CROSSPOINT

satura in due tempi di

Alfio Petrini
 

2009




“Taluni eventi la prima volta appaiono come tragedia, la seconda come farsa”.
( Marx )

“Credo che il mistero dell’evidenza possa essere reso noto solo da un’immagine costituita da segni non razionali.
L’arte è un’ossessione della vita “.
(Bacon ).


Personaggi

Sofia

Fulvia

Rosetta, poi come La Primadonna, La moglie di Peninsulo, La Principessa.

Impiccione - poi come Il Domatore di Draghi, Il Diplomatico Insulare, Il Cardinale Troni, Il Capo di Stato Maggiore Peninsulare, Il Consigliere Oceanico, Mamà Mahmet, Il Lattaio, Lo spione, Il Capo della Polizia Peninsulare, L’ispettore della Polizia Peninsulare, Il Primo Informatore Peninsulare, Il Secondo Informatore Peninsulare.

Angelo, organizzatore di recite patriottiche -, poi Angelo Primo Ministro Peninsulare, detto Peninsulo; Angel, aviere della Decima Colonna Oceanica; L’Angelo Grigio; Angelo, il fidanzato di Rosetta.

Il Presidente Insulo - Il Presidente Oceanico - il Presidente Uralico - Il Generale Oceanico - Il Secondo Cacciatore di Draghi - Il Drago Sbuffante - Il secondo Agente Segretissimo – Leonard – Bert – Husky - Mamà Mahmet – Funny – Betty - Il Re - Il Papa – Il Monsignore – La Guardia Svizzera - Il Cameriere in livrea - Il Conte – L’Intellettuale di Corte - Il Mollusco Bivalve - Il Capitano dell’Artiglieria Peninsulare - Il Tenente Osservatore Peninsulare - Mitraglieri Peninsulari - Avieri della Decima Colonna Oceanica – Cittadini Peninsulari – Passanti - Un uomo - Una Donna – L’occhio Spermeatico.



La tragedia è l’esibizione spettacolare dei cadaveri. La farsa in questo caso è un gioco generato dal corpo d’Impiccione. Il ritorno del suo corpo sulla terra non è la forma evidente del destino. Del destino dell’uomo e di Dio non se ne sa niente. Sono pertanto indicibili. Il corpo d’Impiccione ritorna per compiere azioni di disturbo e per creare il divertimento di cui si nutre.

Non bisogna aspettarsi dal teatro un discorso diretto sulla storia. Quando sembra che pronunci quel discorso, spesso pronuncia altro. E viceversa, il più lontano, il più astratto, il più chiuso, apparentemente il più bizzarro testo può essere quello che più ci dice sulla storia e sulla realtà sociale.

I personaggi sono lessemi, non organismi vivi. Come tali sono stati considerati. I movimenti del pensiero e del desiderio sono astorici e atemporali, pur conservando una inequivocabile concretezza.

La trasformazione del corpo dell’attore – deprivata di ogni ornamento costumistico - è una manovra artistica, messa in preventivo dal drammaturgo. Interessa Impiccione, Rosetta e Angelo.

L’assegnazione di più personaggi ad un interprete è un fatto tecnico che riguarda il produttore e il regista.

La tabularità del testo comporta spesso la simultaneità delle azioni fisiche.

La scena materiale è lo spazio dove agiscono fisicamente gli attori. La scena immateriale è costituita dalle immagini fantasmatiche in movimento.

L’azione si svolge in una stanza che somiglia ad una cucina. Una grande finestra sul fondo e due porte ai lati. Lo spazio, occupato da pochi oggetti concreti - un tavolo, una sedia, un fornello a gas e una caffettiera -, è considerato come somma di possibilità e luogo di visioni.



CROSSPOINT
Primo tempo

SCENA 1.
I draghi volanti.

SOFIA, FULVIA, ROSETTA.

CORPO SONORO: “Furie tecnologiche”.

AZIONI SIMULTANEE.
SCENA MATERIALE: SOFIA STA SEDUTA SU UNA SEDIA. FULVIA SUL DAVANZALE DELLA FINESTRA, CON LO SGUARDO VERSO L’ESTERNO. ROSETTA PREPARA IL CAFFE’.

FLUSSO VORTICOSO D’IMMAGINI DELLA SCENA IMMATERIALE: SOFFIONI DI MACERIE E PIOGGIA DI FUOCO.
STACCO: SOFIA BAMBINA CHE GRIDA…
STACCO…CHE CORRE COME FOSSE INSEGUITA DA CANI FAMELICI…
STACCO:…CHE SI FERMA RICHIAMATA DAL PIANTO DI UN BAMBINO…
STACCO:…CHE CORRE VERSO DI LUI CON LE BRACCIA PROTESE.
STACCO: UN ANGELO DI MARMO CON UN’ALA SPEZZATA VOLA ATTRAVERSANDO UN SOFFIONE ROVENTE.
STACCO: CROSSPOINT SUL BAMBINO CHE PIANGE.
STACCO: DETTAGLIO DELL’ANGELO CHE VOLA, CHE CADE….

CESSA IL PIANTO DEL BAMBINO.
Il CORPO SONORO SVANISCE.

RESTA IL VOLO SILENZIOSO DELL’ANGELO COME TRACCIA RETINICA.
.
SOFIA ANSIMA.
ROSETTA – E poi?
SILENZIO RIEMPITO.
ROSETTA RIEMPIE UNA TAZZINA DI CAFFE’.
FULVIA FUMA.
SOFIA – Volava come un demonio.
ROSETTA – E poi?
SOFIA – Cadde sul bambino.
FULVIA - Non è vero.
SOFIA – Lo so io, se è vero o non è vero.
FULVIA – Di verità si muore, mamma! Si muore in questa casa.
SOFIA – Taci, svergognata!
ROSETTA PORGE LA TAZZINA DI CAFFE’ A SOFIA .
ROSETTA – C’è il tuo nome nel libro.
SILENZIO RIEMPITO.
ROSETTA – I compagni di scuola mi fanno domande.
SILENZIO RIEMPITO.
SOFIA - Perché insisti?
SOFIA BEVE UN SORSO DI CAFFE’.
SILENZIO RIEMPITO.
SOFIA SOSPIRA.
SOPHIA – Il soffio portò via anche me. Atterrai non so dove. Con le ossa ancora sane vagai in mezzo alle macerie non so per quanto tempo. So soltanto che ad un certo punto inciampai sulle gambe spezzate di mio padre.
ROSETTA - E poi?
SILENZIO RIEMPITO.
SOFIA - Accanto, c’era il vestito nero di mia madre. Com’era carina con quel merletto bianco attorno al collo!

RESISTE ANCORA L’OMBRA FANTASMATICA DELL’ANGELO.

SOFIA GEME .
FULVIA ACCENDE UN’ALTRA SIGARETTA. ROSETTA LE PORGE UNA TAZZINA DI CAFFE’.
SOFIA - Quel giorno eravamo usciti tutti e quattro. All’alba eravamo usciti per andare al cimitero, dal nonno. Il fratellino era felice. Sarebbe andato in tram per la prima volta. Durante il viaggio non fece una mossa. Rimase attaccato al finestrino. Era estasiato, come il giorno in cui vide il mare per la prima volta. Quando gli apparve davanti, non riusciva a vederlo. Papà glielo indicava, ma lui non lo vedeva. Era il 19 luglio. Quasi un anno dalla morte del nonno. Papà e mamma davanti e noi due dietro. Comprammo i crisantemi più belli del mercato, davanti al cimitero. Stavamo per superare il cancello di ferro, quando mi sentii tirare il braccio : “Uh, guarda che bel cavallone”, e mi passò davanti saltellando.

SILENZIO RIEMPITO.

SOFIA - La morte è una ferita aperta.

DA UNA BOTOLA VIENE FUORI IL CORPO D’IMPICCIONE. LANCIA A ROSETTA UN ABITO CON IL MERLETTO BIANCO, UN CAPPELLINO E UN PAIO DI SCARPE CON I TACCHI A SPILLO CHE ROSETTA METTE SUL DAVANZALE. MENTRE IMPICCIONE SI VERSA UN CAFFE’, ROSETTA INDOSSA L’ABITO.
SOFIA - L’angelo ha un’ala spezzata.Ha soltanto un’ala, ma vola come un demonio.

LA FIGURA DELL'ANGELO SI DISSOLVE E SPARISCE.

SOFIA - Poi cadde. Cadde sul bambino, e il bambino sparì. Stava lì, davanti a me, e all’improvviso non c’era più. Sparito. A fatica lo tirarono fuori. A fatica. Non so come fecero. Non lo so. Non l’ho mai voluto sapere. Non ho più saputo niente, né del bambino né dell’angelo.

ROSETTA SI FA IL SEGNO DELLA CROCE.

IMPICCIONE - Su, andiamo.
ROSETTA – Dove?
IMPICCIONE – Lontano.
ROSETTA – E come ?
IMPICCIONE – Senza fare una mossa.
ROSETTA – Come faremo ad andare lontano se rimaniamo qui?
IMPICCIONE – Andare, restare, partire…Molta differenza, poca differenza: nessuna differenza, mia cara.
SOFIA – (A IMPICCIONE) Di che t’impicci tu?
IMPICCIONE – Andremo dove nascono gli uragani, nonna. Uragani di sberleffi. E tempeste di risate, perché no? Andremo dove si possono sparare fesserie senza passare da imbecilli, dove non ci sono vincoli, dove non serve avere la memoria, ma è utile praticare la dimenticanza dei libri di storia, più o meno decenti come questo.
SOFIA – E’ matto.
IMPICCIONE - E nei campi barbarici ci accamperemo. Perché è lì, in quei luoghi, che si trovano gli angeli che volano come demoni. Ed è lì che li troveremo.
SOFIA – Vattene.
IMPICCIONE METTE IL LIBRO “GLI ANGELI NEL CIELO DI ROMA” IN MANO A SOFIA.
IMPICCIONE – Non ho la pretesa di fare scoperte e spesso dico ovvietà che volano anch’esse come demoni. Non ci far caso.
SOFIA – Torna nel buco da dove sei venuto.
ROSETTA – (MOSTRANDO IL ROSSETTO SULLE LABBRA) Ti piace?
IMPICCIONE. – Che fuoco!
SOFIA - La tua bocca contamina la bocca
IMPICCIONE - (A FULVIA) E tu ce l’hai il fuoco?
SOFIA – Il suo brucia, ma non riscalda.
IMPICCIONE - Anche tu cerchi un angelo?
FULVIA – Angelo è un bel nome. Mi piacerebbe avere un uomo che si chiamasse Angelo. Ma, mi raccomando, che sia un demonio. Gli angeli buoni non mi piacciono. Nella vita degli uomini sono sempre arrivata o troppo tardi o troppo presto. Questa volta, se mi capita un bel Satanasso, lo predo al volo e non me lo faccio scappare. (CON L’ESPANSIONE DELLA SUA ANIMA IRROMPE IL SOGNO). “Oh, Angelo, ti vorrei dire una cosa. Ma è una cosa che non si dice. Non si deve dire. Se si dice, non ha più valore.Si fa e basta”.
SOFIA – Pazza.
FULVIA – Sì, pazza. Pazza.
SOFIA – Perché non sono rimasta muta?
FULVIA – Per tormentarmi.
SOFIA - Muta dovevo restare, quel giorno.
FULVIA – Per punirmi non sei rimasta muta.
SOFIA - Muta per sempre dovevo restare.
FULVIA - Si può essere privi di speranza senza disperare, ma tu vai oltre ogni misura, mamma.
SOFIA - Che Dio ti perdoni!.
FULVIA – Dio è scappato.
SOFIA – A sentire te, demonio, è scappato.
FULVIA - Dio cerca Dio, ma non lo trova.
SOFIA – Basta.
FULVIA – L’hai detto, mamma. Basta. Basta con la storia dell’angelo che aveva un’ala spezzata. Io un Angelo lo voglio vero, e tutto intero, dalla testa ai piedi. L’ho ascoltata cento volte quella storia. E l’ho anche letta.
SOFIA GETTA A TERRA IL LIBRO.
SOFIA – Gli scrittori si accaparrano Dio, tu lo escludi dalla necessità di esistere.
FULVIA – E’ un’idea che mi limita.
SOFIA GEME. SI STROFINA LE MANI.
SOFIA - Solo nelle mani trovo frescura. Solo nelle mani. Andate via, lasciatemi sola.
IMPICCIONE – (GALOPPANDO SUL POSTO).A cavallo, a cavallo! Oltre il limite, oltre il confine, oltre la soglia vi voglio portare.
ANCHE FULVIA E ROSETTA GALOPPANO SUL POSTO.
IMPICCIONE - Vi porterò in luoghi dove vedrete cose mai viste. Entreremo nella pancia della terra e arriveremo fino al cielo alto delle nuvole. Vedremo la terra che non avrà il cielo e il cielo che non avrà la terra.
FULVIA – Di più, di più!
IMPICCIONE - E quando la terra e il cielo prenderanno fuoco, anche il mare che sta sopra la terra prenderà fuoco, e migliaia di angeli voleranno come demoni sopra le nostre teste.
FULVIA – Di più, di più!
IMPICCIONE –. Attraverseremo il sotterraneo della superficie e il ventre nero della menzogna.
SOFIA – Perché mentire?
FULVIA - Sognare, mamma! Sognare.
IMPICCIONE - Forse il buio ci mostrerà qualche scintilla.
SOFIA – Andate via.
IMPICCIONE- Si nasconde vergognoso tra le gambe, ma giuro che è il mio cavallo è più bel cavallo che ci sia. Ci porterà più lontano di quanto il sarto abbia potuto immaginare.
SOFIA –Tu uccidi Dio. Pronunci parole maledette. Maledette per quello che dicono, per quello che non dicono e per il suono che nascondono. Chi ha insegnato la parola agli uomini?
I TRE CAVALIERI CONTINUANO A GALOPPARE, SPINTI DAL MOVIMENTO DELL’ANIMA CHE E’ IL MONDO E DAL MOVIMENTO DEL MONDO CHE E’ IL DESIDERIO.



SCENA 2.
Il viaggio.

SOFIA, ROSETTA, IMPICCIONE, FULVIA, ANGELO.

CORPO SONORO: “Il viaggio”.

AZIONI SIMULTANEE.
SOFIA STA SEDUTA.

ALTROVE, ANGELO – L’ORGANIZZATORE DI FESTE PATRIOTTICHE - INDOSSA UNA TUTA MIMETICA.

IMPICCIONE, ROSETTA E FULVIA SFRECCIANO A CAVALLO DI UNA BOTTE NEL CIELO DELLA CITTA’.
FULVIA - Sorella mortale, addio. Ti lascio la casa dove giaci raccolta. E la luce, il vento e la pioggia ti lascio, perché la pioggia, il vento e la luce, come tu vuoi, ti accolgano. Mi piace il nome che porto e accetto con l’artificio effimero di vivere nelle parole di Fulvia. Lascio le ombre della casa e volo verso luoghi umbratili della scena dove sarò ammirata e applaudita. Meglio vivere incompiuta sulla scena totale che vivere totalmente tra le mura di una casa. Meglio essere vista, che guardare. Ecco, ho perduto il peso della carne e ho assunto la trasparenza necessaria. Addio.




SCENA 3.
L’illusione pienamente riuscita.

SOFIA, FULVIA, ROSETTA COME “LA PRIMADONNA”, IMPICCIONE COME “IL DOMATORE DEI DRAGHI SBUFFANTI”, ANGELO, IL SECONDO CACCIATORE DI DRAGHI, IL DRAGO SBUFFANTE, MITRAGLIERI, CITTADINI.

CORPO SONORO – "Noche oscura, battistrada ai viaggiatori".

AZIONI SIMULTANEE.
SOFIA - COME SEMPRE DURA, OSCURA E OPPOSITIVA – STA SULLA SEDIA, CHE SEMBRA UN PROLUNGAMENTO DEL SUO CORPO.

IL DOMATORE DI DRAGHI – (AL MEGAFONO) A posto, cominciamo.
FULVIA – Oh, finalmente!
IL DOMATORE DI DRRAGHI - Non volerà una rondine sulla città, ma dobbiamo prepararci al peggio. Tutti ai loro posti.
FULVIA – Mi manca il fiato.
LA PRIMADONNA – E’ al debutto la bimba. Io dove entro?
IL DOMATORE DI DRAGHI - Dove vuoi, cara. Avanti, lasciate la città. Se avete dei parenti, raggiungeteli. E se partite con tutta la famiglia, non caricatevi come asini di roba.
UN CITTADINO – Io non posso partire.
IL DOMATORE DI DRAGHI – Immagina che un attacco aereo ti sorprenda in mezzo alla strada. Cosa fai? (IL CITTADINO PROPONE UNA MASCHERA DI MERAVIGLIA) Sì, va bene, sei sorpreso, ma dove vai? Che fai? Rispondi. Cerchi un riparo, no! (IL CITTADINO CERCA IN TERRA). Dove guardi? Dove sta il rifugio? Il rifugio non sta in terra. Il buco, la buca, la fossa sta in terra, ma il nostro rifugio non è sotterraneo. Quindi devi cercare la....la....la porta, no? Quella porta. (IL CITTADINO SI GUARDA ATTORNO). Sta lì, davanti ai tuoi occhi. Avanti, correte! SveltI, l’attacco è cominciato! Correte. (I CITTADINI CORRONO IN TUTTE LE DIREZIONI). Non a casaccio. Non perdere la testa. (ORA SI MUOVONO CON ENFATICA DISINVOLTURA).
FULVIA – La porta non c’è.
IL DOMATORE DI DRAGHI – Io la vedo e tu dici che non c’è.
FULVIA – Dove sta?
LA PRIMADONNA – D’accordo, non c’è, ma è come se ci fosse, mia cara.
IL DOMATORE DEI DRAGHI - E cosa fai, se non trovi la porta del rifugio?
FULVIA – Che faccio? Torno a casa.
IL DOMATORE DI DRAGHI - Così ti ammazzano, cretina! Avanti, un po’ di fantasia, un po’ di buon senso! Devi andare contro…?…contro…? Contro quel muro. (LE DONNE CORRONO VERSO DESTRA, GLI UOMINI VERSO SINISTRA. ). Non quello! Quell’altro. (RAPIDA INVERSIONE DELLA CORSA. DI FRONTE AL MURO LE DONNE SI METTONO A PIANGERE PER SOLERZIA). E’ un muro di protezione, non è il muro del pianto! (CESSANO DI PIANGERE). Avete scelto il punto peggiore di tutto il palazzo. Qual’è il punto migliore, quello più sicuro? Quello indicato a pagina tre del libro delle istruzioni che non avete neppure aperto. Svelte, dovete mettervi sotto la volta. Sotto l’arcata. (LE DONNE CORRONO VERSO IL FONDO) Perché l’arcata? Perché? Perché è il punto di maggior resistenza, eh!
FULVIA - E se non c’è l’arcata nel palazzo?
IL DOMATORE DI DRAGHI - Ti prendi il palazzo sul groppone.
FULVIA - Questa parte non mi piace.
IL DOMATORE DEI DRAGHI - Alla signora non piace la parte della bombardata! Che parte vuoi fare, coscia lunga? La signora in vacanza?
FULVIA – Non so, manca l’atmosfera.

SOFIA – Mancano le biciclette.

LA PRIMADONNA – (A FULVIA) Vedrai, mia cara, che il maestro saprà crearla alla perfezione.

SOFIA – Manca il passaggio delle biciclette. Da una parte e dall’altra. Le biciclette.

ARRIVA UNA MUSICA D’ATMOSFERA.
IL DOMATORE DI DRAGHI – Perfetta. Il sole è sceso nel suo covaccio e la notte, come una buona mamma, gli canta la ninna nanna. Le lampadine delle strade riverberano un chiarore azzurrognolo.

SOFIA – Non c’erano. Spegnile.

IL DOMATORE DI DRAGHI - Poche automobili circolano tranquillamente a velocità ridotta.

SOFIA – Non c’erano. Sei sordo? Non passò un’automobile durante la prova. C’erano biciclette, molte biciclette, e basta.

IL DOMATORE DI DRAGHI - L’aspetto della città è allarmante e l’imminenza del pericolo sembra essere stata creata da una mano miracolosa.
LA PRIMADONNA – La tua, mio caro!

SOFIA - Che ruffiana!

IL DOMATORE DI DRAGHI - L’illusione della guerra è realizzata sotto lo sguardo rassicurante della luna. (ALLA PRIMADONNA) Tu sei la luna.
LA PRIMADONNA DANZA “LA LUNA”
IL DOMATORE DI DRAGHI - Sulla città si leva alta la voce delle sirene. Le automobili si fermano ordinatamente sul lato destro della strada.

SOFIA – Non c’erano. C’erano le biciclette. Molte biciclette. E tre o quattro carrozze. Basta.

IL DOMATORE DI DRAGHI - Tutti quelli che sono stati sorpresi per strada corrono diligentemente verso i ricoveri, cercando con cura le arcate circostanti. I vetturini legano i cavalli alle loro carrozze. La voce insinuante delle autoambulanze…

SOFIA – (IN SOVRAPPOSIZIONE) No.

IL DOMATORE DI DRAGHI - ….s’intreccia con il grido possente delle sirene della protezione militare…

SOFIA – (C.S.) No, no, no.

IL DOMATORE DI DRAGHI - Le sirene…..Ho detto, le sirene….

LE DONNE SI MUOVONO RITMICAMENTE, RIPETENDO UN MOVIMENTO. SEMBRA CHE DANZINO. GLI UOMINI LE OSSERVANO: NON PER INTERESSE ARTISTICO.
IL DOMATORE DI DRAGHI - Che fanno, sono sbronze? (AGLI UOMINI) E voi , smettetela di fare i babbei. Cosa fanno? Via, andate via, cretine. Non voglio più vedervi. Datemi le sirene, altrimenti all’allarme non ci crede nessuno. Portatele via, quelle! Via! E fate entrare le masse. Forza. Svelti. (ENTRANO DUE UOMINI). Andate via! (I DUE UOMINI TORNANO INDIETRO) No, voi dovete entrare! Sono quelle galline ubriache che devono andare a dormire. Vi tiro il collo, se non sparite. Ora, forza con le sirene. Le sirene, perdio! E voi, nottambuli, non correte, non gridate, non restate sulla strada, non guardate in cielo, ricordatevi di non restare dove è scoppiata una bomba o dove c’è una nube di gas. Ehi, là dietro, dormite o siete sordi? Ho chiesto le sirene. Datemene almeno una. Datemi un rumore, una botta, una bottarella, una bomba, una bombetta... (VOLA IN SCENA UN CAPPELLO) Nooooo, fannulloni, mangiaufo! Se adesso non mi mandate dentro il Drago, vi sbrano. Sotto. Svelti.
ENTRA IL DRAGO SBUFFANTE. LANCIA SOFFIONI VELENOSI CONTRO I PASSANTI, CHE CADONO STECCHITI. ALTRI PASSANTI, ALTRI SOFFIONI, ALTRI MORTI. TRIONFO DEL DRAGO DANZANTE.
IL DOMATORE DI DRAGHI – Attenzione, cacciatori di draghi, fra poco tocca a voi. Fra poco il ricovero sarà colpito. E voi, che fate affacciati alle finestre. Spegnete la luce, chiudete il rubinetto del gas e dell’acqua e venite giù. Cacciatori, entrate.
ENTRANO ANGELO – VESTITO DA CACCIATORE DI DRAGHI - E IL SECONDO CACCIATORE DI DRAGHI. CON UNA RETE TENTANO DI CATTURARE IL DRAGO SBUFFANTE.
IL DOMATOREE DI DRAGHI - (CONTEMPORANEAMENTE, ANCORA VERSO LE FINESTRE) Ma prima di lasciare la casa rifornitevi, scimuniti che non siete altro. Almeno una bottiglia d’acqua. Ve lo devo dire io che d’estate avete bisogno di bere di più? Tu, giacché ci sei, porta via quel minchione che sta mangiando la marmellata, prendi in fretta un po’ di viveri, quello che trovi, e vieni giù immediatamente. Mi raccomando, le mani devono restare libere. Non è il momento di sbafare, frittelloni di merda. E neppure di fumare.
ANGELO INTERROMPE L’AZIONE E GUARDA FULVIA.
IL DOMATORE DI DRAGHI - Forza, Angelo. Non ti distrarre.
IL DRAGO LANCIA UN SOFFIONE VELENOSO CONTRO IL SECONDO CACCIATORE, LO UCCIDE, SI GIRA, VA VIA.
IL DOMATORE DI DRAGHI – (AD ANGELO) Ehi, svegliati!
SI SENTE UNA BOMBA CHE ESPLODE.
IL DOMATORE DI DRRAGHI - ll ricovero è stato colpito. Non fuggite, aspettate i soccorsi. Vai dentro. E tu non spegnere l’incendio con le mani. Usa la terra. Non usare l’acqua, imbecille, quella serve per bere. Rischi di rimanerci stecchito con i fili dell’energia elettrica scoperti. Fermi, non toccate le bombe inesplose.
ANGELO SI AVVICINA A FULVIA.
IL DOMATORE DI DRAGHI - Angelo, telefona alla protezione civile, alla marina, all’esercito, a chi ti pare, ma telefona invece di fare il cascamorto. (STRILLANDO) L’aviazione! Voi potete raggiungere un altro ricovero soltanto se il vostro è rimasto distrutto. Questa volta, rimani lì, cacasotto. (VERSO LE QUINTE) Forza, fate intervenire l’aviazione, il potenziale massimo della nostra difesa. (VOLANO ALCUNI AEROPLANINI DI CARTA). E fatemi sentire la voce dei mitraglieri.
ENTRANO DUE MITRAGLIERI CON BASTONI IN MANO. ANGELO GUARDA INSISTENTEMENTE FULVIA. FULVIA GLI RISPONDE CON UN SORRISO.
IL DOMATORE DI DRAGHI – Armeggiate con cura e suonategliele di santa ragione a quei bastardi.
I MITRAGLIERI - Tatatata…..tatatata…tatatata….
IL DOMATORE DI DRAGHI – Battute, battute. (POI, VERSO LE QUINTE). Le sirene.
IL PRIMO MITRAGLIERE - Capitano, come si comportano i nostri artiglieri?
IL SECONDO MITRAGLIERE - Bene, generale.
IL PRIMO MITRAGLIERE - Perdite?
IL SECONDO MITRAGLIERE - Nessuna.
IL PRIMO MITRAGLIERE - E il nemico come se la passa?
IL SECONDO MITRAGLIERE – Male, signor generale!
IL DOMATORE DI DRAGHI – (URLANDO) Le sirene. E le mitragliatrici.
I MITRAGLIERI – Tatatata…tatatata…tatatata…
IL DOMATORE DI DRAGHI – Angelo, allontana quella stronza e fai qualcosa.
ANGELO – E’ perfetta.
IL DOMATIORE DI DRAGHI – E’ una perfetta stronza, mandala via.
ANGELO – Va bene per fare la Bombardata.
IL DOMATORE DI DRAGHI – Angelo, non il momento, la parte è stata assegnata.
ANGELO – Eh, no!.
IL DOMAIORE DI DRAGHI – Angelo, ce l’abbiamo già la primadonna.
ANGELO - La festa patriottica è mia.
IL DOMATORE DI DRAGHI - (VERSO LE QUINTE). Le sirene. (AD ANGELO) Lo dico io se deve o non deve fare la Bombardata. (AI MITRAGLIERI). Continuate, imbecilli!
I MITRAGLIERI - Tatatata…tatatata….. tatata…tatata
COME AD UN SEGNALE CONVENUTO ANGELO, FULVIA E I PARTECIPANTI ALLA PROVA ABBANDONANO LA PIAZZA. RESTANO SOLO LA PRIMADONNA - CHE STREPITA DI RABBIA PER LA PARTE CHE LE E’ STATA SOTRATTA - E I DUE MITRAGLIERI CHE CONTINUANO A SPARARE CON I BASTONI.
IL DOMATORE DI DRAGHI – Sabotatori.
I MITRAGLIERI - Tatata…tatata…tatata…
IL DOMATORE DI DRAGHI – (VERSO LE QUINTE) Figlio di puttana, me le dai o non me le dai le sirene?
I MITRAGLIERI – Tatata…tatata…tatata…
IL DOMATORE DI DRAGHI – (SFINITO) L’aspetto della città è esaltante: un tripudio di bocche puntate verso l'alto, una cosmogonia del cielo, una festa da far scoppiare le budella, una poesia sonora per i morti che camminano verso regioni lontane, un’opera d’arte destinata ad entrare nella storia del nostro popolo! (VERSO LE QUINTE) Vaffanculo! (ED ESCE).

SOFIA – Anche tu farai la fine del porco.

FINALMENTE ESPLODE IL CANTO DELLE SIRENE
I MITRAGLIERI - Tatatatata…tatatatata…



SCENA 4.
L’acqua di Narciso.

SOFIA, FULVIA e ANGELO.

AZIONI SIMULTANEE.
FULVIA – E’ per le gambe lunghe che mi vuoi nella recita?
ANGELO NON RISPONDE.
FULVIA – Ammettilo.
ANGELO NON RISPONDE.
FULVIA – Sei entrato senza che io aprissi la porta.
ANGELO NON RISPONDE.
FULVIA - Ti offro la mia mano.
ANGELO NON RISPONDE..
FULVIA - La spalla ti offro.
ANGELO NON RISPONDE .
FULVIA - Incompiuta.
ANGELO – Cosa vuoi in cambio?
FULVIA - Una promessa duratura.
ANGELO E FULVIA SI BACIANO.

SOFIA – Sfacciata.



SCENA 5.
La recita patriottica.

SOFIA, IMPICCIONE, ROSETTA, FULVIA NEL RUOLO DE “LA BOMBARDATA”, ANGELO, DUE AGENTI SEGRETISSIMI, IL PRIMO MINISTRO PENINSULARE NELLE VESTI DEL “TORO ARGENTATO”.

CORPO SONORO: “ Oh, yesse!”.

AZIONI SIMULTANEE .
SOFIA OSSERVA.

LA BOMBARDATA BALLA IN UN CERCHIO MAGICO DI LUCE. HA DUE GRANDI TETTE FINTE ED E’ AVVOLTA NELLA BANDIERA PENINSULARE.
ENTRA LORDO, SOLDATO INSULARE.
LORDO -
Da ragazzo mi divertivo a fare le bolle
smanettavo perché mai lo volevo molle
il giorno e la notte sospiravo oh my God
la lingua di fuori come il fido mio dog

Bambola
se ora butto l’occhio sulle tue virtù
perdo la testa
vado all’attacco e ti bombardo orsù.

Attenta cara che ti bombardo oh yesse
Attenta cara che ti bombardo oh yesse

IMMAGINI DELLA SCENA IMMATERIALE : CROSSPOINT SUL SENO DELLA BOMBARDATA.
APPLAUSI.
LORDO -
Lo spitfire s’alza in volo come piace a te
sfreccia e poi morbido atterra sopra a te
Lordo mi chiamo e sono forte assai
duro lo tengo e non mi stanco mai.

Bambola
se butto l’occhio sulle tue virtù
perdo la testa
vado all’attacco e ti bombardo orsù.

Attenta cara che ti bombardo oh yesse
Attenta cara che ti bombardo oh yesse.
LORDO CERCA DI AFFERARE LA BOMBARDATA, CHE SCAPPA LANCIANDO GRIDOLINI. RISATE. INCITAMENTI. ENTRA TESTADICUOIO, SOLDATO OCEANICO. CON UN PUGNO MANDA LORDO A GAMBE ALL’ARIA .
TESTADICUOIO -
La crema della city mi chiama the king.
mi applaude al gioco del pong del ping
il pezzo da novanta non ciondola invano
ingrano la marcia e vado lontano.

Bambola
se butto l’occhio sulle tue virtù
perdo la testa
vado all’attacco e ti bombardo orsù.

Attenta cara che ti bombardo oh yesse
Attenta cara che ti bombardo oh yesse.

IMMAGINI DELLA SCENA IMMATERIALE : CROSSPOINT SUL SEDERE DELLA BOMBARDATA.

APPLAUSI E FISCHI

TESTADICUOIO -
Il giorno tanto atteso è arrivato alfin
del tuo Paese conoscevo solo il vin
ora che lascio libera la mia bramosia
mi scolo una botte intera di malvasia.

Bambola
se butto un occhio sulle tue virtù
perdo la testa
vado all’attacco e ti bombardo orsù.

Attenta cara che ti bombardo yesse
Attenta cara che ti bombardo yesse.
TESTADICUOIO CERCA DI AFFERRARE LA BOMBARDATA, CHE STARNAZZA A DRITTA E A MANCA.
LORDO E TESTADICUOIO -
Attenta cara che ti bombardo oh yesse
Attenta cara che ti bombardo oh yesse.
LORDO E TESTADICUOIO SI CONTENDONO LA DONNA, CHE CERCA DI DIFENDERSI COME PUO’. COMMENTI. RISATE. ENTRA ANGELO. CON DUE SBERLE MANDA A GAMBE ALL’ARIA I DUE PRETENDENTI. APPLAUSI.
ANGELO -
Sono borgataro gran figlio della lupa
guai a chi tocca il culo della pupa
la mia bomba è la più potente che ci sia
se vi becca finite tutti secchi e così sia.

Bambola
se butto l’occhio sulle tue virtù
perdo la testa
vado all’attacco e te bombardo orsù.

Attenta cara che te bombardo oh yesse
Attenta cara che te bombardo oh yesse.
LORDO – Gira i tacchi e alza la fetta.
TESTADICUOIO – Ti trito ben bene e ti faccio polpetta.
ANGELO DISTRIBUISCE ALTRI CEFFONI. APPLAUSI.
LORDO - Strinato.
ANGELO - Strullone.
TESTADICUOIO - Strippato.
LORDO - Babbuccia.
ANGELO - Monnezza.
TESTADICUOIO - Coticone.
ANGELO – Moscione.
TESTADICUOIO - Castrato.
ANGELO – Culattone.
LORDO – Cornutone.
TESTADICUOIO - Pecorone.
ANGELO - Zozzo.
LORDO – Dimmi, sei stronzo o liquame di merda?
CEFFONE.
ANGELO - A domanda risposta (FA UNA PERNACCHIA).
TESTADICUOIO – (GESTO) Beccati questa supposta.
CEFFONE.
LORDO – Io, di certo, non abbozzo.
CEFFONE.
ANGELO - Fermati al tema, bacarozzo.
CEFFONI A TUTTI E DUE.
APPLAUSI.

IMMAGINI DELLA SCENA IMMATERIALE: CROSSPOINT SULLE LABBRA ROSSE DELLA BOMBARDATA.

TESTADICUOIO – (DISPERATO) Perché non posso scendere in picchiata?
ANGELO - Perché non è a la tua portata.
TESTADICUOIO E LORDO DANNO UN PIZZICOTTO ALLA “BOMBARDATA” CHE STRILLA COME UNA SCIMMIA.
ANGELO – Sono entrato in combustione. Esplodo.
LORDO – Buuuuum, l’ha sparata!
TESTADICUOIO – Buuuuum, senti come rimbomba?
ALTRA SCARICA DI CEFFONI. POI ANGELO ESTRAE UN COLTELLO.
ANGELO - Ascoltatemi bene vI parlo d’amico.
sentite la campana come rintocca?
la femmina se guarda ma non se tocca,
perché se la sfiorate soltanto con un dito
con la firma che metto ve passerà il prurito.
LORDO - Si tocca, si tocca!
LORDO E TESTA DI CUOIO - E la campana mia sai che ti risponde?
Con questa somma l’intesa è presto fatta
Dammi la bambola facciamo pari e patta.
ANGELO - Allora volete ‘n’arrosto mondiale.
LORDO – Se voglio, anche l’Arco di Tito si tocca.
TESTADICUOIO - E se a San Pancrazio salta la porta, sai che m’importa!
ANGELO – Lardone.
TESTADICUOIO - Cazzone.
LORDO - Spaccone.
ANGELO – Vi guarisco io dal bruciore !
ANGELO UCCIDE I DUE CONTENDENTI. APPLAUSI FRAGOROSI.

TRASFORMAZIONE DEL CORPO SONORO: “In cima all’albero della cuccagna”.

DAL VENTRE DI LORDO E DI TESTADICUOIO – CHE ANGELO APRE CON IL SUO COLTELLO – ESCONO FUORI FRAPPE, BIGNE’ E CANNOLI ALLA CREMA, CHE EMANANO UN PROFUMO STRAORDINARIO. STUPORI. APPLAUSI. ESULTANZE. GRIDA DI GIOIA. ANGELO E LA BOMBARDATA SI ABBUFFANO. ROSETTA ANNUSA, MA NON PERCEPISCE ALCUN PROFUMO.

LA BOMBADDATA - Hm!
ANGELO - Attenta, cara, che ti bombardo.
LA BPOMBARDATA – Hm!
ANGELO - Attenta, cara!
LA BOMBADRDATA – Hm!
ANGELO – Attenta!.
LA BOMDARDATA – E bombardami, che aspetti?
ANGELO SI BUTTA SOPRA LA BOMBARDATA. UN SIPARIO ROSSO CADE SUI LORO CORPI. APPLAUSI E FISCHI. IL PIEDE SCOPERTO DELLA BOMBARDATA ESPRIME LO SPASIMO. UN BOATO.

SILENZIO ABISSALE.

SOFIA – Qui solo il càntero ci vuole.

CORPO SONORO: “Il vero e il falso”.

IMPICCIONE – (RIFERENDOSI AD ANGELO) Eccolo, lo abbiamo trovato! Abbiamo acchiappato l’Angelo che cercavamo. Ha accusato la moglie e l’amante di collaborazione con il nemico. Li ha scannati nel letto. Poi ha fatto passare il delitto passionale come atto di giustizia politica.
SOFIA – Non è vero.
IMPICCIONE – Perché menti?
SOFIA – Non ci sono prove.
IMPICCIONE – Perché lo difendi?
SOFIA – E’ falso.
IMPICCIONE – Già, tu sai tutto, lo sai prima degli altri e una volta per tutte. Come quel giorno, me lo ricordo benissimo. Sapevi tutto sin dall’inizio, solo che quello che sapevi non coincideva con quello che sapevano gli altri. Per questo ho detto che non sei in grado di comprendere.
SOFIA – Cosa devo comprendere?
IMPICCIONE – Che comprendere vuol dire continuare a comprendere. Se c’è un destino, è questo il destino dell’uomo. Ma a te sembra un gioco.
SOFIA – Stavo dietro i vetri della finestra quella notte. E anche altre notti. Per questo so quello che tu non sai.
IMPICCIONE – Tu spiavi gli amanti della più famosa favola cittadina ed io ascoltavo le confidenze di un assassino tra un’azione militare e l’altra.(AD ANGELO) Ehi, Angelo. Ti ricordi i buchi che mi hai fatto nella pancia dopo aver eliminato l’amante di tua moglie? Eri accecato dall’odio, non dalla gelosia. O, forse, anche dalla gelosia, chi lo sa?
ANGELO CERCA DI SCAPPARE. IMPICCIONE LO AFFERRA, GLI STRAPPA BARBA E CAPELLI, CHE RISULTANO FINTI. LO SPIRITO/TOPO S’IMPOSSESSA DI ANGELO CHE VA A RIFUGIARSI NELLE BRACCIA DI SOFIA. ENTRANO I DUE AGENTI SEGRETISSIMI, PUNTANDO LE ARMI CONTRO FULVIA.
PRIMO AGENTE SEGRETISSIMO - Alto là.
SECONDO AGENTE SEGRETISSIMO – Ferma.

TRASFORMAZIONE DEL CORPO SONORO: “Visioni”.

FULVIA SI AVVIA COME UN AUTOMA VERSO LA FINESTRA. GLI AGENTI SEGRETISSIMI LE SPARANO. FULVIA CADE A TERRA. SI RIALZA. GLI AGENTI LA STRANGOLANO. LEI CADE A TERRA, SI RIALZA. GLI AGENTI LE TAGLIANO LA TESTA. IL CORPO SENZA TESTA DANZA, SPRIGIONANDO UNA ENERGIA VITALE IRRESISTIBILE. DI FRONTE AL PRODIGIO DELLA TESTA CHE RINASCE DAL COLLO, GLI AGENTI SEGRETISSIMI SVENGONO. FULVIA SI SIEDE SUL DAVANZALE DELLA FINESTRA E ACCENDE UNA SIGARETTA.

TRASFORMAZIONE DEL CORPO SONORO: “Passaggi”

IMPICCIONE – Sofia, so quello che vuoi e ti offro un’occasione. Guarda chi è venuto a trovarci.

APPARE L’IMMAGINE DI PENINSULO NELLE VESTI DEL “TORO ARGENTATO”.

IMPICCIONE – Lo riconosci?
SOFIA – Lo riconosco.
IMPICCIONE – Che gli vuoi dire?
SOFIA – Non l’ho mai incontrato.
IMPICCIONE – Che importa! Adesso il Primo Ministro è qui, davanti a te. -*
SOFIA – I fatti! Devi attenerti ai fatti storici. Le parole nascono nella bocca, per questo mentono. Confondono. Disorientano. Offendono i vivi e i morti. I fatti sono noti a tutti. La storia non può essere né cambiata né dimenticata da un impiccione che pensa di essere Dio. Tu puoi cambiare, se vuoi, il tuo mondo, ma non puoi cambiare la storia.
IMPICCIONE – Il Primo Ministro ti guarda, ti sorride, e tu non hai niente da dirgli.
SOFIA – Se lo avessi incontrato veramente, avrei saputo cosa fare. (MOSTRA UNA PISTOLA). Non ci avrei pensato due volte.

CROSSPOINT SULLA MASCHERA LUCENTE DEL “TORO ARGENTATO”.

IMPICCIONE E ROSETTA – CHE HA IN MANO UN MAZZO DI FIORI - SI MUOVONO A QUATTRO ZAMPE VERSO L’IMMAGINE DEL “TORO ARGENTATO”.
IMPICCIONE – Beeee, beeee...
ROSETTA – Beeeee, beeee…
IMPICCIONE – Beeeee, beeee….
ROSETTA – Beeee,beeeee…
IMPICCIONE – Ascolta la nostra preghiera, papà.
ROSETTA – Beeee..
IMPICCIONE - In cima alla fortezza..
ROSETTA - …alla rocca...
IMPICCIONE - ..al palazzo...
ROSETTA - …alla cella...
IMPICCIONE - …al castello...
ROSETTA – …all’olimpo...
IMPICCIONE - …al bordello dove ti nutri con amenità orripilanti, sappiamo bene che ogni parola è puntualmente registrata.
ROSETTA – Beee..
IMPICCIONE – Ti siamo devoti per questo, papà.
ROSETTA – Beee.
IMPICCIONE – Ti obbediamo per questo, papà.
ROSETTA - Beeee.…
IMPICCIONE – Senza la cicoria dei campi non sapremmo come arrivare alla fine dell’estate, ma abbiamo imparato anche a sopportare la fame, papà.
ROSETTA – Beee..
IMPICCIONE - La disgrazia che ci rende angosciosa la vita è una sfortuna accessoria o una disattenzione democratica? E’ un diluvio universale che ingrassa i soliti becchini, oppure un’esagerazione della vista? Abbiamo fatto un lungo viaggio e siamo impazienti di avere uno straccio di risposta, padre benedetto che stai in cima a quella testa di montagna.

SOFIA – Chiacchiere.

CROSSPOINT SULLA BOCCA DEL “TORO ARGENTATO”.

ROSETTA - Come stai bene, papà!
SOFIA – Parole che seminano tempesta.
ROSETTA LANCIA IN ARIA PETALI DI FIORI.
IMPICCIONE - Tu sei il capo, ma se al resto del corpo non piace più il capo, il capo che fa? Lascia o non lascia il resto del corpo? Verrebbe la tentazione di andare a capo, ma se andiamo a capo, siamo daccapo un’altra volta e non potremo mai dire punto e a capo.Voglio dire che il resto del corpo ha il capo che si merita e nessun corpo può lamentarsi del suo capo, perché si lamenterebbe di se stesso. Insomma, se il corpo sta male, bisogna buttare via il capo oppure tagliare il resto del corpo? Come si fa a mozzare il tronco senza far rotolare il capo? Ti prego, papà, calma il mio strazio con una ragionevole risposta.
SOFIA – Parole che generano caos. Questo sai fare. (METTENDO LA PISTOLA NELLA MANO DESTRA DI ANGELO) Sgonfia quel pallone, così ti rifarai un trucco decente.

CROSSPOINT SULLA FRONTE DEL “TORO ARGENTATO”.

SOFIA – (AD ANGELO) Spara.
IMPICCIONE – Ma no, non serve.
SOFIA – Spara, ti dico.
IMPICCIONE – Lo stabilisco io quando deve morire.
SOFIA – Io disubbidisco alla tua disubbidienza.
IMPICCIONE - Prima mi hai detto che dovevo attenermi ai fatti e adesso lo vuoi farlo crepare prima del tempo.
SOFIA – Vederlo fare adesso non è la stessa cosa che averlo fatto veramente. Ma è pur sempre qualcosa.
ANGELO PRIMA PUNTA L’ARMA CONTRO IL TORO ARGENTATO, POI SCARICA LA PISTOLA CONTRO IMPICCIONE E SCAPPA VIA.

L’IMMAGINE DEL TORO ARGENTATO SCOMPARE.

I DUE AGENTI SEGRETISSIMI BALZANO IN PIEDI E INSEGUONO ANGELO.

TRASFORMAZIONE DEL CORPO SONORO:”Attraversamenti”.

FULVIA – L’ho visto venire dal grembo della terra. L’ho visto venire alla luce del sole come un dio. Ore e ore di baci ho atteso inutilmente. Ore e ore di sospiri e di smarrimenti ho sognato di vivere. Ora il cuore è in gola e l’eco ripete il segreto della fulva lupina. Sono nata con il peccato originale e porto con me una vocazione carica di eternità. (SPINTA DA UN NUOVO SOFFIO DI DESIDERIO). Dove sei, ora? Abiti i sogni del giorno o le veglie della notte? Non hai detto il tuo nome, ma io ti conosco. Ti aspettavo. Vieni.
ENTRA IL TORO ARGENTATO.
IL TORO ARGENTATO – Fulvia.
FULVIA – Angelo.
UN ABBRACCIO.
ANGELO – Tu ridai voce al mio sangue.
FULVIA - Ti offro la mia mano. E la spalla ti offro, incompiuta. La preghiera che ti rivolgo somiglia ad una bestemmia e la devozione è un peccato di gola.
FULVIA – Cosa vuoi in cambio?
ANGELO – Una promessa duratura.

SOFIA - Dio misericordioso, dammi la forza di resistere.

ANGELO E FULVIA SI DISTENDONO SUL SIPARIO ROSSO. IL CORPO SONORO SUSSULTA, POI S’ACQUIETA.

SOFIA – Lo senti?
ROSETTA – (ANNUSA) Non sento niente.
SOFIA – E’ l’odore dei bordelli.




SCENA 6.
Il sondaggio.

SOFIA, ROSETTA, IL PRIMO MINISTRO PENINSULARE - DETTO PENINSULO, FULVIA, IMPICCIONE COME “LO SPIONE”, IL PREMIER INSULARE - DETTO INSULO.

AZIONI SIMULTANEE.
SOFIA OSSERVA E ASCOLTA.

PENINSULO SI ESIBISCE A TORSO NUDO IN POSE VIRILI.

SUL DAVANZALE DELLA FINESTRA, IL CORPO SCINTILLANTE DI FULVIA DANZA PURI MOVIMENTI GETTATI NEL CAOS DEI PENSIERI. I SENI SONO COPERTI DA UNA PELURIA ARGENTATA.

PENINSULO - Vieni qui, spione.
LO SPIONE – Ha voglia di scherzare, Eccellenza!
PENINSULO - Mercato ortofrutticolo?
LO SPIONE - Rifornimento buono. Prevalgono le prugne.
PENINSULO - Mercato del pesce?
LO SPIONE - Pesce di massa discreti arrivi.
PENINSULO - Ovini ed altro?
LO SPIONE - Pollame e conigli, mercato chiuso. Abbondanti invece gli arrivi di pecore. Protesti, fallimenti, pignoramenti, movimento dei pegni creati in grande aumento. Malati di mente, suicidi, indigenti e disoccupati alle stelle.
PENINSULO - Suppliche?
LO SPIONE – Tredici.
PENINSULO - Minacce?
LO SPIONE - Una caterva.
PENINSULO – In quanti mi danno per morto?
LO SPIONE – Non si contano. Una donna sputa veleno che è una meraviglia. L’abbiamo presa. Gliela offro come segno della mia potenza.
PENINSULO - Non fare lo sbruffone. L’arte nella quale ti diletti è una scemenza. E’ il dono effimero di quei poveri scemi che provano il delitto per far finta di essere veri.
LO SPIONE – Libererò il delitto dalla menzogna della finzione, così farò tutti felici.
PENINSULO – Bravo leccaculo, sei un genio quando ti ci metti.
LO SPIONE - Grazie, Eccellenza.
PENINSULO - Oltre a fare il leccaculo, che fai a Palazzo?
LO SPIONE – Tramo contro di lei, Eccellenza.
PENINSULO – Bravo pidocchio, continua.
LO SPIONE - Mi diverto assai a figurare il tempo breve della sua esistenza.
PENINSULO - Ti viene la bava alla bocca solo a pensarci, eh?
LO SPIONE – E’ la mia passione segreta, Eccellenza.
PENINSULO – Lo sai, pidocchio, che succhiandomi il sangue mi allunghi la vita?
SOFIA - Porco, finirai porchetta.
PENINSULO - E’ sincera. Invitala alla mia festa.
SOFIA – Ci sarò.
IMPICCIONE – Devi avere pazienza. Mancano ancora molti giorni.
PENINSULO - Che coppia perfetta! Lei sputa condanne e tu tieni la contabilità.
SPIONE – Mi paga per questo, Eccellenza.
PENINSULO – E le previsioni del tempo che dicono?
SOFIA – Che ci sarà il sole il giorno della festa.
LO SPIONE - Zitta!
SOFIA – Mancano tre giorni.
LO SPIONE – Eh, quanta fretta! Così finiremo per fare un atto unico.
PENINSULO – Pidocchio, non pensi di dover figurare sentimenti meno cruenti?
SOFIA – Mancano cinque giorni.
LO SPIONE – Smettila.
SOFIA – Non è un dettaglio inutile.
IMPICCIONE – Basta.
SOFIA – Sette giorni.
LO SPIONE – Accidenti a te e alla brutta figura che mi fai fare!
SOFIA – Quando il divino Marco cadrà di Pasqua e Antonio di Pentecoste, e quando Giovanni darà il suo corpo, tutto il mondo piangerà. Le cose andranno sottosopra. Chi sta in alto cadrà negli abissi più profondi
LO SPIONE – Oh, così va meglio! Il significato si è fatto obliquo ed il mistero apre ad una infinità d’interpretazioni. Così tutti si sentiranno soddisfatti.
PENINSULO - Non fare il furbo, altrimenti ti schiaccio come un pidocchio.
LO SPIONE – Ho capito. Spengo questa figura e ne accendo un’altra. Ci vuole così poco. (MODELLA IL VISO DI SOFIA).Vede? Adesso sorride. Le è devota, Eccellenza. E questa pollastrella non è da meno. (MODELLA IL VISO DI ROSETTA. POI APPOGGIA IL SANTINO DI PENINSULO SULLA BOCCA DELLE DUE DONNE) Vede, l’adorano, Eccellenza! Così le piacciono? Le piacciono? Mi dica che le piacciono.
PENINSULO – Mi mandano in visibilio.
LO SPIONE – Hanno un atteggiamento molto positivo, vero?
PENINSULO – Uno spione come te dove lo trovo? E per dimostrarti il mio apprezzamento ti voglio fare un regalo.
LO SPIONE – Oh, grazie, Eccellenza!
PENINSULO - Ti nomino Ministro dell’Informazione, così potrai curare meglio la mia immagine.
IMPICCIONE – E io, per darle un segno concreto della mia profonda riconoscenza, le offro la possibilità di partecipare ad un evento eccezionale che rende possibile l’impossibile e virtualmente vicino ciò che è concretamente lontano. Prego, da questa parte.

TRASFORMAZIONE DEL CORPO SONORO: “Pulsioni barbariche in videoconferenza”.

APPARE L’IMMAGINE DI INSULO.
PENINSULO COMPIE UN PERFETTO MOVIMENTO ACROBATICO.

SOFIA – (A IMPICCIONE). Le tue invenzioni mi rivoltano lo stomaco.
IMPICCIONE – Molta differenza o poco differenza non fa nessuna differenza.
SOFIA – Balordo.

PENINSULO INSISTE CON UNA SERIE DI ACROBAZIE MOLTO COMPLESSE, MENTRE LE PARETI INTERNE DI FULVIA CEDONO ALLA VERTIGINE DI UNA DANZA MINIMALE, MA ESTREMAMENTE INTENSA.

ALTROVE, ROSETTA ENTRA IN UN CONO D’OMBRA.

PENINSULO - Io non amo molto parlare.
INSULO – Tacendo, riduci le probabilità di sbagliare.
PENINSULO - Che ariazza!
INSULO - E’ la buriana che ti sbrocca.
PENINSULO – Io invece ho un piano che ti sbreccia.
INSULO – Ragiona, vescica della notte.
PENINSULO – Ragiona, mucca pazza.
INSULO - Cavia cabaya.
PENINSULO - Barbaro.
INSULO – Fermati, sei ancora in tempo.
PENINSULO - Sei tu che devi ragionare.
INSULO - Certo che ragiono.
PENINSULO - (TAPPANDOSI IL NASO ) Oh, sì, lo sento come ragioni!
INSULO – C’è una legge umana che protegge la città eterna dai rischi di un attacco?
PENINSULO – I terroristi come te se ne fregano delle leggi.
INSULO – Oppure c’è una legge divina che la protegge?
PENINSULO – Ho capito, le lezioni di Cesare e di Claudio non ti sono bastate.
INSULO – Ti lancerò contro la macchina inesorabile di una guerra democratica.
PENINSULO – La guerra sarà democratica, ma tu sei una montagna di ciccia doppiata da un leone che ruggisce.
INSULO – Camadreja.
PENINSULO - Pait.
INSULO - Paitàz.
PENINSULO - Paiton.
INSULO - Paitom.
PENINSULO - Che lordura!.
INSULO - Che canata!
PENINSULO - La vela ducale è naufragata nel letamaio, sir!
INSULO - Oh, divino usignolo di Arcadia, come canti bene!
PENINSULO - No, suono lo zufolo per il concerto a quattro zampe di tua sorella.
INSULO – Latrina.
PENINSULO – Buco nero.
INSULO – Ascesso.
PENINSULO - Strippato.
INSULO – Budellone.
PENINSULO –.Trippone.
INSULO – Bidone.
PENINSULO – Pattumiera.
INSULO - Bastardo.
PENINSULO – Sacco di merda.
INSULO - Sarà un piacere servirti la sbobba che ti ho preparato.

L’IMMAGINE DI INSULO SPARISCE.

SOFIA - Perché Prometeo ci ha insegnato la combinazione delle parole, se le parole restano mute?

PENINSULO – Spione, sono profondamente disgustato dal turpiloquio di quel lardone. Anzi sono incazzato. Cerca di farlo sapere in giro. E sparisci.
PENINSULO E’ ESTASIATO DALLA PERFEZIONE DELLE FIGURE RITMICHE DI FULVIA. FA UN SALTO MORTALE IN AVANTI E NAUFRAGA SULLA SCHIENA. IL TONFO RISUONA IN TUTTO IL MONDO OCCIDENTALE.



SCENA 7.
Verso la decisione di Casablanca.

SOFIA, IL PAPA, INSULO, PENINSULO, OCEANICO, URALICO, FULVIA, ROSETTA, IMPICCIONE COME “DIPLOMATICO INSULARE”, “IL CARDINALE TRONI”, “IL CAPO DI STATO MAGGIORE PENINSULARE”, “IL CONSIGLIERE OCEANICO”.

CORPO SONORO: “Maree”.

AZIONI SIMULTANEE.
ROSA HA L’OCCHIO FOLLE. VEDE E ASCOLTA CIO’ CHE NON VORREBBE NE VEDERE NE’ ASCOLTARE.

ALTROVE, ROSETTA ENTRA IN UN CONO DI LUCE.

CIMINIERE FUMANTI.
INSULO - Immaginiamo di bombardarla.
Il DIPLOMATICO INSULARE – Oh, sì, bombardiamola.
INSULO – Zitto, è’ solo una ipotesi.
IL DIPLOMATICO INSULARE – Ieri mi ha detto che l’avrebbe bombardata, se il Cairo fosse stato bombardato.
INSULO - Ma il Cairo non è stato bombardato.
IL DIPLOMATICO INSULARE – Non hanno bombardato il Cairo, ma l’anno scorso hanno bombardato le capitali di mezzo mondo perché ritenevano vicino il nostro collasso.
INSULO - Anche New York, Carachi e Boenos Aires potrebbero saltare in aria.
IL DIPLOMATICO INSULARE - Allora bombardiamola.
INSULO – La bombardiamo. Ma no, che mi fai dire? La bombarderemo solo se sarà necessario.

NUVOLE D’INCENSO.
TRONI - Santità, il mastino insulare è pronto a saltarci addosso.
IL PAPA - Mio dio!
TRONI - I militari non hanno cuore, Santità.
IL PAPA - Atene e il Cairo non sono state toccate.
TRONI - Ma altre capitali sono state ridotte ad un colabrodo.
IL PAPA – E sulla sponda oceanica che si dice?
TRONI – Dicono e non dicono.
IL PAPA – Mi hanno dato delle rassicurazioni. Aggredire me, vuol dire aggredire trecentocinquanta milioni di cattolici. Se ne rendono conto o sono diventati matti?

IL MAPPAMONDO SPLENDENTE.
IL CAPO DI STATO MAGGIORE PENINSULARE - Il Papa è furioso.
PENINSULO – (ACCAREZZANDO IL “MAPPAMONDO” DI FULVIA) Farà una omelia?
IL CAPO DI STATO MAGGIORE - No, lancerà una scomunica.
PENINSULO - Allora è proprio incazzato.
IL CAPO DI STATO MAGGIORE – Tuttavia spera ancora.
PENINSULO - Lui spera, ma noi spariamo, se vengono.
IL CAPO DI STATO MAGGIORE – Non verranno, non avranno il coraggio di farlo. Il cupolone è un ombrello sicuro.
PENINSULO – (INDICANDO IL” MAPPAMONDO” SPLENDENTE DI FULVIA) E di questo mappamondo che ne dici? Ti piace?

SOFIA – Che schifo!.

PENINSULO – E questi puntini cosa credI che siano? Sembrano nei, adorabili e profumatissimi nei. Invece no, sono nemici in agguato, pronti a saltarci addosso. E se ci saltano addosso, se lo pappano. Invece me lo voglio pappare io, è ovvio. E allora, tu cosa fai per farmelo pappare ?
IL CAPO DI STATO MAGGIORE - Ho preparato un piano d’attacco.
PENINSULO - Un piano di difesa vorrai dire.
IL CAPO DI STATO MAGGIORE – Lo sa che abbiamo duemilaquattrocentotredici caccia, centosessantotto 202, duecentotrentaquattro 200, centonovantacinque CR 42 e milletrecentocinquantuno bombardieri. Li ho contati personalmente, Eccellenza!
PENINSULO – La conta è confortante, ma i conti non tornano, generale. I Servizi Segreti mi hanno fornito altri dati. Gli apparecchi disponibili sono appena un terzo. I 200 e 202 sono superati. I caccia non hanno un cannone da 20 e neppure da 37. Che cacciamo, se non possiamo cacciare?
IL CAPO DI STATO MAGGIORE - Ho dato ordine di costruire velivoli di legno.
PENINSULO – Se li metta nel culo.
IL CAPO DI STATO MAGGIORE - Consumano meno benzina, Eccellenza!
PENINSULO - La benzina non basta neppure per quelli che abbiamo. Non basta neppure per fare la prova dei motori.
IL CAPO DI STATO MAGGIORE - Ce la faremo prestare.
PENINSULO - Accattone! (GLI SPARA AI PIEDI CON LA RIVOLTELLA ).

GOLA PROFONDA.
OCEANICO –(METTENDO IN BOCCA UNA MANCIATA DI CARDIOASPIRINA) Il Papa lancerà la scomunica?
IL CONSIGLIERE OCEANICO – (C. S.) No, farà una omelia.
OCEANICO –Tanto per cambiare.
IL CONSIGLIERE OCEANICO –Tanto per cambiare ha battuto cassa.
OCEANICO – Lui fa l’omelia e noi gli facciamo l’elemosina.
IL CONSIGLIERE OCEANICO – (PORGENDO UN FOGLIO) Mi ha dato l’elenco dei danni alle proprietà ecclesiastiche.
OCEANICO – Cazzo!

COMBUSTIONE D’INCENSO.
IL CONSIGLIERE DEL PRESIDENTE OCEANICO - Ci sono buone probabilità che l’elenco dei beni danneggiati sia accettato.
IL PAPA – Non siamo qui per questo. La città salvata dallo starnazzare delle oche dovrà essere distrutta dalle furie di un’armata cattolica? E’ questo il punto. Risponda.

WHISKY A GARGANELLA.
OCEANICO - Eminenza, non ho alcuna intenzione di bombardare Rom..
TRONI - Il suo consigliere diplomatico ha detto che la decisione è stata presa senza battere ciglio.
OCEANICO - Era ubriaco. Il comando aereo non ha neppure ventilato una ipotesi del genere.
TRONI – Allora deve fare subito una dichiarazione alla stampa.
OCEANICO – Per dire che sono ubriaco?
TRONI - Allora è vero!
OCEANICO – Non è vero. Solo un ubriaco può pensare una cosa del genere.
TRONI - E sulla lista che risponde?
OCEANICO - Rispondo cash.
TRONI - Thanks. Il Papa sarà costretto a lanciare una scomunica.
OCEANICO - Sapevo che avrebbe fatto un’omelia.
TRONI - Quando è infuriato lancia solo scomuniche.
OCEANICO – Così farà il gioco di Peninsulo.
TRONI – Dipende da lei. E’ vero o non è vero?
OCEANICO - Per prendere il gallo dobbiamo andare nel pollaio, per entrare nel pollaio dobbiamo fare un intervento mirato, ma l’intervento di alta chirurgia militare ha un margine di approssimazione, lo capisce da solo.
TRONI – (STRILLANDO) Allora è vero!

NUVOLE NERE IN TRANSITO.
TRONI - Santità, ho incassato una promessa incerta ed ho accertato il cash che ci avevano promesso oltreoceano.
IL PAPA – Mater dolorosa..
TRONI – Ora pro nobis.
IL PAPA - Mater sospirosa.
TRONI - Ora pro nobis.

TURBOLENZE OCEANICHE.
IL CONSIGLIERE OCEANICO - Il Papa non ha abboccato. Ha allertato le guardie svizzere e si è rifugiato a Castel Sant’Angelo.
OCEANICO - E il popolazzo che fa?
IL CONSIGLIERE OCEANICO - Passeggiate, gitarelle al mare con una pipinaia di bambini , feste di matrimonio e scopate a tutto spiano.
OCEANICO – Perfetto, come da copione.
IL CONSIGLIERE OCEANICO - Cambiamenti di rotta?
OCEANICO - Nessuno.
IL CONSIGLIERE OCEANICO - Ma il cane insulare abbaia.
OCEANICO - Lascialo abbaiare. A Casablanca gli metteremo la museruola.

SOFFIONI BORACIFERI INEBRIANTI.
Il CONSIGLIERE OCEANICO - Il Presidente Oceanico vuole la prima mossa, sir.
INSULO – Se prende lo zuccherino adesso, poi dovrà ingoiare la pillola.
IL CONSIGLIERE OCEANICO – Parole dure, sir.
INSULO – Come quelle del Santo Padre. Prega, ma non scherza.
IL CONSIGLIERE OCEANICO – Parole vere, sir.
INSULO - Il Papa prega, ma la diplomazia si agita.
IL CONSIGLIERE OCEANICO – Parole sagge, sir.
INSULO - So che ha cercato d’intenerirvi il cuore.
IL CONSIGLIERE OCEANICO –Il problema per ora non si pone.
INSULO - Il problema si porrà da sé, mio caro.

BUFERE DI VENTO.
IL CONSIGLIERE OCEANICO – La tattica del tira e molla ha lo scopo d’indebolire Peninsulo, che è in luna di miele, mi dicono. Certo, nella bagarre una bomba, anche se intelligente, potrebbe diventare stupida, non lo escludo
PAPA – Eh?
IL CONSIGLIERE OCEANICO – In teoria la città dovrebbe essere purificata dalle fiamme per liberarla dal male.
PAPA – Eeeeeh?
IL CONSIGLIERE OCEANOICO – Non si preoccupi, si tratta solo di un’ipotesi.

ERUZIONI VULCANICHE.
INSULO - E’ impossibile distinguere.
IL DIPLOMATICO INSULARE - Questo è il problema.
INSULO - Se per alcuni il vino della vita è spillato, per quelli che rimangono s’impone evidentemente una scelta.
IL DIPLOMATICO INSULARE – Yes, master.
INSULO - C’è differenza c’è tra quelli che uccidono e quelli che sono uccisi?
IL DIPLOMATICO INSULARE – No, master.
INSULO – I falsi idoli sono come i falsi ideali.
IL DIPLOMATICO INSULARE – Yes, master.
INSULO – E la guerra è una sola.
IL DIPLOMATICO INSULARE – Yes, master.
INSULO – L’esperienza del delitto non può essere trasferita, come del resto quella dell’amore.
IL DIPLOMATICO INSULARE - Assolutamente no, master. Il delitto è progresso, gli ho detto. Il delitto è conoscenza, è trasformazione, gli ho detto. Solo se le colpe saranno assegnate con atti di giustizia crudele, il mondo tornerà ad essere vivibile, e credibile, gli ho detto. Se l’aggressione che abbiamo subito sarà interpretata per quello che è stata veramente, cioè un attacco terroristico unilaterale, il vittimismo di Peninsulo scoppierà come una bolla di sapone, gli ho detto. Ci vuole una strizzatina di palle per mettere a posto quel tacchino borioso. Una bella sgrullatina, e vedrai se si scuote dalla sua beata indifferenza! E poi dobbiamo o non dobbiamo fare piazza pulita della diceria di un accordo segreto con la mafia? Si ricordi che il metodo della guerra totale non è stato praticato da noi, ma dai suoi fratelli di latte, gli ho detto.
INSULO - A chi lo hai detto?
IL DIPLOMATICO INSULARE - Al Cardinale Troni.
INSULO – Aaaaah!
IL DIPLOMATICO INSULARE – Mi scusi.
IN SULO - Very husky, sir!
IL DIPLOMATICO INSULARE - Very husky, master.
INSULO - La prossima volta rivesti i tuoi pensieri con un tweed più morbido
IL DIPLOMATICO INSULARE - Yes, master.
INSULO – Però, “Husky” mi piace. La missione si chiamerà “Husky”.
IL DIPLOMATICO INSULARE – Sublime, sir.
INSULO - Dalle basi africane andremo a mangiare arance in tre ore.
IL DIPLOMATICO INSULARE – Sarà una passeggiatina.

SOFIA – Mio Dio, quando una parola si combina con un’altra parola la forbice diventa abissale.



SCENA 8.
Il corpo trasparente.

FULVIA, PENINSULO.

CORPO SONORO: “Il linguaggio delle dita”.

FULVIA - Che architettura meravigliosa è la tua mano! Le falangine e le falangette sono tenere e profumate. La perfetta simmetria dell'omero di destra e di sinistra rivela la tua virile potenza. I capezzoli che si offrono alla mia bocca nascono sulle più belle costole che io abbia mai visto. I nervi, le arterie e i fasci muscolari costituiscono la rete della viabilità interna che io voglio attraversare. Accarezzo la peluria nera che, qua e là, si addensa, raccolgo il sudore caldo della pelle, bevo l'acqua e l'albumina altrimenti destinate alla tomba. Sei il tripudio della natura, la fonte del ristoro, la festa del benessere universale, Angelo mio.

IL CORPO DELLA DONNA ATTENDE UNA RISPOSTA CHE NON VIENE. NON LE RESTA CHE CERCARE, AFFONDARE, SENTENDO IL DOVERE DI CERCARE E DI AFFONDARE. POI, SONO LA DONNA E L'UOMO INSIEME CHE FANNO ORRIBILI SMORFIE NEL CERCARE, NELL’AFFONDARE E NEL SENTIRE IL DOVERE DI AFFONDARE.

SOFIA – Il corpo che brucia, non riscalda. Finirà in cenere.




SCENA 9.
Il banchetto.

SOFIA, INSULO, OCEANICO, URALICO E LA DONNA GRASSA, L’ANGELO GRIGIO.

CORPO SONORO: “Antichi desideri”.

OCEANICO E INSULO, RITUALMENTE, SI PASSANO LA DONNA GRASSA PRENDENDOLA A MORSI.

SOFIA TACE.

ROSETTA SI FERMA DAVANTI ALL’ANGELO GRIGIO. UN POVERO ANGELO CON IL VOLTO DI CENERE. STA SEDUTO SUL BORDO DI UNA FONTANA.

INSULO - Lo sai che la figlia di Uralico ha l’influenza?
OCEANICO – Oh, quanto mi dispiace!
INSULO - Il padre ha deciso di stare al suo capezzale.
OCEANICO – Che buon papino!.
INSULO – (MOSTRANDO UNA LETTERA) Ci chiede di attaccare sul fianco sinistro.
OCEANICO - Così lui può avanzare facilmente sul fianco destro.
INSULO – Che papino intelligente!.
OCEANICO – Sù,, decidiamo il tempo di cottura.
INSULO - E le modalità, mio caro.
OCEANICO - Dobbiamo agire.
INSULO - Non fare il furbo, però.
OCEANICO – Non ho nessuna voglia di litigare.
INSULO – Però, se non si litiga, che gusto c’è a mettersi d’accordo?
RIDENDO, SI PRENDONO A SPINTONI.
OCEANICO - “Selecting bombing” è il metodo migliore. Ammettilo.
INSULO – Ma no, che dici? “Area bombing” è il migliore.
OCEANICO – Adesso sei tu che vuoi fare il furbo.
INSULO - E che, colpiamo a casaccio?
OCEANICO BATTE I PIEDI IN TERRA DALLA RABBIA.
INSULO - E che, facciamo dove casca casca?
OCEANICO PRENDE A CALCI INSULO. INSULO SI BUTTA SULLA MONTAGNA DI GRASSO.
INSULO - Noi siamo buoni. E’ vero che siamo buoni?
OCEANICO – Hanno suonato alla porta.
INSULO – Siamo buoni e uniti.E’ vero che siamo uniti?
OCEANICO – Vai ad aprire, invece di sbavare.
INSULO STACCA UNA GAMBA ALLA DONNA GRASSA.
OCEANICO - Fermo, scostumato.
INSULO - Fatti indietro, sfondato.
OCEANICO STACCA L’ALTRA GAMBA. MANGIANO.
INSULO - Arthur Harris è il nostro bomber, non dirai di no, spero.
OCEANICO – Ma Ikre Iker è migliore di lui, mio caro.
INSULO – Harris è fuori discussione.
OCEANICO – Iker non è secondo a nessuno.
INSULO – Uffa! Non è una subordinazione.
OCEANICO - Iker ha manovrato l’ottava armata, mica la giostrina del luna park.
OCEANICO STACCA LA TESTA DELLA DONNA GRASSA.
INSULO - Ingordo!
INSULO STACCA LE BRACCIA. OCEANICO CERCA DI AFFERRARNE UNA. MORDONO. SI STRAPPANO IL CIBO DALLA BOCCA. SI GRAFFIANO. MASTICANDO, PALPANO IL VENTRE DELLA DONNA GRASSA .
INSULO - Che ventre molle!
OCEANICO – E’ la parte migliore.
INSULO – Hanno suonato alla porta.
OCEANICO – Vai ad aprire.
INSULO – E che, sono scemo?
SI DIVIDONO IL VENTRE MOLLE, NON SENZA CONTRASTO.
OCEANICO - Che mossa facciamo, adesso?
INSULO – Facciamo la mossa.
OCEANICO – Sì, facciamo la mossa!
FANNO “LA MOSSA” E RIDONO. FRUGANO NEL PETTO DELLA DONNA.
OCEANICO - Hm, che latte meraviglioso!
INSULO – Un bene prezioso, mio caro.
LOTTANO PER ATTACCARSI AL SENO.
INSULO - La mossa!
FANNO “LA MOSSA”,.
OCEANICO - E del culetto francese che ne facciamo?
INSULO - Gonfiamolo.
OCEANICO – Sì, come una mongolfiera.
FANNOANCORA “LA MOSSA”. RIVOLTANO IL TRONCONE DELLA DONNA. CI SOFFIANO DENTRO CON UN TUBO. QUELLO CHE RIMANE DELLA DONNA GRASSA SI GONFIA FINO AD ESPODERE. MENTRE LOTTANO PER AFFERRARE I PEZZI MIGLIORI, SOPRAGGIUNGE URALICO.
URALICO – Fermi! Non toccate. E’ da mezz’ora che suono alla porta, ma voi avete fatto finta di non sentire, così ho dovuto sfondarla. Che fai? Dammi. E che, volete abbuffarvi alle mie spalle? E poi portarmi il conto a casa, magari! E dammi, anche tu la parte che mi spetta.
INSULO - Vattene, impiastro.
URALICO – Lasciate la parte che mi spetta, se no vi spacco i denti.
URALICO SCARICA DURI COLPI SU OCEOANICO E INSULO.
CALMA IMPROVVISA.
INSULO - Come sta la bimba?
URALICO – Bene.
OCEANICO - Allora dobbiamo festeggiare.
URALICO - Fermo, trippone! Ci penso io.
URALICO DIVORA I RESTI DELLA DONNA GRASSA. OCEANICO E INSULO SBAVANO A GUARDARLO.


SCENA 10.
La decisione di Casablanca.

SOFIA, ROSETTA, IMPICCIONE COME “IL LATTAIO”, BERT, LEONARD, HUSKY, AVIERI DELLA DECIMA COLONNA OCEANICA, IL GENERALE.

GLI AVIERI BALLANO TRA DI LORO AL SUONO DI UNA ORCHESTRINA IMPROVVISATA. HUSKY, IN DISPARTE, ANNUSA UN PAIO DI MUTANDINE FEMMINILI .
IL LATTAIO - Poppanti, sapete l’ultima? Alcune persone stanno attorno ad un tavolo e giocano a tombola. Uno chiede al vicino, “ Come mai nessuno fa tombola?”. E quello risponde: “Perché i fagioli se li mettono in tasca, invece di segnarci i numeri”.
BATTIMANO.
IL LATTAIO - Sulla soglia della stanza, dove c’è un moribondo, una donna dice ad un’altra: “Deve essere un accaparratore, sono due volte che chiede di prendere l’olio santo”.
FISCHI E RISATE.
IL LATTAIO - Un signore in pelliccia sta seduto al ristorante, e il cameriere gli chiede: “ Con questo caldo venite in pelliccia?”. E quello risponde: “Ma io con i tagliandi della pasta sono arrivato sino al 6 di dicembre”.
RISATE FRAGOROSE.
BERT ENTRA VESTITO DA GRANDE DIVA DEL CINEMA, SUSCITANDO IL FINIMONDO .
LA DIVA - Come siete carini! Ho fatto un viaggio lunghissimo per venirvi a trovare. Non immaginavo tanto calore da parte vostra. Oh, non mi guardate così, altrimenti divento rossa! Beh, io non sono brava a fare discorsi. Ma voi non volete questo da me, vero? So fare altre cose, ragazzi. Le cose che piacciono so fare. Oh, sì, quelle le so fare molto bene.
APPLAUSI STREPITOSI.
LA DIVA CANTA UNA CANZONE DI SUCCESSO.
ALLA FINE, RICHIESTE DI “BIS”.
LEONARD – Ehi, bocconcino, la conosci la geometria dell’angolo retto?
ENTRA IL GENERALE. AVIERI SULL’ATTENTI.
IL GENERALE – Riposo. Mi dispiace disturbarvi, ma ho una comunicazione importante. Finalmente abbiamo avuto via libera. Ci andremo noi alla festa e mireremo giusto. Chiese e monumenti non si toccano. Dovete salire a diecimila metri e rimanerci fino a quando non riceverete l’ordine di scendere. Il piano è stato chiamato “Husky”. Forse in tuo onore, Husky. E’ per il 19 luglio. Prima gli daremo un avvertimento.
LEONARD - Noi li avvertiamo e quelli ci tirano giù come salami.
BERT - Ci rimettiamo le palle a fare i gentiluomini.
LEONARD - Generale, molti soldati sono cattolici.
IL GENERALE - Lasciali fuori.
LEONARD - Anche i protestanti potrebbero farsi scappare una caramella.
IL GENERALE - Lascia a terra anche loro.
IL GENERALE ESCE.

CORPO SONORO: “Profumo di nardo”.

IL LATTAIO - Ehi, poppanti, che succede? Vi vedo mosci. La notte sarà chiara e luminosa, piena di stelle. Vedrete i fuochi freddi del Grande Carro, la Polare splendente, il Deneb del Cigno e il lucente ammasso delle Pleiadi sulla linea bassa dell’orizzonte. Bert, neppure l’occhio della luna e il tappeto volante delle nuvole ti rallegrano? Vedrete cose riservate a pochi eletti e fate il muso lungo.

SOFIA ANNUSA.
ROSETTA ANNUSA.
SOFIA - E' il sortilegio del nardo.
ROSETTA - Non sento nulla.
SOFIA - Fermò per una notte uomini e cose.


“Crosspoint “
Secondo tempo


SCENA 11.
La mela.

SOFIA, ROSETTA E IMPICCIONE.

ROSETTA - Che bella mela!
IMPICCIONE - Hai visto una mela?
ROSETTA – Ce l’hai in mano, scemo.
IMPICCIONE – Se guardi la sua ombra, non vedi più la parte che stava davanti e che adesso si chiama dietro. Forse lì ci abita un vermicello. Non lo vedi, ma sta lì, dove lo sguardo non arriva.
TRE MORSI E LA MELA SPARISCE.
ROSETTA - Hai ragione. Mi sembrava di aver visto una mela nelle tue mani, ma in realtà non c’era.


SCENA 12.
Possibile e impossibile.

SOFIA, IMPICCIONE, ROSETTA COME “LA MOGLIE DI PENINSULO”, PENINSULO, FULVIA.

CORPO SONORO E LUMINOSO: “Il sotterraneo della superficie”.

ENTRA LA MOGLIE DI PENINSULO.
LA MOGLIE - Angelo, c’è uno dei tuoi Ministri.
PENINSULO - Al telefono?
LA MOGLIE - No, è qui.
LA MOGLIE ESCE.
ENTRA FULVIA IN ABITO MASCHILE, CAPPELLO NERO, ORBITE NERE, OCCHI LAMPEGGIANTI
FULVIA -. Eccellenza, i nemici hanno fatto strage di lumìe e tracannano spremute a tutto spiano. Il peggio è che distruggono anche gli alberi.
PENISULO - Che fai qui?
FULVIA - Non da notizie da quindici giorni, così le notizie hanno deciso di venirla a trovare.
PENINSULO - Vuoi farmi scoppiare la guerra in casa?
FULVIA – Mi dispiace, avremo un calo della produzione d’agrumi il prossimo anno.
PENINSULO – Perché ti sei truccata in quel modo? E’ una pagliacciata.
FULVIA – Ho ricevuto le informazioni prima di lei, Eccellenza. Com’è possibile una cosa del genere?
PENINSULO – Sono le tre di notte: Non è il momento di scherzare.
TORNA LA MOGLIE DI PENINSULO.
LA MOGLIE – Angelo, che è successo?
PENINSULO - Niente, cara. Niente.
LA MOGLIE ESCE.
FULVIA - La guerra dilaga.
PENINSULO - Diciamo che non va bene.
FULVIA - Va malissimo.
PENINSULO - E’ grave quello che hai fatto.
FULVIA - E quello che è accaduto non è grave?
PENINSULO – Perché sei venuta?
FULVIA – Pensavo di trovare qualcosa da aggiungere alla tua figura.
PENINSULO – E l’hai trovata?
FULVIA – A volte ho l’impressione di vivere questa storia con i tuoi occhi.
FULVIA ESCE.

SOFFIO DELLA CAFFETTIERA. ENTRA ROSETTA, SPEGNE IL GAS DEL FORNELLO E VERSA IL CAFFE’ PER SOFIA E PER SE STESSA. ANNUSA. POI BEVE.
ROSETTA - Non ha odore, ma il sapore è buono.



SCENA 13.
Il corpo ornamentale.

SOFIA, ROSETTA, PENINSULO, FULVIA, IMPICCIONE - COME “LO SPIONE”, “IL CAPO DI STATO MAGGIORE”, “IL CAPO DELLA POLIZIA”, “L’ISPETTORE DI POLIZIA”, “IL PRIMO INFORMATORE”, “IL SECONDO INFORMATORE”.

PENINSULO – E’ tradimento bello e buono! E non è la prima volta. Adesso quei bastardi stanno sulla nostra terra. La situazione è cambiata. Ci sono gli estremi per la rottura delle relazioni diplomatiche. La complicità del Papa con chi distrugge le nostre case, ammazza i bambini e divora gli agrumi, non è ammissibile. E tu, spione, protesta invece di stare a bocca aperta. Chi batte i pugni, porta sempre a casa qualcosa.
LO SPIONE ESCE.

CORPO SONORO: “Imprevisto, andante con brio, molto mosso”.

UNA STELLA PIEGA LENTAMENTE VERSO IL BASSO, IN DIREZIONE DI FULVIA. IL CORPO MOSTRA FERITE ANTICHE.

ROSETTA – E poi?
SOFIA – All’alba arrivarono gli angeli. Un rullio di tamburi. Cupo. E riempirono il cielo. Rombavano carichi di bagliori e di ombre.

CORRENDO, ENTRA IL CAPO DI STATO MAGGIORE.
IL CAPO DI STATO MAGGIORE – Aerei nemici sulla città.
PENINSULO – Sulla città? Sopra la mia testa, generale.
IL CAPO DI STATO MAGGIORE - Come hanno fatto ad arrivare fino a qui?
PENINSULO – Lo chiedi a me?.
IL CAPO DI STATO MAGGIORE - Perché non sento la contraerea?
PENINSULO – Starà facendo un pisolino.
IL CAPO DI STATO MAGGIORE - Perché la nostra caccia è sparita?
PENINSULO – Sono io che lo chiedo a te, cretino.
PENINSULO SPARA ALLE GAMBE DEL CAPO DI STATO MAGGIORE, CHE SCAPPA. CONTINUA LA PIOGGIA DI VOLANTINI. ROSETTA NE RACCOGLIE UNO E LO LEGGE. ENTRA IL CAPO DELLA POLIZIA.
IL CAPO DELLA POLIZIA – Eccellenza, al nord alcuni agitatori hanno avuto il coraggio d’invocare la pace mentre entravano nei rifugi. Le mormorazioni avvengono anche in presenza delle forze dell’ordine, che fingono di non sentire di fronte all’eccitazione popolare.
IL CAPO DELLA POLIZIA ESCE. ENTRA L’ISPETTORE DI PUBBLICA SICUREZZA.
L’ISPETTORE - Eccellenza, al sud lo sfollamento si svolge tra enormi difficoltà per l’inefficienza dei trasporti. I sovversivi sfruttano la situazione e diffondono notizie catastrofiche apprese dalla radio nemica.
L’ISPETTORE DI POLIZIA ESCE. ENTRA IL PRIMO INFORMATORE DI POLIZIA.
IL PRIMO INFORMATORE - Si dice che i bombardamenti sulle città meridionali saranno intensificati nelle prossime ore. Se gli avvenimenti sul fronte orientale ed africano non saranno in grado di tonificare lo spirito popolare, il disordine prenderà il sopravvento.
IL PRIMO INFORMATORE DI POLIZIA ESCE. ENTRA IL SECONDO INFORMATORE DI POLIZIA.
IL SECONDO INFORMATORE - Gli abitanti delle città sventrate dalle bombe vivono con irritazione l’incolumità della capitale.
PENINSULO - Via, via, uccellacci del malaugurio!
IL SECONDO INFORMATORE - Eccellenza, preferirei morire piuttosto che pronunciare una parola in più, ma non ho finito.
PENINSULO - Avanti, colpisci ancora.
IL SECONDO INFORMATORE – Nel nord del paese molti pregano che gli angeli volino sulla capitale, così, dicono, il Governo si affretterà a chiedere la pace. La situazione è uscita di mano anche ai dirigenti politici. Quando escono di casa si tolgono il distintivo per non farsi riconoscere. Cose da non credersi e da non doversi ripetere, Eccellenza.
PENINSULO - Ma tu le ripeti, eco sciagurata!
IL SECONDO INFORMATORE – I cittadini non bestemmiano contro gli aviatori nemici, ma contro di lei, Eccellenza.
PENINSULO – Fuori!
IL SECONDO INFORMATORE ESCE.
PENINSULO - Rospi, stregoni della morte, avete finito di vomitare tempesta? Ripetete il rosario a memoria e vi eccitate con il sangue della preda che state sbranando. Pensate di spaventarmi? Tornate nei vostri buchi neri. E pregate, perché anche voi finirete nella carneficina.

SOFIA – Crudo, finirai cotto.

PENINSULO AFFERRA UN MICROFONO E PARLA AI CITTADINI DI PENINSULA.
PENINSULO – La furia scatenata degli aggressori distrugge le chiese, la case e i camposanti. Non dico parole di vano conforto, se affermo che il nemico è preso alla gola dall’angoscia del tempo. Non gli basta far presto. Deve bruciare le tappe, se vuole nutrire la speranza di vincere. Il nemico distrugge le nostre città? Nel corso dei secoli mille volte sono state distrutte e ogni volta sono state ricostruite più belle di prima. Il nemico lacera le nostre famiglie? La carne è stata sempre rigenerata dalle stragi subite. Se dimentichiamo questo, un destino amaro ci aspetterà. I più forti andranno a lavorare nelle miniere o nelle steppe. Altri coltiveranno fiori per le ladies o disegneranno ceramiche per qualche signorotto smidollato. I musei depredati, le scuole addomesticate, gli arsenali silenziosi, i porti deserti, le officine spente, i campi invasi dalla gramigna testimonieranno la maledizione dei morti e la fuga di Dio dai cieli più alti. Gli alberghi affollati da rubizzi turisti oceanici diranno al mondo che gli eredi della più grande civiltà del mondo sono diventati impeccabili camerieri cosmopoliti, rappresentanti etichettati della nostra ignavia. Altro che lumìe, palle di fuoco gli farò ingoiare! Il destino è più forte dell’arte di un impiccione. La terra che sta sotto il cielo e il mare che sta sopra la terra prenderanno fuoco, perché se il fuoco si acquieta e sparisce è il mondo che sparisce. Solo se la carne brucia, il futuro sarà luminoso.

SOFIA - Crudo, sarai rimodellato alla perfezione.

PENINSULO – Spione!
ENTRA LO SPIONE.
PENINSULO - Il programma degli appuntamenti rimane invariato, week end compreso. Le scopate mi salvano dalla vita.
PENINSULO ESCE.

LA STELLA SI E’ POSATA SULLA SPALLA DI FULVIA, PERDENDO LUMINOSITA’. ORA LENTAMENTE SI SPEGNE, ASSIEME AL CORPO SONORO.

SOFIA – Solo il tempo breve della punizione mi manderà a letto contenta questa sera. Il tempo della punizione e della vendetta.


SCENA 14.
L’arte della fuga.

FULVIA, PENINSULO, SOFIA, ROSETTA, IMPICCIONE.

CORPO SONORO: “L’arte della forma”.
AZIONI SIMULTANEE.

PENINSULO – I signori della fiamma sono venuti da Venere sulla Terra e hanno generato il re del mondo. Il dio. L’inaccessibile. Sono venuti dal cielo e sono andati a vivere sotto terra, come Lucifero, l’unico che ha avuto il coraggio di ribellarsi. La pietra preziosa che ho al dito è caduta con lui su questa terra ed io l’ho raccolta. Solo il cavaliere che possiede il talismano potrà ascoltare la parola dei maestri, invisibili e invincibili. Questo è il momento. Fulvia, l’oro del templari ci salverà. Tu mi accompagnerai all’appuntamento. Ci andremo danzando. E’ il maestro, sai, che ha scritto la musica.

UN FIUME D’IMMAGINI RISALE VERSO LA SORGENTE, TRASPORTANDO LA FIGURA DI FULVIA, QUANDO DANZAVA PER SEDURRE IL TORO ARGENTATO. LA SEQUENZA SCIVOLA SUL PAVIMENTO DELLA SCENA MATERIALE ALIMENTATA DAL GESTO FUNZIONALE DELLE SUE MANI.

IMPICCIONE – (AL MICROFONO) Aviatori interrati, fanti all’ammollo, granatieri sgranati, cannonieri sfondati, motoristi appiedati, osservatori osservati, fucilieri fucilati, il sangue versato si farà pensiero che durerà nel tempo. Mentre i tifosi dell’assoluto ideologico sognano la rivoluzione, la grande marmaglia dei cannibali mascherati, dei censori assatanati, dei negazionisti impenitenti, dei mitraglieri della fiction, dei grandi elettori e dei truffatori di regime si apprestano con arte antica a salire sul carro dei vincitori.

IL FIUME D’IMMAGINI SI RIDUCE AD UN RUSCELLO, CHE GORGOLIA E SPARISCE.

FULVIA - Angelo, ho vissuto questa storia con i tuoi occhi e ho atteso il giorno in cui non fosse più necessario competere con tua moglie. Ora non sei più quella visione che brillava in cima al colle e ho deciso di liberarmi della tua insensata autorità. Non sono una borsa piena di organi e non ti appartengo. Il mio sesso non è un buco. Sì, ti ho visto uscire dal grembo della terra e venire alla luce come un dio, ma adesso nel buio della notte una scintilla mi consente di vedere meglio. Ti guardo e abbasso lo sguardo. Inerte. Ti ascolto e ho paura. Inerme.
IMPICCIONE - Ci siamo. L’arte è più forte del destino.
PENINSUOLO RIDE BEFFARDO E RIPROPONE, DANZANDO, LA FIGURA SGANGHERATA DEL “TORO ARGENTATO”.
FULVIA – Vattene, danza per il tuo maestro, se vuoi.
SOFIA – Assassino.
IMPICCIONE - E’ l’alba.
FULVIA – Mettiti in salvo.
IMPICCIONE - Il giorno è arrivato.
SOFIA – Fermo.
IMPICCIONE – Cosa vuoi?
SOFIA – Fermo. Ci sono giorni d’attraversare e angeli da ricordare. Angeli da invocare e da dimenticare, da pregare e da bestemmiare. Angeli che volano e angeli che cadono. Angeli che hanno fermato il sangue della nostra carne martoriata e che allo stesso tempo hanno aperto nuove ferite. Angeli che hanno impedito che la terra diventasse una dispensa vuota e che hanno riempito la vita di altri dolorosi silenzi. Angeli della vita e della morte. Angeli e demoni. (ABBASSA LA TESTA E SOSPIRA) Ricordare vuol dire soffrire. Che posso farci? I fantasmi sono come l’onda del mare, muta dove giunge, muore e rinasce ogni volta, all’infinito, sempre uguale a se stessa eppure sempre diversa. Ricordo mio fratello che era un angelo e ricordo l’angelo che volava come un demonio. Ricordo anche il giorno in cui l’assassino è stato assassinato.
IMPICCIONE SPARA AL PRIMO MINISTRO CON IL POLLICE E L’INDICE DELLA MANO DESTRA. PENINSULO CADE MORTO. FULVIA SI GETTA SUL CORPO DELL’AMANTE. SOFIA SOSPIRA E SI ACCASCIA SULLA SEDIA.
FULVIA - Morte alla morte.
SOFIA – Puttana, prega.



SCENA 15.
Fuoco che muore, fuoco che arde.

SOFIA, FULVIA, ROSETTA, IMPICCIONE, IL CAMERIERE IN LIVREA, IL CONTE, LA PRINCIPESSA, L’INTELLETTUALE DI CORTE, LA GUARDIA SVIZZERA, IL MONSIGNORE, IL PAPA.

CORPO SONORO E LUMINOSO: “La terra non ha cielo”.
AZIONI SIMULTANEE.

FULVIA – Mamma, non è stato un passo verso il male.
SOFIA SOSPIRA.
FULVIA – Senza quel passo l’amore sarebbe una banalità trascurabile.

IL CAMERIERE – Ancora brodo?
IL CONTE – No, grazie.
LA PRINCIPESSA – Qual’è la sua opinione?
IL CONTE – Sono molto ottimista. Il Presidente può veramente ottenere qualcosa. Gli devono il riconoscimento di non essere entrato in guerr.a
LA PRINCIPESSA – Bene. Mi sembra che non ci siano più dubbi.

FULVIA - Il tempo non invecchia e non muore mai.
SOFIA – Entra nel cuore. E invecchia.
FULVIA – Dura più delle cose che si vedono.
SOFIA – Porta memorie spezzate e valanghe di vento.
FULVIA - Dura più del cielo e delle montagne. E c’insegna a non morire.
SOFIA – Siamo fatti di un giorno. Di un giorno soltanto siamo fatti.

LA GUARDIA SVIZZERA – Se io fossi il Papa, sa cosa farei?
IL MONSIGFNORE – Come ti permetti!
LA GUARDAIA SVIZZERA - Invece di lanciare omelie e scomuniche mi siederei in mezzo al campo di battaglia e ai Capi di Stato gli direi: ‘Volete la guerra? Fatela voi. Venite qui e scannatevi ”. La guerra sparirebbe dalla faccia della terra.
IL MONSIGNORE – Che scemenze sono queste?
LA GUARDIA SVIZZERA -. Non so come passare il tempo. Così, a volte, mi capita di dire cose che non hanno senso.

LA PRINCIPESSA - Quando parte l’aereo per Madrid?
IL CONTE - Domani alle otto e mezzo.
LA PRINCIPESSA - Oggi preparerò la lettera.
IL CONTE - Il plico arriverà in giornata.
SIRENE ANTIAEREE.
LA PRINCIPESSA - Nel Palazzo ci sono ottimi rifugi. Possiamo continuare il nostro pasto, se siete d’accordo.
IL CONTE - Vostra Grazia è tanto saggia quanto coraggiosa.

IL MONSIGNORE – (AL PAPA CHE PREGA) Il Cardinale Troni chiede di sapere se la nota di protesta va inoltrata come documento della Segreteria di Stato o come lettera di Sua Santità.
IL PAPA CONTINUA A PREGARE.

ROSETTA HA IN MANO UN PAIO DI SCARPE CON IL TACCO A SPILLO. RIFLETTE. ESITA. SE LE INFILA AI PIEDI. CAMMINA INCERTA.

IMPICCIONE – Una casa, una famiglia e una promessa duratura ti pare poco? Di questi tempi è il massimo che si possa desiderare, bella mia
FULVIA – Non negarmi quello che ti chiedo.
SOFIA – Non darle retta.
FULVIA – Concedimi quello che finora non mi hai dato.
SOFIA – E’ una richiesta idiota.
FULVIA – Idiota come il desiderio di vendetta.
SOFIA – Ancora giochi, trastulli, raggiri.
FULVIA – Voglio riprovarci.
SOFIA – Che coppia! Siete capaci di trasformare la storia nella favola della Bella addormentata nel bosco.
FULVIA – E’ meglio ardere che morire sotto la cenere.
SOFIA – Tu, però, finisci sempre arrostita.

ROSETTA CAMMINA SPEDITAMENTE CON I TACCHI A SPLILLO.



SCENA 16.
Notte a Casablanca.

SOFIA, FULVIA, ROSETTA, IMPICCIONE COME “MAMA’ MAHMET”, LEONARD, ANGEL, BERT, HUSKY, ALTRI AVIERI.

CORPO SONORO E LUMINOSO: “Nel segno del mutevole”.

FULVIA – Angel, mi porterai con te?
ANGEL - Certo.
FULVIA - E dove andremo ad abitare?
ANGEL – In campagna, con i miei genitori.
FULVIA – Così avremo sempre da mangiare.
ANGEL – Sì, avrai sempre la pancia piena.
FULVIA – Anche di bambini, vero?
FUNNY – E della moglie, Angel, che ne fai? La butti via?
FULVIA – Angel, sei sposato?
BETTY – Non ci badare, scherza!
FULVIA - Sei sposato, me lo sentivo.
BETTY – Lascia perdere, non è vero.
FULVIA - Mi hai mentito.
BETTY - Ti ho detto che non è vero.
FUNNY – Allora è una cosa seria!
FULVIA – Se è vero, ti rompo il muso. E a quella le strappo i capelli, se continua.
MAMA’ MAHMET ENTRA CON UNA ENORME ZUPPIERA FUMANTE.
MAMA’ MAHMET - Ragazzi, ecco la mia specialità. Ceci e fagioli al cumino.
BATTIMANI, FISCHI, GRIDA.
MAMA’ MAHMET - Mangiate, ragazzi. Riempitevi finché potete.
ROSETTA AIUTA MAMA’ MAHMET A RIEMPIRE I PIATTI. LEONARD ANNUSA IL SENO PROROMPENTE DI FUNNY PRIMA DI AVVICINARSI AL TAVOLO.
LEONARD – Sono da mangiare o da bere?
ROSETTA RIDE.
FUNNY – Fa’ il bravo, Leonard.
MAMA’ MAHMET – Eeeh, sì, anche questa passerà.
ANGEL - Signora, non se ne vada.
FULVIA - Che profumo!
LEONARD – Vado in visibilio.
ANGEL - Porti altre bottiglie di vino.
FULVIA – Fammi assaggiare.
ANGEL - E tu, Bert, cosa aspetti a cantarci una canzone?
FULVIA – Signora, è squisito.
LEONARD – Oh, Funny, hai le tette più belle del Mediterraneo.
BERT – Sono mongolfiere da campionato del mondo.
LEONARD - Non ti allargare, amico.
ANGEL - Mamà Mahmet, ancora un po’ di quella roba.
LEONARD – Sì, quella nel camino.
BERT – Fagioli e fuliggine gli porti.
MAMA’ MAHMET - Cumino, ragazzo! Fagioli al cumino si dice.
FULVIA - Hm, sono proprio buoni!
FUNNY - E che, hai il verme solitario?
ANGEL – Sapete cos’è il paradiso per Fulvia?
CORO – Una dispensa piena.
BATTIMANI.
LEONARD – Mama’ Mahmet, ci porti dieci, cento bottiglie. E voi, fratelli, spalancate il gargarozzo prima di ricadere sulla terra in una pioggia di sangue.
GLI AVIERI SI BUTTANO A TERRA, FACENDO ESPLODERE I LORO CORPI.
FULVIA – Ragazzi, smettetela.
LEONARD - I tuoi brandelli di carne, Bert, concimeranno le vallate.
BERT - I tuoi si disperderanno nei boschi di castagno.
ANGEL – E i tuoi se li mangeranno i pescicani.
FULVIA – Basta, Angel.
FUNNY – Siete già ubriachi?
ROSETTA MANGIA CON APPETITO. GLI AVIERI SI TIRANO SU DAL PAVIMENTO. ALCUNI MANGIANO, ALTRI BEVONO. LEONARD ABBRACCIA TENERAMENTE FUNNY.

VARIAZIONE DEL CORPO SONORO: “Concordia discors”.

MAMA’ MAHMET RIENTRA CON UNA BRACCIATA DI BOTTIGLIE.
HUSKY – Mamà Mahmet……Mamà Mahmet…
MAMA’ MAHMET – Grazie, Husky.
ANGEL – (A HUSKY) A te una bottiglia, a me la padrona.
MAMA’ MAHMET – Non so ballare.
ANGEL - Venga, non si faccia pregare.
MAMA’ MAHMET - Non mi ricordo più come si fa.
ANGEL BALLA CON MAMA’ MAHMET. HUSKY SI RIFUGIA IN UN ANGOLO. POI PROPONE UN GIOCO: DA’ LA BOTTIGLIA AD ANGEL CHE GLI CEDE MAMA’ MAHMET, ANGEL PASSA LA BOTTIGLIA A BERT, CHE A SUA VOLTA LA PASSA A LEONARD, E COSI’ DI SEGUITO FINO A QUANDO LA BOTTIGLIA RITORNA NELLE MANI DI ANGEL. ALLORA IL RAGAZZO LA STAPPA, PROPONE UN BRINDISI, VERSA VINO NEI BICCHIERI, DA’ UN BACIO A FULVIA E VA IN CUCINA. TUTTI BALLANO, MENO FULVIA, CHE MANGIA A CREPAPELLE. ROSETTA BALLA DA SOLA. HUSKY ENTRA ED ESCE DALLA CUCINA, PORTANDO BOTTIGLIE DI VINO. ANGEL PORTA CIBO PER LA SUA RAGAZZA.
HUSKY – Mamà Mahmet, Mamà Mahmet…
MAMA’ MAHMET – Oh, Husky, sei stato bravissimo!
HUSKY – Mamà Mahmet, Mamà Mahmet…
MAMA’ MAHMET – Hai ancora fame, Husky?
MAMA’ MAHMET ESCE, HUSKY LA SEGUE. BERT BALLA CON ROSETTA..
FULVIA – Angel, fammi ballare.
FUNNY – Sempre appiccicata! Adesso tocca a me.
FULVIA - Ti cavo gli occhi, se lo tocchi.
FUNNY – Provaci, smorfiosa.
MAMA’ MAHMET ED HUSKY RIENTRANO CON ALTRE BOTTIGLIE.
HUSKY – Mamà Mahmet, Mamà Mahmet…
MAMA’ MAHMET – Vieni, Husky. .
HUSKY – Mamà Mahmet, Mamà Mahmet
MAMA’ MAHMET – Husky, sei imbambolato, che hai?
ESPLODE LA RISSA FRA LE DONNE. MAMA’ MAHMET SI FERMA. HUSKY, CHE LE STA DIETRO, APPOGGIA IL VENTRE SULLE NATICHE DI MAMA’ MAHMET.
MAMA’ MAHMET – Che sfacciato!
GLI AVIERI SEPARANO LE DONNE.
ANGEL– (A FULVIA) Bevi un sorso. Ti farà bene.
LEONARD – Anche tu, Funny. Un goccio.
BERT – Dobbiamo stare allegri, questa sera.
LEONARD – Vieni Funny, facciamo un brindisi.
ROSETTA – Sì, un brindisi.
GLI AVIERI TRACANNANO VINO. SI BUTTANO A TERRA, SCI-VOLANDO SUL PAVIMENTO.
GLI AVIERI - Focke-Wulf.
FULVIA – Angel!
GLI AVIERI - Focke-Wulf.
FULVIA – Angel smettila, ti prego.
BERT - Mi veniva addosso quel figlio di puttana.
LEONARD - Aveva le fiammelle accese sulle ali.
ANGEL - E sparava con le fottutissime mitragliatrici.
FULVIA - Quante volte dobbiamo sentirla questa storia?
BETTY - Ci romperete le palle sino alla fine della guerra?
FULVIA – Accidenti al vostro stramaledetto Focke-Wulf.
BETTY – Che matti!
FULVIA - Angel, quante volte te lo devo dire? Basta, adesso.
LEONARD - Mi veniva addosso..
SCI-VOLATA.
BERT - Con le fiammelle accese.
LEONARD - E sparava, sparava, sparava..
BERT - Tatatatatatata....
SCI-VOLATA.
GRIDA E BATTIMANI DI ROSETTA
HUSKY – Mamà Mahmet, Mamà Mahmet…
FUNNY BALLA PER PROVOCARE GLI UOMINI. ROSETTA CERCA D’IMITARE FUNNY.
.
VARIAZIONE DEL CORPO SONORO: “Cardioaritmie, ovvero campi sensibili in decomposizione rapida”..

BERT - Quasi quasi quasi quasi quasi quasi mi domando
me la faccio quasi quasi quasi quasi me la faccio
quasi quasi voglio quasi e non voglio quasi quasi
voglio forte forte forte dopo lunga lunga stasi voglio.
CORO DI UOMINI - Voglio forte forte forte dopo lunga stasi voglio.
BERT – A me piace quasi quasi quasi quasi sulla sponda
me la sbafo quasi quasi quasi quasi in un boccone
ma se quasi quasi quasi quasi quasi me la faccio
me la mangio quasi quasi cento volte ci rifaccio.
CORO DI UOMINI – Me la mangio quasi quasi cento volte ci rifaccio.
ANGEL SALE SUL TAVOLO CON UNO SPIEDO ACCESO.
ANGEL - Fulvia, di fronte a questa banda di filibustieri, giuro solennemente che ti amoooooooooooooooooooo….
APPLAUSI, FISCHI, GRIDA.

VARIAZIONE DEL CORPO SONORO..

FULVIA - Sto seduta sulla sella e cavalco ch’è uno sballo
ehm, ehm
sul cavallo della sedia io galoppo trotto e ballo
ehm, ehm
è quel brocco di cavallo che si sbrocca sotto a me
ehm, ehm
è il liquore della brocca che poi bevi come il thé.
CORO DI DONNE – Ehm, ehm
è il liquore della brocca che poi bevi come il thé.
ANGEL - Balla sballa bella mia sulla greppia della stalla
senza sosta ti dimeni con il dio che balla e canta
è una corsa all’impazzata che mi porta fuor di senno
prima arranchi annaspi preghi poi ti pieghi sulla spalla.
ehm, ehm
ehm, ehm.
CORO DI UOMINI – Prima arranchi annaspi preghi poi ti pieghi sulla spalla.
ehm, ehm
ehm, ehm.
ANGEL E FULVIA – Al richiamo della grotta il tizzone ancor s’accende
faccio giro girotondo poi lo lancio nell’affondo
sulla vetta vado in gloria grido forte la vittoria
con un colpo da maestra/o si ripete e poi mi stende
ehm, ehm
ehm, ehm.
CORO - Con un colpo da maestro/a si ripete e poi mi stende.
ehm, ehm
ehm, ehm.

VARIAZIONE DEL CORPO SONORO.

KETTY - Stramorto stramazza stravinto stracotto
tritato bollito tagliato affettato
FUNNY - Spossato svitato stroncato affamato
spuntato cresciuto fiorito abbacchiato
ROSETTA - Risorto lanciato sfrenato caduto
tracimato cresciuto spremuto sbocciato.
CORO DI DONNE - Primavera sapiente inverno fremente
riparte sovente l’agone rovente.
LEONARD - Soffiata condita sfiorata leccata
divorata arrostita riempita bevuta
ANGEL – Prosciugata sfiorita riempita abboccata
bagnata sboccata svuotata crepata
BERT - Velata felpata rimossa indorata
acidula nera ricciuta agognata.
CORO DI UOMINI - Primavera sapiente inverno fremente
riparte sovente l’agone rovente.
COTO DI UOMINI E DONNE – Pietra rovente colata delizia
bocca vulcanica violenta syssitia.

VARIAZIONE DEL CORPO SONORO.

CORO UOMINI - Pésca pèsca pésca me nel gran gioco della pésca
pésco pèsca pésco me pésca pèsco pésco pèsca
pésco pèsca in cima al pèsco è la pésca della pèsca
pésca viva pèsca aperta nella pèsca il pesce pésca…

VARIAZIONE DEL CORPO SONORO.

CORO DONNE - Crack crack crack crack
crack crack cracking crack
crack crack crapula crack
crack crack crack cracker
crack cracher crack cracker
crack craniale crack caniale
craker crasis crasis crack
crack crack crack crack...

PRESO DA RAPTUS SESSUALE, HUSKY PIEGA MAMA’ MAHMET IN AVANTI, SUL TAVOLO. MAMA MAHMET RAPIDAMENTE SI RIALZA, SI GIRA E RIVELA DI ESSERE IMPICCIONE. ROSETTA RIDE. HUSKY SCAPPA IN CUCINA. I CORPI DEGLI AVIERI SCI-VOLANO ANCORA UNA VOLTA E CADONO SOPRA AI CORPI DELLE LORO DONNE.

SOLO UNA FIOCA LUCE ROSATA SU ROSETTA. CON I SUOI TACCHI A SPILLO SI PORTA DAVANTI AD UNO SPECCHIO. IMPICCIONE ENTRA NELLA LUCE E SOLLEVA LA GONNA DELLA RAGAZZA FINO ALL’ALTEZZA DEL SESSO. ROSETTA GUARDA E SI SENTE GUARDATA, MENTRE ALEGGIA UN ODORE DI SANGUE E DI SPERMA. ROSETTA ANNUSA. IL SEGRETO, CHE SI SPINGE OLTRE LO SGUARDO E OLTRE LA PERCEZIONE DELL’ODORE, RESTA SOSPESO NELLA LUCE ANGOSCIOSA DELL’OMBRA.



SCENA 17.
La corsa del latte.

SOFIA, ROSETTA, FULVIA, BERT, ANGEL, LEONARD, HUSKY, IMPICCIONE.

AZIONI SIMULTANEE.
SOFIA SI DONDOLA SULLA SEDIA.

FULVIA STRINGE LA MANIGLIA DI UNA VALIGIA RIGONFIA.

ORA ROSETTA, SPINTA DALLA METAFORA ESTREMA CHE E’ IL CORPO, S’INTERROGA NELLO SPECCHIO SUI MISTERI SENZA SOLUZIONE.

GLI AVIERI FANNO COLAZIONE.

ANGEL - Passami una caraffa d’acqua.
LEONARD - E tu dammi il dentifricio
ANGEL – Tutte le mattine la stessa solfa. Scommetto che, se ci bucano, ti mancherà il paracadute e mi chiederai se me ne avanza uno.
LEONARD - Se non mi vuoi dare il dentifricio, dillo subito. Non c’è bisogno di far precipitare l’aereo.
ENTRA IMPICCIONE.
IMPICCIONE - Ehi, poppanti, cercate di non fare la fine dei cristiani.
LEONARD – Dammi un caffè.
IMPICCIONE - Solo latte questa mattina.
LEONARD VOMITA.
BERT – Lattaio, in cucina hai trovato il paradiso, eh?
IMPICCIONE – Lo dici a me? Tu hai l’indennità di missione e ti lamenti.
BERT – Vaffanculo.
IMPICCIONE - Verrò con te. Sei contento? Mi mandano con te perché non vogliono sentirti piangere.
BERT - Mi fai girare le palle.
ANGEL CONTROLLA LA RIVOLTELLA CHE HA IN DOTAZIONE.
LEONARD – Lattaio, me lo dai o no questo caffé?
IMPICCIONE – E tu sei pronto a fare la corsa del latte?
LEONARD - Ecco, è quello che volevo sentirti dire.
IMPICCIONE - Sarà una passeggiata oggi.
LEONARD - Fesso che non sei altro!
ANGEL - Non sarà come su Hannover.
BERT - Chi arriva ultimo paga da bere.
MENTRE GLI AVIERI CORRONO VERSO SINISTRA, ARRIVA FULVIA. NELL’IMPATTO LA RIVOLTELLA SFUGGE DI MANO AD ANGEL E CADE A TERRA..
FULVIA - Perché non mi hai detto che partivi?
ANGEL - Non sono cose che si dicono.
FULVIA – Ci sono cose che a me non puoi dire?
ANGEL – Ci sono cose che non si possono dire a nessuno.
FULVIA - Ho capito, torni a casa.
ANGEL - Magari!
FULVIA – Allora vengo con te.
ANGEL - Non puoi venire con me.
FULVIA – Perché?
ANGEL – Non te lo posso dire.
FULVIA – Bugiardo. Perché menti? Perché mi hai mentito?
ANGEL - Adesso devo andare. Ne riparleremo quando torno.
FULVIA RACCOGLIE LA RIVOLTELLA DI ANGEL E GLI SPARA AL PETTO. APRE LA VALIGIA E GLI MOSTRA IL CONTENUTO.
ANGEL – Mi hai ammazzato!
ANGEL CADE DENTRO LA VALIGIA. FULVIA LA RICHIUDE ED ESCE, TRASCINANDOLA.



SCENA 18.
L’assalto al cielo.

SOFIA, FULVIA, ROSETTA, IL MOLLUSCO BIVALVE, IMPICCIONE.

CORPO SONORO E LUMINOSO: “Paesaggi umbratili”.
AZIONI SIMULTANEE.

FULVIA – Ho fatto un sogno.

SOFIA – L’angelo volava come un demonio.

FULVIA – Mi sembra di aver fatto un sogno.

SOFIA – Aveva l’ala spezzata, ma come volava!

FULVIA – Un brutto sogno. Non ricordo bene dove ci trovavamo. So che Angel doveva partire. Aveva una gran fretta di partire. Mi diceva che sarebbe tornato presto, ma io non gli credevo. Pensavo che mi nascondesse qualcosa. Parlava, ma non capivo. Parlava, ma non lo ascoltavo. E mentre parlava, diventavo matta.

ROSETTA E IMPICCIONE SI TROVANO DI FRONTE AGLI SCOGLI DI UNA STRETTOIA MARINA. UN GRANDE MOLLUSCO BIVALVE IMPEDISCE LORO IL PASSAGGIO.

L’ANGELO GRIGIO STA SEDUTO SUL BORDO DI UNA ROCCIA.

IL MOLLUSCO AVANZA DI QUALCHE METRO. ROSETTA SI RITRAE IMPIETRITA, POI, ANNUSA. UN ODORE NAUSEANTE LE PROVOCA UN CONATO DI VOMITO. IMPICCIONE INCORAGGIA LA RAGAZZA CON UN GESTO DELLA MANO. ROSETTA ESITA. GIACE NELLA PAURA, NEL DISGUSTO, NELLA TENEBRA, DA CUI TUTTAVIA SI SENTE ATTRATTA.

ROSETTA – (al mollusco) Apri. Mostra la radula, invece di fare inchini e di lamentarti. Va bene, un altro inchino. Poi, basta.

IL MOLLUSCO AZIONA I POTENTI MUSCOLI ADDUTTORI E MOSTRA IL CORPO RACCHIUSO NELLA CONCHIGLIA BIVALVE. ROSETTA SI AVVICINA E ACCAREZZA LA PARTE VISCHIOSA PIU’ VICINA. INCORAGGIATA DALLO SGUARDO D’IMPICCIONE, VINCE IL DISGUSTO, METTE LA MANO NELLA BOCCA DEL MOLLUSCO E DAL SIFONE INALANTE ESTRAE UN OGGETTO GROSSOLANO E INDEFINIBILE. IL MOLLUSCO SI ALLONTANA SODDISFATTO E SCOMPARE NELL’ACQUA, LASCIANDO IL PASSO AI VIANDANTI. ROSETTA E IMPICCIONE PROSEGUONO IL VIAGGIO VERSO LA MONTAGNA CHE SI STAGLIA NEL CIELO, OLTRE LA STRETTOIA.

.l’ANGELO GRIGIO, CON LO SGUARDO FISSO NEL VUOTO, CANTA UNA BIZZARRA PREGHIERA.

L’ANGELO GRIGIO - L’uomo sta tra la luce e le tenebre,
va dal bene al male e dal male al bene,
vive i segreti della carne e dello spirito,
dell’istinto e della ragione,
e nella libertà infinita
e nella solitudine è felice.
Questa libertà lo fa creatore della realtà,
abile nel combinare il vero con il falso.

E Dio?
Dio non è l’abissale mistero dell’unità,
ma l’abissale mistero della differenza.
E’ la luce che porta con sé l’ombra.

Io ho perduto.
Mi resta solo la malinconia.
Perché non mi è stato dato il dolore,
il lancinante dolore che genera energia,
e parola
e grido?
Forse sono venuto sulla terra per imparare,
non per guidare e proteggere.



SCENA 19.
Ai piedi della montagna artificiale.

SOFIA, IMPICCIONE, ROSETTA, FULVIA.

FULVIA – Che errori ho commesso? In quale luogo mi trovo? Che equivoco è questo? All’inizio mi sono sentita rinascere. E mi sono anche divertita, a volte. Ora di nuovo il cuore mi condanna. (A IMPICCIONE) Tu bruci ogni cosa che respiri. Ti nutri dello stupore e dell’orrore per gli uomini che il tempo ha fatto diventare brutti, così brutti da non potersi guardare, e ti diverti a rappresentare un mondo irrappresentabile. Tu sei fatto per muoverti continuamente, io per stare ferma: lo riconosco. Mi sono sbagliata, devo ammetterlo. Ho desideri semplici. Così elementari e concreti che non possono essere sostituiti con qualcosa di somigliante, fatto di un giorno o di un’ora soltanto. E’ questo il punto. Devo fermarmi, mettere i piedi su una terra che abbia un cielo. Alla bella forma preferisco la sostanza di un corpo, alla finzione la verità, magari grezza, magari incompiuta, di sentimenti e di pensieri che siano veramente miei. Al divertimento che procuro venendo fuori da sotto una cancellatura o dalle parentesi di una didascalia, preferisco la noia del lavoro in cucina. Alle luci della ribalta l’oscurità della vita quotidiana. Alla figura fantasmatica che seduce il corpo deformato di una donna incinta con due figli da accudire, una casa da tenere pulita e un uomo da amare. Un uomo che abbia sangue e sesso, veramente. Desidero, come tutte le donne, come tutti gli uomini, che la mia carne e il mio spirito siano la carne e lo spirito che muovono il mondo; che le mie azioni siano generate dalle necessità di tutti i giorni, non dal comportamento di uno sconosciuto che racconta una storia come questa. Il tuo arrivo, dopo la perdita della solidità logica del tuo corpo per mano di un energumeno che ha scambiato la passione per vendetta, è stato per me una sorpresa. L’esperienza mi è piaciuta. Mi è stata utile. Mi ha fatto scoprire che perdere coscienza vuol dire aumentare coscienza. Insomma, voglio guardare, sì guardare, invece di essere vista. Non voglio morire per rinascere nel ricordo, nel desiderio o nella fantasia di chi mi ha osservato. Voglio camminare per le strade, andare al mercato, mangiare, dormire, fare all’amore veramente. Voglio perdere la trasparenza che ho tanto desiderato per trovare quella materialità corporea che non ho mai avuto.
IMPICCIONE - Non è possibile.
FULVIA - L’arte sarà più forte e più bella della vita ma, tra le due, scelgo la seconda.
IMPICCIONE – Fulvia, come hai detto, siamo dentro una storia. Non puoi sottrarti alla natura effimera di cui sono fatti i personaggi.
FULVIA – Ti prego, rimuovi l’ostacolo.
IMPICCIONE – Non posso.
FULVIA – La tua volontà è diventato un incubo. Una sopraffazione
IMPICIONE – Non posso farlo.
FULVIA - Ho capito, di fronte al tuo rifiuto non ho scelta. Abbandono il gioco delle incursioni in cui ci siamo finora trastullati. L’uscita è una entrata che sta oltre la linea del boccascena.
FULVIA ABBANDONA IL PALCOSCENICO E, COME PERSONAGGIO, MUORE.



SCENA 20.
L’assalto dal cielo.

IMPICCIONE, ROSETTA, IL TENENTE OSSERVATORE, IL CAPITANO DEGLI ARTIGLIERI, DUE ARTIGLIERI DELLA DIFESA AEREA PENINSULARE, SOFIA, IL PAPA, IL RE, ANGELO L’ORGANIZZATORE DI RECITE PATRIOTTICHE, MARIA, TRE PASSANTI.

CORPO SONORO: “Il ruggito del cielo”.
AZIONI SIMULTANEE.

ROSETTA - Bomb run, bomb run…
IMPICCIONE – Bomb run, bom run….
ROSETTA – Bomb run, bomb run…
IMPICCIONE - Salve, vecchie canaglie.
ROSETTA – Bomb run, bomb run…
IMPICCIONE - Bella giornata vero? Stiamo appiccicati alla volta celeste. Tra poco avvisteremo la perla del Mediterraneo.
ROSETTA - ...bomb run, bomb run...
IMPICCIONE – Burt, a quel musine del mitragliere digli che oggi abbiamo un programmino musicale favoloso. Tutto bene? Ma sì, benissimo! Non potrebbe andare altrimenti. Husky, quel convoglio di navi in miniatura ti piacerebbe averlo nella tua collezione? Dì alla faccia di bronzo di Frank di non essere ansioso e di non sporgersi troppo dalla torretta, siamo sopra al mare.
ROSETTA - ....bomb run, bomb run...
IMPICCIONE - Ehi, Leonard, la sai l’ultima? Il vanto degli austriaci è di aver fatto passare Beethoven per austriaco e l’Imbianchino per tedesco. Stupendaaaaa!
ROSETTA - …bomb run, bomb run…
IMPICCIONE - Che beatitudine, ragazzi, andare a spasso per i cieli infiniti! Altro che quei fetenti della marina! Ho un amico che sta nei sommergibili, ve lo figurate sempre sott’acqua. Una volta sono andato con lui a fare un giro e appena salito a bordo gli ho chiesto se c’erano norme particolari da rispettare. Mi fa, “Sei forte a fare i calcoli?”. “ Che diavolo c’entra la matematica?”, gli fo. “ Guarda”, mi fa, ” nei sommergibili c’è una regola ferrea. Fai il conto delle immersioni, aggiungi il numero delle emersioni e dividi tutto per due. Se c’è il resto di uno guardati bene dall’aprire il portello”. Ragazzi, è stupendissimaaaaaaa! Bomb run. Bomb run…

UN UOMO E UNA DONNA SI ABBRACCIANO ALL’ANGOLO DELLA E BISBIGLIANO INCONSUMABILI PAROLE D’AMORE.

LA DONNA - Ti credo.
L’UOMO – Anch’io.
LA DONNA - (FACENDOSI IL SEGNO DELLA CROCE) Benedetto l’Angelo che apparve a Maria.

ROSETTA – …bomb run, bomb run…
IMPICCIONE - …bomb run, bomb run…Ehi, Pappy, dove sei? Quando torniamo dal circo, stappiamo un paio di bottiglie che Cameron ha portato dall’isola del sole. Che forza, Pappy! Voliamo a sandwich tra cielo e mare. Pappy, sveglia! La braldraccona dei tuoi sogni prende il sole in riva al fiume.
ROSETTA - …bomb run, bomb run…

SCENA IMMATERIALE: OMBRE DI CANI ALL’ATTACCO.

Il TENENTE OSSERVATORE - Pronto! Pronto! Passatemi il Comando di rete. E’ urgente. Lo vai a cercare? Che cazzo dici?
IL CAPITANO - Pronto, sono il capitano Spema. Parla con me.
IL TENENTE OSSERVATORE - Signore, dogfight in vista, con una fortissima scorta di caccia a doppia coda.
IL CAPITANO - A che ora sono passati?
IL TENENTE OSSERVATORE - Stanno passando.
IL CAPITANO - Quanti sono?
IL TENENTE OSSERVATORE – Mille, duemila, forse di più. Non riesco a contarli.
IL CAPITANO - Sei diventato matto?
IL TENENTE OSSERVATORE - Vengono verso di voi.

IMPICCIONE - ...bomb run, bomb run... ..
ROSETTA - …bomb run, bomb run

SCENA IMMATERIALE: OMBRE DI DOGFIGHT ALL’ATTACCO.

LA COPPIA D’INNAMORATI ATTRAVERSA DI CORSA LA STRADA. SI FERMANO.
L’UOMO - Senti?
LA DONNA - Pure di giorno, adesso.
L’UOMO - Sono i nostri.
LA DONNA - Ne abbiamo così tanti?
SIRENE DI ALLARME.
L’UOMO - Adesso se ne ricordano!
SCAPPANO.

IMPICCIONE - ...bomb run, bomb run...
ROSETTA - ...bomb run , bomb run...

IL PAPA OSSERVA IL CIELO CON UN CANNOCCHIALE.

IMPICCIONE - …bomb run, bomb run…
ROSETTA – Bomb run, bomb run…

IL RE OSSERVA IL CIELO CON IL CANNOCCHIALE.

IMPICCIONE – Bomb run, bomb run…
ROSETTA – …bomb run, bomb run…

I DOGFIGHT MITRAGLIANO. I MITRAGLIERI PENINSULARI DELLA DIFESA ANTIAEREA RISPONDONO AL FUOCO.

IMPICCIONE - ....bomb run, bomb run…
ROSETTA - …bomb run. Bomb run…...

IL CAPITANO – (AL TELEFONO) Tenente, come si comportano i nostri artiglieri?
IL TENENTE - Si battono bene, capitano..
IL CAPITANO - E il nemico, come se la passa il nemico?
IL TENETE – Il nemico se la spassa, Capitano. L’artiglieria ha il tiro corto.

ANGELO – L’ORGANIZZATOIRE DI FESTE PATRIOTTICHE - ATTRAVERSA RAPIDAMENTE UNA PIAZZA CON UN SACCO DI FARINA SULLE SPALLE. CADE SOTTO LA RAFFICA DI UNA MITRAGLIATRICE AEREA. SOPRAGGIUNGONO UN UOMO E UNA DONNA: RIMETTONO LA FARINA INTRISA DI SANGUE NEL SACCO E SE NE VANNO DI CORSA CON IL BOTTINO SULLE SPALLE.

ROSETTA - …Bomb run…bomb run…
IMPICCIONE - Husky, i pennacchi dell’artiglieria potrebbero servirti per farti la barba o travestirti da Babbo Natale. E tu, Leonard, smettila di ridere, fammi sognare. Come vedi, il passo è cominciato e va tutto liscio come l’olio. Angel, hai un caccia davanti, ma non fartela sotto perché puzzerebbe anche a distanza. Visto che se ne va a tribordo, lascialo andare e preparati a passare dal macellaio. Ce n’è un altro che ti ha puntato il culo, sergente. Quel cacasotto ha visto che sei brutto come la morte ed è scappato via ronfando come un maiale. Bomb run, bomb run... Ehi, poppanti, vi rendete conto? Volate come angeli sulla città eterna!

SCENA IMMATERIALE: DETTAGLIO DEL PUNTATORE ATTACCATO ALL’OCULARE DELLA SCATOLA DI PUNTAMENTO.
STACCO: DETT. DEL GUANTO ARTIGLIATO ATTACCATO ALLA CLOCHE.
STACCO: DETT. DEL POLLICE SUL BOTTONE DI SGANCIO.
STACCO: CROSSPOINT A SEGUIRE SUI MEANDRI DEL TEVERE, SUL FOGLIAME DEI PLATANI, SULL’AMMASSO DI RUGGINE DEI TETTI, SULLA CUPOLA DI SAN PIETRO, SU UN DEPOSITO MILITARE E SULLO SCALO FERROVIARIO.
STACCO : DETT. DEL DITO CHE PREME IL BOTTONE.
STACCO: SOFFIONI ROVENTI.
STACCO: LA COPPIA D’INNAMORATI E’ TRAVOLTA NELL’ABBRACCIO DA UNA VALANGA DI MACERIE.
STACCO: POLVERE, FUMO, FIAMME.

SILENZIO ABISSALE.

SOFIA PIANGE IN SILENZIO.

TRACCE RETINICHE DELL’ANGELO DI MARMO CHE VOLA.

IL RE - (ABBASSA IL CANNOCCHIALE ) E’ l’ora di agire.

IL PAPA - (ABBASSA IL CANNOCCHIALE ) E’ stato tutto inutile.

TRACCE DI SOFFIONI ROVENTI.

LA DONNA TRASCINA IL CORPO DEL SUO AMANTE. CONGIOUNGE LE MANI. LE AVVICINA ALLA GUANCIA. PIEGA LA TESTA FINO A SFIORARE IL CORPO DEL SUO UOMO.
LA DONNA – Posso toccare le macerie, se voglio. Posso accarezzare, se voglio, la mia guancia o appoggiare il capo sul tuo petto. Faccio pensieri mai pensati prima, ma l’accesso mi è negato. Amarti è stato un eccesso di volontà?
LA DONNA SI METTE SUPINA, CON LA TESTA APPOGGIATA SUL CORPO DELL’UOMO. AFFERRA UN PEZZO DI FERRO. ALLARGA LE GAMBE. LO FA PENETRARE NELLA CARNE..

IMPICCIONE APRE LA BOTOLA DALLA QUALE E’ VENUTO, S’INFILA DENTRO, ABBASSA IL COPERCHIO E SCOMPARE.



SCENA 21.
“Ut unun sint”.

ROSETTA, SOFIA, ANGELO IL FIDANZATO DI ROSETTA.

CORPO SONORO : “Verso sera”.

ROSETTA STA DAVANTI ALLA MACCHINETTA DEL CAFFE’. ANNUSA. SENTE UN ODORE MISTERIOSO E SORPRENDENTE, CHE NON E’ QUELLO DEL CAFFE’ PERCHE’ LA MACCHINETTA TACE..
ROSETTA – Cos’è? E’ un odore indefinito. Sconosciuto. Non è né buono né cattivo. ROSETTA ANNUSA ANCORA. SI SENTE OSSERVATA, ORA. IMBARAZZATA. INTIMIDITA. ALLE SPALLE LA FISSA UNA GRANDE OCCHIO SPERMEATICO. ROSETTA SI GIRA: L’OCCHIO SPERMEATICO SCOMPARE. ENTRA ANGELO, IL SUO FIDANZATO, MENTRE SALE IL SOFFIO DELLA CAFFETTIERA.
ROSETTA – Angelo, lo vuoi il caffè?
ANGELO – Sì, grazie
I DUE RAGAZZI. SI ABBRACCIANO IN MODO SEMPLICE E AFFETTUOSO. ROSETTA SOLLEVA IL COPERCHIO DELLA CAFFETTIERA E ANNUSA.
ROSETTA – Che profumo!
ROSETTA RIEMPIE TRE TAZZINE: UNA PER SOFIA, UNA PER ANGELO E UNA PER SE STESSA. CON APPRENSIONE E CURIOSITA’ BEVE IL CAFFE’ PER LA PRIMA VOLTA.
ROSETTA – Hm, è proprio buono. Ne voglio ancora.
SOFIA SORSEGGIA IL SUO CAFFE’. ROSETTA SE NE VERSA ANCORA UN PO’. SOFIA PORGE A ROSETTA LA TAZZINA VUOTA. ROSETTA SI AVVICINA.
ROSETTA – E poi?
SOFIA NON RISPONDE. ROSETTA SORSEGGIA IL SECONDO CAFFE’.
ROSETTA – E poi?
SOFIA – Una notte ho visto una donna senza testa. Stava in mezzo alla piazza. Sopra a un mucchio di macerie. Giovane, vestita di bianco. Camminava in mezzo al fuoco. Le mancava il capo, ma camminava come se andasse a passeggio. La vedo ancora nelle notti d’estate. Corre per via dei Volsci e scompare davanti al cimitero. Non una goccia di sangue sull’abito. Bianca come il latte. Se tendi l’orecchio, puoi sentire la sua voce. Viene tutte le notti, e lo chiama, lo chiama ancora: “Angelo, Angelo”.
FULVIA - E poi?
SOFIA - Tutto muore, niente muore.
ROSETTA BACIA SOFIA SULLA FRONTE. ESCE, STRINGENDO LA MANO DI ANGELO..
ROSETTA – Che mano calda!

Fine


Tutti i diritti riservati
SIAE – Sezione DOR - Roma