CONVERSAZIONE SACRO-PROFANA IN AMBIENTE INSOLITO

( Burlesque in un atto )

di

Virginia Consoli


PERSONAGGI:
L'UOMO-MERCURIO, in costume tipico da dio greco ;
LA DONNA-SANTA CATERINA DA SIENA, con una veste bianca a cintura alta e velo azzurro ;
L'ALTRO-UOMO- IL MORIBONDO, vestito con un pigiama scuro e largo ;
Clowns e pagliacci in costumi vari, che vanno e vengono e, talora, fungono da coro.


S C E N A

Un ambiente interno, scuro. Ai lati della scena, due enormi parallelepipedi neri. Verso il fondo, una pedana non molto alta, nera anch'essa. Dietro a questa, una tenda color grigio-scuro con un'apertura nel mezzo, che servirà a rivelare, verso la fine, cosa c'è a ridosso dello sfondo. Sempre ai lati, altre tende scure in corrispondenza delle quinte, fatte di tessuto molto leggero. Infatti, quando passeranno in rassegna i gruppi di clowns, questi drappi ondeggeranno sensibilmente.
All'aprirsi del sipario si ode, piuttosto forte, una musica molto allegra. E' un mix di vivaci marcette da baraccone, tipo la colonna sonora di "8 e 1/2". Questo dura per alcuni minuti : in contemporanea, la scena si popola di moltissimi clowns, che si impossessano del palco. Entrano correndo e schiamazzando : chi canta, chi fa capriole, chi spruzza acqua da pistole-giocattolo o da fiori truccati. Alcuni invadono la platea e corrono in mezzo al pubblico. Anche i parallelepipedi laterali si aprono e ne escono dei pagliacci, i quali si affrettano a chiudere le sagome. Ce ne sono di tutti i tipi, dai più classico col naso rosso agli Augustus, bellissimi, bianchi, eleganti, dall'aria malinconica.
Dopo aver finito le loro evoluzioni, si allineano tutti alla ribalta e cambiano espressione, diventano seri. Guardano intensamente il pubblico. Contemporaneamente, la musica cambia e diventa grave, deve avere un carattere di cerimoniale sacro. Può andare benissimo "I Capuleti e i Montecchi" dal "Romeo e Giulietta" di Serghiej Prokofiev. I clowns, schierati, si rivolgono alla platea.

PRIMO CLOWN ( serio, in tono neutro, con voce leggermente in falsetto ): Siamo qui per proporvi...

SECONDO CLOWN ( c. s. ) : Una sacra conversazione...

TERZO CLOWN ( c. s. ) : Proprio in questo luogo così particolare...

QUARTO CLOWN-AUGUSTUS ( c. s. ) : Che c'entriamo noi, direte...

PRIMO CLOWN ( facendo un passo avanti ) : Per non farvi commuovere troppo...

SECONDO CLOWN ( c. s. ) : Per non farvi prendere la vicenda troppo sul serio...

TERZO CLOWN ( c. s. ) : Per non farvi prendere troppo sul serio uno con l'altro...

QUARTO CLOWN-AUGUSTUS ( c. s. ) : L'ambiente è adatto per quest'azione...

QUINTO CLOWN ( c. s. ) : Lo capirete presto, il perché...

PRIMO CLOWN ( deciso ) : Noi ribalteremo la situazione...

SECONDO CLOWN ( c. s. ) : Molto presto...prima che ve ne possiate accorgere...

TERZO CLOWN ( c. s. ) : Ricordatevi sempre di noi...

QUARTO CLOWN-AUGUSTUS ( c. s. ) : Perché questo è il nostro regno...

QUINTO CLOWN ( c. s. ) : Perché questo è il nostro mondo !

I clowns rompono l'allineamento e balzano di nuovo in ogni direzione. Le note di Prokofiev diventano più forti per qualche secondo, poi si affievoliscono e ritorna la musica precedente. Qualche attimo ancora di sottofondo, poi silenzio. Mentre si abbassa la musica la scena rimane vuota.
Dal fondo, si apre di poco la tenda al centro e, sulla pedana, uno dei clowns sospinge verso il proscenio un letto con un uomo che vi è disteso sopra. Con molta attenzione lo depone giù, sul palco e lo colloca al centro della scena. Da sinistra, un clown Augustus spinge un praticabile con sopra una figura ammantata. E' una donna in abiti da santa : velo azzurro e abito bianco, capelli chiari, alta, sguardo dolce e trasognato. Si colloca a destra del letto e a sinistra dello spettatore : dal lato opposto, un terzo clown introduce un altro praticabile con un uomo in vesti di Ermes-Mercurio, dai calzari alati, con il tipico caduceo e il cappello ; indossa una tunica piuttosto corta. E' bruno, di pelle scura, nerboruto. I tre clowns si allontanano.
Le tre figure rimangono immobili per qualche secondo, quasi incantate, come dei microcosmi racchiusi in se stessi. Sono illuminati da tre fonti di luce diverse, molto radenti e fredde : di colore azzurro per la donna, bianca per l'uomo giacente e rosata per Mercurio.

SANTA CATERINA ( dolce, con voce vellutata ed intonazione cantilenante, comincia a recitare ) : Ave Maria, gratia plena, dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus..

MERCURIO ( con un guizzo, scende dalla piccola pedana e, quasi seguendo il ritmo della preghiera, comincia una strana danza attorno al letto ) : Ora...così...le tue parole mi guidano...per essere un conforto e un sollievo a te...e a questo poveretto ( I suoi movimenti si fanno un po' sguaiati e scomposti ) Ma...tu chi sei, esattamente ?

SANTA CATERINA ( dapprima con lo sguardo rivolto verso l'alto, poi guardandolo maternamente ) : Amen...Sono Santa Caterina da Siena, la patrona d'Italia...Aiuto questo pover'uomo nel momento del trapasso, perché spero che sceglierà di appartenere a me...Anche tu sei qui per confortarlo ?

MERCURIO ( fermandosi di scatto ) : Confortarlo ? Ma non se ne parla nemmeno, mia cara! Tu sarai anche la Santa più importante d'Italia, ma io non ho nessuna intenzione di perdermi questo bocconcino, anzi ! Farò di tutto per riportarlo in vita o, almeno, per trascinarlo con me, nel mio Olimpo, sulla mia schiena, più veloce della luce ! Perché...se lui appartenesse a me ( cambia tono, diventa più cupo )...gli farei vedere tutto il mio Olimpo...il mio bell'universo, ove vivo...anche per favorire lui !

Caterina lo guarda impaurita. Mercurio prosegue imperterrito.

MERCURIO( deciso ) : Questo bel soggetto, carissima la mia santa, è quanto di meglio possa incarnare tutto quello che io proteggo : gli affari, anche illeciti, i soldi, i viaggi...il commercio ! Lo sai chi è costui, bella mia? E' il padrone di questo ameno posticino ! ( Indica tutt'intorno ) Niente male, eh ? ( Con intenzione ) Se non ci fosse lui...come faremmo ad andare avanti ?

CATERINA ( sussulta, poi si ricompone ) : Io non riconosco altri padroni per me all'infuori di Dio, di Gesù Cristo e di Maria dolce. Per obbedire a loro sono scesa qua...in questo luogo che per me è ostile. Ove trovo anche te, che mi maltratti e mi schernisci. ( Alzandosi sul praticabile ) Ma io sono una persona forte, non dubitare. So come tenere testa alle avversità. Ho affrontato anche di peggio, nella mia vita, di una...specie di dio minore quale sei tu, che ti ribelli ad ogni legge umana e divina. ( Scende dalla pedana e si dirige verso il letto. Si china sul moribondo ) Poveretto..è in fin di vita...Ha chiesto i conforti...si sarà pentito di tutto quello che ha fatto...Ti sei pentito, vero ? Se rispondi di sì, io sarò disposta a perdonarti...( Con intenzione ) Suvvia...dì qualcosa...!

MERCURIO ( ridendo ) : Povera illusa !

L'uomo sdraiato si solleva lentamente e si mette a sedere sul letto. Subito Caterina, pronta, gli aggiusta il guanciale dietro la schiena. Mercurio guarda beffardo e picchia il malato su una spalla con il caduceo. Caterina, bruscamente, lo allontana. Il moribondo, in effetti, ha il viso molto pallido, rischiarato anche dal candore delle luci : ha delle vistose occhiaie e labbra violette, lo sguardo lontano, ma acceso. Guarda intorno, poi verso i due che stanno al suo capezzale, come per fare una rapida carrellata di quello che sta succedendo.

IL MORIBONDO ( rivolto prima a Mercurio, poi a Caterina, con voce flebile, ma dal tono sicuro ) : Posso parlare ?

MERCURIO ( intervenendo subito ) : Certo...sei ancora il padrone, qui...almeno, finché sarai in vita. Dopo apparterrai o al mio mondo o a quello di Caterina. Dipende dalla piega che avrà ( ridacchiando ) la nostra conversazione.

CATERINA ( premurosa ) : Tutti apparteniamo a Dio...non vogliamo certo giocarci la nostra parte di santità, vero ? Perché, vedi, mio caro, anche i mortali possono guadagnarsi la santità...anche con piccoli gesti...con la buona volontà, la misericordia...se si pentono di quello che hanno fatto.

IL MORIBONDO ( ironico ) : Quanto costa in euri tutto quello che hai detto ?

A questo punto Mercurio scoppia a ridere fino a contorcersi, mentre Caterina si volta disgustata.

MERCURIO ( tra una risata e l'altra ) : Hai visto ? Che ti dicevo, Caterina ? Questo è preda per me, non per te ! ( Continua a ridere, poi si fa sempre più serio e la risata diventa un ghigno ) Lascialo a me, Caterina...completamente...se ne posso disporre come voglio...

CATERINA ( di scatto ) : No !! ( Si para davanti al letto ) Non voglio, Mercurio, non te lo permetterò, non devi...( Abbandona il tono accorato per riprendere quello da recita, un po' "straniato" ) Lasciamo parlare quest'uomo...lo saprà lui se preferisce ciò che rappresento io o ciò che rappresenti tu. E' difficile intraprendere la mia via...la via delle donne è sempre più difficile, soprattutto quando aspira alla santità per esorcizzare i propri errori...Perché la vita quotidiana non concede spazio alla purezza. (Di nuovo accorata ) Chi bada a tutto quello che deve affrontare una donna dalla mattina alla sera...dolori, fatiche, lacrime, schiaffi, violenze...gelo e incomprensione. E tutto ciò, come se fosse normale. Per chiamare me, Caterina, santa ci sono voluti trentatré anni di sofferenze, di mortificazioni, di anoressia e insonnia...per ritrovare la mia vera vita in seno al Paradiso...( Pausa. Ora parla a se stessa ) Il mio martirio...non sarà stato invano ?

MERCURIO ( interrompendola ) : Ma tu credi che la santità sia restare, sopportare, patire in silenzio ? Credi davvero che ha coraggio chi rimane, chi si rinchiude e si punisce pur essendo innocente ? ( Con tono serio. Anch'egli parla a se stesso ) Io, che sono il messaggero degli dèi, ho le mie responsabilità...passo di gente in gente, avendo a che fare con gli esseri più spietati e corrotti che sono costretto a proteggere. Avrei la possibilità di fuggire...e talora non ne ho la forza. Ma sono qui. Sempre allegro. E sorridente...pensando che esiste qualcuno che è anche peggiore di me. Io, Ermes, schiavo di chi mi paga meglio...e mi riduce un miserabile. Reietto e scacciato. E tutto questo invano ? Non lo so...sono solo capace a far ridere gli altri...e ad insegnare alle persone a godere di quel poco che hanno...(Riprende il tono precedente ) Ed infatti, mia cara, per quanto riguarda questo qua ( indica il moribondo ), non ho nessuna intenzione di avvelenargli gli ultimi istanti di vita, ma intendo consentirgli di spassarsela ancora un po'...

CATERINA ( secca, in tono duro ) : Come hai sempre fatto !!

MERCURIO ( c. s. ) : E cosa dovevo fare ?! ( Qualche istante, poi si calma) E' finito il tempo degli dèi e degli eroi,mia cara. Tante volte hanno più potere gli uomini...chi ha coraggio, diventa eroe di se stesso...chi non ce l'ha...beh, non lo so !! Io ora vorrei solamente disporre pienamente di quest'uomo ( in tono ambiguo )...per fare quello che sogno...per lui...

CATERINA ( supplicante ) : No !! Vi dannerete tutti e due !!

IL MORIBONDO ( li fissa a lungo, sorridendo ) : Come mi sto divertendo! Siete proprio forti !

Mercurio e Caterina lo guardano aspramente.

CATERINA ( seria, al moribondo ) : Queste sono cose serie, lo sai ?

MERCURIO ( c. s. ) : Infatti !!

IL MORIBONDO : Ma come si fa a stare seri qua dentro...e con voi due che vi azzannate per l'anima di un mortale qualunque come me !

CATERINA ( in tono deciso ) : Non è solo per la tua anima...E' anche per la nostra. Perché noi, prima di essere immortali siamo stati anche esseri umani...e abbiamo conservato la nostra umanità. Dolente.

IL MORIBONDO ( sarcastico ) : E di cosa vi dovete dolere ? Ormai siete...al di sopra del dolore.

CATERINA ( affranta, si siede sul praticabile ) : Chi ha affetto per il prossimo...chi ama non sarà mai del tutto sereno finché non avrà appianato tutte le questioni...

MERCURIO : Ma la questione in gioco sarebbe molto più semplice se il nostro moribondo seguisse il mio esempio. Viaggiando, correndo di luogo in luogo...facendo del bene a qualcuno, finalmente. Se prometti di obbedirmi, verrai con me. Anche se preferiresti rimanere con Caterina, lo so...ma ti assicuro che la sua presenza accanto non è facile da sopportare...con quell'aria così perfetta. Ti senti sempre sotto esame.

Caterina si volta verso Mercurio, amareggiata. Il malato sembra riprendersi un po' : è venuto il suo turno di parlare. Si sistema ben diritto sul letto, si aggiusta il cuscino e guarda di sottecchi i due. Caterina è appoggiata alla pedana, con una mano che regge la fronte e l'altra penzoloni. Mercurio è sempre a destra dello spettatore, con le braccia incrociate e lo sguardo di sfida. Cerca di scorgere l'espressione di Caterina, ma non ci riesce. Guarda con malevolenza l'altro uomo.

IL MORIBONDO ( incrocia lo sguardo di Mercurio e si accorge della gravità della situazione. La sua voce ridiventa man mano più forte. Ha un'espressione di autorità sul volto, come a voler prendere in mano le redini della vicenda e comincia a parlare ) : Premettendo che l'anima è mia e ne faccio quel che voglio...aggiungo anche che la vita è mia, come questo posto, e pertanto comando io...E' sempre stato così e lo sarà anche d'ora in poi. Vi siete già azzuffati abbastanza. Capisco che c'è uno scontro profondo tra voi due : simboleggiate due mondi e due punti di vista opposti. Siete anche uomo e donna : è pacifico che vi sia una guerra. Il vostro potere di persuasione è molto scemato, miei cari...In punto di morte avevo chiesto dei conforti, ma vedo che mi posso sostenere anche da solo. Del resto, io ho costruito la mia vita come volevo, sono artefice di me stesso ed anche della mia morte...per cui, ho deciso che non morirò più e che non seguirò né i tuoi consigli, Caterina, né i tuoi, Mercurio. (Infervorandosi e cambiando tono ) Anche perché io mi sento benissimo e sono stufo di questa messinscena tutte le sere per soddisfare le vostre voglie represse !

Caterina e Mercurio balzano in piedi esterrefatti.

MERCURIO ( gettando il caduceo per terra ) : Ma...ma noi non abbiamo ancora finito !!

CATERINA ( agitatissima ) : Sì, sì, è così...Ma perché vuoi privarci anche di questo piccolo sfogo ? Non contiamo proprio nulla per te ?

IL MORIBONDO ( si alza di scatto dal letto e lo spinge verso il fondo ) : Mi sono rotto, miei cari. E poi, stasera, eravate particolarmente patetici. Vi state immedesimando troppo in questa storia. Non vorrei mai che questa farsa prendesse il sopravvento sulla realtà, dato che sta dalla mia parte.
( Estrae un fazzoletto dalla tasca e se lo passa sulla faccia. Si scopre che il pallore, le occhiaie e le labbra viola erano solo un trucco. Infatti ha un bel colorito. Si toglie anche il pigiama. E' pasciuto e ben vestito : sotto il pigiama indossa giacca, cravatta e pantaloni ) E non fate quella faccia! Voi dovete recitare per il pubblico, ogni sera, alla solita ora...non dobbiamo farlo noi, lo spettacolo, di nascosto, come tre scemi. E' già una concessione, questa, che vi faccio...io sto scomodissimo, su un letto vecchio e scassato, a fare il vostro tritagonista...Puah ! Se ci vedessero, ci spedirebbero alla neuro tutti e tre ! E pensare che, da un po' di tempo, questo è l'unico espediente per farvi recitare in questo schifo di baraccone! Se non fate questa sceneggiata prima, non sapete affrontare la gente ! Ma perché, Cristo benedetto ?

MERCURIO ( alzando il braccio per colpirlo con un pugno ) : Lo sai benissimo il perché, vecchio porco !

IL MORIBONDO ( lo blocca repentinamente ) : Ehi, ehi, pidocchio ! Cosa pensi di fare ? ( Fischia. Accorrono due clowns che levano all'uomo e alla donna gli abiti da Mercurio e da Caterina. Questi rimangono in tuta aderente. I clowns gettano ai loro piedi altrettante divise da pagliacci, con parrucche e nasi finti ) Beh ?! Allora che dici, Mercurio ? ( Con tono sarcastico ) Non fai più la voce grossa ? Fai lo smargiasso solo quando hai quel ridicolo costume addosso ?

L'UOMO-MERCURIO ( piagnucolando ) : Porco...vecchio porco...Ti sei preso il mio unico bene...La mia compagna...ai miei occhi era una santa...L'hai contaminata...l'hai calpestata...come se spezzassi un fiore nascente con lo stivale sporco di fango ! ( Si getta in ginocchio e si asciuga le lacrime col costume da clown ) Vecchio schifoso...Vorrei non aver bisogno dei tuoi soldi !

IL MORIBONDO-IL PADRONE ( ghignando ) : E tu disprezzi me ? Tu che baratti tua moglie per quei quattro soldi che ti do ? Se fossi un uomo...con le palle...la porteresti via sulle tue ali...da Mercurio. Perché lei continua a vederti così...come Mercurio...il dio che la involerà dal suo destino...Perché se non avesse questa illusione, non ti guarderebbe più in faccia...non avete un altro argomento, tranne questo, che vi tenga uniti. E perciò, tu ti guardi bene dall'accontentarla ! ( Sospira ) Eh, cari miei ! Vi leggo nel pensiero, io ! Altrimenti, non potrei comandare più. Per avere potere...bisogna essere, in certo qual modo, anche psicologi.

LA DONNA-CATERINA ( piangendo anch'ella ) : Sì, è vero...Ma tu ci hai distrutti. Spezzati.

IL MORIBONDO-IL PADRONE ( secco, a tutti e due ) : Tanto a me andate bene così. Tu, santa e puttana assieme. Santa per lui e puttana per me. E tu, rimani pure Ermes nella tua fantasia, ma servo e messaggero per me...per il pubblico...e per i soldi che mi porta. E, mi raccomando, sempre col sorriso sulle labbra.

Lentamente, molto lentamente, Caterina e Mercurio cominciano ad indossare i costumi da pagliacci.

IL MORIBONDO-IL PADRONE ( chiamando un clown, con fare ironico): Ehi, tu, li hai visti quei due ? Sono talmente meschini ed insicuri che ogni sera mi costringono, prima della recita, a ribaltare la nostra storia e i nostri ruoli : divento vittima io e loro sono i due santi-carnefici che si contendono le mie spoglie. E' la rappresentazione di quello che vorrebbero essere e non sono...agli occhi dell'uno e dell'altra, ed anche miei. ( Il clown ride guardandoli ) Da quando ho iniziato la tresca con la donna, sono crollati. E' cominciato così questo giochetto perverso. Lei non ha il coraggio di dirmi di no e lui non ha la forza di trascinarla via da me. Perché io qui sono il demiurgo...reggo questo posto ove loro sono delle pedine intrappolate senza poter reagire. Tranne che così. Però io mi sto stancando, anche se non posso licenziarli, fanno troppo ridere sul palco.
( Riflette un attimo, poi sorride ) Buffa storia, vero, caro clown ? Ci odiamo tutti e tre, eppure non possiamo staccarci l'uno dall'altro. Neanch'io che comando. Ma forse...anche chi comanda è vittima ?

Qualche secondo di pausa. Il clown risponde "sì" con la testa all'ultima domanda del padrone, che rimane un po' imbambolato, guardando fisso verso il pubblico. Intanto, Caterina e Mercurio hanno quasi finito di vestirsi. Contemporaneamente, dai lati, cominciano a passare file di clowns e di Augustus, come all'inizio. Il pagliaccio fa segno con l'orologio al padrone, che quasi si risveglia dal suo sogno ad occhi aperti.

IL PADRONE DEL CIRCO ( al clown ) : Hai ragione, mio caro ! E' l'ora dello spettacolo ! Musica, maestro ! ( Le allegre marcette di prima incalzano l'una dietro l'altra, ad alto volume ) Clowns, tutti a me ! Sipario !!

Alla parola : "Sipario !", due Augustus tirano, uno verso destra e l'altro verso sinistra, la tenda dello sfondo, rivelando che siamo in un circo. La musica aumenta di volume. Luci colorate dappertutto. Si odono clamori in sottofondo, applausi e risate di bambini. I clowns si sparpagliano qua e là facendo capriole, ridendo e spingendosi reciprocamente. Il padrone sale sulla pedana di fondo e si mette al centro del via-vai. E' pieno di luci addosso, creando così giochi di colori sulla sua giacca. A proscenio sono sempre rimasti immobili Caterina e Mercurio, con gli abiti già messi e le parrucche e i nasi finti in mano. Sullo sfondo appare evidente, scritto con tante lampadine piccole, il nome del circo : LIMBUS.
I due protagonisti si voltano verso la scritta e guardano amaramente. Mentre la musica si abbassa leggermente, essi avanzano verso il pubblico e vi si rivolgono direttamente.

CATERINA ( coi capelli chiari sciolti sul costume, che le sta molto largo) : Quella scritta è una metafora della nostra...

MERCURIO ( la segue di rimando ) : ...Vita.

CATERINA ( proseguendo, con voce piuttosto incolore, seppur emozionata ) : Ma non solo della nostra...

MERCURIO ( c. s. ) : Anche della vostra, se per caso non ve ne foste accorti...

CATERINA ( c. s. ) : Per tutte le volte che dovete sorridere e non ne avete voglia...

MERCURIO ( c. s. ) : Per tutto quello che la vita vi richiede per cui dovete trasformarvi, anche per pochi minuti, in piccole divinità metropolitane...

CATERINA ( c. s. ) : O in sante anoressiche e masochiste...Ma senza blasfemia, credetemi...

MERCURIO ( c. s. ) : E solo così potete andare avanti...

CATERINA ( c. s. ) : Fino a ricadere nel limbo di questa non-vita.

A queste parole i pagliacci cessano le evoluzioni e si fanno seri. La musica allegra tace di colpo. Il padrone del circo rimane immobile, sulla pedana, con lo sguardo fisso. Le luci della scritta LIMBUS si fanno più forti. I clowns, allineati, come in apertura, si dispongono in fila dietro ai due protagonisti.

I CLOWNS IN CORO ( al pubblico ) : Perché anche voi siete come noi...esseri a metà tra il sorriso e la lacrima...tra la quotidianità e la santità...tra il coraggio e la paura...tra la finzione e la realtà. Nel limbo dell'ambiguità e dell'incertezza. Per guadagnarvi la vostra piccola porzione di mito. L'unica che si può avere al giorno d'oggi.

CATERINA ( in tono sincero, infilandosi la parrucca ) : Non ci biasimate.

MERCURIO ( c. s. ) : Non ci condannate.

I CLOWNS IN CORO ( c. s. ) : Non ci giudicate.

TUTTI ASSIEME ( c. s. ) : Questo potrebbe capitare anche a voi.

CATERINA ( ormai interamente vestita da pagliaccio ) : In fondo è una finzione...indispensabile per continuare a vivere.

A queste parole riprende la musica allegra da circo. I clowns si disperdono nella platea alla rinfusa. Per accentuare il senso di coinvolgimento, si possono accendere le luci in sala, magari di diversi colori, se possibile, e confonderle con quelle della scena. Il padrone del circo rimane sempre immobile. Dopo che i pagliacci in platea hanno un po' riso, giocato e scherzato assieme al pubblico, improvvisamente si spengono le luci sia in platea che sul palco.
Buio completo. Silenzio. Sipario.

F I N E