Il graffitaro intellettuale

di

Roberto Braida


In scena dovrà esserci un enorme foglio sul quale il nostro personaggio disegnerà.
 
Dio ci ha donato la facoltà di esprimere alcune cose che la natura non sa fare e che noi chiamiamo “arte”, altre invece le imita.
L’arte non è per tutti, l’arte è quell’insieme di cose che accomuna le persone e le rende uniche, la sintesi dei desideri irraggiungibili, dei sogni che non si avverano ma che troviamo sviluppati sulle nostre forme espressive…
(prende un pennarello e disegna un gigantesco pisello su un foglio di carta che ha con se)
io principalmente disegno piselli… sintetizzo così la mia più alta conoscenza culturale, il mio bisogno primordiale, espressione massima dei miei sogni inconfessabili…
Non è che disegno solo piselli di queste dimensioni, ne faccio di vari tipi: piccoli, grandi, medi, con svolta a sinistra, che sorridono, tristi, annoiati. Ce n’è per tutti i gusti, cosicché per voi utenti non c’è che l’imbarazzo della scelta. Vi sentite più rassicurati, meglio di quando vedete quelle stronzate sui vagoni che deturpano il vostro sguardo e vi mettono di cattivo umore.
Un bel pisello con lo smile e la giornata inizia meglio. Non trovate?
Se pensate che faccio tutto questo come segno di protesta, vi sbagliate di grosso. Io lo faccio per necessità.
Fondamentalmente ho un tacito assenso da parte della società dei treni che mi asseconda nel mio quotidiano pisellamento. Rende la gente più sensibile e vulnerabile, nell’animo intendo. Rende le persone più socievoli e le mette a proprio agio. E più le mette a proprio agio e più la gente non si incazza se vede i treni pieni di graffiti che non si vede più nemmeno dal finestrino a quale fermata devi scendere.
E’ un movimento nato per contrasto contro tutti quei writers che infestano i nostri treni, anzi tra di noi c’è una vera e propria guerra fatta a botte di bombolette spray e pennarelli uniposca puntoebasta.
Tu fai un geroglifico che non si capisce un cazzo che c’è scritto? Io ti ci faccio sopra un pisello con la faccia da leone.
Tu scrivi che odi la guerra? Io ti faccio 3 cazzetti mosci con gli occhietti stropicciati. Vedrai che la guerra la guarderai da un altro punto di vista.
Ho la risposta a tutti i tipi di provocazione, riesco ad interpretare i desideri di tutti i passeggeri, cazzo più, cazzo meno… è un cazzo di lavoro.
E poi diciamolo, vedere un pisello rallenta le tensioni, stimola endorfine, aiuta a combattere i radicali liberi. Vi rende migliori, tutti.
Io ho iniziato a studiare all’Istituto d’arte, ma quando ho visto che sul fronte dell’arte “seria” non facevo progressi, ho cercato una mia strada.
Avevo cominciato disegnando falci e martello, ma poi i tempi sono cambiati e dopo aver preso una sequela di mazzate dolorose ho pensato fosse il momento di applicarmi con qualcosa che potesse essere più gestibile. Ho provato a disegnare le stelle, ma ho capito subito che si imbambolavano solo gli analfabeti.
Il lampo di genio è stato quando ho cominciato a disegnare fighe… fighe di tutti i tipi: pelose, pelate, di traverso, accrucciate… ma benché ne godesse di molto il mio ego, non riusciva a essere percepito come un qualcosa di universale; non funzionava bene perché se è vero che tira più di un carretto di buoi, è pur vero che per lei si sono consumate guerre sanguinose…
Per il pisello invece no, anzi, ha sistemato tante cose e fatto crescere delle persone migliori, più razionali. Il pisello è un simbolo di pace.
E così mentre io continuo nel mio incessante lavoro di distribuzione di pace e tranquillità in forma di piselli, voi arriverete inconsapevoli al vostro lavoro senza quella ossessione che vi avvolge non appena alzati e che verrà spazzata via dalla visione del pisello col berretto, simbolo di pace e di armonia. Fate piselli, non fate la guerra, oppure cazzi vostri!