PROGETTO ECOLOGIA SOCIALE

Dramma minimo in un quadro di

GIORGIO SERAFINI



Personaggi:
Rocco Paone, disoccupato trentenne
Eduardo Scoca, ufficiale governativo, stessa età


Una stanza buia, oscura, probabilmente in un quartiere degradato di una grande metropoli meridionale. La luce filtra obliqua, quasi innaturale, e colpisce un tavolo tondo, unico elemento - con una sedia - dello scarno arredamento della casa. Su di esso, sparse, delle carte, delle bottiglie, resti di cibi. La scena è vuota per qualche istante, scossa da un risoluto scampanellìo. Entra un uomo sulla trentina, il padrone di casa, e si avvìa ad aprire; stancamente. E’ quasi svestito, in pantofole.

ROCCO
Chi è?
EDUARDO
(Da fuori) Sono Scoca. Eduardo Scoca.
ROCCO
Siete l’assistente sociale?
EDUARDO
(C.s.) Non proprio. Sono stato inviato a seguito delle nuove disposizioni governative......Se mi lasciate entrare.....
ROCCO
Ho da fare.
EDUARDO
(C.s.) Siete voi Rocco Paone? Sono qui in risposta alla vostra lettera.
ROCCO
(Eccitato, apre la porta) Eccomi, Rocco Paone, proprio io. Entrate. Quale lettera, quella del Collocamento o quella dell’Istituto case del Comune? 
EDUARDO
(Imbarazzato) Un po’ tutte e due. Lasciatemi spiegare....
ROCCO
Prego, prego, accomodatevi. Aspettate che tolgo questa roba dal tavolo. Ecco, sedetevi qui. (Indica la sedia)
EDUARDO
E voi?
ROCCO
Non vi preoccupate.
EDUARDO
Voi state in piedi?
ROCCO
La sedia una è. Ci sono abituato.
EDUARDO
A che?
ROCCO
A stare in piedi. A che i posti siano tutti occupati.
EDUARDO
Bene.
ROCCO
Come, bene?
EDUARDO
Dicevo che così mi facilitate il compito.
ROCCO
A disposizione. Ma, ditemi delle lettere. Le hanno ricevute, allora?
EDUARDO
Per quel che ne so, sì, come vi dicevo, ma non sono qui esattamente per questo. (Fruga nella sua valigetta)
ROCCO
Posso offrire qualcosa?
EDUARDO
No, grazie.
ROCCO
Una coca cola, un fernet, un marsalino all’uovo? Il caffè l’ho finito.
EDUARDO
Niente, grazie. Ho appena fatto colazione.
ROCCO
Ah. E che vi siete mangiato?
EDUARDO
Solite cose.
ROCCO
Dite, dite.
EDUARDO
Va buo’, un cappuccino, due bomboloni....
ROCCO
E com’era, com’era il cappuccino?
EDUARDO
(Frastornato) Un cappuccino. Normale. Ma a voi, scusate, che vi importa?
ROCCO
Mi piace sentir raccontare. Se lo fate bene, magari me lo riesco pure ad immaginare. Teneva la schiuma?
EDUARDO
Sì. 
ROCCO
E la polvere di cacao?
EDUARDO
Sì.
ROCCO
Ed era esatto il rapporto latte-caffè? Non troppo scuro, se no è amaro, né troppo chiaro, se no non sa di niente. Dite.
EDUARDO
Mi pare che andasse bene.
ROCCO
E la tazza com’era? Era grande?
EDUARDO
Una tazza. Gesù, normale, come tutte le tazze. 
ROCCO
No. Ci sono quelle di forma slanciata, affusolata: non vanno bene. Belle esteticamente, per carità, ma poco capienti....Io sono per le tazze tradizionali, quelle marroni, rotondette; le avete presenti? Ci si pesca bene, e se uno è fortunato ci fa pure la zuppa.
EDUARDO
Sentite io ho molti altri giri da fare....
ROCCO
Mi sono lasciato prendere, scusate. Io sono appassionato di colazioni. Un teorico. Mi piace soprattutto il cappuccino. Ma non lo prendo.
EDUARDO
E perché?
ROCCO
Perché prendo il giornale.
EDUARDO
E che c’entra?
ROCCO
O l’uno o l’altro. Il budget non consente.....Il giornale mi serve, per gli annunci economici e le offerte di lavoro. Il cappuccino me lo faccio raccontare. (Eduardo ha un lieve turbamento) Mi dicevate delle mie lettere.
EDUARDO
Sì, sono qui. Allegate alla pratica.
ROCCO
Allora c’è qualche speranza?
EDUARDO
Certamente. Il governo ha varato una nuova politica per il diritto alla casa e l’occupazione, si chiama Progetto “Ecologia sociale”, l’avete sentito?
ROCCO
Dicono sempre le stesse cose....In campagna elettorale, per prendere voti....
EDUARDO
No, no, in questo caso le cose stanno diversamente. Non si tratta di un idea astratta o di un semplice progetto, nonostante il nome, la legge è stata approvata dalla Camera e dal Senato; è diventata esecutiva. Le Regioni sono chiamate ad applicarla. Caso per caso. Capillarmente.
ROCCO
Allora qualcosa funziona. Qualcosa s’è mosso davvero. Ma com’è che di questa legge si sa così poco? Io leggo i giornali.....
EDUARDO
E una questione di opportunità. La stampa travisa sempre, cerca il colpo ad effetto. Meglio che l’informazione provenga dalla fonte, ai diretti interessati.
ROCCO
Che organizzazione. Costerà tantissimo alle amministrazioni: un porta a porta di Stato...
EDUARDO
E’ il decentramento: tutto previsto. I costi saranno recuperati. Si pensa che arriveremo addirittura in attivo. Il disegno di legge è stato elaborato da una equipe di tecnici della materia. C’erano anche degli stranieri. 
ROCCO
Potete scusarmi un minuto?
EDUARDO
Prego. Dove volete andare?
ROCCO
Vorrei cambiarmi, mettermi un paio di scarpe, darmi una sciacquata. Improvvisamente mi sento un poco in disordine, inadatto al programma, a tutta questa efficienza. E’ questione di collaborazione. 
EDUARDO
Bene, ma fate presto. Aspettare mi mette sempre l’angoscia. Tornate presto.
ROCCO
Possiamo parlare lo stesso. La casa sta tutta qui. Il lavandino è dietro la tenda. Pensate che quando viene a trovarmi qualcuno e deve andare al bagno mi tocca accendere la radio. Non vi mettete in soggezione anche voi.
EDUARDO
Per carità, figuratevi. Così accorciamo pure i tempi, e magari mi avvantaggio sulla tabella di marcia.
ROCCO
( Si dispone a prepararsi, dietro la tenda ) “Ecologia sociale”. Di che si tratta, in parole povere?
EDUARDO
Ve lo accennavo, è un progetto riguardante l’esatta collocazione sociale degli individui secondo le loro attitudini personali. Voi che studi avete fatto?
ROCCO
Ho fatto il liceo. Mi sono iscritto all’università: sociologia. Ma tenevo il bisogno di guadagnare e ho dovuto smettere. Mi sono messo a lavorare.
EDUARDO 
(Che, nel frattempo compila un questionario) Ah, e che fate attualmente?
ROCCO
Il disoccupato.
EDUARDO
Infatti risulta agli atti allegati. Ma scusate, perché non avete continuato a studiare?
ROCCO
E chi mi dava i soldi per l’Università? E poi pure non lavorare è un lavoro, durissimo, se mi seguite. Ci vuole un fisico di ferro e una volontà d’acciaio. Bisogna coltivare la speranza e seguitare a darsi da fare senza sosta. Contro tutto e tutti.
EDUARDO
(Prova una evidente sensazione d’immedesimazione) Avete ragione. (Cancella con decisione una voce della scheda che sta compilando)
ROCCO
(Esce dalla tenda, vestito e ripulito) Che state facendo?
EDUARDO
Aggiorno la vostra scheda personale. (Lo guarda) State benissimo, un’altra persona. Non vi si riconosce.
ROCCO
Dite?
EDUARDO
Non c’ è dubbio, è come se aveste una luce nuova, negli occhi, nello sguardo.
ROCCO
Stavate dicendo del progetto. Continuate.
EDUARDO
Vorrei che a questo punto vi metteste seduto voi.
ROCCO
Nonsignore, non c’è motivo.
EDUARDO
Insisto, il motivo c’è: voi adesso siete il protagonista, per mezzo mio, agli occhi dell’Amministrazione. Il paese vi guarda. Si aspettano grandi cose da voi. Sedetevi.
ROCCO
Se è così....(Prende il posto di Scoca, si siede)
EDUARDO
State comodo?
ROCCO
Come sempre, su questa sedia....
EDUARDO
No, non come sempre, non come tutte le altre volte. Questa è una volta speciale perché qualcosa per voi sta per cambiare. Per voi e per il vostro paese intero. Dovete collaborare, partecipare....
ROCCO
Felicissimo, figuratevi. Sono anni che aspetto di esserci anch’io, di fare qualcosa; ho molte idee, sapete?
EDUARDO
Benissimo. E le idee saranno ascoltate, vedrete, perché ci sarà più spazio. Spazio per tutti, e casa e lavoro.
ROCCO
(Rapìto) Spazio.....
EDUARDO
E già, ma lo spazio non viene da sé, bisogna saperselo conquistare. Bisogna essere disposti a fare dei sacrifici. Sono tutti bravi a parlare, ma poi, quando si tratta di fare? Di essere in trincea, in prima 

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linea? Il futuro della umanità comporta pure qualche rinuncia. Sono sempre gli altri a doversi impegnare, dopo i buoni propositi. No: il benessere e la civiltà non sono un regalo.
ROCCO
Sono qui, a completa disposizione.
EDUARDO
Sapevamo di poter contare su di voi. La risposta l’avevano già data i test attitudinali, i tabulati. Siete uno dei soggetti con il punteggio più alto. Siete un predestinato.
ROCCO
Io. Proprio io?
EDUARDO
Sì, perché siete un intellettuale, un sociologo.....
ROCCO
Quasi, ero solo iscritto....Ho fatto qualche esame....
EDUARDO
Meglio ancora, non vi rendete conto? Non avete ancora trovato una precisa collocazione, il vostro ruolo è ancora tutto da inventare. Voi dovete badare solo a voi stesso, siete libero, non avete legami, potete decidere del vostro futuro. Non avete parenti, vero?
ROCCO
No. (Eduardo prende nota)
EDUARDO
Lo Stato ha pensato a voi. Voi siete proprio la persona che cercano....Che cerchiamo....Lo abbiamo fatto anche in base ai vostri orientamenti politico-ideologici.... 
ROCCO
Come sarebbe? E voi che ne sapete?
EDUARDO
Si sono informati. Semplicemente.
ROCCO
Ma il voto è segreto. E’ una scorrettezza. E’ una violazione.
EDUARDO
No, se ci pensate. Come può uno Stato davvero nuovo soddisfare le esigenze della collettività, dunque dell’individuo, che ne è la prima cellula, se non conosce il pensiero dell’individuo stesso? Ogni regola ha le sue eccezioni. E’ stato fatto per il bene comune.
ROCCO
Ma, la libertà?
EDUARDO
Quella non serve più, dal momento che tutti adesso saranno buoni e giusti. La libertà sarebbe solo un ostacolo scomodo all’attuarsi delle grandi Riforme. Fidatevi, mi hanno fatto seguire un corso sull’argomento. Tutto spesato. Con i maggiori esperti del settore. Uno stage intensivo di training professionale. 
ROCCO
Non so, mi sembra tutto così diverso da quello che avevo pensato finora, da quello in cui ho sempre creduto.....Ma allo stesso tempo mi sembra di stare in un sogno bellissimo, dove tutto funziona, dove ognuno ha un posto per sedersi. (Analizza la situazione; guarda la sedia ed il suo interlocutore, in piedi) Forse ci vuole ancora un po’ di tempo.
EDUARDO
Tempo. Giustissimo. Non si fanno le rivoluzioni in un giorno. Ci vuole calma, applicazione costante, convinzione. L’importante però è cominciare. Dalla base. Bisogna cambiare le cose.
ROCCO
Sapeste quante volte l’ho detto....E quante volte l’ho sentito.....
EDUARDO
Stavolta è tutto vero. Questo è per voi. (Gli consegna un assegno bancario)
ROCCO
Un assegno? Sono dieci milioni. Perché?
EDUARDO
Consideratelo un prepensionamento.
ROCCO
Un prepensionamento? Non ha senso. Prepensionamento da che? Io non ho mai avuto l’opportunità di lavorare, di dimostrare tutto il mio valore, le mie potenzialità.
EDUARDO
Che nessuno vi disconosce, per carità. Rientra tutto in un disegno, che vi sarà chiaro al momento opportuno, in una logica ben definita. Prendetelo come un regalo, come un indennizzo, se preferite. Una buonuscita.
ROCCO
Ancora? Ma io non sono mai entrato in niente.
EDUARDO
Appunto. Se non si è neppure entrati, anche l’uscita, forse, può essere indolore. Almeno credo.
ROCCO
Va bene. Che dovrei fare?
EDUARDO
Collaborare.
ROCCO
Siate più preciso.
EDUARDO
Ecco, per voi. (Gli consegna un altro plico)
ROCCO
(Legge) “Concessione di licenza edilizia, area edificabile: Nuovi Quartieri di recupero e riciclaggio civico. Progetto “Ecologia sociale”.” Dove si trova quest’area?
EDUARDO
Area est, vicino al nuovo cimitero comunale. E’ molto bello, pieno di verde.
ROCCO
Un preventivo di spesa. Dieci milioni. Materiali pregiati, marmo di Carrara....Che significa? E in questo astuccio cosa c’è? 
EDUARDO
Una pastiglia.
ROCCO
Una pastiglia. Lo vedo. E di che?
EDUARDO
Cianuro di potassio, scientificamente.
ROCCO
Cianuro? Dunque è così che volete risolvere il mio problema? Assassini, non cambiate mai. Sempre gli stessi metodi, gli stessi sistemi. Cambia solo il nome. Com’è adesso? “Ecologia sociale”? Assassini maledetti.
EDUARDO
C’è bisogno di spazio. Di recuperare ossigeno, aree vitali, denaro. Di risanare il deficit pubblico. Non vedete le nostre città? Siamo troppi, non c’è lavoro, c’è l’emarginazione, la solitudine. Ogni uomo fatica a trovare il suo ruolo nella società; non solo: la sua ragione d’essere. La sua utilità. Il mondo è fuori sesto, nulla risponde più ad esigenze reali.
ROCCO
E’ mostruoso. Infame.
EDUARDO
Siete libero di non accettare. Nessuno se ne avrà a male, proseguirò il mio giro e amici come prima; non ce l’avrò con voi. Credetemi.

ROCCO
Vorreste pure avercela con me?
EDUARDO
Avrei i miei motivi, ma lasciamo andare.
ROCCO
No, no, sentiamoli questi motivi.
EDUARDO
Non vorrei fare leva suoi vostri sentimenti, essere scorretto. E’ una carta che preferisco non giocare.
ROCCO
(Aggressivo) Parlate, ho detto.
EDUARDO
Io ho tre figli, una moglie che sta a casa ed un padre malato. Ogni mese devo pagare i conti e pure la retta dell’Istituto dove sta papà. Mio fratello è invalido civile vero, perché pure questo si deve distinguere, ed io fino a un mese fa ero disoccupato, proprio come voi. Ora grazie a questa nuova legge sono stato assunto come precario ed affiliato ai servizi comunali pro tempore, fino a che c’è bisogno di personale; anche se mi dicono che per il futuro ci sono buone speranze. Sono pagato a provvigione e dai risultati dipende la mia riconferma. Fate voi....
ROCCO
Perché non voi, allora? Perché io?
EDUARDO
Credete che non ci abbia pensato? E quante volte.....Ma i miei figli, e’ guagliune? Potevo pensarci prima, lo so. Ma si viveva tutti senza voler guardare in faccia la realtà. 
ROCCO
E questa, questa realtà vi piace?
EDUARDO
No, ma per lo meno campo e - forse - costruisco un avvenire per i miei figli. Per il momento alternative non ne vedo e, poi, da qualche parte bisogna pure cominciare. Ora scusatemi, me ne devo andare. (Mette in ordine la sua roba, si riprende l’assegno ed il plico) Ho altri appuntamenti e sfortunatamente mi trovo con una media di adesioni piuttosto bassa.
ROCCO
Aspettate.
EDUARDO
Non posso. Sono in ritardo. La mia prossima visita è dall’altra parte della città, all’Istituto “Giorni sereni”. 
ROCCO
Non è l’ospizio geriatrico?
EDUARDO
Papà mi aspetta per la proposta.
ROCCO
Vostro padre?
EDUARDO
A mezzogiorno vado da mio fratello. Che volete fare? Io collaboro, di me non si potrà mai dire che non m’impegno in prima persona. Darò un beneficio alla società ed in più risparmio pure la retta. Sono venti milioni sani sani, per tutti e due. Se si sta attenti e ci si mette d’accordo con le persone giuste, si risparmia pure qualche cosa. Magari la tomba la faccio fare di qualche altra pietra, la cassa di zinco, che quella spetta al Comune, ed il resto lo mettiamo da parte per l’inverno. Mi capite? Non ditemi che sono cinico, perché non è così. Io sono uno che partecipa. (Ha finito di raccogliere le sue cose) Adesso vi devo proprio salutare.
ROCCO
Fermo, non ve ne andate. Restate qua. Datemi di nuovo quella roba. Mi avete convinto, si deve partecipare. 

EDUARDO
Non è necessario. Voglio che lo facciate solo se vi sentite. Diversamente sarebbe come avervi sulla coscienza.
ROCCO
Ognuno ha la sua croce. Vi ho detto date qua. (Prende risoluto i fogli e l’astuccio con la capsula). Devo firmare qualche cosa?
EDUARDO
No. Facciamo sulla parola. E’ bene non lasciare tracce.
ROCCO
Già, la gente, la televisione, che direbbero?
EDUARDO
Ma è tutto regolare, state tranquillo.
ROCCO
(Si siede al tavolo) Pigliatemi ‘nu bicchiere d’ acqua. Così non me s’ ‘ntorsa. Il lavandino è di là, sempre dietro alla tenda. (Scoca esegue, solenne)
EDUARDO
Ecco a voi. 
ROCCO
‘N’ ata cosa, Scoca.
EDUARDO
Ditemi.
ROCCO
A me il marmo di Carrara non piace. Regolatevi voi.
EDUARDO
(Capisce) Siete un santo.
ROCCO
Alla salute. (Prende platealmente la pasticca)

BUIO.

SIPARIO.

FINE.