H O T L I N E

di

ANGELO LONGONI

 

PERSONAGGI

LEI: Un' età indefinibile intorno ai trent'anni.

 

AMBIENTE

Una specie di ufficio modesto. Un tavolo, un appendi abiti, un telefono portatile. Sul tavolo una bottiglia d'acqua, un bicchiere, un posacenere, molte riviste e quotidiani, qualche libro e fogli battuti a macchina. Di fianco al tavolo un mobiletto con un fonello elettrico, una caffettiera, un ventilatore, botiglie d'acqua, qualche posata.

 

 

SCENA 1

 

LEI entra, appoggia la borsa e alcuni giornali sulla scrivania. Apre la borsa e cerca in modo nervoso qualcosa. La ricerca si protrae inutilmente e Lei, indispettita, rovescia sul tavolo tutto il contenuto della borsa. Finalmente trova delle pastiglie e ne ingoia un paio. Sfila da una tasca della borsa un telefono cellulare e compone un numero. Si dirige verso il ventilatore e lo mette in funzione.

 

LEI

Pronto? Tesoro sono la mamma. Non sento niente. Abbassa la tv... Sì, amore, aspetto.

 

Una breve attesa

 

LEI

Non puoi tenerla così alta... quante volte te l'ho detto? La nonna? Non é ancora arrivata? Sì, in ufficio...certo che lavoro... Amore... sono appena arrivata... Non posso tornare a casa. Adesso viene la nonna ... Non farla arrabbiare... mi raccomando... se no poi domani non torna... lo sai come fa...

 

Pausa.

 

LEI

No... non può... no, la nonna non può giocare agli stunt man... dài... le hanno dovuto steccare un polso già una volta... Ha telefonato papà? No? Non ti preoccupare... te l'ha promesso... domenica andate al mare... Te l'ho detto... sono in ufficio... C'è una bellissima scrivania... due segretarie che battono a macchina... un computer... no, senza videogiochi... ma con il fax... come quello di papà... Sì, certo...

 

Suona il telefono sul tavolo.

 

LEI

Amore adesso devo andare... Ti telefono tra poco... No, no... dì alla nonna che vi chiamo io. Tu guarda la tv intanto... Sì, ciao... ciao.

 

Appende. Va al tavolo, risponde al telefono. Siede.

 

LEI

Sì? Ah sei tu... certo, come stai? Male? Ancora? Bé, te l'avevo detto come comportarti... poi mi chiami, ti lamenti... lo sapevi... Non te la devi più prendere... é così... Fidati, io lo so bene... no, no, no... Non é colpa tua se se ne vuole andare... tu vai bene... non é colpa di nessuno... ma no... nemmeno sua, quante volte te l'ho detto? E' così, é la natura... la gente vuole ridurre gli altri ad essere un'altra persona... diversa da quella che li ha fatti innamorare. Perché il piacere sta tutto lì... nel cambiarle le persone... E' sempre la stessa storia. Metti un uomo, una donna, una scopata appena decente e poi iniziano i guai.

 

Pausa

 

LEI

Vabbé, comunque... desso lei dov'é? E' lì? Di fianco a te? Bene... Sì, metti il viva voce così mi sente... ah... l'avevi già inserito... Ciao... come stai? Sì... lo so... lo so... Bé ci sono qui io per voi... lo so tu sei ancora bellissima… Vi dovete amare... ancora... e tu sei sempre un uomo forte, sei... come... come... un'isola. Devi saperla salvare, riparare... e soprattutto devi impedirle di andare con gli altri uomini. E c'è un unico sistema... le conosci le cose che lei vuole, quelle che le piacciono... da sempre... bravo, così... E tu diglielo che ti piace... sì, così... Digli: mi piace, stringile... più forte, fammi sentire che sei forte. Adesso con la lingua, dai. La senti? E' calda, veloce. Sei bravo... sei forte... Falla scendere. Più giù... giù. Ti piace il suo sapore? Sì? E allora mangiala... bevila...

 

Pausa.

 

LEI

E tu la senti la sua lingua? Ti solleva. Ecco... ecco. Anche tu devi dirglielo che ti piace... dovete dirvelo... come avete sempre fatto.

 

Pausa.

 

LEI

Adesso lui deve salire. Sù, sù... Vai... entra... dai. Falle sentire che sei ancora tu il migliore. Avanti, prendila. Sì, così, bravo... Più svelto, più svelto, più forte. Insieme, voglio che veniate insieme... Avanti! Ecco... Meraviglioso... Nessuno come voi... Voi sì che vi sapete amare. Gli altri no... gli altri vogliono solo succhiarsi il sangue e vedere fino a che punto ci si riduce... con la noia, l'isteria, le manie... Voi no... Voi avete solo bisogno di un aiuto... del mio aiuto, per essere felici, no? Solo della mia voce... per ricominciare... ancora... ricominciate, ricominciate, ricominciate.

 

Appende ma il telefono.

 

LEI

Ma andate affanculo...

 

Lei prende un thermos di caffé, se lo versa, lo porta alla bocca ma il telefono suona.

 

 

LEI

Pronto? Ah, ciao. Eccomi qua... Dove vuoi andare oggi? Ahhh. No, nel senso: ah che bella idea... Va bene. Andiamo... Toc toc, chi é? Eccoci, siamo noi, siamo arrivati, ciao... ciao... C'è un sacco di gente. Tutti eleganti. Sì... molte donne, bellissime. Una ti sta già guardando. Le piaci, sono sicura. Continua a fissarti... poi guarda me con invidia. Sì, sono certa che mi invidia... ti vuole... No,no... non s'è accorta di niente. Sì, sono sicura. Tu pensa solo a sorridere... sorridi. Saluta... ciao... ciao... Guarda quella come insiste... Se mi allontanassi sono sicura che verrebbe qui e ti salterebbe addosso... puttana. Però anche gli uomini ci guardano... modestamente. No, nemmeno loro si sono accorti. Dimmi solo quando vuoi cominciare.

 

Pausa.

 

LEI

Bene. Ti sto davanti, appoggiati. (ride) Oh! Sei già pronto. Stupendo. Adesso mi apro la camicetta. No, certo, non ho niente sotto. Si sono voltati tutti, ci stanno guardando. Sono allibiti. (ride) Hanno delle facce... Dài, alzami la gonna. Senti? Senti dove le calze finiscono la mia pelle com'è morbida? (ride) No, non le ho messe... come m'hai detto tu. Senti sono eccitata, sono già pronta. Ti slaccio i pantaloni.

 

Pausa.

 

LEI

Ma complimenti, sei fantastico. Sì, ti stanno guardando, sì. Sono così stupiti che si sono immobilizzati. Abbiamo tutti gli occhi addosso. Dai, adesso scopami davanti a tutti. Fai vedere chi sei, se fai come ti dico nessuno capirà che sei cieco perché scopi benissimo, scopi meglio di uno che ci vede.

 

Silenzio. Lei allontana il ricevitore e smette di recitare la parte.

 

LEI

Pronto? No, dai aspetta... Scusa. Sì, sì... ho sbagliato... sì. Sì... sì, hai ragione... l'ho detto... cieco, ho detto cieco... m'é sfuggito. Non dovevo dirlo, sì. Comunque nessuno ha sentito... No, non ti sto prendendo per il culo... Va bene... scusami... Se vuoi ricominciamo. Rifacciamo tutto dall'inizio. D'accordo? D'accordo? Stavolta non sbaglio. Bene... sei pronto?

 

Pausa. Ricomincia come all'inizio della telefonata.

 

LEI

Toc toc, chi é? Eccoci, siamo noi, siamo arrivati, ciao... ciao... C'è un sacco di gente. Tutti eleganti. Sì... molte donne, bellissime.

 

BUIO

 

SCENA 2

 

La scena si illumina nuovamente. Lei é in piedi al telefono cellulare. Parla ed é lievemente alterata.

 

LEI

Ho detto soltanto che spesso arrivi in ritardo... tutto qui... mamma... mamma... non ho detto niente... Per favore, smettila. E' per il bambino... non é una polemica... Non dovevo separarmi? Grazie mamma... chiudiamola qui... d'accordo? Come? L'avvocato? Ha fatto chiamare dall'avvocato? Prima dice che ci accordiamo e che il bambino viene a prenderlo una volta alla settimana e poi mi fa chiamare dall'avvocato? Ma cos'è successo? Che novità? Non t'ha detto niente? Se sai qualcosa devi dirmelo mamma. Ma certo... per te io ho sempre torto... Senti... devo andare. A che ora devi tornare a casa? Sì, grazie, preparami qualcosa... quando torno me lo scaldo io... sì... Ciao.. ciao...

 

Compone nervosamente un nuovo numero al telefono cellulare.

 

LEI

(tra sé) Stronzo. Pronto? Sono io. Cos'è questa storia dell'avvocato? Non mi interessa se non hai tempo. Voglio che mi spieghi. Cosa? No, non ce l'ho un avvocato io. Non potrei permettermelo. Avevi detto che ci saremmo accordati noi, senza avvocati... senza meschinità... così avevi detto... Sì, il bambino, doveva rimanere con me... e adesso ti rimangi tutto...

 

Pausa.

 

LEI

Cosa? E da chi? Da chi l'hai saputo? No... no, no... Hai fatto una cosa simile? Mi hai fatto seguire? Sei... sei... avevi detto... niente schifezze tra di noi... non come le altre coppie, e adesso... un investigatore privato? Sei, sei... E' un lavoro... solo un lavoro, non faccio niente di male... Non posso tirare avanti con quello che mi dai tu... Cosa? Il bambino... io... fino adesso l'ho cresciuto... benissimo... cos'hai da dire, eh? Tu non c'eri mai, non ci sei mai stato, adesso improvvisamente per l'avvocato io sono moralmente inadeguata? No, non puoi... Me ne frego se l'ha detto il tuo avvocato... No, io non ce l'ho un avvocato... non lo voglio... non lo voglio. Perché l'hai fatto? Perché... Pronto... Pronto.

 

Dall'altra parte hanno appeso. Anche lei interrompe la comunicazione. Riflette. Poi ricompone il numero ma il telefono sul tavolo suona e lei é costretta a rispondere.

 

LEI

Pronto? Ah... sì. Ti aspettavo caro. Sì...

 

Cerca dei fogli che ha sul tavolo.

 

LEI

Sì tesoro... é tutto pronto. Ho preparato ogni cosa... con le mie manine. Con queste mani preziose che sanno fare delizie meravigliose... le mie mani, sì... lo so che ti fanno impazzire le mie mani... così abili... così esperte... Iniziamo?

 

Pausa. Inizia a parlare in modo languido.

 

LEI

Bene... Lingua... di manzo in salamoia con salsa di rafano.

Petto di maialino da latte con funghi.

Zuppa di cosce di rana e gamberi.

Strudel di trota con puré di champignons.

Pollastra di Bresse in tegame da zuppa.

Muscoletti di maiale in salsa cremosa.

Mousse di prugnole alla vaniglia.

Spuma di banana al rhum.

Purea di fave con cicorielle selvatiche.

Insalata di ostriche al pompelmo.

 

BUIO

SCENA 3

 

Lei in piedi cerca il marito al cellulare ma nessuno risponde.

 

LEI

Rispondi stronzo.

 

Il telefono suona, lei risponde.

 

LEI

Pronto? Pronto? Pronto?

 

Pausa

 

LEI

Allora... Cos'é... sei timido? (nervosa) Guarda che non ti mangio mica, sai? Pronto? Ma che cazzano chiamano a fare questi?Vabbé, se vuoi stare zitto fai come ti pare... per me...

 

Appoggia il ricevitore sul tavolo, si versa da bere, beve, riprende il ricevitore.

 

LEI

Allora ti sei deciso? Ah finalmente. Come ti chiami? Leo? Un bel nome. Ah sì? Bé se ti piace certo. Leo...Leo... Leo... Leo... Leo... ci sei?

 

Pausa.

 

LEI

Grazie. Molto gentile. Anche tu hai una bella voce. No, non mi sembra... Non ci siamo mai visti... Tu dici? Credo che ti sbagli. Comunque se vuoi... possiamo fare come se ci fossimo sempre conosciuti.

 

Pausa.

 

LEI

Sì, sono bionda, biondissima. Cosa vuoi? La verità? No, non sono bionda. Però se tu mi vuoi bionda... sono bionda, o rossa... o... D'accordo, non ti dico balle... Non sono bionda. Hai ragione tu sono castana.

 

Pausa.

 

LEI

Senti Leo il tempo passa... il tempo é denaro, il tuo in questo caso. Non mi vuoi parlare un po' di te? Cos'hai detto? I bambini? Ah... Ti piacciono i bambini? Bé anche a me. No, non ho un bambino. No, t'ho detto. Mi piacciono... come a te... credo.

 

Pausa.

 

 

 

LEI

Perché sono teneri... indifesi. Perché sono una donna. Mi piace proteggerli, accarezzarli... Materna? Lo si può essere anche senza avere un figlio.

 

Pausa. Beve, tossisce.

 

LEI

Scusa, stavo bevendo. Perché t'arrabbi Leo? Non bevi mai tu? Ma sì che sono concentrata, ho sete. Dimmi quello che vuoi... così non perdiamo tempo... Come? Va bene... Inizia pure... io ti seguo.

 

Pausa, prende dei pantaloncini da bambino e inizia a rammendarli, poi iizia a parlare come se ripetesse.

 

LEI

Mi piacciono i loro occhi perché esprimono bisogno. (ripete) Bisogno... di continue cure... Mi piace la loro pelle così liscia... esposta... ai pericoli... esposta ai pericoli, scusa... Detesto la pelle degli adulti così corrotta... impura... amo la pelle dei bambini. Basta così poco per ferirla. Non bisogna mai lasciare soli i bambini... La tua storia... sui giornali... alla televisione. No, non la conosco... una palla di sangue nell'imondizia?

 

Non riesce più a proseguire.

 

LEI

Non capisco Leo. Mi sembri confuso...

 

Pausa, mostra un'evidente difficoltà.

 

LEI

Non gridare Leo... ci sto provando... aspetta. Sì, i bambini...

 

Pausa.

 

LEI

Sarebbe bello se invece... Forse potresti... farli giocare... non gridare, aspetta... ti ho detto di non gridare.

 

E' insofferente, guarda l'orologio.

 

LEI

Mi spiace Leo... é scaduto il tempo. Stronzo...

 

Appende. E' decisamente provata. Continua a rammendare i pantaloni, si punge. Il telefono sulla scrivania suona nuovamente. Risponde

 

LEI

Pronto? Ah, sei tu? Sì, certo... è venuto da me. Hai fatto bene a mandarmelo. Del resto é l'unico modo che hai per sapere... Eh sì, sarebbe tremendo. La colpa... la responsabilità... la vergogna...

 

Pausa.

 

LEI

Lui é stupendo. Non devo certo convincerti di questo... appena l'ho visto ho sentito il sangue salirmi alla testa. Era così... così... maschio. Profumato, sbarbato. La camicia bianca che faceva risaltare l'abbronzatura. Era bellissimo, ma anch'io gli facevo effetto. Sai... una donna lo sente quando piace a un uomo. E' come se loro emmettessero un grido muto, un odore... Mi ha baciata stringendomi il culo sotto la gonna. La sua eccitazione era contagiosa. Mi sono sentita sollevare come per miracolo. Mi ha depositata sul divano.

 

Pausa.

 

LEI

La sua lingua... se conoscessi la sua lingua... La muoveva aumentando e diminuendo velocità e pressione... come se fosse una piuma o come se fosse una mano. Lui... lui sa tutto di una donna, ama il corpo di una donna fino nei minimi particolari... Non ho potuto resistere sono scesa gliel'ho preso riempiendomi tutta la bocca... Poi lui ha iniziato... ha smesso di giocare e mi ha scopata. Mi muoveva, mi alzava e mi girava solo con la forza delle mani e del suo cazzo... Poi mi ha fatto quello che vorresti avere tu, magicamente... senza incertezze... me l'ha messo dietro... ho sentito caldo, rovente... La sua faccia... la vedessi in quel momento.

 

Pausa

 

LEI

Vedi? Puoi stare tranquillo. Lui non é come te. Lui é un uomo, un vero uomo. Lui non lo sa quello che fai di nascosto... Malgrado tutto sei riuscito a non rovinarlo. Stai tranquillo. Puoi continuare a fare la tua vita senza rimorsi... fidati di me.

 

Pausa.

 

LEI

Una donna lo sente quando piace a un uomo. E' come se loro emmettessero un grido muto, un odore... Un odore che tu non emetterai mai... L'odore di tuo figlio.

 

BUIO

 

SCENA 4

 

Lei sta parlando al telefono cellulare, é su tutte le furie.

 

LEI

Signorina forse lei non ha capito bene, io devo parlare con mio marito... é una questione importante... No, non posso dire a lei! No, non ci credo, lo so che é in ufficio, avanti, me lo passi! Per favore é importante... signorina, le ho detto che non ci credo... sì ho provato al suo cellulare ma l'ha staccato... e lei lo sa, non faccia la furba... me lo passi... Senti brutta stronza, passamelo! Pronto! Pronto! Vaffanculo!

 

Interrompe la comunicazione, non sa cosa fare, si accende una sigaretta e ingoia un'altra pastiglia. Si guarda le mani, le tremano. Il telefono sul tavolo suona. Lei risponde.

 

LEI

Pronto?! Pronto? Cosa?

 

Pausa, non capisce.

 

LEI

Non riesco a... Pronto? Cosa succede? Come? E' caduto il telefono? Non capisco... parla chiaro. Cosa? Ah... scusami.

 

Pausa.

 

LEI

No, scusami...non capivo... Schifo? No. No ti dico. Non mi fai schifo... assolutamente. Non importa cosa sei. Sì, lo immagino, non é facile. Squallido? Non so, dipende. Molta gente lo é. Non devi vergognarti di avermi chiamata. Hai solo bisogno di parlare... tutto qui. No, non mi dà fastidio la tua voce... faccio un po' fatica ma non é niente...

 

Pausa.

LEI

Gli altri? Ma, non so. Forse vogliono confrontare la loro infelicità alla mia. Quella degli altri rende più sopportabile la nostra. Sì, guadagno... normale... Cosa?

 

Pausa.

 

LEI

Scusa, non ho capito. No, stai calmo... forse é il telefono disturbato. Senti... dimmi cosa vuoi... sai... il tempo passa. Solo parlare? D'accordo. No, non sto fingendo adesso. Sì, lo faccio sempre... ora no, non ne ho bisogno, tu non mi hai ancora chiesto niente. Altri come te? Sì... m'é già capitato... Forse con problemi diversi... anche se non so ancora quali sono i tuoi. Non ti preoccupare... La prossima volta... sarai a tuo agio sono sicura. Come ti chiami?

 

Pausa.

 

LEI

Angelo. Che bel nome. No, non lo dico per dire... Come? Senza ali? (ride) Bé, se vuoi... Devo dirlo? Lo dico? Spastico! L'ho detto. Vedi, niente schifo, niente paura... niente di niente... Angelo... sì, senza ali. Ci risentiamo. Alla prossima. Ciao.

 

Appende. E' stanca, si accende un'alra sigaretta. Compone un numero all'apparecchio cellulare. Aspetta ma nessuno risponde, é disperata. E' incerta se telefonare di nuovo. Il telefono sul tavolo suona. Risponde.

 

LEI

Pronto? Angelo! Ancora? Spenderai un sacco di soldi. Hai deciso? Hai fatto presto. Ti vergogni a chiedermelo? Non ti preoccupare qui mi chiedono di tutto... ormai sono abituata... Sì, molti clienti fissi, sì... guarda che la solitudine a volte é anche un vantaggio... qui c'è un sacco di gente che mi telefona perché non ne può più della moglie, dei figli, del lavoro, dell'amante... Ma insomma dimmi, cosa devo fare? No, non mi stupisco, no... e nemmeno m'arrabbio... tu dillo e io lo faccio.

 

Pausa.

 

LEI

Ah... Insieme? Io e te?

 

Pausa.

 

LEI

Bé, sì... avevi ragione... é un po' strano. No, mai... non l'ho mai fatto... sì, é la prima volta. Non ti interesserebbe qualcosa di diverso? Va bene, come vuoi... ci provo.

 

Lunga pausa. Cerca di concentrarsi. Poi inizia a fingere di piangere ma, lentamente, la finzione si trasforma in un vero pianto incontrollato.

 

BUIO

 

SCENA 5

 

La scena si illumina lei é al telefono cellulare.

 

LEI

In ufficio dicono che non ci sei... il cellulare é spento qui c'é la segreteria... se sei in casa rispondi... rispondi... quella stronza della tua segretaria m'ha trattato come se fossi una merda... ti prego... dobbiamo parlare... ti devo spiegare... non mi puoi portare via il bambino... questo lavoro lo smetterò... te lo giuro... rispondi... rispondi!

 

Il telefono sulla scrivania suona.

 

LEI

(al cellulare) Pronto? Pronto?

 

E' scaduto il tempo, lei appende, é disperata. Risponde al telefono.

 

LEI

Pronto? (infastidita) Ah... Leo. No, non mi dai fastidio... non ce l'ho con te. Nessun problema... certo che devo... é il mio lavoro. No, non ho figli... Insisti? Non ti capisco Leo... se avessi un figlio te lo direi, no? Sì, lo so che paghi... e allora? Vuoi che abbia un figlio? Ho un figlio. Ha ventun anni é a militare, ti interessa? No? E allora dimmi cosa vuoi, parla... così non buttiamo via il tempo. Sì, certo... tu sai tutto di me... sì...

 

Pausa.

 

LEI

Sì, ho capito ti piace fare male ai bambini... sì, lo dico, male... male... male ai bambini.

 

Pausa

 

LEI

Mi spiace se non lo dico come vuoi tu. Sì, lo so che paghi... Non pagare Leo... chiedi di un'altra persona... Non sono l'unica qua... oppure cambia numero. Perché no? Perché ho un figlio... Ah, ancora? Come? Sì, l'ho comprato, ce l'ho davanti.

 

Apre un giornale.

 

LEI

Che pagina? Sì, l'ho aperto. (lo sfoglia) Sì, trovato. Devo leggere? (legge il giornale) Sì... parla di te? Non mi sembra... non cé il tuo nome... Un neonato trovato in un cassonetto dell'immondizia. Un bambino ucciso, violentato... Prostituzione infantile... Rapimenti di bambini per video porno sadici... uccidono bambini e ne riprendono la morte dopo sevizie di ogni tipo. Sei stato tu? Leo... sei stato tu a fare tutto questo? Bé,ma chi sei? No... certo... però avresti potuto... bé sei in buona compagnia Leo.

 

Pausa.

 

 

 

LEI

Devo parlarti di mio figlio? Ma io non ho un figlio, come faccio? Non sono nemmeno sposata... perché ridi? Vuoi farmi paura? Ma io non sono un bambino... a me non fai paura... E' la loro paura che ti interessa, vero? Ma non sarai tu che hai paura Leo...

 

Pausa.

 

LEI

Dimmi Leo, cosa t'hanno fatto da piccolo? Non volevi parlare dei bambini? Allora parliamo di te quand'eri bambino... Anche tu sei stato un bambino, no? Cosa t'hanno fatto... povero bambino...Qual'é il tuo segreto Leo? L'hanno fatto a te quello che vorresti fare tu? E' colpa della mamma... o del papà? O di chi? Sì... sì... Urla Leo... dai... urla maiale. Sì, un'altra palla di sangue nell'immondizia... No, tu non sai chi sono... non mi conosci... non minacciarmi... Sei solo un verme. Il peggiore... Ma non é grave non ti si distingue dagli altri...Tempo scaduto Leo.

 

Lei appende e poi compone subito un numero al telefono cellulare.

 

LEI

Amore, come stai? Come sei solo? E la nonna? E' andata via? E' venuto papà a prenderla? Erano arrabbiati? E perché? No, amore... no... non piangere... ma sì, certo che mi vogliono bene... certe cose i grandi le dicono ma non le pensano... ma no, non lo pensano che sono cattiva... no... Vedrai, la nonna adesso torna? Tu guarda un po' la televisione... tra un po' torno anch'io. No, subito non posso. Sì, domani ti porto al cinema... e noleggiamo la cassetta dei Power Rangers... sì... Stai tranquillo che la mamma arriva. Sì, ciao amore... ciao...

 

Interrompe la comunicazione. E' distrutta e fuori di sé. Compone nervosamente un altro numero, attende.

 

LEI

Sei in casa? Se sei in casa rispondi! Figlio di puttana... Cosa stai facendo? Se ti azzardi a dire qualcosa a mia madre te la faccio pagare per tutta la vita. Te lo giuro... Hai capito? Rispondi! Rispondi!

 

BUIO

 

SCENA 6

 

Lei é al telefono cellulare.

 

LEI

Mamma, pronto? Sì... sì... ho già capito tutto... non m'interessa... Ascolta... mamma... ascolta... No, non voglio parlarne adesso... no... zitta... stà zitta! Perché sei venuta via? L'hai lasciato da solo. No! Io ti ho detto che dovevo lavorare... no... non t'ho detto che arrivavo... tu avevi detto che restavi... mamma... non importa che lavoro... Non m'interessa cosa t'ha detto... mamma... mamma... Sono balle... balle... credi a lui e non a me? Senti adesso é importante il bambino... Ti avevo chiesto per favore... mi avevi detto che rimanevi... adesso é solo... senti vai da lui... no io non ho finito... di questo lavoro ne parleremo poi... vai da lui...

 

Il telefono sul tavolo suona.

 

LEI

Senti mamma adesso devo andare... mi raccomando vai... vai da lui, hai capito?

 

Interrompe la comunicazione e risponde all'altro telefono.

 

LEI

Pronto? Ah, é lei? sì... salve... sì, certo... Mi scusi un attimo.

 

Cerca un foglio e torna alla scrivania.

 

LEI

Ho pregato a lungo.. sei in tutti i miei pensieri. Ho preparato tutto. Avrai anche oggi quello che hai sempre aspettato. Quello che ti é stato promesso. Il tuo premio, la tua consacrazione, la tua comunione. E' tutto come allora. Senti il profumo dell'incenso? L'odore della cera? Ti sei vestito come si deve? La mamma ti ha pettinato?

La mamma... la mamma... Ricordi? E' tutto uguale. Eri lì con lei e ti teneva la mano mentre tu pregavi. Sentivi la sua voce che bisbigliava e che sembrava un soffio umido... adesso e nell'ora della nostre morte amen... adesso e nell'ora della nostra morte amen. Adesso e nell'ora della nostra morte amen. Amen... amen... Mentre la mamma ti fa pregare tu guardi l'altare. Tu guardi me... sull'altare. In mezzo alle rose, nella teca di vetro. Come sono bella, così immobile. Tutti possono guardarmi ma nessuno mi ha mai toccata. Nemmeno la morte mi ha rovinata. Intatta. Vergine da secoli.

La santa bambina... Ricordi cosa diceva la mamma? Diceva che io ero la più buona, la migliore... Diceva: stai attento alle altre bambine... Bambine cattive... Lascia stare le bambine. Guarda la santa... prega la santa bambina... così diceva la mamma. Adesso sei diventato il mio custode, avvicinati. Adesso puoi... Adesso abiti qui... Nella mia casa.... Vieni... Sali sull'altare.

Tutto si schiude al tuo passaggio. Guardami... la mia bellezza é un mistero... che dura dopo la morte. Sfiora le mie labbra, baciami. Solo tu puoi entrare nella teca. Solo tu puoi salire sull'altare. Entra. Adesso... adesso... adesso e nell'ora della nostra morte amen. Come quando celebri la messa. Tu sopra la santa...

Come quando confessi, i segreti... i peccati... Tu dentro la santa. Sul tuo altare...

Mentre la mamma ti guarda ancora...

 

BUIO

 

SCENA 7

 

Lei é al telefono cellulare sta aspettando che qualcuno risponda il telefono é occupato.

 

LEI

(tra sé) Ma cosa fa sempre al telefono?

 

Interrompe e compone un altro numero.

 

LEI

Mamma... cosa fai ancora lì? Ti avevo detto di andare dal bambino... come non vai? Cosa? Devo smettere questo lavoro? T'ho detto che ne parleremo... Adesso? Subito? Adesso non posso... mamma l'ho appena chiamato ed era occupato... non lo so... é solo... non so cosa stia facendo... Tu cosa fai lì? Forse ha chiamato qualche amico... forse sta giocando con il telefono... sì, anche lui... Non posso andare adesso... chiamalo e digli che stai andando tu... mamma... ma non puoi ricattarmi così... mamma... mamma...

 

Dall'altra parte la comunicazione é stata interrotta. Inizia a riporre tutte le sue cose nell borsa. Il telefono sul tavolo suona. Lei risponde.

 

LEI

Pronto? (fuori di sé) Ancora tu? Senti Leo... no... Chiedi di un'altra e lasciami in pace. No, non m'interessa... La tua storia non mi interessa... e poi per oggi ho finito di lavorare, sto andando. Hai trovato quello che volevi? Biondino? Sei anni... Un bel bambino... si... Bene.

 

Pausa.

 

LEI

Io? Io ti devo dire cosa fargli? Non lo so proprio. Dov'è? Sul divano... (ride) certo che non ti credo... é legato? Senti Leo... Non so. Accarezzalo...

 

Pausa.

 

LEI

Non ti basta Leo? Devi fargli male a tutti i costi? Fallo Leo, fallo, io sto andando... Pronto? Leo? Cosa sono questi rumori? Leo... no, non ci credo... Cosa vuoi dire? Non si devono lasciare soli i bambini?

 

Pausa.

 

LEI

(con ansia) Leo... dimmi dove sei? In una casa? No, io non ho un figlio... No... Dove sei? Leo, dimmi dove sei. Lui... lui é sopra un divano... Bianco? Sì, era occupato, il telefono era occupato... Un quadro... sopra il divano... Che quadro?(urlando) Leo... No! No!

 

BUIO