IL MARCIAPIEDE DUE

Breve monologo di

MARCO MORICONI


Mi trovo, come ogni mattina, alla stazione. La stazione ferroviaria, intendo! La mattina, la stazione è un formicaio. Gente che va, gente che viene! È incredibilmente interessante osservare tutte quelle gambe che camminano veloci, velocissime o…o lente! Si, perché non vanno tutti di corsa! Allora vedi le gambe di quelli che vanno di fretta che si scontrano inevitabilmente con quelle che vanno più blandamente. 
Io vado alla stazione perché non ho altro da fare!…Mica devo prendere il treno! Vado sul marciapiede numero due per leggere il giornale! Avete capito bene…per leggere il giornale! Dovete sapere che per vivere, io, non ho bisogno di lavorare!E, devo ammettere, non è poi così sbagliato! Certo!…Spesso mi capita di pensare che potrei fare qualcosa anch’io, per aiutare a casa…Ma quale lavoro potrei fare?! 
Già pensare alla parola lavoro…sudo!
Da molti…soprattutto da mio padre…sono definito un parassita! Io mi definirei piuttosto un cultore del saper vivere! 
Dunque, dicevo della stazione e del marciapiede numero due…Si, perché il marciapiede numero due è quello più adatto alla lettura del giornale…soprattutto nella fascia oraria che va dalle sette e trenta alle otto e trenta!…Non è mica facile svegliarsi presto per leggere il giornale!…Ma tanto, ne ho di tempo!…
Alle sette e cinquanta il marciapiede numero due è giustamente affollato di gente. Quel numero giusto di persone che mi occorre per sbirciare i giornali!…Si, sbirciare…sbirciare! 
Già, perché il giornale lo scelgo accuratamente tra gli avventori del marciapiede numero due! Non lo compro mai, il giornale, io!!…Mi piace rubare le notizie!
Aspetto sempre che qualcuno, apra il proprio quotidiano, per poi immergermi nella lettura. Comunque, ho anch’io un mio codice etico! Non sbircio mai nei giornali che non siano di mio gusto!
A volte riesco a leggere articoli interi, senza che il proprietario del giornale se ne accorga! Con l’esperienza ho affinato la mia arte! Riesco ad essere molto discreto!
Quando poi accade, che qualcuno si accorge della mia presenza e chiude velocemente il quotidiano o, addirittura mi guarda seccato, no!…No, questo non lo ammetto!
È veramente fastidioso, nonché seccante, non poter concludere la lettura di un articolo! Ma io sono educato e non mi lamento. Non dico nulla. E soprattutto non do peso a certe frasi, poco gentili, che mi vengono puntualmente profferite! Anzi!…Semmai dovrei essere io a far presente che non è educato chiudermi la pagina sotto gli occhi!
E tutto per cosa?! Per il vile denaro! Per far pesare di aver speso del vile denaro! Ma io mi chiedo: il giornale è fatto per essere letto? Non è importante chi lo comperi! Non sottilizziamo! Chi lo compra, lo compra!
Comunque, dicevo in apertura, che mi trovavo alla stazione anche l’altra mattina, sul solito marciapiede numero due, quando mi imbatto in uno strano tipo.
Non aveva la classica aria del pendolare. Aveva un aspetto piuttosto distinto…signorile, è più esatto!
Conosco bene la fauna che solitamente affolla quel marciapiede, a quell’ora! Mi colpì la sua aria di persona di passaggio. Chiaramente mi accertai che avesse comprato il giornale! Lo teneva ripiegato sotto il braccio. Mi appostai strategicamente, in modo tale che appena l’avesse dispiegato, avrei potuto leggerlo comodamente.
Non conoscendomi, non poteva insospettirlo, la mia vicinanza a lui! Tanto meno esserne infastidito, come lo sono invece molti degli abituali frequentatori del marciapiede numero due!
Era assai nervoso e quasi se ne fregava di chi avesse intorno! Guardava l’orologio in continuazione e aveva cominciato a fumare nervosamente! L’altoparlante della stazione annunciò che il treno delle sette e cinquanta aveva ritardo. L’uomo cominciò, allora, a fare su e giù lungo il marciapiede, ripetendo meccanicamente i suoi gesti!
Ma il giornale…cacchio! Il giornale lo teneva sempre ben stretto sotto il braccio! Ed io la, senza farmi notare, lo seguivo come fa un avvoltoio con la sua prossima preda! Ma niente!…Allora comincio a pensare che possa essersi accorto della mia presenza e non lo apra apposta! 
Quando è lì lì per farlo, si ferma, indugia, ma poi se lo rimette sotto il braccio, riprendendo a fare su e giù lungo il marciapiede. La cosa stava andando per le lunghe! L’attesa diventava estenuante! Che tipo strano! 
Non so quante volte avrà guardato e riguardato l’orologio, e quante sigarette avrà fumato!? Ma quel giornale, no! Niente! Non si degnava di aprirlo! E quello che mi stava facendo montare la rabbia era il fatto che ancora non ero riuscito a distinguere il nome del quotidiano. E se quando lo avesse aperto, non fosse stato di mio gradimento? Avrei perso tempo, allora? Lascio perdere? Desisto?…
Mi guardo intorno e noto che ormai, quei pochi che ancora stavano leggendo, avevano ripiegato tutto preparandosi all’arrivo del treno. E il mio uomo è la! Mi sta fissando? Ha capito le mie intenzioni?
Il treno fischia. Mi volto ed eccolo apparire dalla curva. Fa il suo ingresso in stazione. Mando al diavolo l’operazione! Abbandonai quel tipo strano, lasciandomelo alle spalle, accomodandomi su una panchina. Il treno continuava a fischiare…Ripetutamente!…Fastidiosamente!
Poi, improvviso, uno stridio di freni e le urla della gente. Mi alzo, mi volto e quel tipo non c’è più! Allora accorro insieme ad altri e quello che vedo sotto le ruote del treno è lui…mezzo di qua e mezzo di la! Lo strano tipo s’era suicidato!
Un lampo! E il giornale? Mi affanno a guardare in terra e finalmente lo trovo. È lì, buttato da una parte.
Mi guardo intorno e vedo che fortunatamente nessuno lo ha notato!
Lo raccolgo. Lo dispiego. Dannazione!…È di ieri!

MARCO MORICONI
Roma, giugno 2004