Cuori scatenati

di Diego Ruiz

© 2016. Tutti i diritti sono riservati

 

 

PERSONAGGI

Chicca
Diego
Sergio
Maria

 

 

PRIMO ATTO

 

L’interno di una casetta in campagna.
Sulla parete di fondo, la porta d’ingresso e due finestre laterali.
Ci sono un salotto con camino e un arco, che conduce alla camera da letto, sulla sinistra della scena; mentre, a destra, si trovano un tavolo da pranzo e una porta che va in cucina.
È sera inoltrata. Fuori, un temporale.
La casa è al buio, illuminata solo dalla luna e dai lampi.
Dalle finestre si vedono due ombre che si avvicinano alla porta.

CHICCA ~ (bisbigliando) Allora?
DIEGO ~ (c.s.) Un attimo!

La porta non si apre. Cercano di forzarla, ma niente.

CHICCA ~ (c.s.) Faccio io?
DIEGO ~ (c.s. innervosito) Ma che fai tu? Non lo vedi che è bloccata?

Un forte rumore di tuono. Chicca lancia un urlo.

Sst, zitta! Vuoi svegliare tutti? (Riesce ad aprire la porta)
CHICCA ~ (rimane sulla soglia con l’ombrello aperto. Si vede la pioggia alle sue spalle) Stai calmo, capito? Mi sono spaventata per il fulmine, non l’ho fatto apposta. Ma se non ti sta bene, dimmelo subito che me ne vado a casa! Quindi cambia tono e sii più gentile.
DIEGO ~ Che fai? Rimani fuori a polemizzare o pensi di poterlo fare anche dentro?
CHICCA ~ Con gentilezza!
DIEGO ~ Vuoi entrare per favore?

La donna chiude l’ombrello ed entra. Lui chiude la porta.

CHICCA ~ Potevi fare di meglio. (Entra) Mamma mia che spavento. Tu forse sarai abituato, ma a me fare da bersaglio per i fulmini non mi diverte per niente! (Accende la luce)
DIEGO ~ (nervoso) Ma sei matta? Che fai? (Si precipita a chiudere le tende dalla parte del salotto)
CHICCA ~ Ho solo acceso la luce! Stai calmo! Sei isterico! Mi ricordi tua madre quando si mette a dieta. A proposito, dovresti farlo anche tu.
DIEGO ~ (guardando fuori dalla finestra, nascondendosi dietro le tende) Per poco!
CHICCA ~ Poco? Io direi una decina di chili.
DIEGO ~ Parlavo della vicina.
CHICCA ~ E io della tua pancia.
DIEGO ~ Ti rendi conto del casino che hai fatto? Te l’ho detto più volte: “Non facciamo rumore perché se la vicina ci scopre succede un casino!” E tu qual è la prima cosa che hai fatto? Hai urlato!
CHICCA ~ Non ho urlato. Mi sono solo spaventata per il tuono! E poi ti faccio notare che lì fuori c’è l’uragano Katrina. Secondo te si sveglia per un mio gridolino?

Ancora un tuono. Lei urla di nuovo.

DIEGO ~ Allora insisti?
CHICCA ~ (mortificata) Scusa. (Guardandosi intorno) Avete fatto un bel po’ di cambiamenti qua dentro…
DIEGO ~ Sì, Maria ha voluto dare alla casa un tocco personale.
CHICCA ~ Uh guarda c’è pure un cervo morto sul caminetto! Gran gusto! Complimenti!
DIEGO ~ (togliendosi il cappotto) È un po’ inquietante vero? Ma lei ci tiene tanto. È il suo primo trofeo di caccia. Lei e il padre sono appassionati. Pare che l’abbia fatto fuori a mani nude… e aveva solo sei anni! (Ci pensa) La cosa buona è che da quando l’ho saputo, il nostro rapporto è migliorato moltissimo. Da allora io non oso neanche contraddirla.
CHICCA ~ Devi fare un grande sforzo, considerato il caratteraccio che ti ritrovi.
DIEGO ~ Che fai!!!! (Recupera velocemente il cappotto di lei) Ma come ti viene in mente? Non lo vedi che è bagnato? Rimane la macchia di umidità sul divano, no? Quella si accorge di tutto!
CHICCA ~ Senti stai calmo, se trattassi Maria come tratti me, a quest’ora ti ritroveresti la tua testa mozzata, appesa accanto al cervo.
DIEGO ~ Te l’ho già detto, dobbiamo essere invisibili. Invisibili!
CHICCA ~ (osservando intorno) Ma che avete anche cambiato, il colore delle pareti? Gran gusto!
DIEGO ~ Lo so che lo detesti. L’ha scelto Maria. Io non c’entro.
CHICCA ~ Io la trovo una tinta molto raffinata, invece.
DIEGO ~ (sorpreso) Ti piace veramente?
CHICCA ~ Certo! Adoro questa nuance a metà tra lo scialbo intenso e il brutto opaco!
DIEGO ~ E io pure che ancora ci casco! Tanto, non ti sarebbe piaciuta neanche se il nostro imbianchino fosse stato Michelangelo in persona. Hai sempre odiato questa casa.
CHICCA ~ Ma no… Chi te l’ha detto?
DIEGO ~ Tu stessa ogni singola volta che hai messo piede qui dentro.
CHICCA ~ (ridacchiando) Ah, è vero.
DIEGO ~ Infatti è l’unica cosa che mi hai lasciato dopo la separazione! A parte un paio di calzini spaiati e (indicando un cachepot con una pianta, in un angolo della casa) il vecchio pitale della tua defunta bisnonna Assunta.
CHICCA ~ Cosa pretendi? Ero arrabbiata, ero furiosa! Anche io avrei potuto usarlo come cachepot e metterci una pianta di plastica, ma darlo a te in quel momento mi sembrava il massimo per esprimerti tutto il mio rancore!
DIEGO ~ Ma mi hai lasciato tu!
CHICCA ~ (in difficoltà) Ah… be’… ero arrabbiata lo stesso.
DIEGO ~ (andandole incontro sereno e sorridente) E invece, inaspettatamente, due giorni fa, le cose tra di noi sono cambiate…
CHICCA ~ (infastidita) Di che parli?
DIEGO ~ Non ci vedevamo da tanti di quegli anni… e quando ci siamo incontrati per firmare quelle carte, ho avuto un brivido sulla schiena e anche tu, non puoi negarlo…
CHICCA ~ Era lo spiffero della finestra. Mi sono fatta tre giorni di Voltaren.
DIEGO ~ E dai… pensi che non abbia notato come mi guardavi? Mentre il tuo avvocato parlava, ammiccavi tutto il tempo.
CHICCA ~ Era sempre per lo spiffero. Quelli che tu pensi che siano stati ammiccamenti erano esercizi per la cervicale.
DIEGO ~ E nostro figlio? Quando ci ha visti insieme era così contento, aveva gli occhietti gonfi…
CHICCA ~ Dovresti saperlo, Giulio è allergico e questo è il periodo delle parietarie. (Amorevole) Senti Diego, tu sei solamente in una fase delicata… come quando entri in una porta girevole. Sai che devi uscire dalla parte opposta, ma per tutto il tempo che stai là in mezzo, fantastichi sul fatto che potresti anche fare il giro completo e ritornare al punto di partenza.

Pausa.

DIEGO ~ Ma che razza di paragone è?
CHICCA ~ A te non capita mai?
DIEGO ~ No!
CHICCA ~ A me sempre. Pensa che certe volte mi tocca fare due, tre giri interi prima di prendere una decisione.

Diego la guarda stupefatto.

Oh, ma alla fine entro!… Quasi sempre…
DIEGO ~ Ma che c’entra questo con me?
CHICCA ~ Come che c’entra? Sei solamente un po’ in apprensione perché tra tre giorni metteremo ufficialmente una pietra sopra al nostro matrimonio fatto di litigate, polemiche, tradimenti e sarai libero finalmente di sposare la tua Maria, la squartatrice di animali innocenti.
DIEGO ~ Un momento! Io non ti ho mai tradita!
CHICCA ~ (recupera prontamente) Neanche io. Dicevo così, per dire.

Pausa.

DIEGO ~ Ma se rivedermi non ti ha fatto nessuno effetto, perché hai accettato di venire qui stasera?
CHICCA ~ Non lo so… un po’ per curiosità, un po’ per sfida… un po’ perché mi hai implorata piagnucolando come una ragazzina…
DIEGO ~ Non ti ho implorata. Ti ho semplicemente invitata a passare un’ultima serata con me prima del divorzio.
CHICCA ~ Piagnucolando.
DIEGO ~ Mi sono solo un po’ commosso.
CHICCA ~ Come una ragazzina.
DIEGO ~ (taglia corto) Va be’ insomma, ora che sei qui… che sensazioni hai?
CHICCA ~ La casa continua a farmi schifo.
DIEGO ~ Ma non la casa. Parlavo di me.
CHICCA ~ Mettiamola così: hai dieci chili in più, diecimila capelli in meno… però… ti trovo bene…
DIEGO ~ Ah, grazie!
CHICCA ~ Forse, se devo dire, sei giusto poco poco più flaccido.
DIEGO ~ Flaccido?
CHICCA ~ Qualche rughetta in più e qualche pelo di troppo nelle orecchie, però nel complesso ti trovo bene.
DIEGO ~ (imbarazzato) È l’età. Non si capisce perché, ma dopo i quaranta i peli nelle orecchie sono inesorabili.
CHICCA ~ (interrompendolo) Poi ti è venuta la forfora, la scucchia, l’alito cattivo e anche un po’ di gobba… però, dai, alla fine ti trovo bene.
DIEGO ~ Lo sai? Mi è venuta un’improvvisa voglia di uscire e di farmi centrare dal primo fulmine che cade.
CHICCA ~ Be’, io vado di là a cercare un fon. Ho i capelli un po’ umidi e non vorrei che poi mi venisse un attacco di cervicale. Sarei costretta a fare i miei esercizi e tu rischieresti di scambiarli per provocazioni ad alto tasso erotico. (Sta per andare nell’altra stanza)
DIEGO ~ Il fon è rotto ma prendi pure un asciugamano, a patto che poi ci ricordiamo di dargli una stiratina e metterlo a posto.

Lei fa per andar via ma lui la trattiene.

Ah, il camino non lo posso accendere per via del fumo… sai, la vicina. Però attacchiamo la stufetta elettrica, va bene? Vedrai che si scalda la casa in cinque minuti.
CHICCA ~ Pioggia, fulmini, freddo, umidità, niente camino e la contadina qua davanti che è diventata una sentinella della Gestapo. Direi che ci sono proprio tutti gli ingredienti per una seratina niente male! (Fa per uscire)
DIEGO ~ Quando vai di là, chiudi le tende prima di accendere la luce, sennò la vicina…
CHICCA ~ Sì, sì, lo so. Sarò rapida e invisibile… un po’ come il mio nuovo fidanzato.
DIEGO ~ (colpito) Hai un nuovo fidanzato?
CHICCA ~ Sì. Giovane, alto, bello… ma purtroppo rapido e invisibile. (Esce)
DIEGO ~ Ma non me lo avevi detto…
CHICCA ~ (da fuori) Non è una cosa importante… è rapido e invisibile!
DIEGO ~ Be’ sarebbe stato carino dirmelo visto che sei uscita con me stasera!
CHICCA ~ Tu stai con Maria!
DIEGO ~ Che c’entra? Io sono giustificato. La mia è la classica crisi prima del matrimonio, o prima del divorzio, come preferisci… Ma scusa se non è importante perché non lo lasci?
CHICCA ~ Perché ho un debole per quelli giovani, alti e belli!
DIEGO ~ E da quando?
CHICCA ~ (si affaccia) Da quando ho scoperto che tra i pischelli vanno di moda le donne un po’ attempate… (Si corregge) Be’… diciamo più grandi. È uno scambio interessante. Loro cercano la donna matura e io quelli che hanno da poco superato la maturità. (Sparisce)
DIEGO ~ Non parlare così, mi fai impressione. Voglio dire, giuridicamente sei ancora mia moglie, almeno fino a venerdì. Non voglio che mi rendi partecipe della tua nuova, sconsiderata, spudorata e moralmente discutibile vita sessuale!
CHICCA ~ (da fuori) Quanto sei antico! Me lo hai chiesto tu!
DIEGO ~ Ma io non… Va be’, lasciamo perdere.
CHICCA ~ (entrando con un asciugamano) La mia vita sessuale non è sconsiderata per niente se permetti!
DIEGO ~ Ah no?
CHICCA ~ No. Io la considero moltissimo. È per questo che cerco sempre di arricchirla di nuove fantastiche avventure! (Ridacchia)
DIEGO ~ Io sono scioccato! Non ti riconosco più!
CHICCA ~ E dai! E fattela una risata! Non stiamo più insieme da anni, divorziamo fra poche ore, che cosa pretendevi? Che dopo di te mi conservassi casta e pura fino alla menopausa?
DIEGO ~ No ma… neanche che diventassi una di quelle tristissime tardone con il toy-boy!

Lei s’indigna e prende fiato per riempirlo di parole. Lui fa lo stesso. Poi, parlano in contemporanea.

CHICCA ~ Io non ti permetto di parlami così, ma chi ti credi di essere? A parte il fatto che non sono una tardona, e poi parli tu che ti vuoi risposare con una solo perché è impaccata di soldi. Io ti faccio tristezza perché sto con uno più giovane? Tu fai molta più tristezza a me perché fai il mantenuto!
DIEGO ~ Che razza di esempio dai a nostro figlio? Quel bambino ha nove anni e credi che sia bello che si ritrovi con un viavai di ragazzetti in giro per casa? Dovresti essere d’esempio e invece sei più infantile di lui. Tu ti lamenti sempre, ma ora capisco perché non ti basta mai il mio assegno mensile!

Dopo un attimo di pausa, Diego si avvinghia a lei appassionatamente.

CHICCA ~ Che stai facendo?
DIEGO ~ Non lo vedi?
CHICCA ~ No, non dovresti farlo…
DIEGO ~ Lasciati andare!
CHICCA ~ Noi due stiamo per divorziare!
DIEGO ~ Se è per questo io mi sto anche per risposare…
CHICCA ~ Diego non fare così…
DIEGO ~ Così come?
CHICCA ~ Eh no dai, questo è scorretto! (Girando su se stessa di centottanta gradi) Lo sai che quando mi mordicchi l’orecchio io… (Lancia un urlo)
DIEGO ~ Che c’è?
CHICCA ~ (guardando le tende terrorizzata) Quelli sono ragni?
DIEGO ~ No, sono i disegni delle tende.
CHICCA ~ A forma di ragno?
DIEGO ~ Sono fiori.
CHICCA ~ (stupita) Fiori a forma di ragno?
DIEGO ~ No, fiori a forma di fiori.
CHICCA ~ Gran gusto! Complimenti! (Si avvicina alle tende) Anche da vicino sembrano proprio zampette pelose!
DIEGO ~ Ormai sei attempata. Dovresti metterti gli occhiali.
CHICCA ~ Matura, non attempata. E ancora ci vedo benissimo. Queste sono una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto zampe pelose.
DIEGO ~ Sono petali! E sono cinque, non otto! Per favore! Non toccare le tende sennò la vicina… (Dà uno sguardo fuori. Allarmato le richiude) L’ho vista, si è affacciata dalla finestra, sta guardando da questa parte!
CHICCA ~ Chi?
DIEGO ~ Ma come chi? Pina! Te l’avevo detto di non urlare e invece tu che hai fatto?
CHICCA ~ Ho urlato. L’hai già detto questo.
DIEGO ~ Spegni la luce!
CHICCA ~ Ma che le frega alla vicina di quello che succede qui, scusa? Ma poi io e te in dieci anni le avremmo detto sì e no buongiorno, da quand’è che è così importante la sua opinione su quello che fai tu?
DIEGO ~ È diventata pappa e ciccia con Maria. La prima volta era andata da lei solo per comprare delle uova fresche e sono diventate subito grandi amiche. Tempo due mesi e già uccidevano insieme il primo maiale.
CHICCA ~ (disgustata) Spero non a mani nude come il povero cervo!
DIEGO ~ (sorridendo) Ma no… (Ci ripensa) Veramente non lo so.
CHICCA ~ Be’ mica penserai che adesso dobbiamo passare la serata in silenzio, al buio, al freddo solo perché c’è il rischio che quella vada a spifferare tutto a Maria?
DIEGO ~ Almeno finché non si addormenta…
CHICCA ~ (sconsolata) Ma chi me lo ha fatto fare…?
DIEGO ~ (avvicinandosi a lei) Chicca…
CHICCA ~ (con uno scatto isterico) Non puoi darmi qualcosa almeno? Si gela qua dentro.
DIEGO ~ Vado a prenderti una copertina… (Esce)
CHICCA ~ (prende il telefono) Non prende neanche in questo posto dimenticato da Dio! (A Diego) Faccio una telefonata a Giulio, voglio sentire come sta!
DIEGO ~ (entrando con un plaid) Nooo! (Le prende la cornetta e attacca) Maria controlla i tabulati telefonici. Se vede il tuo numero di casa, mi ammazza.
CHICCA ~ Ma dobbiamo sentire Giulio. E poi scusa non potresti aver chiamato tu per sapere come sta tuo figlio?
DIEGO ~ Sì ma io oggi non sono qui. È chiaro? Ho detto a Maria che sono andato a un convegno a Torino.
CHICCA ~ A quale tipo di convegno va uno che vende cessi?
DIEGO ~ Non vendo cessi, ma sanitari, rubinetterie e complementi d’arredo.
CHICCA ~ E non è uguale?
DIEGO ~ Senti… Giulio sta bene, che cosa vuoi che gli succeda? A quest’ora starà già dormendo. Perché invece non ce ne stiamo qua, io e te, sotto questa calda coperta…
CHICCA ~ (strappandogli la coperta e mettendosela addosso) Che cosa vuoi da me?
DIEGO ~ Niente, vorrei solo passare una bella serata.
CHICCA ~ Senti, non può funzionare. È stata abbastanza carina questa… strana serata insieme, ma abbiamo fatto passare troppo tempo e speso troppi soldi in avvocati. Appena smette di piovere mi riaccompagni a casa mia. (Si siede vicino alla stufetta)
DIEGO ~ Eppure mi è sembrato che ti stessi cominciando a divertire…
CHICCA ~ (guardandolo seria) Vedi da qualche parte un accenno di sorriso?
DIEGO ~ Be’, scusami se ho creduto che valesse la pena dare un’ultima possibilità al nostro rapporto.
CHICCA ~ Non dare tutta la colpa a me. Io sono stata più che disponibile.
DIEGO ~ Cosa? Ma se non hai fatto altro che criticare da quando sei arrivata.
CHICCA ~ Ti ho dedicato un’intera serata, quando avrei potuto fare ben altro. Mi pare più che sufficiente.
DIEGO ~ È martedì sera e piove che Dio la manda. Che cosa potevi fare di così esaltante? Rimanere a casa per vedere “Ballarò”?
CHICCA ~ Ho un uomo se ben ti ricordi.
DIEGO ~ Lo hai chiamato uomo! Allora non è vero che ti piacciono i poppanti.
CHICCA ~ Certo che è un uomo ed è anche molto geloso e possessivo. Sono potuta uscire solamente perché stasera si vedeva con gli amici per… un torneo di PlayStation.
DIEGO ~ Lo sai che cosa mi sono dovuto inventare io con Maria?
CHICCA ~ Un convegno di cessologia a Torino.
DIEGO ~ Marketing. Un convegno di marketing aziendale. Ed è la prima volta che le dico una bugia e sai perché? Perché ho voluto provare a me stesso che stavo facendo la scelta giusta, che io e te le avevamo tentate proprio tutte. Mi sono vestito bene…
CHICCA ~ Potevi fare meglio.
DIEGO ~ Sono stato gentile…
CHICCA ~ Potevi fare meglio.
DIEGO ~ E ti ho portato a cena in un posto carino…
CHICCA ~ La Fattoria della Vacca Buttera? Con le tovaglie a quadretti e i camerieri con i camperos? Potevi fare molto meglio!
DIEGO ~ A giudicare da come ti sei spolpata l’osso della tua bistecca, direi che hai piuttosto gradito.
CHICCA ~ (si alza indignata, togliendosi la coperta) Portami a casa!

Romba un tuono che la impietrisce.

(Avvilita) Ma come ti è venuto in mente di venire qui?
DIEGO ~ (le si avvicina, abbracciandola teneramente) Mi sembrava una buona idea. Abbiamo tanti ricordi qui dentro. Se quel camino potesse parlare! Ne abbiamo fatte di tutti i colori, eh?
CHICCA ~ Parli del sesso?
DIEGO ~ (avvicinandosi al collo) E di che sennò?
CHICCA ~ O di quando mi hai fatto così arrabbiare che ti ho tirato quella pinza di ferro in testa? O quando ti inseguivo per tutta casa con l’attizzatoio per infilartelo nel…
DIEGO ~ (interrompendola) No, io parlavo solo del sesso!
CHICCA ~ Tu non hai idea di quanto tutto questo mi faccia tristezza. E non parlo solo della tinta alle pareti. Tu sei convinto di poter cancellare anni di guerre, di avvocati, di litigate, di tradimenti, solo con una notte di sesso.
DIEGO ~ Aridaje! Io non ti ho mai tradita. (Ci ripensa) Scusa, ma non è che tu…?
CHICCA ~ (lo interrompe prontamente) Hai capito benissimo cosa intendo dire.
DIEGO ~ Io non pretendevo di risolvere tutto ma, (molto ammiccante) tu lo sai, se c’è una cosa che ci veniva bene è quella!
CHICCA ~ Togliti quell’aria di tronfia soddisfazione. Certe volte mi sono divertita molto di più dandoti in testa quella pinza da caminetto!
DIEGO ~ (si arrende) Bene. Messaggio recepito. Scusa se ti ho fatta perdere tempo. Metto in ordine e ce ne ritorniamo a casa. (Sistema i cuscini del divano, accanendosi con uno in particolare)
CHICCA ~ Non c’è bisogno di fare così adesso.
DIEGO ~ Che sto facendo? Niente, metto a posto.
CHICCA ~ Sapevi benissimo che sarebbe andata così.
DIEGO ~ Ma certo. Lo sapevo.
CHICCA ~ Che poi è pure meglio, no? Ti sei tolto ogni dubbio.
DIEGO ~ Certo. Adesso posso cominciare ufficialmente la mia vita con Maria senza nessun rimpianto. E anche tu potrai tornare a fare… la baby sitter dei tuoi fidanzati.
CHICCA ~ La smetti con quel povero cuscino? Lui in questa storia non c’entra niente. Semmai prenditela col caminetto tentatore.
DIEGO ~ Di là hai lasciato tutto com’era? No, perché non vorrei che poi Maria si insospettisse per niente.
CHICCA ~ Diego…
DIEGO ~ La stufetta, bisogna spegnere la stufetta.
CHICCA ~ Diego…
DIEGO ~ Che c’è?
CHICCA ~ (si alza e lo raggiunge. Gli dà un bacio sulle labbra) Grazie di averci provato. Mi hai fatto sentire importante.

Lui la guarda intenerito.

Non guardarmi così. Era solo un bacio di riconoscenza…
DIEGO ~ Solo? No, perché a me non sembrava…
CHICCA ~ Faccio più o meno la stessa cosa col garzone del supermercato quando mi porta le casse d’acqua al terzo piano senza ascensore!
DIEGO ~ Smettila di raccontarmi cose del genere. Ricordati che sono stato tuo marito e lo sono ancora fino a venerdì.
CHICCA ~ Noi dobbiamo passare a un livello superiore! Non capisci? Col divorzio chiuderemo un capitolo importante della nostra vita. Volevi recuperare la nostra relazione? È questo il miglior modo per farlo: lasciarsi il passato alle spalle e diventare amici.
DIEGO ~ Scusa ma tu da quand’è che sei diventata una donna saggia?
CHICCA ~ Giulio sarebbe contento di avere finalmente due genitori che hanno un rapporto civile, che vanno d’accordo e che non si fanno la guerra per ogni cosa.
DIEGO ~ Ma non potremmo mai essere amici noi due. Voglio dire, non siamo neanche abituati. Fino a una settimana fa mettevamo l’avvocato anche per decidere chi doveva portare Giulio a tagliarsi i capelli.
CHICCA ~ Potremmo cominciare a fare delle uscite a quattro. Che ne dici? Potrebbe essere divertente. Tu, Maria, io e…
DIEGO ~ No, senti io non ho niente da spartire con i tuoi fidanzati. Ho smesso di mangiare lecca-lecca e collezionare figurine da almeno trent’anni!
CHICCA ~ Veramente pensavo al garzone del supermercato. Ho delle carte da giocarmi alla sua prossima consegna. (Gli fa l’occhiolino)
DIEGO ~ Guarda, va bene un rapporto civile, ma stare a sentire te che mi parli di queste cose…
CHICCA ~ Gli amici fanno questo.
DIEGO ~ Be’ io non ci riesco. Sarò prevenuto, sarò bacchettone, ma vedere quel tuo ghigno di complicità mentre mi fai certe confidenze… non ce la faccio.
CHICCA ~ (rassegnata) Va bene. Pensavo di portare il nostro rapporto a un livello superiore, ma se non ci riesci… pazienza.
DIEGO ~ Adesso non mi far sentire uno limitato.
CHICCA ~ Lo sei.
DIEGO ~ Partiamo da nostro figlio! Cominciamo a relazionarci in maniera decente sulle cose che lo riguardano, mi pare la cosa più importante.
CHICCA ~ Come vuoi. Allora, fra poco è il suo compleanno e vorrebbe un cellulare nuovo.
DIEGO ~ Va bene. Compraglielo!
CHICCA ~ Perché io?
DIEGO ~ Va bene allora facciamo a metà.
CHICCA ~ Io gli ho già regalato un giubbottino jeans.
DIEGO ~ Allora ci penso io.
CHICCA ~ Perfetto, lo vedi che ci intendiamo? Vuole quello con doppia fotocamera, che resiste agli urti, che va sott’acqua, che resiste al calore, che si carica da solo, con una memoria di 24 giga, con un processore superveloce, col Wi-Fi e il Bluetooth integrati, il riconoscimento vocale e un account a pagamento sulla nuvola per i contenuti multimediali.
DIEGO ~ Ma vuole un telefono o lanciare un missile della Nasa?
CHICCA ~ Mi sono informata. Costa 1.100 euro.
DIEGO ~ Scusa, io devo spendere 1.100 euro e tu te la cavi con un giubbottino jeans?
CHICCA ~ Eh mamma mia come sei venale!
DIEGO ~ Non se ne parla.
CHICCA ~ Ma gli serve per la scuola.
DIEGO ~ A scuola servono i libri.
CHICCA ~ Tutti i suoi amici ce l’hanno. Vogliamo che diventi lo zimbello della classe?
DIEGO ~ Ci siamo passati tutti, sopravviverà. (Le porge il cappotto)
CHICCA ~ Tu non hai idea di come i bambini possano essere cattivi quando vogliono.
DIEGO ~ (s’infila il proprio cappotto) Lo porto con me a lezioni di karatè. Da quando sono diventato cintura arancione, in ufficio nessuno osa più mettermi le puntine da disegno sulla mia poltrona!
CHICCA ~ Addirittura! Cintura arancione! Devi averli lasciati tutti atterriti dalla paura! Sarai diventato il terrore di tutti i buontemponi!
DIEGO ~ Chicca, no!
CHICCA ~ Ne riparleremo in macchina.
DIEGO ~ Ne abbiamo già parlato. (Si avvicina alle tende) Fammi vedere se possiamo andare.
CHICCA ~ Comunque questa Pina è un incubo. Ma perché non ce ne freghiamo e ce ne andiamo senza tante storie?
DIEGO ~ Te lo ripeto. Io dovrei essere a Torino e se Maria scopre che invece sono venuto qui, mi ammazza.
CHICCA ~ A mani nude, come ha fatto col cervo! (Scocciata) Uff! Sbrighiamoci però!
DIEGO ~ Eccola lì. Guarda ancora da questa parte.
CHICCA ~ Forse guarda solo la pioggia che cade. Anche io lo faccio ogni tanto quando sono malinconica; e una che vive sperduta quaggiù, triste lo è sicuramente!
DIEGO ~ Guarda che siamo a cinquanta chilometri da Roma, mica in Burundi!

Lei lo guarda perplessa.

È in Africa!
CHICCA ~ Ah! Scusa ma io con la geografia…
DIEGO ~ Lo so bene, siamo andati in viaggio di nozze a Madeira e tu cercavi i sassi.
CHICCA ~ Che invece sono?…
DIEGO ~ A Matera!
CHICCA ~ Che è?
DIEGO ~ In Basilicata.

Lei lo guarda perplessa.

In Italia!
CHICCA ~ Ah giusto! Ahó, non è che uno può sapere tutto!
DIEGO ~ Senti, tu hai chiuso le tende quando sei andata di là, vero?
CHICCA ~ Sicuro, come mi hai detto tu.
DIEGO ~ Anche quella del bagno?
CHICCA ~ Ma non sono andata in bagno.
DIEGO ~ Per prendere l’asciugamano. (Esce)
CHICCA ~ Ah sì, ma giusto un attimo, non ho neanche acceso la luce.
DIEGO ~ L’hai anche lasciata accesa la luce!
CHICCA ~ Oddio che sbadata!
DIEGO ~ (rientra velocemente) Che sbadata? Che sbadata? Se ci becca siamo rovinati!
CHICCA ~ Parla per te. Io non ho niente da nascondere!
DIEGO ~ (si affaccia alle tende) Non c’è più, meno male. Andiamo! (Si blocca) Ferma! Hai sentito?
CHICCA ~ Che?
DIEGO ~ Un rumore.
CHICCA ~ Sarà la pioggia.
DIEGO ~ Sst! Spegni la luce.
CHICCA ~ Perché?
DIEGO ~ Spegni!
CHICCA ~ Mi fai venire l’ansia così! (Spegne la luce)

Tutto è in penombra ma si distinguono molto bene le loro silhouette.

DIEGO ~ Ecco di nuovo!
CHICCA ~ Io non ho sentito niente.

Cominciano a bisbigliare.

DIEGO ~ È lei! Siamo fregati!
CHICCA ~ Chi?
DIEGO ~ Ma come chi? La vicina!
CHICCA ~ Ma come è possibile?
DIEGO ~ Avrà visto la luce, avrà sentito un rumore. Sta sicuramente facendo un giro di controllo. Maria le ha chiesto di fare la guardia alla casa, da queste parti ci sono stati un po’ di furti ultimamente.
CHICCA ~ E se ne va in giro di notte, da sola, sotto il diluvio a caccia di ladri?
DIEGO ~ Va a caccia di cinghiali da sola, figurati se si crea problemi a mettere in fuga un ladruncolo di campagna.

Una luce di una torcia s’intravede dalle finestre. Più volte, illumina il soggiorno.

CHICCA ~ (bisbigliando) Diego…
DIEGO ~ (c.s.) Cacchio!

Si nascondono.

CHICCA ~ Che facciamo?
DIEGO ~ Sst! Immobili! (Tra sé) Pensa Diego, pensa!

Rumore della serratura che comincia a muoversi.

CHICCA ~ Sì, ma pensa in fretta!

Velocemente, lui si piazza dietro la porta e comincia ad assumere posizioni da karateka.

(Bisbigliando) Ma tu sei un megalomane! Guarda che tra la tua cintura arancione e quella nera c’è un intero arcobaleno!
DIEGO ~ Sst!

La porta si apre lentamente.
La silhouette di una persona con l’ombrello aperto si staglia in mezzo alla porta. Alle sue spalle, la pioggia cade a dirotto.
Forte rumore di tuono. Diego lancia un urlo cinese. Buio.
Al riaccendersi della luce, Chicca è presso l’interruttore mentre un uomo vestito di nero è legato e imbavagliato al centro della scena. Diego gli punta contro un coltello da cucina.

CHICCA ~ Wow. Da chi prendi lezioni di karatè, direttamente dall’Ultimo samurai? (Chiude l’ombrello e lo mette a posto)
DIEGO ~ Che c’entra il samurai col karatè?
CHICCA ~ (si avvicina lentamente all’uomo legato) In dieci secondi netti sei riuscito a mettere a terra un uomo e legarlo… con lo spago per l’arrosto? Scusa quand’è che sei andato in cucina?
DIEGO ~ Sono il più veloce del mio corso. Chi sei tu?
SERGIO ~ Desculpe, no intiendo.
CHICCA ~ Chiamo la polizia.
DIEGO ~ Ferma! Chiudi la porta!
CHICCA ~ Ma dobbiamo…
DIEGO ~ Chiudi ho detto! (A lui) Documenti!
SERGIO ~ No intiendo…
DIEGO ~ (a lei) Perquisiscilo!
CHICCA ~ Cosa? Io?
DIEGO ~ Muoviti!
CHICCA ~ (avvicinandosi al ladro) Mi scusi… (Lo tasta sul sedere)
DIEGO ~ Guarda se ha qualche arma addosso.
CHICCA ~ Uff… che situazione! (Continua a tastarlo e trova il portafogli nella tasca del giubbotto, ma continua a tastarlo soprattutto nella zona del sedere)
DIEGO ~ Chicca…
CHICCA ~ Un attimo! (Consegna il portafogli a Diego) Ha solo questo.
DIEGO ~ (cerca di aprire il portafogli ma non ci riesce) Scusa, puoi fare tu? Non lo vedi che ho le mani impegnate?
CHICCA ~ (prende il portafogli e tira fuori una banconota) Solo 20 euro.
DIEGO ~ Ma che mi frega dei soldi? Prendi un documento!
CHICCA ~ Scusa, è che mi agiti. Non ti ho mai visto così.
DIEGO ~ Come si chiama?
CHICCA ~ (allontana la carta d’identità per leggere) Vi… Vito Ar… an… Amedeo… no An… ar…

Gli altri la guardano stufi.

Andrea… Andrea… Vitandrea Tina! (Passa il documento a Diego) Spero che Tina sia il cognome! (Ridacchia)
DIEGO ~ Via Ardeatina! È la residenza! Ma perché non ti metti gli occhiali?!
CHICCA ~ Perché ancora non ne ho bisogno.
DIEGO ~ Sergio Morales, residente a Roma. Tu intiendi.
SERGIO ~ No, no intiendo.
DIEGO ~ Sì, sì, tu intiendi eccome. Cosa pensavi di trovare? Eh!
CHICCA ~ I soliti extracomunitari. Vengono in Italia solo per rubare!
DIEGO ~ È di Bilbao.
CHICCA ~ E io che ho detto? Sudamericano.
DIEGO ~ A te proprio ti è morta la maestra di geografia! È basco.
CHICCA ~ Jugoslavo? Dall’accento non sembra.
DIEGO ~ Quelli sono i Balcani e la Jugoslavia non c’è più da vent’anni! I Paesi Baschi hai presente?
CHICCA ~ Tipo… Olandese?
SERGIO ~ (spazientito) L’España, hai mai sentito parlare de la España? Toreri, la paella, el flamenco…
DIEGO ~ Allora lo vedi che intiendi!
SERGIO ~ Sentite… è stato un errore… io non volevo…
CHICCA ~ Che vuol dire che non volevi? Sei entrato con le chiavi.
DIEGO ~ Come fai ad avere le chiavi di casa mia?
CHICCA ~ Avrà fatto un calco. Questi zingari sono capaci di tutto.
SERGIO ~ Non sono uno zingaro.
CHICCA ~ Ah sì lo sei eccome. Adesso chiamo i carabinieri.
DIEGO ~ No, ferma!
CHICCA ~ Perché?
DIEGO ~ Perché non c’è nessuno qui oggi.
CHICCA ~ Ma come no?
DIEGO ~ Eh no. Io sono a Torino…
CHICCA ~ Ah già…
SERGIO ~ Tu sei a Torino?
CHICCA ~ Eh sì, mio marito è a Torino e io sto vedendo “Ballarò”.
SERGIO ~ Adesso no intiendo veramente!
CHICCA ~ Che facciamo?
DIEGO ~ Un attimo, fammici pensare…
SERGIO ~ Scusa puoi togliere il coltello? Giuro che non mi muovo.
DIEGO ~ Sì, così ci salti addosso e ci sgozzi a tutti e due.
CHICCA ~ Quello è il coltello del pane?
DIEGO ~ Sono veloce, ma non così tanto da poter mettermi a scegliere.

Sergio si sta per alzare.

Ehi! È seghettato! E l’ho appena fatto arrotare!
SERGIO ~ (si rimette in ginocchio) Vi chiedo scusa veramente… Io non ho mai fatto cose così… Sono desolato… lasciatemi andare!
CHICCA ~ Ma sì, a questo punto lasciamolo andare.
DIEGO ~ Così torna domani e mi svuota casa.
CHICCA ~ Ma non lo vedi che è spaventato?
DIEGO ~ Allora facciamo che i tuoi documenti li tengo io.
SERGIO ~ Questo non lo puoi fare!
DIEGO ~ Sì che posso!
CHICCA ~ (a Diego) Ma è legale?
DIEGO ~ Perché andare a rubare in giro la notte è legale?
SERGIO ~ Ma io non ho rubato niente!
CHICCA ~ Solo perché ti sei imbattuto in questa specie di Tartaruga Ninja!
DIEGO ~ Le Tartarughe Ninja non fanno karatè.
CHICCA ~ Neanche loro?
DIEGO ~ Tu, cos’hai da guardare?! In piedi!

Sergio si alza in piedi con le mani legate dietro la schiena. Chicca si rende conto della sua prestanza.

CHICCA ~ (a Diego, a bassa voce) Ah però!!
DIEGO ~ (accusa il suo commento) A terra!
SERGIO ~ Di nuovo?
DIEGO ~ Non discutere!
SERGIO ~ (si rimette in ginocchio) Ok, rimaniamo calmi però. Ho fatto una gravissimo errore ma… per favore… Lasciatemi andare… giuro che non mi vedrete mai più.
CHICCA ~ Sembra sincero.
DIEGO ~ Come mai improvvisamente sei diventata così comprensiva?
CHICCA ~ Ma perché si vede che è un bravo ragazzo. Dai, ogni tanto ci vuole anche un po’ di solidarietà. Poveracci, questi arrivano con i barconi e non sanno dove andare…
DIEGO ~ È spagnolo!
CHICCA ~ (a Sergio) Ma perché? Non ce l’avete il mare in Spagna?
SERGIO ~ Sì, ma…
CHICCA ~ Lo vedi? Magari è solo in un momento di difficoltà e ha fatto una stupidaggine.
DIEGO ~ Ma perché proprio qui? E perché proprio stasera? Mannaggia a te! Cosa pensavi di trovare in una casa in campagna? Non c’è niente di valore qua dentro!
SERGIO ~ Ve l’ho detto, è stato un errore…
CHICCA ~ (a Sergio) Scusa, ma non ci siamo già visti noi due?
SERGIO ~ Sono sicuro di no.
DIEGO ~ È venuto a rubare pure a casa tua?
SERGIO ~ Non sono un ladro.
DIEGO ~ E chi sei? Una specie di folletto del bosco? Entri a casa degli altri di notte, metti tutto in ordine e te ne vai?
CHICCA ~ Per caso sei amico di Marcello e Natasha?
SERGIO ~ No. Non li conosco.
DIEGO ~ Chi sono Marcello e Natasha?
CHICCA ~ I miei istruttori di Salsa e Merengue. (A Sergio) Fai Salsa?
SERGIO ~ No.
CHICCA ~ E Merengue?

Sergio fa cenno di no con la testa.

DIEGO ~ Scusa ma tu da quand’è che ti sei messa a ballare? Lo hai sempre odiato. Riesci ad andare fuori tempo persino al trenino di Capodanno!
CHICCA ~ Be’, si cambia! E poi questi tipi di corsi accrescono le mie relazioni sociali…
DIEGO ~ Ho capito che tipo di relazioni ti si sono accresciute a te.
CHICCA ~ Be’ che c’è di male? Sono una donna libera.
SERGIO ~ Ma non siete sposati?
DIEGO ~ Divorziati.
SERGIO ~ Ma prima hai detto che è tuo marito.
CHICCA ~ Quasi divorziati…
DIEGO ~ Ma tu di che ti impicci?
SERGIO ~ Scusa, non volevo essere invadente.
DIEGO ~ Be’ lo sei. Soprattutto perché sei entrato in casa mia.
CHICCA ~ Va bene. Io direi che c’è da prendere una decisione.
SERGIO ~ Sono d’accordo. Comincio a essere stanco!
DIEGO ~ Ah tu sei stanco! Poverino! Vuoi un cuscino da mettere sotto le ginocchia?
CHICCA ~ Mi pare chiaro che, se non possiamo chiamare la polizia, a questo punto la soluzione è una sola: lo mandiamo via e facciamo finta di niente.
SERGIO ~ Perfetto! (A Diego) No?
DIEGO ~ (dopo una pausa) Ok, facciamo così. Io mi tengo i tuoi documenti. So chi sei, so dove abiti, se vedo di nuovo la tua faccia da queste parti, chiamo la polizia.
SERGIO ~ Ok.
DIEGO ~ Se vedo solo un piccolo segno di effrazione su quella porta, se anche uno dei tuoi amici osa mettere piede nella mia proprietà, io chiamo la polizia.
SERGIO ~ Va bene, ho capito.
DIEGO ~ Se trovo anche una sola foglia fuori posto, un sassolino spostato…
CHICCA ~ (a Diego) E non menare il can per l’aia.
SERGIO ~ Ma ci mancherebbe altro. Io amo gli animali, non mi permetterei mai. Ma perché avete un cane? Non me ne sono accorto.

Diego e Chicca si guardano interdetti.

CHICCA ~ È un modo di dire. Non menare il can per l’aia. Dicevo a lui, perché non arrivava mai al punto.
SERGIO ~ Ah scusate. È che questi vostri modi di dire non mi entrano in testa. Li traduco letteralmente e infatti non ne capisco mai il senso…! Per esempio in questo caso, che c’entra il cane?
CHICCA ~ C’entra perché il cane… se tu lo meni… che poi non si picchiano i cani… soprattutto nell’aia… però in questo caso il cane rappresenta…
DIEGO ~ Ma che, dobbiamo dare lezioni di italiano adesso? In piedi!

Sergio si alza.

CHICCA ~ (a bassa voce a Diego) Mamma mia! (A Sergio) Ma sei proprio sicuro che non ci conosciamo?
SERGIO ~ Ma sì, sono sicuro.
CHICCA ~ In palestra?
SERGIO ~ Non vado in palestra.
CHICCA ~ Non si direbbe…
DIEGO ~ Allora, stammi bene a sentire: dove hai messo la macchina?
SERGIO ~ In fondo alla strada.
DIEGO ~ Di là?
SERGIO ~ Sì dietro la curva.
DIEGO ~ Ah bene. Benissimo anzi.
CHICCA ~ A Monteverde ci capiti mai? Magari ci siamo incrociati in qualche supermercato…
SERGIO ~ No.
DIEGO ~ (dà un’occhiataccia a Chicca e continua) Allora, da quella parte c’è la nostra vicina. È una che non si fa mai i cavoli suoi. È assolutamente indispensabile che lei non si accorga di niente.
SERGIO ~ Sì lo so, me ne hanno parlato.
DIEGO ~ (sbircia dalle tende) Ecco, è affacciata alla finestra, quindi ora che esci, stai attento a non farti vedere.
SERGIO ~ Starò attento, non ti preoccupare.
DIEGO ~ Sia chiaro, io ti ho avvertito, se ti fai beccare…
SERGIO ~ Tu chiami la polizia.
CHICCA ~ Alla festa di Aristide. Il mese scorso. Sì probabile, c’era un sacco di gente quella sera… Ci saremo incrociati là.
SERGIO ~ Non conosco nessun Aristide, me lo ricorderei.
CHICCA ~ Oh… eppure…
DIEGO ~ La smetti!
CHICCA ~ Scusa, ma sai quando hai un tarlo nel cervello?
SERGIO ~ Deve essere terribile. Ma non mangiano il legno?
CHICCA ~ È un altro modo di dire. Avere un tarlo nel cervello… sai quando… (a Diego) lo sai, no?
DIEGO ~ No, non lo so, perché a me non capita mai di flirtare con i ladri…
SERGIO ~ Non sono un ladro.
DIEGO ~ Ah scusa, un folletto!
CHICCA ~ Ma come ti permetti? Non ho mica flirtato, ma per chi mi hai presa? (A Sergio) Ti ho forse dato l’impressione di flirtare?
SERGIO ~ Noooo.
CHICCA ~ Visto?
DIEGO ~ Ma come no? (Lo minaccia col coltello)
SERGIO ~ (timidamente) … Giusto un poco.
CHICCA ~ Ma io non ho fatto niente!
DIEGO ~ (scimmiottandola) “Non ci siamo già conosciuti noi due?” Stai civettando senza il minimo pudore!
CHICCA ~ Io?
DIEGO ~ E quando l’hai perquisito? Sei stata tre ore con le mani sul suo sedere!
CHICCA ~ Mi hai detto tu di controllare se aveva un’arma.
DIEGO ~ Be’ non intendevo certo fra le chiappe.
SERGIO ~ Scusate, se per voi va bene io andrei.
CHICCA ~ No, no, no! Adesso tu gli dici che io non ti ho toccato!
DIEGO ~ Infatti non lo hai toccato, l’hai tastato.

Prendono fiato e cominciano a litigare come prima.

CHICCA ~ Guarda che io non sono come te che ti basta vedere un paio di tette per farti sbavare come una lumaca!
DIEGO ~ Parli tu che con la vecchiaia ti sei messa a rimorchiare i ventenni!
CHICCA ~ Meglio la carne fresca che quella flaccida come la tua.
DIEGO ~ Sta’ tranquilla che io di flaccido non ho ancora niente, al contrario di te che a quanto vedo hai fatto man bassa di botulino.
CHICCA ~ Lo sai perché ti rode? Perché io resisto e invece tu ti stai rinsecchendo come una prugna!
SERGIO ~ (risoluto e ad alta voce) Insomma basta! Sembrate mio padre e mia madre nei loro momenti peggiori!

Pausa.

DIEGO ~ Zoccola!
CHICCA ~ Stronzo!

Diego si avvinghia nuovamente a Chicca.

CHICCA ~ Oddio di nuovo! Smettila!
DIEGO ~ Di fare cosa?!
CHICCA ~ Ti ho detto di no!
DIEGO ~ Sì, ma io non resisto!
CHICCA ~ E non mi mordicchiare l’orecchio!
SERGIO ~ Per favore! Vi pare normale fare queste scene in questo momento? E poi davanti a me?

Loro continuano.

E basta!
DIEGO ~ Ma che ti urli! Ti ho detto che c’è la vicina!
CHICCA ~ La colpa è tua però.
DIEGO ~ (guardando dalle tende) Non c’è più. Lo sapevo! Lo sapevo!
SERGIO ~ Che succede?
CHICCA ~ La dirimpettaia che va a caccia di cinghiali.
DIEGO ~ Sst! Spegni la luce.
CHICCA ~ Ricominciamo?!
SERGIO ~ Io che faccio?
DIEGO ~ Tu rimani qua, in silenzio e stai molto attento a come ti muovi. Un solo passo, una parola, un solo gesto e…
SERGIO ~ Aspetta, fammi indovinare! Tu chiami la polizia.

Chicca spegne la luce. Si mettono tutti e tre spalle al muro. Sergio al centro e gli altri ai lati. Sergio fa un verso e viene avanti come se avesse ricevuto una manata sul sedere.

Hop!
DIEGO ~ Chicca!
CHICCA ~ Non sono stata io!
DIEGO ~ Adesso ti lego pure a te con lo spago dell’arrosto! (A Sergio) Fai una cosa, vai dietro al divano. (A Chicca) E tu rimani qui, immobile.

Si vede la luce di una torcia dalla finestra.

DIEGO ~ Sst! (Sussurrando) Fermi!

Si sente un rumore di chiavi nella toppa. Diego passa dall’altra parte dell’ingresso e comincia ad assumere la posizione da karatè.
La porta si apre. Una figura di donna con l’ombrello aperto è al centro della porta. Alle sue spalle, la pioggia.
Urlo di Diego. Tuono. Buio.
Chicca riaccende la luce. Una donna è in ginocchio con le mani legate dietro la schiena. Diego le punta il coltello contro.

DIEGO ~ Maria!
MARIA ~ Slegami immediatamente prima che ti prenda a calci.
DIEGO ~ (sorpreso) Amore!
MARIA ~ Amore un corno. Che cavolo ci fai qui?
DIEGO ~ È un po’ complicato… (Col coltello la slega)
CHICCA ~ Ciao Maria… (Chiude l’ombrello)
MARIA ~ Lei?
DIEGO ~ Ti ricordi di Chicca?
MARIA ~ Ancora vi vedete voi due? Mi fai schifo!
DIEGO ~ Non è come pensi…
MARIA ~ Che cos’è? Un patetico ritorno di fiamma?
DIEGO ~ Assolutamente no.
MARIA ~ Come no? Allora perché siete qui?
CHICCA ~ Maria, posso presentarti Sergio, il mio compagno?
SERGIO ~ (uscendo timidamente da dietro il divano) Hola.
CHICCA ~ È straniero.
MARIA ~ Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo qua dentro?
DIEGO ~ Te l’ho detto amore… È un po’ complicato…
MARIA ~ Be’ provaci!
DIEGO ~ Sì… dunque… il fatto è questo…
CHICCA ~ Diego ci ha fatto la gentilezza di prestarci casa.
MARIA ~ Prestarvi casa? Per fare cosa?
CHICCA ~ Be’… sai…

Chicca mette un braccio intorno alla vita di Sergio toccandogli il sedere. Sergio accusa il colpo. Diego prontamente va a separarli.

DIEGO ~ L’hanno sfrattata! Non sapevano dove andare a dormire stanotte e allora ho pensato…
MARIA ~ (a Chicca) Ma non è tua la casa? Cioè veramente l’ha pagata lui ma tu te la sei fregata con la separazione.
CHICCA ~ La casa è intestata a tutti e due, ma io ho un bambino piccolo se ben ti ricordi.
DIEGO ~ L’hanno sfrattata nel senso che Chicca… sta facendo rimbiancare le pareti e in questi giorni c’è un odore di vernice insopportabile.
CHICCA ~ Sì tossico proprio, vero amore?
SERGIO ~ No intiendo.
CHICCA ~ Sì che intiende. È un po’ timido.
MARIA ~ E allora perché Giulio non è qui con voi? Dov’è?
CHICCA ~ Dalla nonna.
DIEGO ~ (contemporaneamente) Da un amichetto.
CHICCA ~ Dalla nonna di un amichetto. Simpatica.
MARIA ~ Mi avete preso per una cretina?
DIEGO ~ Ma no amore. È la verità… Ma tu piuttosto, come mai sei qui?
MARIA ~ Come perché? Mi ha chiamato Pina. Ha sentito dei rumori, ha visto la tua macchina…
DIEGO ~ Ma come è possibile se la macchina l’ho parcheggiata dall’altra parte!
CHICCA ~ Tu mi vuoi dire che mi hai fatto fare un chilometro a piedi sotto il diluvio per farti beccare lo stesso?
MARIA ~ Ecco perché eravate al buio! Volevate fare le cose di nascosto!
DIEGO ~ Ma no amore… Va bene, mi dispiace, avrei dovuto dirtelo ma avevo paura che non fossi d’accordo.
MARIA ~ Avresti potuto chiedermelo comunque.
DIEGO ~ Ma perché? Sei d’accordo?
MARIA ~ Ma certo che no!
DIEGO ~ Hai visto?
CHICCA ~ Guarda hai sfondato una porta aperta. Ce ne stavamo andando, vero?
SERGIO ~ Ma no la porta era chiusa e ha usato le chiavi…
CHICCA ~ (a Maria) Troppa umidità qui dentro, non si resiste. (Va a prendere il cappotto)
MARIA ~ E dove andate?
CHICCA ~ Torniamo a Roma.
MARIA ~ Non avevi problemi con la puzza di vernice?
CHICCA ~ Sì ma… visto che ci sono problemi… andiamo in albergo… (Fa segno a Diego di liberare le mani di Sergio che è rimasto legato)
DIEGO ~ (avvicinandosi a lui) Già, mi sembra un’ottima idea. A questo punto ce ne andiamo tutti.
CHICCA ~ (cercando di distrarre Maria) Ah, prima di andare però ti volevo fare i complimenti per la casa. Ho visto che hai fatto tanti cambiamenti. Gran gusto! Soprattutto il cervo appeso al caminetto. Lo trovo molto raffinato.
MARIA ~ È un daino.
CHICCA ~ Un che?
MARIA ~ Una testa di daino.
CHICCA ~ Io con quello ci pulisco la macchina. Non sapevo che quei cosi avessero una testa!

I due uomini, di controscena, si fanno segni: Diego minaccia Sergio di non fare scherzi visto che ora è libero. Maria si sta per girare verso di loro, ma Chicca la distrae di nuovo.

CHICCA ~ E questa bellissima pianta? Ma come fai a tenerla così verde?
MARIA ~ È finta.
CHICCA ~ Dici sul serio? Non lo avrei mai detto.
DIEGO ~ Allora andiamo?
CHICCA ~ Sì, io sono pronta!
MARIA ~ Che andiamo? Non penserai mica di cavartela così?
DIEGO ~ In che senso?
MARIA ~ Io non credo a una parola di quello che mi avete detto. Credete che abbia l’anello al naso?

Silenzio.

SERGIO ~ (osservandola bene) Ma no, si vedrebbe.
MARIA ~ Tu mi hai detto la scorsa settimana che saresti andato a Torino. Mi vorresti far credere che una settimana fa sapevi già che lei avrebbe imbiancato casa e che non avrebbe sopportato la puzza di vernice?
CHICCA ~ Ma certo. Gliel’ho chiesto io. Sapevo che sarebbero venuti a fare i lavori e che Sergio non avrebbe resistito. Purtroppo è allergico.
MARIA ~ A che?
CHICCA ~ Un po’ a tutto. Soprattutto alla vernice, vero?
SERGIO ~ Ehm… sì, sì…
CHICCA ~ Sai in questi paesi del Terzo mondo, si prendono tutte le malattie.
MARIA ~ Dall’accento mi sembrava spagnolo.
DIEGO ~ Lo è, ma dell’entroterra. Gente poverissima, pensa che molti di loro per vivere sono costretti ad andare a rubare.
SERGIO ~ No, veramente non…
CHICCA ~ E infatti è scappato ed è venuto qua da noi.
MARIA ~ E tu mi vuoi far credere che non avevi amici a cui chiedere ospitalità per una notte?
DIEGO ~ Hanno tutti case piccolissime…
CHICCA ~ Sì… e poi… purtroppo non tutti approvano la nostra relazione…
MARIA ~ In che senso?
CHICCA ~ Sai no?… questa diffidenza per tutti questi islamici che arrivano in Italia…
MARIA ~ Ma perché? Sei musulmano?
SERGIO ~ Io? No.
CHICCA ~ Come no? È timido. Di’ qualcosa in musulmano!
DIEGO ~ (a bassa voce a Chicca) Non è mica una lingua!
CHICCA ~ (spronando Sergio) Avanti!
SERGIO ~ (timidamente) Saddam… Aleikum!
MARIA ~ Saddam?
DIEGO ~ (cercando di recuperare) Non è molto praticante…
MARIA ~ Ma scusa, allora perché non le hai dato direttamente le chiavi di casa?
DIEGO ~ Perché?… (A Chicca) Perché?
CHICCA ~ Be’… mi pare chiaro…
DIEGO ~ Già… è chiarissimo… (A Chicca) Diglielo!
CHICCA ~ Ma no, diglielo tu.
DIEGO ~ (gli viene l’illuminazione) Perché la porta è difettosa, avevo paura che non riuscisse ad aprirla.
CHICCA ~ (sorpresa) Bravo! Eh, sì la porta è difettosa! Rischiavamo di arrivare fin qui senza riuscire a entrare, vero amore? (Cinge la vita e tocca ancora il sedere a Sergio, il quale accusa il colpo)
DIEGO ~ Bene, visto che tutto si è chiarito, possiamo andare.
MARIA ~ Ma perché questa fretta scusate? Aspettiamo che spiova, no?
DIEGO ~ Ma no, è una pessima idea.
SERGIO ~ Le previsioni danno pioggia fino a domani mattina.
DIEGO ~ Infatti. Queste stradine di campagna è un attimo che diventano torrenti.
SERGIO ~ Ma sì, è il caso di andare…
CHICCA ~ Sì, lo penso anche io.
DIEGO ~ Dunque… la stufetta è spenta, le luci di là pure… Andiamo!
MARIA ~ Un momento!

Si bloccano tutti e tre.

Sono stanca, ho guidato fino a adesso e non mi va di rimettermi in macchina di nuovo con questa pioggia. (Subdola) Perché non ne approfittiamo per passare la serata insieme? Chicca, cara, non abbiamo mai avuto modo di conoscerci bene noi due. Mi potresti raccontare un bel po’ di cose su Diego.
DIEGO ~ Perché scusa? Non hai mai avuto questa esigenza. Proprio stasera?
CHICCA ~ Hai il mio numero, chiamami quando vuoi. Ci facciamo una bella chiacchierata.
MARIA ~ Ma scusa siamo già qui. Quale migliore occasione?
CHICCA ~ Noi preferiremmo andare…
MARIA ~ Ma su… accomodatevi!
SERGIO ~ Ma no, non vorremmo disturbare.
MARIA ~ Quale disturbo? Mi fa piacere!
DIEGO ~ Ma no Maria!
MARIA ~ (ad alta voce) Seduti ho detto!

I tre si mettono subito seduti.

E così… stai rimbiancando l’appartamento…
CHICCA ~ Sì, ci voleva, dopo tanto tempo…
MARIA ~ Abbiamo avuto Giulio a casa… quando è stato… domenica. Non ci ha detto niente.
CHICCA ~ I bambini! Sai come sono. Pensano solo a guardare i cartoni animati e a rimbambirsi davanti ai videogiochi.
DIEGO ~ Eh sì… lo fanno tutti i bambini.
CHICCA ~ (a Sergio) Di’ qualcosa pure tu.
SERGIO ~ E che dico?
DIEGO ~ E vogliamo parlare della PlayStation? I bambini ne vanno pazzi…
CHICCA ~ (a Sergio) Fai conversazione!
DIEGO ~ Che fino a quando sono bambini va bene, ma ci sono dei ragazzetti grandi, grossi e lobotomizzati che ancora ci giocano con la PlayStation!
SERGIO ~ Anche a me piace la PlayStation. Ho quasi quarant’anni ma non riesco a smettere.
DIEGO ~ Ecco, appunto!
CHICCA ~ Quarant’anni? Non li dimostri!
MARIA ~ Scusa, tu non sai quanti anni ha lui?
CHICCA ~ Sì, però dico che non li dimostra, no?
DIEGO ~ Affatto, sembra molto più giovane e invece, hai visto, comincia ad avere un’età pure lui… e pure lui gioca ancora con la PlayStation.
MARIA ~ (a Chicca) Da quant’è che vi conoscete voi due?
CHICCA ~ Mah… sarà un annetto o giù di lì.
MARIA ~ Giulio non mi aveva detto niente neanche di questo.
DIEGO ~ A me sì. Me ne aveva parlato un po’ di tempo fa. Mi sono dimenticato di dirtelo. Si sono conosciuti facendo la Salsa con Marcello e Katiusha.
CHICCA ~ Natasha.
MARIA ~ (imitando il gesto di girare un sugo di pomodoro) Fate la salsa?
CHICCA ~ Non quella salsa. A lui piace molto ballare. Sai gli spagnoli hanno la musica nel sangue.
SERGIO ~ Cos’ho io nel sangue?
DIEGO ~ (a Chicca a denti stretti) Quelli sono i neri.
MARIA ~ E quindi avete ricominciato a frequentarvi voi due…
DIEGO ~ Non è che proprio ci frequentiamo… cerchiamo di mantenere un rapporto civile.
CHICCA ~ Sì, per il bambino.
MARIA ~ E tu Sergio? Non sei geloso?
SERGIO ~ Io, non lo so…
MARIA ~ Oddio, adesso spero di non averti messo la pulce nell’orecchio. (Ridacchia)
SERGIO ~ (si tocca l’orecchio allarmato) No, per favore!
CHICCA ~ Non capisce i modi di dire! (A Sergio) È un modo di dire. Calmati non c’è nessuna pulce!
SERGIO ~ (ricomponendosi) Voi italiani siete strani!
MARIA ~ Non capisco proprio perché non mi hai detto di questa vostra riconciliazione, Diego. Mi avrebbe fatto piacere…
DIEGO ~ Non ero sicuro che ne fossi contenta…
MARIA ~ E perché no?
DIEGO ~ (imbarazzato) Perché non sei mai di buon umore quando ti parlo di Chicca.
MARIA ~ (ridacchia imbarazzata) Non è vero, ma quando mai? Mi vuoi far fare brutte figure! Oddio… ogni tanto qualche piccola gelosia femminile… ma è comprensibile, no? (Sorridendo) Siamo tutte un po’ gelose del passato dei nostri uomini.
CHICCA ~ (formale) Ma sì, anche io quando sento parlare di te…
MARIA ~ (seria) Che fai?
CHICCA ~ (si riprende) Niente. D’altra parte tu non sei il passato… sei il futuro. Non si può essere gelosi del futuro. (Ridacchia)
MARIA ~ Diego perché non offri qualcosa da bere ai nostri ospiti. Una bella grappetta, eh? Con questo tempo ci vuole!
CHICCA ~ Ti ringrazio Maria, ma a quest’ora…
SERGIO ~ Io giusto un goccio…
DIEGO ~ Ma tu non puoi bere… per la tua religione…
SERGIO ~ Ah già… me l’ero dimenticato…
MARIA ~ Ma hai detto che non è praticante.
DIEGO ~ Sì, ma non mi pare il caso…
MARIA ~ Vai!
DIEGO ~ Ma tanto…
MARIA ~ Di corsa!

Diego va di corsa in cucina.

CHICCA ~ Certo che hai un bel coraggio tu! Precipitarti qui di sera, con questo tempo…
MARIA ~ Che vuoi… purtroppo gli uomini spesso si perdono dietro alla prima sgallettata che passa. Bisogna pur difendersi!
CHICCA ~ Sì però addirittura mettersi in macchina da Roma… Io non lo avrei mai fatto.
MARIA ~ Si vede che non sei una donna gelosa. Io potrei anche uccidere per un tradimento… (Ridacchia)
CHICCA ~ Addirittura? (Ridacchia)
MARIA ~ (seria) Ci puoi scommettere.
DIEGO ~ (entra con la grappa e i bicchierini su un vassoio) Qua piove sempre più forte. Vi avverto che se rimaniamo ancora un po’ rischiamo di rimanere bloccati. (Posa il vassoio sul tavolino del salotto)
MARIA ~ Ma figurati, vedrai che adesso smette! (Prende la bottiglia di grappa) Chi vuole?

Sergio sta per allungare la mano, ma Diego gliela blocca.

DIEGO ~ Tu no, Allah non vuole!
SERGIO ~ Eh… Allah non vuole!
MARIA ~ Chicca?
CHICCA ~ Giusto un dito, la grappa per me è troppo forte.
MARIA ~ Diego?
DIEGO ~ Grazie.
MARIA ~ Allora? A che brindiamo?
CHICCA ~ Be’… agli incontri!
MARIA ~ Sì, agli incontri inaspettati! (A Sergio) Oh, poverino, lui non può brindare…
DIEGO ~ Non fa niente… è abituato.
SERGIO ~ Sì… non fa niente…

Tuono fragoroso. Chicca urla, tutti si girano verso la porta. Sergio, non visto, si attacca alla bottiglia.

DIEGO ~ (togliendogli la bottiglia di bocca) Direi di andare!
CHICCA ~ Sì, è meglio.
SERGIO ~ Finalmente…
MARIA ~ Ma no… perché non rimaniamo ancora un po’.

Forte fragore di tuono.

Va bene, andiamo!
DIEGO ~ Avete preso tutto?
CHICCA ~ Un attimo, mi devo mettere il cappotto. (Lo prende)
SERGIO ~ (glielo toglie dalle mani) Permetti? (Glielo fa indossare)
CHICCA ~ Che carino…
MARIA ~ (tentando con difficoltà d’infilarsi la manica del cappotto) Già, Diego perché non impari qualcosa?
DIEGO ~ Cioè?

Sergio la aiuta.

MARIA ~ Grazie!
DIEGO ~ Maria, tu dove hai messo la macchina?
MARIA ~ Qua davanti, perché?
DIEGO ~ Ok, allora io accompagno Chicca, ci vediamo a Roma.
MARIA ~ E perché devi accompagnarla? Non c’è Sergio?
CHICCA ~ Sì, vado con lui.
DIEGO ~ Come vai con lui?
SERGIO ~ Per me non c’è problema… posso accompagnarla io…
MARIA ~ Ma siete venuti insieme, no?
CHICCA ~ … Certo…
MARIA ~ E non andate insieme in albergo?
CHICCA ~ Certo.
MARIA ~ E allora perché hai detto che la potresti accompagnare?
SERGIO ~ Sì scusa è che ancora non parlo molto bene l’italiano. Non capisco i modi di dire e anche con la grammatica… certe volte faccio pedissequamente gli stessi errori.
MARIA ~ Non parli bene l’italiano e dici “pedissequamente”?
SERGIO ~ Volevo dire che io e Chicca possiamo andare con la stessa macchina… in albergo…
DIEGO ~ Ma Chicca preferisce tornare con me. Mi hai detto che mi dovevi parlare…
CHICCA ~ Di che?
DIEGO ~ Come di che? Di nostro figlio, del divorzio… abbiamo un sacco di cose di cui parlare…
MARIA ~ E non potete parlarne domani?
CHICCA ~ Ma sì…
DIEGO ~ Come sì?
MARIA ~ Perché ti agiti così?
CHICCA ~ Stai tranquillo. Posso tranquillamente tornare con Sergio…
SERGIO ~ Ma sì stai tranquillo…
DIEGO ~ Ma lui è… lui è…
CHICCA ~ Spagnolo, l’abbiamo già detto questo.
DIEGO ~ Sì ma lui è…
CHICCA ~ Il mio compagno…
DIEGO ~ Sì ma, ti ricordi, in realtà lui è…
CHICCA ~ (all’orecchio di Diego) Un figo da paura!
SERGIO ~ Andiamo?
MARIA ~ Un momento!

Tutti si bloccano.

DIEGO ~ Che c’è ancora?
MARIA ~ Vi state dimenticando la borsa.
CHICCA ~ Quale borsa?
MARIA ~ Dovevate passare la notte qui. Avrete portato una borsa, una piccola valigia con i vostri effetti personali…
DIEGO ~ (sottovoce) ’Azz…
CHICCA ~ Ecco che cosa ci siamo dimenticati! (A Sergio) Te lo dicevo in macchina, ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa. Tu pure Sergio, ma dove ce l’hai la testa?
SERGIO ~ Ehm… pensavo l’avessi presa tu.
CHICCA ~ Uomini! Non si può mai fare affidamento su di loro. Ma io dico, un po’ di sale in zucca?
SERGIO ~ Quale zucca?
DIEGO ~ Poco male, prima di andare in albergo, passate a casa a prenderla.
MARIA ~ (a Chicca) Vuoi che ti presti qualcosa? Devo avere anche un paio di spazzolini da denti nuovi ancora da scartare.
CHICCA ~ No grazie non serve, passiamo a casa. Ci mettiamo un attimo.
DIEGO ~ Dobbiamo andare.
MARIA ~ Potresti dare un cambio a Sergio. Aspetta, vado di là e vi rimedio qualcosa.
SERGIO ~ Ma no, veramente non facciamo complimenti…
DIEGO ~ Dobbiamo andare.
MARIA ~ Ma senza che andate a casa, abbiamo tutto.
CHICCA ~ No veramente.
MARIA ~ Insisto.
SERGIO ~ Non c’è bisogno!
MARIA ~ (ad alta voce) Ma insomma perché questa fretta?!

Pausa di tutti.

DIEGO ~ (risoluto) Perché dobbiamo andare! (Apre la porta)

La pioggia cade fragorosamente.
Forte rumore di tuono.
I quattro rimangono immobili a guardare fuori.

 

 

SECONDO ATTO

 

Sergio sta cercando di accendere il caminetto e Diego, agitato, guarda verso la camera da letto.

DIEGO ~ Io ti controllo sai? Stai molto attento a come ti muovi. A me non mi freghi! Ho mille occhi io. Se ti azzardi solo a sfiorarla con un dito…
SERGIO ~ Veramente è lei che mi tocca in continuazione!
DIEGO ~ Non ti permettere! Ricordati che è la madre di mio figlio!
SERGIO ~ Allora dille di tenere le mani a posto.
DIEGO ~ Sei tu che la provochi.
SERGIO ~ Io? Ma se non fa altro che palpeggiarmi. La mia natica destra chiede pietà!
DIEGO ~ Be’ se ti parla il sedere, immagino quanto sia imbarazzante tutte le volte che ti siedi sul water!
SERGIO ~ Vedo che non sono l’unico qui dentro a capire i modi di dire…
DIEGO ~ No, ma sei l’unico che non capisce l’ironia.
SERGIO ~ Guarda che ti sto facendo un piacere. Io avrei potuto tranquillamente dormire in macchina, mi ritrovo qui solo per pararti le spalle!
DIEGO ~ No, veramente sei tu che devi ringraziarmi! Se non fosse stato per me e per la mia generosità a quest’ora saresti già in galera.
SERGIO ~ E poi che gli raccontavi a Maria? Che ti sei imboscato qui con la tua amante?
DIEGO ~ Chicca non è la mia amante…
SERGIO ~ Peggio, la tua ex moglie, che tu vorresti far diventare la tua amante, a discapito della tua futura moglie che rischierebbe di non essere più lei la tua futura moglie, ma l’ex amante e la tua ex moglie ritornerebbe a essere tua moglie e non più ex.

Diego lo guarda perplesso.

Voi italiani siete strani, lo sapete?
DIEGO ~ Oh senti… comunque non sono affari tuoi. Tu pensa a fare quello che devi fare e io domani ti ridò i documenti. Ma stai molto attento perché io ti controllo!
MARIA ~ (entra con delle lenzuola in mano. Ha una bella vestaglia con sotto una bellissima camicia da notte rosa, molto femminile) Perché lo controlli?
DIEGO ~ … Per il fuoco. Non è capace, lo vedi? È mezz’ora che cerca di accendere il caminetto. (Va al caminetto e fa spostare Sergio) Lascia fare a me.
SERGIO ~ Non è colpa mia. La legna è bagnata… e poi lui mi mette ansia.
MARIA ~ Ma sì, lascialo fare. Stasera è particolarmente nervoso perché sono arrivata io all’improvviso e lui detesta quando gli si rompono le uova nel paniere.
DIEGO ~ Ma che dici?
SERGIO ~ Lo capisco, anche io quando torno dal supermercato e trovo un uovo rotto mi vengono certi nervi!

Maria lo guarda attonita.

Era un modo di dire?
MARIA ~ Mi aiuti con le lenzuola?
SERGIO ~ (prendendo le lenzuola) È questo il mio problema. Vedi, se tu mi dici paniere, io penso al cestino, le uova nel paniere, quindi le uova nel cestino, il cestino e le uova del supermercato. Quindi capisco che Diego è nervoso perché ha comprato le uova al supermercato, è tornato a casa, le ha tolte dalla busta e le ha trovate rotte! Rompere le uova nel paniere!
MARIA ~ (perplessa) Non potresti fare dei ragionamenti meno contorti e cercare di capire il contesto delle frasi? Così ti dai solo la zappa sui piedi!
SERGIO ~ (fa un saltello) Quale zappa?
DIEGO ~ Lascia perdere, è un caso patologico!
MARIA ~ (a Sergio) Tutta invidia. Parli molto meglio tu italiano che Diego. Io non l’ho mai sentito usare la parola “pedissequamente”.
DIEGO ~ Che ti sei messa?
MARIA ~ Perché?
DIEGO ~ Sembri uscita dalla casa di Barbie.
MARIA ~ (imbarazzata) Ma che dici? (A Sergio) Mi vuole far fare brutta figura. Lui per queste cose non ci capisce niente…
SERGIO ~ Per me sei molto elegante invece.
MARIA ~ (a Diego) Hai visto?
DIEGO ~ Da quando in qua ti metti elegante per andare a letto?
MARIA ~ (imbarazzata) Da sempre!
DIEGO ~ Come da sempre? Che fine hanno fatto i tuoi pigiamoni di pile?
CHICCA ~ (entra con delle coperte. Indossa un pigiamone che la ingoffa) Uno lo ha dato a me.
MARIA ~ Ti sta benissimo. Anzi direi proprio che ti sfina.
CHICCA ~ Anche un’acciuga qua dentro sembrerebbe una balena.
MARIA ~ Che importa, tanto è solo per dormire. Vedrai che con questo starai caldissima. Qui in salotto ci sono degli spifferi…
CHICCA ~ Spero solo che questa notte non mi scappi la pipì. Non saprei proprio come uscire da questo scafandro.
SERGIO ~ Ci dovrebbero essere dei bottoni dietro… (Si avvicina a lei per guardare)
CHICCA ~ (si gira dandogli le spalle e appizzando il sedere) Dove?
MARIA ~ (distraendolo) Allora Sergio sei proprio sicuro che riuscirai a dormire su questa poltrona?
SERGIO ~ Ma sì, starò bene!
CHICCA ~ Io gliel’ho detto che potevamo stringerci sul divano!
DIEGO ~ Ma che dici? Non lo vedi che è piccolo il divano per voi due? Guarda questo quant’è lungo?
CHICCA ~ Appunto, pensa quanto sta scomodo sulla poltrona!
DIEGO ~ Be’ si adatta!
SERGIO ~ Non c’è problema… tanto si tratta di poco. Sono già le due di notte, abbiamo poche ore di sonno a disposizione. Domani vorrei partire presto.
MARIA ~ Sempre che riescano a liberare la strada per domani mattina. (Affacciandosi alla finestra) Ma guarda che tempaccio! Ti rendi conto Sergio? In Italia nel 2016, se piove un po’ di più, in certi posti ancora si può rimanere isolati!
SERGIO ~ Non solo in Italia purtroppo.
MARIA ~ Pure in Spagna siete messi così?
CHICCA ~ Uhh! Figurati che al suo paese neanche ce l’hanno le strade, vero?
MARIA ~ In Spagna non hanno le strade?
DIEGO ~ In Spagna sì, ma lei intendeva nel paesino di Sergio, è piccolissimo e molto, molto isolato…
MARIA ~ E come vi muovete?
SERGIO ~ Be’…
DIEGO ~ Con i cavalli!
CHICCA ~ Sì cavalli, asini… cammelli…
MARIA ~ Cammelli?
DIEGO ~ Sì, fa molto caldo da lui. (Trascinandola verso la cucina) Amore perché non ci prepari una delle tue fantastiche tisane? Non sapete Maria quant’è brava! Fa certi miscugli con le sue erbette… la volete provare?
CHICCA ~ Sì grazie! Io vado pazza per le tisane!
DIEGO ~ Io la prendo con un cucchiaio di miele e voi?
CHICCA ~ Idem con patate!
SERGIO ~ Per me senza patate!
DIEGO ~ Ti do una mano io! (Sparisce in cucina con Maria)
SERGIO ~ Forse dovrei raccontarti qualcosa della Spagna…
CHICCA ~ Oh, no lascia perdere. In una serata come questa non voglio proprio sentire parlare di guerre e carestie!
SERGIO ~ Ma non ci sono guerre in Spagna.
CHICCA ~ Ah no? Allora cosa c’è? Una dittatura?
SERGIO ~ No, cioè sì c’è stata, ma un bel po’ di tempo fa.
CHICCA ~ Poverino! Immagino quante ne hai dovute passare. (Si avvicina accarezzandogli la guancia)
SERGIO ~ Ma io non…
CHICCA ~ Sst! Stai tranquillo. Adesso è tutto finito. Sei qui in Italia, al sicuro… Anche qui va tutto a rotoli, ma almeno non abbiamo un dittatore che pensa solo ai propri interessi lasciando il popolo alla fame… (Ci ripensa) Almeno non ufficialmente. (Ha un’illuminazione) Ci sono! A Piazza Mazzini! Ti ho visto lì, sono sicura.
SERGIO ~ (imbarazzato) Può essere…
CHICCA ~ Sei il fioraio?
SERGIO ~ No, non sono io. Quello è indiano.
CHICCA ~ Ah già. Il parcheggiatore?
SERGIO ~ È rumeno.
CHICCA ~ Il barista.
SERGIO ~ È cinese
CHICCA ~ Il giornalaio!
SERGIO ~ È di Frosinone!
CHICCA ~ Oh lavorano tutti a Piazza Mazzini, tu sei l’unico che non fa un cacchio!
SERGIO ~ Perché non lavoro a Piazza Mazzini.
CHICCA ~ Ah! E potevi dirmelo prima!… Ma insomma riesci a trovare qualche lavoretto ogni tanto? A parte rubacchiare in giro, dico.
SERGIO ~ Io non rubo, io… Va be’ lasciamo perdere.
CHICCA ~ A parte qualche piccolo problema, parli piuttosto bene italiano, non dovrebbe essere difficile per te trovare un lavoro.
SERGIO ~ Infatti, ogni tanto mi capita di fare dei servizi…
CHICCA ~ Fai le pulizie? Be’ per cominciare va bene, anche se uno con il tuo aspetto potrebbe aspirare a molto meglio.
SERGIO ~ Infatti… io faccio altri tipi di servizi…
CHICCA ~ Servizi di che tipo? Ah… ohhh… ho capito! Va be’ non c’è niente di male, ognuno col suo corpo fa quello che vuole… non sarò certo io a mettermi a giudicare…
SERGIO ~ No… no aspetta… lascia che ti spieghi. Quando sono venuto in Italia…
CHICCA ~ Sì lo so, non aggiungere altro. L’ho visto in un documentario. Maledetti sfruttatori!
SERGIO ~ (esasperato) Ma chi?
CHICCA ~ Come chi? Quelli che vi perseguitano finché non restituite tutto il denaro del vostro viaggio della speranza.
DIEGO ~ (entra) Se te la smettessi di parlare della Spagna sarebbe meglio.
CHICCA ~ Perché che ho detto?
DIEGO ~ Come che hai detto? Ci stanno i cammelli in Spagna?!
CHICCA ~ (a Sergio) No?
SERGIO ~ No.
CHICCA ~ E va be’, ma lei che ne sa?
DIEGO ~ Ma come che ne sa? Lo sanno tutti che non ci sono i cammelli in Spagna.
CHICCA ~ Io per esempio non lo sapevo.
SERGIO ~ Ma mi pare di capire che tu non sai neanche dove si trova la Spagna.
DIEGO ~ Non sa dov’è Matera, figurati la Spagna! Ah… altra cosa… se dovesse uscire fuori il discorso… (A denti stretti) Quello è il pitale della mia bisnonna Assunta.
CHICCA ~ Be’, spero che non parleremo di pitali!
MARIA ~ (entrando) Cinque minuti di infusione ed è pronta.
DIEGO ~ Grazie amore.
MARIA ~ Sergio ma tu sei ancora tutto bagnato, perché non ti togli quei vestiti e ti metti qualcosa di asciutto. Diego ti presterà qualcosa, vero?
DIEGO ~ No…

Tutti lo guardano.

Sì, ma non credo che gli entri niente… non lo vedi che è un pennellone.
MARIA ~ Hai quella tuta che ti sta tanto lunga di maniche. L’unica volta che l’ho mandato a fare shopping da solo. Il risultato è che quando se la mette sembra uno di quegli omini pieni di aria che si muovo fuori dalle concessionarie di automobili (fa l’imitazione). Vieni con me! Te la do io!
DIEGO ~ No, gliela do io! Rimani qua, te la porto.
MARIA ~ Ma accompagnalo di là, così si spoglia con calma.
SERGIO ~ Posso? Ho bisogno anche di cambiarmi i pantaloni… sono zuppo fino alle mutande.
CHICCA ~ (prontamente) Vengo anch’ io!

Diego rassegnato fa un cenno di assenza con la testa. Sergio lo segue ed escono. Chicca sta per seguirli ma Maria la blocca.

MARIA ~ No aspetta. Lasciamoli soli. Facciamoci una chiacchieratina fra donne.
CHICCA ~ Ma proprio adesso?
MARIA ~ (carinamente) Sai, ti volevo dire che sono proprio contenta che adesso tu e Diego siate riusciti ad avere un rapporto civile.

Cominciano a preparare il divano mettendo le lenzuola e le coperte.

CHICCA ~ Be’, meglio amici che nemici.
MARIA ~ Ah sì e voi nemici lo siete stati tanto! Sapessi quante ne diceva sul tuo conto fino a pochi giorni fa… Ti assicuro che certe volte era imbarazzante pure per me sentire certe espressioni…
CHICCA ~ Del tipo?
MARIA ~ No, ti prego, non mi far parlare… sono una signora… Ma anche tu immagino, facevi più o meno la stessa cosa, no?
CHICCA ~ Sì… più o meno… ma preferisco non parlarne. Sono una signora anch’ io.
MARIA ~ Ma è normale, le separazioni non sono mai una passeggiata… E invece, vedi? Ironia della sorte, a pochi giorni dal divorzio, eccovi qua, di nuovo insieme…
CHICCA ~ Come amici.
MARIA ~ Ma sì, come amici e io credimi sono contenta dal profondo del mio cuore!
CHICCA ~ (ironica) Ti credo! Si vede che sei sincera.
MARIA ~ Certo, me ne poteva parlare, ma capisco… Non ci dovrebbero essere segreti tra di noi, visto che ci dovremmo sposare l’estate prossima… ma capisco… E anche questa specie di farsa che ha messo su per farti dormire qui stasera… le bugie che mi ha raccontato… ma… veramente… capisco. (Cambia tono. Ancora più falsa) Mi preoccupa più che altro mio padre.
CHICCA ~ Che c’entra tuo padre?
MARIA ~ Sai, mio padre punta molto su di lui, gli ha affidato un ruolo importante nella nostra azienda. Purtroppo però è un uomo all’antica. Non so se capirebbe…
CHICCA ~ Allora non c’è bisogno di dirglielo.
MARIA ~ No, ma infatti io non glielo dico, per carità. Se dovesse solo sospettare che ci possa essere qualche piccolo problema di coppia tra di noi, non esiterebbe a cacciarlo via immediatamente. E, tu capisci, alla sua età Diego non credo che possa di nuovo trovare un posto di lavoro così prestigioso…
CHICCA ~ Ma non vendete cessi?
MARIA ~ Sanitari, rubinetterie e complementi d’arredo.
CHICCA ~ Che è uguale ma fa più chic.
MARIA ~ Noi siamo il Paradiso del Bagno e siamo fra i primi in Italia. Diego ormai è uno dei dirigenti più importanti… Prende un bello stipendio sai? È con quello che mantiene tuo figlio e con cui ti ha pagato gli alimenti fino adesso. Sarebbe terribile se si trovasse improvvisamente senza soldi.
CHICCA ~ (accusa il colpo) Comunque non avete nessun problema di coppia voi due. Almeno non per colpa mia. Io e Diego stiamo solo cercando di avere un rapporto decente, tutto qui.
MARIA ~ Ma sì, certo… poi tu stai con quel bonazzo spagnolo… vuoi mettere?
CHICCA ~ Appunto.
MARIA ~ Ma dimmi una cosa. (Le fa segno di avvicinarsi. Sottovoce) Dove l’hai trovato uno così? Ti confesso che sono un po’ invidiosa…
CHICCA ~ (sorride soddisfatta) Ma che ti devo dire… È stato lui! Io all’inizio non ne volevo sapere. Ma lui ha insistito tanto e…
MARIA ~ Sì ma, voglio dire, uno si aspetta che uno come lui… insomma… ha solo l’imbarazzo della scelta, invece alla fine, lo vedi? C’è speranza per tutte!
CHICCA ~ No, non per tutte. Alcune non ci possono proprio sperare!
DIEGO ~ (entra) Sergio mi ha chiesto di farsi una doccia calda. (A Chicca) Bello sfacciato l’amico tuo.
MARIA ~ Poverino era tutto bagnato. Che c’è di male? Non essere maleducato con i tuoi ospiti! Gli hai dato un asciugamano? (Si alza)
DIEGO ~ Sì, certo. Dove vai? Ti ho detto che gliel’ho dato.
MARIA ~ In cucina. La tisana sarà pronta. (Va verso la cucina)
DIEGO ~ Ah scusa…
MARIA ~ Sei strano questa sera. (Esce)
DIEGO ~ Comunque, per la cronaca, la pancia ce l’ha pure lui.
CHICCA ~ Sì e ha anche due braccia, due gambe, un naso, una bocca e due orecchie come te, ma se hai un minimo di amor proprio, ti prego, non fare paragoni.
DIEGO ~ Ti ricordo che quello è un delinquente.
CHICCA ~ Razzista che non sei altro! Io ci ho parlato! (Tutto d’un fiato) È solo un povero immigrato bisognoso di un rifugio e se ogni tanto si intrufola nelle case degli altri è solo per sfuggire al racket dello sfruttamento del corpo ad opera di organizzazioni criminali senza scrupoli che si approfittano dei profughi in difficoltà per alimentare il mercato illecito della prostituzione!
DIEGO ~ Ma che dici?
CHICCA ~ È un marchettaro.
DIEGO ~ Che cosa?! E tu che gli vai pure dietro? Eri disposta a tornare a Roma con lui e gli hai pure proposto di dormire con te sul divano.
CHICCA ~ Certo, perché io sono per l’integrazione, per l’accoglienza. Io non voglio che questa gente si senta indesiderata solo perché è più sfortunata di noi. Io sono solidale con la povera gente!
DIEGO ~ Be’ potresti almeno avere la decenza di evitare di fare la crocerossina davanti a me!
CHICCA ~ In che senso?
DIEGO ~ Dopo tutto quello che ti ho detto stasera! Te ne sei fregata altamente e da quando è arrivato non hai fatto altro che palpeggiarlo.
CHICCA ~ Stavo solo recitando una parte!
DIEGO ~ Allora ti dovrebbero dare l’Oscar. Sei stata molto convincente con le tue palpatine. L’ho visto nudo e ha il sedere praticamente consumato.
CHICCA ~ E ti credo, con il lavoro che fa!
DIEGO ~ Vuoi negare che a un suo cenno ci andresti subito a letto?
CHICCA ~ (offesa) Ma io dico… ma è assurdo… ma come ti viene in mente… per chi mi hai presa!
DIEGO ~ Giura su nostro figlio!
CHICCA ~ Io sono gentile con lui solo per solidarietà sociale.
DIEGO ~ (serio) Giura!
CHICCA ~ … Be’ forse più tardi gli avrei fatto vedere una tetta… ma solo per farlo sentire un po’ meno solo al mondo.
DIEGO ~ Devo trovare il modo di sbatterlo fuori da casa mia.
CHICCA ~ Ma che sei matto?! Ma meno male che c’è Sergio! Se non fosse stato per lui a quest’ora saresti in un mare di guai. Non hai visto Maria quando è arrivata? Era furibonda! L’orso di Di Caprio al confronto sembrava Winnie the Pooh.
DIEGO ~ Che situazione… Mi verrebbe tanta voglia di mandare tutto all’aria e raccontare a Maria come stanno le cose. Non mi va di prenderla in giro, non se lo merita. In fondo tra di noi non c’è stato niente, no? Né ci sarà… giusto?
CHICCA ~ Giustissimo. (Si riprende) Ma no, è sbagliato. Maria la prenderebbe comunque malissimo e suo padre… Senti si tratta solo di poche ore. Domani mattina ce ne torniamo a Roma come se non fosse successo niente. Io riprenderò la mia vita e tu sarai ancora saldamente a capo di Cessolandia.
DIEGO ~ Il Paradiso del Bagno.
CHICCA ~ Sì hai ragione. È molto più chic.
MARIA ~ (entra con un vassoio di tisane) Diego, mi dai una mano? Ho paura di far cadere tutto.
DIEGO ~ (prendendole il vassoio) Lascia fare a me.
CHICCA ~ Non ce l’avete un biscotto, qualcosa? Mi è rivenuto un certo languorino.
DIEGO ~ Strano, a cena ti sei mangiata pure il tavolo, pensavo che ti bastasse.
MARIA ~ Ah, avete anche cenato insieme! Non me lo avevi detto.
DIEGO ~ Giusto una cosetta all’autogrill.
CHICCA ~ (si giustifica imbarazzata) È per questo che ho fame.
MARIA ~ Vado a vedere. Dovrebbe esserci qualche fetta biscottata.
CHICCA ~ Non ti preoccupare. Vado io. Magari trovo qualcosetta di più sfizioso. Ah mi porto la tisana. (Prende una tazza e va in cucina)
MARIA ~ Ma certo… vai pure… Apri pure tutti i pensili senza farti problemi! (A Diego) Lo sta facendo veramente!
DIEGO ~ Vuole solo qualcosa da mangiare.
MARIA ~ Be’ io non mi sarei mai permessa di ficcare il naso nelle cucine degli altri.
DIEGO ~ Be’… questa è un po’ come fosse casa sua. In fondo lo è stata per qualche anno.
MARIA ~ Così non fai altro che peggiorare la situazione.
SERGIO ~ (entra con solamente un asciugamano rosa, molto femminile, attorno alla vita) Scusate deve essere successo qualcosa, non c’è acqua calda.
MARIA ~ Il solito problema. La caldaia è andata di nuovo in blocco. Diego ci pensi tu?!
DIEGO ~ Ma la caldaia sta fuori e c’è il diluvio.
MARIA ~ Non sei mica idrosolubile!
DIEGO ~ Ma dai, non pretenderai mica…
MARIA ~ Prendi l’ombrello!
DIEGO ~ Ringrazia Maria, se non fosse per lei io me ne laverei le mani.
SERGIO ~ Con l’acqua fredda?

Diego, scocciato, esce dalla porta d’ingresso. La pioggia ancora cade copiosamente. Maria e Sergio rimangono soli. Momento di imbarazzo.

(Guardandosi l’asciugamano) Giuro che non l’ho scelto io. Me lo ha dato lui.
MARIA ~ Lo so, sicuramente l’ha fatto apposta.
SERGIO ~ Dov’è Chicca?
MARIA ~ Di là. In cucina.

Si avvicinano di soppiatto alla porta della cucina.

MARIA ~ (a bassa voce) Ti pare normale sgranocchiare le noci in questo modo? Guardala! Sembra un castoro con un attacco di bulimia!
SERGIO ~ Soprattutto perché le rosicchia con tutta la buccia!… (Guarda meglio) Ma quante noci riesce a infilare in una guancia sola?!

Chiudono la porta senza far rumore e si danno un bacio fugace.

MARIA ~ Ti hanno riconosciuto?
SERGIO ~ C’è stato un attimo in cui ho avuto paura per lei, ma poi si è talmente incasinata per conto suo…
MARIA ~ Ma che è successo?
SERGIO ~ Per poco non mi è venuto un infarto. Ho aperto la porta e in dieci secondi mi sono ritrovato in ginocchio, con le mani legate e il coltello del pane puntato addosso.
MARIA ~ Eh lo so, Diego è il più veloce del suo corso.
SERGIO ~ Mi hanno scambiato per un ladro. Lui mi ha preso i documenti e ha minacciato di chiamare la polizia.
MARIA ~ E tu che hai fatto?
SERGIO ~ E che dovevo fare? Sono stato al gioco. Certo non avrei potuto dirgli che ero venuto qua per incontrarmi con te!
MARIA ~ Non sia mai!
SERGIO ~ Appunto! Quindi quando sei arrivata tu, hanno cominciato a improvvisare, facendomi passare per il compagno di Chicca.
MARIA ~ E tu ci sei stato alla grande, ho visto.
SERGIO ~ E che dovevo fare?!
MARIA ~ Sì scusa, hai ragione… sono un po’ nervosa.
SERGIO ~ Be’ non ci troveremmo in questa situazione se ce ne fossimo andati subito tutti e quattro. Non capisco perché invece ti sei messa a fare tutte quelle domande, molte volte hai messo in difficoltà anche me!
MARIA ~ L’ho fatto solo per sviare ogni possibile sospetto. Ma scusa, mettiti nei miei panni…

Lui si sta per aprire l’asciugamano. Lei lo blocca subito.

È un modo di dire!

Sergio si ricompone.

Volevo capirci qualcosa. Trovo qui Diego con la sua ex moglie che tanto diceva di detestare! Oltretutto mi aveva detto di andare a Torino…
SERGIO ~ Anche tu racconti a Diego di passare la giornata a fare i massaggi quando ci incontriamo qui.
MARIA ~ (civetta) E infatti tu mi massaggi molto bene.

Danno un’occhiata alla porta della cucina e si scambiano un altro rapido bacio.

DIEGO ~ (apre la porta di casa, mentre fuori piove ancora) Funziona?
SERGIO E MARIA ~ (togliendosi dall’imbarazzo) No!
DIEGO ~ Ma avete controllato?
SERGIO E MARIA ~ Sì!
DIEGO ~ Almeno datemi una voce, quando arriva l’acqua calda. (Esce richiudendo la porta)
MARIA ~ … Ma che sono venuti a fare tutti e due? L’hai capito?
SERGIO ~ Non tanto!
MARIA ~ Ma che vuoi che facessero? Due che si infrattano di sera, qui in campagna…
SERGIO ~ Mi fai le domande e poi ti rispondi da sola?
MARIA ~ Scusa sono un po’ nervosa! Forse dicono la verità, si sono dati appuntamento solo per parlare con calma prima del divorzio!
SERGIO ~ Probabile.
MARIA ~ E secondo te c’era bisogno di venire fino qui? Non potevano incontrarsi in un bar a Roma?
SERGIO ~ Lo stai facendo di nuovo! Comunque non credo che abbiano fatto nulla e per quanto abbia visto io, hanno litigato tutto il tempo… a parte…
MARIA ~ A parte?
SERGIO ~ Be’ c’è stato un momento in cui si sono un po’… come dire…
MARIA ~ Ah! Lo sapevo! Bastardi!
SERGIO ~ Guarda che non è niente rispetto a quello che facciamo noi due da più di sei mesi.
MARIA ~ Li stai giustificando?
SERGIO ~ No, ma non mi sembra una situazione grave tutto qui!
MARIA ~ Scusami… è che questa cosa di trovarli qua… Non lo so, non ero preparata. È stato un fulmine a ciel sereno…
SERGIO ~ Ma se piove da tre giorni!
MARIA ~ È un modo di dire.
SERGIO ~ Ah.
MARIA ~ E che momento c’è stato tra di loro? Si sono baciati?
SERGIO ~ Non proprio…
MARIA ~ Abbracciati?
SERGIO ~ No, non abbracciati.
MARIA ~ Si sono toccati? Che facevano?
SERGIO ~ Niente di che…
MARIA ~ Ma tu da che parte stai? Sembra che vuoi solo gettare acqua sul fuoco.
SERGIO ~ Perché dovrei farlo? Dopo tutto quello che c’è voluto per accendere il caminetto!
MARIA ~ (isterica) È un modo di dire!
SERGIO ~ Scusa. Però per favore, non ti arrabbiare!
MARIA ~ Hai ragione, scusami tu. Non dovrei prendermela con te. Sei stato bravissimo. È che non mi piace stare in questa situazione. Fino a sei mesi fa non avrei esitato a prenderli per i capelli tutti e due e a trascinarli da qua fino a Roma, ma adesso non posso.
SERGIO ~ È un modo di dire, vero? Questa l’ho capita!… E perché non puoi? Ah certo, a Diego ormai in testa gli è rimasto ben poco?
MARIA ~ Perché adesso pure io ho i miei scheletri nell’armadio, capisci?
SERGIO ~ (guardandosi intorno spaventato) In quale armadio?
MARIA ~ E quindi questa sera mi tocca ingoiare un grosso rospo!
SERGIO ~ Che schifo! Che cos’è? Una specie di rito vudù?
MARIA ~ (avvilita) Oddio quanto è difficile parlare con te! Il senso è che non sopporto stare con le spalle al muro! Hai capito adesso?
SERGIO ~ (la guarda in silenzio) Vieni, spostiamoci! Mettiamoci più al centro. (Le cinge la vita e la porta al centro della scena)
MARIA ~ (sempre più avvilita si appoggia alla sua spalla) Voglio tornare a casa mia!
CHICCA ~ (entra e li vede di spalle) Ecco dove ti ho visto! Nella vasca da bagno! La sua vasca da bagno! Quella del Paradiso dei Cessi! Lo dicevo io che ti conoscevo. Ce l’avete fatta “a peperini!” con la vostra pubblicità! A ogni semaforo c’è un cartellone con il tuo culo nudo in bella mostra.
MARIA ~ (imbarazzata) Ma che dici? Non è mica lui.
CHICCA ~ Ma come non è lui! Una vecchia mi ha pure tamponato per colpa sua a… (realizza) a Piazza Mazzini! Ecco perché ti ho visto lì. C’è il suo sedere spiattellato su un manifesto a Piazza Mazzini!
SERGIO ~ Ah, ho capito a quale pubblicità ti riferisci. No, non sono io.
CHICCA ~ Sei tu, sono sicura!
MARIA ~ Ma non è lui ti dico. Il nostro modello è… australiano.
CHICCA ~ È lui!
MARIA ~ Ma lo vuoi sapere meglio di me?… E poi come potresti riconoscerlo, è una foto di spalle!
CHICCA ~ Saprei riconoscere quel culo anche se portasse uno scafandro come il mio (girando intorno a Sergio) e quello è il sedere che vedo tutti i giorni a Piazza Mazzini! (Gli dà una strizzata e lui accusa il colpo) … Sì, è proprio lui… Forse dobbiamo parlare un po’ noi tre. Non mi vorrete mica far credere che è solo una coincidenza?

Momento imbarazzante. Sergio e Maria si guardano agghiacciati. Chicca li guarda fissa.

DIEGO ~ (spalanca la porta) È arrivata?
TUTTI ~ No!
DIEGO ~ Ancora niente acqua calda?
TUTTI ~ No!
DIEGO ~ Ma c’è una tormenta qua fuori. Non se ne può fare a meno stasera?
TUTTI ~ No!
DIEGO ~ (rassegnato) Va bene. Mi avvertite quando arriva? (Si spaventa per un tuono e, girandosi verso l’esterno, chiude lentamente la porta dietro di sé)
MARIA ~ È inutile che mi guardi così. Tu non sei certo nelle condizioni di rimproverarmi.
CHICCA ~ Oh sì, sì che lo sono. Ma prima, se permetti, voglio dedicarmi un attimo a Sergio… (Si gira lentamente verso di lui)
SERGIO ~ A me?
CHICCA ~ Sì a te. (Si scalda) Brutto bugiardo, millantatore, falso e ipocrita che non sei altro! (Lo aggredisce) Tu mi hai fatto credere di essere un poveraccio bisognoso di aiuto. Mi hai raccontato della dittatura, della traversata in gommone, della fame, delle carestie, dello sfruttamento. Ma che razza di uomo sei? Non ti vergogni a scherzare su cose del genere?
SERGIO ~ Ma io non ho mai detto niente di tutto questo.
CHICCA ~ Ahh ahh ahh questa è bella! Lui non ha detto niente di tutto questo! Che vorresti dire? Che sono una matta psicopatica? Che mi sono inventata tutto? Che mi sono fatta un film da sola?
SERGIO ~ (timidamente) Be’… adesso io non so se ti occupi di cinema…
CHICCA ~ E smettila con questa storia dei modi di dire, ormai non regge più.
MARIA ~ No, guarda Chicca, lui è proprio così.
CHICCA ~ Veramente?
MARIA ~ (annuisce) Ci stiamo lavorando… ma ancora…
CHICCA ~ (girandosi sospettosa, comincia a fargli domande a raffica) Dice sul serio?
SERGIO ~ Sì…
CHICCA ~ Ci puoi mettere la mano sul fuoco?
SERGIO ~ No, mi brucerei.
CHICCA ~ Hai la coda di paglia?
SERGIO ~ Non ho la coda.
CHICCA ~ Posso parlarti con il cuore in mano?
SERGIO ~ No per carità!
CHICCA ~ Hai proprio il pelo sullo stomaco.
SERGIO ~ Non mi depilo mai.
CHICCA ~ Acqua in bocca.
SERGIO ~ Va bene la tisana? (Prende una tazza, beve e trattiene la tisana in bocca)
CHICCA ~ (rivolgendosi a Maria) Ce ne avete ancora un bel po’ da lavorare, eh?
MARIA ~ È che lui traduce tutto in maniera letterale e… (Ci ripensa) Ma tu che vuoi? Spiegami piuttosto perché siete venuti qui voi due!
CHICCA ~ Non certo per fare quello che volevi fare tu con Sergio!
MARIA ~ Ah no? Mi vorresti far credere che la vostra era solo una serata tra amici per rivangare i vecchi tempi?
CHICCA ~ Guarda che noi abbiamo solamente chiacchierato, tutto qui!
MARIA ~ E certo, perché per fortuna è arrivato lui che vi ha mandato all’aria tutti i vostri piani! (Si accorge che Sergio ha ancora la tisana in bocca) Sergio puoi mandare giù la tisana adesso!

L’uomo obbedisce.

CHICCA ~ E va bene! Vuoi sapere la verità? Diego aveva un po’ d’ansia per questo divorzio. Non ci vedevamo da anni, ma ha voluto incontrarmi per l’ultima volta per essere sicuro di fare la cosa giusta. Ti giuro che abbiamo solo parlato.
MARIA ~ Peccato che Sergio mi ha detto che vi siete baciati.
SERGIO ~ Io non ho detto che si sono proprio baciati.
CHICCA ~ C’è stato una specie di approccio…
MARIA ~ Ah!
CHICCA ~ Anzi due!!
MARIA ~ Ah, ah!
CHICCA ~ Sì ma niente di che. La nostra storia è morta e sepolta da anni. Non ci può essere più niente tra di noi. Io lo sapevo ancor prima di uscire di casa.
MARIA ~ E tu ti sei prestata comunque a questo giochetto di provare a dare l’ultima possibilità a uno di cui non te ne frega più niente. Io la trovo una cosa molto squallida.
CHICCA ~ Scusa, tu fra poco ti sposi. Ti metti in macchina di notte, fai cinquanta chilometri e arrivi nella casetta di campagna del tuo futuro marito per vederti con un altro per fare sesso e io sarei quella squallida?
SERGIO ~ Un momento. Noi non ci vediamo solo per fare sesso. Io amo Maria.
MARIA ~ (rimane estasiata) Che cosa?
CHICCA ~ Scusa, non ho capito. Tu la ami?
SERGIO ~ Certo, sennò perché starei con lei da più di sei mesi?
CHICCA ~ Be’… è ricca… in fondo è la tua capa… ti ha fatto fare quella pubblicità…
SERGIO ~ (serio e alterato) Ma che ne sai tu? Ci conosciamo da due ore e già ti senti in grado di sentenziare dei giudizi? Che cosa vorresti insinuare, sentiamo? Che starei con Maria solo per interesse?
CHICCA ~ (si rende conto della gaffe) Noooo… mi hai frainteso… Non intendevo assolutamente… Ma scherzi? Io volevo dire… Lasciami spiegare… È che… (Cede) Sì volevo dire proprio questo.
SERGIO ~ (a Maria) Ma tu non dici niente?
MARIA ~ (inebetita) Tu mi ami?
SERGIO ~ Ma certo che ti amo! (A Chicca) Comunque per tua informazione il provino per la pubblicità l’ho vinto molto prima di conoscere lei. Noi due ci siamo incontrati per la prima volta tre mesi dopo, a una riunione in azienda, e ci siamo piaciuti subito come succede a milioni di coppie al mondo.

Silenzio. Maria scoppia in una risata fragorosa, quasi isterica. Imbarazzo generale.

CHICCA ~ Senti perché non vai di là a metterti qualcosa addosso, eh?
SERGIO ~ Ma che le prende?

Maria continua a ridere.

CHICCA ~ (spingendolo verso la camera) Niente, è l’emozione, l’adrenalina, cose di donne. Ci penso io.
SERGIO ~ Ma si sente bene?
CHICCA ~ Ma certo, sta benissimo, non la vedi? Ride come una matta. Vai, vai, che ti prendi freddo così.
SERGIO ~ Ma…
CHICCA ~ Non ti preoccupare ti dico! Le passa subito, è solo un fuoco di paglia.
SERGIO ~ Ma no, è di legna. Ce l’ho messa io!
CHICCA ~ E vai!

Sergio è uscito. Maria sta ancora ridendo.

MARIA ~ Cioè… Io sono riuscita ad andare a letto con uno così… e l’ho fatto pure innamorare…?
CHICCA ~ Sst! Parla piano, che Diego può sentirti.
MARIA ~ (continuando a ridere) Oddio non ci posso credere. È una cosa pazzesca ti rendi conto? (Riflette contenta) Non me ne ero mai accorta! Sono… irresistibile! (Ride)
CHICCA ~ La finisci?!
MARIA ~ Devo informarmi quand’è che George Clooney viene sul Lago di Como, ci vado a fare una capatina. (Continua a ridere)
CHICCA ~ E piantala!
MARIA ~ Magari ci trovo anche il suo amico Brad Pitt! (Ridacchia)
CHICCA ~ (seria) Guardami negli occhi! Non può funzionare con Sergio, lo sai pure tu.
MARIA ~ (si riprende) Ma è così carino!
CHICCA ~ Sì è carino, ma non va bene. Quelli troppo belli sono troppo presi da se stessi, troppo egocentrici… non sono affidabili, te lo dico io. Può durare qualche mese non di più, poi diventano solo delle comete rapide e invisibili. Tu hai bisogno di un uomo che ti ama…
MARIA ~ Lui mi ama. L’ha detto. L’hai sentito pure tu.
CHICCA ~ Io dico uno che ti ama veramente. Diego te lo dimostra tutti i giorni da quanto? Tre anni?
MARIA ~ Quasi quattro.
CHICCA ~ Ecco appunto. È un uomo dolce…
MARIA ~ Anche Sergio lo è.
CHICCA ~ E sensibile…
MARIA ~ Anche Sergio.
CHICCA ~ E romantico.
MARIA ~ Anche Sergio. Anzi no, Sergio di più. Lui mi regala le rose a ogni complemese. Diego, se si ricorda, ogni tanto mi porta un bacio Perugina e me lo dà pure smozzicato perché gli piace tanto la nocciola che c’è in cima.
CHICCA ~ E dai Maria, sii seria! Non vorrai mica credere alla storia del modello spagnolo strafigo che si innamora della ricca e cicciottella figlia dell’industriale?
MARIA ~ (offesa, si alza e si allontana) Lo sai che ti dico? Che la tua è tutta invidia e che stai solo difendendo il tuo assegno degli alimenti. Sono stata io a presentare Diego a mio padre. Se guadagna quello che guadagna è solo grazie a me, anzi presto lo faranno direttore generale. Quindi devo dedurne che anche lui sta con me solo per interesse!
CHICCA ~ E va bene, scusami. Non volevo offenderti. Sì, è vero, tu gli hai dato una grande opportunità, ma Diego è bravo, se lo merita, se l’è guadagnato quell’incarico. È un uomo onesto, serio, ci mette passione in tutto quello che fa. Vuoi negarlo?
MARIA ~ No, ma…
CHICCA ~ E allora? Chi c’è meglio di lui? Sì, d’accordo, Sergio sarà pure carino ma, parliamoci chiaro, vuoi veramente stare con uno che quando lo accusi di avere la puzza sotto il naso si va a lavare la faccia?
MARIA ~ Ci stiamo lavorando. È solo una questione di tempo.
CHICCA ~ Credimi Maria, io Diego lo conosco bene. È stato un marito perfetto, è un padre perfetto, non se ne trovano così! Ho fatto anche io il tuo stesso errore, all’epoca, per seguire la passione, il fascino del peccato… e come mi sono ritrovata? Con un pugno di mosche. Te lo dico col cuore: non farti sfuggire un uomo così.
MARIA ~ (colpita) Be’… se ha tutti quei dubbi sul nostro matrimonio… forse non è convinto nemmeno lui.
CHICCA ~ Diego non ha nessun dubbio. Ma non capisci? È proprio perché vuole salvaguardarti e proteggere il vostro futuro che mi ha fatto venire qui stasera. Sapeva benissimo che, anche se ci fosse stata una minima speranza di trovarmi disponibile, portandomi qua non avrebbe mai funzionato.
MARIA ~ Perché?
CHICCA ~ Perché io ho sempre odiato questa casa. I primi tempi ho resistito, ma adesso mi toglierebbe ogni schiribizzo anche se Diego fosse l’ultimo uomo sulla faccia della terra.
MARIA ~ A me piace qui. È un posto carino, è accogliente, è un rifugio dove venire a rintanarti quando non ne puoi più dello stress del lavoro. Noi qui siamo sempre stati bene. L’estate facciamo l’orto, in autunno cogliamo i funghi e l’inverno… be’ c’è il camino… e quel camino… se potesse parlare…
CHICCA ~ (la guarda compatendola) Lo vedi? Siete proprio fatti l’uno per l’altra voi due.
DIEGO ~ (rientra tutto bagnato) Non ce la faccio. Non si vede niente, sono fradicio e un fulmine si è schiantato a due metri da me. E poi non capisco, voi continuate a dirmi che non funziona, l’ho smontata e rimontata quattro volte, sembra tutto a posto! Brr… Sono congelato. È ancora calda la tisana? (Prende una tazza e beve cercando di riacquistare un po’ di calore)
CHICCA ~ Guardalo, è stato un’ora sotto il diluvio per far fare una doccia calda al ladro che gli doveva svaligiare la casa.
MARIA ~ (s’intenerisce) Aspetta, ti vado a prendere qualcosa per asciugarti, tu intanto mettiti davanti al fuoco. (Va in camera da letto)
CHICCA ~ Grazie. (Togliendogli il cappotto) Come va? Tutto bene?
DIEGO ~ (andando davanti al camino) Mi verrà il raffreddore, no peggio la bronchite, no anzi la polmonite … E voi?
CHICCA ~ No, noi tutti sani.
DIEGO ~ Qui c’è stato qualche problema?
CHICCA ~ No, nessun problema.
DIEGO ~ Non è che ti sei messa a discutere ancora della Spagna e dei cammelli, vero?
CHICCA ~ Ah ma allora ci sono i cammelli in Spagna!
DIEGO ~ Di che avete parlato? Per caso è uscita fuori la storia del pitale?
CHICCA ~ (s’innervosisce) No, non abbiamo parlato di pitali per fortuna, stai tranquillo!
DIEGO ~ Scusami se ti ho messa in questa situazione…
CHICCA ~ (s’intenerisce) Ma figurati! Anzi, ti dirò che mi sono anche divertita.
DIEGO ~ Beata te. Per me è un incubo… Grazie anche per avermi retto il gioco fino adesso, non eri obbligata.
CHICCA ~ E sennò a che servono gli amici?
DIEGO ~ Stanotte ci dobbiamo arrangiare in qualche modo, ma tu per qualunque problema… urla!
CHICCA ~ (sorridendo) Sì, sì non ti preoccupare.
DIEGO ~ Guarda che dico sul serio. Non ti fare incantare da quella faccetta pulita. Sergio è un bugiardo, non è quello che dice di essere. Io l’ho scoperto!
CHICCA ~ (intimorita) Che hai scoperto?
DIEGO ~ (mostra i documenti di Sergio) Che non è vero che ha quasi quarant’anni, ne ha quarantuno passati.
CHICCA ~ (ironica) Ihh! Ma allora è proprio pericoloso!
SERGIO ~ (entra vestito con i pantaloni di una tuta e la maglia, anche per lui, lunga di maniche. Sconvolto) Non ci posso credere! Mi ha lasciato!
DIEGO ~ Chi ti ha lasciato?
CHICCA ~ (prontamente) Ah sì? Ti ha lasciato… di stucco?
DIEGO ~ Ma chi?
CHICCA ~ La felpa. Guarda! Gli va lunga pure a lui. Ma chi l’ha fatta? Non lo vedi che è tagliata male? (Guarda l’etichetta) Ro… no, or… Robe… Robe di Cacca! E ti credo allora!
DIEGO ~ Mettiti gli occhiali!
CHICCA ~ Perché? Non ne ho bisogno.
DIEGO ~ Sergio, io ci ho provato, ma non ce l’ho fatta con la caldaia.
SERGIO ~ (nervoso) Non serve più. Mi sono scaldato abbastanza.
DIEGO ~ Ma me lo potevi dire! Sono stato un’ora sotto la pioggia. (Si gira verso il caminetto per scaldarsi le mani)
SERGIO ~ (a Chicca, a bassa voce, nervoso) Ha detto che sono una meteora!
CHICCA ~ (a Sergio, a denti stretti) Calmati! Non fare scenate!
SERGIO ~ (a Chicca, sempre a denti stretti) Io faccio scoppiare un casino!
MARIA ~ (entra con alcuni indumenti e un asciugamano) Non stare così attaccato al caminetto, ti verranno i geloni alle mani.
DIEGO ~ Sto morendo di freddo!
MARIA ~ Vieni qua. Ti asciugo almeno i capelli. (Lo fa con l’asciugamano. Poi, gli toglie la giacca bagnata e gli fa infilare un caldo maglione di lana)
SERGIO ~ Che moglie premurosa!

Tutti lo guardano male.

CHICCA ~ È tipico di noi italiane. Siamo tutte un po’ mogli e un po’ mamme.

Maria riprende ad asciugare la testa di Diego coprendogli la visuale.

Perché? In Spagna le donne non fanno così?
SERGIO ~ No, da noi le donne più che altro sono coerenti.
DIEGO ~ (si libera dall’asciugamano) Coerenti? Che c’entra “coerenti”?
SERGIO ~ Nel senso che non cambiano idea nel giro di pochi minuti.
DIEGO ~ Non capisco.
CHICCA ~ Sì, l’ho visto in una specie di documentario in televisione. Pare che queste spagnole siano irremovibili. Si mettono un’idea in testa e non le smuovi. È tipico loro proprio. Oh! Ci hanno fatto un documentario!
DIEGO ~ Va be’ sono testarde, non coerenti.

Maria riprende violentemente ad asciugargli la testa.

Piano! La cervicale!
SERGIO ~ Anche noi uomini abbiamo le nostre caratteristiche. Noi per esempio non sappiamo mantenere i segreti.

Tutti lo guardano preoccupati.

… A un certo punto ci viene proprio da dentro l’esigenza di spifferare le cose.
CHICCA ~ (ridacchiando istericamente) Allora dobbiamo stare molto attenti a non raccontarti gli affari nostri.
DIEGO ~ Toh, guarda, una carta d’identità. (La apre) Ah, ma è tua Sergio, deve esserti caduta. Era qui per terra, davanti al caminetto. (Gliela porge)
MARIA ~ Forse l’hai persa prima, quando eri qua a guardare la testa del daino che ho scuoiato a mani nude.

Silenzio generale. Sergio li fissa. Chicca gli fa cenno di no con la testa.

SERGIO ~ (prende la carta d’identità) Ecco dov’ era. Effettivamente credevo di averla persa!
CHICCA ~ Bisogna stare attenti! Per rifare i documenti è sempre un macello.
DIEGO ~ (con esitazione) E adesso che l’hai trovata… che hai intenzione di fare?
SERGIO ~ (dopo un’ attimo di pausa, si finge allegro) Be’… (Guarda Chicca che lo fissa) La metterò nella tasca del giubbotto… (lo raggiunge all’attaccapanni, dove sta appeso) e… (con un finto sorriso) chiuderò bene la cerniera.
CHICCA ~ Bravo Sergio! Così si fa!
DIEGO ~ (avvicinandosi a Sergio) Quindi… dormi qui?… (Si rende conto della presenza di Maria) Qui sulla poltrona, intendo.
SERGIO ~ Eh certo… tutti e due sul divano saremmo troppo stretti.
MARIA ~ Te la preparo io, vedrai che starai bene! (Si mette subito a preparare la poltrona con la coperta, il cuscino e il resto che serve)
CHICCA ~ Ti do una mano.
MARIA ~ No, lascia mi fa piacere.
CHICCA ~ Ma che ci vuole?
MARIA ~ (la allontana un po’ bruscamente) Ho detto che mi fa piacere farlo, a me.
DIEGO ~ Chicca tu sei sicura? Cioè nel senso che stai tranquilla, sei a posto? (Fa cenno col capo indicando Sergio)
CHICCA ~ (sorridendo) Sì, sì, a posto. Va bene. Puoi andare a dormire sereno.
SERGIO ~ Sì, sì, pure per me è a posto… diciamo… Puoi andare a letto… sereno…
DIEGO ~ (gli dà la mano) Allora buonanotte!
SERGIO ~ (colpito, dà la mano a sua volta) Buonanotte!
DIEGO ~ (starnutisce) Etciù! Ecco lo sapevo! Mi è venuta la pleurite!
MARIA ~ (lo raggiunge) Esagerato! Dai, una bella doccia bollente e ti rimetti al mondo.
DIEGO ~ (perplesso) Ma perché, c’è acqua calda?
MARIA ~ Sì.
DIEGO ~ (guarda tutti disperato) Ma me lo potevate dire! (Esce)
MARIA ~ Chicca, ho preparato i vostri spazzolini vicino al lavandino.
CHICCA ~ Grazie, quando ha finito con la doccia, vado.
MARIA ~ Guarda che Sergio ha già usato quello verde.
CHICCA ~ E quindi il mio è?
MARIA ~ Quell’altro.
CHICCA ~ Ah giusto…
MARIA ~ Buonanotte.
CHICCA ~ Buonanotte.
MARIA ~ (sta per uscire ma si blocca) Sergio…

Lui si gira verso di lei.

Scusami.
SERGIO ~ (senza dare troppa importanza) Sì, sì…
MARIA ~ E grazie… Veramente!

Sergio fa un cenno.

Anche a te Chicca, grazie.
CHICCA ~ È stato un piacere.
MARIA ~ (sta di nuovo per uscire ma si ferma di nuovo) Ohi, Morales… Me lo dici un’ultima volta?
SERGIO ~ Che cosa?

Maria gli fa un cenno di intesa e, allora, capisce.

Ah!… Pedissequamente.
MARIA ~ (soddisfatta) Ah… mi mancherai! Buonanotte! (Esce)
SERGIO ~ Buonanotte.
CHICCA ~ Buonanotte.

Rimangono soli.

Adesso che facciamo?
SERGIO ~ Che vuoi fare? Andiamo a dormire!
CHICCA ~ Ma è ancora presto!
SERGIO ~ Sono le due passate!
CHICCA ~ Eh be’, che sarà mai! Siamo ancora giovani! Non mi dirai che vai a letto con le galline?
SERGIO ~ (si siede sulla poltrona e si mette la coperta addosso) Veramente fino a poco fa, andavo a letto con Maria. (Si intristisce) Ma adesso… (Si commuove) È finita…
CHICCA ~ (ci rimane male e va a spegnere la luce, lasciando solo una lampada accesa. Va a mettersi sul divano) Ti dispiace se teniamo solo questa luce accesa? Non mi piace il buio.
SERGIO ~ (catatonico, raggomitolato su se stesso) Fai pure…
CHICCA ~ (si sistema bene sul divano e dopo vari tentativi riesce a trovare la posizione giusta) Sergio…
SERGIO ~ (sempre catatonico) Sì?
CHICCA ~ Posso farti una domanda un po’ personale?
SERGIO ~ Dimmi…
CHICCA ~ Ma quanto hai guadagnato per quella pubblicità?
SERGIO ~ Non ne possiamo parlare domani mattina?
CHICCA ~ Ma sì certo. Era solo una curiosità (si sistema meglio il cuscino)… Quanto?
SERGIO ~ (sbuffa) Circa 20.000 euro.
CHICCA ~ Ah però… che culo! (Ridacchia)
SERGIO ~ Buonanotte.
CHICCA ~ Buonanotte! (Pausa) … Sergio…
SERGIO ~ (scocciato, ma sempre catatonico) Che c’è ancora?
CHICCA ~ Sei triste?
SERGIO ~ (rannicchiandosi) … Sì…
CHICCA ~ Vuoi che ti faccio vedere una tetta?

Sergio si volta verso di lei. Chicca gli sorride.

Fine.