Giudici

di

Giuseppe Esposito

 

Personaggi:

Attilio Montesi (giudice)
Clara (moglie di Attilio)
Marcello (giudice, amico di Attilio, amante di Clara)
Avvocato

(Interno giorno. Casa del giudice Attilio Montesi. Libreria ampia con tavolo da lavoro ricoperto da molti libri, poltrone sparse intorno al tavolo).



ATTO PRIMO
Scena I
Attilio, Marcello

Attilio Per me è indifferente… è tua la decisione.
Marcello Non posso crederci!… Indifferente?
Attilio Hai capito bene, indifferente!
Marcello In un attimo, indifferente…
Attilio In un attimo, indifferente.
Marcello Pazzesco…
Attilio Che c’entra la pazzia?
Marcello Ma se se stavi, lì, lì, per convincermi!
Attilio Me n’ero accorto.
Marcello Pazzesco, pazzesco…
Attilio Te lo ripeto, la pazzia non c’entra!
Marcello Comincio ad avere dei dubbi…
Attilio Sulla mia pazzia?
Marcello Sulla mia razionalità.
Attilio Si può sempre cambiare idea…
Marcello Sulla mia razionalità?
Attilio Sulla mia indifferenza.
Marcello Perché?… Hai cambiato di nuovo idea?
Attilio No. Non è questo!
Marcello E allora?
Attilio Potrei, indifferentemente, sostenere, ancora, di non immischiarti, così come, con altrettanta indifferenza dirti di accettare e rimanere, completamente, indifferente.
Marcello Sofismi, giochi di parole, sofisticherie intellettuali!
Attilio No!… Realtà, realtà viva.
Marcello Non riesco a starti dietro…
Attilio Ma via, sicuro stai scherzando!
Marcello Non sto scherzando affatto.
Attilio Sono frastornato, esterrefatto!
Marcello Tu?… ed io allora? Completamente annichilito!
Attilio Ma se l’hai appena detto…
Marcello Detto cosa?
Attilio Possibile?
Marcello Possibile cosa?
Attilio Ricordi? Hai detto “ma se stavi, lì, lì, per convincermi”
Marcello E tu hai risposto “me n’ero accorto”
Attilio Allora?
Marcello Ah!... Credo d’aver capito!... Ma certo! Come ho fatto a non pensarci, conoscendoti!
Attilio Finalmente!
Marcello Si, si!... Ma è tutto un controsenso.
Attilio Un controsenso?
Marcello No, no!... E’ proprio della tua natura di bastion contrario, appena ti sei accorto che la discussione volgeva a tuo vantaggio, ti sei preoccupato di contraddire te stesso.
Attilio Può darsi.
Marcello Almeno, adesso, sei convinto?
Attilio Credo che l’indifferenza sia la migliore medicina.
Marcello E se fossi d’accordo con te?
Attilio Saremmo in due.
Marcello Sicuro? Senza alcun ripensamento?
Attilio Non lo so, devo pensarci.
Marcello Credo, tu, sia unico.
Attilio Bella scoperta, tutti siamo unici.
Marcello Unico a non cercar consensi. Come dire, … ecco, un antileader.
Attilio Vuoi mettere la responsabilità?
Marcello La responsabilità?
Attilio La responsabilità, si quella! La responsabilità di aver ragione al momento, in quel contesto spazio-temporale… e accorgersi, in realtà, fuori dall’evento, di avere torto marcio!
Marcello Dubbioso?
Attilio Prudente! È la storia a farla da maestra.
Marcello La storia! La storia! Non ti sembra di esagerare? In fondo siamo solo noi due!
Attilio E ti par poco? Ad uno per volta si arriva a convincerne centinaia, migliaia… milioni: quante rivoluzioni fallite, quanto sangue versato per idee che alla lunga si sono dimostrate inattuabili quanto catastrofiche per l’intera umanità.
Marcello Ma utili. Senza quei passaggi non avremmo la libertà, gli stessi diritti ed opportunità!
Attilio Ammirevole! Stupefacente!
Marcello Cosa?
Attilio Il male come principio d’evoluzione…
Marcello Non in assoluto. Ma se vogliamo anche i maggiori drammi dell’umanità sono serviti, non vorrei sembrare cinico, come esempio, ecco, come esempio da non ripercorrere.
Attilio Nella medesima situazione potrebbe essere utile l’esempio, l’esperienza; ma i parametri della storia attuale non hanno riferimento nel passato.
Marcello La storia si ripete! I conflitti sono sempre esistiti riducendosi, alla fin fine, allo scontro fra buoni e cattivi. Con esiti, è vero, alterni ma tutto sommato, positivi.
Attilio Non mi pare che lo scontro attuale sia riconducibile a quelle che tu individui nella categoria dei buoni e cattivi, piuttosto fra chi ha e chi non ha, fra progresso e arretratezza e il tutto, questa volta, a dimensione planetaria.
Marcello E’ vero! E’ vero! E come sempre hai ragione. Mi sembra, però, di capire che più che l’indifferenza ti muova la prudenza.
Attilio L’una e l’altra, con una buona dose di distacco.
Marcello Di menefreghismo!?
Attilio Di sofferto distacco! Vedi, la contraddizione, il paradosso e la polemica mi appassionano particolarmente ma li evito, li rifuggo come la peste e non a cuor leggero, anzi, incassando e digrignando i denti.
Marcello Che volo! Da qui al mondo e a tutti i suoi problemi.
Attilio Potenza della parola, con la parola è facile spaziare e far convivere verità e menzogna, così che chi ascolta non riconosca più l’una dall’altra. Essere abili con la parola vuol dire suggestionare, dominare e soprattutto tradire… e bisogna stare molto attenti a quando si apre bocca.
Marcello Esagerato come sempre… ma, per favore, ritorniamo a noi.
Attilio Noi! Noi! Al diluvio una goccia d’acqua. Chi siamo noi? Una continua lotteria per l’esistenza, umiliati e glorificati dal caso e dalla fortuna! Dovremmo ritornare a noi! A strisciare erranti e senza pace! Ruote lente in questo marchingegno infernale che è la vita.
Marcello Retorica nichilista, non è da te, dai!
Attilio Io e te, noi, siamo niente; io e te, umanità, siamo elementi preziosi, rari a trovarsi.
Marcello Ma allora, tutto il panegirico sulle rivoluzioni fallite, sul proselitismo, sugli errori collettivi?
Attilio Eh! Non riesci proprio a svincolarti dal solito, vecchio dilemma, individualismo o socialismo!... Vecchiume… vecchiume. Purtroppo, siamo alle solite, buoni o cattivi!
Marcello Vuoi che riconosca i miei limiti? Va bene, li ammetto! Non dimenticare, però, che in fondo, siamo figli dello stesso secolo ed indossiamo gli stessi vestiti.
Attilio Certo, certo! Costumi da rispettare, sempre! Quale migliore monito per chi si mostra ragionevolmente inquieto.
Marcello Attento che, nel bene e nel male, le eredità sono una certezza e che, invece, la roba presa in affitto deve essere, al più presto, restituita.
Attilio Caspita! Che bella metafora! Capace, solo, di sbarcare, a malapena, il lunario.
Marcello Sarcasmo gratuito il tuo! Ma io sto coi piedi in terra, mentre tu…
Attilio Mentre io?
Marcello Mentre tu, si, si… un ibrido fra l’anticonformista ed il sognatore!
Attilio Constatazione amara, la tua, ma, purtroppo vera.
Marcello Perché amara? E poi, come mai così remissivo?
Attilio Fossi solo anticonformista, sarei semplicemente me medesimo. Esserlo per costrizione è amaro.
Marcello Per costrizione?
Attilio Si, preciso per come l’hai detto solo in un diverso ordine.
Marcello Costrizione, diverso ordine, sempre più difficile! Se non ti conoscessi sarei molto preoccupato!
Attilio L’ordine che hai dato all’anticonformista e al sognatore. Un anticonformista che sogna è felice. E un sognatore anticonformista?
Marcello Caspita! Hai proprio ragione! Come sempre, del resto. Un sognatore disilluso, per costrizione, diventa, sempre più e con amarezza, anticonformista.
Attilio E l’amarezza, col passare del tempo, diventa cinico compiacimento.
Marcello Indifferenza!?
Attilio Semplice adattamento, evoluzione della specie da homo sapiens ad homo chamaeleon.
Marcello C’è poco da scherzare. Se sono venuto da te è perché ho le idee fin troppo chiare! Ti prego di non esagerare nell’aiutarmi, non mi piacerebbe cadere in peccato d’ingratitudine.
Attilio Finalmente!
Marcello Finalmente cosa?
Attilio Finalmente un po’ di sarcasmo liberatorio, è buon segno.
Marcello E’ naturale che sia così! Stai giocando con me come il gatto col topo e questo è l’unico modo per difendermi.
Attilio Permettimi di essere scettico sul ruolo di chi è gatto e chi è topo.
Marcello Deformazione professionale quella di essere gatto ma vale per ambedue. Solo che non bisogna essere ambigui nel recitare la parte del gatto.
Attilio Vorresti dire che ironia, sarcasmo, cinismo, superficialità, snobismo non dovrebbero aver posto nel nostro mestiere?
Marcello Penso proprio di no, sicuramente no nella fase del giudizio.
Attilio Quindi, ti senti di affermare che il giudizio che emetti non è un po’ parte di te in quel momento?
Marcello Non scordare la buona fede.
Attilio La buona fede, non farmi ridere! Quale migliore giustificazione all’errore.
Marcello Vorresti insinuare…
Attilio No! No! Per carità! Ma non dirmi che dopo una nottataccia passata a litigare con tua moglie, dopo un’ora di traffico e parcheggio impossibile tu sei nelle condizioni di giudicare mantenendo l’equilibrio necessario.
Marcello Credo d’aver fatto sempre il mio dovere, nei limiti delle umane possibilità.
Attilio Sei troppo indulgente con te stesso… prova a chiudere gli occhi ed immagina di far sfilare gli sguardi delle persone che hai condannato.
Marcello Non ci riesco, ho provato più volte, lo ammetto, ma non ci sono mai riuscito. Credo significhi che nelle mie condanne non c’è mai nulla di personale che mi possa coinvolgere emotivamente.
Attilio Questa tua sicurezza mi sconcerta.
Marcello E probabilmente ti stai chiedendo che ci faccio, allora, qui.
Attilio No! No! Sono queste radicalità che m’innervosiscono un po’.
Marcello Sono, poi, così sbagliate? Sono, forse, distorte da qualche problema, mio, personale d’origine, fisico o morale?
Attilio Non c’è bisogno d’arrivare a tanto, e, se permetti, non ti concedo questo eccesso di superbia.
Entra Clara
Scena II
Clara. Marcello, Attilio.

Clara Come al solito, generoso all’ennesima potenza, mio marito. Ci vuole un bel coraggio a inveire contro la persona più disponibile che io conosca.
Marcello No, no! Non in quel senso, buongiorno Clara!
Clara Ciao Marcello! Dopo ciò che ho sentito hai anche la voglia di difenderlo?
Marcello Ma no, ma no! Solo una discussione un po’ sopra le righe.
Clara Concedendogli di appuntarti sul petto la medaglia della superbia?
Marcello Al contrario! Solo un modo di dire, ma benevolo. Si, si! Benevolo.
Attilio Sei così sicuro, Marcello?
Marcello Ma come?… Il tono?… La voce?... Pensavo…
Attilio Mi accorgo di non essere stato preso sul serio, oggi.
Clara Un fatto è certo: non siete riusciti a stabilire un minimo di contatto. Peccato!
Marcello A dire il vero è mancato proprio quello e proprio nel momento in cui tutto sembrava più chiaro.
Attilio Non vedo la necessità di ripetermi. Sarebbe come parlare sottovoce nel pieno di una tempesta.
Clara E’ da un po’ di tempo che ti comporti come se dovessi recitare una parte, rendendoti oltremodo antipatico.
Marcello Ah, no, Clara, non sono d’accordo! Attilio sta facendo di tutto per portarci dove noi, per nostra incapacità, non riusciamo.
Clara Bella forza! Prima confonderci per poi trattarci da idioti.
Attilio A che pro? Per avere l’illusione di vivere una folle estasi, con il distacco di chi guarda la terra dal cielo e non riesce a vedere gli uomini tanto sono piccoli?
Clara Mi sembra di non averti accusato di tanta meschinità, solo non capisco questo atteggiamento di abbandono, questa diffidenza verso tutti e tutto.
Marcello Attilio caro, devi convenire sulla gravità della situazione.
Clara Ammettendo che il mondo, comunque, va avanti.
Attilio Può, benissimo, andare avanti senza di noi, o, per meglio dire, senza di me.
Marcello Dobbiamo, allora, attendere con angoscia la sua sorte, così, da spettatori, come estranei.
Attilio Vedi? Ritorniamo al discorso di prima: io, tu, lei, noi, siamo niente, te lo ripeto, siamo niente, solo numeri!
Marcello E i sentimenti? Tuoi, suoi, miei, nostri, dove li mettiamo? Li nascondiamo, li facciamo sparire? O quella che tu chiami umanità non ha sentimenti?
Attilio Non farti soverchie illusioni, figurati! Cosa vuoi che rappresenti il nostro dolore a fronte di tutto ciò che è al di fuori di questa porta? Anzi, quando esci, ricordati di guardarti in giro, non vorrei ci fossero dei malintenzionati.
Clara Siamo a questo? Addirittura, siamo a questo! Qui, nel nostro quartiere, dove ci hanno sempre guardato con rispetto e quasi con timore?
Marcello E con ciò? Credi, caro Attilio, di farmi paura? Oppure speri che, io, per paura non mi faccia più vedere da queste parti? Ti posso assicurare che non sarà così, a meno che…
Attilio A meno che, io, non te lo chieda!
Marcello Sarebbe troppo facile liberarti di me! A meno che, tu, non me lo impedisca fisicamente!
Attilio Che vuoi che ti dica? Sei di famiglia, lo sai! E, in fondo, una gran fortuna per noi! Vero Clara?
Clara Ma via, Attilio, è del tutto superfluo che tu me lo chieda!
Attilio Superfluo? Non sono cieco da non vedere che tutto è cambiato in questa casa!
Clara Mi stai, forse, accusando di qualcosa?
Attilio No! No! Ma ho bisogno di verificare continuamente la tua volontà, solo, solo per tranquillità mia!
Clara Su Marcello nessuna riserva, anzi!... Contento?
Attilio Si, grazie! Adesso sono sicuro, sicuro al punto da superare la mia vigliaccheria!
Clara Allora i miei sospetti erano fondati!
Attilio Sto, solo, cercando di fare meno danni possibili.
Marcello Un momento!... Quali sospetti? Quali danni?
Clara Il sospetto che Attilio si sentisse colpevole e, nello stesso tempo, come dire, soddisfatto, compiaciuto. Sentimenti, questi, così contrastanti da doversene vergognare e così forti da non riuscire a nasconderli. Adesso che ne ho la certezza non voglio immaginare il danno se ciò trapelasse. Capisci, Marcello, che Attilio, in fondo, è orgoglioso di suo figlio?
Attilio Come hai fatto a capire?
Clara La parola “vigliaccheria” ha fugato ogni mio dubbio.
Attilio Adesso, non solo tu, anche Marcello...
Clara E’ meglio così, è meglio che sappia.
Marcello Si, si, è meglio, così come è giusto sappiate che ho rispetto per i sentimenti di Attilio ma, di certo, non li condivido, del resto, io, posso giudicare gli uomini dai fatti: per i loro pensieri c’è Dio!
Clara Dio! Dio! Allora la gente è Dio? Abituata com’è a giudicare d’istinto e per sentito dire.
Attilio Non dimenticare che “vox populi, vox dei”.
Clara Certo, Per chi non ha opinioni proprie!
Marcello E’ bene, però, precisare che chiunque può farsi un’opinione, ma, attenzione, non è “chiunque” ad emettere sentenze!
Attilio Ma schierandosi contro l’opinione corrente si rischia l’isolamento!
Marcello Un momento!... Che vorresti dire?
Attilio Quante sentenze sono state, fortemente, influenzate dall’opinione pubblica? E quanti errori giudiziari ci sono stati per seguirne l’onda lunga? In definitiva, e fuori dalle chiacchiere, è proprio quel tuo “chiunque” a decidere.
Marcello Proprio tu, un giudice?...
Attilio Può, un amministratore della giustizia ammettere ciò?
Marcello E’ la domanda che stavo per farti!
Attilio Sta proprio qui il paradosso: non deve ammetterlo, deve, però, farlo.
Marcello Non ti seguo.
Attilio E’ semplice! Immagina un giudice che ammette di essere manovrato dall’opinione pubblica: è lo scandalo, la sconfitta personale; al contrario un giudice che agisce in linea alla stessa opinione pubblica, diventa un personaggio da prima pagina.
Marcello In definitiva, la gente vuole, a tutti i costi, imporre la sua volontà senza, però, avere coscienza di averlo fatto, rifuggendo, così, da ogni responsabilità…
Attilio E diventando, noi, strumenti delle decisioni altrui! Paravento, paravento! Ecco cosa siamo. Esecutori materiali del delitto più infame!
Marcello Ti prego, adesso continui ad esagerare!
Attilio Per carità, non voglio generalizzare e nemmeno confondere le cose. Vi sono, però, delle circostanze particolari, dove la pressione esterna diventa insopportabile.
Clara A questo aggiungi i media che, nella continua ricerca di clamore, alimentano ogni possibile fantasia, distorcendo, persino, i fatti.
Marcello Sia come sia, bisogna reagire!
Attilio Può un giudice reagire?
Marcello Un padre, certamente, si. Credimi!
Attilio Bada che non è così! Hai visto i giornali e la tv? Il mio nome in pasto ai cani. Tutti, e, nemmeno tanto fra le righe, aspettano che io condanni Giulio. Capisci!... Dovrei condannare mio figlio.
Marcello E tu prendi tempo, in attesa che le cose si chiariscano.
Attilio Sarebbe peggio! Non dimenticare che siamo giudici.
Marcello Già! Noi siamo l’esempio vivente delle virtù possibili, difensori ad oltranza della giustizia, nella buona e nella cattiva sorte.
Attilio Sai, questa tua ironia mi aiuta più dei tuoi consigli.
Marcello Grazie di cuore!
Clara Attilio, dovresti chiedere scusa.
Attilio Non prendertela, ma nulla è più salutare, adesso, che dirci la verità.
Marcello Capisco bene il tuo stato d’animo… e, fuori dai denti, ti dico di prendere le distanze da tuo figlio. È l’unico modo per aiutare te stesso e Giulio.
Clara Marcello ha ragione, oltretutto, Giulio, ha confessato, dichiarandosi colpevole.
Marcello Credo, invece, che Giulio sia innocente!
Attilio Non bluffare! Se tu fossi convinto di ciò, non mi avresti chiesto di rinnegarlo.
Marcello Questo è troppo! Perché dovrei essere, così, in malafede? Come se tu non conoscessi i trucchi del mestiere! La tua presunta ingenuità mi delude e, soprattutto, mi offende.
Clara Se ho capito bene, Marcello, ti sta proponendo di dimostrare il massimo di fermezza per allentare l’assedio alla nostra famiglia…
Marcello Cosicché, tu, caro Attilio, ottenuta la credibilità necessaria, potresti muovere le tue pedine, liberamente!… Brava Clara! Riesci, sempre, a capire le mie intenzioni.
Attilio E’ già qualcosa la vostra intesa! E’ strano non comprendiate me! Non so come dirvelo: ma non voglio, proprio non voglio, usare i soliti mezzucci da mezzamanica di tribunale.
Clara E’ del tutto inutile che sfoderi questa tua superiorità, Attilio, e, soprattutto finiamola con questa farsa, in fondo si tratta di nostro figlio!
Marcello Calmati, Clara, calmati! Vogliamo tutti la stessa cosa, solo non riusciamo ad intenderci.
Attilio Per forza! E sino a quando non ammetterete la mia diversità di posizione.
Marcello Non mi sembra utile doverci dividere in questo momento.
Attilio Significa, questo, rinunciare al mio pensiero?
Marcello Per essere sincero, ancora non l’ho capito.
Attilio E’ giusto che sia così! Parole al vento non essere presi sul serio!
Clara Devi ammettere, però, che non è facile starti dietro!
Attilio Che volete farci, mi piace giocare agli indovinelli!
Clara Riesci, solo, ad essere insopportabile!
Attilio Dobbiamo litigare, ora, e, davanti a Marcello? Per me va bene! Ma a sentir voi, non è “utile”.
Marcello Lascia stare il sarcasmo e vediamo di stabilire una sola linea di condotta.
Attilio Non senza aver, prima, sentito me.
Clara Avanti! Sarebbe proprio ora.
Attilio C’è un vizio di fondo nella vostra, diciamo così, difesa di Giulio. Secondo me, bisogna cambiare completamente rotta.
Clara Con Giulio in galera da una settimana, te ne esci con questa novità.
Attilio Recriminando non si va da nessuna parte.
Marcello Ti prego, Clara, lascialo parlare!
Attilio Credo, conveniate, che bisogna fare gli interessi di Giulio. Ma noi sappiamo cosa vuole veramente?... Giulio, non noi!
Marcello Che significa? Il suo interesse è quello di ottenere la libertà in un tempo ragionevole.
Clara Esattamente ciò che vogliamo noi.
Attilio Siete, così, sicuri?
Marcello Per quanto ti possa sembrare incredibile, si!
Attilio Ma via, così gli fate un torto. È questa la sua dignità? È questo il suo prezzo? La libertà! Dopo quello che ha fatto?
Clara In un momento, in un attimo di follia!
Attilio Nostro figlio pazzo e senza dignità! Non ne hai un buon concetto. Sei sicura, Clara?
Marcello Non è, proprio, in discussione l’intelletto di Giulio ed il suo senso di responsabilità…
Attilio Per questo credi sia innocente.
Marcello Si! Non ce lo vedo, Giulio, commettere una strage!
Attilio Io, invece, sono per la piena coscienza di Giulio, sia nell’ideare che nel commettere il delitto.
Clara Mio figlio un freddo assassino… e a dirlo, suo padre. No! No! Non può essere!... È un’eresia. Sicuramente vittima di un plagio, di un condizionamento. Questo, si, è possibile!
Marcello Giudizio duro, il tuo!
Attilio No! Sono i fatti che parlano per me. Così come bisogna prendere atto di tre modi diversi di vedere le cose: l’amore materno pronto ad accettare il mostro che ha generato ma fuori da ogni contesto di consapevolezza, il generoso rispetto dell’amico che si aggrappa ad una vana speranza, il coraggio di un padre che vede in suo figlio, finalmente, un uomo. Un bel presupposto per una sola linea di condotta!
Marcello Bella morale, la tua! Si diventa uomini uccidendo?
Attilio Si diventa uomini annullando le proprie convinzioni, oppure rifuggendo dalle proprie responsabilità?
Clara E’ troppo questo accanimento.
Attilio Contro mio figlio?... Clara mi deludi e…
Clara Adesso ti deludo. Io deludo te e le tue idee strampalate che sostieni ad ogni costo!... Questa ostinazione è pari, solo, al tuo cinico orgoglio.
Marcello Clara, Clara! Per favore, adesso, calmati!
Clara Ho una gran voglia di andarmene da questa casa per non…
Attilio E non te ne vai per non alimentare altre chiacchiere.
Clara Esatto! Per non peggiorare la posizione di Giulio. La famiglia deve rimanere unita, almeno, per adesso e per la gente. Fosse per te me ne sarei andata da un pezzo. Lo sai benissimo!
Attilio E’ curioso come tu abbia, sempre, anteposto alla tua libertà gli interessi degli altri. Con Giulio, poi, sei stata al massimo della dedizione, sacrificandoti in tutto e ricevendo, in cambio, un comportamento contrario ad ogni tua aspettativa.
Clara Cosa vorresti insinuare? Che sono io la causa delle sue scelte?
Attilio Nulla è più errato che tu ne sia, in qualche modo, responsabile. La mia è stata, solo, una constatazione. Vero è che, fra di noi, ogni crisi, ogni diverbio si è sempre risolto in un nulla di fatto, in un non meglio definito “poi si vedrà”, e ciò, solo ed esclusivamente per non far dispiacere a Giulio, per non farlo sentire a disagio.
Clara E’ vero! Ho subìto e sofferto per questo. Sempre pronta a superare tutto, anche… beh! Lasciamo stare…
Attilio Lasciar stare, attendere, vedi, anche ora…
Clara Hai ragione, non è più tempo di fingere ed abbassare gli occhi. Lo voglio gridare, adesso! Ho, persino, accettato i tuoi tradimenti pur di nasconderli a Giulio.
Attilio Hai taciuto ciò che noi sapevamo bene. Giulio con me sorrideva scuotendo la testa e faceva di tutto per non farsi accorgere di conoscere i tuoi preziosi segreti.
Clara Vuoi dire che…
Attilio Si! Di te e di me.
Clara E sorrideva?
Attilio Con un leggero diniego. Ti conosceva così bene d’aver paura di sconvolgere i tuoi principi, anche se non li approvava. Diceva sempre “puritanesimo d’altri tempi”.
Clara Tu, sapevi e tacevi.
Attilio Cosa avrei dovuto fare? Rompere l’equilibrio di quel triangolo imperfetto? Il lato debole eri tu. Eri tu che rifiutavi il dialogo, considerando Giulio ancora un ragazzino.
Clara Un’estranea, un’estranea tra di voi, un’estranea tra la vostra complicità!
Attilio Un peso enorme, questo, da sopportare, lo capivo dai suoi occhi. Fu Giulio a dirmi della tua relazione!
Clara Di cosa stai blaterando?... Tu vaneggi!... Giulio sapeva?
Attilio Si.
Clara Che vergogna! Che vergogna!...
Attilio Lo scoprì involontariamente, non sapevi fosse in casa, sentì una tua telefonata.
Marcello E’ meglio che io vada.
Clara Non credo sia una buona idea, Marcello, andartene.
Attilio So tutto di voi, ma non sono qui per giudicarvi. Non l’ho fatto prima, non ho nessuna voglia di farlo adesso.
Clara Come la prese, Giulio?... Fu diretto?... Usò metafore, aggettivi?... Perché non se ne lamentò con me?... Chissà cos’avrà pensato!...
Attilio Tranquilla, Clara, non assillarti con queste domande! Giulio ebbe a dirmi semplicemente “speriamo che finalmente si senta libera e felice, anche se avrà bisogno di tempo per abituarci la coscienza”
Clara Povero Giulio, che inferno la sua vita, dover compatire, anche, sua madre.
Attilio Giulio approvava in pieno la tua scelta. Anche se cercavi in tutti i modi per nasconderlo, si percepiva chiaramente che il tuo interesse per me era svanito. Giulio aveva un solo cruccio, che, io, avevo fatto di tutto per allontanarti.
Marcello Credimi, Attilio, quando tutto è cominciato, non sono riuscito, in nessun modo, ad essere severo con me stesso, a dire il vero non ho sentito nessun rimorso a tradire, te, il mio migliore amico e quasi…
Attilio Non mi devi nessuna spiegazione.
Clara Anche in questo devi, necessariamente, dimostrarti superiore.
Attilio Sai che non mi piace perdere e, ancor meno, ammetterlo.
Clara Non mi faccio illusioni che tu capisca la mia scelta, ma mi sarei aspettata una qualsiasi reazione non un commento così laconico.
Attilio Che ne sai, tu, quello che ho passato. Prima i sospetti, i dubbi, poi la certezza…
Clara Allora, tu sapevi! Lo sapevi prima che Giulio te lo dicesse!
Attilio Si, lo sapevo da prima!
Clara Ed hai fatto in modo che Giulio lo scoprisse, vero?
Attilio Si!
Clara Perchè? Per vendicarti?... Dovevi far vedere a mio figlio che madre fossi?
Attilio Prima o poi lo avrebbe capito da solo, era troppo evidente il tuo stato d’agitazione.
Clara Avrebbe, anche, potuto non scoprirlo, ma tu hai voluto togliermi questa possibilità. Perché?... Per cattiveria! Si, cattiveria verso me e Giulio.
Attilio E se anche fosse? Era mio diritto smascherarti!
Marcello Adesso mi pare che tu abbia esagerato. Ti sei servito della debolezza di Clara per cercare di rompere i legami naturali fra lei e suo figlio.
Attilio Sbagli se pensi che il mio arbitrio sia stato un atto di arroganza, anzi…
Clara Crederlo sarebbe sopravvalutarti! La tua è stata solo un’azione vile.
Attilio Finché si trattava di noi due, consentimi di rassicurarti, avrei fatto, volentieri, il finto tonto. Ma in mezzo c’era Giulio e l’occasione troppo ghiotta per non approfittarne.
Clara Occasione? Occasione di che?... Devi essere completamente impazzito. Proprio perché si trattava di Giulio avresti dovuto tornare indietro.
Attilio Ma l’unico modo per capire era provare.
Marcello Capire e provare che cosa?
Attilio Ma come? Capire se Giulio fosse diventato un uomo, e quale occasione migliore?
Clara Posso sperare, almeno, in una spiegazione?
Attilio Niente, Clara, solo verificare la reazione di Giulio.
Clara Usandomi come cavia per i tuoi esperimenti.
Attilio No! Assolutamente. Giulio era a conoscenza della mia infedeltà e non gl’importava nulla. Si trattava, quindi, anche per te, nella stessa situazione, di verificare una quasi certezza con un margine minimo di fallimento.
Clara Non ci posso credere! La mia casa trasformata in un laboratorio emozionale, i nostri sentimenti e reazioni, verificati e misurati. Ma ti rendi conto?... E se il tuo “esperimento” non fosse riuscito? Hai pensato a me? Cosa avrei dovuto fare?
Attilio Adesso, però, non darmi la responsabilità delle tue azioni. Non dimenticare che io ho solo favorito Giulio. Il tradimento, è stato e rimane, comunque, opera tua e, Giulio, lo avrebbe potuto, in qualsiasi momento, scoprire. In questo caso, però, avrei avuto difficoltà ad intervenire.
Clara Come sarebbe a dire?
Attilio Che tutto era sotto controllo. Immagina, invece, se lasciato tutto al caso, Giulio, avesse scoperto la tua tresca al di fuori dei luoghi e tempi stabiliti. Io non avrei potuto aiutarti.
Clara Ci mancherebbe, pure, che, io, a questo punto, ti debba ringraziare!... Tu non hai nessun diritto di usare le persone in funzione delle tue teorie!
Attilio Devi, almeno, riconoscere il valore positivo del risultato. Giulio, ha dimostrato di aver avuto un ottimo equilibrio messo di fronte ad un coinvolgimento di forte impatto emotivo.
Clara E se, Giulio, nonostante il tuo aiuto, avesse deciso di rompere ogni rapporto con me, tu, cosa avresti fatto?
Attilio Un compito non facile, il mio. Tutto sarebbe dipeso da te!... E, tu, invece?
Clara Mi sarei allontanata da questa casa e, col tempo, avrei cercato di stemperare le cose.
Attilio Esattamente ciò che ho pensato più probabile. Sono sicuro, però, che in fondo, tu, desideravi che in qualche modo, Giulio, sapesse. Questo avrebbe aiutato a determinarti su ciò che tu, da sola, non avresti mai realizzato. Il tempo, poi, sarebbe stato il miglior giudice per te stessa e Giulio.
Clara Le cose cambiano! Allora, avrei fatto di tutto per nascondere, negare… mi vergognavo, ero terrorizzata. Prima di vedermi con Marcello agivo quasi fossi in apnea, senza coscienza, un automa, dopo…
Marcello E’ necessario continuare?
Clara Lasciami finire!... Dopo, per qualche giorno, un pensiero fisso: rimuovere, cancellare e a nulla valeva buttarmi a capofitto in attività che mi distraessero. Poi si ricominciava… ma non mi sono mai abituata!... Le cose cambiano! Oggi, mi rendo conto che ciò che è capitato a Giulio è più grande delle nostre pazzie e di tutte le nostre vigliaccherie.… Sicuro! Adesso, è più facile misurarsi con il passato, sono serena a dirti che non avrei, mai, nei fatti e nelle intenzioni, coinvolto Giulio.
Marcello Allora, le tue assicurazioni che, prima o poi, avresti parlato con tuo figlio?…
Clara Mentivo, a te e a me stessa. Mentivo!
Attilio Così come non hai mentito dicendo che se fosse stato per me solo mi avresti lasciato.
Clara Non ti sei mai impressionato alle mie parole, per tanto tempo ho sperato che tu capissi ed ho lottato sino al punto di dover rinunciare. Ti avrei lasciato, come no!
Attilio Pensavo di tenere il tuo gioco, con il mio atteggiamento, per spingerti a realizzare ciò che desideravi.
Clara Con i tuoi espedienti hai creato solo una spirale di incomprensioni.
Marcello Devo credere, Clara, che ti sei servita di me?
Clara All’inizio, forse! Man mano che passava il tempo mi distaccavo, sempre di più, da Attilio. Ho, poi, dovuto mentire su Giulio, per non perdere anche te, perdonami.
Attilio Finalmente un po’ di chiarezza!... Mettiamola così: tu, Marcello, mi sei subentrato con Clara, piano piano, in equilibrio, io perdevo quanto tu guadagnavi, e Clara ha vinto la paura di restare sola e, nello stesso tempo, è riuscita a mantenersi fedele ai suoi principi in una strana sorta di monogamia.
Clara Con te bisogna conservare tutto il controllo per non perdere la misura. Non è disgustoso ciò che hai detto, quanto il tuo meccanicismo assurdo.
Attilio Al contrario!... Mi piace dare, invece, un senso ed un peso alle cose! In senso laico, certamente, considerando gli uomini un miscuglio di materia ed energia. Del resto io sono giudice che, per mestiere, deve quantizzare le azioni degli altri.
Clara L’hai detto, le azioni non i sentimenti. Mi fa paura questa tua umanità fatta di miscugli, di miscele, che sanno di bombe pronte ad esplodere.
Attilio Ma i comportamenti, le azioni, non sono mosse, forse, dai sentimenti?
Marcello Se è per questo, sono, proprio, le valutazioni dei sentimenti e delle cause scatenanti, a darci quell’ampia forbice di discrezionalità nelle nostre sentenze.
Attilio Vedo che, almeno su questo, ci intendiamo.
Marcello Sui concetti. Si! Astratti. Non scordare che stiamo parlando di Clara.
Attilio Sicuro che stiamo parlando di Clara?
Marcello A meno che non sia rincoglionito!
Attilio Non vi siete accorti, invece, che stiamo riparlando di Giulio? Anzi, per essere precisi, lo state facendo voi. Indicando, addirittura, la strada da seguire per la sua difesa. Proprio ciò che cercavo di dirvi…
Marcello D’accordo che le emozioni, oggi, sono state troppe, ma incomincio a dubitare delle mie capacità intellettive.
Attilio Lascia stare le commiserazioni e, vediamo di rispondere a queste domande. Cosa ha indotto Giulio a mettere la bomba?... Clara, perché ti fa paura, Giulio?
Clara Ma cos’è questa assurdità?... Certo che no. Può farmi paura Giulio, mio figlio?
Attilio Ripeto ciò che, testualmente, hai detto poc’anzi, “mi fa paura la tua umanità, fatta di miscugli, di miscele che sanno di bombe pronte ad esplodere”. Ebbene? Giulio non è, forse, questa umanità? Ma non è, anche, la mia, la tua, di umanità?...
Marcello Una semplice coincidenza, sono certo che Clara non volesse associare le sue parole a Giulio.
Clara Non sono più sicura di niente, forse, Attilio ha ragione.
Marcello Non farti fuorviare, non lo capisci? Attilio sta facendosi in quattro per fiaccarti nello spirito!
Attilio Il buon Marcello. Finalmente mostra i denti per difendere ciò che pensa sia suo. Ammirevole!... Veramente ammirevole la sincerità di chi, vistosi scoperto e non avendo più nulla da perdere, fa grande professione di questa virtù !
Clara Sono confusa!... Ho bisogno di riflettere, di farmi delle ragioni.
Attilio Attenta, Clara! Non c’è cosa peggiore che andare da illusione ad illusione. È la droga peggiore, oggi, l’illusione. Se Marcello pensa, per non farti soffrire, di tenerti in un mondo diverso, senza verità, se ne dovrà assumere tutte le responsabilità. Te ne accorgerai man mano che il processo andrà avanti, avrai la morte affianco ed avrai bisogno, giorno per giorno, di altre illusioni, sino alla morte, sino a morirne dentro.
Clara Vorresti negarmi il diritto a sperare?... Anche questo?
Attilio Dobbiamo prepararci ad ogni eventualità, partendo da Giulio, dalle sue motivazioni; da ciò che lo ha spinto ad uccidere… uccidere degli innocenti. Sto cercando di darvela in tutte le salse quella che è la verità più semplice: non si può difendere un uomo senza, almeno, cercare di conoscerlo… A proposito, a momenti, arriverà l’avvocato.



ATTO SECONDO

Scena I
Avvocato, Clara, Attilio, Marcello

Avvocato Esiste certamente!... Vi esorto a tener conto che una possibilità esiste sempre, non sopporto la rassegnazione e la stanchezza d’animo.
Clara Crede sia opportuno fare un passo indietro?
Avvocato Più che indietro, il passo, bisognerebbe farlo in avanti! Come vi ho appena detto, Giulio è tranquillo, quasi sereno. Ha parlato poco ma mi ha osservato per tutto il tempo come se, a parti invertite, volesse leggermi nel pensiero. A dir poco, una esperienza unica ed inquietante.
Clara E’ normale non soffrire sapendo di aver ucciso dodici persone e di averne ferite altre ventisette di cui tre in serio pericolo di vita? Può essere che…
Avvocato Ho capito dove vuole arrivare ma suo figlio non è pazzo e nessuna giuria sarebbe disposta a dichiararlo insano di mente. Sono convinto che la sua testa non è esausta, anzi!... I suoi occhi… come se fosse solo all’inizio di una grande impresa.
Attilio Ha detto “inquietante”, in che senso?
Avvocato Un tamburo… ho sentito un cupo rintronare ad ogni suo battito di ciglia. Un tamburo stonato che invece di far rimbalzare le mazze sulle pelli tese, le infossava sordo nella floscia spugna. E’ riuscito a tessermi una tela intorno così fitta e nello stesso tempo impalpabile da farmi sentire in trappola.
Attilio Una persona sicura di se, lucida!
Avvocato Proprio così… per questo ho avvertito il disagio di chi sente che il mondo gli si rivolta contro. Tutte le mie convinzioni… crollate. La prova vivente, Giulio, del cambiamento, di una nuova età, di ciò che avanza, che avviluppa inconsciamente e tramortisce all’agire. Questa generazione senza ideologie si alimenta di segnali a noi oscuri e marcia in ordine sparso sul terreno della comune disperazione. Giulio non ha cercato giustificazioni, nessun atto di pentimento nelle sue parole, come un attore che recita la sua parte con una naturalezza, una convinzione possibile solo nella vita e fuori dal palcoscenico.
Marcello Queste sono solo sensazioni. Forti, è vero, ma sempre e solo sensazioni! Ma di preciso, di significativo, cosa ha detto?
Avvocato Poco!… Poco… Lontano dalla perfidia di chi ha conosciuto il veleno dell’esistenza e con la compostezza di chi ha profondo rispetto del sacrificio degli altri. “Mi sono affidato a tutta la forza della rimozione dei sensi, in quel momento, ma pienamente cosciente del dolore di chi smembrato ha lasciato la vita”. Questo ho sentito, senza che un tremito uscisse dalla sua voce o che un muscolo del suo viso tradisse un’emozione.
Clara Una macchina… una macchina! Mio figlio trasformato in una macchina. (guarda Attilio) Un altro esperimento perfettamente riuscito?
Avvocato Non capisco…
Clara Nulla… nulla.
Avvocato Una macchina? La macchina è, forse, uno strumento che si rinnova?... Giulio si è condannato ad assistere alla tragedia per soffrirne e sentirne tutti gli spasimi aggiungendo alla disperazione del presente la rinuncia al futuro.
Marcello Una forma di sadomasochismo assoluto!
Attilio Una esperienza assoluta!
Avvocato No!... Nulla di personale per Giulio. Lui, se avesse potuto, non avrebbe partecipato a tutto quello scempio.
Attilio Allora, Giulio, era presente alla strage! Allora, non si è parlato per metafora?
Avvocato Assolutamente no! Giulio, fisicamente, era là.
Attilio (rivolto a Marcello) Merita o no di essere conosciuto, mio figlio?
Marcello Al punto in cui siamo non può essere solo un desiderio, diventa una necessità. Dovresti parlargli.
Attilio Non io, lo farà l’avvocato, è il meno coinvolto, il meno rassegnato, il più libero di entrare ed uscire, in ogni momento, da questa vicenda.
Marcello Il tuo gelo ed il tuo distacco sono la mia invidia.
Clara Almeno io, posso parlargli?
Marcello E’ proprio necessario che tu vada da lui?
Attilio Credo, invece, sia utile, più che per Giulio, per se stessa. Riconoscerà nel figlio l’estensione della propria umanità.
Marcello Un momento, non capisco perché tu voglia coinvolgere Clara per forza.
Attilio E’ pur sempre sua madre.
Marcello E ti aspetti una sua forma di identificazione? O, addirittura, spingerla a convincersi di essere, in qualche modo, l’ispiratrice del disegno, realizzato, poi, da Giulio?
Attilio Non essere frettoloso nelle conclusioni. È proprio il contrario. Clara non può rassegnarsi ad accettare il delitto di Giulio e farsene una ragione solo perché è sua madre. Dovrà, invece, predisporsi a compiere una metamorfosi nelle sue certezze per capirne il senso… bada, Clara, un senso che non può che essere necessariamente umano.
Marcello Tu, invece, puoi non andare. La vicenda, per te, si è risolta in un forte boato di un’esplosione ed il compiacimento per chi lo ha provocato.
Attilio E’ solo questione di opportunità. La mia presenza sarebbe umiliante, per tutt’e due. Quale umiliazione maggiore, per un padre, mancare di rispetto al figlio. Ed è proprio necessario scivolare così in basso? Sono certo che Giulio sa di poter contare su di me e senza condizioni.
Clara Ecco come ancora una volta, io, sono l’esclusa! Anche in questo. Secondo te, dovrei andare da Giulio per conoscerlo, per capire, per portarlo di nuovo in grembo e ripartorirlo. Dimmi, Attilio, quanti mesi dovrà durare questa gestazione? Dimmelo! Tu che sai tutto di questo figlio a me sconosciuto!... Dimmelo!... Dimmelo!
Marcello (turbato, abbraccia Clara) Clara…
Avvocato Si calmi, si calmi.
Clara (staccandosi da Marcello) Si!... Si!... Ma si metta nei miei panni.
Avvocato Suo marito, alla luce dei fatti, non sta facendo altro che organizzare un percorso che ha una sua logica ed anche, non me ne voglia, una certa funzionalità.
Clara Mio marito è un mostro…(guarda Attilio) di coerenza.
Avvocato Non capisco…
Clara Nulla… Nulla.
Attilio Siamo diversi, Clara, io e te siamo due persone che in questa vicenda siamo obbligati ad avere contezza dei propri limiti e del proprio ruolo, costretti a valorizzare, ognuno, la diversità dell’altro e portare, perciò, lo stesso peso.
Clara Non posso più subirle le tue teorie, ho l’impressione che tu stia facendo di tutto per segnare un punto a tuo favore.
Attilio Che interesse avrei in ciò? Sto cercando, solo, di indicarti la strada dove poter incontrare Giulio. Io non c’entro e non sono un ostacolo per te. Vero è che se non arriverai a credere in lui, nella sua umanità, non avrai mai il privilegio di conoscerlo.
Clara Ma io lo amo mio figlio, capisci?... Lo amo, e per me basta.
Attilio Si! Come un animale che ama il suo cucciolo. D’istinto, solo d’istinto.
Clara Non chiedo di più.
Attilio E’ così difficile cercare semplicemente di rispettarlo come uomo.
Clara In coscienza, credo di non esserne in dovere.
Attilio Per quello che ha fatto?
Clara Si… e non mi sento, di punto in bianco, di spargere gigli sul suo cammino.
Attilio E’ dura per un credente come te!
Clara Si… ma il punto è così al limite che trascende anche la mia fede. Non ti nascondo che sarebbe stato più semplice se fossi stata la madre di una delle vittime.
Marcello Attenta Clara, stai facendo già il suo gioco, attenta a non esporti alla sua tela. Attilio ti vuole piegare alla sua volontà per riaverti. Per quanto ti possa sembrare incredibile, è proprio così, per riaverti.
Clara Ha senso in questo momento?
Marcello Non esserne, così, certa. Attilio sta usando questa vicenda per alimentare i tuoi sensi di colpa ed assumere, lui, il controllo della tua espiazione. Ti sta usando per un’ennesima prova.
Attilio E’ una ipotesi plausibile, ma il guaio principale è che manca il movente. L’unico mio interesse è che Clara si riavvicini al figlio non a me.
Avvocato Non capisco…
Clara Nulla… nulla.
Avvocato (seccato) Signori miei, come chiamereste voi il compito di chi, ad ogni piè sospinto, si sente rispondere “nulla… nulla”?
Clara Ha ragione, ma vede… diciamo che quando le viene data quella risposta si sta per entrare in una sfera, decisamente, privata.
Avvocato Abbiate, però, il buon senso di evitare argomenti che esulano dalla vicenda di Giulio.
Attilio Possiamo spogliarci come vogliamo, ma tutto ruota intorno a quella vicenda.
Clara Non vorrai… (Marcello la interrompe)
Marcello E’ necessario che l’avvocato sappia. Vede io e … (Attilio lo interrompe)
Attilio Non spetta a te. Oltretutto, per me è più semplice visto che ne sono, se vogliamo, la vittima. Clara, mia moglie, è l’amante di Marcello e Giulio era al corrente.
Avvocato (imbarazzato) Capisco… E questa conoscenza può essere, in qualche modo, legata all’azione di Giulio?
Attilio No, assolutamente. Tutta la vicenda, per Giulio era più motivo di apprensione che di ribellione al punto da fargli crescere un forte sentimento di protezione verso sua madre, che non la sentiva pronta e capace di un tradimento.
Clara (d’impeto) Avvocato! Tenga presente che questa vergogna è frutto della vanità di mio marito e che, io, non ero al corrente… (Attilio la interrompe)
Attilio (freddo) Non credo ciò interessi all’avvocato.
Clara Mi scusi, avvocato.
Avvocato Se ho capito bene, il menage familiare è stato totalmente estraneo alle sue azioni.
Attilio Cosa vuole che le dica? Non si può escludere niente, ma in famiglia, mai un conflitto oltremisura, mai un segno che potesse far presagire … (Clara lo interrompe)
Clara Non è vero, non posso credere che tu non abbia percepito nulla, attento come sei ad annodare i fili di tutti in questa casa.
Attilio Non è un’affermazione da poco, la tua, e risponderebbe a vero se fosse stata, quella di Giulio, un’azione irragionevole dettata da un mutamento o una forzatura.
Clara Quindi, tutto nella norma, routine.
Attilio In coscienza, tu hai notato qualcosa di insolito, di anomalo?
Clara No! Certamente mi crogiolavo nel mio egoismo, presa com’ero dalla mia relazione sentimentale per potermi dedicare a mio figlio.
Marcello Non mollare, Clara. Non adesso, non farti sopraffare dalle recriminazioni, è il suo gioco te l’ho già detto.
Attilio Ed io torno a ripeterlo, le schermaglie tra noi valgono poco, è necessario sconfiggere la rinuncia alla verità, qualsiasi essa sia.
Avvocato Per forza! Non bisogna arrendersi nella ricerca di ogni particolare utile alla difesa e distillarlo, poi, goccia a goccia come nettare, di modo che la gente, della curiosità, di questa ghiottoneria, se ne possa nutrire a volontà.
Marcello Vediamo: passare dalla difesa all’attacco e seppellire sotto una valanga di dichiarazioni, di autorevoli testimonianze, di problematici convincimenti la granitica realtà.
Avvocato Bene! Costruire, come si dice in gergo “un grande battage pubblicitario” indirizzato verso una… simpatia per l’imputato. Utile, poi, che non sia iscritto a partiti e che non sia organico a gruppi collaterali che, in qualche misura, lo possano etichettare politicamente, non foss’altro che per avere sostenitori in tutti gli schieramenti e spostare a nostro vantaggio la cosiddetta, individuale, presunta, ipocrita e trasversale “libertà di coscienza”.
Clara Per essere sinceri, è ancora legato ad una associazione cattolica dedita alla beneficenza.
Avvocato Un altro punto a favore. Oggi nessuno si sogna, più, l’anticlericalismo militante, anzi, la Chiesa è diventata punto di riferimento generale per dare e ricevere consensi.
Marcello Se ho ben capito, la nostra missione dovrebbe risolversi nel creare intorno a Giulio un alone di mistero, una leggenda, un personaggio che non chiede ma che avrà, gratis, tanti favorevoli commentatori che saranno occupati ad inventarsi le più incredibili teorie pur di calcare le scene e stare sotto i riflettori, e più queste teorie saranno strampalate più i media inventeranno luoghi dove ci si contenderà gli indici d’ascolto a suon dibattiti, forum e talk show vari e dove la “banalità” di una giusta condanna sarà così fuori luogo da essere bandita.
Attilio Solo un escamotage virtuale.
Avvocato Più realisticamente, offrire ciò che la gente vuole dopo averne manipolato interessi, coscienze, aspirazioni.
Attilio Sta nel suo mestiere tutto ciò, la capisco. Ma questo sentire comune con il mio amico Marcello, un giudice, fa una certa impressione.
Marcello Non capisco da che parte stai.
Attilio E’ retorica risponderti dalla parte di Giulio?
Marcello Un padre che, per il figlio, aspira al massimo della pena…
Attilio Un padre che cerca di riconciliare il figlio con il mondo, non un disgraziato qualsiasi con la giustizia.
Marcello Ammonimento inutile, se dettato dalle tue nobili e pompose massime.
Attilio Gli interessi, tra noi, sono diversi per la diversità dei ruoli che interpretiamo in questa famiglia, ma, paradossalmente, ora, ci uniscono; io, però, non dimenticarlo, sono il padre vero di Giulio, non un surrogato, ed è mio dovere salvaguardarne la dignità.
Clara Stai sempre lì a puntualizzare per inveire contro di me.
Marcello A furia di ripeterti, caro Attilio, stai diventando patetico.
Attilio Può essere, bisognerebbe, però, averne la certezza. Per me è più patetica una difesa tutta impostata su falsi effetti speciali e c’è un solo modo per verificarne l’efficacia, proporla a Giulio… vedremo… vedremo…
Clara Ti prego, Marcello, non sfidarlo su questo terreno. E’ inutile, Giulio, non accetterà mai, per il suo orgoglio spaventosamente identico a quello di Attilio. Il rischio maggiore è che, mio figlio, si allontani, anche, dagli affetti della famiglia.
Attilio Finalmente un po’ di buon senso… che non può essere dettato, però, dalla paura di perderlo.
Clara Ma cosa, cosa dovrei fare?
Attilio E’ singolare come in questa vicenda, della tua esistenza tu abbia potuto dimenticare principi e convinzioni per legarti a mezzucci che, in qualche modo, possano alleviare il tuo dolore.
Clara Che vorresti dire.
Attilio Penso all’immagine di Maria sul Golgota a piangere sotto una croce.
Clara Sono la mancanza di lacrime il mio peccato?
Attilio No! E’ evidente il tuo sforzo ed è ammirevole la tua compostezza.
Clara (intimamente) Se tocchi questa corda, però, mi mancherà il tempo a resistere.
Marcello Clara, scusami, ma ho il dovere di avvisarti che la mia pazienza ha un limite.
Attilio Ecco disvelarsi l’ansia degli uomini consapevoli del limite della propria esistenza che si apprestano al bulimico divorare di materia e di affetti prima che il tempo scada. Ci può essere fragilità più grande? E’ questa la civiltà, il progresso, ciò che abbiamo ereditato in migliaia d’anni di sviluppo del pensiero?
Marcello Ti informo che, intanto, il tempo passa, molto, velocemente per noi e, molto, lentamente per Giulio, in una cella.
Attilio Non mi sogno neppure di pensare che la preoccupazione di Giulio sia stata, prima, ed è, ora, quella di passare il tempo. Il modo come si è mostrato lo ha già posto fuori dal tempo perché di ogni tempo rimarrà nella memoria.
Clara E quale ricordo più vivo nella storia del mondo il pianto della Madonna sotto la croce se ad ammetterlo sei proprio tu, l’ateo più convinto che abbia mai conosciuto?
Attilio Perché ti scandalizzi di ciò? Il dolore ha, forse, confini, credo e convinzioni? E’ dell’uomo e della sua natura. E non mi spiace ricordare che sulla croce c’era un uomo condannato dalla legge, da uomini di legge come me e come te, Marcello.
Marcello Sacro e profano, un bel mix per eludere la realtà.
Attilio Non ti ascolto, Marcello, posso, se mai, ancor di più confermare il valore della presenza di quella donna non solo per soffrire del martirio del figlio ma per testimoniarne e condividerne il messaggio e l’insegnamento.
Marcello Non puoi abusare delle cose più sacre per esercitare su Clara una pressione così ingiusta e gratuita.
Clara Non lo nego, sono spaventata a morte ma ho bisogno che tu, Attilio, risponda a questa domanda: chi morì sulla croce aborrì la violenza per quanto predicò l’amore… C’entra, in questo, Giulio?
Attilio E’ vero! La violenza genera violenza! Ma l’amore e la pace non si affermano come il lento scorrere del ruscello, ma come la piena che tutto travolge e distrugge. La rivoluzione del Cristo fu la più sanguinosa e generò, in nome suo, sofferenze indicibili nei secoli a seguire. Come vedi, l’amore e la violenza sono speculari e contigui, non esiste l’uno senza l’altro e l’uno si completa nell’altro. Giulio non è potuto sfuggire a questa logica.
Marcello Sono fuori d’ogni dove certi paragoni blasfemi.
Attilio Mi guarderei bene a farli, ho voluto, semplicemente, ricordare a Clara che non sta nel suo dolore la consolazione quanto, invece, nella partecipazione e nel rispetto delle idee del figlio.
Clara Ma quali idee, se non le conosco?
Attilio In questo, l’avvocato può aiutarci.
Avvocato Io?
Attilio Vedo che lei applica per se stesso un’immeritata modestia.
Avvocato Io? La verità è che mi sento così inutile tra le vostre dispute, al punto di chiedermi se non sia meglio andare via.
Attilio Ma come? Lei che ci ha fornito le indicazioni più preziose, lontane da ogni possibile ed eventuale coinvolgimento, vorrebbe andare via? A Proposito, cosa ha detto degli occhi di Giulio?
Avvocato Aspetti… (pensa) Sa che mi sta mettendo in soggezione? Non capisco dove vuole arrivare.
Attilio Testualmente: “i suoi occhi… come se fosse solo all’inizio di una grande impresa”. Un eufemismo per dire che, Giulio, è pronto a reiterare le proprie azioni o, aspetta, che qualcun’altro lo possa emulare, a seconda che abbia agito da solo o in compagnia.
Avvocato Straordinario! Non solo ha ripetuto alla lettera ciò che ho riferito prima, quanto ne ha capito esattamente il significato, come se mi avesse letto nel pensiero.
Marcello Devo ammettere di non essere arrivato a tanto.
Attilio Se, Giulio, fosse stato tuo figlio lo avresti intuito. Posso precisare, inoltre, che fra le due ipotesi pensate dall’avvocato, una non ha alcun fondamento perché, Giulio, ha sicuramente agito da solo.
Marcello Come fai ad esserne così certo? O è un altro dei tuoi giochetti?
Attilio Assolutamente no. Giulio ha agito da solo per due ragioni, la prima di ordine morale perché non è il tipo da coinvolgere altri in una, così, sconvolgente impresa e la seconda strettamente utilitaristica per non sminuirne il valore qualora ci fossero stati, dopo, pentimenti.
Marcello (ironico) E come farebbe, adesso, che è in galera a concludere una siffatta impresa?
Attilio Da ciò che ho intuito, è questa, invece, la posizione ideale per realizzare ciò che ha appena iniziato.
Marcello Ecco, siamo passati agli indovinelli. Come fa una persona in galera, per giunta in isolamento, a realizzare un qualsiasi progetto?
Attilio Possibile non abbiate capito che siamo in un’altra fase, che non è più quella delle bombe?
Clara Come fai ad esserne così certo?
Attilio La modalità del suo arresto e la confessione quasi spontanea sono le prove di ciò che dico. Possibile non abbiate capito che, Giulio, contemporaneamente alle posa delle bombe inviò la lettera anonima che lo indicava come colpevole?
Clara Quale lettera? Come fai a sapere di questa lettera, non … (Marcello la interrompe)
Marcello E perché no? In effetti è l’unica spiegazione all’arresto di una persona insospettabile come Giulio. E’ un’ipotesi che lascia di sasso ma sostanzialmente valida.
Avvocato Tuttavia riesce difficile eludere le perplessità che la signora Clara stava per esprimere prima di essere interrotta. Vero è che anche lei, Marcello, ha avuto dei dubbi.
Marcello Non l’ho fatto di proposito, interrompere Clara, ho solo condiviso Attilio.
Attilio Avvocato, siamo franchi! Lei crede veramente che io sia complice di Giulio?
Avvocato Mi hanno molto turbato le sue sicurezze ed il modo di celebrare suo figlio.
Attilio Avvocato, si rassicuri, è nelle vostre stesse parole e nella logica dei fatti che sto cercando il filo per farvi uscire da questo labirinto.
Clara Non dia troppo credito, avvocato, alla generosità di mio marito dalla quale trae, spesso, personali vantaggi.
Avvocato Quali vantaggi?
Attilio Quali vantaggi?... (pausa, silenzio)
Marcello Ammettiamo, per un attimo, le tue tesi, Attilio: Giulio ha messo le bombe, bene! Giulio si è fatto arrestare, bene! Ma quale sarebbe la sua prossima mossa dalla prigione?
Attilio State tutti pensando ad altre azioni clamorose, che ne so: tentativi di fuga, ammutinamenti in massa di carcerati, cattura d’ostaggi… niente di tutto questo, l’ho già detto, siamo in un’altra fase. Una fase molto più delicata che presuppone esattamente il contrario di ciò che avete ipotizzato.
Avvocato In che senso?
Attilio Nel senso che i vostri riflettori dovranno essere puntati da tutt’altra parte.
Marcello Ermetico fino in fondo.
Attilio Chi viaggia sull’idea di Giulio succube passivo delle sue stesse azioni, come un paranoico da studiare, come un fenomeno da baraccone o un individuo da compatire e giustificare è completamente fuori strada. E’ il processo la sua sfida, è lì, non fuori, è in quel luogo che Giulio vuole i riflettori tutti per se e non per apparire o per avere il suo momento di gloria ma, più significativamente, per essere aratro che traccia il solco delle sue azioni e contadino che butta il seme della speranza.
Marcello Impressionante, notevole, Attilio, ma come farà, Giulio, da solo a difendersi del suo delitto contro l’accusa, i giudici, i media ed il mondo intero? Quale sarà il terreno della sua difesa?
Attilio Non c’è bisogno di forzare le menti quando non è assolutamente necessario. La risposta l’ha già data l’avvocato.
Avvocato Non capisco.
Attilio Ricorda? “Questa generazione senza ideologie si alimenta di segnali a noi oscuri e marcia in ordine sparso sul terreno della comune disperazione.” Sono parole sue, avvocato.
Avvocato Più che straordinario, veramente curioso!
Attilio Nel mio mestiere ascoltare e memorizzare è una necessità e un dovere.
Avvocato La mia, però, era, soltanto, la constatazione di un cambiamento in atto.
Attilio Non posso negare che lo dicesse in un altro senso, così come un’altra sua espressione testimonia la sua buona fede, ma, sulla quale, evidentemente, non concordo.
Marcello Ho l’impressione che sia già iniziato un altro processo.
Avvocato Effettivamente! Con noi, però, al banco come imputati. A questo punto nessuno può più tirarsi indietro. (rivolgendosi ad Attilio) Signor giudice! Dov’è la mia stoltezza da meritare la sua disapprovazione?
Attilio In buona fede, sempre in buona fede quando nel suo ardore di saggezza ha sentenziato: “Aggiungendo alla disperazione del presente la rinuncia al futuro”. Posso concordare? Clara, possiamo concordare?
Clara Non c’è tirannia peggiore della realtà alla quale bisogna soggiacere rassegnati. Quale futuro ci potrà essere per Giulio se ti ostini a negare la giusta riconoscenza a chi ti tende la mano?
Attilio Il futuro!... Ciò che sarà!... Ma come sarà se tentiamo di scriverlo o, peggio, è stato già scritto? Ma no, credetemi, non si può accettare che ciò che sarà, sarà la caricatura del presente quando il presente è già la brutta copia del passato.
Marcello Non dire eresie! Non eri tu che negavi al presente ogni riferimento al passato?
Attilio E con ciò?... Vedi? Ho l’impressione che l’unica tua preoccupazione sia di farmi apparire un fangoso abbeveratoio dove è possibile attingere tutto ed il contrario di tutto. Il tuo, comunque, è uno sforzo inutile conoscendomi.
Marcello Lo ammetti? Era ora d’ammettere la tua incoerenza.
Attilio E perché no? Ma sfondi una porta già aperta, con me. Dimmi, è forse la coerenza a regolare la vita ed il mondo? Oppure, rincorrere uno straccio di difesa posticcia, da regalare a Giulio, è coerente in confronto al suo delitto?
Clara Ma vanno così le cose!
Attilio E’ questo il punto, le cose vanno così!
Clara Riesci a confondermi sempre di più…ora, nella mia testa? Il caos completo.
Attilio Brava, Clara, il caos. Non è il caos a guidare la nostra vita e a scandire i tempi delle nostre azioni? E, a sua volta, la somma delle vicende individuali non generano altro caos?
Clara Ma che c’entra Giulio in tutto questo?
Attilio Giulio è, per sua scelta, la prova vivente che senza manipolazioni del presente è possibile la redenzione del futuro.
Marcello C’è solo da impazzire con te!
Attilio Figurati!... (con veemenza) Ignorare ciò che monta è follia! Ciechi nello spirito, si, nello spirito. È nel caos la chiave di tutto. Pensate di ordinarlo secondo le vostre convenienze? Possibile tutta questa ingenuità? Poi, tu, in particolare, Clara, avrai come risultato, la parzialità del privilegio e, cosa peggiore, Giulio contro, pronto ad allontanarti per sempre!
Avvocato Aspettate!... Credo d’aver capito. Provare a rifuggire dalle proprie responsabilità… (Attilio lo interrompe)
Attilio Mi dispiace contraddirla, avvocato! Non si tratta, più, di “provare a rifuggire”, siamo, oramai nella impunità più diffusa. E può una società sopravvivere a se stessa se la giustizia è quella che lei stesso ci prospetta?
Avvocato La Giustizia!... E’ sempre stata così, in equilibrio, prima… poi, chi mette più peso fa pendere il piatto dalla sua parte. La bilancia, del resto, non ne è il suo simbolo?
Attilio Lo dice proprio a me, giudice, testimone e coscienza? Altri sono i mandanti, noi gli esecutori del tentativo di organizzare il caos secondo logiche di normalizzazione, dove ognuno per la sua parte, lobbie, clan, mafie, partiti, stati, attentano continuamente all’ordine casuale che governa gli uomini e la natura. Con quale risultato? Quale esempio? Quale lezione? Quale futuro per un mondo predestinato all’autodistruzione?
Avvocato E, Giulio, si è messo di traverso a questo ingranaggio troppo perfetto per incepparsi da solo, vero?
Attilio Si!
Clara Giulio?
Attilio E perché mai non mio figlio?... Verosimilmente e con coraggio dalla parte del futuro, libero da ogni condizionamento, a difesa della sua parte di vita che non sarà più la nostra e della quale, impunemente, ci siamo già appropriati.
Marcello Beh, passatemi la banalità, ma non ci si difende con la ferocia di una strage. Alla morte non si risponde con la morte, credo sia un principio etico conquistato ed acquisito dal nostro vivere civile.
Attilio E così spesso si scambia per civiltà la nostra cattiva coscienza.
Marcello Fatica sprecata, fra di noi, allargare, espandere, dilatare le ragioni di questo delitto per giustificarlo, quasi nobilitarlo, e, mettere il mondo, la società, gli altri, sotto accusa. Credimi, fatica sprecata!
Clara Bel modo di nascondere la testa sotto la sabbia! La solita ipocrisia dei benpensanti tutti avviluppati nel vuoto tepore delle comodità del presente. Mi dispiace, Marcello, ma non lo accetto, proprio, questo tuo accanimento.
Marcello Solo perché, Giulio, è tuo figlio, Clara, e Attilio ha buon gioco usandolo per adescarti come fanno le sirene con il loro canto.
Clara E’ vero, sono confusa, ma ti sbagli a dar retta a questa tua stupida sfida che continua ad offendermi. Per Attilio non provo niente che non sia odio. Capisci, solo odio! Per avermi tenuto lontano da mio figlio e da se stesso, per avermi estraniata dalla realtà convincendomi di essere stata una buona moglie e una madre attenta, e questo, però, sino a che gli è stato utile.
Attilio Utile a che?
Clara A plasmare Giulio, a farlo diventare ciò che è, adesso. Il tuo conforto è stata la sua sicurezza, il tuo cinismo la sua freddezza e determinazione.
Attilio Queste sue doti sarebbero state sprecate, in altra direzione e... (Clara lo interrompe)
Clara Come al solito! Non ti è sfiorato, neppure, il pensiero di poter sbagliare, vero?
Marcello Parole sante!.. (Clara lo interrompe)
Clara Lascia stare, Marcello. Ricorrere, adesso, a queste forme di servili adesioni è, davvero, patetico. Dico male se mi fanno un non so che di schifo i vostri contentini? Beh, Attilio, è meglio che tu continui.
Attilio Ho assecondato ciò che era la sua naturale predisposizione, null’altro. Era fuori dalla mia portata immaginare che Giulio, avesse in mente un attentato. La violenza non è nella cultura della nostra generazione, in questo ha ragione Marcello, eppure, essa diventa accettabile, se non, addirittura, necessaria se rimane l’unica legittima difesa alla potenza devastatrice di quella stessa generazione che della non violenza ha fatto il proprio credo ma consapevolmente ha minato le basi dell’aspirazione alla sopravvivenza. Così, Giulio, ha trasformato la sua disperazione in un atto di inaudita violenza e nello stesso tempo di grandiosa speranza.
Clara Se permetti, avrei voluto essere coinvolta anch’io.
Attilio Per distoglierlo, per mitigare la sua energia?
Clara Solo per esserne partecipe.
Attilio Allora tu?…
Clara Si, adesso ho capito! Il sipario di questa brutta storia, finalmente, si è alzato, i sussurri sono diventati voci, la penombra è diventata luce, i dubbi dissipati.
Attilio Era ora che tu capissi.
Clara Troppo tardi e ti odio ancor di più, per avermi fatto indossare la maschera grottesca della tranquillità, quando, sarebbe stato, invece, necessario avvertire, ascoltare, capire. Facendomi continuamente specchiare nella falsità di quella maschera hai tradito la mia fiducia ed hai svilito il mio ruolo di madre ritenendomi incapace di comprendere.
Attilio Sarebbe cambiato qualcosa?
Clara E’ solo questa la tua discolpa? Può bastare per una madre? Per una madre che ha dubitato del proprio figlio?
Marcello Ho l’impressione che tu stia sbagliando a sottovalutare la gravità dei fatti e a travisare la realtà.
Clara Più vi sento parlare e più mi convinco che esiste fra di voi l’istinto perverso e mutevole della competizione e dell’intesa. Proprio identici, con diverse convinzioni, è vero, uguali, però, a giocare con lo stesso egoismo una partita che mi vede, solo, come posta in palio ma che esclude, a priori, i miei sentimenti. Non posso stare con nessuno di voi due, sarebbe come lievitare nella leggerezza di misurare cappellini aspettando il vostro giudizio!… Adesso, devo recuperare, assolutamente, il tempo perduto, il tempo di mio figlio che mi è stato rubato. (si avvia alla porta senza guardare nessuno)
Attilio Clara…
Marcello Clara…
Clara esce
Scena II
Avvocato, Attilio, Marcello.

Avvocato Non perché mi metta in soggezione, ma quando lavoro mi piace discutere della causa da affrontare. Siamo, qui, invece, nel bel mezzo di una burrasca di emozioni, di sentimenti, di motivazioni che poco hanno a che fare con il delitto.
Attilio A sentirla, sembra, che debba ritirarsi dall’incarico, non se ne faccia una colpa, la capisco perfettamente.
Marcello Avvocato… magari, in seguito…
Attilio Magari…
Avvocato E’ un “magari” che accetto come cortesia, ma il mio, sarebbe, solo, un impegno ingannevole. (piega il capo, in segno di saluto, guardandoli negli occhi) Signori!... (si avvia alla porta, esce)

Scena III
Marcello, Attilio.
Marcello Non me l’aspettavo.
Attilio Cosa non t’aspettavi.
Marcello Clara. Questo fallimento… in questo modo. Così di punto in bianco, senza una spiegazione fra di noi. Nel disprezzo totale.
Attilio Sei sicuro di parlare con la persona giusta?
Marcello E’ curioso, ma l’abbandono di Clara non mi ha fatto né caldo né freddo, ed è per questo che te lo dico.
Attilio Adesso ne ho la certezza, ma Clara è scappata da me, tempo fa. Con te ha cercato una specie di rifugio, troppo poco per rimanerci.
Marcello In fondo l’hai perduta solo tu.
Attilio Già!... Adesso è veramente libera.
Marcello E non è finita! Non riesco a spiegarmelo, ma Giulio, ha aperto un spiraglio nuovo nel piattume di questo modernismo esasperato e sento di non dovermi più nascondere dietro la fiera dell’ovvio. In fondo, Giulio, ha avuto ragione, tutto si conquista combattendo ed il combattere presuppone la morte. Possiamo fare molto, io e te… siamo o no giudici?
Attilio Per me è indifferente… è tua la decisione.
Marcello Non posso crederci!… Indifferente?
Attilio Hai capito bene, indifferente!
Marcello In un attimo, indifferente…
Attilio In un attimo, indifferente.
Marcello Pazzesco…
Attilio Che c’entra la pazzia?
Marcello Ma se hai fatto di tutto per convincermi!
Attilio Me n’ero accorto.
Marcello Pazzesco, pazzesco…
Attilio Te lo ripeto, la pazzia non c’entra!
Marcello Comincio ad avere dei dubbi…
Attilio Sulla mia pazzia?
Marcello Sulla mia razionalità.
Attilio Si può sempre cambiare idea…
Marcello Sulla mia razionalità?
Attilio Sulla mia indifferenza.
Marcello Perché?… Hai cambiato di nuovo idea?
Attilio No. Non è questo!
Marcello E allora?
Attilio Potrei, indifferentemente, sostenere, ancora, di non immischiarti, così come, con altrettanta indifferenza dirti di accettare e rimanere, completamente, indifferente.
(sqilla il telefono, Attilio si avvicina, prende la cornetta)
Attilio Pronto?... Si, sono io. (man mano cambia espressione, piega più volte la testa sino a chiudere gli occhi) Ho capito… grazie. (ripone la cornetta) Il direttore del carcere, in persona… (fissa Marcello, muto)
Marcello Giulio!?...
Attilio E’ morto. Si è impiccato…