Così lontano, così Ticino

di Davide Marranchelli

© 2018. Tutti i diritti sono riservati

 

 

PERSONAGGI

Achille Rabito, anni 39.

Stefano Ciumarra, anni 43.

Cittadini svizzeri, figli di stagionali, vissuti in Italia per pochissimi anni prima di essere trasferiti in Svizzera per due motivi differenti: ad Achille sono morti i nonni, e la mamma esaurita ha raggiunto il padre oltrefrontiera insieme ai tre bambini; Stefano invece era in collegio a Domodossola ed è scappato più volte. Il primo, perciò, ha avuto un’infanzia in famiglia nonostante le difficoltà legate alla clandestinità; mentre l’altro ha vissuto fin da subito come un piccolo delinquente accumulando una rabbia di molto maggiore.

 

 

Interrogatorio

 

Due uomini parlano in una stanza. Uno ha un comportamento aggressivo, l’altro non cede.

STEFANO ~ E cosa volevi fartene?
ACHILLE ~ Niente.
STEFANO ~ Niente. Ok. Sei sicuro?
ACHILLE ~ Sicuro.
STEFANO ~ Perché il tuo amico ha detto il contrario, esattamente il contrario; lui ha detto che sapevate benissimo cosa farvene di quel pezzo di ferro. Perché il tuo amico ha detto il contrario?
ACHILLE ~ Non lo so perché.
STEFANO ~ Porca puttana! Ma lo vuoi capire? Il tuo amico sta già collaborando, ha fatto il tuo nome! Ha capito come farsi fare lo sconto. Quanto ci metti a capirlo?
ACHILLE ~ Non ho la più pallida idea di quello che mi state dicendo.
STEFANO ~ …
ACHILLE ~ Io in quel garage ci aggiustavo le cose, aggiustavo i motorini, rivendevo i motorini e compravo altri motorini, poi…
STEFANO ~ Poi ascoltavi la musica?
ACHILLE ~ Eh?
STEFANO ~ In quel garage ascoltavi la musica, ti piace la musica, no? La musica italiana.
ACHILLE ~ S… Sì… Mi piace.
STEFANO ~ E che musica ti piace?
ACHILLE ~ Di tutto, non capisco cosa c’entra…
STEFANO ~ Niente, per chiacchierare… Visto che non facevi niente di male…
ACHILLE ~ Mi piace di tutto.
STEFANO ~ Soprattutto roba vecchia.
ACHILLE ~ Sì, la ascoltavo da bambino.
STEFANO ~ Battisti, Modugno, Tenco, Toto Cutugno… ti piace Toto Cutugno?
ACHILLE ~ Non tantissimo, qualcosa.
STEFANO ~ A me piace, mi mette malinconia Toto Cutugno… «Buongiorno Italia, buongiorno Maria, con gli occhi pieni di malinconia, buongiorno Dio… lo sai che ci sono anch’io. Lasciatemi cantare…» La conosci? Bella…
ACHILLE ~ La conosco.
STEFANO ~ «L’italiano vero», come te. E poi?
ACHILLE ~ Poi cosa?
STEFANO ~ Poi chi ascolti… fammi pensare… non c’è nessun altro bravo dei vostri cantanti che mi viene in mente… Aspetta… Che stupido, come si chiama quella lì, dai, quella… Mina! Cazzo, Mina!

L’interrogato si lascia scappare un’espressione diversa da quella mostrata finora.

Mina! Mi stavo dimenticando Mina!! Di Lugano, no?
ACHILLE ~ Nata a Busto Arsizio.
STEFANO ~ Piccolo vanto del luganese… La tigre del Ticino…
ACHILLE ~ Di Cremona.
STEFANO ~ L’avete fatta scappare! Eh eh… Cosa le avete fatto di male?… Che poi se si è ritirata, probabilmente ha capito che non avrebbe più fatto una gran carriera…
ACHILLE ~ Ma cosa…
STEFANO ~ Si sentiva già da vent’anni, anche adesso, voce strozzata…
ACHILLE ~ Voce strozzata? Ma…
STEFANO ~ Idee zero.
ACHILLE ~ Adesso basta.
STEFANO ~ (s’infervora) Basta lo decido io! Così come decido se esci da qui con le tue gambe oppure no, così come decido chi ha la voce di merda e chi no!
ACHILLE ~ Che cazzo dici?!
STEFANO ~ Come ti permetti? Cosa hai detto? Io ti strappo le corde vocali, hai capito, ‘azzurro’ dei miei coglioni, hai capito? Perché tu non vieni a casa mia a comandare, non ci vieni a casa mia a comandare!!! (Lo prende violentemente per il bavero e per i capelli)
ACHILLE ~ Oh! Lasciami. Lasciami! Ma che cazzo fai?!!
STEFANO ~ (lo molla di colpo) Oh!!! Ma sei scemo?
ACHILLE ~ Io, scemo? A momenti mi ammazzi, deficiente.
STEFANO ~ (gli fa il verso) Busto Arsizio…
ACHILLE ~ È nata lì.
STEFANO ~ Chi se ne frega che è nata lì!!!!!!! Ti pare che puoi dire a uno sbirro una roba del genere?! Ti faranno la domanda apposta, i trabocchetti! E tu? Busto Arsizio…
ACHILLE ~ Vaffanculo. (Pausa) Ma poi che cazzo c’entra Mina? Uno fa una rapina e gli chiedono di Mina per capire se è italiano? Scemo.
STEFANO ~ Busto Arsizio…

La stanza, oltre a un tavolo e delle sedie, presenta qualche altro arredo ed elettrodomestico. Uno dei due uomini accende il televisore. Non si vedono le immagini, si sente solo un presentatore mentre conduce un quiz. Ogni tanto rispondono alle domande.

ACHILLE ~ Hai fame?
STEFANO ~ Sì…

Achille si avvicina a un forno a microonde, mette a scaldare qualcosa, canticchia.

… Spegni.
ACHILLE ~ «Lasciatemi cantare, con la chitarra in mano, lasciatemi cantare una canzone piano piano…» (Gli suona il telefono. È il tipico avviso di Tinder, nota applicazione per dispositivi mobili usata soprattutto per chattare e fare incontri)

Un contatto!!!!!
STEFANO ~ Eh? Che…
ACHILLE ~ Un contatto! Tinder!
STEFANO ~ Mi hai fatto cagare addosso. Cos’è ’sto Tinder?
ACHILLE ~ Dice che qualcuno ha detto che gli piaccio, cioè qualcuna ha detto che gli piaccio. Ha visto la mia foto e gli piaccio.
STEFANO ~ Le piaccio.
ACHILLE ~ No, no gli piaccio io.
STEFANO ~ Le piaccio, si dice “le” piaccio!! Cazzo, l’italiano, non parlare come un ticinese di merda. È di qua? È svizzera?
ACHILLE ~ Non lo so.
STEFANO ~ Ma chi è?
ACHILLE ~ Non lo so!
STEFANO ~ Come non lo sai, non te lo dice? Come funziona ’sto Tinder?
ACHILLE ~ Non fare finta di non sapere niente, dai. Tinder: vedi le foto delle ragazze…
STEFANO ~ Di tutte?
ACHILLE ~ Di quelle che si sono iscritte, se ti piacciono le butti a destra, se non ti piacciono a sinistra. Se anche tu piaci a una allora fa questo suono, e ti puoi scrivere, la vedi e magari ci esci.
STEFANO ~ Quindi quando suona scopi con una.
ACHILLE ~ Non lo so! Magari. Adesso mi dice che qualcuna mi ha buttato a destra, quindi gli piaccio.
STEFANO ~ E chi è?
ACHILLE ~ Non lo so ancora, devo dire di sì a tutte fino a quando non trovo quella che gli piaccio.
STEFANO ~ Fino a quando non trovo quella che «gli» piaccio. (Va a tirare fuori il piatto dal microonde) È pronto.

Si siedono a mangiare.

Magari quella che «gli» piaci è una figa atomica… (Pausa) Che si annoia… (Pausa) Toh, andiamo a farci un giro con un meccanico italiano che non ha mai trombato in vita sua. Mmmh che sesso…
ACHILLE ~ E basta!

 

 

Il colpo

 

STEFANO ~ Ok, senti. Ho capito che hai voglia di trombare, ma forse dovresti concentrarti un po’ su domani, metti via il telefono.
ACHILLE ~ Cosa devo fare, meditazione?
STEFANO ~ Forse sì.
ACHILLE ~ Dovrei dire una preghiera, piuttosto.
STEFANO ~ Perché?
ACHILLE ~ Perché è una cazzata, ci sono dei dettagli che tu la fai facile, ma non sono facili.
STEFANO ~ Tipo?

L’altro si distrae col telefono.

Tipo? Che dettagli? Oh, ‘Tinder’! che dettagli?
ACHILLE ~ Tipo che noi domani siamo in centro, no? Facciamo finta che in banca va tutto bene.
STEFANO ~ Certo che va tutto bene, nessuno rapina più le banche.
ACHILLE ~ Ci sarà un motivo se nessuno rapina più le banche…
STEFANO ~ Ci sarà un motivo ma nessuno le rapina più, è un fatto. Questo vuol dire che non se lo aspettano, sono rilassati, non hanno manco i vetri: sembra lo sportello dell’amico psicologo, ormai, una banca.
ACHILLE ~ Ho detto facciamo finta che in banca va tutto bene!!! Facciamo che l’amico psicologo ci dà i soldi, nessuno ci ammazza, nessuno ci riconosce e ci fanno uscire. Nessuno ci riconosce, ok! Perché?
STEFANO ~ (prende una scatola di calze collant) Perché ci mettiamo queste, cazzo. Ti devo spiegare tutto? E poi noi praticamente non esistiamo.
ACHILLE ~ Ho capito! Me lo hai detto un miliardo di volte che non esistiamo!! Fammi finire. Noi usciamo vivi dalla banca, prendiamo la macchina.
STEFANO ~ Prendiamo la macchina, andiamo a Milano.
ACHILLE ~ Andiamo a Milano e buttiamo i soldi dal Duomo…
STEFANO ~ Franchi svizzeri dal Duomo, sì, li ridiamo all’Europa, all’Italia, perché…
ACHILLE ~ Non mi interrompere! Qui ho già due problemi, che a te sembra che non contino un cazzo. Primo: come usciamo da Chiasso? Appena c’è una rapina chiudono le frontiere, perché i ladri vengono sempre dall’Italia.
STEFANO ~ Non è vero.
ACHILLE ~ Non me ne frega un cazzo se è vero o no!!!! Ogni volta li senti, quando c’è una rapina: «Ormai saranno già in Italia».
STEFANO ~ Lo danno per scontato ’sti razzisti.
ACHILLE ~ Quello che mi interessa è che chiuderanno la dogana, e non so perché ho la sensazione che ci fermeranno, con una marea di franchi svizzeri. Cosa gli diciamo? Che siamo vittime del razzismo?
STEFANO ~ Va be’, non…
ACHILLE ~ Secondo: facciamo finta che di colpo domani il Canton Ticino decide di lasciare aperte le frontiere, in uno slancio di europeismo. Noi saliamo sul Duomo, facciamo il nostro biglietto e saliamo sul Duomo. Lanciamo i franchi. Come scendiamo? Non è che a qualcuno potrebbe venire in mente di chiederci dove abbiamo preso un miliardo di banconote svizzere nuove di pacca?
STEFANO ~ Soluzione uno: sai perché dicono «ormai saranno già in Italia»?
ACHILLE ~ Perché davvero i ladri arrivano dall’Italia.
STEFANO ~ Non è questo il punto, il punto è che spesso sono già in Italia! Davvero! Il tempo di avvisare, arriva la telefonata: «Centralino, a tutte le unità, a tutte le dogane, le passo il responsabile» e ciao, siamo già sulla A9 direzione Milano.
ACHILLE ~ E il Duomo?
STEFANO ~ Il terrazzo del Duomo è pieno di gente, li lanciamo e ci buttiamo in mezzo alle comitive a vedere le guglie.
ACHILLE ~ E sei sicuro che ci sarà qualcuno con una videocamera proprio in quel momento? Se non ci caga nessuno?
STEFANO ~ È vero. Non ci avevo pensato. Chi vuoi che ci sia alle undici di mattina in un giorno di primavera a fotografare il Duomo di Milano?… Che stupido sono stato a non pensarci… Senti, molla ’sto Tinder che ti rincoglionisce. (Pausa) A domani.
ACHILLE ~ A domani.

 

 

La rapina e il lancio delle banconote

 

La luce muta. Solo il televisore acceso illumina i volti – coperti dai collant – dei due uomini, di cui rivive l’impresa.

ACHILLE ~ Sono le otto, siamo pronti.
STEFANO ~ Sono le otto, ti muovi?
ACHILLE ~ Arrivo. La pistola è carica.
STEFANO ~ La pistola è carica?
ACHILLE ~ Carica.
STEFANO ~ Se sparano spari.
ACHILLE ~ Se sparano sparo. Ma non sparano.
STEFANO ~ No, non sparano. Usciamo dal garage.
ACHILLE ~ Vai piano, non dare nell’occhio.
STEFANO ~ Siamo vicini alla banca.
ACHILLE ~ È giallo, fermati.

Pausa.

STEFANO ~ Siamo fuori dalla banca.
ACHILLE ~ Siamo dentro alla banca.
STEFANO ~ Nessuno ci riconosce, praticamente non esistiamo: Stefano Ciumarra. Nato a Bari.
ACHILLE ~ Achille Rabito. Nato a Cosenza.
STEFANO ~ Non sono mai entrati in Svizzera.
ACHILLE ~ Vivono da trentacinque anni in Svizzera.
STEFANO ~ Non sono mai entrati in Svizzera in vita loro.
ACHILLE ~ Non sono mai tornati in Sud Italia. «… Buongiorno, abbiamo una pistola carica, e non abbiamo niente da perdere, proprio niente. Le chiederei gentilmente di darmi tutti i soldi che ha in cassa, e anche quelli delle altre casse, e anche quelli là dentro, altrimenti giuro su Dio le sparo in testa, sono molto disturbato, molto nervoso, non dica una parola.»
STEFANO ~ «Grazie, tenga le mani sul tavolo, come il suo collega, vede? Tra due minuti torno, e se non ha le mani sul tavolo ammazzo tutti quelli che sono qui dentro, è chiaro? Vi siete presi i soldi degli ebrei, i soldi dei mafiosi, dei truffatori, degli evasori. E adesso noi li ridiamo a chi se li merita davvero, ok?»
ACHILLE ~ Abbiamo i soldi, siamo in macchina.
STEFANO ~ Tra poco saremo in Italia, Europa. Tra poco vendicheremo il nostro popolo.
ACHILLE ~ È giallo, fermati.
STEFANO ~ Tra poco saremo dove dovremmo stare, fuori da qui, in Italia.
ACHILLE ~ Fermati.
STEFANO ~ Finalmente il riscatto, la vendetta.
ACHILLE ~ Fermati!!!!!!

 

 

Incidente

 

A casa. Achille ha una borsa del ghiaccio sulla fronte e ha l’aria molto scocciata.

STEFANO ~ (contando i franchi) Sono… 1500, più o meno. Non molti…
ACHILLE ~ Evviva.
STEFANO ~ Vuoi dell’altro ghiaccio?
ACHILLE ~ No.
STEFANO ~ Ti va di…
ACHILLE ~ No.

Pausa.

STEFANO ~ Senti, che cazzo ti devo dire, scusa, va bene? Scusa! Ma non…
ACHILLE ~ Lascia stare.
STEFANO ~ Che cazzo ti devo dire di più, non volevo mica…
ACHILLE ~ Non è più un problema, basta.
STEFANO ~ Ti sei fermato a fare la constatazione amichevole, ti rendi conto? Potevamo dargli tutti ’sti cazzo di soldi o andarcene, o…
ACHILLE ~ Non hai visto che faccia aveva, la signora? Era terrorizzata.
STEFANO ~ Io ero terrorizzato! E tu in mezzo alla strada come un boy-scout a fare la cazzo di constatazione, e io non sapevo cosa fare…
ACHILLE ~ E nel dubbio mi hai gonfiato la faccia.
STEFANO ~ Certe volte mi fai innervosire, quando non capisci le situazioni…
ACHILLE ~ Io non sono un ladro, va bene? Io non ci voglio andare in prigione, e a me non ci trascini, va bene? Se ti è piaciuta e ci vuoi tornare, fai pure.
STEFANO ~ Adesso te ne arriva un altro, minchia.
ACHILLE ~ Io la gente la rispetto.
STEFANO ~ Adesso te ne arriva un altro, giuro su Dio. (Pausa)
ACHILLE ~ (accende la tv) E adesso? Come ci arriviamo al Duomo di Milano?
STEFANO ~ Non ci arriviamo più al Duomo di Milano.
ACHILLE ~ Perché?
STEFANO ~ Perché è una cazzata.
ACHILLE ~ Io l’ho sempre detto che è una cazzata.

Stefano si avventa su Achille, ma s’interrompe: alla tv danno la notizia della rapina.
«Una rapina è stata compiuta questa mattina, mercoledì, verso le 9:40 alla Raiffeisen di via Pretorio a Lugano. Due uomini armati di pistola – segnala la polizia cantonale – hanno minacciato un impiegato e si sono fatti consegnare del denaro. Gli agenti, intervenuti con l’ausilio dei gruppi speciali, non sono riusciti a bloccare i malviventi fuggiti in auto e ancora in possesso della refurtiva.
Stando alle testimonianze si tratta di due uomini sulla quarantina, probabilmente italiani. Non si lamentano feriti. La polizia prega gli eventuali testimoni, che avessero notato movimenti sospetti nelle vicinanze della banca, di contattare gli uffici competenti.»

STEFANO ~ (spegne la tv) Basta, non si fa più niente.
ACHILLE ~ Non si fa più niente?
STEFANO ~ Se a te non te ne frega niente, non posso fare tutto da solo.
ACHILLE ~ Chi te l’ha detto che non me ne frega niente?
STEFANO ~ Dai, si vede. Fosse per te non avremmo fatto nemmeno la rapina. Evidentemente tu in ’sto Ticino di merda ci stai bene, hai il tuo lavoro, l’officina che ti hanno lasciato i tuoi…
ACHILLE ~ Che mi hanno scaricato i miei. Manco la volevo. Comunque anche tu hai il lavoro, eh…
STEFANO ~ Sì.
ACHILLE ~ E se non ti piace puoi anche licenziarti.
STEFANO ~ Se me ne vado io, tu come cazzo vai avanti? Che non riconosci una chiave del 13 da una del 15…
ACHILLE ~ È arrivato MacGyver… Guarda che metti le marmitte tarocche sotto ai Ciao dei ragazzini, mica lavori alla NASA.
STEFANO ~ Te le infilo nel culo le marmitte, anzi no, ché magari ti piace. (Pausa) A proposito, dobbiamo ordinare il carburatore per quel Piaggio che ci hanno portato ieri. Ci conviene prenderlo online ché magari qualcuno ci ha riconosciuto… (Si fa serio di colpo) Ah, grazie eh. (Fa per andarsene)
ACHILLE ~ Senti, a me questo posto mi fa schifo, almeno quanto a te. Io li odio anch’io, almeno quanto li odi tu. Se potessi prendere a schiaffi tutti ’sti cazzo di ticinesi, che ti portano il motorino e ti guardano dall’alto in basso come se fossi una merda, che parlano dell’Italia come se, minchia, fosse loro. Cazzo: se potessi pigliarli a schiaffi, vuoi che non lo farei?
STEFANO ~ Achille, qui il problema è un altro: non è che gli svizzeri ci stanno antipatici, ‘chissenefotte’ se ci stanno antipatici, qui il problema è che la Svizzera è il centro del potere, il centro del controllo mondiale. Qui ci sono i soldi di mezzo mondo, ci sono i soldi della Seconda guerra mondiale. Da qui partirà il controllo del clima… Noi dobbiamo fare qualcosa per salvare il mondo civile!
ACHILLE ~ Non ti seguo tanto, per me sei molto incazzato e basta.
STEFANO ~ Allora lo vedi che non te ne frega niente?
ACHILLE ~ No, io dico solo che hai ragione ad arrabbiarti, anche se tutte ’ste robe che dici non lo so se ci credo o no. Quello che so è che sono tanti, come noi, a pensare che ’sti razzisti se la meritano una lezione. Ecco, razzisti lo sono. Com’è che fa quella barzelletta? Quella che ha raccontato il sindaco di Berna. Ah! Perché gli italiani sono così bassi?
STEFANO ~ Gli italiani non sono bassi.
ACHILLE ~ Oh, cazzo, me la fai raccontare ’sta barzelletta o no? Perché gli italiani sono così bassi?
STEFANO ~ È una barzelletta che parte da un presupposto sbagliato.
ACHILLE ~ Cristo, no!!!!! Devi dire solo: «No! Non lo so, perché?». Perché gli italiani sono così bassi?
STEFANO ~ Non lo so, perché?
ACHILLE ~ Perché la mamma gli dice che se crescono devono andare a lavorare.

Stefano non ride.

Ormai mi hai rovinato il tempo comico.
STEFANO ~ Mah.
ACHILLE ~ È questo il punto, è che sono tutti dei coglioni, che generalizzano, tutti! Non hanno un briciolo di cultura loro, guarda le domande che fanno nei quiz, sono tutte sull’Italia. Loro non hanno un cazzo di poeta loro, un cantante loro, hanno solo i nostri. Guarda Mina, ne parlano che sembra nata a Lugano, invece vive…
STEFANO ~ A Busto Arsizio…
ACHILLE ~ A Busto Arsizio, esatto.
STEFANO ~ Sì, ma nell’interrogatorio non dirglielo di Busto Arsizio.
ACHILLE ~ Come se mi chiedessero di Mina, all’interrogatorio…
STEFANO ~ (ha un’illuminazione) Ho avuto un’idea!!!
ACHILLE ~ …
STEFANO ~ Mi è venuta in mente adesso che dicevi della cultura, che sono tutti dei bifolchi del cazzo.
ACHILLE ~ Eh.
STEFANO ~ Noi li facciamo fuori. Come la gramigna. Non servono a un cazzo.
ACHILLE ~ Chi?
STEFANO ~ Tutti, quelli che possiamo almeno. Ci mettiamo sulla via principale di Lugano, o su un balcone e… bang! Ne facciamo fuori uno. Poi si avvicina un altro a soccorrerlo, come in Full Metal Jacket… bang! Altri due. Poi ci spostiamo, bang bang bang, ne facciamo fuori duecento! Così imparano a non entrare in una cazzo di guerra, così imparano a fare i superiori!… Quello che entra in banca… quello che mangia il cioccolato, il Toblerone… la vignetta… ma che cazzo fai pagare l’abbonamento all’autostrada?… La Nestlé, la Rivella, questi bevono il siero di latte, frizzante!… La Cóop, si dice «Còop»!

E mentre intorno si alza l’inno nazionale della Svizzera, sparano sempre più convinti verso la platea, finché l’inno sfuma.

ACHILLE ~ Oh, ma sei serio? Stefano?
STEFANO ~ No, scherzavo. (Poco convinto) Scherzavo… Ci hai creduto però, eh?

Achille resta ancora in quel mondo simulato poco fa.

I Dell’Orto costano troppo. Al ragazzino gli prendiamo un BGM, ché tanto nemmeno se ne accorge. (Legge la lista del preventivo, mentre l’altro viene distratto dal telefono) Ci hai parlato tu, no?

Achille non risponde.

Oh!! Ancora ’sto Tinder!

Nessuna risposta.

Ma tu… una donna… l’hai mai avuta?

Achille annuisce.

Davvero?

Achille annuisce ancora.

Una donna vera?…
ACHILLE ~ (interrompendolo) Sì!!! La finisci con ’sta storia?
STEFANO ~ Come sei… Alla fine lavoriamo assieme da quindici anni e non abbiamo mai parlato di un cazzo, scusa se mi comporto da amico.
ACHILLE ~ Tranquillo, non è un problema. Mi dà solo fastidio parlare di queste cose.
STEFANO ~ Capisco, scusa. Sono stato troppo diretto. (Pausa) Devi andare a troie.
ACHILLE ~ Finiscila!
STEFANO ~ Non ho detto mica niente! Ho detto solo che siamo sempre chiusi qui dentro, e non sei nemmeno bruttissimo. Non ho detto che non sei brutto, ho detto che non sei bruttissimo. Siamo solo un po’ arrugginiti con le donne, in generale con la gente.
ACHILLE ~ Ecco, appunto, parla per te.
STEFANO ~ Sto parlando anche per me. Dovremmo uscire un po’, siamo sempre chiusi dentro, e forse la soluzione di Tinder non è proprio quella giusta, dai, è da sfigati… Ti ricordi di quella volta in pizzeria, con quella lì che ti guardava?
ACHILLE ~ (timido) Non mi guardava, dai…
STEFANO ~ No, no, ti guardava, ti ha guardato per tutto il tempo, e poi all’uscita cosa le hai detto? Ti ricordi? Cosa le hai detto?
ACHILLE ~ Non gli ho detto nien…
STEFANO ~ Appunto!!!! Non “le” hai detto niente di niente!!! Ma che cazzo di vita vuoi fare qui dentro, la stessa dell’orfanotrofio?
ACHILLE ~ Io mi sono fatto solo un anno in orfanotrofio. Sei tu forse quello coi problemi piuttosto, che ci hai passato una vita lì dentro! Ti sei dimenticato che abbiamo fatto una rapina, una rapina del cazzo ma pur sempre una rapina, nemmeno quattro ore fa? Cosa facciamo, usciamo tranquilli con 1500 franchi, cosa facciamo, andiamo a troie…
STEFANO ~ Chi vuoi che ci venga a cercare per 1500 franchi, dai… (Elaborando nel frattempo qualcosa) E comunque li investiamo.
ACHILLE ~ Eh?
STEFANO ~ Investiamo 1500 franchi in logistica. Dobbiamo fare un colpo eclatante. La tua idea dei soldi dal Duomo non era male.
ACHILLE ~ Non era mia l’idea.
STEFANO ~ Non era male, ma era una cazzata. E poi, metti che non filmava nessuno, o che ci beccavano tra i turisti… era una cazzata.
ACHILLE ~ Io, lo dicevo, che era una cazzata!
STEFANO ~ Dobbiamo fare qualcosa di più grande, che faccia parlare di noi.
ACHILLE ~ Di noi?
STEFANO ~ Della nostra causa. Che faccia parlare della nostra causa per tanto tempo, qualcosa di simbolico. Qualcosa di… italiano!
ACHILLE ~ Una rapina.
STEFANO ~ È quello il punto! Noi siamo grandi, abbiamo inventato tutto! Eppure passiamo sempre per i delinquenti.
ACHILLE ~ Be’, un po’ lo siamo.
STEFANO ~ No, ci arrangiamo! Noi abbiamo il 90 per cento del patrimonio culturale mondiale.
ACHILLE ~ Guarda come lo trattiamo…
STEFANO ~ Lascia perdere come lo trattiamo, in questo Stivale c’è tutto! E noi vogliamo che questo Stivale dia finalmente un calcio nel culo al resto del mondo. Qualcosa di ironico, come le teste di Modigliani.
ACHILLE ~ …
STEFANO ~ Lascia perdere. Certo che se anche leggessi un libro ogni tanto… Dobbiamo fare qualcosa di simbolico… Qualcosa di più popolare, tipo rubare la Gioconda…
ACHILLE ~ Tipo… rubare la Gioconda!
STEFANO ~ Tipo… rapire… la Gioconda…

Prima si accende una musica e poi il televisore che alterna alcune interviste, dai toni conflittuali, a ticinesi e frontalieri.

ACHILLE ~ Allora, sono rimasti in lizza per il rapimento… rullo di tamburi… Sergio Marchionne, morto, qualcuno della famiglia Zenga…
STEFANO ~ “Zegna”! Fanno robe di moda, va be’, troppo chic, poi?
ACHILLE ~ Interessante: Lapo Elkann.
STEFANO ~ Lapo Elkann vive in Svizzera?
ACHILLE ~ La mamma di Lapo Elkann vive in Svizzera.
STEFANO ~ Perché sarebbe interessante Lapo Elkann?
ACHILLE ~ Be’, è conosciuto.
STEFANO ~ A noi serve il simbolo dell’intelligenza italiana in Svizzera, Lapo Elkann non è intelligente, non parla italiano e non vive in Svizzera.
ACHILLE ~ E poi penserebbero tutti che si è rapito da solo.
STEFANO ~ Ecco, appunto. Chi c’è ancora?
ACHILLE ~ Jarno Trulli, Rita Pavone, Vincenzo Nibali, Paolo Meneguzzi, Simone Tomassini, Fabio Capello…
STEFANO ~ «Ehi! abbiamo rapito il simbolo dell’Italia nel mondo: Fabio Capello! Se non fate quello che vi diciamo potrebbe accadergli qualcosa di male! Fabio Capello!»… Poi chi c’è?
ACHILLE ~ A parte quelli morti, Mazzini, Manzoni, Totò…
STEFANO ~ Salta i morti! Chi manca?
ACHILLE ~ Nessuno.
STEFANO ~ Basta? Non c’è più nessun personaggio italiano in Svizzera, nessun artista? Noi cerchiamo la Gioconda, un simbolo di perfezione! Mica possiamo rapire Fabio Capello! O la salma di Mazzini.

Achille ridacchia.

Che c’è da ridere?
ACHILLE ~ No, dico, Mazzini. È il cognome di Mina. Ci sarebbe Mina, ma abbiamo detto…
STEFANO ~ No! Mina, no!
ACHILLE ~ Appunto! Cos’ho detto io? Se c’è una cosa su cui siamo d’accordo è Mina.
STEFANO ~ Non potrei mai fare del male a Mina: Mina è un po’ come…
ACHILLE ~ Eh, Mina…
STEFANO ~ Un po’ come la mamma.
ACHILLE ~ Meglio della mamma, almeno per me. Mina era sempre di buonumore.
STEFANO ~ Sì, quando le suore erano incazzate io ascoltavo Mina. Mio padre si sentiva in colpa e mi aveva regalato uno dei primi walkman… me lo invidiavano tutti, cazzo. C’erano due suore, minchia, che scleravano di brutto, ogni giorno. Io facevo come Sophie Marceau nel Tempo delle mele, mi infilavo le cuffie… (le mima con le mani al levarsi della canzone Il palloncino, cantata da Mina, mentre dimenandosi dà all’altro un po’ dei franchi rubati)
ACHILLE ~ (preso un palloncino che stava in casa, lancia in aria i soldi ricevuti) Io Mina la ascoltavo con lo stereo, a volume bassissimo. Sapevo che era Mina ma non riconoscevamo la canzone. Era divertente ascoltare la musica di nascosto, la mamma mi diceva che ero un agente segreto, un agente segreto in prigione. (Pausa) La Gioconda.

Si guardano.

Mina, no.
STEFANO ~ Dove hai preso quel palloncino?
ACHILLE ~ McDonald’s.

Pausa.

STEFANO ~ Mina, no.

 

 

Mazzini in via Garibaldi

 

Musica incalzante. Sono le otto. Stefano avanza in proscenio e, indossato un cappotto, dà conto del seguente raid.

Ok, sono a Lugano. Città di merda. La sensazione è quella di una stanza d’albergo appena pulita, che in realtà ha ospitato puttane e gente che caga sul materasso. La Svizzera: dove non esiste il reato di associazione mafiosa, patria dei tombini a livello e del riciclaggio di capitali. Italiani, ecco Lugano. La prima mezz’ora di parcheggio è gratis, devo metterci meno di mezz’ora, così non pago. Mina Mazzini, stiamo venendo a prenderti.

Preparano un sacco, un letto e una videocamera.

Ok, Mina Mazzini, il nome sul citofono non è quello, è un altro… Eccoci, via Garibaldi 9. Curioso: Mazzini in via Garibaldi, a Lugano. Non hanno nemmeno un loro eroe. Citofono. (Pausa) Citofono ancora.
«Chi è?».
Abbiamo preparato tutto.
«Buongiorno, cercavo la signora Mina Mazzini, per un regalo della Società Italiana Autori ed Editori.» (Pausa)
«La signora non è in casa.»
Sta facendo un accento svedese. Non ci posso credere, la voce è quella di prima… Non riesco a capire se è la voce di Mina oppure no, ma adesso sta facendo l’accento svedese. Vuole farmi credere che si tratta della governante svedese. Una governante svedese?
«Quando torna? Arrivo da Roma e devo consegnarlo personalmente.»
«È via per le vacanze, è a Nizza, torna tra un mese.»
Fiuto l’inganno da lontano un miglio. Mina non è a Nizza, Mina è a cinquanta metri da me in linea d’aria. Mina è quasi nel sacco.
«Posso salire a consegnarlo a lei?»
«Non sono autorizzata ad aprire.»
Porca puttana, Mina di merda, come cazzo si apre ’sto portone…
«Arrivederci.»
Io ti spacco il culo, altro che arrivederci, Mina non mi scappi, non sono venuto per niente, bastarda.

 

 

A casa

 

ACHILLE ~ È ovvio che non ti ha aperto, la SIAE è una merda.
STEFANO ~ Cosa c’entra la SIAE? Ho scelto un’istituzione come un’altra… era credibile.
ACHILLE ~ Infatti non ti ha aperto.
STEFANO ~ Ma che cazzo c’entra?
ACHILLE ~ La SIAE! Vuoi capirlo? Non è affidabile, avrà pensato a un tranello per farle pagare qualcosa.
STEFANO ~ Va bene, basta, abbiamo fallito anche questa.
ACHILLE ~ Non possiamo riprovarci con un’altra associazione? Che ne so, il Comune di Lugano…
STEFANO ~ No, impossibile. Ti ricordo che abbiamo 1500 franchi sul tavolo, e le nostre facce ormai girano in tutti gli uffici di polizia.
ACHILLE ~ Ma se hai detto che nessuno ci avrebbe cercato per 1500 fran…
STEFANO ~ E invece sì! Anzi, là fuori non siamo al sicuro. Per un po’ conviene…
ACHILLE ~ Conviene cosa?
STEFANO ~ Dobbiamo sparire, dobbiamo chiuderci qui, non farci notare.
ACHILLE ~ No, no, non ce la faccio.
STEFANO ~ E invece dobbiamo per un po’ di tempo non dare nell’occhio.
ACHILLE ~ Sono quarant’anni che non devo dare nell’occhio, non ce la faccio più! Cazzo fai, chiudi?
STEFANO ~ Una porta! Achille, sto chiudendo una porta! Paranoico.
ACHILLE ~ (inizia a stare male) Non riesco più a stare qui dentro con quella porta chiusa.
STEFANO ~ No, no, no, non farlo succedere adesso, controllati.
ACHILLE ~ Adesso mi passa, lasciami stare, ma apri quella cazzo di porta!
STEFANO ~ Va bene, va bene, tranquillo, tra qualche giorno usciamo.
ACHILLE ~ Io devo uscire adesso, hai capito? Mi manca l’aria!
STEFANO ~ Calmati.
ACHILLE ~ Tu non sai nemmeno cosa vuol dire.
STEFANO ~ Tranquillizzati adesso.
ACHILLE ~ Lasciami stare, mi manca l’aria!!
STEFANO ~ Senti, facciamo che…
ACHILLE ~ Mollami!
STEFANO ~ Ho detto solo di non dare nell’occhio.
ACHILLE ~ Non dare nell’occhio, non giocare, non piangere quando hai mal di pancia, non farti notare, non ridere quando sei felice. Se non fai silenzio e non stai buono, la polizia ti viene a prendere e ti caccia via e il tuo papà perde il lavoro.
STEFANO ~ Achille, calmati!!
ACHILLE ~ Io devo uscire.
STEFANO ~ Dobbiamo aspettare qualche settimana!
ACHILLE ~ Qualche settimana?! Tu non sai cosa vuol dire stare chiuso in casa per anni perché non puoi esistere, perché se ti beccano perdi tutto!
STEFANO ~ Tu sai cosa vuol dire stare in orfanotrofio anche se i genitori li hai? Ognuno ha le sue sfighe qui dentro. Cazzo, sono passati degli anni, vuoi fare la vittima proprio adesso?
ACHILLE ~ Sì, adesso. Lo sai che mia madre mi portava ai giardini solo di notte, perché non poteva vederci nessuno, perché altrimenti ci avrebbero denunciato? Sai cosa vuol dire giocare sotto la pioggia con la mamma depressa di fianco che non ha voglia di spingere l’altalena?
STEFANO ~ Va bene, fai la vittima, d’accordo. Sei un reietto della società, facci piangere, avanti!
ACHILLE ~ Io mi sono rotto i coglioni di non esistere, mi sono rotto i coglioni di non fare niente.
STEFANO ~ Guarda che adesso sei cittadino svizzero, se non fai niente nella vita non puoi dare la colpa alla mamma che non ti spingeva in altalena.
ACHILLE ~ Hai ragione, e allora faccio qualcosa. Vado a prenderla.
STEFANO ~ Aspetta! Non è così facile come pensavamo, dobbiamo trovare una strategia diversa. Non puoi stare mezz’ora con l’asma sotto al portone di Mina. Se ti beccano…
ACHILLE ~ Se mi beccano mi sparo prima, non mi faccio rinchiudere. (Esce)
STEFANO ~ (accende la videocamera e vi si mette seduto di fronte) Buongiorno, sono Stefano Ciumarra, sono uno dei rapitori di Mina, forse. Se riusciamo a rapirla.
Ok. Rifacciamo.
Buongiorno, sono Stefano Ciumarra, uno dei rapitori di Mina. È qui con noi e forse volete sapere perché è stata rapita, e come fare per riaverla.
Noi esigiamo delle scuse. Delle scuse dalla Svizzera.
In primo luogo, per il vostro aiuto a Hitler durante la guerra mondiale, poi per l’oro degli ebrei, che ancora arricchisce le vostre banche. Ci dovete delle scuse: vogliamo le scuse per le multe che non pagate quando venite a correre sulle nostre autostrade. Per il vostro essere così… altezzosi: gli italiani sono dei delinquenti, dei poveracci, vengono qui a rubare, a prenderci il lavoro guadagnando meno. Vi viene meglio tutto, bravi! Andate anche ai mondiali al posto nostro! Cercate di vincere con onore, almeno, e almeno evitate di trattarci come dei ratti, come dei parassiti della vostra società. (Mostra un foglio) Questa è la pubblicità che avete fatto per il referendum di poco tempo fa contro i lavoratori italiani: siamo dei ratti azzurri che rubano il formaggio elvetico. Lo sapete chi ha inventato le banche in Svizzera? Guarda un po’, gli italiani, nel Medioevo.

Si ode, sullo sfondo, la canzone patriottica Tschau, Tschau Svizzera.

Io, Stefano Ciumarra, e Achille Rabito siamo nati in Italia, trasferiti in Svizzera da bambini, ma mai esistiti fino all’età di sedici anni io e quindici Achille. Non era consentito il ricongiungimento familiare ai nostri genitori che lavoravano come stagionali in Ticino. Non ci volevate. Nemmeno da bambini.
Achille ha vissuto in un appartamento di trenta metri quadri per anni, senza vedere mai un altro bambino, con la paura di essere denunciato dai vicini. Lo sapete, cari svizzeri, che ancora adesso non riesce a dormire con le tapparelle chiuse? Io ho chiamato “papà” mio zio per anni, prima di andare in orfanotrofio a Domodossola, per stare più vicino a quello che riuscivo a chiamare in tutti i modi, ma non papà, che mi veniva a trovare un quarto d’ora ogni due settimane, e mi portava il cioccolato. Da grande ho fatto la scuola per deficienti, perché era lì che ci mandavano. A dodici anni mi hanno messo con quelli di nove.
Come noi, altri trentamila bambini hanno vissuto così, non lo sapevate? No che non lo sapevate.
Adesso chiedeteci scusa, immediatamente, lasciateci liberare Mina, italiana, non svizzera. Lasciatecela riportare in Italia, e tenetevi il vostro cioccolato, tenetevi il vostro formaggio del cazzo!

La canzone va in dissolvenza.

 

 

Mina rapita

 

Achille entra con un sacco molto pesante in cui sembra porti una persona. Lo trascina nella stanza, poi lo posiziona e inizia a fissarlo.

STEFANO ~ Ce l’hai fatta! Come hai fatto? Cosa gli hai detto?
ACHILLE ~ Comune di Lugano.

Stefano guarda il sacco e tocca il corpo, che non si muove.

È sedata.
STEFANO ~ Sedata.
ACHILLE ~ Sì.
STEFANO ~ E quando si sveglia?

Achille non risponde.

Quando si sveglia?
ACHILLE ~ Non lo so, da un momento all’altro.
STEFANO ~ E come l’hai sedata?

Achille imita il gesto di una botta in testa.

Allora è morta. Hai controllato se respira? Controlla se respira!!

Achille si avvicina a controllare. Si sente appoggiare una mano sulla spalla da parte dell’altro: e così, preso dal panico, tira un’altra martellata alla rapita.

L’hai ammazzata!!! L’hai ammazzata davvero!!!
ACHILLE ~ Ma, cretino, cosa ti viene in mente di farmi spaventare così?
STEFANO ~ Tu l’hai ammazzata, porca puttana! L’hai ammazzata. Come cazzo facciamo adesso? Hai ammazzato Mina, porca troia!
ACHILLE ~ No, no, no.
STEFANO ~ E invece sì, le hai spaccato la testa, non respira più, demente!
ACHILLE ~ No, non è lei.
STEFANO ~ Come cazzo facciamo adesso? Come facciamo? Dove la mettiamo, cosa diciamo a…
ACHILLE ~ Non è lei, ti sto dicendo che non è lei.
STEFANO ~ Come, cosa?
ACHILLE ~ Non è Mina, non ho ammazzato Mina, qui dentro non c’è Mina.
STEFANO ~ Cosa cazzo…?
ACHILLE ~ Praticamente, è una storia strana. Io non pensavo… non pensavo che qualcuno andava a trovare Mina, che vedesse delle persone.
STEFANO ~ E quindi?
ACHILLE ~ Quindi quando sono entrato in casa pensavo fosse da sola, e invece mi è sbucata questa da dietro le spalle, e non ci ho capito più niente, le ho… le ho tirato un pugno, ed è finita a terra, e poi non sapevo dove metterla, e alla fine avevo portato due sacchi, e mi sono portato pure lei.
STEFANO ~ Oh, cazzo… Mina dove sta?
ACHILLE ~ Di là, non l’ho ancora portata dentro.
STEFANO ~ E adesso di questa cosa ne facciamo? Era la governante svedese?
ACHILLE ~ No, era una sua amica.
STEFANO ~ Come fai a sapere chi è, se appena l’hai vista l’hai stesa? Te lo ha detto lei?
ACHILLE ~ No, non hanno fatto in tempo a parlare, ma di sicuro non è la governante.
STEFANO ~ E come cazzo fai a saperlo? Come cazzo fai a saperlo, mi chiedo.
ACHILLE ~ Perché la conosco, l’ho riconosciuta.
STEFANO ~ La conosci? E come fai a riconoscere un’amica di Mina?!
ACHILLE ~ Perché è famosa.
STEFANO ~ Oddio.

Silenzio.

ACHILLE ~ È un personaggio famoso.

Silenzio.

STEFANO ~ (dopo un po’ apre piano il sacco, caccia dentro la testa e subito la ritrae, provando schifo e spavento) Oddio.

Silenzio.

Hai ammazzato Rita Pavone!!!!!!!!!

Parte l’inno calcistico Hopp Schwiiz (Forza Svizzera) che accompagna i due mentre, in controluce, spostano il sacco con Rita Pavone sul tavolo e la tagliano a pezzi.
Nel frattempo, appare una figura legata e di spalle. È Mina.

È viva?
ACHILLE ~ (dopo aver controllato) Sì, lei sì.
STEFANO ~ Quando si sveglia glielo spieghi tu.
ACHILLE ~ Io?
STEFANO ~ Guarda come sono conciato… Tu ti lavi la faccia, metti una maglietta e sei nuovo.
ACHILLE ~ Cosa le dico?
STEFANO ~ Le chiedi l’autografo, un selfie.
ACHILLE ~ Un selfie? Davvero?
STEFANO ~ No! Che cazzo vuoi dirle? Le spieghi la situazione, che non le facciamo niente di male, non le dici niente della Pavone, la tranquillizzi insomma.
ACHILLE ~ Ok, non le facciamo niente di male?
STEFANO ~ Non credo, no. Non slegarla però!

 

 

Parla con lei

 

STEFANO ~ Si è svegliata.
ACHILLE ~ Ok. Salve, signora Mazzini, non le faccio niente di male, è un onore per me averla qui, grazie di essere venuta.
STEFANO ~ (in disparte) L’abbiamo rapita!
ACHILLE ~ Sì, scusi. Scusi, volevamo chiederle scusa per averla rapita ma abbiamo dei motivi molto validi, tra pochissimo la liberiamo, non la uccideremo come…
STEFANO ~ (si è fatto intanto più appartato ed è visibilmente in disaccordo con la gentilezza del compare) Senta, signora Mazzini, noi non la uccidiamo se non fa casino e segue le nostre istruzioni. Abbiamo diramato un comunicato.
ACHILLE ~ Non l’abbiamo ancora diramato.
STEFANO ~ Sì certo, adesso lo diramiamo. (Prendendolo in disparte) Hai finito di farmi fare la figura del coglione? «Scusi, scusi…» hai mai visto un rapitore che chiede scusa? Hai la sindrome di Stoccolma al contrario?
ACHILLE ~ Scusa se non ho mai fatto il rapitore nella mia vita. Non voglio che sta male.
STEFANO ~ Senta, signora Mazzini, adesso le togliamo la benda se promette di non urlare.

Le tolgono la benda e lei inizia a esprimersi attraverso delle parti di sue canzoni che, ironicamente, calzano con il sequestro di cui è vittima. Tra queste c’è anche il brano Amorevole

«Amorevole
Sei vicino a me
Adorabilmente così
Tu sei qui
Mi sfiori le mani
E mi accarezzi il viso
Mi baci dolcemente
Sempre più, sempre più.
Amorevole
Resta qui con me
Adorabilmente così
Voglio te.
Non c’è più azzurro in cielo
Non ha più luce il sole
Non c'è più niente al mondo
Senza te.
Amorevole
Abbandonati
Resta ancora vicino a me
Così.»

Le rimettono la benda.

STEFANO ~ Non è questo l’accordo, lei è un ostaggio, e adesso sta zitta! (Chiama ancora Achille in disparte e accende la tv) Senti, io l’ho detto che era una cazzata, io volevo lanciare soldi dal Duomo.
ACHILLE ~ Tu non volevi lanciare i soldi, tu volevi rapire Mina! Senti, dobbiamo dirgli qualcosa.
STEFANO ~ DirLE, cazzo dirLE!!!!

Intanto, al telegiornale: «Ultime notizie sul rapimento di Mina. Sembra siano già stati individuati i due rapitori. Le autorità hanno escluso la pista terroristica. Si tratta di Achille Rabito, di trentanove anni, e Stefano Ciumarra, quarantatré anni, entrambi nati in Italia ma naturalizzati svizzeri. La polizia ha già circondato l’edificio, un’officina nei pressi di Chiasso dove i due malviventi…».

ACHILLE ~ (in preda al panico) Ci hanno beccato, ci hanno beccato, cazzo, ci hanno beccato, ci hanno beccato, ci hanno beccato, ci hanno beccato ci hanno, ci hanno beccato…
STEFANO ~ Achille, stai calmo, vado a vedere com’è la situazione, stai qua e non fare cazzate. (Esce)
ACHILLE ~ Stefano, dove vai?! Stefano, ci hanno preso, cosa cazzo diciamo adesso? Dobbiamo liberarla, la liberiamo. (Si rivolge a Mina) Adesso lei esce e dice che era venuta a trovarci, ok? Che non ti abbiamo fatto nien…
STEFANO ~ (rientra e lo interrompe) No, no, no, Mina: non ti liberiamo! perché da qua usciamo tutti e tre assieme. Tu sei la nostra chiave di uscita.
ACHILLE ~ Dobbiamo liberarla.
STEFANO ~ (con tono sempre più violento) Achille, smettila di cagarti addosso, cazzo! Smettila! Sai perché la polizia è lì fuori? Per il tuo Tinder da sfigato! Vuoi smetterla per una volta di essere egoista? Questa è la causa di milioni di persone come noi! È la nostra guerra!
ACHILLE ~ Quale guerra, Stefano, quale guerra?!
STEFANO ~ Stiamo combattendo per il nostro popolo! (A lei) Ti liberiamo, Mina, ma in Italia, perché tu sei italiana!
ACHILLE ~ Io non ce la faccio, non ce la faccio…
STEFANO ~ Sei sempre stato una zavorra, tu sei uno sfigato.

Al telegionale: «Prima di salutarvi, abbiamo un ultimo aggiornamento sul rapimento di Mina. Ancora sono ignote le cause del rapimento e le eventuali richieste di riscatto, ma abbiamo qualche informazione sui due presunti rapitori: avrebbero già mostrato problemi di natura psicologica e comportamentale, e alcuni precedenti per furto e rapina.
Siamo anche riusciti a reperire le foto dei due uomini: sono immagini prese da Tinder, un’applicazione di incontri lanciata nel 2012 a cui entrambi risultavano iscritti. Le condizioni di salute di Mina al momento sono ignote, ma siamo in contatto con la polizia per eventuali aggiornamenti».

Silenzio.

ACHILLE ~ Tinder…
STEFANO ~ ’Sti giornalisti… (Silenzio) Lo facevo per te, per farti avere una possibilità.
ACHILLE ~ Sei uno sfigato anche tu, anzi tu sei peggio di uno sfigato. Nemmeno lo ammetti. Quante volte ti è suonato Tinder, a me una, a te quante?
STEFANO ~ C’è la vibrazione.
ACHILLE ~ Non hai mai la vibrazione. Quante volte?

Stefano non risponde.

Sfigato… Ecco perché siamo qui, ammettilo! A te di Hitler non te ne frega un cazzo, del controllo del clima. Sei uno sfigato come tutti gli sfigati, che farebbe qualsiasi cosa per avere un briciolo di attenzione, vero?
STEFANO ~ Ma che cazzo…
ACHILLE ~ Ma levati, sfigato. Levati. Sai cosa? Ti licenzio.
STEFANO ~ Ah, mi licenzi? Bravo, e dove vado? Apro la porta, esco? Con l’esercito qui fuori? Eh? Coglione. Pensiamo a come salvarci il culo, piuttosto. Non ti allontanare da lei. Guai a te se la liberi. (Esce)
ACHILLE ~ Mi dispiace, Mina. È il rapimento più stupido della storia. Sei qui da un quarto d’ora, cazzo… Noi non siamo due rapitori, mi sembra chiaro, siamo due, siamo due… non so manco cosa siamo. Non siamo un cazzo di niente. Ma cosa ne sai, Mina? Cosa ne sai di cosa vuole dire cercare di combinare qualcosa? Che a diciotto anni già stavi in tournée in Turchia, che ti hanno vista per caso, e va bene, per caso, ma non a tutti capita di essere visti, di essere il colpo di fulmine di qualcuno, semplicemente per il fatto che non tutti sono bravissimi. Che ne sai? Gli altri si devono sbattere, sbattere per tutta la vita, per avere una volta, una, un posto davanti! Io a diciotto anni cercavo di finire la terza superiore, altro che Turchia. Tu non hai idea di quanto ci piacerebbe, per un istante solo, essere te, essere Mina. E sai cosa mi fa ridere? Che tu hai voluto sparire… noi vogliamo esistere, Mina, è così difficile da capire?

Lei risponde con i versi della canzone La seconda da sinistra.

«Per evitare qualche fischio
È ben più saggio rimanere nell’orchestra
Assaporare il gusto lieve di esistenze
Non esposte alla bufera
Recuperare una distanza tra l’ipotesi
E l’esperienza vera.»

ACHILLE ~ Noi non sappiano nemmeno che cos’è l’esperienza vera. Solo l’ipotesi conosciamo, solo l’ipotesi che qualcuno ci ami, qua, nel telefono, su Tinder: (e ripetendo le parole del canto di Mina che prosegue)

«Nella speranza un giorno di essere smentiti
dall’esplodere di un bacio
dalla paura di non essere capiti
per un gesto esagerato».

 

 

Dobbiamo farla fuori

 

STEFANO ~ Ho chiesto il riscatto. (Prende Achille da parte) Dobbiamo farla fuori.
ACHILLE ~ Chi? Mina? Ma che cazzo dici?
STEFANO ~ Non vuoi capirlo, eh? Sono qui fuori. E chi cercano? Mina. Noi non esistiamo!
ACHILLE ~ Noi siamo i rapitori di Mina, Stefano.
STEFANO ~ Ma se Mina scompare non esistiamo più nemmeno noi, non avrebbero prove, possiamo dire che Mina non c’è mai stata, non è mai passata da qui. La facciamo a pezzi, come la Pavo…
ACHILLE ~ Ssshhhh!!!
STEFANO ~ Senza il corpo, nessuna prova.
ACHILLE ~ Ma tu pensi davvero che ci crederebbero? Davvero lo pensi? Probabilmente ci staranno spiando in qualche modo. Stefano, è finita.
STEFANO ~ No. Eri tu quello che diceva che piuttosto che andare in prigione avrebbe sparato, sarebbe morto. Dobbiamo combattere, Achille!
ACHILLE ~ Non ce la faccio, Stefano, io sono stanco. Qui è difficile per tutti, è difficile anche per lei, per Mina, me lo ha detto lei! È tutto difficile anche per lei che ha avuto un culo pazzesco per tutta la vita, figurati per noi. Avevamo le carte sbagliate fin dall’inizio, Stefano, e le abbiamo pure giocate male. Stefano, ti voglio bene, è finita.
STEFANO ~ Madonna, che scemo che sei, proviamoci almeno, cazzo!! Siamo una famiglia, anche io ti voglio bene. Combattiamo per la nostra famiglia, possiamo farc…

Si sente la suoneria di Tinder. I due si fermano di colpo, corrono ai loro cellulari, stanno fermi per un istante.

(Depresso) Come si chiama?
ACHILLE ~ Deborah.
STEFANO ~ Con l’acca?
ACHILLE ~ Sì.
STEFANO ~ Cazzo, è pure svizzera. Carina?
ACHILLE ~ Sì. (Pausa) Mi dice che mi ha visto al tg, che sono pazzo.

Stefano fa un gesto di stizza e se ne va.

Chissà a cosa stai pensando adesso, Mina. Non pensi a niente? Pensi che siamo pazzi davvero? Carina Deborah, no? Te la faccio vedere. Pensa che mi ha chiesto… che scema… mi ha chiesto una foto con te. (Guarda Mina, imbarazzato, per avere un segno di approvazione) Magari quando esco di prigione la vado a trovare. (Si fa un selfie con lei, della quale risuona il canto del pezzo intitolato Il corvo, e su cui si traveste come la stessa cantante: usando della farina, un foulard nero e degli occhiali)

Stefano rientra. Non fanno in tempo a parlarsi che viene colpito dallo sparo di un cecchino.
Achille travestito da Mina si alza. Viene colpito anche lui.

Nel buio si accendono solo i cellulari sul tavolo, con la notifica di Tinder che si attiva in continuazione.

Qualcuno li vuole, finalmente.
 

Buio.