CRESO

dalle Storie di Erodoto Tragedia di

Giuliano Angeletti


Personaggi:

CRESO ( Re di Sardi)
TIMONIDE (sposa di Creso)
ATI ( figlio di Creso )
ILLA (sposa di Ati )
ALIATTE (figlio di Creso)
SENOFANE (dignitario di corte)
ZEUS (Re degli dei )
SOLONE d’Atene (saggio ateniese )
ADRASTO (giovane purificato da Creso)
STESICORO (Nobile guerriero)
MELISSO (marinaio)
CHIONE (ancella)
TISBE (ancella)
TICHE (ancella)
ASSIDORO (oplita)
EGEO (oplita)

 

(Voce fuori campo)

Col passere del tempo Creso assoggettò quasi tutti i popoli abitanti al di la del fiume Helys. Infatti tranne i Cilici ed i Lici, aveva soggiogato e dominava tutti gli altri cioè: i Lidi, i Frigi, i Misi , i Mariandini, , i Calibi, i Paflagoni, i Traci Tini e i Traci Bitini, i Carii, gli Ioni, i Dori, gli Eoli, ed i Panfili.

E dopo che ebbe raggiunto fama, potere e ricchezza Creso pensò di essere l’uomo più felice della terra.

Anche Solone ad Atene il quale dopo aver dettato con gli altri saggi le leggi per gli ateniesi con il pretesto di viaggiare e conoscere il mondo e per non subire intimidazioni di sorta da alcuno per poter abrogare alcune leggi decise di partire e conoscere l’Attica.

Partito più che altro per curiosità Solone andò in Egitto e soggiornò presso il faraone Amasi e poi giunse a Sardi presso Creso che lo ospitò nella sua reggia.

Al terzo giorno il tiranno di Sardi diede l’ordine ai suoi fidi di mostrare a Solone tutti i suoi averi e tutti i suoi tesori


La scena si svolge nella reggia di Creso a Sardi.


ATTO 1

SOLONE


SCENA 1
(ASSIDORO - EGEO)

Entrano velocemente degli opliti , girano per il palco.
( tutti ad alta voce)

ASSIDORO:
Creso è il re dei re

EGEO:
Creso è il principe delle arti

ASSIDORO:
Creso è il re della guerra

EGEO:
Creso è il principe della giustizia

ASSIDORO:
Creso è temuto sia in terra che in mare

EGEO:
Creso si circonda di poeti e di artisti

ASSIDORO:
Creso è simile a dio

EGEO:
Creso è un dio

ATTO1
SCENA 2
( SENOFANE - SOLONE )

Escono di scena entrano in scena Senofane e Solone passeggiano per il palco

SENOFANE:

( ossequioso )

Saggio Solone gli dei ti siano propizi, il mio Principe il nobile Creso ti porge il suo benvenuto e si inchina alla tua saggezza, questo luogo baciato da Era e da Afrodite, terra dove regna la felicità si inchina alla tua fama… il mio duce mi ha ordinato di accompagnarti per visitare e godere delle bellezze di Sardi

SOLONE:

( pacato ma con voce ferma)

Che gli dei accompagnano i tuoi passi, Senofane di Olpi, io sarò ben lieto di accettare il tuo invito, e quello del tuo duce, non solo per la fame di conoscenza che mi spinge verso altra gente, ma finalmente per vivere le bellezze di Sardi, la sua forza e la dignità del suo popolo.

(Escono di scena Senofane e Solone)

ATTO 1
SCENA 3
(CRESO - SENOFANE)

Entra in scena Creso, si siede sul trono( sottofondo di flauto,, lira e tamburo)

CRESO:
( testa alta, sguardo fiero, voce autoritaria )

Sono il tiranno più felice della terra, sono il più temuto dell’Attica, tutti i popoli anche i più fieri hanno piegato il capo alla forza e all’ambizione di Creso … ho fatto di Sardi una grande e fiorente terra e il saggio Solone ne darà conferma. Sono convinto che il fido Senofane ha già fatto vedere all’illustre ospite la prosperità delle mie terre: ben presto il saggio si mostrerà grato della mia ospitalità … voglio sapere le ultime da Senofane …

(grida)

Senofane … Senofane …

SENOFANE:
entra Senofane e si inginocchia davanti al re

( voce tenue, servizievole)

Si mio re …io sono al tuo servizio … ogni tuo desiderio è per me un ordine, ordine che io eseguirò a costo della vita …

CRESO:
( con un cenno fa segno di alzarsi)

Sai cosa ti ho comandato …

SENOFANE:
( voce tenue, servizievole)

Ogni tuo desiderio sarà esaudito mio duce

CRESO:
( voce autoritaria )

Hai mostrato al saggio tutte le bellezze di Sardi ?…è rimasto meravigliato l’ateniese dalla prosperità e dalla gaiezza dei suoi abitanti ?… io governo questo popolo, il popolo di Lidia, io Creso più felice di un Dio … io simile a Dio.

SENOFANE:
( voce tenue, servizievole)

Mio nobile re, conquistatore di terre e dominatore di uomini … ti prego non prenderti gioco degli Dei che dall’Olimpo vegliano e conducono gli umani secondo il loro piacimento e sono arbitri di prosperità e sventure…

CRESO:
( voce forte ed autorevole )

Io sono superiore ad un Dio … con pochi opliti ho assoggettato popoli che sembravano invincibili … io godo la fortuna degli audaci.

SENOFANE:
( voce tenue, servizievole)

Loro dall’alto giudicano … proteggono .... ma sono mutevoli come l’animo umano … a loro basta un cenno e la benevolenza si può mutare in sventura …

CRESO:
( voce autoritaria, ma nello stesso tempo beffarda )

Gli dei non mutano nulla e né soverchiano gli eventi … gli dei siamo noi … siamo noi che lottiamo e vinciamo…. O moriamo…siamo noi che gettiamo le messi sulla terra solcata dal vomere, siamo noi che lavoriamo il grano trasformandolo in farina .... non gli dei …

SENOFANE:
( servizievole ma quasi alterato, la voce aumenta leggermente di intensità)

Non essere blasfemo mio condottiero …
non bestemmiare e prostrati e speriamo che i signori dell’Olimpo siano clementi … non è l’uomo ma sono le vecchie Atropo Cloto, e Lachesi che dall’alto dell’olimpo decidono chi di noi deve vivere o morire …

CRESO:
(beffardo, mostra una spada a Senofane)

Vedi quest’arma, basta un colpo e la tua testa può rotolare… non sono le Moire, figlie di Zeus e di Temi che guidano la mia mano ma Creso che ha il potere di vita e di morte su tutti i gli uomini … Io ad un mio cenno posso far radere al suolo tutta la Cilicia e condannare a morte chiunque voglia … il mio esercito è potente , la mia flotta è invincibile tanto che anche Ares ne proverebbe invidia … io sono come un Dio …

SENOFANE:
( alterato, la voce aumenta di tono)

Non sono d’accordo mio duce …

CRESO:
(beffardo)

Gli dei servono per imbrogliare gli uomini ... e ... siccome gli uomini sono ingenui e pusillanimi, fanno sacrifici e più sacrifici fanno e più sono convinti di compiacersi gli eventi . Anche i frigi avevano sacrificato a Zeus i loro migliori vitelli convinti di poter fermare e sconfiggere Creso, ma Creso era più potente del loro dio

( autoritario)

Dimmi il popolo è felice?

SENOFANE:
(timoroso)

Il popolo non è contento, ma una parte della nobiltà medita la rivolta.

CRESO:
(autorevole e manifestando un senso di disprezzo)

Il popolo non sarà mai contento ... ma è …. invece … il trono lo scopo di quei nobili capeggiati da Callisto che dovevo condannare all’ostracismo tempo fa … ma anni fa ... i suoi parenti si sono mostrati generosi … ed io troppo magnanimo .. ed ora... quel giovane infame ascoltando la voce di Phothonos … medita di sedersi qui al mio posto … in questo trono …devo trovare un rimedio.

SENOFANE:
(prende sicurezza,la voce non è più timorosa)

Non è il momento neppure per assoldare un fidato sicario.

CRESO:
(autoritario)

No un sicario no … almeno finché Solone sarà nelle mie terre … cosa consigli.

SENOFANE:
(la voce non è più timorosa)

Io proporrei

CRESO:
(curioso)

Dimmi

SENOFANE:

(si tocca la barba e poi con sicurezza)

Senza un condottiero anche l’esercito più potente è imbelle.

CRESO:
(interessato)

Interessante …. Ho capito cosa e dove vuoi arrivare …

SENOFANE:
(si avvicina a Creso, il re scende dal trono, i due passeggiano sul palcoscenico)

Prepara una pentecoste ... e ... manda il nemico con una ambascia che decreta la sua morte ... nel porto di un re amico … io consiglierei il porto di Samo, Policrate ti deve dei favori.

CRESO :
(quasi stizzito)

No Policrate è troppo sensibile ai denari … e poco incline alla parola data … io direi Dionigi … il tratto di mare per il porto di Siracusa è lungo ed insidioso ed il tiranno è un amico … è un bene per tutti se Callisto non torna più a Sardi … il tratto di mare è infestato da pirati. Callisto non può sfuggire al fato ... domani sacrificherò tre galli neri ad Esculapio …

SENOFANE:
( sorridendo compiaciuto)

Ma non irridevi gli dei

CRESO:
(soddisfatto)
Gli dei servono per imbonire gli iloti … ed il mio è un popolo di iloti. Domani fate partire una veloce pentecoste con due messaggeri che vadano ad avvisare Dionigi, caricateli d’oro in modo che paghino profumatamente i pirati rendendo incolume in loro navigare … ed avvisino quei malfattori di assalire Callisto ed i suoi al loro transito … ucciderlo … tagliarli la testa ed inviarla come ammonimento a Sardi …

SENOFANE:
( sfregandosi le mani e sorridendo)

Si mio tiranno … e se i pirati dovessero fallire … l’amico Dionigi compirà l’opera nel migliore dei modi

CRESO:
(di nuovo autoritario, torna a sedersi sul trono)

E che tutto ... si compia ... e al più presto … pena la tua vita

SENOFANE:
( di nuovo timoroso e servizievole)

Domani ringrazierò Poseidone e tutti gli dei in modo che siano favorevoli a Creso.

CRESO:
( pacato)

Tu non hai paura Senofane dell’Ade.

SENOFANE:
(filosoficamente)
La verità è che un uomo non dovrebbe mai nascere, ma quando nasce dovrebbe tornare al più presto da dove è venuto

CRESO:
( baldanzoso, sicuro di se)

Sono io simile a un dio è Creso che guida il destino dell’Attica.

SENOFANE:
( timoroso)

Sei l’uomo più potente dell’Attica, solo Policrate può sfidarti per mare .... ma .... i tuoi guerrieri sulla terra sono invincibili.

CRESO:
(autoritario)

Tratta Solone il saggio con tutti gli onori … questa sera dopo il sacrificio ad Ares … canti e balli in onore dell’ospite … la tristezza deve essere bandita dalle mie terre.

SENOFANE:
(servizievole)

Sarà fatto mio re …


CRESO:
(autoritario, ed a voce alta)

Chiama mio figlio Ati!

SENOFANE

Sarà fatto.

(Senofane inchinandosi indietreggia ed esce di scena)
( entra Ati, Creso scende dal trono e va incontro al figlio, il figlio si inchina, ma il padre fa cenno di alzare il capo)

ATTO 1
SCENA 4
(CRESO - ATI)


CRESO:
(paterno)
Ati

ATI:
(testa alta, sguardo fiero,voce autoritaria)
Dimmi Padre.

CRESO:
(paterno)

Dimmi figlio, sei felice.

ATI: (voce autoritaria)

Come fa a non essere felice il figlio di Creso.

CRESO:
( voce soffocata quasi rassegnata)

Io sono vecchio, e questa felicità non potrà durare a lungo.

ATI:
( calmo )

Capisco padre …

(con impeto)

una tirannide va governata con il pane e la frusta …
per governare un il popolo bisogna incutere il timore divino, e rispetto delle leggi.

CRESO:
(soddisfatto)

Sono contento di avere un figlio come te che ha un acume politico superiore ai suoi coetanei: un atleta che primeggia nel tiro con l’arco , nella corsa, nella lotta. Tu Ati sarai il futuro re di Lidia.

ATI:
( fiero, con voce possente)

Grazie padre, per tutta la fiducia e la benevolenza che mi concedi.

CRESO:
( chiede consiglio)

Tu Ati sei il futuro di Sardi … ma dimmi il saggio Solone avrà compreso che nel mio regno vi è tanta felicità.

ATI:
(perplesso)

Non vorrei: avesse capito che il popolo cova malumori.

CRESO:
(perplesso)

Non conviene ancora convocarlo nella reggia.

ATI:
(perplesso )

No aspetterei … ma adesso posso congedarmi … per dirigere il sacrificio ad Ares.

(inchinandosi al padre)

CRESO:
(soddisfatto, fa segno al figlio di alzare il capo)

Si vai … il popolo, ha bisogno di queste cose.

ATI:
(sorridente)

Faremo altre feste in onore anche a dei minori e vedrai padre che il saggio si convincerà.


(Ati esce di scena)

(Al Cospetto di Solone, altre dionisiche ed altri sacrifici agli dei vennero fatte nel regno di Creso, anche gli schiavi goderono di queste feste)

ATTO 1
SCENA 5
(CRESO - SENOFANE)

(Torna in scena Senofane, si inchina ma rialza subito la testa)

CRESO:
(tono amichevole)

Senofane, pensi che ormai sia giunto il momento o aspettiamo ancora.

SENOFANE:
(sicuro di se )

Il momento è giunto

CRESO:
(tono amichevole)

Cosa te lo fa pensare.

SENOFANE:
(tono amichevole)

Il nostro illustre ospite si sta completamente lasciando andare come un comune mortale … beve … balla e canta
Il divertimento fa bene, apre lo spirito lo rende imbelle e giocondo, ma il troppo può far nascere sospetti anche ad un uomo ebbro di vino.

CRESO:
(autoritario)

Sapete mio fido che ne va della vostra vita.

SENOFANE:
(fatalista)

L’animo umano brama felicità, l’ambisce, ma di troppa gli dei provano invidia …

CRESO:
(amichevole)

Lascia perdere gli dei, cosa sta facendo il saggio.

SENOFANE:
(perplesso)

Solone ascolta, raccoglie voci della gente tra balli e banchetti.

CRESO:
(curioso)

E la gente di Lidia

SENOFANE:
(preoccupato)

I Lidi pur esaudendo i vostri ordini, ogni tanto.

CRESO:
(preoccupato)

Ogni tanto.

SENOFANE:
(preoccupato)

Qualcuno si lamenta.

CRESO:
(alterato e ad alta voce)

I loro nomi presto saranno scritti sulle ostriche e loro saranno condannati a fondare nuove colonie.

SENOFANE:
( serio ed a voce bassa, avvicinandosi a Creso, timoroso nel farsi sentire)

Gli amici di chi sai... bramano... la tirannide.

CRESO:
(a bassa voce rispondendo al consigliere )

Sono affamati di potere. Ma … giammai l’avranno …

SENOFANE:
( con voce decisionale)

Ecco … perché non bisogna aspettare …
Più corrono i giorni e più si allontanano gli auspici degli dei.

CRESO:
(autoritario)

E sia … hai deciso tu Senofane ed è responsabilità tua.

SENOFANE:
( mieloso e servizievole )

Sono certo che l’esito sarà favorevole … mai in nessun luogo vive un uomo simile a dio più felice di te, però prima di convocare il saggio al tuo cospetto chiedo a voi un piccolo favore.

CRESO:
(amichevole)

Dimmi e sarò felice di esaudirlo.

SENOFANE:
(amichevole)

Dovresti per ingraziarti gli dei sacrificare un toro nero a Poseidone.

CRESO:
(amichevole)

E sia vai nella mia mandria e scegli il toro che più ti aggrada, il più in carne e sano …

SENOFANE:
(servizievole)

Ringrazio mio re, dopo convocherò il saggio al tuo cospetto. Adesso chiedo il permesso di congedarmi.

CRESO:
(amichevole)

Adesso vai e ... che gli dei siano con te.

(Senofane esce di scena)

ATTO 1
SCENA 6
(CRESO, SOLONE )

(Entra in scena Solone,Creso è sul trono, Solone si prostra,
il tiranno lo fa alzare)

CRESO:
(servizievole, ma non spontaneo )

Saggio Solone siediti al mio fianco.

SOLONE:
( voce pacata ma ferma )

E un piacere per me. essere vicino ad un uomo… temuto come Creso.

CRESO :
(servizievole, ma non spontaneo )

Hai gradito la mia ospitalità Nobile Solone.

SOLONE :
( voce pacata ma ferma )

Ho goduto con piacere l’ospitalità e la felicità del popolo.

CRESO :
(servizievole, ma non spontaneo )

Sono felicissimo. ma dimmi mio illustre ho un dilemma che da molto tempo mi affigge.

SOLONE :
( voce pacata ma ferma )

La mia umile persona è al tuo servizio

CRESO :
(servizievole, ma non spontaneo )

Ospite ateniese , a noi è giunta fama di te , e per la tua saggezza e per i tuoi viaggi, e come per amore di sapere e per vedere il mondo giungesti a molte terre; or dunque , mi venne il desiderio di chiederti se tu vedesti già qualcuno più felice di tutti gli altri …

SOLONE:
( voce pacata ma ferma )

O re, Tello d’Atene

CRESO:
(meravigliato)

E perché mai tu giudichi che Tello sia il più felice

SOLONE:
( voce pacata ma ferma )

Tello, mentre la sua città era fiorente, ebbe figli belli e valenti, e a tutti loro vide nascere figli e tutti restare in vita; inoltre, mentre era, per quanto è possibile da noi, in condizioni di agiatezza, ebbe una splendida fine della vita: infatti in occasione di una battaglia tra gli Ateniesi e i loro vicini Eleusi, accorse e, messi in fuga i nemici, morì nel modo più glorioso, e gli Ateniesi lo seppellirono a spese dello stato sul luogo dove cadde e gli resero grandi onori.

CRESO:
(alterato)

Ed al secondo posto chi vedi

SOLONE:
( voce pacata ma ferma )

Timonidebi e Bitone. Essi , che erano Argivi di stirpe, avevano una certa agiatezza e oltre a questo una forza fisica tale che entrambi avevano riportato vittorie nelle gare, e inoltre si narra di loro il fatto seguente. Avendo luogo, ad Argo una festa in onore di Era, la loro Timonide aveva assolutamente bisogno di essere portata sul carro al tempio, ma i loro buoi non tornavano in tempo dai campi; stretti dal tempo, i giovani, postivi essi stessi sotto il giogo, trascinarono il carro, su cui stava la Timonide e, trasportatatela per 45 stadi, giunsero al tempio. I due, dopo che ebbero compiuta tale prodezza sotto gli occhi della folla lì riunita, ottennero la miglior fine della vita, e in essi il dio mostrò che meglio è per l’uomo morire piuttosto che vivere. Gli Argivi infatti circondatili si felicitavano con i giovani per la loro forza, e le Argive con la loro Timonide, che tali figli aveva avuto in sorte. La Timonide e, oltremodo lieta e per la loro impresa e per gli elogi, postasi davanti alla statua della dea, pregò che la dea concedesse a Timonidebi e a Bitone suoi figli, che grandemente l’avevano onorata, ciò che l’uomo può ottenere di meglio. Dopo tale preghiera, quando ebbero sacrificato e banchettato, addormentatisi nel tempio stesso, i giovani non si levarono più, ma ebbero tal fine. Gli Argivi , erette delle statue, le dedicarono a Delfi, come quelle di uomini eccellenti. Loro si che erano uomini fortunati.

CRESO :
(alterato )

Io sono molto più felice di loro …

SOLONE:
( voce pacata ma ferma )

Grandissimo principe di Sardi, non puoi essere considerato felice e fortunato, vivi la tua vita che può essere benedetta o invisa dagli dei e poi se sei fortunato devi fare una bella e serena morte … perché sai la cosa migliore che può capitare ad un uomo è quella di non nascere, ma una volta nato la cosa migliore è quella di tornare serenamente da dove si è venuti, le pene quotidiane non portano ne ventura né sventura.

CRESO:
(alterato e ad alta voce )
O ospite ateniese tu trascuri la mia fortuna, e la tieni in nessun conto tanto da non stimarci neppure degni di gareggiare con semplici privati?

SOLONE:
( voce pacata ma ferma )

O Creso tu fai domande sulle vicende umane a me che so che la divinità è invidiosa e perturbatrice. Nel corso del tempo molte cose si hanno da vedere che non si vorrebbe, e molte altre anche da soffrire. A 70 anni infatti io pongo il limite della vita di un uomo. Questi 70 anni danno 25200 giorni, senza contare il mese intercalare, e se poi vorrai che un anno, ogni 2 si allunghi di un mese, affinché le stagioni vengano a presentarsi al momento giusto, nel corso di 70 anni i mesi intercalari saranno 35, e i giorni di questi mesi 1050. ora , di tutti i questi giorni compresi in 70 anni, che sono 26250, un giorno non porta assolutamente niente di simile all’altro. Stando così le cose,o Creso, l’uomo è in balia degli eventi. A me certo pare che tu assai sia ricco e re di molte genti; ma quello che tu m’hai chiesto io non te lo posso dire, prima di aver saputo se hai concluso felicemente la vita. Infatti chi è molto ricco non è in nulla più felice di chi vive alla giornata, se non lo accompagni la ventura di finir bene la vita e in piena felicità. Molti uomini ricchissimi sono di fatto infelici, mentre molti che hanno mezzi limitati sono invece fortunati. E colui che è molto ricco, ma infelice, in due cose soltanto è superiore a chi ha fortuna, queste invece in molte è superiore al ricco infelice. L’uno infatti ha maggiore possibilità di soddisfare i propri desideri e di sopportare una grande sventura che lo ha colpito, ma l’altro in questo lo supera: non ha la capacità di quello a far fronte ad una sciagura e ad un desiderio, ma la fortuna glie li tiene lontani, è integro nel corpo,senza malattie, immune da mali, felice nei figli, bello: e se oltre a tutti questi vantaggi finirà anche la vita bene, questi è colui che tu cerchi, degno di essere chiamato felice. Ma prima che sia morto attendiamo, e non chiamiamolo felice, ma fortunato. Riunire tutto questi vantaggi per chi è uomo è impossibile, così come nessuna terra è sufficiente a procurarsi tutti i prodotti, ma possiede una cosa, d'un'altra manca; e quella che ha di più, questa è la migliore. Così anche una persona isolata non è affatto,sufficiente a se stessa, ché una cosa la possiede, di un'altra ha bisogno;] e colui che passa la vita possedendo il maggior numero di beni e poi muore serenamente, questi a mio giudizio è giusto che abbia quel titolo, o re. Ma di tutte le cose bisogna guardare come andranno a finire: ché molti il dio, dopo aver lasciato loro intravedere la felicità, li ha poi abbattuti fin dalle fondamenta».

CRESO :
(profondamente alterato)

PUOI ANDARE SAGGIO SOLONE

SOLONE :
( voce pacata ma ferma )

capisco, duce di Sardi, questo risentimento nei miei confronti, tu sei abituato a non essere contraddetto, perchè nel tuo regno, vige la paura e il timore .... piene sono le segrete ed ancora caldi sono i ferri di torture, turbe di schiavi sono pronti ad essere incatenati alle pentecoste, e pronti ad essere impiegati al trasporto di pietre per cingere di inaccessibili mura, le polis delle tue colonie. False azioni di bontà e di felicità, ho trovato nella tua gente, falsa ho trovato nella tua nobiltà d’animo.
Non bastano né feste né sacrifici per imbonirsi le divinità, che dall’alto si ridono degli umani che non li temono, nel labirinto della vita nessuna strada è certa, e quando Caronte con la sua barca ti traghetterà nell’Ade, tu che ti bei che ne sarà del tuo regno, e con questo mi congedo da Sardi
ringraziandoti dell’ospitalità, domani partirò con la prima pentecoste.

(Solone si alza ed esce dalla reggia)

(Creso, rimane solo)

ATTO 1
SCENA 7
(CRESO, monologo )

(Monologo di Creso)

CRESO:
(alterato)

Cosa vuole, questo Solone ... ed Atene si è fidato di un essere simile per redigere la costituzione... questo saggio,

(e sputa) ( puah)

ai ferri dovevo metterlo ... come si permette .
i beni terreni sono futili ... è lui un uomo inutile ... uno schiavo Bitino, vale molto più di lui.
A pensare lo ho trattato come un pari, sembrava lui il re ... e poi come si è permesso ... nessuno né uomo, né dio ha mai osato tanto,
Il saggio Solone ... merita non rispetto ma solo compassione. Che parta domani all’alba, e che venga punito nel tratto di mare dai vortici di Poseidone, fa o dio che Anteo smuova le acque egee e prenda la testa canuta di solone per farne mostra, che muoia non per mano dei miei fidi opliti, ma solo per il volere di un dio che lassù guarda e punisce questo dissennato che, trascurando i beni presenti, invita a guardare la fine di ogni cosa. Domani al tramonto, salirò su di una pentecoste e al lago scruterò il mare, donerò al dio dalla chioma azzurra, gettando tra le onde questo anello simbolo del mio potere, per far si che il mio dio punisca quel infingardo ateniese.
Senofane … Senofane …

ATTO 1
SCENA 8
(CRESO - SENOFANE )

(Senofane: arriva di corsa, con un pugnale)

Dimmi o re

CRESO :
(autoritario)

Ho cambiato idea, fai in modo che l’ateniese parti dopodomani.

SENOFANE :
(servizievole )

perché dopodomani.

CRESO :
(autoritario)

Perché per domani preparami una pentecoste, addobbala per i sacrifici, al tramonto voglio donare questo anello d’oro con il mio sigillo, a Poseidone del quale io sono e mi ritengo suo figlio prediletto.

SENOFANE:
(mieloso)

Sarà fatto mio condottiero. Adesso gli dei vanno bene.

CRESO:
(a bassa voce)

Io Poseidone non lo ho mai rinnegato

SENOFANE:
(mieloso)

Questo è vero!

CRESO :
(autoritario)

Adesso vai cosa aspetti

(Senofane si inginocchia e porge il pugnale a Creso, e si inginocchia di fronte a lui)

CRESO: (autoritario)

E allora !

SENOFANE:
( ossequioso)

Puniscimi con la morte non sono riuscito a convincere il saggio.

(Creso fa rialzare il suo fido e gli riconsegna il pugnale)

CRESO:
(lo fa rialzare e con fare paterno)

Solone non merita niente, tu vali molto più di lui, adesso vai.

SENOFANE:
( sorridendo si rialza)

Grazie, che gli dei ti siano benevolo

CRESO:
(paterno prendendo sotto braccio il suo fide)

Lascia stare gli dei.

ed i due escono di scena entra in scena Ati

( fine sottofondo musicale)


ATTO 1
SCENA 9
(ATI, TIMONIDE )

(Ati parla di se stesso con sua madre Timonide e si preoccupa del fratello muto)

ATI:
(con voce autorevole)

La tirannide di Sardi sarà un giorno mia, e la governerò con accuratezza, con perseveranza mirando solo al benessere del mio popolo, voglio farmi voler bene dai marinai, dagli opliti a cui donerò fama e potenza, anche gli schiavi non avranno da pentirsene, aumenterò loro il vitto, rinnoverò tutto il consiglio degli anziani, mi circonderò di persone fidate e di gente capace ... per il bene di Sardi .... non farò altre guerre, ma manterrò solo tutti i possedimenti attuali ... gloria a Sardi.

TIMONIDE:
(pacata e materna)

Gloria a Sardi, Figlio prediletto protetto dalla dea della caccia ,hai detto parole sagge. Artemide ha illuminato le tue parole e dalla tua bocca ha predetto la tua gloriosa futura vita da re: non è con la guerra e con il sangue che si governa ... ma solo... con la saggezza e con l’equità si guadagna la fiducia degli uomini e ci si mette al riparo da sommosse e tradimenti. Sono contenta che dal mio grembo sia nato e cresciuto un figlio come te, ma dalle tue parole non ho sentito neppure un ricordo, neppure una sillaba.

ATI:
(pacato)

Dimmi madre, non capisco, io penso di non aver mancato di rispetto a te, ne a al padre che mi ha generato.

TIMONIDE:
(materna)

Figlio mio, non hai neppure menzionato, tra i tuoi doveri il riguardo che tu devi avere nei confronti del tuo fratello sfortunato.

ATI:
(pacato)

Madre non preoccuparti, quando mio padre entrerà nel regno di Persefone ed incontrerà nel profondo dell’Ade i principi Achei che fecero grande la nostra patria, tu, madre e il povero sventurato Aliatte sarete al mio fianco uno alla destra e l’altro alla sinistra del trono.

ATTO 1
SCENA 10
(CRESO – SENOFANE - MELISSO )

(Creso è seduto sul trono, entra Senofane)

SENOFANE:
(ossequioso)

Mio sire, Melisso figlio di Alceste, ha un dono per te.

CRESO:
(con voce autorevole)

Fai entrare il pescatore

(Entra Melisso e si prostra ai piedi del re)

CRESO:
(paterno)

Alzati Melisso figlio di Alceste devoto e gran combattente, cosa vuoi donare al tuo re.

MELISSO:
(con voce fioca)

(Melisso si alza)

Ieri ero sulla pentecoste, quando hai officiato il sacrificio a Poseidone donandogli l’anello del comando.
Tale devozione era così vera, che il dio che genera i flutti, e comanda i fortunali ha risposto benevolmente alle tue suppliche.

CRESO:
(autoritario)

Quale segno divino ha mandato il dio.

MELISSO:
(a bassa voce)

Dopo aver consultato i segni, sono salito in barca e diretto la mia prora verso lo scoglio di Orfeo e lì ho gettato le nasse.

CRESO:
(autoritario)

Continua

MELISSO:
(a bassa voce sempre timoroso)

All’imbrunire quando sono andato a ritirale erano tutte colme di pesci, mai una battuta è stata più proficua, abbiamo portato il pescato a terra e lo abbiamo pulito e …
Dentro le viscere di questo tonno, ho trovato questo.

(E tira fuori il sigillo di Creso donato a Poseidone il giorno prima)

Questo pesce e questo anello vi appartengono, gloria a Creso ed a Poseidone,

(Creso si alza meravigliato)

CRESO:
(stupito)

Gloria a Poseidone e Gloria a Creso suo figlio, reso ormai da questo segno simile a dio. Melisso tieni il pesce e lascia l’anello.

(Il pescatore consegna l’anello a Creso, trattiene il pesce per se, il pescatore e Senofane escono di scena, rimane il re che si corica sotto una coperta,con una punta di ferro tra le mani)

Notte , luce soffusa Creso dorme coperto da un lenzuolo bianco, il sonno è agitato ed in sogno gli appare ha con se una lancia acuminata

ATTO 1
SCENA 11
(CRESO - ZEUS )

CRESO:
( agitato getta via il lenzuolo ed in ginocchio si volta verso l’ombra, la sua voce è insicura, mostra angoscia )

Chi sei... perchè sei venuto nella mia reggia, cosa vuoi da me, cosa vuoi ...

ZEUS:
(voce autorevole)

Io non sono un Dio io sono il padre di tutti gli Dei.

CRESO:
(la sua voce è insicura, lascia trapelare un forte senso di angoscia)

Cosa vuoi e chi sei! La tua ombra la tua voce, forse vieni dall’Ade e sei l’anima di un mio nemico, sì sei l’anima di Texitaco a cui per il suo tradimento ho mozzato mani e piedi e legato al suo cavallo in modo che vagasse per la terra di Lidia e morisse tra gli spasimi, sì sei la sua anima fuggita a Persefone, ed ora venuta a tormentarmi... chi sei?

ZEUS:
(autoritario)

Inchinati umano al cospetto di colui che governa il mondo fino ed oltre le colonne d’Eracle.

CRESO:
(con voce forte e furioso)

Morirai, uomo o demone che sei … non sfuggirai al ferro di Creso

(Creso si alza di scatto e si avventa sul dio cercando di colpirlo con il pugnale... cade a terra)

ZEUS:
(voce autorevole)

La tua punta non inciderà le mie carni, né il mio sangue scorrerà attraverso le mie vesti

(Creso si inchina)

CRESO:
( timoroso)
Sei Zeus ... Zeus ...

ZEUS:
(voce autorevole)

Si sono sceso dall’Olimpo apposta per te.

CRESO:
( ossequioso)

Perchè o padre di tutte le divinità sei sceso in questo talamo e venuto al cospetto di questo tuo umile figlio.

ZEUS:
(voce autorevole)

Io sono adirato con te.

CRESO:
(tra se e se ed a bassa voce)

Non può essere il re dell’Olimpo, questo è un umano

(si alza di scatto e si scaraventa con la punta verso l’ombra, cade di nuovo)

(GRIDA )
Guardie ... Guardie ... Senofane ....Senofane ....

ZEUS:
( per nulla alterato e sempre con voce autorevole)

Nessuno ti potrà sentire, la tua voce è senza voce.

CRESO:
(prostrato ed in ginocchio con voce fioca)

Sei veramente Zeus

ZEUS:
(voce autorevole)

Io lo sono

CRESO :
(con voce fioca, sconvolto)

Cosa ho fatto per adirarti mio dio, ho compiuto molti sacrifici in tuo nome, ho sempre governato con saggezza, ho sempre rispettato gli dei e gli uomini.

ZEUS:
(voce autorevole)

Chi governa con saggezza non si corica con un ferro acuminato, legato alla mano destra.

CRESO:
(con angoscia )

Ho una tirannide, e la tirannide è composta da uomini degni e meno degni.

ZEUS :
(voce autorevole)

Con cadaveri straziati hai tracciato il cammino del tuo potere, abiurando le leggi divine.

CRESO:
( cercando conforto )

Ho fatto molti sacrifici in tuo onore

ZEUS:
(voce autorevole)

Hai abusato del mio nome, e molte volte ti sei sostituito a me ed ai miei figli.

CRESO:
( cercando un alibi )

O mio re ... io sono protetto da Poseidone.

ZEUS :
(voce autorevole)

Né Poseidone che ad un suo gesto comanda i flutti, né il divino Proteo che domina e soggioga gli abissi, né il gigante Anteo figlio di Gea e del principe delle onde che sacrifica alla sua cupidigia ogni umano che transita nelle sue acque .... hanno mai protetto la tua vita .... e tracciato il cammino del fato.

CRESO:
( con angoscia )

Ma tutti i segni.

ZEUS:
(voce autorevole)

Non vi è stato nessun segno.

CRESO :
( quasi rianimato, con voce speranzosa )

Nessun segno, e i buoni auspici prima delle battaglie, e l’anello offerto al dio.

ZEUS :
(voce autorevole)

Gli dei non tollerano che si prenda gioco di loro, né chi si sostituisce a loro, ed io come re delle divinità ho deciso di punirti.

CRESO:
( ossequioso )

Mi appello alla tua clemenza principe degli dei.

ZEUS :
(voce autorevole)

Tuo figlio, il nobile Ati erede alla tirannide di Sardi, morirà per una punta di ferro acuminata.

CRESO:
( gridando si alza di scatto, cerca di avventarsi con il pugnale contro l’ombra, ricade a terra e si lascia andare inginocchiandosi di nuovo e quasi pregandolo)

Ti uccido, ti sventro … non importa chi tu sia

(si lascia cadere)

Nooo... prendi la mia vita o Zeus ma lascia in vita mio figlio ... la mia sola continuità .... no ti scongiuro ... no ....noo...

ZEUS :
(voce autorevole)

Sia fatta la mia volontà ... ho detto!

(Scompare Zeus, Creso si alza vaga per il palco poi chiama Timonide)

CRESO:
( gridando disperato)

Timonide ... Timonide ... vieni ... vieni

(Timonide corre e di corsa raggiunge il suo sposo)

ATTO 1
SCENA 12
(CRESO - TIMONIDE )

TIMONIDE :
( sconvolta )

Cosa ti è successo

CRESO :
(disperato )

Ho avuto un segno dagli dei.

TIMONIDE:
( curiosa )

Un sogno premonitore ?

CRESO:
( agitato)

Un presagio, un triste presagio.

TIMONIDE:
(disperata)

Per gli dei dell’olimpo.

CRESO:
(disperato e con voce fioca)

Zeus in persona con la sua lunga barba e con il suo fare imperativo è comparso durante la notte nella mia stanza.

TIMONIDE:
(curiosa )

Zeus in persona ?

CRESO:
(disperato)

Sì … lui in persona e ha predetto un infausto fato per nostro figlio Ati e la fine della tirannide.

TIMONIDE :
(disperata e coprendosi il viso )

Se davvero hai raccolto il segno, un tragico futuro incomberà su Ati, e una sventura, un triste presagio piomberà funesto sulle nostre vite.

CRESO :
( con voce fioca )

Il re degli dei ha predetto che Ati morirà per una punta di ferro acuminata.

TIMONIDE :
(disperata)
Oh triste presagio!

CRESO :
( cercando di riprendere fiducia )

Bisogna impedire che nostro figlio tocchi un ferro, un giavellotto, un arco ... niente .... togliamo le armi dalla reggia.

TIMONIDE :
(cercando una soluzione)

Che siano tutte nascoste, in modo che non ne abbia accesso, non deve più toccare arma, ne per la caccia ne per la guerra .... triste è il futuro di Ati.

CRESO :

(disperato)

La sventura si abbatterà su questa casa.

TIMONIDE:
(decisa)
Bisogna fare sposare subito Ati.

CRESO:
(riprendendo fiducia)
Un erede farà risorgere la tirannide, si diano atto ai preparativi.


Fine I Atto


II Atto


ATTO 2

ADRASTO

SCENA 1
(TIMONIDE, monologo)

(Monologo di Timonide inginocchiata verso il tempio)

TIMONIDE:
(entra Timonide, vaga per il palco disperata,poi si lascia scivolare e in ginocchio battendo le nocche delle mani prega )

Zeus lascia mio figlio

Zeus lascia mio figlio

Zeus lascia mio figlio

Zeus ti scongiuro, non chiedo niente per me, questa supplica, è per mio figlio, innocente, giusto e rispettoso ... fa che non debba perire lui, più che fanciullo, da poco ha indossato l’imatio. Accetta questa supplica prendi la mia vita, strazia il mio corpo, fai in modo che quando imbarcata sulla pentecoste tuo figlio Poseidone allunghi le sue mani d’onda e ghermisca il mio povero corpo trascinandolo negli abissi più profondi, ma lascia vivere lui, prendi me, molte sono le vie per Caronte, se non vuoi farmi raggiungere il regno dei morti, passando dal mare, non farmi domani rivedere la nascita del sole e fammi lasciare questo mondo adesso.

Sempre in ginocchio battendo le nocche delle mani prega )

Zeus lascia mio figlio

Zeus lascia mio figlio

Zeus lascia mio figlio



ATTO 2
SCENA 2
(ATI – TIMONIDE – ALIATTE )

(Entrano in scena Ati ed Aliatte, si avvicinano alla madre)

ATI:
(premuroso si avvicina alla madre )

Madre, non ti affliggere, nulla si può contro il Fato.

TIMONIDE:
(prendendo le mani al figlio)

Figlio mio, figlio mio ho chiesto ora una supplica.

ATI:
(cercando di consolala)

Non preoccuparti, a volte i segni dati dagli dei o sono ingannevoli o male interpretati.

TIMONIDE:
(a voce alta e mostrando sicurezza )

Da dove venite figli miei.

ATI :
( calmo )

Sono stato a salutare gli atleti che si imbarcavano per Olimpia, è stato duro per me abbracciare Alceo, Eubeo e Canopo .. loro partono... mentre io che primeggiavo su di loro nella lotta e nel giavellotto sono costretto a rimanere a Sardi, costretto a non maneggiare ferri per far fronte un sogno.

TIMONIDE:
(allargando le braccia, con il gesto di accogliere)

Ati, Aliatte, abbracciate vostra madre, Aliatte tu vieni con me, andiamo nel giardino a raccogliere i frutti dell’olivo sacro ad Atena.

(Timonide ed Aliatte escono di scena)

ATTO 2
SCENA 3
(ATI – ILLA - SENOFANE )

(Entra Illa sposa di Ati, i due giovani si prendono per mano.)

ATI:
(innamorato)

Mia diletta sposa, sacra ad Afrodite, il Fato ci ha unito, ed il dardo di Cupido ha consolidato le nostre vite creandoci l’uno per l’altro.

ILLA:
(innamorata)
Uniti come Ares ed Afrodite.

ATI:
(quasi con voce soffocata)
Per tutta la vita, malgrado il segno.

ILLA:
(con voce ferma )
Ho sfidato con mio padre il segno, e forse l’ira degli dei.

ATI:
( calmo)
Gli dei capiranno e forse avranno pietà e benediranno il nostro amore.

ILLA:
(innamorata)
La mia mano quando sfiora le tue lunghe chiome, ed accarezza il tuo volto, sembra che accarezza la vita, no non può finire tutto questo.

ATI:
(innamorato)
Ormai Illa, la mia vita ti appartiene, ogni mio gesto ogni cosa dettata dal cuore, ogni cosa di me ti appartiene.

(Illa prende la lira e portandosela al petto.)

ILLA :
( emozionata)

Queste dolci note sono dedicate a te ed ispirate alla dea dell’amore ... che dall’alto veglia e protegge la mia persona e il nostro cuore.

ATI :
(in preda alla passione)

Afrodite, fa che il nostro amore non sia fremito di vento passeggero, ma che sia fuoco che arde perenne dentro di noi.

(baciando la sua sposa)

Fa che questa beatitudine sognante duri in eterno

(Suonando la Lira)

ATI:
(rivolta verso Illa)

Eros agiti il mio cuore come un aquilone che piomba in una selva di querce.

ATI :
(accarezzando il volto di Illa)

Illa la tua voce è più soave di queste corde, la tua pelle è più bianca del latte, così dolce al tocco della più morbida stoffa, più delicata dell’acqua e i tuoi occhi sono più azzurri delle onde del mare, nel tuo viso vedo la bellezza di Galatea.

ILLA:
( fissando l’innamorato negli occhi)

Giungesti ed io, che tanto ti aspettavo, arsi, e divampai tutta la passione

(i due giovani si abbracciano)

(Entra Senofane)

SENOFANE:
( con voce ferma)

Nobile Ati, vi è il principe Adrasto ora mendicante che chiede di voi.

ATI :
( autoritario)

Fate entrare il Principe frigio, mio amico d’infanzia, per quanto tu abbia fatto per adirare gli dei, sia il benvenuto nella mia dimora.

(Entra Adrasto, si prostra davanti al principe il quale si alza e lo fa alzare, Illa ad un suo segno si ritira nelle sue stanze, esce anche Senofane.)


ATTO 2
SCENA 4
(ATI - ADRASTO)

ATI : (amichevole)

Principe Adrasto, valoroso nella guerra e nella caccia, plurincitore nella lotta, nella corsa e nel giavellotto, benvenuto, nelle mie terre.

ADRASTO:
(mite e ossequioso)

Principe Ati, figlio del grande Creso io non merito questa benevolenza, io sono maledetto dagli dei, e portatore di sventura.

ATI:
(amichevole)

Sono a conoscenza delle tue pene.

ADRASTO:
(umilmente)

Chiedo solo, a te in nome della nostra amicizia, un avanzo della tua mensa ed un giaciglio per riposare le mie stanche membra: domani prima che l’aurora indori le messi, riprenderò il cammino.

ATI:
(amichevole)

E dove andrai?

ADRASTO :
(umilmente)

Gli dei mi hanno condannato, a vagare senza meta nell’Attica, vivendo di carità, fino a che non troverò un sovrano che mi purificherà, chiedo solo un tozzo di pane e un giaciglio, domani partirò.

ATI:
(amichevole)

In nome della nostra amicizia,non partirai

ADRASTO:
(deluso)

Devo, mio padre ha proibito ai re amici di purificarmi, e di accogliermi ... nessuno ha il coraggio di sfidare l’ira di mio padre e l’ira degli dei.

ATI :
(sicuro di se)

Il grande Creso, si ! domani parlerò con lui

ADRASTO:
(portandosi le mani sul viso)
ti ringrazio caro amico, ma ricorda che io sono un portatore di sventura, la morte cammina al mio fianco.

ATI:
(con voce fioca)

Io stesso devo convivere con la sventura.

(escono di scena,entra Creso e Timonide, si siedono sul trono, entra Adrasto)


ATTO 2
SCENA 5
(CRESO - ADRASTO - TIMONIDE)

(Creso Timonide e Adrasto)

Adrasto in ginocchio di fronte ai sovrani

ADRASTO :
(supplichevole e senza guardare il re in volto)

Nobile Creso e saggia Timonide perchè avete convocato questo misero mendicante, che non ha nulla da offrirvi all’infuori della sua povera vita.

CRESO:
(con voce ferma)

Io ti ricordo come un grande atleta, un valoroso combattente ed un astuto cacciatore.

ADRASTO:
(sempre a testa bassa)

Il Fato mi ha piegato, gli dei mi hanno punito.

TIMONIDE:
(fiera)

Grande era la tua saggezza, malgrado la giovane età, molto più che quella di
tuo fratello erede al trono

ADRASTO:
( con voce fioca )

Io non aspiravo al trono.

TIMONIDE:
(compiaciuta)

Sono convinto che mi stai dicendo il vero.

CRESO:
(fiero e sempre con voce autorevole)

Quella infausta battuta di caccia.

ADRASTO:
(con voce soffocata)

La preda era a pochi metri, pronto ero per lanciare, lanciai sicuro di colpirlo, ma il dardo partito dal mio arco forse deviato da un dio ha fatto in modo che colpisse non il cervo, ma mio fratello che esangue cade nella selva di querce.
Ritornai nella reggia con la morte nel cuore, volli entrare anch’io nel regno dei morti, ma mio padre mi impedì tale gesto, anche lui conscio che solo un dio malefico poteva permettere tale cosa.

CRESO:
(con voce paterna)

E cosa fece, noi lo sappiamo, i mercanti e i marinai ci hanno portato la nuova, però meglio dell’interessato.

ADRASTO:
(sempre con capo chino)

Mio padre, mi tolse tutti gli averi, mi tolse le vesti pregiate e vestito solo con saio, vincastro e cibo per un giorno, mi condannava a vagare di polis in polis vivendo di carità e raccontando a tutti la mia triste sventura, solo una purificazione potrebbe ridarmi dignità. Questa è la mia tragica vita .... re di Sardi.

CRESO:

Nobile Adrasto questo per te, è un nuovo giorno, una rinascita, io purificherò la tua vita: esaudirò il volere di mio figlio e d’ora in poi tu vivrai al mio fianco e la reggia sarà la tua dimora.

TIMONIDE

sarai di valido aiuto nella caccia.

CRESO

Ho già dato disposizioni per la cerimonia, domani un toro sarà sacrificato.

ADRASTO

non so come fare a pagare il sacrificio.

TIMONIDE

pagherai tutto con i proventi della caccia.

(Adrasto si avvicina e bacia i piedi al re)

CRESO:
( il re si china, lo fa alzare e con voce paterna )

Adesso vai, le Ancelle ti leveranno i piedi e ti vestiranno con le vesti più pregiate.

(Escono tutti di scena)



ATTO 2
SCENA 6
( ILLA - TIMONIDE)

( Entrano Timonide ed Illa tenendosi a braccetto. In scena le due si siedono e conversano)

TIMONIDE:
(con voce materna)

Illa sposa mia, cosa ne pensi dell’arrivo e della purificazione di Adrasto.

ILLA:
(euforica)

Ati, era euforico, ho visto la malinconia abbandonare i suoi occhi, ho visto le sue scure pupille animarsi, brillare come non mai.

TIMONIDE:
(sorridente)

In lui ha rivisto, l’infanzia spensierata, ricordo ancora quando bambini salivano sugli alberi a caccia di nidi, e quando il vecchio Agrifane gli insegnava le prime erudizioni della lotta, erano altri tempi, mentre ora.

(E dall’euforia muta umore e scoppia a piangere)
(Illa cerca di consolarla)

ILLA :
(abbracciandola)

Mia regina non pensare al fato, tanto tempo è passato da quel sogno, forse male interpretato dai sacerdoti o meglio non capito, io e Ati siamo felici, Ares ed Afrodite sono entrati in noi ,ed ogni giorno è come bere nettare di ambrosia.

TIMONIDE: (in ginocchio e disperata)

Non si possono ingannare gli dei, cara Illa devi sapere che con Creso mi sono recata a Delfi per consultare l’oracolo . Ho fatto il mio sacrificio, portandomi due galli neri che sono stati immolati alle divinità degli inferi per scongiurarli di lasciare stare Ati. La sacerdotessa, ha acceso il braciere, ha contattato il dio, ascoltato la voce delle erinni, ... e quando è rinvenuta .... ha dato il responso

ILLA:
( in ginocchio abbraccia la donna)

Dimmi ti prego, sai il futuro del mio uomo.

TIMONIDE:
(con voce soffocata dal pianto)

Sentivo il mio sangue gelare ed ogni cosa mi pareva lontano inutile.

ILLA:
(curiosa)

Cosa ha detto la sacerdotessa.

(Timonide piange e le due si abbracciano)

ILLA:
(curiosa ed apprensiva)

Ho il diritto di sapere.

TIMONIDE :
(con voce soffocata dal pianto)

Solo il Tiranno di Sardi sa!

ILLA :
( apprensiva)

Ati è il mio sposo.

TIMONIDE:
(con voce soffocata dal pianto)

Gli dei vogliono punire Creso e la sua tracotanza, ferendo al cuore e nella maniera più subdola non solo il mio sposo ma tutta la tirannide.

ILLA:
(apprensiva)

Vogliono la morte di Ati...

TIMONIDE :
(con voce soffocata dal pianto)

Vogliono la morte di Ati,è vero, però.

ILLA :
(apprensiva)

Dimmi ti prego non lasciarmi nell’ansia.

TIMONIDE:
(con voce soffocata dal pianto)

Solo una donna protetta da Afrodite, con gli occhi del mare e i capelli con il colore del sole che entrerà nella vita di Ati può rallentare la volontà degli dei.

ILLA :
(leggermente sollevata)

Io ho gli occhi del mare e i capelli color del sole, io sono protetta da Afrodite.

TIMONIDE :
(con voce soffocata dal pianto)

Io ho scelto te come sposa per mio figlio.

ILLA :

Io ho sempre voluto bene ad Ati, però ignoravo la tua scelta.

TIMONIDE:
(con voce soffocata dal pianto)

Perdonami, se le mie parole ti hanno turbato ma ho rispettato il volere dell’oracolo.

ILLA:

Sono contenta, che gli dei mi hanno scelta.

TIMONIDE:
(con voce soffocata dal pianto)

L’oracolo mi ha detto altre cose.

ILLA :
(apprensiva)

Altre cose ?

TIMONIDE:
(con voce soffocata dal pianto)

La donna che entrerà nella vita di Ati, non avrà più potere quando un’aquila si poserà sulla rupe.

ILLA:
(sorridendo sollevata)

Da quando sono la sposa di Ati, io non ho visto aquile a Sardi.

TIMONIDE :
(con voce soffocata dal pianto)

Neppure io mi ricordo di averne viste, tuttavia tutti i giorni scruto il cielo.

ILLA :
(sollevata)

Non preoccupiamoci, non ci sono aquile da noi.

TIMONIDE:
(con voce soffocata dal pianto)

Non ridere, non prenderti gioco di coloro che lassù, comandano la vita degli umani. Arriverà un giorno il rapace di Zeus e si poserà sulla rupe, non si possono ingannare gli dei e piange

(Piange anche Illa, ed entrambe escono di scena)


ATTO 2
SCENA 7
( ATI - ADRASTO)

(Entra in scena Ati ed Adrasto riccamente vestito,
entrambi sono felici ed euforici)

ATI:

Adrasto amico mio con la tua purificazione,siamo diventati fratelli

ADRASTO :

Mai nel mio triste peregrinare ho trovato gente come voi, sensibili alle disgrazie umane.

ATI:

Di te Adrasto non sono solo giunte voci funeree, ma anche canti di gloria.

ADRASTO:

Gloria che Adrasto, non avrà più.

ATI:

Non è detto, sotto la protezione di Creso
potrai di nuovo cacciare e tornare a guadagnarti onori nei giochi olimpici ed in battaglia.

ADRASTO:
Ringrazio il tiranno di Sardi ed il nobile Ati.

ATI:

Raccontami qualche tua impresa,
quella della guerra contro gli argivi, quando scagliasti il giavellotto da notevole distanza e colpisti mortalmente il capo degli opliti Eulumeo.

ADRASTO:

Grande fu quel lancio, al ritorno venni accolto con grandi onori.

ATI:

Grandi sono anche le tue imprese di caccia.

ADRASTO:

Varie volte il mio infallibile dardo ha procurato cibo alla mia gente. Ma anche tu eri maestro nella caccia e nella guerra.

ATI :
(triste)

Ero... ma purtroppo gli dei hanno dato un responso sfavorevole,

ADRASTO:
(triste)

Il tuo destino è una punta acuminata.

ATI:
(triste)

Sono state tolte tutte le armi dalla reggia e depositate in un locale dove non mi è permesso l’accesso.

ADRASTO :
(triste)

Capisco, non puoi ribellarti alla volontà del padre.

ATI:

Contavo nel tuo aiuto per riprendere l’uso delle armi.

ADRASTO :
(triste)

Non è possibile tuo padre ... il Fato...

ATI :

Ho una voglia di fare qualche lancio, o di lottare.

ADRASTO:
(ridendo)

Vuoi lottare, vuoi provare, contro il grande Adrasto, guarda che non ce la fai ad atterrarmi.

ATI:
(ridendo)

Non so se perderei.

ADRASTO:

Io ero, anzi sono ancora un gran lottatore, neppure Eracle in persona sarebbe capace di sfidarmi.

ATI:

Io si ... ma cosa mi racconti, bugiardo, sei addirittura più forte di Eracle ed io allora sono più astuto di Odisseo.

ADRASTO:

Non raccontarle grosse, Odisseo era sleale.

(E ridono entrambi)

ATI:

Fatti sotto dai ...................

(Si mettono in posizione)

ATTO 2
SCENA 8
( SENOFANE – ATI - ADRASTO)

(In quel momento entra Senofane)

SENOFANE :
(preoccupato)

Salve nobile Ati, salve, nobile Adrasto, dove posso trovare il grande Creso.

ATI:

Il mio nobile padre è con mia madre nel giardino sacro ad Atena.

SENOFANE:
(agitato)

Allora vado.

ATI:
(curioso)

Quale nuova è giunta per vedervi in questo stato

SANOFANE :
(preoccupato)

Un cinghiale di immensa grandezza e crudele voracità distrugge le nostre piantagioni ed uccide i nostri cani, invano hanno cercato di abbatterlo, ma è più astuto di una volpe, sembra una vendetta degli dei.

ADRASTO :
(interessato)

E i cacciatori.

SENOFANE :

Hanno tutti fallito, ed uno di loro è stato miseramente ferito da quelle zanne taglienti bramose di sangue.

ATI:
(proponendosi)

Andiamo noi.

SENOFANE :

Chiederò a tuo padre mio nobile principe, ma dubito che possa permetterlo, Adrasto sicuramente potrebbe andare.

ADRASTO:
(proponendosi)

Io sono pronto, le mie armi sono al servizio di Creso e di Sardi.

SENOFANE:

Parlerò con il tiranno.

(Escono di scena Adrasto e Ati
rimane Senofane)

ATTO 2
SCENA 9
(SENOFANE - CRESO)

(Entra in scena Creso e Senofane)

CRESO :
(fiero)

Cosa succede nelle mie terre.

SENOFANE :
( preoccupato)

Un cinghiale, grosso come un toro d’arcadia e crudele come un leone persiano, una vendetta divina, sta distruggendo tutti i nostri raccolti.

CRESO:
( preoccupato )

E i nostri cacciatori.

SENOFANE :
(preoccupato)

I nostri migliori lidi, hanno tutti miseramente fallito, sembra che i dardi non scalfiggono neppure la sua cotena, ha due zanne grosse come tronchi ed acuminate come ferri. Egisto di Tori, è stato mortalmente ferito ed ora miseramente aspetta di essere traghettato da Caronte.

CRESO:

Egisto di Tori, il mio valoroso guerriero, ha combattuto ferocemente contro i bitini….. entrava nella mischia con un’audacia incredibile, lui protetto da Ares, mortalmente ferito da una bestia.

SENOFANE:
( preoccupato)

Mio duce, è la terza battuta di caccia che va a vuoto, questa bestia sembra invincibile, io penso che solo Adrasto potrebbe organizzare una battuta e portarla a buon fine.

CRESO:
( preoccupato)
Vedrò di provvedere, adesso lasciami solo fido Senofane.

(Senofane esce di scena)


ATTO 2
SCENA 10
(ADRASTO – CRESO – ATI -TIMONIDE)

(Entrano Ati ed Adrasto)

CRESO :
( preoccupato ma fiero)

Aspettavo proprio te Adrasto.

ASDRASTO :
(si inginocchia ma il re lo fa rialzare)

Ogni tuo desiderio è un ordine, mio duce.

CRESO:
Organizza una battuta di caccia per abbattere quel maledetto.

ADRASTO:
Accetto mio nobile re, però voglio una squadra speciale.

CRESO:
E cosa vorresti.

ADRASTO :
(sicuro di se)

I migliori opliti, i migliori arcieri ed i zappatori, voglio tendere una trappola a quel cinghiale.

CRESO:
( preoccupato)

E’ una maledizione degli dei.

ATI:
(sicuro di se)

E’ solo un cinghiale.

ADRASTO:
(sicuro di se)

Vorrei inserire nella squadra anche Ati.

CRESO:
( preoccupato)

Ati… no… no… ma Zeus.

(In quel momento entra Timonide, vestita a lutto … ma rimane in disparte)

ADRASTO:
( preoccupato)

Ma il sogno, a quanto so non parlava di punta di ferro acuminata.

ATI :
(sicuro di se)

Il cinghiale non ha ferro ma solo zanne e le zanne sono di osso.

CRESO :

E’ vero!

ADRASTO:
(sicuro di se)

Mandalo, ne sono responsabile io.

CRESO:

Non posso.

ATI:
(supplichevole)

Ti scongiuro padre, non porto armi.

CRESO:
Questo è sicuro.

ATI:

Allora posso.

ADRASTO:

Sotto la mia responsabilità.

ATI:
(supplichevole)

Mandami … mandami … rimarrò solo al fianco di Adrasto.

CRESO:
(convinto)

Va bene io ti mando, però Adrasto tu ne sei responsabile, portatemi la testa e la pelle di quel flagello.

ATI:
(euforico)

Grazie … grazie padre.

ADRASTO:

Grazie nobile re.

(Ati ed Adrasto escono di scena, rimane in scena Timonide)

CRESO:

Che cosa hai Timonide.

TIMONIDE :
(alterata)

Non dovevi mandare Ati con Adrasto:
quella è una battuta di caccia funerea.

CRESO :
(come per scusarsi)

E perché non dovevo, il cinghiale non ha punte di ferro .

TIMONIDE :
(alterata)

Non dovevi ugualmente, sento che succederà qualcosa.

CRESO:

Succederà qualcosa, dici tu solo ... quando l’aquila di Zeus si poserà sulla rupe. Ridendo Non ci sono aquile a Sardi.

TIMONIDE:
(alterata)

Non dovevi ...non dovevi.

CRESO: (come per scusarsi)
ma è inaudito, non preoccuparti.

TIMONIDE : (alterata)

sento che succederà qualcosa, non dovevi.

( Timonide e Creso escono di scena
Si sente il rumore di un temporale
Per un minuto nessuno entra in scena
Le luci rimangono soffuse
Un’ aquila si posa sulla rupe)

(Timonide vedendo la sagoma dell’aquila entra in scena correndo tenendosi il viso disperata ed esce subito
Illa vedendo la sagoma entra in scena piangendo e gridando NOOO esce di corsa)

(Canto di morte acheo)

ATTO 2
SCENA 11
( ASSIDORO – EGEO – CHIONE – TICHE - TISBE)


(Il corpo di Ati in barella viene portato da due guerrieri al centro della scena, sguaiano la spada verso il cielo e gridano)
ATI … ( battono gli scudi)

(I guerrieri escono di scena )

( Entrano in scena tre donne vestite di nero
aromatizzano l’aria con incenso ( nei due braceri)
si sciolgono i capelli si inginocchiano in fila vicino alla lettiga )

battono le nocche delle mani

CHIONE:

Adrasto ha ucciso Ati

TISBE:
La mano infausta di Zeus ha deviato il crudele dardo.

TICHE:

Sangue innocente scorre nelle campagne di Sardi

CHIONE:

L’alterigia di Creso è stata punita

TISBE:

Che ne sarà della tirannide.

TICHE:
Nulla si può contro il volere degli dei.

(Escono di scena)

ATTO 2
SCENA 12
( CRESO –TIMONIDE – ILLA - ALIATTE )

(Entra Timonide)

(Entra in scena con i capelli sciolti in ginocchio si dispera davanti al corpo, battendo le nocche delle mani)

TIMONIDE :
(disperata)

Figlio, figlio, perchè le moire hanno tagliato proprio il tuo filo e non il mio, perchè il mio corpo non è diventato cenere nel bracere degli dei..
Le mie vecchie membra, sono ormai stanche, il mio cuore ormai non batte più, dalla mia bocca non escono parole, non mi rimane nulla, presto tornerò a te figlio mio, e quando Caronte traghetterà il mio corpo nel regno degli inferi tu sarai ad aspettarmi. Figlio mio .... Figlio mio

(Entra Illa, si scioglie i capelli, si avvicina a Timonide e si abbracciano, Timonide si mette da parte e Illa in ginocchio parla con il morto, entrambe battono le nocche)

ILLA:
(disperata)

Caro Ati, ascoltami, sono la tua sposa per il volere degli uomini e per volontà degli dei, con te ho vissuto momenti di intenso eros, la mia volontà era la tua volontà, pochi uomini avevano la tua dolcezza, e la forza di onorare la tua sposa. Io ti rimarrò fedele ,il mio cuore e la mia anima ti appartiene, voglio seguirti nel regno di Persefone.

TIMONIDE:
(disperata)

No non puoi seguire Ati.

ILLA:
( disperata)

Voglio morire e seguirti nel regno di Persefore.

TIMONIDE:
(disperata ma cerca di rinfrancare la nuora)

Non dobbiamo pensare così, io che sono vecchia ed inutile posso morire: tu no che sei giovane e bella.

ILLA :
(disperata)

Ma la mia vita non ha più senso
gli dei si sono accaniti contro di me.

TIMONIDE:
( disperata)

Non doveva andare.

ILLA: (fatalista)

Poteva succedere anche nella reggia.

TIMONIDE:
(disperata)

La colpa è di Creso.

ILLA:
(fatalista)

La colpa è del fato.

(Entra Creso ed Aliatte)

TIMONIDE :

Aliatte vieni qua

(Aliatte si mette seduto a fianco della madre)

CRESO:
( entra in scena furioso)

Dov’è l’assassino.

TIMONIDE :
(disperata)

Dopo il ferimento e la morte di Ati è stato visto vagare per Sardi, con gli occhi sbarrati, alle domande della gente rispondeva in modo vago, sconnesso, come non le sentisse.

ILLA :
(fatalista)

Era talmente sconvolto che non è rientrato nelle sue stanze, non dorme e non tocca cibo da giorni, l’ultima volta è stato visto vicino alla rupe.

CRESO:
(furioso)

Deve morire.

TIMONIDE :
(furiosa)

La colpa è tua, io ti avevo avvertito di non lasciarlo andare

CRESO :
(fatalista)

La colpa è degli dei.

ILLA:
(fatalista)

Io ho odiato ed odio Adrasto, per avermi ucciso l’uomo che amavo, ma non pretendo sangue su sangue.

TIMONIDE :
(con voce fiera)

Gli Dei! Gli Dei! .

ILLA:
(fatalista foce soffocata da un singulto)

Se la vecchia Atropo aveva deciso di tagliare il filo che legava Ati alla vita poteva succedere anche nella sala del trono.

TIMONIDE:
(alterata)

Non succedeva!

CRESO:
(furioso)

Adesso lasciatemi solo con Ati

(Escono di scena, rimane solo Creso e Ati sdraiato sulla barella)

CRESO:
(disperato)

Ati tu mi hai lasciato come una pentecoste in un mare buio sotto un cielo lugubre di nubi basse senza approdo né riparo. Dei … dei, perchè dopo avermi tanto esaltato mi avete abbandonato … e perché proprio a me e non a un altro, perché avete inferito su di me. Perché o dei, lusingate così tanto gli uomini che volete colpire … e voi sareste i miei dei …

IO NON HO PIÙ DEI
E LORO NON POSSONO PRENDERSI GIOCO DI ME

E adesso cosa mi rimane, e cosa ne rimarrà del mio regno,
Ati non ha fatto in tempo ad avere eredi, ed Aliatte è muto

LA TIRANNIDE NON PUO’ ESSERE GOVERNATA DA UN MUTO

(Si accascia sul palco)

Loro i presunti dei hanno distrutto la mia vita

(Accarezzando il volto di Ati)

Tu sei qui, e dovevi governare ed io vecchio potevo solo morire ….

(Piange)


ATTO 2
SCENA 13
( CRESO – SENOFANE – ADRASTO - ASSIDORO - EGEO)


(Entra Senofane)

SENOFANE :
( ossequioso)

Il nobile Adrasto chiede di essere ricevuto

CRESO:
(furioso)
fatelo entrare

(Creso si siede sul trono
Adrasto entra porge una spada ai piedi di Creso e poi si prostra ai suoi piedi)

CRESO:

(Dopo un breve silenzio di disprezzo ed odio)

Nobile Adrasto portatore di sventura, io ti ho purificato, accolto nella mia reggia, trattato come un figlio e tu ingrato ... hai ucciso il mio Ati prediletto ed erede al trono di Sardi. Vile scellerato, non proferisco parole, perchè l’odio che ho nei tuoi confronti è talmente forte.
Tu Adrasto sei qui davanti a me, e il mio disprezzo è grande, tu Adrasto sei la maledizione divina, tu mandato da chi, da coloro che lassù pensano di governare gli uomini. Io ti salvai,quando ramengo vagasti, da polis a polis e senza un giaciglio, mendicavi un avanzo alle nostre mense e pronto eri per ripartire, e ricominciare la tua triste nova, con i porci dovevo mandarti altro che purificarti.
Io sono qui, e cosa pensi debba fare, accogliendoti, accoglierti come un figlio. Ho perduto anche l’amicizia di tuo padre, non dovevi ricevere onori ma solo dovevo farti sbranare dai cani. Ed ora miserabile mi porgi la spada e chini il capo, cosa vuoi da me .... cosa vuoi da me.

(Scende dal trono e raccoglie la spada, e la avvicina alla testa di Adrasto mimando di colpirlo)

Ecco basterebbe poco, basterebbe solo un attimo per mozzare questa testa ed appenderla fuori dalle mura in modo che tutta Sardi possa vederla.
Basterebbe poco a lasciarti in vita ma mozzare queste mani sacrileghe, in modo che tu vile rammenteresti per tutti i giorni che ti rimangono prima dell’incontro con Caronte un perenne ed infausto ricordo. Basterebbe, ma non posso e ne voglio macchiarmi le mani con il sangue di un purificato.
Nobile Adrasto, io ti rendo la tua punta ed ora vai sai cosa fare

(Rende la spada ad Adrasto)
)Adrasto bacia i piedi di Creso, il re si siede sul trono,
Adrasto per un minuto rimane prostrato poi raccoglie la spada e si dirige verso il feretro, si prostra prende la spada e se la conficca nel ventre
Adrasto si accascia al suolo
Entrano i barellieri, portano via il corpo di Ati e il corpo di Adrasto
Creso rimane seduto sul trono immobile)

ATTO 2
SCENA 14
( STESICORO - SENOFANE)

(Entrano in scena Senofane e Stesicoro)

STESICORO :
(preoccupato)

Senofane, i confini sono in fermento, i Frigi sono passati con Ciro, i persiani seminano terrore e morte. L’esercito vuole controbattere, ma è fermo relegato nelle tende, aspettano solo che Creso prenda il comando.
Ma lui che fa?

SENOFANE:
( preoccupato)

Insensibile ai richiami, sono giorni che non si muove dalla reggia

SINICORO :
(preoccupato)

Questa inedia sarà la sua fine e la fine di Sardi.

SENOFANE :
(preoccupato)

Bisogna fare qualcosa.

SINICORO :
(preoccupato)

Bisogna prendere il comando della tirannide, bisogna uccidere Creso.

SENOFANE : (preoccupato)

E chi lo fa ?

SINICORO :
( preoccupato)

Devi farlo tu, sei il dignitario più anziano.

SENOFANE:
(preoccupato)

Io!

SINICORO :
(preoccupato)

Si per il bene del regno, e sono sicuro che hai un’idea.

SENOFANE :
( convinto)

Con l’aiuto di Ares entrerò nella regia portando questo calice di ambrosia,e mentre lui prostrato berrà questo nettare io gli pianterò il ferro nel cuore.
Dopo farò in modo che tutti credano che si sia ucciso, intanto tu vai ad allarmare le truppe, riprenderemo presto la frigia.

SINICORO:

(fiducioso)

Senofane nostro re

SENOFANE:
(fiducioso)

Vado a prendere l’ambrosia.

(Escono di scena)

ATTO 2
SCENA 15
( CRESO - SENOFANE)

(Creso,accasciato sul palco, con una punta tra le mani)

CRESO:
(disperato)

Poseidone, ti prego intercedi per me nei confronti di Ade, Moire che dall’alto donate l’alito della vita e poi tagliandolo accompagnate gli umani al cospetto di Caronte, prendete il mio filo e con la lama più acuminata recidete di netto la mia vita con le vostre vecchie membra ricurve, esaudite vi prego la volontà di questo vecchio, Accoglimi nella tua barca Caronte. Dammi la forza Poseidone di conficcarmi questa punta sul petto, toglimi da questo mondo e fammi tornare da dove sono venuto. Accogli ti prego questa mia supplica, ieri ho sacrificato due tori, dammi ti prego la forza di uccidermi, io che nella mia vita ho strappato il cuore ai miei nemici, ed ho fatto mozzare mani e piedi ai traditori. Io :che in battaglia, incurante dei dardi, ho condotto le mie truppe al trionfo sfidando l’Ade amico. Perchè non riesco a guidare questa punta per raggiungerti o Ati nel regno di Persefore.

SONO DUNQUE DIVENTATO VILE

(Creso è accasciato al suolo entra Senofane con un’ascia nascosta sotto la veste con una mano porta un coccio pieno di ambrosia)

SENOFANE:
(infido)

Mio re vi ho portato questo nettare di ambrosia

CRESO:
(disperato)

La mia vita non ha più uno scopo, vedo la caverna dell’Ade

SENOFANE:
(infido)

L’Ade per voi è ancora lontano adesso bevete

(Creso si china per bere, passata la tazza Senofane tira fuori l’ascia per sferrare il colpo,
ma in quel momento il tiranno di Sardi lancia in alto il coccio prende la spada e trafigge il ventre del traditore che si accascia moribondo, il re, si alza di scatto e grida)

OPLITI ALLE ARMI RIPRENDEREMO LA FRIGIA, MOZZEREMO LE TESTE AI PERSIANI.

Compaiono due opliti, i due battono gli scudi gridando CRESO ..... CRESO

E Creso grida
VOGLIO LA TESTA DI CIRO

E tutti gridano

SARDI .... SARDI ................... CRESO ….. CRESO

(E con le armi rivolte verso il cielo escono di scena.)

SIPARIO