INDIA SONG

di

Pasquale Stanziale


Benvenuti a INDIA SONG
Teatro dell’immaginario
Tre viaggi, voci, suoni
Sempre l’immaginario
Il nostro, il vostro
E via, lontano.


C  Il primo viaggio, IL TEMPORALE, una città del nord, una camera d’albergo, una notte. Il tempo di n’attesa. Gli intrighi dell’amore, il passato. Il temporale.
 


MUSIC INTRO
 
(OVE NON INDICATO LA MUSICA È IN SOTTOFONDO)



Ti ho detto: c'è un temporale.

Il vento soffiava forte, ti ho detto: c'è un temporale. Tu hai mormorato qualcosa che non ho ben capito, poi sei scomparsa nella stanza da bagno. Ti ho detto c’è un temporale. C’è sicuramente un temporale, ma che importa.
Il nostro letto era vicino alla finestra e si poteva vedere la strada. Il temporale arrivava dal porto, pian piano ma con violenza. La pioggia batteva sulla strada creando due ruscelli sui bordi.

Questa strana camera alla fine del viaggio, il treno macinava chilometri e chilometri. Tu hai aperto un libro è ti sei immersa nella lettura.  Man mano che avanzavamo ci inoltra­vamo nella notte; poi ti sei quasi assopita contro di me nello scompartimento deserto.
Abbiamo passato une frontiera mentre il treno si inoltrava sempre più nella notte. Poco a poco la gente intorno a noi cominciava a parlare una lingua sconosciuta. Il nostro primo viaggio, la nostra prima camera d'albergo. La noia, la necessità di fuggire: ciò che ci aveva spinto in questo viaggio tanto desiderato.

Abbiamo trovato una stanza da bagno immensa in fondo alla nostra camera, la nostra camera. Tutto era strano e folle, come la nostra immagine, io ho unito i letti a formarne un solo grande letto e mi sono steso ad aspettarti nell’oscurità, guardando la porta da cui saresti uscita, guardando la finestra senza tendine, guardandola notte sopra la tempesta.                                                          

II vento soffiava forte. Io ti ho detto: c'è un temporale. Tu hai mormorato qualcosa che non ho capito. Sei scomparsa nella stanza da bagno. Io ti ho aspettato.

MUSIC
Budapest. A Budapest, al contrario l'oscurità era fluida, trasparente, era la notte senza fine, il nero in cui lo sguardo affonda senza limiti. Un solo fascio di luce nell'oscurità del bar, la lampada sul pianoforte e questa musica che si alza, con una lontana voce che canta in questa notte assurda.
Io stavo bene in fondo al letto, bene, tu eri là, dietro quella porta, ti preparavi a raggiungermi.

Il vento soffiava forte. Io ti ho detto: c'è un temporale. Tu hai mormorato qualcosa che non ho ben capito. Ma avevi sicuramente ragione. C'era sicuramente una tempesta.

E allora vieni. Il vento ha cominciato a soffiare la sera del nostro arrivo ed è durato per i tre giorni in cui siamo restati. Non abbiamo mai potuto passeggiare. Il vento soffiava forte. Noi non sapevamo dove rifugiarci: dal bar all'hotel, dall'hotel al ristorante.    
                      
MUSIC

Io non ho mai visto consumare i giorni con tanta foga come noi. Giorni di ricordi forse banali.
In quest'ultimo ristorante noi abbiamo mangiato patatine fritte dallo strano colore. Tu hai pensato che non fossero buone ed io ho mangiato anche la tua parte. Noi erava­mo i soli clienti. Ci serviva la figlia del padrone che avrà avuto 15 anni. Eravamo soli in quel bistrot vuoto e silenzioso. Grande locale pallido, odore di frittura.

La figlia del padrone...

Silenzio.... non ridere, non ridere

Essa ha portato il mio caffè e lo ha fatto cadere… era impossibile non ridere.... cosa vuoi… impossibile, il cucchiaino, nei miei occhiali… non era niente…

Il nostro ridere folle, il nostro primo viaggio, il primo albergo, perché contare. Io, tu, cosa c'è al fondo di questi eventi. I giorni passano ed è sempre un primo incontro, un primo sorriso, quando tu passavi davanti alla porta del caffè. Ti aspettavo ad un tavolo. La strada vuota, un canto, un senza sapere dove si arriva al fondo… ed un uguale, sempre meraviglioso modo, come i bambini, che ridono por niente e ricomincia­no da capo sempre come la prima volta, la prima stazione, il primo treno, il primo sapore di un bacio, la camera il primo albergo.

Ti ho detto: c'è un temporale. Tu hai detto qualcosa che non ho ben capito. Avevi ragione o torto.... un temporale, ...non è importante. Importante è che tu sia dietro quella porta. Io ti dirò: ti ho dato troppo: tempo è vita. Rendimi conto di tutto questo.
Quando varcherai quella porta, cancellerai tutte le mie aspettative, tutte in una volta.

MUSIC

Fare i conti, l’amore e il tempo…
Sono le persone a cui non piaci che fanno i conti: per loro uno più uno fa due e due più uno fa tre e un giorno verranno e ti diranno: "mi devi tanto, ti ho dato tanto di baci, tanto di carezze, tutte le volte che abbiamo fatto l'amore…
Dammi un resoconto di tutto questo.
Ti ho aspettato così tanti minuti, così tante ore, ridammi, il mio tempo." Ma io, lo sai, ti ho dato la mia vita facilmente come avrei fatto del mio tempo. Un secondo del mio tempo o la mia vita intera.

C'è stato sicuramente un temporale. Già mi avevi parlato di questo tipo, di un antico flirt, una sera. Qualcuno con cui sei rimasta buona amica e le cui lettere io avevo vieto là, sotto gli occhi, essere piene di dettagli. Questo famoso incontro del 31 dicembre non è stato fatto pur nulla, E non siete amici.
Il vero è che noi, in fondo, siamo diversi. La noia ha voluto che ti cercassi, che ti telefonassi. Mi ricordo che dicevi: difendo la mia vita, non bisogna mai chiedere, si è sempre in ritardo. Ricordo molto bene e cerco di capire…
 
Ma non sono perduto, è solo l'amore. Tutto il mondo ne parla, tutto il mondo dice che serve a vivere, e bisogna crederci, ma quando si è veramente davanti all'amore, quando lo si vede veramente entrare nella vita, allora si ha paura, quasi, un disagio sordo. Io ti ha detto: ho paura per ciò che comincia a succede­re. È perciò che tu ti sei precipitata, alla prima occasione a casa sua. Tu hai paura, sogni, ti risvegli

MUSIC

Ho scrutato bene questa notte, c'è l'oscurità più completa, un vento nero, una pioggia ostinata. Tu sei entrata in questa notte opaca ed io ho visto confonderti con le luci fioche in fondo al viale e quasi sparire

Ma è tutto come la prima volta. Ho capito di aver sbagliato e ti ho telefonato: bisogna che parliamo, perché ho trova­to quelle lettere. Tu hai fatto finta di indignarti e hai accettato. Ho detto che lo avevo fatto per noia e così ti sei arrabbiata.

Tu, tu mi ami ma vuoi giocare.

Tu non hai voluto capire, intendere che gli esseri uma­ni non sono delle macchine a comando.
Gli esseri come te e me hanno bisogno di approvazione e di lasciarsi andare.

L'essenziale è che tu sia dietro quella porta. Che ti prepari a venire. Quando quella porta si aprirà tu comparirai. Bisogna impedire al tempo di trascinarci, se ciò accade è come la morte.

Tu non hai il diritto di fare la commedia: “tu lavori troppo, sei stanco”.
Se tu mi avessi detto tutto all'inizio io avrei compreso il tuo capriccio.
Avrei potuto… essere… complice, complice io?  …no, è una bestialità questa.                                                                                                 

Questi gesti macchinali. Senza prestare attenzione. II tuo corpo esausto, la stessa carezza un poco volgare...è quasi un urlo... sei dappertutto e sei partita, una parola, un suono, un odio diffuso, sono stanco. Fermare gli occhi e ricominciare.  
 
MUSIC                                                             

Contare. Conto. Se ti perdo di vista un istante tu scompari per sempre. Non perdere il filo, il filo. Questi risvegli. Il freddo fuori. La pioggia. Ogni secondo con te. Ogni secondo della nostra vita. Il calore dei nostri corpi. Prenderti tra le braccia. Io tengo un capo del filo tu ne tieni l’altro. Tu verrai fuori da quella porta.  Avanzerai, silhouette in controluce. Avanzerai verso me e saremo una cosa sola.

Ti ho detto: c'è un temporale.

Una camera per due. Due letti a farne uno, per tre giorni per due che hanno mangiato sei colazioni, tartine e marmellata, una volta al cinema dopo aver preso due biglietti andata e ritorno e fatto ciascuno 650 chilometri e tutto doveva durare mesi. 91 giorni esatti e 91 notti, 91 mattine di felicità da divorare e… 102 colazioni, 374 biglietti del metrò, i giorni
il pane
le serate,
il teatro
i cinema
il telefono
il gas
i biscotti
le sigarette
il profumo
il telefono
il gas
i biscotti
il latte
le tue sigarette.

Tu apri quella porta. E tutto comincia. Immagino quelle stelle nel profondo dei tuoi occhi. Quelle stelle quando entri e ti avvicini.
Ti aspetto.
Tu entri: tutto comincia. Il sipario si alza. È sempre la prima volta. Cancelli l’attesa in un momento.
Tu entri. Tutto comincia. Vieni. Non avere paura. Vedi: ti sto aspettando con gli occhi chiusi. 
Tu entri: tutto comincia. Ti confonderai con me e io mi confonderò con te.
Mon amour, guarda, guarda: tutto comincia da te. Tutto comincia quando tu entri, il sipario si alza come la prima volta, come la prima volta.
Tu sei là, sei là.
Tu. Tu. Finalmente.
Tu, finalmente.
Finalmente.
Finalmente.
Finalmente.                           

MUSIC END


C- Il secondo viaggio, GENTE FELICE, incrocio di voci,
C- Inrocio di destini, incrocio di paesaggi. Berlino,
Mekong, Praga. Storie diverse. Snodi estemporanei.
Un’ambigua GENTE FELICE.





MUSIC INTRO




A- Prendete una strada deserta, una delle tante che tagliano il Texas.
Niente personaggi, niente di niente.
Immaginate di percorrerla con lo sguardo a velocità 70 miglia orarie.

B-Ho quindici anni e mezzo. Non ci sono stagioni in questo paese, il clima è sempre uguale, afoso, monotono,
siamo in mezzo alla fascia calda della terra che non ha primavere,
non ha risvegli.

C- Questo è un paese dove ognuno può cavarsela da solo.

A- II cielo al di sopra dei lunghi viali lucenti è blu scuro.
Più tardi uscirò, camminerò con la testa alzata verso il cielo
che si oscurerà poco a poco
fino a scomparire.

Adesso è la città sensibile, ad un tratto, che sale, piena di rumori. Andare, ma guardare ancora la strada
e i suoi alberi ingialliti e, di fronte, i tetti di zinco, le stanze illuminate, un salotto, una sala da pranzo, musica.

Una sera carica di profumi…
bisogna uscire adesso, tutto è pronto.

C- Lei, al contrario, là durante le notti d‘estate sulla spiaggia deserta, bianca, che il mare ritirandosi aveva lasciato scoperto.
Stupivo che potasse muoversi così naturalmente.  

B-Un uomo è seduto di profilo con un bicchiere sul divano,
davanti a lui una donna
che a tratti si muove.
Rumori di strade. Lei e seduta.
Lui nella luce di una lampada alla scrivania


MUSIC

C- “Franz sentiva le vetture che passavano davanti alla cancellata del giardino.
Che via vai! Bambini in un lampo. Gli uccelli prendevano il volo come
zampilli d'acqua.
Mi davano il pasto della sera alla luce delle candele. Spesso già stanco,
con le braccia sul ripiano di legno davo grandi morsi al mio panino.
Se dalla finestra qualcuno mi poneva una domanda io lo guardavo come contemplassi le montagne o acqua pura.
Nei giochi urtavamo col capo nella sera: un’ora né giorno né notte.                                                                        
Era l’ora, baciavo quello che mia stava vicino e correvo. Volevo andare nella città a Sud del nostro paese
della quale si diceva da noi:
laggiù c'è gente, pensate, quelli non dormono mai.
E perché no?
Perché non si stancano.
Perché no?
Perché sono folli, come possono stancarsi i folli?”

A- Fassbinder dice che sei un commediante!
Quanto tempo hai messo per maturare.
La mamma è morta e non ha potuto vedere il giorno della gioia.
Il tuo amico è dovuto rovinarsi in Russia.
Vedi bene in che stato sono io!
Adesso sai.
Eri un bambino innocente ed ora sei un uomo diabolico.
Per questo, sappi, io ti condanno alla morte per annegamento.

A- Si ma una salma va spedita a grande velocità

B- Potremo ucciderci.
Amore.
Caro Max.
Else, cara Else.
Io ho paura senza di te, in ogni momento ho una paura spaventosa, vieni.
Dove?
Da me, ti amo.
                                             
C- La luma si svilisce in un cielo di evanescenti escrementi.
Leggeri fumi caldi si levano dalla città e salgono verso il cielo.
La città gronda come un soave orinatoio.             

B- Allora niente.
Cosa hai fatto tutto il giorno?
Parla Max?

C- Che ti debbo dire, niente di niente.

B- Dunque non ho nemmeno una speranza?

C- Cosa vuol dire una speranza? Non sono stato in nessun posto

B-Come?

C- Ho dormito tutto il giorno.

B- Tutto il giorno ?
C- Si, fino alle cinque del pomeriggio, poi mi sono vestito
e sono venuto qui a piedi. Sono tornato a casa alle cinque del mattino,
non riuscivo a mettermi a letto, ero agitato… ti puoi figurare…

A- Una famiglia cammina si siede al tavolo, mangiano: gesti banali
ma carichi di vita.

B- Non è niente è la stanchezza probabilmente.                                                            

    A- Una lampada ondeggia nel buio.


MUSIC

C- Quando eravamo bambini il cielo era bello per il rumore del vento e per i giochi di luce.
Oggi portano bellezze al cielo notturno le Società per Azioni, le stazioni, gli alberghi.
Non è bello vivere in quest’epoca?
Io non vorrei vivere in nessun’altra epoca. Io sono niente
e tuttavia vivo volentieri.
Else, mi senti, Else, io amo la vita.
Il mondo abbellito dalle multinazionali non è forse bello?
La vita non diventa ogni giorno più interessante?
Io Max 1982 trovo che è così interes­sante vivere... pensa io sono ancora un individuo
perché cosi ancora lasciano fare le grandi nazioni.

B- Max, non voglio costringerti a fare cose per cui mi amerai di meno.

C- Si dice sempre così. Ma quanti al giorno d’oggi muoiono per amore?
Vieni andiamo.

A- Ne ho conosciuto di puttane, ma scellerate cosi non credevo ce ne fossero.
Mentre stanno interrando tua padre, tua madre che sviene, tu,
senza rispetto adeschi tuo cugino approfittando di me,
che non tengo esperienza delle fogne pari tue, poco fa c'è stato il morto e tu
ti abbandoni al divertimento più osceno che si possa immaginare.
Coltellate di dovevo darti... come ho potuto...

C- Poco dignitosa è la morte, il punto dove si posa l’ultimo sguardo,
non un volto, un’immagine positiva. Ecco,
solo un cartello verso il |BAGNO] ed il numero 7.
Cos'è questo 7 che sempre mi viene in mente?

 
B- Sul balcone il vento mi sveglierà.

A- Scende, grandi scale di pietra verso il mare, cammina in una città calda
sotto la pioggia, una città di
negozi lussuosi,
con i viali pieni di una folla frettolosa e muta che scende verso il porto.
La vedo ancora a lungo procedere controcorrente nel viale in salita,
la sua figura, il foulard…

C- Tre a tavola, due donne, l'uomo si alza poi perde conoscenza.
Musica. Le donne con le luci dondolanti si fanno un trucco intorno agli occhi.
L'uomo muore mentre dal tavolo rotolano arance o mele.   

B- Rumori, un bacio in controluce,
un rubinetto gocciola.

Quando l'uomo si abbatte una risata.
Musica da ballo.
Tutti in scena seduti o in piedi. Quadri fissi. Qualcuno invita a ballare.
Lei resta in un angolo sola. Alla fine qualcuno la invita.
Ballano, lei cade, lui esce arrabbiato.

A- Ma lei non ha letto i miei articoli?

C- No, io leggo poco i giornali, vivo poco il mio tempo.
C'è sempre una guerra. Ho saputo che sono cambiati i costumi.
Io non appartengo alla società perché sono un uomo solitario,
fuori dai domini degli altri uomini.
Attualmente amo una ragazza, naturalmente questa ragazza è infelice,
naturalmente suo padre è un imbroglione,
naturalmente non ha denaro, naturalmente lei mi ama.

B- Quelle folate di vento in piena faccia. La notte sembra rassicurante.

Teatro confortevole in cui
si può dubitare di tutto.

A- Grandi città vengono attraversate sotto il sole o sotto la pioggia.
Fiumi scorrono in un paese selvaggio. Aerei decollano,
salgono al di sopra delle nuvole, lasciano la notte.
Ma qui è una notte d'autunno, addormentata in cui....

C- Un cameriere "accende" la notte, braccia in alto.
Il cameriere va avanti ed indietro porgendo bicchieri alle mani tese.


MUSIC


B- Dunque ho quindici anni e mezzo.

C- Un traghetto attraversa il Mekong…

B- “Strana questa vita nel sud, gente servizievole, balli, le ville bianche,
ville tanto vaste che ci si perde. Aspettiamo.
Ci conserviamo credendo di vivere in un romanzo, con armadi pieni di vestiti da non sapere che farne.
Alcune di noi impazziscono. Altre vengono tradite per delle servette, piantate.
Qualcuna si uccide.”

C- Un   treno fatto con le sedie  
Poi donna in lamé sulle sedie mentre gli altri in pose di cadaveri.
L'uomo fa girare le sedie.
La donna con gesto plateale cade tra le braccia dell'uomo.

B- Esce l'uomo in impermeabile.
A- Ne tiene a casa di fiori di stoffa, rose di garza celeste, nere e oro,
di seta rossa, di folgorante verde, rose tea di velluto,
glicini di tulle e lillà, margherite di panno e scarpe.
Scarpe da passeggio a punta tonda, quadrata, di seta, da sera, in oro.
Tacchi rotti e bottiglie d'acqua ossigenata, di essenze, di trucco e di strucco.
Colonia, profumo, tintura e lozioni. Flaconi di smalto...

Un tanfo perenne di vecchio e sudore e odori di lavande marcite ...
che schifo...

B- Perché tremi così davanti a Warner?

C- Mi farà incarcerare.

B- E allora?

C- Tu vuoi la mia morte... io non ti amo più.
Tutto di te mi sta diventando odioso. Il tuo amore mi ha distrutto.
Prima ero un uomo felice... ora sono un pregiudicato.

A- Else se ne andò. Andò per le vie, in giro per la capitale della Germania.
Una cara ragazza di oggi, una povera figura maledetta.

Per venti centesimi andò alla stazione, verso i treni.

B- Muoio a buon mercato, la mia morte  costa 20 centesimi.
Non farà male…. non farai male…

A- La testa è la parte sacra del corpo, il piede la parte vile.
Perciò non bisogna mai toccare la testa di un tailandese,
neppure per accarezzare un bambino.

C- Else è morta, Else è morta

A- Il mare, il mare fermo e lucente, l'azzurro rettangolo assolato del mare in fondo alla strada.

C- Ho trent'anni. Io ho dietro di me la parte migliore della mia vita.

Andò vicino al canale, le cime nude degli alberi tremavano nell'acqua;
Il mondo è bello, Else è morta io vivo...      

Vieni, vieni gli uomini felici si riconoscono tra loro senza segni.
In questo sono simili agli innamorati.

B- C'era il mar della Cina, il mar rosso, l'oceano indiano,  
al mattino ci si svegliava e si capiva di essere arrivati per la mancanza di vibrazioni,
si era nella sabbia.  Poi l’esplosione della musica sotto un cielo luminescente.

A- Basta, basta! Tenente, li faccia tacere, li porti al comando via, via tutti...!

B_ Noi, noi siamo gente felice.

MUSIC END



C  Il terzo viaggio, VERSO SUD. Strade, orizzonti
evanescenti, calore, forse l’Oriente.
Andare, andare, Il fuoco dentro. Spiagge lucenti.
Il teatro esplode nella mente.
 


MUSIC INTRO


A I gabbiani ci volavano sulla testa nell'aria luminosa.
 
B Sento avvicinarsi l'autunno, quante possibilità abbiamo ancora...

C Luce di tardo pomeriggio dorato... Potevo toccare la pietra, i rampicanti...

A Questa è la mia ultima stagione.

B Ah! Quando il sole va giù e io siedo...    

C Non dimenticare che li abbiamo tutti contro…

A ...sul vecchio diroccato molo sul fiume, a guardare i lunghi lunghissimi cieli sopra New Jersey...

B ...laggiù, dove il fiume è tutto pioggia e rose…

A ...tutta quella strada che va...
 
B C'era caldo e un'aria balsamica, un'aria che si fa
baciare...

A ...e che presto usciranno le stelle...

C II bordello era una magnifica costruzione bianca
nel sole...

A ...e la stella della sera deve star tramontando, e spargendo il suo fioco bagliore sulla prateria...

B II mio cervello bruciato non immagina che orizzonti
di calore...
 
C Ah! Prima dell'arrivo della notte completa...

A La terra alla luce della luna era tutta
deserto, la luna era posata all'orizzonte.

 B ...e sognai tutti i sogni possibili...

C Quella notte decisi che il nostro amore sarebbe
durato fino alla fine.
 
A ...e nessuno, nessuno sa quel che succederà...

C II vento accarezza la mia pelle, il vento mi parla
d'amore.

A Ci siamo incamminati...

B Intorno a noi il ronzio di miliardi di falene
notturne...

C ...lungo la vecchia autostrada abbandonata...

A ...faceva caldo e ci fermammo nell'inconcepibile
dolcezza...

B ...sotto i cieli immensi e biancastri...

C Ma che cosa stiamo cercando?

 A ...vagammo insieme nel buio… lungo i fossati dell'autostrada...

 B Agua, agua caliente, chico, ti ricoprirò di danaro come
 e quando lo vorrai...

C In quel paese non saremo mai soli. Quello è un paese
selvaggio.  

A I gabbiani ci volavano sulla testa nell'aria luminosa. Luce di tardo pomeriggio dorato. Potevo sentire il molo, la pietra, i rampicanti...

B Ero ansioso di riprendermi tutto quello che avevo perduto...

A Ah! Quando il sole va giù e io siedo sul vecchio diroccato molo, a guardare i lunghi lunghissimi cieli sopra New Jersey...

B Non ci sarà rugiada notturna, non un alito di vento... Solo miliardi di falene...

A ...tutta quella strada che va... e che presto usciranno le stelle, e la stella della sera deve star tramontando, e spargendo il suo fioco bagliore sulla prateria...

C II contrabbando incombeva nella greve aria scirop­posa.
Ah! Prima dell'arrivo della notte completa... e sognai tutti i sogni possibili... e nessuno, nessuno sa quel che succederà, i

A Calma le onde del tuo cuore, amore mio...

C Ci siamo incamminati lungo la vecchia autostrada abbando­nata, sotto i cieli immensi e biancastri, vagammo insieme nel buio lungo i fossati dell'autostrada...

A Lascia che il vento ti passi attraverso...

B Lascia che il vento ti profumi la pelle...

C Lascia che il vento ti scompigli i capelli...

A Lascia che il vento ti passi attraverso...

B Quando si alza la nebbia, vorrei riposare tra i tuoi dolci ca­pelli.

C Lascia che il vento ti scompigli i capelli.

A Riposare un po' la mia anima stanca. Siamo angeli stanchi.

B Siamo angeli maledetti.

C Tenera è la notte, tenera è la stella della sera.

A Tesoro, perché aspettare, questa è la nostra grande
occasione.

B Un sapore di metallo nella mia bocca.

C I nostri occhi si incontrarono.

A Nelle notti d'inchiostro attraverseremo il deserto.

B Momenti di sfrenata esultanza. A tratti sentivo man­carmi il cuore.

C Tornerò a casa in ottobre.

A Grandi nuvole di un vento sabbioso ci passavano addosso quella notte.

B Tutti tornano a casa in ottobre.

A Dove andare alla deriva, fare un colpo da 100.000 dollari. Fare l'affittacamere o impiantare una pompa di benzina.
Nel mio cuore è riposto un segreto rabbioso, nel mio cuore si agita una fiam­ma. Non posso esistere, se non coltivando l'amore per l'impossibi­le.
Le oscure forze del desiderio palpitano nella notte.
Fiuto il ri­chiamo. Cani selvaggi, rabbiosi urlano nella notte. Sfigurarsi bril­lando di luce: questo è possibile dentro il teatro.

B La nostra generazione come un marchio da portare alla luce. L'osceno sentimentalismo di non sopportare di essere dimenticati.
Credo alle visioni, alla passione. Agitato è il mio cuore. Urlerò per rabbia, per nostalgia.
Ti amo. Colpisci più che puoi il mio cuore.

C Questo fuoco ha bisogno di altro fuoco. Non poter dimenti­care, non voler dimenticare per nessuna ragione al mondo.
Solo rabbia, sbatto contro i muri, artiglio le pareti, abbatto gli spec­chi.

A Deliro dolcemente — sempre più fatalmente. Sono un'essenza rara — come il profumo delle rose. Fiori, campi di fiori olezzanti palpitanti nel vento.


C Come incalza questo vento selvaggio. Qui, quando la notte è fonda, ci fermiamo sulla porta a guardare le stelle. La collina sfumata nella nebbia della not­te. Milioni di anni fa, in questo luogo il mare lambiva le colline. Non c'è sforzo di immaginazione. La quiete. Ora conosco solo l'abban­dono, la deriva. Ci siamo detti ancora una volta: "Siamo perdu­ti. Meraviglioso".

A Il nostro rapporto con il teatro, con il linguaggio, è un rapporto a caldo, nervoso, esistenziale, senza distanza. Siamo degli avven­turieri del linguaggio, ogni volta è la vertigine del salto nel vuo­to, della sfida infernale. Il teatro è un duello d'amanti, puoi vi­verlo solo se accetti di spezzarti il cuore, di versare sangue fino al delirio.

B Ogni spettacolo è una grande occasione, ogni volta azzeri il tempo e le possibilità
Si può pensare al teatro solo come a un profumo, o come un mulinel­lo di polvere che si perde nel vento, il tempo non esiste se non nel 'qui e ora' o nel tempo bloccato.
L'unica ragione del teatro è di essere manifestazione del divino; quando scatta quella cosa fatta di sudore, polvere, sangue, lacrime, che è quel fiore, delicato, profumato, un'essenza rara, fatta per consumare e consumarsi.

C Cammino su dune di cenere rovente diritta contro le fauci spalan­cate del sole.
Ho una specie di febbre nell'anima. Non c'è tempo, non c'è tempo. Il Sud è il punto d'incontro.

A Oro luminoso nel cielo di mezzogiorno. I miei vestiti coperti di fango brillano nel sole come fossero oro. Muoio dalla voglia di farlo. Arriveremo al confine. Ma chi è che vuoi morire?

B Io no, io vivrò per sempre.

C La scena è enorme, completamente vuota. Fragili figure stagliate contro il vuoto del cielo.

A L'amore è un'onda selvaggia, sarò tenera, delicata come un fio­re, ma ti strapperò la pelle, ti scarnificherò le ossa e berrò il tuo sangue. L'amore lo sai è come la morte. Ho bisogno di scivolare in te.

B Tesoro non ho un pensiero al mondo.

C Lascia che il vento ti passi attraverso.


MUSIC END