DUE DI PICCHE

DUE ATTI DI

ETTORE IMPARATO



PERSONAGGI

BRUNO
BRUNO2
GREGORIO................................(L’IMPRESARIO)
CLAUDIA...................................(LA FIDANZATA)
ROSA..........................................(LA PORTINAIA)
LA PSICOLOGA
VOCE ALLA 
SEGRETERIA TELEFONICA.....(MAMMA DI BRUNO)


La scena si apre sul monolocale di Bruno: è un ambiente ampio con la funzione di studio, salotto e camera da letto. In un angolo c’è una scrivania, alle spalle della quale fa bella mostra una libreria piena di volumi, fascicoli e manoscritti, riposti con poco ordine; da un’altra parte della stanza, coperte da grandi lenzuola, le sagome di un divano letto, di una poltrona e, in un angolo, di un’altra poltrona vicino ad un tavolino ed una lampada: la casa sembra disabitata da tempo. Dietro al divano, verso la parete, uno specchio a figura intera (psiche) , di quelli montati su una struttura di legno, che non hanno bisogno di essere appesi alla parete, ma rimangono “in piedi”. Lo specchio è posto di taglio, rispetto alla platea, in modo che il pubblico veda solo il suo profilo e non la parte riflettente. Sulla parete dietro allo specchio, si nota un pezzo di tappezzeria che è stato incollato al muro, come se il lavoro fosse stato incominciato tempo prima e mai finito. Sul fondo, la porta d’ingresso (che si apre direttamente sul locale) mentre, dietro una quinta, si intuisce che ci sia l’angolo cottura.
Bruno rientra a casa, è stanco. Zoppica leggermente appoggiandosi ad un ombrello, come se fosse un bastone e, sul viso, ha un cerotto. Alle sue spalle, Rosa (la portinaia) lo segue portandogli una valigia; sta “infastidendo” Bruno con un discorso iniziato prima di entrare in casa. La donna comincia a levare un lenzuolo dal divano, lasciando coperti altri mobili, presa com’è dalle sue chiacchiere.
ROSA: ...L’ingessatura, la cosa più importante è l’ingessatura...
Bruno è evidentemente seccato e non presta attenzione alle parole della donna che posa la valigia vicino al divano.
ROSA: (segue) ...Ha fatto bene... ha fatto bene... l’aria del mare le avrà fatto sicuramente bene... ...Se poi le hanno fatto una buona ingessatura... bene, ma se, per caso, è capitato in mano a uno di quei dottorini che mettono lì a far pratica sulla pelle di noi poveri disgraziati... Pensi che la signora Bardi si è ritrovata con la gamba sinistra più corta di due centimetri... Aveva avuto un incidente simile al suo...
Bruno si volta di scatto guardando la donna in modo brusco.
Rosa si ferma, pensierosa, come se avesse avuto una folgorazione.
ROSA: (segue) ...Che coincidenza! La signora Bardi era l’inquilina di questo appartamento, prima che arrivasse lei... Poverina, è morta un anno dopo l’incidente...
Bruno fa un evidente cenno scaramantico.
ROSA: (segue, indicando la parete) …Sono venuti a mettere la tappezzeria. Si sono fermati perché hanno detto che c’è dell’umidità… guardi, si è già staccata… torneranno la settimana prossima…
Rosa prende uno spazzolone dimenticato in un angolo e comincia a pulire il pavimento, intralciando Bruno che cammina per il locale.
ROSA: …Che sbadata, ho dimenticato qui lo spazzolone… (prosegue nel suo discorso) …Non la invidio certo per quello che ha passato, signor Bruno, però devo dire che la trovo veramente bene... Quei due-tre chili che ha perso erano veramente di troppo…
Bruno si guarda intorno un po’ spaesato, come se dovesse prendere nuovamente familiarità con quell’ambiente.
BRUNO: Dieci! Ho perso dieci chili. Non ho più un solo paio di pantaloni che mi vada bene.
ROSA: E’ meglio, è meglio, mi creda! Se il mio povero Augusto, pace all’anima sua, l’avesse perso lui qualche chilo, a quest’ora sarebbe ancora qui… 
Bruno va alla scrivania e guarda alcune carte, mentre Rosa finge di levare un po’ di polvere qua e là. 
ROSA: (segue) La posta l’ho ritirata ogni giorno. E’ tutta lì, sulla scrivania. Le piante le ho innaffiate un giorno sì e uno no e le pulizie le ho fatte due volte alla settimana, anche se non ce n’era bisogno…
La signora Rosa indugia. Bruno è spazientito; non riesce a levarsela di torno. 
ROSA: ...La settimana scorsa hanno fatto, in televisione, la sua commedia: “Lui, Lei, L’altro e, in più, quell’altro”.
Come mi sono divertita! Ho pianto tanto. Sembrava proprio una di quelle telenovelas messicane. Certo che Lei era proprio una strega... (stupita) …Ma come fa a inventarsi certi personaggi…? 
Bruno, quasi al limite della pazienza, squadra la donna dalla testa ai piedi.
BRUNO: (con leggera balbuzie) …Mi gua… mi guardo intorno…! 
ROSA: (stupita) Mi scusi, dottor Bruno, ma non avevo mai notato questo suo piccolo difetto…
BRUNO: Mi ca... mi ca... mi capita da poco prima dell’incidente, soprattutto quando sono ne... ne... nervoso...
Rosa non insiste. Con goffa indifferenza, mette sotto il naso di Bruno un foglietto (il conto) . 
BRUNO: (distrattamente) Ah, già... il conto...
Bruno paga la signora Rosa.
ROSA: Ci sarebbe da pagare il taxi. E’ ancora giù che aspetta... Saranno trentamila lire.
Bruno dà una somma chiaramente superiore alla donna che la intasca senza batter ciglio.
BRUNO: ...Il resto me lo...! 
ROSA: (lo interrompe precipitosamente)... Grazie...grazie... Lei è sempre così generoso... Non finirò mai di ringraziarla...
ROSA: (segue) Com’è la Riviera in questa stagione ? 
Bruno sbuffa vistosamente.
BRUNO:Così così...
ROSA: Il mio Augusto me lo diceva sempre: “Il giorno che vado in pensione ti porto in riviera, a Gennaio, una settimana”... Ce l’ho portato io in Riviera, quando è andato in pensione... In quel cimiterino sopra a Ospedaletti... è così carino... Sarà così contento, anche perché non ci starà solo una settimana... (pausa) ...dimenticavo... La signorina Claudia è passata quasi tutti i giorni a chiedere di lei... anche il signor Gregorio è venuto spesso; si è fatto dare le chiavi ed ogni volta è rimasto qui un paio d’ore: ha detto che doveva controllare delle carte... non so... (indugia ancora) ...Ma perché non ha voluto dire a nessuno dove si trovava... erano tutti così preoccupati... Avrà anche lei le sue buone ragioni... Mi chiami se le serve qualcosa, sono giù in portineria... Si ricordi di ascoltare la segreteria telefonica, ci sono dei messaggi…
La signora Rosa esce. Bruno risponde solo con un cenno della testa e con un sospiro di sollievo. Si guarda ancora intorno, poi mette in funzione la segreteria telefonica per ascoltare i messaggi.
PRIMO MESSAGGIO: (voce uomo, arrabbiata) Bruno! Brunooo...! Ci sei? Rispondi! Sono Gregorio! Ma non dovevi tornare ieri...? Spero che tu abbia approfittato di questo mese di convalescenza per finire il secondo atto. Aspetto ancora due giorni... (ironico - sarcastico) ...Vuoi proprio costringermi a farti causa... (normale) A proposito, siccome non sono quel bastardo che tu credi, e se faccio tutto questo, lo faccio per il tuo bene, ti ho fissato un appuntamento con una persona che ti può dare una mano... Lo so, lo so che non ti muovi di casa; le ho detto di passare da te, nel pomeriggio...
Bruno sbuffa e, con un cenno della mano, manda a quel paese la voce telefonica.
SECONDO MESSAGGIO: Sono Claudia... Spero che dopo questo lungo periodo di isolamento tu abbia le idee un po’ più chiare... Ti chiamo più tardi...magari passo da te, sempre che tu non abbia deciso di prolungare il tuo soggiorno marittimo...
TERZO MESSAGGIO: Ciao, sono la mamma... Bentornato! C’è il figlio della signora Rosa che deve fare un tema sulla seconda guerra mondiale... gli puoi dare una mano...? Lei non osa chiedertelo... Bruno fa cenni eloquenti.
TERZO MESSAGGIO: (segue) ...Anzi, dovresti farglielo tu...
Cenni ancora più vistosi
TERZO MESSAGGIO: (segue) ...Lo sapevo che avresti detto di sì, anche perché le ho già dato la mia parola... I calzini e le mutande portali qui che te li lavo io... Baci baci baci...
Bruno si prende la testa tra le mani.
BRUNO: (arrabbiato) Ho la testa che mi scoppia, quell’imbecille continua a martellarmi per quel cavolo di commedia... e devo pure pensare al tema di quel microcefalo del figlio della portinaia...
Suona il telefono. Bruno indugia, poi risponde con voce camuffata da donna.
BRUNO: Ah... siete lei... Sono Immacolata...la nuova golf del signor Bruno... (pausa) ...Come, cos’è la golf? Come la macchina... no? Lavo i pavimenti, spolvero, qualche volta cucino qualcosa... (pausa) ...Ah... colf, dice lei... Colf... golf ... è la stessa cosa; è che oggi sono un po’ raffreddata... (pausa) ...Va bene riferirò: se non consegna il secondo atto dopodomani gli rompete... (pausa, poi risolino) ...uh... come siete energico... Mi chiami pure Mimì... adoro gli uomini rudi.... riferirò, riferirò...
Bruno riattacca il ricevitore.
BRUNO: Ma vaff...! Entro due giorni il secondo atto... Se non ho scritto neanche il primo! Sono allo stesso punto di due mesi fa...
Bruno, lentamente, si siede alla scrivania e fissa, con sguardo perso, la sua macchina da scrivere.
BRUNO: (segue, alla macchina, con voce suadente) Macchina da scrivere elettronica, ultimo modello, silenziosissima, capacità praticamente illimitata di memorizzare pagine, pagine e... pagine... Non potrei desiderare altro... neanche una bella donna saprebbe darmi di più... (si alza, di scatto, urlando) ...Con quello che ti ho pagato, potresti anche darmi una mano, ogni tanto, no... ? 
Bruno cammina nervosamente avanti e indietro poi, come colpito da improvvisa ispirazione, si siede nuovamente.
BRUNO: ...Potrei scrivere la storia di due che si amano, si vogliono sposare, ma il boss del paese li ostacola perché ha messo gli occhi addosso alla ragazza e la fa rapire...
Dalla poltrona nell’angolo, ancora coperta da un lenzuolo, arriva una voce. 
UNA VOCE DALLA POLTRONA (BRUNO2) : Sì... “I Promessi Sposi 2, la vendetta”...
BRUNO: (spaventato) Chi è...? 
Prende un ombrello dalla parte della punta (come fosse una mazza) e si avvicina alla poltrona.
BRUNO: (segue, con leggera balbuzie) Dai, muo... muoviti, vieni fuori... Attento! Sono a... sono a... sono armato…
Una mano fa cadere il lenzuolo e si scopre colui che, in seguito, risulterà essere Bruno2. 
BRUNO: (segue) Fe... fermati! Cosa vuoi? Non c’è niente da rubare qui...
BRUNO2: (molto tranquillo) Lo so! 
BRUNO: (leggera balbuzie) Avanti, vai via! Per questa volta non chia... non chiamo la polizia... e sei fortunato che non ti metto le mani addo... addosso... ...Sono un esperto di arti marziali...
BRUNO2: (flemmatico) Interessante! Karatè, Aikido o, forse, pratichi il Full Contact...? 
BRUNO: (bluffando chiaramente) Ehm... Tutti e tre... anzi, anche un altro... non mi ricordo bene come si chiama, ma è micidiale... Oggi è proprio il tuo giorno fortunato. Va’ via finché sei ancora in tempo... (con tono da finto “duro incallito”)... Sento che potrei farti del male... ma veramente del male...
Suonano alla porta. E’ Claudia, la fidanzata di Bruno; entra cominciando a parlare a valanga, senza dare a Bruno la possibilità di aprire bocca e, inoltre, sembra non accorgersi della presenza di Bruno2. Claudia non si stupisce dell’ombrello che Bruno tiene in mano; potrebbe sembrare un aiuto per la gamba malferma.
CLAUDIA: Un mese! Trenta giorni senza nemmeno una telefonata.
Bruno2, flemmaticamente, si dirige verso la parete, dietro lo specchio, e scompare attraverso la tappezzeria scrostata. Bruno, esterrefatto, lo segue cercando di passare attraverso il muro, ma batte violentemente la testa contro lo stesso. Claudia continua a parlare, mentre Bruno cerca di capire dove è finito lo sgradito ospite; guarda dietro le quinte, sotto la scrivania ecc…
CLAUDIA: (segue) Se, poi, contiamo il tempo che hai passato in ospedale, i mesi diventano due... E adesso mi vedi qui, come se riprendessimo una litigata interrotta due mesi fa... Quello che mi ferisce di più, è che non mi hai voluto neanche un minuto vicino a te... Avrei passato tutte le notti al tuo capezzale a curarti, accudirti, ma niente... accettiamo anche questa... quindi... vorrei solo riprendere da dove avevamo lasciato... (pausa) ...Posso capire che ci tieni alla tua libertà e che, forse, hai paura di assumerti delle responsabilità... Ti capisco, ti giuro, ti capisco. D’altronde hai i tuoi buoni motivi per essere quello che sei...
Bruno cerca di intervenire, ma riesce a pronunciare solo qualche parola.
BRUNO: (indicando Bruno2) Ma, Claudia... Non vedi...? 
CLAUDIA: (risoluta) Taci!... Quella “santa” della tua ex moglie, per esempio, non ti ha mai reso la vita troppo facile... A proposito; non capisco proprio perché continui a sentirla dopo che ti ha fatto quello che ti ha fatto... ma già... tu sei quello che non chiude mai la porta in faccia a nessuno, quello che vuole rimanere in buoni rapporti con tutte le sue ex perché “in fondo sono parte del mio passato”...; non dici sempre così, o sbaglio ? 
E io cosa dovrei fare...? Forse dovrei diventare anch’io una ex, così, forse, avresti un po’ di tempo anche per me...
Bruno si mette tra Bruno2 e Claudia, come per proteggerla, ma lei lo allontana.
CLAUDIA: ...Non voglio essere patetica, ma ho diritto ad una spiegazione... (con voce tremula) ...Ti ho dato tutto di me, ho fatto progetti, sogni... e poi... non ci pensi a mia madre... ? 
Bruno fa un eloquente cenno con la testa, voltando le spalle a Claudia.
Bruno2, non visto, rientra in scena da dove era uscito, andandosi a sedere sul divano, mentre Claudia comincia a piangere e si siede sulle ginocchia di Bruno2, come se il divano stesso fosse vuota. 
CLAUDIA: (segue) ...Avevamo deciso da un anno... la data... gli invitati... i confetti... (pianto a dirotto) ...Perché non mi vuoi più sposare...? 
Bruno si volta e si accorge che Claudia si è seduta sulle ginocchia di Bruno2. Preoccupato, la prende per un braccio, la fa alzare e si dirige verso il telefono. 
BRUNO: Io chiamo la polizia! 
Claudia, come se credesse che la battuta sia rivolta a lei, gli impedisce di alzare la cornetta.
CLAUDIA: (arrabbiata) Stai tranquillo, non attenterò alla tua virtù... ...Ho capito! Non hai neanche il coraggio di dirmi che non mi ami più...
Bruno, esterrefatto, rimane a bocca aperta; in mano ha ancora l’ombrello con lo scatto automatico che, accidentalmente, si apre. Claudia esce sbattendo la porta. Bruno2 sta per alzarsi, ma si ferma subito; la porta si apre nuovamente: è ancora Claudia.
CLAUDIA: (sempre singhiozzando) ...E poi... Non te l’ha mai detto nessuno che porta sfortuna aprire un ombrello in casa...? 
Claudia esce nuovamente, seguita dallo sguardo attonito di Bruno, mentre Bruno2 si alza e si avvicina a Bruno.
BRUNO: Ti ho detto di non avvicinarti... Guarda che ti colpisco...
Bruno2 si avvicina sempre di più. Bruno chiude frettolosamente l’ombrello e colpisce “l’intruso” su un braccio. Bruno2 rimane impassibile, mentre Bruno accusa il colpo sul suo braccio, lasciando cadere l’ombrello.
BRUNO: Aah... ma che succede? Va bene, prendi pure i soldi... sono in...
BRUNO2: ...In bagno, nella cesta dei panni sporchi...
BRUNO: Ah, li hai già presi...? (tra sé e sé) ...eppure mi sembrava un buon nascondiglio... 
BRUNO2: So molte altre cose di te...
Bruno è rassegnato. Non può liberarsi tanto facilmente dello sgradito ospite.
BRUNO: Non voglio sapere altro ! Te lo dico per l’ultima volta...
BRUNO2:(tono paternalistico) Vedi... tante volte la gente è confusa, non sa più chi è, chi vorrebbe essere... ogni minima cosa sembra un problema insolubile...
BRUNO: ...Ci mancava pure l’apprendista psicologo...! (con pazienza, esausto) ..Senti... sono stanco, pieno di dolori... ...ho voglia di stare da solo...
Bruno prende il portafoglio dalla tasca dei pantaloni.
BRUNO: (segue) ...Se vuoi dei soldi, tieni... basta che te ne vai... Ti giuro che non chiamo la polizia...
BRUNO2: Vedi... in questi momenti può capitare di avere bisogno di aiuto, ma non sempre si trova qualcuno disposto a darci una mano...
BRUNO: (non ha capito nulla) E allora...? 
BRUNO2: Ma sei più duro di quanto credessi...! 
BRUNO: (alzando la voce) Ma quale duro! Parli... parli come un politico dell’ultima ora... ...Ma chi sei, cosa vuoi...? 
Bruno guarda qua e là, anche dietro le quinte.
BRUNO: (segue) Da dove sei entrato ? Le finestre sono tutte chiuse... ...Ho capito! Sei una specie di angelo custode o qualcosa del genere...
BRUNO2:Hai detto una str..., una sciocchezza, ma neanche tanto grande... (pausa) ...qualcosa del genere...
BRUNO: (ironico) Adesso sì che è tutto chiaro...! 
BRUNO2: (paziente) Va bene, va bene ...Vediamo di prenderla alla larga...
BRUNO: (perde la pazienza) Alla larga un bel niente! Dimmi perché non dovrei romperti questo ombrello sulla testa...
BRUNO2: Innanzitutto perché se avessi voluto farti del male te l’avrei già fatto e, poi, perché sono sicuro che ti convenga starmi a sentire... Fai conto che io sia un venditore che vuole illustrarti la sua merce. Sei uno che sa ascoltare, no? Una volta non ti sei forse fatto incastrare, per due ore, da quel tipo che voleva venderti sei volumi su “Maglia e uncinetto per soli uomini”... Meno male che non ci sei cascato...! 
BRUNO: (deciso) E’ vero ! (improvvisamente dubbioso-leggera balbuzie) ...Ma tu... come fai a saperlo... ? 
BRUNO2: Prendiamola alla larga, dicevo... Scommetto, anzi, sono sicuro che ti piace il cinema.
BRUNO: Certo! 
BRUNO2: E sono altrettanto sicuro che ti piacciono i film d’avventura, d’azione; gli interpreti più audaci, da quelli del muto, come Douglas Fairbanks...
Bruno2 prende l’ombrello, come fosse un fioretto, e mimando l’azione di uno spadaccino va all’attacco di Bruno che si “difende” con un bastone che trova a portata di mano.
BRUNO: (sognante) ...”Il segno di Zorro”...
BRUNO2: ...”Il ladro di Bagdad”...
BRUNO: ...”Il prigioniero di Zenda”... Chi se li scorda...! 
BRUNO2: ...E tutti gli altri attori che sono seguiti; John Wayne...
BRUNO: ...Clint Eastwood...
BRUNO2: ...Harrison Ford, con il suo Indiana Jones...
BRUNO: ...Silvester Stallone...
BRUNO2: Arnold Schwarzenegger... giusto per prenderne qualcuno così, a caso...
Il “duello” termina.
BRUNO: Ho capito! Vuoi vendermi un’enciclopedia sulla storia del cinema; dal muto ai giorni nostri...
BRUNO2: (proseguendo nel suo discorso) Bene...! Quasi tutti questi grandi attori, per apparire così forti ed invincibili, hanno sempre avuto bisogno di personaggi, a volte oscuri e ignoti al grande pubblico, che li sostituissero nelle scene più pericolose...
BRUNO: (ironico) Volume secondo: “Controfigure ed Effetti Speciali”...
BRUNO2: Bene ! Anche se fai della facile ed inutile ironia, almeno hai capito...
Una controfigura interviene quando il protagonista è in difficoltà e gli evita brutte figure... Ma ciò non è detto che avvenga solo nei film...
Bruno sorride, facendo il finto disinvolto, guardandosi intorno con fare indagatore.
BRUNO: (ridacchiando) Ci sono! Dov’è... dov’è...? 
BRUNO2: Dov’è cosa..? 
BRUNO: Su, dai, ho capito...! La telecamera...
BRUNO2: La telecamera? 
BRUNO: Ma sì... è una candid camera o qualcosa del genere... Scommetto che è stata un’idea di quel cretino di Gregorio, per fare un po’ di pubblicità alla mia nuova commedia...
BRUNO2: (sconsolato) Per farla breve... Io sono te... tu sei me... cioè... noi siamo... io... ! Chiaro ! 
BRUNO: (leggera balbuzie) Questo è sce... è scemo ! (assecondandolo, come fosse matto) Certo... certo... come, del resto, quello sono quegli altri che, allo stesso tempo, credono di essere loro, mentre potrebbero essere essi stessi che immaginano di essere lui che, in fondo, sono me... (pausa) ...Sei, forse, un fantasma...? Il fantasma della signora Bardi... certo... la vecchia inquilina... Stai cercando di reincarnarti e provi a mostrarti come uomo per vedere che effetto fa...
BRUNO2: (con precisione matematica) Avevamo dieci anni. Camaiore : “Bagni Enzo”. Abbiamo spiato la figlia del bagnino mentre si metteva il costume. Il padre ci ha scoperto e ci ha preso a sberle.
BRUNO: E chi se la dimentica...! Ne valeva la pena, però...! 
BRUNO2: Primo amore: terza media; tal Lidia. Più che platonico. Secondo amore: terza liceo; tal Augusta. Come sopra. Terzo amore: quinta liceo; tal Rosanna. Breve e pudico bacio sulla bocca. Quarto amore: secondo anno di università; tal Giulia. Petting approfondito. Saltiamo, per decenza, gli altri fallimenti e ricordiamo il primo rapporto completo con tal Barbara, durata trenta secondi e due decimi, e il matrimonio-fallimento con Elena. Segni particolari: verruca sotto il piede destro, voglia di fragola sulla chiappa sinistra, quattro denti ricoperti, un ponte e obbligo di portare le lenti durante la guida...
Bruno, camminando lentamente per la stanza con aria sbigottita, va a sbattere contro la scrivania.
BRUNO2: ...E non solo durante la guida...
Bruno rimane a bocca aperta. Suona il telefono. Bruno2, come se fosse naturale, risponde.
BRUNO: Cosa fai...? Aspetta! 
BRUNO2: (con sicurezza, quasi con arroganza) Pronto ? 
Ah... caro Gregorio... Avevi capito che ero io con la voce camuffata... bravo... bravo, sei sempre acuto... (ascolta, poi risponde con durezza) ...A chi.. a chi...? ...Ma quale causa...! 
Bruno ascolta a bocca aperta, si mette le mani nei capelli e, con gesti, cerca di far capire a Bruno2 di essere più accomodante.
BRUNO2: ...Innanzitutto, tra due giorni non ti do un bel niente... Tra due settimane ti porto il primo e il secondo atto... e voglio trovare l’anticipo, altrimenti mi trovo un altro agente...
Bruno2 sbatte la cornetta del telefono.
BRUNO: Ma cosa hai fatto! 
Non posso permettermi di perdere questo lavoro..
BRUNO2:Smettila di piagnucolare...Ha detto che aspetta anche tre settimane...e domani ti manda l’assegno... (in tono di rimprovero) …Possibile che tu non abbia un minimo di... di ...di palle...! ...E, poi, smettila con quel patetico zoppicare e con quel ridicolo balbettare... ormai non hai più niente, vuoi solo continuare a farti compatire...
Bruno accenna qualche passo e, in effetti, si muove senza zoppicare; inoltre, d’ora in poi, non balbetterà più.
BRUNO: (accenna uno scioglilingua)… Trentatrè trentini…
(pausa) ...Ma... veramente...
Suona nuovamente il telefono.
BRUNO2: Posso...? 
BRUNO: (rassegnato) ...Ormai...
BRUNO2:Ah... è ancora lei, signora Rosa...Sì... sì, mia madre le ha detto che...sì... il tema di suo figlio.... Ma perché non me l’ha detto direttamente lei...? Ma no...! Si vergognava... (ascolta) ...Può dire a suo figlio che il tema se lo può mettere in...
Bruno corre al telefono e strappa la cornetta dalle mani di Bruno2.
BRUNO: ...Se lo può mettere in... in cantiere da solo... cioè... può cominciarlo da solo... poi glielo rivedo volentieri.... Mi scusi, ma devo scappare... arrivederci... (rivolto a Bruno2) ...Con la signora Rosa, no! La conosco da troppo tempo... e mi fa le pulizie quasi per niente...
BRUNO2: ...Ma non conosce ancora me...! 
BRUNO: (tra sé e sé) Un momento... La signora Rosa non si è neanche accorta che prima parlavi tu e poi io... ha continuato come se nulla fosse... e poi... Claudia... come se non ti avesse visto... Allora... tu... io... noi...
BRUNO2: Duro di testa eh...! E’ da quando sono arrivato che te lo ripeto...! 
BRUNO: Ammettiamo, per un momento, che sia come dici tu... Non dovresti somigliarmi..? Almeno un po’...
Bruno e Bruno2 si pongono ai lati opposti dello specchio, l’uno di fronte all’altro. Bruno fa delle smorfie, alle quali Bruno2 risponde specularmente.
BRUNO2: ...E’ come... quando un animale si vede riflesso in
uno specchio; cerca di captare gli odori di quel suo simile... (mima l’azione) ...ma... niente... non riesce ad identificarlo... (pausa) ... diciamo che non mi riconosci... così come, ognuno di noi, fa fatica a riconoscere la propria voce quando la riascolta su un registratore... E poi, in fondo, diciamo la verità, mi vedi come ti piacerebbe essere realmente...
BRUNO: E tu pensi che a me piacerebbe essere un... un “coso”... come te...? 
BRUNO2: ...E chissà quanti altri... “cosi” dovrai vedere... Non sono mica finite qui le sorprese...! 
Suonano alla porta.
BRUNO: (confuso) Posso aprire io...? 
BRUNO2: Certo, certo! ...Ormai dovresti aver capito che mi puoi vedere solo tu...
Bruno apre. E’ Gregorio, l’impresario. Il suo tono è assolutamente diverso da quello che aveva durante la registrazione del messaggio lasciato sulla segreteria telefonica.
E’ visibilmente ubriaco e si capisce che, per lui, non è uno stato occasionale.
GREGORIO: Scusami se mi sono precipitato così, senza avvisarti, ma ero preoccupato... Devo dire, però, che mi ha fatto quasi piacere sentirti così combattivo, come ai vecchi tempi... Ti trovo veramente bene...
BRUNO: Siediti pure...
Bruno2 è seduto sulla poltrona e Gregorio gli si siede sopra, come se nulla fosse. Bruno fissa i due, stupito della mancata reazione di Gregorio che prova un certo imbarazzo nell’essere scrutato così attentamente.
GREGORIO: (titubante) ...vedo che la tua gamba è perfettamente guarita... (pausa) ...Ti chiedo scusa se negli ultimi tempi sono stato un po’ brusco, ma cercavo solo di darti una scossa, di farti reagire. Da quanto tempo sei in questo stato...? 
BRUNO: Tu, da quanto tempo sei in questo stato... Non ti ho mai visto così, prima… 
GREGORIO: (segue) ...Già prima dell’incidente mi sono accorto che c’era qualcosa che non andava in te... Quando sei uscito dall’ospedale, speravo che un mese, lontano da tutto e da tutti, ritemprasse la tua creatività, ma... niente! Eppure tutti continuano a chiedermi di te e delle tue nuove commedie... E io non so che dire! “E’ in un momento di riflessione ma, abbiate pazienza, presto tornerà a stupirvi”... Non posso tenerli buoni all’infinito...! 
Gregorio si agita sulle ginocchia di Bruno2, come se la poltrona non fosse comoda, e si alza.
GREGORIO: (segue) Preferisco stare in piedi, questa poltrona deve avere una molla rotta...
Gregorio si muove per la stanza come se fosse a casa sua: mette le mani dappertutto, si versa da bere, curiosa fra le carte sulla scrivania.
Bruno2 si alza e segue Bruno, che cammina avanti e indietro, ripetendone i movimenti.
GREGORIO: (segue) ...Ci conosciamo da tanto, vero... ? 
Bruno2, non sentito da Gregorio, anticipa le risposte che Bruno, poi, “corregge”.
BRUNO2: Da troppo ! 
BRUNO: Non saprei... Da molti anni...
GREGORIO: Abbiamo sempre lavorato insieme, vero? 
BRUNO2:Noi scrivevamo e tu intascavi...
(a Bruno) 
Prova a chiedergli a quanto ha venduto l’ultima commedia e quanto ha intascato lui! 
BRUNO: (imbarazzato) 
Ehm... sì... però ci sono alcuni aspetti che non abbiamo mai chiarito...
GREGORIO: Ma cosa c’è da chiarire? Abbiamo trovato la formula vincente: tu scrivi quello che il mercato richiede e io vendo quello che questo fottutissimo mercato vuole...
BRUNO: E’ proprio questo che non mi va più bene. Non ne posso più di scrivere gag per dementi o testi da avanspettacolo... con tutto il rispetto per l’avanspettacolo... quello vero.
GREGORIO:E bravo! Ti metti a sputare nel piatto in cui hai mangiato fino ad ora... Non essere ingrato! Ti sei dimenticato quanto successo e quanti soldi ti hanno dato “La figlia del peccato”, “La figlia della figlia del peccato” e “Il ritorno della figlia della figlia del peccato”... Hai avuto, poi, la fortuna di avere qui vicino la signora Rosa che è un campione del tuo pubblico medio, più attendibile di qualunque sondaggio... Come si fa a dare un calcio alla fortuna, come fai tu... ? Pensa se tutti facessero come te...
BRUNO: ...Un momento... un momento... Basta con questa storia del “se tutti facessero come te...”! Se tutti facessero come me, sarebbe irrilevante se io mi comportassi in maniera differente dagli altri, così come sarebbe altrettanto irrilevante se tutti si comportassero come me e io in un altro modo. In ogni caso sarei uno tra la moltitudine... Il mio comportamento sarebbe sempre ininfluente.
GREGORIO: (perplesso) Non ti seguo, forse mi sfugge qualcosa...
BRUNO2:( a Bruno) Non ti mettere a fare l’idealista. Ha ragione lui! Digli solo che vuoi una percentuale più alta. Vedrai che accetta qualunque cosa... E’ disperato ! Se non vende i tuoi lavori fallisce da un giorno all’altro... 
GREGORIO: (serio) Vedi, Bruno, è un momento molto difficile, per me, e anche per te, s’intende... Il nostro è un settore che, ormai, è perennemente in crisi... abbiamo la fortuna di avere una nostra piccola nicchia sicura che può darci ancora tante soddisfazioni...
BRUNO2:...Soprattutto economiche ! 
GREGORIO:...Morali e, perché no, anche economiche... Non buttare tutto al vento... (imbarazzato, guarda l’orologio) ...Te l’ho già detto che sono preoccupato per te...
BRUNO2:...Per le tue tasche...! 
GREGORIO:Ho cercato qualcuno che ti possa dare una mano che ti possa aiutare ad uscire da questo tunnel del quale ti senti prigioniero... In un primo tempo avevo pensato di rivolgermi ad un sensitivo, lo sai che sono sempre stato attratto dal mondo dell’occulto, e lo avevo anche trovato: il famoso mago Nadir: (con enfasi) “Guarisce con le mani... cura con le parole... aiuta con lo sguardo...”
BRUNO2:...E prende per il culo! Ma, per piacere..! 
GREGORIO:Poi mi sono ricordato che tu sei piuttosto scettico, allora ho pensato che sarebbe stato meglio...
Suonano nuovamente alla porta. Bruno va ad aprire e si trova di fronte una giovane donna dall’aria molto sicura di sé (La psicologa) .
La donna veste in maniera elegante e indossa un paio di occhiali che le conferiscono un’aria molto “professionale”.
PSICOLOGA:Mi scusi per il ritardo... c’era un traffico...
BRUNO:Veramente... non credo di ricordare...
GREGORIO:Ma sì, Bruno, è la dottoressa di cui ti parlavo... (alla psicologa) Si accomodi, prego...
La psicologa sta per sedersi sulle ginocchia di Bruno2 che si alza appena in tempo.
BRUNO:Ma... quale dottoressa...? 
BRUNO2:Ma non hai ancora capito! (all’orecchio di Gregorio) ...Questo imbecille crede che tu stia perdendo qualche rotella per strada...
BRUNO:(a Bruno2) Forse non hai tutti i torti...
GREGORIO:Lo sapevo che avresti capito! La dottoressa è una delle più apprezzate psicanaliste che ci siano. Confidati...! Non avere alcun timore... Vedrai, ti sentirai subito sollevato... Allora, me ne vado. Vi lascio soli... No, no... non accompagnarmi, conosco la strada...
BRUNO2:Me ne vado anch’io, non riesco a sopportare queste buffonate. Gregorio esce dalla parte della porta d’ingresso, mentre Bruno2 esce dalla parte opposta, dietro una quinta. La psicologa si alza con decisione, spinge Bruno per le spalle e lo costringe a sedersi.
BRUNO:Ma io non ho bisogno di niente... Non per offenderla, ma penso che sarebbe meglio soprassedere... non vorrei farle perdere tempo...
Bruno sta per alzarsi, ma la psicologa, con decisione, lo spinge nuovamente sulla poltrona.
PSICOLOGA:(come se ripetesse una lezione a memoria) Lo so, lo so... dicono tutti così... Vede, in questi anni ho avuto modo di sperimentare, nelle analisi con i miei pazienti, delle terapie ispirate, non ad una sola scuola psicanalitica, ma... come dire... che fossero il frutto... la somma...di diverse correnti di pensiero; così, alle teorie junghiane e freudiane, ho cercato di affiancare alcune esperienze adleriane, integrate con interessanti elaborazioni gestaltiche, che non mi sarebbero servite a niente se non le avessi lette alla luce degli illuminanti concetti psicoanalitici che sono, poi, fondamentali per una lettura cognitiva che non permette di prescindere dai concetti del comportamentismo che potrebbero influire, e questa è una mia personale deduzione, sulle principali e ben collaudate teorie della psicosomatica se non, addirittura, sulla struttura portante del pensiero rogersiano... (cambia tono) ...Avrà, sicuramente, sentito parlare di questi fondamentali concetti psicologici...
BRUNO:(un po’ stordito)... Veramente sono solo un po’... astigmatico, ipermetrope e a volte, ma raramente, meteoropatico...
PSICOLOGA:(come se non lo avesse sentito) Ho saputo che è reduce da un brutto incidente. Com’è andata? 
BRUNO:Non ricordo molto...
PSICOLOGA:Sembra, comunque, che questo suo stato di apatia non sia da mettere in relazione con i postumi dell’incidente. Si ricorda quando ha accusato i primi sintomi? 
BRUNO:Non saprei... La separazione con Elena... Claudia che pensa solo a piazzarsi in pianta stabile a casa mia... Un lavoro che non ha più niente di creativo, ma che è solo una serie di luoghi comuni ripetuti all’infinito e, per finire, come se non bastasse... (pausa, poi timoroso) ...c’è un... un... uno, come dire... un tipo... un uomo... ...no, niente, non ha importanza...
PSICOLOGA:Non abbia timore! Vuole dirmi, forse, che ha una relazione con un altro uomo... Non la giudico e non mi meraviglio di niente...
BRUNO:A chi...? Ma quale relazione...! 
PSICOLOGA:Non si lasci sopraffare dai sensi di colpa... Se la sua natura è questa, la assecondi... Non si vergogni! 
BRUNO:Non ho nulla di cui vergognarmi...! (pausa) ...Qui, in casa mia, c’è un... un altro... un altro me stesso...
La psicologa si cala gli occhiali sul naso e guarda Bruno con attenzione.
PSICOLOGA:Si spieghi meglio.
BRUNO:(ironico) Ha presente me...? Mi vede? Ecco... faccia conto di vederci doppio! 
PSICOLOGA:(comincia ad eccitarsi) Sarebbe a dire che è come se lei vedesse la sua immagine riflessa in un specchio.
BRUNO:Non esattamente! Quello lì non ha nulla a che fare con me... Non mi somiglia neanche un po’...
PSICOLOGA:(con un grido di meraviglia) Cosa...? Ma è fantastico! Sono anni che attendo di affrontare un caso come il suo...! (tra sé e sé)... Dio mio ti ringrazio...! 
BRUNO:(seccato) Non vedo cosa ci sia di fantastico. E’ solo da pochi minuti che ce l’ ho in casa e già non ne posso più...
PSICOLOGA:(euforica) TPM...TPM... fantastico...TPM...! 
BRUNO:(confuso) Prego...? 
PSICOLOGA:TPM : Turbe da Personalità Multipla... Mi scusi, ma sono casi così rari... da manuale… Ogni psicanalista vorrebbe affrontarne almeno uno, nella sua carriera... Come posso spiegarle...? Sarebbe come, per un ufologo, avere un incontro ravvicinato del terzo tipo o, per uno spiritista, la materializzazione di un ectoplasma...
BRUNO:...O, per Dracula, essere nominato presidente dell’AVIS...
PSICOLOGA:Si metta più comodo... si sdrai...
Bruno si sdraia sul divano e la psicologa si siede sulla poltrona al suo fianco.
PSICOLOGA:Adesso chiuda gli occhi e si rilassi... Il suo è un caso molto interessante perché, di solito, nelle Turbe da Personalità Multipla, il soggetto assume diverse identità che non interagiscono l’una con l’altra, anzi, si ignorano reciprocamente... La sua è una variante rarissima...
BRUNO:(ironico) Ma come sono fortunato...! (nuovamente preoccupato) ...Ma è così vero, reale... in carne e ossa...
PSICOLOGA:Vede... Lei è una persona con una grande immaginazione; il suo lavoro la porta... come dire... ad essere preda di una specie di “schizofrenia controllata” per creare nuovi personaggi ed è naturale, perciò, che lei viva in maniera così “fisica” questa esperienza, una volta che non è più in grado di controllare appieno le sue emozioni...
Vorrei tentare una terapia che non uso spesso: l’ipnosi. Potrò giungere più direttamente alle cause del suo problema...
BRUNO: Non se ne parla nemmeno! Voglio essere sempre ben sveglio quando si fa qualcosa su di me.
PSICOLOGA: Non deve temere...! Non farei nulla che possa nuocerle... e poi nessuno potrebbe convincerla, anche sotto ipnosi, a fare qualcosa che lei profondamente non vuole o che vada contro i suoi principi morali...
BRUNO:(riluttante) ...Proviamo anche questa...! 
La psicologa si avvicina a Bruno e gli parla fissandolo negli occhi.
PSICOLOGA:Si rilassi... Le sue palpebre sono pesanti, sempre più pesanti; l’aiutano a dividere la realtà... si stacchi dalla realtà e lasci che, a poco a poco, quella dentro di lei si rafforzi... Userà bene la sua fantasia, la sua immaginazione, per vivere in questa sua realtà interiore, esperienze passate, ricordi che, sicuramente, si agitano dentro di lei. Inizi il suo cammino lasciando che i suoi muscoli si facciano man mano più pesanti, per avviarsi verso il loro rilassamento...
Bruno2 entra in scena muovendosi e comportandosi a seconda di tutto quello che la psicologa dice, durante lo stato di ipnosi di Bruno.
PSICOLOGA: ...Osservi le gambe... le braccia... Lasci che si facciano pesanti e proietti quelle sensazioni che conosce... il piacevole calore, il rilassamento, il distacco da ogni tensione... osservi i suoi organi interni... Il suo respiro è calmo e regolare... Lei cammina su un sentiero e si dirige verso degli alberi... finché non si ferma davanti ad uno di loro... grande, maestoso... attira la sua attenzione...
Bruno2 mima l’azione di calpestare “qualcosa” di indesiderato. Si pone dietro a Bruno, che ha gli occhi chiusi, e risponde come se fosse l’inconscio che la psicologa ha “risvegliato”.
BRUNO2: Ma, porca miseria... proprio dove passano le mucche, doveva mandarmi...
PSICOLOGA: Interessante questo fatto delle mucche... Cosa rappresenta la mucca, per lei... sua madre, forse...
BRUNO2:(arrabbiato) Rappresenterà te! Come ti permetti! 
Bruno2 mima l’azione di “pulirsi” le scarpe sul tappeto.
PSICOLOGA:(cambia bruscamente discorso) ...Mi parli dell’incidente...
BRUNO2:(indicando Bruno) E’ tutta colpa di quest’imbecille.
PSICOLOGA:(vede solo Bruno, ma ascolta Bruno2) Quindi lei non c’entra niente...
Ma sa cosa è successo...? 
BRUNO2:Certo che lo so, ma non posso dirglielo a questo cretino! Un rettilineo largo, lungo... visibilità ottima... traffico, praticamente inesistente: velocità moderata... Ai lati della strada un leggero avvallamento; per fortuna che non c’era una scarpata, altrimenti...
PSICOLOGA:Perché è uscito fuori strada...? 
BRUNO2: Perché... perché... Perché questo cretino non è capace di guidare... Una curva... un po’ di ghiaia sull’asfalto e...
Bruno2 si rotola per terra, come se mimasse la macchina che capota.
BRUNO:(urlando) AAAhh... ahi... ahi... (silenzio improvviso) 
PSICOLOGA: Si calmi, si calmi. Non è successo niente. Adesso le dirò una parola ed ogni volta che lei la sentirà, da sveglio, cadrà in un dolce stato di sonno rilassante... (riflette un attimo) ACRONIMO: un nome insolito e dal suono, forse, duro e poco piacevole, ma che la riporterà a contattare quella parte dura e inaccessibile della sua personalità che lei, continuamente, rifugge... ...Quando, poi, la toccherò su un braccio, o chiunque altro la toccherà, in modo che il suo risveglio non dipenderà esclusivamente da me, lei tornerà nuovamente in sé, fresco, rilassato e di buon umore... dimenticando la durezza di questo nome... (scandisce la parola) A-C-R-O-N-I-M-O (lo tocca su un braccio).
Bruno apre gli occhi. Bruno2 è alle sue spalle.
BRUNO:Ah, come mi sento bene! Ha scoperto qualcosa di interessante? 
PSICOLOGA:Lei è un soggetto molto interessante; col tempo, e seguendo una serie di esercizi di preparazione, potremo approfondire queste tecniche. Comunque una spiegazione c’è... Ha letto “Il ritratto di Dorian Gray”? 
BRUNO: No! 
PSICOLOGA: E “Il dottor Jeckyll e Mr. Hide...? 
BRUNO:No, però ho visto il film...
PSICOLOGA:Il suo caso è simile a quello di questi due personaggi... In pratica lei ha somatizzato il suo problema. Quanta gente somatizza le proprie ansie in un ulcera, in un mal di fegato...
BRUNO:Ma dovevo somatizzare proprio uno così brutto... non mi somiglia neanche un po’...
BRUNO2:Ha parlato Mister Universo...
Bruno vede Bruno2 e lancia un urlo.
BRUNO:È qui... ‚ qui...
Bruno si alza di scatto e si mette al riparo dietro la sedia della psicologa.
PSICOLOGA:Stia tranquillo, non c’è nessuno... Lei deve imparare convivere con la sua Ombra... e badi bene che potrebbe non essere la sola... Scoprirà... di avere diverse personalità... nel suo intimo più profondo; potrebbe trovarsi ad avere a che fare con un bambino capriccioso, con un demone spaventoso, con la sua parte femminile e chissà con quante altre parti del suo inconscio...
Bruno2 cammina, girando intorno alla sedia della psicologa, mentre Bruno si allontana.
BRUNO2:...Mica male... Che ne diresti di provarci...? 
BRUNO:Che cavolo stai dicendo...? 
PSICOLOGA:Stia calmo... Capisco la sua reazione, ma...
BRUNO:No, no... non dicevo a lei...
BRUNO2:...Secondo me ci sta. Dai, muoviti, imbranato! 
BRUNO:Avrei voglia di spaccarti la faccia... 
PSICOLOGA:Non serve a niente scaricare la sua aggressività.. su di me...
BRUNO:Ma no! Dico a lui... Possibile che non lo veda... é lì‚ vicino a lei...
Bruno cerca di dare prima uno schiaffo, poi un calcio a Bruno2 che reagisce “specularmente” e “in sincrono” come se un filo legasse gli arti dei due. Solo Bruno accusa i colpi. La psicologa non si scompone e cambia discorso.
PSICOLOGA:(bruscamente) Mi dica, ha avuto problemi con sua madre? 
BRUNO2:(deciso) No! 
BRUNO: ...Sì... (guardando Bruno2) ...Cioè... no, forse...
PSICOLOGA: ...E con suo padre? 
BRUNO2: Sì! 
BRUNO:...No, o forse sì...
PSICOLOGA: Mi dica un colore che le piace...
BRUNO2:Giallo! 
BRUNO:No! Blu, io odio il giallo...
PSICOLOGA:Perché‚ ha detto che odia il giallo...? 
BRUNO:Perché‚ piace a lui... (indicando Bruno2) 
PSICOLOGA:Ah... lui... che è sempre qui, vero...? 
BRUNO:(quasi seccato) Certo, eh... 
La psicologa guarda dalla parte opposta rispetto a quella di Bruno2 che si sbraccia come se volesse farsi notare.
PSICOLOGA:Vedo... vedo...
BRUNO2:Ehi... di qua, da questa parte... sono qui...
BRUNO:Ma come fa a non vederlo...! E’ proprio lì, alle sue spalle. Eccolo, eccolo... senta il suono di due sberle sulla sua faccia...
Bruno cerca di dare due schiaffi a Bruno2 che si sposta leggermente. Bruno barcolla, perdendo l’equilibrio.
PSICOLOGA:Io vedo solo che lei si agita, come se volesse prendere delle farfalle... (con enfasi) ...Le farfalle della sua memoria...
BRUNO:Siete tutti d’accordo. Volete farmi passare per matto.
BRUNO2:Non dire cretinate. Hai mai raccontato a nessuno della figlia del bagnino... a Camaiore...? 
BRUNO:(perplesso) ...No... 
BRUNO2:E allora...? Come potrei sapere tutti i tuoi segreti più intimi...? 
Bruno, demoralizzato, si siede pesantemente sul divano.
PSICOLOGA:Si sfoghi, si sfoghi pure... (pausa) Torniamo a quanto mi diceva sui colori... interessante... Parlando per metafora, penso che lei dovrebbe cercare di apprezzare il verde che altro non è che la somma del giallo e del blu... In altre parole, il suo Io deve trovare una dimensione che è a metà strada tra il giallo e il blu... in equilibrio...
Entrambi in tono crescente.
BRUNO:Blu! 
BRUNO2:Giallo! 
BRUNO:Blu! 
BRUNO2:Giallo! 
I due si alzano, continuando ad urlare ed escono di scena.

BUIO E STACCO TEMPORALE.

La scena si illumina nuovamente. E’ vuota. Bruno rientra a casa. Ha in mano una busta che sta aprendo. C’è l’assegno di Gregorio.
BRUNO:(legge il biglietto) “Quindici milioni, come acconto, per dimostrarti la fiducia che ho in te... (riferito a Bruno2) Quel figlio di..., scusa mamma, aveva ragione...
Bruno si siede alla scrivania.
BRUNO:(segue) Sarà.. meglio cominciare a scrivere qualcosa...
Bruno, con sorpresa, vede che sulla scrivania ci sono dei fogli già scritti.
BRUNO:(segue) Che roba è questa...? (legge ad alta voce) “...La vide improvvisamente, bionda, con due occhi che avrebbero accecato chiunque; e con quegli occhi lei lo fissò così intensamente che…”
Bruno2, travestito da donna e mimando la scena, gli si avvicina. Bruno lo vede nel momento in cui Bruno2 lo fissa.
BRUNO:(ormai abituato alla presenza di Bruno2) Come ti sei conciato…? 
BRUNO2:(voce da donna, in falsetto) Esagerato...! Sono sempre io, no...? 
BRUNO:Come ti sei combinato...? 
BRUNO2:Che domande...? Sono la tua parte femminile...
BRUNO: Che schifo...! 
BRUNO2:Sei bello tu...! 
BRUNO:Posso anche ammettere di avere una parte femminile, ma non un... un... mignottone...
BRUNO2:Dovresti ringraziarlo questo mignottone... (prende in mano i fogli) ...da dove pensi che arrivino questi...
BRUNO:Sei stato tu? 
BRUNO2:(con voce normale) Tu... io... non stiamo a sottilizzare... Sbloccati, non essere sempre così tutto d’un pezzo... per fortuna che ci sono io... Devi essere più elastico. Non riuscirai a scrivere mai niente se non la smetti ad intestardirti su quelle “cazzate d’autore” che ti sei messo in testa di voler scrivere... (indicando l’assegno) ...É solo questo che conta! Guarda Gregorio: è bastato dargli quattro battute riciclate, vecchie, sentite e strasentite, per fargli scucire su due piedi un assegno che, se fosse stato per te, forse, avresti visto l’anno prossimo... 
BRUNO:...Ma, smettila, per piacere...! Mi rifiuto di credere che questa spazzatura possa funzionare... Ci vogliono cose originali... (come colpito da un’idea folgorante) Ecco! 
“Lui e lei... si stanno per sposare... Lui viene ucciso, ma rimane vicino a lei, come fantasma, perché lei è in grave pericolo di vita...” (con enfasi) ...Una storia d’amore al di là del tempo e dello spazio...
BRUNO2:(ironico) ...E magari lo intitoli “Ghost”...
BRUNO:(con naturalezza) Perché‚ no...? O, forse, è meglio “Fantasma”! Odio le americanate...
BRUNO2: ...Se vuoi cose assolutamente originali, cercale dentro di te, pensa ai tuoi sogni, ai tuoi desideri... pensa, ad esempio, a qualcosa che avresti voluto fortemente e che non sei riuscito ad ottenere...
BRUNO:(distrattamente, sottovoce) ...Un figlio...
BRUNO2:...Come. 
BRUNO:(urlando) ...Un figlio! Non ci senti...? Avrei voluto essere padre...
Bruno2 prende da un angolo della scena uno straccio (tipo mocho vileda) e lo mette in testa a Bruno a mo’ di parrucca.
BRUNO2: ...O, forse, madre; per soddisfare la tua parte femminile.
BRUNO:...Ma non eri tu la mia parte femminile...? tutto sommato non sei niente male, sai...? 
Bruno si libera solo la fronte, come se fosse normale avere quella strana parrucca.
BRUNO:(sognante, tra sé e sé) ...Mi sarebbe piaciuto tenere tra le braccia un esserino...
BRUNO2:...Che ti piscia continuamente addosso...
BRUNO:..Imboccarlo amorevolmente...
BRUNO2:...Cambiargli continuamente i pannolini pieni di mer...
BRUNO:...Mercoledì e Venerdì, quando sarebbe stato più grandicello, s’intende, l’avrei portato in piscina...
BRUNO2:...Per avere, poi, la casa piena dei suoi amichetti; ragazzini pestiferi che ti salgono con le scarpe sul divano o ti mettono le mani, sporche di marmellata, sulla commedia che hai appena finito di scrivere.
BRUNO:...Quando sarebbe stato più grande, poi, sarei stato il suo miglior amico; l’avrei guidato, consigliato...
BRUNO2:...Certo! Avresti passato la tua vita tra angosce, ansie, controllando che non fumasse cose strane o temendo che potesse prendere qualche malattia ancora più strana... Ma, scusa, in tutto questo tuo fantasticare non ti sembra che manchi qualcosa...
BRUNO:Cosa? 
BRUNO2: Una madre!Una donna! Non so se ti è chiaro il concetto... (mima le fattezze femminili) ...Quegli esseri simili a noi, ma molto più attraenti, con qualcosa in meno, meglio così, e qualcosa in più, grazie al cielo...! 
BRUNO: ...Forse hai ragione tu... Se penso che un mio figlio avrebbe potuto somigliare, anche lontanamente, a te, è meglio che non sia diventato padre ...(pausa)... E neanche madre...
Suonano alla porta: è ancora Claudia. Entra a testa bassa senza notare che Bruno ha lo straccio sulla testa. Ripete il suo ritornello.
CLAUDIA:...Non vorrei sembrarti patetica, ma una spiegazione potresti almeno... dar...me..la...
Claudia alza la testa (logicamente non vede Bruno2) e vede Bruno con lo straccio in testa. Lentamente si gira su sé stessa e ritorna verso la porta per uscire.
CLAUDIA:...Ma, se vuoi, me la puoi dare un’altra volta...
BRUNO:(balbettando) ...Stavo facendo le pulizie..
Claudia sta per uscire, senza che Bruno possa spiegarsi.
BRUNO2: Fermala! (con enfasi) Ferma l’ipotetica madre dei tuoi figli. Ferma colei che potrà... evitare che tu diventi un altro Geppetto...
BRUNO: (si leva lo straccio) Claudia! 
CLAUDIA: Forse hai ragione tu! 
Non sei ancora maturo per una relazione stabile...
BRUNO2: Ci parlo io! Fammi venire fuori... Acronimo, acronimo...
BRUNO: Ma cosa stai dicendo? 
CLAUDIA:(crede che Bruno parli a lei) Ma non ti vedi? Guarda come sei ridotto...
BRUNO:(a Bruno2) Cos’è questa storia dell’acronimo? 
BRUNO2:(tra sé e sé) Non funziona... Se lo dico io, non funziona...
CLAUDIA: Te lo chiedo io: cos’è questa storia dell’acronimo...? 
Alla parola “acronimo”, Bruno2 prende il posto di Bruno (invisibile a Claudia) che, invece di cadere nello stato di trance ipnotica assiste, al dialogo tra i due, da spettatore impotente. I due si sono scambiati i ruoli. Bruno2, persa l’indecisione di Bruno, agisce con risolutezza.
BRUNO2:(con enfasi) ...La verità è che straparlo. Sei tu che mi fai straparlare, il tuo profumo mi inebria, la tua voce mi fa impazzire...
BRUNO:Ma sei matto! Non ho mai detto queste cose a nessuno; neanche alla fotografia di Brigitte Bardot dei tempi migliori…
CLAUDIA:(esterrefatta) Bruno...! Io... io... quasi non ti riconosco...
BRUNO: Certo che non lo riconosci! Non sono io. Guarda che occhi da pesce lesso...
CLAUDIA: Nel tuo sguardo c’è qualcosa di diverso... Una sicurezza, una fierezza che non ho mai visto prima d’ora...
Bruno2 si avvicina Claudia, le prende le mani tre le sue, parlando come un divo del cinema.
BRUNO2:(voce impostata) In questo momento sento che niente mi è impossibile, potrei rapirti, portarti in cima al mondo e, lì, vivere con te per l’eternità...
BRUNO: Mi stai rovinando! Per anni, sono riuscito a non farmi incastrare e, in un attimo, stai mandando tutto all’aria...
CLAUDIA: Non sai quanto tempo ho aspettato questo momento...! Dimmi che mi ami. Da quando ci conosciamo non mi hai mai detto “Ti amo”...
Claudia tocca il braccio di Bruno2, per abbracciarlo. Bruno2, come colpito da una scossa elettrica, fa un salto all’indietro. Bruno torna ad essere visibile a scapito di Bruno2.
BRUNO:(confuso) ...Ti... ti a... ti a...ccompagno alla porta...
CLAUDIA: Ma cosa ti succede? 
BRUNO: Non lo so... E’ tutto così strano...
CLAUDIA:No, non è strano. E’ tutto tremendamente normale. Sono io la scema! Continuo, come una stupida, a credere che tu possa volermi veramente bene, invece continui solamente a prendermi in giro…
Claudia esce di scena.
BRUNO: Ma no...! Claudia...! Claudia...! (arrabbiato, a Bruno2)... Possibile che debba fare certe figure per colpa tua...? (urlando) Ma chi ti ha cercato, chi ti ha chiesto di intervenire e, soprattutto, chi ti autorizza a rompermi i coglioni...? 
BRUNO2:(serio) Io mi autorizzo! Mi autorizzo da solo, perché non ne posso più di convivere con una parte di me così degradante... perché riesco a capire che sei disperato quando non hai più paura del buio improvviso, quando non hai più paura dei mostri e dei fantasmi della tua mente, quando non hai più paura della solitudine e tutto questo ti sembra naturale; e questa è la tua vita: una normale successione di eventi normali, all’interno dei quali le tue emozioni sono anestetizzate, per paura di provarne di nuove... di vere... (pausa) 
BRUNO: (parte calmo, poi in crescendo) Ma tu cosa ne vuoi sapere di me... ...Cosa ne sai di come ci si sente al mattino quando ti alzi e vorresti che la giornata non fosse mai cominciata, anzi, fosse già finita per poterti infilare di nuovo in quel guscio che è il tuo letto per non far vedere a nessuno che ti senti una merda... Cosa ne sai di come ci si sente quando ti senti solo come un cane anche in mezzo a cento persone... (tono crescente) Cosa nei sai di come ci si sente quando la tua donna ti lascia perché non sei mai stato capace di dirle “ti amo”... Cosa ne sai di come ci si sente quando cerchi un cenno d’affetto e non lo trovi... Cosa ne sai di come ci si sente quando cerchi nei ricordi la mano di tuo padre per un aiuto... e non trovi... neppure quella... Cosa ne sai di come ci si sente quando l’angoscia ti prende alla gola e stringe... stringe... stringe... (mimando con la mano intorno al collo) ...fino a non farti più respirare... (urlando) ...Cosa ne sai di come ci si sente quando si arriva a pensare che sarebbe meglio farla finita, ma non sai se ci vuole più coraggio per morire o vigliaccheria per vivere... ...Cosa ne sai? ... Che cazzo ne sai?… (pausa, poi tono normale... Cosa ne sai di come ci si sente nel vedere che siamo ridotti così male...? 
Bruno2 corre alla scrivania, prende un foglio di carta, una penna e corre verso Bruno.
BRUNO2: ...Bella! Scrivila questa! Se la metti in apertura del secondo atto... Piacciono... piacciono queste stronzate introspettive...
Suonano alla porta. E’ la signora Rosa, la portinaia.
ROSA: Il mio Rocky ha fatto come ha detto lei...
BRUNO: Chi è Rocky...? 
ROSA: Come, chi è? Non si ricorda più del mio Rocky...? 
BRUNO: Ah, Rocco, suo figlio...
ROSA: ...Ora lo chiamiamo Rocky, è più moderno... Pensi che i signori Corsi, quelli del quinto piano, hanno appena preso un bel cucciolo e indovini come lo hanno chiamato...? 
BRUNO:(ironico) ...Non saprei proprio, mi dica...
ROSA: ...Ma Rocky, no...? 
BRUNO2: ...Quando si dice... il caso...
ROSA: E’ un nome importante... Pensi come è intelligente il mio ragazzo! Mi ha detto una parola così difficile...! Mi ha detto che è... (storpia la parola “omonimo”) ...acronimo, o qualcosa del genere, di quel personaggio dei film... Alla parola “acronimo” avviene lo scambio tra Bruno e Bruno2. 
BRUNO: Oh, no... ancora...! 
BRUNO2:(visibile) Forse voleva dire omonimo...
ROSA: Acronimo... omonimo... più o meno è la stessa cosa... (fissa Bruno2) ...Ma... lo sa che, a volte, c’è qualcosa di strano in lei… forse lo sguardo; come se cambiasse all’improvviso... (pausa)... Le dicevo, il mio Rocky ha scritto il tema, come ha detto lei... è stato bravo, poverino; pensi che è stato tutto il pomeriggio a scrivere... Senta, senta... (legge) “...La seconda guerra mondiale si chiama seconda perché prima ce n’era stata un’altra e mondiale perché è stata... mondiale, come i campionati mondiali di calcio. Ma l’Italia non ha vinto, anzi è stata proprio eliminata. Poi sono arrivati gli Americani, che erano come i buoni nei film degli Indiani, e tutto è finito bene e i comunisti non ci hanno invaso, che, se “sarebbero”...” (pausa).
Bruno fa una smorfia di dolore nel sentire:“se sarebbero”.
ROSA: Qualcosa non va, dottore? Le fa male la gamba ? 
BRUNO2:...Niente, niente... vada avanti...
ROSA:...Avevo perso il filo... “…che se “sarebbero” arrivati loro, diceva mio padre, la camera di sopra dove dormiva mio nonno, adesso che nonno è morto, ci mettevano un’altra famiglia perché la casa è troppo grande per noi da soli...”
BRUNO2: (con gli occhi sgranati) ...Se non sbaglio suo figlio deve andare in terza elementare, ma mi sembra un po’ indietro...
La signora Rosa dà una pacca sul braccio di Bruno2, come se fosse un vecchio compagno. Nuovo scambio di ruoli e Bruno torna visibile.
ROSA: ...Che simpatico, il signor Bruno! Ha sempre voglia di scherzare... Ma quale terza elementare...? Mio figlio è alle superiori...
BRUNO:(cerca di riprendersi) ...Sa, l’ho visto nascere, mi sembra sempre il solito ragazzino...
BRUNO2: Due braccia rubate all’agricoltura...! 
Bruno prende il foglio dalle mani della signora Rosa e la accompagna alla porta.
BRUNO:...Vedrò di dargli un’occhiata...
La signora Rosa esce e Bruno straccia il foglio.
BRUNO2: ...Uno spunto originale per una storia...
BRUNO:(ironico)... Perché no...? Se ne potrebbe ricavare una storia surreale, ironica, dove il linguaggio non ha più motivo di esistere, se non nella ripetizione dei suoi luoghi comuni.
BRUNO2: Bella idea! Credi di essere originale? Jonesco... il teatro dell’assurdo... non ti ricorda niente? 
BRUNO:Ma è possibile che sia già stato scritto tutto ? 
BRUNO2:No, non è stato scritto tutto... sei tu che, come creatività, sei ormai alla frutta: o, forse, non sei mai stato un tipo creativo... Secondo me sono tutte quelle sberle che ti ha dato Fra’ Gaetano che hanno ridotto la tua fantasia...
Bruno si ferma, con sguardo assente, come se stesse ricordando qualcosa. Bruno2 esce di scena.
BRUNO:Già, Fra’ Gaetano, l’oratorio... Quanto tempo è passato! 
Aveva certe mani che sembravano dei badili... e ci parlava con quei “badili” ...come fossero un intercalare... C’è chi in una frase, ogni due parole, ci mette un “cioè”... lui no, giù una sberla; e se, per caso, si accorgeva di aver sbagliato diceva: “Vuol dire che te la meritavi lo stesso... Tienila buona per un’altra volta! “
Mi ricordo che quando mi andavo a confessare era sempre... 
Bruno2 si avvicina nei panni di Fra’ Gaetano; dà una sberla sulla testa a Bruno che “rivive” una confessione di quelle che, da bambino, il frate gli imponeva.
BRUNO2: Fatti il segno della croce, quando entri nel confessionale.
BRUNO: Sono un uomo, non mi puoi trattare così...
BRUNO2: Ma quale uomo e uomo, sei sempre il solito moccioso pelandrone... ...Allora, cosa hai combinato questa volta? 
BRUNO: Niente...
BRUNO2:(dandogli una sberla) Come, niente? Con quella faccia combini sempre qualcosa... Un Pater un Ave e un Gloria, perché hai detto una bugia... Domenica sei andato a messa...? 
BRUNO: ...Ssì...
Bruno2 (Fra’ Gaetano) allenta un altro scappellotto a Bruno. 
BRUNO: ... Cioè... nnn...no...
BRUNO2: Un altro Pater, un altro Ave e un altro Gloria, perché hai detto una bugia...
Perché non sei andato a Messa? 
BRUNO:(con voce lamentosa) Non è stata colpa mia...Eravamo andati a giocare al pallone con Giorgio e Filippo... Io gliel’ ho detto che dovevamo andare a Messa, ma loro non mi hanno lasciato venire...
BRUNO2:(altra sberla) Bugiardo! Ma come devo fare con te? Aggiungi un “Salve Regina”.
BRUNO:(disperato) No, il Salve Regina no...! Non lo so ancora...
BRUNO2:Bene! Così, finalmente, lo impari... e domani voglio sentirtelo recitare a memoria... (pausa, poi con voce da predica)... Siete tutti uguali, ma non è colpa vostra. Sono i vostri genitori che vi danno il cattivo esempio e soprattutto i vostri padri... (come se recitasse il rosario) Sono uomini superbi, infedeli, ingrati, protervi, arroganti, insolenti, petulanti, bestiali, rustici, rozzi, zotici, ignoranti, perversi e traversi, ipocriti, simulatori, sagaci, fallaci, astuti, renitenti, ostinati... (pausa)... disobbedienti, pertinenti, duri, increduli, difficili, fedifraghi, tiepidi, freddi, negligenti al bene, leggeri, facili, pronti al male, ingiusti, iniqui, perfidi, crudeli, curiosi... (con tono crescente)... pomposi, ambiziosi, rissosi, litigiosi, sediziosi, ritrosi, contenziosi, morosi, fastidiosi, scandalosi, golosi, crapuloni, ebbri, libidinosi, lascivi, lubrici, lussuriosi... (si adira)... ignominiosi, criminosi, facinorosi, pieni di odio e di rancore, iracondi, invidiosi, maligni, malevoli, malefici, loquaci, bugiardi, detrattori, sussurratori, rapaci, usurpatori, dannosi...(tono discendente)... sacrileghi, oppressori, angariatori, senza carità, senza discrezione, senza devozione, senza religione... (si interrompe bruscamente, poi tono normale) Ti tocchi? 
Bruno fa una smorfia. 
BRUNO2: ... Ma quanto ti tocchi...? 
Bruno fa un cenno con la mano (uno) . Il prete gli dà un’altra sberla. 
BRUNO2: Quantoo...? 
Bruno fa un altro cenno con la mano (due-tre). 
BRUNO2:(arrabbiato) Ma lo sai che San Luigi piange ogni volta che ti tocchi...? E poi fa male... Diventerai cieco...
Bruno2 (Fra’ Gaetano) apre il suo breviario per leggere una preghiera. Allo stesso tempo estrae dalla tasca della tunica un paio di occhiali molto spessi. Li pulisce vistosamente verso il pubblico e se li mette. Bruno lo guarda stupito.
BRUNO:(fissa gli occhiali) Un Pater, un Gloria... (pausa) ... e un Salve Regina... anche per lei, padre...
Bruno2 cerca di colpire nuovamente Bruno che scappa rincorso da Bruno2 fino ad uscire di scena. 
BRUNO2: Bestemmiatore, eretico, infedele...
La scena rimane vuote per un istante.
Bussano più volte, ma nessuno risponde, quindi la porta si apre ed entra Gregorio.
Ha alcune carte e dei copioni in mano. 
GREGORIO: Permesso... c’è nessuno? 
Gregorio si guarda intorno per essere sicuro che non ci sia nessuno. Va al telefono e compone un numero interminabile.
GREGORIO: Hallo! London... I’ m calling from Italy...
Bruno entra in scena seguito “passo passo” da Bruno2.
Gregorio si affretta a riagganciare.
GREGORIO:(imbarazzato) ...Ehm... ho trovato aperto e sono entrato... Era la mia insegnante di inglese...Sto facendo un corso “full immersion” e volevo chiederle come si pronuncia London... questi inglesi dicono una “o” che ‚ una mezza “a” e una “a” che ‚ una mezza “o”... Tu come la pronunceresti...? 
BRUNO: Io la pronuncerei “o”, come scr”o”cc”o”ne... 
GREGORIO:(taglia corto) Bravo, bravo... Finalmente...! Mi hai fatto aspettare un sacco di tempo, ma ne è valsa la pena... (prende in mano la commedia)... ti sei deciso ad abbandonare quel tuo stile contorto...
BRUNO: Volevo parlarti proprio di questo... Pensavo di riscrivere tutto... Non sono molto convinto del primo atto, senza tener conto che il secondo e il terzo fanno proprio schifo...
GREGORIO: Ma cosa dici...? (indicando il copione) E’ questo che la gente vuole... se, poi, ci mettiamo qualche scena di nudo, di quello provocante, che si vede e non si vede, avrai sempre il tutto esaurito... (pausa) ...se, però, sei deciso a riscrivere tutto, sono costretto a rinunciare ai tuoi lavori... s’intende che dovrai restituirmi gli anticipi...
Bruno2 (sempre invisibile) è alle spalle di Gregorio.
BRUNO2:(rivolto a Bruno) Guarda che qui c’è già l’assegno...
Bruno2 si sofferma a leggere un foglio posto sulla scrivania.
BRUNO2: ...C’è anche un contratto che opziona i tuoi... i tuoi, diciamo pure i nostri prossimi lavori, con un anticipo niente male e semplicemente sulla fiducia, senza aver scritto ancora niente...
Bruno2 cammina per la stanza e si va a sedere in una poltrona, di fianco a quella di Bruno.
GREGORIO:Avevo pensato anche al titolo. Qualcosa che ricordi le pochade di Feydeau. CIAO: “Come Incastrare Amanti Occasionali”, dove le lettere di “ciao” compongono una frase. Mi pare che si chiami acro...
BRUNO:(interrompendolo) No! Fermati. Non continuare.
GREGORIO: Che ti prende? Volevo solo dire che si chiama acrostico...
BRUNO: (sospiro di sollievo) Scusa, sono un po’ teso...
GREGORIO:(dopo una breve pausa) ...Invece una semplice sigla, come può essere FIAT, è un ACRONIMO.
Alla parola “acronimo” avviene l’ormai consueto scambio tra Bruno e Bruno2.
GREGORIO: (segue) Pensa che l’ ho scoperto facendo le parole crociate...
BRUNO:(non visto) Pezzo d’imbecille! Non sei quasi capace di leggere...! 
BRUNO2: ...Ripensando alla tua proposta...Forse ho esagerato un po’. Schifo... schifo... diciamo che prima faceva schifo, ma adesso, tutto sommato è un lavoro che ha una sua personalità, una sua anima... basterà solo qualche piccolo ritocco...
GREGORIO:(soddisfatto) Aah...! E’ così che mi piace sentirti parlare...
Gregorio tocca sul braccio Bruno2, provocando un nuovo scambio tra Bruno e il suo doppio.
GREGORIO:(segue) ...Ho una bella sorpresa per te... (prende il contratto in mano e si siede alla scrivania)... n’opzione, con adeguato anticipo, sui tuoi prossimi lavori...
BRUNO: (falsamente sorpreso) E’ un’offerta molto generosa! 
GREGORIO: ...Una firmetta e...
Gregorio fa cadere la sua penna e si china, sotto la scrivania, per raccoglierla. Quando si rialza si rivolge a Bruno2 e, al contrario, non “vede” più Bruno. 
GREGORIO: ...Sono contento di questa tua decisione... Faccio due conti…
Gregorio si immerge nelle sue carte.
BRUNO:Perché parli con lui. Allora lo vedi anche tu...? 
Gregorio non si accorge di Bruno.
Bruno prende per un braccio Bruno2 e lo trascina lontano da Gregorio.
BRUNO:E’ successo ancora? Ma come hai fatto a venir fuori? Non ha detto ACRONIMO... ...Cosa sta succedendo...? 
BRUNO2: Non ne ho la più pallida idea, però devo dire che mi piace questa novità...
(mima l’azione) ...prendere vita senza dover dipendere da quella strizzacervelli, da qualche cretino... (indica Gregorio) ...o dal caso.
Gregorio alza la testa per rivolgersi a Bruno2. Lo vede lontano.
GREGORIO:Bravo! Stai provando un dialogo per la commedia... ...Sempre eccentrici questi artisti...
Bruno2 si avvicina alla scrivania, mentre Bruno scuote la testa sconsolato. 
GREGORIO: (non lo sente e non lo vede) ...Una firmetta e poi brindiamo alla tua nuova vena artistica...
Bruno urla nell’orecchio dell’impresario che né lo sente né lo vede.
BRUNO: Ehi...!!! Sono qui...ma che sei scemo pure tu... (si sbraccia vistosamente) Ooohhh...!!!Sveglia!!! Devi vedere me! 
BRUNO2:E’ inutile, non ti vede...
GREGORIO:(distrattamente) Dicevi...? 
BRUNO2:Ehm... dicevo che non vedo l’ora di mettermi al lavoro... ho già un sacco di idee...
Gregorio torna alla scrivania e prepara i documenti da firmare.
BRUNO: Balle! Non firmerò mai quelle schifezze che scrivi tu...
BRUNO2:E chi te lo chiede... firmerò io...
GREGORIO:Certo che firmerai...
Bruno si tocca le braccia, le gambe, la testa, si dà dei pizzicotti.
BRUNO:Sono sveglio... non sarò mica morto...
BRUNO2:Sei sveglio, sei sveglio...
GREGORIO:Diciamo solo che sono attento ai miei... cioè, ai nostri affari... (eccitato) Vado in ufficio per mettere a punto il contratto... lavorerò tutta la notte... ...Domani torno per vedere come stai... 
BRUNO2:Non ti preoccupare...
Gregorio esce di scena.
BRUNO:Ma ti rendi conto di quello che hai combinato? 
Bruno2 apre il divano e comincia a spogliarsi.
Bruno lo guarda preoccupato
BRUNO2:Ti ho fatto guadagnare un po’ di soldi... non mi sembra male. Luce, gas e telefono vanno pagati... (riferito a Gregorio) ...se, poi, quello telefona a Londra, ogni volta che viene qui... ti conviene lasciarmi fare...
BRUNO: Cosa intendi fare? 
BRUNO2: (seccato) Spogliati, che dobbiamo andare a letto... Domani sarà una giornata pesante...
BRUNO: 
Ma non farti venire strane idee...
I due si spogliano con un certo pudore; hanno gli stessi mutandoni e la stessa canottiera. Si ritrovano sdraiati nel letto, uno di fianco all’altro.
BRUNO: ...Mi rovini! Hai scritto delle cose che io non avrei nemmeno il coraggio di pensare...
BRUNO2:Se le ho scritte, le ho pensate e se le ho pensate, vuol dire che le hai pensate anche tu...
Bruno2 si agita nel letto.
BRUNO: ...E stai dalla tua parte... ! ...Mi rifiuto di credere che in me ci possa essere un microcefalo sottosviluppato come te...
Bruno2 comincia a prendere sonno e risponde con voce assonnata.
BRUNO2: Ne ho sentita di gente con complessi di inferiorità e poca stima in sé, ma tu li batti tutti... (spazientito) ...Fammi dormire, per piacere, fammi dormire...
BRUNO:Come farò a farmi vedere in giro...
BRUNO2:(sbuffando) Uff... E chi ti vede...? Tanto vedono me.
BRUNO: Non avrò più il coraggio di guardarmi allo specchio...
BRUNO2: Ci sarò sempre io ad accoglierti con un bel sorriso... ...e, poi, non sarà per sempre...
BRUNO: Posso sperare di non vederti più... 
BRUNO2:Voglio dormire! 
BRUNO: (insistente) Allora...? 
BRUNO2:(si sforza a rispondere) Non proprio... ...Mi rendo conto che questa è una situazione che non può andare avanti per molto tempo, ma non sarò certo io a sparire...
BRUNO:(spaventato) Mi vuoi eliminare? 
BRUNO2: Macché! Sei sempre il solito melodrammatico... Non ti accorgerai di niente... Uno di noi è di troppo e, come nella naturale selezione delle cose, viene eliminato il più debole, in questo caso il più cretino, in un normale processo di trasformazione che vedrà nascere... (con enfasi) ...da quel brutto anatroccolo che sei, il magnifico cigno che sono...
BRUNO: Un brutto gallinaccio schifoso...
BRUNO2: ...A meno che...
BRUNO: A meno che... cosa? 
BRUNO2: Potrebbe esserci un’altra possibilità, ma è talmente remota... (sbadiglia) ...Non ce la faccio più... buona notte! 
Bruno2 si addormenta, mentre Bruno cerca, inutilmente di ottenere una risposta.
BRUNO: Qual è questa possibilità ? Qual è... ? Qual è... ? 




FINE PRIMO ATTO



SECONDO ATTO


La signora Rosa (la portinaia) sta facendo le pulizie. Bruno è seduto alle scrivania (non visto) con i gomiti sul piano e la testa tra le mani. Il divano letto è aperto, disfatto. Su di esso, due pigiami, due camicie sporche, due paia di calze e di biancheria intima. La signora Rosa riordina, perplessa.
ROSA:(guardando la biancheria) Non c’è niente da dire... È proprio una persona pulita... Ma che esagerazione! Benedetto uomo...! Perché non si decide a mettere la testa a posto...
La signora Rosa “chiude” il divano letto e va a spolverare la scrivania. Usa un prodotto che spruzza sul mobile e su Bruno.
ROSA:(tra sé e sé, come se nulla fosse) ...La signorina Claudia...è così carina, ma perché‚ non se la sposa. Gli farebbe bene; anche perché, ultimamente, il signor Bruno mi sembra un po’ strano... parla da solo... Mah, questi artisti sono tutti un po’ matti...
La signora Rosa indugia, pensierosa, nello spolverare il telefono. Si guarda intorno, poi compone un numero.
ROSA:Pronto...? E’ proprio lei...? Il famoso mago Nadir... quello che guarisce con le mani... cura con le parole... aiuta con lo sguardo e... (pausa) ... Sì, sì... lo so, lo so... 
sì, 10.500 lire al minuto più IVA...
BRUNO:(terrorizzato, senza essere sentito) Metti giù quel telefono! Ma cos’è questo... un posto telefonico pubblico...
ROSA: Non c’è problema, posso stare al telefono quanto voglio... (pausa) ...Mi ha detto la signora Santina, quella del piano rialzato, che gli ha indovinato tutto. Gli aveva detto che avrebbe incassato dei soldi e, il giorno dopo, non gli è mica arrivata la pensione... precisa... come tutti i mesi...! Sei forte, mago, fortissimo... (pausa) La domanda? Ah, sì...ti volevo chiedere qualcosa del mio Rocky... (pausa) ...No, no... è un errore che fanno tutti. Rocco è mio figlio...
Bruno2 entra in scena; legge la posta che ha in mano ed è esageratamente estroverso.
Rosa si affretta a concludere la telefonata.
ROSA: ...Mi spiace. Ha sbagliato... 
BRUNO2:...La mia bella Rosetta... sempre precisa e puntuale...
Le dà una vistosa pacca sul sedere.
ROSA:(imbarazzata) Dovrebbe cambiare numero, sa quanti seccatori chiamano... e io dico sempre che hanno sbagliato... (pausa) ...A proposito... questa mattina sono venuti due signori, in portineria. La cercavano per parlale di religione... ...Hanno detto, mi pare, che erano Testimoni di “Giove”...
BRUNO2: (rassegnato agli strafalcioni di Rosa) ...di Geova... di Geova...
ROSA:(dubbiosa) No... avevano un accento meridionale... non mi sembravano di Genova...
BRUNO2:(desolato) Va bene, va bene... ...Ha chiamato qualcun altro? 
ROSA:(sempre più imbarazzata) Nnoo... no...
BRUNO: In compenso sono partite almeno 100.000 lire di telefono.
ROSA:(sbrigativa) Se non le serve altro, dovrei andare...
La signora Rosa esce di scena.
BRUNO2:Cos’è questa storia del telefono? 
BRUNO:In quest’ultimo mese, da quando mi hai costretto a fare una vita da recluso, perché se solo metto un piede fuori di casa, il minimo che mi possa capitare è finire sotto una macchina senza che nessuno se ne accorga, in quest’ultimo mese, quattro settimane, trenta giorni, settecentoventi ore, 43.200 minuti o, se preferisci, 2.592.000 secondi, ho potuto constatare che la cara signora Rosa ha chiamato da “questo” apparecchio telefonico dieci maghi, tredici cartomanti, sette veggenti e sei contattisti che dicono di incontrarsi con gli extraterrestri; tutti, e dico tutti, con un bel prefisso internazionale davanti: Caraibi, Santo Domingo o qualcosa del genere. Da quando, poi, hai avuto la brillante idea di lasciare le chiavi di casa a Gregorio, possiamo aggiungere a questa bella lista di dissanguamento telefonico, numerose chiamate a Londra, Parigi, più due o tre a Los Angeles per sapere se Spielberg potrebbe essere interessato ad un soggetto che Gregorio tiene nel cassetto da anni...
BRUNO2: Lascia perdere queste cretinate... Lo sai che le bollette non sono più un problema... ...Piuttosto, questa notte, verso le tre, mi sono svegliato e tu non c’eri. Dove sei stato, cosa hai fatto? 
BRUNO: Cosa vuoi che faccia...? 
E’ l’unico momento in cui posso uscire; quando tu dormi... e devi dormire il più profondamente possibile. Mi sono accorto che ti sei svegliato, perché ogni volta che il tuo sonno diventa meno pesante, sento una forza irresistibile che mi riporta verso casa...
(pausa) …Vago per le strade deserte della città. E’ l’unico modo per sentirmi un po’ vivo. Ogni tanto qualcuno mi vede... qualche puttana, qualche barbone... Riesco anche a scambiare due parole con loro... Non ci crederai, ma il rapporto migliore ce l’ ho con i semafori...
BRUNO2: Sei ridotto proprio male...! 
BRUNO: ...Si imparano molte cose dai semafori... Bisogna solo entrare in sintonia con loro...
BRUNO2: In sintonia con un semaforo? 
BRUNO: Ma certo! A quell’ora non funzionano; è acceso solo il giallo che, intermittente e instancabile, va avanti tutta la notte. Basta decifrare la sua intermittenza come una specie di messaggio Morse e puoi avere una risposta per ogni tua domanda...
BRUNO2: E di cosa parlate, di quanto sia aumentato il costo dell’energia elettrica o di come sia stressante stare in mezzo al traffico tutto il giorno...? 
BRUNO: Non immagini neanche quanta esperienza può avere un semaforo. Sarà anche un tipo un po’ statico... uno che non viaggia molto, in compenso incontra un sacco di gente; e qual è il momento migliore, per una persona, per lasciarsi andare a riflessioni e pensieri intimi: al semaforo, quando c’è quel rosso che sembra interminabile. E’ vero, qualcuno ne approfitta per dare uno sguardo al giornale, altri si rimbecilliscono con gli assordanti decibel delle loro autoradio, altri si avventurano nelle proprie stalattitiche cavità nasali, riemergendo trionfanti con sostanziosi bottini destinati, peraltro all’oblio in un nevrotico appallottolamento; ma molti, forse i più sensibili, si lasciano andare a pensieri e riflessioni; ed ecco che questo ciclope metallico, il cui occhio sembra cambiare colore a seconda del suo umore, ne ascolta i problemi, ne intuisce i timori e capta i loro desideri, così che, col tempo, ha immagazzinato una tale esperienza sui fatti della vita, da essere un prezioso consigliere che ascolta... ascolta e, a chi glielo chiede, dà delle risposte, a volte telegrafiche, ma sicuramente “illuminanti”! 
BRUNO2: Mi fa piacere che, almeno, non hai perso la tua vena ironica e il tuo senso dell’umorismo.
BRUNO: E tu cosa mi racconti? Come ti stai... come mi sto, dovrei dire, comportando agli occhi degli altri...
BRUNO2: Alla grande! Successo su tutti i fronti... Interviste... continue richieste di nuovi lavori...donne...
BRUNO: ...Ma qualcuno nota qualche differenza tra me e te? 
BRUNO2: Mi dicono che sono dimagrito e, le donne, che sono più simpatico... A proposito, oggi sono uscito con quella cameriera del bar dietro l’angolo. Ma cosa le hai fatto? Ho dovuto fare i salti mortali per convincerla che non sei... che non sono gay...
BRUNO: Non mi è mai importato niente di quella cretina...
BRUNO2: Ogni lasciata è persa...! ...A proposito... credo di aver combinato un guaio.
BRUNO:(rassegnato) Dimmi! 
BRUNO2: Niente! (pausa)... Ho incontrato Claudia e mi ha visto in compagnia di quell’altra...
BRUNO: Lo sapevo... lo sapevo che non potevi procurarmi altro che guai...
BRUNO2: Ma cosa ti interessa...? Ti ho fatto pure un favore; non volevi scaricarla...? 
BRUNO: Ma chi l’ ha detto...? Il fatto che non mi decida a sposarla, non vuol dire che la voglia scaricare...
BRUNO2: E, allora, perché non l’ hai mai fatta venire a vivere con te...? 
BRUNO: (esita a lungo, poi) ...Per i pizzi...
BRUNO2: Eeeeh....? 
BRUNO: I pizzi, i pizzi.... Ha la mania di ricamare dappertutto... Mi ritroverei pizzi sui fazzoletti, sugli asciugamani, sulle camicie... L’anno scorso ha passato dieci giorni qui da me, perché aveva prestato la casa a suo fratello e, una sera, quando sono tornato, ho trovato che mi aveva ricamato tutte le mutande a punto croce...
BRUNO2: E che sarà mai...? Un tocco di grazia...
BRUNO: E poi... le lenzuola...
BRUNO2: (toccando le lenzuola) Scommetto che le vorrebbe di seta... 
BRUNO: Ma quale seta...! (indugia)... Io ho l’abitudine di cambiare le lenzuola una volta al mese... e lei vuole che le cambi una volta alla settimana...
BRUNO2: E non ti ha mai denunciato all’ufficio d’igiene... Deve amarti proprio tanto...! 
BRUNO: Vedi che non capisci neppure tu? Le cambio sì, una volta al mese, ma visto che il divano letto è a due piazze e io dormo da una parte sola, almeno prima che arrivassi tu, ogni quindici giorni giro le lenzuola e il materasso, così mi durano il doppio...
BRUNO2: In ogni caso… sarebbe come se le cambiassi ogni quindici giorni...
BRUNO: Sì, però faccio la doccia ogni due giorni... così i conti tornano...
BRUNO2: (tono serio) Ma l’ami? 
BRUNO: Che c’entra...? E’ secondario.
BRUNO2: (più seriamente) L’ami...? 
BRUNO: (seriamente) Certo che l’amo! E non mi importa se mi ricama i fazzoletti, le camicie e le mutande e neanche se vuole cambiare le lenzuola tutti i giorni... L’amo al punto che farei qualunque cosa per lei, che darei la vita per lei... Vorrei averla sempre qui, quelle volte che, come ora... (guarda desolato Bruno2) ...sono talmente disperato da avere il bisogno di inventarmi uno stronzo come te per sentirmi meno solo... Ma è anche vero che quando sono con lei non riesco a sopportare il peso di quella vita a due... (pausa) ...Forse la donna che si amerà per tutta la vita è quella che non si riuscirà mai a conquistare... Una donna perfetta che ti rimarrà nella mente così... perfetta... Perché rovinare tutto con litigi sui conti della spesa, bollette del telefono troppo alte...
BRUNO2: Su quelle, ci puoi giurare...
BRUNO: ...O sulla suocera vista sempre come una rivale... Magari avrai tanti rimpianti, ma il tuo ideale di donna sarà sempre lì, irraggiungibile, ma perfetto...
Bruno2 giocherella con un mazzo di carte che era sul tavolino di fronte al divano e si siede. Bruno si alza e va a sedersi di fronte a Bruno2.
BRUNO2: Sai giocare a briscola...? 
BRUNO: No! 
Bruno2 dà le carte.
BRUNO2: C’è un seme che comanda: in questo caso i cuori. Le carte hanno diversi valori. L’asso vale undici, il tre vale dieci...
Bruno prende una carta. E’ il due di picche.
BRUNO: E il due di picche quanto vale...? 
BRUNO2: Niente, assolutamente niente! 
Suona il telefono. Bruno2 rimane seduto.
BRUNO: Non rispondi? 
BRUNO2: Non ne ho voglia... Lascia che quella segreteria telefonica faccia il suo lavoro... (ironico) …con quel bel messaggio di invito che hai registrato, poi… (imita la voce di Bruno) “…Questa è la segreteria telefonica di... se avete fatto il mio numero sapete benissimo di chi è, se avete sbagliato, state più attenti. Dopo il segnale acustico lasciate un messaggio ...e non lasciate pernacchie... ...biip... 
MESSAGGIO (Gregorio) : (eccitato) Ciao, sono Gregorio, ti chiamo dalla macchina, sto venendo da te. Spero di trovarti... C’è una grossa novità... Stupenda! (pausa e pernacchia) ...E cambialo quel messaggio! Te le vai a cercare le pernacchie... 
BRUNO2: Stronzo! 
BRUNO: Si è comprato pure il cellulare... Scommetto che la bolletta se la fa pagare da noi, come nota spese...
Suona nuovamente il telefono.
BRUNO: Non rispondi…? 
BRUNO2: Ti ho gia detto che non ne ho voglia…
SEG. TELEFONICA (Mamma di Bruno): Ciao, sono la mamma... Volevo dirti che il figlio della signora Rosa ha seguito il tuo consiglio... ha lasciato la scuola. Adesso lavora al supermercato sotto casa... É così contento... Pensa che si è comprato anche il cellulare...
BRUNO2: (tra sé e sé) Pure lui! 
SEG. TELEFONICA (Mamma di Bruno): ...I calzini e le mutande da lavare, portali sempre da me... ma... (imbarazzata)...n po’ più spesso... altrimenti non vengono tanto puliti. Baci, baci, baci...
Bruno2 si versa da bere, accende la radio e si siede sulla poltrona.
Sulle note della musica, Bruno danza goffamente, come un’improbabile ballerina.
Bruno2 lo guarda con commiserazione.
BRUNO2: Cos’è questa novità? 
BRUNO: Non mi hai sempre detto di lasciar spazio ai miei sentimenti, ai miei desideri... (pausa) ...mi sarebbe piaciuto essere una ballerina... Quando sono nella mia parte femminile, s’intende...
BRUNO2: Meno male che ci stai poco nella tua parte femminile...! 
Bruno continua nella sua danza, mentre Bruno2 sembra annoiato. 
BRUNO: (sarcastico) Cosa c’è? Ti stai annoiando? Stai facendo cose che non ho mai fatto in vita mia... hai successo nel lavoro, esci ogni sera con una ragazza diversa, e ti permetti anche di essere annoiato... Cosa dovrei dire io? Non so più se sono un fantasma, una larva... (pensieroso) Forse ho avuto un altro incidente, ora sono in coma e sto facendo questo strano sogno... (tono normale)… Se c’è qualcuno che dovrebbe sentirsi annoiato, quello sono io! 
Bruno prende una videocassetta e la mostra a Bruno2.
BRUNO: ...Potrei recitarti a memoria tutto questo film e decine di altri...
Bruno2 applaude con ironia.
BRUNO2: ...Pensavo che fosse più facile...
BRUNO: (riferendosi al film) Vorrei vedere te ad imparare a memoria i dialoghi di una decina di film...
BRUNO2: Ma no, cretino! Pensavo che fosse più facile sostituirti... e, soprattutto, che mi sarei sentito meglio...
BRUNO: Non è quello che volevi...? Una vita brillante, sempre al centro dell’attenzione...
BRUNO2: É quello che volevi tu! Ed è il motivo che giustifica la mia presenza...
BRUNO: Allora hai capito male...! 
BRUNO2: (leggera balbuzie) Fo... fo... forse...
BRUNO: (stupito) Balbetti...? 
BRUNO2: Non ti preoccupare ! Riesco a controllarmi... mi succede raramente...
BRUNO: ...Quasi non ti riconosco... Mi ricordi me stesso qualche mese fa... Dov’è finita tutta la tua sicurezza? Non mi dire che sei disposto ad ammettere che puoi aver sbagliato...
BRUNO2:(leggera balbuzie) Non abbiamo sbagliato... Sto ca... cambiando... Forse il motivo della mia presenza è proprio questo. Comincio a sentirmi un po’ più simile a te... Non c’è più un confine molto ne.. netto tra te e m...me; dopotutto anche tu sembri aver assorbito parte della mia pe... personalità... Stai cambiando! 
BRUNO:Certo che sto cambiando! Se solo penso che potrei minimamente somigliarti... sono disposto a rovesciarmi come un calzino... (pausa)... Non dirmi che adesso avresti bisogno tu di quella bella psicologa...
Suonano alla porta. E’ la psicologa.
BRUNO:(segue) Nomini il diavolo e spuntano le... 
PSICOLOGA: Mi scusi, ma non ho molto tempo...
BRUNO2: Ma io non l’aspettavo...
PSICOLOGA:Lo so! Fa parte della terapia. E’ una mia intuizione. L’ ho chiamata terapia a macchia di leopardo: il paziente non sa quando avrà la seduta, così sarà più libero da condizionamenti e freni inibitori. Non perdiamo tempo: ACRONIMO.
Bruno2 non cade in ipnosi.
BRUNO2: Nome formato con le iniziali di altre parole; più comunemente: sigla.
PSICOLOGA: (pensierosa tra sé e sé) Era prevedibile che il condizionamento ipnotico perdesse la sua efficacia... (pausa) ...Mi dica, è sempre convinto di vedere il suo... “amico”? 
BRUNO2: No, direi di no...
PSICOLOGA: Bene, abbiamo fatto notevoli progressi! 
BRUNO2: Forse non mi sono spiegato; sono io il doppio del signor Bruno.
PSICOLOGA: Ma, se non sbaglio, il signor Bruno mi aveva detto che lei avrebbe dovuto essere molto diverso da lui. Io, francamente, la trovo uguale a qualche giorno fa... più rilassato, più sereno, ma assolutamente uguale.
BRUNO2: Si sbaglia. Anch’io mi sento profondamente cambiato...
BRUNO: Smettila di confonderle le idee, altrimenti non ce la leviamo più di torno...
PSICOLOGA: Io penso che lei sia caduto in un forte stato di depressione e che il suo io si sia frammentato, senza riuscire a trovare una nuova forza di coesione.
BRUNO:(grida all’orecchio della psicologa) E pensi di aiutarmi, dicendo che sono depresso! Sarebbe come sperare che un malato di cancro guarisca, il giorno che gli si dice chiaramente che ha un tumore...
BRUNO2:(alla psicologa) Lo sa, lo sa benissimo di essere un depresso... e lo sa da sempre, da quando era ragazzo. Timido, isolato, sensibile fino al punto di costruirsi una corazza che lo ha protetto fino a...
PSICOLOGA: Non mi parli di lui, mi parli come se parlasse di sé stesso...
BRUNO:(a Bruno2) Ma sì, dai, hai il mio permesso. Tanto ne sai quanto me, di questa vita di merda...
BRUNO2: La corazza mi è servita per vivere una vita di apparenza, vissuta per far piacere agli altri e non a me... e così ho fatto “finta” di sposarmi, ho fatto “finta” di scrivere... ho fatto finta…
PSICOLOGA: Fino a quando sua moglie non l’ ha lasciata...
BRUNO2: E’ stato il primo campanello d’allarme: ansie e depressioni che hanno fatto esplodere tutte le mie contraddizioni. Le ho provate tutte: medici, maghi, omeopati. Ho cercato di farmi aprire anche i chakra: pare che ci siano dei punti sul nostro corpo, attraverso i quali scorrono flussi di energia. Ho trovato un santone che, con la scusa di aprirmi i chakra, non ha trovato di meglio che mettermi un dito nel...
BRUNO: Non ti autorizzo a raccontare certi particolari intimi... 
PSICOLOGA: Quando si è spezzata definitivamente “la corazza”? 
BRUNO2: Dopo l’incidente, quando sono comparso io...
BRUNO: Dille che non possiamo più andare avanti così...
PSICOLOGA: Credo di non poter fare molto di più... per me è già importante che lei si sia reso conto di vivere questa dualità... il tempo lavora a suo favore. Non forzi nulla e, sono sicura, ritroverà il suo equilibrio...
La psicologa si alza e si dirige verso la porta.
PSICOLOGA: Devo andare. Non avevo in programma una vera e propria seduta. Tornerò. Non so quando, ma tornerò.
La psicologa esce.
BRUNO: Bella roba questi psicologi! Un concentrato di luoghi comuni, misto ai vecchi, cari consigli della nonna... Ci mancava solo che dicesse: “Il tuo trauma risale a quando tua madre ti negò il latte del suo seno...” 
BRUNO2:(leggera balbuzie) Credo che dovremo fare di ne... ne... necessità, virtù... ...Sai, penso che, insieme, potremmo fare una bella co...coppia...
BRUNO: E come? Io sono costretto a vivere in questa specie di limbo...nessuno mi vede, nessuno mi sente, riesco a parlare solo con te... con me stesso...
BRUNO2: É quello che hai sempre fatto... hai sempre parlato con te stesso... Non so dove ci porterà tutta questa storia, ma anch’io mi rendo conto di parlare solo con me stesso. Forse lo faccio in maniera diversa, in modo che gli altri mi trovino più piacevole e simpatico di quanto non fossi tu, ma, in fondo, non cambia nulla...
BRUNO: ...”Uno, nessuno e centomila”. Hanno già scritto anche questo! 
Suonano alla porta. Bruno2 va ad aprire, mentre Bruno rimane, in disparte, vicino al divano. É Gregorio.
BRUNO2:(seccato) Ah... sei tu.
GREGORIO:(agitato) Allora ci sei...? Perché non mi hai richiamato? Ti ho detto che era urgente...
BRUNO2: (ancora più seccato) Sono appena rientrato... E poi, se vuoi proprio saperlo, non mi andava di richiamarti. Mi chiami venti volte al giorno, non mi lasci neanche respirare... che palle! 
Gregorio volta le spalle a Bruno2 per andare a versarsi qualcosa da bere.
GREGORIO:(comprensivo) Va bene, va bene, non ti arrabbiare... Tieniti forte, questa volta la novità è veramente grossa... Ti hanno invitato in televisione, nel salotto più famoso ed invidiato di qualunque rete televisiva. Un dibattito con tanti ospiti, si parlerà un po’ di tutto, non necessariamente dei tuoi lavori.
Alla battuta di Gregorio, risponde istintivamente Bruno.
Gregorio lo ascolta naturalmente come se fosse Bruno2 che, al contrario, non viene più visto.
BRUNO: Lèvatelo dalla mente! Sono contrario alla vivisezione, soprattutto se viene fatta su di me... e in diretta...
GREGORIO: Ma perché? E’ un’occasione irripetibile...
Bruno e Bruno2 stupiti, increduli, corrono entrambi verso Gregorio.
BRUNO: Allora mi senti...? 
GREGORIO: Certo che ti sento... Ammetto di cominciare ad essere un po’ rimbambito, ma non sono ancora sordo... (guarda Bruno preoccupato)... Ma ti senti bene...? 
Bruno e Bruno2 si alternano nelle battute e Gregorio risponde ora all’uno (non vedendo l’altro) e viceversa, come se parlasse sempre con la stessa persona.
BRUNO2:(Gregorio non sente) Ma dovresti sentire me...? 
GREGORIO:Adesso mi preoccupi veramente... Siediti un attimo...
BRUNO2:(Gregorio non sente) Si è verificato quello che temevo.
BRUNO:(Gregorio sente) Cioè? 
GREGORIO: Come... cioè...? Siediti, accomodati, rilassati. Non so in che altra maniera dirtelo.
BRUNO2:(Gregorio non sente) Nessuna delle nostre due personalità è abbastanza forte da prevalere su quella dell’altro, così vedono in alcune circostanze te e in altre me.
BRUNO:(Gregorio sente) E’ un bel casino...! 
GREGORIO:Va bene, va bene. Stai pure in piedi. Non vorrei causarti un conflitto interiore troppo duro. “Sedersi o non sedersi, questo è il problema”.
BRUNO:(confuso) Mi siedo... mi siedo... 
Gregorio accompagna Bruno2 al divano. Bruno2 e Bruno si siedono uno di fianco all’altro. Gregorio sta per sedersi in braccio a Bruno (che non vede) . Bruno lo ferma e lo fa sedere sulla vicina poltrona.
BRUNO2:No, non qui...
GREGORIO: Perché? (ironico) Hai paura che ti faccia delle avances...? Guarda che non sei il mio tipo...
BRUNO2: Ma no, cretino... (come se cercasse una scusa)... ci sono le molle rotte... GREGORIO: ...Ti hanno cercato loro, ti assicuro che io non ho fatto assolutamente niente... E’ questa la tua grande occasione, perché non vuoi andarci... Proprio adesso che le cose cominciano a girare per il verso giusto... Sarebbe la tua consacrazione. 
BRUNO2: Ormai, in questi spettacoli, ci va talmente tanta gente...
BRUNO: ...che si notano di più quelli che non ci sono mai andati...
Bruno e Bruno2 si guardano rassegnati a dover sostenere questa specie di ping-pong dialettico, mentre Gregorio, da parte sua, non nota l’alternanza delle risposte.
GREGORIO:(falsamente pensieroso) ...Come possiamo fare per non perdere questa occasione...
BRUNO: ...Va bene, va bene. Vacci pure tu...
GREGORIO: (non aspettava altro) Vuoi dire che io... posso rappresentarti... davanti a milioni di telespettatori...
BRUNO2: Certo, certo, basta che non mi rompi più i...
Bruno e Bruno2 si alzano e accompagno l’impresario alla porta tenendolo sotto le braccia uno da una parte e l’altro dall’altra.
GREGORIO:(eccitato) Non ti preoccupare, non ti farò fare brutta figura.
Si volta dalla parte dove c’è Bruno (che non dovrebbe vedere) che lo tiene sotto un braccio.
GREGORIO:(segue) Questa giacca mi fa difetto; mi tira sotto il braccio. Con quello che l’ho pagata... É proprio vero, i sarti non sono più quelli di una volta...
Bruno e Bruno2 chiudono la porta alle spalle dell’impresario. Camminano per la stanza l’uno di fianco all’altro, in silenzio. Si fermano e si guardano. La balbuzie di Bruno2 si accentua (anche se non viene segnalata in sede di dialoghi) . 
BRUNO2:(leggera balbuzie) Ti... ti ricordi, vero, come è cominciata tutta questa sto... storia? 
BRUNO: Come potrei dimenticarmelo! 
BRUNO2:(pensieroso) Già...già... E ti ricordi anche cosa è successo prima...? 
BRUNO: Prima, quando...? 
BRUNO2:(un po’ spazientito) Ma sì, dai...l’incidente... l’ospedale...
BRUNO:(confuso) L’incidente... no... L’ospedale... sì... ma non dal momento del ricovero. Mi hanno detto che ho ripreso conoscenza due giorni dopo...
BRUNO2: Quindi dell’incidente non ricordi assolutamente nulla...
BRUNO: Il buio più assoluto! Sono tornato più volte sul posto per cercare di ricordare... ma niente...
BRUNO2: Che idea ti sei fatto...? 
BRUNO:Non riesco a capire...
La macchina è uscita di strada e si è cappottata lungo un pendio, ma non andavo forte; la polizia stradale mi ha detto che, dai rilievi fatti, non è risultato un eccesso di velocità...forse un cane mi ha attraversato la strada...
BRUNO2:(come se cambiasse discorso) Penso che la mente umana sia qualcosa di straordinario, qualcosa di estremamente complesso... Guarda, per esempio, cosa è successo a noi due; siamo un’unica persona e ognuno pensa di essere l’originale, colui che ha il diritto di interagire con il mondo esterno. Ma il nostro, in fondo, può essere un caso limite...
BRUNO: Vuoi fare anche tu lo psicologo...? No, basta, per favore! 
BRUNO2: No... no, volevo solo farti capire una cosa... A volte succede che quello che si crede di vedere non corrisponde propriamente alla realtà, così come, altre volte, può capitare di non vedere o non ricordare quello che realmente accade o è accaduto...
BRUNO: Comincio a non seguirti più...
BRUNO2: In altre parole: potresti considerare l’inconscio come un supervisore generale alla nostra sicurezza che agisce, a volte, anche contro le volontà logiche, in nome di un bene personale... una sorta di istinto di conservazione...
BRUNO: Smettila di parlare per enigmi. Sono stufo di...
BRUNO2:(interrompendolo, con tono fermo) Non c’era nessun cane, nessuna macchia d’olio, non andavi forte, non pioveva né, tantomeno, nevicava o grandinava e la visibilità era ottima.
Bruno si siede pesantemente sulla poltrona e comincia a parlare con lo sguardo fisso nel vuoto, come se, adesso, tutto fosse chiaro nella sua mente.
BRUNO:...Mi sembrava l’unica soluzione... un gesto teatrale per uscire di scena... definitivamente... Ricordo... ricordo quella curva in fondo al rettilineo e le mani sul volante, quasi avessero una propria volontà, fisse... immobili e la strada che girava dolcemente verso sinistra, mentre la macchina continuava nella sua corsa rettilinea... Ricordo anche di essermi pentito nel momento stesso in cui l’auto ha cominciato a rotolare su sé stessa; e poi, mentre sentivo il rumore delle lamiere che si contorcevano e il fiato nauseante della morte sul mio viso, sempre più intenso, mi chiedevo: “Perché... perché tutto questo...? “
BRUNO2: ...Perché bisognava trovare una via d’uscita…(pausa)... Sai, tutto sommato ti ho sempre ammirato... Ho agito in maniera brusca, ma ti ho ritrovato... ci siamo ritrovati...
BRUNO: Anche tu mi sei simpatico... Sapessi quanto ti ho invidiato! Quella sicurezza, quella disinvoltura! Benvoluto e amato da tutti! 
BRUNO2: Ma non fanno parte di me, né di te... e non c’è da farsene un problema.
BRUNO: Cosa succederà adesso? Non posso incominciare a parlare aspettando che tu finisca le mie frasi...
Bruno e Bruno2 si pongono, l’uno di fronte all’altro, ai lati dello specchio, come avevano già fatto in precedenza e si parlano “di taglio” rispetto al pubblico. 
BRUNO2: Non ti preoccupare, penso che il mio compito si esaurisca qui.
BRUNO: Vuoi dire che non rischio più di sparire... (malinconico) ...allora... te ne vai, tu...? 
BRUNO2: Hai rischiato seriamente di scomparire e, se fossi rimasto io, quella sì, sarebbe stata una forzatura, perché io non sono completamente te, così come tu stesso non lo eri prima che arrivassi io...
BRUNO: E adesso? 
BRUNO2: Adesso hai l’opportunità di vedere tutto con occhi diversi; il lavoro, l’amore, gli amici...
BRUNO:(un po’ spaventato) Un momento, un momento... Da dove comincio? Claudia non ne vorrà più sapere di me, Gregorio mi assillerà con i suoi soliti tormentoni… e il mio lavoro...? (pausa) ...da dove ricomincio...? 
BRUNO2: Sono sicuro che Claudia capirà; Gregorio ti conviene lasciarlo perdere. E’ l’occasione buona per trattarli da te, i tuoi affari... e per quel che riguarda il lavoro, avrei un’idea, per una commedia: basta che guardi indietro... a quello che è successo...
Bruno si gira lentamente (con lo specchio) voltando le spalle al pubblico. Si vede chiaramente che parla con la sua immagine riflessa nello specchio.
BRUNO: Hai ragione! Che idea, che idea...! 
In uno slancio di euforia comincia a baciare lo specchio. Entra Rosa, con della biancheria stirata in mano, e lo fissa stupita. Bruno si guarda intorno, meravigliato, cercando Bruno2. Per darsi un contegno, pulisce lo specchio con la manica della camicia.
BRUNO:(segue) É già da qualche giorno che volevo dirglielo... C’è un alone, proprio qui, in mezzo allo specchio, che non va via... Guardi un po’ se ci riesce lei a pulirlo...
Rosa posa la biancheria sul divano, continuando a fissare, perplessa, Bruno.
ROSA: Devo cambiare gli asciugamani in bagno? 
BRUNO:(euforico) Si, certo! Cambiamo gli asciugamani, cambiamo i piatti, le posate e anche le lenzuola; cambiamo i fatti, le idee, la vita... cambiamo le cambiali, cambiamo i cambiamenti...! 
ROSA:(sempre più perplessa) Quali vuole che metta: quelli gialli o quelli blu? 
BRUNO: Quelli blu! No, no... quelli gialli...
BRUNO2 (fuori campo): VERDI...!!!
BRUNO: É meglio che metta quelli verdi. (pausa) 
Rosa esce di scena perplessa. Bruno rimane solo. Cammina per la scena con aria estasiata; accende il giradischi e accenna, solitario, qualche passo di danza. Squilla il telefono. Dopo il consueto messaggio registrato, parla Gregorio.
GREGORIO:(imbarazzato) Volevo confessarti una cosa... Sai... la psicologa... non è una vera psicologa... avevo bisogno di qualcuno che ti desse un po’ di fiducia e allora... É capace di ipnotizzare... l’hai visto anche tu... solo che... non è propriamente una... É una mia cliente... Hai presente quello spettacolo che danno al “Teatro tenda” dove la gente rimane con le mani intrecciate sopra alla testa... ecco lei... lavora lì... ...Scusa, adesso devo andare, ho una chiamata sull’altra linea...
Bruno scuote la testa sconsolato, ma non sembra arrabbiato. Suonano alla porta. Bruno spegne il giradischi e va ad aprire. Entra Claudia seguita “passo passo” da colui che prima era Bruno2 e che ora è il doppio di Claudia, non visto, naturalmente, da Bruno. Bruno è felice di vedere Claudia che, al contrario, sembra avere altro per la testa.
BRUNO: Claudia! Non sai come sono felice di vederti...! 
CLAUDIA:(agitata, con leggera balbuzie) ...Non no... non no... noti nulla di strano? 
BRUNO: ...No... Cosa dovrei notare? 
CLAUDIA:(guardandosi attorno) Sei sicuro di non ve... ve... vedere nessun altro, oltre a noi due...? 
BRUNO: ...Certo! (pausa) Ti è successo qualcosa? Siediti! Ti porto un bicchiere d’acqua... 
CLAUDIA: (interrompendolo) Sai una co... co... cosa...? (pausa) ...Penso di aver sco... sco... scoperto la parte maschile che è in me...! 

FINE