Lezioni private

di

Ennio Ecuba

 

PERSONAGGI

- Carlo, professore di Matematica e Geometria di scuola media
- Laura, giornalista, laureata in Psicologia
- Dora, studentessa di Giurisprudenza, cubista e spogliarellista
- Anna, sorella dodicenne di Carlo
- Germano, architetto, amico gay di Carlo
- Sig.ra Cantone, portiera dello stabile
- Don Dino, prete abilitato alla vendita di indulgenze


PRIMO ATTO

Sipario chiuso, un telefono squilla.

CARLO: (Rispondendo assonnato) Pronto?
ZIO BIAGINO: Pronto Carlo, pronto…! Nun te sento ‘o zio, pronto?
CARLO: Zio Biagio sei tu?
ZIO BIAGINO: Carlo, ma che voce e’ cantero che tieni a ‘pprimma matina? Ma nun te siente buono? 
CARLO: Io’ forse tu? Ma lo sai che ora è?
ZIO BIAGINO: E che saranno è sei?
CARLO: Meno un quarto! Zio, meno un quarto!
ZIO BIAGINO: Embè? Carlo, chi dorme non piglia pesci, e tu so’ venti anni ca nun pigli manco nu’ ciceniello…scetate ‘o zio!
CARLO: Vabbuò zio, ma è successo qualcosa a zia Titina?
ZIO BIAGINO: Uè Titò, chella ‘a zia è cchiù forte e me e te mise ‘nzieme…e po’ arricuordate, a casa mia se magna pane e salute!
CARLO: Insomma…!
ZIO BIAGINO: Carlo, tu mi devi aiutare! Sono sveglio dalle tre!
CARLO: Ma che cosa è successo?
ZIO BIAGINO: Carlo je me sento e’ carrette ‘ncapa!
CARLO: E carrette?
ZIO BIAGINO: …Tu mi devio aiutare a ricordare Carlo! Una cosa importante, Carlo aiutami!
CARLO: Ma che è successo?
ZIO BIAGINO: Carlo, tu te l’arricuorde ‘a Corrida cu’ Corrado?
CARLO: A’ Corrida? E tu me scite alle cinque per la Corrida?
ZIO BIAGINO: Carlo ‘o zio, je nun so’ capace e ma arricurdà o’ nomme do’ maestro e musica ca’ sunava cu’ Corrado! T’o rricuorde?
CARLO: Ma chi ‘o sape?
ZIO BIAGINO: No, tu no! Nun me può tradì, tu che m’e riccurdato o’ nomme e Saragat, nun me può fa chesto! Nun me lassà appiso a’ linea telefonica!
CARLO: Io Prego a Dio ca se ne caresse a’ linea telefonica!
ZIO BIAGINO: Pregadio! Pregadio! 
CARLO: Ma che hai avuto, una visione?
ZIO BIAGINO: Una mondovisione! Grazie Carlo, mò posso andare a dormire!
CARLO: Tu! E io adesso mi posso pure alzare, tanto chi prende più sonno?
ZIO BIAGINO: Ciao Carlo, ciao ‘o zio!

Apertura sipario.
Napoli 1999, sette del mattino circa, la cucina della casa di Carlo; la stanza è al buio, da una finestra sulla sinistra, affiora una fioca luce filtrata dalla persiana chiusa. A destra una porta che da accesso al resto della casa; al centro della stanza, un tavolo con quattro sedie. Sul fondo i mobili con il lavello, i fornelli e la cappa della cucina. Nel lavello le stoviglie della sera prima, a terra una busta di latte aperta e semi rovesciata sul pavimento, il frigorifero semi aperto, sul tavolo dei contenitori per pizze vuoti, un quotidiano, una bottiglia di plastica di due litri con tre bicchieri ed un pacchetto regalo, su una sedia i vestiti di Carlo che si è tolto la sera prima spogliandosi. Sempre sul fondo, un orologio da parete circolare segna l’orario. L’arredamento è moderno. Il rumore squillante di una sveglia, poi dalla porta a destra entra Carlo, ancora non sazio di sonno si avvicina alla finestra, apre la persiana e la stanza si illumina a giorno; accende la radio, dal frigorifero prende una busta di latte fresco che versa in un pentolino che mette a riscaldare su un fornello. Cerca di fare pulizia sul tavolo preparandosi per la colazione, si siede e mentre aspetta che il latte si riscaldi, fa per leggere il giornale, anche se vecchio di un giorno, ma si riaddormenta. Da destra entra Anna, la sorella dodicenne di Carlo, si avvicina ai fornelli della cucina, prende il pentolino del latte che il fratello aveva dimenticato sul fuoco e versa il latte nelle tazze. 

ANNA: Carlo, il latte.
CARLO: Si?
ANNA: Carlo, il latte è pronto!
CARLO: Ah, già! Il latte è pronto, l’ho messo a riscaldare io…
ANNA: …già! E se non ci pensavo io, niente colazione stamattina.
CARLO: Stai diventando peggio della buonanima di mammina…pace all’anima sua.
ANNA: Lascia stare mamma!
CARLO: E la lascio, la lascio, però tu non mi devi rimproverare, hai capito? Quando ti troverai un fidanzato e te lo sposi, allora si che ti potrai sfogare… io mica sono tuo marito? Io sono tuo fratello…
ANNA: …maggiore, e mi devi portare rispetto!
CARLO: Che bella giornata che si prospetta! Anna, vai a prendere il libro di religione e fammi vedere quello che hai imparato, immediatamente, forza, scattare!
ANNA: (Prende il libro dallo zaino che sta su una sedia della cucina) Ecco qua, ieri ho imparato 15 pagine…
CARLO: …poche! Sono poche! Anna bisogna dare una sterzata a questo programma.
ANNA: Ma se ho imparato a memoria tutto il Vangelo!
CARLO: E non basta! Anna, la vita è piena di insidie, la strada per il Paradiso è piena di peccati, e tu devi cominciare con il piede giusto, sei piccola e ti puoi ancora salvare… (Si siede) mica vuoi andare all’inferno?
ANNA: Mamma è in Paradiso?
CARLO: Ma come ti salta in mente…? Si!
ANNA: E pure papà?
CARLO: Si!
ANNA: E quando tu morirai, ci sarai pure tu?
CARLO: (Fa gli scongiuri di nascosto) …penso di si!?!
ANNA: Allora è meglio l’inferno!

Carlo fa per correre dietro ad Anna che scappa via a destra, ma suonano alla porta. Infastidito dalla visita mattutina, Carlo va ad aprire uscendo di scena dalla porta a destra. 

CARLO: (F.S.) Chi è? Chi è?
LAURA: (F.S.) Carlo sono io, chi vuoi che sia?
CARLO: (F.S.) Laura…?
LAURA: (F.S.) Si, sono Laura…

Laura entra da destra seguita a ruota da Carlo.

LAURA: …Sono Laura! Carlo vieni, ti devo parlare, una cosa importante, importantissima!!! Guardami, tremo tutta, non sto più nella pelle. Carlo vieni, sono felice, oggi sono la donna più felice del mondo e voglio gridarlo a tutti e prima di tutto voglio farti partecipe della mia gioia, a te che sei il mio migliore amico. Carlo dove sei? Vieni, vieni a sederti, che ci fai la impalato vicino alla porta? Vieni!
CARLO: (Fa per guardare l’orologio da polso)
LAURA: Cosa guardi a fare l’orologio? Sono le sette!
CARLO: Sai cos’è? Pensavo che sono solo trenta secondi che sei arrivata e già mi hai sconvolto l’esistenza! Ma che cosa è successo?
LAURA: Cosa è successo? Tutto e niente, Carlo, oggi sono…
CARLO: …la donna più felice del mondo, e questo l’abbiamo capito, vai avanti… 
LAURA: Mi è capitata una cosa stupenda, inimmaginabile… ieri sera…
CARLO: …Scusa Laura non ti vorrei interrompere, ma mi è parso di vedere una persona, non ti è parso?
LAURA: (Fa cenno di no col capo)
CARLO: Eppure mi era parso! (Esce dalla porta a destra e F.S.) Scusa ma questa ragazza che sta fuori alla porta la conosci?
LAURA: Dora? Certo che la conosco! Sei sempre il solito cafone, falla entrare!
CARLO: (F.S.) Né, ma io che ne so? Prego, entra.
DORA: (Entrando) Ciao.
CARLO: Ciao, scusa… (A Laura) ma è un’amica tua?
LAURA: Già!
CARLO: Già?!? 
LAURA: Ma che hai Carlo?
CARLO: …No, niente! Mi fa piacere, ecco. In verità non ho mai avuto tanto piacere nel conoscere una persona, un vero piacere, ma che piacere!!!
LAURA: …Oh! Ascoltami e siediti, perché quello che sto per dirti…
CARLO: Laura per favore io mi devo preparare, devo andare a scuola, oggi c’è pure una riunione co ‘o cane ‘e presa.
LAURA: Con chi?
CARLO: Il direttore, Laura. Poi mi fa male la testa, la giornata è cominciata presto stamattina, stringi… 
LAURA: Mi fai parlare?
CARLO: Si, si! Fai presto però!
LAURA: Vedi, ieri sera ho conosciuto Dora ad un locale…
CARLO: Laura…!
LAURA: …Scusami, è l’emozione, non so come dirtelo. Ieri sera ci siamo conosciute, abbiamo parlato, poi l’ho invitata a casa…
CARLO: L’hai invitata a casa…
LAURA: …Sì, l’ho invitata a casa! 
CARLO: Ho capito, l’hai invitata a casa, ora vuoi andare avanti oppure mi vuoi spiegare scalino per scalino come è andata la serata? Non per niente, tu abiti al quinto piano…
LAURA: Ma come, non capisci?
CARLO: …Ma c’aggia capì Laura? Ieri sera l’hai conosciuta, avete parlato e poi l’hai invitata a casa, punto. Ma che ce stà a capì? 
LAURA: Sei incredibile Carlo! 
CARLO: Senti Laura, mi fa male la testa e sono già in ritardo, se me lo vuoi dire è bene, se no…
LAURA: Sei proprio uno stronzo! Pensavo mi volessi bene, invece…(fa per piangere)
CARLO: Ma io ti voglio bene, sei tu che non me ne vuoi… lo sai che fra mezz’ora mi aspetta l’orda dei barbari, la riscossa della peste bubbonica, quelli i bambini che mi hanno affidato quest’anno non sono normali… (a Dora) …mi devi credere, li dovresti vedere, sono scatenati, me pareno ‘e Gremlins, attaccano in massa… (si avvicina a Laura stringendola a se affettuosamente come una sorella) Su non piangere, sono un poco nervoso… dimmi quello che mi devi dire, jà ti ascolto, …però fai presto! 
LAURA: …E’ stato bellissimo!
CARLO: Cosa? 
LAURA: Ieri sera!
CARLO: Si! Ma che cosa?
LAURA: Con Dora!
CARLO: Cosaaaaa??? Tu mi devi dire che cosa è stato bellissimo, hai capito? Perché se non me lo dici io prendo un coltello e mi taglio le vene, faccio un salasso, nun se po’ campà accussì. Zio Biagino, a nennella e po’ tu! E’ una miscela esplosiva!
LAURA: …La mia prima volta!
CARLO: La tua prima volta?
LAURA: Si.
CARLO: Ma allora con Fausto, non hai mai…? Allora aveva ragione Michele… e capito niente? A povere addò s’appoja! Nu’ piezzo d’omme e chella manera!
LAURA: Stupido! La prima volta che ho fatto l’amore con una donna! 
CARLO: Ma chi?
LAURA: Come chi? Noi due, io e Dora!
CARLO: Aspetta! Tu e Dora…cioè…che avete fatto?
LAURA: L’amore.
CARLO: L’amore?
LAURA: L’amore, l’amore!
CARLO: Forse è meglio che chiamo a scuola e dico che non vado, credo di non sentirmi tanto bene… ma tu stai scherzando è vero, perché hai fatto la battuta eh? Ma lo sai che sei proprio brava, ci sono cascato, dovevi fare l’attrice. E’ sempre stata brava, io gliel’ho sempre detto: “Tentalo qualche provino…”
LAURA: Lo sapevo, il solito maschilista moralista…
CARLO: Ma quale moralista, ma perché non stai scherzando…tu veramente hai fatto… 
LAURA: …l’amore con Dora, si! Che male c’è?
CARLO: Niente! Però sai com’è, tu all’improvviso mi dici una cosa così, sono pure le sette, cioè non so…(a Dora) Dora tu la camomilla la sai fare, vero? 
DORA: (Annuisce con la testa)
CARLO: E fammene un paio di litri, và…(piagnucolando) ma come è successo?
LAURA: Ma cosa? Carlo non è successo niente di strano, ho solo fatto l’amore con una donna. 
CARLO: Azz, niente di strano! Quella la bomba H in confronto è ‘na botta ‘a muro che ha fatto fetecchia, niente di strano! Ma se a te ti sono sempre piaciuti gli uomini?
LAURA: Ed ora non più! Voi uomini siete insensibili, non vi accorgete di niente…non riuscite a cogliere le piccole sfumature delle esigenze femminili, per voi è tutto semplice, è tutto normale, ma non è così! All’inizio siete tutti per noi, ci riempite di coccole, di carezze, di attenzioni, poi quando siete sicuri di averci conquistate vi afflosciate! Non siamo più degne di un vostro sguardo, di un complimento, di essere adulate…la cosa più importante per noi donne, l’essere adulate, costantemente… essere corteggiate, un mazzo di fiori, una telefonata, una carezza, una domanda…niente! Non siete capaci di tenere in vita un rapporto, voi pensate solo a quello…, ed anche lì avete i vostri limiti, vi stancate subito. Così ho pensato che è meglio legarmi sentimentalmente ad una persona come me, meglio una donna, e mi è anche piaciuto tantissimo, è stato bellissimo, vero Dora?
DORA: Verissimo! 
CARLO: Laura ma ti rendi conto?
LAURA: Carlo è favoloso, non puoi immaginare quanto sia bello, è la forza dell’amore, ha invaso tutto il mio corpo, lo dovresti provare anche tu!
CARLO: E meglio di no! Per noi uomini è un poco pericoloso, secondo me si sente più dolore che gioia… qua l’unica cosa che ha invaso questa forza del vostro amore è ‘a capa mia, che prima mi faceva male e mò me sta scuppianno!!! Ma poi a me piacciono le femmine…Madonna che mal di testa, Laura insomma tu mi vuoi dire che…
LAURA: Sono, sono!
CARLO: Sono! Mò incominciamo di nuovo con i misteri di Parigi. Sono, ma che cosa? Sei una…
LAURA: (Annuisce con la testa)
CARLO: …lesbica?
ANNA: (Nel frattempo entrata in scena) Omosesuale, cafone!
CARLO: Omosessuale! Uè e tu che ci fai qua? Vai subito in camera tua!
ANNA: Agli ordini Hitler!
LAURA: Lasciala stare, piccolina, Anna ha dodici anni ma è più intelligente di te! 
ANNA: Su questo non c’è dubbio!
CARLO: L’ammutinamento del Bounty!
ANNA: Guarda che io sono una bambina adulta!
LAURA: Brava!!!
CARLO: Uè, finiamola con queste frasi sotto semaforo… che cosa vuol dire “sono una bambina adulta”? 
ANNA: …Che se non fosse stato per me, ieri sera sarebbe stata la tua ultima cena!
CARLO: Che esagerazione, per un po’ di latte sul fuoco?
ANNA: Già, come la lavatrice che avevi dimenticato accesa solo per due minuti e ci siamo trovati il corpo speciale dei sommozzatori dei Carabinieri e dei Pompieri in casa.
CARLO: (Con sdegno) Tale e quale alla madre! Vai a scuola che è tardi!
ANNA: Tiranno! Non ti sei nemmeno accorto del mio regalo per il tuo compleanno!

Anna esce a destra. Carlo prende il pacchetto regalo sul tavolo e lo apre; è un porta fotografia con la foto della loro famiglia unita.

LAURA: Carlo!!! Dovresti assumere un comportamento più paterno, questi tuoi improvvisi paragoni, negativi tra l’altro, potrebbero influire disastrosamente nel carattere della bambina ed indurla ad identificarsi in un alter ego, anche violento se vogliamo, sfociando in un eccesso di ira incontrollabile; e superata l’età dell’adolescenza sarebbe difficile recuperarla senza che ella subisca dannosi problemi alla psiche…
CARLO: Stop! Ti ho beccata! ‘O sapevo che tu sempre alla psiche jive a’ furnì… nientedimeno che tu non metti piede in questa casa se non accompagnata dalla psiche.
DORA: (Ride di gusto)
CARLO: (Gioca con Dora)
LAURA: Fermo con le mani! E’ la mia ragazza, chiaro?
CARLO: Aggio pacienza m’ero scurdato…?
DORA: Ma non fare la gelosa, lo sai che amo solo te.
CARLO: Madonna, ha parlato…che bella voce!
DORA: Vuoi che lo ridica?
CARLO: Si, si!
LAURA: Dora, lo sai che mi incazzo!
CARLO: E si te ‘ncazze te scazze!
DORA: (Ride di gusto)
CARLO: Comme ride bbello!
LAURA: Guarda che le piacciono le donne! E pure a me!
CARLO: (Un fulmine a ciel sereno) Maronna me sento male…
LAURA: Ma perché sei così? Mi hai sempre capita, mi sei sempre stato vicino, in tutti i momenti difficili della mia vita, sei il mio migliore amico, insieme ne abbiamo passate di tutti i colori, di cotte e di crude…perché ti comporti così? Dovresti essere felice per me, io sono felice, ora che dovresti essermi vicino più che mai, in un momento in cui ho deciso di cambiare, di dare una svolta alla mia vita, tu ti tiri indietro? Carlo, io ti voglio bene, un bene dell’anima; io non mi tirerei indietro…
CARLO: E invece sì! L’hai già fatto una volta! Quando io uscivo con quella, come si chiamava… 
LAURA: Roberta?
CARLO: Ah no? Roberta, Roberta! Non ti ricordi come la trattasti? Me faciste fa’ chella figura e’ niente! Non eri d’accordo con me e facesti di tutto per farmela lasciare… 
LAURA: Ma se era bruttissima, era una racchia!
CARLO: Non erano fatti tuoi! E pure se fosse stata una racchia, tu che ne vuo’ fa? E va bene, non era bellissima, però io l’amavo!
LAURA: Il suo reggipetto amavi!
CARLO: Tra le tante altre cose che mi piacevano di lei.
LAURA: Altre due ce ne sono.
CARLO: E me piacevano! Comunque, diciamo la verità! Io non sono un retrogrado, premetto, a me piace il sesso libero, anzi Dora, dopo dobbiamo parlare un poco…mi ricordo che ai primi anni di Liceo, avevo un amico, il mio migliore amico, Germano, un gay dichiarato, io lo sapevo! Insieme a lui ho fatto occupazioni, manifestazioni, sit – in, scioperi, di tutto di più, quindi capirai che la tua situazione non mi sconvolge affatto, insomma io e Germano passavamo molto tempo insieme, culo e camicia…solo che venni a sapere che a lui interessava il culo ed è per questo che per i restanti anni di scuola, cara Laura, ho dovuto camminare azzeccato ‘nfaccia ‘o muro! Adesso da tre anni s’è trasferito in America, ma questo è un altro discorso, quello che volevo dire… non ti offendere Dora…sei sprecata!
DORA: Sprecata?
LAURA: Sprecata?
CARLO: Lo sapevo! Te l’ho detto pure di non offenderti… Laura ascolta, non è per te, lo sai ti voglio bene, ma Dora è sprecata. 
LAURA: Non capisco…
CARLO: (Si avvicina a Laura e le parla sotto voce) …Ma come, un pezzo di femmina così, che sta con un’altra donna, è sprecata! (Ad alta voce) Dora sei sprecata!
LAURA: …Ma non capisco, Carlo…
CARLO: E ti ho capito.
LAURA: Cosa hai capito?
CARLO: Ho capito che non hai capito. Hai capito?
LAURA: …non ho capito!
CARLO: Allora hai visto che ho capito?
LAURA: Ma cosa?
CARLO: E mò cominciamo daccapo, Laura? Jamme, è sprecata, lo devi ammettere, mi rifiuto proprio…di pensare che non te ne accorgi, una donna intelligente come te, laureata!
LAURA: (Urlando) Tu, tu mi vuoi rubare la donna? Tu che non ne vedi una da anni.
CARLO: Abbassa la voce, ci deve sentire tutto il quartiere? E poi che ne sai tu di me? Ma che sai ‘e fatti miei tu?
LAURA: Eh no? Forse ti sei scordato che sono la tua migliore amica? La donna alla quale hai confidato tutto?
CARLO: Sissignora, ma non urlare.
LAURA: (Affacciandosi alla finestra) Ed io invece urlo, urlo a squarciagola, tutti devono sapere che sei un ricchione. Carlo Santulli è un ricchione! Ricchione!!! 
CARLO: (Corre verso Laura, cercando di chiudere la finestra) Uèèè ma sei pazza? Chiudi questa finestra. Ma come ti salta in mente, dico io? Ricchione! Quella la signora Cantone solo questo vuol sentire! Già non mi vede mai con una ragazza, poi tu fai queste scenate… quella la reputazione già è bella, Laura, io mi chiamo Carlo Santulli mica Rocco Siffredi…
LAURA: Sei ricchione! Me lo ha detto mia sorella.
CARLO: Tua sorella?
LAURA: Mia sorella, si! Con mia sorella ci hai passato una settimana e non è successo niente, non l’hai nemmeno sfiorata, per una settimana!!!
CARLO: Una settimana, ho capito, una settimana.
LAURA: Clara me lo aveva detto che eri ricchione, ed io come una stupida non le davo ascolto: “E’ ricchione ti dico!” Ed io: “Ma no…” E lei: “Ricchione, ricchione!” Io insistevo: “Non essere così scurrile… omosessuale.” Cercai di salvarti la faccia, ma lei: “Ma quale omosessuale, chillo è proprio ricchione!” Sei un verme, un viscido verme…stronzo!!!
CARLO: Hai capito? Vai a fare del bene! Io che non mi permisi di sfiorarla perché era la sorella della mia migliore amica e non le volevo mancare di rispetto…Dio solo sa quanto mi è costato quella settimana non fare niente con tua sorella… che detto tea di noi, è bona! E tu così mi ricambi? Ma l’aggia ‘ncappà nata vota, e allora…si che sfodererò tutta la cultura acquisita in anni di studio sul Kamasutra universale in dodici volumi rilegati in pelle..
LAURA: Non fare il patetico, con me non aggancia.
CARLO: Uh Gesù il patetico, quella mi chiama ricchione ed io sono patetico. Ma qua vulessemo mettere e maccaroni ‘ncoppe e ‘a carne sotto? Arrivi qua come un ciclone, mi dici che all’improvviso in una notte così, per grazia ricevuta, hai cambiato gusti in fatto di sesso, sei diventata lesbica e poi il ricchione sono io! 
LAURA: Sei un verme! Ecco cosa sei! Sei…
CARLO: …un verme, e questo pure lo hai già detto, ma ricchione no! Andiamo avanti! Laura, cerca di essere obiettiva, il tuo è solo un capriccio, non puoi aver cambiato gusti così, in una notte. Allora io ti voglio pure essere vicino, ma tu devi ragionare, Dora non fa per te... 
DORA: Come sarebbe a dire? Cosa c’è che non va in me (alza il maglione e scopre il reggiseno), sono forse brutta? 
CARLO: Noo! E chi dice questo, anzi è proprio lì che voglio arrivare.
LAURA: Spiegati meglio.
CARLO: Ah! Dora non fa per te, tu sei una donna, sei bella, sei una donna con la “D” maiuscola, sei femminile assai. Il tuo ruolo è di completarti con gli uomini, non puoi negare ad una specie intera la tua bontà…Dora, pensa a quell’uomo che ti accarezza dolcemente, che sazia il suo istinto da uomo accarezzandoti le… le… capisci a me! (Per un attimo si vede a letto con Dora) Noò, non fa per te, non fa per te… fa per me. 
DORA: Ma che razza di discorso è?
LAURA: Non essere stupido Carlo!
CARLO: Ma quale stupido, non sono mai stato serio come ora!
LAURA: Non ci posso credere, mi capita una cosa favolosa, forse ho trovato l’amore della mia vita, finalmente non mi sento più in guerra con me stessa ed il mio migliore amico che fa? Mi vuole rubare la ragazza perché è bona!
CARLO: Ma perché sei così… 
LAURA: …Sincera? Perché è la verità, Dora è bona, ti piace perché è bona e siccome è parecchio che sei da solo, vuoi fare di tutto per prendertela trovando mille scuse, hai sempre detto di essere un progressista sociale, e adesso invece ti mostri nella tua reale natura, un conservatore maschilista… fascista!!! 
CARLO: Dal sesso alla politica, mi dispiace ma sei arrivata seconda, Cicciolina detiene il record! Mò che centra la politica? Fascista a me…io provengo da una famiglia comunista da sempre, figurati che al paese ci chiamavano ‘e ppummarole ‘e San Marzano, tanto eravamo rossi. 
DORA: Ragazzi, mi sembra che la discussione si sia messa su un falso binario e visto che mio malgrado mi trovo al centro di questa disputa…
CARLO: Sii? Come parli bene… 
LAURA: Dora non è il caso, lascia che siamo noi a parlare.
DORA: Aspetta, credo di poter dire la mia in questa faccenda, anche perché state parlando, parlando e non arrivate mai alla conclusione. 
LAURA: Assolutamente no! Non voglio che tu ti esponga in questa cosa, non voglio farti amareggiare più di quanto non lo sia già, non voglio perderti, io ti amo!
CARLO: Ti amo?
LAURA: …Si, l’amo!
CARLO: Ma io mi rifiuto proprio di pensare ad una cosa del genere, non è proprio ammissibile…. Senti, io vado a prepararmi, perché ora devo proprio scendere, ho fatto troppo tardi… devo andare a scuola (esce verso destra)… ti amo, ma vedi tu se è cosa? Ti amo, una ragazza così bella…bò!
LAURA: …Dora scusami, non pensavo potesse succedere una cosa del genere, dovevo immaginarlo però, la mente dell’uomo è così labile. E’ il mio migliore amico e poi non si è mai comportato così, non mi sarei mai aspettata che non solo non fosse d’accordo con la mia scelta, ma che addirittura volesse rubarmi la ragazza, non l’ha mai fatto… certo se lo avesse fatto ci sarebbe stato da preoccuparsi, perché prima di te sono stata solo con uomini, poi ieri sera…
DORA: …ieri sera! Ma non basta una sera per capire, forse in parte ha ragione lui, come fai a dirmi che mi ami, mi conosci appena?
LAURA: Ma cos’hai Dora? Sei diversa, ieri, stamani mi dicevi che hai passato una delle notti più belle della tua vita, mi hai mentito?
DORA: No! E’ vero, è stata la notte più bella della mia vita. Ma dimmi davvero sei stata solo con uomini prima di me?
LAURA: Si certo!
DORA: E com’è? 
LAURA: E’ diverso… bello direi! Ma perché tu non hai mai…?
DORA: Con gli uomini mai! 
LAURA: Certo non posso condividere in pieno questa tua scelta, è vero io mi sono stancata degli uomini, ma non certo per il sesso! E che la loro sfera sentimentale è complessa, ricca di asperità che sinceramente ero stanca di smussare. Guarda, se sei fortunata a trovare l’uomo giusto, non c’è paragone che tenga, il sesso ha un altro sapore.
DORA: E dimmi, con Carlo?
LAURA: Come?
DORA: Con Carlo l’hai mai fatto?
LAURA: Ma per carità, Carlo è un mio amico!
DORA: Cosa c’entra, avresti potuto farlo comunque…
LAURA: Dora scusa, ma perché mi fai queste domande?
DORA: …Niente, curiosità, mi domandavo come lo facesse Carlo.
LAURA: Dora! Non vorrai mica dirmi che ti piace Carlo?
DORA: O Dio… non lo so, potrebbe darsi, sarebbe un’idea visto che non l’ho mai fatto. In fondo è un tipo interessante.
LAURA: Oggi non è proprio giornata, pugnalata alle spalle dalle due persone che amo di più… mi sento come un personaggio sfigato della Walt Disney.
DORA: Si Clarabella magari! Non esagerare ti voglio solo far capire che sono uno spirito libero!
LAURA: Libertino é il termine giusto! Se credi che sia giusto andare a letto col primo che capita!!!
DORA: Guarda Laura che a te non è che ti conoscessi da una vita, eppure…
LAURA: E’ diverso! Tra di noi ieri sera è scoccato qualcosa…mi sentivo desiderata… (guarda in faccia Dora attentamente) …ecco avevi negli occhi lo stesso sguardo, di desiderio… (comincia ad avere un tono accusatorio) …ma dimmi la verità questo sguardo non è per me ora…tu non vuoi me… (avanza verso Dora con l’indice puntato e Dora indietreggia passo passo).

Nel frattempo entra da destra Carlo intento ad abbottonarsi la camicia, con la patta dei pantaloni aperta con un lembo di stoffa che fuoriesce

LAURA:…tu desideri Carlo!
CARLO: (Fiero di quello che ha appena sentito) Sono tutto per te, mia dolcissima Dora! (con aria di grande saccenza) Eh eh eh…lo sapevo che prima o poi ti saresti svegliata dal letargo…la carne e carne e va si rispettata… ma è normale non ti preoccupare, eri solo un Iceberg che aspettava il giusto sole per sciogliersi… Dora o’ sole mio sta n’fronte a te!
Le due ragazze cominciano a ridere vedendo le brache di Carlo che gli fuoriescono dal pantalone e indicano Carlo con la mano ma non riescono a parlare tante sono le risate.

CARLO: Che c’è da ridere scusate?
DORA e LAURA: Niente. (Maliziosamente decidono di non dirgli nulla).
CARLO: A me pensavo! Questi sono discorsi seri… 
DORA: (A stuzzicarlo ancora di più, fa per avvicinarsi con aria seducente e gli porge la giacca che Carlo aveva scordato dalla sera precedente su una sedia della cucina) Non scordare la giacca (gliela mette sulle spalle).
CARLO : (sciogliendosi al tocco delle mani di Dora) …Nooooo! Allora io vado, questo discorso lo riprendiamo più tardi… ci rivediamo a pranzo? (a tutte e due).
LAURA: Sicuramente! ( in cagnesco) Dobbiamo parlare noi tre!
CARLO: Naturalmente, e poi quando abbiamo finito, io e Dora continuiamo la discussione per conto nostro…aumma aumma… (Dora ride ad ochetta).
LAURA: (Incazzata) Carlo vuoi andare a scuola prima o dopo che ti ho mandato all’ospedale?
CARLO: E tu dovresti essere quella che insegna alla gente a mantenere il self – control. Brava! Bravissima! 
LAURA: Guarda (alzandosi di scatto con un tono minaccioso) che sono calmissima!
CARLO: (Indietreggia spaventato e prende la porta ) Comme ‘a ‘nu cane e presa! Ciao a più tardi!
LAURA: Ma guarda che stronzo!
DORA: Io penso che tu abbia un po’ esagerato…stavamo solo scherzando…e poi questi tuoi cambi improvvisi di umore mi spaventano.
LAURA: Non fare la psicologa con me…non attacca! Scusami hai ragione…la verità e che sono molto possessiva in amore, sono gelosa, (si avvicina a Dora) ma é perché ti amo!
DORA: Forse stiamo correndo un po’ troppo…ci conosciamo da una notte e già mi sembra di convivere con te da una vita. E stato bello ti ripeto quello che è successo tra di noi ma non deve essere per forza vincolante…forse è giusto dare a questa storia il giusto peso, (intanto Laura la guarda con uno sguardo perso fra le nuvole, estasiata da quello che sta dicendo) è presto per affrontare una storia seria…Laura ma hai capito quello che ho detto?
LAURA: No! Ma pensavo che bello…la nostra prima discussione…
DORA: Assurdo!
LAURA: Perché? Guarda che lo sanno tutti che l’amore non è bello se non è litigherello!
DORA: (Guarda Laura sconcertata) …oh Dio mio! Alle volte non sembri affatto una psicologa!

Carlo rientra da destra.

CARLO: Ma che capa che tengo, me so’ scurdato l’orologio!

Suona il citofono. Carlo va a rispondere.

CARLO: Chi è? Uè, sig.ra Cantone dite! (Adombra il viso) …Ma voi che dite? (Rivolto alle ragazze) E’ arrivato Germano!

Carlo, Laura e Dora si alzano di scatto e si appoggiano con le spalle al muro.
























SECONDO ATTO

Stessa scena. La cucina è ripulita, Germano e Dora sono seduti al tavolo a dialogare.

DORA: … Sei simpaticissimo, è incredibile pensare che tutto quello che hai passato sia vero! E raccontami dai, ma com’è finita con quel marines di colore? Te ne ha fatte di tutti i colori? A sentir dire i neri sono machi! E’ vero? Madonna, sei simpaticissimo, proprio non capisco perché Carlo abbia paura di te!
GERMANO: Lascialo perdere cara, è un retrogrado maschilista, in fondo è un matematico, troppo freddo, troppo lineare…molto distante dai maschi californiani che ho conosciuto, però ha fascino! 
DORA: E’ vero, Carlo ha un certo non so che!
GERMANO: Comunque, per dovere di cronaca, col marines c’ho fatto lo sbarco in Normandia! Una guerra a letto, cara, una guerra, i neri, te li consiglio, oh scusa, le nere. Certo non so se sia la stessa cosa, ma sai il colore esotico ti prende… 
DORA: Carlo, Carlo, eppure, quel suo modo di fare, mi affascina… è strano, a me non piacciono gli uomini…
GERMANO: Non sai che ti perdi!
DORA: Me l’ha detto anche Laura questa cosa! Pensi che dovrei provare?
GERMANO: Con Carlo?
DORA: E perché no?
GERMANO: Non me lo vorrai mica rubare? (si alza e va vicino al lavello, cominciando a lavare i piatti sporchi del pranzo) Scherzo!!! Ma non sarai mica cieca tesoro? 
DORA: (Lo segue) Cosa vuoi dire?
GERMANO: Ma si vede lontano un miglio che a Carlo piace Laura.
DORA: Ma se stamani era tutto per me?
GERMANO: Sciocca! Ti fidi delle apparenze! Come si vede che non ci conosci bene!
DORA: Ma chi?
GERMANO: Noi donne, cara, noi donne! Ma tu davvero credi di piacere a Carlo?
DORA: (Lo guarda perplessa) 
GERMANO: Oh Dio! Certo non sono tornato da Miami per infrangere dei cuori, ma il tuo, ciccia, è sulla strada per il più grande infarto della storia! N° 1 – ti sembra possibile che ad un professore di matematica, così calcolatore, possa mai piacere una donna ambigua, una che rompe gli schemi? Un’amazzone come te? N° 2 – Carlo ha bisogno di una donna tranquilla, apparentemente, una donna che si scateni a letto, non prima come te, una troia! Una vera troia! Dai, non fare quella faccia, lo sai anche tu che sei frigida. E’ Laura la bomba, perciò ti piace!
DORA: Non lo so più se mi piace!
GERMANO: Cocca, non vorrei deluderti, ma secondo me, anche Laura ha una cotta per Carlo. Tu le servi solo per farlo ingelosire. Tesoro, ascoltami, Laura non fa per te, meriti altro… 

Da destra entrano Carlo e Don Dino.

DON DINO: …Hai capito Carlo? Questo qua è il contratto dove sono scritte tutte le postille, una per una…
CARLO: Cercate e me fa’ capì padre.
DON DINO: Il discorso è questo qua! Apponendo la firma sotto a questo contratto, che sottoscrivi, dopo averlo debitamente letto, ti assicuri, per la modica somma di 500.000 lire…, che so’ 500.000 lire, jà Carlo?
CARLO: Lasciate sta’ Don Di’… 500.000 lire so’ sempre 500.000 lire!
DON DINO: Vabbuò Carlo, ma perché quando prendi di stipendio?
CARLO: Ma che centra?
DON DINO: Ma quanto prendi?
CARLO: Ma so’ fatti miei, mo v’aggia venì a dì’ quanto piglio e stipendio?
DON DINO: Comunque che prenderai 1.800.000, 2.000.000, 2.500.000? ora 500.000 lire che sono pagate una volta nella vita? Così tu ti assicuri la bellezza di 3 secoli di messe post – mortem!
CARLO: Mamma mia, 3 secoli di messe post – mortem!
DON DINO: Ora, facendo un piccolo calcolo matematico, e tu sei del mestiere, risulta ovvio che hai acquistato …
CARLO: …3.600 messe.
DON DINO: …3.600 messe. E le vogliamo dire tutte in un giorno?
CARLO: No?
DON DINO: E come fai a dirle in un giorno? Una al mese basta e avanza. Si tratta di un prezzo di favore che ti ho potuto fare perché ho le mie conoscenze in Vaticano.
CARLO: Ho avuto lo sconto “comunione”!
DON DINO: Sempre spiritoso…dunque abbiamo detto che ti sei assicurato 300 anni di messe, anno più, anno meno.
CARLO: Messa più, messa meno.
DON DINO: Il punto importante caro Carlo, non è tanto lo sconto che io sono riuscito a farti avere, ma…
CARLO: …Ma?
DON DINO: Ma?
CARLO: Ma che?
DON DINO: Le messe sono ereditabili!
CARLO: Azz!
DON DINO: Hai capito?
CARLO: No!
DON DINO: Ora ti spiego meglio! Allora, la messa ereditabile vuol dire che: mettiamo per ipotesi che…tu…tra 20 anni arrivi in Paradiso…
CARLO: Madonna padre! Ma allora portate seccia!
DON DINO: E’ un modo di dire!
CARLO: E non lo diciamo!
DON DINO: Ma io come ti faccio l’esempio Carlo? Secondo te posso mai volere il tuo male?
CARLO: P’ammore e Dio…. Uno che vende le messe post – mortem…
DON DINO: …Allora mi vuoi offendere?
CARLO: Vabbè ma è un modo di dire!
DON DINO: E non lo diciamo!
CARLO: E non lo diciamo! Comunque lasciamo perdere. Lo sapete che ci tengo a farlo, perché ho a cuore anche l’avvenire, l’istruzione della ragazza nell’aldilà.
DON DINO: Nell’aldilà bisogna avere un’anima pura!
CARLO: La mia anima è purissima…
GERMANO: …Altissima, chiarissima…
CARLO: Signori la reclàme dell’acqua minerale! (Fa segno a Germano e Dora di andare via) 

Germano e Dora, escono a destra.

CARLO: …Insomma Don Dì’ nel caso trasalissi…
DON DINO: No nel caso, tu devi!
CARLO: Potrei… ma non è detto!
DON DINO: Devi! Tutti dobbiamo prima o poi.
CARLO: Più poi che prima…
DON DINO: Insomma tu hai 300 anni di messe, tra l’altro musicate…
CARLO: A proposito, musicate da chi?
DON DINO: Da un musicista chiamato dalla chiesa.
CARLO: Padre ma a me l’organo nun me piace, non si potrebbe suonare una cosa più fresca? Nu strumento più moderno, che saccio, na chitarra elettrica.
DON DINO: Na’ chitarra elettrica? Ma non è indicata! Come si fa?
CARLO: (Simulando una suonata con la chitarra elettrica) …così!
DON DINO: Noo! Non si può!
CARLO: Nu sassofono?
DON DINO: Noo!
CARLO: Nu basso elettrico?
DON DINO: Noo!
CARLO: Na bella tastiera computerizzata?
DON DINO: P’ammore e Dio!
CARLO: Padre, ma vuje site difficile! Avessemo chiammà a filarmonica e Londra pe fa’ na’ messa? Nu viulino?
DON DINO: ‘O viulino si!
CARLO: Padre, ma mica lo fate suonare ad Agostino?
DON DINO: Ma perché’?
CARLO: Chillo tene ‘o morbo e Parckinson! L’ultima volta che suonò l’Ave Maria di Schubert, ascette ‘a ………… di Paganini.
DON DINO: Pure se fosse, mica può sopravviverti 300 anni.
CARLO: E va bene, come si dice morto un Papa se ne fa un altro, mo’ nun se po’ fa’ nu violinista? Comunque ad Agostino non lo voglio.
DON DINO: Se po’ fa’ ma non è questo il problema, il punto è che se fra 200 anni inventano il violino a fiato, ti sta bene lo stesso?
CARLO: E ci sarà un musicista che suona il violino a fiato?
DON DINO: Però il suono cambia!
CARLO: Vabbuò cambia mo’, a meno che il musicista non è asmatico! Comunque il suono più o meno è lo stesso?
DON DINO: Ma che centra, il violino a fiato ha un suono più melodico, più dolce! Madonna Carlo ma che mi fai dire! Comunque…dicevamo che le messe sono ereditabili…insomma, mettiamo che tu invece di 300 di anni, ce ne metti 225 per arrivare in Paradiso…
CARLO: Mi fanno una grazia!
DON DINO: Difficile, perché come stai messo tu…
CARLO: Ma perché che ho fatto di male?
DON DINO: Che hai fatto di male? Tu hai incendiato l’altare della chiesa di S. Teresa.
CARLO: Ma avevo 14 anni!
DON DINO: 14 anni, ma intanto la chiesa si è bruciata, non tutta, ma l’altare è zumbato! Un altare di legno del ‘700. Comunque, tornando a noi, restano fuori 75 anni… ora tu dirai, a chi vanno questi 75 anni?
CARLO: Appunto! A chi vanno?
DON DINO: A soreta!
CARLO: Padre!
DON DINO: E’ un modo di dire!
CARLO: Non lo diciamo.

Suonano alla porta.

DON DINO: Carlo, io ti conosco da piccolino, hai bruciato un altare… il tuo parente congiunto, all’atto del decesso, eredita le messe e si assicura una salita al Paradiso più sicura. Quindi ricapitolando: A) Le messe musicate per te. B) La chiave per il Paradiso. C) Le restanti messe per il tuo parente. Insomma paghi uno e prendi tre, un affare! 

Da destra entrano di seguito, Germano, Dora e Laura ed Anna.

GERMANO: E in più vi regaliamo un motorino ed una batteria di pentole in acciaio INOX 18/10…
LAURA: Ti ho vista non dire sciocchezze! Te lo sei mangiato con gli occhi Germano!
GERMANO: litigano per me, che emozione!
DORA: Ma che! Sei troppo gelosa…adesso non posso nemmeno guardare le persone…
LAURA: Qui non si tratta di guardare ma di desiderare!
DORA: Un’altra volta con questa storia del desiderio! Si vede che il mio taglio d’occhi nella sua normalità esprime desiderio...mammà così mi ha fatto!
LAURA: E ha sbagliato! (Con aria educativa, come verso un bambino) Non si guarda così!

Nel frattempo, Don Dino e Carlo distratti dal tumulto ascoltano la discussione e Don Dino in modo particolare come se avesse capito e non….

DON DINO: Carlo ma che sta succedendo?
CARLO: (Cerca di far fronte alla situazione nascondendo l’imbarazzo) …Niente Don Dino…sono due amiche che spesso litigano per delle sciocchezze… (alzandosi e andando verso di loro) …è vero Laura… (le strizza l’occhio) …è necessario urlare… e no!
LAURA : Certo! Sono questioni serie…sono questioni di cuore!
CARLO: Shhhh! Mi vuoi rovinare!
DON DINO: Come di cuore? Carlo ma che significa?
CARLO: Niente, niente…la mia amica ha problemi di salute…cardiaci…
LAURA: Ma chi io?
CARLO: Si tu! E’ tiene e statte zitta!
DON DINO: Insomma Carlo mi vuoi dire che succede?
CARLO: Don Dino niente…e che oggi in questa casa, nel giorno del mio compleanno tutti hanno deciso di scherzare.. così per ridere un po’!
LAURA: Ah Carlo, questo è per te, auguri! (Gli porge un pacco)
GERMANO: Che stupido! Dimenticavo che sono tornato dagli States per darti il regalo di compleanno. (Esce a destra per prendere il regalo)
CARLO: (Scarta il regalo di Laura e scopre che è un baby doll) Uh Madonna! E che significa…?
GERMANO: (Entrando da destra con un grosso baule con le rotelle) Carloooo!!! Tesoro, aiutami, non ce la faccio è pesante!
CARLO: (Va ad aiutare Germano) Ma che cos’è? Pesa un accidente!
GERMANO: Aprilo, non voglio rovinarti la sorpresa.
CARLO: (Apre il baule e vi trova una scultura moderna simboleggiante dei falli) E cos’è?
GERMANO: E’ un ca…
DON DINO: Ah!
GERMANO: …ctus! E’ una scultura post – moderna…. (Prende il cappello di Don Dino e lo poggia su un manico della scultura) Vedi? E’ una cappelliera! Ne ho venduti a centinaia negli States! E’ un gran bel pezzo di cactus! Non trovi? (Si avvicina a Carlo, gli stringe le guance e gli da un bacio su queste) Auguri Ciccio! 
DON DINO: Buon Dio…ma io non sapevo che tu…
GERMANO: Non solo lei….su avanti, Carlo digli tutto!
CARLO: Ma cosa? Germà qua non c’è nulla da dire….perciò stammece zitti!
GERMANO: Ma cosa c’è di tanto sconvolgente? Vuoi che lo faccia io? Don Dino, io sono Germano, il migliore “amico” di Carlo, non vi ha mai parlato di me? Questa è Dora, la ragazza di Laura… (ride di gusto) ...sono sfiziose no? (Carlo si sente venire meno)
DON DINO: (Si risiede sulla sedia quasi a sentirsi male, dopo un po’ si riprende) …Ma che dite…ma che state dicendo…sfiziose, questo è un fatto grave! Sfiziose…ma che è fatte a’ zeppola e o panzarotto!
GERMANO: Siiiiii! Giusta metafora… è carina assai… (si avvicina a Carlo e lo prende in giro) …mozzarellina in carrozza!
CARLO: Uè! Embè! Ma fusse pazzo…e poi io al massimo posso essere nu scagliuozzo, nu puparuolo m’buttunato…
ANNA: Benvenuti alla friggitoria Santulli! 

Bussano alla porta ed Anna va ad aprire, compare la sig.ra Cantone con un vassoio ed un mazzo di fiori…

SIG.ra CANTONE: Signor Carlo auguri, v’aggio purtato ‘doje palle e’ riso le ho fatte con le mie mani! Buonasera a tutti, eh ma quanta gente, ma che date una festa?
GERMANO: Si una festa che bello! Dai mettiamo un po’ di musica… (accende la radio che si trova sul top della cucina e viene fuori la canzone di Pino Daniele “Chillo è ‘nu ‘bbuono guaglione”)
DON DINO: Questa poi! Carlo noi dobbiamo parlare!
SIG.ra CANTONE: Ah! A proposito…questi ve li mandano tutti gli inquilini, compresa me se capisce!
CARLO: Grazie signora, ma questo non era proprio il momento adatto…apprezzo molto comunque, ma poi come mai dei fiori? Gli altri anni penne, agende…
SIG.ra CANTONE: Quest’anno c’è sembrato più giusto così…
CARLO: E come mai?
SIG.ra CANTONE: Nun ve ne n’caricate…è più indicato per l’occasione.
CARLO: Vabbè, comunque fa sempre piacere ricevere dei fiori, anche ad un uomo.
SIG.ra CANTONE: Mica tanto.
CARLO: No,no vi assicuro che ho apprezzato tantissimo l’omaggio floreale…ringraziate gli altri da parte mia… (si accinge a leggere il biglietto) …”ci piaci anche così”….”lo stabile”. 
SIG.ra CANTONE: Ci siete simpatico lo stesso!
CARLO: Ma che vuol dire?
SIG.ra CANTONE: Quello che c’è scritto!
CARLO: Signora Cantò, quello che c’è scritto non significa niente…allora?
SIG.ra CANTONE: Mo facite o misterioso…e po’ stammatine e sette e ‘mmeza avita alluccato a tutto o quartiere ca site ricchione! Oh, pardon, scusate sua Santità!
CARLO: Signora Canto’ ma fusseve asciute pazza? Ma come vi salta in mente? Io sono un uomo tutto d’un pezzo…Don Dino lo sa!
DON DINO: No, no, je nun saccio proprio niente!
CARLO: Don Dino, mo’ pure voi? Sig.ra Cantone, ma vi rendete conto di quello che dite?
SIG.ra CANTONE: Uh Gesù! Io ho sentito benissimo…l’avite alluccato chiù e ‘na vota…”ricchione, ricchione”…mo vi rimangiate la parola?
CARLO: Signò ma quale parola…ma chi ha parlato mai con voi! E poi l’unica ad aver sentito siete stata voi, o meglio ad origliare e poi a riferire…
DORA: Dai Carlo ma se sono mesi che non gira una ragazza in casa tua! (Rivolta alla signora cantone) …molto lieta sono la ragazza di Laura.
SIG.ra CANTONE: (Intimorita nel dargli la mano) …Piacere.
CARLO: Dora non girare il coltello nella piaga…e poi io lo faccio per un fatto di etica e di morale…io vivo con un adolescente!
ANNA: E dove va a finire la mia adolescenza quando cominciano le chat erotiche sulle reti private?
CARLO: Anna pure tu? Laura ma dici qualcosa!
LAURA: Mi dispiace ma non parlo con te!
CARLO: Germà, parla tu…
GERMANO: Cosa vuoi che ti dica carooooo?
CARLO: No tu è meglio ca te staje zitto! Don Dino dite qualcosa! Parlate voi che mi conoscete da quando ero piccolo!
DON DINO: Mozzarellina in carrozza incendiaria! Vergognati!
CARLO: Ma come mi sono comprato le messe, vi ho pure dato l’acconto….la chiave del paradiso…
DON DINO: Carlo per te San Pietro ha cagnato ‘a mascatura!
CARLO: Signora Cantò siete contenta? Avete visto cosa avete combinato?
SIG. CANTONE: Io? Ma ve sentisseve poco ‘bbuono….? Vuje tenite chestu ‘ppoco dint a casa, mo ‘o guajo l’avesse combinato io? Ne titò ma lo sapete che alle volte siete proprio antipatico… quasi quasi ‘sti palle e riso me porto arreto e gliele do al signor Scapece…isso sape che n’adda fa…de palle…!
CARLO: Ma guardate in che situazione mi trovo. 
DON DINO: Brutta, brutta assai figliolo… penso che 300 anni non bastano più!
ANNA: Certo i peccati sono troppi, bisogna che fai qualcosa.
GERMANO: Effettivamente sin dai tempi del liceo, sei sempre stato un ragazzaccio!
LAURA: Per non parlare di quando andavamo all’università, eri una personalità piuttosto eccentrica, motivo di studio direi, intrigante… ma rompiballe…
DORA: (Istigata da Germano) …e timido!
SIG.ra CANTONE: Troppo timido! Non si è mai visto con una femmina!
CARLO: Ora basta! Mi avete proprio seccato! Questa è una vera e propria congiura contro di me! Don Dino mi meraviglio di voi, un uomo di Chiesa che crede a queste sciocchezze?
DON DINO: Carlo, io sono un uomo di chiesa, mica nu’ strunz! Signore perdonami, ma non ce la facevo a tenermi. 
GERMANO: (Prendendolo in giro) Su ciccio, non devi avere vergogna di confessare la tua omosessualità, in fondo è una cosa normale! 
CARLO: (Indicando Germano, Laura e Dora) Per te, per te, per te! Per me no! Je nun so’ ricchione, avite capito?
GERMANO: Come sei diventato permaloso, stavo solo scherzando!
CARLO: Non è il momento di scherzare! Insomma, il fatto che io non abbia mai portato una donna in questa casa non vuol dire per forza che io sia omosessuale.

Tutti si guardano come per dire: “Ah no? E che vuol dire allora?”

CARLO: Per cortesia sedetevi ed ascoltate (Prende lavagna e gessetto e comincia la lezione). Dunque: Qua mi sembra che ci siano un po’ troppe idee confuse… quindi, urge rimediare con una bella lezione chiarificatrice…
GERMANO: Ma Carlo… 
CARLO: Shhh!!! Silenzio in aula! Non si parla! Da adesso in poi parlo io, solo io!
ANNA: (Sottovoce) Il solito tiranno!
CARLO: Ti ho sentito sai? 
ANNA: E tiritittitì!
CARLO: Dunque, dicevo: io non sono omosessuale, a me piace Dora, e mi piace pure assai… è bona!
DON DINO: Carlo!
CARLO: Si, Don Di’ è bona! Non fa niente che ci metto qualche anno in più per il Paradiso, ma Dora è bona! Per te Germano, non ci sono speranze, penso che devi trovarti qualche altro lido…
GERMANO: Ma Carlo, veramente io…
CARLO: E’ inutile, non mi impietosisci, Dora è bona!
GERMANO: (Con aria perplessa) Bò! 
CARLO: Quanto a te Laura… 
LAURA: Si Carlo…?
CARLO: …Ascolta…! Dunque, dimostrare la mia eterosessualità è semplice; con una piccola dimostrazione di carattere matematico, vi lascerò a bocca aperta, tutti! Viste le circostanze, io, Carlo, sono X, l’incognita, Laura sarà Y, Dora Z e Germano W; dunque: Carlo (X) ama Dora (Z), Laura (Y) ama Dora (Z) e Germano (W) ama Carlo (X)…
GERMANO: Ma questo è matto! E per giunta anche convinto!
CARLO: Jamme Germà, non mi far parlare di quando eravamo al Liceo…
GERMANO: …Parlane pure, ciccio.
CARLO: Vabbè, dopo, dopo. Siccome Germano (W) ama Carlo (X), ma Carlo (X) ama Dora (Z), ne risulta la seguente formula: W:X = X:Z, quindi ne risulta evidente che W è letteralmente fuorigioco e non ha speranze, perciò Germano, la matematica non è un'opinione, non c’è niente da fare, mettiti l’anima in pace, la Z è bona, cioè Dora è bona e mi piace!
GERMANO: (Tirando un sospiro di sollievo) Meno male, pensavo il contrario!
CARLO: Dunque, siamo rimasti all’eliminazione della W. Ora, abbiamo detto che X:Z, ma anche Y:Z, quindi ne deduciamo che …
TUTTI: X:Y.
CARLO: Cioè?
TUTTI: Carlo ama Laura e viceversa!
CARLO: Esatto! Per la proprietà transitiva, Carlo (X) e Laura(Y) si amano… (Si riprende un attimo) …Come si amano?
GERMANO: Si amano, si amano. (A Dora) Che ti dicevo cocca?
DORA: Sei straordinario Germano! Ma allora, Carlo, per la stessa proprietà transitiva, la W:Z ? Io amo Germano?
GERMANO: Non ci scaldiamo ciccia!
SIG. ra CANTONE: Io non ho capito proprio niente! 
DON DINO: Insomma Carlo, la vuoi finire con questa pagliacciata? Ci vuoi dire di chi ti sei innamorato, benedetto figliolo?
CARLO: Un momento Don Dino, ci deve essere un errore, non è possibile, devo essermi distratto un attimo… deve essere stato quando Germano mi ha interrotto, sempre tu! Sei la mia rovina…
GERMANO: …La tua fortuna vorrai dire, tesoro!
CARLO: Dunque, X:Z, Y:Z dunque X:Y sono uguali, no, no, secondo me questa formula non va… l’ho sempre detto io, che non bisognava insegnarla ai bambini…! Proviamo con una risoluzione geometrica.
GERMANO: Benissimo! Mi piace la geometria, è sexy! Con tutti quei triangoli!
CARLO: Allora, prendiamo un triangolo isoscele, un triangolo con due lati uguali “A” e “B” ed uno disuguale “C”; io che sono l’incognita, sono C, Dora A e Laura B. Ora, noi vogliamo sapere quant’è grande C, cioè vogliamo sapere se Carlo ama Dora, ed io penso proprio di si, oppure, ma non credo proprio, Laura.
GERMANO: Scusa Carlo, ed il quarto lato?
CARLO: Quale quarto lato?
GERMANO: Quello che raffigura me!
DON DINO: Buon Dio!?!
TUTTI: Già, il quarto lato?
CARLO: Ma quale quarto lato, quando mai si è visto un triangolo con quattro lati…
GERMANO: Ma io?
CARLO: Tu che? Prima abbiamo assodato che sei tagliato fuori.
GERMANO: Già, ma hai anche detto che la formula era sbagliata.
CARLO: Vabbè, ma fino a là si trovava…, comunque dicevo…, e vedi se non mi deve sempre interrompere…, dicevo che C > A e B > A, dunque C > B ovvero…
TUTTI: Carlo e Laura si amano!
CARLO: Credo proprio di non sentirmi tanto bene…
LAURA: Già, credo anche io.
SIG.ra CANTONE: Io non ho capito proprio niente! Sai che c’è di nuovo? Mi è venuta fame, mò mi mangio due palle di riso, volete?
ANNA: E’ sempre il solito pasticcione.

Si spengono tutte le luci e cala il buio; solo due spot illuminano l’orologio e Germano che intanto avanza verso il proscenio.

GERMANO: Come dite? Volete sapere com’è finita questa storia? Ma perché, non l’avete ancora capito? Certo che anche voi siete duri di comprendonio, eh? Allora Carlo e Laura si amano, si son sempre amati, ma nessuno dei due, ha mai avuto il coraggio di confessarlo, nemmeno a se stessi. I due erano fatti l’uno per l’altra, ma non lo sapevano, o meglio, non lo volevano sapere. Quello che avete visto è accaduto appena un anno fa… ora Carlo e Laura si sposeranno tra qualche giorno… ah, si! Quasi dimenticavo, Laura aspetta un bambino; sarà un bel maschione… o meglio una donna? Ma? Ovviamente il matrimonio lo celebrerà Don Dino, che nel frattempo ha convinto Carlo a firmare altri tre contratti, visto che la lista dei peccati è aumentata. La piccola Anna, è più felice che mai, in un sol colpo ha trovato una mamma ed un fratellino o sorellina… bene, tutto è bene quel che finisce bene. Come? Come dite? Io? Che fine ho fatto io? Amare Carlo? Ma per carità, erano solo sue fantasie! Però, a pensarci bene, forse un pensierino glielo avrei fatto… ma no! Vado per altri lidi io! Carlo non fa per me, è solo un amico, il mio migliore amico, anche se lui non ha mai saputo di esserlo, si è sempre fatto ingannare dalla mia natura ambigua, si ambigua, ma vera! Certo vera, io non mi son mica nascosto dietro a niente, mi son sempre mostrato quale sono, forse scomodo, ma quale sono! Dora? Dio non me la nominate… quella svampita si prese una cotta per me, e non voleva mollarmi più! Ma credo che adesso si sia arresa, non la vedo da un pezzo…
DORA: (F.S.) Germano? Germano dove sei?
GERMANO: Shhh! Zitti, per carità non dite niente, ora devo proprio andare, ciao ciao!

Germano esce correndo a DX e Dora, sempre correndo entra da Sx.

DORA: Germano? (Al pubblico) Avete visto Germano? Come dice signora, è andato di là? Grazie! Grazie mille! Germano, Germano aspettami.

Dora esce correndo a DX.