Il dio del male

atto unico di

Alessandro Trigona Occhipinti



La scena è suddivisa in quattro parti: a destra, l’ispettore che siede ad una scrivania, dando le spalle a sinistra; al centro della scena, una porta chiusa; a sinistra, una branda


SCENA 1

FLASH BACK. Camera d’albergo. Un letto. Seduto sul letto un uomo. Di fronte, Flo con indosso un abitino molto corto, a maniche lunghe, e delle calze autoreggenti
Musica. TOM WAITS ‘SAVING ALL MY LOVE FOR YOU’ (ELEKTRA 1980)

UOMO: bambina? Bambina, vieni qui vicino. Fammi godere come solo tu sai fare
FLO: non sono la tua bambina
UOMO: no. Non sei la mia bambina. Sei molto di più… la mia perdizione

L’uomo si distende completamente. Flo gli è sopra e gli fa l’amore

FLO: cosa vuoi che faccia?
UOMO: mi piace quando sei tu a farmi l’amore
FLO: così?
UOMO: sì. Così. Così. Sei fantastica. Fantastica!
FLO: lo sai che potrei anche essere tua figlia…
UOMO: ti scoperei anche se tu lo fossi
FLO: (interrompendosi) davvero lo faresti? Mi scoperesti anche se fossi tua figlia? 
UOMO: sì. Certo. Certo che lo farei
FLO: scoperesti veramente tua figlia?
UOMO: sì. Scoperei anche lei. Anche mia figlia
FLO: e perché non lo fai?
UOMO: non faccio, cosa?
FLO: scopare tua figlia?
UOMO: perché? Perché non posso. Merda, è mia figlia!
FLO: e me, invece?
UOMO: che c’entra. Tu sei una puttana. Ti pago per scoparti
FLO: potresti pagare anche tua figlia
UOMO: (spazientito) non diciamo cazzate. Lei non si farebbe mai scopare da me. Tanto meno per soldi
FLO: mentre con me lo fai?
UOMO: sei tu che batti il marciapiede. Mica mia figlia
FLO: (perplessa) sì. Certo. Sono io che batto. Mica tua figlia
UOMO: ma che cosa sono tutti questi capricci? (pausa) Fammi l’amore che ne ho voglia
FLO: ti faccio l’amore. Ora…
UOMO: poi ti faccio un regalo
FLO: un regalo?
UOMO: un bel regalo
FLO: (poco convinta) un bel regalo…

Flo e Uomo fanno l’amore

STACCO 

Flo si alza e si sistema il vestito. Uomo si mette a sedere sul letto. Accende una sigaretta. Uomo si alza in piedi

UOMO: (porgendole dei soldi) ecco qui ci sono i soldi. Sono ben guadagnati 
FLO: (prende i soldi) come sempre
UOMO: come sempre

L’uomo esce a sinistra. Flo si sofferma a guardare i soldi. 

FLO: (tra sé) forse sì, forse sono davvero stanca


SCENA 2

FLASH BACK. Oscurità. Flo passeggia. Si avvicina un agente di polizia, Gelli.

GELLI: bambina?
FLO: che vuoi da me, Gelli? Il bacio della buonanotte?
GELLI: ti debbo parlare
FLO: che fa hai finito il ‘viagra’?
GELLI: non fare la stronza. Ho bisogno di parlarti. E conviene anche a te farlo
FLO: non credo che abbiamo molte cose da dirci noi due
GELLI: no. Infatti. Non abbiamo molte cose, ma alcune cose bisogna precisarle: trovare un modo di stare al mondo insieme
FLO: che vuoi dire?
GELLI: tu e la tua amica… io e il collega dovremmo arrestarvi… portarvi al Commissariato. La prostituzione minorile non è uno scherzo. Noi chiudiamo un occhio, violiamo le consegne, ma non è facile. Corriamo dei rischi 
FLO: cos’è? Una forma di ricatto?
GELLI: solo un contributo a titolo di indennizzo. Un modo tangibile per dimostrarci la vostra gratitudine. Come si dice: una mano lava l’altra
FLO: stai chiedendo dei soldi? ‘Ci’ stai chiedendo dei soldi?
GELLI: (arrabbiandosi) è nel reciproco interesse regolare in modo diverso i nostri affari. Credimi
FLO: accontentati di venire con noi… gratis. È tutto
GELLI: (arrabbiandosi) bisogna cambiare regime… non è più possibile tollerare una cosa del genere. Noi vogliamo aiutarvi. Proteggervi. Ma voi? Voi dovete capire, venirci incontro, comprendere le nostre ragioni
FLO: tu sei un bastardo, Gelli! Solo un bastardo che vuole approfittarsi della situazione
GELLI: (estrae la pistola e, improvvisamente calmo, la infila sotto la gonna di Flo) vedi questa? Te la ficco tra le gambe e te la riduco un colabrodo e poi vediamo se ci scopi ancora
FLO: (divincolandosi) METTITELA AL CULO, BASTARDO! CHISSÀ CHE NON SIA TU A TROVARCI GUSTO!
GELLI: (schiaffeggiandola) PUTTANA! MALEDETTA PUTTANA! ADESSO TI FACCIO VEDERE IO COME SI STA AL MONDO! (afferra Flo per i capelli e la porta via) TI INSEGNO IO A VIVERE, PICCOLA PUTTANA!


SCENA 3

PRESENTE Flo e l’Ispettore sono seduti ad una scrivania

ISPETTORE: (leggendo con tono cantilenante dei fogli di carta) …‘il giorno 17 ottobre c.a. alle ore 21.30, il sottoscritto Silvio Gelli, capo equipaggiamento della volante 3, unitamente all’agente scelto Michele Perella, percorrendo di pattuglia viale Milano, all’altezza del Campo Marzio, mi sono imbattuto in due ragazze di razza bianca, poi identificate come Flo Roma di anni quindici che…’ Roma? Roma come…?
FLO: era mio padre
ISPETTORE: tuo padre?
FLO: era…
ISPETTORE: (aggrottando le ciglia e tossendo) ‘Flo Roma di anni quindici e Vi Buccinioni di anni sedici, intente ad adescare i passanti. I loro indumenti e il loro comportamento evidenziavano le loro reali intenzioni. Alla richiesta di esibire un documento di riconoscimento una delle due adolescenti ha apostrofato pesantemente l’agente Perella dando pubblica mostra della parte posteriore del proprio corpo – glutei - indicando quello quale proprio ‘documento identificativo' e invitando il sottoscritto e il collega di congiungersi carnalmente con loro onde poter meglio chiarire la loro effettiva posizione. Tenuto conto del comportamento osceno e provocatorio mantenuto dai due soggetti in questione, è stato necessario ricorrere al fermo di polizia e alla loro traduzione presso questo Commissariato per nuovi e più approfonditi accertamenti. Verificata la minore età delle due ragazze, si sta provvedendo alla convocazione immediata dei genitori e l’avvio della procedura relativa al compimento di reati da parte di minori. In fede, capo equipaggiamento volante tre, Silvio Gelli’

L’ispettore scruta a lungo Flo che ha un atteggiamento spesso sfrontato e provocatorio

FLO: (sprezzante) posso almeno fumare?
ISPETTORE: fumare? Perché dovresti fumare? Hai forse qualche problema? O ti serve per poter assumere un atteggiamento?
FLO: no! Che diamine! Nessun problema. Voglio solo fumare semplicemente perché mi va di fumare
ISPETTORE: non sei al bar o al ristorante che fai quello che ti pare e fumi quando ti pare? Sei in un Commissariato di polizia e finché rimani qui fai quello che dico io. Sono stato chiaro?

Flo annuisce e, remissiva, abbassa il capo

ISPETTORE: sai dove possiamo rintracciare tua madre? A casa non risponde nessuno
FLO: andava a cena fuori. In un ristorante. Non so quale
ISPETTORE: avrà pure un cellulare? 
FLO: un cellulare?
ISPETTORE: (ironico) sì. Quell’aggeggino piccolo. Che suona. E ci si può anche parlare. Come un telefono solo che è portatile
FLO: so che cos’è un cellulare, ispettore. Ma mia madre non ce l’ha il cellulare
ISPETTORE: vuoi farmi credere che una donna importante, com’è tua madre, non ha un cellulare?
FLO: no, non è che non ce l’ha. E che è… (mentendo) …è rotto. É ad aggiustare
ISPETTORE: credo che tu mi stia raccontando un sacco di balle
FLO: (a sfida) e anche se fosse?
ISPETTORE: bambina, noi possiamo tenerti qui anche quarantott’ore. Senza neanche informare tua madre. Non so se mi spiego
FLO: lei non può fare questo. Sono minorenne
ISPETTORE: è la legge a permettermelo

Flo scruta l’Ispettore per capirne le intenzioni

FLO: ispettore, cosa vuole da me? 
ISPETTORE: che cambi atteggiamento. E che collabori raccontandoci tutto di te e di come sei finita sul marciapiede
FLO: non c’è niente da sapere. Niente da raccontare
ISPETTORE: una volante ti sorprende a prostituirti e tu vieni a dirmi che non hai niente da raccontare?
FLO: ispettore, gliel’ho detto, si è trattato solo di un equivoco. Di un increscioso equivoco. Noi siamo uscite per fare una passeggiata. Ci siamo messe a giocare, a scherzare e quei poliziotti hanno pensato chissaché
ISPETTORE: è sempre tutto un equivoco, vero? Un equivoco e basta?
FLO: nel mio caso potrebbe anche esserlo
ISPETTORE: in tutti i casi potrebbe ‘anche’ esserlo
FLO: ispettore, io sono solo una ragazzina, non ho neanche sedici anni. Cerchi di capirmi, di venirmi incontro. Se questa storia va avanti, se ‘tutta’ questa storia va avanti, io sono nella merda. Nella merda fino al collo!
ISPETTORE: bambina, nella merda ci sei voluta finire tu, vestendoti da puttana e mettendoti a battere il marciapiede
FLO: le cose non stanno così
ISPETTORE: e allora come stanno?
FLO: a cosa le serve saperlo? A portare avanti un’inchiesta? O a soddisfare qualche morbosità?
ISPETTORE: non è insultandomi che risolvi la questione
FLO: e come si risolve, ispettore? Sbattendomi in galera? 

Lunga e imbarazzata pausa

ISPETTORE: no. Neanche così la si risolve
FLO: e allora?
ISPETTORE: allora niente
FLO:(con un ghigno) Allora… ‘niente’!
ISPETTORE: niente
FLO: cosa pensa di fare di me?
ISPETTORE: aspettare
FLO: aspettare cosa?
ISPETTORE: che tua madre sia rintracciata e ti venga a prendere. Nel frattempo…
FLO: nel frattempo?
ISPETTORE: che tu cominci a raccontare di te e della tua amica, Vittoria
FLO: perché dovrei farlo?
ISPETTORE: perché ti conviene. Perché tra poco entrerà qui dentro tua madre e non sarà piacevole affrontarla. Perché se c’è una possibilità di venirti incontro io… ti aiuterò
FLO: davvero, lo farà?
ISPETTORE: se posso
FLO: se può
ISPETTORE: se voglio

I due si scrutano

FLO: (abbozza un mezzo sorriso) ispettore, lei non può neanche immaginare
ISPETTORE: cosa?
FLO: (si alza e comincia a passeggiare) la mia storia
ISPETTORE: perché tu hai una storia? Così giovane?
FLO: sì. Anch’io ho una storia. Così giovane


SCENA 4

FLASH BACK. Branda. Un uomo vi è disteso sopra, Flo gli si avvicina

UOMO: bambina?
FLO: (inquieta) sì?
UOMO: sei così seria, oggi. Non ti avevo mai vista così…
FLO: (inquieta) tu non mi conosci
UOMO: ti conosco da sempre. Ti ho vista crescere. Eri ancora una bambina quando…
FLO: (inquieta) e adesso invece?
UOMO: adesso sei una donna…
FLO: (inquieta) se sono una donna perché continui a chiamarmi ‘bambina’?
UOMO: è solo un modo affettuoso di chiamarti
FLO: (inquieta) tu non mi conosci
UOMO: è solo da qualche mese che ci frequentiamo
FLO: (inquieta) che facciamo l’amore?
UOMO: sì certo. Che facciamo l’amore. Ma è da molto tempo che ti conosco. Eri ancora una bambina…
FLO: (inquieta) Ecco sì, ero solo una bambina… ora, però, non lo sono. Non lo sono più. E tu neanche te ne sei accorto
UOMO: ma io voglio conoscerti. Frequentarti
FLO: (inquieta) fare l’amore
UOMO: sì, certo. Fare l’amore con te. Anche
FLO: (inquieta) e questo, secondo te, significa conoscermi?
UOMO: no! Ma è importante
FLO: (inquieta) è importante per te!
UOMO: importante per me. Ma anche per te
FLO: (inquieta) io non voglio più fare l’amore con te. Anzi… non voglio più venire con te, stare con te. Non voglio più vederti neanche a casa mia!
UOMO: cos’è questa storia? Io sono tuo…
FLO: (interrompendolo inquieta) mi fai sentire sporca… tu
UOMO: senti, bambina, non ci inventiamo storie. Io e te - ricordi? - siamo una cosa sola: una cosa sola. Lo hai detto tu… ieri l’altro… una cosa sola
FLO: (inquieta) io… c’ho pensato a tutta questa storia… Non può esistere, non ha ragione di esistere
UOMO: andiamo su. Lasciamo stare questi capricci. Lasciamo stare tutte queste storie. Diamoci l’uno all’altra come abbiamo sempre fatto
FLO: (inquieta) non voglio. Non voglio più
UOMO: (cercando di afferrarla) vieni qui. Dammi un bacio. Facciamo pace
FLO: (divincolandosi) no! Ti prego. Lasciami. Lasciami stare
UOMO: no. Non ti lascio stare. Tu sei mia, solo mia. Io e te, una cosa sola. Una cosa sola…
FLO: (schiaffeggiandolo) BASTARDO, TI HO DETTO DI LASCIARMI STARE!
UOMO: (sbattendo Flo sul letto) ora te lo faccio vedere io chi è il bastardo
FLO: (urlando) NOOOOOO!

Buio 
Musica: ALANIS MORISSETTE “YOU OUGHTA KNOW” (MAVERIK TM 1996)
Luce. Uomo si rialza. Flo rimane distesa sul letto, sconvolta

FLO: (piangendo) ti odio
UOMO: devo proprio ricorrere alle maniere forti per farmi rispettare
FLO: ti denuncerò
UOMO: denunciarmi? E per cosa? Per questo? (indica l’ambiente circostante) E poi? Chi glielo dice a tua madre? Glielo dici tu? Oppure glielo dico io? Magari mostrandole le ‘fotografie' che l’altro giorno ci siamo divertiti a fare mentre… (pausa) Cosa credi che penserà? Che t’ho costretta? O crederà a quello che vedrà: la sua amata figlia che posa, nuda, davanti ad un obbiettivo mentre è tutta intenta a fare qualche piccolo, ‘innocente’ giochino? La tua espressione non è proprio quella di una che è costretta a fare certe cose. Anzi. Appari piuttosto divertita
FLO: bastardo…
UOMO: io sarò pure un bastardo ma tu sei una puttana. Una piccola puttana. E come tale è giusto che io ti tratti. (getta dei soldi sul letto) Ecco, tieni. Prendi! Questo è quello che ti sei guadagnata. (Flo piange) Vedi. Ti pago. Ti pago per scopare. Come una puttana! Come una vera puttana!

Uomo ride poi esce. Flo rimane sul letto. A piangere


SCENA 5

PRESENTE. Commissariato di polizia. L’ispettore, Flo ritorna alla scrivania

ISPETTORE: chi era quell’uomo?
FLO: un uomo
ISPETTORE: un parente?
FLO: un uomo
ISPETTORE: non credi che sia importante?
FLO: era un uomo, solo un uomo. Uno come tanti come tutti del resto
ISPETTORE: lo credi sul serio?
FLO: ispettore, di notte tutti i gatti sono bigi
ISPETTORE: lo sembrano. Ma non lo sono
FLO: certo… lo sembrano. Soprattutto quando fanno la fila per venire da me con i soldi in bocca
ISPETTORE: hai più rivisto quell’uomo?
FLO: vuole sapere se ci sono andata ancora a letto? (l’ispettore annuisce) É uno dei miei clienti, uno dei miei ‘migliori’ clienti
ISPETTORE: solo che adesso viene da te con i soldi in bocca
FLO: esattamente. Con i soldi in bocca

Pausa

ISPETTORE: hai mai provato a parlare con qualcuno? Tua madre per esempio? A raccontarle di te e di quell’uomo?
FLO: non avrebbe capito. Non potrebbe capire. Ha altro per la testa, lei. E poi? Cosa avrei dovuto dirle? Che ero l’amante di un uomo che una sera mi ha sbattuto i soldi in faccia dopo avermi violentata? 
ISPETTORE: avresti dovuto farlo
FLO: certo. Avrei potuto. Ma… quella sera, quando sono tornata a casa, lei era là nel salotto di casa, come ad aspettarmi. Avevo paura, una paura fottuta. Per un momento, per un solo momento, ho avuto la tentazione di dire tutto, di confessare ogni cosa. Poi, invece, per fortuna, non l’ho fatto
ISPETTORE: per fortuna?
FLO: immagini mia madre…

Cambio luci

ISPETTORE: immagino: luci basse, televisore acceso e tu che entri con la faccia appesa. E lei che ti domanda…
FLO: ‘Flo, che è successo? Hai una faccia…’
ISPETTORE: tu balbetti anche qualcosa e lei che ti preme…
FLO: ‘sembri sconvolta che… sei anche pallida. Ti è successo qualcosa?’
ISPETTORE: tu cerchi di comunicarle il tuo malessere ma lei…
FLO: ‘ti senti male? Vuoi che chiami il dottore?’
ISPETTORE: tu: ‘no! Non è questo, mamma. Solo che…è difficile per me spiegarti’ dici. E lei non capisce
FLO: non può farlo
ISPETTORE: non vuole farlo. E ti rimprovera
FLO: ‘e che tu studi troppo. Stai sempre chiusa nella tua stanza a studiare con Vittoria. Hai bisogno di riposo, di svagarti un po’’ mi dice
ISPETTORE: ti dice. E tu…
FLO: ‘mamma, è successo che…’
ISPETTORE: ma lei non ascolta
FLO: non può farlo
ISPETTORE: ‘ho capito’ ti dice ‘hai litigato con Vi. Non può che essere questo. É così vero?’ Tu ti guardi attorno disperata. Vorresti parlarle…
FLO: vorrei…
ISPETTORE: vorresti spiegarle e anche… (tace) 
FLO: anche?
ISPETTORE: affetto
FLO: affetto…
ISPETTORE: e lei va giù con il suo farneticare
FLO: ‘lo sapevo’
ISPETTORE: ti dice 
FLO: ‘è così: hai litigato con Vi. Raccontami, raccontami tutto’
ISPETTORE: e tu non le racconti niente
FLO: ‘sì, mamma. Hai ragione. Hai proprio ragione: ho solo litigato con Vi. E basta’
ISPETTORE: e per lei, solo per lei…
FLO: non è successo niente, assolutamente niente
ISPETTORE: ‘lo sapevo’ conclude ‘Ero certa che non si trattasse di nulla di grave. Una mamma ‘sa’ sempre quello che accade ai figli. Lo avverte senza neanche aver bisogno di parlare’
FLO: così
ISPETTORE: così (cambio luce) E sul marciapiede? Come ci sei finita sul marciapiede?
FLO: dopo quella volta, mi sentivo sporca, terribilmente sporca. Non avevo neanche più la forza di guardare in faccia mia madre. Temevo che anche semplicemente guardandomi negli occhi avrebbe capito, avrebbe intuito la verità
ISPETTORE: invece no?
FLO: mia madre è sempre tanto impegnata con le sue amiche, le partite di bridge, lo shopping, i suoi tanti impegni mondani…
ISPETTORE: e tu ti sei sentita sola, abbandonata
FLO: cazzate! Mi sono sentita salva. E ho capito che nella vita si può anche mentire, fingere. E che, se si è brave, la si può anche fare franca. Sempre!
ISPETTORE: ed è così che è cominciato il gioco
FLO: dopo quella volta, con… con quell’uomo, io… io ero sconvolta. Avevo cercato di evitarlo, di evitare di rimanere con lui, sola con lui ma lui… lui mi braccava, mi ‘tampinava’. Mia madre… bhe… mia madre non capiva, non si rendeva conto. Così la storia con quell’uomo è andata avanti in una maniera che… lascio a lei immaginare
ISPETTORE: ti violentava? Ti ha violentato ancora?
FLO: non tanto quello. Io sono una ragazzina, solo una ragazzina mentre lui è un uomo. E un uomo sa sempre come comportarsi, cosa fare, con una ragazzina come me
ISPETTORE: non avevi modo di sfuggirgli? Di evitarlo?
FLO: mi perseguitava. Mi veniva a prendere a scuola. E poi mi imponeva i pomeriggi con lui in quell’appartamento che… io non potevo dire di no. Non riuscivo a farlo. Anche perché, in un certo senso, mi sentivo lusingata dalle insistenze, dalle sue attenzioni. Dal suo cercarmi. Dal suo modo di… dal suo modo di amarmi…
ISPETTORE: amarti? Perché, secondo te, quell’uomo ti ama, ti ha amato?
FLO: a suo modo, in quel suo maledetto modo, penso… credo proprio di sì. Lui era violento, impulsivo, mi faceva anche male. Pretendeva le cose. Ma poi c’erano dei momenti in cui lui sembrava cedere, sembrava calmarsi e allora diventava umano e… sì… allora capivo che in qualche modo lui mi voleva bene. Sul serio. Anche quando tirava fuori dal suo portafoglio i soldi e mi pagava
ISPETTORE: perché ti pagava?
FLO: lui aveva cominciato a darmi dei soldi. Per farmi stare zitta, per farmi sentire sua complice. Ed umiliarmi
ISPETTORE: uno strano modo di volere bene
FLO: ispettore, ognuno ama a suo modo
ISPETTORE: certo. A suo modo

SCENA 6

FLASH BACK. Branda. Un uomo cammina girandovi intorno, Flo si avvicina

FLO: è questa la stanza?
UOMO: questa
FLO: è squallida
UOMO: non pretenderai mica una reggia?
FLO: no. Ma almeno…
UOMO: almeno cosa? Bambina, qui, io e te, dobbiamo solo scoparci mica venirci a vivere
FLO: lo so. Lo so. È che io…
UOMO: su, bambina, non inventarti storie. Già ti prendi due bei bigliettoni. Ci manca solo che andiamo al ‘Grand Hotel’ e la facciamo completa
FLO: avrei preferito qualcosa di un po’ più carino, elegante
UOMO: non è che per caso ti stai tirando indietro?
FLO: no. Non mi tiro indietro io. Siamo qui per scopare. E basta. Non c’è problema. Non c’è nessun problema
UOMO: (l’abbraccia con foga) ecco, appunto! E allora comincia a spogliarti, bambina, perché mi è venuta una voglia di fotterti che non resisto
FLO: no! Non così. Mi fai male
UOMO: quante storie! Ricordati che sono io a pagarti. Per averti
FLO: sì. Tu mi paghi
UOMO: e allora? Fai la brava. Lasciami fare. Vedrai che ti piacerà. Anche a te
FLO: (perplessa) sì. Piacerà. Anche a me


SCENA 7

PRESENTE. Commissariato di polizia. L’Ispettore, Flo

ISPETTORE: così hai cominciato a prostituirti
FLO: la storia andava avanti ed io – le dicevo - mi sentivo sporca, tremendamente sporca e sempre più estranea da tutto quello che mi circondava, che facevo. Solo Vi… Vittoria sapeva, solo lei poteva capirmi
ISPETTORE: ed insieme avete cominciato a prostituirvi?
FLO: in fondo io lo facevo già. Con quell’uomo. Per me era come se… poi, tante volte con Vi c’avevamo scherzato su. L'idea di prostituirci ci divertiva. E ci incuriosiva. Volevamo capire che cosa si prova, che cosa realmente si prova a stare su di un marciapiede con la gente, gli uomini, che ti passano accanto e… un giorno eravamo anche andate in giro vestite come delle puttane. Senza fare niente di male, però. Giusto per vedere che effetto fa, camminare, atteggiarsi con le macchine che si fermano e con quelli che ti fanno delle battute, ti offrono dei soldi. C’eravamo tanto divertite…
ISPETTORE: tanto divertite che alla fine lo avete fatto sul serio
FLO: un giorno siamo andate proprio lì, vicino alla stazione. Dove sapevamo che c’erano le puttane, quelle vere. Volevamo scherzare, fare finta. Ad un certo punto una macchina si è fermata. Ed io… non so cosa mi sia preso… sono salita. Un po’ per gioco, un po’ per scherzo, sono salita, salita per davvero. Avesse visto la faccia di Vi quando mi ha visto allontanarmi con quello
ISPETTORE: e c’hai fatto l’amore?
FLO: sì. Certo che c’ho fatto l’amore! Quando quello mi ha riaccompagnato lì, dove avevamo lasciato Vi, lei mi ha rimproverato. Mi ha anche sgridato. Ma dopo voleva sapere, sapere tutto: com’era andata… le sensazioni… quello che si prova. La volta dopo è stata lei, per prima, a farsi caricare su di una macchina…
ISPETTORE: ed è così che è cominciato tutto
FLO: la settimana dopo lo abbiamo rifatto. E anche quella appresso. E l’altra ancora. E così ogni settimana seguente. Poi ci siamo date una regolarità. Scegliendo il giorno più opportuno - il Martedì che mia madre, i genitori di Vi sono più impegnati - per farlo 
ISPETTORE: così voi, ogni Martedì, andate alla stazione. Una volta a settimana. Con criterio per non farvi scoprire…
FLO: esattamente
ISPETTORE: (perplesso) e lei, Vi, perché pensi lei lo abbia fatto?
FLO: lei mi invidiava, invidiava la mia storia con quell’uomo. Ha sempre avuto una grande fretta di crescere. Quando le ho raccontato la mia esperienza, lei deve aver immaginato chissà ché. C’avrà visto dentro una grande storia d’amore, travagliata, anche violenta. Una storia da adulti, insomma. Una storia che dà emozioni mentre lei rimaneva solo una ragazzina di quindici anni 
ISPETTORE: basta questo?
FLO: siamo in una cittadina di provincia. Non ci sono molte cose da fare qui. I ragazzi, i ragazzi della nostra età sono noiosi, pensano solo ai soldi, ai motori, al calcio. Ed altre stronzate del genere. Noi cercavamo altro, cercavamo ben altro. Per noi è stato quasi automatico cercare altrove quello che… (tace)
ISPETTORE: quello che?
FLO: quello che qui ci mancava… quello che ancora oggi ci manca


SCENA 8

FLASH BACK. Squilla il cellulare. Flo risponde

FLO: hai visto, Vittoria? L’abbiamo rifatto, un’altra volta. Non è divertente? (pausa) Devo dire anch’io che è difficile credere, pensare che… io e te facciamo le puttane, le puttane sul serio. (pausa) Non pensavo proprio che saremmo state capaci di farlo di nuovo. (ci pensa) Non so, non posso dirlo se mi è piaciuto o no. Sono sensazioni, sensazioni strane che… quando quello mi è venuto sopra, dentro con quel suo ‘coso’, duro, mi ha fatto male. Questo, a lui è piaciuto, piaciuto molto. Poi tutto quello sbavare, quell’ansimare, agitarsi, avanti e indietro. A farmi male. Con quel ‘coso’, quel maledetto ‘coso’, che mi raschiava dentro. Sembrava non dovesse fermarsi più. (pausa) Certo. Bisogna abituarsi. É solo una questione di tempo. Poi, vedrai, non farà più male. (ride) Sì, certo. Quando ha tirato fuori i soldi per pagarmi, avrei voluto morire. Mi vergognavo come una ladra. Sembrava mio padre quando, bambina, tirava fuori il portafogli per darmi la ‘paghetta’. Solo che questa volta erano di più, molto di più della ‘paghetta’. (pausa) Se lo rifarei? Non lo so. (pausa) Delle volte anch’io ho paura. Ma, devo dire, che la cosa mi piace… mi eccita. Mi fa sentire… una donna, una donna vera, amata, desiderata. Mi fa sentire viva. E vera. Come non mai. (pausa) Non lo so, Vi, ma se tu… se tu lo fai di nuovo, non posso certo lasciarti sola


SCENA 9

PRESENTE. Commissariato. L’ispettore, Flo e, dietro di lei, un uomo con una maschera

ISPETTORE: immagino tua madre che parla…
FLO: oh, sì. Con quella sua voce, le movenze: (alterando la voce ad imitazione della madre) ‘oggi Flo ha preso ‘otto’ in latino’
UOMO: ‘è così brava, Flo. Brava e volenterosa’
FLO: (alterando la voce ad imitazione della madre) ‘studiosa e intelligente e…
UOMO: (cominciando a carezzare eroticamente Flo) ‘le piace così tanto studiare’ 
ISPETTORE: lei che insiste…
FLO: (c.s.) ‘possiamo proprio essere fieri di lei. E, anche tu, infondo, è come se Flo fosse figlia tua. Le hai fatto da padre, le fai da padre, da sempre. Ed è così brava che…’
UOMO: ‘veramente fieri di lei’
FLO: (c.s.) ‘solo che…’ 
UOMO: (arrestandosi e, irrigidendosi a parlare con l’ispettore) sì?
FLO: (c.s.) ‘ultimamente sembra assente, come distratta. Confusa. È un periodo… come se ci fosse qualcosa che non va (l’uomo riprende ad amoreggiare con Flo) Ho paura che le stia accadendo qualcosa' dice lei… 
UOMO: ‘sarà l’età’
FLO: (c.s.) ‘l’altro giorno le parlavo. E lei?’ (con voce propria) Neanche l’ascoltavo. Stavo con la testa tra le nuvole e… (guarda l’uomo e ricomincia a parlare alterando la voce ad imitazione della madre) ‘
UOMO: innamorata? 
FLO: (alterando la voce ad imitazione della madre) ‘no. Non credo. Me lo avrebbe detto. Lei mi dice sempre tutto. Forse magari è solo stanca. Studia troppo. É sempre sui libri. Non esce mai’
UOMO: l’età
FLO: (c.s.) ‘sicuramente è questo. È un’età difficile la sua. Si fa grande. É naturale che le passino mille pensieri per la testa. È un’età difficile la sua, molto difficile. Cresce. E alla sua età è facile essere confusi, molto confusi
ISPETTORE: e tu?
FLO: cercavo di parlarle, spiegarle. Ma che vuole? Parlare con un muro è inutile, perfettamente inutile
ISPETTORE: allora?
FLO: tanto vale lasciarsi andare, governare l’ingovernabile
ISPETTORE: lasciarsi fottere?
FLO: ‘mamma, io… volevo chiederti se posso dormire stasera a casa di Vi? I genitori vanno ad una festa e tornano tardi, così mi hanno chiesto se posso rimanere da loro per non lasciare Vi da sola. Posso?’
ISPETTORE: immagino la sua innocenza
FLO: (alterando la voce ad imitazione della madre) ‘siete proprio grandi amiche tu e Vi, vero?’ (con voce propria) ‘Sì, mamma. È la migliore che abbia’
UOMO: studiosa. Volenterosa. Educata
FLO: ‘allora, mamma, posso?’ (alterando la voce ad imitazione della madre) ‘Va bene, Flo. Basta che non state alzate tutta la notte a parlare’ (con voce propria) ‘Grazie, mamma. Sei sempre la migliore’
ISPETTORE: la migliore?!
UOMO: (uscendo) ‘cerca solo di non dimenticarti di noi’ 
FLO: ‘dimenticarmi di voi? Mi sembra impossibile. Anche se lo volessi mi sembra proprio impossibile’

Cambio luce

ISPETTORE: è così che la infinocchiavi?
FLO: pressappoco
ISPETTORE: e lei? É così che si lascia infinocchiare?
FLO: pressappoco
ISPETTORE: immagino che anche Vi facesse la stessa cosa
FLO: (prende il portafotografie sulla scrivania) lei è sposato, ispettore?
ISPETTORE: (con sospetto) ti interessa?
FLO: stavo solo chiedendo
ISPETTORE: (con sospetto) sì. Sono sposato. E allora?
FLO: una bella donna
ISPETTORE: (con sospetto) è mia moglie
FLO: ha anche una figlia. Avrà la mia età
ISPETTORE: (con sospetto) e con questo?
FLO: (con cattiveria indicando la foto) lei non va mai a dormire da ‘qualche’ amica, ispettore?
ISPETTORE: (con sospetto) cosa vuoi insinuare?
FLO: io non insinuo niente. Non è mica colpa mia se anche sua figlia, qualche sera, va a dormire da una amica. Non è mica detto che anche lei… (tace)
ISPETTORE: (con sospetto) anche lei, cosa?
FLO: niente. Dicevo così… per dire
ISPETTORE: e dici male!
FLO: io dico male. Dico ‘sempre’ male
ISPETTORE: mia figlia è diversa
FLO: certo. E sarà sicuramente una brava ragazza
ISPETTORE: proprio una brava ragazza
FLO: magari anche studiosa
ISPETTORE: non ho di che lamentarmi
FLO: non è certo una che se ne va in giro, la sera, a battere i marciapiedi
ISPETTORE: (trattenendosi) se fossi tuo padre!
FLO: che cosa mi farebbe, ‘ispettore’? Che cosa?


SCENA 10

FLASH BACK. Camera d’albergo. Un uomo è seduto sul letto

UOMO: io… bambina… io… ho voglia di te… bisogno di te. Durante il giorno, tutto il giorno non riesco a non pensare a te, a tenerti stretta e… farti l’amore
FLO: l’amore…
UOMO: immagino i tuoi occhi, i tuoi capelli, la tua bocca che… dio, mi fa impazzire! Farti l’amore, farmi l’amore
FLO: hai visto? Fuori piove
UOMO: la notte poi… è anche peggio
FLO: quando verrà primavera io… voglio fare un viaggio
UOMO: mia moglie mi dorme accanto… russa… io non riesco a dormire perché… perché voglio te
FLO: quest’estate, invece, non so che fare. Mia madre vuole andare in montagna ma io… io no. Voglio il mare. Londra, Parigi!
UOMO: sogno le tue carezze, le tu docili tettine che… gambe aperte
FLO: (dura) credo che non verrò mai più con te
UOMO: perché?
FLO: stai cominciando a sbavarmi troppo dietro
UOMO: sopra
FLO: ed io questo non lo sopporto
UOMO: ti voglio
FLO: cercatene un’altra


SCENA 11

PRESENTE. Commissariato di polizia. Ispettore, Flo

FLO: ispettore, molti miei clienti vorrebbero farmi da padre
ISPETTORE: posso immaginare il perché
FLO: dovrebbe vederli. Come si comportano, come mi trattano. Come se non stessero con me ma con le loro figlie. Come se io fossi loro figlia
ISPETTORE: è questo che li eccita di più
FLO: come mi cercano, mi chiamano. Mi attribuiscono strani nomignoli: ‘cerbiatto', ‘pulcino’, ‘pucci, pucci’. Io capisco. Lascio fare. E loro? Loro mi sono grati. Si lasciano andare, si sfogano con me. E vanno via soddisfatti. Come rappacificati con se stessi
ISPETTORE: con se stessi!
FLO: (abbozza un sorriso) una volta sono andata anche con il padre di una mia compagna di scuola. Che cosa ridicola! Il giorno dopo sarei potuta andare da lei e dirle: ‘sai, ieri, ho scopato con tuo padre. Non è poi tanto male!’ Pensi la faccia che avrebbe fatto quella! Sarebbe scoppiata a piangere
ISPETTORE: non ti fa sentire sporca tutto questo?
FLO: ispettore, è il mondo ad essere sporco. Non io. Io mi limito solo a viverlo. Così com’è
ISPETTORE: non pensi che invece dovresti cercare di…
FLO: cambiarlo? Non sarò certo io a farlo, ispettore. Sono solo una ragazzina
ISPETTORE: il tuo cinismo… è impressionante
FLO: imparo presto
ISPETTORE: impari? Perché? Cosa avresti imparato fino adesso?
FLO: a stare al mondo!
ISPETTORE: perché tu sai stare al mondo?
FLO: me ne sto facendo un’idea
ISPETTORE: Una brutta idea!
FLO: pur sempre un’idea
ISPETTORE: bambina, il marciapiede non è la vita
FLO: certo, ispettore. Lo so che il marciapiede non è la vita ma dovrebbe vedere come appare a guardarla da là
ISPETTORE: anche da qui - credimi - lo spettacolo non è edificante
FLO: (abbozza un sorriso) lei sa come funzionano certi meccanismi? 
ISPETTORE: almeno per mestiere dovrei saperlo
FLO: vede, ispettore, io penso che, nonostante tutto, in strada, sul marciapiede, ci sia maggiore umanità, un modo diverso di essere che… Non so come spiegarmi
ISPETTORE: provaci
FLO: tutto è diverso, appare diverso. La nostra stessa vita! Tutto è più netto, chiaro. Senza troppe falsità, ipocrisie. I clienti, quelli vengono, mi pagano. E io… senza troppe finzioni, senza troppe invenzioni, vado con loro, faccio quello che loro mi chiedono di fare. Li accontento. E tutto così scorre limpido senza troppi problemi, incertezze. Semplice. Elementare. Chiaro!
ISPETTORE: (ancora sorpreso) chiaro?
FLO: gliel’ho detto: niente finzioni, niente ipocrisie. Tutto è semplice, esplicito. Netto! Come se… Invece, nella vita di ogni giorno… è tutto così confuso, incerto, pieno di insidie con tutte quelle ipocrisie, quelle falsità che quotidianamente sono costretta a vivere. E sopportare. A scuola, in famiglia, con i miei genitori che non riesco più a capire che cosa vogliano da me
ISPETTORE: di certo non vederti su di un marciapiede ad adescare i passanti
FLO: è l’unica cosa che oggi mi fa sentire viva!
ISPETTORE: ti accontenti di poco
FLO: mi accontento di quello che sono
ISPETTORE: (sorpreso) di quello che sei?
FLO: di quello che sono


SCENA 12

FLASH BACK. Branda. Uomo vi è seduto di spalle. Flo è in piedi. Il respiro dell’uomo è pesante, affannato

UOMO: tu sai chi sono io, vero, piccola?
FLO: credo di sì
UOMO: sono un uomo potente. Molto potente
FLO: lo avevo capito
UOMO: sei una ragazza intelligente, molto intelligente
FLO: cerco di capire il mondo che ho intorno
UOMO: questo è importante
FLO: le situazioni…
UOMO: com’è hai detto che ti chiami?
FLO: Flo
UOMO: uno strano nome
FLO: mia madre ha lavorato tanti anni in teatro. Flo è la protagonista di un testo di Beckett
UOMO: (le porge un bigliettino) Flo, su questo bigliettino c’è il mio numero di telefono. Se un giorno dovessi avere bisogno, chiamami. Chiamami pure. Basta solo che tu dica il tuo nome. Nient’altro. Io capirò
FLO: lei è molto buono
UOMO: No, non sono buono. Cerco solo di aiutare gli amici, quelli che hanno bisogno. Capisci cosa intendo dire?
FLO: credo di sì
UOMO: se un giorno dovessi avere bisogno, saprò come aiutarti. L’importante è che tu…
FLO: non si preoccupi. Nessuno mai verrà a sapere di noi
UOMO: ero sicuro di poter contare su di te. Sei una ragazza intelligente
FLO: cerco di capire le situazioni
UOMO: quello che mi piace più di te e che sai stare al gioco
FLO: posso fare io qualcosa per lei?
UOMO: venirmi più vicino…


SCENA 13

PRESENTE. Commissariato di polizia. Ispettore, Flo

ISPETTORE: e della gente? Delle malattie? Non hai paura?
FLO: so quello che rischio. Cerco di starci attenta con chi vado. Se sono brutte facce, evito. Per il resto, uso sempre i preservativi. E uno spermicida che fa miracoli
ISPETTORE: bambina, quando capirai che tutto questo non è un gioco? 
FLO: nel momento in cui ho messo piede qui dentro e mi sono trovata davanti a lei, ho capito, mi sono resa conto che non era più un gioco
ISPETTORE: quando ormai è tardi
FLO: se è tardi
ISPETTORE: non vedo come non possa esserlo
FLO: c’è ancora molto da dire, ispettore. E anche da capire. Ed io non ho nessuna intenzione di rimanere qui a piangere, ad aspettare che le cose accadano. Non è nel mio temperamento. Preferisco andare incontro alle cose, io. Affrontarle, scegliendo i tempi ed i modi per farlo
ISPETTORE: coraggio non te ne manca
FLO: invece ho una paura fottuta. Ma non posso farmi fregare. La vita vale pur sempre la pena viverla. Anche se non è proprio quella che immaginavamo che fosse. E ora, mi scusi, ispettore, ma ho bisogno di andare al bagno. Se è possibile?
ISPETTORE: non è che…
FLO: non si preoccupi. Non voglio certo crearle problemi. Non più di tanto almeno. Ho solo bisogno di rinfrescarmi, di lavarmi la faccia prima che, prima che vengano i miei a prendermi
ISPETTORE: (indicando la porta al centro) la porta è quella. É il mio bagno personale. Usa pure quello
FLO: (con un mezzo sorriso) il suo bagno personale! Che onore!

Musica. ELISA “SLEEPING IN YOUR HAND” (SUGAR 1997)
Andando al bagno, Flo lascia la porta aperta. L’Ispettore, infastidito, si alza per chiuderla, e, vedendo Flo seduta sulla tazza del cesso, rimane alcuni istanti immobile a guardarla. La ragazza, per niente imbarazzata, lo fissa spavalda

STACCO

IMMAGINARIO. Ispettore entra nel bagno. I due fanno l’amore

STACCO

PRESENTE. Flo è seduta sul water. L’Ispettore è immobile con la mano sulla porta. Si scuote, sbatte la porta e torna a sedersi. Flo, dopo un po’, esce dal bagno. È più spavalda, maliziosa

FLO: pensavo di dover lasciare la porta aperta per precauzione. Nei film fanno così
ISPETTORE: questo non è un film
FLO: ah, no? E allora che cos’è? Una rappresentazione teatrale?
ISPETTORE: visto il tuo comportamento. E il pubblico presente, comincio a crederlo
FLO: (ammiccante) anch’io comincio a crederlo
SCENA 14

FLASH BACK. Flo al telefono

FLO: Vittoria, oggi ho conosciuto un uomo, uno potente, uno di quelli che contano. (pausa) Come faccio a dirlo? Bastava guardarlo per capirlo. L’espressione, il modo di guardare, il tono della voce, i suoi gesti. Tu lo guardi e ti rendi conto che… lo avverti. È straordinario. Pensi subito: ‘questo è un uomo potente, uno di quelli che contano’. (pausa) Non capisci? É difficile spiegarlo. Dovresti vederlo e, allora, ti renderesti conto. Mi ha dato un numero. Un numero di telefono che… (pausa) Scherzi? Chiamarlo? No. Non posso. Ha detto di farlo solo nel caso in cui dovessi avere bisogno, solo in quel caso. (pausa) Tu l’avresti chiamato? Con un uomo del genere non puoi giocare. Non ti conviene. Non ti conviene no. (pausa) Se è così importante? Credo di sì. Penso di sì. (pausa) Com’è? É vecchio, molto vecchio. Avrà sessant’anni. (pausa) Non so. Non so se mi piace. Lo trovo… affascinante. Sì. Affascinante. Come se… affascinante


SCENA 15

PRESENTE. Commissariato di polizia. Flo, l’Ispettore che ora appare anche in difficoltà

FLO: com’è che si interessa tanto a me, ‘ispettore’?

Ispettore alza lo sguardo e fissa a lungo ed intensamente Flo

ISPETTORE: perché voglio capire
FLO: capire? Cosa vuole capire?
ISPETTORE: te. Capire perché una ragazza, intelligente, che può avere tutto dalla vita, si mette a battere i marciapiedi
FLO: cos’è? Un tentativo di complimento?
ISPETTORE: no. Non è un complimento
FLO: speravo lo fosse
NSPETTORE: non sono in vena di complimenti
FLO: e di che cosa è in vena, ispettore? Di me?
ISPETTORE: (impassibile) tu, bambina, non mi fai alcun effetto
FLO: non si direbbe
ISPETTORE: cosa ti fa credere che io…?
FLO: il suo modo di guardarmi… prima… quando ero al bagno. Mi avrebbe scopato, subito, senza perdere tempo. Ed anche adesso lo farebbe se non fosse… (tace)
ISPETTORE: (impassibile) sono un poliziotto
FLO: anche l’altro giorno mi aveva fermato un poliziotto. Eppure lui non si è fatto tanti scrupoli. É voluto venire con me prima di lasciarmi andare


SCENA 16

FLASHBACK. Flo e Gelli

GELLI: bimba, ho voglia di esploderti dentro
FLO: che dici?
GELLI: sì. Il pezzo. Dentro. A farti male
FLO: per chi mi hai presa?
GELLI: per quello che sei: una puttana di strada
FLO: io sono una ragazza che…
GELLI: tu sei una che lo prende, la dai a pagamento
FLO: senti, sbirro. vedi che devi fare?
GELLI: scoparti, solo questo: scoparti. Quando e come voglio. Quando è… come voglio
FLO: bastardo
GELLI: vieni in macchina che te lo faccio vedere
FLO: altrimenti?
GELLI: ti fotto
FLO: mi fotti?
GELLI: la galera


SCENA 17

PRESENTE. Commissariato di polizia. Ispettore, Flo

ISPETTORE: è così che funziona?
FLO: il più delle volte. Dipende da chi ti ferma. Alcuni si accontentano, altri vogliono di più
ISPETTORE: soldi
FLO: la leva che muove il mondo
ISPETTORE: questa volta, invece, non sono bastati neanche quelli. E ti hanno portato qui con un rapporto che ti inchioda
FLO: ispettore, io penso che ci sia un modo diverso di uscire da questa situazione. Senza troppi casini, senza che nessuno lo venga a sapere. Tanto meno i miei
ISPETTORE: è impossibile questo
FLO: (offrendosi) ne è proprio sicuro?
ISPETTORE: stai… cercando di…?
FLO: (offrendosi) penso che io e lei dovremmo trovare un accordo, un modo diverso di intenderci, di stare al mondo… insieme 
ISPETTORE: e tu, bambina, credi che io possa…?
FLO: (offrendosi) io voglio solo convincerla che si è trattato solo di un equivoco, di un increscioso equivoco. Noi stavamo lì, passeggiando, si rideva, si scherzava. Ad un tratto sono arrivati gli agenti. E hanno frainteso, non hanno capito che si trattava solo di uno scherzo, di uno stupido innocente scherzo. E ci hanno portato qui, al Commissariato, da lei, per chiarire ogni cosa: l’equivoco
ISPETTORE: pensi veramente di potertela cavare così? Con una scopata?
FLO: è quello che so fare meglio
ISPETTORE: questa volta non ti basterà
FLO: ispettore, gliel’ho detto, io pensavo che lei avesse in mente qualcosa di diverso che mandarmi sotto processo
ISPETTORE: bambina, di notte, non tutti i gatti sono bigi anche se lo sembrano
FLO: ispettore, chiuda a chiave quella cazzo di porta e le faccio vedere io se sono ancora una bambina
ISPETTORE: perché ti butti via così? Ti dai via così?
FLO: (ride cattiva) per i soldi. Lo faccio per gioco. Perché mi va. Perché mi piace, mi diverte. Mi fa sentire viva! Viva
ISPETTORE: sei giovane. Di buona famiglia. Puoi avere tutto dalla vita. Tutto!
FLO: (con rabbia) io non voglio niente! NIENTE! Voglio solo essere quello che sono. E basta!
ISPETTORE: tu non sai quello che dici
FLO: lei lo crede? Lo crede davvero?

I due si guardano intensamente negli occhi. A sfida

ISPETTORE: (distogliendo lo sguardo) no. Non credo, non ne sono più convinto
FLO: (aspettando lui) e allora?
ISPETTORE: allora niente

Suona il telefono. L’ispettore risponde continuano a scrutare negli occhi Flo

ISPETTORE: che c’è, agente? La madre della ragazza? É qui. Dille che arrivo

L’ispettore riaggancia mentre con Flo si continuano a guardare negli occhi

FLO: (glaciale) lei mi ha tradito, ispettore
ISPETTORE: no. Non ti ho tradito. Non posso fare nulla per evitarti questo. Nulla. (si alza) Mi spiace 

L’ispettore esce. 

FLO: (alzando il dito medio in sua direzione) ‘fan culo

Rimasta sola, Flo si guarda intorno smarrita.
Musica: ELISA: ‘LABYRINTH’ (SUGAR 1997)
Flo prende il telefono e compone un numero

FLO: (al telefono) Pronto? (breve pausa) Sono io, Flo. (breve pausa) L’ho chiamata perché… ho bisogno del suo aiuto. Ho qualche problema. (entra l’ispettore. I due si guardano. L’ispettore lascia Flo finire la conversazione al telefono) La polizia, sì! Mi hanno fermata. Al Commissariato. Non le dico. Volevo sapere se… Sì! Pensa di potermi aiutare? Di poter fare qualcosa per me? (pausa) Bene! Ci conto! E… e grazie.

La ragazza riattacca la cornetta. Appare quanto mai sicura di sé

ISPETTORE: un cliente?
FLO: un amico
ISPETTORE: (poco convinto) un amico?
FLO: (con un mezzo sorriso) uno di quelli potenti, di quelli che contano. (con un mezzo sorriso) Mi ha promesso di aiutarmi, che farà di tutto per tirarmi fuori dai guai. Farà pressioni. Farà tutto quello che è necessario per mettere a tacere la faccenda. Del resto… (sedendosi sulla scrivania e divaricando le gambe) …lei l’occasione per avermi l’ha avuta e… l’ha persa, inesorabilmente persa (chiude le gambe di scatto)

L’ispettore la colpisce con uno schiaffo. Scambio di sguardi. Flo abbassa il capo. Imbarazzo. L’ispettore gli porge un fazzoletto 

ISPETTORE: fa male?
FLO: solo se rido
ISPETTORE: e tu non ridere
FLO: non credo poi di averne voglia
ISPETTORE: per via dello schiaffo?
FLO: per via di tutto
ISPETTORE: mettiamola così: poteva anche finire peggio
FLO: che intende dire?
ISPETTORE: diciamo che per questa volta nessuno finirà dietro le sbarre
FLO: (incredula) no? 
ISPETTORE: infondo si è trattato solo di un equivoco, di un ‘increscioso’ equivoco che… è chiaro che voi due eravate là, stavate solo camminando, avete cominciato a scherzare, ridere e quei due…
FLO: i poliziotti…
ISPETTORE: hanno equivocato, hanno creduto che voi stavate facendo sul serio, che vi stavate prostituendo e vi hanno portato qui…
FLO: da lei
ISPETTORE: parlerò con gli agenti, quelli che vi hanno fermato, li convincerò a ritrattare, a modificare il contenuto del rapporto, ad ammettere di essersi sbagliati
FLO: e lei lo crede? Lo crede sul serio?
ISPETTORE: no, non lo credo affatto. Ma fa comodo, fa comodo a tutti. Anche a me. Questo è un paese di provincia e… ci farebbero a pezzi
FLO: (dopo una lunga imbarazzata pausa e non senza imbarazzo) grazie… ispettore
ISPETTORE: ora andiamo. Tua madre è di là, ci sta aspettando
FLO: (titubante) è… è sola?
ISPETTORE: c’è un uomo con lui

I due si guardano 

ISPETTORE: è lui, vero? Quello che…?
FLO: ha una qualche importanza?
ISPETTORE: denunciarlo
FLO: è solo un vecchio compagno di scuola di mio padre che… cresciuti insieme, vissuti insieme. Come si dice… uno di famiglia
ISPETTORE: non pensi che sia il caso di…?
FLO: per quello che vale
ISPETTORE: a fargli rendere conto alla giustizia
FLO: a niente. Assolutamente a niente
ISPETTORE: non è vero. Non è così. E tu lo sai bene
FLO: in fin dei conti, lui è sempre stato questo: niente, assolutamente niente

I due si scrutano negli occhi

ISPETTORE: cosa succederà adesso?
FLO: mia madre manderà in qualche collegio svizzero
ISPETTORE: (sorride a mezza bocca) a rieducarti?
FLO: ‘rieducarmi’? Lo crede possibile?
ISPETTORE: no. Pensandoci bene non lo credo possibile. Non è certo sbattendoti in un correzionale che si risolve la questione
FLO: e come la si risolve?
ISPETTORE: ecco, è questo il punto: come la si risolve?
FLO: voltando pagina
ISPETTORE: cerca comunque di stare lontana dai guai e… da quell’uomo 

Flo fa per avviarsi verso la porta. Si ferma. Si volta verso Ispettore.

FLO: (ammiccante) veramente prima mi avrebbe scopata?

L’ispettore scruta la ragazza poi si apre in un sorriso ironico a mezza bocca

ISPETTORE: lo farei anche adesso. Se ne avessi il tempo
FLO: (sorridendo) peccato non averne
ISPETTORE: (c.s.) un vero peccato
FLO: (divertita) e sua figlia? Scoperebbe anche sua figlia?
ISPETTORE: (c.s.) chi ti dice che non l’abbia già fatto?
FLO: (c.s.) e io che pensavo che lei fosse una sorta di santo
ISPETTORE: (c.s.) nella vita tutti siamo stati santi. Almeno una volta, per una volta sola. Poi basta
FLO: (c.s.) comincio a vederla sotto un’altra luce. Più interessante. Certamente più intrigante
ISPETTORE: (c.s.) sono pur sempre io…
FLO: (c.s.) una persona particolare?
ISPETTORE: (serio) soltanto un uomo
FLO: (divertita) sì. Certo. Di notte tutti i gatti sono bigi 

Flo esce

ISPETTORE: (serio) sembrano bigi. Ma non lo sono

Buio. 
Musica: ALANIS MORISSETTE: “YUO LEARN” (MAVERICK 1996) 


TELA