. La ragazza ci aveva dato un ideale. Era un faro nella tempesta, ne avremmo seguito la luce. La signorina uccisa dalla televisione ci ha dato l’idea di non essere soli. Qualcuno lottava per rimettere le cose a posto. Così sembrava. Però tutti ci hanno abbandonati. Anche l’angelo. Per forza, l’hai ammazzato. Sai che cosa ci resta da fare.
ERMINIO Preparo lo zainetto.
GOFFREDO Preparane due. Tu sei più bravo, sai che cosa metterci. Io lo riempirei di cose inutili.
ERMINIO Ci metto l’essenziale. L’essenziale è tanto simile al niente. Dobbiamo abbandonare tutte le nostre cose.
GOFFREDO Sono cose da bambini.
ERMINIO Non avrò più le mie collezioni. Non avrò i giochi. La priorità spetta alle provviste e al pronto soccorso. Dobbiamo domare l’immaginazione, se vogliamo sopravvivere.
GOFFREDO Ascolta.
ERMINIO È l’inferno.
GOFFREDO Che cosa facciamo, là fuori?
ERMINIO Non possiamo solo scappare.
GOFFREDO Io non voglio sparare come hai fatto tu.
ERMINIO Spero che non voglia tormentarmi per tutta la vita con un’accusa di omicidio in un chiaro caso di legittima difesa. Sarebbe ingiusto.
GOFFREDO Mi preoccupa la tua nuova… spavalderia. Non mi sento nemmeno più il fratello maggiore.
ERMINIO La pistola la lasciamo qui, va bene?
GOFFREDO E se dobbiamo difenderci?
ERMINIO Il secondo round spetta a te.
GOFFREDO Lasciamola qui.
ERMINIO Andiamo?
GOFFREDO Hai preso la torcia elettrica?
ERMINIO Se l’accendiamo, spengono noi.
GOFFREDO Ci tocca muoverci al buio.
ERMINIO Facciamo finta che sia un gioco.
GOFFREDO Non hai appena detto che abbandoni tutti i giochi?
ERMINIO Certo, ma faccio in modo che loro non abbandonino me.
GOFFREDO Vado avanti io, che sono il maggiore.
ERMINIO Vengo avanti anch’io, che non voglio sentirmi il minore.
GOFFREDO Hai paura?
ERMINIO Sì.
GOFFREDO Ci tocca abituarci.
ERMINIO Ti prometto che non piango.
GOFFREDO Dove andiamo?
ERMINIO Percorriamo il margine dell’ombra. Osserviamo il cerchio dell’inferno. Cerchiamo altre geometrie. È perfino divertente, non pensi?
GOFFREDO Io non penso più, altrimenti mi accorgo di non capire.
ERMINIO È come un sogno in cui possiamo immaginare di lasciare il margine della realtà.
GOFFREDO E andare per strade devastate e farci picchiare e magari uccidere?
ERMINIO Noi non siamo stupidi come loro. Noi andiamo più lontano.