DAL DIARIO DI UNA BAMBINA TROPPO OCCUPATA 

atto unico di

Stefano Bordiglioni e Lara Mengozzi

Musiche di Marco Versari


Personaggi: 
La commedia può essere validamente rappresentata da tre attori (un uomo e due donne) secondo la seguente suddivisione di ruoli:
1. Martina;
2. Paola, Giulio, Mamma, Strega, Specialista;
3. Perotto, Stefania, Dottor Longo, Judith;

La scena: Un interno con strani oggetti: la tastiera di un pianoforte appesa, al centro un letto coperto da una enorme imbottita,sul fondo una gigantesca sveglia. Martina è sdraiata sul letto. E’ una bambina, carina ma con qualcosa del maschiaccio, che scrive e intanto si detta ciò che scrive a voce alta:

Inizio buio. Tic tac tic tac della sveglia poi si sente la voce di Martina e si alza la luce solo su di lei.

MARTINA: Caro Diario, sono le sette e mezza e fra poco viene la mamma a svegliarmi. Scusa se ti devo disturbare di mattina presto, a quest’ora, ma non ho molti altri momenti per scriverti. Quest’anno faccio la quinta e i maestri ci danno sempre un sacco di roba da studiare per via dell’esame. Quello di italiano poi è fissato con i testi e ci fa scrivere quasi tutti i giorni. Ormai gli ho raccontato tutta la mia vita un paio di volte, descritto gatti, cani pappagalli e gite al mare e non so più cosa scrivere. Insomma, fra storia, scienze, geografia, matematica e italiano, al pomeriggio ho sempre tanto di quel compito che certe volte ci metto anche tre ore a farlo tutto.
Ieri poi di tempo ne ho avuto ancora meno del solito perché la mamma mi ha portato a fare la mia prima lezione di nuoto in piscina. Ha detto che mi fa bene alla schiena e che poi cresco bella dritta. Se ci riesco a crescere, visto che ieri ormai affogavo…

Buio – Fischio - Entra in scena Paola spingendo una mastella su ruote. Ha una canottiera con su scritto ISTRUTTORE e un fischietto al collo.

PAOLA (con modi spicci) : Presto, tutti sui blocchi di partenza, due vasche a stile libero, forza te bambina spicciati!

(Martina al fischio scatta e si mette la cuffia da bagno. Va verso la vasca

MARTINA (titubante): Guardi, signora istruttrice, che so nuotare poco e che mi stanco subito. 
PAOLA (soffia forte nel fischietto e poi urla) : Ehi, vuoi tuffarti o no? Non vedi che stai bloccando tutta la corsia?

(Martina un po’ spaventata comincia a immergersi, prima con la punta di un piede, poi con l’altro)
PAOLA : Avanti, non starci a pensare troppo …
MARTINA: E’ Fredda.
PAOLA: Sciocchezze.
MARTINA: Ho paura.
PAOLA: Sciocchezze.
MARTINA: Non dovrei cominciare dalla vasca piccola?
PAOLA: Vorresti sguazzare in quella pozza con tutti quei bimbetti piccoli?
MARTINA: Sì!!! Aiuto! Aiuto!!! Affogo!!!
PAOLA: Sciocchezze. (l’aiuta ad uscire)
MARTINA: Non mi piace la piscina, non ci voglio venire mai più.
PAOLA: Sciocchezze. A tutti i bambini piace nuotare. Vedrai che in poco tempo piacerà anche a te.
MARTINA: Sarà, ma ci credo poco. 

(Compare in scena, a questo punto un tipo col pizzetto, vestito come nell’ottocento. Si avvicina a piano)

PEROTTO: Signorina Martina, è ora della sua lezione di piano, non si faccia attendere!
MARTINA (rivolta al pubblico): Uffa che barba! 
Buio sulla zona vasca. Martina va verso Perotto. Paola esce. 
MARTINA: Lui è Perotto, il mio maestro di piano. Deve essere un po’ sordo perché ogni brano me lo fa risuonare anche venti volte!
PEROTTO: Dunque signorina Martina, ha studiato il minuetto di Bach che le avevo assegnato?
MARTINA (tranquilla) : Certo che l’ho studiato, mi viene benissimo! Senta professor Perotto.

(Martina suona con sufficiente grazia l’inizio del minuett. Si ode la musica di pianoforte scordato,
ma Perotto atteggia il viso a ripetute smorfie di disgusto e di dolore.)

PEROTTO: Basta! Si fermi! Ricominci da capo e ci metta più grazia!
MARTINA (al pubblico): Visto?! Da capo.

(Poi si rimette a suonare l’inizio del minuetto, riprende la musica ma non è meglio di prima. Perotto fa nuove smorfie) 

PEROTTO: Si fermi! Così è ancora peggio: ricominci da capo e stia più attenta!

(Martina riattacca col minuetto, ma si è innervosita e suona assai peggio di prima: Perotto grida come un invasato.)

PEROTTO: : “Più su la mano... più giù la mano...ah, è orribile! Attenta al gomito... il fraseggio, il fraseggio... qui saltato, là appoggiato... il pedale, il pedale...”. Resta impietrito
MARTINA (parla col pubblico come confidandosi con degli amici): Io il pedale lo avrei anche spinto volentieri: quello della bicicletta però! Ieri, anche se era freddo, c’era un bel sole e veniva proprio voglia di fare un giretto. Avrei chiesto a Giulio se voleva venire con me fino al fiume a tirare i sassi lisci sull’acqua per farli rimbalzare : è una cosa che è un pezzo che la voglio imparare ! Giulio, che è il figlio del postino e abita nella casa di fianco, è un vero campione : dice che una volta è arrivato a sette rimbalzi con un sasso così tondo e piatto che sembrava una piccola astronave. Certo che lui però ha un bel po’ di tempo per allenarsi : mica deve suonare il pianoforte, lui ! 

(Giulio entra in scena saltellando a suon di rap e col pallone in mano)

GIULIO: Ehi, Martina, ci vieni al fiume a giocare coi sassi tondi?
MARTINA: Magari, ma questo chi lo sente?
GIULIO: Lascialo perdere….
MARTINA: Ma la mamma mi sgriderà…
GIULIO: E allora? Non ci pensare …
MARTINA: Ma …
PEROTTO: Signorina Martina! Riprendiamo?
MARTINA: Eh?
PEROTTO: A che pensa? Alle lucciole?
MARTINA: Alle lucciole? Questo è matto. Perché mai dovrei pensare alla lucciole… 
GIULIO: Allora vieni?
MARTINA: Vengo! Mi sa che stasera le prendo …
PEROTTO: Signorina Martina, dove sta andando? Non abbiamo ancora finito qui sa?
MARTINA: Lo so, lo so … finiremo domani …
PEROTTO: Ma Signorina …..
GIULIO: Chi è quello?
MARTINA: E’ Perotto, il maestro di piano.
PEROTTO: Signorina torni subito qui! Non vorrà mica perdere tempo con quei giochi da bambini.
MARTINA: Beh, a dire la verità mi piacerebbe un sacco poter perdere un po’ di tempo con dei giochi da bambini, anche perché ho dieci anni, e ce ne vogliono almeno dodici per diventare una ragazzina …quindi io sono una bambina.
PEROTTO: Sciocchezze.
GIULIO: 1° strofa canzone di Perotto 
Chi pesta il pianoforte
Fra un lamento ed un rimbrotto?
Pero, però, però, Perotto.
MARTINA: Lascialo stare dai, non farlo arrabbiare!
PEROTTO: Signorina, devo dirglielo, se non torna subito sarò costretto … (resta impietrito. Piano piano luio su di lui ed esce)
GIULIO: 2° strofa canzone di Perotto
Chi è che ti fa ripetere 
Venti volte un minuetto?
Pero, però, però, Perotto.
Pero, però, però, Perotto. (insieme 4 volte) 
Continua la canzone

Giulio e Perotto spariscono dietro l’orologio. Martina è stanca, sbadiglia, e sempre canticchiando tra se e se si sdraia sul letto, si aggiusta bene il cuscino e si addormenta. Neppure un secondo dopo che ha chiuso gli occhi, suona fortissima una sveglia. CADONO DUE NUMERI. Martina si alza di scatto, con l’aria un po’ spiritata, si arruffa i capelli, si lava la faccia nell’acqua della piscina, AGGIUSTA I DUE NUMERI IN MODO STRANO (CAPOVOLTI O ALTRO) Poi si mette uno zainetto in spalla, con quello arriva in proscenio, quindi tira fuori libri e quaderni.)

MARTINA: Stamattina avevo sonno e ho dormito fino alla sveglia. Così, visto che stiamo facendo il solito testo sugli amici (quest’anno ne abbiamo già fatti tre!), ho pensato che potevo tirarti fuori ora dalla cartella e scrivere. Da dove sta il maestro sembrerà che io stia facendo il mio lavoro. In realtà il testo sugli amici l’ho già finito, perché ho copiato per intero quello fatto a novembre, che mi era venuto abbastanza bene. Certo, ho cambiato qualche nome e qualche frase in qua e in là. Sono proprio curiosa di vedere se il maestro se ne accorge ! Anche oggi sarà una giornata dura : ho la solita valanga di compiti da fare, compresa una cartina geografica della Gran Bretagna da disegnare. Io ho chiesto alla maestra se potevo fotocopiarla con la fotocopiatrice a colori del babbo : si faceva prima e veniva pure meglio. Lei non mi ha risposto, però mi ha guardato come se fossi stata un fungo velenoso andato a male e così niente fotocopia a colori. Peccato, perché oggi di tempo non ne ho molto: devo andare a lezione di danza…

(Martina si infila velocemente un tutù che è dentro lo zainetto, mentre Stefania, la maestra di danza ENTRA E AFFERRA LA SBARRA PIU’ GRANDE DELL’OROLOGIO)

STEFANIA: “A tempo, a tempo...più su la mano... … Ripetere, prego: uno, due, tre e quattro, cinque e sei e sette e otto. (ARRIVA DA LEI CON VOLTEGGI)
STEFANIA: “A tempo, a tempo... più giù la mano... piè... piè... attenta al gomito... Benissimo. Ripetere, prego: uno, due, tre e quattro, cinque e sei e sette e otto.” (ESEGUONO MOVIMENTI STRANI SPECULARMENTE)
MARTINA: Ogni tanto mi diverto anche, ma di solito mi annoio da morire. La mamma dice che è importante che io impari a danzare perché così “acquisto in grazia”. 
STEFANIA: “A tempo, a tempo... non parlate... a tempo, piè... piè... Benissimo. Ripetere, prego: uno, due, tre e quattro, cinque e sei e sette e otto. (CANNOTTAGGIO)
MARTINA: Io vorrei invece che i miei genitori mi acquistassero un pallone da pallavolo e che mi lasciassero andare a giocare con Licia: fino a pochi giorni fa lei faceva gli allenamenti nella palestra di San Martino con la squadra delle piccole ma, siccome gioca troppo bene, adesso l’hanno messa con quelle di dodici anni. Ha imparato anche a schiacciare e a battere fortissimo. La mamma dice che non ho tempo per la pallavolo, che ho le giornate già tutte piene. Quello magari è anche vero!
STEFANIA: “A tempo, a tempo...più su la mano... … Ripetere, prego: uno, due, tre e quattro, cinque e sei e sette e otto. (IN GINOCCHIO E MARTINA VOLTEGGIA INTORNO)

( mentre Stefania continua la tiritera entra la mamma con in mano una fetta di pane su cui sta spalmando qualcosa.)

MARTINA: Che noia!
MAMMA: Martina, ti faccio un bel panino con la cioccolata di soia? (ANCHE LA MAMMA ALLA SBARRA)
MARTINA: No grazie mamma, a me quella roba lì fa proprio schifo : sembra gelatina marrone di cavoli dolci ! Mettici la nutella, per favore.
STEFANIA: “A tempo, a tempo...più giù la mano... … Ripetere, prego: uno, due, tre e quattro, cinque e sei e sette e otto. (SI PASSANO IL PANINO)
MAMMA: Ma cosa dici? Guarda che è ipocalorica: non fa ingrassare e non ti fa venire i brufoli.
MARTINA: A me fa schifo lo stesso: guarda mamma che se mi fai il panino con la cioccolata di soia io non lo mangio! 
STEFANIA: “A tempo, a tempo...sù su la mano... … Ripetere, prego: uno, due, tre e quattro, cinque e sei e sette e otto. (GIROTONDO A TRE POI STEFANIA SE NE VA VOLTEGGIANDO)
MAMMA (severa): Martina, non devi fare i capricci come i bambini piccoli!
MAMMA: Avanti, mangiane almeno un po’.
MARTINA: Voglio la nutella.
MAMMA: Sciocchezze. (ESCE LASCIANDOLE IL PANINO IN MANO)

MARTINA: Che schifo!!. 
(si presenta Judith, l’insegnate d’inglese.)

JUDITH (giuliva): How are you Martina?
MARTINA : Yes!
JUDITH (sempre più giuliva): It’s very late Martina!
MARTINA : Nou!
JUDITH: Come on darling, let’s have our lesson now.
MARTINA: yes!!! (le dà il panino e Judith mangia)

MARTINA: (VA A PRENDERE UNA TAZZA DI TE’ DALLA VASCA E GLIELA PORTA) Judith mi insegna l’inglese. È una signora che viene dall’Inghilterra e mi parla solo in inglese. Io non è che capisca sul serio: magari faccio sì due volte con la testa e una volta no; oppure dico “Nou, nou !” due volte e quindi “Yes” la terza. Non indovino sempre, ma ogni tanto succede e così Judith, dopo tre lezioni, non ha ancora capito che cosa so fare e che cosa no. 

(A questo punto parte un lungo MONOLOGO IN INGLESE DI JUDITH. Martina risponde solo Yes e Nou. Oppure scuote la testa)

JUDITH (giuliva): Are you a cat?
MARTINA : Yes!
JUDITH (sempre più giuliva): How old are you Martina?
MARTINA : Nou!
JUDITH (sempre più giuliva): What time is it?
MARTINA : Yes!
JUDITH (sempre più giuliva): What’s your name?
MARTINA : Nou!

(Judith RIPETE IL MONOLOGO ED ESCE)

MARTINA (al pubblico) : Lo facciamo anche a scuola, ma il papà dice che l’inglese è la lingua del futuro e così la devo imparare bene. Io ho provato a dirgli che se è la lingua del futuro forse la posso imparare anche fra una decina d’anni, ma lui ha riso tutto contento, come se stessi scherzando.
SUONO DI SVEGLIA. CADE UN NUMERO.
MARTINA: Accidenti, è tardi, devo essere in piscina fra pochi minuti!

(S’infila la cuffia mentre PARTE UNA MUSICA FATTA DI SUONI: SVEGLIA, TIC TAC TIC TAC, POI FISCHIO RITMATO DI PAOLA, POI MUSICA DEL BALANCE’ SEMPRE PIU’ VELOCE. MARTINA PRIMA NUOTA A RITMO DI FISCHIO, POI BALLA, POI SUONA IL PIANO A PERCUSSIONI COME SE FOSSE UNO XILOFONO. SUONA LA SVEGLIA E CADONO ALTRI NUMERI. Martina passa dalla vasca alla sbarra e al piano. Ad ogni movimento scenico indossa l’uno sopra l’altro l’abito corrispondente. Alla fine sarà vestita con cuffia, tutù e giacchetta. Martina sbadiglia, si stiracchia e si sdraia sul letto così vestita, si aggiusta bene il cuscino, chiude gli occhi.Suona fortissimo la sveglia e CADONO ALTRI NUMERI. Martina si alza di scatto, con l’aria sorpresa e disperata; si arruffa i capelli, si lava la faccia nell’acqua della piscina, prende il diario e si siede in un angolino dietro alla piscina, quasi del tutto nascosta.)

MARTINA: Caro diario, oggi ti devo scrivere di nascosto perché sennò la mamma ti vuole leggere. Io le ho detto che non si poteva, perché un diario è una cosa molto personale. Quando me l’ha regalato, me l’ha detto proprio lei! Ora però sembra che se ne sia dimenticata e dice invece che una bambina non deve avere segreti peri suoi genitori. Io non ce li ho mica i segreti, però tu sei il mio diario e ti scrivo e ti leggo solo io. Ma tanto la mamma vuole sempre aver ragione… Per esempio con la storia dell’età. Beh, quella è propria una storia che mi fa venire i nervi.

(rientra la mamma)

MAMMA: Martina vai a comprarmi un chilo di farina al supermercato. 
MARTINA: Ma è lontano, mamma…
MAMMA: Macché lontano, ormai sei grande, che cosa vuoi che sia.(PIEGANO L’IMBOTTITA)
MARTINA: Posso fermarmi a bere una coca-cola al bar?
MAMMA: No, sei ancora troppo piccola.
MARTINA (rivolta al pubblico) : Visto!?
MAMMA: Ah, Martina, più tardi vado dalla parrucchiera. Tu però non vieni: ormai sei abbastanza grande per rimanere da sola in casa a studiare.
MARTINA: Allora mamma forse posso restare a casa anche quando tu e il papà andate in montagna, così posso guardarmi Sailor Moon in pace.
MAMMA: Non se ne parla nemmeno! Sei troppo piccola per restare a casa da sola!
MARTINA (rivolta al pubblico): Visto!? Un’altra volta. (rivolta alla mamma) E domani posso andare al cinema con Alessio e Licia?
MAMMA: Assolutamente no, sei troppo piccola.
MARTINA: E per spazzare?
MAMMA: Sei abbastanza grande. (LE DA’ UNA SCOPA)
MARTINA: E per spendere i soldi della mia paghetta?
MAMMA: Piccola.
MARTINA: E per togliere la polvere?
MAMMA: Grande. (LE DA’ UNO STRACCIO)
MARTINA: E per decidere se smettere di andare in piscina?
MAMMA: Piccola!
MARTINA: E per dare l’aspirapolvere?
MAMMA: Grande. 

(la mamma esce)

MARTINA (rivolta al pubblico) Ci capite niente voi? Una volta sono piccola e una volta grande… Questo è davvero un mistero per me. Perché poi mi daranno una paghetta settimanale se non la posso spendere come mi pare ? Io vorrei ad esempio quella rivista là, come si chiama..., che dentro c’è il poster delle Spais Gherls con le chitarre in mano e la foto con la firma autentica di quell’attore che fa il mostro nel film di Dracula. La mamma dice che la rivista non è per bambini e che neppure i film dell’orrore vanno bene. Che sono troppo piccola anche per quello… Comunque, ieri è stata una giornataccia: a scuola quella spiona di Rita ha detto a Giuseppina, la maestra di matematica, che io stavo copiando il problema. Non era mica vero ! Quello l’avevo già copiato prima : stavo solo controllando con Licia se era proprio tutto uguale ! Durante la ricreazione, quando siamo usciti nel parco, mi sono messa a correre dietro a Rita perché volevo picchiarla. Poi però lei mi ha fatto giocare con i suoi trucchi e allora non l’ho picchiata. 

La mamma rientra

MAMMA: Martina, cos’è questa nota sul diario?
MARTINA: Niente, mamma …
MAMMA: Come niente? Insomma vuoi spiegarmi?
MARTINA: Niente, ieri con Rita abbiamo messo lo smalto. La maestra voleva che ce lo togliessimo, ma nella scatolina dei trucchi l’acetone non c’era. Così ci ha fatto una nota sul diario..
MAMMA: Ma qui ci sono due note!? Che altro hai fatto?
MARTINA: Ma niente … intanto che la maestra Giuseppina scriveva la nota, a me veniva da ridere perché pensavo a cosa avrebbe potuto dire il professor Perotto se fossi andata a lezione di piano da lui con quelle unghie. Siccome la maestra credeva che io ridessi di lei, si è arrabbiata e mi ha scritto un’altra nota da far firmare.
MAMMA: Belle soddisfazioni che mi dai!
MARTINA: Ma …
MAMMA: Se continui così non ti mando più fuori a giocare per un pezzo!
MARTINA: Fuori a giocare? Ma se fra compiti e lezioni non ci vado mai?
MAMMA: Sciocchezze. 
MARTINA: Comunque io penso di non andare più dal professor Perotto. 
MAMMA: E perché non vorresti più andare a lezione di piano?
MARTINA: Ecco, non mi sembra giusto che tu e il papà dobbiate spendere tanti soldi per le mie lezioni di piano. Io mi sento in colpa per quell’assegno che staccate ogni mese. 
MAMMA: Non ti preoccupare Martina, qualche piccolo sacrificio per te io e il papà lo facciamo volentieri: per te io e il babbo vogliamo solo il meglio.
MARTINA (gridando isterica) : Insomma, il professor Perotto mi sta antipatico, il pianoforte non mi piace e io non ci voglio andare più e basta! Se proprio devo suonare qualcosa preferisco la batteria o la chitarra elettrica. (Eventuale stacco di batteria o chitarra elettrica)
MAMMA: Basta! Il piano è uno strumento completo e prima o poi ti aiuterà a maturare. 
MARTINA: Maturare cosa ? Non sono mica una pera io ! ! !

(la mamma si allontana indispettita, senza più ascoltarla. Martina sbuffa un po’ finge di raccogliere un sasso da terra e di tirarlo sul pelo dell’acqua di un lago. Poi conta i rimbalzi…)

MARTINA: Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette… otto! (salta contenta, poi si ferma di scatto) Non è mica vero. Non ce la farei mai. Come posso arrivare ad otto rimbalzi se non ho mai il tempo di allenarmi? Adesso, ad esempio, devo studiare storia: tutte le guerre di Napoleone ! Ma non si riposava mai quello lì ? Avrò tre pagine di battaglie da imparare ! Secondo me Napoleone al pomeriggio non aveva niente da fare, sennò non avrebbe avuto il tempo di fare tutte queste guerre! 
PEROTTO: Signorina Martina, presto, mi faccia sentire un po’ di scale!
MARTINA: Uffa, che barba le scale! Non le posso far sentire qualcosa delle “Spais Gherls”?
PEROTTO: Non dica sciocchezze e cominci: scala di DO, avanti!

(Martina esegue maldestramente una serie di scale producendo il suono di un pianoforte scordato) Perotto grida scandalizzato)

PEROTTO: No, no, così non va. Da capo da capo.

( La bambina spazia dai bassi del piano fino agli acuti, muovendosi in maniera esagerata col corpo, quasi a rendere l’idea dello sforzo fisico)

PEROTTO: E’ orribile! Cosa sta facendo? Stia composta. Ordine. Disciplina. Grazia. 

(Martina esegue maldestramente altre scale a velocità variabile)

PEROTTO: Da capo, da capo!!

(Perotto si cambia a vista e diventa Stefania)

MARTINA: Quando finisco di fare tutte queste scale sono così stanca che mi sembra di aver salito e sceso delle scale vere… Comunque ora ho molto da fare: c’è la lezione di danza.
STEFANIA: Presto Martina, alla sbarra. Oggi facciamo il “balansè”. (la maestra lancia alte le gambe prima da una parte e poi dall’altra) Uno, due, tre e quattro. Cinque , sei, sette e otto. Tocca a te, signorina…
(Stefania intona la canzone del balancé. A lei si associa Martina)

CANZONE DEL BALANCE’


FINISCONO STESI SUL LETTO ESAUSTI.

STEFANIA: Bene, forse ci metti un po’ troppa energia, però il balansè ti viene abbastanza bene. (POI ESCE)
MARTINA: Puah, per me che gioco a pallone questo è facilissimo: assomiglia a quando fai fallo per fermare un attaccante che sta per tirare. io sono una terzina bravissima : a scuola mi chiamano “Martina la mastina” e quando giochiamo per la ricreazione, mi fanno sempre marcare Mattia, il giocatore più bravo dell’altra squadra. Ogni tanto litighiamo anche, perché magari io do un calcio a lui o lui a me. Però io non ho mica paura di lui solo perché è un maschio! Ieri, ad esempio lui mi ha detto una parolaccia che non posso ripetere e allora io gli ho dato un pugno sul naso. Si è messo a piangere come un bambino piccolo ! Sì, vabbè, gli usciva un po’ di sangue, ma mica tanto! Poi è andato dalla maestra a fare la spia e lei mi ha scritto una nota!

Martina a questo punto si stiracchia, sbadiglia e non appena si gira verso il letto squilla la solita sveglia
TIC TAC TIC TAC, SUONO DI SVEGLIA CADE UN NUMERO
Ma lei si corica lo stesso mentre la sveglia continua a suonare.
TIC TAC TIC TAC, SUONO DI SVEGLIA 
Martina si alza e riattacca i numeri alla rinfusa poi si mette nel letto

MARTINA: Caro diario, ieri nel compito dei verbi sono andata bene, ho avuto “Buono” che è un bel voto. Quello che non capisco è perché Licia abbia avuto “Ottimo” che è un voto ancora migliore del mio : lei ha copiato tutto da me. Le ho passato un bigliettino con tutti i modi e tutti i tempi, nascosto in un fazzoletto di carta che lei mi aveva chiesto. Eravamo d’accordo così. Così Licia ha copiato tutto quello che avevo fatto io, ma proprio tutto tutto ! Perché allora il mio è buono e il suo è ottimo? Valli a capire i maestri!

Martina si sdraia, si copre la testa con l’imbottita e si addormenta. 
TIC TAC TIC TAC, SUONO DI SVEGLIA E CADONO ALTRI NUMERI 
Entra la mamma che parla al telefono

MAMMA: Pronto? Buongiorno. Volevo avvertire che oggi Martina non può venire a scuola perché ha la febbre. No, niente di preoccupante, credo. E’ solo un po’ di influenza. Sì, lo so che i programmi vanno veloci, e che potrebbe rimanere indietro, ma che ci devo fare. Vedrò di farle fare i compiti comunque … Vedrà sarà questione di qualche giorno. Ho già chiamato i dottore, sarà qui tra poco. Pronto Professor Perotto? Oggi Martina non viene, ha l’influenza. Certo! Aspetti che prendo nota: ripassare bene il minuetto di Bach, le scale cromatiche e i passaggi di nona … e …No, vedrà sarà questione di qualche giorno. Ho già chiamato i dottore, sarà qui tra poco. Pronto? Ho telefonato per disdire la lezione di danza di Martina, sa, ha l’influenza … certo, certamente, glielo dirò. L’importante è fare la sbarra almeno una volta al giorno. Vedrà sarà questione di qualche giorno. Ho già chiamato il dottore, sarà qui tra poco. Buongiorno, c’è la Signora Judith? Telefono per disdire la lezione d’inglese. Judith? 
JUDIT RIPETE SEMPRE PARTE DELLO STESSO MONOLOGO IN INGLESE
Salve. Purtroppo Martina è ammalata perciò 
JUDIT RIPETE SEMPRE PARTE DELLO STESSO MONOLOGO IN INGLESE
MAMMA:… “yes yes yes, yes … yes … 
JUDIT RIPETE SEMPRE LO STESSO MONOLOGO IN INGLESE
MAMMA : nou nou , ma le dico nou nou! Oh yes! Yes! Allora siamo d’accordo 
JUDIT RIPETE SEMPRE PARTE DELLO STESSO MONOLOGO IN INGLESE
MAMMA:… nou nou!!!!
JUDIT RIPETE SEMPRE PARTE DELLO STESSO MONOLOGO IN INGLESE
MAMMA: Ah, è qui! Prego si accomodi. 

Continuano a parlarsi al telefono a vista e si avvicinano a Martina).

JUDIT RIPETE SEMPRE PARTE DELLO STESSO MONOLOGO IN INGLESE
MAMMA: Nou nou … si figuri … 
JUDIT RIPETE SEMPRE PARTE DELLO STESSO MONOLOGO IN INGLESE
MAMMA: Yes Martina è a letto. 
JUDIT RIPETE SEMPRE PARTE DELLO STESSO MONOLOGO IN INGLESE
MAMMA: Oh nou nou … capisce quello che dico? 
JUDIT RIPETE SEMPRE PARTE DELLO STESSO MONOLOGO IN INGLESE
MAMMA: Yes. Yes. Come le dicevo Martina ha la febbre … 
JUDIT RIPETE SEMPRE PARTE DELLO STESSO MONOLOGO IN INGLESE
MAMMA : Oh beh … yes yes … 
JUDIT RIPETE SEMPRE PARTE DELLO STESSO MONOLOGO IN INGLESE
MAMMA : nou nou nou … Martina! Come stai cara? C’è qui la tua insegnate d’inglese. Pensa che è venuta di proposito per la lezione. Non vuole che rimani indietro. 
MARTINA: Oh no! 
(Judith continua incurante il monologo) 
MAMMA: Beh, io vi lascio alla lezione. Oh yes, yes! Ma mi raccomando, è debole e nou nou non deve stancarsi troppo
JUDITH: How are you Martina?
MARTINA: Come? Cosa? Oh, yes, yes!
JUDITH: Let’s have a lesson now my dear.
MARTINA: Oh, nou, nou…

Judith continua il monologo ed esce. Martina non se ne accorge neppure…

Quando Judith è uscita Martina sbircia dalla coperta, poi tira fuori quattro pupazzi di peluche: una volpe, un lupacchiotto, un maialino e un l’orsetto e si mette a giocare alla scuola. )

MARTINA: E ora bambini prendete il quaderno a quadretti e scrivete: problema… Se un pescatore pesca dieci sardine e una squalo gliene mangia otto, quante gliene restano? E quanto potrà costare una sardina? E come si chiama il pescatore? E lo squalo?…
Maialino, non chiacchierare troppo! E tu volpe non copiare! Guarda qui, guarda qui che roba… (strappa una pagina dal quaderno dell’orsacchiotto) tu sei un somaro, non un orsetto. Si fa così a risolvere i problemi? Ora ti faccio una nota sul quaderno!
MAMMA: ( è entrata non vista) Martina, sono contenta di vederti in piedi e in buona forma. Se hai tanta energia e tanta voglia di scuola, forse puoi fare anche i tuoi compiti, quelli veri, invece che farli fare finti ai peluche.
MARTINA: No mamma, guarda che non è vero che ho tutta quest’energia, anzi mi sento ancora un sacco debole. 
MAMMA: Poche scuse, Martina. È meglio se i compiti li fai, sennò resti indietro rispetto alla classe e poi ti tocca recuperare. 
MARTINA: Guarda che io e i compagni non stiamo mica facendo una gara!
MAMMA: Non si parla così alla mamma! ( esce)
MARTINA: Ho deciso, non ti parlerò più: MAI PIÙ! (poi scrive nel diario) Caro diario, ho detto alla mamma che io a pianoforte non ci vado più. Lei si è messa a ridere e mi ha risposto che questa è una canzone che ha già sentito, visto che, quando torno dalla lezione col professor Perotto, ripeto tutte le volte le stesse cose. Io ripeterò anche le stesse cose, però so che ho ragione! Ieri ad esempio il problema era che suonavo troppo bene. 

PANTOMIMA TRA STEFANIA MARTINA E PAOLA

VOCE REGISTRATA DI PEROTTO: come l’ha studiato oggi il minuetto la signorina Martina?

MARTINA: ( acida) L’ha studiato benissimo il minuetto la signorina Martina!

Martina si mette al piano e suona effettivamente molto bene.

VOCE REGISTRATA DI PEROTTO: Sì, così! ... Molto bene... La, la-la-la, laaaa... Qui staccato... Benissimo!... Dan, da-dan, da-da-dan, dan !...Molto brava !... -

(Paola dal fondo fischia e resta sul fondo sull’attenti. Entra la maestra di danza)

STEFANIA: Martina, sei pronta? Abbiamo le prove del saggio, presto!

(Martina la raggiunge e si mette il tutù)

STEFANIA: Ci vuole anche lo scignon per la prova generale! 

(Paola dal fondo fischia e avanza verso Martina)

VOCE REGISTRATA DI PEROTTO: Signorina Martina ritorni al piano, svelta!

(Martina è disorientata e stupita. Torna al piano e suona il minuetto a velocità pazzesca).

VOCE REGISTRATA DI PEROTTO: Uhhh! Ehrrr! Grrrr! Brrr! Bleah!!!

(Paola vicino al pianoforte fischia e mette la cuffia in testa a Martina)

STEFANIA: Martina, non avrai mica rovinato lo scignon? Presto, ripetiamo il balletto del saggio, forza, forza!

(Martina torna da Stefania. Paola fischia e avanza verso Martina)

VOCE REGISTRATA DI PEROTTO: BASTA! BASTA! - 
STEFANIA: Uno pliè, due balancè, Tre relevè, quattro frappè. Uno pliè, due balancè, Tre relevè, quattro frappè.

(Paola fischia e prende Martina per un braccio)

VOCE REGISTRATA DI PEROTTO: Lei signorina non studia. Lei mi prende in giro e non diventerà mai una buona pianista. Parlerò con i suoi genitori.

Parte una danza a tre IN CUI STEFANIA E PAOLA SI CONTENDONO MARTINA MENTRE LA VOCE REGISTRATA DI PEROTTO GRUGNISCE
ALLA FINE LE DUE INSEGANTI ESCONO. MARTINA ROTEANDO CADE SUL LETTO 

VOCE REGISTRATA DELLA MAMMA: Martina, hai già finito di fare i compiti? Ricordati che devi studiare la poesia.

Un attimo dopo suona la solita terribile sveglia e cadono altri numeri

MARTINA: Ieri pomeriggio è stato veramente infernale. Comunque una cosa l’ho imparata: gli sbadigli non si possono trattenere come gli starnuti: la bocca si spalanca anche se tu non vuoi. Ieri poi la mia sembrava l'imbocco di una galleria in autostrada: ci mancavano solo i lampioni accesi e le automobili! Se n’è accorto anche Perotto. Ha detto: “Signorina, vuole per caso un cuscino? Lei gioca troppo, e magari la sera sta in piedi fino a tardi a guardare la televisione…” Magari! E poi ha visto ha visto i miei puntini rossi. “Faccia un po’ vedere: cosa sono quei puntini rossi sulla mano destra?” Puntini rossi? Boh! Non fanno mica male. “Si faccia vedere da un dottore Signorina.” 

(Entrano la mamma col dottore vestiti con camice e mascherine)

MAMMA: Martina c’è il dottore. 
DOTTORE: Come siamo cresciuti Martina! Stiamo proprio diventando delle signorine!
MARTINA (rivolta al pubblico) Come sarebbe a dire siamo? Io, sto diventando una signorina! Mica lui! Non mi sembra tanto normale che un dottore creda di diventare una signorina! Ma sarà davvero bravo? Ci sarà da fidarsi?
DOTTORE: Tira su la maglietta Martina che devo sentire i polmoni.
MAMMA: Da brava Martina, fai come ti dice.
MARTINA: (rabbrividendo, sempre al pubblico) Brrrrr!!!! Quest’aggeggio che ha appoggiato alla mia schiena, lo stetoscopio, è gelato. Non so cosa darei per potermi vendicare di lui. Ora gli invento una filastrocca: 

“ Buongiorno dottor Longo
la sua faccia sembra pongo
le sue dita sembran ragni
lei ha i calli sui calcagni. ”

Quella dei calli non c'entra molto ma l'ho usato per fare la rima!

DOTTORE: Beeene, ora tossisci!
MARTINA: (inizia un po’ sforzandosi, in sordina, poi sembra non riuscire più a fermarsi) Cogh! Cogh! Cogh! Cogh! COGH! COGH! COGH! COGH! COGH! COGH!….
DOTTORE: Beeenissimo, ora prova a dire trentatré!
MARTINA: Trentatré, trentatrè, trentatrè, trentatrè, trentatrè, trentatrè, trentatrè…
DOTTORE: Beeene, molto molto bene! Ora Martina apri bene la bocca che voglio vedere la gola.
MARTINA:AAAAAHHHHGGGGGGHHHHAAAHHHHGGGHHH……..
MAMMA: Va tutto bene, vero dottore?
DOTTORE: Meraviglioso, ora i riflessi.

(le picchia con un martelletto sulle ginocchia)

MARTINA: Ahia! Oh! Fa male!
MAMMA: Su Martina. Dica dottore, dobbiamo preoccuparci?
DOTTORE: Assolutamente no. E’ tutto in ordine! Brava Martina, ti puoi rivestire. Non hai assolutamente nulla che non vada. 
MARTINA: E i puntini allora?
DOTTORE: Niente di grave, forse qualcosa che hai mangiato. Forse un piccolo sfogo. Passeranno presto.
MAMMA: Meno male dottore, sono molto sollevata. Vuole un caffè?
DOTTORE: Grazie. Perché no?

Il dottore e la mamma escono. Martina crolla sul letto proprio mentre suona la sveglia.
CADONO ALTRI NUMERI. 

MARTINA: Accidenti alla sveglia e accidenti anche a questi puntini: diventano sempre più numerosi e pizzicano.

(entra Judith. Martina si nasconde con l’imbottita fino ad infilarsi dentro alla vasca)

JUDITH: Good morning, how are you? Let’s have our lesson, now. What is this? 
MARTINA : Yes!
JUDITH (perplessa) What time is it?
MARTINA :Yes!
JUDITH (sempre più perplessa) Do you understand me?
MARTINA : Nou!

(Il sorriso si congela sulla faccia di Judith che si siede, si prende la testa fra le mani. Martina si nasconde dentro la vasca).

JUDITH: Oh, my God! Tu non mi capisci affatto! Non hai imparato niente finora…
MARTINA : Su, non faccia così signora Judith. Sì, è vero, non capisco nulla. 
JUDITH: Ma cara, potevi dirmelo prima che non capivi le mie parole.
MARTINA: Ehm, sono timida, non ne ho mai avuto il coraggio.
JUDITH (sospira forte): Forse è il caso di ricominciare tutto daccapo. 
MARTINA (rivolta al pubblico) : Per fortuna ci ha creduto. Fiuuu….
JUDITH: Mela-apple, ripeti.
MARTINA: Mela, eppol…
JUDITH: Cane-dog, ripeti.
MARTINA: Cane-dog…
JUDITH: Automobile-car, ripeti.
MARTINA: Automobile, car…
JUDITH: gatto, cat … ripeti
MARTINA: gatto, cat …
JUDITH: maialino, pig … ripeti …

Judith esce

MARTINA: Uffa, questo inglese sarà anche la lingua del futuro ma io, intanto, mi perdo il presente. Infatti non ho mai un pomeriggio intero tutto per me.
STEFANIA: (dal fondo con la sbarra in mano) Allora, Martina, oggi devi imparare il frappè che è un incrocio svelto svelto con le punte dei piedi. Guarda me. Martina? Martina?
MARTINA: Martina non c’è. 
STEFANIA: Ah, sei qui. Su forza incominciamo. (Spinge la vasca all’altro capo del palco con Martina che rema) Uno piè; due balancè; tre relevè; quattro frappè. Un minuto di pausa e poi da capo. Uno piè; due balancè; tre relevè; quattro frappè… eccetera, eccetera. 

(tornano indietro)
STEFANIA: Uno, piè; due, balancè; tre relevè; quattro, frappè. Uno piè; due balancè; tre relevè; quattro frappè. Uno piè; due balancè; tre relevè; quattro frappè. Uno piè; due balancè; tre relevè; quattro frappè.
STEFANIA: Oh, insomma! Si può sapere che cos’hai da ridere Martina?
MARTINA: Niente Stefania, niente. Pensavo ad altro. 
STEFANIA: Quando si danza non si pensa ad altro! Uno piè; due balancè; tre relevè; quattro frappè. Uno piè; due balancè; tre relevè; quattro frappè.…

(Martina esce dalla vasca)

MARTINA: Lo so benissimo che cosa vuol dire frappè, ma che ci posso fare se mi fa ridere. 
STEFANIA: Che cos’hai dai borbottare? Uno piè; due balancè; tre relevè; quattro frappè. Ripeti anche tu, avanti.
MARTINA: (esegue la sequenza) Uno piè; due balancè; tre relevè; quattro frappè.… (esegue gesti a fantasia) cinque purè, sei pianta del tè, sette bignè, otto coccodè! - 
STEFANIA: Molto spiritosa. Ehi, ma che cosa sono tutti quei puntini rossi sulle gambe?
MARTINA: È vero. I puntini si sono estesi alle gambe. Che schifo! 
STEFANIA: Va bene Martina, allora è meglio che finiamo domani. (esce)
MARTINA: Va bene a domani. Io scappo devo ripassare Camillo Benso, conte di Cavour. C’è il suo ritratto sul libro: è un tipo con una faccia molto antipatica che assomiglia un po' al professor Perotto e che faceva una guerra dopo l’altra, proprio come Napoleone, solo che lui faceva il ministro, non il generale.. Devo imparare bene i nomi delle battaglie, sennò finisce che faccio fare quelle di Napoleone a Cavour e poi la maestra Giovanna si arrabbia e mi dà un votaccio. 

(Entra Giulio a suon di rap: Mastica gomma e ha un pallone.)

MARTINA: Ehi, ciao Giulio, hai già studiato Camillo Benso?
GIULIO: No, noi siamo fermi a Napoleone. 
MARTINA: Missà che siete un po’ indietro.
GIULIO: (fa spallucce) Facciamo un gioco Martina?
MARTINA: Certo, a che cosa giochiamo?
GIULIO: Facciamo una gara a chi sputa più lontano. 
MARTINA : Va bene, sento che ti batterò.

I due bambini cominciano a sputare senza e con la rincorsa. Cantano insieme.

CANZONE DEGLI SPUTI

Ammucchia saliva,
prendi la mira
pciù, pciù, - pciù, pciù, pciù!!!

Se stai attento al vento, 
sei un vero portento:
pciù, pciù, - pciù, pciù, pciù!!!

Non è male giocare a basket, 
non fa schifo neanche il calcio
ma se non vuoi un gioco di squadra
se vuoi vincere senza aiuti
allora fa una bella gara di sputi.

Ammucchia saliva,
prendi la mira
pciù, pciù, - pciù, pciù, pciù!!!

Se stai attento al vento, 
sei un vero portento:
pciù, pciù, - pciù, pciù, pciù!!!

Non c’è bisogno di esser grossi
Non serve a molto essere alti
E men che meno essere astuti:
serve soltanto un bel po’ di fiato
per una bella gara di sputi.
Serve soltanto un bel po’ di fiato 
per una bella gara di sputi.

Ammucchia saliva,
prendi la mira
pciù, pciù, - pciù, pciù, pciù!!!

Ammucchia saliva,
prendi la mira
pciù, pciù, - pciù, pciù, pciù!!!

MARTINA : Hai vinto tu, sei troppo forte! 
GIULIO: Ehi, ma cosa sono questi puntini sulle mani? Non sarai mica contagiosa?
MARTINA: Ma va la. Proprio per niente. E’ solo un’allergia. Il dottore dice che mi passa da sola.
GIULIO: E chi è sto dottore? C’è da fidarsi di quello lì?
MARTINA: Ma …
GIULIO: (sale in piedi sul letto sovrastandola) Lo sai che una che conosco che aveva dei puntini proprio come i tuoi sono venuti un giorno con l’ambulanza e l’hanno portata all’ospedale… 
MARTINA: Davvero?
GIULIO: Giuro! E mi ha detto che non le danno più il gelato, la nutella, lo yogurt, e neppure la maionese e il ketcup!
MARTINA: Oh beh …
GIULIO: Come sarebbe …?
MARTINA: Tanto io non li mangio lo stesso… E poi guarda sti puntini mi fanno anche comodo, se non fosse che pizzicano…
GIULIO: Ti piacciono quei puntini?
MARTINA: No, però il professor Perotto dice è meglio che non torno fino che non mi sono passati, e anche in piscina è meglio se non ci vado … con Judith sto facendo dei progressi: missà che presto la convinco che è meglio sospendere anche le sue lezioni … non si sa mai, e per danza … beh, per danza vedremo … Comunque sti puntini non fanno troppo male e poi la mamma ha detto che oggi mi riporta dal dottor Longo… 
MARTINA E GIULIO CANTANO:

Buongiorno dottor Longo
la sua faccia sembra pongo
le sue dita sembran ragni
lei ha i calli sui calcagni.

Dottor Longo, dottor Longo,
con la faccia come il pongo,
scrivi scrivi la ricetta
e guarisci la bimbetta.
A metà della canzone il dottor Longo entra con la chitarra in mano esibendosi in un assolo.
Con il talco e la pomata,
la bambina è già guarita:
già spariscono i puntini
per la gioia dei pulcini.”

Buongiorno dottor Longo
la sua faccia sembra pongo
le sue dita sembran ragni
lei ha i calli sui calcagni.

Giulio esce. Martina resta col dottore che depone la chitarra e la visita

DOTTORE: oh, chi abbiamo qui, la nostra Martina. Tutto bene signorina?
MARTINA: Veramente no, dottore. Questi puntini aumentano! E cominciano a pizzicare!
DOTTORE: Accidentei, è un bel fastidio. Forse hai mangiato o bevuto qualcosa che ti ha fatto male?. A me puoi dirlo, ora che non c’è la mamma. Hai mangiato troppa cioccolata?
MARTINA: No. 
DOTTORE: Troppe more, o ciliegie.
MARTINA: Noo…
DOTTORE: Troppa uva o frutta caramellata. Troppi fichi …
MARTINA: No. No!!!
DOTTORE: Patatine? 
MARTINA: No. Solo spaghetti di soia.
DOTTORE: Ma quelli non fanno male. E’ davvero strano. Comunque è senz’altro una forma di allergia. E non mi sembra grave … se non ti viene la febbre puoi continuare ad uscire e a divertirti.
MARTINA: Divertirmi?
DOTTORE: Sì. Ma se i puntini aumentano … è meglio che la mamma ti porti subito da uno specialista.
MARTINA: Uno specialista? E chi sarebbe questo?
DOTTORE: Non preoccuparti signorina, vedrai che non ce ne sarà bisogno. (esce)
MARTINA: Speriamo bene. 

Suona la svegli. Martina si mette il cuscino in testa, si gira e evidentemente si addormenta. Buio. 
Luce solo sulla sveglia che suona ancora quattro o cinque volte, poi si rassegna.
Dopo un certo lasso di tempo caratterizzato da musica da film dell’orrore e scatti della bambina nella penombra. Entra la strega del male supremo. Deve sembrare un incubo.

STREGA DEL MALE SUPREMO: (spunta da dietro la testa di Martina, quasi come se provenisse da sotto il letto) Guarda guarda, una schifosa e puzzolentissima bambina! Ora la trasformo in un topo.
MARTINA: (guarda avanti) AIUTO! MAMMA, AIUTO!
STREGA DEL MALE SUPREMO: (incombe su di lei) Beh, che c’è tanto da urlare, non avrai mica paura di me?
MARTINA: Certo che ho paura di te! Sei brutta e nera … 
STEGA DEL MALE SUPREMO: Sei bella tu!
MARTINA: E poi chi sei? E che ci fai qui?
STREGA DEL MALE SUPREMO: Sono la strega del male supremo. 
MARTINA: Guarda che questa è la mia camera.
STREGA DEL MALE SUPREMO: E allora?
MARTINA: E’ proprietà privata. E tu non ci puoi entrare!
STREGA DEL MALE SUPREMO: Ah ah ah! Non so lai che le streghe possono fare tutto ciò che vogliono?
MARTINA: Davvero?
STREGA DEL MALE SUPREMO: Sicuro.
MARTINA: Anche non andare a scuola?
STREGA DEL MALE SUPREMO: Andare a scuola? Ah ah ah!
MARTINA: E alle lezioni private?
STREGA DEL MALE SUPREMO: Lezioni private? Ah ah ah!
MARTINA: E in piscina?
STREGA DEL MALE SUPREMO: Io odio l’acqua!
MARTINA: Anch’io. (Si volta e parla alla strega direttamente) Allora senti, non potresti trasformarmi in una strega invece che in un topo?
STREGA DEL MALE SUPREMO: Eh no, cara! Adesso ti trasformo in un topo piccolina e poi mi porto via i tuoi animaletti di peluche…
MARTINA: (improvvisamente arrabbiata) No, tu i miei animaletti di pelusc li lasci stare! Sennò…
STREGA DEL MALE SUPREMO: Sennò cosa mi fai?
MARTINA: Sennò ti prendo a calci negli stinchi!

Martina insegue la strega colpendola agli stinchi senza pietà. Cantano insieme. 

Della strega non ho paura
perché amo l'avventura.
lei ha un lungo lungo artiglio
e dei denti da coniglio.
Ha un bitorzolo sul naso
ma io non ci faccio caso.

Le rifilo un pizzicotto,
le do un calcio sul ginocchio,
le do un morso su una mano :
lei fa un urlo disumano.
poi si gira e scappa in fretta,
svelta come una saetta.
la strega del male fugge ululando
Della strega non ho paura
perché amo l'avventura.
lei ha un lungo lungo artiglio
e dei denti da coniglio.
Ha un bitorzolo sul naso
ma io non ci faccio caso.

Martina si rimette a dormire.
TIC TAC TIC TAC, SVEGLIA

MAMMA (da fuori): Martina, c’è lo specialista.
MARTINA: Lo specialista? No!!! Non lo voglio! Io ho paura dello specialista!!! Non farlo venire, mamma!!!!
MAMMA (da fuori): Sciocchezze!

(Entra una dottororessa che all’inizio deve fare paura. Potrebbe avere addosso anche parte dei panni della strega.)

MARTINA: Ma è una donna! Forse con questo dottore è meglio non inventare filastrocche come faccio di solito con il dottor Longo…
SPECIALISTA: Stai tranquilla bambina, non aver paura. Ti faremo solo delle prove per vedere a che cosa sei allergica. (Le tende una cannuccia.) Soffia forte qui dentro.
MARTINA: Soffiare?
SPECIALITA’: Serve a misurare la capacità dei tuoi polmoni.
MARTINA: Che cosa c'entrano i polmoni con i puntini rossi? 
SPECIALISTA: Se una persona ha delle allergie e magari anche dei punti rossi, può avere anche dei problemi respiratori, come l'asma o cose così. 
MARTINA: Ah, beh… (tra sé e sé) Io non ci ho capito mica tanto, però … (poi al dottore) E adesso cosa si fa? 
SPECIALISTA: Adesso devi essere coraggiosa! Devo prenderti un po’ di sangue per le analisi. 
MARTINA: Allora abbiamo finito! ? 
SPECIALISTA: No, prima vorrei fare due chiacchiere con te.
MARTINA: Due chiacchere? Ma cos’è una psicologa? (poi tra sé o al pubblico) Ma gli psicologi non sono quei dottori che curano quelli un po’ fuori di testa? Pensano che io sia un po’ suonata?
SPECIALISTA: Allora Martina, come va la scuola?
MARTINA: Bene! A parte Napoleone, Cavour, i problemi, le poesie e i testi sugli animali, tutto molto bene!
SPECIALISTA: E durante il tempo libero che cosa fai?
MARTINA: Tempo libero? Guardi signora, che ormai non so neanche che cos’è il tempo libero! Il pomeriggio vado in piscina, a lezione di piano, a danza, ad imparare l’inglese…
SPECIALISTA: Capisco. Ora ti mostrerò delle macchie colorate su dei fogli di carta. Tu mi devi dire a che cosa ti fanno pensare.

(La dottoressa le gira dei fogli con macchie)

MARTINA: Forse qualche bambino ha rovesciato dei colori a tempera qui sopra? 
PSICOLOGA: No, è fatta apposta. Cosa ti viene in mente guardandola?
MARTINA: Un bambino che affoga in piscina!
PSICOLOGA E questa a che cosa fa pensare?
MARTINA: A una ballerina col tutù strappato…
PSICOLOGA: E quest’altra?
MARTINA: A un pianoforte che scoppia perché dentro ci hanno messo una bomba…
PSICOLOGA: Be’ Martina, penso che così possa bastare.
MARTINA: Allora cos’ho?
SPECIALISTA: Penso sia abbastanza chiaro: “REAZIONE PSICOSOMATICA ALLO STRESS”
MARTINA (preoccupata, grattandosi ancora più forte) REAZIONE PSICOSOMATICA ALLO STRESS? E che roba è?
SPECIALISTA: Vuol dire che è lo “stress” che ti fa venire i puntini rossi sul corpo, e questo “stress” ti prende quando fai cose che non ti piacciono o ne fai troppe. Insomma, non potrai più andare a lezione di pianoforte, di danza, d'inglese e di nuoto. 
MARTINA: EVVIVA!!! Non credo di aver mai preso una medicina più volentieri. Grazie dottore!!! Ma bisogna subito dirlo alla mamma! Mamma! Perotto, Stefania, Paola! Sentite che bella ricetta mi ha fatto il dottore-specialista della macchie: devo smettere di fare tutte quelle cose al pomeriggio! E potrò andare a pallavolo con Licia, o a buttare i sassi nello stagno con Giulio, o fare il gioco degli sputi! Che bello! Che bello! Mi sembra quasi che i puntini rossi già si stiano schiarendo.
Che bello! Che bello!!! (legge la ricetta) "I bambini devono avere il tempo per essere bambini. Devono andare a scuola, stare con i loro amici e giocare, giocare, giocare!!!!! Che bello! Che bello! Anche la mamma è contenta. Vero mamma? Come quella volta che arrivò una bolletta del telefono di due milioni e poi invece era stato solo un errore. Adesso vi saluto: vado a giocare!!!!!!

Sulle prime note della canzone entrano anche gli altri attori vestiti come i cantanti di un rock band
E cantano tutti insieme

CANZONE DEL TEMPO PERSO

Niente ginnastica,niente lezioni,
voglio annoiarmi a sazietà,
voglio ridurre il mio orologio in poltiglia:
perdere tempo che meraviglia!!

Per preparare il mio futuro 
in maniera conveniente
Mi hanno riempito di mille cose
Tutte le ore del tempo presente.

E corri a destra e corri a sinistra, 
prima la scuola e poi la piscina, 
fra una lezione di danza e di piano, 
io ero stanca già alla mattina.

Niente ginnastica,niente lezioni,
voglio annoiarmi a sazietà,
voglio ridurre il mio orologio in poltiglia:
perdere tempo che meraviglia!!

E l’orologio che batteva le ore 
Era un mostro senza cuore
Era per me un vero nemico
E mi ha spedito davanti al dottore

E i punti rossi sulle mie braccia,
e i punti rossi sulle gambe, 
sono spariti in un momento
ora che gioco e che perdo tempo.

Niente ginnastica,niente lezioni,
voglio annoiarmi a sazietà,
voglio ridurre il mio orologio in poltiglia:
perdere tempo che meraviglia!!

SIPARIO