LAGER

claustrophodramma n°3
di

Giovanni Franci



Agamennone:
Una stella sta attraversando il cielo.
Che stella è?
Vecchio:
E' Sirio, vicino alle Pleiadi:
è appena a metà del suo percorso.



PERSONAGGI:

TEO 
LU 
ANNA 
PAOLO 

UN BAMBINO

Una casa costruita dall'interno, solo dall'interno.


[Il pubblico ha appena preso posto in sala] la platea è illuminata, quando una Voce Fuori Scena (maschile) fa irruzione nello spazio, come un chiodo piantato improvvisamente nella mente.

VFS:
la strada 
il buio
l'odore umido della campagna, la notte 
la strada
il buio
i fari accesi della mia macchina
la mia macchina mangia la strada
le strisce bianche sull'asfalto
ingoiate dalla mia macchina
sempre più rapidamente
sempre di più
La strada il buio la notte
io, nella mia macchina
io 
Sapevo che sarebbe finita così
sapevo che questa sarebbe stata la mia fine
Sto scappando
ora sto scappando
in questo momento 
con la mia macchina
nella notte
su questa strada buia di campagna
sto scappando
ma solo per farmi prendere
prima che la morte mi sorprenda
tra le lamiere di questa macchina
Sono colpevole
sono una persona colpevole
Vogliono prendermi
Devo pagare tutte le colpe
prima o poi
dietro di me
vedrò lampeggiare i colori della polizia
io correrò ancora di più
ma loro mi prenderanno
Ci prendono sempre
La notte il buio i fari la sirena la campagna la città alle mie spalle 
le colpe
dentro 
le strisce ingoiate dalla mia macchina 

(la luce in sala inizia a sfumare nel buio)
la notte 
la campagna 
il buio 
le colpe dentro 
il buio 
il buio 
il buio dentro 
la sirena dietro di me
Il buio il buio 
tra un istante
Non importa se mi hai amato
io l'ho fatto lo stesso

Buio

Scena buia. 
Un fascio di luce cade a pioggia su un ragazzo, in piedi. Il ragazzo è in silenzio, con la testa bassa. Ora, invece, volge il suo sguardo davanti a sè. Ha disegnata sul volto un'espressione violenta , il suo corpo è un fascio di nervi e muscoli tesi. Stringe i pugni. Indossa solamente un paio di slip bianchi e anfibi tipo militare ai piedi. Il suo nome è TEO.




TEO: (Parla con violenta rapidità, con la voce alterata da una sorta di eccitamento nervoso. A volte sembra un pazzo, altre volte un bambino.)
Stavo davanti ad una fossa nera 
Cazzo
Una profonda e umida fossa nera
capisci?
In piedi
con la terra spalancata sotto ai miei occhi
come una fica
una profonda e umida fossa nera
aperta
nella terra
come una fica
dentro la terra
Il cielo pesante 
e azzurro 
sopra la testa
Io immobile
Con le gambe dritte
in piedi 
davanti a quella voragine nera 
spalancata nella terra
come quelle per i morti (breve pausa, poi riprende con la stessa rapidità di prima.) 
Avevo voglia di prendermelo in mano
Dentro la fossa 
ci avevo messo un cagnolino
vivo
Lo avevo trovato per strada pochi metri più in là
- vieni piccolino - gli ho detto
- vieni che il tuo padroncino non ti vuole più 
perché ha scoperto che sei un cane frocetto - 
e lui mi è venuto tra le gambe
scodinzolando
mi guardava 
con i suoi occhietti da cane frocetto
(grida come se si rivolgesse ad un plotone di guerra) 
L'ho gettato nella fossa!
Dovevate vedere con quanto vigore cercasse in tutti i modi di evadere da quel buco
Guaiva
tentava di scavarsi una via di fuga
aveva capito di possedere pochi minuti di vita
questo mi ha eccitato ancora di più
allora ho deciso 
di trascinare il tempo per altri minuti
parecchi altri minuti
più il tempo passava più il cagnolino si sfiniva 
nel tentativo ridicolo di venire fuori da quel problema
(accenna una risata)- Ti eri abituato troppo bene -
gli ho detto
- forse ti eri illuso
ti eri dimenticato di essere soltanto
uno sporco e maleducato cagnaccio frocio?
Magari il tuo padroncino ti faceva pure dormire sul suo letto
ti preparava mattina e sera una ciotola fumante di carne VERO?- 

(PAUSA) 

Ero in un prato
non lontano da casa mia
dietro una collinetta
dove ero lontano da tutti
ed invisibile a tutti
Solo
Nessuno poteva vedermi
Avevo portato con me una piccola vanga
presa in prestito dalla casetta degli attrezzi del mio paparino
Avevamo una villetta nella periferia della città
Anzi
mio padre e mia madre possedevano una villetta nella periferia della città
io vivevo con loro
Quella è stata la prima fossa che ho scavato
Le fosse mi piacciono
Quel giorno avevo scoperto quanto fossero belle le fosse
Mi divertivo ad immaginare di buttarci dentro di tutto
mi eccitava l'idea che
un giorno
avrei potuto farlo con le suore
e con i preti
a quel tempo non avrei avuto la forza
ma un giorno
forse
ce l'avrei fatta
a trascinarmi dietro un bel prete
di quelli grassi e rubicondi
o una suora (ride)
con un neo peloso sul culo
Sicuramente prima avrei dovuto imbavagliarli 
perché quelli strillano
ci tengono alla loro pellaccia
il sacrificio
sanno predicarlo
ma non se lo somministrerebbero mai

(si interrompe, poi riprende)

Per iniziare
andò bene quel cagnolino
pensai che il passo successivo sarebbe stato il mio gatto (ride)
mettendo alla prova
l'affetto patetico che anch'io nutrivo per quell'animaletto
sarei riuscito
ad eliminare
dentro di me
il senso
di colpa (torna improvvisamente serio)
non del tutto
ma certamente sarebbe stato un buon inizio

BUIO
una musica assordante, intravediamo il vuoto di cui la scena è piena. Un fascio di luce illumina una ragazza sul letto. È nuda. Pelle e ossa, di macabra bellezza: LU. Il letto si trova sul lato sinistro della scena.

LU: (urla sguaiatamente)
Vuoi abbassare questa cazzo di musica?
(la musica continua)
Sto male
cristo (si porta le mani sulle orecchie per non sentire la musica, e grida più forte che può)
TEO!(la musica si esaurisce di colpo)
Ho freddo
Magari fuori c'è il sole
non ce la faccio più
a restare nuda
qua dentro
Fa freddo cazzo
(sussurra) dodici ore di luce
dodici ore di buio
Dodici ore di luce
e dodici ore di buio
(grida)
DODICI ORE DI LUCE
E DODICI ORE DI BUIO!
(si calma, ora piagnucola) 
Sto male cristo
Qui
non arrivano rumori
non si sente nessun odore
né profumo né puzza
per me tutto sa di merda
è l'unico odore che riesco ad immaginare
(si alza rapidamente dal letto e corre verso Teo, si aggrappa alle sue spalle, lui non si è mai mosso da dov'era, con gli occhi fissi davanti a sé.) 
Io vorrei un po’ di luce
avrei bisogno di sentire qualche rumore

(appoggia la testa su una spalla del ragazzo, fa scivolare una mano sulle sue braccia muscolose)
riesci a sentirmi?
Riesci a sentire la mia voce?
(uno strano sorriso si disegna sul suo volto) 
Abbiamo costruito una casa
senza finestre (ride)
senza finestre (ride sempre di più)
e senza porte
senza finestre
e senza porte 
(urla) SENZA FINESTRE E SENZA PORTE! 

(Silenzio)
Non bastano più i tuoi fantasmi
a tenermi compagnia

VFS:
Nel vuoto buio
in questo vuoto
in questo buio
non c'è spazio per il tempo
ottuso
indifferente
la luce è indifferente
vive al di fuori, non ha bisogno di noi

TEO: (si tocca il sesso, afferrandolo con una mano attraverso gli slip.)
Ho voglia di scopare

LU:(si scosta dal ragazzo)
Io no
(con una mano sul proprio sesso) 
Devo pisciare, sono ubriaca

VFS:
Il mio corpo suda
ma io sento il freddo sotto la pelle
nessuno può vederlo ma c'è


LU:
Ho fatto un sogno l'altra notte
(Teo si sdraia supino in terra con le gambe verso il pubblico e le mani dietro la nuca.)
Ero in una stanza
enorme e vuota
Avevo i polsi legati ad un calorifero
Stretti
erano legati con dello spago
tanti nodi di spago
Non potevo muovermi
ero nuda, inginocchiata davanti al calorifero
I polsi iniziavano a bruciarmi
quando dietro di me comparvero una decina di uomini
mi guardavano 
e ridevano
Ero imbarazzata, ma non riuscivo a pensare
Uno di loro si era piegato sopra di me
aveva voglia di infilarmi un braccio nel culo
mi disse che tutti lì ne avevano voglia
in quel momento


VFS:
Siamo nati per osservare le stagioni morire fuori dalle nostre finestre

LU:
Ho voglia di una sigaretta

TEO:
Vieni sopra di me

LU, dopo essersi accesa una sigaretta, divarica le gambe sopra al corpo steso di Teo e, scendendo lentamente, si siede sul suo ventre, dando le spalle al pubblico.
Lu inizia a muovere il ventre sul sesso di Teo, prima docilmente, poi dando colpi sempre più impetuosi.

LU: (sussurra)
Ho freddo
(grida) HO FREDDO! 
HO FREDDO!

Il corpo di Lu scivola su un fianco, a terra, Teo le stringe la testa tra le sue braccia.


LU: (con voce singhiozzante, disperata)
Nel silenzio io ascolto e sento
la voce di un bambino
che ride
che vuole ridere
che vuole ridere ancora
e ancora
e ancora 
(si esprime come fosse preda di una crisi isterica)
Nel silenzio
gli occhi si riempiono di lacrime
quelle risate
mi fanno paura
perché finiscono
le risate finiscono
prima o poi finiscono
ed il bambino chiede perché
perché vorrebbe ridere ancora
ma non si può ridere ancora
non si può ridere per sempre
ma il bambino vuole sapere
il bambino mi fa domande
ed io resto
in silenzio
resto
con l'anima sporca
in silenzio

VFS:
Tu riesci a fermare il tempo
ed il mio amore per te
assume le dimensioni dell'infinito presente

Teo si alza rapidamente in piedi, lasciando Lu in terra, dietro di lui, sullo sfondo, è apparsa l'immagine di una ragazza morta, è irriconoscibile, col volto ricoperto di sangue.

TEO:
Un buco nella testa
e PUM!
Tutto finito
Tutto quanto
Senza lasciare tracce
PUM!
Un buco nella testa
ed è tutto finito
Sparito
Tutto ciò che era non c'è più
Tutto
Come se non ci fosse mai stato
Pulito
Di nuovo pulito
Una pagina nuovamente bianca
Senza tracce di merda
Senza parole ipocrite
Una pagina bianca
Di nuovo
Pulita

Ora anche Lu è in piedi. Accanto a Teo. L'immagine della ragazza morta, dietro di loro.

LU:
Continuiamo a starci vicino
qua dentro
in questo vuoto
Io
la mia vita
non me la ricordo
Avrei voglia di piangere
ma non ne sono capace
non ricordo come si fa 

TEO:
Io ricordo tutto
non posso dimenticare
non ne sono capace
(pausa)

LU:
Teo? (esita)
Siamo mai stati felici? 
Voglio dire io e te
siamo mai stati felici?


VFS:
L'opportunità del silenzio
voglio guardarmi dentro
vedere se trovo tracce di te
Ora che è tardi 

TEO:
La felicità è pura pornografia
Io mi ricordo
un letto d'ospedale
pieno di diarrea
Mi ricordo
lenzuola sporche di lacrime diarrea e minestra
Mi ricordo l'odore
io ricordo l'odore
mi ricordo il freddo e anche l'odore
Io ricordo
La felicità è pura pornografia



LU: (con tono enfatico, allucinato)
Su
in soffitta
devono esserci dei topi
Sento i loro rumori
la notte
li sento parlare
Hanno fatto le loro tane ovunque
(urla) IMMONDI
(riprende velocemente)Io ho messo le trappole
sì, le ho messe
ma non è servito a niente
questa casa si sta riempiendo di topi
Non fanno altro che accoppiarsi
sono il diavolo in persona
il diavolo
Ho sistemato trappole in ogni angolo
ma niente
sono più furbi di me




TEO: (grida/ Lu si tappa le orecchie) 
HITLER
E' 
MORTO


LU:
Ne avrei voluta un po’
Un po’ tutta per me
Un po’ di quella felicità
Ne avrei voluta un po’
E l'avrei divisa con te
Io che non sono niente
Io che non ricordo

TEO: (si piega sulle ginocchia prendendosi la testa tra le mani)
io vorrei chiudere gli occhi
ma non posso
i fantasmi urlano
dentro
mi urlano in testa
mi costringono a guardare
dentro
dentro di me
e vedo eserciti divoratori
mi piacciono i morti
mi piacciono le fosse
mi piace la terra
mi piace seppellire
sotto
sotto la terra
tutto
tutto sotto la terra
tutto quanto
sotto c'è silenzio
là sotto
come in una pancia
dentro la pancia di una mamma
starci dentro
come un tumore
dentro la pancia
ingrossarsi dentro
pretendere sangue
ossa carne muscoli
divento sempre più grosso
dentro la pancia
immerso in un liquido denso
caldo
ingrossarsi dentro la pancia
come un tumore
io
dentro
come un tumore
mia madre
io un tumore
e poi mio padre
no non voglio
io mio padre
non voglio vedere
chiudo gli occhi
mio padre mia madre
silenzio
(urla) STATE ZITTI PER DIO
per favore state zitti
(mostra un braccio a LU)
guarda ho i segni sulle braccia
(ride) mi spegneva le sigarette
qui
me le spegneva addosso
tanti padri lo fanno
non posso lamentarmi
non è successo solo a me
ma a me faceva male
l'odore della pelle bruciata è rivoltante
prima o poi
sarebbe toccata anche a lui
una delle mie fosse
gli avrei preparato la più profonda
pensavo
mio padre
padre onnipotente
creatore di tutte le cose
visibili
invisibili
mio padre
non voglio guardare
(scatto improvviso) il mio gatto l'ho ucciso col gas
gli ho infilato la testa dentro una busta di plastica
ci ho fatto un buco
ci ho infilato il tubo del gas
dovevi vedere cazzo
la busta che si riempiva di gas
con la testa del gatto dentro
non sai cosa si prova in quei momenti
lo capisco
capivo solo allora quanto fosse bello cazzo
Lui una volta mi ha svegliato
nel cuore della notte
mamma non c'era
mi ha trascinato in cucina
si è inginocchiato davanti al tubo del gas
se l'è infilato in bocca
poi mi ha messo una mano sul cuore
sul mio cuore
io dritto in piedi
zitto
mi dice che se avessi fatto smettere di battere il mio cuore
lui non avrebbe respirato il gas
io non ci riuscivo
come si fa a far smettere di battere il proprio cuore?
mi teneva forte
la mano sul petto
intanto ingoiava gas
con gli occhi vitrei
io non riuscivo a far smettere di battere il mio cuore
lui mi guardava
mi implorava di farlo smettere
ma io non ce l'ho fatta
mi sono pisciato addosso
sono scappato
io
mi sono pisciato addosso
(urla) FA SMETTERE DI BATTERE IL TUO CUORE
io
tutte le mattine
ci provo


Lu si piega su Teo. 




VFS:
regola numero uno
è vietato amare
regola numero due
non meno importante della regola numero uno
è vietato chiamare amore tutto ciò che
in realtà
potremmo chiamare euforia o
peggio ancora
felicità
Regola numero tre
che per assurdo è più importante della regola numero uno
e di quella numero due
la colpa non esiste
tolta la colpa tolti i colpevoli
e per capire questo non serve una regola numero quattro
bensì una regola numero cinque
(dal cielo piovono alcuni abiti, Teo ora è in piedi, Lu e Teo raccolgono da terra i vestiti, li indossano, Teo una camicia, Lu un paio di scarpe, Lui un paio di calzini, lei un paio di slip…)
è assolutamente vietato mettere al mondo nuovi mostri
ogni neonato è, infatti, calcolato come un potenziale mostro
ed ogni genitore
padre o madre
beh loro sono mostri a priori
Regola numero sei
il male non esiste
così come non esiste il bene
dio va bestemmiato con costanza e dedizione
regola numero sette 
la mia preferita
il futuro non esiste
regola numero otto
rispetta i potenti quanto loro rispettano te
regola numero nove
l'intelligenza non esiste
la pratica dell'odio sì
La regola numero dieci
ribadisce il concetto espresso nella regola numero sette

Buio
si dissolve nel nero anche l'immagine della ragazza morta.


Un fascio di luce illumina un uomo che siede sul bordo di un altro letto, nel centro della scena. Intorno a lui, il buio. L'uomo avrà cinquant'anni, il suo nome è Paolo. Seduto all'estrema sinistra del letto, la testa ricurva, lo sguardo fisso a terra.

PAOLO:
avevo chiesto un po’ di silenzio
Mi fanno male le ossa
questo dolore non passa
Nemmeno adesso
Che sono qui
Che sono solo
Questi letti sono scomodi
Il materasso è duro
Il cuscino è troppo morbido, ci si affonda
Le coperte non scaldano No
Le coperte non scaldano
E in più sono corte
O la testa o i piedi
Uno dei due resta sempre fuori, scoperto
E si gela
(chiama a gran voce) ANNA!
(pausa)
Dove ho messo le sigarette(le cerca nella tasca della giacca, le trova e ne accende una)
Ci guardavamo in faccia
E capivamo che era finita
Era tutto scritto dentro gli occhi
Eppure no, si andava avanti
Poi abbiamo cercato di non guardarci più in faccia
Ci siamo riusciti, non dico di no, ma
ANNA!
(nessuno risponde alla sua chiamata)
Poi
la malattia
ha preso con sé ogni illusione
Un tumore le ha fatto da marito
Un nuovo marito
Un nuovo sposo
Io, ormai, ero fuori
Non potevo più capire
Lei era sola con lui
io stavo a guardare
Amanti
Lui si era insidiato dentro il suo utero
Io fuori
Lui la mangiava dentro
la guardava da dentro
Io fuori
Lui
Figlio e sposo allo stesso tempo
dentro di lei
come fallo e come feto
Io fuori
A guardare
ANNA!

VFS:
Non ci sono rumori
non si sente nessun odore
Qui dentro Non c'è luce
Qui dentro

PAOLO:
Dove sono le mie scarpe?
Mi gelano i piedi

Fascio di luce su LU, a cavalcioni sul letto di sinistra, si masturba.
LU:
Una volta
ero piccola
seduta sui gradini di una chiesa
un ragazzo si avvicina a me
io lo guardo
dal basso verso l'alto
perché era alto
tanto alto
moro
scurissimo
mi chiede il mio nome
io rispondo
lui mi dice il suo
si siede accanto a me
con le cosce larghe
rimane in silenzio accanto a me
poi mi fa un'altra domanda
ed io gli tolgo gli occhiali dal viso
e ridendo l'indosso io stessa
lui sorride
mi invita a fare un giro al fiume
con lui
io sorrido
lui mi prende una mano
porta la mia mano tra le sue gambe
io non la tiro via
la appoggia sul suo sesso
gonfio
mi preme la mano sul suo sesso
io lo sento
enorme sotto i jeans
lui mi guarda negli occhi
io abbasso lo sguardo e sorrido
ora non posso andare
è tardi devo tornare a casa
domani sì
domani ci vengo al fiume con te
lui mi dà il suo telefono
io gli lascio il mio
si alza in piedi
la mia mano
viene privata del calore del suo sesso
lui va via
La sera stessa
poco prima di cena mi telefona
io avevo il cuore pieno del suo sesso
è amore questo? (prende a masturbarsi violentemente)
è amore questo?
(grida) E' AMORE QUESTO?
(torna a masturbarsi più dolcemente)
Il giorno dopo
il telefono resta in silenzio
resta in silenzio per tanto tempo
fino al pomeriggio
poi squilla
io mi precipito a rispondere
ma non è lui
qualcuno vuole vedermi
è un ispettore di polizia
vuole che io mi rechi immediatamente al commissariato
non vogliono dirmi perché
io ho paura
non capisco
non ho fatto nulla
cazzo perché devo andare al commissariato?
ho paura
ma devo andare
e vado
beh aveva violentato e ucciso una quindicenne
il ragazzo della chiesa
(ride) l'ispettore mi dice che quel tipo
la mattina stessa
l'hanno beccato a dormire accanto al corpo di una ragazzina
con la fica sventrata
sul suo telefono hanno trovato il mio numero
quella morta lì
quel cadavere appena adolescente
avrei potuto essere io
o no
forse a me non m'avrebbe uccisa
forse da me cercava qualcos'altro
quel cadavere spaccato in due
avrei potuto essere io
questo sì che è amore

Buio/ l' Ave Maria di Schubert, cantata da Maria Callas 
Sullo sfondo appare l'immagine di un utero, una "lastra" gigantesca di un utero colpito dal tumore. Teo, in piedi, sulla sinistra della scena, illuminato da un fascio di luce.



TEO: (parla apaticamente, scientificamente)
Il carcinoma della cervice uterina costituisce la seconda alterazione maligna, in ordine di frequenza, dell'apparato riproduttore femminile. Le donne colpite con maggior frequenza sono quelle di età compresa tra i quaranta e i cinquantacinque anni e l'incidenza è più alta tra quelle appartenenti a gruppi di scarso sviluppo socio-economico e tra quelle con anamnesi di rapporti sessuali precoci e frequenti e di numerosi partners sessuali. Il trauma associato alle infezioni virali e batteriche è, probabilmente, correlato alla modificazione neoplastica dell'epitelio cervicale. Una neoplasia cervicale in stato precoce può essere riconosciuta preclinicamente con un esame citologico vaginale ottenuto nel corso di una visita di controllo annuale, dato che è asintomatica in questa fase. Il Pap test è in grado di rilevare il 90% delle neoplasie cervicali precoci ed il suo impiego ha ridotto le morti dovute al tumore della portio di più del 50% con il riconoscimento ed il trattamento della neoplasia in stadio preinvasivo. Il tumore cervicale potrebbe essere eliminato come causa di morte, se tutte le donne si sottoponessero ad un Pap test annuale; sfortunatamente, meno del 40% di esse lo fa. I rilievi per il Pap test si devono eseguire prima di introdurre una gelatina lubrificante dentro la vagina: si devono "grattare" il labbro anteriore e posteriore dell'orificio esterno, dove si annidano in maggioranza le lesioni cervicali, con una spatola di legno ed il materiale ottenuto deve essere strisciato, prima che si secchi, su di un vetrino. L'aspirato prelevato dal canale cervicale deve essere posto sullo stesso o su di un altro vetrino; si deve effettuare una immediata fissazione del materiale o per immersione in alcol al 95% o servendosi degli appositi spray. La biopsia è obbligatoria se ci si trova al cospetto di una lesione sospetta. Radioterapia: una tecnica comune ed efficace consiste in due applicazioni di radium sulla portio per circa trentacinque ore l'una, seguite da una terapia radiante esterna che vada ad interessare i linfatici disposti lungo la parete pelvica. Chemioterapia: in molti casi il trattamento sistemico fornisce soltanto un sollievo temporaneo alla sintomatologia dolorosa, in ogni caso le metastasi a distanza sembrano rispondere meglio del tumore primitivo, nei casi in cui abbia fallito la terapia radiante. Sono stati studiati molti farmaci citotossici, ma solo il 25-30% dei tumori mostra delle regressioni reali.

Buio, l'immagine dell'utero si dissolve nel nero, anche Teo arretra e scompare. L'Ave Maria prosegue nel suo splendore, un fascio di luce sfiora una donna seduta sul terzo ed ultimo letto della scena, sull'estrema destra, è seduta sul bordo, con la testa bassa, come Paolo, ma nel verso opposto, dandosi, quindi, le spalle. Il suo nome è Anna. La melodia sfuma nel silenzio.

PAOLO:
Le mie scarpe

ANNA:
Non faranno certo passare il freddo

PAOLO:
Dove sono le mie scarpe?

ANNA:
Sotto al tuo letto
Non è così facile
riuscire a perdere qualcosa
qua dentro

PAOLO:
Se ci fosse la luce sarebbe più facile

ANNA: (seccata)
Se ci fosse la luce
(breve pausa) sarebbe diverso
Riusciremmo a vedere le ombre
le sfumature
potremmo persino credere di cambiare le cose

PAOLO:
Da giovani si crede di poter cambiare il mondo
o addirittura che sarà proprio il mondo
prima o poi
a cambiare

ANNA:
Perché
siamo mai stati giovani?

PAOLO:
Non te lo ricordi?

ANNA:
faccio fatica

PAOLO:
io no, io ricordo tutto

ANNA:
Fa male

PAOLO:
Fa (esita un istante) Freddo

Buio, probabilmente una musica.
Anna si alza dal suo letto, avanza di qualche passo, sfiorata da una luce tiepida. La musica si esaurisce nel silenzio.

ANNA:
dicevo tanto per dire
Lo so che non cambia niente
Lo so
E' che a volte
penso che non sia stato tutto sbagliato
Ma lo penso tanto per pensare
A una vita diversa dalla mia
A me stessa
prigioniera non del mio corpo
non di questo, no
ma di un altro
Di un altro corpo
Di un'altra persona
Con un altro nome
Qui dentro è scomodo
non ho mai capito come funzioni (sorride)
Poi
dentro di me
è cresciuta la malattia
Silenziosa
Dolorosa
Invadente
dentro di me
Nella pancia
Come un bambino
Madre due volte
(pausa)
(improvvisamente esplode in un gesto di rabbia, come se cercasse di togliersi la pelle dal volto, dalle braccia, come per uscirne fuori, e grida)
IO QUI DENTRO NON CI SO STARE
(silenzio)
Nessuna libertà
Non esiste nessuna libertà
Esistono gli errori
esistono le cose sbagliate
E quelle giuste
Quelle giuste e quelle sbagliate
Questo esiste
La libertà no
Non c'è nessuna libertà
(cambia improvvisamente discorso)
Ho dimenticato di andare dal medico
Mi è successo un'altra volta
ero stanca e mi sono addormentata, sul divano in soggiorno
Fuori pioveva
(pausa)
Dicono che ti cadano i capelli
con quei trattamenti
Ero così stanca
Pensami senza capelli
Tutta la testa nuda
Riesci a immaginarmi?
(silenzio)
Perché hai voluto guardarmi?
Mi hai trasformata in un mostro
I tuoi occhi
Mi hanno resa un mostro
Il più terribile dei tribunali
Io, nel letto di quei due schifosi
Non avresti dovuto vedermi
Improvvisamente
abbiamo voluto farci del male
Inizialmente tutto quel sudore
tutto quel sesso tutta quella carne
riusciva a farmi sentire viva
ma era come un lavoro
in cui dovevo impegnarmi
essere presente
L'umiliazione la subivo solo dopo
dentro la nostra casa
con te che mangiavi la minestra sotto ai miei occhi
Io avevo paura
mi sentivo sempre addosso la puzza del sesso
avevo paura che tu te ne accorgessi
I primi uomini che ho incontrato
volevano solo che io mi masturbassi davanti a loro
una volta l'ho fatto in macchina a pochi metri da casa
A loro piaceva guardarmi
nell'annuncio chiedevo anche dei soldi per le mie prestazioni
poi mi vergognavo a riscuoterli
non l'ho mai fatto
C'era anche chi voleva picchiarmi
sul viso soprattutto
ma io non volevo segni sul corpo
non potevo avere segni di violenza sul corpo
allora dissi ad uno di loro che avrebbe potuto tagliarmi i capelli
con delle forbici
non immagini che dolore
mi tirava le ciocche di capelli
con una rabbia inesauribile mi ha divorato tutta la testa
in pochi secondi
Io a terra, con la testa nuda
Le lenzuola piene dei miei capelli e del mio sangue
Si era masturbato
mentre mi tagliava i capelli
e alla fine mi era venuto in faccia
Il suo sperma sul mio viso è schizzato violento
più violento degli schiaffi che avevo rifiutato
Quel giorno ti dissi che avevo iniziato le cure
e mi ero tolta la curiosità di vedermi senza capelli
Improvvisamente
abbiamo voluto farci del male

Buio, probabilmente una musica.
Anna torna sul suo letto.
Un fascio di luce accarezza il corpo di LU, in proscenio.
La musica sfuma nel silenzio.

LU: (tono sommesso, parla al vuoto, davanti a sé)
Improvvisamente
Dentro di me
Si apre una luce
Improvvisamente Ricordo
Una luce tenue dentro di me
Una sacca di carne
una voragine aperta nel corpo
piena di liquido
silenzioso
una sacca di carne
una voragine aperta nel corpo
Un vuoto buio
pieno di liquido un liquido caldo
che diviene carne
anche lui
di nuovo
carne
Una nuova carne
non mia
Improvvisamente
una nuova carne
nella mia sacca di carne
E poi un cuore
un nuovo cuore
dentro di me
nella sacca
Un cuore nuovo
sconosciuto
Improvvisamente
(ironica)Il miracolo della nascita?
(sorride) Il miracolo della nascita?
(pausa) Il trionfo della morte
Un nuovo condannato a morte
condannato a vivere
a dover vivere
a dover dimostrare
a dover essere qualcuno
a dover essere qualcosa
Il miracolo della nascita. Il trionfo della morte
(ora sembra rivolgersi al pubblico) Ti guardi
Davanti a uno specchio
(urla) GUARDATI
Il tuo corpo
Il tuo respiro
Il tempo
Improvvisamente, il tempo
Improvvisamente, il silenzio
Improvvisamente, il freddo
Gli eserciti della morte si fanno strada
nell'anima
segnano il territorio come cani rabbiosi
si annientano l'un l'altro
si eliminano distruggono lacerano
E tu fermo
Immobile
Ti guardi
In silenzio, ti guardi
Mentre dentro ti consumi
Mentre dentro
non resta più niente
Mentre dentro
c'è solo un campo bruciato
Una terra arida
Mentre dentro
non esisti più
E allora apro le mani
(si piega sulle ginocchia)
E sollevo la terra dalla terra
In' aria, sempre più in alto
( mima il gesto di raccogliere e lanciare la terra in aria, di nuovo in piedi)
E rido
e gioco
(grida) IMPROVVISAMENTE
Il sorriso si trasforma
diventa una ferita sulla faccia, sempre aperta
Il sorriso improvvisamente si trasforma
Giocate pure
giocate con la terra
sporcatevi le mani
ma il tempo non sarà mai dalla vostra parte.
(grida) MORTI
Siete solo morti
AVETE BISOGNO DI IMPUTRIDIRE PER CAPIRLO?
Di quale prova avete bisogno
Dove credete di andare
Cosa credete di fare
Giocate, giocate pure
(silenzio)
Cos'è?
Ho detto qualcosa di sbagliato?
Se credete questo
ditemi voi quali sono le cose giuste
Ditemi voi cosa sarebbe stato giusto dire
(pausa)
Volevamo ridere
ma tutto era già abbastanza ridicolo
Volevamo piangere
ma il pudore ce lo ha impedito
Creatore del cielo e della terra
di tutte le cose visibili e invisibili
(grida puntando il dito contro la platea)
VOI.
Creatori del cielo e della terra
VOI
Creatori delle cose visibili
e di quelle invisibili
VOI
VOI
VOI
VOI
BASTA
FATE SILENZIO
Basta
Fate silenzio
Voi credete di essere muti, di stare zitti
Ma io vi sento
Che urlate
Vi sento
Mi spaccate la testa con le vostre urla
Le sento
Mi attraversano, mi invadono
Fate silenzio per favore
Silenzio silenzio 
Silenzio
Voi credete di stare zitti
invece no
Invece
No
(si tappa le orecchie con le mani)


Buio. Probabilmente una musica.
Lu torna sul suo letto.
Fascio di luce su Paolo, con le scarpe ai piedi.


PAOLO:
la casa vuota
Senza di te
un unico silenzio
Enorme

ANNA: (dal buio)
E' già la terza volta che li incontro
Loro sono gentili con me
Non è come immagini
Loro non sono violenti

PAOLO:
non riesco a stare lontano

ANNA:
io non riesco ad amarti
(pausa)
Casa loro ha lo stesso odore della nostra
Le case hanno tutte la stessa puzza 

PAOLO:
Quanti anni hanno?

ANNA:
la nostra stessa età, immagino

PAOLO:
Non lo sai?

ANNA:
che importanza ha?


PAOLO:
lui è più
è meglio di me?

ANNA:
lei è più bella di te

PAOLO:
ridicolo

ANNA:
mi piacciono le sue labbra
sanno di sangue e di sonno
Un sonno profondo
Quando mi bacia i seni mi ricorda…
Riesce ad infondere tranquillità, dentro di me 

PAOLO:
Ora ti piacciono le donne?

ANNA:
sai che non è così

PAOLO:
Lui ha un bel cazzo?

ANNA:
Per favore

PAOLO:
Rispondi


ANNA:
Ti prego

PAOLO:
Ti vergogni?

ANNA:


PAOLO:
fai bene

ANNA:
Ha un bel cazzo
Quando è moscio sembra così inoffensivo poi si gonfia diventa durissimo molto teso
però ha i testicoli piccoli questo non mi piace molto
ma il suo cazzo sì
dà una sensazione di forza
ogni sua parte è rigida, come un'arma

PAOLO:
mi fai vomitare

ANNA:
Questo lo sapevo già

PAOLO:
Mentre lui ti scopa lei cosa fa?

ANNA:
con lui l'ho fatto solo una volta
Lei si era seduta in terra accanto al letto
fumava una sigaretta
mi guardava negli occhi
sorridendomi
All'inizio ero imbarazzata, poi (si interrompe)
A lui piace di più guardare noi due che lo facciamo

PAOLO:
E cosa fate?

ANNA:
non saprei descriverlo

PAOLO:
provaci

ANNA:
ti eccita?


PAOLO:
non saprei

ANNA:
Vuoi guardare?

PAOLO:
che vuoi dire?

ANNA:
Puoi venire con me un giorno
C'è un sacco di gente a cui piace guardare

PAOLO:
Pensi che possa eccitarmi?
O saresti tu ad essere eccitata?

ANNA:
Che importanza ha?
(pausa)

PAOLO:
Una casa senza porte
E senza finestre

ANNA:
Quand'è che abbiamo iniziato a farci del male?

Buio.
Luce diffusa sulla scena. TEO sta segnando con rabbia dei confini con un gessetto, in terra.

TEO:
E' accaduto di nuovo
Tutto accade sempre un'altra volta

VFS:
dividere la terra dalla terra
il cielo dal cielo

TEO:
Confini!
Gli eserciti segnato i limiti
Nella testa
Nessuno ricorda
Tutto accade sempre un'altra volta
Dividere la terra dalla terra il cielo dal cielo l'aria dall'aria
Confini
Nessuno deve ricordare (si ferma a terra, sembra esausto)

LU:
Teo
Puoi sentirmi?
(silenzio)

TEO: (tra sé e sé, sussurra, come fosse affetto da autismo. Con una mano si colpisce la testa)
La terra dalla terra il cielo dal cielo l'aria dall'aria
la terra
l'aria…il cielo…(prosegue)

LU:
Dentro di me
C'è solo silenzio
Un vuoto che fa domande
Quelle risate, ricordi?
Non le sento più
E' tutto finito
(con voce rotta dal pianto) TEO riesci a sentirmi?
La guerra sta per finire
I nemici si fanno strada
sono alle porte
Ormai, stanno per essere decisi, vincitori e vinti
Vittime e carnefici
Allora apriamo un varco
Sottoterra
e ci chiudiamo le porte in faccia
l'un l'altro
ci chiudiamo le porte in faccia e aspettiamo la fine.
Una fine possibile
Sotto terra
in silenzio
Ognuno con una ragione per continuare
per sopravvivere
di nuovo
un'altra volta
prima che tutto finisca
prima che il nuovo giorno
illumini un deserto di sangue e sabbia
E dopo
Soltanto dopo
Saranno tutti capaci ad issare la bandiera del vincitore
Dopo
Soltanto dopo
Dopo che ormai la storia è stata scritta
Intanto noi
aspettiamo che tutto finisca
in un modo o nell'altro
Ci interessa solo che tutto finisca
in un modo o nell'altro
Le ragioni da una parte
quelle dall'altra
Aspettiamo
Come animali, sottoterra
(pausa)
C'è una sola possibilità
ma solo dopo diranno che era l'unica possibilità giusta 
(breve silenzio)
Dentro di me
Un bambino
Quel bambino
Vuole ridere ancora
Non sa
che non potrà ridere per sempre
CHE NON SI PUO'
ridere per sempre
Non sa
E preferisce non sapere
Perché non ha bisogno di sapere
Perché dentro di me è al sicuro
(Teo si alza in piedi, afferra una rivoltella sul lato sinistro della scena, inizia a marciare sul posto)
Una nuova vita
che vuole venire fuori
Perché non sa
e preferisce non sapere
Una nuova vita
Teo
che ora è dentro di me
ma che è nostra

Teo interrompe la marcia, tende la rivoltella contro Lu che cade a terra dopo un colpo secco. La scena si infiamma di una luce rosso sangue. Teo si svuota in un grido che non sembra conoscere fine.

VFS (femminile):
E allora apro le mani
e sollevo la terra dalla terra
In aria
sempre più in alto
e rido
e gioco

Teo si avventa sul corpo morto di LU, straziato a terra.



VFS (maschile):
Un buco nella testa
e PUM!
Tutto finito
Tutto quanto
Senza lasciare tracce
PUM!
Un buco nella testa ed è tutto finito
Sparito
Tutto ciò che era non c'è più
Tutto. Come se non ci fosse mai stato
Pulito
Di nuovo pulito
Una pagina nuovamente bianca
Senza tracce di merda
Senza parole ipocrite
Una pagina bianca
Di nuovo
Pulita


TEO:
NON LA VOGLIO LA VITA

Una musica. Anna e Paolo avvicinano, al corpo di Lu, il lettino posto sull'estrema sinistra della scena. Teo raccoglie da terra il corpo di Lu e lo adagia delicatamente sul letto. Anna e Paolo si fanno da parte, osservano la scena. Teo osserva il cadavere di Lu steso sul lettino.
La musica sfuma nel silenzio.

TEO: (sul corpo di Lu)
senza te
non mi è rimasto più niente
Sento nella testa il rumore del mare
quello dei ricordi
Un'altra vita che non mi è appartenuta.
Quando ero piccolo odiavo il senso di colpa
(accarezza i capelli a Lu)
mi sentivo così vulnerabile
Seppellivo i cani
nelle fosse
dietro al giardino.
La pietà non la volevo
Poi il mio gatto, l'ho ucciso col gas
Credevo che prima o poi
Sarei riuscito ad eliminare
dentro di me
il senso di colpa
Dividere la terra dalla terra
il cielo dal cielo
l'aria dall'aria
L'uomo che ha pietà non sopravvive
Un buco nella testa e finisce tutto
Era pazzo diranno
la madre l'hanno trovata morta
soffocata dal gas
s'è ammazzata
diranno
il padre non ha più detto una parola
sta in una clinica per vecchi
diranno
il figlio era pazzo quanto loro
ha ammazzato quella povera ragazza
perché aspettava un figlio, l'ha detto lui
diranno
poi è scappato in macchina
voleva andare alla clinica del padre per ammazzarlo
l'ha detto sempre lui
diranno
fortunatamente non ce l'ha fatta
l'hanno acchiappato prima
diranno diranno diranno
Una famiglia lager
(pausa)
Il volto di mio figlio
chiuso dentro di te
Le sue mani
I suoi piedi
Chiusi dentro di te
Il suo cuore, dentro di te
I suoi occhi, dentro te
Una casa senza porte e senza finestre
(voce rotta dalla disperazione)
Non può morire là dentro
Si soffoca là dentro
C'è puzza di morte
(sbottona la camicetta di Lu)
Devi aiutarmi a farlo uscire
(dà uno schiaffo a Lu, sul viso)
Aiutami cazzo
(infila una mano sotto la gonna di Lu)
Voglio toccarlo, voglio almeno toccarlo
(Cerca di arrivare a toccarlo passando attraverso il sesso di Lu, Anna interviene a fermarlo. Con una mano gli blocca il braccio, con l'altra cerca di calmarlo, premendogliela sulla fronte, sulla bocca, sugli occhi.)
L'HAI CHIUSO DENTRO
STRONZA
(piange ed urla disperato, come un bambino)
STRONZA, L'HAI CHIUSO DENTRO
VOGLIO VEDERLO
(interviene anche Paolo, che allontana il lettino col cadavere di Lu, portandolo fuori dalla vista di Teo, sull'estrema sinistra della scena. Teo scivola a terra esausto, dalla madre non riceve nessun conforto.)
Buio.

VFS (femminile):
Sottoterra
scaviamo un rifugio sottoterra.
E ci chiudiamo le porte in faccia
l'un l'altro
Ci chiudiamo le porte in faccia
Sottoterra.

Il buio cede lo spazio ad una luce timida.
In scena c'è Paolo. Alle sue spalle, seduta sul suo lettino, c'è Anna.


ANNA: (con la voce colma di poetico strazio)
La bellezza della morte
Un vento tiepido che ci abbandona
e ci lascia nel freddo
Senza lacrime da piangere
perché dio non lo vedi in faccia, resta di spalle
Una grande cattedrale
in cui si depongono tutte le armi
a terra
Una cattedrale blasfema
che accoglie gli storpi
i malati
gli emarginati
i suicidi
gli assassini
Nell'eterna attesa di una redenzione che non arriverà mai
perché l'eternità
ci riempie di buio gli occhi
Solo buio
Per la prima volta
non avremo né padre né madre.
Soli
Guarderemo la terra
così come l'abbiamo divisa
ed i confini non avranno più forma
né senso
né pietà

Paolo inizia lentamente a svestirsi, lasciando gli abiti a terra, accanto a sé. Prima la giacca, poi le scarpe, i pantaloni, la camicia. Resta nudo al centro della scena. In piedi, col busto leggermente piegato. Trema per il freddo. O forse per la paura.

Le donne da una parte
Gli uomini dall'altra
Nudi come dei vermi
Tutti a costruire una casa
senza porte e senza finestre
Una casa costruita dall'interno
Solo dall'interno
Mattone dopo mattone
Solo dall'interno
Così che il dolore
non possa fare visita
Così che i rumori non disturbino il canto
Così che il tempo e lo spazio
assumano le dimensioni dell'infinito presente
Così che quello che è stato per un momento
possa esserlo per sempre
(pausa)
Qui dentro non ci sono suoni
Non si sentono rumori
Non c'è sapore
Non ci sono profumi
L'unico odore che riesco a distinguere
è quello della merda

PAOLO: (grida, con le mani in alto, indietreggiando nel buio)
PIETA'!
PIETA'!
PIETA'!
PIETA'!
PIETA'!
PIETA'! 
PIETA'!
PIETA'!

Dal buio, si intravede Teo salire sul lettino di Lu, sopra al cadavere della ragazza, la bacia sul collo, le accarezza i capelli. Inizia ad avere un rapporto sessuale con il corpo della ragazza. Anna si alza dal letto, avanza fino a raggiungere i vestiti lasciati a terra da Paolo. Li raccoglie uno per uno, tenendoli stretti tra le braccia. Improvvisamente li lascia cadere di nuovo a terra, si sfila la camicetta di dosso, la getta in terra e decide di indossare quella di Paolo, infila le mani sotto la gonna e lascia cadere sulle caviglie gli slip, per indossare successivamente quelli di Paolo, ora slaccia la gonna, la abbandona sul suolo e raccoglie i pantaloni dell'uomo. Li indossa, stringendo ai fianchi la cinta. Anche le scarpe, abbandona le sue scarpe in cambio di quelle del marito. E la giacca, indossa anche la giacca di Paolo. Ora sembra un clown, triste, solo, con la testa bassa.
Teo libera la disperazione in grido che non sembra conoscere fine, sul corpo di Lu. Anna porta le mani sulle orecchie per non avvertire il grido. Teo, di nuovo in piedi, dà un colpo al letto della ragazza, spingendolo verso la platea. Il cadavere di Lu sobbalza ripetutamente sul lettino, come fosse preda di un attacco epilettico. 
Teo avanza. Anna indietreggia, con le mani sulle orecchie.



ANNA: (dal profondo)
Rivoglio la mia vita

TEO: (grida)
LASCIATEMI SOLO

ANNA:
rivoglio la mia vita


TEO:
ANDATE VIA

(la scena inizia a riempirsi di un fumo denso)

ANNA:
rivoglio la mia vita

TEO: (con gli occhi nel vuoto, davanti a sé)
ANDATE VIA

La luce sfuma nel buio.
Buio.

VFS:
La vita contraria
I sogni che avremmo dovuto sacrificare, prima di ogni realtà.
Cancello i ricordi nella memoria
Muoio senza vita
Mi allontano senza lasciare orme
Nel paesaggio artico del mio dolore
Solo un silenzio a farci compagnia
Notte
Notte
Notte eterna
Che insegue l'inverno
Che si addormenta nel freddo

Una musica.
Il buio continua a riempire la scena.
Ora affiora lentamente una luce, che attraversa con fatica la scena, facendosi spazio tra il fumo ormai diradato.
Sul letto di destra siede Teo. Curvo, con le mani tra le gambe, la testa bassa. Sul letto centrale, avanzato di qualche metro verso la platea, siedono Paolo sul lato sinistro ed Anna su quello destro, si danno le spalle. Il letto con il cadavere di Lu è rimasto dov'era.

ANNA:
Non hai nulla da dire?


PAOLO:
Non ho le parole per dirlo

ANNA:
mi piacerebbe

PAOLO:
tornare indietro

ANNA:
da viva
desideravo solo morire

PAOLO:
Pensavo che da qui
avremmo visto la città
pensavo che l'avremmo vista dall'alto

ANNA:
Il mio unico desiderio
ora
è vivere

PAOLO:
mi ricordo
la notte in cui sei morta


ANNA:
Raccontamela, ti prego
sai quanto mi piace
ascoltare le storie

PAOLO:
questa non è una storia è la verità

ANNA:
che differenza c'è?
Io non ricordo nulla
voglio dire che una storia è vera
anche se potrebbe soltanto esserlo

PAOLO:
Eravamo stati da quella coppia, c'eravamo stati insieme
Io tremavo di paura
non so perché
non riuscivo a nascondere la mia agitazione
quindi restavo in silenzio
Per loro
la mia presenza non fu una sorpresa
forse li avevi già avvertiti che quel giorno ti avrei accompagnata.
Appena entrati
la moglie di quell'uomo mi porta in salotto
mi sfila la giacca
io non riuscivo a perderti di vista
ti osservavo
attraverso il riflesso di uno specchio
quell'uomo ti stava facendo tirare della cocaina
Poi l'ha portata anche a me, ma ho rifiutato
Lui non era bello
Guardandolo
avevo perso la capacità di giudicare la bellezza di una persona
mi sentivo solo inferiore
inferiore a lui
forse questo lo rendeva più bello
Il suo potere
Superiore al mio
Lei mi era del tutto indifferente, e questo mi deluse
Tu evitavi il mio sguardo
Avevi occhi solo per loro due
o almeno questo era quello che volevi farmi credere
La donna
mise una mano sul mio sesso
io ero seduto su una poltrona
l'uomo
iniziò a sbottonarti la camicetta
poi il reggiseno
La donna stava abbassando la zip dei miei pantaloni
quando l'uomo con una furia improvvisa ti mise in ginocchio
su una poltrona
di fronte a me
(silenzio)

ANNA:
E poi?

PAOLO:
Non ricordi?

ANNA:
credo di no

PAOLO:
Allora non lo saprai mai

ANNA:
e come sono morta?

PAOLO:
col gas

ANNA:
mi sono uccisa?

PAOLO:
non esattamente

ANNA:
cioè?

PAOLO:
ti ho chiesto io di farlo

Le luci abbandonano i corpi di Anna e Paolo. La scena viene invasa da una base musicale ripetitiva e seducente. Lu si alza dal suo lettino, non più cadavere, raggiunge un microfono con base a terra molto vicino alla platea. Una luce la sfiora. Lu inizia ad intonare una canzone sulla base musicale, con una voce tiepida, elettrica. 

Sul fondo della scena ha inizio la proiezione di un video. 




VIDEO: All'interno di una cucina quasi buia. L'ambiente è illuminato unicamente da una luce bluastra posta sopra ai fornelli. Paolo trascina Anna a terra, con forza. Lei non oppone resistenza. Lui le piega la testa in direzione del tubo del gas, che stacca con decisione dalla manopola. Paolo è curvo su di lei, le porge in mano il tubo del gas. Lei esita un istante, poi lo afferra, se lo porta in bocca. Lui le accarezza la testa, sembra stia piangendo, ma non è così. Ora muove il suo corpo su quello di Anna come se stesse avendo con lei un rapporto sessuale. Anna si toglie per un istante il tubo dalla bocca, vuole gridare, ma non ci riesce, lui le stringe le mani e l'aiuta ad ingoiare di nuovo il gas. Paolo preme le mani sugli occhi di Anna, come se volesse bendarla. Improvvisamente le mani di lei abbandonano il tubo del gas e l'intero suo corpo scivola in avanti, con il peso di Paolo addosso. I due corpi ora li vediamo senza volto, perché nascosti dietro il forno e i fornelli. Uno sull'altra. Immobili. 





LU: [testo della canzone]

ALL IS THE SAME
TIME HAS GONE BY
SAME DAY YOU CAME
SAME DAY YOU' LL DIE

SOME ONE HAS DIE
LONG TIME AGO

ALL IS THE SAME
TIME HAS GONE BY
SAME DAY YOU CAME
SAME DAY YOU' LL DIE

SOME ONE HAS DIE
LONG TIME AGO




Dopo il video, il buio. Anche la musica svanisce. Lu arretra. Buio.
Un buio profondo, silenzioso, amniotico.

IMPROVVISAMENTE

Fa irruzione in scena un nuovo corpo, sembra un bambino, una strana presenza, viva, vitale, carica di energia, si muove con movimenti rapidi e spensierati. Forse è un bambino. Il suo corpo viene sfiorato dalla luce. Dopo aver sgambettato un po’ per la scena si pianta precisamente al centro, con le mani in alto.

BAMBINO:
ho un segreto
dentro di me
L'ho chiuso dentro
Tanto importante quanto le stelle che stanno appese
su tutti i cieli che stanno appesi
su tutte le città di tutto il mondo
Oggi ho corso fino alla collina più lontana di tutte le colline lontane
fino in cima
Dietro di me
era tutto lontano
anche le nuvole
E avevo il sole
tutto per me
che non esiste se io non lo guardo
L'ho guardato per la prima volta
Esiste davvero, il sole
Poi ho guardato il verde del prato
che sarebbe rimasto grigio se non l'avessi guardato
Fiori in bianco e nero
poi pieni di colori
appena li guardavo
si riempivano di colori
Tanti colori
E ho dato un nome a ognuno di loro
a tutti quei fiori di cui nessuno ne conosce il nome
Così
ora possono esistere anche loro.
Ho capito
che con la terra si può giocare
si può prenderla a manciate nelle mani e tirarla in aria
Tirarla contro gli uccelli in volo
In alto
sempre più su
Poi cade la pioggia
E col fango posso giocare
Perché profuma
Fosse per i morti e trincee per i vivi
Con le foglie che cadono
si possono cucire coperte per chi ha freddo
Il sorriso
non è una ferita aperta sulla faccia

BUIO
Probabilmente una musica.
Dal buio avanza lentamente Anna.
La musica sfuma nel silenzio.

ANNA:
prima di morire
ho dimenticato di guardarmi intorno
Guardare la vita intorno
che diventa vita solo se la guardi
Nel momento in cui la saliva si rapprende in gola
e assume il sapore della morte
del sangue
Non ci si può liberare dalla malattia
Non ci sono cure
Non c'è terapia
Non esiste un rimedio
Non riuscivo ad immaginare strade in cui avrei ricominciato a camminare
Per poi correre, lontano
Ho perso tutto
Ho voluto perdere tutto
In cambio di niente
(tra sé e sé) in cambio di niente
Madre solo della mia malattia
(pausa)
Ho dimenticato mio figlio
e solo ora ne avverto il vuoto
un vuoto profondo come l'inferno
Ho liberato tutte le stanze, dentro di me
lasciandomi abitare solo da un freddo pungente
da un silenzio pieno di vuoto
Penso ai giorni che vorrei ricostruire
quei giorni che ho distrutto
che ora vorrebbero rivivere
che non hanno più la forza di alzarsi
e restano a terra 
Aveva gli occhi neri come la pece
Mio figlio
Ogni suo respiro implorava il mio aiuto
Ed io sono rimasta nel mio silenzio
(improvvisa durezza) vigliacco!
(pausa)
Se n'è andato
in una notte nera come i suoi occhi
A farmi compagnia
solo il mio male, ospite dentro di me
Qualche letto sporco e una manciata di carezze tra i capelli
Intanto il riflesso nello specchio invecchiava al mio posto
io credo fossi già morta
Dal giorno in cui l'ho perso
Mio figlio
Non sono più esistita
Non ero io la figura ancora giovane nello specchio
non ero io l'amante nel letto di qualcuno
né la donna stretta tra le braccia di suo marito
né la malata nella corsia di un ospedale
Non ero più io in nessun posto
Ho perso tutto
Ora
qui
nella testa di qualcun altro
nel ricordo di qualcun altro
dico quello che non ho potuto dire
cerco quello che non ho trovato
in questa casa costruita dall'interno
senza né porte né finestre, solo dall'interno
sogno quello che non ho avuto
Di poterti parlare
Solo questo
Di poterti parlare
Per dirti parole che non esistono nei vocabolari di nessuna lingua
ma solo nel mio e nel tuo
Per offrirti tutta la protezione che ti ho negato
Per guardare con te
le foglie che muoiono e cadono a terra
con tutta quella grazia e quella dignità
per apprezzare
l'umiltà e la meraviglia delle stagioni
del tempo
Del dolore
Non mi importa se mi hai voluto bene
Io l'ho fatto lo stesso

Una musica inizia a riempire di purezza la scena, il palcoscenico viene raggiunto da alcune foglie autunnali che dal cielo atterrano sul suolo, sulla testa e le spalle di Anna, che resta immobile, immersa in una pioggia surreale e salvifica. 
Il corpo di Anna si accascia in terra.
Buio, la musica sfuma nel silenzio.

PAUSA [nel buio]

Una luce a neon raggiunge singhiozzando il corpo di Paolo, steso sotto le coperte del lettino centrale. Solo il viso è scoperto. Ha gli occhi chiusi. In piedi, accanto a lui, c'è Teo.
Un'atmosfera ospedaliera.

Teo si accende una sigaretta, avvicina una sedia e si siede accanto al corpo di Paolo.

TEO:
shhh… come dorme
Ti riesce bene la parte di quello che dorme
Non ti costa nessuno sforzo
L'ultima volta che ci siamo visti eri molto diverso
quasi non ti riconosco
Faccio fatica a trovare mio padre, in te
Sei cambiato
forse sei solo vecchio
Un vecchio qualsiasi
Mi hanno sempre fatto vomitare i vecchi
E tu non sei diverso da qualsiasi altro vecchio
Guardarti mi è indifferente
Pensavo mi avresti fatto un effetto diverso
E invece ti guardo
e vedo solo cenere
Un cuore ammuffito
due polmoni incancreniti
un paio d'occhi nascosti sotto un cartoccio di pelle grigia
(fa un tiro dalla sigaretta)
Scommetto che sei uno di quelli che si piscia addosso
o che si vomita, addosso
Bell'idea chiudersi qua dentro
(si guarda intorno)
E' un bel posto dove crepare
Quant'è che aspetti di crepare eh?
(fa un altro tiro dalla sigaretta)
Da qui la città si vede lontana
Non ero mai più passato da qui
Casa nostra è rimasta vuota
Bianca
Con le finestre gialle
Te la ricordi?
(pausa)
Io sì
Non faccio altro che ricordare
(breve silenzio)
Poche ore fa ho ucciso una persona
E' la prima volta che lo faccio 
Dentro di sé aveva un figlio
Mio
Chiuso in una sacca di carne
Immerso in un liquido caldo
(tira fuori una rivoltella dalla giacca)
L'ho uccisa con questa
(la getta sul letto del padre)
due morti con un colpo solo
Non è stato difficile
Pum
Un colpo secco in testa
(punta le dita, come fossero una rivoltella, sulla fronte del padre)
Pum
Dritto in mezzo alla testa 

Dà un ultimo tiro alla sigaretta, improvvisamente infila la mano sotto le lenzuola, con violenza spegne il mozzicone sul braccio del padre che esplode in un urlo di dolore che viene immediatamente soffocato dalla mano di Teo che gli tappa la bocca.

Ci sei allora, stronzo
Mi senti, vecchio stronzo
Lo sai tu che si prova ad uccidere chi si ama? 
(Teo afferra con una mano la rivoltella e la punta alla tempia di Paolo)
Se provi a gridare ti ammazzo, cazzo
(ritrae la mano con cui tappava la bocca del padre)
cosa si prova ad uccidere la persona che si ama
E' come far smettere di battere il proprio cuore
E continuare a vivere
Ad esserci
Mentre dentro non c'è che silenzio
Un solo interminabile silenzio
Pum Pum pum pum pum pum pum 

(silenzio)

Chi è il colpevole?
Tu? 
Io?
Chi altro?
La gente vuole sapere
la gente ha bisogno di un colpevole
se no la storia non può essere dimenticata
Dimenticata
perché un giorno possa ripetersi
Di nuovo
Un'altra volta
Un vecchio che si vomita addosso non ha l'aria di un colpevole
allora forse sono io
(ironico)Facciamo che sia io, va bene? 
(breve pausa)

Forse ora hanno trovato il corpo di Lu
forse qualcuno mi sta già cercando
magari sono qua fuori

Sai di cosa ho voglia? 
Di guardare com'è fatto il tuo cazzo
Ce l'hai pure tu vero?
Un cazzo
ce l'hai pure tu

con violenza scopre il corpo nudo del padre che cerca invano di trattenere le coperte. Teo punta di nuovo la pistola sulla fronte del padre.

Non ti muovere o ti ammazzo

Con una mano tiene la pistola puntata sulla fronte del padre, l'altra la avvicina al sesso del padre, lo sfiora, lo prende in mano per alcuni secondi.

Lascia il sesso del padre e riporta le coperte sul suo corpo

Avevo voglia di farti fuori
L'ho sognato tante volte
Ma questo che ho davanti è il corpo di un morto
Non vedo nient'altro
Tu lo sai da quant'è che sei morto? 
Io sì
Io ricordo tutto

Avremmo dovuto immaginare
una realtà diversa
avremmo dovuto
cercare di arrenderci
ad una fine diversa
Ogni essere umano
dovrebbe permettersi il lusso di sparire
Sparire
senza lasciare tracce
Invece ci costringiamo a lasciare tracce
perché senza tracce ci sembra di non esistere
di non essere mai stati
Niente
Non avremmo dovuto scrivere la nostra storia
avremmo dovuto lasciare bianche
le pagine a nostra disposizione
Lasciarle bianche
Pulite
Pulite
Scrivere è pericoloso
Si può arrivare a scrivere di tutto
Di tutto
senza la minima pietà
Il peggio è che tutti possono scrivere
e possono scrivere di tutto
senza la minima pietà
senza sapere che tutto
è già stato scritto

Io non credo nella vita
ma nella morte
Perché solo la morte esiste
Siamo tutti condannati a morte
Tutti condannati a morte
una condanna come constatazione della meraviglia
di ogni singolo giorno
tutto il resto è una commediola
Il resto esiste solo nella nostra testa
C'è un padre
una madre
un figlio
Posso essere io il padre
e tu il figlio
Facciamo finta che sia io il padre
e tu il figlio
Facciamo finta
Facciamo finta
Ti ricordi
quando hai iniziato a sporcare le tue pagine con la tua merda?
Qual è stata la prima frase che hai scritto?
Hai già in mente un finale?
Anch'io so scrivere
ed ho scritto
eccome se ho scritto
ho scritto una filastrocca
una specie di filastrocca
ti piacciono le filastrocche?
Ti andrebbe di sentirla?

(pausa/ silenzio)


Teo si alza dalla sedia.

(grida, con la voce strozzata dal pianto)

Regola numero uno
è vietato amare
regola numero due
non meno importante della regola numero uno
è vietato chiamare amore tutto ciò che
in realtà
potremmo chiamare euforia
o peggio ancora
felicità.
Regola numero tre
che per assurdo è più importante della regola numero uno
e di quella numero due
la colpa non esiste
tolta la colpa tolti i colpevoli
e per capire questo non serve una regola numero quattro
bensì una regola numero cinque
è assolutamente vietato mettere al mondo nuovi mostri
ogni neonato è, infatti, calcolato come un potenziale mostro
ed ogni genitore
padre o madre 
beh, loro sono mostri a priori
Regola numero sei
il male non esiste
così come non esiste il bene
dio va bestemmiato con costanza e dedizione
regola numero sette, la mia preferita,
il futuro non esiste
regola numero otto
rispetta i potenti quanto loro rispettano te
regola numero nove
l'intelligenza non esiste
la pratica dell'odio sì
La regola numero dieci
ribadisce il concetto espresso nella regola numero sette


Come un militare, con un movimento rapido si porta la pistola alla testa. Strizza gli occhi scherzando, come fosse un bambino, preme il grilletto.
"Tic"
Il colpo non parte.
Ride.
Allarga le braccia in aria
e ride.






La luce a neon si spegne. Buio. Sul fondo della scena vediamo le immagini di una strada buia di campagna, percorsa velocemente da un'automobile. Sotto i fasci di luce dei fari vengono ingoiate le strisce bianche verniciate sull'asfalto.




VFS:
La notte
il buio
i fari
la campagna
la città alle mie spalle
le colpe, dentro
le strisce ingoiate dalla mia macchina
la notte la campagna il buio le colpe
dentro
il buio il buio il buio, dentro
la sirena dietro di me
Il buio
il buio
il buio
il buio dentro
Il buio il buio il buio dentro
In un rifugio
Sottoterra
Ci siamo chiusi le porte in faccia
L'un l'altro
Aspettando la fine
Una fine possibile


IMPROVVISAMENTE

Una luce invade la scena. 
Una musica prende a riempire lo spazio sempre più violentemente.

Il bambino di prima sta disegnando un gioco a terra con un gessetto. Dove Teo aveva segnato dei confini. Ora il bambino gioca, ride. Salta tra i segni di gessetto. La musica è sempre più invadente. 
Il bambino continua a saltare, a giocare, indifferente.

BUIO






La musica muore nel buio.
Una luce illumina flebilmente lo spazio.
Un letto al centro della scena.
Sul lato destro del letto c'è Teo, seduto sul bordo. 
Il silenzio riempie lo spazio.
Teo ha lo sguardo fisso davanti a sé.
Immobile.
Nel silenzio.
Lu raggiunge silenziosamente il letto su cui è seduto Teo.
Si siede sul bordo sinistro.
I due si danno le spalle.
Nel silenzio.
Lu accende una sigaretta.
Anche lei ha lo sguardo fisso davanti a sé.
Sbuffa nuvole di fumo
che si perdono nel vuoto dello spazio.
Nel silenzio.

LU
Ho tentato 
Fermare i battiti del mio cuore
ci ho provato

TEO:
Da dove pensi che sorgerà il sole?
Dall'orizzonte che ho di fronte io
o da quello di fronte a te?

LU:
È questione di pochi secondi
Tra poco lo sapremo

TEO:
Facciamo un gioco
Il primo che lo vede
gli grida contro

LU:
E' questione di pochi secondi



TEO:
Non distrarti allora


LU:
Vedi qualcosa?

TEO:
No
Tu?

LU:
Ancora niente

TEO:
Aspettiamo

LU:
È questione di pochi secondi

Buio

FINE