Le voci

di

Maria Teresa de Sanctis

Personaggi: Enrico, Luisa sua moglie, gli amici di Luisa del paese: Sarina, Luigi suo fratello, Maurizio, Maria.

Atto I 
Sulla scena una poltrona sulla destra, un tavolino basso al centro e una sedia sulla sinistra. Sulla sedia sta seduta una donna. Si sente un rumore di porta che si chiude. Dalla destra arriva un uomo. Appena vede la donna seduta si ferma di botto. È in piedi davanti a lei con un cappotto e una cartella per documenti sotto braccio. La guarda spaventato.

Enrico: - Allora, ci hai parlato?
Luisa:- Sì.
Enrico:- E allora? 
Luisa:- Come immaginavo. 
Enrico:- Che cosa? 
Luisa: - C’è. 
Enrico:- Lui ne è certo? 
Luisa: - Sì. 
Enrico:- Ma magari se consultiamo qualche altro …
Luisa: - Non serve. 
Enrico:- E che ti ha detto? Qualcosa ci sarà che possiamo fare.
Luisa:- A parte pregare, dici? 
Enrico:- Dai, ci deve essere qualcosa, un intervento, una cura, un qualcosa! (butta il cappotto e la cartella sulla poltrona e comincia a camminare nervosamente)
Luisa:- Una cosa di sicuro c’è. 
Enrico (si ferma e la guarda):- E cioè? 
Luisa:- Non fare nulla.
Enrico (si agita tutt’intorno):- Sei pazza! Non fare nulla! Non fare nulla dice lei, e poi? 
Luisa (come se non volesse parlare):- Va bene. Allora senti: si potrebbe fare l’intervento, ma non è detto che serva a qualcosa e poi, poi …può darsi che smuovere le cose faccia più danno che altro e a quel punto … non so come mi ritroverei … 
Enrico:- Sei uscita fuori di senno. 
Luisa:- La testa ancora funziona. 
Enrico (si siede sulla poltrona, con l’aria avvilita):- Che cosa vorresti fare allora?
Luisa:- Partire .
Enrico (stupito) :- Partire?!
Luisa:- Non ti ho detto una cosa. 
Enrico:- È importante?
Luisa:- Sì.
Enrico (con ansia):- E allora dimmi!
Luisa:- Una speranza c’è.
Enrico (si alza e le si avvicina) - Dici davvero?
Luisa:- Pensi che abbia voglia di scherzare. 
Enrico:- No, certo, ma …che cosa dobbiamo fare!
Luisa:- Niente. 
Enrico:- E ci risiamo? Ma vuoi proprio farmi arrabbiare! 
Luisa:- Ma no, calmati, il fatto è che, nonostante tutto, c’è la possibilità che la cosa possa sparire da sola: cisti da trauma si chiama.
Enrico:- Perché non me l’ hai detto subito?
Luisa:- Guarda che ci ho provato, ma mi hai aggredito e non mi hai lasciato spiegare. 
Enrico (si alza e si inginocchia davanti a lei e le prende le mani):- Ma no scusami, è che sono così confuso, non capisco più nulla!
Luisa (accarezzandogli la testa):- Bè, adesso puoi calmarti. Quello che volevamo sapere lo abbiamo saputo. 
Enrico (sollevando un po’ il capo):- Certo non ti sono di grande aiuto …
Luisa:- Non è mica da ieri che stiamo insieme e ormai lo so come sei fatto. (si alza e comincia a camminare nervosamente) Piuttosto avrei ancora dell’altro da dirti. A proposito della partenza.
Enrico (come riprendendosi da altri pensieri):- Partire già, potremmo fare un giretto e magari andare a trovare …(e si alza da terra)
Luisa (interrompendolo bruscamente): - No, non voglio fare nessun giretto e poi … (come se cercasse le parole giuste per dirlo) non voglio partire con te.
Enrico (con voce tremante cercando di sminuire la cosa):- Ma certo, posso capirlo, sarai stanca, queste preoccupazioni …
Luisa (con tono duro): - Non hai capito proprio nulla. Voglio partire da sola. 
Enrico (preoccupato) :- Ma …come … perché …. 
Luisa (torna a sedersi) :- Ho deciso e ti assicuro che ci ho riflettuto a lungo e come sai ho avuto molto tempo per pensarci. 
Enrico (cerca degli argomenti e le cammina davanti) :- Senti, da quel maledetto giorno, tu, tu … Io capisco quello che ti è capitato e devi capirlo anche tu. È naturale che sia ancora turbata, però …
Luisa (leggermente preoccupata guardando in alto): -Guarda il lampadario. Ondeggia.
Enrico (cercando di rassicurarla):- Stai tranquilla, è soltanto una tua impressione.
Luisa (tesa):- Certo un bel regalo, queste impressioni. Come se non bastasse tutto il resto, da questa cosa che ho dentro a …tutto il resto …. e meno male che c’era quella trave, altrimenti…
Enrico (col tono pacato) :- Senti, proprio per questo non credo sia un bene che tu parta da sola.
Luisa (si alza ):- Senti tu, invece. Sono rimasta tre giorni bloccata con tutto il busto là sotto, una visita al paese che mi ha cambiato la vita …
Enrico (con caricata euforia) :-E se facessimo… una crociera! Posso lasciare tranquillamente lo studio al mio socio. Dai, fallo per me, ce ne andiamo tutti e due in crociera! 
Luisa (seguendo il suo pensiero):- Le voci. Chi le ha mai dimenticate quelle voci …. Tutto il tempo, chiedevano aiuto, chiamavano ... (si ferma un attimo come se ascoltasse qualcosa) La Sarina, lei l’ ho riconosciuta subito. L’aspettavo. Doveva passare a trovarmi, sapeva che ero in paese. 

Qui si inserisce il coro: sono gli amici morti che arrivano da ogni parte della sala, dai lati della platea, in fondo; parte un ritornello in sottofondo mentre ogni personaggio si muove fra il pubblico, un effetto di voci gravi che quasi intimoriscono, un brusio indistinto.

Il coro:- La terra tremava, la solita vita delle solite storie attonita stava e dal nulla nel nulla finiva e la terra tremava, dall’abisso all’aria le sue viscere rivoltava, e la terra tremava.

Enrico (seguendo il proprio pensiero) :- Per un po’ lui può farcela da solo, vedrai. 
D ’altronde sa bene cosa è successo, i tre mesi di ospedale, i tuoi problemi …
Luisa (dura, colpita dall’ultima parola):- I miei problemi? Ma davvero? Sa cosa significa avere una casa che ti crolla addosso? sentire delle voci e poi ad una ad una non sentirle più …per averle poi sempre nella mente, sempre, sempre!! (cambiando tono, con ironica dolcezza) Sai quante case sono rimaste in piedi nel mio paese? Pochissime. (con tono di rimprovero) E lo sai, non è vero, lo sai, che gran parte dei morti erano … erano la mia infanzia, capisci, il mio passato? Le mie amiche, i parenti …. 

Sono in piedi l’uno di fronte all’altro. Quando i fantasmi parlano fra loro, i due rimangono immobili come statue.Man mano che il coro sale sul palcoscenico cambiano le luci che dovranno evidenziare i fantasmi così presenti. L’uomo e la donna adesso non vedono gli altri. I fantasmi si muovono sulla scena come se fossero in un luogo a loro non conosciuto. Ogni cosa per loro è nuova e li incuriosisce. Si disporranno sparsi per la scena.
Sarina si siede di peso sulla poltrona. Luigi è seduto su un angolo del tavolino. 
Maria si siede sulla sedia in maniera scomposta. Maurizio si appoggia sullo schienale della poltrona.

Sarina (dalla poltrona, osservando la donna, il suo abbigliamento e tutto l’ambiente con aria di scherno):- Già, la bella Luisa, la cittadina … quando veniva qui in paese era uno sfoggio continuo … (facendole il verso) “l’università, lo studio, mica voglio marcire qui, figli, casa e poi … questo paese è troppo stretto per me … “ (cambiando tono con tristezza) Infatti ci ha stritolati tutti, questo paese, anche a noi che lo amavamo …

Luigi (dall’ angolo del tavolino) :- Parla per te! Io, se non fosse stato per papà … Io l’amavo e l’avrei seguita, avrei studiato pure io, ma … se fossi andato in città lui ne sarebbe morto, il panificio era tutto per lui … chi avrebbe continuato la tradizione di famiglia se no, il pane, il pane, il pane (si alza e cammina gesticolando con veemenza) … e poi Sarì, se devo dire la verità, non è proprio il mestiere che mi pesava, no, era … (con un po’ di imbarazzo) era la paura del buio. Nel buio la delusione mi martellava, i pensieri tenuti a bada dalla fatica di giorno, la notte mi torturavano e …odiavo svegliarmi col buio! Non lo sapeva nessuno, ma lo odiavo! Svegliarsi col buio, nel buio della notte e … Però sei una maligna e invece lei a noi ci ha pensato!

Sarina:- Bè , forse la paura fa dimenticare tutto il resto, rimpianti, invidie ...

Maurizio:- Ma che dici! E invidia di che?

Luigi :- Vorrei sapere cosa ci sarebbe da invidiare: impastare, infornare e ancora impastare e infornare … ( con stizza) E ci tenevo a quella ordinazione, per lei, avrei cucinato per Luisa … Luisa … non l’ ho mai dimenticata …non mi importa nulla delle vostre cattiverie! 

Quando parlano Enrico e Luisa i morti si muovono, non visti dai due, come se nulla fosse. 

Enrico:- Non esagerare adesso! Dopotutto non vivevi lì ormai da più di dieci anni, non sarà difficile per te …

Luisa:- Ma che stai dicendo? Ma lo capisci chi erano quei morti! No, forse ti chiedo troppo, stiamo parlando di persone, affetti, non è roba per te ….

Enrico (mortificato):- Scusa.

Maria (con l’aria divertita, rivolgendosi a Luisa):- Ma guarda un po’, cara la mia amica, quanto mi sto divertendo! A noi faceva credere al grande amore e invece … lo studente modello di una volta che se ne infischia dei morti …Però diciamo la verità, per noi il mito era lui: il bel fidanzato cittadino!

Sarina :- (con tristezza, alzandosi dalla poltrona) Già, vi ricordate che bel matrimonio, la festa in montagna …

Maria (seduta con molto poco garbo sulla sedia) : - Senti, senti come sono tutti romantici, quello dopo 15 anni ancora innamorato, quella sbava per il matrimonio. (si ferma un attimo) Certo magari a te sarebbe andata meglio, ma fra quei due, non so quanto amore possa esserci ancora.

Sarina: - Ma che piacere ci provi a …

Maria:- Ah lo so (con enfasi) vivere in coppia è bello e … (si alza e si avvicina a Maurizio appoggiato sullo schienale della poltrona e gli mette un braccio sulle spalle) dimmi una cosa: perché non l’hai lasciata? Lo so, lo so … ma eravate così squallidi a vedervi. Certo, lei ti voleva bene, però se avesse saputo che venivi sempre da me … (allontanandosi di scatto, andando verso il proscenio e cambiando tono, si ferma un attimo e con solennità riprende) Solo io la sapevo la tua verità, se non ci fosse stato il terremoto te ne saresti andato presto, no? (risata isterica) Che bella storia, lei del cancro non sapeva nulla, ti avrebbe mollato, e con me era una lagna continua … ma io ci sono stata sempre, non lo so perché, c’ero e basta. Mi piaceva stare con te, e prima che tu conoscessi i suoi soldi, c’ero solo io per te … Comunque ormai facevo finta che qualcuno mi amasse … 

Maurizio :- Hai ragione (con smarrimento) … ma sono sempre stato un inetto, un incapace … (ridendo) La libreria! La cultura! …(sempre ridendo si allontana dalla poltrona) Tante volte dissi che sarei pure morto per la cultura (torna serio bruscamente) ma non è vero, era solo l’unico modo che avevo per sbarcare il lunario nel nostro bel paese di schifo! Se solo avessi avuto il coraggio di lasciarlo, questo paese di bigotti, benpensanti, ipocriti!!! Ma non mi è mai piaciuto faticare, non mi è mai piaciuto e in città avrei dovuto proprio farmi un … e allora molto meglio il negozietto di mio padre … lui sì che amava la cultura, i libri, la letteratura ed io, sì, vissi sempre di luce riflessa e poi … a me … neppure mi piaceva leggere …. (vi avvicina a Maria con tono confidenziale) Lei mi ha aiutato e allora … avevo bisogno di tutte e due. 

Maria (con ironia) :- Ora mi sciolgo, volevo una dichiarazione d’amore, ecco, finalmente l’ ho avuta, in condominio ma meglio che niente!

Sarina:- (a Maurizio) Senti, certe cose si capiscono subito. Lei sapeva che ti piacevano i suoi soldi. 

Maurizio:- Non è vero! Io la amavo, solo che … 

Sarina: Soldi, una questione di soldi. E poi ci piace chiamarlo amore. E ci si sposa.
Luisa, almeno lei, ha inseguito i suoi sogni: la vita in città, lo studio, un bel moroso …

(Mentre parlano Enrico e Luisa gli altri seguono il dialogo)

Enrico:- Se solo non avessi perso il bambino.

Luisa:- Sai che non è questo.

Enrico:- Io dico di sì.

Luisa:- (infastidita, cammina avanti e indietro) Avevo un’altra ambizione, lo sai. Sbaglio o ci siamo conosciuti fra progetti, cantieri … allora non sapevo che tutte quelle idee, quel fare sarebbe servito solo a te.

Enrico:- Hai scelto tu di non partire! Trasferirsi ad Amsterdam non era uno scherzo, allora poi …

Luisa:- (agitandosi) Era il mio incarico! Chiamala scelta! (sta per cadere, si siede sulla poltrona e continua più calma) Ma non voglio parlarne. Ora invece ho deciso. 

Enrico :- (le si avvicina) Ma che dici, lascia stare …

Luisa:- Parto. Devo fare un po’ di chiarezza. Nella mia testa. E nelle mie orecchie.

Luigi (avvicinandosi a Luisa in tono confidenziale con pena):- Se solo mi avessi dato più fiducia, chissà …

Maria :- Bello mio, guarda che non si mangia l’amore. Lei ha scelto qualcosa di più … commestibile.

Luigi:- (allontanandosi) Come puoi essere così … così cinica!

Maria:- Chiedilo a lui (indicando Maurizio). Forse lui saprà risponderti. 

Sarina:- Le cose sono molto diverse da quel che sembrano … La verità pesa e resta sul fondo, finchè …

Maria:- (interrompendola) Finchè c’è l’acqua, ma appena l’acqua scarseggia …Guarda come si annaspa fra le meschinità! (e scoppia a ridere) 

Sarina:- Ma smettila!

Maurizio:- No, Maria ha ragione.

Maria:- Che belle persone, veramente anime degne …

(Appena Luisa parla tutti la attorniano seguendo con attenzione quel che dice)

Luisa:- Io ho scelto te, eppure c’era un ragazzo in paese, chissà … forse con lui non mi sarei messa da parte … ma è sciocco parlarne adesso. 

Luigi:- (allontanandosi di scatto) Perché, perché non mi hai ascoltato… 

(tutti si allontanano lentamente da Luisa)

Maria:- Perché non gliene fregava nulla di un ragazzetto di paese incatenato ad un panificio, mi pare non ci siano dubbi.

Luigi:- Anche adesso sei acida, ma come fai, come?

Sarina:- Smettetela! E poi, non si cambia la propria natura, ci si può pentire, sì, ma è difficile che si cambi. Siamo noi a scegliere le nostre illusioni … e se rimaniamo delusi non possiamo dare la colpa ad altri.
(I fantasmi seguono nuovamente i due)

Enrico:- Già, lo hai detto. Sei solo un po’ giù di corda tutto qui. Vorrei vedere, è normale, dopo tutto quello che hai passato.

Luisa:- Già, e ora non sono più la stessa.

(I fantasmi si incuriosiscono)

Enrico:- Sei solo stanca, ecco tutto, anzi sai che ti dico, preparati, andiamo a cena fuori.

Luisa:- Vai tu, io non vengo (si alza e si allontana dal marito).

Sarina:- Povera la mia bella, che fine triste …

Maria:- E che bella fine che hanno fatto tutte le sue ambizioni! A saperlo, non c’era bisogno di studiare così tanto.

Maurizio:- Intanto ha sognato. I sogni, a questo servono, almeno per un po’. 

Maria:- ( con foga) Certo, non tocchiamogli i sogni! Bell’egoista che sei! Pensi ai tuoi, perché dei miei non te ne sei mai curato … mesi, anni di promesse …

Sarina (a Maria) :- Però un’unione c’era, di nascosto, ma c’era. La sua donna eri tu, dopo contavano solo i soldi. 

Enrico (con cattiveria):- Sei sicura di potere rimanere da sola? Non solo adesso, dico per il tuo (con scherno) viaggio … i tremori, le impressioni, quelle sono cose che non passano tanto facilmente, (con tono subdolo) mi spiace ricordartelo. 

Luisa:- Mi ero dimenticata dei tuoi ricatti, già, ecco il vero Enrico. (sta per perdere l’equilibrio e Enrico la sostiene) Lasciami, ce la faccio, lasciami (si libera dalle braccia di lui e sta per cadere per terra allontanandosi)

Enrico( afferrandola di peso): - Se prima avevi scelto, adesso non puoi più scegliere e dovrai …rimanere con me, per quanto possa non piacerti, è questa la verità.

Sarina:- Però, mi dispiace. Credevo fosse felice, almeno lei …

Maria:- Perché viveva in città, per tutte le arie che si dava in paese? Sei proprio un’ingenua!

Luigi:- Siete proprio uno schifo, chi sta veramente male sono io che, se solo fossi stato capace di …

Maurizio:- Di che cosa? Lei doveva amarti per quello che eri, per quello che potevi offrirle e basta. Se le cose sono andate così, se l’è voluto lei.

Maria:- Spero solo che ci raggiunga presto, più che altro per lei poverina.

Sarina:- Finalmente non hai detto una cattiveria.

Maria:- Già. 



Atto II
La stessa scena iniziale con una sedia a rotelle al posto della poltrona sulla destra, il tavolino basso al centro e una sedia sulla sinistra. Sulla sedia a rotelle sta Enrico. Si sente un rumore di porta che si chiude. Dalla destra arriva Luisa. Appena entra va verso Enrico.

Luisa: Eccomi di ritorno! Ho fatto prima del previsto e per oggi … non vado più allo studio, contento! … bè non mi dici nulla, bel modo di accogliermi! Dopo tutto, guarda è per te che oggi rimango a casa. E non credere che non avrei cose da fare, ma (amorevole lo accarezza e gli dà un bacio sulla guancia) resto. Che hai fatto oggi? È venuta la fisioterapista?

Enrico: (con tristezza) Sì.

Luisa: E come ti ha trovato?

Enrico: Al solito. 

Luisa: (si toglie il soprabito e controlla dentro la borsa di lavoro dei documenti mentre parla) Bisogna avere pazienza e ti faccio vedere che tutto accadrà all’improvviso: me lo hanno ripetuto fino alla nausea, i cambiamenti è così che avvengono, all’improvviso! (ha trovato quello che cercava, chiude la borsa e mette tutto sul tavolino). Pensa a come stavo io appena un anno fa. Certo, è a te che devo tutto. (se lo abbraccia , uno scambio di sguardi con lui) Ma sì, se mi avessi fatto partire, che peccato!

Enrico: Ma no, avrebbero richiamato! Se era te che cercavano avrebbero aspettato il tuo ritorno.

Luisa: (pensierosa) Certo è buffo.

Enrico: Ti ringrazio.

Luisa: Ma no, scusa, è ovvio che non parlo della tua situazione! Pensavo alle coincidenze.

Enrico: Bè anch’io avrei qualcosa da dire a riguardo: ma ti prego!

Luisa: Certo, scusami, non volevo, è che …

Enrico: (infastidito) Avanti, sentiamo …

Luisa: Bè, è per la mia tesi che mi hanno chiamato. E dire che una volta sfumata Amsterdam non pensavo avrei potuto avere altre chances, invece …

Enrico: Ti faccio notare che il destino certe volte si prende gioco di noi!

Luisa: Ma certo, hai ragione, solo che non possiamo negare l’evidenza. Guardami: ti sembro la stessa donna di un anno fa, distrutta nel fisico e nella psiche da quella terribile esperienza? Ma per favore … forse sono la stessa che hai sposato, cocciuta e determinata, questo sì! 

Intanto a poco a poco sul palco salgono i quattro amici fantasmi e si dispongono per la scena .

Enrico: E allora di me che diresti? Certo non è una bella trasformazione ritrovarsi in un colpo sulla sedia a rotelle.

Luisa: Ma lo so che hai ragione, ci mancherebbe altro! Però è pur vero che molto dipende da te e dal tuo umore: i medici hanno detto che ormai le tue gambe non hanno nulla, potresti benissimo rialzarti in piedi e camminare. Non ci riesci semplicemente per un blocco psicologico.

Enrico: (con tono feroce) Tanto lo so che sei stata tu!

Luisa: A far cosa scusa?

Si fa luce sui fantasmi e Enrico e Luisa restano in ombra.

Maria: Finalmente ha tirato fuori la grinta!

Luigi:(con un sospiro) Sapevo che in lei c’era della stoffa!

Sarina: Mi sembra anche più bella di prima!

Maurizio: Devo ammettere che … risplende! Però quel povero Enrico, che pena!

Maria: Pensa quanto si è impietosito per noi!!!

Sarina: Ma dai, manco ci conosceva! 

Maurizio: Bè al matrimonio noi c’eravamo.

Luigi: Qualche parola con lui ce la siamo detta, e con Luisa.

Sarina: Credo che stiate esagerando, comunque fa proprio pena. 

Maria: Però che forza questa donna! Non ci posso pensare, sei mesi fa era lei la distrutta, sembrava un’invalida e ora invece …

Maurizio: Era stato tutto lo spavento che si era presa, d’altronde rimanere bloccata lì sotto, sentire noi agonizzanti 

Sarina: (interrompendolo) Non parlare di queste cose, è di cattivo gusto! 

Luigi: Per me puoi dire ciò che vuoi, tanto ormai … però almeno lei non soffre più!

Maria: Ma sì, puoi dire ciò che vuoi tanto morti siamo morti e nessuno ci riporterà in vita sia che se ne parli o che si stia zitti. Però … sono contenta che Luisa si sia ripresa, quello lì proprio non lo sopportavo e ora … bè gli incidenti … capitano.

Buio sui fantasmi e luce su Enrico e Luisa

Enrico: Tu mi hai avvelenato …si’!

Luisa: Ti ricordo che hai avuto un terribile incidente e sei stato a letto per tre mesi! Che cosa c’entro io?

Enrico: L’incidente, è vero, ma e’ stato tutto opera tua!

Luisa: Eh si’, mi dovro’ ricredere, c’e’ dell’altro.

Enrico: Sei stata tu, mi hai sempre odiato! 

Luisa: Speravo di potere escludere questa eventualita’ ma non mi lasci alternative.

Enrico: Non capisco che stai dicendo e non mi interessa, assassina! Mi hai distrutto tu la vita!

Luisa: Chiamero’ il medico per il ricovero, non puoi continuare cosi’, e’ troppo logorante per te, nelle tue condizioni e poi compromette la tua guarigione … eh si’ che ne e’ passato di tempo ormai. (prende il telefono sul tavolo e cerca un numero e lo compone) Si’, li’ avrai il giusto trattamento per il tuo … problema e sono sicura che l’odio, e scusa se uso questa parola ma e’ di questo che si tratta, l’odio che nutri verso di me magari … svanira’, lo spero … Pronto … 

BUIO

Fine