IFIGENIA IN AULIDE DI EURIPIDE

traduzione in endecasillabi di

Alfredo Balducci



Il conservare a opere nate nella poesia, all’atto di volgerle nella nostra lingua, almeno una certa architettura lirica, mi è sembrato un esperimento da fare.

L’endecasillabo offre alla recitazione una serie di accenti e di cadenze della voce. Accenti e cadenze – è chiaro – che è bene dimenticare, ma che, proprio per questo, bisogna conoscere.

Non sempre, all’interno del verso, sono state rispettate le regole di accentuazione, così come a volte una sillaba in più o in meno rompe le leggi della metrica. Per queste licenze, usate di solito per non sciupare la scorrevolezza di un verso, chiedo umilmente scusa.



LE PERSONE

Agamennone
Vecchio
Coro
Menelao
Primo messaggero
Clitennestra
Ifigenia
Achille
Secondo messaggero



LA SCENA

Accampamento dell'esercito Greco in Aulide. Di fronte la tenda di Agamennone.



AGAMENNONE
Tre figlie ebbe Leda di Sestio:
Febo, Clitennestra ed Elena
che della Grecia i giovani più ricchi
prendere la volevan come sposa.
C'eran nell'aria minacce di lotte
cruenti fra i focosi spasimanti.
Tindareo, di Elena padre, in dubbio
si trovò: era meglio incoraggiare
o dissuadere le nozze della figlia?
Ebbe l'idea di istituire un patto
fra i pretendenti: in caso di ratto
della donna, tutti erano pronti
a dare aiuto al marito offeso
perseguitando il rapitor, dovunque,
città o stato si fosse trovato.
Un giuramento suggellò quel patto.
Incoraggiata a scegliersi il marito,
Elena allora scelse Menelao.
Almen quella fortuna non gli fosse
mai capitata! Del vecchio Tindareo
la trappola non sarebbe scattata.
Intanto il giudice della contesa
fra le dee, giunse a Sparta dalla Frigia
con abiti sfarzosi e con gioielli:
Elena e Paride, incontro fatale
che doveva influire sulla storia.
Menelao ch'era assente dalla reggia,
al suo ritorno non trovò la moglie.
Si rammentò del patto stipulato
con il solenne giuramento stretto:
chiese aiuto e i Greci alle armi
corsero diretti verso Aulide.
Fui nominato comandante in capo
perché di Menelao ero parente.
L'esercito radunato e compatto
era bloccato da una gran bonaccia
che affievoliva l'impeto guerriero.
Calcante, il vate, allora profetò:
ad Artemide mia figlia Ifigenia
doveva essere sacrificata
perché fosse possibile salpare,
aprir battaglia e sterminare i Frigi.
Allora a Taltibio dalla squillante
voce, ordinai di proclamare
dell'esercito il pronto scioglimento,
perché obbedire al profeta Calcante
voleva dire uccidere mia figlia.
Mio fratello Menelao si adoperò
perch'io non trascurassi il mio dovere
di comandante di tutti gli Achei,
e fu così che a Clitennestra scrissi
di inviar qui mia figlia Ifigenia
a nozze con Achille destinata.
Esaltavo dell'eroe la nobiltà
che rifiutava di partecipare
alla guerra se non avesse stretto
un tale vincolo matrimoniale.
Calcante, Odisseo e Menelao
eran con me al corrente dell'inganno.
Ma a contrastar quest'iniquo partito
io alcune tavolette avevo inciso.
Tu, vecchio, che mi hai visto sigillarle
sei in grado di svelarne il contenuto.
Vecchio, che cosa aspetti nella tenda?
VECCHIO
Che novità tu stai progettando?
AGAMENNONE
Ti sbrighi?
VECCHIO
Il mio solo sogno era
da vecchi, quello che non può gravare
sugli occhi.
AGAMENNONE
In cielo c'è una stella. Il suo nome?
VECCHIO
E' Sirio che passa vicino
alle Pleiadi.
AGAMENNONE
Non ha voce il mare,
nemmen gli uccelli, e anche i venti taccion
sull'Euripo.
VECCHIO
Perché, principe, in fretta
sei uscito dalla tenda? Qui in Aulide
regna la calma, con le sentinelle
piantate al loro posto. Rientriamo?
AGAMENNONE
Ti invidio o fortunato, come quelli
che nell'ombra trascorrono la vita,
compassione invece provo per chi è
carico di onori e vuole aumentarli.
VECCHIO
Soltanto sugli onori sta il bello
dell'esistenza per tutti i mortali.
AGAMENNONE
E' un bello insicuro. Dànno piacere
certo gli alti incarichi, ma causa son
di preoccupazioni quando l'hai.
Un insuccesso dagli dèi mandato
non ti brucia la vita come quello
che altri uomini hanno provocato.
VECCHIO
Parole come queste non son quelle
che un re di solito può pronunciare.
Atreo non ti ha di certo messo al mondo
perché di ogni bene tu godessi:
devi conoscer le gioie e i dolori
che gioia dànno o lutto a noi mortali.
Ma tu una lettera stavi scrivendo
e intanto piangi. E' follia la tua?
Parla pure, di me ti puoi fidare.
AGAMENNONE
O progenie di Leda! In disaccordo
con quanto poco fa ti avevo scritto...
VECCHIO
Parla chiaro: niente malintesi
fra la lettera e il suo contenuto.
AGAMENNONE
Non mandare tua figlia in questo porto
di barari: in altro tempo e luogo
d'Ifigenia festeggerem le nozze.
VECCHIO
E Achille non si sentirà infuriato
per le mancate nozze? A te e a tua moglie
non chiederà opportune spiegazioni?
AGAMENNONE
Solo il nome di Achille è implicato,
del resto egli non sapeva nulla.
VECCHIO
Hai rischiato parecchio promettendo
Ifigenia al figlio della dea,
e a condurla fin qui perché scannata
fosse per favorir la greca guerra.
AGAMENNONE
Ero fuori di senno e la sventura
mi ha vinto. Non ti arrendere all'età.
VECCHIO
Vado, signore,non ne dubitate.
AGAMENNONE
Rinuncia di sostare a qualche porta,
e che il sonno non sia tuo vincitore.
VECCHIO
I tuoi consigli sono un po' offensivi.
AGAMENNONE
Quando raggiungi un bivio puoi fermarti
ad accertarti che non superato
t'abbia il carro che alle navi Achee
trasporti la mia figlia sventurata.
VECCHIO
D'accordo.
AGAMENNONE
Se il corteo incontri alle porte,
tu rimandalo indietro, in direzione
di Micene.
VECCHIO
E sarò poi creduto?
AGAMENNONE
Metto il sigillo impresso sullo scritto.
Vai, ora, l'aurora che si accende
con gli infuocati cavalli del sole,
scurato han la luce delle lampade.
Dammi una mano in questa circostanza:
non si può esser sempre fortunati,
e nessun uomo in tutta l'esistenza
è capace di sfuggire al dolore.
CORO
Sono giunto alla spiaggia di Aulide
dopo stretto e correnti di Euripo.
Calcide ho lasciato, la mia città
famosa per le acque di Aretusa,
la ninfa. Curiosità mi spingeva
di ammirare l'esercito di Achei,
e i favolosi eroi di Menelao
e di Agamennone, le mille navi
per la caccia di Elena impiegate.
Paride l'ebbe in dono da Afrodite
nella famosa gara di bellezza,
preferendola a Pallade ed a Era.
Ho attraversato il bosco di Artemide;
il giovanile pudore arrossire
faceva le mie guance, ma guardare
dei Danai gli scudi e le tende
volevo. Ho visto i due Aiaci
che a Salamina godono di vanto.
C'erano Protesilao, e Palamede
che di Poseidone è il nipote.
E Diomede che il disco scagliava,
accanto a Merione generato
da Ares. C'era il figlio di Laerte
da Itaca venuto, e Nireo
che di tutti i Greci è il più bello.
Ho visto Achille detto il piè veloce,
figlio di Tetide e allievo di
Chirone, che sulla spiaggia correva,
in gara era contro una quadriga.
Guidava Eumelo, il figlio di Ferete,
destrier che avevano il morso d'oro,
pezzati nel mantello quei di centro,
di pelo rosso eran quelli esterni.
Il Pelide, in armi, accanto a loro
correva sfiorando i bordi del carro.
Ero laggiù venuta per saziare
una femminile curiosità.
Che spettacolo di fronte alle navi!
A destra della flotta si vedevan
i guerrieri Mirmidoni di Ftia,
cinquanta eran lor navi veloci,
con a poppa in oro ritratte
le Nereidi, simbolo adottato
dalle truppe agli ordini d'Achille.
Vicino ad esse c'eran navi Argive
al figlio di Mecisteo affidate,
poi dall'Attica i sessanta vascelli
capeggiati dal figlio di Teseo,
con l'emblema di Pallade su un cocchio
che avea un attacco di cavalli alati.
Vengon ora le navi dei Beoti
di numero cinquanta con a poppa
Cadmo in effigie con il drago d'oro.
Da Leito, il nato dalla terra
quest'armata marina era guidata.
Dalla Focide con cinquanta navi
è giunto Aiace, figlio di Oileo
che la splendida Tronio ha lasciato.
Cento nocchieri il figlio di Atreo
da Micene ciclopica ha portato;
il comando è diviso con Adrasto
venuto a sostegno dell'amico:
egli intende la Grecia vendicare
dall'onta della donna che è fuggita
dalla reggia verso barbare nozze.
Ho visto anche lo stemma del toro
di Nestore Gerenio che è signore
di Pilo. Ed inoltre le dodici
navi degli Eniani col re Guneo.
Ecco poi gli Epei, signori dell'Elide;
il figlio di Eurito è il comandante.
Megete, prole di Fileo che guida
le navi Tapie, e c'è anche Aiace
al centro, fra la destra e la sinistra
con dodici battelli s'è ormeggiato.
Proprio come l'avevano descritta
la flotta Greca; chi assalir dovesse
a casa non farebbe più ritorno:
un'armata possente della quale
conserverò per sempre il ricordo.
(entrano il vecchio e Menelao con la tavoletta sulla quale è scritto il messaggio di Agamennone alla moglie)
VECCHIO
Puoi arrivare a tanto, Menelao?
MENELAO
Vattene, troppo fedele al padrone.
VECCHIO
E' un rimprovero che onore mi fa.
MENELAO
Guai a te! Che cosa hai in mente di fare?
VECCHIO
Non dovevi spezzare il sigillo.
MENELAO
E tu simile azione non dovevi
portare contro il greco interesse.
VECCHIO
Pensa piuttosto a darmi la lettera.
MENELAO
Non la restituisco, stai sicuro.
VECCHIO
In quanto a me, non te la lascerò.
MENELAO
Devo spaccarti il cranio con lo scettro?
VECCHIO
Morir per il padrone è virtuoso.
MENELAO
Parli un po' troppo per essere schiavo.
VECCHIO
Padrone, grave offesa m'han recato:
quest'uomo la tua lettera ha strappato
dalle mie mani e la vuol trattenere.
AGAMENNONE
(uscendo dalla tenda)
Chi mai osa gridare qui davanti?!
MENELAO
Io, non lui, ho il diritto di parlare.
AGAMENNONE
Perché hai cominciato a litigare?
(il vecchio si allontana)
MENELAO
Per cominciar, guardami negli occhi.
AGAMENNONE
Vuoi che il figlio d'Atreo possa tremare?
MENELAO
Vedi la tavoletta coi tuoi segni?
AGAMENNONE
La vedo sì, devi restituirla.
MENELAO
Prima, però,svelerò il contenuto.
AGAMENNONE
Hai spezzato i sigilli e conosciuto
ciò che sapere non dovevi mai.
MENELAO
L'ho aperta, certo, e così ho scoperto
quello che meditavi di nascosto.
AGAMENNONE
Dove l'hai presa? è una grave impudenza.
MENELAO
Aspettavo la tua figlia da Argo,
doveva pur presentarsi all'armata.
AGAMENNONE
Con qual coraggio, proprio nei miei fatti
tu hai deciso di ficcare il naso?
MENELAO
Ne avevo voglia, non sono tuo schiavo.
AGAMENNONE
Inaudito! Non mi è più concesso
di essere padrone in casa mia.
MENELAO
Non se le tue scelte non son ferme:
la decisione di oggi già contrasta
quella di ieri. E quella di domani?
AGAMENNONE
Un'eloquenza così raffinata
serve solo a coprir le nefandezze.
MENELAO
L'incostanza vien male giudicata
dagli amici: ingiustizia vuol dire
e riluttanza a mostrarsi coi propri
sentimenti. Che l'ira non ti induca
a rinunciar per un momento solo
alla ricerca della verità.
Ricordi quando aspiravi al comando
di questa spedizione contro Ilio?
Con quale umiltà portavi avanti
le tue ragioni; al di fuori restio,
nutrivi dentro la determinazione:
parlavi a tutti ed a tutti offrivi
attenzione per i loro problemi.
Una condotta che era esemplare
per conquistar la fiducia e il potere.
Con il comando il registro è mutato:
non sei più lo stesso con gli amici,
difficile incontrarli a casa tua.
Hai fatto proprio quel che un galantuomo
fare non deve quando sale in alto.
Questa è la prima colpa che ho scoperto.
Ed ecco ancora: quando qui arrivasti,
la testa hai perso per la mala sorte
mandata dagli dèi con la bonaccia.
Le truppe non volevano soffrire
inutilmente per la sosta in Aulide.
Finché Calcante non profetizzò
che, con il sacrificio di tua figlia,
la flotta avrebbe potuto salpare.
Com'eri soddisfatto dell'annuncio
che avrebbe eliminato tanti guai.
Appagato, la figlia promettesti
di immolare all'altare della dea.
Non puoi negar che a tua moglie scrivesti
per far venire qui Ifigenia,
e quale fu il motivo che trovasti?
Le nozze con Achille, dico bene?
Da dove viene questa decisione
che prendi adesso, a tua moglie scrivendo:
"Non sarò l'assassino di mia figlia"?
Io ti comprendo, ma potrà l'armata
accettare la nuova idea venuta,
in contrasto con la vecchia promessa?
La nostra Grecia che voleva solo
mettersi in luce con gesta gloriose,
per colpa tua e della tua figliola
deve chinare la sua testa avvilita?
E'duro essere a capo di uno stato
o di un'armata: occorron sacrifici
dolorosi e continui patimenti
per chi regge le leve del potere.
CORO
E' triste una lite tra fratelli.
AGAMENNONE
Sarò duro a rispondere ma breve:
la misura non voglio superare,
ma dimmi, perché mai sbuffi frequente
e nei tuoi occhi c'è traccia di sangue?
E riavere tu aspiri la tua sposa,
ma era in tua mano e tu scappare
l'hai fatta. La vorresti riabbracciare?
Capisco, ma il buon senso e il decoro
dimentichi. Decisione sbagliata
avevo preso ed or cambio parere.
Tu invece hai perso una moglie indegna
e riprenderla vuoi, contro il cielo
che un favore a te avea donato?
Sappi che gli dèi insensati non sono,
e i giuramenti sanno valutare.
Io non ucciderò la figlia cara,
e tu non riuscirai nell'intento
di riprenderti una pessima sposa.
Mi dolgo sol di aver fatto del male
contro la legge alle mie creature.
Se continui a non intender ragione,
dovrò occuparmi solo dei miei fatti.
CORO
Un discorso di alto valore:
sì, rispettiamo la vita dei figli.
MENELAO
Quale disgrazia non aver più amici!
AGAMENNONE
Ci sono ancora, ma devi salvarli.
MENELAO
In che modo puoi esser mio fratello?
AGAMENNONE
Ragionando con te, non vaneggiare.
MENELAO
Gli amici soffrono insieme agli amici.
AGAMENNONE
Per il bene son pronto ad aiutarti.
MENELAO
Non farai un sacrificio per la Grecia?
AGAMENNONE
Ma la Grecia è ammalata come te.
MENELAO
La superbia ti spinge al tradimento,
son costretto a cercarmi altri amici.
(entra un messo)
PRIMO MESSAGGERO
Agamennone, signore dei Greci,
è arrivata tua figlia Ifigenia,
la madre Clitennestra l'accompagna,
ed è con lei anche il fratello Oreste.
E' una gioia per te il rivederli,
è un bel pezzo che tu manchi da casa;
or son presso una fonte a ristorarsi
dopo sì lungo viaggio, ed i cavalli
stan pascolando in un prato erboso.
Li ho preceduti perché prepararti
volevo. Che tua figlia qui è arrivata
tutti i Greci ne son stati informati:
l'ammirazione circonda i potenti.
Di matrimonio corrono anche voci:
i canestri bisogna preparare
per l'incoronazione e Menelao
provveda all'imeneo, e nelle tende
inizino le danze, che di festa
per una vergine è questo giorno.
AGAMENNONE
Ti ringrazio, entra pure nella tenda.
Speriamo nell'aiuto degli dèi...
... che cosa dico in questo momento!?
In una morsa m'ha chiuso il destino,
c'è un dio più scaltro per i miei artifizi.
Non soffrirei precarie condizioni
se avessi avuto umili natali,
ma, appartenendo a classi elevate,
dobbiam difender la nostra dignità:
della folla purtroppo siamo schiavi.
Io non so cosa dir, cosa non dire,
a pianger mi vergogno e a non farlo.
Cosa dirò a mia moglie che è venuta
credendo nelle nozze di sua figlia?
Scoprirà quanto noi siamo malvagi?
E Ifigenia, la vergine... ma quale?
Il re dei morti sarà suo marito.
Odo già le sue grida disperate:
"O padre mio mi mandi a morire?!"
E Oreste qui presente, che dirà?
"Paride ed Elena, vera rovina!"
CORIFEA
Anch'io sono commossa da straniera
per i mali che accadono ai padroni.
MENELAO
La tua mano da stringere fratello.
AGAMENNONE
Per te vittoria, a me disperazione.
MENELAO
Nonno Pelope e Atreo nostro padre
sian testimoni, ti aprirò il mio cuore:
ti ho visto piangere ed ho provato
per te una forte compassione.
Rinnego il parlar che ho fatto prima,
sono con te: risparmia la tua figlia.
Il mio interesse niente può valere
a prezzo della tua infelicità.
I tuoi figli non devono morire
perché i miei al mondo han da restare.
Credi che se mi volessi sposare
non troverei una creatura eletta?
E sento poi un'infinita pena
per la ragazza che al sacrificio
dovrebbe certo essere immolata
per colpa del mio triste matrimonio.
Riprender Elena, una calamità
per me sarebbe invece di un bene.
Questo esercito va smobilitato,
lasciar l'Aulide e tornare a casa.
Che fai ora? Frena le tue lacrime,
anch'io non voglio piangere, né posso.
I miei discorsi dove son finiti?
E' naturale aver cambiato idea:
per amore del mio seme l'ho fatto.
Così un uomo deve comportarsi.
CORIFEA
Nobilmente hai parlato, Menelao,
in modo di onorare gli antenati:
da Tantalo figlio di Zeus discendi.
AGAMENNONE
Grazie, Menelao, giusto hai parlato
e con giusti pensieri di te degni.
Litigi tra fratelli, causati
son dall'amore o dalla bramosia
per i beni di casa: un fatto nostro
per fortuna non è, ma siamo giunti
alla fatale stretta del destino:
dover versare il sangue di mia figlia.
MENELAO
Chi ti costringerà all'assassinio?
AGAMENNONE
Tutto il nostro corpo di spedizione.
MENELAO
No, se rimandi Ifigenia ad Argo.
AGAMENNONE
Solo questo posso tener nascosto.
MENELAO
Hai forse paura della massa?
AGAMENNONE
Calcante i vaticinio rivelerà.
MENELAO
Non lo farebbe se morisse prima.
AGAMENNONE
Gli indovini sono una mala razza
pervasa dalla sete di potere.
Sono inutili e scomode presenze.
AGAMENNONE
Un'idea mi spaventa, non a te?
MENELAO
Non so risponder se non me lo dici.
AGAMENNONE
C'è il seme di Sisifo al corrente.
MENELAO
Odisseo? Non nuocerà di certo.
AGAMENNONE
E' molto astuto ed anche un demagogo.
MENELAO
Brutta malattia è l'ambizione.
AGAMENNONE
Sai che farà? Lui parlerà agli Argivi
di quel ch'era il responso di Calcante.
Dirà che prima avevo acconsentito
al sacrificio e adesso rimangiato
ho la promessa; uccidere farà
tutti e due insieme a Ifigenia.
Fuggire ad Argo? ma anche laggiù
i soldati potrebbero arrivare,
assaltare le mura dei Ciclopi,
uccidermi, devastare la terra.
Tremenda condizione in cui mi trovo.
Come uscirne non so, solo gli dèi
potranno avere il modo di salvarmi.
Ho una richiesta per te, Menelao:
attento a quando andrai in mezzo ai soldati
a non far saper nulla a Clitennestra
prima che all'Ade mia figlia abbia offerto.
(a coro)
E anche voi, amiche, il silenzio serbate.
(Agamennone e Menelao escono)
CORO
Beati son color che d'Afrodite
i suoi piaceri sanno consumare
con misura esemplare, e che sereni
imbrigliano passioni scatenate.
Il biondo Eros l'arco della gioia
verso felici soluzioni tende,
oppure verso crolli rovinosi.
Di questi il mio letto resti immune
o Cipride,mia bella creatura:
equilibrate le mie gioie voglio
nella virtuosità dei desideri.
Io cerco una pacifica Afrodite
non una dea dai violenti impulsi.
Sono vari gli istinti dei mortali,
vari i costumi, ma un'indole buona
sempre nel fondo risulta evidente.
Per la virtù occorre applicazione,
mentre appare per istinto il pudore;
è motivo di gran soddisfazione
scegliere il bene col ragionamento:
la gloria resta allora imperitura.
Praticare virtù porta valore,
amori impuri sono da evitare,
degli uomini il rigore morale
dà prestigio e rilevanza alla città.
E tu, Paride, pastore allevato
sul monte Ida in mezzo alle giovenche
candide e a vacche dalle gran mammelle
gonfie di latte, sulla tua zampogna
i flauti frigi di Olimpo imitavi.
La contesa fra dee per la bellezza
ti portò verso l'Ellade, ai palazzi
d'avorio ornati; vi guardaste in viso
Elena e tu, ed improvvisamente
foste d'amor travolti tutt'e due.
E contrasto spinge greco contrasto
con le armi e le navi a fare guerra
contro di Pergamo le forti rocche.
(entra un carro con Ifigenia e Clitennestra che tiene in braccio il piccolo Oreste)
CORIFEA
Grande è la gioia dei grandi. Guardate
arriva d'Agamennone la figlia,
Ifigenia con Clitennestra sua
madre, che è figlia di Tindareo.
Di nobile lignaggio sono tutte
e a una sorte importante destinate.
Chi possiede potere con ricchezza
un dio è per dei semplici mortali.
Creature di Calcide, sostate:
scender deve la regina dal carro,
cerchiamo di non farla inciampare,
e non provi paura qui arrivata.
Alle straniere di Argo dobbiamo
noi di Calcide straniere, mostrare
di accoglierle il nostro desiderio.
CLITENNESTRA
La gentilezza tua è presagio
favorevole con le tue parole.
Felici sian le nozze di mia figlia.
I doni della sposa scaricate
o servi, sistemateli con cura
nella tenda. Scendi pure dal carro,
Ifigenia, attenta dove vanno
i tuoi piedini così delicati.
Datele aiuto prendendola in braccio.
Qualcuno, prego, vuol darmi una mano?
Anche i cavalli van rassicurati.
Il bambino da sorreggere è Oreste,
l'ultimo che d'Agamennone è nato.
Hai preso sonno col rollio del carro?
Piccolo caro or devi svegliarti:
tua sorella si sposa, a imparentarti
stai con un uom di alta nobiltà,
simile a un dio, Tetide si chiama
la madre sua. Vieni, Ifigenia,
queste donne lo devono vedere
come son fortunata; c'è tuo padre
e non corri a porgergli un saluto?
IFIGENIA
Non dubitare, corro ad abbracciarlo.
CLITENNESTRA
Siam'ora qui, mio augusto signore.
IFIGENIA
Avevo desiderio di vederti.
CLITENNESTRA
Più di tutti tu eri affezionata.
IFIGENIA
E' così bello, padre, rivederti.
AGAMENNONE
Vale anche per me quello che dici.
IFIGENIA
Grazie per avermi fatto venire.
AGAMENNONE
Ho una cosa da dirti... ma forse no
IFIGENIA
Sei davvero contento di vedermi?
Mi sembra che tu abbia un'aria inquieta.
AGAMENNONE
Un comandante ha sempre pensieri.
IFIGENIA
Bada soltanto a me, lascia i problemi.
AGAMENNONE
Seguirò il tuo consiglio, figlia mia.
IFIGENIA
Via la fronte accigliata e lieto il volto.
AGAMENNONE
E' una gran gioia questa tua presenza.
IFIGENIA
Perché allora le lacrime negli occhi?
AGAMENNONE
Per la separazione programmata.
IFIGENIA
Non ho capito quello che m'hai detto.
AGAMENNONE
Sono sensate queste tue parole
che aumentano purtroppo la mia pena.
IFIGENIA
Posso anche dire delle cose sciocche
se servono per darti l'allegria.
AGAMENNONE
Sei buona e non riesco a tacere.
IFIGENIA
Perché non resti a casa coi tuoi figli?
AGAMENNONE
Se questa scelta fosse in mio potere.
IFIGENIA
Maledetta per sempre questa guerra
con quello che è successo a Menelao.
AGAMENNONE
Le sciagure non mi sono mancate,
per chi saranno quelle da venire?
IFIGENIA
Da un bel pezzo sei inchiodato in Aulide.
AGAMENNONE
Qualcosa m'impedisce di salpare.
IFIGENIA
Dove si dice che vivano i Frigi?
AGAMENNONE
Dove Paride abitar non dovea.
IFIGENIA
Pensi di andartene molto lontano?
AGAMENNONE
Anche per te un lungo viaggio aspetta..
IFIGENIA
Se almeno fosse sulla stessa nave.
AGAMENNONE
Ci sarà, figlia, una traversata
senza che tu dimentichi tuo padre.
IFIGENIA
Salirò sola a bordo o con mia madre?
AGAMENNONE
Da sola, senza il padre, né la madre.
IFIGENIA
Dovrò raggiungere un'altra dimora?
AGAMENNONE
Ci son cose che è meglio non sapere.
IFIGENIA
Ritorno dalla Frigia quando tutte
le cose sono alfine sistemate.
AGAMENNONE
Un sacrificio devo celebrare.
IFIGENIA
Per accertar degli dèi la volontà?
AGAMENNONE
Sempre da sola lo constaterai,
sarai accanto alle acque lustrali.
IFIGENIA
Potrem danzare intorno all'altare?
AGAMENNONE
Come invidio la tua ingenuità!
Ma non invidio me. Vai nella tenda,
meglio che non ti mostri. Dammi un bacio
che stai per lasciare a lungo tuo padre.
Che crudele destino per voi: seni,
guance e biondi capelli di mia figlia
a Troia e ad Elena sacrificati!
Le lacrime mi scorrono sul viso.
Vai nella tenda...
(Ifigenia entra nella tenda sulla porta della quale appare Clitennestra)
Progenie di Leda,
ti chiedo perdono perché commosso
mi mostro. Ifigenia andrà in sposa:
un congedo felice, ma il dolore
non lascia l'animo dei genitori
che han cresciuto la figlia e consegnarla
ora devono a un'altra casata.
CLITENNESTRA
Sarei una sciocca a rimproverarti,
quando anch'io come te soffrirò
accompagnando mia figlia alle nozze.
Il tempo certo attenuerà il dolore.
Dimmi d'Achille, quale stirpe e patria?
AGAMENNONE
Egina nacque dal fiume Asopo.
CLITENNESTRA
Con chi si unì con un mortale o un dio?
AGAMENNONE
Con Zeus ed Eaco generò
che di Enone diventò signore.
CLITENNESTRA
E tra i figli di Eaco, chi regnò?
AGAMENNONE
Peleo che Nereide sposò.
CLITENNESTRA
Col favore o in disaccordo col cielo?
AGAMENNONE
Fu Zeus a promettere e Nereo
di Tetide avea patria potestà.
CLITENNESTRA
Fu il matrimonio celebrato in mare?
AGAMENNONE
No,sulle sacre pendici del Pelio,
proprio là dove abita Chirone.
CLITENNESTRA
Dove è la stirpe dei centauri?
AGAMENNONE
Fu proprio in quel luogo che gli dèi
celebraron le nozze di Peleo.
CLITENNESTRA
E da qual genitore fu allevato
Achille, dalla madre oppur dal padre?
AGAMENNONE
Da Chirone per poterlo salvare
dai cattivi costumi degli umani.
CLITENNESTRA
Saggio fu dunque il suo educatore,
ma ancor più saggio chi gliel'affidò.
AGAMENNONE
A quest'uom nostra figlia è destinata.
CLITENNESTRA
Son d'accordo. E in quale città vive?
AGAMENNONE
A Ftia, presso il fiume Apidano.
CLITENNESTRA
In quel luogo porterà nostra figlia?
AGAMENNONE
Chi la prende dovrà pure pensarci.
CLITENNESTRA
Auguri a tutt'e due. Quando le nozze?
AGAMENNONE
Al plenilunio che reca fortuna.
CLITENNESTRA
Hai già offerto alla dea i sacrifici?
AGAMENNONE
Lo sto facendo come condizione.
CLITENNESTRA
Il giorno dopo, imbandirai il banchetto?
AGAMENNONE
Quando le vittime dei sacrifici
agli dèi saranno state immolate.
CLITENNESTRA
E in quale luogo io potrò offrire
il banchetto alle donne destinato?
AGAMENNONE
Accanto alle eleganti navi Argive.
CLITENNESTRA
Credo proprio che dovrò accontentarmi.
AGAMENNONE
E' più importante che tu mi obbedisca.
CLITENNESTRA
Non ho bisogno d'essere ripresa:
a te sempre obbedienza ho dato.
AGAMENNONE
Qui dove ora sta il novello sposo...
CLITENNESTRA
Devo pensarci io se è senza madre.
AGAMENNONE
... si sposerà tua figlia fra i Danai.
CLITENNESTRA
E io nel frattempo, ove sarò?
AGAMENNONE
Ritorna ad Argo dalle altre figlie.
CLITENNESTRA
Lasciando qui da sola Ifigenia?
Chi porterà la fiaccola nuziale?
AGAMENNONE
Lo farò io in onore degli sposi.
CLITENNESTRA
Non è questa la giusta tradizione.
AGAMENNONE
Non voglio che ti mischi fra i soldati.
CLITENNESTRA
La figlia a nozze deve andar con madre.
AGAMENNONE
Se le altre figlie non restano sole.
CLITENNESTRA
Sono al sicuro nelle loro stanze.
AGAMENNONE
Obbedisci.
CLITENNESTRA
No, per gli dèi! Pensa
agli affari che risolvere devi
e lascia a me quello che mi compete:
l'occorrente per le fanciulle spose.
(entra nella tenda)
AGAMENNONE
Un tentativo a vuoto, la speranza
di allontanarla è crollato ormai.
Astuzie, stratagemmi e via parlando
son falliti definitivamente.
Andrò da Calcante per scappatoia
trovare in questa triste condizione,
nell'interesse della Grecia e mio.
L'individuo che è saggio ha nella casa
la moglie buona e brava, oppur nessuna.
(esce)
CORO
Tutto l'esercito Greco con l'armi
e con le navi i gorghi d'argento
raggiungerà del fiume Simoenta,
la spianata di Troia, la città
dove si dice che Cassandra dai
biondi capelli, si orni di alloro
quando entro di lei con forza irrompon
le profezie che il dio ha dettato.
Schierati nella rocca e sulle mura
d'Ilio saranno i Frigi, quando i nostri
bei ragazzi dagli scudi bronzei
sui loro vascelli accosteranno
alle acque del fiume Simoenta.
Dalla città di Priamo strappare
vogliono Elena tutti gli Achei:
circondate dalle spade e da lance
saranno Pergamo con le pietrose
torri dei Frigi, mozzata la testa
avrà Paride, Ilio devastata,
molte lacrime che vengon versate
dalle donne di Priamo: moglie e figlie.
Elena, la figlia di Zeus, pianto
verserà per lo sposo abbandonato.
Che non provi giammai la mia famiglia
strazio eguale alle donne di Lidia
adorne d'ori e a quelle dei Frigi
chine ai telai, quando chiederanno:
"Chi per i capelli m'afferrerà
strappandomi dalla patria in rovina?
La colpa è solo tua, figlia del cigno
se, come si dice, Zeus si mutò
nel grande alato al fine di averti.
Ma forse sulle tavole pieridi
ci son solo storie vane e favole.
(entra Achille)
ACHILLE
Dov'è il comandante degli Achei?
Vada qualcuno dei servi a dirgli
che Achille a cercarlo è venuto.
La sosta sull'Euripo è diseguale:
guerrieri non sposati che hanno vuote
le case lasciate, e gente invece
con moglie e figli. Un grande entusiasmo
avrà raccolto questa spedizione,
io ho lasciato Farsalo e mio padre
per restar qui accampato e non sapere
quando i venti soffieranno più forte.
I Mirmidoni non mi danno pace:
"Quanto tempo deve ancora passare
per salpare per Ilio? Fai qualcosa
o riportaci in patria. Aspettare
non possiam l'incertezza degli Atridi."
(Clitennestra esce dalla tenda)
CLITENNESTRA
Figlio di Nereide, il discorso
di poco fa m'è giunto agli orecchi.
ACHILLE
Santo pudore, una donna vedo
di un aspetto di grande nobiltà.
CLITENNESTRA
La tua pudicizia lodo, ma ora
di parentela legami sussiston.
ACHILLE
Chi sei e in che modo qui capitasti?
CLITENNESTRA
Son Clitennestra, la figlia di Leda,
il re Agamennone è mio marito.
ACHILLE
L'essenziale hai detto, ma né a te, né a me
quest'incontro mi pare conveniente.
CLITENNESTRA
Ti prego non fuggir, la mano destra
porgimi come augurio delle nozze.
ACHILLE
Che dici?! Per tuo marito disagio
proverei se la tua man toccassi.
CLITENNESTRA
Ti è consentito, figlio della dea
visto che devi sposare mia figlia.
ACHILLE
Chi sposare?! Io sono strabiliato,
oppur sei tu che hai perso l'intelletto.
CLITENNESTRA
Capita di sentirsi imbarazzato
se si parla del proprio matrimonio.
ACHILLE
Io tua figlia non l'ho mai chiesta in moglie,
né tal proposta m'han fatto gli Atridi.
CLITENNESTRA
Che storia è questa? a te le mie parole
sembrano strane come a me le tue.
ACHILLE
Dobbiam pensarci bene tutt'e due
visto che non son frottole le nostre.
CLITENNESTRA
Vittima son caduta in un inganno,
ho immaginato nozze inesistenti
ed ora sento di provar vergogna
ACHILLE
Qualcun s'è preso gioco di noi due,
non val la pena di prendersela a cuore.
CLITENNESTRA
Non ho il coraggio di guardarti in faccia
per questo grave affronto che ho subito.
ACHILLE
Ti saluto anch'io, che il tuo sposo
nella tenda desidero cercare.
(dalla tenda si affaccia il vecchio)
VECCHIO
O progenie di Eaco, fermati!
Anche a te lo dico, figlia di Leda.
ACHILLE
Chi è che chiama con voce turbata?
VECCHIO
Un servo son che la sorte ha creato.
ACHILLE
Di chi servo? Non mio. D'altri con so.
VECCHIO
Appartengo alla donna sulla tenda.
ACHILLE
Siamo fermi, perché ci hai trattenuto?
VECCHIO
Alla tenda ci siete solo voi?
ACHILLE
Siam soli, parla pur tranquillamente.
VECCHIO
Siano salvi color che mi son cari.
ACHILLE
Il tuo discorso mostra del timore.
CLITENNESTRA
Non c'è tempo: devi dirmi qualcosa?
VECCHIO
Sai l'affezione che ho per te e i tuoi figli.
CLITENNESTRA
Sei un antico servo della casa.
VECCHIO
Ad Agamennone fui dono nuziale.
CLITENNESTRA
E in Argo sei con me sempre rimasto.
VECCHIO
A te devoto e meno al tuo sposo.
CLITENNESTRA
Che senso hanno questi tuoi discorsi?
VECCHIO
La tua figlia sta per essere uccisa
proprio dal padre che l'ha generata.
CLITENNESTRA
E' una fandonia che pronta respingo.
Il tuo cervello hai perduto, vecchio?
VECCHIO
Il bianco collo di quell'infelice
reciderà proprio con la sua spada.
CLITENNESTRA
Che cosa odo?! Oh, me sventurata,
è mio marito diventato pazzo?
VECCHIO
La mente è sana, sol prova delirio
verso di te e verso la tua figlia.
CLITENNESTRA
Qual è il motivo, qual demone tristo
la sua probità ha stretto nel pugno?!
VECCHIO
Un oracolo ha predetto Calcante:
questo è quello che chiede per salpare.
CLITENNESTRA
Per andar dove, mia figlia dal padre
dovrebb'essere uccisa e poi immolata?
VECCHIO
Per arrivar di Dardano alla reggia
e Menelao riprender la consorte.
CLITENNESTRA
Il fato dunque avrebbe deciso:
il ritorno di Elena si paga
immolando mia figlia Ifigenia?
VECCHIO
Ad Artemide suo padre l'offrirà.
CLITENNESTRA
Perché qui in Aulide farmi venire
parlando di un matrimonio futuro?
VECCHIO
Contava sulla tua felicità
sapendo che dovea sposare Achille.
CLITENNESTRA
Rovina per entrambi, figlia mia.
VECCHIO
Aagamennone non dovea pensare
di consumare tale atrocità.
CLITENNESTRA
In una morsa il pianto m'ha serrato.
VECCHIO
Non bastano le lacrime pei figli..
CLITENNESTRA
Come hai saputo tutto questo, vecchio?
VECCHIO
Avevo un'altra lettera per te
in aperto contrasto con la prima.
CLITENNESTRA
Voleva o non voleva Ifigenia
come vittima da sacrificare?
VECCHIO
Non la voleva. Tuo marito il senno
aveva all'improvviso ritrovato.
CLITENNESTRA
Una lettera che tu consegnarmi
dovevi e non l'hai fatto...
VECCHIO
Menelao
me l'ha sottratta lui, e proprio questo
è la causa della nostra sciagura.
CLITENNESTRA
Hai ben sentito, tu che di Peleo
e della Nereide sei il figlio?
ACHILLE
Certo, ho sentito che una sventura
ti ha colpito, e per me un'offesa
fu lanciata sconsideratamente.
CLITENNESTRA
Mia figlia, lusingata con le nozze,
a morte invece è stata condannata.
ACHILLE
Tuo marito è colpevole del torto
che non penso di dover sopportare.
CLITENNESTRA
Non mi vergogno di gettarmi ai piedi
di colui che una dea ha generato;
non son superba e nulla mi sta a cuore
più della felicità di mia figlia.
Falsamente, lo so, l'hanno chiamata
tua sposa, e ignara io l'ho portata
da te per porle in capo la corona
del matrimonio, mentre invece ora
al sacrificio devo accompagnarla.
Su di te la vergogna ricadrà
se tu rinunci a prender sua difesa:
con lei non hai contratto matrimonio,
eppur suo sposo sei stato chiamato.
Io ti scongiuro per la madre terra:
il tuo nome ha segnato mia rovina,
ora il tuo nome deve tutelarmi.
Non c'è altare in cui rifugiarmi,
solo il tuo corpo è la protezione,
nessun amico che mi sia vicino,
d'Agamennone crudeltà conosci.
Sola e donna in mezzo ai marinai
e ai soldati in rivolta sono giunta;
al male e al bene tutti erano pronti
secondo la giustizia. Sopra noi
stendi la mano e salve saremo:
altrimenti per noi non verrà scampo.
ACHILLE
Il mio animo è fiero, prendo fuoco
ma in fronte alla sventura mi rattristo
e gioisco del lieto con misura.
Ideale di vita è assennatezza,
di ragionar oppur no, secondo i casi.
Mio maestro è il centauro Chirone
che mi ha insegnato la semplicità.
Se gli Achei ordini giusti danno,
obbediremo, altrimenti no.
Qui e a Ilio, per quanto riguarda,
Ares onorerò con la mia lancia.
Tu dai tuoi cari hai subito offesa:
io ti consolerò per quanto posso.
Ifigenia non sarà immolata
dal padre. Non presterò a tuo marito
la mano per inganni concertare,
il mio nome ucciderebbe tua figlia
senza che la mia spada possa alzare.
La colpa già sarebbe del tuo sposo,
ma io innocente non mi sentir
per le nozze mancate; la vergine
che mali ha subito ed oltraggiata
è stata in un modo così indegno,
io la devo finalmente aiutare.
O Menelao sarebbe un eroe
ed io il peggiore degli Argivi, uomo
che nulla vale e che nulla può fare,
non figlio di Peleo, ma di un perfido
demone, se il mio nome dal consorte
tuo per il male venisse sfruttato.
Per Nereo che nel mare fu allevato
e dette vita a mia madre, giammai
Agamennone toccherà tua figlia,
oppure la barbarica terra
di Sipilo, città verrà chiamata,
mentre il nome di Ftia dimenticato.
Calcante il suo orzo preparerà
con le acque lustrali; che indovino
mai chi non possiede verità,
e il futuro predice con menzogna?
Non alludo alle nozze programmate,
molte ragazze sognano il mio letto,
ma Agamennone con me ha sbagliato:
doveva chiedere il permesso a me
per usare il mio nome e la ragazza
convincere, che anche Clitennestra
l'avrebbe data volentieri in moglie
a me. Ai Greci l'avrei consegnata
per non essere costretto a rifiutare
quello che dell'esercito il comune
bene era da tutti ritenuto.
Ma per i capi sono men di nulla,
un che si tratta a caso, bene o male.
Te lo dimostrerò con la mia spada
che, prima di combatter contro i Frigi,
si arrosserà del sangue di qualcuno.
Poco fa m'hai scambiato con un dio,
non lo sono ma posso diventarlo.
CORIFEA
O figlio di Peleo, bene hai parlato
in modo degno per la dea tua madre.
CLITENNESTRA
Sento che è mio dovere ringraziarti,
ma devo farlo senza esagerare
nelle lodi com'è la mia natura.
Mi vergogno a esibir le mie sventure
a te che vivi fuori dai miei mali,
ma un uomo di nobile sentire
ha pietà delle sofferenze altrui.
Vedevo in te un genero ideale,
ma era vana speranza; in ogni modo
per te sarebbe di cattivo augurio
la morte di mia figlia per future
felici nozze, non devi scordarlo.
Nel tuo parlare ti sei bene espresso:
se tu lo vuoi la mia figlia è salva.
Vuoi che si getti supplice ai tuoi piedi?
Terrà abbassati gli occhi pel pudore
così come a una vergine conviene.
ACHILLE
Non condurmi davanti Ifigenia
per non espormi a critiche volgari:
c'è intorno un'accozzaglia di soldati
pronti a chiacchiere ed a malignità.
Di vostre suppliche non ho bisogno:
dalle sciagure devo liberarvi,
l'impegno ho preso e lo rispetterò.
CLITENNESTRA
Che la fortuna sempre ti accompagni.
ACHILLE
Ascolta perché tutto vada bene.
CLITENNESTRA
Si capisce che devo darti ascolto.
ACHILLE
Tuo marito dobbiamo convincere
che gli conviene meglio ragionare.
CLITENNESTRA
E' un vile e dell'esercito ha paura.
ACHILLE
Ma le ragion si posson rovesciare.
CLITENNESTRA
Spiegami bene cosa devo fare.
ACHILLE
Per prima cosa implorar lo devi
che rinunci ad uccidere sua figlia,
se non accetta, chiedimi un aiuto.
Se la preghiera vince non è il caso
di chiamarmi: salvezza è garantita
senza fare osservazioni all'amico.
L'esercito non mi rinfaccerà
il privilegio del ragionamento;
spero nella completa persuasione
che renda inutile ogni intervento.
CLITENNESTRA
Parole sagge da seguire in pieno,
ma se l'esito nega lo sperato,
dove trovare il braccio protettivo?
ACHILLE
Sarò io su di te a vigilare
perché dei Danai in mezzo alla folla
tu non debba trovarti. Tindareo
per i Greci è persona importante:
la sua casa non disonorare.
CLITENNESTRA
Comanda pure, io obbedirò.
Sei un giusto, e se esistono gli dèi,
non potranno non esserti alleati.
CORO
Il lieto canto di quale imeneo
dal flauto libico fu accompagnato,
da cetra e dallo zufolo a più canne?
Fu quel giorno che le Muse andarono
al banchetto di nozze per Peleo.
Sul ritmo dei loro sandali d'oro,
intonarono canti melodiosi
in onore di Tetide e del figlio
di Eaco sul monte Centauri.
E del Pelio nei boschi, Ganimede
che il letto di Zeus delizia,
da coppe d'oro il nettare attingeva.
Le cinquanta Nereidi danzavano
sulla spiaggia risplendente di sole
per onorare liete queste nozze.
I Centauri arrivaron a frotte
numerose al banchetto degli dèi,
brandendo i pini, e non dimenticando
di adornarsi con ghirlande di fiori.
"O vergine Nereide" gridaron
"Chirone che dell'arte profetica
di Apollo si vanta, ti ha predetto
tutto sul figlio che partorirai:
sarà fulgida luce di Tessaglia.
A capo dei Mirmidoni armati
la pianura di Troia invaderà,
a ferro e a fuoco la città mettendo,
di Priamo indosso l'armatura
si metterà da Efesto forgiata:
un dono di Tetide sua madre."
Furono dai celesti consacrate
felici nozze fra Peleo e la prima
ninfa delle nobili Nereidi.
O vergine, gli Argivi deporranno
una corona sui tuoi bei capelli,
quasi fossi una giovenca discesa
dalle pietrose grotte dei monti,
ma domata non sei stata: la gola
verrà arrossata dal tuo stesso sangue.
Tra il suono degli zufoli e zampogne
non sei cresciuta, ma accanto madre
che preparava l'abito da sposa,
alla prole di Inaco destinata.
Pudore e virtù potere avranno
ancora fra i mortali se al governo
ci saranno empietà e indifferenza,
se ingiustizia su legge prevarrà
e l'uomo, non più solo, lotterà
per rimuovere l'ira degli dèi?
(Clitennestra esce dalla tenda)
CLITENNESTRA
Non è ancora arrivato mio marito?
Da un bel pezzo ha lasciato la tenda,
e mia figlia, infelice, sta piangendo
per la morte a cui il padre la destina.
Eccolo! E' proprio lui che sta arrivando.
E' il momento per me di smascherare
il nefando che trama verso il figli.
(arriva Agamennone)
AGAMENNONE
Che fortuna incontrarti da sola!
Devo dirti alcune cose adatte
poco agli orecchi di sposa futura.
CLITENNESTRA
Qual è dunque la fortuna che cerchi?
AGAMENNONE
Di' a tua figlia che deve seguirmi,
sono pronti i grani d'orzo con le
acque lustrali per purificare,
e anche le giovenche da immolare
un po' prima delle nozze alla dea,
dalle quali possa sgorgare il sangue
nero ad Artemide destinato.
CLITENNESTRA
Sono belle parole, ma azioni
che non so definire. Figlia mia,
lascia la tenda, sai delle intenzioni
di tuo padre. Ad obbedir son pronta,
così come a parlar per tutt'e due.
AGAMENNONE
Figlia mia, tu non hai l'aria allegra,
piangi e ti copri il viso col peplo?
CLITENNESTRA
Quali sventure devo raccontarti,
le prime, l'ultime. quelle di mezzo?
AGAMENNONE
Che cosa accade? tutt'e due sembrate
con l'aspetto turbato e con sgomento.
CLITENNESTRA
Agamennone, rispondi sincero.
AGAMENNONE
Non occorre un invito come questo,
che cosa chiedi? io ti risponderò.
CLITENNESTRA
E' vero che vuoi uccider nostra figlia?
AGAMENNONE
Orribil la domanda e il sospetto.
CLITENNESTRA
Orsù, rispondi alla mia richiesta.
AGAMENNONE
Se vuoi udire risposte sensate,
tu sensate domande dovrai farmi.
CLITENNESTRA
Stessa domanda, la risposta attendo.
AGAMENNONE
Sorte avversa e demone malvagio!
CLITENNESTRA
Un solo demone per lei, per me, per te?
AGAMENNONE
Di quale torto devi lamentarti?
CLITENNESTRA
Vuoi saperlo da me? Quale innocenza!
AGAMENNONE
Son venuti alla luce i miei segreti?
CLITENNESTRA
Sono stata informata dei tuoi piani:
i silenzi, i gemiti e i lamenti
parlan da soli. Non occorre dire.
AGAMENNONE
In silenzio rimango per vergogna.
CLITENNESTRA
Ascolta: parlerò con gran chiarezza
senza parole oscure o ambiguità.
La prima accusa che ora ti muovo
riguarda il matrimonio. Tu a forza
mi hai sposato uccidendomi il marito,
Tantalo, e dal mio seno strappato
il figlioletto. Contro di te,fieri
si levarono in armi i miei fratelli,
figli di Zeus, tu ti rifugiasti
da mio padre, il vecchio Tindareo.
Da lui perdono ottenesti e anche
l'accesso al mio letto nuziale.
Anch'io ti perdonai, diventando
una moglie esemplar, fedele e brava
ad aumentare i tuoi beni di casa:
eri un uomo felice e soddisfatto.
Rara fortuna trovare una moglie
come me. Un maschio ho partorito
e tre figlie. Or strapparmene vuoi
una crudelmente. Perché la uccidi?
Perché Menelao la moglie possa
riprendere, ed in tal modo i figli
debbon pagare per una svergognata.
Hai scelto di partire per la guerra
e sola mi hai lasciato nella casa.
Forse laggiù tu resterai a lungo,
e io sola cosa potrò pensare
nel veder che d'Ifigenia son vuote
le stanze virginali? le lacrime
mi scorreran sul viso ed un lamento
ripeterò: figlia mia che la vita
il padre ti donò, ora la morte
di sua mano ti ha dato. Qual ritorno
alla sua casa egli ha preparato?
Baserà poco per me e per le figlie
preparar l'accoglienza meritata.
Non mi costringere a farti del male.
Se immolerai mia figlia, qual preghiere
innalzerai al cielo o per te
invocherai? Luttuosa partenza
e funesto ritorno, non c'è altro.
Dovrò pregare io per il tuo bene?
Ma bene augurare agli assassini
non è una grave offesa per gli dèi?
Tornando in Argo abbraccerai i tuoi figli,
ma chi di loro ti guarderà in faccia?
Uno l'abbracci e subito l'uccidi.
Hai ben riflettuto, oppur soltanto
vuoi impugnar lo scettro di comando
dell'armata? Volete Achei salpare
contro la terra dei Frigi, avresti
dovuto dire, or tirate a sorte
l'uomo il cui figlio morire dovrà.
Questo era giusto e non consegnare
tua figlia come vittima indicata.
Oppur che Menelao sacrificasse
Ermione, figlia sua, per ottenere
Elena in cambio che è la sua sposa:
lo scambio in fondo riguardava lui.
Io, donna fedele, sarò privata
della figlia, mentre lei, l'adultera,
terrà la propria a Sparta fra le mura
della sua casa e vivendo felice.
C'è qualche sbaglio in quello che ho detto?
Se è giusto, non ucciderai tua figlia.
CORO
Devi darle ascolto, e sempre giusto
che i genitori difendano i figli.
IFIGENIA
Se di Orfeo io avessi la voce, padre,
e persuader potessi col mio canto
anche le pietre a venirmi dietro,
quella strada di certo seguirei.
Solo un'arte m'è dato possedere:
il pianto, e ti abbraccio le ginocchia
piangendo, perché tu non dia la morte
al corpo che tu stesso hai generato.
Troppo giovane sono perché il sole
per me la luce spenga, e mi costringa
a scendere nel regno della notte.
Ricordo quando in braccio mi tenevi
e le carezze che mi prodigavi,
dicendo:"Ti vedrò viver felice
nella casa che sarà del tuo sposo."
Io,abbracciata al tuo collo, rispondevo:
"Da vecchio tu verrai nella mia casa
com'ospite gradito, e resterai
insieme a me il tempo che vorrai."
Non mi uccidere, ti supplico in nome
di Pelope e del tuo padre Atreo
ed anche di lei, mia madre che soffrì
nel partorirmi, e deve ancor soffrire
per la mia morte. Cosa c'entro io
con le nozze compiute da Alessandro
con Elena? Dammi un ultimo bacio
che come tuo ricordo mi rimanga.
(Oreste le abbraccia le gambe)
Vedi, anche mio fratello un aiuto
vorrebbe darmi, ma purtroppo, Oreste,
sei troppo piccolo e non rimane
che unirti al mio pianto e supplicare
nostro padre a non darmi la morte.
Il mondo tenebroso è da fuggire
in ogni modo, soltanto la luce
può dar la gioia a tutti gli umani.
CORO
Elena, sciagurata la tua colpa
che ha portato gli Atridi e i loro figli
ad affrontare questa prova atroce.
AGAMENNONE
Conosco anch'io quando è necessario
aver pietà oppure far tacere
il sentimento. I miei figli amo,
e prendere questa decisione
è agghiacciante, ma anche il contrario
lo è lo stesso. Gli eroi Greci sono
impietriti con le loro armi.
Come Calcante ha già profetato,
nessun potrà torri d'Ilio assaltare,
né distrugger di Troia la città
se Ifigenia non immolerò.
Violenta la passion s'è scatenata
nell'esercito dei nostri soldati:
immediata la flotta ha da salpare
per raggiungere la terra dei Frigi
e ai ratti delle Greche porre fine.
Uccideranno voi se io mi oppongo
ai decreti da Artemide fissati.
In questo fatto Menelao non c'entra,
non per lui devo sacrificarti,
ma per salvare i talami dei Greci
che dai barbari vengon profanati,
perché dei Greci venga finalmente
affermata la piena libertà.
(s'allontana)
CLITENNESTRA
Della tua morte, figlia, forte angoscia
patisco, mentre invece il genitore
ti ha consegnato all'Ade e ora fugge.
IFIGENIA
Sventura mi colpisce, o madre mia,
or ci accomuna un canto luttuoso
mentre per me s'è spenta ormai la luce.
Valli della Frigia ricoperte da
neve, monti dell'Ida dove un giorno
Priamo espose per destino di morte
il neonato Paride che poi
come mandriano venne allevato,
là dove son le fonti delle ninfe
e un prato di rose e giacinti
che vengono raccolti dalle dee.
Là giunsero un giorno Pallade, Cipride
ed Era: Cipride che i desideri
in tutti accende. Pallade orgogliosa
della sua lancia, così come Era
fiera appariva del letto di Zeus.
Giunse così all'odioso giudizio
che ai Danai la gloria avrebbe dato,
a me la morte; ignara vittima
ad Artemide sono destinata
per concedere ai Greci di salpare.
Madre mia che a una sventurata
hai dato vita, non lasciarmi sola
ad affrontar l'empia spada diretta
alla mia gola da un padre crudele.
Il porto d'Aulide non doveva dare
asilo a navi con bronzei rostri
che contro Troia erano dirette.
Zeus sull'Euripo non dovea mandare
venti ostili a chi dovea partire
e a chi invece laggiù dovea sostare.
Duro è per gli umani il destino
conoscere. Le sofferenze e i mali
che la figlia di Tindareo ha dato
all'infelice stirpe dei Danai.
CORIFEA
Ho grande compassione per la sorte
che vorrei non ti fosse mai toccata,
IFIGENIA
Madre, vedo una turba di soldati
che, mi sembra, siano qui diretti.
CLITENNESTRA
C'è Achille,l'eroe, in mezzo a loro,
per il quale sei venuta in Aulide.
IFIGENIA
Aprite la tenda per nascondermi.
CLITENNESTRA
Perché vuoi tu fuggire, figlia mia?
IFIGENIA
Trovo disagio nel farmi vedere.
CLITENNESTRA
E non puoi dirmi quale è il motivo?
IFIGENIA
Mi vergogno per le nozze mancate.
CLITENNESTRA
La nostra condizione non consente
di praticar certe delicatezze:
c'è l'urgenza di chiedere aiuto.
ACHILLE
O progenie di Leda sventurata...
CLITENNESTRA
Sventurata: hai detto proprio bene.
ACHILLE
... dagli Achei poco fa alti clamori
si son levati con violenza estrema.
CLITENNESTRA
Non puoi parlare con più precisione?
ACHILLE
E' tua figlia l'oggetto del tumulto.
CLITENNESTRA
Son parole di cattivo augurio.
ACHILLE
... dicono che dovrebb'essere uccisa.
CLITENNESTRA
E nessuno ha levato opposizione?
ACHILLE
Io steso ho corso questo rischio.
CLITENNESTRA
Di quale rischio ora stai parlando?
ACHILLE
Il rischio di venire lapidato.
CLITENNESTRA
Ma chi avrebbe mai osato di toccarti?
ACHILLE
Tutti i Greci si sono coalizzati.
CLITENNESTRA
Non c'erano fra questi i tuoi soldati?
ACHILLE
I Mirmidoni? Eran nella fila
dei protestanti, come dei nemici.
CLITENNESTRA
Per noi allora è proprio finita.
ACHILLE
Mi chiamavano il succubo di nozze.
CLITENNESTRA
E tu allora che cos'hai risposto?
ACHILLE
Che non lascerò uccidere mai
questa donna che io avrei sposato
che m'era stata promessa dal padre.
CLITENNESTRA
L'avea fatta venire qui da Argo.
ACHILLE
Ma le urla mi hanno sopraffatto.
CLITENNESTRA
La folla è un animale inferocito.
ACHILLE
Malgrado tutto vi difenderò.
CLITENNESTRA
Ti batterai contro tutti e da solo?
ACHILLE
Ecco i servi che portan le mie armi.
CLITENNESTRA
Auguro al tuo coraggio buoni frutti.
Così mia figlia non verrà sgozzata?
ACHILLE
Non per quanto sta in me, resta pur certa.
CLITENNESTRA
Verrà qualcuno per portarla via?
ACHILLE
In diecimila verranno, e con loro
a capeggiarli ci sarà Odisseo.
CLITENNESTRA
Di Sisifo il maledetto figlio?
ACHILLE
Appunto. Proprio di lui si tratta.
CLITENNESTRA
Dall'esercito è stato mandato,
oppur venuto per sua iniziativa?
ACHILLE
E' stato scelto col suo gradimento.
CLITENNESTRA
Come potrà lui trascinarla via?
ACHILLE
Afferrandola per i suoi capelli.
CLITENNESTRA
Allora io che cosa devo fare?
ACHILLE
Tenerti stretta, stretta a tua figlia.
CLITENNESTRA
se fosse sufficiente questa stretta,
nessun me la potrebbe mai strappare.
ACHILLE
Questo è lo scopo cui tende Odisseo.
IFIGENIA
Madre, ti prego adesso di ascoltarmi:
non vale esser furiosa col marito.
Dobbiamo lo straniero ringraziare
per dimostrata generosità,
ma dobbiamo soprattutto evitare
che dalle truppe venga accusato
senza per noi risultar vantaggio.
In quanto a me, dopo mia riflessione,
gloriosamente affronterei la morte.
Ascolta quali son le mie ragioni:
tutta la Grecia ormai sta guardando
perché da me dipende la partenza
delle navi, insieme con distruzione
d'Ilio superba; non più nel futuro
le donne rapiranno dalla Grecia,
se a caro prezzo pagheran l'offesa
che Elena ha dovuto subire.
Tutto questo otterrò con la mia morte,
avrò gloria per aver liberato
l'Ellade stessa che abbiamo in comune.
Non per te sola tu m'hai generato,
ma per la patria, la storia, il costume.
Achille non dovrà scendere in campo
contro tutto l'esercito schierato,
non è giusto rischiare di morire
solo per una donna aver difeso.
Neppur di mille donne l'esistenza
equivale a quella di un sol uomo.
Se Artemide la mia persona ha scelto,
posso oppormi al volere della dea?
Ecco dunque che mi offro alla Grecia
perché in Ilio venga distruzione.
Questo per me è il mio monumento:
comprende figli, matrimonio e gloria.
Gli Achei comandar dovranno i barbari:
lor son schiavi e noi liberi siamo.
ACHILLE
O figlia d'Agamennone, felice
sarei stato se t'avessi sposato.
Quali nobili parole le tue!
Degna tu sei della Grecia e lei di te.
Contro il divin che sempre ci sovrasta
hai deciso che non si può lottare.
La natura tua nobile m'accende
sempre più il desiderio di sposarti
per poterti portar nel mio palazzo.
Tetide lo dovrà pure sapere
del dolore che io proverei
se non riuscissi a salvarti dai Greci.
La morte, credimi, è un brutto male.
IFIGENIA
Parlo senza riguardi per nessuno,
ma tu, straniero, non uccider altri
e nemmeno devi restare ucciso.
Lascia che l'Ellade la salvi io,
se mi sarà possibile di farlo.
ACHILLE
Non aggiungo altro se hai deciso.
Ma, anima sublime, pentire ti
potresti, allora, sarò all'altare,
pronto ad impedire la tua morte.
Forse quando la spada avrai sul collo
ripenserai alle mie parole.
Vado al tempio ad attendere il tuo arrivo.
(esce)
IFIGENIA
Perché, madre, ti piangi in silenzio?
CLITENNESTRA
Non ho forse ragion di lamentarmi
per tutte le sciagure capitate?
IFIGENIA
Non rattristarmi e stammi a sentire.
CLITENNESTRA
Parla pure, da me attenzione avrai.
IFIGENIA
Non tagliarti i capelli e non portare
abiti neri per la mia scomparsa.
CLITENNESTRA
Come farlo dopo averti perduto?
IFIGENIA
Non mi hai perduto, ma salva sarò
e potrai afferrare la gloria.
CLITENNESTRA
Hai detto che non devo portar lutto
dopo la tua scomparsa prematura?
IFIGENIA
Nessun tumulo per me verrà eretto.
CLITENNESTRA
Non è mai per la tomba che si piange,
ma per chi se ne sta chiuso là dentro.
IFIGENIA
D'Artemide l'altare è il monumento.
CLITENNESTRA
D'accordo, figlia, farò come vuoi.
IFIGENIA
Pensa, madre, io sono fortunata
dell'Ellade sarò benefattrice.
CLITENNESTRA
Cosa dirò alle tue sorelle?
IFIGENIA
Neanche loro si vestano a lutto.
CLITENNESTRA
Non hai parole affettuose da dirgli?
IFIGENIA
Che stiano bene, e fai un uomo di Oreste.
CLITENNESTRA
Abbraccialo che non lo vedrai più.
IFIGENIA
Caro, Oreste, hai aiutato i tuoi cari
come meglio potevi per l'età.
CLITENNESTRA
Che cosa fare in Argo a te gradito?
IFIGENIA
Non odiare mio padre, il tuo sposo.
CLITENNESTRA
Dovrà passar per te prove tremende.
IFIGENIA
Per la Grecia mi avrà sacrificato.
CLITENNESTRA
Con l'inganno l'ha fatto, in modo indegno
per chi scende dalla stirpe d'Atreo.
IFIGENIA
Chi mi starà vicin prima che via
mi trascinino per i miei capelli?
CLITENNESTRA
Ci sarò io con te...
IFIGENIA
No, non venire.
CLITENNESTRA
... aggrappata al tuo peplo.
IFIGENIA
Madre, ascolta:
resta qui. Che sia un servo di mio padre
a scortarmi dove sarò sgozzata.
CLITENNESTRA
Te ne vai?
IFIGENIA
Per non tornare più.
CLITENNESTRA
Aspetta, figlia, lasciarmi non devi.
IFIGENIA
Non piangere. E voi, giovani amiche,
ad Artemide intonate un peana,
che i Danai l'ascoltino in silenzio,
si consacrino i canestri; il fuoco
venga ora acceso per purificare:
io porto la salvezza e la vittoria.
A me vincitrice d'Ilio e dei Frigi
porgete ghirlande, poi provvedete
acque lustrali, disponete danze
nel tempio e d'Artemide all'altare.
Con il mio sangue e con il sacrificio
la profezia io cancellerò.
Augusta madre, non il nostro pianto
noi ti offriamo: non è consentito.
Giovani donne, con me celebrate
Artemide a Calcide nel tempio.
Qui nel porto di Aulide le armi
per colpa mia restano inattive.
CORO
La rocca di Perseo hai rammentato
l'opera realizzata dai Ciclopi?
IFIGENIA
Mi allevaste perché io luce fossi
per l'Ellade, non rifiuto di morte.
CORO
La gloria ti sarà per sempre accanto.
IFIGENIA
Giorno radioso, splendore di Zeus!
Si prepara per me una nuova vita
da consumare in un nuovo destino.
A te, luce tanto amata: addio.
(esce)
CORO
Ecco che avanza questa vincitrice
di Ilio e dei Frigi: sul capo ghirlande
e da distribuir acque lustrali.
Dal tenero collo sgorgherà il sangue
sacrificato per la dea crudele.
Le fonti stillanti ti attendono,
le acque paterne con l'esercito
che anela di raggiungere Ilio.
Te vogliamo invocare di Zeus
figlia, sovrana di tutti gli dèi,
concedici una sorte felice.
Tu, altissima che le vittime umane
ricerchi, manda l'esercito Greco
contro la terra dei Frigi, concedi
ad Agamennone, d'Ilio le forti
mura espugnare, cingendo sul capo
una corona di gloria perenne.
(entra il secondo messaggero)
SECONDO MESSAGGERO
O Clitennestra di Tindareo figlia,
esci dalla tua tenda ad ascoltarmi.
CLITENNESTRA
Sono uscita dopo averti sentito,
sono tutta sconvolta perché temo
tu abbia una disgrazia da annunciarmi.
SECONDO MESSAGGERO
Cose stupefacenti voglio dirti
accadute a tua figlia proprio ora.
CLITENNESTRA
Che cosa aspetti, sbrigati a parlare.
SECONDO MESSAGGERO
Saprai tutto ciò per filo e per segno.
Anch'io ho la mente un po' turbata,
spero di non confondermi nel dire.
Di Artemide il bosco raggiungemmo
e gli Argivi ci fecer folla intorno.
Agamennone, vedendo la figlia
che verso il sacrificio avanzava,
in lamenti e singhiozzi scoppiò.
Ifigenia accanto sosta fece
e disse: "Padre mio, volentieri
il mio corpo offro in sacrificio
per la patria e per tutta la Grecia,
secondo il decreto degli dèi.
Vi auguro propizia la fortuna
per il vostro trionfo ed il ritorno.
Nessun mi tocchi: io sola alla spada
il collo porgerò." così parlò
e tutti ammirarono il coraggio.
Taltibio ordinò quiete profonda,
Calcante estrasse un'affilata spada
e incoronò il capo della donna.
Il figlio di Peleo le acque lustrali
sparse intorno all'altare e così disse:
"Figlia di Zeus, tu che le belve
uccidi e attraversi la notte
come candida luce, ora accogli
il sacrificio offerto dagli Achei
compreso il principe Agamennone
con l'inviolato sangue di vergine.
A noi concedi un quieto navigare
alla volta di Troia e conquistare
la città con la forza delle lance."
Atridi e soldati, fisso al suolo
tenevano lo sguardo. L'officiante
si preparava ad assestare il colpo,
quando all'improvviso il miracolo
avvenne: tutti il rumor del colpo
sentimmo, ma da nessuno il corpo
della fanciulla fu visto cadere.
Il corpo di una cerva molto bella
giaceva al suolo ancora palpitante
e l'altare irrorando col suo sangue.
Allor Calcante esultante gridò:
"Questa è la vittima predestinata
dalla dea. Afrodite non vuole
che il suo altar venga macchiato
da nobile sangue. Ha ella accolto
il nostro sacrificio, e ci concede
di salpare per Ilio ed attaccare
la città. Andate dunque alle navi,
oggi Aulide dobbiamo lasciare
e varcare le acque dell'Egeo."
Quando la vittima al fuoco di Efesto
diventò cenere, Calcante invocò
l'esito lieto dell'operazione.
Questo Agamennone mi manda a dirti,
perché tu conosca quale sorte
gli dèi hanno assegnato a Ifigenia,
e della gloria che ha conquistato
nell'Ellade. Io stesso ero presente
quando tua figlia è volata in cielo.
Dimentica l'ira contro il tuo sposo:
le azioni degli dèi non sono sempre
da noi comprese,ma i celesti salvano
le persone che da lor sono amate.
Questo è un giorno felice che ha veduto
la tua figlia morire e poi rinascere.
CORIFEA
Di grande gioia è questo messaggio:
tua figlia è salva e vive fra gli dèi.
CLITENNESTRA
Quale dio ti ha rapita, figlia mia?
Con quale nome or dovrò invocarti?
Oppur favole sono che vogliono
consolarmi e convincermi anche
a deporre il mio lutto doloroso?
CORIFEA
Il principe Agamennone è arrivato
e ti ripeterà questo racconto.
AGAMENNONE
Moglie mia, felici ora possiamo
ritenerci per la nostra figlia
che vive adesso insieme agli dèi.
Prendi Oreste con te e ritorna ad Argo.
L'armata è pronta a salpare. Addio.
Ci vorrà del tempo prima che torni
da Troia. La fortuna sia benigna.
CORO
Addio, figlio di Atreo, in terra Frigia
giungi bene e ritorna felice.
E magnifiche prede porta anche
dalla città di Ilio conquistata.


FINE DELLA TRAGEDIA