CRIMINALE DA  STRA…PAZZO

di

Gerry Petrosino



2002
Pippo, ha appena tentato, senza successo, di rapinare la banca presso la quale lavora. Stressato, umiliato e vessato da sua moglie, dai suoi superiori, nonché dai suoi stessi colleghi, in preda ad un raptus, armato, intima alla cassiera di consegnargli tutto il danaro. Un gesto, il suo, spropositato, vista l’indole pacifica e remissiva, tant’è che il suo “colpo” fallisce perché in banca c’è già stata una rapina. Dopo aver, involontariamente sparato al direttore, in preda al panico, si rifugia in un palazzo, penetrando in un appartamento vuoto.
Mentre è alla finestra, nell’appartamento si introduce una donna. Pippo pensando si tratti della proprietaria, la stordisce con il calcio della pistola, la fa sedere e inizia a raccontare tutte le sue disavventure. Finalmente, può come un fiume in piena, dare sfogo ai fantasmi che affollano la sua mente di grigio impiegato. Finalmente c’è qualcuno, che sebbene costretto, deve ascoltarlo senza interromperlo. Eva, questo è il nome della donna, ascolta impotente il lungo soliloquio di Pippo, fino a quando…


Personaggi:

PIPPO
EVA




PIPPO: (alla finestra, in penombra. La stanza è buia, la luce arriva dalla strada) Hanno circondato il palazzo. Che situazione, lì sotto sarà pieno di poliziotti e giornalisti. Perché poi allarmarsi tanto, in fondo ho solo tentato una rapina, senza riuscirci tra l‘altro. Per certe cose bisogna essere portati, bisogna avere la stoffa e anche una buona dose di fortuna. Come facevo a immaginare che pochi minuti prima che arrivassi io, ci fosse già stata una rapina? A quest’ora, avranno avvertito anche mia moglie, sentirai le storie stasera a casa: “Ma cosa hai combinato? Sei impazzito? Adesso lo saprà tutto il condominio, e le mie amiche? Gesù che vergogna!” Che vergogna! Io non ci trovo nulla di cui vergognarsi, perché poi dovrei vergognarmi io? Piuttosto dovrebbero vergognarsi loro, sempre lì a pettegolare. Non fanno altro che parlare di corna, di tradimenti, di scappatelle amorose, di questa o quella tizia scoperta in flagrante con il suo ultimo amante. Certo l’amante! Oggi l’amante l’hanno tutti, cani e porci, mia moglie dice sempre che non mi devo illudere, perché io non sarò mai né un cane né un porco. (si accorge che qualcuno sta per entrare, e si posiziona ad un angolo della porta d’ingresso. Con il calcio della pistola, stordisce Eva, che lascia cadere a terra un grosso borsone che ha con se e perde quasi del tutto i sensi. Pippo, sostenendola dalle braccia, la adagia su una sedia) Zitta, non fiati, non urli, non parli, non faccia movimenti strani, vede, sono armato e…e…e… sono anche pericoloso.

EVA: (ancora stordita) Ma…cosa…

PIPPO: …Mi dispiace, per la botta, ma non sapevo cosa fare…

EVA: …Ma…non…

PIPPO: …Niente domande la prego…(prende il foulard che la donna tiene al collo e la imbavaglia, poi strappa il filo del telefono, e con quello lega le mani e i piedi di Eva dietro la sedia) Ecco! Adesso va meglio. E’ troppo stretto? Sa è che non sono molto pratico, ma vedrà tra qualche minuto si abituerà. Fa male? Le ho fatto un nodo a otto, di quelli che usano fare i militari, tiene bene senza stringere troppo. Io non ho fatto il militare, anche se mi sarebbe piaciuto, serve, serve soprattutto a socializzare ed a imparare la disciplina. Quelle cose del tipo: sistemare la brandina, marciare, fare il piantone, la gerarchia alla mensa, ha presente? Insomma cose di questo tipo, che i giovani d’oggi reputano solo una perdita di tempo. Invece ci vorrebbe un po’ più di disciplina. Non c’è più rispetto.

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Ecco brava! Vedo che anche lei è del mio stesso parere. Io è vero, il militare non l’ho fatto, per via della gamba, sono stato esonerato. Vede! La sinistra è leggermente più corta della destra, ma in modo quasi impercettibile. Dicono che per fare il militare, bisogna essere perfetti, almeno fisicamente. Ma il coraggio? Il coraggio dove lo mettiamo? Voglio dire, sarebbe più giusto selezionare uomini di coraggio, uomini impavidi, piuttosto che fisici perfetti. In fondo in battaglia quello che conta è avere fegato. 

EVA: (nel tentativo di dire qualcosa) Mmm…mmm..mmm

PIPPO: La prego, non si agiti, mi rende nervoso. Sono…potrei essere molto pericoloso, in circostanze avverse. Non le farò del male se mi prometterà di stare zitta e buona, me lo promette?

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Ecco brava, vedo che ha capito. (si allontana alla finestra) Di sotto è pieno di poliziotti, e giornalisti anche, sono qui per me, sa ho appena fatto una rapina in banca, o meglio stavo per rapinare la banca presso la quale lavoro, anzi…lavoravo. Sono bancario. Il fatto di avere questa leggera malformazione, mi ha aiutato, mi ha permesso di essere assunto in banca. Mi perdoni, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Pippo e lei?

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Prego?

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Già, è vero, che stupido, non può parlare, ma non importa, la chiamerò Signora Schnider.

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Signora Schnider, il suo cognome! L’ho letto sulla targhetta della porta. Era aperta, la porta voglio dire, e così mi sono infilato.

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Si, lo so, lei è dottoressa. L’ho letto sulla targhetta; Dr.ssa Schnider, ha ragione anche io ci tengo ai titoli. Sono ragioniere, diplomato con il massimo dei voti. Che cos’è lei, un medico, una biologa? Non me lo dica, mi faccia indovinare, scommetto che lei è una psicologa, ho indovinato?

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Ci avrei giurato, è psicologa, ho indovinato, ho un certo sesto senso io, non sbaglio mai. Dottoressa Schnider, è un bel cognome il suo, che cos’è Ebreo? Il cognome voglio dire, è Ebreo? Sia chiaro non che io abbia qualcosa contro gli ebrei, per quanto questa storia che si consuma da tempo, tanti morti, da una parte e dall’altra, gente innocente, e per che cosa? Una striscia di terra. Che cosa dovrei dire io allora? Sa che il mio vicino di casa si è appropriato di tutto il pianerottolo? Il pianerottolo capisce, ci ha piazzato di tutto, la gabbia del gatto, il cibo per il cane, la bici, le scarpe da lavoro, i giochi dei bambini. I bambini? Guardi non ne parliamo, hanno appiccicato alla mia porta tutti gli adesivi di quegli stupidi cartoni Giapponesi. Com’è che si chiamano? Ah già, Pokemon. Ma dico, ci pensa, hanno riempito la mia porta, la porta di casa mia, con le facce di quei mostri. L’ho anche detto al padre, ma lui niente, fa l’indifferente, sa cosa mi ha risposto? “Ma cosa vuole, sono ragazzini” Ragazzini? Si lo so che sono ragazzini, ma non può permettergli di pisciare nei miei vasi. Sa cosa ha risposto? Incredibile…ha detto: ”quando scappa, scappa, e poi i suoi vasi sono sulla strada” . Sulla strada! C’è una tale puzza davanti casa mia, e tutto per via di quei ragazzini. Guardi, io non ho nulla contro i bambini, anzi mi sarebbe persino piaciuto averne, ma mia moglie, ah mia moglie, non fa altro che darmi dell’inetto, dello stupido, dell’incapace, ripete sempre: “ma come vuoi che crescano i nostri figli con un genitore come te”. Avrei dovuto abbandonarla, mia moglie, avrei dovuto abbandonarla, ma non ho mai avuto il coraggio, non perché fosse indispensabile, in fondo non è una bella donna, e non è nemmeno tanto intelligente. È una di quelle donne tutte casa, chiesa e pettegolezzi, ha presente il tipo? Io purtroppo, ho sempre avuto paura, paura della solitudine, e avere una donna al proprio fianco dovrebbe farti sentire meno solo, anche se mia moglie è come se non ci fosse. Le donne sono egoiste, certo più egoiste degli uomini, non riescono mai a capirti fino in fondo.

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Vedo che approva. Le donne mi creda, sono la rovina degli uomini. Pensi che c’è la mia vicina di casa, la moglie di quel tale, quello i cui bambini pisciano nei miei vasi, ha presente? Bene, la moglie, lascia ogni giorno le sue buste della spazzatura davanti alla porta di casa mia. Come se sulla targhetta di casa ci fosse scritto “Raccolta differenziata rifiuti” si perché, la signora, ha anche la sfacciataggine di metterla distribuita in sacchetti di colori diversi, e poi via, lì a terra tutti ordinati, davanti alla mia porta. Dio Santo, ma come si fa, voglio dire come si fa ogni Santo giorno a vivere così, come si fa a dover sopportare qualcuno che con prepotenza cerca di imporre le proprie leggi. Sei in fila ad un semaforo in attesa del verde, e c’è sempre chi ti suona o inveisce perché non passi, all’ufficio postale o dal medico c’è sempre chi arriva per ultimo e pretende di andare via per primo. E noi? Chi siamo noi? Dei fessi qualunque, dei poveri idioti che hanno scritto in fronte:”approfittate di noi?” (si allontana alla finestra) Mi creda, non c’è più rispetto. Poi torni a casa e tua moglie è pronta lì a farti sentire una merda. “Hai visto il tuo giovane collega? È già diventato direttore di sala dopo appena due anni, e tu che stai da venti anni? Ancora lì a fare lo schiavo allo sportello. Ecco vede? Di sotto è pieno di poliziotti.

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Certo, lo so che non può vedere, era così per dire, nel senso metaforico. Comunque, sono venuti per arrestarmi. I poliziotti sono venuti ad arrestarmi, per via della presunta rapina. Non so perché, ma è andato tutto storto. Ero lì, con la pistola puntata alla cassiera, ho il porto d’armi per la pistola, sa oggi lavorare in banca è pericoloso, circolano un sacco di malintenzionati. Quest’anno abbiamo subito già cinque rapine, e con la mia saremmo arrivati a sei, è un bel record mi creda, solo il Banco di Roma vanta più rapine di noi. Beh! Dico alla cassiera, Rita si chiama: “Rita dammi tutti i soldi che hai nella cassa”. E lei: “ma non dire cazzate, siamo appena stati rapinati”. Che sfiga, e adesso? Mentre ero lì a decidere cosa fare, arriva il direttore che mi fa: “Che cosa significa tutto questo? Che cosa vorrebbe fare lei con quella pistola? Non vede che è ridicolo. Si vada a sedere immediatamente, altrimenti le faccio rapporto”. Dico io: “ho una pistola, Santo Dio, ho in mano una pistola e lui mi dice di sedere?” Mi sono fatto prendere dalla rabbia e così mi è partito un colpo che ha ferito il direttore ad una mano. Poi ho udito le sirene, e non sapendo cosa fare sono fuggito in questo palazzo. La porta era semi aperta e così sono entrato.

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Sì, mi dispiace averla importunata, ma non sono bravo a scassinare, e trovare la porta aperta è stata una fortuna.

EVA: (sempre più agitata) Mmm…mmm…mmm

PIPPO: Ma che cosa le prende, insomma è stata così buona fino adesso, perché agitarsi proprio ora?

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: La smetta, mi rende nervoso.

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Insomma! Le ho detto di smetterla, mi da fastidio sentire la gente lamentarsi. La prego, non vorrà costringermi a chiuderla in una stanza. Le chiedo solo di rimanere calma e in silenzio. Ho solo bisogno di pensare, e magari di avere dei consigli, in fondo lei è Psicologa. Non tema, non le farò del male. Pensi che da piccolo ero negli Scout, e sono stato anche membro della S. Vincenzo. Conosce la S. Vincenzo? È un associazione religiosa, ci si adopera per i meno fortunati.

EVA: Mmm…mmm (con forza tenta di liberarsi, alza la sedia con rabbia) 

PIPPO: Ecco! Lo ha voluto lei. Adesso mi costringe a stringere i nodi. (tenta di stringere i nodi, e non sapendo dove poggiare la pistola, la sistema sulle gambe di Eva) È un po’ lento? Il nodo, dico, è lento! Comunque non so se esista veramente un nodo che si chiami “a otto” l’ho detto così per darmi delle arie. (Eva cerca di fare resistenza, e agitandosi fa scivolare la pistola a terra. Parte un colpo) Maledizione, glielo avevo detto di smetterla di lamentarsi. Si è spaventata? Mi perdoni, ma è stata colpa sua, continuava ad agitarsi. Vuole un bicchiere d’acqua?

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Ha ragione, come farà a bere con quel bavaglio? Ecco, adesso provvederò a toglierlo, però mi deve promettere di fare la brava. Ci sta’?

EVA: Mmm…mmm

PIPPO: Bene, ci sta’. (la libera) Ecco fatto.

EVA: Brutto stronzo rincoglionito. Ma cosa cazzo ti sei messo in testa? Gesù, ma proprio a me doveva capitare un imbranato come questo. Dio, stavo quasi per darmi fuoco, quelle tue storie insopportabili, tua moglie, i vicini, il direttore, ma cosa vuoi che mi importi di tutte queste storie assurde. Dovresti stare in cura da uno Psicologo.

PIPPO: E lei allora? Non è una Psicologa! Credevo di potermi sfogare.

EVA: Sfogare un corno. Preferirei lanciarmi dalla finestra, piuttosto che ascoltare un’altra delle tue storie di merda.

PIPPO: Ma Signora Schnider!

EVA: Senti, ora sono stanca di questo giochino, sciogli immediatamente questi nodi, o giuro che ti strapperò la lingua a morsi.

PIPPO: Dottoressa, lei è arrabbiata per via dello sparo…

EVA: …Deficiente, slegami, cazzo mi hai messo proprio nei casini.

PIPPO Ma Signora Schnider…

EVA: …Ma quale signora…

PIPPO: …Dottoressa, ha ragione, prima i titoli.

EVA: Ma che titoli, che dottoressa, ma lo vuoi capire che mi trovo anche io qui per caso? Sbrigati, liberami subito, se quelli mi trovano qui, per me è la fine.

PIPPO: Quelli? Ma quelli chi?

EVA: Deficiente, la Polizia, di chi credi stia parlando, di tua madre? Ma davvero credevi che quelli fossero venuti qui per te! Credevi davvero che la polizia, i giornali, si sarebbero mossi per catturare un criminale da strapazzo come te, uno che non è abituato ad avere emozioni, uno la cui vita procede piatta, senza troppi diversivi, uno per cui una emozione forte potrebbe essere quella di accorgersi che la bolletta del telefono è aumentata, uno a cui la vita gliela organizzano gli altri, e che quando la moglie decide di andare in vacanza, si va a “Lourdes” ed è contento perché potrà finalmente scoprire che cosa significa soffrire. Credi davvero siano qui sotto a chiedersi che cosa farà adesso il nostro Super Pippo, il nostro pericoloso criminale?

PIPPO: Ma non capisco.

EVA: Non capisco! Ma sei una specie di ritardato o cosa, che cosa c’è ancora da capire, vuoi che ti faccia un disegnino? Quelli sono venuti qui per me, quella borsa lì è piena di soldi. Sono stata io a rapinare la banca dove lavori. Adesso hai capito? Bene, allora se hai capito, liberami subito, idiota.

PIPPO: Beh! Non le permetto di trattarmi in questo modo, oltretutto lei non è nelle condizioni di dare ordini, e poi dimentica che sono armato.

EVA: Armato! Idiota quella è scarica, e poi non riusciresti ad usarla nemmeno con un mirino di precisione. Adesso per favore liberami e facciamola finita.

PIPPO: Liberarla? Se la libero, io divento suo complice, e potrei essere accusato di favoreggiamento, mentre potrei trattenerla e consegnarla nelle mani della polizia. Diventerei un eroe.

EVA: Sì, dei fumetti. Liberami, ti darò la metà dei miei soldi, con quelli sì che sarai un eroe. Con i soldi puoi comperare tutto, anche il rispetto delle persone. In quella borsa ci sono due milioni di Euro, la metà è tua. 

PIPPO: Non credo ci sia bisogno del suo permesso per prendere quei soldi. Potrei prenderli tutti e andare. 

EVA: Andare! E dove? Quei soldi sono segnati, solo io conosco la persona che li può pulire. Con quei soldi, nessuno si permetterà più di dirti quello che devi o non devi fare. Tua moglie, i tuoi colleghi, i tuoi vicini di casa, potrai finalmente mandare tutti a farsi fottere. Sarai finalmente padrone di te stesso. Ora però basta chiacchiere, sciogli questi lacci, e forse faremo ancora in tempo ad organizzare la fuga.

PIPPO: La fuga!

EVA: Che c’è, vuoi che chiediamo alla polizia di darci un passaggio? Bisogna sbrigarsi, tra pochi minuti un elicottero sarà sul tetto. Ora per favore, liberami.

PIPPO: Scusi, ma se sono qui per lei, non vedo di che cosa dovrei preoccuparmi, in fondo capiranno. Il mio è stato quasi un gioco, un momento di debolezza, ho sparato per errore.

EVA: E per errore hai intimato alla cassiera di consegnarti il danaro. La differenza tra me e te, e che io ho portato a termine il colpo, mentre tu No. Oltretutto, per la legge sei colpevole quanto me, e sicuramente tua moglie e i tuoi colleghi saranno felici di avere un argomento in più per prendersi gioco di te. Sentirai i giornali domani: “Bancario idiota, tenta di rapinare una banca già rapinata”

PIPPO: Adesso esagera, mi sembra troppo.

EVA: Troppo, sarà quello che dovrai sopportare una volta fuori di qui. Senza lavoro, senza compagnia e senza libertà, qualche anno di carcere non te lo toglierà nessuno. Adesso hai l’occasione di cambiare tutto. Tira fuori il coraggio.

PIPPO: Il coraggio!

EVA: Certo, il coraggio di prendere quei soldi e cambiare la tua vita.

PIPPO: Non saprei…certo un milione di Euro…in fondo ha ragione, perché continuare a fare una vita come la mia. Soggiogato e umiliato da tutti, e poi che noia, avere davanti agli occhi sempre le stesse facce, le stesse cose, mai un sussulto, mai una botta di vita. Ha ragione, d’altra parte avevo deciso di rapinarla quella banca, e sono le intenzioni quelle che contano, giusto?

EVA: Giusto!

PIPPO: (comincia a liberarla) Bene, e allora io ho intenzione di godermela la vita, e questi soldi fingerò di averli rubati io, da vero criminale, giusto?

EVA: Giusto!

PIPPO: Alla faccia di tutti quegli ipocriti, bigotti e presuntuosi dei miei amici, di mia moglie e dei miei colleghi, giusto?

EVA: Giusto!

PIPPO: Ma non mi ha ancora detto come si chiama.

EVA: Eva! (oramai libera, si avvia a raccogliere la borsa) 

PIPPO: (distratto quasi a seguire una sua fantasia) Eva! Stupendo, come Eva di Diabolik. Mi piace questa cosa, è eccitante, Eva e Diabolik, mi sento già nella parte.

EVA: Quale parte!

PIPPO: In quella di Diabolik!

EVA: Tu! Ma ti sei visto, Diabolik Pippo? Sai penso proprio che tu non abbia il minimo senso della realtà.

PIPPO: In che senso?

EVA: (apre la borsa e tira fuori una pistola) Nel senso che questo non è un fumetto e tu non sei Diabolik, ma solo un semplice, stupido, qualunque Pippo. (spara, Pippo cade a terra morto) Imbecille, credevi davvero che avrei diviso i miei soldi con te? (ride, e mentre si allontana all’uscita) Che storia…incredibile…come fa uno con un nome così ad avere la presunzione di diventare criminale. Pippo, ah…ah…Pippo, roba da matti.

Fine