IN... CERTI NOTTURNI

di

Carla Viggiani

Le paure di un povero pensionato ed altri ancora sull'umana, futuribile sorte. 





Milano, 2000. 

Notte afosa in un cortile di un condominio popolare transennato per finti lavori. 



Atto I

Personaggi
Armando: 70 anni
operaio in pensione tradito dalla storia.
Antonio: 70 anni
emigrato dal sud. 
Lea: 30 anni
impiegata precaria molto arrabbiata.
Paolo: 32 anni
barman disoccupato alla ricerca di un lavoro che non c’è.
Luca: 32 anni
laureato in economia in fiduciosa attesa di un mondo nuovo.
Signora Tazè: 65 anni
immigrata keniota e infermiera di piante bisognose di cure.
Rosa: 65 anni
moglie di Antonio.
Nino, Carlo e Luigi: tutti sui 50 anni.
inquilini molto arrabbiati.
Gianna ,Sergio e Rita: 55 –50- 75 anni.
Inquilini rassegnati.






Mentre le luci in sala sono ancora accese, a sipario abbassato, dal palcoscenico un caotico brusio di voci si diffonde in sala.

VOCI INDISTINTE Tre ore di discussione per non ottenere niente, niente! 
Mia madre non sta bene…dove andremo? 
Noi non stiamo meglio…lavora solo mio marito. 
Cosa faremo? 
E domani ? 

Si apre il sipario sul cortile di un condominio popolare transennato per lavori. Da una porta illuminata, posta in mezzo alle due scale che si dipartono dal cortile, esce ed entra una piccola folla di inquilini. In mezzo alle transenne discutono animatamente sedendosi e alzandosi da alcune sedie di plastica sparse intorno ad un tavolo. 
VOCI DAL GRUPPO Questi non vogliono sentire ragione, questi ci sfrattano… 
Io nun aggiu capito ancora se noi, noi in persona possiamo fa’ qualcosa e tu? 
Ma cosa vuoi capire! Prendiamoci questi quattro soldi e andiamo a casa…domani si lavora. 
No, no, restiamo…Vediamo che dice Armando…
Sovrapposte a queste voci che si vanno smorzando via, via che il gruppo si disperde per il cortile, si distinguono le voci di alcuni inquilini.
NINO (circondato da Carlo, Armando, Paolo e Luca mentre gli altri parlottano in un angolo) Maledizione! Ci hanno costretto a fare l’assemblea condominiale in tutta fretta perché volevano un accordo e poi vengono a trattarci come accattoni a casa nostra…Lo avete sentito il rappresentante della proprietà?( imitando il tono burocratico e freddo del rappresentante) “Vi comunichiamo che le ragioni sociali volute dalla fondazione Berti e dal suo fondatore, si sono giuridicamente concluse …
PAOLO (continuando) Vi deve essere chiaro, quindi, che gli eredi hanno avuto anche troppa pazienza ad aspettare una risposta…
ARMANDO Bella recita hanno fatto! 
LEA (ironica) Poveretti!…Quanto si stanno sacrificando…!
La discussione richiama gli altri inquilini che si avvicinano e si distribuiscono in cerchio ad ascoltare. 
CARLO (tono malinconico) Questi ci hanno presentato un bel conto…e tutto in una volta……
ARMANDO Su questo palazzo ci faranno un mucchio di soldi… 
LEA E a noi vengono ad offrire una miseria……
GIANNA Avevano promesso che avremmo potuto riscattare gli appartamenti a prezzo agevolato…
RITA Avevano messo anche i ponteggi per fare i lavori ed ora?
ANTONIO Mo’ ci sfrattano senza tanti complimenti…
SERGIO E’ vero che lo sfratto verrà eseguito dall’autorità giudiziaria e dalla forza pubblica?
ARMANDO (sospiro) Proprio così…
Silenzio
RITA (sedendo stancamente) Quanti mesi mancano allo sfratto?
ANTONIO Chi lo sa! Io co’ tutti quei conteggi che hanno fatto non ho capito niente, solo le minacce ho capito…quelle le ho capite bene.
Brusio di voci. 
Tre mesi …abbiamo tre mesi.
No…no, l’avvocato diceva di meno. 
Di meno? Ma Quanto? Quanto?
ANTONIO Armà, tu lo dovresti sapere.
ARMANDO Credo due mesi, ma devo controllare la legge. 
Si leva un brusio di voci che si intreccia con la risposta di Carlo. 
Due mesi? 
Che possiamo fare in due mesi?…
CARLO Quello che mi manda in bestia è che ci mandano pure gli sbirri per sbatterci fuori da questa topaia! Che li mandino! Che li mandino pure così scopriranno di che cosa è capace Carlo Rinaldi…
Si solleva un brusio di voci che deve dare l’idea del caos che regna nel cortile.
Perché ci mandano la polizia?
Perché questa è la legge…
Ma noi non siamo delinquenti…Noi abbiamo sempre pagato
Voci provenienti da finestre e balconi che lo spettatore non può vedere.
VOCE MASCHILE Ma almeno i soldi ce li danno?
PAOLO (guardando in alto) Si, si, ce li danno questi dannati soldi.
VOCE MASCHILE E quanto ci danno?
ANTONIO (guardando in alto) Non s’è deciso ancora.
ARMANDO ( a testa in su) Invece di gridare dai balconi, scendete giù, perbacco! Scendete, così decidiamo se li dobbiamo accettarli o meno questi quattro soldi…
NINO (torvo crucciato, vicino ad Armando) Accettare questa miseria? Mai! Dobbiamo rifiutare per fargli vedere chi siamo…chi sono gli inquilini di questo condominio?(Gridando agitato e minaccioso) Guai, guai a chi accetta quella carità…guai a chi rompe il fronte!…Se la vedrà con me!
LUIGI ( rivolto a Nino) Tu rovinerai tutto…come sempre…
SERGIO (rivolto a Luigi) Meglio andarcene…con questi non si può parlare…Vorrà dire che ognuno farà per sé.
I due si avviano verso la scala destra.
ARMANDO( li richiama a voce alta) Ma dove andate? Dobbiamo ancora decidere e voi ve ne andate così…
NINO (gridando) Lasciali andare…
CARLO Andatevene…Possiamo fare a meno di voi…Tanto per quel che avete sempre fatto in questo condominio!
LUIGI (ritornando indietro e affrontando Carlo) Mi spieghi come si faceva a fare qualcosa con uno come te tra i piedi? Uno che ha seminato sempre zizzania? (Armando ed Antonio si mettono tra i due) Sappiate che io me ne vado per quieto vivere…Per non aggravare la situazione( Si avvia verso Sergio che lo aspetta davanti alla scala destra.(Prima di salire si gira verso gli altri) Con questo finisce sempre così…
SERGIO ( fermo davanti alla scala) A san Vittore…di sicuro a san Vittore si finisce con questo…
Risate e commenti.
Ah…ah…ah…Carlo zitto non sa stare…
E Luigi? Lui si sa che è permaloso…Ah…ah…ah.
ARMANDO (sale su una sedia e supplicando) Vi prego! Calmiamoci tutti… Ragioniamo… Stasera dobbiamo prendere una decisione unitaria altrimenti la proprietà…
CARLO (Molto arrabbiato) Altrimenti la proprietà ci sbatte fuori senza la miseria che ci ha offerto? Questa è la tua paura? (Si rivolge agli altri) Questa è la vostra paura? Che ci provino questi signori a farci sloggiare dalle nostre case, vedremo come faranno… 
ANTONIO ( tono rassegnato ) E che ci vo’ a farci sloggià!…Ppe’ loro tutto è possibile…tutto è facile… pure sta’ cosa qua.
CARLO Ci provino a venire a casa mia! Io ci creperò in quelle due stanze ma difenderò i miei diritti fino a che avrò un alito d’aria…
LUCA Smettila di dire sproloqui!
NINO (avvicinandosi a Luca con tono minaccioso) Tu la devi finire di provocare, hai capito? Io non sono tuo padre che ha già accettato quei quattro soldi di buonuscita e ci ha svenduti come Giuda. 
ARMANDO (mettendosi tra i due per evitare una lite) Devi star calmo Nino, dobbiamo tutti star calmi se non vogliamo metterci nei guai e peggiorare la situazione…
NINO (tenuto a bada da Armando minaccia Luca) E’ vero o non è vero che il padre di questo signore ha accettato l’offerta della proprietà senza nemmeno consultarci? E’ vero o non è vero?
ARMANDO E’ vero…Ma l’ha fatto senza pensarci…senza riflettere.
CARLO Senza pensarci? No, l’ha fatto per tornaconto…Questo ha intascato…te lo dico io che ha intascato e ci ha venduti alla proprietà per trenta denari……
LUCA (alzandosi e scagliandosi contro Carlo) Non ti permettere di offendere mio padre, capito?( spingendolo indietro.
Armando, Paolo e Antonio cercano di riportare la pace mettendosi fra i due mentre gli altri inquilini commentano.
VOCI Se queste voci circolano…Ci sarà un motivo. 
Meglio farsi gli affari propri…Questi prima litigano e poi si mettono d’accordo…
In mezzo a questo parapiglia i due litiganti vengono costretti a sedere a debita distanza .
ARMANDO ( sedendo stancamente) I poveri litigano e gli altri si arricchiscono…
Ognuno si perde nelle sue riflessioni.
RITA Mi hanno ingannata gli anni…Sono diventata troppo vecchia…non ho più forza per nuovi guai…
ANTONIO Quanti anni che so’ qua e mo’… mo’?
GIANNA Mia figlia si sposa, i soldi servirebbero, ma domani dove finirò?
LUCA (alzandosi dalla sedia) Sempre i soliti piagnistei…Lo capite o no che i giochi sono fatti e dovete rassegnarvi? Lo capite o no che più di questi quattro soldi non vi daranno?
Il gruppo si ricombatta aggressivo intorno a Luca.
ANTONIO Guagliò, ricominci a provocà?
ARMANDO (alzandosi dalla sedia) Posso parlare? Posso?
CARLO Parla, parla…Tanto per quel che serve…
ARMANDO Se avete un po’ di pazienza ad ascoltarmi concludo subito…
GIANNA Ma che dobbiamo fare…che dobbiamo fare?
ARMANDO ( perde la pazienza) E fatemi finire di parlare …di spiegare, perbacco!
ANTONIO E mo’ fate arrabbià pure stu’ sant’uomo! Smettetela nu’ poco, per favore.
ARMANDO (circondato dalla piccola folla dei personaggi) Dunque…per prima cosa, se vogliamo concludere una trattativa seria con la proprietà, dobbiamo stare tutti più tranquilli…dobbiamo mantenere la calma…
CARLO Calma? ( rivolto agli altri) Noi abbiamo bisogno di barricate e lui ci consiglia la calma…Ho capito! Con voi, stasera, c’è solo da perdere tempo e fiato ( scatta dalla sedia e incomincia a gesticolare) Che ci sto a fare io con voi? (quasi fosse da solo e parlasse a se stesso) Questi hanno già calato le braghe…si sono già venduti (Si avvia verso la scala di sinistra velocemente, poi si ferma e grida) Ma io so io cosa farò quando verranno a sbattermi fuori da casa mia…( sale i primi gradini, si ferma, si gira verso il gruppo) Che ci provino a farlo e vedranno di che cosa Carlo è capace…(Scomparendo nella scala) Che ci provino…ci provino…
Gli altri inquilini continuano a guardare verso la scala in silenzio. 
LUCA Meglio lasciarlo perdere! Se aspira al martirio sono affari suoi…
Le parole di Luca provocano una reazione negativa nel gruppo.
ARMANDO ( rivolto a Luca) E’ meglio se stai zitto, stasera!
NINO Lascialo provocare!…lo aspetto che dica un’altra parola per spedirlo a casa conciato per bene. 
LEA (in piedi infervorata) Ha ragione Carlo! Dobbiamo ribellarci…dobbiamo fare qualcosa per difendere i nostri diritti…scrivere lettere non serve a niente.
ARMANDO (irritato) Adesso ti ci metti pure tu! E’un anno che scrivo e spedisco lettere su lettere per far sapere in giro i problemi del condominio ed ora mi devo anche sentir dire che…
NINO Riconoscilo che non sono servite a niente.
ARMANDO ( irritato) A niente? Se siamo ancora nelle nostre case lo dobbiamo proprio a quelle lettere…Sono state quelle lettere che hanno costretto la proprietà a venire a patti.
LEA La proprietà sarebbe venuta a patti? E come, se ci stanno sfrattando nel peggiore dei modi?
ARMANDO Se non avessi spedito tutte quelle lettere…se non avessi informato la stampa, saremmo stati sbattuti fuori da questa casa già da parecchio tempo…Naturalmente non sono così ingenuo da pensare che ora…in questa situazione…
ANTONIO Fusse meglio se, stavolta, andiamo dal sindacato.
PAOLO (prudente) Ha ragione Antonio…è meglio se ci facciamo assistere dall’avvocato del sindacato…
GIANNA Sarebbe bene anche organizzare qualche manifestazione nel quartiere…Bisogna farlo sapere a tutti quello che ci sta capitando.
ARMANDO Sono d’accordo con Paolo….bisogna chiedere assistenza al sindacato…Ora la situazione è veramente delicata…
PAOLO, RITA E GIANNA E’ una buona idea.. meglio rivolgersi al sindacato…
NINO Sindacati, manifestazioni? Ma cosa vuoi che servano…? Te lo dico io che succede con queste cose…Niente…niente succede…niente…
ANTONIO Ma loro hanno sempre aiutato i lavoratori…
NINO ( sempre più arrabbiato) Voi gingillatevi pure con sindacati e simili…Io sprangherò porte e finestre…murerò ogni apertura …ogni pertugio…ogni fessura…Dovranno portare le bombe, lor signori, per stanarmi da casa mia (si avvia verso una delle due scale gesticolando).
LEA Ha ragione, ha ragione!
GIANNA Ma come fai a dare ragione ad uno come Nino?
RITA Io non ci capisco niente…sono vecchia…sono stanca e questo è troppo per me…(si alza a fatica, Gianna corre ad aiutarla) Armà, fai tu…ti sei sempre interessato a questo condominio e noi ci siamo fidati di te…Fai tu…Io adesso vado…la mia testa non ce la fa in questa confusione (si avvia lentamente verso la scala destra sorretta da Gianna e Lea) Buonanotte.
Gianna Salgo anch’io, domani mi devo alzare presto…buonanotte…
Gli altri Buonanotte.
Paolo, Luca ed Antonio, seduti intorno al tavolo, guardano in silenzio Lea che ritorna a sedersi.
PAOLO Anche se ci muriamo vivi nelle nostre case sbrindellate loro ci stanano…ci stanano come lepri…Hanno cani addestrati loro…addestrati per la selvaggina.
ANTONIO Questi hanno i denari…tanti denari.
ARMANDO Tanto danaro come se dovessero vivere per l’eternità…
LEA ( rimasta in piedi appoggiata alla sedia) Loro possono avere tutti i denari che vogliono…I denari! …Meglio creparci in questa casa che accettare i loro sporchi soldi…
PAOLO Io, invece, mi vado convincendo che è meglio accettare la loro offerta prima che cambino idea.
LUCA (continuando a sfogliare un giornale) Bravo, bravo! Adesso sì che incominci a ragionare. Sono settimane che ve lo ripeto! Prendetevi questo bonus che vi hanno promesso e cercatevi un'altra sistemazione…Questa è la soluzione migliore per non cacciarsi in un mare di guai.
ANTONIO Me lo dici tu che ci facciamo co’ sti’ quattro soldi di carità che vogliono darci?
ARMANDO Ma se stiamo uniti e lottiamo insieme, potremmo anche costringerli ad aumentarli sti’ quattro soldi.
ANTONIO E fusse che il Santissimo c’abbia l’orecchio vicino a noi, stasera!
LEA (in piedi appoggiata alla sedia) Per me ha ragione Nino…Facciamogli vedere che non abbiamo paura di loro e forse le cose cambieranno……
LUCA Sempre la solita, tu! Sempre bastian contrario.
PAOLO Adesso è peggiorata…Adesso ce l’ha con tutto il mondo…( sottovoce) e con suo marito.
LEA Meglio se non vi rispondo…meglio se vi lascio stare( si siede e appoggia la testa sul tavolo).
Silenzio
ANTONIO E chi s’addorme stanotte! St’ afa e i pensieri spezzano l’aria in gola!
ARMANDO Qui è più fresco, a casa non si respira per niente!
LEA A casa è inutile andarci…si sta peggio…!
LUCA Finalmente un po’ di pace! Mi è venuto il mal di testa in mezzo a quel caos.( Prende un foglio dalle mani di Paolo) Fammi vedere come si è risolta l’idea di Armando di raccogliere le firme…Ah, ah, ah…Armà, non ti hanno dato retta per niente! Guardate…hanno firmato quattro gatti….
PAOLO Erano troppo arrabbiati per firmare.
Ad un tratto, fra le transenne accanto ad una delle scale, si apre una finestra e appare una vecchia signora di colore.
La signora Tazè, un’anziana keniota che abita al pianterreno, veste un copricapo africano coloratissimo; si affaccia e annaffia le piante poste sotto il suo davanzale. 
LUCA ( sottovoce rivolto alle persone che gli siedono vicino) L'Africa dà acqua alla giungla! ( a voce alta) Buona sera, signora, buona sera! Come va l'orto? Benissimo, a vedere com'è rigoglioso!…Ci scommetto che domani potrete fare la raccolta… (sottovoce rivolto agli altri) Ci mancavano pure questi in mezzo a sto' casino di città!
La signora continua ad innaffiare silenziosamente senza alzare lo sguardo, rientra chiudendo la finestra.
ARMANDO ( severo rivolto a Luca) Lasciala in pace! Il mondo non è di tua proprietà e sarebbe bene non usare questi toni con nessuno.
LUCA ( si guarda intorno alla ricerca di consenso poi, infastidito dal silenzio degli altri) Tutti di buon cuore stasera eh! Vi lamentate dalla mattina alla sera perché questo condominio fa schifo e poi? Quando ci sarebbe da fare veramente qualcosa di serio vi tirate indietro vigliaccamente…
LEA ( si alza) La smetti con le tue arie di superiorità? Ci hai pensato che fra poco di questo condominio non rimarrà altro che polvere?
ANTONIO I signorissimi non se ne accorgono proprio che stiamo combinati male, male assai.
LEA E’ colpa nostra che ingoiamo rospi su rospi senza protestare…Anche in questo caso dovevamo incominciare prima a farci sentire e non solo con la proprietà.
LUCA Ma stai scherzando?( ride) Armando ha passato nottate su nottate a informare l’universo mondo dei nostri problemi e tu?…Tu dici che non ci siamo fatti sentire!…E non ha scritto solo ai giornali, ma al sindaco…agli assessori…Solo il presidente della Repubblica ha risparmiato…L’hai risparmiato, vero Armando?
Silenzio 
LUCA Ma non è detto che lo risparmi in questa occasione il Presidente…eh Armando? Ci scommetto che già stai pensando ad una bella missiva dal tono solenne ah…ah…ah!
ARMANDO Però, quando due anni fa ci volevano sloggiare con la scusa che dovevano rifare il tetto, le lettere ai giornali son servite( contento) eccome son servite…
ANTONIO Me l’arricordo ancora sto’ cortile pieno di gente che fotografava …voleva sapè il perché, il per come…
PAOLO Ve lo ricordate il povero amministratore? Farfugliava e non sapeva più cosa rispondere al giornalista che aveva scoperto che il tetto stava benissimo?
LUCA C’era proprio da ridere quella sera.
LEA Per quel che è servito tutto quel casino!
ARMANDO Invece è servito…è servito. 
ANTONIO Dopo…dopo i signorissimi manco una lira hanno tolto dal portafoglio per fare un poco di manutenzione…(tra sé) Certo che quando uno tiene un tetto sopra la testa non ci pensa al peggio…Non ci pensa che si può trovà in mezzo alla strada dall’oggi al domani… LUCA Ma lo avete capito o no che queste case popolari sono troppo in centro per lasciarle a voi? L’ ho spiegato a mio padre mille volte e spero che l’abbia capito.
ARMANDO A proposito, dov’è andato a finire tuo padre? Durante l’assemblea mi aveva promesso che sarebbe rimasto con noi per discutere e poi è sparito, non l’ho visto più!
LUCA Non è sparito, se n’è andato a casa; ha capito che è inutile stare a discutere quando i giochi sono già fatti.
PAOLO Quanto meno poteva avvisarci!
ARMANDO Lascia stare…! Ognuno è libero di fare come crede e non saremo certamente noi ad impedirglielo.
LUCA Tu dici che lo avreste lasciato in pace? Invece lo avreste massacrato con i vostri attacchi, ne sono sicuro…
LEA (girando intorno al tavolo) E che cosa voleva?…Che lo ringraziassimo per i quattro soldi che ha accettato dalla proprietà?…Lui c’ha svenduti…non si poteva aspettare gli applausi.
LUCA Vedi? ( rivolto ad Armando) Ha fatto bene a non venire…ha fatto bene a non farsi massacrare da Nino e compagni( guardando Lea).
LEA Che vorresti dire?
LUCA Niente di più di quel che ho detto.
ANTONIO (si alza, gira lentamente per il cortile) C’è da uscirci pazzi su sta’ questione…Io non ci dormo ppe’ la paura di restà senza casa…Mi ci scervello la notte ppe’ trovà qualcosa che mi liberi da sto’ terrore. ( Si avvicina ad una parete, si piega davanti ad osservare) Guagliò, venite a vede’ sto’ muro…
Tutti si alzano e si avvicinano.
ANTONIO Sta’ crepa non c’era…Guardate…è grande assai.
ARMANDO Si deve essere aperta da poco…quando ho fatto l’ultimo controllo il muro era a posto.
PAOLO Speriamo che sta’ casa non ci cada addosso prima di andarcene…
LEA Certo che nello stato in cui è ridotto il palazzo potrebbe anche succedere che qualcuno si faccia male. Ah! Ma se dovesse accadere una cosa simile li portiamo dritti, dritti in tribunale a questi signori.
Si risiedono.
LUCA ( sbadigliando) Vedo che anche stasera andate avanti con le stesse storie trite e ritrite di lotte…proteste… tribunali; io mi sto spazientendo e la prossima volta mando mio padre che ha più pazienza.
LEA Lo dici e poi sei sempre in questa catapecchia a polemizzare…Ma perché non te ne stai nella tua bella casetta? 
LUCA Dimentichi che in questo palazzo ci sono cresciuto e che ancora ci vivono i miei genitori?
PAOLO Già, ci siamo cresciuti……
ANTONIO Io m’arriccordo ancora quando sti’ due picciotti facevano a pugni ppe’ le squadre di calcio…Sembravano come furie, furie scatenate.
ARMANDO Ti ricordi quando ti sei preso quel bel pugno sul naso per dividerli?
ANTONIO Mi sento nelle orecchie ancora gli strilli di mia moglie…Se l’era presa assai contro i genitori che non li educavano…Strillava dal balcone, quanto strillava!
LUCA Poi, però, il giorno dopo ci ha dato le caramelle.
LEA Quelle al limone che a me non piacevano.
PAOLO E toccava mangiarle a me.
LUCA E a me no? Lea era proprio una prepotente!
ANTONIO Insieme ai picciotti della signora Nicolini facevano un pandemonio…un pandemonio che ci voleva la pazienza del Padreterno ppe’ no’ strillà.
LEA Mi ricordo la signora Maria della scala A che s’affacciava ogni cinque minuti a dire: “sssssst…ssssst che mio marito si è appena appisolato”. 
LUCA E noi sentendo quella parola strana scoppiavamo a ridere come scemi……Mi dispiacerà non poter ritornare più in questo cortile! Mi ricordo ancora quando Armando mi portava sulla sua vespa per non farmi arrivare in ritardo a scuola…ed io ero spesso in ritardo.
LEA Dì pure che eri sempre in ritardo.
PAOLO Erano bei tempi quelli!…Adesso, invece, litighiamo per niente.
LUCA E’ che non la pensiamo più allo stesso modo…Voi siete rimasti con la testa indietro …non avete capito che il mondo sta cambiando.
ANTONIO So’ tempi tristi…ci volesse il Padreterno in terra un’altra volta ppe’ riavè qualche diritto.
LUCA (mentre sfoglia un giornale) Antò sei in vena di malinconie?
PAOLO Ed io non sto meglio di lui…( soprappensiero) Certo che con quel che guadagniamo in due anche l’affitto di un monolocale sarà un lusso.
ARMANDO Ce lo sogniamo in molti, qui dentro, un monolocale.
ANTONIO E’ una brutta questione, brutta assai…Io c’ho una pensione miserabile e se qualcuno non mi aiuta finirò su una strada…
LUCA Ma tua moglie non ha la pensione sociale?
ANTONIO Pure lei qualcosa prende…insieme facciamo due miserie.
PAOLO Allora stai meglio tu!…Io sono senza lavoro da due mesi e con quel guadagna Lea!…Meglio non pensarci.
ARMANDO Senza lavoro? E come è successo, Dio mio…Com’è successo?
LUCA Dici serio?
LEA ( arrabbiata) Certo che dice serio…Il suo amico ha venduto il bar e il nuovo proprietario gli ha detto che lui non aveva più bisogno di un barman…lui.
Paolo siede in silenzio, con gli occhi a terra. 
ANTONIO Dispiace assai quando un giovine rimane senza lavoro. Anche a me capitava di essere disoccupato. Sapete…io so’ terrone e quando so’ arrivato dal sud più che il manovale non sapevo fare…(Perso nei ricordi) Quando ho trovato lavoro in fabbrica mi so’ sentito l’uomo più fortunato della terra. Il primo giorno di lavoro so’ rimasto come rintronato…Quel capannone mi sembrava più bello della chiesa del mio paese che pure era bella assai…
PAOLO Altri tempi! Adesso le fabbriche chiudono e noi passiamo da un lavoro all’altro.
LEA Non dimenticare che tu un lavoro non ce l’hai nemmeno!
PAOLO E come faccio a dimenticarlo con te che me lo ricordi ogni minuto!
ANTONIO Si è tutto complicato…Io non ci capisco più niente co’ le cose del mondo.
I personaggi si perdono dietro i loro pensieri.
ARMANDO Certo che questo problema della casa non ci voleva …Di sicuro non in questo momento… 
LEA Sto pensando seriamente di mettere tutto in mano ad un avvocato.
PAOLO Così si mangia quei quattro risparmi che abbiamo?
ANTONIO Mi sa che pure stasera finisce a niente, senza conclusione… E meno male che non stiamo a litigà ppe’ le piante di pomodoro della signora del primo piano.
LUCA Non me le ricordare che mi ritorna il sangue in testa…Ah! Ma io continuerò a protestare fino a che la cara signora non si rassegnerà a toglierlo il suo orto dall'atrio condominiale. Ma vi sembra corretto coltivare pomodori e basilico in uno spazio comune? Mio padre è molto arrabbiato…Ho paura che qualche notte scenderà a distruggerla quella sconcezza.
ARMANDO Siamo proprio curiosi…Ci stanno sfrattando senza tante storie, siamo tutti, chi più chi meno, in mezzo ad una strada e tu e tuo padre ve la prendete per una pianta di pomodoro? 
PAOLO Comunque…pur di evitare sciocchezze che potrebbero offendere la signora, vedremo come risolverla la questione.
LEA Dovremmo ringraziarla la signora se abbellisce questo squallore di cortile…
LUCA (in piedi) Abbellisce? E’ inutile che tu cerchi di indorare la pillola perché io resto della mia opinione: pomodori e basilico devono…de- vo- no scomparire dall'atrio del condominio, capito? 
Silenzio.
ANTONIO (seduto) Ce la prendiamo co’ sti’ poveretti senza capì che il mondo gira alla rovescia e pure a noi toccano guai grossi… 
PAOLO (seduto) E’ tutto un casino…Dovunque ti giri non c’è più niente di sicuro…
LEA E’ tutta colpa della dannata globalizzazione…Ci sta rovinando…
LUCA Ma sei matta? Possibile che non hai ancora capito che senza globalizzazione oggi non c’è sviluppo…non c’è modernizzazione…
ARMANDO (in piedi, girando intorno agli altri) Io ci penso spesso a questa cosa… Leggo…cerco di informarmi ma non arrivo mai a concludere…Da un lato uno pensa che è giusto che altri popoli…altri…E’ diventata una trottola il lavoro… una trottola furba che gira…gira…gira e si ferma solo dove la gente ha fame, dove i poveretti si accontentano di poco …Ma gli uomini come ci devono stare su questa terra…come?
LUCA Armà, io non sarei così pessimista (molta enfasi e convinzione) La globalizzazione…la liberalizzazione dei mercati sono fenomeni positivi…portano ricchezza…
ANTONIO (interrompendolo) Guagliò, mentre aspettiamo sto’ paradiso, noi co’ nostri guai che ci facciamo?…(Tra sé) Hanno inventato na’ bella giostra ppè fotte i poverelli…
ARMANDO Le cose sono così complicate! Io cerco di informarmi …di ragionare ma in mezzo a questo trambusto di mondo non ci capisco più niente…
LUCA Armà, a te la fissazione di ragionare e quella dei diritti e dei doveri non ti passa mai…?
PAOLO Ti ricordi quando litigavamo nel cortile? Ci sgridava e poi ci spiegava diritti e doveri finché non ci dichiaravamo convinti per esaurimento di forze.
ANTONIO Lui è stato operaio ma c’aveva la lettura…c’aveva le parole, lui!…Ora le parole so’ diventate fumo…servono a imbroglià…(sospirando) 
ARMANDO Nemmeno prima era facile…
ANTONIO Io ho cominciato a lavorà a dieci anni…Quanta fame c’era in casa mia! Otto picciotti da sfamare…otto! Mio padre mi mandò a maestria dal muratore del mio paese che un pezzo di pane me lo dava tutti i giorni…Ero piccolo ma mi caricavano come un mulo…Certi sacchi di cemento pesanti che mi curvavo tutto sotto a quel peso!…E chi ci pensava a quanta forza avevo io…povero picciotto di dieci anni! Quando a sera finivo di lavorà ce ne voleva di tempo ppe’ torna dritto…ppe’ guardà il cielo…Poi…poi…
ARMANDO Poi sei venuto al nord e tutto è andato a posto.
ANTONIO Già, so’ venuto qua…Che viaggio! Non finiva mai… tonc…tonc…tonc tutta notte. Quando so’ sceso ero rintronato…Quanta gente c’era alla stazione! Io non l’avevo mai vista tanta gente insieme.
ARMANDO (rivolto agli altri) Quando ha trovato lavoro in fabbrica voleva pagare da bere a mezza città.
ANTONIO Quel giorno io mi so’ sentito un vero signore.
ARMANDO I primi giorni in fabbrica era timoroso…quasi spaventato…
ANTONIO Non ce l’avevo proprio il coraggio di parlà co’ gli altri operai…Avevo paura che qualcuno mi poteva scherzà…avevo paura di sentirmi chiamà terrone.
LUCA Invece com’ è andata?
ANTONIO I primi tempi i polentoni mi scherzavano…Oh, ma anch’io li scherzavo! Si stava bene tutti insieme…Quanti amici c’avevo in fabbrica! Tanti…tutti bravi, bravi assai…Chissà dove sono adesso…
LEA E dove vuoi che siano? A dannarsi l’anima come noi…ecco dove sono…
LUCA (guardando l’orologio) Perbacco! E’ proprio tardi e domani ho un mare di cose da fare. (Si alza, si stiracchia) E’ meglio se vado prima di addormentarmi su questa sedia. (Rivolto a Paolo) Accompagnami al portone, ti devo dire una cosa. Armà ti telefono in settimana per sapere se ci sono novità e non te la prendere per le firme…tanto non servivano a niente.( Rivolto a Paolo) Andiamo? Buonanotte e seguite il mio consiglio, accettateli quei quattro soldi prima che ci ripensino.
Paolo e Luca si avviano verso l’uscita parlando tra loro.
Silenzio
ANTONIO (guardando Luca varcare il portone) E’ tanto nu’ bravo guaglione ma ha certe idee!
ARMANDO Eppure anche lui ha vissuto in mezzo ai sacrifici…
PAOLO (appoggiato alla sedia) Ma lui ha avuto testa…si è laureato….lui ha un ottimo lavoro… 
LEA Non come certe persone che non hanno mai avuto voglia di studiare.
PAOLO Vogliamo litigare anche stasera? Quando mi hai sposato sapevi benissimo che non ero un genio come Luca…sapevi benissimo chi ero...
LEA (alzandosi e camminando intorno al tavolo) Allora…almeno avevi coraggio…le difficoltà le affrontavi a viso aperto …ora invece…
PAOLO (facendo rovesciare la sedia su cui si appoggiava) Adesso, oltre che nullafacente per te sarei anche vigliacco? 
ANTONIO (raddrizzando la sedia) Guagliò, state calmi che se nella miseria non ci sta concordia è na’ rovina a’ vita!
ARMANDO Bravo Antonio, diglielo a questi due testoni che devono star calmi e andare d’accordo se vogliono superare questo momento difficile.
LEA Non è così semplice!…Abbiamo da pagare l’affitto…le rate dei mobili…e lui…lui…
PAOLO (davanti a Lea) Ed io non ho studiato, sono disoccupato e non riesco a trovare lavoro.(Sedendo)Forse se avessi dato retta a mio padre ora non mi troverei in questa situazione.
Silenzio 
ARMANDO Me le ricordo ancora le strillate di tuo padre quando prendevi brutti voti.
ANTONIO Povero ommo! Ci si faceva il sangue tristo dietro a sto’ guaglione.
ARMANDO Lea invece bisognava trascinarla via dai libri…altrimenti faceva mattina…!
LEA Per quel che mi è servito tutto quello studio!
ANTONIO Siete due bravi picciotti, bravi assai ma vi dovete far coraggio…capitano a tutti i momenti brutti…
PAOLO Hai ragione…Ce ne vuole di coraggio per alzarsi dal letto la mattina e incominciare la giornata con il chiodo fisso di trovare lavoro…lavoro. Giro tutto il giorno per agenzie… mi siedo davanti a persone che se ne fregano dei miei problemi e il mio chiodo fisso continua a penetrarmi la testa: un lavoro…un lavoro…dove posso trovare un lavoro?
ARMANDO Vedrai che, presto, troverai qualcosa…
POALO Ieri, un mio conoscente, quando si è accorto che ero disperato …che ero alle corde, mi ha proposto anche di lavorare in nero come la cosa più naturale del mondo: “se hai problemi di soldi questa è la soluzione migliore per te“ – diceva - mentre parlava al telefonino e guardava distrattamente dalla mia parte.
ANTONIO So’ tornati i tempi tristi quando si doveva lavorà come i muli ppe’ compra un po’ di pane.
ARMANDO Le nostre lotte…il nostro impegno… Tutto inutile…inutile…
ANTONIO E ti vuoi crucifigge’? Noi la volontà ce l’abbiamo messa…Solo che il mondo è andato da tutta un’altra parte.
Silenzio 
ANTONIO Quanti guai stasera! Ha ragione mia moglie che non esce ppe’ non farsi venì il sangue marcio.
PAOLO Quando lavoravo al bar ci sentivamo così sicuri Lea ed io! Ogni domenica andavamo per mobili…ogni giorno facevamo conti su conti per controllare se i risparmi bastavano per arredare quelle due stanze…
LEA Il giorno in cui i mobili sono arrivati li ho accarezzati come una persona cara…mi sembravano così belli!
PAOLO (triste, appoggiandosi alla spalliera della sedia) Avevano trasformato quella due stanzette in un posto ordinato…gradevole…
LEA Ci eravamo illusi…mi ero illusa di essere al sicuro…Che stupida!
ANTONIO Guagliò, voi siete giovani…avete il futuro davanti, non dovete disperà.
LEA (arrabbiata) Il futuro? Di questi tempi è meglio depennarlo dal calendario…
PAOLO (alzandosi di scatto) La sentite? E’ sempre di questo umore…Quando la sera torna a casa e mi trova sdraiato sul divano dovreste sentirla…dovreste esserci per…
LEA ( alzandosi, protesa con ira verso il marito) Secondo te dovrei essere contenta di vederti ciondolare per casa a far nulla? Io arrivo dal lavoro stanca morta e trovo che il signore non ha rifatto nemmeno il letto, non ha lavato nemmeno le tazzine del caffè…nemmeno quelle!
PAOLO Ma che ne sai tu delle mie giornate? Che ne sai di che cosa ho ingoiato prima di tornare a casa? 
LEA cosa hai ingoiato? Niente che non ho ingoiato anch’io su quel lavoro disgraziato…Ma dove è finita la tua dignità? Anche stasera mi aspettavo che prendessi la parola…che protestassi…Invece niente…sempre a testa china a sperare che siano gli altri a risolverti i problemi.
PAOLO E tu pensi che quattro proteste ci salveranno? 
LEA Non lo so…ma almeno fai qualcosa per la tua…per la nostra vita…Invece è come essere in trappola…senza via d’uscita, senza speranza…
PAOLO (tono lamentoso) Non ne posso più! Ogni giorno, ogni ora , ogni minuto mi ricorda il mio fallimento…Lei ci gode a farmi sentire un incapace, un buono a nulla( a bassa voce sedendosi e prendendo la testa tra le mani) Che devo fare…che devo fare? 
LEA Ma abbi il coraggio di lottare …di reagire…E’ colpa mia se non sei capace di trovarti un lavoro decente? Di, tirarti fuori da questa dannata situazione? (Si alza, appare stanca) Per stasera io ho finito…chiuso…Non ne posso più di chiacchiere…di polemiche (Si avvia velocemente verso scala destra nascondendo le lacrime e ripetendo ) Tutto inutile…inutile. 
Silenzio 
PAOLO Forse ha ragione lei…forse sono veramente un incapace!…E…è’ che da un po’ di tempo mi ha preso un’ insicurezza…una paura!...E’ come se mi vergognassi di me stesso…della mia incapacità a stare a questo mondo…Sono disoccupato da due mesi e ancora non ho trovato il coraggio di parlarne ai miei.
ARMANDO Ti capisco…Come si fa a dire che sei in difficoltà a comprare il necessario in tempi in cui si pensa al superfluo…
PAOLO Io ho dichiarato fallimento a me stesso…Per questo me ne sto da solo…Se non altro non devo sopportare gli sguardi di commiserazione!
ARMANDO Già! Ognuno chiuso nella sua scatoletta…ognuno a rimuginare i suoi guai…a covare rabbia… impotenza…
ANTONIO Meno male che c’è la televisione! Almeno quelle sciocchezze non ci fanno pensà a tutti i problemi che ci cadono sulle spalle!
Silenzio 
Dalla scala destra scende una signora con il sacchetto della spazzatura tra le mani.
ROSA (moglie di Antonio) Buona sera alla compagnia.
TUTTI Buonasera…buonasera, signora Rosa.
ANTONIO (avviandosi verso la moglie e prendendo la busta della spazzatura) E ti sei dovuta scomodà! Ci pensavo io alla spazzatura. 
ARMANDO Venite a sedervi…qui è fresco…in casa si soffoca.
Antonio va a buttare la spazzatura.
ROSA (in piedi) Noi c’abbiamo il ventilatore e un po’ di fresco in casa si sente…
ANTONIO (al ritorno) Rosì…siediti nu’ poco…qua si sta meglio.
ROSA A casa c’e a’ televisione accesa…E’ meglio se andiamo…è tardi. 
ANTONIO Bisogna ubbidì alle mogli…Salgo anch’io…forse faccio pure in tempo a vedè qualche telegiornale.
ARMANDO Così non dormi per le cattive notizie…
ANTONIO E che dobbiamo di’? Quelle ci so’ rimaste …(Rivolto a Paolo ) guagliuncè non liticate che la vita è già difficile di suo. Buonanotte a tutti quanti…ci arrevedemo domani… se sto bene…se stiamo bene.
I due si avviano verso la scala destra. 
Silenzio
Paolo e Armando seduti al tavolo
PAOLO Speriamo di dormire, stanotte! Da un po’ di tempo sto ore e ore a pensare alle rate da pagare e non c’è verso di prendere sonno…( prende un quotidiano dal tavolo) Posso dare un’occhiata? Voglio vedere se c’è qualche annuncio che mi può interessare…(si sofferma su una pagina ) Senti questa ( leggendo) Un professore di scienze, dopo aver spiegato ai suoi allievi le ultime scoperte sul cervello, avendoli visti un po’ annoiati dice loro: ” su con la vita, ragazzi! Che oggi vi ho spiegato la testa e domani…domani vi farò la pelle.
PAOLO ( sospiro) Dovrebbe leggerle mia moglie le barzellette per stare un po’ calma… Speriamo che dorma, stanotte! Da un po' di tempo ci giriamo nel letto silenziosi come nemici.
ARMANDO Non è un momento facile per voi.
PAOLO A volte la sento piangere e divento piccolo, piccolo al pensiero delle preoccupazioni che le sto dando…Ormai litighiamo per niente…
ARMANDO Mi dispiace…
PAOLO Ho paura di guardarla negli occhi…ho paura di scoprire che le cose non sono più come prima…Quando mia padre è stato costretto ad andare in cassa integrazione mia madre diceva sempre: " poverino, poverino!” Come se stesse per morire…
ARMANDO Ma Lea è una ragazza sensibile e intelligente e non farà lo stesso errore…
PAOLO Mi sto rendendo conto che ho mille paure…Senza lavoro sono niente…per Lea…per agli altri…A volte cammino per strada e temo anche la mia ombra……
ARMANDO Ti devi far coraggio…Da questo punto di vista ha ragione Lea…se non lotti…se ti chiudi in te stesso non ne esci più da questa situazione.
PAOLO Hai ragione…avete ragione…Ma domani..domani…
Silenzio
ARMANDO Alziamoci un po’…mi sono stancato a stare seduto.
Mentre camminano intravedono in angolo Nino seduto su uno scalino.
ARMANDO Me l’aspettavo che scendesse! Lui, di solito, a quest’ora è sempre nel cortile.
PAOLO Starà ancora pensando a come organizzare le barricate.
ARMANDO Domani gli parlerò…Ho paura che possa fare qualche pazzia.
PAOLO Bisognerebbe farla qualche pazzia…Almeno non si diventa fantasmi…almeno qualcuno è costretto ad accorgersi di noi.
ARMANDO (guardando in direzione di Nino) E’ meglio se ci avviciniamo e gli parliamo…
Armando e Paolo si avvicinano.
ARMANDO Anche tu non prendi sonno?
Nino Già! Stanotte il sonno tarda a venire…Non solo a me, vedo!
ARMANDO Siamo rimasti qui a chiacchierare …a chiarirci le idee…
PAOLO Siamo tutti confusi…Tutti, chi più chi meno, in mezzo a mille paure.
NINO Io le idee ce l’ho chiarissime…Fosse per me risolverei il problema in un attimo…
PAOLO Andresti d’accordo con mia moglie… anche lei le idee ce l’ha chiarissime…
NINO fatti suoi…
ARMANDO Se permetti sono anche fatti nostri.
NINO Pensala come vuoi…
ARMANDO Io penso che non si può procedere da soli…ognuno pensando ai suoi guai…ognuno reagendo a suo modo…chi con rabbia…chi con rassegnazione…chi…
NINO Chi come diavolo gli piace! In questo condominio siete tutti dei cagasotto….gente senza coraggio che si accontenta di una miseria …della carità……
PAOLO Quella che tu chiami carità a noi serve…maledizione!
NINO Se è questo che volete andate alla malora e lasciatemi in pace!…So io quel che devo fare anche senza di voi( si accende una sigaretta ed esce dal portone).
ARMANDO E’ troppo arrabbiato per poterci parlare, speriamo che non faccia qualche sciocchezza( sospiro).
PAOLO Vorrei avere io un po’ del suo coraggio…della sua…
ARMANDO Spavalderia? Ma, forse anche quella è una forma di sconforto…di paura che cova dentro. 
PAOLO Ma io domani accetto tutto quello che trovo! Io voglio uscire da questa situazione…da questa paura.
ARMANDO Puoi tentare con qualcosa di provvisorio per far fronte alle spese…per tranquillizzare Lea…Stasera non l'ho vista bene per niente.
PAOLO Non parliamo molto per non ferirci…Stiamo zitti per ore… zitti, pur di non ricordarci i problemi...Zitti, per non farci del male...
ARMANDO Siete giovani…non siete ancora abituati alle contrarietà…ai problemi. (Improvvisamente si alza) Mi sono ricordato una cosa…Scusami Paolo…Salgo un attimo a casa…Aspettami… torno subito.
Armando si avvia verso la scala destra.
Silenzio
PAOLO Vengono da tanto lontano per lavoro…Loro si accontentano...Domani accetto qualsiasi cosa...qualsiasi cosa.
Armando ricompare con due buste di plastica piene di frutta e verdura.
PAOLO Ma dove vai a quest'ora con due buste?
ARMANDO Le avevo preparate per voi…In mezzo a tutte quelle chiacchiere mi sono dimenticato…E' un po' di frutta e verdura…
PAOLO (prendendo le buste e mettendole sul tavolo) Non dovevi disturbarti, non dovevi proprio…Non è che vivendo da solo ti trascuri? Dovresti uscire più spesso…avere qualche amico fuori da questo tugurio…
I due si siedono.
ARMANDO Negli ultimi anni, con la malattia di mia madre li ho persi gli amici…Non avevo tempo per niente...
PAOLO Lea ed io eravamo così contenti quando ti vedevamo uscire con la signorina Risi, sembrava una così brava persona… Non abbiamo capito perché è finita.
ARMANDO Ah,la signorina Risi! Mi piaceva molto!…Era una gran bella donna…Ma io, allora, ero chiuso, impacciato…mi trattenevano mille paure di fare…dire cose sbagliate…Succede a noi maschi di non sapere comunicare quello che sentiamo...forse per ritrosia…per timidezza o forse perché nessuno ci ha mai educato a queste cose.
PAOLO Oggi è diverso…siamo tutti più sfrontati. 
ARMANDO (perso nel ricordo, come se non avesse ascoltato) Quando le ho fatto conoscere mia madre lei ha cominciato a raffreddarsi… Una volta, mi ha detto, di sfuggita, che, se avessi voluto, c’avrebbe pensato lei a trovarle una sistemazione…Lei aspettava solo un sì…io non gliel’ho mai data una risposta e la faccenda piano, piano si è esaurita.
PAOLO Ti capisco! Era una scelta difficile.
ARMANDO Poi non l’ho più cercata…Forse io nella mia tana stavo meglio... Senza confronti...senza la fatica di cercare ogni volta le parole giuste per farsi capire…per farsi ascoltare…Così sono rimasto solo con le mie abitudini.
PAOLO Già…le abitudini! Togli quelle e hai tolto mezza vita.
Silenzio
PAOLO (accennando alle buste) Ti ringrazio per il pensiero…è una fortuna averti come vicino e come amico...Ma non è che ti sacrifichi per noi?
ARMANDO Nessun sacrificio, stai tranquillo…E’ che da un po' di tempo a questa parte mi sazio con niente!...Non so…è come se madre natura, nella sua eterna saggezza, volesse dirmi che ormai sarebbe tempo che...che …
PAOLO Ma cosa vai a pensare?…Madre natura non si interessa ai nostri casini…
ARMANDO Sarà come sarà ma questo pianeta è diventato troppo piccolo per contenerci tutti……( Come ritornando alla realtà) Però tenetemi informato della situazione…Basta suonare il campanello...Io sono quasi sempre in casa...Uscire non mi piace …Tutto quel chiasso…quel traffico...la gente che ti spintona appena ti fermi per prendere respiro… Preferisco starmene da solo a leggere qualche giornale…Poi però, mi vengono mille pensieri…pensieri da niente…inutili.
PAOLO E tu non leggere!… Tanto sui giornali ci sono sempre le stesse notizie, le stesse disgrazie.
ARMANDO Sembrano le stesse! Invece le cose del mondo cambiano e bisogna farci attenzione se vogliamo capirci qualcosa.
PAOLO Io di questi tempi faccio fatica anche a respirare( guarda il cortile vuoto) Forse è meglio salire…è tardi….Lea è sola (prendendo le buste) Andiamo?
ARMANDO Io mi fermo ancora un po’…La mia casa è così calda! Non riuscirei a dormire. 
PAOLO (avviandosi verso la scala destra) Allora buonanotte…Domani sera ti farò sapere com’è andata con il lavoro…Ah!…Grazie ancora per la frutta…
ARMANDO Buona notte e buona fortuna per domani…
Mentre Armando si attarda camminando per il cortile, appare sugli scalini della scala sinistra la signora Tazè; si trascina dietro un sacco di terra e con l'altra mano regge, a stento, un vaso con dentro una pianta di geranio quasi rinsecchita. Vede che Armando è solo, si rassicura e guardinga saluta.
TAZE’ Buona sera…
ARMANDO Buona sera…Buona sera.
Armando si rende conto che la donna fa fatica e corre ad aiutarla.
ARMANDO Date a me, date a me!( Prende il sacco) Dove volete che lo metta?
TAZE’ Sotto mia finestra…sotto mia finestra, grazie, grazie. 
Armando trascina il sacco sotto la finestra vicina alla scala e Tazè lo segue in silenzio; entrambi appaiono impacciati.
ARMANDO (deponendo a terra il sacco) Cosa volete fare con tutta questa terra?
Tazè mostra dei semi e la pianta di geranio. 
ARMANDO (avvicinandosi) Fate vedere…che semi sono?
TAZE’ Raccolti parco con mie figlie…pianta molto bella… grandi fiori gialli tutti giù…
ARMANDO Io sono ignorante di botanica ma così, a occhio, mi sembra difficile che possano attecchire. 
TAZE’ Io non capire attecchire, difficile parola per me…ma Tazè salvato tante piante abbandonate…Io piantare e loro molto belle( mostrando le sua piante ad Armando).
ARMANDO Avete il pollice verde…cioè siete brava con le piante, avete trasformato questo cortile quasi in una foresta!
TAZE’ Tazè sapere che persone di questa casa non amare mie piante…Voi potere dire che piante non fare male a nessuno? Piante non gridare...non picchiare…loro calme e in pace e fare me tanta compagnia...tanta!
ARMANDO(fa cadere il discorso) Avete una bella passione!...Anche mia madre ne aveva tante...Dopo le ho date in giro...Io non potevo occuparmene...lavoravo.
TAZE’ Vostra madre andata( indicando il cielo)?
ARMANDO Sì…da alcuni anni. Era molto ammalata, soffriva tanto, povera donna! 
TAZE’ Dispiace per dolore…non per morte …è cosa buona morte per sofferenti (intanto apre il sacco e versa la terra nel vaso). Anche piante soffrire …ma io curare loro, tanto…tanto.
ARMANDO Lodevole iniziativa ( prende in mano il geranio)…Questa però mi sembra andata e non credo che si possa salvare (porgendogliela).
TAZE’ Non ancora andata, non ancora ( la invasa amorevolmente, con calma sistema le radici e le poche foglie, la ricopre con altra terra e la innaffia) Domani lei con acqua stare meglio e forse bella come altre...forse anche più bella... non subito…non subito…
ARMANDO Mi sembra difficile che si possa riprendere ma se voi siete sicura...(tra sé ) Con le donne è inutile discutere.
TAZE’ ( continua i suoi lavori) Io sicura ...io sentire piante… Mia nonna insegnare me a guardare piante…Lei sempre portare secchio d'acqua per piante bisognose…Piante dare noi tanti segnali, tanti( persa nel ricordo).
ARMANDO (sorride tra l'amaro e l'ironico mentre stacca una foglia vecchia da una pianta) Noi qui non abbiamo tempo per queste cose, abbiamo troppo da fare…
TAZE’ (quasi a difendere il suo operato raddrizza la schiena) Piante importanti…animali importanti…Io molta sola senza loro.
ARMANDO (sedendosi su uno scalino vicino) Tutti siamo più soli senza di loro… 
TAZE’ ( sembra non ascoltare e continua a dedicarsi alle sue piante, poi quasi tra sé) Io più sola di tutti…più sola anche di piante.
ARMANDO Anch'io avverto la solitudine, soprattutto la mattina quando tutti corrono via ed io resto a casa. Non mi sono ancora abituato a non andare al lavoro...Per voi donne è diverso...la casa è importante per voi...Noi uomini invece a casa ci sentiamo fuori posto, non sappiamo mai cosa fare di noi stessi e delle cose che abbiamo intorno.
TAZE’ (smettendo di curare le sue piante) Tazè sola... lei solo...Qui tutti soli?
ARMANDO Non ci facciamo molta compagnia! Ma voi perché non uscite più spesso? Vi vedo poco in giro.
TAZE’ ( sempre in piedi davanti alle sue piante) Io uscire…andare mercato, panificio, negozio per carne e anche parco con mie figlie. Ma tutti guardare me, mio vestito e mie figlie. Io un po'...un po’…
ARMANDO (si rialza prende il sacco di terra e si ferma per rispondere) Impaurita? Volete dire che non vi sentite a vostro agio... cioè, voglio dire, non vi piace? Portate pazienza! Noi non siamo cattivi…non tutti…Vi guardiamo perché per noi è un’assoluta novità…
TAZE’ Vostri sguardi arrabbiati… molto arrabbiati con noi.
ARMANDO Dovete capire! Di questi tempi il lavoro scarseggia e alcuni pensano che lavorate al loro posto ( fa molta fatica a spiegare il concetto senza ferirla)…Ma ditemi, da quando tempo siete in Italia?(versa la terra in un vaso)
TAZE’ (prende il vaso che Armando ha riempito poi lo lascia per terra e risponde) Anni quattro…Venire da Kenia, mie figlie lavorare….non so dove…non so dove( preoccupata).
ARMANDO (non vuole approfondire e cerca di cambiare discorso) Danno bellissimi documentari sul Kenia per televisione; ne ho visto uno sui parchi veramente bello, un altro sul turismo l'ho perso...E' che a volte mi addormento all'improvviso, mi capita anche mentre leggo e al risveglio non riesco a trovare il filo. Non dormo tanto bene la notte e allora il sonno viene quando vuole. 
TAZE’ (raddrizzandosi dopo aver interrato dei semi) Vecchiaia…pensieri… paure anche per Tazè.
ARMANDO (in piedi perso nei suoi pensieri) E' come una malattia la vecchiaia, non così grave ma una malattia…dico la mia che in giro vedo tanti anziani che sembrano giovanotti.
TAZE’ (ferma con una piantina in mano) Tutti invecchiare… tutti un po' male.
ARMANDO (ancora perso nei suoi pensieri) Mi ha preso quasi all'improvviso…Il giorno prima trafficavo…conti, impegni e poi zac…E’ come se si fossero rotti i fili di qualcosa...A volte mi dimentico anche di fare la spesa e di comprare il giornale tanto non ci sto con la testa.
TAZE’ (intenta a curare le piante) Giovinezza va…vita va…E’ natura!…Natura dire noi: “adesso tempo di andare per voi…altri aspettare di arrivare qui sulla terra e voi dovere andare.”
ARMANDO (perplesso mentre toglie alcune foglie gialle da una pianta) Ma!...Veramente io non ho molta voglia di andare…ho ancora le mie curiosità i miei interessi...
TAZE’ Tazè stanca, tanto stanca…Meglio andare per me...Ma in mia terra...con mia famiglia dove Tazè parla e altri rispondere...( sottovoce) ma è natura a decidere … noi non sapere, non sapere…
ARMANDO (sedendosi su uno scalino) Tornate in Kenia qualche volta?
TAZE’ (pulisce il pavimento e raccoglie le foglie) Poco, poco in mio paese…Viaggio molto caro per noi…molto.
ARMANDO Cosa facevate in Kenia?
TAZE’ Lavoro in ville, in hotels…non sempre...ma pochi soldi...pochi.
ARMANDO Il lavoro non è mai abbastanza, è sempre stato così ma oggi le cose sono peggiorate anche qui da noi.
TAZE’ (appoggiata col mento al manico della scopa) In mio paese terra non basta più…lavoro non basta più…Mie figlie andate a scuola e senza lavoro…Ora lavorano…Non so dove… non so dove...
ARMANDO Parlate l'italiano piuttosto bene, avete imparato anche la nostra cucina?
TAZE’ ( sistemando un vaso) Spaghetti…lasagne altro non so. Mie figlie spiegare dove andare per spesa…Io chiedo…ma nessuno chiede a Tazè. Io qua, voi là...vicini ma tanto lontani...così piante fare compagnia ( accarezza le piante).
ARMANDO Tutti siamo vicini ma molto lontani, troppo lontani…Io abito al terzo piano…vivo solo…non ho nemmeno le piante a farmi compagnia.
TAZE’ (prende una piantina di geranio e la porge ad Armando) Se voi solo ecco piccola pianta per compagnia.
ARMANDO (impacciato prende la piantina) Grazie, grazie del pensiero! Il guaio è…è che mi manca la pazienza per queste cose…non ci sono abituato a prendermi cura di …di…( lasciando la piantina per terra).
TAZE’ Capire…io capire…(mentre sistema le terra intorno ad una pianta) (Si raddrizza) Ora Tazè finito con piante…io andare…buona notte! ( Dà la mano ad Armando)
ARMANDO (per un momento non sa cosa fare, poi ricambia il saluto) Buona notte…Buona notte signora Tazè.
Mentre la signora sale Armando si avvia verso l’altra scala; fa i primi gradini, ci ripensa, torna indietro e si mette a passeggiare per il cortile.
AMANDO Che silenzio! Non fa più tanto caldo...(Guarda il cielo)Oh, una stella?…(il silenzio viene interrotto da sonori televisivi). Non si stancano mai di stare davanti alla televisione, sempre dietro a sciocchezze…sempre dietro a futilerie. E’…è che sembrano più vere del vero.…Meglio così, persi dietro le stupiderie che non fanno pensare...Tutti silenziosi...nessuno dice, nessuno chiede...Meglio così senza le complicazioni che innesca la parola…Apri la bocca e, Dio mio, che bisticcio!…Chiacchiere…chiacchiere per coprire il silenzio che abbiamo dentro…
Si siede, poi si alza e ricomincia a camminare, si avvicina alle piante e le sfiora quasi accarezzandole.
ARMANDO Arrivano qui a migliaia, sospinti dal bisogno...Erranti...ogni secolo produce i suoi erranti...e noi? Noi persi dietro le sciocchezze televisive…sommersi dai problemi, ci consumiamo nella rabbia prendendocela con questi poveretti: "perché qui, perché vicino a casa mia, perché ...perché…perché?” Se qualcuno cerca di farci ragionare…di farci capire che il bisogno, le ingiustizie...apriti cielo! Diventiamo ancora più rabbiosi. Forse è cosa di natura ...forse ognuno ha le sue paure...i suoi piccoli orgogli che non riesce a concludere e se la prende con gli altri......Che poi ...c'è qualcuno che può dirsi veramente al sicuro su questo nostro pianeta sofferente? Che confusione stasera! Non mi raccapezzo più!...Ma non siamo tutti migranti su questa terra? Gente di passaggio.……Eppure che terribile devastazione la nostra...Padroni di niente che non lasciano nulla al suo posto......Quanti problemi!...Il povero Paolo disoccupato, la signora Tazè più sola di me...e…e gli uomini che non vogliono saperne di diventare saggi!…Mio Dio! Mi sto perdendo…ci stiamo perdendo…Santa Madre Terra sopraffatta dalle nostre insensatezze…e questi giovani senza futuro?…Mi scoppia la testa...( la stringe tra le mani) Mi scoppia la testa!……(si tiene la testa ) Che stanchezza stanotte! E’ domani? E domani?…
Si siede su uno scalino continuando a tenersi la testa tra le mani.
Si chiude il sipario



Atto II

Personaggi
Armando
I fantasma detto Pensieroso
II fantasma detto Fracassa
Signora Tazè
Nino.

Il movimento scenico è dato dall’alzarsi, sedersi e girare per il cortile di Pensieroso; dall’avvicinarsi e allontanarsi di Armando dai due fantasmi secondo i suoi sentimenti di paura, di fascino e rassicurazione; dall’irrequietezza di Fracassa che si attacca alle transenne dondolando, girando su se stesso, saltellando e vagando per il cortile alla ricerca di qualcosa o di qualcuno.


Si apre il sipario sul cortile transennato. 
È notte fonda e non si sentono più rumori. Sulla scena vi sono due personaggi vestiti con una lunga tunica bianca, bianchissimo il volto. Dietro di loro si intravedono le due scale che si dipartono dal cortile e il portone d’entrata. Sulla prima, vicina ai due, dorme Armando con la testa poggiata al muro. I due personaggi girano per il cortile camminando goffamente come in assenza di peso e, sempre dando le spalle ad Armando, si guardano intorno con circospezione.
PENSIEROSO Mi sembra un posto tranquillo...
FRACASSA Tranquillo dici? Il guaio del loro mondo è che sembra tutto calmo e poi, all'improvviso, piantano certi quarantotto che non finiscono più!
PENSIEROSO Sono povere case…guarda là ( indica il muro vicino) ...l'intonaco cade quasi a pezzi.
FRACASSA E’ tutto cadente qui dentro! Ho paura che l'atterraggio non è andato troppo bene…Se vuoi possiamo andarcene altrove ( saltella come se fosse senza peso) noi non abbiamo bisogno del tram…non abbiamo bisogno di mezzi( saltellando ).
PENSIEROSO (distaccato) Come vuoi!…(si guarda intorno, vede Armando che dorme e chiama Fracassa) Vieni, vieni a vedere questo povero uomo che si è addormentato sugli scalini.
FRACASSA (avvicinandosi ad Armando e scrutandolo attentamente) Vedo, vedo! Si addormentano fuori casa esposti ad ogni rischio e poi protestano che niente è più sicuro...Mai un po' di coerenza in questo mondo, mai!
PENSIEROSO (avvicinandosi ad Armando) Non gridare, potresti svegliarlo!…(si avvicina quasi a sfiorargli il viso) Chissà quanto avrà lavorato questo poveretto per cascare morto di sonno su questa scala...
FRACASSA (alzando il volto e osservando la case) A vedere dove abita non se la deve passare molto bene.
PENSIEROSO (scrutando Armando) Credo anch’io…Mi fa una pena!
FRACASSA Pena? Pena per uno che si addormenta fuori esposto a tutto?…( stizzito) Ma che si addormentino dove vogliono, sono fatti loro!…Solo che non dovrebbero strillare così tanto quando succede qualcosa…mi disturbano l'orecchio.
PENSIEROSO Sentitelo! Gli disturbano l'orecchio? Noi umani non cambiamo mai! Ci lamentiamo degli altri e noi non abbiamo mai colpe...Sempre puri e innocenti come angioletti.
FRACASSA Noi umani? Hai dimenticato che c'è stato un piccolo passaggio…un piccolo transito ( fa il segno della morte).
PENSIEROSO Non l'ho affatto dimenticato! Come potrei con questa leggerezza a cui non mi sono ancora abituato( saltella)...Non riesco nemmeno ad atterrare( riprova a saltellare) devo ancora perfezionarmi...
FRACASSA Era meglio prima.
PENSIEROSO (camminando) Certo che la sensazione del peso ti resta sempre appiccicata addosso (saltellando e con voce fievole e nostalgica) Era meglio prima…molto meglio! 
FRACASSSA (dietro l’amico) Ho paura, amico mio, che stiamo per essere sopraffatti da grovigli di nostalgia!
PENSIEROSO Nostalgia allo stato puro!
FRACASSA (con una certa spavalderia) Però, a conti fatti e ragionando meglio, credo che il nostro presente e immutabile stato sia da preferire alla faticosa vita che abbiamo lasciato…E’ vero, leggeri siamo leggeri(saltella) troppo leggeri.( Si avvicina ad Armando e lo scruta) Dorme come un ghiro.
PENSIEROSO ( perso nel suo ragionamento e camminando seguito da Fracassa) Non avere più il peso…il fastidio di quella terribile zavorra di passioni…desideri…conflitti dovrebbe placare…
FRACASSSA (camminando) Dovrebbe…dovrebbe!
PENSIEROSO (camminando seguito da Fracassa) Eppure io certe nostalgie…certe malinconie lievi…(fermandosi ) certe emozioni che mi lasciano il cuore piccolo, piccolo le sento ancora…
FRACASSSA ( fermandosi) Non mi dire che ti scappa anche qualche lacrimuccia!
PENSIEROSO (stizzito) Ognuno ha le sue debolezze.
FRACASSA Te lo avevo detto di tenerti lontano da ricordi e nostalgie…Appesantiscono… impacciano e allora addio decolli e atterraggi veloci!
PENSIEROSO (continuando a saltellare con qualche difficoltà) Hai ragione…non riesco a saltare bene…( saltella più volte ma non riesce a sollevarsi dal suolo) Ho la sensazione che saremo costretti a fermarci qui( sospira avvicinandosi ad Armando) Ma perché si è addormentato sugli scalini? Mi incuriosisce quest’ uomo che dorme con un viso così tirato.
FRACASSA (girando intorno ad Armando e osservandolo con grande attenzione) Secondo me costui non ha né casa, né parenti, né alcunché altrimenti non si sarebbe addormentato nel cortile.
PENSIEROSO Forse il poverino voleva solo un po' di fresco o forse...
FRACASSA Blocchiamo subito, amico mio, questa insana curiosità e lasciamo quest’ uomo al suo destino……( parlando da solo) Gli umani! Se ti soffermi su di loro non si smette più con pensieri e complicazioni…
PENSIEROSO (continuando a saltellare con difficoltà) Accidenti alle nostalgie! Sto ridiventando pesante.
FRACASSA Anch’io ( saltella malamente) non riesco a staccare i piedi da terra. Forse se racconto una storiella divertente, una di quelle che facevano ridere il pubblico a crepapelle, qualche speranza di alleggerirci l’abbiamo.
PENSIEROSO (sedendosi) Non vorrai perseguitarmi con una di quelle barzellette che mi hai costretto ad ascoltare in teatro per mezza vita! Non mi facevano ridere per niente e mi annoiavano già dopo due battute.
FRACASSA (in piedi, contento e impettito) Ma al pubblico piacevano!... Ridevano...ridevano a crepapelle...!( Girando su se stesso) Peccato che tu non le apprezzassi!…Ora che ci penso ne avevo anche per i tipi seri come te. Te ne racconto una bella…bellissima!( Si guarda intorno) Ma non c’è pubblico! Non si può recitare senza pubblico...( si avvicina ad Armando) Quasi, quasi sveglio questo poveretto, ha il sonno così triste che una risata non può che fargli bene .
PENSIEROSO (alzandosi e avvicinandosi a Fracassa) Ricordati che hai promesso che non avremmo disturbato nessuno…
FRACASSA Concedimi un’ eccezione…senza pubblico non rendo bene, mi si inceppa la parola, non sono convincente. E poi c'è il rischio che tu, serio come sei, non mi gratifichi nemmeno con una risata.
PENSIEROSO Mi sforzerò di ridere anche per alleggerirmi un po’…basta che non disturbi questo povero vecchio.
FRACASSA E sia, ma la necessità mal si accoppia con la comicità… Dunque (allunga il collo, mette in fuori il petto).
PENSIEROSO smettila di fare il buffone, non siamo più sul palcoscenico!
FRACASSA Mi hai fatto perdere la verve….ma anche da morto mi devi smorzare l'entusiasmo?
PENSIEROSO Scusa, scusa! Mi sta prendendo la vena triste…Su, racconta... magari è una storiella divertente e mi manda via certe paturnie che incominciano a girarmi dentro.
FRACASSA (fermo davanti all’amico seduto) Te lo ricordi Angelo Musco?
PENSIEROSO Chi? Il grande attore siciliano?
FRACASSA (in piedi) Si…si, proprio lui...
PENSIEROSO Mi dici che c'entra con le tue storielle un grande attore come lui? Magari se ne sta tranquillo in Paradiso e tu lo devi incomodare facendogli fischiare le orecchie?
FRACASSA Un attore in Paradiso? Mi sembra un po' difficile. Comunque non mi interrompere, altrimenti perdo il filo (girando su se stesso)...anzi l'ispirazione…anzi il carisma senza cui l'attore non ha più fascino…non ha attrattiva.
PENSIEROSO E smettila con le tue chiacchiere e racconta!
FRACASSA Dunque…!(compiaciuto e contento di raccontare gira su stesso poi di colpo si ferma in mezzo alla scena e gonfiando il petto) Dunque! Una sera Musco recitava nella commedia “Mia Figghia". Ad un certo punto, nella scena in cui si trovano a parlare insieme padre, madre e figlia i poveri attori, forse per stanchezza o per fame...Quanto somigliavano a noi, quanto ci somigliavano!(sospiro) Dunque i poveri attori non ce la facevano più a tenere il tono di voce molto alto. Un signore dal pubblico che non riusciva a sentire e a capire incominciò a gridare: " forte, più forte che non si sente niente!” Musco con aria sorpresa, come sapeva fare solo lui, rispose: " caspeta, caspeta! Come più forte? Questi sono affari di famigghia!"
PENSIEROSO (sorridendo sempre seduto) Grande Musco! Grandissimo attore, non teatrante come noi. Devo dire che mi hai sorpreso...si, proprio sorpreso. Non mi aspettavo una storiella così lieve, elegante da te da cui ho sentito certe cose...certe cose che è meglio dimenticare! Ho la netta sensazione, però, che anche oggi in questo mondo molte cose siano affari di famigghia...
FRACASSA Affari di famigghia in saecula saeculorum ...Dovevo far ridere e invece mi spunta il tono etico…Non ne faccio una buona! ( mentre parla si avvicina ad Armando, gli gira intorno e lo osserva attentamente).
PENSIEROSO Non disturbare questo poveretto! Non vedi che faccia tirata che ha!
FRACASSA Ha il sonno triste. Si deve essere addormentato con qualche groviglio in testa. Secondo me sarebbe meglio se lo svegliassimo per farlo uscire dalle sue tristizie. 
PENSIEROSO (avvicinandosi ad Armando e guardandolo meglio) Sì, ha proprio un sonno triste, direi tristissimo…Povero uomo! forse è meglio se dorme, così non pensa a tutti i guai che lo devono perseguitare.
FRACASSA Se raccontiamo un’ altra storiella può darsi che nel sonno qualcosa sente e si rilassa... Raccontane una tu...No, è meglio di no…Le tue erano così complicate...! Però devo riconoscerlo…sotto, sotto avevano sempre una morale.
PENSIEROSO (sedendosi sul gradino sottostante Armando) Non mi venivano proprio quelle divertenti...quelle che in teatro strappano la risata in un baleno…Ero più bravo...non so, nel grottesco, nell'ironico.
FRACASSA Grottesco...ironico!…Sempre a parlar difficile...tu! Diciamo che eri più bravo nelle parti serie e che facevi ridere solo col mio soccorso…col mio ausilio ( sottovoce rivolgendosi al pubblico) Se attacca con la sua filosofia stanotte non ci muoveremo da qui tanto facilmente( sospiro).
PENSIEROSO (alzandosi di scatto) Me n’è venuta in mente una che fa proprio al caso nostro…Sì, la racconto…la racconto (entusiasta).
FRACASSA Forse prima è meglio se ne racconto un’altra io…una divertente, divertentissima… Così, per migliorare l’umore di questo poveretto.
PENSIEROSO Ma anche la mia è divertente!…No la racconto io… Racconto la storiella del drammaturgo…Ah, ah, è proprio esilarante…esilarante!
FRACASSA La storiella di chi? Di che drammacosa?
PENSIEROSO Devi sempre scherzare? Hai fatto teatro per tutta la vita e non sai cos’è un drammaturgo?
FRACASSA Con te non si può mai derogare dalle cose serie! Certo che so cos’è un drammaturgo, è…è…
PENSIEROSO E’ un autore che ti lascia più domande che risposte ma il vero teatro non dovrebbe servire a questo?
FRACASSA (sedendosi vicino ad Armando) Ho paura che stanotte questo poveretto avrà gli incubi invece di qualche risata?( si rialza) Dai! Ti aiuto io a raccontare qualche panzana, una di quelle che divertono...che portano la testa lontana e non fanno pensare a niente.
PENSIEROSO ( in piedi) Così tu tieni la scena e mi freghi la parte? No, grazie, non ci penso proprio a farmi aiutare da te…Quindi, per favore( molto spazientito) taci e fammi raccontare la mia di barzelletta.
FRACASSA (vicino ad Armando a bassa voce) Non si aspetti niente di buono da costui, lo conosco! E’ di un pesante …di un pesante!
PENSIEROSO (in mezzo al palcoscenico vede l’amico distratto) Vuoi stare attento? Quando parli tu io non fiato…invece tu…!
FRACASSA Scusa, scusa…stavo spiegando a questo signore l’efficacia, l’eleganza del tuo stile ( si siede per terra davanti all’amico che ricomincia).
PENSIEROSO (in mezzo al palcoscenico) Dunque( enfasi)un giorno un grande drammaturgo parlava con alcuni amici del più e del meno e…
FRACASSA (seduto, interrompendolo) Non ho mai capito perché si deve parlare del più e del meno, non sarebbe meglio parlare di x o di y? ( sottovoce, rivolto al pubblico) Quando gli prende così non è un granché…
PENSIEROSO (impaziente di raccontare) Tu stasera le puoi provare tutte per farmi tacere ma non ci riuscirai…Dunque! ( si rimette al centro della scena, si schiarisce la voce e dà velocità al racconto per non essere interrotto) Dunque, un giorno, un famoso drammaturgo e alcuni amici, per passare il tempo, ragionavano sui tanti rifugi metafisici che gli umani si sono inventati per vincere la paura del dopo…
FRACASSA (sempre seduto davanti all’amico a fare da pubblico) Bel modo di passare il tempo!
PENSIEROSO Mi devi sempre interrompere sul più bello! Mi hai fatto passare la voglia di andare avanti.
FRACASSA E’…è che te ne vengono in mente certe!
PENSIEROSO Parli tu che mi annoi continuamente con le tue dannate barzellette sull’aldilà?
FRACASSA E ringraziami se te le racconto! Almeno sdrammatizzo un po’ l’atmosfera!( a voce bassa) Ma perché costui mi deve sempre ricordare che io…che noi ormai…ormai…
PENSIEROSO Basta…basta! Ho capito che vuoi disturbare la mia recita …Ma io vado avanti…a me non importa più il tuo giudizio!
FRACASSA Ma come sei diventato permaloso!.....Scusami se mi sono permesso qualche commento…qualche riflessione…ma non eri tu che mi insegnavi che nel comico qualche riflessione non guasta mai?
PENSIEROSO (avvicinandosi a Fracassa) Capisci sempre fischi per fiaschi...mai una volta che afferri il giusto significato delle cose.
FRACASSA (si alza e gira su se stesso) Non dirò più una parola...Stanotte non è nottata per le battute ...non le capisci! 
PENSIEROSO Ancora un'altra chiacchiera e non la racconto più!
FRACASSA (rassegnato si risiede vicino ad Armando) Su, su racconta che il pubblico ti ascolta. (Rivolto, a bassa voce, ad Armando che continua a dormire) Bisogna ascoltarlo…bisogna ascoltarlo altrimenti si arrabbia…Beato lei che dorme, caro il mio signore!
PENSIEROSO (concentrato sul racconto) Dunque…cosa stavo dicendo?...Ah si! Un drammaturgo e alcuni amici riflettevano sui tanti paradisi con cui gli uomini immaginano, sperano di risolvere la finitezza del vivere e si chiedevano quale fosse la più consona a ciascuno di loro. Il nostro autore rispose sicuro: “certamente la destinazione migliore sarebbe il Paradiso per via del clima ma l'Inferno…ah l'Inferno è di certo più piacevole per via della compagnia!”
FRACASSA (alzandosi e ridendo) Ah…ah…ah……Però…però doveva essere un tipo strano, non tanto in regola questo...questo…?
PENSIEROSO Drammaturgo, drammaturgo! Ti è piaciuta? Si…si ti è piaciuta…!(Contento) Meno male! Pensavo che non afferrassi l'ironia…la sottigliezza della risposta.
FRACASSA (sottovoce e lisciandosi la tunica) Che si deve fare per gli amici!( A voce alta) Resto della mia opinione che doveva essere un tipo strano costui se preferiva l'Inferno.
PENSIEROSO Come sempre ti accontenti della bassa comicità (irritato cammina per il cortile).
FRACASSA (seguendolo) Vogliamo litigare anche da morti su queste cose ( allarga le braccia in segno di rassegnazione). Lo sai che io le cose complicate non le capisco, sono per le cose semplici…non so, quelle belle risate di pancia che ti liberavano testa e cuore. 
PENSIEROSO (fermandosi in mezzo al palcoscenico) Vuoi mettere l'ironia che fa pensare, che scava dentro le coscienze, che ti porta a scoprire cose che prima non capivi…( tono esaltato).
FRACASSA Calmati, calmati che svegli questo poveretto!( si avvicina ad Armando e gli parla sottovoce) Buon uomo...( rivolto al pubblico) come prima cosa è sempre bene dire buon uomo...( rivolto ad Armando) Buon uomo non sia così triste! Le prometto che se si sveglia e non mi lascia solo con tristezza( guarda l'amico) la farò ridere a crepapelle…Ho fatto ridere tanta di quella gente a teatro! Avevo la verve( si gira su di sé) la verve…
PENSIEROSO (avvicinandosi ad Armando) E lascialo dormire in pace! Con tutti i guai che ha ci mancavi anche tu, stanotte!
FRACASSA (gira intorno ad Armando) Sorrida buon uomo, sorrida e si svegli…Stasera ho bisogno di compagnia e questo non serve a niente( indicando Pensieroso).
Armando, come se avesse sentito, si sveglia lentamente suscitando la sorpresa dei due fantasmi che si avvicinano fissandolo attentamente.
ARMANDO (sorridendo) Il Paradiso, il Paradi...(apre gli occhi e appena intravede i due fantasmi li spalanca, li stropiccia, li richiude, li spalanca, fissa le due figure, si rannicchia su se stesso e, atterrito, tenta di gridare senza riuscirvi) Oh…oh…ma mma…mamma mia…che…che mi sta succedendo? Che mi sta succedendo stanotte?
Armando tenta di alzarsi poi si risiede e, tremando e temendo il contatto con i due personaggi, si trascina col sedere sui gradini superiori alla ricerca di una via di fuga.
Pensieroso a Fracassa, ai piedi della scala, guardano Armando che, sfinito dalla paura, si accascia sull’ultimo scalino visibile.
PENSIEROSO (rivolto a Fracassa) Guarda che hai combinato! Venendo eravamo d'accordo che nessuno doveva vederci e ora? Ora siamo in un bel pasticcio! (Rivolto ad Armando) Buon uomo non abbiate paura, calmatevi, noi veniamo in pace.
ARMANDO ( tremando e continuando a guardarsi intorno alla ricerca di una via di fuga) In pace…in pace avete detto? Oh Dio mio…Oh Madonna Santissima! E' venuta la mia ora! Anime del Purgatorio aiutatemi…aiutatemi…
Fracassa continua a girare intorno alla scala fissando Armando.
PENSIEROSO (tentando di calmarlo) Ma quale ora, buon uomo, non è venuta nessuna ora! Non abbiate paura…C'è stato solo un piccolo errore… una piccola svista, stanotte.
Armando ha capito che non può sfuggire a quella situazione e scivolando col sedere scalino dopo scalino si ferma sul penultimo rassegnato ad ascoltare.
ARMANDO (tra sé alzandosi) Meglio se sto fermo e mi calmo...…Siete…siete anime del Purgatorio? Oh santi morti aiutatemi voi, aiutatemi! ( un po' più calmo).
PENSIEROSO Buon uomo, porti pazienza….si calmi e le spiegheremo ogni cosa.
Armando impaurito, mette le mani davanti agli occhi via, via che Fracassa si avvicina o si allontana giocando a fargli paura.
ARMANDO (scende dagli ultimi scalini e mantenendosi distante dai due fantasmi) Chi…chi siete? Oh…io lo so…Siete, siete anime del Purgatorio (prende coraggio e raddrizza le spalle). Ma che ci fate qua…che ci fate in questo cortile dissestato?
FRACASSA (trascinando una sedia dove si siederà dopo la risposta) E che ci fate qui e che ci fate là?…Ma lei ha sempre avuto risposte pronte ed esaurienti ad ogni domanda?
Pensieroso fa cenno al compagno di calmarsi.
ARMANDO Certamente qualcuno vi ha chiamati, altrimenti perché proprio qui, tra povera gente che avrebbe bisogno di aiuto non di paura e confusione!( sottovoce) Stasera è venuta la mia ora, per questo sono qui…Santi morti aiutatemi, madonna di Caravaggio proteggetemi …ora pro nobis…ora pro nobis…
PENSIEROSO (tentando di avvicinarsi) Le assicuro, buon uomo, che non è venuta nessuna ora…Prendete fiato…calmatevi ed io vi spiegherò il pasticcio che, involontariamente, abbiamo provocato.
ARMANDO (arretrando) Come faccio a fidarmi, come faccio! Ma siete sicuri che sono vivo?( si pizzica, si tocca il corpo in più parti, si alza e fa qualche passo) Vivo dovrei essere vivo... ancora in carne ed ossa spero ( si pizzica) ahi! ( Dopo l'esperimento si sente rassicurato). 
FRACASSA (comodamente seduto) Vivo è vivo…ma più ossa che carne da quel che vediamo!
ARMANDO (più calmo continua ad interrogarsi) Vivo sono vivo…Ho paura che non ci sono più con la testa…Fino a ieri, che mi ricordi, soffrivo di stomaco e di reumatismi, ma la testa funzionava bene...A dire il vero negli ultimi tempi qualche dimenticanza…qualche amnesia l'ho avuta ma…ma pensavo che fosse la vecchiaia...( a voce alta) Che mi sta succedendo stanotte? Per caso vi ha chiamati la signora Tazè? La signora del pianterreno che viene dal Kenia? Nelle loro culture i riti magici sono forti e ieri sera ha parlato sempre di morte.
Mentre Armando parla i due fantasmi gli girano intorno. 
PENSIEROSO In verità non ci ha chiamati nessuno, ma sono contento nel vederla più calmo.
ARMANDO Più calmo, dite? Io sto tremando come una foglia e non so proprio spiegarmi quanto sta succedendo.
FRACASSA (insofferente, davanti ad Armando) E non se lo spieghi! Ci vede? Ci sente? E allora faccia finta che siamo come lei…Tanto, ci scommetto, che anche a voi capita di essere fantasmi.
ARMANDO Fosse facile!
PENSIEROSO Non stia a scervellarsi, le cose sono molto semplici: ogni tanto anche noi siamo presi dalla curiosità di vedere come va il mondo e cosi, facciamo una capatina. Stanotte lei aveva il sonno triste e noi ci siamo interessati un po' troppo a lei…cioè…non abbiamo usato le solite accortezze.
FRACASSA (tentando di avvicinarsi mentre Armando arretra all’indietro sulle scale) Sonno triste? Diciamo tristissimo! Lei, caro signore, stanotte faceva proprio pena…Aveva una faccia tirata e bianca che noi, nonostante il nostro stato, sembravamo più arzilli e in forze di lei.
PENSIEROSO Scusateci, buon uomo, per il disturbo…Lei non doveva vederci. C'eravamo fermati qui a ragionare quando il mio compagno ha esagerato un po’…
FRACASSA Esagerato? Gli ho solo detto qualche parola, così, per consolarlo( dondolando da una transenna).
ARMANDO (scendendo le scale) Tante volte ho visto film di fantasmi ma adesso (sconsolato) adesso?
PENSIEROSO Non se la prenda e pensi solo che stanotte ha incontrato due tipi un po' strani.
ARMANDO Strani? Anche troppo! (tra sé) D'altro canto se stanotte va così! ( Accasciandosi, rassegnato, su una sedia).
FRACASSA Finalmente incomincia a ragionare! Si rilassi e scoprirà cose molto interessanti…veramente interessanti ( girando su se stesso).
ARMANDO (ancora guardingo) Avete detto che ogni tanto fate un giretto...così, come dire, per curiosare?
PENSIEROSO e FRACASSA (insieme intorno ad Armando) Verissimo…solo per curiosare.
FRACASSA (girando su se stesso) Siamo tipi curiosi…Siamo tipi curiosi.......
ARMANDO Vedo, vedo! Ma la curiosità dopo ( guardingo e timoroso) dopo… non…non si dovrebbe chetare? Voglio dire… non ci si dovrebbe liberare dalle passioni…dai desideri e…e diventare…?
FRACASSA Spiriti?
ARMANDO Sì…spiriti…in qualche modo!
PENSIEROSO (camminando) Si dovrebbe e ad alcuni capita la fortuna della dimenticanza, dell'oblio....
FRACASSA (seguendo Pensieroso) A noi, no! A noi tocca scontar la pena della curiosità che non si placa mai…
ARMANDO (ancora titubante spostando la sedia via , via che i due si avvicinano) Forse, forse da...da vivi avete esagerato con le domande?
PENSIEROSO (sedendo) E le pare che due teatranti possano star fermi con la testa e non porsi le mille domande che il vivere pone?
FRACASSA Onde per cui, a ragion di ciò, qualche zavorra ce la siamo portata dietro (dondolando da una transenna).
ARMANDO Da quello che vedo e sento la zavorra non vi deve dispiacere affatto...(tra sé, sottovoce) e quindi, di tanto in tanto, si fanno un giretto...a portar scompiglio ai poveretti. 
PENSIEROSO (seduto) Non scherzi…sono cose serie. Noi vorremo essere come gli altri ma, purtroppo, a volte ci prende un'inquietudine...una nostalgia...
ARMANDO (tra sé) Stanotte anche l'altro mondo non è più lo stesso!…(A voce alta) Signori, signori sarebbe possibile?
FRACASSA (che sta girando per il cortile, si volta di scatto e si avvicina) Signori? A me...a noi? A pensarci bene prima d'ora nessuno mi aveva chiamato signore…E che bella intonazione, che educazione, che stile! Mi piace, mi piace (ripete, girando su se stesso) Signore, signore, signore...
PENSIEROSO E perché avrebbero dovuto dare del signore a noi, due teatranti che recitavano certe sciocchezze, certe insensatezze!...Diciamo la verità, per il signore ci vuole qualcosa di serio, delle vite sensate, importanti: signor avvocato, signor dottore quelli sì che suonano bene, ma signor teatrante? Te lo immagini qualcuno che ti chiama signor teatrante?
FRACASSA (dondolandosi alle transenne) A noi ci hanno rovinato le recite! (Sospiro)
ARMANDO (rincuorato avvicina la sedia a Pensieroso) Vi chiedo scusa se ho sbagliato in qualcosa…se ho provocato tutto questo trambusto…Purtroppo io non sono bravo nelle relazioni ...voglio dire nel trattare gli altri…Io sono un solitario e non ho esperienza in questo campo.
FRACASSA (avvicinandosi e scrutandolo attentamente) Quante storie per un signore e per cose più complicate lei cosa fa, di solito? 
PENSIEROSO (alzandosi e mettendo in ordine la sua tunica) Il mio amico esagera sempre…A noi il signore va benissimo…anzi…io non potrei più farne a meno!
ARMANDO (seduto, tirando un respiro di sollievo) Meno male che su qualcosa ci si può intendere! Dicevate, dunque, che siete qui per dare un occhiata…vedere se da quando voi...(imbarazzo)Voglio dire, dalla…dalla vostra dipartita qualcosa è cambiato?
FRACASSA (andando avanti e indietro e rivolto al pubblico) E sentitelo come puntualizza! Ho paura che gira e rigira abbiamo incontrato un filosofo.
ARMANDO (ormai tranquillo rivolto a Pensieroso) Signor? Signor…come vi chiamate…come vi devo chiamare?
FRACASSA Pure il nome adesso? E chi se lo ricorda più! Mettiamola così: Sine Nomine le va bene?
ARMANDO (alzandosi) Non mi va bene per niente! Sine Nomine? E che significa? Ho capito…volete burlarvi di me.
PENSIEROSO ( avvicinandosi) Non lo pensi nemmeno, noi siamo persone serie…ehm… siamo state persone serie…Comunque, se proprio ci tiene, mi chiami pure Pensieroso…tanto stanotte mi gira così!
FRACASSA Io opterei per Fracassa…Quanto mi piaceva recitare capitan Fracassa…quanto mi piaceva!( girando su se stesso più volte).
ARMANDO (ancora in piedi) Mi state prendendo ancora in giro, eh?
FRACASSA Ritorna il filosofo...poveri noi!
ARMANDO (stizzito e arretrando di qualche passo) Io non sono un filosofo. Magari avessi avuto questa fortuna! Leggevo...Ecco la vostra presenza produce gia strani effetti nella mia testa! Voglio dire che qualche giornale e qualche libro mi passa tra le mani ma per essere un filosofo ce ne corre!
PENSIEROSO (avvicinandosi ad Armando) Non se la prenda…Non volevamo farla arrabbiare…Le ripeto, siamo spiriti seri e stiamo solo cercando di farle capire che i nomi, nel nostro stato, non hanno più importanza( tristemente). 
ARMANDO (camminando vicino a Pensieroso) Mi dispiace!...Effettivamente restare senza nome non deve essere facile...Uno si confonde…si smarrisce. Non è che state scontando il Purgatorio e non lo volete far sapere in giro? Si sa! Non è facile accettare colpe e sconfitte…tutti vorremmo essere perfetti!
PENSIEROSO (tristemente, sedendosi) Colpe, sconfitte, peccati e peccatucci! E chi non ne ha? Le pare che si può attraversare la vita puliti, puliti?
ARMANDO Allora ho ragione! State scontando il Purgatorio e vi vergognate un po'.
FRACASSA (avvicinandosi) Ma lei non ha detto che gli piaceva leggere?
ARMANDO (arretrando) Ho detto la verità…Leggere mi piace e adesso che sono vecchio senza lettura mi sentirei ancora più solo.
PENSIEROSO Oh, anch’io amavo leggere!…Era una grande consolazione la lettura per me…Immerso nei libri dimenticavo le contraddizioni…le inquietudini della mia esistenza.
FRACASSA (girando intorno ai due seduti al tavolo) Soprattutto la penuria dell’esistenza…la grande …perenne penuria della nostra vita.
ARMANDO La lettura è una grande consolazione per tutti…Io, però, leggo solo qualche giornale…qualche libro facile, facile.
PENSIEROSO (dimentico degli altri, appoggiando le braccia sul tavolo e reggendosi il mento) Io leggevo di tutto…Quanto leggevo! La lettura! Il dono più grande che i genitori possono fare ai propri figli…Quintali di sacrifici…di fatica…di sudore di generazioni e generazioni si concludono lì…in quel gesto che avvia gli umani a non condannare del tutto l'esser nati…!
FRACASSA (attonito all’amico) Ma che ti succede, stanotte amico mio!…Placati… calmati…ritorna in te stesso…calati nella realtà dei fatti e delle cose. Con questo inutile filosofeggiare fai partire la testa anche a noi...( alzando la voce) E smettila di recitare! Non vedi che non c'è nemmeno uno straccio di spettatore che ti possa applaudire!
Pensieroso, sorpreso da questo intervento, guarda Armando alla ricerca di consenso.
ARMANDO Io…io ho ascoltato con vero piacere e ho capito…ho capito le sue parole.
PENSIEROSO Grazie, grazie per il suo apprezzamento!( si alza) Purtroppo, a volte, (guardando Fracassa) sono proprio gli amici a tradire le nostre aspettative… 
FRACASSA (avvicinandosi a Pensieroso) Adesso ti sei anche offeso? Come tutti i filosofi sei un po' permaloso…Ho paura che a te non fa bene viaggiare…Se poi incontri persone che ti danno corda ( guardando Armando)è ancora peggio!
ARMANDO Le assicuro, signor Fracassa, che era proprio un bel discorso…profondo…pieno di significato.
PENSIEROSO Il mio amico ha ragione…Bisogna stare ai fatti, sono i fatti che contano. 
FRACASSA Da un estremo all'altro...Povero me!( sedendosi al tavolo).
Armando tenta di cambiare discorso per uscire dalla polemica.
ARMANDO Però…io ancora non mi capacito come ci siete finiti in questo cortile…
PENSIEROSO E’ una lunga e tribolata storia…
FRACASSA Un viaggio inutile…e noioso.
ARMANDO Certo che essere anime del Purgatorio non deve essere facile…Ma bisogna pur espiare le nostre colpe…le nostre manchevolezze verso gli altri e noi stessi…( sospiro).
PENSIEROSO (perso nei suoi pensieri si rialza e cammina) Sarebbe meglio parlare di lettura, di libertà e di strani e bizzarri incontri….
ARMANDO (seguendolo) A pensarci bene, qualche curiosità sull’altra vita me la avete fatta nascere…Nello stato in cui sono, qualche notizia…qualche certezza sul dopo…sul Purgatori…o…o...
La parola gli si strozza in gola vedendo Nino che scende dalla scala di fronte a lui. 
NINO (scende agitando braccia e testa e parlando da solo) Non capiscono che cosa li aspetta…a che cosa vanno incontro…Oh…( si accorge di Armando ma non può vedere i due fantasmi che non si palesano a lui) Armà, adesso anche tu parli da solo come il sottoscritto? ( avvicinandosi) Ma che ci fai a quest’ora in questo cortile desolato…perché non te ne vai a casa a riposare invece di vaneggiare sul Purgatorio?
ARMANDO (impacciato e guardando ora Nino ora i due Fantasmi) Mi sono addormentato sugli scalini e non mi sono accorto che il tempo passava.
Mentre i due parlano Pensieroso si siede su uno scalino e Fracassa gira intorno a Nino e lo scruta attentamente. 
NINO Armà, non è che il problema dello sfratto ti…( non sa come continuare) ti ha scosso e stai pensando a qualche sciocchezza? Non è da te scoraggiarsi in questo modo…non è da te.
FRACASSA ( nello stesso momento, sedendosi vicino a Pensieroso) Che bella scenetta! (Si alza, gira su se stesso) siamo a teatro…a teatro …
ARMANDO (temendo Fracassa cerca di accorciare il discorso) Ma cosa hai capito? Io sto benissimo. Mi sono addormentato, per questo mi hai trovato in cortile a quest’ora.
Fracassa si avvicina a Nino e lo scruta.
PENSIEROSO (lo segue e cerca di tirarlo indietro facendogli segno di tacere) Ssssstt… 
NINO Armà! Se uno parla di Purgatorio, a quest’ora e nella nostra situazione si capisce benissimo che è stanco di vivere… di continuare a lottare…Su…ti porto a casa e magari ragioniamo un po’ su questa dannata questione ( Nino si avvicina ad Armando per prenderlo dal braccio ma, improvvisamente, sente il fruscio della tunica di Fracassa che è davanti a lui. Si ritrae sconcertato) Che è stato? Sembrava vento… un vento gelido( Si guarda intorno).
ARMANDO Io non ho sentito niente ( guardando verso Fracassa che si allontana e si siede accanto a Pensieroso).
NINO (prendendo Armando per un braccio) Su, andiamo a casa così ti riposi e non fai brutti pensieri.
ARMANDO (tra lo spaventato e il sollevato ) Ma cosa hai capito? Io non ho nessuna voglia di andare all’altro mondo…anche se poi non ci sarebbe niente di strano…alla mia età …Sto (imbarazzo)…sto aspettando una persona, per questo mi hai trovato nel cortile.
NINO Una persona? No, tu non mi convinci…Io più ti guardo e più mi sembri strano…Non so, hai qualcosa stanotte che……
ARMANDO E’…è che sono un po’ imbarazzato…Ti ripeto, sto aspettando qualcuno e la tua presenza non mi è di aiuto.
NINO E chi aspetti? Ah!…Ho capito…( ridendo) Chi se li aspettava gli incontri galanti nel cortile da uno come te…Allora ti devo lasciare solo…queste sono cose delicate e basta un niente per rovinarle…Buona nottata…(mentre sta salendo, si gira e facendo segno di minaccia) Ah, ma domani qualcosa voglio sapere…altrimenti dico a tutto il condominio quello che combini la notte nel cortile ah…ah…ah ( ridendo sparisce nella scala). 
ARMANDO (sollevato si siede) Non vi ha visti…non vi ha visti…Meno male!
PENSIEROSO C’è mancato poco, però, proprio poco ( rivolto a Fracassa e sedendosi stancamente) La prossima volta che farai una cosa simile rompo veramente l’amicizia. 
FRACASSA (in piedi vicino ad Armando) Chi è…? E’ un suo amico? Un suo parente?
ARMANDO E’ un bravo uomo…una brava persona.
FRACASSA (girando su se stesso) Che grande finale, stanotte! Da primo attore! (Avvicinandosi ad Armando) bravo, bravo! La mia compagnia…la mia frequentazione sortiscono, già, ottimi effetti! Mi dica, come le è venuto in mente quel geniale passaggio dall’aldilà all’incontro galante!
ARMANDO (alzandosi e guardandosi intorno in cerca di approvazione) Voi dite che sono stato bravo? Bravo proprio come un vero attore?
PENSIEROSO Certo! Ha avuto un vero colpo di genio… niente male per un principiante.
FRACASSA Lei doveva fare l’attore…Ah se l’avessi incontrato prima… Che cose bellissime avremmo fatto insieme (tristemente)! 
ARMANDO (sedendosi) Purtroppo ho dovuto interrompere la scena per evidenti ragioni…Certo che sarebbe stato bello recitare……Ma che stupidi pensieri mi vengono in testa, stanotte!…Che sciocchezze vado a pensare…
FRACASSA E si lamenta?Magari gliene capitassero ancora di questi pensieri…di queste nottate!
ARMANDO (seduto) Sono troppo vecchio e stanco per queste cose…Ma dove eravamo rimasti? …Ah, si! Ma voi venite veramente dal Purgatorio?
FRACASSA (sedendosi) Ricomincia con le domande complicate? La preferivo come teatrante… almeno mi faceva ridere.
PENSIEROSO (rivolto all’amico) Però qualcosa gli si può dire…Gli si può spiegare…altrimenti non ci darà requie.
FRACASSA (alzandosi e ricominciando a curiosare per il cortile) Incomincia tu, io non ho voglia di ritornare a pensieri tristi.
PENSIEROSO Tanto per incominciare noi un tempo…
FRACASSA (si precipita vicino ai due) Un tempo? Ma come le spieghi le cose? Quando eravamo vivi...vivi.
PENSIEROSO Non mi interrompere! Dunque...noi un tempo eravamo due teatranti...
FRACASSA Ci risiamo con le inesattezze…Quando eravamo vivi eravamo due bravi attori di avanspettacolo e ci divertivamo molto.
ARMANDO E…e… il Purgatorio e l’aldilà?
FRACASSA Ma lei è sempre così impaziente? Aspetti e arriveremo anche a questi astrusi argomenti…(si avvicina al pubblico) Si dovrebbe avere più rispetto per il lavoro altrui…E poi…recitare è un lavoro importante…impegnativo…serio…
PENSIEROSO Lo lasci stare...Stanotte gli è presa così. Noi avevamo una piccola compagnia teatrale con cui giravamo l'Italia, niente di serio…solo quattro gatti. Questo per dirle qual era l'ambiente e per farle capire che tenersi lontano da peccati e peccatucci era veramente difficile.
FRACASSA (avvicinandosi) Per non farla lunga, avendo noi il peso di tale intrapresa …avendo grandi responsabilità, qualche volta, per necessità del vivere eravamo spinti a…a qualche (sottovoce e girando velocemente su di sé) piccola…minuscola…irrilevante illegalità.
PENSIEROSO (seduto con il mento tra le mani) Dì pure che trattenevamo il ricavato degli spettacoli imbrogliando coloro che avevano faticato e sudato sulla scena.
FRACASSA (infervorandosi per difendere la sua versione dei fatti) Trattenere? Che esagerazione! Diciamo che, essendo noi gli organizzatori dello spettacolo, avendo noi la grande…immensa…totale responsabilità della baracca trattenevamo un po' di più, privando qualche giovane attore....qualche comparsa di pane e companatico…D'altronde, se ci si pensa bene, avere pasti regolari può essere un brutto vizio per dei giovani attori.
PENSIEROSO Spettacolo, organizzazione, responsabilità? Esagera sempre. Eravamo una compagnia di quattro gatti e noi facevamo la cresta sugli introiti perché ci piaceva giocare a poker.
FRACASSA (irritato davanti all’amico) E sia per i quattro gatti…e sia per il piccolo e irrilevante vizio del gioco…Ma la responsabilità…l'ansia per la riuscita dello spettacolo te la sei dimenticata? 
ARMANDO (risponde fermamente) Mi scusi, signor Fracassa, ma rubare ai poverelli non c’entra niente con la responsabilità… Secondo me sono troppo indulgenti in Purgatorio.
FRACASSA Sentitelo come puntualizza e con quale rigore! ( rivolto al pubblico) L'ho detto!...Abbiamo incontrato un filosofo e pure moralista!
ARMANDO (davanti a Fracassa) Lasciate stare il moralista e state ai fatti. Vi sembra giusto truffare il prossimo e far finta di niente? Avete considerato la vita di quei poveri attori…i loro affanni? Terribile cosa è la povertà, terribile cosa la miseria! 
Fracassa (vagando per il cortile) Povertà, miseria? Vogliamo aggiungerci anche la malattia,( si ferma) la discordia( si ferma), la guerra? L'elenco è lungo, molto lungo…
PENSIEROSO (rivolto ad Armando) Signor...?
ARMANDO (sedendosi) Armando, chiamatemi Armando così lasciate stare il filosofo che con me non c'entra niente.
FRACASSA (girando intorno ai due) Modesto il signore.......! Lei, nella vita, è solo Armando o qualcosa ha fatto?
ARMANDO Volete sapere se sono una persona importante? No, non lo sono…Sono stato operaio…mi occupavo anche di sindacato quando ce n’era bisogno…(ricordando) Poi ho dovuto assistere mia madre e sono andato in pensione…
FRACASSA (con le braccia indietro e passeggiando lentamente) Vita esemplare, ineccepibile.
PENSIEROSO (seguendolo) Persona generosa, sensibile agli altri…ai loro problemi.
FRACASSA (fermandosi) E finiamola con il peana! Che vita monotona la sua, caro il mio 
signore ! Anni e anni avanti e indietro, indietro e avanti e sempre con le stesse cose in testa e tra le mani...Io non avrei resistito a tanta noia e sarei oltrepassato prima del tempo!
ARMANDO (seduto) Ha ragione! Una vita senza senso la mia… non è servita a niente e a nessuno.
FRACASSA (continuando a parlare come se non avesse ascoltato) Vuole mettere invece il teatro (gira su se stesso)…l'inventiva...la sorpresa? Ogni sera il miracolo degli applausi!…Si ferma davanti al pubblico) A volte mi chiedevo: "ma questi applaudono proprio me?...Me in persona?” Ah, il teatro…il teatro!
PENSIEROSO (seduto, rivolto ad Armando) Ha dimenticato i fischi...Lui quando parla di teatro se li dimentica sempre...si vuole ricordare solo la parte gradevole.
ARMANDO Anch’io farei così se tutte queste belle cose fossero capitate a me. 
PENSIEROSO Ma lui esagera! Siamo stati anche noi tipi noiosi…nonostante il mestiere…
FRACASSA ( avvicinandosi) Noioso sarai stato tu!
PENSIEROSO ( ricordando) Noiosi e anche attenti ai guai degli altri, talmente attenti che, dopo aver trattenuto qualcosa, facevamo ravvedimento portando tutta la compagnia a rifarsi dalla fame in qualche trattoria.
FRACASSA (perdendo la sua baldanza) Ci ravvedevamo a tal punto che anche noi abbiamo sperimentato che la povertà (girando su sé stesso) è una grande calamità...grandissima calamità...perpetua calamità…
PENSIEROSO Che ci ha fatto compagnia tutta la vita.
FRACASSA Sempre taglie leggere noi...anzi leggerissime ( gira su se stesso).
ARMANDO Non capisco! Se eravate così buoni e generosi perché vi è toccato l'Inferno?
FRACASSA (davanti ad Armando) Sempre più giù eh! Con lei l'ironia non funziona per niente… (rivolto a Pensieroso) Ho detto bene…i.. ro.. ni..a?
PENSIEROSO Appropriata, per la prima volta appropriata.
FRACASSA ( girando su se stesso) Finalmente incomincio a capire qualcosa delle complicazioni intellettuali.
ARMANDO (non molla la presa) Però non mi avete ancora risposto? Perché vi è toccato l’Inferno.
FRACASSA (sedendosi) Inferno... Purgatorio?... Ma lei, caro signore, è ossessionato dall'espiazione! Si rilassi che la metafisica ridotta così fa molto male.
PENSIEROSO (seduto) Signor Armando non funziona come pensa lei...La faccenda è complicata ...di difficile spiegazione.
ARMANDO (seduto) Appunto perché è difficile gradirei, se fosse possibile, qualche delucidazione…qualche certezza.
PENSIEROSO Purtroppo mi devo ripetere: sono faccende complicate che, come dire, ognuno deve scoprire da sé…Piuttosto, raccontateci perché eravate così confuso, così
Stanco, stanotte.
ARMANDO Anche questo è di difficile spiegazione…dovrei fare un elenco lungo che non se ne vedrebbe la fine.
FRACASSA Incominci...tanto c'è tutta la nottata!( allunga le gambe e si mette comodo sulla sedia).
PENSIEROSO Le diamo noi un incoraggiamento? E’ preoccupato perché la salute non va molto bene?
FRACASSA E’ in ristrettezze economiche e nessuno l’aiuta?...Si, sarà proprio così...Come la capisco! E’ cosa terribile...tragica...insopportabile la vita senza pecunia...senza mezzi.
ARMANDO Come attori non siete bravi per niente...non avete inventiva...non avete acume.
FRACASSA (alzandosi irritato) Perché lei lo sapeva fare meglio questo elenco?
PENSIEROSO Lei deve essere un tipo difficile se non siamo riusciti ad indovinare il motivo...la causa di tanto soffrire. 
ARMANDO Il vostro elenco è, come dire, un po' scontato.
FRACASSA (rivolto al pubblico) Ho paura che stando lontani abbiamo dimenticato i guai degli uomini.
PENSIEROSO Forse ci dobbiamo aggiornare.
FRACASSA (avvicinandosi) E allora non la faccia tanto lunga e ci aiuti (tra sé, camminando) Eppure mi sembrava che i guai umani fossero tutti contemplati: guerre…malattie…fame… violenza… ingiustizie…solitudine…ecc. ecc. ecc.
ARMANDO Purtroppo su questa terra le cose sono cambiate.
FRACASSA e PENSIEROSO ( avvicinandosi ad Armando, entrambi attentissimi) Cambiate?(Curiosissimi) Diteci, diteci…informateci di questi cambiamenti.
ARMANDO Ci sono guai nuovi a questo mondo che nemmeno noi riusciamo a capire bene.
PENSIEROSO (avvicinandosi ad Armando) A non capire? Adesso siamo noi ad essere disorientati! Una volta i guai si capivano subito…Arrivavano e ti tramortivano… Altro se si capivano i guai…!
FRACASSA (passeggiando) Lei è un filosofo approssimativo se non riesce a spiegare i suoi guai …I guai? La cosa più facile da raccontare tanto che gli uomini riempiono pagine e pagine di romanzi…di lettere…di discorsi con le loro lamentazioni.
ARMANDO Questi sono guai nuovi…strani…che nemmeno io capisco bene…( come se fosse solo) Non ci dormo tanto mi inquietano…
PENSIEROSO Che stranezze…!
ARMANDO Prima bastava informarsi e qualche idea del mondo in testa entrava…Adesso vediamo dieci telegiornali al giorno, leggiamo i giornali come prima ma in testa ci rimane solo una grande confusione.
FRACASSA E per un po' di confusione lei si addormenta sugli scalini?...che esagerazione!
PENSIEROSO Signor Armando sia serio e concluda…Questi non sono problemi degni di nota.
ARMANDO (irritato si alza) Allora, secondo voi, non capire dove va la tua vita e quella degli altri non è degno di nota?
FRACASSA Che stress, stanotte! Ma secondo lei c’è mai stato qualcuno che abbia capito dove andava la sua vita? Adesso so perché vi riducete in tale stato e non riuscite a dormire nel vostro letto? Vi gira a vuoto la testa ( girando su se stesso).
PENSIEROSO (cautamente) Non è che…forse… con la vecchiaia informarsi diventa faticoso e lei non riesce più a star dietro a tante cose?
ARMANDO (stizzito) Niente affatto! A parte i guai di stasera che non sono certamente da addebitare a me, io, di solito, sono una persona attenta che cerca di capire le cose del mondo.
FRACASSA Più che attento diciamo...pignolo...un filosofo pignolo.
ARMANDO Ci risiamo col filosofo? Io cerco solo di vederci chiaro…Ma il risultato è solo confusione…confusione e angoscia!
PENSIEROSO Il mondo si deve essere complicato molto se una persona intelligente come lei fa fatica a stargli dietro.
I tre personaggi ragionano camminando l’uno dietro l’altro. 
FRACASSA Si devono essere estinti anche gli esperti se vi siete ridotti così.
ARMANDO Di esperti ne abbiamo fin troppi ma…è come se le cose importanti…le cose che ti fanno capire come dovrebbe migliorare il mondo non venissero mai fuori. 
PENSIEROSO Magari non le hanno afferrate nemmeno loro!
Armando non li ascolta più e incomincia una sorte di soliloquio passeggiando per il cortile. 
ARMANDO Ma se hanno già capito che Santa Madre Terra è mal ridotta…se sanno che siamo in tanti e i poveri aumentano, aumentano…!
FRACASSA (sottovoce a Pensieroso) Il poveruomo si è spaventato e non c'è più con la testa.
PENSIEROSO Cosa facciamo adesso?
FRACASSA Assecondiamolo...non c'è altro da fare.
I due fantasmi seguono Armando.
ARMANDO Santa Madre Terra? La più povera dei poveri…Da lei prendiamo…prendiamo e mai…mai che… 
FRACASSA e PENSIEROSO ( dietro Armando ripetono le sue parole) La più povera dei povera dei poveri.
ARMANDO Noi non capiamo…Non ci fanno capire?…non vogliamo capire?…
FRACASSA Non volete capire …non vi fanno capire.
ARMANDO Tutti confusi…tutti impauriti senza…senza prospettive…
PENSIEROSO e FRACASSA (sempre dietro ad Armando che solca il cortile in tutte le direzioni) Tutti…tutti senza prospettive. 
FRACASSA ( improvvisamente si ferma) Perbacco! Tutto questo parlare a vuoto sta facendo stancare anche me…( rivolto ad Armando) Ma non potrebbe fermarla la testa, almeno per stanotte?
ARMANDO (continuando nelle sue riflessioni) Fermare la testa? E perché dovrei fermarla? Io voglio sapere…capire…
FRACASSA Ma quanto siete complicato! Non lo avete ancora capito che, per vivere bene, meno si capisce meglio è?
PENSIEROSO ( va a prendere una sedia e la porge ad Armando) Signor Armando, si riposi! Se continua a girare si stanca e peggiora la situazione.
ARMANDO (non risponde e continua a girare e parlare da solo) Dove ho sbagliato, dove abbiamo sbagliato? Povero pianeta dissestato e poveri giovani senza futuro…senza prospettive…e questo mare di ingiustizie che cresce…cresce…
PENSIEROSO (cerca di assecondarlo) E quando mai le ingiustizie mancano!
ARMANDO E Paolo? Disoccupato…e Antonio? Vecchio e senza una casa!
PENSIEROSO Sono vostri parenti? Capiamo perché non c’è più con la testa…
Armando finalmente si siede quasi inebetito e resta in silenzio.
FRACASSA ( a Pensieroso sottovoce) La situazione si va facendo complicata…forse è meglio se tagliamo la corda.
PENSIEROSO E ti sembra giusto lasciare questo povero vecchio in mezzo a una tempesta di pensieri dopo che gli abbiamo rovinato la nottata?
FRACASSA Speriamo solo la nottata! A me sembra proprio partito…
PENSIEROSO Certo che sono conciati proprio per le feste!
FRACASSA E tu stai dietro ai lamenti di questo vecchio! Secondo me il mondo è sempre lo stesso….è lui che non c’è più con la testa…
PENSIEROSO ( avvicinandosi ad Armando) Signor Armando si riposi adesso e non perda la speranza…Si sa che le cose umane non sono mai facili. 
ARMANDO (come risvegliandosi da un sogno) Mai facili, mai facili le cose umane…
FRACASSA (sottovoce rivolto al pubblico) E quando vedremo giorno con questi sproloqui che non finiscono più? ( si avvicina ad Armando) Ma lei, caro il mio signor, vuole fare un ripasso dei guai umani proprio stanotte! Se avessi minimante intuito che sarebbe finita così, me ne sarei stato ben lontano da questo cortile.
PENSIEROSO (alzandosi) Parli proprio tu che mi hai convinto ad iniziare questa avventura?
FRACASSA ( si siede) Non ci sto più dietro a questi discorsi! Si parla, si parla come se gli uomini potessero cambiare. Ma non vi siete ancora rassegnati ad accettare il fatto che gli umani sono e saranno sempre gli stessi in saecula saeculorum?
ARMANDO (seduto) No, no, le cose ora sono cambiate…sono diverse come non mai…( tra sé) Noi dobbiamo cambiare, dobbiamo portare rispetto a Santa Madre Terra…… … 
FRACASSA Basta, basta con questo filosofeggiare da quattro soldi!... Piuttosto, caro signor filosofo triste, mi dica…qualche bella risata ve la fate ancora? Parlo di quelle belle risate di pancia che liberano testa e cuore e ti fanno rinascere alla vita.
PENSIEROSO (rivolto ad Armando e sedendosi) Bisogna capirlo! Lui era bravo in questo…ne aveva fatto un’ arte…Inventava certe storie scombinate che il pubblico si doveva tenere la pancia per non scoppiare dal ridere.
FRACASSA (alzandosi e rivolgendosi al pubblico) Facevo ridere certi tipi, certi tipi che secondo me venivano a teatro quasi a dire : "è adesso voglio vedere se questo cretino di attore mi ricompensa del prezzo del biglietto!” 
PENSIEROSO Altri tempi( sospiro)!...Adesso la verve gli si è spenta, ridotta, consumata...
FRACASSA (stizzito) Parla per te…( si alza e verso il pubblico)…Ah se potessi mostrare quanto sono bravo a far ridere!…Quanta verve mi è rimasta dentro!( girando su sé stesso) Ma ditemi… teatranti che vi fanno ridere di pancia e vi aiutano in questa arte liberatoria ce ne sono ancora in giro?
ARMANDo Di teatranti ce ne sono fin troppi e di ridere si ride ancora…ma di testa…un po' trattenuti…Abbiamo le nostre fisime e la risata vi resta impigliata.
FRACASSA (avvicinandosi) Ecco perché stanotte lei ha trasformato questo cortile in una valle di lacrime? Non sapete più ridere e vi attorcigliate in grovigli più grandi di voi.
PENSIEROSO Però, anche noi ci dibattevamo in mille interrogativi.
FRACASSA Pensieri leggeri…lievi…senza peso, i nostri.
ARMANDO Si vede che a voi le cose andavano meglio.
FRACASSA Meglio? Ma quando mai su questa terra le cose sono andate come gli umani vogliono!( Infastidito) Stanotte non ne posso più delle vostre tiritere…meglio se mi faccio un giro.
PENSIEROSO (guardando Fracassa che si allontana) Si è stancato di filosofeggiare...Ha dimenticato che anche noi non scherzavamo con i rimuginìi…con le scontentezze…A me lasciavano dentro certe paturnie...certe malinconie.
ARMANDO Ma voi avevate gli applausi a consolarvi.
PENSIEROSO E lei sta dietro alle panzane di quello (indicando Fracassa che sta facendo un giro ricognitore per il cortile)…Sapesse che vuoti…che malinconie mi afferravano, a volte, dopo gli spettacoli!
FRACASSA (riavvicinandosi) Dormono come angioletti.
PENSIEROSO (continuando a ricordare) A volte mi duravano dentro ore e ore.
FRACASSA Mi allontano un attimo e questo non c’è più con la testa…
PENSIEROSO Si parlava delle mille complicazioni dell’esistenza.
ARMANDO Di malinconie e pessimismi.
FRACASSA Che bei ricordi, stasera!( si siede insieme agli altri) Tanto per stare in tema anch'io avevo qualche momento, come dire, di sconforto…
PENSIEROSO Lui si scarfugliava come un riccio...si chiudeva e non c'era verso di fargli uscire qualcosa di bocca.
ARMANDO Non l'avrei creduto possibile …con quel carattere?
PENSIEROSO Era l'unico momento in cui stava zitto ed era un vero sollievo per tutta la compagnia. 
FRACASSA ( rivolto al pubblico e dando le spalle ai due) Ma che sollievo d'Egitto… Costui non sa quale ricchezza è la parola per un attore…
ARMANDO Certo che la vostra è stata proprio una bella vita… sempre in mezzo alla gente… in mezzo agli applausi!
PENSIEROSO Una fregatura che non riesce a passarci.
FRACASSA (avvicinandosi e allontanandosi dal tavolo) Così facciamo le gite.
PENSIEROSO Certi viaggi!
Silenzio 
ARMANDO Deve essere bello poter dimenticare i propri guai stando alla luce della ribalta…Distrarsi dai pensieri… dalla noia.
FRACASSA (sedendosi) E quale noia era mai possibile…bisognava stare dietro agli attori…
PENSIEROSO E alle attrici che non ne potevano più di averti sempre tra i piedi.
FRACASSA Vorresti dire che non erano contente delle mie attenzioni?
PENSIEROSO Ti sopportavano...Povere ragazze!...Dovevano pur mangiare…
FRACASSA (malinconico) Uno va via dal mondo con qualche bel ricordo…con qualche certezza e basta una nottata strana per mandare tutto gambe all’aria…
Silenzio 
ARMANDO Però, secondo me, ai vostri tempi le cose dovevano essere più semplici…meno complicate...
PENSIEROSO Il solito ritornello scaricabarile delle generazioni che passano su questo pianeta!
ARMANDO Voi non dovevate combattere contro i sensi di colpa per non aver fatto abbastanza per questi poveri giovani senza futuro…Non sentivate la terribile angoscia che mi afferra guardando questo nostro pianeta malconcio…senza più la bellezza che noi abbiamo conosciuto…
FRACASSA ( rialzandosi) Ricomincia con la metafisica? Lei, caro il mio signore, è un tipo ben strano! Vive in un condominio fatiscente e si permette il lusso di complicarsi la vita con dilemmi così complicati? Non sarebbe meglio se si attenesse alla sfera della pura sopravvivenza?
PENSIEROSO Caro amico, non si vive di solo pane!
FRACASSA A me il companatico confonde sempre...(dondolando da una transenna)....è cosa complessa il companatico…è cosa intricata…
ARMANDO A me basterebbe capirci qualcosa sulle sorti di questo pianeta…mi basterebbe qualche verità per…per…
PENSIEROSO La verità? Quella meglio lasciarla stare…Uno la cerca tutta la vita e quando riesce ad intravederla...zac…il filo si rompe.
FRACASSA (andando avanti e indietro) Che lavoro inutile!
PENSIEROSO Io, per esperienza le consiglierei di non aprirli troppo gli occhi...di non esagerare con le domande...
FRACASSA Troppe domande fanno male allo stomaco…guastano il clima dell'esistenza... Meglio, molto meglio qualche risata di pancia.
ARMANDO Di questi tempi non c’è niente di cui ridere…niente!
FRACASSA (rivolto al pubblico in mezzo al palcoscenico) Con uno così c'è solo da farsi il sangue guasto!…Mi è venuto il mal di testa a sentire come si attorciglia nelle sue complicazioni mentali!
ARMANDO (camminando dietro Fracassa) Ma le pare una complicazione mentale preoccuparsi del destino di tutti noi e di Santa Madre Terra?
PENSIEROSO (dietro Armando) Certo che avete distrutto e lordato senza ritegno…Però io ho fiducia nell'intelligenza umana...Gli uomini ci mettono un po' di tempo a capire ma alla fine le soluzioni le trovano…
FRACASSA ( girandosi di scatto) Amico mio, nemmeno post mortem hai imparato che l'intelligenza umana viene sempre a posteriori…cioè quando le tragedie si sono già verificate? E’ per questo che diffido dei falsi ragionatori come te che partono sempre dalle utopie e non concludono mai…
ARMANDO (sedendosi) A me inquieta sopratutto questo nostro potere di fare…inventare marchingegni che non danno più risposte al nostro futuro.
FRACASSA Avete spanato il meccanismo...Avete rovinato il sistema…
PENSIEROSO (seduto) Ma che sciocchezze vai dicendo? L’uomo è troppo intelligente, troppo curioso per non trovare le soluzione a problemi di questo tipo.
FRACASSA ( si rialza e si rivolge al pubblico) Ecco a voi un filosofo ingenuo, un filosofo che non ha capito di niente di uomini, di umanità! Invece litigheranno…si accapiglieranno su chi dovrà sfruttare l’ultima scoperta mentre intorno le cose non potranno che peggiorare.
PENSIEROSO Eppure basterebbe solo un po’ di concordia…! 
FRACASSA (rivolto al pubblico) Concordia? Che si sappia, cari filosofi, avete notizia che nella storia umana si sia mai verificato qualche episodio di concordia universale? Qualche storia…evento…miracolo in cui gli umani, pur di evitare tragedie…pericoli…morti, siano stati capaci di rinunciare a interessi, vizi, vanità...a comodità, pigrizie, indifferenze. Mi fermo qui perché sono appena entrato nel novero dei filosofi ed ho qualche ritegno a dilungarmi
PENSIEROSO (raggiungendo Fracassa in mezzo al palcoscenico) Quello che dici valeva per il passato quando ognuno non si fidava dell'altro e doveva lottare per ottenere qualcosa......Ma oggi con questo tipo di problemi gli uomini impareranno che non c'è sopravvivenza senza concordia.
ARMANDO (vicino ai due) Non vorrei aggravare le sue preoccupazioni e rovinarle la gita...signor Pensieroso, ma io sono d'accordo con il signor Fracassa...Io alla concordia umana non credo affatto.
FRACASSA ( tra sé) La concordia universale?...Ma quando mai in questo mondo! 
PENSIEROSO (stizzito) E secondo voi c'è qualche altro rimedio più semplice a questo problema?
FRACASSA Mi chiedi un rimedio? Un rimedio efficace...un rimedio semplice? Allora arriviamo dritto, dritto a Noè buonanima e al Padreterno che in fatto di umanità erano piuttosto esperti.
PENSIEROSO Ma devi parlare sempre a sproposito? Non ascoltatelo, signor Armando, lui non ragiona mai sulle cose, non è capace di approfondire come noi...è abituato alle storielle.
FRACASSA Sentitelo, sentitelo! Approfondire, ragionare? Caro mio, hai dimenticato l'unica cosa che funziona veramente con gli umani…La paura…la paura!
ARMANDO Concordo, concordo. Questa è l'unica e sola cosa che può darci qualche spinta a cambiare le nostre pessime abitudini.
PENSIEROSO La paura? Ma siete matti! La paura è sempre stata una cattiva consigliera per gli esseri umani…li ha sempre portati a scegliere rimedi peggiori del male.
ARMANDO ( spaventato si alza e cammina) A volte( tra sé) confidarsi con gli altri è deleterio…controproducente...genera ansia… Mi mancavano pure questi due stanotte!( si riavvicina) Signor Fracassa, a pensarci bene, è meglio lasciar perdere… Questi sono problemi così grandi che noi, poveretti, ci possiamo solo perderci dietro.
FRACASSA (irritato dalle parole di Armando lo fronteggia) Ma lei, caro il mio filosofo, non voleva capire…scoprire la verità?
PENSIEROSO ( fronteggia Fracassa) E la tua sarebbe la verità? 
FRACASSA Quest’uomo( indicando Pensieroso) mi ha angustiato tutta la vita con la sua ricerca della verità, ed ora, ora che io…io, finalmente( tono esaltato) ho capito dovrei rinunciarvi per farvi stare tranquilli? Dove finirebbe la mia coerenza ...il mio nuovo prestigio come pensatore ?
ARMANDO (impaurito) Signor Fracassa ( tono implorante) io fino ad un certo punto l’ho seguito…ero d'accordo con lei…Ma ora…a sentire parlare di paura… di paure mi sono reso conto che sarebbe meglio non approfondire.
FRACASSA E lei vorrebbe capire i guai del mondo? No, caro il mio signore, lei vuole mantenere la sua ignoranza, le sue illusioni altrimenti mi darebbe retta. ( Arrabbiato) Mi dica…ho ragione o no che la concordia universale non si è mai verificata nella storia? Ho ragione o no a pensare che gli uomini non possono cambiare?
ARMANDO Devo convenire che, effettivamente, a guardare la storia...
FRACASSA E allora!...Se conviene con me abbia il coraggio di guardarla in faccia la verità… 
PENSIEROSO E smettila con i tuoi sproloqui! Prima o poi gli uomini capiranno…Si renderanno conto che devono fare a meno delle inutili cianfrusaglie di cui si circondano.
FRACASSA Mi fai ridere con le tue ingenuità…mi fai ridere…ah…ah…ah…ah!
ARMANDO ( tra sé) Che mi è venuto in mente stasera? Che ne sanno due fantasmi dei problemi di questo mondo… Signori? Signori? E’ meglio cambiare discorso…La questione è complicata…non se ne viene a capo tanto facilmente.
FRACASSA Complicata? Dica im..po..ssi..bi..le…impossibile. Ci sarà da divertirsi a vedere come farete a rinunciare a certe abitudini…a certe carabattole con cui vi illudete di riempire la vostra vita…ah..ah..ah..ah…ah..ah! (la risata deve essere terribile e continua). Adesso capisco perché questi( guardando Armando) non ridono più di pancia…Sono troppo occupati con i loro ninnoli…con le loro devastanti abitudini……Cambieranno? Impareranno? ah..ah…ah Li vorrò vedere all’opera ah..ah..ah…ah…ah…ah…ah…ah…ah!( mentre gira per il cortile)
Silenzio
Pensieroso ed Armando si siedono sugli scalini mentre Fracassa continua a girare inquieto. Dopo qualche minuto, cauto e guardingo, si avvicina agli altri due e, con grande cautela e circospezione, si siede vicino a Pensieroso.
Silenzio
FRACASSA Avevi ragione tu…! Stanotte ho sbagliato tutto…Questo viaggio è stato un disastro…un autentico disastro. 
PENSIEROSO Diciamo che sarebbe stato meglio se ci avessi risparmiato la sceneggiata finale! 
FRACASSA Sceneggiata?( si alza irritato) Ricordati che sei stato tu a proclamarmi pensatore…! No, stanotte non mi farai passare più per un buffone…! Anzi, sai cosa ti dico? Ragionando, ragionando mi è venuta voglia di esercitarmi...Ah!…Averlo sperimentato prima altro che barzellette avrei raccontato!
ARMANDO Era meglio se dormivo nel mio letto, stanotte!…… Però mi è servito parlare con voi…Quantomeno ho potuto aprirmi…sfogarmi …buttar fuori tutto quel peso che non mi dava pace.
FRACASSA (tra sé, sedendosi) Vatti a fidare degli uomini! Ti angustiano con i loro problemi e poi?...Quando uno si spreme le meningi per dar loro qualche utile consiglio, ti dicono che sei servito solo come sfogatolo…(a voce alta) Con voi è meglio il silenzio…meglio l'indifferenza.
PENSIEROSO Quanti guai…quante domande inevase, stanotte! E pensare che a me sembrava che tutto fosse migliorato in questo mondo…..
PENSIEROSO Che fossero più felici di noi…
FRACASSA Felici… con tante vetture per ogni dove…
ARMANDO Con il televisore sempre acceso alla ricerca di mille vite...
PENSIEROSO Qualche libro per errore...
FRACASSSA Le palestre piene…
ARMANDO Le spiagge stracolme…
PENSIEROSO Tante partite di calcio…
FRACASSA Il festival di Sanremo…
Pensieroso, Fracassa ed Armando tacciono; la discussione senza via di uscite e di speranze ha tolto loro ogni voglia di scherzare.
Silenzio
Dopo qualche minuto si vede la signora Tazè scendere dalla scala; dopo essersi rassicurata di essere sola, si siede sui gradini e cerca di vincere il caldo aiutandosi con un pezzo di cartone.
TAZE’ Più caldo che in Kenia stanotte, più cald....(vedendo Armando rimane con il cartone a mezz'aria ).
Armando, temendo che possa vedere i due fantasmi, le si avvicina per distrarla e si siede su una sedia vicina.
ARMANDO Anche lei ha caldo? E' una notte così afosa che in casa non si riesce proprio a dormire.
TAZE’ Caldo…tanto caldo e pensieri…tanti pensieri per me.
ARMANDO Pensieri…pensieri per tutti in questo mondo…
TAZE’ Mancare aria in casa… piccola…troppo piccola.
Armando ascolta distrattamente, guarda continuamente verso la parte opposta del cortile; è preoccupato che i due fantasmi si muovano dall’angolo in cui li ha lasciati e, possano, involontariamente, spaventare la donna.
ARMANDO Scusatemi se mi allontano un attimo…Ho lasciato il giornale nell’altra scala, vado a prenderlo…( si allontana).
ARMANDO (avvicinandosi ai due fantasmi) Vi prego, è una povera donna che viene da tanto lontano, non spaventatela…Vi prego!
PENSIEROSO ( offeso) Ma per chi ci ha presi! Noi siamo esseri rispettosi…seri…
FRACASSA Spiriti sensibili…educati…( preso dalla curiosità) Chi è quella signora? Da dove viene? Cosa fa nel cortile a quest’ora?
ARMANDO La prego, signor Fracassa, non si faccia vedere…la spaventerebbe inutilmente…sarebbe una vera crudeltà.
Intanto la signora Tazè si accorge che Armando parla con qualcuno e si preoccupa. Si alza, si dirige verso Armando poi ci ripensa torna indietro e si risiede.
Armando ha capito che la signora si sta agitando e ritorna indietro per calmarla.
ARMANDO Avevo dimenticato il giornale nell’altra scala…sono andato a riprendermelo.
TAZE’ (tono severo) Voi non andare per giornale…qualcuno è in condominio…Chi…chi entrare in cortile, di notte?
ARMANDO Non è entrato nessuno, vi assicuro che non ci sono estranei nel cortile.
TAZE’ Voi parlare con qualcuno, io visto…Io andare a vedere ( si alza e si avvia in direzione dei due fantasmi). 
ARMANDO (cercando di convincerla) Ma dove va? Se qualche inquilino la trova nell’altra scala, stanotte, in questo cortile succede un putiferio… 
TAZE’ Io andare…io non paura …
Armando segue Tazè terrorizzato per ciò che potrebbe accadere.
TAZE’ (avvicinandosi lentamente intravede dei due fantasmi solo il volto bianchissimo ) Stanotte persone strane in condominio…bianchi…bianchi come latte (si gira verso Armando per chiedere spiegazioni).
ARMANDO Sono miei amici...brave persone. Stavamo ragionando del più e del meno e non ci siamo accorti che il tempo passava.
TAZE’ (fermandosi) Gente strana suoi amici…pallidi...tanto pallidi…
ARMANDO Non si preoccupi! Li vede così pallidi perché sono un po' patiti…
TAZE’ (agitata) Entrare tipi cattivi in condominio! Io fiducia in lei… ma lei fatto entrare tipi non buoni in condominio.
ARMANDO Sono miei amici…non fanno male a nessuno…Sono solo un po' patiti.
TAZE? (non capendo) Patiti? Cosa patiti?
ARMANDO Patiti, deboli, ammalati…
TAZE’ (diffidente si ferma e non va più avanti) Ammalati? Come ammalati?
Armando che la vede impaurita cerca ancora di tranquillizzarla.
ARMANDO Niente di grave…piccole malattie…piccoli disturbi.
Tazè rassicurata riprende ad avvicinarsi lentamente ai due fantasmi.
TAZE’ (camminando lentamente) Allora bisogno mie tisane…noi in Kenia buone tisane per ammalati.
ARMANDO ( la segue atterrito aspettandosi, da un momento all’altro, la sua reazione) (sottovoce) Signore aiutatemi! Se si mette a strillare, stanotte, avremo tutto il condominio nel cortile…
TAZE’ ( via, via che si avvicina, invece di agitarsi si calma) Ma sono solo anime!
ARMANDO Cosa vi dicevo? Non c'era da avere paura…
TAZE’ Io non paura anime…io paura persone cattive in condominio.
ARMANDO Allora, se non avete paura, vi posso presentare i miei amici? 
Dopo le parole di Armando, Fracassa, che fino a quel momento si era tenuto nascosto dietro le transenne, si palesa alla donna.
FRACASSA ( facendo un inchino cerimonioso) Finalmente una santa donna, finalmente una persona che capisce gli altri…che rispetta le diversità…( continuando ad inchinarsi).
TAZE? (sorridendo serena) Lei spirito buono …troppo buono con me.
A quel punto anche Pensieroso si fa coraggio ed esce allo scoperto. Si avvicina con circospezione, ma quando Tazè gli sorride si rilassa e fa il galante.
PENSIEROSO E’ con vero piacere che mi onoro di conoscere una così bella signora…
FRACASSA ( a Pensieroso) Smettila con questi salamelecchi!( rivolto a Tazè) Dovete scusarlo, lui non è più abituato al gentil sesso!
Pensieroso, incurante delle parole dell'amico, continua nelle presentazioni.
PENSIEROSO Mi chiamo Pensieroso ed ho apprezzato che abbiate pensato alla nostra salute.
TAZE’ (divertita) Dispiace a Tazè non avere tisane buone per voi …Per voi altre cose difficili che io non avere…
PENSIEROSO Nessuno… nemmeno all’altro mondo può avere tisane così miracolose.
ARMANDO Non riesco a spiegarmi perché la signora non ha paura di voi?
TAZE’ In mio paese anime non cattive…loro portare notizie…avvisare noi di cose ...non paura.
ARMANDO Ho capito, altri popoli…altre culture!
PENSIEROSO Se mi spiegate bene dov'è collocato il vostro paese sul nostro piccolo globo magari, al prossimo attacco di nostalgia, ci facciamo un atterraggio…
FRACASSA ( guardando Armando) Così non dovremmo passare il tempo a rincuorare certe persone di nostra recente conoscenza.
ARMANDO Non è detto che la prossima volta vi imbatterete in uno come me…
FRACASSA Non ne potevo più dei suoi problemi e problemucci... Ancora un po' e collassavo sotto le sue domande.
TAZE’ Voi qui per qualcuno? Forse mandati mia nonna? Io tanto sola e allora chiamare miei morti…ma non voi…non voi...
PENSIEROSO Abbiamo già avuto modo di spiegare che non ci ha chiamati nessuno...
TAZE’ Allora perché voi qui…qui da me?
FRACASSSA Siamo scesi in questo cortile solo per dare un’occhiata…Se il signor Armando non ci avesse visto saremmo stati in santa pace e non avremmo dato fastidio a nessuno.
ARMANDO Fastidio? Che parola grossa. Diciamo che sulle prime mi sono spaventato …Converrete che non è cosa di tutti i giorni fare incontri così insoliti.
TAZE’ Voi benvenuti…benvenuti per me…Voi venire spesso qui… In cortile?
PENSIEROSO E’ la prima volta e, credo, sarà anche l’ultima.
FRACASSSA Anzi, ultimissima……Però, a pensarci bene, questi viaggi non sono così deludenti ( gira su se stesso poi si ferma e rivolto a Tazè) Se ci fosse il tempo lei potrebbe scoprire cose molto interessanti su di noi…molto interessanti.
TAZE’ Come interessanti?
PENSIEROSO Ricominci con i tuoi trucchetti di teatrante?
FRACASSA Mi duole deluderti ma stanotte ho definitivamente abbandonato la vena comica per recite più impegnative (saltellando) Io sono un filosofo…un filosofo professionista! ( Rivolto a Pensieroso) A quale categoria di filosofi potrei iscrivermi, secondo te?
PENSIEROSO A quella dei pensatori pazzi, certamente.
FRACASSA Ecco…mi ha già declassato! Con te non si può più ragionare.
TAZE’ (rivolta a Fracassa) Lei spirito pazzo? Perché pazzo?
ARMANDO Non è pazzo…è un bravo filosofo… io ho seguito il suo pensiero e mi ha quasi convinto.
FRACASSA E’ il quasi che mi frega (scoraggiato)… Comunque, quasi o non quasi, finalmente sono anch’io un intellettuale…un vero intellettuale… un signore…un vero signore ( inchinandosi a destra e sinistra).
PENSIEROSO Non ci fate caso…Stanotte vuole sbalordire con le sue sceneggiate…vuole fare l’attore.
Silenzio
TAZE’ Voi incontrare mia nonna…io so…Lei mandati per compagnia…(sospiro)
Pensieroso e Fracassa si rendono conto che la signora spera in qualche messaggio, in qualche parola di conforto da parte della nonna e cercano di consolarla.
PENSIEROSO Per noi è difficile incontrare sua nonna ma le promettiamo che la prossima volta…se mai ci dovesse capitare…visiteremo certamente il suo paese. 
TAZE’ Oh!…Mia terra molto bella! Tanti alberi in mia terra…tante erbe per salute…tante sorelle e amiche…Ora io lontana…Ora io qui…in nuovo paese!
ARMANDO Vi manca molto il vostro paese, eh?
FRACASSSA Che domande intelligenti! La nostra compagnia le ha fatto perdere del tutto il buon senso, amico mio…!
TAZE’ Tazè sognare ogni notte…ogni momento suo paese.
PENSIEROSO (rivolto a Fracassa, sottovoce) Povera signora! Qui tutta sola con la nostalgia del suo paese. Non è un bel vivere il suo…
FRACASSA Mi piange il cuore a sentire tanta nostalgia.
PENSIEROSO Dovremmo fare qualcosa.
Si chiude lentamente il sipario sui nostri personaggi che siedono silenziosi sugli scalini e, con il mento tra le mani, sembrano riflettere intensamente. 


Epilogo

Personaggi.
Armando, Fracassa, Pensieroso, Antonio, Lea , Paolo, Nino, Rita, Gianna, Carlo, Luca.



A sipario chiuso, si diffondono in sala, prima sommessamente poi sempre in crescendo, suoni di tamburi.
Quando il sipario si riapre la scena è totalmente cambiata: il palcoscenico si è trasformato in una savana africana immersa nel suono dei tamburi. 
La signora Tazè incantata si guarda intorno e incomincia a girare e ad accarezzare piante ed animali .
TAZE’ ( impazzita di gioia) Mia terra…mia terra! 
In mezzo agli alberi si intravedono anche Antonio, Lea, Paolo, Luca, NIno e gli altri inquilini. Si guardano intorno impacciati e intimiditi e non sanno cosa fare e dire.
PAOLO Cosa sta succedendo?
LEA E’ una magia …una bella magia…ieri sera ho sognato di fare un viaggio ed ora eccomi accontentata( prende la mano di Paolo).
ARMANDO (cerca di tranquillizzarli) Non fatevi molte domande… godetevi questo paesaggio…Stanotte gira così.
ANTONIO (guardandosi in giro sospettoso) Qua è stata fatta qualche fattura…So’ cose strane che facevano pure le vecchie del mio paese.
ARMANDO Godetevi questa nottata e non state a pensare ai guai…Ragionare, stanotte, fa male.
LUCA Qui c'è lo zampino della signora del primo piano….
ARMANDO Rilassati…Questo miracolo potrebbe finire da un momento all’altro e sarebbe un peccato non approfittarne.
ANTONIO E godiamocela, allora, sta nuttata…Fusse che il Creatore ha pensato ai poverelli, stanotte?
Si avviano tutti dietro la signora Tazè che prende a fare da cicerone.
TAZE’ (orgogliosa) Voi…voi venire tutti in mia terra…Tazè contenta per voi…per me…Mia terra bella…bella!
LEA E’ bellissima…è un vero Paradiso, signora Tazè.
PAOLO Non avrei immaginato che ci potessero essere posti così particolari…così interessanti…
NINO Mi piace questo posto…qui si sta in pace.
RITA E’ bello stare senza pensieri.
GIANNA Armà…che nottata strana! 
ARMANDO ( sereno) Stranissima…ma tanto bella…
TAZE’ (seguita dal gruppo gira per la savana) Voi vedere pianta buona per mal di denti…io raccogliere per voi…(si ferma ) Zitti…piano…amici animali dormire…noi non impaurire …Loro bisogno riposo.
Tutti fanno silenzio e camminano lentamente dietro la signora Tazè. 
Ad un certo punto Armando si stacca dal gruppo, si guarda intorno alla ricerca di Pensieroso e Fracassa.
ARMANDO (a voce bassa, tra sé) Dove sono andati a finire quei due?
Li intravede nascosti dietro un albero. Si avvicina.
ARMANDO Cosa fate qui soli, soli? Ora che siamo in Africa e potete vedere un po' di mondo ve ne state appartati e silenziosi? 
PENSIEROSO Dobbiamo trasformare in un incubo anche questo momento? Siete tutti così felici che sarebbe una crudeltà seminare paura.
ARMANDO Ma voi pensate che in una situazione così particolare i miei amici si accorgerebbero di qualche piccola differenza…di qualche diversità?
PENSIEROSO Non era lei che stava svenendo alla nostra vista? 
ARMANDO Cosa volete che sia un po’ di pallore…un po’ di leggerezza in una nottata come questa? Su, andiamo dagli altri.
PENSIEROSO (tristemente) Penso che per noi sia meglio togliere il disturbo…Non vorrei provocare altro scompiglio a questa povera gente che ha già tanti guai……Comunque sono stato contento di scambiare quattro chiacchiere con uno come lei che si interessa gli altri e al mondo.
FRACASSA Se lo hai trovato così interessante perché non ci fermiamo ancora? Il signore Armando non si tirerebbe certamente indietro con altre informazioni.
ARMANDO Potremmo approfondire il discorso iniziato e tentare qualche soluzione. 
FRACASSA Messa così preferisco ripartire!……Però…ci sono anche altre persone…Chi sono…Cosa fanno…come si chiamano…?
PENSIEROSO A pensarci bene anche a me piacerebbe stare in mezzo a tanta bella gente come una persona normale…
FRACASSA Allora fermiamoci…scopriamo un nuovo mondo…(girando su se stesso) Come mi piace conoscere gente nuova…nuova di zecca…
PENSIEROSO ( allegro) Godiamoci questa nottata…tanto…anche se dovessimo tardare non credo che all’altro mondo qualcuno si preoccuperà di noi…
FRACASSA Bravo! Lassù c’è una tale ressa che sarà difficile che si accorgeranno della nostra assenza…
PENSIEROSO (guardando i personaggi che parlano sereni e tranquilli tra loro) Stanotte questa terra sembra un vero Paradiso.
FRACASSA ( impaziente) Andiamo…andiamo anche noi…
I tre si avviano verso il gruppo che ha continuato a seguire le spiegazioni di Tazè, ma, fatti pochi passi, improvvisamente, uno strappo stacca da terra i due fantasmi.
Armando cerca di trattenerli ma i due continuano a sollevarsi tra lo sbigottimento e la paura degli altri personaggi che si raggruppano e si abbracciano.
Un coro di oh di meraviglia accompagna l’ascesa di Pensieroso e Fracassa insieme alla musica dell’ “Exultate e Jubilate K 165” di Mozart .
Si chiude il sipario mentre l’ Exultate si diffonde in sala con maggior crescendo fino a smorzarsi via, via che il pubblico lascia la sala.