DISINCANTO

monologo di

Marilena Monti

Personaggi- Una donna/ Due comparse, gli addetti al trasloco della scena finale. 
( la scena si svolge all'interno di una stanza in cui scatoloni e vari oggetti sparsi, come quadri, sedie, ecc, lasciano intendere che la protagonista è in fase di trasloco- Ella quindi parlando, si muoverà tra le tante cose intorno, confusa; chiuderà degli scatoloni, sposterà oggetti, sempre in modo frenetico e disordinato)



LEI - Ottomila volte ho ripetuto : ”... la distinta, signora,
compili la distinta quindi potrà accomodarsi alla cassa.."
Ottomila volte con una media di tre volte al giorno per tre anni e sei mesi, detratti i sabato, le domeniche e tutte le feste del bambin Gesù…
Ottomila distinte che potrebbero in realtà essere di più se considero che almeno due giorni al mese devo anche fare il lavoro di Rositi e Casulli e Antonini che si danno malati! Dunque vediamo… il totale a questo punto è, 9735 distinte....
Io devo farli questi conti. Io devo quantificare le parole che mi escono dalla bocca devo toccare dati devo segnare tutto sul registro delle uscite tutto ciò che mi tocca rovesciare aldilà del vetro, dalla mattina alla sera. Quando andrò in pensione il registro sarà pieno sarà quella la sintesi...e forse ne avrò un altro su cui avrò segnato in totale quante volte avrò detto cedole e titoli di stato! Avrò volumi pieni di “…di quell'amor quell'amore ch’è palpito dell’universo dell’ universo intero..." Oggi un cliente mi ha chiesto: "Come fa così carina, poveretta a starsene chiusa in questa cella di banca?". Era uno della terza età. Io non li reggo quelli della terza età e li divido in due grandi categorie: i vecchietti ed i vecchiacci. Ai primi appartengono gli ubriachi, barboni derelitti, scarpe rotte e pezze nel culo. Hanno lacrime senza pianto che scendono giù chissà perché, oppure uno che li vede lacrimare si inventa chissà quali antiche storie amare, quali tormentosi trascorsi… E non pensi mai che si può trattare di congiuntivite! I vecchietti sono quelli che ti domandi se hanno abbastanza giornali vecchi per difenderai dal freddo la notte, sulle panchine, oppure che quando devi buttare un maglione bucato subito rifletti: “chissà che sollievo darebbe ad un vecchietto!”. E invece… Invece poi lo butti via lo stesso. Ma si... perché i vecchietti sono come i clown ti piace di più sognarli, vederli al cinema e sentirne parlare nei programmi "buonisti" che la tv ci proprina… Non puoi, non devi pensare che sono veri! Se gli dai il maglione quello magari poi ti racconta che fa il barbone perché altrimenti l'ex moglie pretende l'assegno mensile; oppure ti dice che si, va bene il maglione ma a lui mancano anche i calzettoni, il cappotto, il berretto di lana, il petto di pollo, le pillole per la tosse e quelle per cagare... Così rischi di trovartelo a casa e pretende il televisore in camera per seguire i programmi a luci rosse, di notte...Il vecchietto deve restare tra le pagine veloci della fantasia, ci mancherebbe altro! Perché ci mette meno che niente a evolvere in negativo e trasformarsi in vecchiaccio! Il vecchiaccio è per esempio, quello che a 79 anni si pone nell'ora di punta al centro di una strada a due corsie e doppio senso di marcia, dentro la sua vettura e va a I2 Km orari.. I2,giuro, non uno di più! Ha Il cappello, gli occhiali, i guanti di lana ed è convinto che la macchina debba fare da sola come se fosse sulla giostra…Lui deve semplicemente stringere il più possibile il volante e il resto verrà da sé! E ciò pur se intralciante sarebbe anche tenero se non fosse che non appena riesci a superarlo il vecchiaccio ti guarda con odio, con arroganza, credendo stolto, che la strada, i destini, i vigili urbani o la segnaletica gli appartengano di diritto semplicemente perché lui è anziano e appartenendo alla schiera d'argento della terza età può permettersi di tutto giacché lo dicono in televisione. E’ come se volesse ricordarti quello slogan: “Che bello adottare un nonno! Io se lo vado in banca il “nonno”, lo detesto. Perché lui pretende la precedenza e spazio, tanto, troppo… 
Il suo è lardo d'anziano che può permettersi, ameboide, di prevaricare la tenera ad insulsa carne dei giovani, lui è carico di trigliceridi e di saggezza ha fatto due infartini, ha fatto due guerre ha fatto il filo alla buonanima di Mussolini, dal vivo, ha fatto la repubblica e la resistenza... gli hanno dato la medaglia e l’orologio d’oro per i suoi trentacinque anni di servizio impeccabile…Lui tossisce e dissemina germi sapienti forti e tenaci. Germi anziani. Streptococchi doc, anch’essi densi di storia come le sue sentenze. Quanto lo detesto! Ed era un vecchiaccio quello che sta mattina mi ha chiesto "come fa a starsene lì in gabbia!”. Non gli ho risposto. Ho provato orrore di quella sua aria da tricheco che nasconde una preda appena rubata… Contava quei biglietti da cento come fossero capi di biancheria intima di una vecchia amante di Casino nel I932… Eppure ci ha azzeccato Il vecchiaccio! Odioso ha detto il vero. Ma non ho voluto fargli sapere che tanto io non ci arrivo a 97.350 distinte né a I97.700, non me li faccio vent'anni in banca e forse manco dieci me ne faccio! Io non volevo andarci e forse fuggirò dalla succursale 19… 
Intanto cambio casa.

Buio- musica
Era ora. Ho fatto Il grande passo; questa casa è troppo… come dire…asfissiata di ricordi.. E poi è decisamente e inutilmente grande per me. Domenica mattina saranno qui per Il trasloco. Trentasei ore appena. Devo sbrigarmi, ci sono da raggruppare ancora le stoviglie. ( si agita, si siede, torna ad alzarsi) Gli abiti sono quasi tutti imballati, la biancheria e le coperte i libri…Dio quanti libri! Non posso buttarli via! Come si fa? Questo l’ho letto e riletto, lo conosco a memoria. Dunque mi, piace, non lo posso buttare. Anche questo, e questo… Quell'altro l'ho sfogliato appena e quindi non posso gettarlo, potrei avere voglia di leggerlo, all'improvviso! Quell'altro potrei regalarlo a Resiti per il suo compleanno… e allora non lo butto! I libri si conservano tutti, dal sillabario ai classici latini, dal giallo al romanzo più brutto di Moravia! Puoi dar via tutto: scarpe, racchette da tennis, ombrelli ...ma i libri no. Sono come le fotografie... Nessuno getterebbe le foto anche se antiche, sbiadite, sfocate e mal riuscite. Le metti lì, magari non le guardi mai, 
magari sai che se le guardi ti viene un nodo alle budella oppure vedi una faccia e non ti ricordi a quale nome appartenga, però le conservi!
Devo decidermi a guardare cosa c'è in questo scatolone: Sono tre giorni che rimando: adesso non c'è più tempo! Probabilmente è tutta roba da gettar via, cose inutili che conservo e non guardo da anni. Adesso do un’occhiata e così me no libero. Del resto altro è una casa antica e grande come questa, troppo grande, altro l'appartamento bivani-cucinino dove andrò ad abitare. C'è uno sgabuzzino grande quando la lavatrice. Che ci metto dentro? E infatti ho messo via un sacco di roba inutile. Quando hai spazio conservi anche il superfluo. Ma quando lo spazio è poco devi ridurre tutto all’essenziale. Essenziale dico!
Dunque vediamo un po’ questo scatolone...( si accovacci su uno sgabello e lo apre) E' pure pieno di polvere che schifo! Io credo di essere allergica alla polvere.0 meglio ,mi piace credere che sia così! Mi diverte inventarmi delle allergie. In sostanza io odio la polvere e mi invento che è solo perché ho un’allergia. Ma alla fine se tocco qualcosa d’impolverato il mio corpo che crede a ogni cosa che gli dico, finisce che si riempie di bollicine pruriginose, e fastidiosissime… Ma io sono certa che è tutta un’invenzione. Del resto sono convinta che la mente umana possa tutto, ben altro che delle modeste allergie!

Questo scatolone, ma quant’è grande poi!.. Mi sta sullo stomaco come l'agenzia 19 o come il vicedirettore che ogni tanto ci prova, il porco…Mi sta sullo stomaco come le distinte o come certe signore che si avvicendano allo sportello. Le donne! Anche qui le categorie sono tante, peggio della terza età! La giovani e belle che in quanto tali reputano di non poter assolutamente essere brave in queste cose “da uomini”, le praticone confusionarie ... "sono più brava di un uomo...”, le sprovvedute “signorina, ma io veramente non so cosa scrivere su questa distinta con tutti questi numeri ... me lo può fare lei, signorina?” Primo non sai so sono signorina o signora. Chissà perché dalle commesse alle centraliniste, alle segretarie ed impiegate in genere, siamo per forza e senza scampo tutto quante signorine… Ma chi lo dice? Chi lo sa, ma che significa… Potrei avere dodici figli all'orfanotrofio, sette amanti a turno, uno per ogni notte della settimana! No! Signorina, virginale cassiera virginale timbriera, virginale computeriera… Perché il cliente sogna che il primo bollo integro e puro sia tutto e solo per lui! E va bene, posso capire che l’uomo sia troppo pigro mentalmente per riflettere su questa cosa... Ma le donne! Quelle dovrebbero riconoscerci a occhio, a naso...E invece le donne che vengono alla 19, sono ottuse e pigre, foche fuori dal loro habitat, inadeguate e leggiadre, svagatissime e pesanti o troppo vezzose, esageratamente frivole. Se parli di titoli di stato, obbligazioni, o di tassi d'interesse impallidiscono. Se chiedi il numero del loro conto corrente ti guardano male perché ti sei permessa di domandare una cosa che non è "femminile" ... è "da uomini”. Ma allora che ci vengono a fare se non imparano mai nulla, se non si portano mai la penna a biro se per anni continuano chiederti: “dove devo firmare, qui o qui?..." E poi avide! Le donne, sono persino più avide degli uomini. Quando versano un assegno, ti guardano minacciose, come a voler dire "Non è che te lo freghi tu?" Le odio! Basta, bisogna proprio che mi metta a rovistare ... Perché poi, fra l'altro ti invidiano, tu che chissà in virtù di quali sporche trame e raccomandazioni, lavori in banca ed hai, oltre alla comune tredicesima di tutti i mortali, anche la quattordicesima, la quindicesima... Così credono loro: magari!! Comunque ti sospettano perché i bancari c godono di certi privilegi che non vengono riservati ai “lavoratori e alle lavoratrici!”! Dio come le prenderei per il collo per trarle al di qua dello sportello per mostrare i “privilegi” delle mie caviglie che implorano pietà e i musi ottusi della folla di clienti che "hanno sempre ragione" Odio tutto e tutti! Il non ci volevo andare alla I9. Mi viene la nausea, se m'invento un'allergia alla I9 mi spuntano i bubboni, perché il mio corpo se glielo dico ci crede. Oh se ci crede! E me ne vado e gli racconto che i bubboni sono purulenti e contagiosi…
Vediamo cosa c'è qui dentro, che cose inutili conservo…Oh, 
guarda! Non ricordavo di averle ancora! Le pagelle, tutte
le mie pagelle! Però… Ero bravina, insomma, a parte la geografia...Non me ne frega niente del mondo: com'è messo, dove è messo: fa schifo il mondo. E’ un mondo di avvoltoi in lungo e in largo, in ogni centimetro quadro dentro e fuori è pieno di parassiti e di avvoltoi! Però!…Avevo sempre dieci in musica e canto…"Adeste, fidelis, laeti triunfantes, venite, venite in Bhetlem..." Oh quel coro! Ero la voce solista, mi pare che fosse la terza media. “Mezzo soprano” diceva quella specie di mucca Carolina dell’Insegnante di musica. Era proprio buffa. Portava orribili cappellini e un trucco troppo marcato per quella faccia da bambolotta tirolese! Eppure quando i compagni la sfottevano io ci stavo male. Non so se perché mi chiamava “mezzo soprano" o perché aveva lo sguardo un po’ sperduto… e pulito, come il mio d'allora...
buio- musica-
Le lettere di Giulio. No, non potrei rileggerle per nulla al mondo. Se mi pagassero se mi mettessero in pensione domani, se pure mi facessero presidente della banca...in ogni caso io non potrei rileggere le lettere di Giulio. Dovrei bruciarle ... Non buttarle via ridotte in pezzettini, ma proprio bruciarle come
si fa per un amore che è finito e che è stato stupidamente
enorme e unico e straordinario. Stupidamente irripetibile
-buio- musica
Questa cintura di cuoio? ... Ma era di mio padre. E perché è qui, tra le mie cose? Come mai la conservo... Cosa dovrei ricordare? Era bello lui, elegante e disinvolto sempre, in ogni circostanza. Era irraggiungibile come il fumo delle sue sigarette Camel senza filtro…che invano cercavo d'acchiappare accovacciata dietro la sua poltrona nei pomeriggi di domenica. Io volevo che mi parlasse e che mi ascoltasse. Lui leggeva. Lo insolentivo. Lo irritavo, acchiappavo fumo, ma lui non potevo prenderlo, nella mia mano, nel mio sguardo, nel mio gioco… Adesso ricordo chiaramente. Questa cintura la rubai un pomeriggio mentre lui stava riposando. I suoi calzoni erano ben sistemati nello spogliatoio. Sottrassi la cintura trattenendo il respiro. Avrò avuto 5 anni ... La nascosi nella pancia dell’ orsacchiotto porta pigiama. La cercarono per anni… Non si scopri mai il mistero. Mia madre temendo che i fantasmi della casa antica si fossero rimessi in azione, chiamò il prete per fare benedire. E intanto io ridevo abbracciando l'orsacchiotto nella cui pancia avevo imprigionato un pezzo del mio papà…
-buio- musica

L’armonica...Mi chiedevo dove fosse andata a finire. L’ho cercata senza trovarla, sapevo di non averla mai buttata via! Oh, il mio piccolo pianoforte… ero brava. Suonavo qualunque strumento
mi si mettesse in mano... Solo la musica conoscevo e avrei voluto nella mia vita. Perché non mi fu concesso? Perché mi si costrinse agli studi tecnici? Perché fui condannata alla I9?
-buio-
Questi fiori secchi me li aveva regalati Giulio ed io li ho conservati. La prima volta che ci riuscì di andare da soli in campagna. Che piano perfetto avevo messo a punto! Uscimmo dalle rispettive classi accusando un malessere e poi ci incontrammo appena fuori città, sul prato di periferia. Doveva essere maggio a giudicare da questi fiori.
-buio- musica
No! Questa foto proprio non la reggo. Quello stupido di mio fratello festeggia il suo quarto compleanno. Tronfio grassoccio e viziato. E tutti lì a fargli le feste. Compreso mio padre che da lui si faceva acchiappare… Come sembro sbiadita io! Più grande di lui più saggia e gradevole ,più maliziosa, più tutto... e con quell'aria infelice...

-buio- musica

Il costume da cow-boy. Dovetti litigare molto con la mamma per averlo. Lei sosteneva che da principessa o da fatina avrei dovuto mascherarmi non certo da maschiaccio! E invece da maschiaccio volli vestirmi. Masticando gomma, agitando le pistole, a squarciagola cantavo "…Oh Susanna…"
-buio- musica
Sarebbe bello, rovistando rovistando, poter trovare la soluzione. Quale? A cosa? Non so... Quella che allora non mi riuscì di inventare. Che forse adesso è qui, nascosta tra i ricordi. Trovarla nuova e lucida mai usata eppure antica... Tirarla fuori, farne uso, risolvere...Io volevo cantare. Ecco, ecco lo spartito della ninna nanna di Brams ... Mi straziava di commozione cantarla la notte di Natale, sotto l'albero. E per tanti anni attesi invano che qualcuno si accorgesse di quanto la cantavo bene e che quello e solo quello io dovevo fare nella mia vita! E invece tutti aspettavano annoiati che smettessi ,per poter aprire gli stupidi pacchi colorati. Luccicanti di inutilità...
-Buio- musica


"Dato che ti ostini a fare il maschiaccio, dovrai scegliere un mestiere da uomo. Tuo padre e tuo zio sono in banca, non gli sarà difficile, quando sarà il momento, inserire anche te... Tuo fratello no; lui mi pare più portato per l'ingegneria, riesce così bene in matematica!" 
Questo la mamma ripeteva offrendomi una sola alternativa ”Almeno che non ti sposi e fai la madre di famiglia come me…E faceva interminabili coperte all'uncinetto per “suo” figlio freddoloso. Per me, una volta, fece questa ridicola cuffietta che mi era parsa bellissima…
-buio- musica
La mia corrispondenza con Agata durò sette anni. Aveva avuto la poliomielite, stava sulla sedia a rotelle. Avrei dato una delle mie gambe pur di vederla in piedi fuori da quella trappola. E così le mandavo interminabili lettere ,un affetto a cui potesse appoggiarsi, come fosse una protesi sicura, una stampella solida… Quando morì non piansi. Dopo, però, mi afflisse il dubbio che il mio affetto non fosse stato sufficiente ad aiutarla a farla vivere e allora piansi moltissimo.

-buio- musica

E queste pietre in un sacco? Ma si, adesso ricordo! Appartenevano alla casa dei nonni in campagna. Ci andai un anno in estate, io da sola senza mio fratello che aveva bisogno di iodio per via della tonsille. Che mesi felici che vacanze indimenticabili! Il nonno condivise con me la passione per il canto. Passammo sotto la quercia intere mattinate a cantare, oppure raccogliendo gelsi, o in giro per i prati. Lui cantava canzoni buffe, quelle della sua “giovinezza”, come era solito dire. Io le imparavo goffamente, tentavo d'imitarlo: “No,non è per gelosia, sai ch’è la passione mia...” Quanto ci divertimmo! La nonna preparava granite di limone e aveva il buon senso di non darmi a tutti i costi indicazioni per la mia vita. Stavo bene con loro e la sola cosa che mi atterriva ora il pensiero che con la fine dell’estate avrei dovuto tornare qui, in questa casa. E così feci la riserve. Dai magazzini, dalle stanze dalla rustica cucina, raschiando sui muri, con la unghie o col temperino rubato a mio fratello prima di partire. Staccavo pietruzze, pezzi d’intonaco...frammenti da conservare per avere con me, per il resto dell'anno la casa dei nonni con tutta la densa fragranza dell’estate...
-buio- musica

Eccolo il temperino sottratto a mio fratello. Lo portavo in tasca sempre, assieme all’armonica.

-buio- musica

Di questi mi ricordo perfettamente :sono i biglietti del pullman che mi portò per un'estate intera al mare da sola. Proprio da stupidi conservarli, ma era così bello quel percorso! Rimandata in chimica mi mandarono a prendere ripetizioni da un insegnante che faceva le suo vacanze nel paesino di mare. Alle tre del pomeriggio, a giorni alterni. Attraversavo la pianura arsa ,dal sole, colma di vigneti bassi e d'improvviso mi raggiungeva il luccichio abbagliante del mare ... Attraversavo il paesino a piedi: l'ora della siesta, non incontravo nessuno per le viuzze. Percepivo il ronzare quieto di insetti, il canto delle cicale che dava ritmo ai miei passi. Odoravo salsedine ed una voglia sfrenata di piaceri sensuali, fatti prevalentemente di tuffi nella bellezza del mare color cobalto. Sudavo, a volte cantavo; a squarciagola cantavo... Cessava il sogno negli atomi di carbonio, nella struttura del citoplasma. Ma poi, nel viaggio di ritorno, la luce s’era placata, i colori s'erano fatti più tenui. Sognavo di fare un giorno quel percorso con Giulio.
-buio- musica

E questa busta gialla? ... Ah si, la lettera che il preside inviò a mio padre: “comportamento inqualificabile; la studentessa è stata colta da un vero raptus ed ha intonato un blues durante l’ora di chimica suscitando vero sgomento nei compagni e nell’insegnante.”
Ah, ah, ah … inqualificabile...Ah ah …Fui espulsa per tre giorni. Ricordo. Inqualificabilmente tormentosa e monotona era la brutta voce del professore! E il silenzio di quella materia molecolare non ancora materia per la mia fantasia! Gli atomi troppo muti nell'avvicendarsi delle loro orbitali passioni, immersi in un'energia silente… Era l'ultima lezione dell'ultimo trimestre fuori scoppiava già la primavera fuori dalle tasche del mio grembiule nero di brava studentessa, fuori dall'aula, fuori dall’ebete ghigno del professore … Fuori c’era la vita con la musica e i fiori ed io all'improvviso presi a far schioccare le dita incalzata da un ritmo interno che non potevo più controllare, quello del mio cuore, forse, quello della tachicardica urgenza adolescenziale… non so…Cantai Summertime 
-buio- canta Summertime a squarciagola
Fui ignorata per tre settimane. In questo consistette la punizione. Nessuno a casa mi rivolgeva più la parola. Mamma avrebbe chiamato il prete per far benedire anche me...Papà evitava di incrociare il mio sguardo. Io evitavo il suo perché non ho mai tollerato il disprezzo nei suoi occhi. La rabbia si, il risentimento, il furore anche; ma non il disprezzo! Dal giorno dell'arrivo di quella lettera mi fu categoricamente impedito di ascoltare musica. Sequestrati i dischi e l'armonica. Rimase in funzione la radio ma solo per i notiziari e le commedie che la mamma adorava ascoltare.
-buio- musica
Il mio primo ombretto. Cielo, ma è di un turchese orribile eppure Giulio disse che stavo benissimo, una vera donna sofisticata! Ah, ah… Ricordo il mal di piedi di quella passeggiata interminabile, quelle maledette scarpe con i tacchi a spillo!
-Buio- musica
Il libretto universitario! Non è come le pagelle. E’ peggio. E’ il passaporto per l'agenzia I9. Ma perché lo conservo… Eppure fui felice il giorno in cui conseguii la laurea. Ma era poi felicità o solo il rassegnato, doveroso sentimento di aver compiuto il percorso che gli altri hanno scelto per te…Il sentimento benevolo di aver portato a termine un'impresa a cui sei chiamato quando nasci o prima ancora di nascere se tuo padre e tuo zio sono bancari…
-buio- musica

Il distintivo della Dante Alighieri...Non ho mai saputo cosa fosse. Da scuola ci mandavano a trascorrere una mattina di domenica in giro per la città a far tesseramenti. Ed lo ci andavo con Giulio. Portavo sempre all'ignota Dante Alighieri un bottino molto ricco, un sacco di soldi, Giulio era incapace, lui così timido, si vergognava un po’. Ma come era bello in quelle mattine di sole! Guardando lui mi si doveva accendere di tale luce il volto, che tutti si iscrivevano alla Dante Alighieri senza sapere cosa fosse!
-buio- musica
E questo chi è? Antonio. Dio com’era bruttino! Era pazzo. Pretendeva che ci mettessimo insieme. A tutti i costi mi voleva. Io neanche a parlarne. Un giorno venne a casa con una pistola e disse a mia madre che se io lo avessi rifiutato si sarebbe ucciso. La mamma impassibile gli rispose: “Prego, faccia pure, ma prima s’allontani un po’ da qui, potrebbe disturbare il condominio!"...E gli chiuse garbatamente la porta in faccia.

-buio- musica

Eppure quell'Antonio mi scriveva tonnellate di lettere e poesie bellissime. Mille volte migliori di quelle di Giulio che non era affatto un poeta.
-Buio- musica

Il bando di un concorso per voci nuove! Mi ero iscritta di nascosto. Facevo il primo anno di economia e commercio. Mia madre scoprì la lettera di convocazione per le selezioni e credette opportuno strapparla. Perduta l'unica ed ultima occasione di vivere a modo mio la vita mia. 

- -buio- musica
Devo ricordarmi dei quadri. Santo cielo io sono capace che finisco il trasloco, me ne vado e lascio appesi alle pareti i quadri. Belli o brutti che siano uno se li porta ... Mi domando dove li attaccherò se non ci sono manco pareti sufficienti nella casa nuova… Potrei regalarne qualcuno al portiere. E no! Quella dei portieri è un'altra categoria da eliminare dalla faccia della terra. Spie pagate da noi perché raccontino dei fatti nostri ad altri che mensilmente paghino. Il fatto è che li raccontano, i fatti nostri pure a quelli del palazzo accanto che non pagano affatto. Odio i portieri. Odio Il ghignetto con cui ti consegnano una lettera o peggio ancora con cui ti dicono compunti che c'è un ritardo di una settimana rispetto a qualcosa che stai aspettando. Non interrogati rispondono, specie quelli che ti conoscono da bambina! Tu hai cinquant’anni e loro continuano a darti del tu, come se ancora potesse arrogarsi Il diritto di dire “corri che la mamma t‘aspetta, la pasta è in tavola..." No i quadri piuttosto li lascio al nuovi proprietari. Chi se ne frega… Buoni quelli! Ne faranno la sede di un club esclusivissimo... Santo cielo che bestialità! Chissà se la mamma sarebbe contenta di questi lardosi danarosi che la circoleranno per casa coi fantasmi ...Chissà se li farebbe benedire .... Per un momento avevo pure pensato di affittarla alla banca per cui lavoro, questa casa. Ma si come archivio, che so, o come dipandance della 19. In fondo, sarebbe stata la giusta conclusione, la logica conclusione…
Chi bussa? Chi può essere? Che palle! Non aspetto nessuno!

(Apre la porta; entrano i due addetti al trasloco e cominciano a prendere le cose e a portarle via)

Ma come adesso? Ma siamo rimasti d'accordo per domenica mattina… Ma si certo che ho della cose pronte, ma scusi a quest'ora non mi pare… Certo che ho le chiavi dell'appartamento nuovo. Va bene, va bene è uguale certo, per me è eguale… Potete portare via i divani e… questo scatolone. (sul progressivo sfumare delle luci) Si ma… Attenti, prego, faccia molta attenzione lei!… Questo scatolone…contiene… cose fragili.

FINE