IL GIOCO DEGLI ERRORI

di

Marco Luly



- Lucrezia 1
- Zanni 1, suo servo
- Lucrezia 2
- Zanni 2, suo servo
- Agapito, dottore, marito di L2
- Bartolo, orafo



Prologo

D
Oh, gravoso compito è il mio, che sono stato incaricato di far il prologo dello spettacolo. Il prologo io, che dopo tre mesi di prove non ho ancora capito la storia che dovrei presentare! Ma devo farlo, e dunque lo farò.
Bene, questa è la vicenda di due coppie di gemelli, no anzi… di una… di due, quattro…

M
Di una coppia di gemelli… 

L
E di una coppia di gemelle… che non è la stessa cosa per niente. Le due gemelle erano figlie di signori. 

A
Mentre i maschietti erano figli di povera gente. 

F
Poiché i quattro, due femmine e due maschi non ve lo dimenticate perché è importante, nacquero tutti nello stesso giorno a pochi minuti di distanza tra di loro… 


L
I genitori dei due pezzenti portarono i figli dai padroni chiedendo la grazia di farli servi delle loro due figliolette appena nate. Chiaro? 

D
Insomma…

L
Alle due piccole fortunate vennero dati i nomi di Lucrezia e Letizia.

M
E i figli dei poveri diseredati vennero chiamati Zanni e Zannuolo.

R
Bene, un anno dopo durante un viaggio per mare, a causa di una tremenda tempesta… accadde che… ci fu… successe che… 

L
Il battello fece naufragio e solo il padre delle gemelle si salvò miracolosamente riuscendo a portare con sé la figlia gemella seconda nata ed il suo giovane servo. 

F
L' uomo credette morti in mare l' altra gemella col relativo servo. Capito? 

R
Che tragedia! 

M
Grande fu il suo cordoglio per la perdita. 

A
Tanto che, per onorare e ricordare i defunti, una volta tornato in patria, volle cambiare il nome della sopravvissuta e del suo servotto e chiamarli coi nomi dei due piccoli perduti in mare. 

D
Quindi, se ho ben capito, Letizia e Zannuolo, alla tenera età di un anno, cambiarono i loro nomi e divennero all' improvviso Lucrezia e Zanni. Eh?

TUTTI
Ohhh! (escono i quattro gemelli)


D
Bene, vi risparmio tutti i fatti accaduti tra quel giorno ed i successivi vent' anni, fatto sta che a quell' età la signorina Lucrezia, un tipetto tutta fiamme e scintille, non volendo rassegnarsi all' idea della perdita della gemella, e incuriosita dalle parole di una zingara, prese il suo servo Zanni e si imbarcò per andare a cercare la perduta altra metà di sé.
E quella che segue è l' ingarbugliata storia che ne nacque…


S 1 in piazza Lucrezia 1 Zanni 1

L1- Finalmente siamo arrivati. E’ davvero una bella città, come me l’ avevano descritta. Le piazze, i palazzi, i ponti… Mi fermerò per qualche giorno finché non avrò trovato mia sorella, la mia sorella gemella che non ho mai visto. Zanni! 

Z1- Si signora.

L1- Ci fermeremo in questa città per alcuni giorni, quindi vai a cercare un albergo dove passeremo la notte. Sono stanca e ho bisogno di riposo.

Z1- Si signora. Ah, signora?

L1- Cosa c’ e’ ?

Z1- Che ne dice se, insieme ad un posto dove dormire di notte, non cercassi anche un posto dove mangiare di giorno?

L1- Vuol dire che cercherai un albergo con cucina. Prendi questi soldi e fai presto. Vai.

Z1- Si, vado. Vado a cercare una cucina con albergo. (parte)

L1- Zanni!

Z1- Si, signora?

L1- Dove ci ritroveremo poi?

Z1- Non lo so.

L1- Non lo so! Come facciamo a incontrarci di nuovo se non prendiamo un appuntamento?

Z1- Giusto, signora.

L1- Ci ritroveremo qui, in questa piazza, vicino a quel ponte.

Z1- Si signora, al ponte, vicino alla piazza.

L1- Vai ora!

Z1- Dove signora?

L1- Vai a cercare l’ albergo con i soldi che ti ho dato! E fai presto!

Z1- Si, signora, presto! Devo andare, volare, mi devo sbrigare perché la mia padrona è stanca e vuol riposare ed io ho fame e voglio mangiare… ma devo far presto, correre… (non si muove)

L1- Vai!!!

Z1- Si! Che furia. (parte)

L1- Sono certa che, come al solito, dovrò aspettare a lungo il suo ritorno: si fermerà in qualche osteria a bere vino, a giocare a carte… e si dimenticherà dell’ incarico che gli avevo dato. Ma non mi importa: voglio perdermi un poco per le vie della città e vagare senza meta. 


S 2 in piazza Lucrezia 1 Zanni 2

(L1 non vede Z2 che sta ansimando accanto a lui)
L1- Cosa faccio io al mondo, cosa sono? Sono una goccia d' acqua nell' oceano che invano cerca un' altra goccia e poi, non riuscendo a trovar chi le somigli, angosciata, non vista, si disperde. Buongiorno signore. (Zanni le fa un cenno, lo riconosce) Zanni? Già di ritorno, così presto?

Z2- Presto? Direi piuttosto tardi, vi sto cercando da un’ ora, signora. Il cappone si brucia in forno, la porchetta cade giù dallo spiedo, i ravioli si intristiscono sulla tavola. L' orologio ha battuto dodici colpi e un tredicesimo me l' ha affibbiato in faccia il padrone. Lui si è scaldato perché il pranzo si fredda! E’ tutto pronto, mancate solo voi. 

L1- Basta smettila con questa filastrocca, non sono in vena. Comunque, sei stato veloce. Hai trovato il posto dove dormire e cenare?

Z2- Si.

L1- Dunque?

Z2- A casa vostra, signora. E’ per questo che vi cerco da un’ ora. Se non vi sbrigate anche la minestra si raffredderà.

L1- Non ho voglia di scherzare Zanni. Riconosco tuttavia che hai fatto un buon lavoro e sei stato svelto. Dimmi infine dov’ e’ l’ albergo, e poi dammi il resto dei soldi che ti ho dato.

Z2- Albergo? Soldi? Signora Lucrezia, a casa c’ e’ vostro marito che vi aspetta per cena. La pasta si scuoce!

L1- Zanni, ti avverto! Se questa e’ una storia che stai inventando perché hai perso i miei soldi al gioco un’ altra volta, sappi che non la passerai liscia!

Z2- Ma quali soldi, signora Lucrezia? Vi prego, venite a casa, la minestra vi aspetta e vostro marito si fredda.

L1- Questo e’ troppo! Stupido servo, ti bastonerò finché non sarai tornato in te! (escono)


S 2B in piazza Bartolo

BR- (entrando) Si dice comunemente che il lavoro renda l' uomo nobile, ma allora in questo caso cosa dovrei essere io? Duca, Principe, Re? No no no, e poi i nobili non hanno il senso pratico, non fanno caso al denaro. Io sì che ci faccio caso, invece. Con queste mie mani e con la mia arte di orafo, io trasformo la materia prima in oggetto d' arte, l' informe in bello, il grezzo in oggetto finito da ammirare. Talvolta, ehmmm, trasformo anche il ferro in oro… 
Oggi devo consegnare il medaglione d' oro che la signora Lucrezia mi aveva commissionato per suo marito messer Agapito, ma non ho ancora fissato il prezzo da farle pagare. Grave, gravissimo, bisogna rimediare subito! Vediamo: i grammi d' oro… la filigrana… lo sbalzo… il disegno… la lavorazione… le candele: per lavorare anche di notte! (esce)


S3 fuori della casa di L2 Agapito e Zanni 2

AG- Sempre così. Sono certo che quel fannullone di Zanni avrà perduto la strada di casa un' altra volta. Sempre così, sempre così. Così come sempre io sono disperato, non so se a torto o a ragione, per causa di mia moglie Lucrezia. E' una donna di spirito, di indole libera, e in tutto ciò non si può vedere niente di male… tuttavia io non sono mai tranquillo. Ecco cosa vuol dire sposare una donna bella, intraprendente, attiva e… tanto più giovane. Ogni volta che ritarda a casa, che mi guarda storto, che non mi parla in maniera dolce io… io… io non so cosa pensare. E soffro, e temo, e mi dò pena, e poi mi viene il sangue agli occhi!

Z2- (entrando) Padrone, padrone Agapito! Eccomi! (si lamenta, cammina a fatica per le botte ricevute)

AG- Eccoti finalmente. Solo? E la tua padrona dov'è?

Z2- Ah… la padrona… (si tocca i lividi).

AG- Si, dove l' hai lasciata?

Z2- Ah… la padrona… (si tocca i lividi di nuovo).

AG- Zanni! Non ti avevo mandato a cercare la tua padrona? Insomma, dov'è? L' hai trovata o no?

Z2- Si, purtroppo l' ho trovata. Padrone, voi non sapete, voi non crederete…

AG- Stai per inventare qualcuna delle tue storie?

Z2- Che storie, padrone. La padrona mi ha bastonato, vedete i lividi?

AG- Se lo ha fatto, avrà avuto una buona ragione.

Z2- La padrona è fuori di sé, parla ma non sa cosa dice.

AG- Zanni!

Z2- La signora sostiene di non avere né casa, né marito! Parla di andare in albergo, vuole da me i soldi.

AG- Ecco: i soldi. Devi aver combinato un qualche imbroglio con i soldi, vero?

Z2- No padrone, non mi ha dato i soldi che dice di avermi dato.

AG- Ah, non te li ha dati?

Z2- No, padrone.

AG- E tu quindi non li hai presi?

Z2- Mai presi.

AG- Allora credo che ti meriti il resto di quello che mia moglie non ti ha dato. Vieni qui, servo imbroglione e ladro, te lo do io il resto! 

Z2- Anche voi padrone? Credete che io possa rimbalzare come un pallone da prendere a calci? Se volete che io duri qui in servizio, allora dovrete rivestirmi tutto in cuoio.

AG - Vieni qui farabutto che ti rivesto di lividi!!! (lo insegue, escono)


S4 in piazza Lucrezia1, Zanni 1 e Agapito

L1- Non capisco cosa stia combinando Zanni. Quella storia della casa… della cena… del marito. Eppure non mi sembrava ubriaco.

Z1- (entra tranquillo) Eccomi padrona. Tutto fatto.

L1- Bene... fatto cosa?

Z1- Quello che mi avevate ordinato. Abbiamo dove dormire e mangiare. Sono stato bravo?

L1- E quella storia che mi hai raccontato prima?

Z1- Prima quando? Che storia padrona?

L1- Zanni! Non mi fare incollerire! Non ho voglia né di scherzare né di perdere tempo!

AG- (entra e chiama la moglie) Lucrezia!

A1- Zanni, mi hai chiamato tu? Come ti permetti di usare il mio nome?

Z1- No padrona, io non ho aperto bocca.

L1- Cerchiamo di mettere un po’ di ordine nelle faccende.

AG- Lucrezia!

L1- Zanni, ancora?!

Z1- Ma io non ho detto niente.

AG- Lucrezia! ( i due lo vedono)

L1- (piano a Z1) Quest' uomo mi conosce?

AG- Lucrezia, allora, cosa aspetti? Ti cerco da un pezzo. Avevo anche mandato Zanni a cercarti, ma è tornato da me con una strana storia. E ora vi trovo qui tutti e due.

L1- (imbarazzata) Ah, da un pezzo… Zanni… una strana storia. (piano a Z1) Zanni, che storia è questa?

Z1- (piano) Non capisco padrona, ma temo che quest' uomo sia un ingannatore.

AG- Lucrezia, non è bello che mia moglie complotti con il servo alle mie spalle. Se hai qualche cosa da dire dilla a me, a tuo marito.

L1- Moglie? Marito? Un momento… (piano) Zanni, ma noi due siamo sposati?

Z1- (crede che parli di lui, piano) No padrona, noi due non siamo sposati.

L1- Ma non tu ed io, imbecille! Io e quell' uomo!

Z1- No, non credo. Non siete sposati. Lo dicevo io che è un' ingannatore bugiardo.

AG- Lucrezia… (disperato) tu non mi ami più. Oh… dimmi che mi sbaglio. Dimmi che non è vero. Lucrezia, dimmi che mi ami!
(L1 è imbarazzata, non riesce a parlare, guarda Z1 che la esorta a fare qualcosa)
Lucrezia, dimmi che mi ami!
(L1 c.s.)
Lucrezia, dimmi che mi ami!!!

Z1- (imitando la voce di L1) Ti amo!

AG- Oh, amore mio, vieni allora, entriamo in casa nostra, finalmente soli, tu ed io.

L1- Soli? Zanni non viene con noi?

AG- Zanni resterà di guardia al portone di casa e non farà entrare nessuno, per nessuna ragione.

L1- Capito Zanni? Per nessuna ragione…

Z1- Capito padrona: per nessuna ragione. 

AG- Mentre noi due ce ne andremo gustare la cena…

L1- … la cena?

AG- … per cominciare. (escono)

Z1- (da solo, mentre si sistema dietro il portone) Ecco il modo in cui i padroni si prendono cura dei servitori. Rimproveri, bastonate… Quando abbiamo freddo ci riscaldano con le botte, quando fa caldo ci rinfrescano con le sberle. E quando poi arriva il momento di mangiare, il servitore non serve più e viene lasciato fuori. Ma mi… Fora! Ma mi… Fora! Ma mi… Fora! E va bene, resto fora… Speriamo che almeno avanzi qualche cosa per il povero Zanni. Che sento come un odore di maialino che cade giù dallo spiedo, no! Come di porchetta che si intristisce sulla tavola, che disgrazia! Di ravioli che aspettano nella scodella… di minestrone che si fredda! Vengo!

T- Fora!


S5 in piazza Zanni2, Lucrezia2 e Zanni1

Z2- Meno male che la mia padrona è rinsavita e sta tornando a casa. Credo di aver preso delle bastonate per niente, sia da lei che dal padrone. Ma si sa come sono fatti i signori: si divertono a picchiare i loro servi. E i servi, quando possono, cercano di rifarsi con un' altra moneta.

L2- Eccoci finalmente giunti a casa, Zanni. Non ho capito la storia che mi hai raccontato circa le bastonate che hai preso, ma ora non mi importa. Ho fame e la cena deve essere pronta in tavola, vero?

Z2- Si signora. La cena è pronta e anche vostro marito vi aspetta.

L2- Bene. (fa per aprire la porta) La porta è chiusa da dentro. Zanni, aiutami a tirare. (i due provano ma finiscono in terra) 
Zanni,chiama qualcuno dentro, che mi aprano!

Z2- Ehi aprite il portone!

Z1- (da dentro) Non si apre a nessuno.

Z2- Ho detto: aprite alla padrona!

Z1- Impossibile, la mia padrona mi ha ordinato di non farlo.

Z2- La mia padrona è affamata e vuole entrare.

Z1- Che vada a mangiare in qualche osteria, allora!

L2- Allora, ti sbrighi?

Z2- Si padrona… (verso il portone chiuso) Ma chi è di là, chi parla?

Z1- Sono Zanni.

Z2- Zanni?

L2- Zanni?

Z1- Il servitore della mia padrona.

Z2- Padrona, se quello dentro è Zanni, io allora chi sono?

L2- Ma sei tu Zanni, imbecille! Fai aprire questo maledetto portone, e sbrigati!

Z2- Si subito. (al portone) E va bene, allora se tu sei Zanni, dimmi che abiti indossi.

Z1- Gli abiti di Zanni.

Z2- E quali sono gli abiti di Zanni?

Z1- Stracci.

Z2- (perplesso) E che cosa ha mangiato oggi Zanni?

Z1- La colazione di Zanni.

Z2- E cosa c' è in tavola a colazione per Zanni?

Z1- Niente.

Z2- Padrona, temo che ci siano in giro due Zanni.

L2- Basta! (va al portone, mentre Z2 è confuso) Aprite! Voglio vedere mio marito!

Z1- Ah, il signore che sta su in camera colla mia padrona è anche tuo marito?

L2- Eh?! (ora i 2 Zanni reagiscono e parlano insieme) Zanni!

Z- Si padrona.

L2- Vieni qui.

Z- Vengo.

L2- No, anzi stai fermo lì.

Z- Sto fermo.

L2- Sparisci!

Z- Si! (i 2 Zanni escono) 

L2- Mio marito con un'altra donna? Mi è infedele, dunque. Devo dar retta a Zanni? A quale Zanni? Non ne bastava uno? Ora ce ne sono due? (esce)


S6 in piazza Lucrezia1 e Bartolo

L1- Sono finalmente riuscita a liberarmi di quell' uomo, ma sono confusa. Chi è, come fa a conoscermi e…dov' è Zanni? Temo che ci sia il suo zampino in tutto questo imbroglio.
(arriva Bartolo e la scambia per L2)

BR- Signora Lucrezia!

L1- Sì, questo è il mio nome.

BR- Lo so bene qual' è il vostro nome. Che fortuna avervi incontrato. Non vedevo l' ora di consegnarvi il medaglione.

L1- A me?

BR- Sì, così lo darete voi personalmente a vostro marito stasera.

L1- A mio… stasera?

BR- Ci ho messo più tempo del previsto perché non è stato un lavoro da poco. Ma sarete contenta di me: vedrete che raffinatezza, che eleganza, che cura dei dettagli. Tenete. (glielo porge)

L1- (prendendolo, confusa) Sì, grazie… è molto bello infatti.

BR - Ci vedremo più tardi a casa vostra. Verrò a prendere i miei soldi stasera. (fa per andare)

L1- Un momento, aspettate. Perché non prendete i soldi ora?

BR- Ora? Da voi? (ride) Che donna di spirito (ride). Ha fretta di pagarmi (ride). I soldi (ride ed esce)

L1- Che strana città è questa dove la gente ti incontra per strada e ti regala dei medaglioni d' oro? Non ci capisco niente. (esce)


S7 in piazza Lucrezia2, Zanni1 e Bartolo

L2- Sono sempre più convinta del tradimento di mio marito. Perché altrimenti serrare la porta in quel modo? Che altro senso avrebbero tutte le stranezze di Zanni? Gli sta tenendo il gioco… Oh, eccolo che viene.

Z1- Padrona, voi qui?

L2- Si sono qui e sono fuori di me. 

Z1- La lascio dentro de là, e la trovo fuori de qua.

L2- Ecco (gli dà una moneta), vai a comprare una corda, bella robusta, che mi servirà per punire il fedifrago. A te penserò dopo.

Z1- Si signora, vado. (tra sé) Dopo? Non ci capisco niente, ma sento odor di bastonate. (esce)
(entra Bartolo)

BR- Signora Lucrezia, ben trovata.

L2- Salve Bartolo, scusate ma oggi ho un diavolo per capello.

BR- Mi dispiace. Stavo venendo a casa vostra per il pagamento del medaglione d' oro che mi avevate commissionato per vostro marito.

L2- Ah, mio marito! Andate allora da lui. Dategli il medaglione e fatevi pagare da mio marito!

BR- Ma io il medaglione l' ho già consegnato a voi, signora Lucrezia.

L2- A me? Sentite, Bartolo, fate come vi ho detto, oppure andate per i fatti vostri.

BR- Cosa significa ciò? 

L2- Significa ciò che avete capito. 

BR- Non è da signora, non è da donna onesta parlare in questo modo.

L2- Donna onesta? Cosa volete insinuare con queste parole?

BR- Esattamente ciò che ho detto.

L2- Vi ho già detto di andare per i fatti vostri, specie di scalpellino.

BR- Cosa? Scalpellino a me? Pagatemi piuttosto, prima che perda la pazienza!

L2- So io qual' è la moneta con cui si paga la gente come voi, fabbro insolente! 

BR- E' troppo. Non mi volete pagare, dunque?

L2- A bastonate ti farò pagare, se insisti ancora.

BR- Bene allora. Ho i testimoni per provare quanto affermo. Vi andrò a denunciare e la vedremo! Vi farò arrestare. Me la pagherete! (esce)


S8 in piazza Lucrezia2 Zanni2

L2- Mastro Bartolo deve essere ubriaco, oppure è impazzito. Tuttavia sembra furibondo, ed è meglio che mi prepari a difendermi seriamente da lui.

Z2- (entrando) Siete qui padrona.

L2- Si, sono qui! Zanni, arrivi al momento giusto. Non so in che modo, ma temo di essermi cacciata in un qualche guaio con mastro Bartolo.

Z2- Che guaio, padrona?

L2- Se solo lo potessi sapere. Fai così: lascia stare la corda e vai a casa mia, prendi una borsa con 400 ducati e portamela subito. Mi potrebbe servire per far fronte alla giustizia, di qui a breve. Vai ora, non indugiare. (esce Z2) 
Oggi sembra essere la giornata delle sorprese. Mio marito prima, mastro Bartolo poi. Sembra come se questa città nascondesse un qualche incantesimo. Non vorrei che tutta la faccenda nascondesse un qualche imbroglio e che poi alla fine fossi io a rimetterci le penne. (esce)


S9 in piazza Lucrezia1, Zanni2 e Bartolo

L1- Oggi sembra essere la giornata degli incontri inaspettati. Ed invece, colui che devo incontrare, Zanni, si fa attendere. Appare, scompare, parla, straparla… Sembra come se questa città nascondesse un qualche incantesimo, eppure la zingara mi aveva predetto che qui avrei trovato la risposta alle mie domande. Non vorrei che tutta la faccenda nascondesse un qualche imbroglio e che poi alla fine fossi io a rimetterci le penne. Oh, eccolo Zanni che viene.

Z2- (trafelato) Eccomi padrona! Ecco i 400 ducati che vi servono per non finire in galera. (lamentandosi) Io non voglio vedervi in prigione… la mia padrona in una cella buia, piena di topi… di ragni neri e pelosi… di pipistrelli… che dolore… che dispiacere… (esce)

L1- Zanni! Aspetta! Che significa? La galera? Io in galera: e perché? E questa borsa con 400 ducati? Prima mi regalano un medaglione d' oro, ora 400 ducati… Sono gentili qui… o tutti matti?

(entra Bartolo)
BR- Signora Lucrezia…

L1- Ah, ancora voi.

BR- Eh già, ancora io, sempre io. Ma che bel medaglione che sfoggiate al collo, signora Lucrezia.

L1- Il vostro medaglione, me lo avete dato poco fa.

BR- Ah! Allora lo ammettete?

L1- E perché non dovrei?

BR- E perché allora poco fa vi siete rifiutata di pagarlo sostenendo di non averlo mai ricevuto da me?

L1- Io rifiutata? Ma se vi ho… quando ho sostenuto di non averlo mai ricevuto? Che cosa dite?

BR- Ricominciate a mentire?

L1- Mentire io? Badate, sapete!

BR- Badate voi! Tra poco verranno le guardie che ho chiamato io per farvi arrestare.

L1- Le guardie? Osate minacciarmi, razza di imbroglione?

BR- Così vanno trattati i ladri come voi!

L1- Ladra a me? E' troppo! Non crediate che io sia una donnicciola sciocca e indifesa! Ne risponderete in duello: scegliete l' arma! 

Z2- (entra Z2) No padrona, venite via! (la trascina)

BR- Non fuggirete! Finirete in galera!

L1- Scegliete l' arma!

Z2- Via, venite via!

BR- Ladra! (escono tutti)


S10 in piazza Lucrezia2 Zanni1

L2- Non so se risolvere prima la faccenda con quel farabutto ricattatore di mastro Bartolo o con quel vigliacco traditore di mio marito. Ma che sta succedendo oggi? Non riconosco più nulla e nessuno…

Z1- (entrando con la corda) Ecco padrona, come mi avevate comandato.

L2- Bene. Allora?

Z1- Ecco la corda.

L2- La corda? E dove sono i soldi?

Z1- Ci ho comprato la corda signora.

L2- Eh? 400 ducati per questa corda? 

Z1- No, la corda l' ho pagata molto meno, in verità.

L2- E dove sono i 400 ducati allora?

Z1- Di quali ducati parlate, signora?

L2- Zanni, questa volta non la passerai liscia! (inizia a batterlo con la corda) Ladro!

Z1- No!

L2- Imbroglione!

Z1- No!

L2- Truffatore!

Z1- (improvvisamente Z1 blocca l' azione e parla al pubblico, mentre L2 resta immobile) Un momento! Ecco, vedete, è sempre la stessa storia. Fai bene? Ricevi questo premio. Fai male? Stessa moneta. Così sono fatti i padroni. Questo è il loro grazie e questo il benvenuto che ci danno ogni giorno. Per niente si infuriano, cambiano improvvisamente umore, e di tutto danno la colpa ai servi. E a noi non resta che subire e prenderci qualche rivincita, ogni tanto. (al pubblico) Per esempio questo è il momento della mia vendetta: nello spettacolo di ieri ho fatto durare questa mia chiacchierata col pubblico 45 minuti… la fagiana… l' hanno dovuta portare via di peso che pareva un chiodo arrugginito. Per ora invece… (rivolto a L1) Eccomi padrona, sono pronto, ricominciate con questa menata! (ricomincia la battuta ed escono)


S 11 in piazza TUTTI

AG- Non so più cosa pensare di mia moglie. A volte sembra una donna innamorata, mi porta regali, mi dice dolci parole. Altre volte… sembra un' estranea. Io sono confuso. Mi sembra che oggi tutto si sia rivoltato, non so più cosa sia bianco e cosa sia nero. Anche il mio nome non conosco più, la mia casa, le mie… Si tratta di un sortilegio, una magia? O è forse il frutto di un' ubriacatura? Non è certo un sogno perché se mi pizzico… (si dà un pizzico) Ahi! Il dolore lo sento.
(entrano L2 che insegue con la corda Z1 e L1 tirata da Z2 inseguiti da Bartolo)
Ecco, lo dicevo, o la vista mi inganna un' altra volta, o è successo di nuovo. Vedo due Lucrezie davanti a me. Chi è quella in carne e ossa e chi è lo spettro? E a seguire ci sono anche Zanni e il suo fantasma! E c' è un solo mastro Bartolo: che altra stranezza è mai questa? 

(i due gruppi si accorgono l' uno dell' altro con grande sorpresa)
L1- Ma…

L2- Cosa?

Z1 e Z2- Eh?!

BR- Vedo doppio?

AG- Ahhh, la storia raccontata dal Prologo di questa commedia comincia ad avere un senso. Le due sorelle e i loro due servi sono identici, direi… gemelli. Poi la disgrazia del naufragio, la ricerca… ed eccoli riuniti tutti qui per un accidente del destino.

L1- Se io non sto sognando, tu sei la mia gemella. E se lo sei, ti prego, dimmi che accadde a te e al tuo servo quel giorno del naufragio fatale.

L2- La nostra nave fece naufragio, ma io e Zanni fummo tratti in salvo da un altro veliero e portati in questa città. 

Z1- Io non feci mai nessun naufragio!

L1- Non Zanni tu, imbecille! L' altro.

Z1- Ah…

Z2- Io sono Zanni, signora. Allontanate quest' impostore.

Z1-No, fatemi restare! Zanni sono io!

L1- Così come io son Lucrezia.

L2- E son Lucrezia anch' io.

AG- Scostatevi un poco, così non vi distinguo.

BR- Uguali, come un pomo spartito.

AG- Un pomo?

BR- Un pomo.

AG- Spartito?

BR- Spartito.

(cantano)
AG,L1,L2- Un pomo, un pomo.

BR,Z1,Z2- Spartito, spartito.

AG,L1,L2- Un pomo spartito.

BR,Z1,Z2- Spartito in verità. 

T- In verità, in verità.
Un pomo spartito, un pomo spartito, un pomo spartito, spartito in verità, in verità, in verità…

AG- (da solo) Un pomo spartito in veritàààààà………

BR- Oh! E' finita.

AG- Finita? Peccato perché ieri sera a Vicenza… 
Ve bene, allora riprendiamo. A chi tocca? A me.
Ma allora si può sapere chi ha pranzato con me, in casa mia, oggi?

L1- Io, signore.

AG- E voi… non siete mia moglie?

L2- Direi proprio di no.

AG- Son sempre più confuso. (si pizzica) Ahi! No, non è un sogno quel che vedo e sento.

BR- E questa è la catena d' oro che vi ho confezionato.

L1- Certo che si, non l' ho mai negato.

L2- E per questa catena mi avete minacciata.

BR- Si, non lo nego neanche io.

AG- Ma io ho affidato il denaro del riscatto a Zanni, che però non te l' ha dato.

L2- Non a me!

L1- A me è giunto, me l' ha dato il mio Zanni.

AG- Noi parlavamo con il nostro servo, ma era il servo dell' altra che prendeva l' ordine.

L2- E si credeva che io fossi lei e che lei fosse me.

AG- E' di qui che son nati tanti equivoci. Ma ora, dopo aver sofferto tante sventure e tante beffe del destino, siamo tutti riuniti e tutti infine saremo soddisfatti. 

Z1- Allora, padrona non si parte più?

L1- ( a L2) E' a me che parla, son io la sua padrona. 
No, non partiamo più, finalmente mi son riunita alla mia adorata gemella.

Z1- Allora se non se parte, se magna.

L1&2- Zanni, datti da fare allora per preparare una festa come si conviene, ed un grande banchetto per festeggiare la mia gemella ritrovata.

BR- E…

L2- … e che sia pagato mastro Bartolo!

BR- Che felicità vedere una famigliola riunita!

AG- Lucrezia! (si girano tutte e due) Beh… poi dovremo risolvere questa storia del nome uguale.

BR- E già, un solo marito e due Lucrezie.

AG- Anzi no, forse non ce ne sarà bisogno: entriamo tutti e tre in casa a… festeggiare. (a L1) Conoscete già la strada, cara cognata… Moglie mia precedetemi…
(escono tutti tranne i due Zanni)


S 12 in piazza Z1 e Z2

Z1- Zanni prepara! Lavora, fatica, datti da fare! Ora ti riconosco davvero, sei tu il mio gemello.

Z2- Però… guardandoti bene… devo dire che io sono proprio un bel ragazzo.

Z1- Senti, c' è una grassona in casa vostra che oggi mi voleva cucinare credendo che io fossi te.

Z2- La sguattera di cucina?

Z1- Si, quella.

Z2- Tutta unta di grasso?

Z1- Scura in faccia come la pece dell' inferno.

Z2- Perché lei suda tanto che nel suo liquame si affonda fino alle caviglie.

Z1- Un metro e tre quarti non sarebbero sufficienti a misurare il suo giro di vita?

Z2- Una creatura di una certa stazza.

Z1- Non più lunga dalla testa ai piedi che da un fianco all' altro?

Z2- Perfettamente sferica. Nellina.

Z1- Nellina… Nellona. E' pazza di me, cioè di te. Di noi.

Z2- Lo so da un pezzo. E anche a me lei non dispiace.

Z1- Anche in questo ti son gemello.

Z2- Beh, se i signori festeggeranno il lieto fine tutti e tre insieme…

Z1- … andremo anche noi due a far festa con Nellina, che quanta ce n' è, con lei ci sarebbe da banchettare anche per un terzo gemello!


S Ultima in piazza TUTTI

L1-L2-AG- (rientrando) Zanni!!!

Z1 e Z2- Vengo! 

AG- Finale!

L1 e L2- Opera Buffa.

BR- (entrando) E inizio io. 

(cantano tutti)

Canzone finale


BR- Prego…prego…prego.
Se è vero che è bene ciò che ben finisce.

T- Allor possiam cantar, possiamo giubilar!

BR- Il fine finale finita la commedia.

T- E' quello di cantar, è quel di giubilar.

BR- Gemelle e gemelli riuniti per destino.

T- Ora posson cantar e posson giubilar!

BR- Le gemelle.

GF- Fummo divise da un mare in tempesta. 
Fummo travolte da un mare di guai.

GM- Alta marea, bassa marea.

GF- Ma infine ci riunimmo in un mare di felicità.

T- Ah ah ah ah ah ah.

BR- I gemelli.

GM- Fummo divisi… travolti da un oceano in tempesta… da un oceano di guai… fummo…. da un' alta marea… (si sbagliano e litigano)

AG- Recitativo.
Anch' io vò raccontarvi le mie pene.

BR- Non serve.

AG- Va bene.
Allor vi conterò del mio diletto.

BR- Non serve neanche quello.

AG- Lo accetto.
Ma allora cosa serve?

BR- Ve lo dirò… ve lo dirò… ve lo dirò… ve lo dirò…

T- Ce lo dirà… ce lo dirà … ce lo dirà… ce lo dirà. 

BR- Ve lo dirò… ve lo dirò… ve lo dirò... ve lo dirò. 

T- Ce lo dirà… ce lo dirà … ce lo dirà… ce lo dirà. 

AG- E via, dillo! 

BR- Lo sto per dire… mi scappa di dirlo… ecco lo dico.

T- E via, dillo! 

BR- Serve… serve… serve…
perché la felicità sia completa, e la gioia sia totale,
serve sapere e già: 
che il pubblico è contento e che ci applaudirà!

T- Che il pubblico è contento e che ci applaudirà!
E che ci applaudirà! E che ci applaudirà! E che ci applaudirà!


fine