Dalla culla alla bara con accompagnamento di lupara

di

Alfio Bonanno

LA GENESI

(padre e figlio mafiosi si incontrano dopo tanto tempo, identici vestiti, coppola doppietta solo in padre è canuto e curvo il figlio è vegeto e baffuto. entrambi parlano in italiano sicilianizzato stile “ Il padrino”)

PADRE - Finalmente dopo tanti anni oggi deve ritornare mio figlio dall’America, purtroppo gli affari e il lavoro lo hanno trattenuto la per tanto tempo... ma finalmente oggi ritorna ... (entra il figlio, scene di commozione) Figlio, figlio mio, fatti vedre, da quanto tempo non ti potevo vedere...
FIGLIO - Padre mio anch’io non ti potevo vedere da tanto, si può dire che non ti ho potuto vedere mai...
PADRE - Ti ricordi figlio mio quando eri piccolo, che ti facesti la prima comunione?
FIGLIO - Mi ricordo mi ricordo..
PADRE - Che io ti volevo fare un regalo, mi pare ieri mi pare, e ti dissi: Figlio che cosa vuoi regalato per la prima comunione, un orologio o una pistola? Ti ricordi?
FIGLIO - Mi ricordo, mi ricordo...
PADRE - E tu, come ci penso mi viene da piangere per la commozione, mi dicesti : papà dammi la pistola, che se mi dai la pistola l’orologio me lo vado a prendere io... si vedeva da allora che avevi preso tutto da tuo patre...
FIGLIO - Mi ricordo, padre, che tu mi hai insegnato tutto della vita, se non era per tedi certe cose non ne capivo niente... ti ricordi quando mi hai dato la prima lezione?
PADRE - mi ricordo, mi ricordo...
FIGLIO - Che mi facesti salire sul tavolo e mi dicevi: buttati e io ti dicevo: non mi butto, e tu mi dicevi: buttati e io ti dicevo: non mi butto e tu mi dicevi: buttati e io ti dicevo: non mi butto
PADRE - E alla fine ti sei buttato...
FIGLIO - E tu hai aperto le braccia, ancora mi commuovo quando ci penso, e mi facesti sbattere con la funcia a terra e mi dicesti: ricordati figlio, non ti devi fidare manco di tuo padre...
PADRE - E ti ricordi il primo giorno di scuola?
FIGLIO - Mi ricordo, mi ricordo...
PADRE - Che io ti diedi tutte le spiegazioni necessarie, ti dissi: mi raccomando, non fare l’infame, se ti chiedono qualcosa dici sempre che non sai niente...
FIGLIO - E io ripetei per dieci anni la prima elementare...
PADRE - Però ti fecero promosso per anzianità e tu finisti le scuole elementari a testa alta perchè mai avevi parlato...
FIGLIO - Le scuole medie però le feci a modo mio perchè dovevo sbrigarmi che mi era arrivata la cartolina per il soldato, e ti ricordi dopo gli esami terza media?
PADRE - Mi ricordo, mi ricordo...
FIGLIO - Io ti portai la pagella e tu la cominciasti a leggere, italiano 10, storia 10, matematica 10, tutti 10 ... mi ricordo ancora come fosse ieri... prendesti la doppietta e me la puntasti ...
PADRE - ... e tu ti nascondesti dietro il cascittone...
FIGLIO - E io ti dissi: papà ma perchè? E tu mi dicesti: hai saputo troppo...
PADRE - E meno male che di dietro il cascittone non sei voluto uscire...
FIGLIO - Padre, figlio fedele sono io ... ma no figlio scimunito...
PADRE - E il giorno della tua cresima, ti ricordi?
FIGLIO - Mi ricordo, mi ricordo...
PADRE - Tu volevi un padrino e te lo diedi ma a te ti dissi: quando sarai grande tu è troppo poco che devi essere padrino di qualcuno ... tu padrone di tutti devi essere.
FIGLIO - E ti ricordi il cugino Filippo, quello che si era buttato pentito?
PADRE - Mi ricordo, mi ricordo..
FIGLIO - Che fine ha fatto?
PADRE - E che vuoi, doveva fare la fine che tocca a tutti gli infami e traditori, ma era nostro cugino sangue del nostro sangue ...
FIGLIO - ... e allora?
PADRE - E allora lo abbiamo privato degli occhi, delle orecchie e della lingua ... e lui con le mani domandava:ma perchè. E glie l’ho detto: cu è orvu surdu e taci campa cent’anni ‘mpaci. Con le mani, hai capito, me lo ha domandato, monellaccio anche con le mani si faceva capire (pausa) gliele abbiamo dovute tagliare ...
FIGLIO - Certo padre che tu sei sempre stato un uomo comprensivo ...
PADRE - E si capisce, che pensi che l’avrei mai ucciso? Era nostro cugino, dai ...
IGLIO – E ti ricordi suo fratello? Lui invece era uno a posto
PADRE – Mi ricordo, mi ricordo…Era uno metodico e preciso! Ci fu un periodo che ogni giorno portava un autoradio, che c’era uno che nella macchina nuova appena lui gliela rubbava quello ce la ricomprava, una due tre quattro volte, non mi ricordo qunte radio che ha portate, poi una volta quello della macchina si è stancato e al posto dell’autoradio ci ha fatto trovare un biglietto: l’autoradio non ce la metto più! Il cugino, che è uno a posto allora si è preso la macchina e gli ha lasciato un biglietto: non ti preoccupare la radio ce la metto io che ne ho tante…
FIGLIO – Che uomo! Una delle glorie della nostra famiglia…
PADRE – E il prozio Gerlando dove lo metti?
FIGLIO – Quello che come copertura faceva il sindacalista?
PADRE – Lui, lui, l’unico che per tanti anni si è battuto perché in estate invece dell’ora legale facessero lo’ora illegale…
FIGLIO – Cosa da scriverlo nei libri di storia… e a proposito ti ricordi di mio cuggino Gaspare?
PADRE – Mi ricordo, mi ricordo… però è ancora in carcere… un giorno un infame gli ha piantato un coltello nelle spalle ed è scappato…
FIGLIO – E allora perché lo hanno arrestato, se era lui la vittima
PADRE – Infami e traditori dei carrabbinieri lo hanno arrestato per porto abusivo di armi…
FIGLIO –Non c’è più mondo! Ora uno nemmeno è patrone di farsi accoltellare che macari ci pigliano di sopra!
PADRE – E che ci vuoi fare? E’ il mondo che va così! Pensa allora a zio Pino, Te lo ricordi? Fa regolarmente il suo sequestro di persona mensile, che aveva bollette e cose da pagare, gli manda un dito del rapito al padre di lui e quello che cosa gli risponde? Che non si capiva se era suo figlio e voleva più prove… e quello dita ne aveva venti in tutto, orecchie due... È finita che per non sbagliare gli ha dovuto mandare la testa sana sana… Capisci? Non c’è più mondo
FIGLIO – E così arriveremo che non si può lavorare più!
PADRE – Ma dimmi tu, il cugino del prozio della cognata di nostro compare poi si è sposato?
FIGLIO – Si si, una bella cerimonia, la famiglia non era d’accordo ma lui si è voluto sposare lo stesso… Un bel giorno di matrimonio…
PADRE – Come un giorno? Si sono lasciati?
FIGLIO – No, non è questo. E’ che la mattina dopo la sposa è agghiornata morta, era stato il marito…
PADRE – E… come si dice? La notte porta consiglio….
FIGLIO - E quando mi feci fidanzato io per la prima volta, ti ricordi?
PADRE - Mi ricordo, mi ricordo
FIGLIO - Com’era bella...
PADRE - Com’era fedigrafa e traditrice ...
FIGLIO - E tu mi dicesti: vai figlio, sistema questa faccenda. E io andai e le dissi: Cara; e lei mi disse: Caro; e io le dissi Cara; e lei mi disse: Caro; e io le dissi: Cara...
PADRE - Insomma: se non ci sparavo io ancora eravate li a dire caro e cara...
FIGLIO - Lo so padre che tu mi hai sempre voluto bene. Ma lo sai che ti dico a me mi è venuta fame, perchè non ce ne andiamo a prendere una pizza?
PADRE - Figlio mio, mi pare che stare all’estero ti ha un po’ rovinato le belle tradizioni che ti ho insegnato... noi che siamo cosa di andare a prenderci la pizza, ah?
FIGLIO - Hai ragione padre, scusami, facciamo come è più giusto, niente pizzeria, andiamo al ristorante...
PADRE - ... e ci prendiamo un bel pizzo...andiamo
FIGLIO - Si andiamo ...
PADRE - (scrutanto tra il pubblico) Aspetta, aspetta, hai visto chi c’è la?
FIGLIO - (guardando anche lui) No, chi c’è?
PADRE - Lo zio Mariano!
FIGLIO - Lo zio Mariano? Oh che sono contento... ma chi è che non lo riconosco più?
PADRE - Quello con la coppola
FIGLIO - Ma ce ne sono due con la coppola
PADRE - Eh, di quei due è quello con la giacca di fustagno
FIGLIO - Ma tutti e due hanno la giacca di fustagno
PADRE - Quello con gli occhiali
FIGLIO - Ma tutti e due hanno gli occhiali
PADRE - Quello con i pantaloni di velluto a coste
FIGLIO - Ma tutti e due hanno i pantaloni di velluto a coste... ma chi è lo zio Mariano?
PADRE - (prende la mira con la doppietta e spara in direzione dello zio Mariano) Quello vivo!
FIGLIO - Vero è! Ciao zio Mariano, ciao.
PADRE - Andiamo figlio, che ora qui si riempie di curiosi e io nella confusione non ci so stare, saluta lo zio e andiamo dove dobbiamo andare.
FIGLIO - Hai ragione, ciao Zio Mariano, ci vediamo dopo...(escono)

FINE



IL RITORNO

Padre: Sono emozionato: mio figlio, il sangue del mio sangue, ossa delle mie ossa, lupara della mia lupara, per la seconda volta ritorna dall’America… sono così emozionato! Più emozionato di un picciotto alla sua prima estorsione…
Figlio: (entra in scena vestito da boss americano anni venti) Patre!
Padre: Figlio! Tutto a posto in America? La famiglia, i picciotti, stanno bene? E com’è La Merica, com’è?
Figlio: (lo blocca nel discorso) Oh, patre…e che che è successo, ti sei scritto nella questura?
Padre: (scatta sulla difensiva ed estrae il coltello) Figlio! Come ti permetti di offendere cos’ tuo patre?
Figlio: Mai mai patre! Però tu con tutte queste domande… e che è? Quando mai tra di noi tutte ste discussioni… me lo hai insegnato tu: la meglio parola è quella che non si dice… tu stavi facendo un interrogatorio…!
Padre: Hai ragione, si vede che crescendo stai diventando saggio per davero! E però lo sai? Io in America non ci sono mai stato e un po curioso ci sono…
Figlio: E che ti devo dire? magnifica è... però ci sono certi cose che non ho ccapito!
Padre: E quali, figlio?
Figlio: Pi' fàriti l'esempio le strade: lunghe, lagghe, quattro cossie di maccia... e le chiamano "strittt"!
I pumman: alti, ddue piani... e li chiamano "bbass"! I fimmini: alte, biònde, occhi azzurri, con due davanzali accussì esagerati che si meritano di essere denunziate per abusivismo... e le chiamano uommene! E poi c’è una cosa proprio non c'arrivo a ccapiri: agli stop, hanno un cattello: "ONE WAY". Ma dico io... che tinni futti a tia onne vado io?!?
Padre: Certo che l’educazione non la conoscono sti americani… pecciò uno non è patrone di andare in giro che deve fare le sue cose… tu mi capisci…e al semaforo gli chiedono dove va? Ma che educaizone è? Macari uno sta andando per lavoro, e tu mi capisci…, e glielo dovrebbe dire a loro? Mah! Abbiamo ancora troppe cose da insegnargli ai nostri cuggini americani…
Figlio: Credimi patre: un paese di barbari! Pensa che ancora hanno la pena di morte!
Padre: Come? La pena di morte? E chi si credono di essere? Quasi quasi si sentono più importanti di noi?
Figlio: Appunto, appunto! Te l’ho detto che sono barbari…
Padre: E senti e al cugino Calogero allora come gli è finita?
Figlio: E non te lo immagini? Condannato a morte
Padre: Ma almeno un ultimo desiderio gliel’hanno fatto esprimere?
Figlio: Si e lui gli ha chiesto una bottiglia di Marsala, loro fanno:"Di che anno?" e il cugino Calogero: "Del 2050!"
Padre: Sempre furbacchione il cugino Calogero…
Figlio: Ma pure l’americani non sono fessi, in attesa che fanno il vino del 2050 al cugino lo hanno agghiacciato e dice che quando è ora lo scongelano…
Padre: e il cugino cosa ha detto?
Figlio: L’ho sentito prima dell’esecuzione e l’ultima parola mi ha detto che aveva un freddo boia…
Padre: E dimmi, dimmi: Il compare Puddu, quello che era il più pricchiu della famiglia, che fa, che fa?
Figlio: E che ti dico? L’ho visto in prigione e gli ho chiesto: "Perchè sei qui tu?".E lui: "Perchè ho rubato dei gioielli rompendo la vetrina con un mattone". E allora gli chiedo: "E ti hanno preso sul fatto?". E lui ma fa: "No, il giorno dopo quando sono andato a riprendermi il mattone!".
Padre: Sempre il solito morto di fame! ...per un mattone… E Turiddu, quello evaso?
Figlio: va in giro indossando abiti ricercati…
Padre: …e il cugino Peppino, quello scarso a rubbare?
Figlio: l’ultima volta ha rubato del formaggio già grattato…
Padre: E il compare Vicenzo, quello che fa il gangster a Ditroit, quello che si occupava di appalti…?
Figlio: Ha smesso, dopo tante sparatorie sostenute gli è presa la paura del cemento armato…
Padre: E lo zio Totò, quello che faceva il ricettatore?
Figlio: …prima di partire mi diceva che si doveva sbarazzare di una partita di frigoriferi che scottano!
Padre: Ti prego di non mi rimproverare di nuovo ma ho troppa nostalgia dei nostri parenti americani… specialmente tuo figlio, il mio nipotino… che fa, che fa?
Figlio: Cresce, cresce e impara… sta diventanto bravo in matematica..
Padre: Si? I conticini bene se li sa fare?
Figlio: Pensa che ieri gli ho fatto una domanda: "Allora, Salvuccio, quanto fa 100 diviso 2 ?". E lui preciso e sicuro "Facile, 80 per noi e 20 per u Zu’ Tanu!".
Padre: Gioia di niputi! Accussì nicuccio e già sa’ comu si fa una giusta divisione…! Che prèio!... e suo fratello più grande?
Figlio: … ma che saccio… cette votte mi fa preoccupare … l’altra volta eravamo in città e io gli faccio: "E se prendessimo il metrò?". E lui mi risponde: "Eh, sì, e poi dove lo mettiamo?"… capisci? Non mi è venuto bello spronto e intuitivo come deve essere…
Padre: Peccato! Eppure sembrava un bravo picciotto…
Figlio: Di bravo è bravo ma solo che un poco allattumato mi è risuttato… proprio la settimana scorsa gli volevo trovare una fidanzata, ho visto la migliore sulla piazza e gliela ho presentata, a lei gli è piaciuto il picciotto e li ho mandati a farsi una passeggiata
Padre: Allora non è tutto scimunito…
Figlio: Aspetta…. Quando sono stati soli lei si sdraia e gli fa: “Luv me, luv me!” (pronuncia: lav mi)
Padre: E il nipotino si è fatto onore?
Figlio: Macchè… quella faceva Luv me e lui gli risponde: Va lavati da sola, zozzona!!!
Padre: Eh si… non è risultato come dovrebbe… e vabbè al limite lo facciamo fare carrabbiniere…
Figlio: Ma che dici patre? Carrabbiniere? Piuttosto gli rompo tutte e due le gambe e lo faccio campare con la pensione… Te la immagini l’umiliazione? Mio figlio… carrabbiniere… e poi la gente che deve dire che nemmeno la base della educazione gli ho saputo insegnare a mio figlio?
Padre: Hai raggione, si vede che sto diventando vecchio… Ma dammi ancora qualche informazione sull’America, figghio, mio procugino il killer ancora lavora?
Figlio: No no, ormai è andato in pensione fa solo qualche lavoretto dalla finestra di casa sua, ma così tanto per ammazzare il tempo….
Padre: spara alla gente che passa per strada?
Figlio: no no, che hai capito… proprio per ammazzare il tempo: spara all’orologio della chiesa, a quello del municipio, spara a quello che fa le previsioni del tempo in televisione, e a volte anche ai marocchini ai semafori…
Padre: E che c’entra?
Figlio: E quelli non vendono i fazzolettini? Lui una volta ha visto la marca e da allora spara pure a quelli…. I fazzolettini Tempo, no?
Poadre: Poverino, è uscito di testa proprio…
Figlio: Ma sai, d’altra parte in america il lavoro del killer è superato... pensa che intanto avevano già inventato i serial killer, che quelli vanno avanti veloci che in un giorno fanno più lavoro di quanto lui ne faceva in una settimana… poi ora ci sono pure i parallel killer
Padre: E che sono?
Figlio: l’ultima trovata degli americani in campo industriale: assassini tecnologici che uccidono 8 persone alla volta... ma comunque brava gente, con dei principi…
Padre: Ah si? E per esempio?
Figlio: per esempio, che sono modesti, molto modesti, pensa che vogliono sempre rimanere anonimi… e anche nella vita di ogni giorno è gente normalissima,,, gente che il lavoro se lo sa dividere con equilibrio: per esempio c’è da cambiare una lampadina al circolo? E loro ordinatamente uno ruba la lampadina, uno cambia la lampadina, uno tiene la scala, uno spara ai testimoni… capisci? Così con naturalezza…
Padre: E certo che è tutto un altro mondo… e i vecchi uomini d’onore chissà come si ci trovano? Per esempio il mio vecchio amico Joe Zammataro… come si trova in mezzo a tutti sti americani? Che fa, che fa ?
Figlio: Eh… beh a essere precisi non è più tra di noi…
Padre: …emigrato?
Figlio: Patre…. Manco tu mi pari… morto, no?
Padre: E come è stato?
Figlio: Si può dire che mi è morto nelle mani a me…
Padre: …fammi capire…
Figlio: Un giorno mi manda a chiamare perché era stato colto da dolori lancinanti e sentendosi in fin di vita con un filo di voce fa: - Picciotto... sento che la mia ora sta per arrivare... ti debbo confessare una cosa... altrimenti rimarrei col rimorso sulla coscienza! E io: - Non ti preoccupare Boss, dimmi tutto!
E mi fa: - Ti ricordi il fatto dei tuoi cinque fratelli? e io: - Si perché? - Vedi... li ho dovuti far arrestare io, perché sapevano troppo... io comprensivo gli faccio: - Sfogati Boss, non ti posso vedere così sofferente... lui: - Ti ricordi di tuo cognato? e io: - Si perché? E lui: - Purtroppo l'ho dovuto far uccidere io! Aveva fatto uno sgarbo! E poi... sono stato anche l'amante di tua moglie per sei anni!
E a questo punto l’ho voluto consolare e gli faccio: - Non agitarti Boss! Non ti devi tanto preoccupare per me! In fondo sono stato io ad avvelenarti il caffè che ti hanno portato dal bar stamattina…!
Padre: Ah… ora capisco perché suo figlio l’altra volta che è venuto al paese mi guardava storto…
Figlio: …non mi dire che ti ha fatto qualcosa?
Padre: No. Che dici? Lui guardava storto, ma io ho guardato dritto… in fondo ho ancora una buona mira… solo che non capivo che aveva con me… ora l’ho capito, e pazienza…
Figlio: Avanti va, andiamocene di qui, vieni con me al bar che ti offro un caffè… (si avviano)
Padre: (titubante, dopo un atimo si avvia anche lui)…Senti figlio, non è che non voglio accettare… ma … dopo una notizia del genere ho lo stomaco chiuso… e in tutti i casi preferisco un po’ di acqua della fontanella… (escono)

FINE



LA VENDETTA

Padre: Ogni volta che mio figlio ritorna in Sicilia è sempre bello per me, mi prende un emozione che non l’ho provata nemmeno quando mio nonno sul letto di morte mi regalò la sua lupara e mi disse su di chi dovevo sparare il primo colpo…
Figlio: Padre!
Padre: Figlio! Luce degli occhi miei! Aria del mio respiro! Musica della mia anima! Bastone della mia vecchiaia! Profumo della mia vita!
Figlio: (bloccandolo un po’ infastidito) Patre ma che ti è pigliato? Ti sei mangiato dieci chili di baci perugina con tutte la carta?
Padre: E che centra la carta?
Figlio: Ti stanno uscendo dalla bocca tutte le fesserie che ci scrivono sulla carta dei cioccolattini…
Padre: Scusa figlio, è che quando ti vedo mi sento troppo emozionato
Figlio: Va bene, però non esagarare che se no mi tocca prendere provvedimenti
Padre: … ma che è una minaccia?
Figlio: No, si capisce… ma se tu cominci a parlare che sembri un giornaletto per ragazzine sceme… capiscimi a me… uno poi se lo scorda che tu sei mio patre…
Padre: Ho capito, mi fa dire la testa che ti ho insegnato troppo bene, sei diventato più serio di me… tranquillo comunque che non sono diventato scemo. Piuttosto perché non mi fai un bell’aggiornamento sulla famiglia?
Figlio: E che ti devo dire? Solita vita: i commercianti pagano, i picciotti riscuotono, gli uomini d’onore non sanno niente però il conto in banca gli aumenta…
Padre Ma per esempio il compare Sebastiano che aveva quel problema con il suo braccio destro?
Figlio: Tutto a posto, il braccio destro è morto di morte naturale, l’hanno trovato in un bosco fatto a pezzi con pietre e bastoni…
Padre: Mizzica! Alla faccia della morte naturale…!
Figlio: Patre! Bosco, legno, pietra… più naturale di così…!
Padre: Hai ragione! E senti: per il funerale?
Figlio: Ci ha pensato il compare Sebastiano stesso, ha chiamato il beccamorto gli ha ordinato un funerale di lusso, quello gli ha chiesto: E la cassa come la vuole? E il compare ci rispose: Chiusa bene!
Padre: Sempre uomo sensibile è stato Sebastiano, non c’è che dire! E la funzione chi glie l’ha fatta?
Figlio: il prete italo americano… ma un tipo tutto a modo suo… Il fratello del compare va dal prete e con fare minaccioso gli dice: "Lei deve fare un funerale bellissimo a mio fratello, in cui dice che era un santo!" Il prete gli dice che non è tanto d’accordo, ma il fratello insiste: "Se lei dice che mio fratello era un santo, io faro' un bel regalo alla parrocchia. In caso contrario, se ne pentira' amaramente!"
Il prete lo sai come se ne è uscito? Al momento della predica inizia cosi': "Fratelli, quest'uomo qui davanti a noi nella bara era un ladro, un bugiardo e un assassino." Silenzio di tomba tra i presenti.
Il prete prosegue: "Ma, paragonato a suo fratello..." (e punta il dito contro il fratello del compare), "era sicuramente un santo!"
Padre: Ah già, il fratello E senti senti: suo fratello non è quello che aveva sposato quella di venti anni più giovane di lui, la sorella del boss rivale?
Figlio: Mah, che ti devo dire? L’hanno trovato in fondo alla scogliera con tutta la macchina…
Padre: Incidente?
Figlio: Eh! Però il bambino l’altro giorno mi raccontava che quando ha chiesto a sua madre: Mamma, mamma, perche' stiamo spingendo la macchina giu' dalla scogliera? Quella gli ha risposto- Zitto, altrimenti svegli tuo padre!!!...
Padre: Sempre incidente è… se non è quando è caduto nella scogliera è stato quando se la è sposata… pure lui però…va bene che era più giovane, va bene che era sorella di un nemico… ma ucciderle il marito il giorno delle nozze appena uscito di Chiesa investendolo con un trattore… io glielo dicevo che aveva esagerato…
Figlio: Ma che ci vuoi fare? Lui era fatto così: le cose o le faceva alla grande o niente…
Padre: E si… e il bambino almeno cresce bene?
Figlio: Si si… solo che essendo che è senza patre i compagnetti se ne approfittano un poco… l’altro giorno ero a casa sua che facevo visita alla matre e lui torna da scuola piangendo, allora gli chiedo perché sta piangendo e lui, poverino mi fa: ... la maestra mi ha sospeso... io gli chiedo perché? E lui mi risponde: Perché quando la maestra è entrata in classe c'era il mio compagno di banco che fumava...- E allora mi viene spontaneo a chiedergli: e... tu che c'entri se lui fumava? Il bambino, ancora mi commuovo, ricomincia a piangere e mi fa: - Hanno detto tutti che ero stato io a dargli fuoco!
Padre: Vigliacchi! Se ne approfittano perché a casa non c’è nessuno che gli va a strappare le orecchie… se c’era il patre a casa lo vedevi come tutti gli dicevano alla maestra che il fetentone si era dato a fuoco da solo…
Figlio: Ma che vuoi? La gente è così… ragiona strano…ah, per esempio, non te l’ho raccontato di quel cretino che ho incontrato a Milano prima di venire qui?
Padre: No , racconta…
Figlio: ..niente un tipo strano che siccome aveva premura di prendere l’aereo, mi fa: io le do100 € e lei mi cede il suo biglietto! Io naturalmente gli rispondo urbanamente: la cosa non mi interessa, e ho fretta anche io di arrivare. Sto cretino non si rassegna e alza il tono: “Lei non sa chi sono io!” Al che gli rispondo: nemmeno lei sa chi sono io ma non per questo io vengo e le rompo i cabbasisi…” Il cretino invece di capire il discorso e andarsene comincia a fare un cinema lì in mezzo a tutta la gente… io, che sono un tipo tranquillo e non mi piacciono le scene di piazza ho dovuto subire..
Padre:… e ti sei tenuto l’offesa?
Figlio e che dovevo fare? Te l’ho detto che non mi piacciono le piazzate… pazienza… prima di piantargli un colpo in testa ho dovuto aspettare che lo trovavo da solo ai bagagli…
Padre: …e l’hai lasciato la’?
Figlio: E che sono uno zozzone? La gente che passava doveva vedere quello schifo a terra? Naturalmente l’ho messo in una valigia e l’ho lasciato in un angolo…
Padre: Ma che ti devo dire? Gente strana ce n’è dappertutto…
Figlio: Anche qui?
Padre: altrochè… l’altro giorno ero a Roma per portare una cassata all’onorevole Casuzza e sul treno incontro un milanese, parliamo del più e del meno, alla fine mi chiede: "Di dove sei?" E io: "Sicilia." E lui: "Sicilia dove?" E io: "Catania". E lui: "A Catania siete tutti mafiosi!" Allora gli dico: "No, mi spiace, guardi che è un luogo comune del tutto infondato." E lui mi ripete: "A Catania siete tutti mafiosi!" "No" gli dico io "le assicuro di no, si tratta del luogo comune per antonomasia. I mafiosi sono un'esigua minoranza, le assicuro che la maggior parte dei Catanesi sono tutti buone e brave persone." Lui insisteva: "Glielo dico io, a Catania siete tutti mafiosi!!" Non ne potevo più: "Guardi, se ha intenzione di chiudere così la nostra discussione, faccia pure; ma le assicuro che lei è vittima di una visione parziale della realtà, e se vuole..." E lui: "No, glielo dico io, a Catania siete tutti mafiosi!"
Figlio: Certo che ci vuole pazienza certe volte…
Padre: E lo stesso ho pensato io: Pazienza! Lui continuava e mizzica. L’ho dovuto fare ammazzare!!!
Figlio: E dimmi di quel picciotto che ti ho mandato il mese scorso, impara?
Padre: … mica tanto… l’altro giorno l’ho mandato a fare una commissione facile facile, al ritorno gli chiedo: Hai fatto il lavoretto a Jonny? E lui mi fa: Si l' ho buttato nel burrone! Io qui mi arrabbio:
- Cretino, doveva sembrare un colpo di sonno! E lui tranquillo tranquillo mi fa a me: Tranquillo prima gli ho messo un pigiama!
Figlio: Mizzica ‘ntamato proprio è… vabbè magari me lo rimandi che gli trovo qui qualcosa da fare… magari me lo riporto in America e gli trovo un posto di buttafuori in una delle nostre discoteche… così non ha bisogno di usare il cervello…
Padre: E dimi un'altra cosa: lo zio Pippo quello che prima faceva il meccanico, che fa, che fa?
Figlio: Zio Pippo? Quello è un genio! Ha preso la carrozzeria di una Mercedes, il motore di una Ferrari, le ruote di una BMW e i sedili di una Maserati.
Padre: E cosa ha fatto?
Figlio: Due anni di galera!
Padre: E la macchina che fine ha fatto?
Figlio: L’ha presa il figlio e la usava per gli affari di famiglia…
Padre: Perché dici “usava” non la usa più?
Figlio: Per ora no, anche lui è temporaneamente ospite delle carceri Americane.
Padre: ma che gli è successo?
Figlio: Al confine di stato venne fermata con all’auto e il finanziere si avvicina e gli chiede se a qualcosa da dichiarare. Lui gli risponde: "dei calcolatori". “Mi apra il bagagliaio” dice il finanziere e al momento dell'appertura trova dei mitragliatori "e questi sarebbero dei calcolatori ?" e lui gli risponde " noi i conti li regoliamo con queste!!! Ma il finanziere, ignorante che era, non gli ha creduto e l’ha arrestato…
Padre: Ma sono di famiglia… Pensa che a Natale a suo figlio gli avevo regalato un piccola lupara, bellina, con le canne mozze, piccoline per il bambino, una meraviglia… Sto piccolo scimunito torna da scuola e invece della lupara aveva un orologio d’oro… Che fu? Gli chiedo. E il piccolo genio mi fa: la lupara l’ho scambiata con questo orologio d’oro che vale molto di più… non ho fatto bene? …credimi non mi sono trattenuto: gli ho chiantato una timpulata a sistiari con tutti i sacramenti… Lui mi fa: E perché? E qui ho dovuto spiegarglielo: Ma se ora tu esci e uno ti dice cornuto… che gli rispondi che sono le quattro e un quarto?
Figlio: Coi figli non si finisce mai di insegnare…che fa andiamo?
Padre: A chi lo dici… andiamo si, che il dovere ci chiama, il pennello l’hai portato?
Figlio: (estraendo un fucile a canne mozze che fino a ora non siera visto) Qua ce l’ho… con questo facciamo un opera d’arte….. (escono)


FINE


AL DI LA’ DELL’OCEANO

(Padre e Figlio sono ai due lati del palco, simulando la distanza oceanica. Si parlano al telefonino)
Padre:(entra per primo, da solo) E’ da troppo tempo che non sento a mio figlio, vediamo che si dice in America, i picciotti sono bravi ma sempre un po’ di consigli ne hanno bisogno. (estrae il cellulare e scorre la rubrica) …dunque…A Antonio… no per ora il cellulare non gli prende, l’Ucciardone ha i muri troppo grossi, B Bartolo… eh è da tanto che non lo sento… prima o dopo deve uscire da latitante, e noi abbiamo pazienza e lo aspettiamo… C Ciccio… questo lo possiamo cancellare… non credo che da dove si trova oramai mi può rispondere… D Domenico … Domenico … e chi era questo? Ah Mimmu cioccolatta, …e anche questo si può cancellare… d’altra parte non ha lasciato nemmeno eredi, che tutti in una volta sono morti… e chi se l’aspettava che quel cretino di Turiddu u Cuttu sbagliava e invece di un chilo di tritolo ce ne metteva trecento… se ne è volato tutto l’isolato figli, nipoti, zii, parenti e semplici conoscenti: bum tutti in una volta… mah! …E … Enzuccio… si ma pure questo… il cellulare sarà ancora carico ma sottoterra mi dice la testa che non piglia… e poi chi dovrebbe rispondere? Dopo una settimana… Allora ah ecco F… Figlio… (effettua la chiamata e sta ad aspetttare)
Figlio: (entra in scena dalla parte opposta del Padre mentre il telefono gli suona, è evidente che era indaffarato in altre faccende perché mentre si riassetta ed estrae il cellulare, getta fuori scena un po di indumenti e di intimo da donna) Pronto? Chi parla?
Padre: Chi parla è sempre un infamone…
Figlio: Patre! Che bella sorpresa…
Padre: Ma perché non rispondevi subbito?
Figlio: …e non me l’hai insegnato tu che rispondere a quelli più grandi è maleducazione?
Padre: Ah figlio mio sempre giocherellone sei, vero? Ma che eri occupato?
Figlio: Si si, ero alle prese (come abbassando la voce per dire una cosa confidenziale) ero alle prese con Concettina Mancuso…
Padre: Figghio! E che mi combini? Con le femmine delle altre famiglie ti metti? E che ci vuoi disonorare?
Figlio: No… si capisce…
Padre: E allora che ci fai con quella la’? Che tra l’altro se ricordo bene è pure una bella muscolosa, che il patre per essere sicuro che non la insultava nessuno gli ha fatto fare palestra da quando aveva cinque anni…
Figlio: Appunto… apppunto… una tipa difficile di discuterci…
Padre: Comunque rimango stupito che tu, mio figlio ti abbassi con certa gente…mai me lo sarei aspettato che ti facevi fidanzato con Cuncittina Mancuso…
Figlio: Fidanzato? Ma che hai capito patre? Quale fidanzato? Ti ho detto che ero alle prese, va’ nel senso che quella era venuta a dire che gli dovevamo lasciare tutto il quertiere di Brucculin e siccome non sentiva ragioni ho detto: e pazienza ora la affuco subbito e così non arrivo tardi a pranzo che se no mia moglie si arrabbia…. Mizzica quella faceva resistenza e ho dovuto passare alle maniere forti!... mi sembrava più facile ma quella di farsi ammazzare non ne voleva sentire, mi ha fatto sudare sette camice e mi ha riempito di pugni, calci e mi ha strazzato i robbi di ‘ncollo!
Padre: Ah! Allora non sei figghio fedifrago?
Figlio: E come ti può venire in mente? Ma comunque ora è tranquilla… solo che la parte più difficile deve ancora venire…
Padre: Pace all’anima sua… quale è la parte più difficile?
Figlio: Calmare a mia moglie, già sono in ritardo, poi lei nel frattempo ha telefonato e quel cretino di ‘Nzino le ha risposto che non potevo venire al telefono perché ero con Concettina Mancuso… te lo immagini mia moglie… ha fatto come una tigre affamata che gli hanno fatto mangiare un chilo di peperoncino… non so come la devo calmare…
Padre: Ma pure tu, figlio, manco tu mi pari… E come è che sei così spaventato di una femmina? Perciò a cuncittina l’hai messa a posto e non sai mettere a posto tua moglie?
Figlio: Perché a te ti pare la stessa cosa?
Padre: Perché a tua moglie gli vuoi bene… vero?
Figlio: No no… è che mia moglie ne vuole quattro di Concettine… quella manco mi fa aprire la bocca che già mi ha messo a K. O.
Padre: E tu imponiti, che sei tu il mascolo di casa!
Figlio: Patre, lascia stare, proprio tu mi dai questi consigli… ti pare che me lo sono scordato quante volte la mamma ti assicutava col lasagnatore casa casa e carricava colpi che nel giro di un quarto d’ora il ghimmo te lo stoccava e te lo addrizzava almeno dieci volte…
Padre: Vabbè… dai … basta parlare di femmine che abbiamo affari più importanti…
Figlio: Più importanti hai ragione, ma affari più pericolosi di quello di mia moglie mai ne ho avuti…
Padre: Comunque, dimmi il picciotto che ti ho mandato impara bene?
Figlio: si si un buon elemento, tra l’altro è ambidestro, è capace di prendere un portafogli sia con la mano destra che con la sinistra.
Padre: Bene, bene. E suo fratello che si è fatto arrestare?
Figlio: Bravo pure lui, ha avuto quell’incidente che l’hanno arrestato però è così ladro che anche in tribunale rubava la parola al suo avvocato.
Padre: A posto allora… e Vincenzino ha messo mano a lavorare?
Figlio: Si. Ha aperto una gioielleria in centro:….. con una sola spallata.
Padre: Bravo come inizio non c’è male e il suo fratellino più piccolo che fa?
Figlio: Anche lui si da’ verso…,lo sai che ha aperto un magazzino?
Padre: Di cosa?"
Figlio: Non lo so, e' arrivata la polizia ed è dovuto scappare…
Padre: E pazienza imparerà col tempo… E il povero Caloggero, quello condannato a morte?
Figlio: Poverino, è stato condannato a morte alla sedia elettrica…. ha protestato per non essere stato messo al corrente. E lo ha fatto con molta energia!... Ma quelli lo stesso lo vogliono sbambare…
Padre: E allora dobbiamo rassegnarci che dobbiamo cercare un sostituto… e pazienza … E Pasquale? Che fa?
Figlio: E che fa?... è stato investito da un pirata della strada…
Padre: Si è fatto male? E a questo infame lo avete rintracciato
Figlio: Si quasi subbito. Quando abbiamo preso a Pasquale per portarlo all’ospedale gli abbiamo chiesto se aveva preso il numero di targa e lui ha detto di no
Padre: E allora Come lo avete trovato
Figlio: Che Pasquale ha detto: la targa non l’ho presa ma se guardate nella giacca ho preso il suo portafoglio…
Padre: Beh, bravo a Pasquale, non si fa sfuggire occasione… bravo bravo… E Concettino, quello che aveva problemi psichiatrici, si è rimesso?
Figlio: Un pochino, ma no tutto tutto…
Padre: Ancora da i nummeri?
Figlio: Si e no… per esempio è di nuovo capacissimo a fare rapine e ne ha fatte tante, ma poi è sempre spaventato che c’è un occhio che lo segue…
Padre: Ah… ha paura di essere stato visto…
Figlio: No no, dice proprio che c’è un occhio che lo cerca… perché l’occhio vuole la sua parte…. Ìnsomma è ancora un poco fuori di testa…
Padre: E va bene vedete se migliora se no magari me lo rimandi qui che lo mettiamo a lavorare in qualche ufficio del comune… che tanto lì è sempre un manicomio e manco se ne acocorgono che Concettino è fuori di testa… Ma dimmi una cosa, quei tre pagghiazzi che mi hai mandato da dove spuntavano?
Figlio: Quelli che gli piaceva andare in motocicletta?
Padre: Quelli, si , quelli, non hanno capito niente delle nostre tradizioni…e me l’hanno fata costare già qualche ventimila euro…
Figlio: E chi ti hanno fatto dei danni?, dimmelo a me che ci penso io, prima ti ripago a te e poi, tu mi capisci, ci presento la fattura a loro…
Padre: No, ancora non siamo a questo però un po’ di bile me l’hanno fatta pigliare… Hai presente che gli piace andare in giro con la moto?
Figlio:Si, certo…
Padre Allora: per caso ci incontriamo in un bar, vedono che c’è un tipo piccolo, autista di camion, che era appoggiato al bar con Hamburger, patatine e birra, ma siccome . come si è capito, sono tre teste di chiuppero invece di giocare seriamente, con disinvoltura chi gli pigliava, la birra, chi gli mangiava gli hamburger e chi gli mangiava le patatine. Quello, il paesano voglio dire, non si è scomposto di niente: ne ha fatto mosse, nè ha voluto giustizia: è andato a pagare e se ne è andato
Figlio: Giusto, come deve essere…
Padre: Io mi sono visto tutta la scena, di lui e di loro, a un certo punto il più sperto dei tre viene da me e mi dice:
- Baciamo le mani, ha visto come siamo sperti noi e lo ha visto a quello che uomo inutile e scunchiuduto è?
Io allora gli rispondo:
- bravi bravi bella dimostrazione di quanto valete…tu mi capisci, ma loro non mi capivano…
- E quello?
- Ma quello è inutile, certo come dite voi, ma non soltanto per il fatto delle patatine, è uno che non capisce niente, soprattutto non capisce niente di guidare l’autotreno..., tant’è vero che vi ha scafazzato le moto a tutti e tre… Scimuniti!
Figlio: Mah! Ho paura che non impareranno mai… L’ultima cosa dimmi, e i soldi falsi fatti da noi li hai avuti?
Padre: Si altri due scenziati di falsari abbiamo, mi hanno mandato delle banconote da duecentocinquanta euro… Io gli faccio notare che non esistono e loro mi fanno: ma le spese di carta e inchiostro erano troppo, se non non ci usciamo col le spese… E io gli faccio e ora dove li spendete? Loro tutti furbi andiamo a Palermo che la ci cascano sicuro…Partono e dopo tre giorni tornano tutti contenti e mi fanno: Ha visto? Tutti li abbiamo spacciato! La gente li prendeva senza fiatare… e per giunta ci hanno tornato il resto… e mi mostrano un sacco di banconote da sessanta euro, da centoventi euro, monete da tre euro e cose del genere… Scimuniti!... Comunque ti saluto che abbiamo parlato già assai e se non quello che gli ho clonato il cellulare se ne accorge alla prossima figlio!
Figlio: Stammi bene patre! E salutami lo zio Celestino…
Padre: No, no salutalo tu stesso. Tu le compri ancora le scatolette di cibo per i cani? Siccome c’è stato un problema con lo zio, ora dovrebbe trovarsi dalle tue parti… sparpagliato in circa duecento scatolette…


FINE



LA NEMESI
(Padre e Figlio sono in carcere)

Padre: Figlio, che ore sono?
Figlio: Le quattro, patre…
Padre: Figlio ma ci pensi che casualità? Dopo tanto tempo e tanti viaggi e tanto lavoro, e tu mi capisci,… trovarsi qui insieme per un meritato periodo di riposo… ma dimmi, dimmi: ho visto che nella cella prima di noi c’è lo zio Salvo, come mai ?
Figlio: Per una distrazione. C'era una processione e tutti lanciavano fiori dai balconi. Sua moglie si chiamava Margherita... e successe il fatto! Ma secondo me ci colpano i verdi che se si chiamava Giuseppina non gli facevano niente … e pazienza… E allora a nostro cuggino Angelino tu non l’hai visto?
Padre: No, c’è anche lui? E perché?
Figlio: Ma niente… Lo sai che lui aveva il vizio di farci le sorprese alla moglie? Ma una volta tanto che la moglie ha ricambiato la sorpresa lui si è messo nei guai….
Padre: …che ore sono?
Figlio: Le quattro e cinque, patre… allora, il cuggino?
Padre: In buona sostanza un giorno torna a casa dal lavoro prima del solito e trova il suo migliore amico che si intratteneva con sua moglie. Siccome la sorpresa non l’ha gradita: sei colpi di pistola ed ecco qui.
Figlio: Ma dimmi invece di te,. Patre, come mai sei finito qui, cosa hai combinato?
Padre: Cosa ho combinato?". "Una strage... ".
Figlio: No, non mi dire, eppure sei tanto una persona tranquilla e patrone di te…. E dimmi, come hai fatto?
Padre: Una sera torno a casa e dico alla cameriera: Aitina, so una barzelletta che fa morir dal ridere. Gliel'ho raccontata e, non l'avessi mai fatto, ha riso per un'ora, un attacco cardiaco l'ha stroncata. Mi hanno subito arrestato e processato per direttissima. Il giudice allora mi fa: “Ce la racconti questa barzelletta che lei ci vuol far credere come causa della morte della sua cameriera” ed io gliel'ho raccontata… Figlio, che ore sono?
Figlio: Le quattro e dieci, patre… continua, dai…
Padre: Non ti dico, sono tutti scoppiati a ridere, tranne i 2 carabinieri di servizio. Dopo alcuni minuti sono morti dalle risate l'avvocato difensore ed il pubblico ministero e da li' via via uno ogni minuto... il giudice...la giuria...
Figlio: Vero una strage fu!!!! E i due carrabbinieri che fine Hanno fatto?
Padre: E dopo una settimana sono morti anche i due carabinieri..."
Figlio: appena il tempo di capirela barzelletta… in tutti i casi, se ti dovesse venire la voglia di raccontarla, ricordati che a me le barzellette non mi piacciono…
Padre: …e me lo ricordo, me lo ricordo… sei sempre stato un tipo serio, eppure a volte capitano delle cose che nemmeno il più grande scrittore li può cogliere come le coglie un bambino,
Figlio: …comunque peferisco rimanere ignorante ma vivo che conoscere una barzelletta in più e morire a 35 anni…
Padre: Figlio, che ore sono?
Figlio: Le quattro e quindici, patre…
Padre: Però di come è buffa la vita te lo posso raccontare?
Figlio: E si capisce… vai…
Padre: Ti racconto come è finito in carcere il mio procugino per parte di madre… Il procugino andava in giro con uno che lo chiamavano di soprannome “pane e volpe” questo entra da un tabaccaio e vede una scimmietta sul banco. Prende 20 euro, le mette sul banco e chiede un pacchetto di sigarette. Quando il tabaccaio si gira, il furbacchione, velocissimo si rimette i 20 euro in tasca e da' una mala timpulata alla scimmia. Il tabaccaio si gira: "Ma che fa? E' pazzo? Perche' ha dato una sberla a quel povero animale?". E lui, candido candido "Mio caro signore, moderi le parole, questa scimmia maleducata si e' mangiata i miei 20 euro!". E qui il tabaccaio confuso… "Oh... mi scusi... non aveva mai fatto una cosa del genere... mi scuso di nuovo...". Quindi il tabaccaio gli da' le sigarette e il resto dei 20 euro.
Figlio: Furbo l’amico…
Padre: …e lo capisci perché lo chiamavano “pane e volpe” ? Il procugino, che ha visto tutta la scena, pensa "questo e' proprio furbo! ora lo faccio anch' io, ma da un altro tabaccaio". Gira tutta la citta' alla ricerca di un altro tabaccaio con una scimmia, ma niente da fare. Alla fine vede sul bancone di un tabaccaio un pappagallo con un becco enorme e pensa "questo qua si mangia anche un milione!". Entra, e sentendosi piu' furbo, mette 50 euro sul banco e chiede un pacchetto di sigarette. Quando il tabaccaio si gira si rimette i 50 euro in tasca e da' una sberla al pappagallo cosi' forte che le penne volano dappertutto. Il tabaccaio: "Ma che fa? E' pazzo? Perche' ha dato un ceffone al pappagallo? Che cosa le ha fatto quella povera bestia?". "Moderi le parole, perche' il suo pappagallo mi ha mangiato i 50 euro che avevo appoggiato sul bancone!!!". E il tabaccaio: "Ma che dice!!!!! Sono 20 anni che e' imbalsamato!!!"… il resto lo puoi immaginare da te…
Figlio: C’è poco da immaginare l’ho incontrato la settimana scorsa, sta organizzando una partitella di calcio per rompere un po' la monotonia del carcere. Peccato che c’è stata una rissa tra i giocatori di entrambe le squadre: tutti vogliono fare… il libero!
Padre: E che non lo sanno che in carcere a calcio si gioca in 10?
Figlio: Perchè
Padre: Perché manca il libero… Ma scusami Figlio, che ore sono?
Figlio: Le quattro e venti, patre…
Padre: Al colloquio di ieri ho sentito quello della cella 36 che parlava con la moglie… lei gli faceva: " Allora, ho parlato con l'avvocato, e mi ha detto che vent'anni non te li toglie nessuno. Devi assolutamente evadere! L'hai trovata la lima nella pagnotta?”
Figlio: E lui?
Padre: Lui rispondeva: “Si l’ho trovata… mi operano domani…”
Figlio: E quei due della sezione psichiatrica, li hai visti?
Padre: No, che fanno?
Figlio: Per essere sicuri che non se ne scappano gli hanno messo la palla al piede con la catene, come una volta…
Padre: Poverini, chissà che depressione…
Figlio: Macchè… ti ricordi l’ultima volta che ha nevicato? E tutti e due volevano scappare in mezzo alla neve convinti che potevano andare di corsa sulla neve che tanto avevano le catene…
Padre: Invece io ho sentito due secondini che parlavano stamattina presto. Uno diceva all’altro: "Hai saputo che stanotte è scappato Locascio?".
Figlio: E l’altro come ha reagito?
Padre: l’altro fa: "Meno male! Tu non ci crederai ma mi ero proprio rotto a sentirlo limare tutta la notte…"
Figlio: Sempre razza di carrabbinieri sono… non ragionano con la nostra testa….
Padre: Loro non lo sanno che ci sono detenuti che si tolgono le scarpe durante l'ora d'aria per sentirsi a piede libero.
Figlio: Se è per questo non sanno menemmeno che la canzone preferita dagli ergastolani è “non si puo' morire dentro.”
Padre: Non ci possono capire, sono troppo diversi… ma dimmi figlio: che ore sono?
Figlio: Le quattro e venticinque, Patre…
Padre: Ma lasciamo stare sti discorsi… ci sono notizie di nostro compare Alfio, quello che faceva il killer imprendibile e poi un mese fa l’hanno pescato sul fatto?
Figlio: Notizie? E che ti devo dire, era troppo evidente che era stato lui… lui e la vittima erano chiusi in un stanza… come si difendeva?
Padre: Ma l’avvocato che dice?
Figlio: Dice che è andato a colloquio e l’avvocato gli ha detto: "Caro, Alfio, ho due notizie da darti. Una cattiva e una buona. Quella cattiva e' che il test del DNA ha dimostrato che il sangue trovato sul luogo del delitto era il tuo". "E quella buona?". "Beh, glicemia e azotemia, vanno bene!".
Padre: E beh… almeno si cunotta che sta bene di salute…
Figlio: E meno male che da noi non c’è la pena di morte, … l’hai saputo che i fratelli Gambino sono stati arrestati e condannati a morte in sud America?
Padre: Non lo sapevo, senti ma che ore sono?
Figlio: Le quattro e trenta, Patre…
Padre: E come gli è finita ai Gambino?
Figlio: Eh… Arriva il giorno della fucilazione ed il primo fratello lo mettono al muro. Quando tutto e' pronto, grida: "Terremoto!!! Terremoto!! Correte, salvatevi!". Tutti i componenti del plotone cominciano a correre spaventati e lui scappa approfittando della confusione. Poi tocca al secondo fratello, e quando e' tutto pronto, questo grida: "Uragano!! Uragano!! correte salvatevi!!". Per la seconda volta si crea un parapiglia e anche lui riesce a fuggire. Tocca infine al terzo: lo legano, il plotone punta, tutto e' pronto e lui si mette a gridare con tutte le sue forze: "Fuoco!! Fuoco!! corr.." ma manco gli hanno fatto finire la frase…
Padre: Poverino…! E a proposito, nostro procugino Puddu come se la sta cavando con l’ergastolo?
Figlio: Mah! Nel giro di un mese stato operato di tonsille, adenoidi, estrazione dentaria e appendicectomia… Secondo me Puddu vuole evadere un po' alla volta!
Padre: Sai una cosa? L'altro ieri ho lasciato il mio spazzolino da denti sul letto e me hanno rubato. Ieri ho lasciato il pettine sul letto e mi hanno rubato anche questo. Oggi ho lasciato un attimo i calzini sul letto e indovina un po'? Rubati anche questi! Sai cosa comincio a sospettare?
Figlio: No, cosa?.
Padre: Comincio a sospettare che qui in carcere ci siano dei ladri! Ma dimmi una cosa: Che ore sono?
Figlio: Le quattro e trentacinque
Padre: (dopo una pausa di silenzio) Che ore sono?
Figlio: La quattro e trentasei
Padre: (dopo ulteriore pausa) E ora che ore sono?
Figlio: Patre! L’ergastolo! Ci hanno dato l’ergastolo….!!!!

FINE



PICCOLI MAFIOSI

(i due sono vestiti da neonato ma con baffetti e coppola, uno ha fucilino, e adagiati nelle loro culle o nei passeggini con la tecnica del nano (due persone, quello davanti infila le braccia nei pantaloni e scarpe e quello dietro non visto infile le braccia nelle maniche), parlano con gli storpiamenti dei bambini ma sempre con cadenza siciliana)
Bambino: Ciao ciao bel bambino, è la prima volta che ti vedo
Mafioso bambino: Se è per questo anche io è la prima volta che ti vedo… ma non lo dico a nessuno, tranquillo.
Bambino: Ma che c’entra? Io volevo solo fare amicizia…
Mafioso bambino: Ancora non ti conosco e già mi stai antipatico, secondo me tuo papà è carrabbiniere
Bambino: Non è vero! Mio papà è uno come tutti gli altri, se no mi metto a piangere, viene lui e ti da botte…
Mafioso bambino: Lo vedi che sei figlio di carrabiniere? Che bisogno c’è di fare l’infame? Risolviamola tra noi, no?
Bambino: E va bene. Come faccio a dimostrare che non sono figlio di carrabiniere?
Mafioso bambino: Per esempio… dimmi come si chiama tuo patre, dove abiti di casa, che macchina avete e dove tenete i soldi e i gioielli di famiglia…
Bambino: Allora, mio padre si chiama Catalano Giuseppe, abitiamo in via Rocca Sgalambra n° 16, abbiamo una Punto nuova e soldi ei gioielli li teniamo nel cassettone della stanza da letto… Ti basta?
Mafioso bambino: Si, hai raggione! Non sei figlio di carrabbinieri….
Bambino: Hai visto? Te l’avevo detto…
Mafioso bambino: Sei figlio di un pentito! …ti sei cantato tutte cose a primo colpo… ancora non sai chi sono io,e già ti fidi…. Ma chi te l’ha insegnato l’educazione?
Bambino: Il mio babbo, naturalmente…
Mafioso bambino: L’hai chiamato babbo? E il nome giusto è… perché se era sperto anche a te ti faceva più sperto… padre pentito e figlio infamone… che famiglia distrutta!
Bambino: Ma perché parli così della mia famiglia? Non è delicato… dovresti essere un po’ più civile…
Mafioso bambino: Mizzica più passa il tempo e più mi diventi antipatico… chii chii chii chiu chiu chiu… e come parli?
Bambino: Ma pure tu, ti sembra giusto? E se parlassi io della tua famiglia?
Mafioso bambino: …diciamo che non faresti nemmeno in tempo a dire la F di famiglia che già ti avrei tagliato la lingua
Bambino: Miii! Ma sei terribile! Mi fai paura! Ma tua mamma non te l’ha insegnato l’educazione?
Mafioso bambino: Di male a peggio! Ora pure la mamma mi tocca! Allora non ci vuoi arrivare a mangiarti la merendina delle cinque…
Bambino: Che centra la merendina della cinque se ancora sono le quattro?
Mafioso bambino: …appunto, perché prima delle cinque va a finire che ti devo cancellare dalla faccia della terra…
Bambino: Mammaaaa! Papààààà! Qui c’è un bambino che mi vuole uccidere!
Mafioso bambino: Mi! Allora non c’è soluzione… questo al mondo non ci sa stare: per forza che lo devo fare sparire! Ma sempre che chiami aiuto? Non ce la fai a difenderti da solo?
Bambino: Ma tu sei cattivo… mi vuoi fare del male…
Mafioso bambino: Ma quando mai? Si fa così per parlare… dai facciamo la pace… la vuoi una pallina?
Bambino: Si si… mi piace dai dai…
Mafioso bambino: (tira fuori una bomba a mano e la mostra al bambino) Eccola qua la vuoi?
Bambino: Si si, dai…passamela…
Mafioso bambino: Aspetta che tolgo la sicura (esegue) e te la do… (la tira ma il Bambino non riesce a prenderla e la bomba rotola fuori scena)
Bambino: Miii! Che peccato mi è sfuggita… come sono sfortunato….
Mafioso bambino: (tra se e se) … e invece non sai quanto sei fortunato…
Bambino: Cos’è che dici?
Mafioso bambino: niente niente…dico che poteva andare meglio…
Bambino: …si potevo prenderla al volo…
Mafioso bambino: …appunto appunto…. (da fuori scena si sente uno scoppio accompagnato da un bagliore e possibilmente da fumo) … potevi prenderla…
Bambino: …ma cosa è successo?
Mafioso bambino: tranquillo è che in fondo in fondo sei più fortunato di quanto pensi…
Bambino: E allora come facciamo la pace?
Mafioso bambino: Uhmmm vediamo… vediamo… ti piacciono le collanine?
Bambino: Si si bello, me me ne regali una? Una bella?
Mafioso bambino: (tirando fuori una corda fatta a cappio) …vedi se ti piace, prendila e mettila la collo… (la tira tipo lazos)
Bambino: (riesce a prenderla ma nella foga se la tira tutta a se togliendola dalle mani del Mafioso bambino) Bella, bella, mi piace… (se la mette al collo) Mi piace, allora adesso siamo amichetti?
Mafioso bambino: … e purtroppo si… se non me la toglievi dalle mani a quest’ora avevo un amichetto in meno… pazienza…
Bambino: Oh! Quasi quasi pare che sei dispiaciuto di avermela data…
Mafioso bambino: Ma che dici? Sono dispiaciuto che non ce l’ho nelle mani… che se no la collanina la stringevo io streta stretta…
Bambino: E va bene… vuol dire che comunque hai fatto un gesto di amicizia, ma se vuoi te la ritorno…
Mafioso bambino: no no mi basta che mi dai la cima della corda… butta butta
Bambino: Ecco qua, tieni… (prima si sfila la corda dal collo e poi la butta verso il Mafioso Bambino)
Mafioso bambino: … l’avevo detto che mi faceva antipatia…
Bambino: Miii! È caduta….
Mafioso bambino: E non ti preoccupare che prima o dopo lo trovo un regalino giusto… uhmmm Senti! Ora ti faccio una proposta che non puoi rifiutare…
Bambino: Che proposta? Che proposta ?
Mafioso bambino: La facciamo una bella festa di compleanno?
Bambino: Siiii! Dai , dai… ma chi è che fa il compleanno? Tu fai il compleanno? Lo fai tu? Lo fai tu?
Mafioso bambino: …e calmati, calmati, non ne faccio io compleanno
Bambino: (deluso) e allora? Come facciamo a festeggiare?
Mafioso bambino: Mizzica che sei antipatico! Aspetta vediamo… da quanto tempo ci conosciamo?
Bambino:…boh? Che so…? Saranno dieci minuti…
Mafioso bambino: Ecco! Hai visto? Festeggiamo che siamo diventati amici…
Bambino: Bello bello… ci vuole una torta con le candeline… ma tu ce l’hai una torta?
Mafioso bambino: …una torta non ce l’ho… ma le candeline si… le vuoi? Tu le spegni e io batto le mani?
Bambino: Si si si, dai dai…
Mafioso bambino: (tira fuori un mazzo di candelotti di dinamite legati a un filo e le passa al Bambino, poi arma il detonatore) sei pronto?
Bambino: Si si si , dai, dai… (si accorge del filo e lo strappa via)
Mafioso bambino: ( aziona il detonatore ma non siccede niente) Mizzica e che è?
Bambino: Hai visto? C’era un filo in più, ma io sono bravo e l’ho tolto….
Mafioso bambino: E bravo bravo… veramente bravo sei…
Bambino: Ma senti come le accendo le candeline?
Mafioso bambino: Mizzica! Bella idea mi hai dato! Tieni, qua i fiammiferi e accendili (tira fuori dalla tasca uno scatolo di fiammiferi e lo passa al Bambino)
Bambino: Bello! Bello! (prova a d accendere ma nessun fiammifero funziona) Miii!! Non funzionano, sono bagnati!
Mafioso bambino: Bagnati? Maledetto pannolino che non tiene… mi devo ricordare di dire due paroline a quello del negozio…
Bambino: …e ora come festeggiamo?
Mafioso bambino: Eppure un idea ce l’ho… ti piace suonare la trombetta?
Bambino: Si si si dai dai… è divertente suonare la trombetta….
Mafioso bambino: (prende il fucile e lo allunga verso il Bambino) Suona, suona… che io ti conto il tempo
Bambino: Tu mi dai il tempo?
Mafioso bambino: No no: lo conto… conto il tempo che ti resta da vivere…
Bambino: (inaspettatamente prende il fucile dalle mani del Mafioso bambino, e riassume l’accento tipico siciliano) E ora la suoni tu la trombetta… infame e connuto!
Mafioso bambino: Ma ma ma!?!?!
Bambino: Senza “ma” e senza “mu”… Suona suona che a farti ballare ci penso io…
Mafioso bambino: Ma non eravamo amici?
Bambino: si come si dice: Amici e guardati…
Mafioso bambino: Ma allora sei uno della famiglia pure tu… io pensavo che eri un quaquaraquà qualsiasi…
Bambino: Eh! Ma allora sei tu che non ti hanno insegnato l’educazione… Tu avevi il ferro e io no… ma ora che la calcolatrice ce l’ho io…
Mafioso bambino: Calcolatrice…? Ma quello è il mio fucile…!?!
Bambino: Allora è vero che non ti hanno insegnato niente… non te l’hanno ancora detto che noi i conti con questo ce li facciamo?

(Si spegne la luce o si chiude il sipario…)

FINE



PICCOLI MAFIOSI CRESCONO

(i due sono vestiti da bambini ma con baffetti e coppola e fucilino, parlano come bambini ma sempre con cadenza siciliana)

1 Mafiosetto: Ciao, Ma a te non ti ho visto da qualche parte?
2 Mafiosetto: …(non degna il compagno nemmeno di uno sguardo e rimane muto a guardarsi le unghie)
1 Mafiosetto: Auh, sto parlando con te, e che è non ci senti?
2 Mafiosetto: (idem come prima)
1 Mafiosetto: …non è che lo fai per farmi innervosire? Vedi che che io sono piccolo ma se mi secco…
2 Mafiosetto: … ci butti un poco di acqua… così non secchi più!
1 Mafiosetto: Ah! Ma allora parli!
2 Mafiosetto: Io? Manco morto, mio patre mi ha insegnato che mai devo parlare…
1 Mafiosetto: Si, mai, e allora come fai? Se per esempio ti devi comprare una coca cola o vuoi un gelato che fai non ci parli con quello della putìa?
2 Mafiosetto: Ma sei scemo? Non è che devo stare muto tutto il giorno, è che mio patre mi ha insegnato a misurare le parole…
1 Mafiosetto: (stupito) …vero? Allora per questo mio patre non me lo ha insegnato… siccome sono ancora alle elementari le unità di misura non le abbiamo studiate, capace che come studiamo il metro mi insegna anche a me…
2 Mafiosetto: Miiii!!! Ma sei scemo davero! Misurare le parole significa un'altra cosa… com’è per esempio che si dice: ti misuro na timpulata… non è che significa che devi sapere di quanti metri è la timpulata… oppure se si dice: a quella persona gli ho preso le misure, non è che si ci va col metro…
1 Mafiosetto: Si ma tu mi stai facendo scimunire… tanto per cominciare io l’ho visto a uno che ci pigliava le misure col metro a una persona
2 Mafiosetto: Ma che dici?
1 Mafiosetto: Ti giuro. Hai presente l’altro giorno quando mio patre è entrato al bar della piazza, e tutti scappavano fuori?
2 Mafiosetto: Si, c’era anche mio patre, sulla porta del bar.
1 Mafiosetto: Ti ricordi che però ci sono stati cinque clienti che non sono usciti…?
2 Mafiosetto: E per forza… tuo patre ci ha sparato con il mitra…
1 Mafiosetto: Appunto, poi dopo è venuto uno e ci prendeva le misure con il metro…
2 Mafiosetto: Ma che centra? Quello era il baccamorto, ci prendeva le musure per il cappotto di legno…
1 Mafiosetto: Ma quando mai? Ci prendeva le musure per il tabbuto
2 Mafiosetto: E appunto, il cappotto di legno è il tabbuto
1 Mafiosetto: Si però tu parli tutto strano… le parole misurate, le timpulate misurate, il cappotto di legno
2 Mafiosetto: Hai detto che fai le elementari? E secondo me tu non sei manco all’asilo… se non conosci manco le parole… ma che niente ti hanno insegnato ancora?
1 Mafiosetto: Non è vero! Tu sei cattivo! Io so tutte cose, è che mi ero confuso…
2 Mafiosetto: Si? Così è? E allora dimmi come finisce questo proverbio: Cu è orvu surdu e taci…
1 Mafiosetto: Cu è orvu… surdu… e taci…. Aspetta aspetta che ce l’ho in pizzo alla lingua… cu è orvu surdu e taci… è malato e lo portano all’ospedale…
2 Mafiosetto: Mi!!! Ma sei veramente scemo! Cu è orvu surdu e taci campa cent’anni in paci…. Così è!
1 Mafiosetto: Ah… la sapevo, la sapevo è che me la ero scordata…. (cambiando tono) Ma che significa?
2 Mafiosetto: E lo vedi che non sai niente? Significa che se vuoi stare cent’anni in pace devi essere cieco, sordo e muto…
1 Mafiosetto: …si vabbè…! E uno cieco sordo e muto che ci campa a fare cent’anni? Non vede niente, non sente niente, non può dire niente…
2 Mafiosetto: Miii!! Ma a te come ti hanno fatto? Con le cotolette milanesi? Delle nostre cose non capisce niente! Non è che devi essere sul serio cieco sordo e muto… è che devi sapere non vedere, non sentire e non parlare, così non ti metti nei guai e campi cent’anni: è la legge dell’omertà. Per esempio dimmi quest’altra cosa: se loro ti chiedono se hai visto cosa è successo, cosa si risponde?
1 Mafiosetto: e… gli dici quello che hai visto così li aiuti…
2 Mafiosetto: (arrabbiandosi) Miii!! Ma tu così piccolo e già ragioni da pentito? Non si dice, non si dice!
1 Mafiosetto: E che mi sto muto?
2 Mafiosetto: No, c’è la risposta giusta: “Non ero qui”! Semplice, così loro capiscono che tu se non c’eri non potevi vedere niente e ti lasciano in pace e tu non fai l’infame!
1 Mafiosetto: E se quelli lo sanno che io ero li? Come glielo dico?
2 Mafiosetto: Maledetta l’ignoranza! In questo caso si dice sempre: “non c’ero”, e si aggiunge “e se c’ero dormivo” Così loro sanno che se dormivi non potevi vedere niente e ti lasciano in pace
1 Mafiosetto:… e se…
2 Mafiosetto: Niente se! Non c’ero, se c’ero dormivo e mentre dormivo mi sognavo che ero da un altra parte”! Così si risponde: impara e non fare obiezioni, se no con te non ci parlo più per davvero!
1 Mafiosetto: Va bene, come dici tu. E senti perché non me la insegni qualche altra cosa?
2 Mafiosetto: Uhmmm, vediamo, vediamo… Quale è la prima regola dell’omertà?
1 Mafiosetto: Aspetta, aspetta, questa forse la so… “occhiu vivu e manu o cuteddu” …giusto?
2 Mafiosetto: Ma che dici? Quella è la regola quando si cammina per strada… non capisci proprio niente… La prima regola è: “fatti i fatti to’”
1 Mafiosetto: Fatti i fatti to’… bella, facile facile e che ci vuole?
2 Mafiosetto: E ci vuole, ci vuole… ti pare che è facile farsi i fatti propri? Ci vuole capacità… hai visto l’altra sera quando sono andato alla salumeria e ci ho rubbato le brioscine?
1 Mafiosetto: Si si, le brioscine Tomarchio, e te le sei mangiate dietro l’angolo con il tuo compagno…
2 Mafiosetto: (dando in escandescenze) E lo vedi che sei pentito di natura? Se ti dico che la prima regola è di farsi i fatti propri che mi vieni a dire tutte ste cose? Allora tu proprio non te li sai fare i fatti tuoi?
1 Mafiosetto: Scusa, scusa, è che mi pareva che mi avevi fatto la domanda per sapere se ti avevo visto…
2 Mafiosetto: Ma tu non devi rispondere, devi imparare a farti i fatti tuoi… mi devi dire che non c’eri.. eccetera eccetera…
1 Mafiosetto: Ah! Ho capito! Io non so niente. L’altra sera non c’ero quando tu hai rubbato le brioscine Tomarchio e te le sei mangiate col tuo compagno dietro l’angolo… va bene così?
2 Mafiosetto: Sei una catastrofe! Tu è meglio se nascevi a Sanremo…!
1 Mafiosetto: E che centra…?
2 Mafiosetto: Perché sei capace solo di cantare! I fatti tuoi non te li sai fare proprio! Se invece nascevi a Sanremo era già tutto pronto: il teatro per cantare e i fiori per quando ti fai ammazzare perché te la sei cantata!
1 Mafiosetto: Mi! Ma tu mi tratti male! Prima dici che mi vuoi insegnare e poi mi pigli a male parole!
2 Mafiosetto: Ma se sei come il puppo! Che più cuoce e più duro addiventa! Ascolta e impara, no che te ne esci con queste cretinate… Va bene, dai, facciamo un riassunto: Qual è la prima legge dell’omertà?
1 Mafiosetto: Fatti i fatti to’!
2 Mafiosetto: Bravo! E se loro ti chiedeono cosa hai visto cosa rispondi?
1 Mafiosetto: Che non c’ero, e se c’ero dormivo e mi sognavo che ero da un'altra parte!
2 Mafiosetto: Bravo! E la regola per campare cent’anni in pace?
1 Mafiosetto: Cu è orvu surdu e taci, campa cent’anni in paci!
2 Mafiosetto: E bravo! Visto che con un po di impegno le cose le impari?
1 Mafiosetto: Sono stato bravo?
2 Mafiosetto: Uhm…
1 Mafiosetto: Ora stai misurando le parole, è vero?
2 Mafiosetto: E bravo! Bravo! Volevo vedere se avevi imparato tutto! Bravo sul serio! Ti voglio fare un regalo. (così dicendo estrae dalla tasca una brioscina, ma contemporanemente gli cadono a terra un mazzo di soldi)
1 Mafiosetto: (indicando sul lato opposto) Ma quelli chi sono? (e mentre 2 si gira a guardare raccoglie tutti i soldi e se li mette in tasca)
2 Mafiosetto: (rigirandosi) Boh… non li conosco… e pure se li conoscessi mica te lo direi… e allora che abbiamo imparato?
1 Mafiosetto: Giusto! Ma che regalo mi volevi fare?
2 Mafiosetto: (porgendogli la brioscina) Questa. Te la sei meritata… era l’ultima rimasta di quelle dell’altra sera…
1 Mafiosetto: Quale altra sera? Non ne so niente…
2 Mafiosetto: Bravo! Hai imparato alla perfezione… e allora ti faccio un altro regalo (mette le mani in tasca e non ha più i soldi) Mizzica! I soldi non ci sono più… mi devono essere caduti… Senti tu li hai visti?
1 Mafiosetto: Visti? Cosa?
2 Mafiosetto: I miei soldi…
1 Mafiosetto: No niente ho visto…
2 Mafiosetto: Ma sicuro?
1 Mafiosetto: Sicurissimo: non c’ero… come li potevo vedere?
2 Mafiosetto: Ma è stato adesso… magari li hai visti che mi cadevano dalla tasca…
1 Mafiosetto: Ti ho detto che non c’ero e se c’ero dormivo e mentre dormivo sognavo che ero da un'altra parte… Io mi faccio i fatti miei…
2 Mafiosetto: E vabbè, questo te lo imparato io, ma i miei soldi… siamo tra di noi me lo puoi dire se li hai visti
1 Mafiosetto: …Cu è orvu surdu e taci, campa cent’anni in paci
2 Mafiosetto: Sono sicuro che me li hai presi tu… (fa per spianare la lupara ma 1 è più veloce)
1 Mafiosetto: (puntando la lupara alla testa di 2) E ora, visto che non mi vuoi credere, te lo faccio dire da questa amica mia, dammi la tua lupara, girati e cammina… e mi raccomando: occhi bassi e non parlare con nessuno, Capito? Avanti. E ricordati che io niente ho visto e niente hai visto tu…

FINE


IL TEMPO DELLE LUPARE

(Mafioso con lupara, coppola, camicia e gilet, bermuda e scarpe da tennis; Mafiosa con lupara, coppola, camicia e gilet, gonna, gambaletti a strisce e scarponi)

Mafioso: Ciao, di dove sei? Non ti ho visto mai da queste parti? Ci possiamo conoscere?
Mafiosa: Non lo so, nemmeno io a te ti conosco, oggi è il primo giorno che mio patre mi ha fatta uscire di casa, sono di qui, del paese ma non sono mai uscita, siccome oggi faccio sedici anni allora mio patre mi ha fatto uscire… però mi ha detto di non parlare con gli sconosciuti, specialmente con gli sconosciuti mascoli…
Mafioso: …e vabbè non è che ti devi impressionare perché sono mascolo… in fondo che differenza fa?
Mafiosa: Fa, eccome se fa, mio patre mi ha detto che voi siete pericolosi.
Mafioso: Ma quando mai? Guarda che siamo fatti uguali a voi: due piedi, due mani, una testa, un paio di baffi, una lupara… uguali in tutto e per tutto…
Mafiosa: E poi, mio patre mi ha detto che i maschi sono pericolosissimi perché pensano sola a una cosa…
Mafioso: Ma non è vero, dai! Noi oltre a giocare a pallone pensiamo a tante altre cose, se vuoi ti faccio una disanima completa…
Mafiosa: (spianando immediatamente la lupara) Oh, che cos’è sta cosa? Che vuole dire disanima? Guarda che ce lo dico a mio patre!
Mafioso: Ma stai tranquilla… voglio dire se vuoi ti faccio un elenco.
Mafiosa: E perché non parli come ti ha insegnato tua matre che mi fai spaventare con queste parole strane...
Mafioso: Ma non ti preoccupare, che niente ti faccio, e poi sono cose che si imparano, tu non ci vai a scuola?
Mafiosa: (spianando nuovamente sospettosa la lupara) Scuola? E che cosa è sta cosa? Mi dice la testa che è una di quelle cose che fate voi maschi contro di noi…
Mafioso: Ma no, ma no.. che dici? La scuola è un posto dove ti insegnano a leggere e scrivere, a fare i conti, a conoscere la storia, la geografia, la lingue…
Mafiosa: (di nuovo spiana la lupara) Ecco! Lo sapevo che andavi a finire li’! Giusto diceva mio patre!
Mafioso: Ma che dici? Vuole dire che si impara a parlare l’italiano, l’inglese capisci? Queste sono le lingue...
Mafiosa: …uhmm si ma non mi fido… e poi io non ci ho bisogno della scuola, che già mio patre e mia matre mi hanno insegnato tutto quello che mi abbisogna…
Mafioso: Eh si , vabbè tutto… si fa per dire…
Mafiosa: No, no, vedi che io non sono una ignorante a casa mi hanno insegnato un sacco di cose: fammi qualche domanda e vedi…
Mafioso: ...va bene, vediamo quanto ne sai della vita… cos’è una ringhiera?
Mafiosa: … una cagna molto feroce
Mafioso: e come erano le credenze dei popoli antichi?
Mafiosa: … di legno
Mafioso: perché i poliziotti si danno delle arie?
Mafiosa: .. perché vogliono diventare agenti atmosferici
Mafioso: se muore un bancario dove lo seppeliscono?
Mafiosa: … in una cassa di risparmio
Mafioso: …uhmmm vedo che sei preparata, allora vado con qualche domanda più difficile… cos’è che si spedisce per ricordo?
Mafiosa: un orecchio, quando hai rapito a uno
Mafioso: E famoso quello di Troia
Mafiosa: … il figlio
Mafioso: Il senso sviluppato nei polpastrelli
Mafiosa: Lu...dito.
Mafioso: Il nome della figlia di Bush
Mafiosa: … Buscetta.
Mafioso: Fa coppia con Giulietta
Mafiosa: … Romeo
Mafioso: No, e' piu' lunga!
Mafiosa: …Alfetta.
Mafioso: Cosa si dice entrando in una banca?
Mafiosa: … mani in alto
Mafioso: Un pagamento regolare
Mafiosa: … il pizzo
Mafioso: Uno sport che si pratica allungando le braccia
Mafiosa: … lo scippo
Mafioso: L’indimenticabile Totò
Mafiosa: … Riina
Mafioso: Proviene da una buona famiglia
Mafiosa: … l’ostaggio del rapimento
Mafioso: Cos’è che si alza durante una discussione accesa?
Mafiosa: …il cric
Mafioso: Cos’è obbligatorio sulla moto?
Mafiosa: … impennare
Mafioso: Definizione di dare e avere
Mafiosa: … spacciare
Mafioso: Si indossa nelle grandi occasioni...
Mafiosa: ....passamontagna
Mafioso: Ha uno spiccato senso degli affari...
Mafiosa: .....ricattatore
Mafioso: Nel parco e nei giardini...
Mafiosa: ....drogati
Mafioso: Si apre in banca...
Mafiosa: .... fuoco
Mafioso: Stende il bucato...
Mafiosa: ....overdose
Mafioso: Manifestarsi con chiarezza...
Mafiosa: ....sparare
Mafioso: Anima le feste...
Mafiosa: ....rissa
Mafioso: (rimasto senza parole) … basta… ci credo… sei eccezionale da un punto di vista culturale…
Mafiosa: (spianando per l’ennesima volta la lupara) … e tu sei sempre più vastaso! Raggione aveva mio patre.. come ti permetti di fare apprezzamenti sulla mia persona?
Mafioso: Auh, ma vedi che culturale vuol dire che sei istruita, che hai capito?
Mafiosa: E’ che con voi maschi non si sa mai, mio patre tutto mi ha spiegato!
Mafioso: A me mi fa dire la testa che tuo patre è rimasto all’età della pietra…
Mafiosa: E non insultare a mio patre perché è una persona evoluta e gentile, che ti pare che è uno dei tanti zzaurdi che ci sono in giro? Mio patre se deve fare sparire a uno non usa l’acido muriatico, chiama a mago Mavil che ci pensa lui a farlo sparire… e, siccome è una persona sensibile e non ce la fa a guardare in faccia a uno che sta per morire, quando deve sparare a uno, lo fa girare di spalle…
Mafioso: Capisco, una brava persona, perciò… sono contento che sia così, perché mi fa dire la testa che sarà un bravo suocero
Mafiosa: Che vuoi dire… non mi fare arrossire…
Mafioso: Ma dai, che l’hai capito che mi piaci… sei il mio tipo, hai perfino la mia stessa marca di lupara… e i baffi li porti come a me preciso…
Mafiosa: Avah… che non ci sono abbituata a tutti questi complimenti… e poi devi stare attento con mio patre.. gia una volta c’è stato uno che ha perso la testa per me…
Mafioso: (deluso) vuoi dire che già sei fidanzata?
Mafiosa: No, ma quando mai? Voglio dire che c’è stato uno che ha chiesto a mio patre di sposarmi e lui gli ha fatto saltare la testa…
Mafioso: (toccandosi il collo) Ma… vuoi dire che è meglio se ci rinuncio? Che non ho speranze…?
Mafiosa: .. no… no a essere sincera… anche tu mi piaci… ma mio patre è molto geloso di me, non è facile che si rassegna che mi faccio fidanzata e che i sposo e me ne vado da casa…
Mafioso: E allora facciamo come nella migliore tradizione… fuggiamo…
Mafiosa: Si, e dove? Una volta ci avevo provato… non solo ci ha ritrovati, ma il poveretto ancora lo stanno cercando…
Mafioso: Lo ha nascosto?
Mafiosa: No un po’ lo hanno trovato…
Mafioso: E che vuol dire? Lo hanno trovato o lo stanno cercando? Non capisco…
Mafiosa: Voglio dire che “un po’” lo hanno trovato subito, un altro po’ lo hanno trovato dopo un mese e il resto dei pezzi ancora li stanno cercando…
Mafioso: Mizzica! Allora amore impossibile è il nostro… a meno che….
Mafiosa: Cosa?
Mafioso:Facciamo che tu mi porti a casa legato, come se mi avessi catturato… poi col tempo lui si abitua, io cerco di farmi apprezzare e gli diciamo tutto.. (porge i polsi) …dai… coraggio…
Mafiosa: (titubante estrae delle manette o della corda e lo lega con le mani dietro la schiena, poi estrae il cellulare e compone il numero mentre esce) Pronto? Papà? Si si, il tizio ci è caduto come un pollo! Ora lo porto e vediamo per il riscatto… no no è stato facile facile… è poprio un cretino… senti già che ci sono passo dal tabacchino a prendere la busta e il francobollo per spedire il riscatto… come il taglierino? No no non c’è bisogno, per tagliarlgli l’orecchio uso il mio rasoio, quello per aggiustarmi i baffi, si si, arrivo…


FINE



ARRIVA IL GIORNO

(Sulla scena o due bare affiancate con relative candele e fiori o due letti con la forma dei due morti stesi coperti da un lenzuolo, gli attori sono nascosti dietro le rispettive bare o letti e prima di iniziare a parlare emergono da dietro, poi si spostano sul davanti, sono vestiti al solito ma tutti con vestiti bianchi, eccetto coppola e lupara che sono quelli di sempre)

Padre – E chi lo doveva dire? Guarda come ci è finita! E ancora non ho capito come è potuto succedere…
Figlio – (titubante, come chi sa e non vuole dire) E già… Nemmeno io lo capisco…
Padre - Eravamo belli tranquilli che ci spartivamo … diciamo… il frutto del nostro lavoro… e a un tratto mi ritrovo qui… (guardando la bara) e c’è poco da dire siamo morti defunti e trapassati, non c’è dubbio
Figlio – E già… Nemmeno io lo capisco…
Padre – Per quanto mi sforzo non mi viene in mente come è che è stato, mi ricordo fino a un attimo prima e poi c’è il buio totale…
Figlio – E già … nemmeno io lo capisco
Padre – Figlio! Ma che ti si è incantato il disco? …scantati!
Figlio – (nascondendosi dietro la bara) …perché mi devo scantare? Cosa mi vuoi fare?
Padre - …ma io non ti capisco… Di che ti scanti? Dicevo scantati… va che siccome sei incantato… e allora ti scanti… va’…
Figlio – (riemergendo rassicurato) ahh non avevo capito… certo certo ora mi scanto, non lo vedi come sono sciolto?
Padre – Ma che so… ti vedo un poco strano… non mi sembri quello di sempre
Figlio – E che vuoi, patre, non lo vedi che siamo morti? Vuol dire che dopo le cose cambiano… no?
Padre – Già già… hai raggione… Ma comunque: tutto sommato abbiamo trascorso una bella vita, no?
Figlio – Uhhh! Altrochè.. ti ricordi come eravamo famosi? Tutti ci rispettavano… ci volevano bene…
Padre – E certo che me lo ricordo, famosi? Eravamo delle star internazionali…
Figlio - La gente ci cercava…
Padre – Si, però per fortuna non ci trovava…. Se no…
Figlio – E si capisce! Però era bello essere famosi… chi mandava un pizzo, chi portava una bustarella, c’erano molti che puntavano su di noi, vero patre?
Padre – Si, ce n’erano tanti, ma per fortuna nessuno aveva una buona mira…
Figlio – E poi , la cosa che ricordo con piacere è la mia dolce metà…
Padre – (tra se) Già perché l’altra metà se la spupazzava quel fetente di Girolamo u Tuccu..
Figlio – Che dici patre? Parli della mia dolce metà?
Padre – No no figlio… pensavo tra di me … di un'altra metà… ma tu vuol dire per tutta la vita non ti sei accorto di niente? Non ti è venuto mai il pensiero che invece di metà a tua moglie la dovevi avere tutta?
Figlio – Ma che vuoi dire? Era così brava… Pensa che tutte le mattine andava a fare beneficienza…
Padre – E tu non ti sei mai chiesto che cos’è che regalava… e soprattutto a chi la regalava… Vero?
Figlio – E che bisogno c’era, patre? A me bastava vedere che ogni giorno tornava contenta dal suo giro di beneficienza… e ogni giorno le cresceva la voglia di fare altra beneficienza…
Padre – Ma di quello che ti cresceva a te non ti accorgevi vero? Non ti sentivi un prurito sulla fronte… qualcosa che ti spuntava dalla testa…. Niente vero?
Figlio – Ma che dici? Non capisco?
Padre – E si! Così va il mondo! Ma dico: nemmeno quando la coppola non ti posava più sulla testa, che restava impinta non hai notato niente di strano?
Figlio – E che dovevo notare… l’unica cosa brutta che mi ricordo è il giorno che mia moglie sparì… a un certo punto non si trovò più e nessuno sa che fine ha fatto…
Patre - …e beh . nessuno (tergiversando) e qualcuno può darsi che lo sa dove è andata a finire…
Figlio – E ti ricordi la coincidenza? Lo stesso giorno sparì dal paese anche Girolamo u Tuccu… che strano…
Padre – Già… che strano… e tu che pensasti? Quando sparirono prima una e poi l’altro?
Figlio – Patre! Ho pensato le cose peggiori!
Padre – (speranzoso) Eh Eh. Cosa hai pensato?
Figlio – Ho pensato: guarda che disgrazia! Nello stesso giorno ci sono due persone disperato e sconsolate: io e la moglie di Girolamo…
Padre – (mordendo la coppola) Già… due disperati… e però può essere che c’erano anche due che si divertivano….
Figlio – Ma che dici patre? Nessuno poteva esser contento quel giorno!
Padre – E io ti dico che almeno due che se la spassavano c’erano…
Figlio – Credimi patre, io a volte non capisco…
Padre – E questo è il tuo problema figlio… meno male però che (indicando se stesso) c’è chi capisce… e se vuole è capace anche di andare a fare un salto in America a trovare due piccioncini scappati dal paese e trasformare ognuno in una bella colomba motta!
Figlio – La colomba… Ti ricordi quando ci mangiavamo la colomba a pasqua?
Padre – Si si mi ricordo… e meglio che cambiamo discorso…
Figlio – E quando ci portavi l’uovo di pasqua con la sorpresa di dentro?
Padre – E certo che me lo ricordo, ma sentimi a me… oramai abbiamo tutta l’eternità per ricordarci le cosa passate, a me invece mi interessa a ricordarmi di quelle fresche fresche… si può sapere com’è che eravamo belli quieti e di botto ci troviamo qui morti e defunti?
Figlio … botto hai detto? Eh… forse … boh? Che ne so io?
Padre - …ecco si… un botto… mi comincio a ricordare questo che prima del buio c’è stato un botto…
Figlio - …vabbè io dicevo così per dire…
Padre - No no, hai detto benissimo ora mi ricordo che s’è stato un botto tremendo…
Figlio - …se ne è calata tutta la casa…
Padre - …cosa dici? Allora tu sai della cose che io non so!
Figlio – No… che dici? Io dicevo così per dire… tu hai detto botto e io … così per intuito… dico va’…
Padre – Credimi: quando fai così ti ammazzerei!
Figlio - …e ci dovevi pensare prima… oramai…
Padre – Già… già… Torniamo a noi: un botto, questo me lo ricordo… ma che cosa può essere scoppiato?
Figlio - … il nostro deposito di dinamite…?
Padre – No, no quello non può essere, certo roba ce n’è tanta li dentro ma come poteva scoppiare mai?
Figlio - …ce n’era… no: “ce n’è…”
Padre – Figlio! Tu sai qualcosa e non me la vuoi dire! Che cosa mi correggi la grammatica o mi stai nascondendo qualcosa?
Figlio – No ti giuro! E’ che tu dici che c’è la dinamite… dopo uno scoppio di quelli… penso che è scoppiata anche lei no?
Padre – Uhmmm hai ragione… ma non mi convince la cosa: per scoppiare il nostro deposito o uno di noi è andato a dargli fuoco o qualcuno ha piazzato una bomba dentro casa…
Figlio …ecco può darsi che qualcuno è entrato e ha messo una bomba e poi è saltato tutto…
Padre – Ma non può essere, in casa eravamo solo io, tu, Cicciu Quattromini e Neddu Pisciallaria… e loro sono due fidatissimi… che mi devo scantare di me o di te? Non diciamo assurdità…
Figlio - …è che tante volte uno non lo sa di chi si può fidare…
Padre – Guarda di Cicciu e di Neddu mi fido più di me stesso! Credimi…
Figlio – Ma allora lasciamo perdere…, vuol dire che è entrato uno da fuori..
Padre – E non può essere nemmeno! Perché il rifugio ha una porta sola
Figlio - …aveva…
Padre – Non mi interrompere il ragionamento… aveva un porta sola, io ho aspettato che entravate voi tre, prima Cicciu, poi Neddu poi tu con il sucarro e ti ho detto di spegnerlo e poi sono entrato io e ho chiuso la porta da dentro … e nessuno poteva entrare… non può essere sono sicuro che eravamo solo noi e da fuori non è venuto nessuno…
Figlio – Ma tante volte uno che so si distrae…e entra uno senza che se ne accorge…
Padre - E che era una muschitta? No no no… non mi faccio convinto
Figlio – Ma perché non parliamo di altre cose? … oramai che differenza fa?
Padre – Fa fa certo che fa… perché se so chi è stato a farci saltare in aria lo piglio e me lo porto con me nell’aldilà… che dici che lo lascio vivo dopo quello che ci ha fatto?
Figlio - …ma può darsi che è morto pure lui… che ne sai…
Padre – Figlio più parli e più non ti capisco…
Figlio - …dico va’… tante volte uno era dentro con noi e è morto pure lui… non può essere?
Padre – Tu ci insisti ma ti dico che non può essere! Non è entrato nessuno! E Ciccio e Neddo sono stati sempre vicino a me, e pure tu… che sei entrato per ultimo nella stanza… dopo che hai buttato il sucarro…
Figlio - …appunto … il sucarro…
Padre-(scandendo le parole mentre rielabora )…il s u c a r r o….
Figlio - …eh … appunto…..
Padre - …il sucarro… dov’è che l’hai buttato… non credo….?
Figlio – (Buttandosi in ginocchio e piangendo) Ti prego… perdonami… io non volevo….
Padre - …il sucarro…
Figlio - …io mi sono confuso, l’ho buttato… certo che l’ho buttato… ma tu quando hai fatto la casa, la porta del bagno e la porta del deposito della dinamite le hai fatte uguali… lo sai com’è a volte uno si confonde….
Padre - …il sucarro…
Figlio - … e io mi sono confuso e invece di buttarlo nel bagno…..
Padre - …l’hai buttato nel deposito della dinamite…
Figlio – Ti prego patre non mi uccidere….
Padre - E come faccio a ucciderti…
Figlio – Ti faccio pietà perché sono tuo figlio?
Padre – No! E’ che sei già morto! Porco de lu cuniglio! Te l’avevo detto che con questo vizio del fumo prima o dopo ci appizzavi la pelle! Ma tu sempre esagerato sei! E La pelle ce la hai appizzata a tutta la famiglia (spiana la lupara e la punta al figlio)
Figlio – Ma… vedi che sono già morto… ormai sono puro spirito…
Padre - Ah si? (mette la lupara a tracollo, esce l’accendino lo accende ) e allora ti do fuoco!
(il Figlio esce di corsa inseguito dal Padre con l’accendino teso in avanti)

FINE


AL DI LA’ DI COSA NOSTRA

(Siamo alle porte del paradiso, Padre e Figlio sono vestiti con camice e alucce sulle spalle, coppola e lupara sono sempre al loro posto)

Padre – Eccoci qua… d’altra parte mi pare giusto che ci troviamo qui: dopo una vita di duro lavoro è giusto che andiamo in paradiso…
Figlio – Speriamo! Sicuro sei? Perché se mi ricordo bene don Luigi, il parroco, da piccoli ci insegnava che per andare inparadiso bisognava essere dei santi….
Padre – Ehhhh e che ti fai impressionare da quello che dicono i preti? Quelli c’è capace che ti dicono che se uno, tanto per dire, è un mafioso in paradiso non ci può andare….
Figlio – Eh, appunto proprio questo ci diceva don Luigi… perché non è vero?
Padre – Ma quando mai? Quelli dicono queste cose perché sono invidiosi!
Figlio - Invidiosi? E di che cosa?
Padre – E riflettici! Sono invidiosi di noi perché siamo una grande famiglia e loro sono uno o due ogni paese, perché a noi la gente ci ascolta, ci rispetta, fa quello che gli diciamo senza protestare… e a loro non li ascolta più nessuno e la gente fa quello che vuole, sono invidiosi perché la gente ogni mese a noi ci porta tante … offerte … milioni e milioni e invece a loro la domenica con quattro soldi minuti li accordano e per giunta poi vengono certuni e quei pochi soldi li vogliono pure regalati perché dice che sono poveri … capito? Sono invidiosi e parlano male di noi…
Figlio – Ah… ho capito allora non importa se noi abbiamo rubbato, abbiamo fatto scomparire un sacco di persone, abbiamo venduto la droga o abbiamo fatto le estorsioni…
Padre – Ma che dici? Prima di tutto che noi di queste cose non ne facciamo…
Figlio - Vabbè… non le facciamo noi ma ci mandiamo i picciotti a farle…
Padre – E allora? Peggio per loro…. Ma noi non ne abbiamo fatte mai… e poi ti pare che di quante ne succedono proprio a noi stavano a guardare? Metti caso che mentre, chessò, io magari facevo uno dei miei affari, nel mondo quante cose succedevano? A mille e a mille e tu dici che da quassopra proprio a me dovevano vedere? Ca chissà a chi stavano guardando…no no stai tranquillo che appena bussiamo ci aprono subito e ci fanno pure festa….
Figlio – Mah! Speriamo… Ma senti: e con i rapimenti, le truffe, gli appalti truccati… come la mettiamo?
Padre – Ma che vuoi mettere? Stai zitto e basta! Quasi quasi mi pari un pentito…Ma che hai nella testa? Ci vuoi entrare in paradiso oppure no? e allora lascia stare questi discorsi e male che va: nega!
Figlio – Va bene patre, facciamo come dici tu… allora bussiamo?
Padre – Faccio io. (preme il campanello o tira una corda che pende dal cielo e si sente uno scampanio)
Pietro – (da dentro) Arrivo arrivo! E che è? O qui o altrove ci dovete stare tutta l’eternità… che è sta fretta? (appare e squadra i due da capo a piedi, esce dalla tasca un lettore di codici a barre e legge sulla testa di ognuno, a ogni lettura si sente il bip tipico dei supermercati, dopo di ché apre il portatile o un librone e comincia a leggere guardando alternativamente i due e l’elenco che ha in mano) Uhmmm …. Uhmm
Figlio – (preoccupato al padre) … vedi? Non ci trova…
Padre – Ma chè… è che ste cose non funzionano mai… non ti ricordi al supermercato M.D.?
Figlio – Quale supermercato?
Padre – l’M.D. Mafiosi Dentro! E che te lo sei già scordato? Quelle caspita di pistole per leggere non leggevano mai giusto … ora ci penso io (estrae la pistola) Senti, sei tu il portinaio? Proviamo con questa? E perché non mi fai entrare subbito invece di fare tutta sta farsa?
Pietro – (lo guarda sornione, fa un sorrisetto e poi indicando l’entrata) …si accomodi…
Padre – Hai visto? Con le buone maniere si ottiene tutto…. (si avvia ma sbatte violentemente contro una invisibile barriera, massaggiandosi il naso torna indietro) Oh ma che è? Non sono riuscito a entrare…
Pietro – Ma che? Ti pare che sei ancora lassotto? Qui le cose funzionano diverse: chi deve entrare entra e chi non deve entrare non entra ne ora e ne mai….
Figlio – Ma non può guardare meglio… magari le è sfuggito qualche particolare… leggiamo di nuovo, per favore…
Pietro – uhmmm … no il mio lettore e il mio libro (computer) non sbagliano mai… secondo me siete nell’altro libro (estrae un altro libro o pc di colore nero e comincia a leggere) …ecco…lo dicevo io…siete qui
Figlio - …aveva ragione don Luigi…
Padre – Ma la vuoi finire si o no? Portinaio, senti sicuro che non sbagli a leggere?
Pietro – Sicurissimo… qui non si sbaglia mai…
Padre – E che ci sarebbe scritto sopra di noi? Sentiamo….
Pietro – Per ordine di tempo o per ordine di gravità?
Figlio – Gravità, gravità…cominciamo con le cose più piccole…
Pietro – Allora: avete rubato un sacco di soldi alla gente che lavora con la scusa del pizzo
Figlio -… mi patre, vero è….
Padre – Ma che dici? Ma quando mai? Quelli è che non si sono saputi spiegare: a noi ci chiedevano di fare una assicurazione che il negozio non ci bruciava o non gli scoppiava con una bomba e poi, siccome l’assicurazione funzionava quelli siccome erano troppo contenti ci regalavano dei soldi… anzi noi lgi dicevamo: ma no non c’è bisogno… e loro ce li davano per forza… per forza ce li davano… giuro, ce li davano per forza…
Pietro –… appunto… Avete imbrogliato negli appalti e vi siete presi i cantieri con la forza
Figlio - … eh si vero è…
Padre – Ma tu sa che stai pensando, figlio, muto statti… Quella dei cantieri è che siccome da noi la gente sono un pugno di sfaticati quelli si seccavano a lavorare e finiva purtroppo che tutti i cantieri li dovevamo fare noi… noi ci dicevamo fatela qualcosa voi… e quelli : no noi non ne facciamo, fate tutto voi, a noi ci secca lavorare, che ogni volta che lavoriamo o si brucia una motopala, o salta in aria il cantiere, o ci rubano tutte cose… e noi così non lavoriamo, fate voi, fate voi… e noi poveretti dovevamo fare tutto quello che quegli sfaticati non volevano fare… capisce?
Pietro –… altrochè se capisco… Avete sequestrato più di 50 persone e chiesto il riscatto
Figlio - … e questa non la possiamo negare…
Padre – Ma certo che sei vero scimunito, figlio! Quanti ha detto che erano? 50… e non ci ha fatto caso che sono proprio il numero di posti di un autobus…? Noi organizzavamo gite… in montagna, nelle grotte, nei casolari di campagna… e quelli erano così contenti delle gite che ci pagavano più del dovuto… noi gli dicevamo: bastano 15 euro…e quelli: no! Almeno ne dovete prendere 150.000…. e le che avrebbe fatto davanti a tanta riconoscenza? E noi ce li prendevamo… che poi andavano tutti in beneficienza, mi creda… finisce che i soldi li regalavamo ai ristoranti, ai supermercati, ai magazzini… così per beneficienza…
Pietro – …e si capisce, così riciclavate il denaro sporco… Avete commerciato droga
Figlio – Eh…
Padre – Ti dissi mutu! …droga…droga… Ma quando mai? Noi avevamo un onesto giro di alimentari, solo che alla gente le nostre cose naturali ci piacevano e se le venivano a comprare anche di notte… droga… ma che dice? Noi vendevamo pane… cioccolatto… zucchero a velo … zucchero di canna .. erba fresca … tutta roba semplice e naturale… ma quale droga…?
Pietro – … si si …certo… Avete ucciso più di 200 persone
Figlio - …200… i primi…
Padre – Eh già! Molti ,ma molti più di 200… io dico 200 a ogni anno… un sacco ne abbiamo spediti al creatore….
Pietro – Allora lo ammette?
Padre – E si capisce… perché che è una cosa brutta? Auh ma certo che a voi qua sopra non vi capisco proprio… (indignato) perciò… e se in paradiso non ci viene nessuno e vi lamentate! Se io vi collaboro e ve ne mando un sacco e vi riempio il locale e vi lamentate! Ma come ragionate qui, si può sapere? E non siete mai contenti! Anzi per esser giusti mi dovreste dare un premio! Se non era per me qui ci avevate quattro gatti precisi e poi vediamo come la mandavata avanti la baracca! Mizzica, non solo che uno li aiuta sparte ci pigliano di sopra!
Figlio - …ma patre forse forse non è come di ci tu…. Don Luigi…
Padre – Ancora cu stu don Luigi! Ma si può sapere chi si crede di essere? E tu credi di più a lui e che a tuo patre? Bello figlio snaturato che sei…. Ma insomma con chi sei tu? Non facciamo che sei diventato un pentito?
Pietro – E magari si fosse pentito in tempo…
Padre – Ma sentilo! Prima fa tutto il santarello e poi vuole che mio figlio fa il pentito!
Pietro – Ma pure io quando ero in vita ho sbagliato e poi mi sono pentito…
Padre – Ecco! Lo sapevo! Si vedeva che eri uno fasullo… lo dicevo io che tu non mi parevi buono… un pentito! Guarda chi ci hanno messo a fare il portinaio in paradiso a un pentito! A posto siamo! E dove andremo a finire di questo passo…
Figlio – Patre… io forse l’ho capito dove andiamo a finire… vero san Pietro
Pietro – (sistringe nelle spalle) E certo figliolo… mi dispiace ma dovevate pensarci a tempo opportuno… oramai.. è tardi…
Padre – Te lo faccio vedere io se è tardi (si precipita a testa bassa verso l’entrata e prende una seconda sonora capocciata, tornando indietro stordito) …ma allora… proprio non si entra…
Figlio – Andiamo, va’ che ho capito dove dobbiamo andare…
Padre – (un po’ più rassegnato) …dici…?
Figlio - …eh si…
Pietro - …mi dispiace...
Padre - … ma non c’è proprio niente da fare…?
Pietro - …c’era… ma ci dovevate pensare prima…
Figlio - … Andiamo patre, vieni
Padre – Mizzica ma la prossima volta… mi faccio più furbo…
Pietro – Vuoi dire che se rinascessi non faresti più la vita che hai fatto, vero?
Padre – Ma quale! Dico che ora mi sto appostato qua fuori e appena arriva stu don Luigi mi ci devo fare due chiacchiere a quattr’occhi… (prende la lupara) e ci dico che se la prossima volta non me lo canta chiaro e giusto stu caspita di catechismo … (indicando la canna della lupara) ci faccio fare una bella messa cantata qua dentro al microfono… (escono : Pietro dentro alla porta del paradiso,il Padre tirato dal Figlio per fuori)

FINE