Fammi un disegno
Commedia brillante in un atto di
Mauro Eberspacher
Personaggi:
Rosa bellissima donna in carriera, circa quarant’anni, sexy e cosciente di esserlo; i vestiti che sceglie parlano di una vita al top; vive a Milano seguendo le opportunità del suo lavoro, lasciando marito e figlia piccola a casa.
Livio bell’uomo di circa dieci anni più anziano di Rosa, collega pari livello (alto)
Eleonora moglie di Livio, bella anch’essa, ma con meno classe di Rosa
Flavio aitante impiegato, perennemente abbronzato da tennis e sci a stagioni alterne; instancabile, le donne gli cadono ai piedi
Giulio marito di Rosa, rimasto nella città di origine con la figlia Serafina, persona solida e semplice
Lisetta cugina di Giulio, stampella insostituibile di Giulio nel mestiere di padre, da sempre compagna di giochi e di storie familiari
Ambientazione:
I locali sono sommariamente descritti per lasciare alla fantasia dello scenografo e del regista la maniera più giusta di servire la messa in scena; ad ogni modo non si potrà evitare di seguire le seguenti indicazioni:
Casa di Rosa: bagno a sinistra, camera da letto a destra, porta di casa sul fondo, piani di appoggio
Casa di Livio ed Eleonora: bagno a sinistra, camera da letto a destra, porta di casa sul fondo
Ufficio di Rosa: tavolo (con computer?) a sinistra, porta a destra
Stanza d’albergo a Stresa: almeno un divano, un tavolinetto con telefono, porta a destra
Parco: una panchina
INDICE
Personaggi: 2
Ambientazione: 2
Scena 1: Casa di Rosa 4
Scena 2: Casa di Rosa 5
Scena 3: Casa di Rosa 7
Scena 4: casa di Livio & Eleonora 8
Scena 5: casa di Livio & Eleonora, Mattina. 10
Scena 6: ufficio di Rosa 12
Scena 7: corridoio di ufficio 15
Scena 8: casa di Rosa 16
Scena 9: casa di Rosa 19
Scena 10: casa di Rosa 20
Scena 11: ufficio di Rosa 22
Scena 12: casa di Rosa 24
Scena 13: Stresa, camera di albergo di Rosa 28
Scena 14: Stresa, camera di albergo di Rosa 30
Scena 15: Stresa, camera di albergo di Rosa 34
Scena 15: Stresa, camera d’albergo di Rosa 36
Scena 16: Stresa, camera d’albergo di Rosa 37
Scena 17: Panchina di un parco 38
Scena 1: Casa di Rosa
ROSA - (entra in scena dalla camera da letto) Tesoro! Vuoi da bere?
FLAVIO - (da fuori) Dopo, dopo. Mi basta che torni qui.
ROSA - Mamma mia, ma sei assatanato!
FLAVIO - (si affaccia) Mica solo io!
ROSA - Va bene, va bene, solo un attimo che arrivo (esce)
FLAVIO - E dai, e dai!
ROSA - Ma insomma (attraversa la scena ed uscendo con lui in camera), la vuoi smettere di strillare? Lo vuoi capire o no che i vicini sentono poi mi fanno storie col padrone di casa?
FLAVIO - Come se a strillare fossi io…
ROSA - (lancia un gridolino)
Cambio di luci
Scena 2: Casa di Rosa
ROSA - (entra dalla porta di casa, vestita da sera, slacciandosi il foulard) Magnifico!
LIVIO - (la segue, anche lui vestito da sera) Sì. Siamo fortunati, non credi?
ROSA - (liberandosi del soprabito) Se non avessero dovuto sostituire il pianista all’ultimo minuto, non avremmo potuto ascoltare quel giovane…che bravo!
LIVIO - Davvero: era molto tempo che non sentivo suonare con quel fuoco, quella libertà…
ROSA - (più marcata) …quell’impeto…
LIVIO - …quell’ispirazione…
ROSA - (c.s.) …quella virilità…
LIVIO - (un tempo) Cara.
ROSA - Sì?
LIVIO - Ti piaceva, eh?
ROSA - Mah, sai, non si può negare che sia un bel giovane…
LIVIO - …non si può negare…
ROSA - Alto, slanciato. Con quei capelli sempre in agitazione!
LIVIO - Beh, insomma, dipende dal brano che…
ROSA - …i piedi lunghi, affusolati!
LIVIO - I piedi? E quando li hai visti?
ROSA - Mah, si vede dal tipo…
LIVIO - Conosci il tipo, eh?
ROSA - (finta candida) Perché? Ti darebbe fastidio?
LIVIO - (abbracciandola) Per carità: c’è posto per tutti.
ROSA - Davvero? Basta fare una telefonata…
LIVIO - Hai già il numero di telefono?
ROSA - Questione di organizzazione…
LIVIO - Mmm, quanto mi piacciono le professioniste!
ROSA - Allora che faccio, chiamo?
LIVIO - Sì, ma…(prendendola per una mano e tirandola in camera da letto) dal telefono della camera da letto.
ROSA - (uscendo) Va bene, dunque: 333…ah! (gridolino)
Cambio di luci
Scena 3: Casa di Rosa
Livio e Rosa in scena; Rosa aiuta Livio ad infilarsi il soprabito
LIVIO - Grazie, tesoro. (si gira e la bacia leggermente)
ROSA - Bada a non impolverarti come al solito.
LIVIO - Già, sennò Eleonora chi la sente!
ROSA - Mi raccomando!
LIVIO - Allora: ci vediamo in ufficio, domani?
ROSA - Mah, non so, vedrò se ne avrò voglia…
LIVIO - Carognetta! (la bacia) A domani.
ROSA - A domani.
Livio esce; Rosa chiude la porta
Scena 4: casa di Livio & Eleonora
LIVIO - Ciao.
ELEONORA – A quest’ora?
LIVIO - Beh, te l’avevo detto.
ELEONORA – I tuoi amici non ce l’hanno una casa, una famiglia?
LIVIO - Ma si tratta di una cena sociale: mica ti aspetterai che ordiniamo una pizza e ci facciamo portare insieme il conto! Si ride, si scherza, si chiacchiera…
ELEONORA - Dammi il cappotto. (glielo toglie con malagrazia) C’era di nuovo quello delle pompe funebri?
LIVIO - Perché? Ah, il profumo! Sì, Guglielmo. Che vuoi fare, si vuol sedere sempre vicino a me…
ELEONORA - E tu evita, no? Adesso dovrò mettertelo sul balcone.
LIVIO - Ma poi domattina è ghiacciato!
ELEONORA - Peggio per te!
LIVIO - (dopo un sospiro) Vado a farmi una doccia.
ELEONORA - (distrattamente, mentre, di spalle, spazzola con le mani il soprabito) …profumo femminile?
LIVIO - Eh?
ELEONORA - È lo stesso profumo di mia sorella…
LIVIO - Ah, sì, me l’ha detto: va di moda un profumo simile a quelli femminili! Sai: col fatto che muoiono prima gli uomini, di solito, vogliono rendere gradevole la cosa per chi resta…
ELEONORA - (uscendo verso la camera da letto) Bah! Che idee balzane!
LIVIO - (avviandosi sollevato verso il bagno) Eh già, eh già !
Scena vuota per un breve tempo, durante il quale si sente iniziare lo scroscio della doccia
ELEONORA - (attraversa la scena e va a parlare ad alta voce davanti alla porta del bagno) Hai comprato il latte?
LIVIO - (da fuori) Cosa dici?
ELEONORA - Se hai comprato il latte!
LIVIO - Non ti sento! C’è la doccia!
ELEONORA - Va bene, faccio da me!
Eleonora esce in camera da letto. Ne rientra con un mucchio di vestiti ed un paio di scarpe. Va a porsi davanti alla porta del bagno.
ELEONORA - Posso entrare? (non ricevendo risposta, a voce più alta) Posso entrare?
LIVIO - (c.s.) Che c’è?
ELEONORA - Niente, niente, faccio da me!
Apre la porta di casa e, sporgendosi all’esterno, fa un fischio. Dopo un breve istante arretra e si affaccia Flavio, in canottiera.
FLAVIO - Ma quanto c’hai messo?
ELEONORA - Eh! Mica potevo far niente con lui fra i piedi!
FLAVIO - Io mi sono congelato!
ELEONORA - Amore amoruccio, mettiti subito le tue cose che ti scaldi e me le togli di casa. Se se ne accorge!
FLAVIO - (lanciandole le braccia al collo) Un bacio ancora…!
ELEONORA - Và, và, altro che bacio te!
Gli mette il fagotto in mano e lo spinge fuori chiudendo la porta
Scena 5: casa di Livio & Eleonora, Mattina.
LIVIO - (trafelato entra dalla camera da letto, cercando di infilarsi i pantaloni che per la fretta gli si incastrano) Eleonora. Eleonora! Eleonora, dove sei?
ELEONORA - Eccomi, che c’è?
LIVIO - Le…le calze, quelle grigie con le strisce viola…le hai viste?
ELEONORA - Stanno nel cassetto, come sempre.
LIVIO - Non le ho viste!
ELEONORA - (a braccia conserte, sopportando) In quale cassetto hai guardato?
LIVIO - Il terzo del secondo armadio, no?
ELEONORA - (passandosi le mani sulla faccia, come se avesse a che fare con un bambino di scarso comprendonio) Madonna mia, cadi sempre dalle nuvole! È il secondo cassetto, il secondo! Del terzo armadio.
LIVIO - Ah, ecco. Certo che metti le cose in un modo…! (saltella verso la camera) Mi prendi le scarpe, intanto? Quelle nere! (fuori)
ELEONORA - Ma che devo fare? Che devo fare! (esce in bagno)
Esce in bagno. Un istante dopo rientra con due scarpe in mano.
ELEONORA - Stanno qu…
La voce le si spegne osservando le scarpe che ha in mano; ne confronta le suole: sono visibilmente diverse di misura! Allarmata rientra di corsa in bagno.
LIVIO - (entra dalla camera completamente vestito, tranne le scarpe) Allora? Le hai prese?
ELEONORA - (rientrando dal bagno tenendo in mano un paio di mocassini neri) Ecco, metti questi!
LIVIO - Ma questi sono i mocassini!
ELEONORA - E allora?
LIVIO - Non vanno bene! Questo è un vestito serio… poi stamattina ho una riunione…
ELEONORA - Andranno benissimo.
LIVIO - Ma…ma…sono troppo giovanili!
ELEONORA - Va là! Ti vesti come mio nonno! Almeno questi ti daranno un’aria un po’ più aggiornata, diciamo!
LIVIO - Dici?
ELEONORA - Dico, dico. E adesso vattene che devo uscire anch’io. Mica posso far tardi perché ti devo imboccare!
LIVIO - Vado, vado, ma tu non far tardi che oggi è riposo compensativo! (esce dalla porta di casa)
ELEONORA - (tra sé, uscendo in bagno, scocciata) Lo so, lo so….
Scena 6: ufficio di Rosa
Rosa sta lavorando al computer sulla propria scrivania. Bussano alla porta.
ROSA - Avanti!
ELEONORA – (ufficiale) Buongiorno dottoressa.
ROSA - (dopo aver visto con un’occhiata chi è prosegue il proprio lavoro) Buongiorno.
ELEONORA – Ho portato questi documenti da firmare.
ROSA - Li metta lì.
ELEONORA – L’ingegner Pasta ha detto che gli servono subito.
ROSA - Aspetterà.
ELEONORA – L’ingegner Pasta?
ROSA - Chiunque. Ho da fare.
ELEONORA - Va bene, riferirò.
ROSA - Ecco brava, riferisca.
Eleonora gira sui tacchi e fa per uscire. Arrivata alla porta si gira, apre la bocca per dire qualcosa, ma viene interrotta dall’aprirsi della porta.
LIVIO - Rosa, senti… (vedendo Eleonora) Ah, ciao!
ELEONORA - (acida) Ciao.
LIVIO - Ci vediamo dopo, a pranzo? Ti devo dire quello che… Insomma:dopo, va bene?
ELEONORA - Io a pranzo sto con le amiche mie. Quando sono libera ti telefono. Fatti trovare.
LIVIO - Ehm, va bene. Ciao.
ELEONORA - Ciao. (esce)
Livio rimane a guardare la porta, imbarazzato
ROSA - (ironica) Gerarchie rovesciate, vedo.
LIVIO - No, è che… Bah! Dunque: sono venuto perché…
ROSA - In generale perché vieni già lo so.
LIVIO - Eh? Oh! (entrando nel gioco) Già, tu lo sai sempre. Sono io che non riesco sempre ad essere sicuro che…
ROSA - (finta candida) Oh Signore mio, cosa mi tocca sentire: lei sta offendendo la purezza dei miei sentimenti!
LIVIO - (aulico) Madama, il mio usbergo è rifugio sicuro per le vostre virtù.
ROSA - Me ne…me ne rallegro.
LIVIO - Ma è il mio brando che se ne sbatte di rispettar la purezza vostra!
ROSA - E parla piano! Hai controllato se la porta è chiusa?
LIVIO - Oddio, sì. Aspetta. (controlla) A posto.
ROSA - Che ti serve?
LIVIO - Perché dovrebbe servirmi qualcosa? Sono qui per vederti.
ROSA - Quando vieni per quello entri con un tono diverso.
LIVIO - Davvero? Devo imparare a stare attento a questi dettagli. Sì, sono venuto da te perché mi serve di sapere a che punto siamo con la procedura organizzativa.
ROSA - Ci sto lavorando.
LIVIO - Certo che voi di “Organizzazione”…
ROSA - …lavoriamo organizzati. Questo è un ufficio, non una pizzeria. Si fanno le cose che si può fare entro i tempi concordati. Le cosette al volo scordatevele.
LIVIO - (cambiando tono) Eppure ieri sera non m’era sembrato.
ROSA - (stesso tono) Neanche a me.
Livio si avvicina. Si guardano negli occhi, ma l’attimo viene rovinato da qualcuno che bussa alla porta.
LIVIO - (raddrizzandosi e prendendo una distanza) Aspetti qualcuno?
ROSA - Smettila. Avanti!
FLAVIO - È permesso? Dottoressa, avrei dei documenti che…(dai pochi passi che fa si capisce che gli fa male un piede)
ROSA - Venga, venga.
LIVIO - Beh, io ti lascio. Quindi stiamo alla data che…
ROSA - Sì, sì, come avevamo detto. Quando ho finito te lo faccio sapere.
LIVIO - D’accordo, ciao, Grazie.
ROSA - Prego. (Livio esce) Benvenuto! Chiudi la porta.
FLAVIO - (dopo averla chiusa) Beh? Che mi dici?
ROSA - Che sei un’animale!
FLAVIO - Grazie, me lo dicono tutte.
ROSA - Non fare quel giochetto con me, non sono gelosa di te.
FLAVIO - Né io di te. Ma per il resto…(si avvicina)
ROSA - No. No, senti Flavio: in ufficio no.
FLAVIO - (carezzandole i capelli) Ma quante novità!
ROSA - Perché? Non apprezzi il mio candore?
FLAVIO - L’unico candore tuo che mi piace…
ROSA - (roca) Qual è?
FLAVIO - …è quello nascosto dalle mutandine.
ROSA - Ma sei proprio un porco!
FLAVIO - E tu? Non siamo diversi sotto questo aspetto.
ROSA - Ma che mi fai?
FLAVIO - Adesso ti faccio vedere io…(bussano)
ROSA - (sottovoce) Cretino, lo vedi che in questi orari potrebbe entrare sempre qualcuno? Stasera, quando non c’è nessuno. (ad alta voce) Avanti!
ELEONORA - (entra fermandosi sulla soglia; ha una busta in mano) Scusi dottoressa. Cercavo proprio Flavio.
FLAVIO - Me?
ROSA - Prego, vada, vada. Ha lasciato i documenti? Bene può andare, grazie.
FLAVIO - (Eleonora esce) Buongiorno, dottoressa.
ROSA - Buongiorno. (Flavio esce)
Scena 7: corridoio di ufficio
ELEONORA – Che ci facevi da quella?
FLAVIO - Niente. Ho portato dei documenti...
ELEONORA – Non ti mettere a fare il galletto anche con lei, hai capito? Sennò vedi!
FLAVIO - Non c’è pericolo: è troppo snob per me.
ELEONORA – (un tempo, aggressiva) Coglione!
FLAVIO - Buongiorno anche a te.
ELEONORA – Fai meno lo stronzo. Guarda qui. (gli mostra l’interno della busta)
FLAVIO - Uh, la scarpa mia.
ELEONORA – A momenti succedeva un casino.
FLAVIO - Me l’hai data tu quella sbagliata! M’ha distrutto il piede, mi fa ancora male.
ELEONORA – E tu le vai a mollare in mezzo a quelle di mio marito. Coglione.
FLAVIO - E sono due. (un tempo) Sono due, sì?
ELEONORA – (intensa) Io ne ho visti solo due anche se…
FLAVIO - Ti sono sembrati quattro, eh?
ELEONORA – Anche otto, se è per questo. M’hai fatto male, ieri.
FLAVIO - Non mi era sembrato che soffrissi molto.
ELEONORA – (un tempo) Stasera.
FLAVIO - Verso che ora?
ELEONORA – Diciamo le dieci. Livio ha un’altra riunione, stavolta del tennis. E poi dopo un’ora te ne vai sennò succede di nuovo come ieri.
FLAVIO - Meno male che ha dimenticato le chiavi di casa!
ELEONORA – Se non citofonava eravamo fritti!
FLAVIO - M’ha fatto prendere un freddo!
ELEONORA – Beh, stasera…
FLAVIO - Stasera…
Scena 8: casa di Rosa
Rosa rientra dal lavoro, un po’ stanca. Entra in camera da letto per cambiarsi; si sente un grido e Rosa, arrabbiata per lo spavento subito, rientra seguita da Livio
ROSA - Cazzo, Livio! Ma sei, sei…(s’interrompe con una mano sul petto per controllare l’affanno)
LIVIO - …il padrone di casa e perciò ho un altro mazzo di chiavi. È un bel po’ che ti aspetto, non credevo che facessi così tardi in ufficio. Ero giusto passato a dare un’occhiata…(scrutandola con intenzione)
ROSA - Ma vaffanculo, te e le tue caldane! Poteva trattarsi di un ladro.
LIVIO - E invece…
ROSA - M’hai fatto morire di paura, sei contento?
LIVIO - Oddio, Rosa, hai ragione. Non ho pensato che…
ROSA - E quando mai pensi, tu?
LIVIO - Sembri Eleonora.
ROSA - Andrà a finire che mi farai diventare come lei.
LIVIO - Spero proprio di no!
ROSA - Senti: vattene. Esci. M’hai fatto scoppiare un mal di testa!
LIVIO - Quanto mi dispiace, Rosa. Vuoi che ti prenda un’aspirina?
ROSA - Faccio da me, faccio da me. Adesso…
Viene interrotta dal trillo del telefono
ROSA - Pronto? Giulio, che c’è? Qualche problema con Serafina?...Meno male… e quanto ha preso? … Brava, brava. … Passamela, dài. … Pronto? Sissi? Tesoro! Ma papà m’ha detto che sei stata bravissima a scuola … allora sai disegnare proprio bene! … Senti, sai cosa fai di bello? Mi fai un bel disegno … quello che vuoi, poi me lo spedisci con una lettera, una lettera vera! Ti fai aiutare da Papà. Ci metti l’indirizzo e il francobollo e poi andate ad infilarla nella buca delle lettere. Ma un disegno bello, eh? … Brava, amore. Adesso passami Papà. … buonanotte… Giulio? Hai capito? Devi … sì, appunto. Non fare le solite sciatterie, capito? Mandamelo in modo che arriva entro un giorno, altrimenti tra un mese ancora non s’è visto. Fai tutto come si deve, almeno stavolta. Piuttosto, ho visto dalle previsioni che domani piove, lì; cerca di non farla bagnare quando la porti a scuola e quando la riprendi… Vabbè, dillo a Lisetta, basta che ci state attenti. … Ma senti un po’: Lisetta non ha nient’altro da fare? È tua cugina, ho capito, ma sarebbe più giusto se… Insomma, basta che non le fate prendere un raffreddore… Ne saresti capace… Sì, ci vediamo Sabato. … No stavolta non salto il fine settimana. La settimana scorsa non ho potuto, ma stavolta vengo. Ciao. Ciao, buonanotte. (riattacca) Cretino!
LIVIO - E Stresa?
ROSA - Eh?
LIVIO - Avevamo deciso che dopo Iseo stavolta toccava a Stresa!
ROSA - Livio…non posso. Devo pur farmi vedere da mia figlia. Non posso saltare un altro fine settimana…
LIVIO - Sì, sì, capisco. Hai ragione. Peccato però, perché avevo prenotato una camera vista lago…!
ROSA - Tienila per la prossima volta: non sai quanto mi dispiace, ma recupereremo, vedrai!
LIVIO - (abbracciandola alla vita) Recupereremo?
ROSA - (con le braccia sulle spalle) Capisci che…?
LIVIO - Basta che recuperiamo…!
ROSA - Ma non stasera.
LIVIO - (sorpreso) No?
ROSA - (sciogliendosi dall’abbraccio) Stasera sono stanca. E m’hai fatto anche venire un gran mal di testa. Voglio solo andare a letto…
LIVIO - …da sola, immagino.
ROSA - Sì. Ti vorrò più bene se capirai.
LIVIO - Beh, io…
Suona il cellulare di Livio che prima guarda il display e poi risponde
LIVIO - (ad alta voce, ammiccando a Rosa) Eleonora, dimmi. … Sì, sto al circolo del tennis, ma… No, sto fuori, per questo non c’è confusione. … Mah, mi sento un fastidio allo stomaco, poi domattina devo andare in ufficio molto presto, così adesso me ne torno a casa… Sì, a casa, perché? … Non credo, perché, ti serve qualcosa? … Eleonora: è tardi. Dove vuoi che trovo da comprare… Eh…va bene; non ci sono stato mai, ma se proprio ti serve… Sì: un etto di prosciutto e un litro di latte. Nient’altro? … Dove sta di preciso il supermercato? … Ho capito, ci passo. … Sì, ti richiamo prima di passare alle casse così mi dici se t’è venuto in mente qualcos’altro… sì, ciao. (chiude la comunicazione) Ecco fatto! Niente Stresa e spesa notturna.
ROSA - Consolati con il prosciutto!
LIVIO - Prendi in giro, sai!
ROSA - (accompagnandolo alla porta) Magari ce l’avessi io!
LIVIO - Vuoi…?
ROSA - No! Dormirò meglio senza. Ciao (lo bacia)
LIVIO - Buonanotte e…scusami per prima…
ROSA - Niente, niente. Ciao (chiude la porta)
Scena 9: casa di Rosa
Rosa fa un numero al telefono e aspetta inutilmente la risposta. Compone nuovamente il numero con lo stesso risultato. Spazientita ne fa un altro .
ROSA - Giulio? Ma dove sei? T’ho telefonato a casa ma non rispondi! … Fuori? E dove…Ah, con Lisetta. E perché? … Ma non ci siamo sentiti poco fa…? … E Serafina? … Ah, tua madre. Beh non mi sta bene per niente che tu esca con Lisetta costringendo qualcun altro a badare a Serafina, dovresti starci tu con lei… Non fa niente: già c’è uno solo di noi durante la settimana… Che vorresti, che rinunciassi a questo posto, allo stipendio, alla carriera? Io a fare la casalinga per te proprio non mi ci metto, lo sai. … Ah, ecco, vedi? … Bene e…che uscite a fare tu e Lisetta? … Ma i suoi problemi deve discuterli proprio con te? Non ha un’amica, qualcun altro… Beh, a me non sta bene per niente! Fai quello che ti pare, ma a me non piace il fatto che approfitti della mia assenza per andare con altre donne. … Cugina o no, poi lo sai che la gente è pettegola … Va bene, ne riparliamo Sabato, quando torno. … Ciao, ciao. (riattacca nervosissima)
Scena 10: casa di Rosa
Suonano alla porta. Rosa sbuffa, si alza stancamente e va ad aprire.
ROSA - (si gira e rientra con una mano sulla fronte) Oh, no!
FLAVIO - (fascinoso, entrando) Dicono tutte così!
ROSA - Flavio, che c’è?
FLAVIO - Così, passavo…
ROSA - Guarda che non è cosa. E poi non t’è bastato prima, in ufficio?
FLAVIO - Pensavo alla rivincita…
ROSA - Senti, m’è scoppiato un gran mal di testa e…
FLAVIO - Modestamente…!
ROSA - Eh?
FLAVIO - (allusivo) Dopo quello che t’ho combinato, lo credo bene!
ROSA - No, no, guarda, non c’entra niente. Adesso non togliere nemmeno il cappotto, esci e ci vediamo domani.
FLAVIO - (l’afferra alle spalle cominciando a palpeggiarla) Non sai quello che ti perdi.
ROSA - Lasciami, Flavio.
FLAVIO - Se non fosse per il fatto che sono irresistibile, quante belle cose ti perderesti!
ROSA - T’ho detto lasciami!
Flavio la bacia sul collo
ROSA - (gridando e divincolandosi, fino a dargli una gomitata sul naso) Lasciami, cazzo! La vuoi capire?
FLAVIO - (barcolla all’indietro tenendosi il naso) Ahi! Ma che sei matta?
ROSA - Vattene! Vattene subito, hai capito?
FLAVIO - M’hai rotto il naso!
ROSA - Chi se ne frega, così impari! Ora sparisci!
FLAVIO - (avviandosi alla porta, a mezza voce) Che stronza…
ROSA - M’avete rotto le palle, tutti quanti! Fuori di qui, vattene!
La porta si chiude dietro Flavio
Scena 11: ufficio di Rosa
ROSA - Avanti.
LIVIO - (entra, chiude accuratamente dietro di sé la porta e si avvia verso Rosa sventolando due foglietti) Il signore e la signora Rossi!
ROSA - Ah, sei tu. E quelli che sono?
LIVIO - Due prenotazioni che mi dispiace disdire!
ROSA - Ah, già. Mi dispiace, lo sai, ma…
LIVIO - No, no, capisco. La famiglia prima di tutto. D’altronde hai una splendida bambina che non puoi lasciare sola tanto a lungo… Non ho figli, ma immagino che sia dura, no?
ROSA - Un po’, sì.
LIVIO - E hai un maritino che ti manca tanto e che non vedi l’ora di rivedere…
ROSA - Ho anche un marito, sì. E allora?
LIVIO - Niente. Così, per dire…
ROSA - Livio, Stresa è andata.
LIVIO - Va bene, va bene. La speranza è l’ultima a morire!
ROSA - Ecco, facciamo che è bell’e morta.
Squilla il cellulare di Rosa che risponde dopo aver controllato il chiamante
ROSA - Giulio, che c’è, qualche problema con Serafina? … Per chiamarmi a metà mattinata! … E allora che c’è? … Sì, Sabato, e allora? … Come? … E perché? … Di che mi vuoi parlare? … No, voglio saperlo adesso! … Giulio, non farmi incazzare, hai capito? Cos’è ‘sta novità di vederci lontano da casa? E Serafina? … E tua madre è d’accordo? … Certo, figuriamoci! …Non se ne parla proprio! Io vengo a casa Sabato… Giulio! Come ti permetti! … Peggio per te, te la sei voluta. Va bene, ci vediamo in un altro posto, Domenica, ma preparati al peggio. … Come “dove”? Non hai deciso tutto tu? … Ma, che ne so… (Livio, che ha seguito la conversazione sventola i foglietti) … Ci potremmo vedere…a Stresa. … Sì, a Stresa c’è un convegno a cui rinunciavo ad andare per tornare a casa, ma a questo punto… Va bene, c’incontriamo a Stresa, all’Hotel…(Livio porge i foglietti indicando il nome dell’albergo)…all’Hotel Gran Lago, Domenica mattina, verso le… le dieci, va bene. (con tono di sfida) Ci vediamo lì. (riattacca) Ma è incredibile!
LIVIO - (trionfante) Quindi: a Stresa!
ROSA - Come si permette?
LIVIO - Che t’ha detto?
ROSA - “Sono tuo marito”, hai capito?
LIVIO - Caspita che macho!
ROSA - Ma domenica gli faccio vedere io!
LIVIO - Povero, povero Giulio! (accarezzandole le spalle) Ma tu non devi incontrarlo così tesa. Lascia che Sabato ti faccia rilassare un po’, che ne dici?
ROSA - (ancora bellicosa) Sì, mi sembra un’ottima idea. (un tempo) Adesso scusa, ho bisogno di vedere un attimo Flavio; andando via mi fai il piacere di trovarmelo? L’ho chiamato prima ma non c’è stato verso.
LIVIO - Come comandi! In fin dei conti siamo pari grado ed un piacere è sempre a buon rendere, no?
ROSA - Sì, sì…
LIVIO - Vado. L’ho incontrato prima. Ma lo sai che ha un cerotto sul naso? Deve aver incontrato un ragazzo geloso che l’ha sistemato.
ROSA - E perché dev’essere stato…
LIVIO - Ma sai, ha la fama di sciupafemmine, anche se non capisco che ci trovino…
ROSA - Non saprei neanche io. Me lo cerchi per favore? Ho proprio bisogno di lui, adesso.
LIVIO - Agli ordini! Ti lascio qui il tuo voucher. Mi raccomando: strade separate! “Il paese è piccolo, la gente mormora”… (lanciandole un bacio con la punta delle dita) Ciao.
Livio esce
Scena 12: casa di Rosa
Rosa, poco vestita, entra dalla camera da letto tenendo una valigia aperta con le due mani; la depone fronte pubblico, poi riesce in camera. Torna con due stampelle cui sono appese due camicette; le valuta a contatto con qualcosa che giace dentro la valigia. Mentre sta eseguendo il confronto entra Flavio dal bagno vestito solo di un asciugamano sui fianchi.
FLAVIO – Roba tosta, eh?
ROSA - Secondo te con la gonna nera sta meglio questa? O quest’altra?
FLAVIO - Dov’è la gonna?
ROSA - È quella.
FLAVIO - E vai!
ROSA - Che c’è?
FLAVIO - Portati un fazzoletto che con quella il naso non te lo soffi. Non basta!
ROSA - È piccola, ma molto elegante.
FLAVIO - Non ci credo.
ROSA - Perché non dovresti?
FLAVIO - Fammi vedere!
ROSA - Con…?
FLAVIO - (facendo segno di no con la testa) Senza.
ROSA - (mostrando vicine le due stampelle) Sei sempre il solito: allora questa o questa?
FLAVIO - (s’infila in mezzo alle due stampelle) Questa! Questa!
ROSA - (si sottrae indietreggiando) Ma la smetti? Mi stai sempre con le mani addosso!
FLAVIO - E la cosa ti dispiace, eh?
ROSA - (uscendo in camera) C’è momento e momento.
FLAVIO - Ma dove vai?
ROSA - (da fuori) È inutile che insisti. Non te lo dico.
FLAVIO - (notando il voucher su un mobile) Non me lo dici, eh?
ROSA - (c.s.) Ho da fare una cosa..
FLAVIO - (leggendo il contenuto del voucher) E con chi?
ROSA - (c.s.) Sono cazzi miei.
FLAVIO - (richiudendo e riponendo il tutto) Ne sono sicuro. E adesso? Non te ne andrebbe uno?
ROSA - (c.s.) Devo stare in camera.
FLAVIO - (tra sé) Benissimo! Una cosa non esclude l’altra!(esce in camera sorridendo)
Si ode un grido poi Rosa rientra
ROSA - (mentre parla infila indumenti nella valigia) No, guarda, senti, se continui così devo cacciarti via…
FLAVIO - Come l’altra volta?
ROSA - Eh.
FLAVIO - (coprendosi buffamente la faccia) Povero naso mio!
ROSA - Fammi almeno finire di fare i bagagli!
FLAVIO - E va bene. Vorrà dire che me ne starò qui a leggermi la lettera.
ROSA - Che lettera?
FLAVIO - Quella che ho preso, di sotto. Sporgeva fuori della tua cassetta della posta. Ho pensato che poteva cadere e allora…
ROSA - (sospendendo quello che stava facendo) Dammela subito!
FLAVIO - Ehi, buona, buona, mica me la mangio!
ROSA - Dov’è? Dov’è, dammela subito!
FLAVIO - Okay, stà tranquilla. È rimasta nei pantaloni, ora te la prendo. (esce)
Rosa finisce di sistemare la roba nella valigia
FLAVIO - Eccola qua. (fingendo di odorarla) Mmm! Mughetto! Chi te la manda, una tua amica? Ha una scrittura schifosa, ma chi se ne frega: com’è?
ROSA - (afferrando la busta e cominciando ad aprirla) Bionda.
FLAVIO - Bene! E gli occhi?
ROSA - Castani.
FLAVIO - Sfizioso! E..il personale?
ROSA - (estrae il contenuto della busta) Snella. Gambe lunghe.
FLAVIO - Quando me la presenti?
ROSA - (apre il foglio) Fra vent’anni.
FLAVIO - Sarò ancora in forma. E come si chiama?
ROSA - (persa nel disegno) Tesoro mio!
FLAVIO - È un nome strano. Di dov’è?
ROSA - Di casa mia. È mia figlia, stupido.
FLAVIO - Ah. (un tempo) Mi sembrava strano…
ROSA - (intenerita) Tesoro… Ma guarda, ha fatto le paperelle, il fumo delle casette…
FLAVIO - (si avvicina a guardare) Piccola, eh?
ROSA - …gli alberi con i frutti. Ed eccoci qui: io, lei e Giulio.
FLAVIO - Immagino che lei sia quella piccola in mezzo, no?
ROSA - Ma certo, si capisce: guarda, c’è pure scritto sotto, non leggi?
FLAVIO - Come no? “Io”, “Giulo”…Hai detto che tuo marito si chiama Giulio, no? (Rosa annuisce) E questa dovresti… dovresti essere… Ma come l’ha scritto il tuo nome? Tu non ti chiami Rosa?
ROSA - Non sai neanche leggere. Sei proprio buono per una cosa sola!
FLAVIO - Adesso ti lamenti!
ROSA - Ecco qua, leggi: (la voce le si spegne mentre legge) “Liset…”
FLAVIO - “Lisetta”. Non è vero? M’era sembrato!
ROSA - Non è possibile… Non è possibile! S’è sbagliata, scrive malissimo, s’è sbagliata di sicuro!
FLAVIO - No, no. A me non sembra. “Lisetta”! Bello chiaro!
ROSA - Ma che vuol dire, che vuol dire…?
FLAVIO - A me sembra chiaro. (Rosa lo guarda in attesa di una spiegazione) Quando lei c’è i due danno la mano a lei, no? (Rosa annuisce) Quando lei non c’è i due si danno una mano. (a Rosa che sembra non capire) Da soli!
ROSA - (scoppiando di rabbia) Ma che ne sai? Ma che parli a fare? Questi sono fattacci miei e tu non c’entri niente! Che vuoi? Chi sei? Stai qui tutto nudo a fare battute stronze sulla vita privata della mia famiglia! Ma vattene, vattene subito!
FLAVIO - (ritraendosi con una mano sul naso) Questa l’ho già sentita!
ROSA - Fuori di qui!
FLAVIO - Dammi solo il tempo di…
ROSA - (incalzandolo fino alla porta) Fuori e subito!
FLAVIO - Ma fammi solo…
ROSA - (gridando) Fuoriiii!
Flavio spaventato apre la porta e sguscia fuori. Rosa va decisa in camera e ne riesce con un fagotto di vestiti. Apre la porta di casa e li lancia fuori.
ROSA - E non farti più vedere!
FLAVIO - (da fuori) Ma sono vestiti da donna!
ROSA - Prova che effetto fanno!
Sbatte la porta, poi barcollando va sedersi al disegno aperto, con le mani nei capelli
ROSA - (con rabbia soffocata) Stronzo traditore!
Scena 13: Stresa, camera di albergo di Rosa
Lussuosa camera d’albergo. Rosa sta sistemando il pullover di Livio
ROSA - Sei…sei sicuro di voler uscire?
LIVIO - Cara, è una questione di famiglia. Della tua famiglia.
ROSA - Ma…ma se ho bisogno d’aiuto?
LIVIO - (fissandola intenerito) Da quando ti conosco è la prima volta che mi sembri debole e spaurita. Fai una gran tenerezza.
ROSA - No, è solo che… non lo so. Se avessi un amico con me…
LIVIO - Da amante ad amico! Chissà com’è, non mi sembra una promozione!
ROSA - Non vuoi aiutarmi?
LIVIO - A parte che, come abbiamo convenuto, basta un tuo colpo di telefono ed io vengo di corsa... Ricordati: basta che alzi la cornetta e spingi questo tasto e l’ultimo numero – il mio, cioè – sarà chiamato automaticamente, così…! A parte ciò, in una situazione come questa non credo che ad aver bisogno di aiuto sia tu. In fin dei conti se c’è qualcuno che ha parecchio da spiegare è il tuo caro maritino, o sbaglio?
ROSA - (riprendendo vigore) Giusto…!
LIVIO - (deplorando) Arrivare al punto di coinvolgere nelle sue sporche tresche incestuose quell’anima candida!
ROSA - (montandosi) Maledetto!
LIVIO - Il tutto approfittandosi della tua lontananza!
ROSA - Vigliacco! Io mi sbatto il culo dalla mattina alla sera per guadagnare qualcosa di più e lui…
LIVIO - Forse è meglio concentrare l’attenzione sulle sue azioni, non credi?
ROSA - Dici?
LIVIO - Senz’altro. Lui è un porco traditore.
ROSA - Sì!
LIVIO - Cos’altro, poi? Dài, ne abbiamo parlato a letto, tutta la notte, tra una cosuccia e un’altra..
ROSA - (dapprima elencando a memoria, poi diventando sempre più convinta) Un vile approfittatore, una sanguisuga, un baciapile ipocrita e bavoso, un pervertito incestuoso: con la cugina di primo grado! Uno sporco traviatore di innocenti, un podofilo…
LIVIO - “pedofilo”…
ROSA - Che differenza fa?
LIVIO - Piccola, ma ne fa.
ROSA - (ormai schiumante di rabbia) Va bene, e poi?
LIVIO - Basta, basta così, sennò scoppi. Bene: io vado. Mi raccomando quando torno fatti trovare vincitrice…(lascia sospesa la frase in attesa del completamento convenuto)
ROSA - …in mezzo ad un lago di sangue…
LIVIO - …ed un tappeto di brandelli di carne! Bacio! (si baciano) A presto. (esce; un attimo prima che la porta gli si chiuda alle spalle:) Pover’uomo!
Suona il telefono. Rosa risponde
ROSA - Sì? Sì, sono la signora Del Campo. Sì, faccia salire, grazie.
Rosa controlla il suo abbigliamento davanti allo specchio.
Scena 14: Stresa, camera di albergo di Rosa
Suonano alla porta. Rosa va ad aprire.
GIULIO - (evidentemente impacciato) Ciao, Rosa.
ROSA - (gelida) Prego, entra.
GIULIO - C’è anche Lisetta.
ROSA - Ah, benissimo! Tutta la carovana! Meglio così. Entrate (lascia passare Lisetta, intimidita, poi con indifferenza chiude la porta).
LISETTA - Ciao, Rosa.
ROSA - Prego, accomodatevi.
Giulio e Lisetta si siedono vicini sul divano. Rosa prima di sedersi di fronte a loro passeggia per qualche secondo scrutandoli.
GIULIO - Rosa…
ROSA - Sì?
GIULIO - (esitante) Mi sembra che l’atmosfera sia un po’ tesa…
ROSA - No, perché?
GIULIO - Beh, mi sembra evidente… Perché non ti siedi anche tu?
ROSA - Tra un attimo. Volevi dirmi qualcosa?
GIULIO - È…è difficile parlare con te che…(mima con la mano l’avanti e indietro)
ROSA - Al telefono non m’eri sembrato tanto in difficoltà.
GIULIO - Certo, appunto. (si schiarisce la voce) Ho pensato di vederci qui, lontano da casa, perché non volevo correre il rischio che Serafina potesse accorgersi di qualcosa… (Rosa fa uno sbuffo di scherno) Cosa?
ROSA - Non ho detto niente.
GIULIO - Mi era sembrato…e, come dicevo, non volevamo neanche che ci potessero essere ripercussioni che qualcuno, non so, i vicini, i parenti…
ROSA - “volevamo” ?
GIULIO - Eh?
ROSA - Hai detto “volevamo”? Chi, “volevate”?
GIULIO - Ehm…io e Lisetta…
ROSA - Ah, bene. Bene, bene. Prosegui.
GIULIO - Sì, ecco… Insomma, non è un caso se Lisetta è qui…
ROSA - L’immaginavo.
GIULIO - …perché, vedi… succedono cose, alle volte, che non ci si aspetta e neanche si vuole e…nonostante tutto succedono lo stesso e…
ROSA - Siete amanti.
GIULIO - Come?
ROSA - Perché? Non era questo che volevi dirmi con tutti quei giri di parole?
GIULIO - Ma…come fai a sapere…
ROSA - Siete così prevedibili! Sapevo da un pezzo che appena mi fossi allontanata ne avreste approfittato.
GIULIO - Rosa, sei via da otto mesi!
ROSA - Lo vedi!
GIULIO - (contrariato) No, senti…
ROSA - Avete approfittato che io non c’ero per mettermi le corna. Bravi!
LISETTA - Ma che sta dicendo?
ROSA - Lo sai benissimo.
GIULIO - Le…le cose non stanno proprio così…
ROSA - E come stanno: te sopra e lei sotto? O il contrario?
LISETTA - (che finora aveva solo sgranato gli occhi davanti all’aggressione di Rosa, stringendosi a Giulio) Giulio!
GIULIO - Rosa: ma ti rendi conto?
ROSA - Cos’è, sei venuto a dirmelo o a farmi vedere come fate? Cominciate così, stretti stretti? E poi? Chi prende l’iniziativa?
LISETTA - Che volgare!
ROSA - Perché le cose che fate, davanti a mia figlia, non sono volgari? No?
GIULIO - Ti sta dando di volta il cervello: controllati Rosa. Siamo adulti!
ROSA - Voi due sareste adulti? Certo che lo siete, abbastanza per andare a noleggiare un bel filmino porno da tenere in sottofondo alla vostra ginnastica, finalmente, dopo tutta una vita passata da bravi cuginetti a giocare al medico e l’infermiera! Grandi abbastanza per lasciarvi andare alla voglia e al vizio: che bello sfogo! Che schifo!
Lisetta scoppia a piangere
GIULIO - Rosa, basta! Non ti permetto d’insudiciare così Lisetta! A me puoi dire quello che ti pare; in fin dei conti non hai mai fatto altro da quando siamo sposati. Ma lei non merita questo! Lisetta s’è fatta in quattro per aiutarmi con Serafina, per farle sentire una presenza materna che…che tu…
ROSA - Io cosa, eh?
GIULIO - Tu non te lo sei mai sognato di essere una mamma come lo è stata Lisetta per Serafina. Per te ogni momento era buono per sparire: ora il tennis, ora la beauty farm, ora la cena con i colleghi… e poi riunioni, riunioni…
ROSA - Vuoi rimproverarmi il mio lavoro…?
GIULIO - No. Ognuno ha il suo. Tu hai il tuo, io ho il mio. Solo che bisogna saperlo che se dài da una parte, togli da un’altra! Io non ho mai pensato di mettere il mio lavoro davanti alla famiglia.
ROSA - Non ci sarebbe molto da mettere davanti!
GIULIO - Vuoi offendermi perché guadagno meno di te?
ROSA - (in tono di scherno) “Meno” dice! Perché, non è vero?
GIULIO - Certo che è vero, ma per me non è mai stato importante!
ROSA - È naturale: basta che tiri fuori i soldi dal mio conto!
GIULIO - Che vuoi insinuare?
ROSA - Non c’è bisogno di insinuare. Quello che non capisco… Lisetta! (Lisetta, intimidita, non risponde, ma si stringe a Giulio) Che lavoro fai tu? Quanto guadagni? Già, mi pare che la scuola non paghi molto i precari a vita, non è così? Vorresti farmi credere che hai pensato a Giulio senza contarci il suo stipendio? Oppure avevi messo in conto anche il mio, eh? (a Giulio) Guarda, guarda come ti si stringe: ha freddo, povera cara! È abituata a ben altro calore lì tra le tue braccia!
GIULIO - (scattando in piedi) Adesso basta, Rosa! Sei andata oltre ogni limite! (impedendole di ribattere) No! Adesso mi starai a sentire! Io e Lisetta abbiamo scoperto di esserci innamorati. Non c’è altro da dire. Non lo volevamo né lei né io, ma è successo lo stesso. Abbiamo cercato in ogni modo di evitarlo, perché tu, i parenti, la gente, tutti avrebbero giudicato in modo sbagliato questa cosa meravigliosa…
ROSA - Meravigliosa!
GIULIO - Perdinci, Rosa! Lasciami finire, il tuo sarcasmo non attacca! Non è successo niente, non nel senso che intendi tu. Lisetta ama Serafina prima ancora di me e io finalmente ho la compagnia che con te non ho mai conosciuto. Prima di fare qualunque cosa siamo venuti a parlarne con te, perché era giusto. Così ha voluto lei. Per me…
ROSA - (approfittando del calo di tono di Giulio) Per te andavano bene le corna tradizionali, no? (mimando volgarmente col bacino) “Venga pure, signora, venga pure. Mia moglie è via!”
GIULIO - Dio, non pensavo che fossi così!
ROSA - Vergognatevi, voi due, compagni di merende…a letto. Sai le briciole!
LISETTA - (scoppiando in lacrime) No, Giulio… non ne posso più!
GIULIO - Lisetta! Lisetta, no!
LISETTA - Questa donna è un mostro, un mostro. E io…io che…
GIULIO - Non darle retta, amore.
LISETTA - Forse è vero, è proprio così: non dobbiamo…non possiamo…
GIULIO - No, Lisetta, non dirlo! Non dirlo!
ROSA - E diglielo, Lisetta cara, diglielo!
LISETTA - Lei è la madre, Giulio. Lei è la madre. Noi non…
ROSA - (con perfidia) …possiamo strappare una figlia a sua madre! (ergendosi orgogliosa, con slancio retorico) È ora che vi copriate di vergogna. Avrei capito tutto: un capriccio momentaneo, la debolezza della carne: una volta e poi basta, chiusi ognuno nella sua colpa segreta. Ma questo! Ah, questo è un’altra cosa! Avete costruito una ragnatela, giorno dopo giorno, approfittando del fatto che non c’ero, avvolgendoci mia figlia, poverina, fino a farle fare cose come questa! (tira fuori il disegno e glielo mostra) Guardate! Guardate cos’ha scritto! Qui, sotto la Madre. C’è scritto “Lisetta”. È la figura materna che le avete distorto, forse per sempre, compiendo uno dei delitti più contro natura che si possa immaginare. (in un soffio) Come avete potuto!?
Giulio e Lisetta restano muti, umiliati e curvi sotto il peso della colpa che Rosa gli ha scaraventato addosso.
Scena 15: Stresa, camera di albergo di Rosa
Suonano alla porta. Rosa, cercando di mascherare il disappunto, va ad aprire.
FLAVIO - E dài! Non sei contenta di vedermi?
ROSA - (arretrando sorpresa) Che…che ci fai qui?
FLAVIO - (entra socchiudendo la porta) Un uccellino mi ha detto che stavi qui calda calda ad aspettarmi. Così te l’ho portato. L’uccellino!
ROSA - Non puoi stare qui!
FLAVIO - Grazie, tesoro, anche tu mi sei mancata tanto. Oh, ma che vedo: hai degli ospiti! Ti stavi organizzando in grande, allora! Vengo a fare il quarto?
LISETTA - Giulio, che dice?
FLAVIO - “Giulio”? (a Rosa) Si chiama come…? (notando l’espressione di Rosa e capendo) No! È “quel” Giulio! Ma non mi stare a dire: “Cielo, tuo marito”! Avete preso a darvi gli appuntamenti anonimi in albergo? Siete una coppia molto più interessante di quel che credevo! E la signorina? Aspetta, aspetta…non posso crederci: Lisetta! È Lisetta, vero? (Lisetta annuisce appena col capo) Adesso capisco: complimenti, amico, bel bocconcino!
ROSA - (ritrovando la voce) Falla finita ed esci!
GIULIO - (teso, con voce controllata) Rosa, chi è questo signore?
FLAVIO - Mi sa che capito in mezzo ad una riunione familiare, non è vero?
ROSA - T’ho detto di andartene!
FLAVIO - Ma cara! Dopo tutto quello che c’è stato fra di noi!
GIULIO - Di che sta parlando?
FLAVIO - Complimenti, amico, l’hai tirata su proprio bene, tua moglie. Stai facendo lo stesso lavoro anche con quella?
GIULIO - Non ho capito.
ROSA - Non c’è niente da capire: Flavio è un collega che è qui per il convegno. Sanno tutti che beve e si mette a dire cose senza senso.
FLAVIO - Un convegno? Di che natura?
ROSA - Adesso lo mando fuori. Se non esce da solo chiamo la Reception e faccio venire il buttafuori. (alza la cornetta del telefono e preme un tasto senza stare a guardare) Come sempre.
FLAVIO - Ah, hai preso confidenza anche con il buttafuori? Che tigre!
GIULIO - Rosa…
ROSA - (rimettendo giù il telefono e prendendolo per un braccio, cercando di spingerlo verso la porta) Se ne sta andando. Vero che te ne vai?
FLAVIO - (approfittando della vicinanza le cinge la vita con l’altro braccio) Sì, così, stretti stretti, a passo di danza!
Scena 15: Stresa, camera d’albergo di Rosa
Non vista si mostra nel vano della porta Eleonora
ROSA - Cazzo, lasciami!
ELEONORA – (gelida) Sì, “cazzo”, lasciala!
Flavio e Rosa rimangono immobili in un passo di danza
FLAVIO - Toh, chi si vede.
LISETTA - Giulio, chi è? (Giulio risponde con un “Boh!” muto)
ELEONORA - Bravo, bravo. Così te la facevi con questa troia!
FLAVIO - (andandole incontro) Micia, non è come pensi!
ROSA - Troia a chi?
ELEONORA - Per scovarvi m’è bastato trovare la camera in cui si facevano porcate!
FLAVIO - Ma come hai fatto a…
ELEONORA - Perché secondo te la storia della zietta me la sono bevuta? T’ho seguito in macchina da Milano. Avevi la testa così piena di voglia di scopare che non te ne sei accorto! E poi si trattava di questa sgualdrina! Se l’avessi saputo non mi scomodavo.
ROSA - Eh sì perché con te vale la pena!
Flavio segue divertito il diverbio tra le due donne
ELEONORA - Almeno non faccio la stronza come te!
ROSA - Neanche te lo sogni di essere come me.
ELEONORA - Come te? Mica vado a letto con tutti quelli che passano, io!
ROSA - Perché non te lo puoi permettere!
ELEONORA - Ah, non posso? Guarda! (afferra Flavio e lo bacia appassionatamente)
GIULIO - Rosa…
ROSA - (girando inferocita) Cazzo vuoi?
GIULIO - Di che parla questa donna?
ROSA - Fatti i cazzi tuoi, che qui si sono ubriacati tutti e…
Scena 16: Stresa, camera d’albergo di Rosa
Dalla porta irrompe Livio con un vistoso fascio di rose
LIVIO - (ad alta voce, senza guardare) Rose rosse per la Rosellina mia! (vede i presenti) Oh, cazzo!
ELEONORA – (ancora nell’abbraccio di Flavio) Livio?
LIVIO - (come cercandola nel viluppo delle braccia di Flavio) Eleonora?
FLAVIO - Che fico!.
LIVIO - Flavio?
FLAVIO - C’hai una moglie, pure tu!.
LIVIO - Eh?
LISETTA - Giulio, e adesso chi è questo signore? (Giulio risponde con un “Boh!” muto)
ROSA - Bravo stronzo, mancavi solo tu!
LIVIO - Ma Rosa, amore!
ELEONORA - Amore? (dà un forte schiaffo a Livio)
LIVIO - Puttana!
Restituisce lo schiaffo ad Eleonora che, girando su sé stessa, colpisce al naso Flavio
FLAVIO - Ahi, ahi, ahi!
ROSA - (andando da Livio e cominciando a batterlo) Che sei venuto a fare, brutto cretino?
LIVIO - Ma cara, m’hai chiamato tu! Col telefono?
ROSA - (arrestandosi un momento) Io? Ah!
Rosa comincia a tempestare di botte alla cieca Livio e chiunque le sia a tiro. Lo stesso fa Eleonora. Flavio riparandosi il naso con una mano si dà da fare con l’altra e tirando calci; Livio mena fendenti con il fascio di rose prendendo chi capita. Giulio prende Lisetta per una mano e la porta in salvo fuori della porta.
Scena 17: Panchina di un parco
Rosa è seduta sulla panchina, vestita modestamente, in ogni caso non più con i tailleur e le cose semi_sexy di prima. Sta facendo con difficoltà un lavoro a maglia; di tanto in tanto lancia un sorriso in una direzione. Dopo un po’ arriva Giulio accaldato.
GIULIO - (abbandonandosi di peso sulla panchina) Ah! Non ce la faccio più!
ROSA - Tra tutti e due non si capiva chi fosse più ragazzino!
GIULIO - Meno male che ha trovato quella compagnia di amichetti.
ROSA - Non prenderà freddo, così sudata?
GIULIO - Tienila d’occhio: finché corre e gioca va bene, ma appena si ferma…! Non ho più il fisico!
ROSA - Te la cavi bene, su!
GIULIO - (riferendosi al lavoro a maglia di Rosa) E tu? Come va?
ROSA - Eh! Mica facile!
GIULIO - Che stai facendo?
ROSA - Un maglioncino…
GIULIO - Sarà contenta.
ROSA - Speriamo. Faccio del mio meglio.
GIULIO - (dopo un tempo, guardandola intensamente) Sembri diversa.
ROSA - (rispondendo con un’occhiata timida) Dici?
GIULIO - (annuisce senza rispondere, poi, dopo un respiro profondo) Io vado.
ROSA - Devi proprio?
GIULIO - Sì. Lisetta mi aspetta in macchina. Serafina l’ho già salutata. Ci vediamo domani pomeriggio.
ROSA - Va bene, domani.
GIULIO - Hai capito bene? La carne l’ha mangiata ieri: oggi pesce e domani le uova. Se vuoi stasera puoi farle la pizza… Vabbè insomma: comprala che è meglio. E…mi sembra che sia tutto. (un tempo) Non farle prendere freddo!
ROSA - No, stai tranquillo.
Un tempo. Giulio guarda Rosa che gli restituisce lo sguardo, mansueta.
GIULIO - Ciao.
ROSA - Ciao.
Giulio si alza ed esce.
Rosa segue con lo sguardo Giulio che si allontana, poi riprende i suoi tentativi di lavoro a maglia. Passa un bel giovane che fa Jogging e, passando, le lancia uno sguardo; una volta che questo è passato, Rosa si aggiusta il vestito approfondendo la scollatura e scoprendo un po’ di più il ginocchio.
SIPARIO