GIROTONDO VERSO SUD

di

Virginia Consoli


Schema provvisorio e canovaccio argomenti con relative scelte tematiche per uno spettacolo teatral-musicale per più voci recitanti e gruppo esperto di musica colta della tradizione meridionale cui è affidata l’esecuzione dei brani dal vivo.


SINOSSI E SCHEMA DELLO SPETTACOLO:

Il presente lavoro, che vuole essere un omaggio il più possibile completo alla grande tradizione culturale, musicale, folcloristica e storica dell’universo del sud, si sviluppa secondo una direttiva teatral-musicale che tiene presente l’apporto di note e parole esattamente sulla stessa linea, non prevedendo solamente i brani musicali come semplici riempitivi fra un recita e l’altra.
Gli aspetti della cultura meridionale che verranno affrontati ( con necessari tagli ed omissioni, purtroppo, data la vastità della materia ) saranno sviscerati con un andamento quasi “a spirale”, per cui da un argomento ne nascerà un altro e un altro ancora, e così via, come dalle note potranno prendere origine le parole e viceversa.
Pertanto , come si farà anche in corso di prova e stesura testo, si potranno inserire brani recitati su base musicale, anche cantata, tra una strofa e l’altra, il tutto con uno stretto nesso logico tra il brano musicale ( specie se ha un testo ben preciso ) e quello drammatizzato.
Mi sembrerebbe opportuno e anche più efficace, affrontare gli argomenti direttamente sotto forma o di dialogo fra personaggi immaginari, rispettando gli argomenti prescelti, oppure presentando i vari brani direttamente al pubblico, alternando più voci e facendo intervenire, magari, per qualche battuta, anche i musicisti, con diversi toni e registri, dal serio allo scherzoso, utilizzando anche vari oggetti, trucco diverso, costumi, in modo che il pubblico segua meglio.
I personaggi, immaginati tutti in un ipotetico viaggio verso sud, saranno inquadrati tutti quanti di sezione in sezione.
Sarebbe auspicabile, come si diceva prima, anche per rendere più movimentato e originale l’andamento della pièce, che possano essere coinvolti in qualche battuta dello spettacolo anche i musicisti stessi,in modo da fungere , ogni tanto, da spalla agli attori , improvvisando anche qualche piccola gag ; lo stesso potrà essere fatto nei confronti del pubblico, sempre con la dovuta misura e coerenza, soprattutto nelle sezioni dello spettacolo che riguardano tematiche più leggere su cui si possa anche un po’ divagare.
Ciò premesso, lo schema, diviso in sezioni per tematiche e argomenti, dello spettacolo potrebbe essere il seguente:

INTRODUZIONE: apertura con la canzone “Nascette ‘na sirena” alternata alla recitazione de “La Leggenda del pescatore” ( come si leggerà direttamente dal testo stesso che segue questo schema );


PRIMA SEZIONE: Che cosa porto nel mio viaggio?
I protagonisti partono per il loro immaginario viaggio verso sud: si evocano ricordi, tradizioni, personaggi del folclore del sud, piatti, paesaggi …con pensieri in libertà, tristi e sereni.

Brani musicali da scegliere con attinenza a questa sezione
Stabilire in un secondo tempo come disporli rispetto al testo, in che maniera, se alternati alla recitazione oppure no.


SECONDA SEZIONE: Amore e terra: che cosa sto cercando veramente durante questo viaggio ?
In questa sezione si può approfittare per fare un excursus più o meno ampio su tutto il sud, rievocato attraverso le proprie leggende , la maggior parte delle quali legate alla terra e alle passioni amorose scaturite dalla terra stessa.

Brani musicali da scegliere, idem c. s.


TERZA SEZIONE: Un bagaglio decisamente ingombrante: scusate…ma chi è che, assieme alle valigie, ha prodotto tutta questa munnezza e se l’è perfino portata dietro?
Come recita il titolo, questa sezione è dedicata all’emergenza rifiuti ormai non solo più in Campania, ma in tutto il Sud. Si può, sulla falsariga di questa questione, affrontare i problemi sociali del meridione, mafia, camorra, omertà e quant’altro.

Brani musicali da scegliere, idem c. s.


QUARTA SEZIONE: I viaggi dei migranti, ovvero…la munnezza vaga per tutto il mondo, ma il meridionale molto di più.
Il flusso dei migranti- La convivenza sempre più difficile. Dialogo semiserio, rielaborato sulla scia di Hey Survivors…( monologo di Virginia Consoli ), ripreso apposta per questa occasione.

Brani musicali da scegliere, idem c. s.


QUINTA ED ULTIMA SEZIONE: Il dionisiaco fra erotismo e terapia religiosa: l’approdo del viaggio non è altro che il ritmo indiavolato della tarantella.
La sensualità e il misticismo così tipici e singolari del sud da poter impressionare, temporaneamente, chi giunge dopo molti anni da lontano , quasi ad essere sbalzati su un altro pianeta. Il tarantismo, con esecuzione di brani musicali appositi ed eventuali danze.

FINALE


GIROTONDO VERSO SUD, ovvero…
AMMORE, TRIVOLO CURRIVO E DEVOZIONE


Palco disposto secondo le zone e pronto per il necessario: postazioni dei musicisti, oggetti vari che saranno usati durante la rappresentazione, lasciati a vista oppure in bauli, se si ha la disponibilità. Possono tornare utili due o tre sedie e un tavolo, non troppo ingombrante.
All’inizio della pièce tutti gli artisti coinvolti, musicisti e attori, dovranno tenere un abbigliamento neutro: man mano che cambieranno gli argomenti ci si potrà aiutare con oggetti di trucco , parrucco ed effetti vari. Per quanto riguarda questa prima Sezione, che viene subito dopo l’Introduzione affidata alla “Leggenda del Pescatore” eseguita in alternanza fra prosa e musica, la base dei costumi sarà neutra, poi ci si potrà affidare a qualche oggetto in più come aiuto. Dopo l’Introduzione le Voci recitanti ( due oppure tre ) arriveranno in scena portando con sé delle valigie.

1. INTRODUZIONE: “LA LEGGENDA DEL PESCATORE”
L’esecuzione di questo brano sarà in alternanza con le strofe di “Nascette ‘na sirena”.
Comincia, pertanto, il gruppo musicale.

CANTANTE: “ Ienno po’ munno pe’ mari ‘ncantati, / pe’ terre affatturate/ vedendo ‘sti bellezze la prièzza / trasette dint’ ‘o core./
Ma fuje sultanto e sulo ‘nu mumento/ ‘nu raggio ‘ ‘e sole luntano rischiaraje/ n’addore ‘e sciure me purtaie lu viento/ e n’allicuordo l’anema sperciaje.”

Nell’intervallo musicale che c’è a questo punto della canzone si inserisce una Voce Recitante con la prima tranche della “Leggenda”:

VOCE RECITANTE ( avendo, quindi, le note in sottofondo ) :
“ Un giorno, l’uomo che scendeva dalle nebbie disse al piccolo pescatore:
‘ Dammi i tuoi occhi e la tua rete, voglio catturare anch’io l’azzurro di questo mare!’
E il pescatore glieli diede.” ( esce subito )

CANTANTE ( riprende il suo canto a questo punto ) : “Quanno nascisti eri ‘na sirena/ ma cu ‘na sciorta trista, trista assaje / crisciste ‘nfra li turche e ‘nfra li more/ ca cu gulio te venettero a incuità . / Lu furastiero te venne a pigliare / ché de lu munno la cchiù bella si’ / te seducette, te zucaie ‘e ricchezze/ e comm’ ‘a ciàola po’ se ne vulaje.”

Idem come sopra per l’inserzione della Seconda Voce Recitante sul fascio di note solo musicali a questo punto.

VOCE RECITANTE ( sempre con la musica in sottofondo ) : “ Una notte, la donna alta e bionda disse al piccolo pescatore:
‘ Dammi il tuo cuore e le tue mani: non so cosa voglia dire amare e poter tenere stretto il proprio amore !’
E il pescatore glieli diede.” ( esce subito )

CANTANTE ( riprende ) : “ Vurria addeventare ‘nu putente/ pe’ te donà d’argiento lu splendore/ pe’ riscatta’ ‘sta terra bella e amata/ ca doppo ‘e rruobbe fuje abbandonata. / ‘Na cunnulella vurria fravecare/ e cu’ ‘e centrelle d’oro arrefeni’ / p’ na Sirena ca venne da lu mare/ ma no a muri’, sultanto pe’ sunna’.”

Idem come sopra per l’ultimo brano della “Leggenda “.

VOCE RECITANTE ( note in sottofondo ) : “ Una mattina, all’ alba, giunsero alla spiaggia l’uomo delle nebbie e la donna bionda, assieme a tanti altri.
‘ Riprenditi gli occhi, la rete, le mani e il tuo cuore: noi non abbiamo imparato a usarli. Dacci in cambio il tuo sorriso!’
Ma il giovane, scuotendo la testa, rispose:
‘ No, quello lo tengo io: meno che mai ne farete tesoro se non siete riusciti ad usare quello che vi avevo già dato. Ce l’ha affidato il buon Dio, è solo nostro, non si staccherà mai da noi: tenetevi pure tutto il resto e ascoltate da lontano la nostra anima che ride, malgrado la vita. “
( indossa rapidamente la mantellina da viaggio lasciata lì a portata di mano assieme alla valigia )

Fine dell’introduzione. I musicisti sono in pausa temporanea: uno di loro, a scelta, volendo, può introdurre, a gran voce, l’argomento della Prima Sezione:

ANNUNCIO A GRAN VOCE: “ Girotondo verso sud, ovvero…amore, trivolo, currivo e devozione…”
“ E che cosa porto nel mio viaggio verso il sud?...o meglio…ma ‘sto Sud…che d’ ‘è’ ?!?”

A queste parole, scattanti, gli Attori, in numero di tre o due, andranno verso il fondo e prenderanno ciascuno la propria valigia, trascinandola, ostentando una grande fatica, che si rivelerà fittizia, dato che i bagagli risulteranno vuoti.

PRIMA VOCE: Mamma mia…ma era proprio obbligatoria questa sfacchinata? … Dove hai detto che stiamo andando?

SECONDA VOCE ( a pieni polmoni ) : Al Sud !!

PRIMA VOCE ( che sinceramente non lo sa ) : E che cos’è il Sud? mai sentito nominare… dov’è ? Lontano?

SECONDA VOCE : Abbastanza. Io e lei ( accenna al terzo Personaggio ) : siamo originarie di lì, lo capirai ben presto!

PRIMA VOCE : Ah, si ? Menomale…così almeno saprete la strada, perché, vedete, io non sono tanto abituato a spostarmi, soprattutto…

TERZA VOCE ( lo interrompe spazientita ) : Sì, sì, ‘o saccio, ‘o saccio, tu non devi perdere i tuoi punti di riferimento fondamentali che ti tengono in vita : “La Gazzetta dello Sport”, RAISAT sul satellite ventiquattr’ore su ventiquattro e l’immancabile lattina di birra sfiatata a portata di mano…tolti quelli, puoi correre il rischio di rimanere in stato vegetativo e non sappiamo mai se dobbiamo staccarti o meno la spina o proseguire nell’accanimento terapeutico…! ( Ride assieme alla Seconda Voce )

PRIMA VOCE ( irritato ) : Spiritose ! Piuttosto: mi spiegate come fate ad essere così sicuri che questo fantomatico Sud esista? Perché è tanto che non se ne parla più, ho pochi ricordi …né sapori, né profumi…ma perché ?

SECONDA VOCE: Perché sono anni e anni e anni che tentano di staccarlo dal resto del mondo…! Prima con l’indifferenza…

TERZA VOCE : …poi coi test sui dialetti, a eliminazione come al Grande Fratello…!

SECONDA VOCE : E poi ci hanno provato anche coi sacchi della munnezza e la loro insopportabile puzza che tentava di seppellire tutto…

PRIMA VOCE : …e come si stabilisce che cos’è il Sud?

TERZA VOCE: Ma come, non ti hanno fatto studiare a scuola, in geografia, come orientarsi? La rosa dei venti? Nord nord-est, nord, nord-ovest…questa robetta qua?

PRIMA VOCE: Veramente, nell’istituto dove andavo io, avevano rimosso la parte inferiore della bussola e le cartine stavano tagliate a metà…

SECONDA VOCE ( invitando tutti a sedersi attorno al tavolo ) : E allora diamo al nostro amico ( indica la prima Voce ) e a questo simpatico pubblico una piccola lezioncina su come trovare il Sud !( Si pone in piedi, un po’ come un modello, di fronte agli altri ) Oh…tanto per cominciare, il Sud si trova sempre sotto rispetto a qualcosa…( gli altri ridacchiano e c’è chi chiede maliziosamente: “Sta sempre sotto? E che noia,non si cambia mai posizione…?”)…e non fate doppi sensi, vergognosi…! Dunque, andando avanti…
( parlando si indica addosso le varie parti che nomina ), per esempio i piedi sono il Sud delle mani, ma le mani a loro volta sono il Sud del collo…( vede gli altri due ridacchiare ) e non fate gli spiritosi sulle parti del corpo, vi ho visto, sapete…quello di voi uomini sta sempre rivolto a Sud e spesso fa sforzi notevoli invano per risalire al Nord …

UN MUSICISTA A CASO: Però quando ci riesce è festa grande, da Nord a Sud!

PRIMA VOCE ( sarcastico ) : Spiritosa! Vai pure avanti con la tua dissertazione anatomo-geografica…!

SECONDA VOCE:…proseguendo, affermo che il Sud è importante perché ci ricorda sempre che c’è qualcheduno al di sotto di noi di cui abbiamo il dovere di interessarci anche perché ha una sua utilità, come un denominatore è essenziale per il proprio numeratore, tanto per chiarire……e ricordiamoci bene che nessuno si deve illudere di essere più a nord degli altri, dato che sarà sempre il Sud di qualcuno, man mano che si risale la china…e questo ci sia di monito per ricordarsi che chi sta ad un gradino inferiore non è lì per essere calpestato e oppresso, come sovente si è fatto, anzi, grazie a lui ci sosteniamo …come i nostri piedi,o la Terra che calpestiamo, le scale che saliamo…!

PRIMA VOCE ( riflettendo ) : Quindi, se ho capito bene…questa sedia è il Sud del mio sedere, ma a sua volta è il nord del pavimento…!

TERZA VOCE : Precisamente !!

PRIMA VOCE : E quindi giù, sempre più giù…uè, ma allora Lucifero è un fior di terrone !!
Da quello che ne deduco, il Padre Eterno vota per la Lega !?

SECONDA VOCE : Non dirlo forte, che se nò quelli si montano la testa, già stanno sempre col naso per aria, guardano solo a nord…e poi, scusa, Dio non porta in testa il suo bel triangolo con l’occhio dentro…? E allora anche Lui …è il Sud di qualcosa…! Mai inorgoglirsi troppo, cari miei !

TERZA VOCE: Mi verrebbe da pensare che il nord in sé non esista…!

PRIMA VOCE: Ma…qualche esempio di Sud…?

SECONDA VOCE: La Patagonia…il Mozambico…

PRIMA VOCE ( resta interdetto, a bocca aperta, senza proferire parola )

TERZA VOCE ( accennando all’ignoranza dell’altro, suggerisce alla Seconda Voce ) : Avvicinati un po’, mi sa che siamo in alto mare…

SECONDA VOCE ( cogliendo al balzo ) :… La Grecìa Salentina…!

PRIMA VOCE: Che cos’è ? Una malattia della pelle ? ( Gli altri due si guardano sconsolati. Comincia ad alzarsi e a gironzolare sul palco dubbioso, dopo questa lezione improvvisata ) : Però, scusate, non avete ancora risposto a quanto vi ho chiesto prima…questa benedetta terra del Sud esiste o no?? Perché a furia di decreti legge, terremoti pilotati, inondazioni senza dighe, erosioni notturne e qualche cannoneggiamento per respingere i clandestini…tanto hanno fatto che qui non ne abbiamo più memoria…!

TERZA VOCE: Tanto tempo fa tutto il Meridione era rimasto unito al resto dell’Italia solo da una sottilissima striscia di terra…ma… ( per rendere al meglio l’effetto urla e balza su facendo un grande salto all’improvviso ) : …TATAN !!

PRIMA E SECONDA VOCE ( all’unisono, terrorizzati ) : Madonna mia!!

TERZA VOCE ( ridendo ) : Vi siete presi paura ? Volevo solo rendere al meglio ,l’effetto boomerang che c’è stato…! Il Sud, da sempre abituato ad arrangiarsi e massimo esperto nel settore, a furia di tirare, tirare questa esile cordicella …ha fatto proprio come un elastico e…ZAC! E’ rimbalzato su, verso il Nord, rinsaldandosi ancora di più…!

SECONDA VOCE : E con questo colpo ben assestato ha costretto tutti a ricordarsi ancora di più di lui, ha esclamato, in pratica : “Ue’, guaglio’, guardate ca ce stongo anch’io, nun fate finta ‘e niente…!!”

TERZA VOCE : E ha dato un tale contraccolpo a tutto il Settentrione che ne sono ancora rintronati adesso!

PRIMA VOCE : La solita discrezione, eh ?

SECONDA VOCE : E se non fai un po’ di casino al giorno d’oggi, chi si accorge di te? Pensate che in Friuli hanno temuto che fosse arrivato di nuovo il terremoto e in Lombardia credevano che nella villa di Arcore si stesse tenendo l’ennesimo festino…con eruzione vulcanica artificiale come ciliegina sulla torta ! ( volutamente maliziosa )

PRIMA VOCE : Addirittura ?

TERZA VOCE : Eruzione vulcanica…o erezione vulcanica? La vita è tutta una questione di vocali, cari miei…! ( gli altri sono fintamente scandalizzati, rumoreggiando scherzosamente ) Tornando a noi,
dopo anni e anni di torpore da PANEM ET CIRCENSES, scossi da questo secondo BIG BANG della storia dell’umanità, la gente curiosa e attenta…non quelli come te, insomma… si è messa gambe in spalla, valigie in mano, per esplorare e conoscere la potenza di questa terra, in grado di lasciare così tanto il segno, anche da molto lontano…Non ti pare naturale ? Tra poco si verificherà un ‘emigrazione alla rovescia, verso il Sud…lo so…me lo sento !! E mi piacerebbe che noi ne fossimo i pionieri, come i vecchi coloni d’ America…!

PRIMA VOCE ( ancora dubbioso ) : Sarà… ma allora, avete portato tutto l’occorrente ? ( comincia ad esaminare dentro i bagagli )

GRUPPO ORCHESTRALE ( canzonandolo, sciorinano una filastrocca non-sense per prenderlo in giro, tratta da “ Ajeri sera virietti roi stelle” ) :
“Zomba canale cu n’acino ri sale / cu n’acino r’aresta e facimo la minestra! Minestra e minestroni e facimo li maccaruni/ Maccaruni a vindiquatto una rui tre e quatto “ ( ripetuto più volte)

VOCI DALL?ORCHESTRA TUTTI IN CORO , più PRIMA VOCE :
Eeeeehhh ?!? Ma che d’ è ?

TERZA VOCE : Nulla! Assolutamente nulla… ( con un balzo prende le valigie, compresa la sua, le rovescia e le fa vedere al pubblico ) Sono vuote !!

VOCE DALL’ ORCHESTRA ( esterrefatto ) : Vuote? Scusate, ma non dovevate partire?

SECONDA VOCE : Ma certo! E che senso ha essere attaccati alle proprie cose quando si può esplorare un mondo tutto nuovo? Perché portarsi il proprio fardello appresso? Non è meglio riempire di nuove cose un bagaglio intatto? Basta volerlo!

PRIMA VOCE ( è sempre la più diffidente ) :
Sì, ma questo è il minimo: io non so come comportarmi, che atteggiamento devo tenere, il carattere è diverso, signore e signori miei, che debbo fare? Chi troveremo…e che cosa incontreremo…?

UN MUSICISTA ( agli attori ) : Un Girotondo verso il Sud vi porterà “Amore e trivolo…currivo e devozione”…e voglia di libertà !

Brano eseguito dal vivo “Bella è la libertà”


PRIMA VOCE ( dopo qualche istante di pausa, riflettendo ) : Sì, grazie, ho capito, amore, trivolo, currivo……ma io a quale di questi mi debbo rivolgere, in caso di bisogno?!?

TUTTI ( con tono scocciato ) : Oooooohh! E allora!!

Dopo questo urlo di biasimo, la Prima Voce rimane un po’ interdetto.

Qualche istante di silenzio.

PRIMA VOCE ( non dice nulla, è un po’ imbarazzato, guarda qua e là seduto , un po’ appollaiato, sulla sua sedia )

SECONDA VOCE ( lanciando uno sguardo d’intesa con la Terza Voce ) : Che dici, esiste ancora una speranza per questo qui? ( indica la Prima Voce )

TERZA VOCE ( sicurissimo ) : Ma scherzi? Per che cosa siamo noti noi gente del Sud? Per l’arte di arrangiarsi, di trovare una soluzione anche per i casi impossibili, i più disperati, proprio come questo qua…! ( si rivolge alla Prima Voce )

PRIMA VOCE ( sarcastico ) : Grazie, eh !

TERZA VOCE ( alla Prima ) : Non te la prendere! Vuoi che ci scoraggiamo per così poco…? Noi che combattiamo da secoli contro la fame, la delinquenza, i terremoti, il bradisismo e nonostante ciò, riusciamo a stare in equilibrio su un piede solo anche in mezzo al diluvio universale, con un bel sorriso stampato sulla faccia…? A tutto c’è rimedio…! E a questi casi in particolare…c’è una soluzione semplicissima!

PRIMA VOCE ( un po’ scettico ) : E cioè ? Tenere d’occhio le borse? Io sono realmente preoccupato …

SECONDA VOCE : Ma finiscila! Ti ricordi quando t’hanno scippato a Saint Moritz, in un albergo a cinque stelle Lusso, usando le chele di un’aragosta come pinze per rubarti il portafogli dalla tasca? Non si deve far altro che continuare con noi il nostro percorso da fermi, senza bagagli…solo con la fantasia…viaggiare è un po’ come un cannocchiale…più ti avvicini alle cose nuove e meno ti faranno paura! ( volendo tendere uno scherzo ) Basta solo guardarsi alle spalle…attento lì…fermo …Eccolo là…! Dietro di te!!

A questo punto la Prima Voce balza dalla sedia, spaventatissimo. La Seconda Voce guarda ignara verso la Terza, che sogghigna, i musicisti guardano divertiti, il Primo Personaggio saltella qua e là tra il materiale e gli strumenti, rischiando di inciamparsi nei cavi e nei fili. I musicisti, magari con le percussioni, possono sottolineare il ritmo di questa pantomima. Si può anche improvvisare una sorta di gag col pubblico, facendo finta che l’”apparizione” sia corsa i n mezzo al pubblico, gli attori possono scendere in platea e far finta di rincorrere in mezzo alla gente “qualcuno” o “qualcosa” chiedendo qua e là: “Signora, l’ha visto?” “ E’ dietro alla sua poltrona! “ “Si è nascosto nella sua borsa!” e così via.

PRIMA VOCE ( al colmo della preoccupazione ) : Ma che c’è, cos’è? Ho delle formiche nella schiena? Per caso c’è un serpente? Un pipistrello nei capelli? Aiuto…non c’è mica un calabrone che ronza vicino, sono allergico, mi può venire uno shock anafilattico…

TERZA VOCE: Sciocco! Non fare casino…e soprattutto non lo far innervosire…, dopo l’ammore, il trivolo, eccetere, eccetera, arrivano il mistero, la magia…guardate, guardate…è appena passato ‘O munaciello!

PRIMA VOCE ( sorpresissimo ) : ‘O munaciello?!

SECONDA VOCE ( che realmente non ha capito ) : ‘O Munaciello…?

TERZA VOCE: Ma sì…lo spiritello, il folletto dispettoso…!

PRIMA VOCE ( in perfetto napoletano, quasi senza accorgersene ) : Mamma d’ ‘o Carmene…!

TERZA VOCE: Oooohh! Vedi che stai imparando qualcosa, pian piano ? ‘O Munaciello è una creatura bizzarra, sempre imprevedibile, che può essere buono o cattivo a seconda di come lo tratti…

SECONDA VOCE: Non è raro un comportamento da “rattuso” in presenza di giovani e belle donne…è il frutto di un amore proibito : una fanciulla rimasta sola partorisce il suo bimbo gobbo e nano in un convento e le suore lo rivestono con un saio per nasconderne le sue deformità…custodisce gli antichi pozzi d’acqua e si insinua nelle case attraverso i cunicoli che servivano a calare il secchio…in cerca di anime e di vittime cui fare dispetti.

TERZA VOCE: E non dimenticarti, in casa, di lasciare sempre una sedia vuota alla tua tavola: potrebbe passare lei, lo spirito benigno, la Bella ‘Mbriana, che vuole sedersi perché è stanca dopo tanto camminare e l’inospitalità la rende irascibile…!

SECONDA VOCE : Ricorda anche di piazzare, fuori dall’uscio di casa, una scopa per cacciare via la sfortuna che può gettarti addosso la strega, ‘a janara, la fata cattiva sorella, delle janas sarde, vecchia, magra e rachitica, che, vedendo i rametti di saggina, si ferma ad intrecciare i fili e si dimentica per qualche attimo di compiere le sue malefatte …!

PRIMA VOCE ( è sempre più sbalordito. Non parla e guarda confuso qua e là )

SECONDA VOCE ( alla Terza e ai musicisti ) : Non ci resta che andare avanti nel viaggio…solo così riusciremo a riempire le nostre valigie…e a portare qualcosa a casa…Dai, forza, andiamo!

Sprona gli altri a riprendere i bagagli , indossando poi tutti e tre il cappotto da viaggio, per rendere evidente, durante il corso della pièce, la loro identità di “migranti ” e ora lo sfoggeranno, in questo frangente.
Questa operazione verrà sottolineata dalle note del gruppo musicale, che ci condurrà, con questo sottofondo, alle seconda sezione, che inizia con l’esecuzione del brano completo “Fosse c’ ‘a terra”.
Alla fine del brano, qualche ” volontario” dell’orchestrina annuncerà e gran voce l’argomento della Seconda Sezione:

2. SECONDA SEZIONE: Amore e passione, in persone e cose. Tutto è amore nella Terra del Sud.

VOCE DALL’ORCHESTRA: “ Amore , terra e leggende: che cosa sto cercando veramente durante questo viaggio: il sogno o la realtà ?
Sarà amore…o sarà solo trivolo?”

Comincia ufficialmente la “recita”. I nostri due ( o tre ) attori saranno le voci neutre che daranno vita a questo ricordo del Sud agìto sulle tavole del palcoscenico e si aiuteranno annunciando e presentando l’un l’altro gli argomenti, i brani, le atmosfere e le situazioni. Si potrà giocare con gli oggetti, la scenografia, i costumi, gli accessori da indossare e tutto quanto possa aiutare il pubblico a capire e a seguire meglio il percorso. Non indosseranno più, pertanto, la mantellina da “gitanti”.
Sottofondo molto lieve di note musicali.

PRIMA VOCE: E ascolterete la terra raccontare mille storie, storie di amore e lacrime, rimorsi e rimpianti, leggende che profumano di anice e zagare…

SECONDA VOCE: … Sguardi lontani e sfuggenti, sangue che corre sulle strade bianche e arse dal sole, l’amore che esce dalla terra e si respira con l’aria, quello che non ti fa prendere sonno e si attacca alla gola come una tenaglia…

TERZA VOCE: Il nostro amore lo raccontiamo alla terra, al mare, al cielo…e loro ci rispondono col canto degli uccelli, le foglie che danzano nella brezza della sera che scende a ristorarci…e il vento porta i suoi racconti sussurrandoceli nell’orecchio…! Echi di un mondo magico
dove ci rifugiamo per sfuggire alla rabbia della nostra vita crudele.

PRIMA VOCE ( rievoca con un pugno di terra in mano ): In questo pomeriggio di luglio un grande silenzio regna intorno; nelle vie abbruciate non passa alcuno e i cittadini dormono nel pesante assopimento dell’estate. Noi siamo tristi, ed il sangue che monta al capo da’ la vertigine: noi abbiamo i piedi di piombo e la bocca amara; ci è intorno la violenza di una passione secca e rude, perché ci sembra di assistere allo spasimo e udire i singhiozzi convulsi della natura che muore nell’amore del sole.

SECONDA VOCE ( prosegue nel racconto prendendo dalla mano del suo predecessore un pugno di terra, facendolo sbriciolare per terra ) : Le vie sono bianche, polverose e fulgide; le case rifulgono, i colli sono splendenti di luce; il mare brilla tutto come un migliaio di specchi; sul cratere qualcosa abbrucia e fuma ed il cielo è cupo nella sua serenità.

TERZA VOCE ( c. s. ) : Tutto è luce vivida, tutto è colore, ogni cosa si condensa; pare che si debbano spaccare le pietre, che le case debbano sgretolarsi, che le colline vogliano slanciarsi al cielo, che il mare voglia cangiarsi in metallo liquefatto e che la montagna voglia eruttare lave di fuoco- e tutto rimane immobile, tetro e greve. E’ per l’amore: voi certamente sapete che tutto quanto, qui, dalle pietre al cielo, è innamorato.
(1 )

Breve cambio di argomento. Per introdurre il prossimo, ossia “La leggenda di Capodimonte”, si possono alternare due Voci nel racconto e una terza, avvolta o in un velo o in uno scialle bianco, potrà impersonare la fanciulla di Capodimonte, mimando brevi epifanie durante il racconto e palesandosi solo verso la fine, quando verrà evocata più precisamente.

PRIMA VOCE: Egli errava nei viali, solo, pallido, triste. La città lo stancava; era incurabile la malattia che gli corrompeva l’anima. L’occhio vitreo s’affisava sopra ogni cosa bella senza piacere, senza dolore. Nella città una fanciulla sottile e pensosa si struggeva lentamente per lui d’amore: egli non l’amava. Altrove, altrove era il suo amore.

SECONDA VOCE: Egli amava lontano in un punto indefinito, in un paese sconosciuto, con un amore sconfinato e ignoto, una creatura misteriosa ( primo passaggio della creatura in bianco ) che egli aveva creata. Non la chiamava, non la voleva, non la desiderava: l’anima sua nulla sapeva di volontà e desideri. Amava. Il suo palazzo rimaneva vuoto, la madre si desolava nella solitudine, i servi dormivano nelle anticamere, i nobili cavalli scalpitavano invano nelle vaste scuderie.

PRIMA VOCE: Egli non si ricordava più di tutto questo. Trascinava la sua vita vagando nelle viottole di campagna, nei viali del bosco, dove ritrovava la pace. E’ questa la funesta malattia che uccide gli umani; è il fatale ed insanabile amore dell’ideale.

SECONDA VOCE: Nella nebulosità di un viale, dove si elevava un velo opalino ed iridescente, in un mattino d’inverno, egli la vide ( balzo fulmineo della creatura in bianco ). Era una forma snella, senza contorni, fatta d’aria, ondeggiante; fu un balenìo lieve, un luccicare, un istante solo di luce. Egli corse, ansioso, rinvigorito; nulla ritrovò, la forma gentile era scomparsa. Ma come il suo cuore si pose a desiderare di rivedere il fuggevole fantasma, con la potenza della volontà lo evocò di nuovo. Sempre lontano, sempre un’ombra vana.

PRIMA VOCE: Quello, quello era il suo amore: ogni giorno la divina creatura si concedeva sempre più ( apparizione ): gli appariva meno lontana, distinta, più chiara. Era una fanciulla bianca bianca, le cui forme quasi infantili si velavano in un abito candido. Ella compariva e nel volto circonfuso di luce, gli sorrideva: agitando il capo, lo salutava.

SECONDA VOCE: Egli non osava parlarle, tremava, la voce gli moriva nella gola; bastava alla sua felicità contemplare ardentemente, con la fissità della follia, il suo amore che fuggiva dinanzi a lui. Ella girava, girava per il bosco, chinandosi a carezzare i fiori, ma non cogliendoli, non lasciando traccia sull’erba calpestata; appena egli la raggiungeva, ella riprendeva la sua corsa.

PRIMA VOCE: Lui dietro, senza sentire la stanchezza delle sue gambe che diventavano pesanti come il piombo, fino a che, approssimandosi al castello, il celeste fantasma cessava di sorridere e una malinconia si effondeva dal volto gentile; poi, entrato nel cupo androne, si volgeva per l’ultima volta, salutava , agitando la mano, e scompariva. Lui non osava gridarle: rimani, rimani! E s’abbandonava sopra un banco, spossato, abbattuto, morto.

SECONDA VOCE: Non parlava la fanciulla nei colloqui d’amore. Ella ascoltava immobile, bianca, pronta sempre a partire; ogni tanto un sorriso indefinito le sfiorava le labbra, una mestizia le compariva in volto; ma sorriso e mestizia erano spostamento di linee, non corrugamento di fronte o espansione di labbra; era espressione, luce interna, quasi una lampada soave si accendesse dietro un velo.

PRIMA VOCE: Non parlava la fanciulla, ma ogni giorno ella restava più a lungo con colui che l’amava. Egli le parlava lungamente, poi stanco, la voce gli si abbassava a poco a poco, poi taceva. Ella si muoveva per andarsene.

SECONDA VOCE: - Non partire, non partire! Supplicava lui.

PRIMA VOCE: Ella restava ferma innanzi a lui, i piedini bianchi come ali di colombo, coi capelli vagamente adorni di rose bianche, con un lembo di abito sostenuto da rose bianche.

SECONDA VOCE: - Siedi, siedi accanto a me!

PRIMA VOCE: Ella non sedeva, immota, guardando dinanzi a sé coi grandi occhi senza pupilla.

SECONDA VOCE: - Parlami, parlami!- mormorava lui.

PRIMA VOCE: Ella non aveva voce, non si muovevano le labbra. Invano egli la pregava, la scongiurava , s’inginocchiava, ella non gli rispondeva. Era inflessibile e serena.

SECONDA VOCE: Ma in un crepuscolo d’autunno, egli trovò le frasi più eloquenti per esprimere la propria disperazione: battè la fronte a terra, sparse le lacrime più cocenti, adorò la fanciulla.

PRIMA VOCE: Ella parea si traformasse; dietro il candore della pelle pareva che cominciasse a correre il sangue. Egli le offerse la sua vita per una parola.

SECONDA VOCE : - Mi ami?-

TERZA VOCE ( ferma, dopo la sua pantomima ) : - Sì.

PRIMA VOCE: Allora, in un impeto di passione, egli l’abbracciò. Un orribile scricchiolìo s’intese e la divina fanciulla cadde al suolo ( la terza voce cade sul serio in terra ), frantumata in tanti cocci di porcellana candida.

SECONDA VOCE: Nella notte profonda, quando i custodi dormivano, nella deserta sala delle porcellane cominciò un mormorìo, un bisbiglio, un’agitazione. Correvano fremiti da una scansia all’altra, attraverso i cristalli; voci irose e sommesse si urtavano, fieri propositi, progetti di vendetta cozzavano l’uno contro l’altro.

A questo punto il gruppo musicale può sottolineare l’azione, magari con le percussioni, con un ritmo sempre più parossistico.

PRIMA VOCE: Poco a poco la calma si ristabilì: tutto era deciso. La sfilata cominciò.
Prima fu l’Aurora bianca sul suo carro tirato da quattro cavalli candidi ; e discesa nel giardino dove lui giaceva svenuto accanto al suo idolo infranto, maledisse per sempre le sue albe.

SECONDA VOCE: La seguirono le ventiquattro fanciulle che sono le Ore e sfogliarono rose avvelenate sullo svenuto.

PRIMA VOCE: Dopo vennero gli Amorini e gli conficcarono nel cuore i dardi acuti e dolorosi.

SECONDA VOCE: Il gruppo passò. Secondi vennero i sette re di Francia: galoppando per i viali toccarono con lo scettro, con la spada l’infelice, ed ogni colpo gli rintronò nel cervello.

PRIMA VOCE: Poi ogni statuina s’avviò, gli sputò in viso, lo insultò, lo calpestò; ogni tazza fu piena per lui di cicuta, ogni vassoio di cenere, ogni coppa da fiori contenne per lui fiori malefici e crudeli.

SECONDA VOCE : Ed infine si mosse il grande gruppo dei Titani che vogliono scalare l’Olimpo: Giove fulminò il moribondo e i Titani lo seppellirono sotto un enorme sepolcro di massi.

TERZA VOCE ( sempre in abito da statuina bianca, rialzandosi piano ): Poi, ognuno riprese la sua via, i gruppi rientrarono nelle scansie e vi rimasero immobili.
Fu questa la vendetta della fredda e candida porcellana su colui che aveva frantumata la fanciulla immortale. ( 2 )

Canzone dal vivo “Mi votu e mi rivotu”

Non appena finisce la canzone, una delle Voci recitanti, a scelta, si avvia verso una delle valigie che erano state riempite in precedenza con oggetti necessari ad accompagnare l’andamento della pièce: in questo caso è utile la bottiglia col messaggio dentro, ove verranno estratti i fogli dove sarà contenuto il prossimo brano da leggere proprio come se fossero stati ritrovati dopo un naufragio. Quando la Prima Voce avrà finito di leggere la propria porzione di brano passerà i fogli alla Seconda. La Terza che impersonerà “La Mennulara” interverrà direttamente nei dialoghi quando sarà il personaggio stesso a pronunciare le proprie battute.

PRIMA VOCE ( assorta nella lettura ) :
“Carissimo,
riceverai questa lettera dopo la mia morte e quella della donna per cui ti ho mentito. Alle soglie della vecchiaia ho trovato la felicità nello straordinario incontro con la donna che mi è accanto da sempre.
Non ha voluto che ti parlassi del nostro amore, ma mi concede che te ne scriva. Ripristino dunque, postuma, l’intesa comunione di spirito che ha caratterizzato la nostra amicizia.
Ho condotto un’esistenza pigra fuggendo le responsabilità, da signorotto di provincia, sperperando il patrimonio di famiglia. Ho avuto numerose amanti, di cui sai. Ho coltivato i miei interessi letterari, artistici e musicali con superficialità godendo della immeritata reputazione di uomo di cultura. Muoio avendo vissuto una vita di cui si potrebbe essere paghi, ma non fieri. Tutto ciò mi è stato possibile grazie alla dedizione infaticabile della donna che amo.
Te l’ho descritta come l’adolescente che mi ha iniziato al godimento carnale; assunse dopo il ruolo della femmina con cui, sempre e soltanto quando me ne veniva la voglia, riprendevo un rapporto esclusivamente sessuale, con piena soddisfazione reciproca.
Te l’ho descritta anche come astuta e onesta amministratrice del mio patrimonio, assistente preziosissima nel catalogare le mie collezioni, complice nell’architettare menzogne per coprire le mie avventure extraconiugali, unica creatura che non mi ha mai chiesto nulla e che mi ha assecondato in tutti i miei desideri.
Per quasi trent’anni siamo stati in contatto quotidiano, nei rispettivi ruoli di padrone e “criata” . Soltanto cinque anni fa ho capito di averla sempre amata, le altre impallidiscono al suo confronto. ( Passa i fogli alla Seconda Voce )

SECONDA VOCE ( riprende la lettura ) : “ Avevamo rispettivamente tredici e diciassette anni. All’inizio consideravo il nostro incontro un gioco lieve e sensuale, poi è diventato innamoramento e poi potente passione fisica.
Era una giornata particolarmente ventosa. I panni stesi si gonfiavano al vento; quando cambiava direzione, le cordicelle che legavano lenzuola e tovaglie ai fili di ferro correvano da un’estremità all’altra. Osservavo incantato, era una metamorfosi della natura, il cielo pareva un mare in tempesta, schiere di nuvole lo attraversavano a grande velocità come schiume rabbiose di gonfi cavalloni, i panni sembravano vele di vascelli in pericolo, raggruppati per proteggersi dalla furia degli elementi.
Accadde allora che una folata di vento tagliasse uno squarcio tra le file di panni. La vidi, sottile e minuta, lavava alla pila di legno. Ignara della mia presenza e indomita dalle raffiche furiose continuava il suo lavoro con foga e concentrazione. Mi accovacciai per terra, per non farmi notare. Indossava una sottoveste chiara, bagnata dagli schizzi d’acqua. Le puntai addosso il mio binocolo, ammaliato dal ritmico movimento del corpo, dai seni piccoli e pizzuti e dalle giovani braccia armoniose. Era bella.
Si accorse di me e con un urlo si staccò dalla pila per rientrare nella lavanderia. Ritornò dopo pochi istanti, vestita della grigia uniforme di cameriera, e riprese a lavare. Abbandonai il binocolo, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo.

PRIMA VOCE ( riprende la lettura ) : Il vento si era calmato. Avanzò allora tra le file delle lenzuola per rassettarle. Mi osservava circospetta, ma senza timore.
“Cos’è ? “ chiese, indicando il binocolo. “Insegnami come si guarda “ disse. Aveva la voce gutturale e l’accento pesante della gente di campagna. Mi alzai e obbedii. Mi permise di tenerle fermo il binocolo davanti agli occhi, per regolarlo. Tenevo larghe le braccia attorno alle sue spalle e non la sfiorai neanche una volta, mentre le indicavo dove puntare lo strumento. Le spiegai i movimenti delle rotelle e delle manopole.
“Questo lo capisco, ma come funziona, che c’è dentro, e come fa ad avvicinare le cose agli occhi ?” Non avevo una risposta pronta.
“Leggilo sui libri e dopo me lo dici, io non so leggere e di libri non ne ho.” E se ne ritornò a sciacquare i panni.
Lasciai la terrazza prima che avesse finito la lavata. Le chiesi se la mia presenza la disturbasse. Per tutta risposta disse : “Tu sei padrone e io ‘criata’, puoi fare quello che vuoi. Se devi venire di nuovo, ricordati di trovare sui libri come funziona quella cosa.”
Ci tornai varie volte. Avevo preso a disegnare; un giorno le chiesi se potevo farle uno schizzo mentre lavava. Lei mi diede la solita risposta : “Tu sei padrone e io ‘criata’. “ Osservava i miei tentativi ed era critica.
I nostri incontri, mai pianificati, divennero frequenti. Non so come aveva fatto a organizzarsi in modo da essere sola, ma c’era riuscita. La disegnavo in pose caste e convenzionali. L’aiutavo a mettersi nella posizione desiderata e a poco a poco divenni ardito nel toccarle le braccia, il collo. Non venivo respinto, ma neppure incoraggiato. ( passa i fogli )

SECONDA VOCE ( c. s. ) : Durante le vacanze di Natale volli mettere in ordine una delle librerie dello studio. Mi vennero assegnate come aiutanti due cameriere. Un giorno, soltanto lei era disponibile. Lavorammo assieme in silenzio, come se non vi fosse altro rapporto tra noi che il lavoro. Era salita sulla scaletta di legno della libreria, io le porgevo i volumi da sistemare sugli scaffali alti. A un certo punto si sedette sull’ultimo scalino, in attesa che le porgessi i libri. Le vedevo le gambe scoperte, da sotto, il vestito si era sollevato dietro nel sedersi. Rimasi a guardarla. Lei se ne accorse, ricambiò lo sguardo e non si mosse. Ebbi la forza di dire soltanto: “ Scendi.” Ci amammo per la prima volta. Da allora lo studio è rimasto il luogo delle nostre intimità.
Avevo scoperto l’appagamento dei sensi senza impegno e colpevolezza, con una donna che non chiedeva spiegazioni e non faceva recriminazioni. L’iniziativa proveniva soltanto da me, ma lei non era sempre disponibile, anche se mi si negava raramente. A volte non la cercavo per lunghi periodi, anni interi, altre volte i rapporti erano frequenti. ( c. s. )

PRIMA VOCE ( c. s. ) : Cinque anni fa invitai a cena, a casa, la mia amante di lunga data, della quale lei era a conoscenza. Dopo aver servito a tavola, offese mia moglie e l’amante, intenzionalmente, rovinando la serata. Era la prima volta che si comportava in tal modo. Ero furioso e decisi di salire nella sua stanza per redarguirla. Mi ritrovai in un corridoio buio. Sentivo, distante, della musica. Era la fine del terzo atto di “Aida”
( note in sottofondo ). Ero preso da un vortice di sensazioni contrastanti, mi sentivo letteralmente mancare. Mi cresceva in petto un senso di meraviglia che mi annientava: non avevo mai pensato che avesse un’anima.
Un’altra porta si aprì e si richiuse. Ne riemerse poco dopo, e la vidi in pieno fulgore. Aveva indosso solo una vestaglia, aperta davanti, mi parve bellissima. Mi avvicinai alla sua stanza, ma ero io il trasgressore. “Io sono disonorato”.
Ascoltavo in piedi , sull’uscio, gli occhi fissi su di lei. “Discolpati”. Piangevo senza rendermene conto. Lei se ne era accorta e girò la testa verso di me: “Non piangere, ascolta”, disse. “Che vuoi?” mi chiese.
“Posso rimanere qui?”
“No, domani devo alzarmi per lavorare, vattene a letto che è tardi per tutti.
( c. s. )

SECOND VOCE ( c. s. ) : Quella notte singhiozzai a lungo, sul divano dei nostri incontri, nello studio. All’alba scrissi una lettera di congedo alla mia amante.
La rividi di nuovo l’indomani, mi serviva il caffè come se nulla fosse accaduto. Indossava il solito grembiule di tela grigia, i capelli erano tirati e raccolti a tuppo, appariva priva di grazia e sensibilità. Anche così la amavo. Ero confuso e timoroso, in speranzosa attesa di un incoraggiamento dall’amata. Probabilmente lei se ne accorse, perché mi disse laconica: “Se volete, potete andare nello studio, dopo pranzo”. Da allora ho trovato la felicità.
Vivo per le poche ore di intimità che ci è concesso di condividere e per i nostri studi. Avrei fatto qualsiasi cosa per poter vivere con lei, solo, per sempre, me lo ha impedito. Inizialmente temevo che il mio amore non fosse ricambiato, ma lei insisteva che eravamo diversi: i padroni vedono la vita in un certo modo e le “criate” in un altro, la sua intera esistenza dimostra i suoi sentimenti verso di me, ma non riesce a dire “ti amo”. Aveva la certezza che ci saremmo ritrovati, ma non sapeva quando.
Muoio con l’immenso rimpianto che la gente non conoscerà le straordinarie doti di questa donna e il mio amore per lei.” ( fine del brano )
( 3 )

Il gruppo musicale si prepara per l’esecuzione dal vivo di “Monti di Mola” di Fabrizio De André che si alternerà alla recita di alcuni brani tratti dalla trilogia fantastica di Camilleri. In mancanza di “Monti di Mola” usare una qualsiasi altra canzone , purché sia in lingua sarda.
Può essere presa in considerazione anche “Non potho riposare”.

CANTO: “ In li Monti Di Mola / la manzana / un’aina musteddina era pascendi / in li monti di Mola / la manzana / un cioano vantaricciu e moru/ era sfraschendi/ e l’occhi s’intuppesini cilchendi ea ea ea ea / e l’ea sguttesi da li muccichilli cù li bae ae ae / e l’occhi la burricca aia/ de lu mare/ e a iddu da le tive escia/ lu Maestrale/ e idda si tunchia abbeddulata ea ea ea ea / iddu le rispundia .linghitontu ae ae ae ae. /”
“ Oh bedda mea / l’aina luna/ la bedda mea / capitale di lana./ Oh bedda mea / bianca fortuna.”/ “Oh beddu meu / l’occhi mi bruxi/ lu beddu meu / carrasciale di baxi / oh beddu meu / lu core mi cuxi.”
Amori mannu / di prima ‘olta / l’aba si suggi tuttu lu meli di chista multa./ Amuri steddu / di tutte l’ore / di petralana / lu battadolu / di chistu core. “

A questo punto, nell’edizione originale della canzone, c’è un intervallo musicale solo di note al flauto, mantenerlo il più possibile come sottofondo per la recita di questi brevi passi di prosa tratti dalla trilogia del fantastico di Camilleri. Comincia la donna-sirena, Maruzza Musumeci.

PRIMA VOCE: Sulo allora Gnazio taliò a so’ figlia. E si sintì raggelare.
La creatura non era cosa d’omo, era un mostro che non si poteva manco guardare. Fino alla panza era giusta, ma sutta alla panza non aviva né gamme né pedi, da lì si partiva la cuda di un pisci tutta squami squami.
Allura Gnazio accomenzò a trimari.
“Che vi piglia? “ spiò la gnà Pina. ( rivolta verso l’altro, si può omettere “spiò la gnà Pina” )
SECONDA VOCE ( con in braccio un bambolotto ): “ E’…è …un pisci!”
PRIMA VOCE :“ Ma non diciti minchiate! Quali pisci e pisci! Chista è la cammisa ! Veni a diri che sarà ‘na femmina fortunata. Ora la lavo e la cammisa sinni va.” ( prende il bambolotto ed esce )
SECONDA VOCE ( narra verso il pubblico ) : Si votò, calò la creatura dintra alla cisterna, la tenne tanticchia accussì lavandola e quanno la tirò novamenti fora, a Resina erano spuntate le gamme e i piduzzi. Quel jorno istisso che Resina nascì, la catananna, l’amata bisnonna Minica decise che era tempo di moriri. La notizia la portò la gnà Pina a Maruzza e lei, chiangenno, acchianò nella cammara, affirrò la conchiglia, annò al balcuni e accomenzò a cantare: “ O mari, falle trovari ‘na correnti bona alla mé catananna che a tia torna, ‘na correnti cavuda e amurusa che la porta alla nostra grutta segreta indole i delfini jocano con le balene…”(4 )

Riprende la canzone.

CANTO: “Ma nudda si po’ fa’ nudda/ in Gaddura / che no ènimi a sapì / int’un’ora / e ‘nfattu una ‘ecchia infrascontata fea / piagnendi e figghiulendi si dicia cù li bae:
“Beata idda / ùai che bedd’ omu / beata idda / cioanu e moru / beata idda / sola mi moru / ià me l’ammentu / beata idda / più d’una ‘olta / beata idda / ‘ezzaia tolta. “
Amori mannu / di prima ‘olta / l’aba si suggi tuttu lu meli di chista multa / amori steddu / di tutte l’ore / di petralana lu battadolu/ di chistu core.”

Inserire a questo punto, anche se non è presente nella versione originale della canzone, una pausa solo strumentale come prima per consentire la recita del secondo brano, da “Il casellante”

SECONDA VOCE: “Na matina che le aviva portato il latti, Minica l’arrefutò.
TERZA VOCE: “Dopo”
SECONDA VOCE: “Dopo di che cosa?”
TERZA VOCE: “ Mi devi trapiantare”
SECONDA VOCE: A logica d’àrbolo, aviva raggiuni. Non provai manco a tintari di farci cangiare idea, mi persuasi che se non facivo quello che lei voliva, Minica non avrebbe mangiato né quella jornata né quella appresso.
Pigliai lo zapponi, accumenzai a scavari un fosso a quattro passi da indove stava lei. Poi miscelai la terra e annò a sradicari a Minica.
Quanno i piduzzi vinniro allo scoperto, mi pigliò un sintomo. Stavano veramente addivintanno radici! Ma com’era possibile?
Le dita, in punta, avevano perso ugna, pelli e carni e ammostravano lo scheletro. Erano come un paro di quasette sfunnate che lassano nesciri fora le dita. Solo che ccà inveci venivano fora l’ossiceddri, fini fini, ‘na speci di muschio. Sinni stavano piegati e avivano già artigliato il tirreno. Volevo scapparsini lontano.
TERZA VOCE: “Non mi lassari le radici scummigliate! Si pigliano friddo!” mi gridò Minica.

SECONDA VOCE: Fu quel grido a farmi accapire che l’obbligo mio era di continuari. Pigliai a mia mogliere, la ‘nfilai ad dritta dintra al novo fosso.
“Ti va beni?”
TERZA VOCE: “Sì”.
SECONDA VOCE: Cummigliai il fosso. E po’, travaglianno fino alla sera, le rimisi i pali allato e le rifabbricai il capanno. ( 5 )

Riprende la canzone.

CANTO: “ E lu paese intreu s’agghindesi / pa’ la coiu / lu parracu / mattessi intresi / in lu soiu / ma a cuiuassi / no riscisini / l’aina e l’omu / chè da li documenti escisini / fratili in primu. /
E idda si tunchia abbeddulata ea ea ea ea / iddu li rispundia linghitontu ae ae ae ae.

Sul tappeto di note conclusive, ultimo brano:

TERZA VOCE: Fu la notti dopo che ‘na dimanna gli vinni ‘n testa a tradimento:
PRIMA VOCE: “Pirchì sciglisti Anita ? “
TERZA VOCE: In prima, non capì lui stesso qual era ‘u senso della dimanna, che gli era vinuta di farsi. Se l’arripitì :
PRIMA VOCE: “Pirchì sciglisti Anita ?”
TERZA VOCE: Quanno, dintra all’acqua, aviva veduto Anita e Beba che sinni calavano verso il funno del lago, aviva scigliuto, senza manco pinsarci, di salvari Anita.
Sì, certo, aveva macari dato ‘na spinta a Beba, ma sapeva benissimo che non sarebbe abbassato per farla tornari da sula a galla.
No, quella spinta era stata sulo uno scarico di coscienza, mentre l’affirrari per i capilli ad Anita quella sì che era stata ‘na precisi volontà di salvarla.
PRIMA VOCE: Avivo scigliuto, non c’era dubbio, non c’erano santi. In quel momento l’essere umano che io ero aveva naturalmente deciso di sarbari un pari so’, n’autro essere umano
TERZA VOCE: E questo veniva a significari ‘na cosa sula. Che in quell’attimo di verità davanti alla vita e alla morte, Beba ai so occhi era tornata a essere non la creatura amata, la cumpagna amurusa dei jorni e delle notti, ma sulamenti una capra, un armalo.
PRIMA VOCE: ‘Na crapa alla quali però io avevo negato la possibilità di essere capra. L’avevo stracangiata a forza. Non facendola accoppiari col becco le avevo negato la possibilità di fare figli, di fare latte. L’avevo snaturata, straniata, resa sterile in tutto. E lei non si era mai arribbillata a questa terribili violenza, per l’amuri, sì, l’amuri che aviva per mia. Non c’era autra parola.
TERZA VOCE: E stavolta chiangì dispirato per il gran rimorso che l’assugliò. ( 6 )



3. TERZA SEZIONE : La Terra del Sud vittima e carnefice: il brigantaggio, la camorra e l’emergenza rifiuti.

La parte che segue è annunciata da alcuni componenti dell’orchestrina, in tono un po’ da imbonitori di folla.

PRIMO MUSICISTA ( a gola spiegata ) : Per completare la serie “Trivolo e corrivo”…venghino, signori, venghino, e ammirate il panorama!!

PRIMO MUSICISTA ( rivolto verso il parterre, ove si intravedono già le sagome dei “viandanti” ) : Neh, scusate, voi che passate di qui ogni tanto…ma c’era proprio bisogno di portarsi dietro anche le valigie piene di fetenzia ?

SECONDO MUSICISTA ( c. s. ) : …ovvero: il meridionale viaggia molto, ma la monnezza assai di più !

S C E N A

Ritornano i tre Personaggi in veste da viandanti . Trascinano con sé pesanti sacchi neri di immondizia, magari mischiandosi anche in mezzo alla platea, lasciandone un po’ sparsi qua e là. Nel frattempo , i musicisti, rimasti sulla scena, prenderanno ognuno con sé, già pronti, dei sacchi di spazzatura, ciascuno creando il proprio “monticello “, e se lo terranno accanto. Se ne potranno usare tanti di diverso colore, come una variopinta scenografia.

SECONDO PERSONAGGIO ( rivolto ai musicisti sulla scena ) : Sì, sì, sfottete, sfottete…piuttosto voi che avete fatto, l’arlecchinata? !

MUSICISTA : Spiritoso !

PRIMO PERSONAGGIO ( sbuffando e arrancando ) : Ma, santiddio, c’era proprio tutto questo bisogno di portarsi appresso questa robaccia?
( i tre staranno già faticosamente risalendo sul palcoscenico ) …dico io…?

TERZO PERSONAGGIO : Dobbiamo entrare nello spirito dell’argomento…stiamo proseguendo il viaggio, o no ?!

PRIMO PERSONAGGIO ( si butta a terra ) : Sì, ma io non ce la faccio più, non ci capisco più niente…! Come ha fatto tutta questa schifezza puzzolente ad accumularsi così e perché diavolo tocca a noi trascinarcela dietro?

TERZO PERSONAGGIO: Vuoi sapere sul serio com’è andata?

PRIMO PERSONAGGIO : Sì, grazie!

TERZO PERSONAGGIO: E mmo’ t’ ‘o spieghiamo !

Dopo quest’ultima battuta i tre si levano la “mise” da viandanti e diventano i soliti Narratori pronti per affrontare le nuove tematiche.

SECONDO PERSONAGGIO: La maggior parte dei quotidiani italiani della prima settimana del gennaio 2008 dedica, come minimo, otto o nove pagine, dense e fitte, ad un problema terribilmente scottante…

MUSICISTA ( interrompendola, si tura il naso guardandosi attorno ) : …e pure fetente !!

SECONDO PERSONAGGIO ( sorride e poi prosegue ) : …la questione dell’emergenza rifiuti in Campania. Se ne parlerà dettagliatamente ancora per qualche mese, con alterne vicende, fino al luglio del medesimo anno, quando il cambio di governo produrrà un miracolo ancora più potente di quello del sangue di San Gennaro, se me lo consentite…

TUTTI ( in coro, come per dire : “che esagerazione!” ) : Eeeehhh! E che sarà mai ?

SECONDO PERSONAGGIO ( in tono volutamente tra il serio e il faceto ) : Eh , beh…nient’altro che la misteriosa scomparsa in men che non si dica, di tonnellate e tonnellate di monnezza sparse per le strade, su cui verrà calata non solo la morsa pesante di una ruspa ma anche un più pesante silenzio stampa…!

TERZO PERSONAGGIO ( sospettoso ) : Davvero si è risolto così tutto, come in una bolla di sapone?

SECONDO PERSONAGGIO : Mah, così hanno detto…sempre che non abbiano messo la polvere sotto il tappeto di casa.

PRIMO PERSONAGGIO : Scusate se vi interrompo… voi avete parlato di “emergenza” per i rifiuti “, se non erro…ma questo termine , secondo i migliori dizionari, indica un lasso di tempo ristretto, una situazione che si risolve in modo fulmineo…com’è che l’”emergenza rifiuti” in Campania dura da più di quattordici anni ? !

SECONDO PERSONAGGIO : Ma caro mio, noi siamo al Sud, i ritmi sono un po’ rallentati, dovresti saperlo !

PRIMO PERSONAGGIO ( con aria saputa e ironica ) : Ah, ecco, sarà così…Piuttosto…a chi dobbiamo dare la colpa…( guarda le balle di munnezza )… di tutto questo ?

TERZO PERSONAGGIO ( guardandosi attorno ) : Boh !

SECONDO PERSONAGGIO ( c. s. ) : Boh !

PRIMO PERSONAGGIO ( c. s. ) : Boh…?! Mah…Boh !!

I MUSICISTI ( fanno eco ) : Booh !!

PRIMO PERSONAGGIO : All’ex Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio? Noooo….troppo ingenuo e fantasioso, tanto da voler adottare le pecore sarde, dichiarare la pizza “patrimonio dell’umanità”, lanciare campagne contro l’albero di Natale, nominare Gigi D’Alessio patrono del pesce azzurro e proporre a Berlusconi di farsi testimonial della floricoltura…et voilà !

SECONDO PERSONAGGIO: Al Sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, che durante un’intervista al TG1 dichiara: “senta, non è la morte di nessuno, ne verremo fuori !” ?

TERZO PERSONAGGIO: Al Governatore della Campania Antonio Bassolino, ex Sindaco di Napoli e , soprattutto, ex Commissario del Governo per l’emergenza rifiuti tra il 2000 e il 2004, che durante una scottante intervista di Report dichiara di non essere a conoscenza delle ingenti cifre date come emolumenti ai Commissari e di non ricordarsi nemmeno i nomi dei suoi collaboratori…! ?

PRIMO PERSONAGGIO ( tende l’orecchio dalla parte dei cumuli di spazzatura ) : Sssshh…sentite…c’è una vocetta che arriva da qua…( corre verso un sacchetto, uno dei più grossi )

UN MUSICISTA : Ma che è ? ‘O sacco d’ ‘a munnezza parla ?

PRIMO PERSONAGGIO : Ma sì, ne sono sicuro…ha detto qualcosa…! ( Accosta l’orecchio meglio )

TERZO PERSONAGGIO : E che dice ?

PRIMO PERSONAGGIO : Come ? Chi saresti…? Ah…”il sacco delle lacrime del Sud “..già, infatti sei il più grande…Come dici ? Sei stanco che si faccia finta che tu non esisti ?

SECONDO PERSONAGGIO ( si accuccia anch’esso accanto al sacco ) : Dice che non vuole più sentire le chiacchiere e le menzogne della gente, anche importante, proprio quella che dovrebbe occuparsi di lui, mentre invece continua ridere e ad ignorarlo come se niente fosse…!

TERZO PERSONAGGIO ( c . s. ) : Ma che cosa contieni davvero?
( lo apre e tira fuori, mentre li nomina, pezzi di carta appallottolati, lanciandoli verso il pubblico ) …ecco …le lacrime della fame…

PRIMO PERSONAGGIO ( c. s. ) : …della camorra…

SECONDO PERSONAGGIO ( c. s.) : …della disoccupazione, delle malattie…

All’improvviso, un musicista ride beffardo, interrompendo questa sorta di piccolo rituale.
I tre si voltano, mentre uno di loro, magari il terzo, indosserà un giubbotto di pelle, delle catenine d’oro e occhiali a specchio o Ray-Ban da guappo. E’ il camorrista che traffica con i rifiuti.

PRIMO PERSONAGGIO: Il prefetto di Napoli è preoccupato perché un magma incandescente sta consumando letteralmente la città, travolgendola in una spirale di ribellismo, di strumentalizzazioni politiche e criminali, di sfiducia verso i rappresentanti istituzionali. Dietro alla guerriglia contro le forze dell’ordine ci sono gli estremisti di destra e di sinistra, gli agitatori di popolo e soprattutto gli spazzini della camorra che alimentano le discariche abusive.

TERZO PERSONAGGIO- IL CAMORRISTA ( accento napoletano un po’ strascinato e sguaiato ) : Ma nun ‘o ssaje che noi costiamo la metà a fare questi lavori ? E che godiamo presso la gente di una cosa importante assai? La “popolarità”…! A noi non ci tirano i sassi e gli sputi addosso, a noi ci vogliono bene…! Guardate a chillu guaglione llà ! ( fa finta di salutare qualcuno ) E’ nu piccolo rom, ‘nu zingariello…! Noi nelle nostre discariche li facciamo lavorare, devono bruciare tutto chello ca nun s’adda vere’…: scarti provenienti dalle industrie della plastica del Nord che ci mandano qua- come vedete, non è solo munnezza nostra!- fusti colmi d’olio per auto usate, frigoriferi arrugginiti e cataste di copertoni…

SECONDO PERSONAGGIO : Ma la gomma bruciata è altamente tossica! Ci fate pure il pane con quella roba!

IL CAMORRISTA : Ue’, fatti i cazzi tuoi ! Quelli sono i primi c’ hann’a spari’ ! I contadini non vendono più la verdura e le mozzarelle avvelenate..e che me ne fotte a me, mica possiamo risolvere noi tutti i problemi dello Stato ? Cosa sono stati capaci di fare, loro, che si sentono dalla parte giusta solo perché la gente li ha votati in mancanza di altro? I rom li hanno mandati ai semafori a chiedere l’elemosina, scatenandogli contro la gente…hanno solamente creato la guerra tra i poveri! Noi invece li paghiamo bene: cinquanta euri per ogni catasta che va in fumo…e loro ci benedicono !

PRIMO PERSONAGGIO: Alla camorra non piacciono i termovalorizzatori, cioè gli impianti ad alta tecnologia e controllabili che, se funzionassero, metterebbero fine al caos. La camorra vuole le discariche perché può nascondervi qualsiasi tipo di scarto e da lì trae profitti enormi. Vi sono intrecci da brivido tra pubbliche amministrazioni e strutture statali messe su apposta.
La camorra, attraverso le sue ditte, entra nei consorzi di imprese e fa affari sia con le industrie che hanno bisogno di smaltire gli scarti sia con le amministrazioni pubbliche, con una regola ferrea e fondamentale : con il privato lavora a prezzi dimezzati per battere la concorrenza, con l’ente pubblico applica tariffe astronomiche perché usa le armi dell’jntimidazione e della corruzione. ( guarda intensamente il camorrista )
Senza contare gli enormi profitti che derivano dal traffico di droga e dalla speculazione edilizia che ha ridotto Napoli e il suo hinterland ad un ammasso di cemento.
E non solo Napoli.

Il camorrista fa qualche passo indietro. A canone, i musicisti e gli altri due attori, sempre guardandosi attorno, esclamano: “Di chi è la colpa?” “Di chi è la colpa di tutto questo ?”
Qualche nota musicale eseguita dal vivo consente il cambio degli altri due Personaggi che diventeranno due Briganti storici realmente esistiti nella cronaca del nostro Meridione: cappellacci, fucili a tracolla, giacconi pesanti, stivali. Il camorrista è pienamente rilassato un po’ in disparte e li guarda con aria beffarda.

SECONDO PERSONAGGIO- BRIGANTE ( una donna ) : Siete talmente abituati a risalire indietro nel tempo con le colpe scaricandovele di dosso…che sta a vedere che la causa di tutto questo ( indica la monnezza ) siamo noi !

PRIMO PERSONAGGIO- BRIGANTE ( un brigante uomo, che può essere anche interpretato da una donna ) : Noi siamo la voce del popolo, è molto facile che si dia la colpa a noi…abbiamo sbagliato, è vero, ma il debito è stato pagato con la vita. Non ci stiamo a fare il capro espiatorio per l’ennesima volta!

SECONDO PERSONAGGIO: Non lo permetteremo più, mai più…!

Una Voce solista del gruppo intona, a cappella, i seguenti versi:

VOCE: “A chélla guerra re ne mare tiempe fa / che co’ vota se tèra ancora raccuntà. / La femmina nostra ch’era Michelina / se truvette ‘mmiese a chell’arruina. “( 7 )

SECONDO PERSONAGGIO ( guarda fissa il camorrista ) : Chi sei? Tu non fai parte dei nostri! Vattene via! Via di qua, se non vuoi assaggiare il mio fucile…! ( lo minaccia con l’arma )
Sono Michelina Di Cesare, nata a Campoli il 28 ottobre 1841 e morta fucilata a Mignano Monte Lungo il 30 agosto 1868.

IL CAMORRISTA ( non si muove e continua a sorridere ironico ) : Sparami pure, non ci sarà nessuno a difenderti. E la giustizia, in cui avete scioccamente creduto, di solito, dà ragione a me e non a voi.

Michelina abbassa il fucile.

PRIMO PERSONAGGIO : E intorno a noi tutta una massa di umili, col loro timore e la loro complicità…allora era uguale, ed è proprio come ora. E’ sempre quel popolo che è stato disprezzato da regi funzionari e infidi piemontesi …allora era uguale, ed è proprio come ora…quella gente che sentiva forte sulla pelle la negazione di ogni diritto, anche la dignità di uomini. E chi poteva vendicarlo, se non noi, accomunati dallo stesso destino? Cafoni anche noi, non più disposti a chinare il capo. Calpestati, come l’erba dagli zoccoli dei cavalli, calpestati ci vendicammo. Molti, molti si illusero di poterci usare per le rivoluzioni.
Le loro rivoluzioni. Ma libertà non è cambiare padrone. Non è parola vana e astratta. E’ dire senza timore E’ MIO, è sentire forte il possesso di qualcosa, a cominciare dall’anima. E’ vivere di ciò che si ama. Vento forte ed impetuoso, in ogni generazione rinasce…Così è stato, e così sempre sarà…!
Sono Carmine Crocco, da Rionero in Vulture.
Scampai alla fucilazione e terminai i miei giorni in carcere. Ho qui le mie memorie…( tira fuori dalla sacca un libro, si rivolge al camorrista ) Tieni, te lo lascio! ( Glielo getta ai piedi; l’altro non lo raccoglie nemmeno, limitandosi a guardarlo…gli da ‘ quindi un piccolo calcio spostandolo un poco più lontano )

“Michelina” e “Carmine” si allontanano. Il guappo assesta un secondo calcio, più potente, al volumetto e, dopo qualche secondo, guarda gli astanti in circolo e se ne esce con la sua solita risata beffarda.
Canzone eseguita dal vivo “ Senza cchiù terra”



4. Quarta Sezione : La Terra del Sud vittima e carnefice: gli emigranti.


MUSICISTA : “Napoletani , Fuitevenne !” …diceva Eduardo De Filippo. Ma…chi è andato via è mai partito veramente ?
Simm’ al culmine de lu currivo…!”

Esecuzione dal vivo di S’i fosse fuoco.

S C E N A

A bordo palcoscenico si intravedono le sagome dei tre in veste da pellegrini che passano alla chetichella. Come al solito, è sempre il Primo Personaggio che brontola sempre, tanto per iniziare.

PRIMO PERSONAGGIO : Uffa, sono veramente stanco, ritorniamocene a casa, mamma mia…che paura ho avuto! Delinquenti, briganti, sacchi d’immondizia, mi sono inciampato ovunque ! Andiamocene, dài ! Ma se tanti se ne sono scappati via dal Sud, perché mai dovremmo tornarci noi ?!

SECONDO PERSONAGGIO: Taci, e cerca di camminare in silenzio! Guarda che siamo tutti un po’ emigranti, e soprattutto da fermi! Non c’è mica bisogno di spostarsi fisicamente per partire, sai !

TERZO PERSONAGGIO : Sei anche tu un nomade ogniqualvolta la tua mente vola via, lontano da dove sei, quando non ti riconosci più in quello che fai e nel luogo ove ti trovi e il mondo dove ti capita di vivere non ti rappresenta più…sfido chiunque a non aver mai provato questa sensazione…!

PRIMO PERSONAGGIO ( trafelato ) : E…allora ?

SECONDO PERSONAGGIO : E allora…avanti, marsch !!

PRIMO PERSONAGGIO ( sparendo dalla scena assieme agli altri, se ne sente man mano l’eco ) : Ma no, accidenti…! Fa pure un caldo tremendo…!!

Escono.
Musica dal vivo : “Ainékaras ( solo prima parte ).
Rientrano i tre Personaggi nuovamente in veste di Narratori, si siedono per terra , a proscenio, guardando direttamente verso il pubblico.

PRIMO PERSONAGGIO : Ehi, ragazzi…vi ricordate di quel periodo, qualche tempo fa , in cui , ad un certo punto, avevano tentato di creare un mondo tutto senza meridionali e immigrati vari…e ci stavano quasi riuscendo ?

SECONDO PERSONAGGIO ( riflettendo ) : Così…vagamente…ma la memoria mi difetta un po’…era parecchio tempo fa, quando io feci la varicella da adulto, forse è per quello che non ho ben presente l’accaduto…

TERZO PERSONAGGIO ( al Primo ) : Dài, raccontacelo…così riusciremo a ricordare anche noi…!

SECONDO PERSONAGGIO ( mettendosi più comodo ) : Dunque, per farla breve…qualche tempo fa, la classe dirigente dell’epoca , non essendo più in grado arginare i flussi di immigrazione di poveracci variamente assortiti che venivano a riscuotere il loro assegno di povertà bussando alle porte del nostro mondo opulento , si inventò niente po ‘ po’ di meno che un bell’esodo in massa di ricchi in fuga dai poveri…sì, in pratica, un’autodeportazione…l’ultimo baluardo, secondo loro, contro questa ventata di negatività che avrebbe rischiato di toglierci il lavoro, l’identità, l’ happy hour e la milionesima edizione de La Fattoria in TV !

SECONDO PERSONAGGIO ( sforzandosi ) : Sì, è vero, ora ricordo…in pratica questa situazione di panico , così antiestetica e molesta, aveva spinto tantissimi, fra cui molti miei amici, parenti e conoscenti, a costruirsi una specie di Arca di Noè volante…

TERZO PERSONAGGIO : Ma sì, una sorta di mostro che faceva acqua da tutte le parti…rammento che la vidi parcheggiata in un giardino di…Porto Rotondo, mi sembra…e avrei avuto qualche remora a salirci…! Con tutto ciò, fu riempita di propellente e una notte si partì in gran segreto…!

PRIMO PERSONAGGIO : Beh, oddio, gran segreto…il “mostro” fece un baccano d’inferno al momento del decollo, ma l’importante era che i calabresi non se ne accorgessero.

SECONDO PERSONAGGIO : Destinazione ?

TERZO PERSONAGGIO: Destinazione : “Terra 2 “, un magnifico e imponente pianeta progettato da un politico di qualche tempo fa che era riuscito, pensate, perfino a realizzare “Milano 2 “…e così, su questa scia, tutto galvanizzato, proseguì costruendo “Torino 2”, “Genova 2”, “Venezia 2”, “Trento 2 “, e così via…tutte rigorosamente epurate dal pericolo sudista.

SECONDO PERSONAGGIO : Sì, ora sto mettendo a fuoco anche lui…a qualcuno non piaceva, ma tutta invidia, eh…questo tizio, piccoletto ma pepato, dietro suggerimento di alcuni suoi alleati, era riuscito a concretizzare in un sol colpo l’isola felice agognata da tutti ( rifà il verso a Berlusconi ) “ a solo un quarto d’ora di razzo dalla Terra con volo extralusso Andata e Ritorno senza supplemento e senza l’uso di escort…!”

PRIMO PERSONAGGIO : …da utilizzare in caso di situazioni di estremo pericolo come quella, una sorta di Paese dei Balocchi…

SECONDO PERSONAGGIO ( al primo ) : Ma tu ci sei stato ?

PRIMO PERSONAGGIO ( con aria indifferente ) : Io ? Noooo…!

SECONDO PERSONAGGIO ( c. s. ) : E io neppure …

TERZO PERSONAGGIO ( c. s. ) : E neanch’io …!

SECONDO PERSONAGGIO : Ma allora come facciamo a ricordarci bene tutti questi particolari…?

TERZO PERSONAGGIO ( con aria sorniona ) : Beh, adesso non cominciamo a comportarci come l’italiano medio che prima fa le cose e poi nega di averle fatte…( tira gomitatine d’intesa un po’ all’uno e un po’ all’altro, e gli altri due si scostano )…dài, dài, dài, chè ci siamo stati tutto e tre, lassù, dài! Ammettiamolo !

PRIMO PERSONAGGIO ( secco ) : Ma no !

SECONDO PERSONAGGIO ( c. s. ) : Ma figuriamoci! Per chi ci hai preso ? Io non ho bisogno di scappare da chicchessia, per me siamo tutti uguali, sai…!

TERZO PERSONAGGIO ( con l’aria di chi la sa lunga ) : Sì, vabbè, facciamo finta di crederci…ma se nessuno di noi conosce questo Paese dei Balocchi, com’è che siamo qui a raccontarci questa storia…e scommetto che se ci mettiamo d’impegno, ne tireremo fuori anche un finale…?

PRIMO PERSONAGGIO ( con l’aria saputa ) : Ma perché su quel benedetto razzo c’è salita mia zia che si era portata il suo computer dietro e tramite e-mail mi teneva informato…!

SECONDO E TERZO PERSONAGGIO ( in tono canzonatorio ) : Aaaah, ora è tutto chiaro…!

PRIMO PERSONAGGIO : Vabbè, vabbè, fate pure finta di non crederci…!

SECONDO E TERZO PERSONAGGIO : No, no, noi non ci crediamo proprio, non è che facciamo finta…! Piuttosto…com’è andata, allora ? Non tenerci sulle spine !

PRIMO PERSONAGGIO : E così, dopo qualche giorno di problemi per la connessione ad internet, io cominciai a scrivere alla zietta perché ero molto curioso di sapere come fosse la vita lì. Nel frattempo, dato che sulla Terra, quella originale, c’erano rimasti solo meridionali ed extracomunitari, io mi sentivo un po’ spaesato e, vincendo una naturale diffidenza, cominciai a fare timidamente qualche amicizia…

SECONDO E TERZO PERSONAGGIO ( beffardi, gli battono le mani in segno di scherno ) : Ma bravo…! Che persona di larghe vedute sei…!

PRIMO PERSONAGGIO ( seccato ) : Spiritosi, avrei voluto vedere voi…

TERZO PERSONAGGIO : Ma anche noi eravamo lass…

SECONDO PERSONAGGIO ( gli tira una gomitata e lo interrompe ) : Zitto, scemo..! ( Forte, al Primo ) Continua, continua, è molto interessante…!

PRIMO PERSONAGGIO ( li guarda ironico ) : Beh, cercherò di essere preciso, visto che voi non ne sapete nulla…passavano i minuti, le ore e i giorni…e via via cominciavo ad apprezzare il cous cous, ad imparare il ritmo della tarantella, a suonare la balalaika, e altro…e quello che mi stupiva di più è che queste persone che si riunivano in gruppo nelle loro case, nei locali tipici, vedendomi vagare da solo un po’ spaesato, mi invitavano spesso nelle loro compagnie…

SECONDO PERSONAGGIO : E non ti hanno mai fatto pesare il fatto che non eri “uno di loro”…?

PRIMO PERSONAGGIO : Macché ! Anzi, erano ben lieti di insegnarmi le loro tradizioni…fino a quando non mi arrivarono le mail della zietta, che non era propriamente di buon umore, su “Terra 2”…

TERZO PERSONAGGIO ( gaffeur ) : Eh, lo so, me lo ricordo…

SECONDO PERSONAGGIO ( dandogli un’altra gomitata ) : Ma vuoi chiudere quella boccaccia…? ( Al primo ) Vai avanti, facci sapere…!

PRIMO PERSONAGGIO : Eh, beh, dopo i soliti convenevoli, la zietta scriveva…( a questo punto si recherà verso il tavolino della scena dove era già appoggiato un PC portatile, lo aprirà, inforcherà un paio di occhialini e camufferà la voce diventando, in concreto, “la zia “) …” carissimo nipote, mi fa piacere leggere che ti diverti e che sei entusiasta dei tuoi nuovi amici…purtroppo, non posso dire lo stesso di qua. Devo confessare che, tra un torneo di burraco e una proiezione su grande schermo della finale del Grande Fratello , per il resto, si muore di noia.
In più ci tocca, per mancanza di scelta, sopportare un mucchio di gente antipatica, giusto per passare un po’ il tempo: ci sono capitati come vicini di casa una famiglia odiosa di Segrate che pretende di avere tutti gli spazi per sé perché sostiene di essere arrivata prima, vuole che nel condominio si faccia sempre come dice lei…e poi, pare- pare, eh…!- che quelli di “Bolzano 2” si stiano organizzando per cacciare via dal Paese dei Balocchi quelli di “Genova 2 “, perché li ritengono dei terroni rispetto a loro…”
( per un attimo ritorna il Primo Personaggio, si leva gli occhialini ) Credetemi, io ero scandalizzatissimo nel sentire queste cose…menomale che non ero salito sul razzo…!

TERZO PERSONAGGIO ( malizioso ) : Sicuro ?

PRIMO PERSONAGGIO : Ma certo ! Ora ci ricolleghiamo con la zia…( si risiede al computer e rimette gli occhiali ) “ Beh, mio caro , se ti diverti così, vuol dire che non ti senti di certo annoiato come lo siamo noi…o perlomeno io, ci sono anche quelli che così stanno bene…senti, gioia, potresti fare una cosuccia per me ? Ti informeresti se fosse possibile tornare indietro sulla Terra, quella originale, in che modo e in quali orari…?”

TERZO PERSONAGGIO : Ehi, ma non ci erava…voglio dire, non si erano premurati di sapere come fare per tornare eventualmente indietro?

PRIMO PERSONAGGIO ( ritorna col tono normale ) : Ma no, figurati, era stata una cosa così, del tutto improvvisata…del resto, come siamo diventati tutti ? Ci chiediamo mai il perché di qualcosa, ci poniamo mai qualche domanda ? E così non si ragiona più, quando si è in preda solo dei propri bisogni e delle nostre stupide paure…!

SECONDO PERSONAGGIO : Ma allora…come è davvero andata a finire ?!

PRIMO PERSONAGGIO ( un po’ reticente ) : Eh, beh…in effetti, non era tanto semplice ritornare qui, almeno in maniera regolare…

TERZO PERSONAGGIO : Vuoi dire che avete fatto i clandestini ?

SECONDO PERSONAGGIO ( al Terzo ) : Ah, adesso ti tiri indietro e dite “avete fatto i clandestini”? Perché tu, naturalmente, non c’eri…?

TERZO PERSONAGGIO ( petulante ) : E no, caro, altrimenti dovrei dire che assieme a me ci stavi anche tu, che ne dici ?

SECONDO PERSONAGGIO ( fra i denti ) : …Crepa !

TERZO PERSONAGGIO ( c. s. ) : Tu e tutta la tua cara famigliola…!

PRIMO PERSONAGGIO ( ad entrambi ) : Posso proseguire ? In effetti, una volta la zia e alcuni suoi amici avevano provato ad andarsene, ma erano stati rimandati indietro con la minaccia di un soggiorno prolungato o al CPT 2, o, peggio ancora, sull’Isola dei Famosi, edizione quattromila, e così hanno desistito…anche perché, per allontanarsi indenni dal Paese dei Balocchi occorre presentare una quantità infinita di permessi, condizioni, divieti, bisogna dimostrare che la famiglia ti attende, che hai un lavoro fisso con residenza e marchette, e così via…il tutto, naturalmente, se hai un reddito annuo che supera i 400 mila euro…

SECONDO PERSONAGGIO : Caspiterina…e chi ce li ha ?

PRIMO PERSONAGGIO : Ah, questo è un altro problema, mica possono risolvere tutto, e che diamine…! Questa, ad esempio, è una regola che si ispira ad una vecchia legge, la Bossi-Fini, mi sembra si chiamasse…

TERZO PERSONAGGIO ( scattando ): E poi, cos’è successo?

PRIMO PERSONAGGIO ( riprende le vesti della “zia” ) : Beh, con precisione non mi ricordo…sapete, è l’età, mi difetta un po’ la memoria…cioè, non so bene come fu e, soprattutto chi fu, ma una sera di fine settembre…dagli altoparlanti sparsi per tutto il Paese, pronti a sciorinare giorno e notte, messaggi ottimistici in puro e incomprensibile padano…se no non sarebbe puro, perché tutti lo capirebbero…cominciarono a diffondersi note strane ed inconsuete per le nostre orecchie, in un idioma che non era stato né testato né omologato durante tutti gli interrogatori e gli esperimenti che si tenevano nel Paese dei Balocchi…porca miseria, era l’ultimo CD di Mariano Apicella, sparato a manetta dentro le casse…!”

SECONDO PERSONAGGIO: E cosa cantava?

PRIMO PERSONAGGIO : Era un’antologia presa da Mina e dedicata al costruttore del Paese dei Balocchi …urlava a squarciagola: “sei grande, grande, grande, come teeee…sei grande solamente tu!” E una seconda Voce, imprecisata, rispondeva : “Io non ti conosco…io non so chi sei…”
( queste strofe possono essere intonate, in toni grotteschi, dal gruppo musicale, con varianti a piacere )
Ma il culmine arrivò con “La Città vuota”…ci prese una tale nostalgia, un magone enorme per quello che avevamo lasciato che…

TERZO PERSONAGGIO : Che…?

SECONDO PERSONAGGIO ( sempre più in ansia ):…che ?!?

PRIMO PERSONAGGIO ( sempre in veste di zia ) : “ Fatto sta che, scherzo o non scherzo, malinconia o no, le nostre menti intorpidite dai suoni celtici e dalla noia mortale della tanto agognata tranquillità… non ressero l’impatto e ci addormentammo tutti crollando in un sonno profondo…e l’indomani ci svegliammo tutti nelle nostre vecchie case, di nuovo qui, con voi…! “ ( si leva gli occhialini )

TERZO PERSONAGGIO : Ah, una specie di ipnosi collettiva…ecco perché non ci ricordiamo nulla…!

SECONDO PERSONAGGIO ( sottovoce ) : Sta’ zitto, scemo ! Stampatelo in testa : noi non c’eravamo…!

PRIMO PERSONAGGIO : Così rimarremo sempre nel dubbio se sia stato sogno o realtà…! ( Si alza e fa per allontanarsi, seguito dagli altri due ) Però…questo episodio…

TERZO PERSONAGGIO ( lo interrompe ) : Ma sì, mi ricorda le tecniche dei ladri quando ti entrano in casa per rubare: ti spruzzano addosso un po’ di spray soporifero e…piazza pulita ! Sarà stato qualche slavo…o napoletano… !

SECONDO PERSONAGGIO ( spingendolo via ) : E finiscila, cammina ! Dobbiamo sempre farci riconoscere…!

Allontanandosi, proseguono la discussione a borbottii e gesti. Ci si avvia per l’ultima parte.


5. Quinta Sezione: L’approdo del viaggio: la Festa di anima e corpo e la religiosità, tra il sacro e il profano; l’erotismo della Tarantella, per una devozione e metà fra lo slancio dell’anima e i sensi del corpo.

MUSICISTA: ( mentre annuncia, gli altri Personaggi, già in veste di pantomima, trascineranno a proscenio il macchinario con l’altarino, che sarà già stato messo dietro, magari ai teli appesi, in modo da essere trasportato già pronto) La fine del viaggio non porta solo ad una meta: è l’approdo dell’anima ma anche del corpo, l’Amor Sacro e l’Amor Profano… la liberazione dalle pene e dagli affanni…ma soprattutto dalla fame, quella nera, contro cui preghiamo tutti li Santi, combattendola da secoli con tutto il nostro ingegno e la nostra più sincera e profonda Devozione … signori…La lauda de li Maccarune…!

Brano eseguito dal vivo : “La Lauda de li Maccarune “
Pantomima sul brano che può essere coreografato e mimato dai Personaggi, magari davanti ad una gigantesca pentola con paiolo in cui gli Attori buttano, da enormi scatoloni, gli ingredienti in bella vista.
Ciliegina sulla torta: a ritmo di danza, tenendoli già nascosti nel calderone, serviranno al pubblico dei piatti di pasta già pronti mischiandosi in platea , gridando alla fine: “Buon appetito!”
Dopo il brano, qualche istante di pausa per consentire lo sgombero degli oggetti e il cambio d’abito.
Giungono i “viandanti”con il loro solito aspetto. Sono visibilmente stanchi.
Guardano in ogni direzione perché nel frattempo le luci sul palcoscenico si sono accese e moltiplicate di intensità grazie a diversi colori, proprio come durante una festa paesana, con decorazioni e nastri variopinti qua e là.
Nel frattempo, .la rudimentale scultura-altarino ( meglio se su rotelle, per essere spostata meglio )attirerà l’attenzione:è una immagine sacra posta sudi un velo bianco contornato da fiori o da ex voto. Il blocco verrà illuminato .

PRIMO PERSONAGGIO ( più affannato degli altri, si lascia cadere sui bagagli ) : Se Dio vuole…siamo arrivati, finalmente …ma chi è che parlava di maccheroni ?!

SECONDO PERSONAGGIO ( sospirando soddisfatto ) : Sì, tu pensi solo a mangiare… invece guarda qua: hanno preparato la Festa per il nostro ritorno: Ulisse sbarca a Itaca…! Siamo al capolinea, ma non è la fine, è un punto d’inizio…!

TERZO PERSONAGGIO : E se non saprai celebrare la Festa con la forza dell’animo, lasciati andare alle danze e vivi anche tu il rito della tarantella che viene da lontano per pizzicarti il cuore…

PRIMO PERSONAGGIO ( che realmente non ha capito ) : Come, prego ?

SECONDO E TERZO PERSONAGGIO ( lo trascinano via con loro ) : Lo capirai presto…non hai ancora imparato a fidarti di noi ?

Si tolgono la mantella da viaggio e diventano, per l’ultima volta, i Narratori, per ora muti. Indosseranno un velo da devoti e passeranno davanti all’altarino sacro descritto sopra, come in una processione, soffermandosi qualche istante come per pregare. Ci potrà essere qualche nota di sottofondo per riempire la scena, ancora con andamento lento.
Finite le preghiere, l’Orchestra esegue interamente, dal vivo, la Pizzica Tarantata “Santu Paulu meu”.
Alla fine, inizierà il racconto della storia della tarante, in cui narrazione e musica saranno un tutt’uno.


LA TARANTA ( 8 )


PRIMO PERSONAGGIO : La taranta ha varia grandezza e diversi colori. Danza secondo diverse melodie. Ha nomi di persona : si chiama Rosina, Peppina, Maria Antonietta…ha una tonalità affettiva particolare che si riflette in chi è stato morso: vi sono così tarante “ballerine” e “canterine” sensibili alla musica , al canto e alla danza e vi sono anche tarante “tristi e mute” che richiedono canti melanconici.

SECONDO PERSONAGGIO : Vi sono poi “tarante tempestose “ che inducono le loro vittime a “fare sterminio “ o “libertine” che le stimolano a comportamenti lascivi, e infine tarante “dormienti”, resistenti a qualsiasi trattamento musicale. La taranta insinua nelle vene un veleno che dura finché la taranta vive o è estinta la sua discendenza.

TERZO PERSONAGGIO : Morde nella stagione estiva, ma è possibile che il morso patito in un’estate “ri-morda “ nell’estate successiva, il che significa che la taranta non è ancora “crepata” o che ha trasmesso la sua funesta eredità a sorelle, figlie, nipoti. Per far “crepare “ o “schiattare” la taranta occorre soprattutto mimare la danza del piccolo ragno, cioè la tarantella: bisogna, cioè, danzare col ragno, essere anche lo stesso ragno che danza, secondo una irresistibile identificazione.
Il tarantato esegue la danza della piccola taranta.

Immediatamente di seguito, questo brano, liberamente tratto da “La nobildonna di Lucera” ( 9 )

PRIMO PERSONAGGIO : Il rituale comincia di solito con un improvviso e perentorio colpo di tammorra…

Il percussionista esegue con molto vigore.

SECONDO PERSONAGGIO : La malata danza per tre giorni e tre notti fino allo sfinimento, tre volte interrompe il ballo e tre volte ricomincia…
Gli astanti la incitano, pregano e invocano San Paolo, colui che guarì la prima tarantata…

Musica a scelta come sottofondo.

TERZO PERSONAGGIO : Durante il rito spesso corre ad immergere nell’acqua il capo e il volto, si guarda nello specchio decorato con drappi di mille colori, strappandosi i capelli ornati con nastri e getta via le vesti variopinte.

PRIMO PERSONAGGIO : Corre e salta in tondo e talora, poggiandosi su un piede solo gira su se stessa…

SECONDO PERSONAGGIO : …finché, per vertigine, indebolimento o vacillamento della vista finisce col precipitare al suolo.
Nell’ultimo giorno, giunta la sera, chiede lugubri vesti e una nenia malinconica…

TERZO PERSONAGGIO : Si scioglie in lacrime e cade in uno stato di prostrazione ; incombente la notte, consumata una parca cena, si addormenta in un sonno profondo, e all’indomani mattina s mostra restituita al suo pieno vigore.

“ Tarantella vecchia e nova”.eseguita dal vivo


IL VESCOVO DI POLIGNANO ( 10 )

Il racconto viene trascritto così com’è; in sede di regia e di divisione delle parti, si deciderà come assegnare i dialoghi e come contestualizzare il brano.

“Il reverendo Don Giovan Battista Quinzato, milanese, vescovo della nostra Polignano, venuto giù da una provincia subalpina immune dal morbo misterioso della taranta e trovatosi qui da noi a disagio, considerato che nell’affare de’ balli frenetici e scollacciati, nelle musiche provocanti, a lung’andare, prima o poi, poteva ben entrarci, sotto specie di aracnide, Satana! vuotato il sacco delle giaculatorie e degli scongiuri, un bel giorno di luglio pensò di tentare una prova terminativa, solenne, episcopale, buona a tagliar corto e farla finita col malvezzo pugliese della taranta! Chiama un terrazzano, si fa portare un canestro di ragni ottogambe, glabro-villosi, di quelli reputati più malvagi e, sicuro dell’incolumità, se li fa attaccare dietro la schiena, sulle braccia, sul petto, per dovunque. Gli astanti strabiliarono, e lui…duro con longanimità di martire, calmo e sorridente come Daniele nella fossa!
Ma passò l’angelo, dice il nostro popolino, e disse amen : dopo pochi momenti una chiazza rossa, orlata di bruno, gli si manifesta, credo, sotto un mammellone, con bruciore crucciante e monsignore, alquanto turbato, chiede linimenti e s’adagia in letto.
La curia va sottosopra : son chiamati i medici a consulto, ma non c’è balsamo o cerotto, tisana o alessifarmaco che tenga : succedono spasimi, e per il resto del giorno e della notte appresso, i dolori, anziché sminuire, si fanno atroci. Sopravvengono strozzamenti, deliqui, furori, e il vescovo fa a sbrendoli le lenzuola.
I monelli, le vecchie tarantolate, le figliole più o meno aspiranti al tarantolismo quandochessia, il contadiname, gli sfaccendati, ghignando, bisbigliando per le botteghe e per le piazze, tratto tratto gridavano : “Se non balla , muore!”
Fu festa o corruccio ? Non lo so, ma la cittadinanza stette assembrata in permanenza, come alla vigilia di una rivolta. E non ci fu verso! Monsignore stava proprio per morire, quando, albescente il terzo dì, motu proprio, raccolte le poche residuali forze vitali, levatosi di letto camicia e brache, disse : “ suonatemi !”
Di qua un chiericotto col piffero, di là un frate conventuale di S. Vito a Mare con la mandola, messa su un’orchestrina, trovarono l’accordo giusto ( può essere eseguita qualche nota di sottofondo con qualche componente del gruppo preso dall’orchestra seguendo le indicazione del testo, ossia prendere chi ha il piffero, la mandola, ecc. ) e calarono le tendine ai balconi.
Allora, dàgli il presule, ritto come un pino, a roteare in punta, punta e tacco, a spiccar salti come un giovane capriolo, su e giù per la vasta sala dell’episcopio, braccia tese in alto e dita schioccanti.
Più si soffia e pizzica gli strumenti, più incalzano le note armoniche, più lui piroetta e allaccia scambietti a mezz’aria con quel par di garretti che sembrano colonne piperine di una Cattedrale !
Una scalmana lugliarola di quelle davvero equatoriali : gocciolava come uno uscito dal pelago a la riva, traeva sospiri, metteva sbuffi come un balenottero!
Ohimè ! Il reverendo tarantolò come il più semplice villanzone di Puglia, a tutto scapito, s’intende, della sua ambrosiana austerità !
Il reverendo, immediatamente dopo la scalmana, si riebbe e da quel giorno nefasto tenne in alto conto il malvezzo pugliese. “


Siamo ormai al Finale, cui fanno da sottofondo, lenta e dolce, alcune note del brano “Festa”, in grado di accompagnare le battute senza sovrastarle.
Ritornano i tre Personaggi che ripongono tutti i loro orpelli : piegano le loro mantelline da viaggiatori, il velo da devoti, posano le valigie a terra: la metamorfosi è completata, il viaggio è finito.
La Festa è al culmine: ci sono i fuochi d’artificio.
L’effetto è dato dall’alternarsi delle luci improvvise che cambiano direzione, intensità e colori, con l’apporto dei percussionisti che coi loro strumenti imitano il rumore dei botti.
I tre guardano per qualche istante in direzione del bellissimo spettacolo che noi ci immaginiamo solo evocato.


PRIMO PERSONAGGIO ( guardando verso le luci dei “fuochi “ ) : Eccoci qua…la piazza in festa è il nostro approdo…e quelle luci, là, che dondolano sotto i colpi del vento, sembrano dirci: “finalmente, vi stavamo aspettando…!”

SECONO PERSONAGGIO ( c. s.) : O forse è un altro sguardo, più in là, si sta avvicinando: scuro, caldo e morbido, confuso tra la folla…l’avevo lasciato tanto tempo fa, quando non avevo neanche il coraggio di incrociarlo …

TERZO PERSONAGGIO : E aspettavi solo la domenica per uscire a passeggio in piazza nella speranza di incontrarlo, dopo che avevi passato la mattinata a provare e riprovare quel vestito nuovo tanto sospirato…

Si prendono per mano simulando un giro giro tondo molto lento e scandito dai ritmi in sottofondo. Si può cambiare brano ed eseguire “Giro di danza”.


PRIMO PERSONAGGIO ( canticchiando ) . Giro giro tondo…chi entrerà nel nostro mondo? Il circolo si apre…e vedo già chi ritroveremo accanto a noi , danzando in cerchio…

SECONDO PERSONAGGIO ( guardando verso un punto, come se li vedesse arrivare ) : la fanciulla di porcellana…attenta a non farti male…il ragazzino che arriva dal mare bussando alla tua porta…se sarai ospitale con lui ti lascerà in dono delle conchiglie…( fa finta di raccogliere da terra )…e per seguirlo, passeggerai accanto ai due scogli dal volto di fanciulla…

TERZO PERSONAGGIO : …la strega buona a braccetto con quella cattiva…loro sono già lì che danzano da anni attorno ai noccioleti…

PRIMO PERSONAGGIO : il Monaciello dispettoso…lasciamo entrare anche lui, assieme al Teschio sdegnoso delle Fontanelle, che volta le spalle ai viandanti per dispetto…

SECONDO PERSONAGGIO : Tutto è cominciato qui e qui finirà, dentro al cerchio…

TERZO PERSONAGGIO : La ferita si è risanata, lo strappo si è ricucito, il lembo di terra ora è più saldo che mai.

PRIMO PERSONAGGIO : Il rito è compiuto…Afferra una stella e mettila in tasca: portala con te e tienila da conto…!

SECONDO PERSONAGGIO : Ti guiderà per farti ritornare da dove siamo partiti…

TERZO PERSONAGGIO : Gira e danza fra sogno e realtà, immergiti nell’aria e nella terra, diventa luce e arcobaleno, passa attraverso lo specchio, scendi in fondo al mare e risorgi forte e pronto ad una nuova vita… ora come allora…

PRIMO PERSONAGGIO : Ora come allora…

SECONDO PERSONAGGIO : Ora…proprio come allora.

Pian piano “Giro di danza” smorza le sue note, in contemporanea con l’abbassarsi delle luci e il ritmato incedere in tondo dei Personaggi.
Si fa ben presto il

B U I O

S I P A R I O

F I N E


Elenco dei Brani di Letteratura citati nel testo:


NOTE:
( 1 ) da La leggenda dell’amore, tratta dalle Leggende napoletane a cura di Matilde Serao.
( 2 ) da La leggenda di Capodimonte, tratta dalle Leggende napoletane a cura di Matilde Serao.
( 3 ) da La Mennulara di Simonetta Agnello Hornby, Milano, Feltrinelli.
pp. 178-184.
( 4 ) da Maruzza Musumeci, di Andrea Camilleri, Palermo, Sellerio, 2008, pp.114-115
( 5 ) da Il casellante di Andrea Camilleri, Palermo, Sellerio, 2008, pp. 130-132.
( 6 ) da Il sonaglio di Andrea Camilleri, Palermo, Sellerio, pp.166-167.
( 7 ) Raimondo Rotondi , La morte ‘re na bella ciuciara.
( 8 ) Ernesto De Martino, La terra del rimorso, Milano, 1961
( 9 ) La nobildonna di Lucera, racconto contenuto in De Phalangio Apulo, Ludovico Valletta, Napoli, 1706.
( 10 ) Da Luigi Chiaia, Pregiudizi pugliesi, in Rassegna pugliese di scienze, lettere ed arti, Trani, 1887-88.


GIROTONDO VERSO IL SUD

SPETTACOLO TEATRAL- MUSICALE di Virginia Consoli
Con la Compagnia Teatro Helios di Bordighera
e il Gruppo La Moresca di Napoli


Copione REGIA e AIUTO- REGIA

A cura di Virginia Consoli


GIROTONDO VERSO SUD- Elenco brani da eseguire

GRUPPO LA MORESCA ( sentirci e confermare )

1. Nascette na sirena ( introduzione )- napoletano
2. Una parte di Ajeri sera virietti roi stelle “ ( Prima Sezione )-napoletano
3. Bella la libertà ( prima sezione )- napoletano
4. Fosse c’ ‘a terra ( seconda sezione )- napoletano
5. Mi votu e mi rivotu ( seconda sezione )- siciliano
6. Monti di Mola oppure Non potho riposare ( seconda sezione )- sardo
7. eseguire a cappella i versi in ciociaro “ A chella guerra”( terza sezione )- ciociaro
8. Senza cchiù terra ( passaggio tra la terza e la quarta sezione)- napoletano
9. S’ ‘i fosse fuoco ( quarta sezione ) napoletano
10. Ainékaras ( prima o seconda parte del brano, quarta sezione )- napoletano
11. La Lauda de li Maccarune ( intro quinta sezione )- napoletano
12. Santu Paulu meu ( quinta sezione )-salentino
13. Tarantella vecchia e nuova( 5° sezione ) - strumentale
14. Medley tra Festa e Giro di danza in sottofondo( 5° sezione ) -napoletano
15. Pizzica tarantata o Tammurriata come brano per eventuale bis - napoletano o pugliese


ELENCO OGGETTI NECESSARI alla pièce: ( da ampliare, rif. al copione di regia )

Tre valigie vuote di dimensioni normali, un’altra vuota da lasciare al centro del palcoscenico, pronta per essere riempita.

Tre sedie e un tavolino non troppo grande

Filo da biancheria e panni stesi ( per La Mennulara )

Tazze e piattini ( per La leggenda di Capodimonte )

Bottiglia con nave dentro e fogli ( per La Mennulara )

Un bambolotto con coda di pesce e una conchiglia grossa ( per Maruzza )

Fronde e rami intrecciati ( per Il casellante )

Molti sacchi di immondizia già pronti di diverso colore e dimensione ( per Ecoballe ), quotidiani sul tavolo, un libro ( per Ecoballe )

Un PC portatile ( per Hey Survivors )

Un altarino da trasportare ( meglio se su rotelle, usare magari il carrello portavivande da tavolo ) con immagine della Madonna, un panno bianco lungo, un rosario, collane, ex voto, immaginette, vaso di fiori finti
( per La Taranta e il Finale )


ELENCO COSTUMI: ( da ampliare, rif. al copione regia )

Abbigliamento neutro per la base ai vari cambi ( body o maglia scuri, pantaloni o leggings neri aderenti non troppo lunghi )

Tre cappotti da viaggio di colore più o meno uniforme o similare

Camicie e pantaloni rossi o azzurri per la seconda sezione; veli e abito bianco per La leggenda di Capodimonte;

Grembiule e vestaglia, due giacche da uomo per La Mennulara

Una camicia e una gonna, maglia e pantaloni, un bambolotto e una sciarpa per Maruzza

Abito verde e coroncina di foglie, maglia e pantaloni per Il casellante

Occhiali Ray Ban, giubbotto in pelle, collane per il camorrista, 2 fucili, 2 cappellacci, un cappotto, un foulard e un gonnelline per i Briganti ( per Ecoballe )

Tre tute metallizzate e caschi per i narratori, occhialini e scialle per la zia
( per Hey Survivors )

Tre veli scuri da devoti, una sciarpa gialla ( Lauda de li Maccaruni ), body e gonnelloni larghi da tarantella, cappelli e foulard per uomini, ( la Taranta ) , grembiuli e attrezzi da cucina per Il Vescovo di Polignano

Accessori vari da verificare in corso di prove.



SCHEDA TECNICA E SINOSSI DELLO SPETTACOLO


AUTORE: VIRGINIA CONSOLI

ANNO DI STESURA: 2009

TESTO PROTETTO S. I. A. E. : sì

Numero Personaggi : Tre Voci recitanti, più un gruppo musicale di sette componenti

Durata : due ore

SCENA: un tavolo, tre sedie, attacchi laterali in quinta per appendere oggetti. Accessori vari semoventi e facilmente rimuovibili.
Palco necessario: 10 x 12

NECESSITA’ TECNICHE:
AUDIO: 3 radiomicrofoni HEAD completi, amplificazione per due voci, chitarra, batteria, violino.
LUCI: un piazzato bianco fisso con diffusori asimmetrici, 2 proiettori sagomatori laterali con gelatine.

SINOSSI TRAMA: E ‘ un viaggio immaginario nel mondo e nelle tradizioni del Sud Italia e di ogni Meridione: tre personaggi toccano diverse storie , argomenti, gioie e delizie tipiche di questa terra, dalle leggende alla monnezza, dalle forti passioni amorose fino al misticismo profano della tarantella.

INTERPRETI: Voci recitanti a cura del Teatro Helios di Bordighera diretto da Virginia Consoli; Brani musicali del gruppo La Moresca di Napoli



NOTE E AVVERTENZE DI REGIA

SCENA

Palcoscenico da ripartire quasi a metà: la parte, preferibilmente alla sin. dello spettatore, sarà assegnata al gruppo musicale, quella restante sarà appannaggio della parte recitata, con tutti gli accessori di scena lasciati a vista in quanto necessari.
In particolare: lasciare fissi, verso la destra dello spettatore, un tavolo con tre sedie, su cui agiranno i personaggi nelle varie scene.
Al centro della scena, in un angolo ove non ingombri, una valigia grande aperta, che verrà riempita con vari accessori mano mano.
Come apparecchiature sceniche, preparare fili abbastanza spessi su cui appendere lenzuola bianche, che fungeranno un po’ da “bucato” un po’ come quinte di un sipario per far entrare e uscire i personaggi; dietro questo apparato, porre le macchine semoventi necessarie di volta in volta come l’altarino con immagine della Madonna già pronto con gli ex voto, per la “Taranta”; il pentolone e tutti gli attrezzi da cucina per “La Lauda de li Maccarune”; gli oggetti necessari di volta come costumi per i cambi a vista, il PC per Hey Survivors e le tazze da bar per la medesima scena, i sacchi di monnezza per la Terza Sezione, e così via, ecc.

INDICAZIONI DI REGIA PER L’ ANDAMENTO DELLA PIECE

Al gruppo musicale verrà affidata l’esecuzione dei brani elencati in scaletta e indicati nel copione ( il tutto passibile di eventuali cambi e modifiche ) ; volendo, potrà interagire con battute sia con gli attori che col pubblico e partecipare attivamente allo svolgimento del canovaccio.

A tal proposito, è utile che il gruppo musicale porti con sé microfoni, preferibilmente ad asta in modo da amplificare le proprie eventuali battute.

Le Voci Recitanti saranno tre, preferibilmente due donne e un uomo, per snellire i cambi di scena , di ruoli e di costumi, si è aggiunto un Quarto Personaggio/ Mimo con una parte più pantomimica e/o danzata che recitata, cui affidare poche battute, magari declamandole tipo “narratore esterno” dal microfono dei musicisti.



COPIONE REGISTICO DA SVOLGERSI IN PARALLELO CON L’ ANDAMENTO DELLA PIECE

Rif. pagine testo ( pp. 4- 6 )

INTRODUZIONE: “ LA LEGGENDA DEL PESCATORE”
SCENA: scena neutra senza l’uso di particolari oggetti
COMMENTO MUSICALE : “Nascette ‘na sirena”
VOCI RECITANTI : le Tre principali: alla fine di ogni brano a lui affidato, l’attore recitante uscirà subito di scena.
COSTUMI/ OGGETTI: i tre entrano con l’abbigliamento neutro di base; alla fine del proprio pezzo recitato, ognuno si recherà dietro le lenzuola bianche per indossare il proprio “cappotto da viaggio” e per prendere il proprio bagaglio.
Mentre gli altri Tre si vestono da viaggio, il 4° personaggio muto, anch’esso in abbigliamento scuro neutro, pronuncia la battuta : “Che cosa porto nel mio viaggio ?”

1. PRIMA SEZIONE: “CHE COSA PORTO NEL MIO VIAGGIO?”, ovvero…Che cos’è il Sud ? ( pp. 6- 13 )
SCENA: viandanti con bagagli, poi si utilizzeranno per la lezione improvvisata: tavolo, sedie, lavagne ( a piacere ), una cartina strappata, una bacchettina per indicare, quaderni, astucci, ecc.
COMMENTO MUSICALE: tappeti di note a sottofondo ( da scegliere) per la lezione e per l’episodio del Munaciello ( magari percussioni ); una strofa di “Ajeri sera virietti ddoje stelle”; “Bella è la libertà”
VOCI RECITANTI: i Tre personaggi principali in veste da viandanti, il Mimo in tuta da “modello” per la lezione e poi una sorta di cappuccio da frate per il Munaciello.
COSTUMI/ OGGETTI: cappotto da viaggio per i tre principali, mise da modello per il Mimo ( da decidere bene ), magari una sorta di “velina” ochetta; sempre per il Mimo un cappuccio da frate per il Munaciello, tre bagagli non troppo pesanti o ingombranti.


2. SECONDA SEZIONE: “AMORE E PASSIONE, TUTTO E’ AMORE NELLA TERRA DEL SUD” ( pp. 14-26 )

SCENA: neutra nelle pp. 14-15; usare le sedie ne “La leggenda di Capodimonte”, alle pp. 15-19; usare le lenzuola appese come bucato per la scena apposita e per l’apparire e lo scomparire per “La Mennulara”
( pp. 19- 23 ) ; usare vari oggetti già preparati e posti dietro le lenzuola e rapidi cambi di costume.
COMMENTO MUSICALE: “Fosse c’ ‘ a terra “ come passaggio tra la prima e la seconda sezione; “Mi votu e mi rivotu” ( p. 19 ) tra La leggenda di Capodimonte” e “La Mennulara”; “Monti di Mola “ o “Non potho riposare” di commento alla trilogia fantastica di Camilleri
VOCI RECITANTI e MIMO: intro ( pp. 14-15 metà ) tutte e tre le principali ( magari già agghindate per il brano seguente ) ne “La Leggenda di Capodimonte” una voce femminile narra e quella maschile sarà il protagonista innamorato; il Mimo ballerà la parte della statuina, dirà l’ultima battuta dal mic dei musicisti.
“La Mennulara”: voce maschile la prima ad incominciare ( “Carissimo, riceverai…ecc. avrà tutto il tempo di cambiarsi perché in mezzo c’è la canzone Mi votu e mi rivotu ); la sua interlocutrice ( le cui battute andranno volte al “tu” come una sorta di immaginario dialogo fra due coniugi in crisi ) sarà la voce femminile che non ha partecipato al quadro precedente, e già pronta da prima, la terza voce femminile, con poche battute, sarà la Mennulara stessa.
“Trilogia fantastica” ( tempo di cambiarsi perché c’è la canzone in sardo ) : una delle 2 voci femminili sarà la Narratrice e l’uomo Grazio ( “Maruzza Musumeci “); sempre l’uomo, anche con la stessa mise, diventerà il Casellante raccontando in prima persona la vicenda; l’altra voce femminile che non ha partecipato a “Maruzza” sarà Minica, già agghindata da “albero”.
Infine, tutti e tre possono raccontare la storia del Sonaglio, portandola in prima persona oppure al “tu”, le due donne come Voci narranti e l’uomo, verso la fine del brano, raccontando in prima persona da : “avivo scigliuto,
non c’era dubbio….”
COSTUMI/ OGGETTI ( da rifinire bene, nell’elenco dettagliato, in corso d’opera, aggiungendo i minimi particolari in calce nel suddetto
elenco ) : Introduzione coi costumi già pronti per Capodimonte: la fanciulla ( Mimo ) tutta vestita di bianco, può portare dei fiorellini; l’innamorato vestito di azzurro, una sorta di principe, la narratrice con un vestito semplice e leggero; eventuali bastoni o “armi” con cui colpire l’innamorato.
Giacca e pantaloni per l’attore de La Mennulara; la moglie più dimessa, uno scialle scuro, ferri da calza; la Mennulara coi capelli raccolti, grembiule da lavoro e come intimo una sottoveste che si vedrà sotto del grembiule aperto.
Trilogia fantastica: Gnazio ( bolerino, coppola, pantaloni ) ; parte femminile fazzoletto tra i capelli, grembiule, camicia e gonna umili; un bambolotto con coda di pesce ( costruita o un semplice scialle grigio dorato ) e una grossa conchiglia lasciata sul tavolo; il Casellante vestito più o meno come Gnazio ( cambiare magari giacca ), Minica con abito verde, foglie e frasche ( già pronte ) come ricamate addosso; Il sonaglio ( ve ne sarà uno in scena ): le due donne con scialli e gonne lunghe, possono far finta di ricamare o di cucinare, l’uomo a torso nudo, pantaloni raccolti al ginocchio.
N. B. alla fine di ogni episodio, mettere nella valigia aperta un oggetto particolare della vicenda, ad esempio la bottiglia coi fogli per la Mennulara, la coda di pesce per Maruzza, il sonaglio per l’episodio omonimo, ecc. Ogni attore dovrà tenersi bene a mente questo compito man mano.


3. TERZA SEZIONE: La Terra del Sud vittima e carnefice: il brigantaggio, la camorra e l’emergenza rifiuti. ( pp. 27-34 )

SCENA: è il momento in cui viene costruita la scena coi sacchi di monnezza, che devono essere già stati preparati e nascosti o dietro il palco o dietro il “bucato”. Particolare attenzione a preparare, magari, sacchi di colore diverso in modo da creare una sorta di scenografia, da creare ognuno col proprio sacchetto in modo multicolore, creando una sorta di montagnola. Sulle sedie nel retropalco mettere tutti gli oggetti necessari.
COMMENTO MUSICALE: breve canto a cappella di una voce solista per i versi “ A chella terra…”, ecc; “Senza cchiù terra”
VOCI RECITANTI E MIMO: l’annuncio della terza sezione sarà fatto alternato da due musicisti e, volendo, pure dal Mimo, mentre gli altri tre si rivestiranno in fretta da “viandanti” coi soliti cappotti; nella veste di Narratori della questione della monnezza potranno ritornare all’abbigliamento neutro di base ( due ) mentre il terzo andrà già a vestirsi da camorrista. I due briganti potranno essere il Mimo e uno dei due attori che facevano la Voce Narrante oppure un musicista stesso.
COSTUMI / OGGETTI: abito da viandanti all’inizio, più ciascunon un sacco di monnezza; in veste di Narratori abito neutro e magari degli occhialetti e/o cartelline da giornalista, consulteranno giornali e quotidiani già pronti; il camorrista avrà il petto in belvedere, capelli lucidati e tirati indietro, bracciali, collanine e Ray-Ban; i due briganti saranno vestiti il più possibile come li si vede nei ritratti di fine 800, coi fucili a tracolla, bisacce, scarponi; Carmine porterà un libretto con sé.


4. QUARTA SEZIONE: “La Terra del Sud ancora vittima e carnefice: gli emigranti.”( pp. 34- 42 )

SCENA: a questo punto dovremmo immaginare un episodio che si svolge o in un mondo fantastico o in un prossimo futuro. E’ difficile da rendere, pertanto è efficace ugualmente pensarlo in un posto magari esclusivo, come può essere un circolo di un bridge o di un tennis. I personaggi di Hey Survivors indosseranno quindi o un completo tutto uguale, tipo divisa, o una tenuta da sport, come il tennis, e si troveranno in un attimo di riposo a un bar o a un punto di ristoro del luogo esclusivo. Il Mimo può fare il cameriere o il barman che porta tramezzini e bevande e potrà inscenare siparietti a soggetto coi Personaggi cercando di origliare e/o commentare la vicenda che si sta narrando.
COMMENTO MUSICALE : “ S’ ‘i fosse fuoco”; “Ainekaras” ( una parte )
VOCI RECITANTI E MIMO: l’annuncio lo fa un musicista, dato che il Mimo si dovrà cambiare da “brigante “ a cameriere; i tre riprendono all’inizio la mise da viandanti, poi sulle note di “Ainekaras” si cambieranno da membri del club o da sportivi.
COSTUMI / OGGETTI: Mise da sport o da club per i Tre principali; se
si sceglie di essere degli sportivi, portarsi dietro una racchetta o altro necessario; il Mimo sarà un cameriere che porterà un vassoio con bicchieri o tartine; sul tavolo un PC portatile e lì vicino occhialini , scialle per la zia, che sarà uno di loro.


5. QUINTA SEZIONE : La Festa e la religiosità tra il sacro e il profano: le Laudi e le Tarantelle ( pp. 42-48 ).

SCENA: Per la pantomima de “La Lauda de li Maccarune” un enorme pentolone cui danzare attorno, scatoloni di cartone enormi su cui sono scritto gli ingredienti necessari ( da tenere dietro il “bucato “), luci e fiocchi colorati da stendere; altarino con immagine della Madonna ed ex voto, rosari, vaso di fiori in evidenza su un panno bianco che coprirà l’apparecchio che dovrebbe muoversi, preferibilmente, su ruote ( usare un carrello portavivande truccato da altare ).
COMMENTO MUSICALE: “La Lauda de li Maccarune”
“Santu Paulu meu”; “Tarantella vecchia e nova” ; “Festa/ Giro di danza “ ( Medley )
VOCI RECITANTI E MIMO: annuncio fatto da un musicista,
“La Lauda de li maccarune”: il Mimo sarà già pronto in veste di sacerdotessa della tarantella e delle messi: gonnelline nero ampio, top per ballare, scialle giallo; gli altri personaggi durante la pantomima porteranno a ritmo di danza gli ingredienti vestiti da cuochi; qualche istante di pausa per indossare i cappottini da viaggio e posare i bagagli, dopo aver sistemato l’altare in primo piano al posto del calderone.
Per consentire ai Tre principali di cambiarsi per incarnare i vari personaggi del Vescovo di Polignano ( ancora da stabilire bene , potranno essere uno il Vescovo- l’uomo- gli altri, a turno, delle popolane che narrano la storia stando in strada a chiacchierare, mentre il Mimo farà appunto degli interventi “mimati” ), “La Taranta” verrà letta e danzata al mic dei musicisti in alternanza dal Mimo e da qualche musicista, o dal Mimo solo che accennerà anche alla danza, sempre vestito com’era prima.
Alla fine, tutti in abbigliamento neutro: i viandanti sono giunti, il Mimo anche, con semplici vesti si butteranno nel girotondo finale.
COSTUMI/ OGGETTI : “La Lauda de li Maccarune” : Mimo top, gonnellina da ballo, sciarpa gialla e spighe in mano, gli altri in accessori da cuochi ( cappelli, cucchiaio, mestolo, grembiuli, ecc. ), un calderone enorme, scatoloni di cartone con sopra dipinti gli ingredienti ( “Farina” ; “Sugo “; “Olio”, ecc. ) : porre dentro al pentolone piatti di pasta già pronti con salviettine e distribuirli al pubblico.
Mantelli da viaggio, tre copricapo neri da devoti per passare davanti all’altarino; “Il Vescovo di Polignano” : mise da religioso in alta tenuta, breviario, gonne lunghe, camicie , fazzoletti per la testa, accessori da cucina per le donne narranti; abbigliamento neutro
Altarino con tutto il necessario già pronto c. s. ; appendere festoni colorati durante le ultime battute ( “eccoci qua…la piazza” in poi, p. 47 ), mimando il girotondo mentre si decora; il tutto sarà sottolineato dalle percussioni e dalle luci colorate in alternanza a simulare i fuochi d’artificio.
N. B. sempre ricordandosi mano mano di riporre oggetti particolarmente significativi man mano che si susseguono gli episodi dentro alla valigia aperta al centro della scena, ora che la pièce è terminata, chiuderla e portarla via sottobraccio tutti assieme.

F I N E