ME’ FIGGHIU TRASìU IN BANCA

Commedia brillante in vernacolo reggino in 3 Atti - 14 personaggi (6 U e 8 D) di

Fortunato Tripodi

Commedia disponibile anche nelle versioni a 10, 9 ed 8 personaggi (3 Atti),
oltre che nella versione a 10 ed 8 personaggi (2 Atti).


Due famiglie, apparentemente accomunate soltanto dalla condivisione del cortiletto antistante le abitazioni, l’una dirimpetto all’altra: la famiglia Quattrocchi, borghese e dai nobili antenati, da un lato, e la famiglia Romeo, di estrazione popolare e povera, dall’altro.
Entrambe sono alle prese con la “sistemazione” dei figli.
Gli eventi le avvicineranno più di quanto la posizione delle loro abitazioni avesse mai fatto prima: con intrecci imprevedibili ed inattesi risvolti sia sentimentali che “professionali”.
In chiave ironica e con la giusta dose di comicità si è tentato di raccontare le (dis)avventure delle due famiglie. Con un finale assolutamente a sorpresa!
                                                   Sant’Elia di Saline Ioniche (R.C.), lì 29/10/2017


Personaggi (14 - 6 uomini e 8 donne)

Dottor Peppe Quattrocchi (Peppe)
50 anni circa, a capo della famiglia borghese. È dottore oculista. Millanta discendenze aristocratiche. Parla con la “erre” moscia. Veste in maniera distinta, ha un orologio a cipolla nel taschino della giacca.

Piero Quattrocchi (Piero)
25 anni circa, figlio del dott. Quattrocchi e di Carmela. Prossimo alla laurea, sta studiando per un concorso per un posto in banca. Veste in maniera distinta, ma giovanile, con un orologio poco appariscente. È innamorato di Anna, figlia di ‘Ntoni, ricambiato.

Giulia Quattrocchi (Giulia)
20 anni, figlia del dott. Quattrocchi e di Carmela. Suo padre la vorrebbe istradare sulle proprie orme, da oculista. Se non fosse che è mezza “cecata”. Porta un paio d’occhiali piccole ma dalle lenti molto spesse, che la rendono goffa. Raramente è rivolta verso l’interlocutore di turno, perché non lo vede. È invaghita segretamente di Turi, figlio di ‘Ntoni.

Donna Carmela (Carmela)
45 anni circa, moglie del dottor Quattrocchi. Di estrazione popolare, fatica ad indossare i panni della “gran signora” ed è solita “scivolare” nell’utilizzo dell’italiano.

Cameriera
35 anni, cameriera della famiglia Quattrocchi. È un po’ sorda.

‘Ntoni
50 anni circa, a capo di una famiglia povera. Vedovo. Gestisce un’osteria. Ha due figli, Anna e Turi. Genuino e cordiale, ha un grembiule da locandiere e un cappello sdrucito. Vorrebbe al più presto vedere sistemato i propri figli. Per Anna ha una gelosia partcolare: da un lato la vorrebbe presto sposata, ma di fatto la “invita” spesso a occultare le proprie grazie, benché lei sia molto pudica di suo.

Turi
30 anni circa, figlio di ‘Ntoni, disoccupato. È un bonaccione, non brilla per perspicacia. Dilapida i pochi risparmi di famiglia in vestiti (di dubbio gusto), uscite e divertimenti con l’amico Giovanni, dal quale si fa influenzare troppo facilmente. Veste in jeans ed una striminzita camicia dai colori sgargianti, indossata con il collo alto. Nel complesso appare buffo e goffo.
Anna
20 anni circa, figlia di ‘Ntoni. Aiuta il padre all’osteria. Veste con una lunga gonna e maglia castigata. È innamorata e ricambiata da Piero, ma i due non rivelano agli altri il proprio amore in quanto il dott. Quattrocchi non acconsentirebbe al matrimonio con una ragazza povera.

Giannetta
75 anni, suocera di ‘Ntoni. Anziana signora che cammina col bastone.

Maresciallo
50 anni circa, Maresciallo dei carabinieri. Non brilla per perspicacia. Indossa una classica divisa da carabiniere.

Giovanni
30 anni, amico fraterno di Turi, con cui condivide vizi e stile di vita. Ragazzo fanfarone, che vive alle spalle della propria famiglia. Ha un forte ascendente nei confronti di Turi: lo chiama sempre “compàre”, caricando di enfasi questo appellativo. Ha una camminata particolare: gambe divaricate e schiena leggermente all’indietro. Veste con camicia dalle tonalità sgargienti, indossa innumerevoli braccialetti e collane. Parla con ritmo cadenzato e voce greve.

Cummari Titina (Titina)
50 anni circa, Commare della famiglia Quattrocchi. Mai sposata, civettuola e con una voce alquanto stridula. È avvezza al pettegolezzo.

Pina (Pina)
50 anni circa, sorella di Titina.

Marietta
50 anni circa, venditrice ambulante. È piuttosto brutta.

SCENA
Cortile antistante l'osteria (a sx dello spettatore) e la dimora della famiglia borghese (a dx). Comune centrale, con retrostante pannello che dà l’idea di una strada.
L'abitazione borghese, decorata con eleganti ornamenti di pregio, ha una porta d'accesso signorile (uscita/entrata a destra), mentre più internamente, verso la comune, vi è una finestra ad ante (oppure una bucatura, con una tenda). Davanti ad essa, tre-quattro sedie metalliche ed un tavolino raffinato. A ridosso della dimora borghese, dei vasi con fiori e piante. 
L'osteria, molto umile e povera, ha una porta d'accesso (uscita/entrata a sinistra) in legno grezzo, mentre più internamente, vi sarà una finestra, anch'essa molto scarna, ad ante (oppure una bucatura, con una tenda). Un'insegna spartana, appesa sopra la porta, reciterà “OSTERIA”. Davanti l'osteria, un piccolo ed usurato tavolinetto in legno e tre-quattro vecchie sedie in paglia.

Paesino della costa jonica reggina, epoca recente.
ATTO PRIMO


è la prima mattina di una calda giornata estiva.

   
‘Ntoni è già in scena.

‘Ntoni (sta riordinando le sedie e passando lo straccio sul tavolinetto davanti l'osteria. Sembra muoversi piuttosto agevolmente) Eeeh ‘Ntoni, ‘Ntoni, comu ti cumbinàsti! ‘A st’età, vedovo, cu l’osteria ‘i mandàri avanti, senza ‘na lira e cu ‘ddù figghi ‘i sistemàri…

Giannetta entra in scena da sinistra (osteria).

Giannetta (ha in mano un bicchiere pieno di vino, tossisce) Cof… cof…

‘Ntoni (appena avverte la presenza di Giannetta, inarca la schiena e flette le ginocchia: si muove lentamente, con difficoltà. Lo farà ogni volta che si troverà al cospetto di altri) E cu ‘sta mala sòggira casa casa…

Giannetta Oooh ‘Ntoni, si poti sapìri pirchì ‘sti pìnnuli non mi fannu mai effettu?

‘Ntoni (la osserva e le si avvicina) E comu vulìti mi vi fannu effettu si v’i pigghiàti cu vinu?


Giannetta E chi vo’ mi ‘nci fazzu si ‘sti cosi lordi d’u Cumuni non ‘ndi mandànu mai acqua?

‘Ntoni Sòggira, ma, scusati: quali pìnnula vi stati pigghiàndu?

Giannetta Chiddha d’i novi…

‘Ntoni (ci pensa) Ma ‘e novi t’a pigghiàri ‘a supposta…

Giannetta (rimastica platealmente) Ah malanova! (disgustata) Apposta havi ‘nu sapuuuri… ‘Assa mi mi ‘ssettu ‘nu pocu (siede su una sedia accanto al tavolino vicino l’osteria e berrà il vino)

‘Ntoni (l’aiuta a sedersi) ‘Ssittàtivi, ‘ssittàtivi! (prosegue a riordinare davanti l’osteria)

Donna Carmela entra da destra (abitazione borghese).
Carmela (affabile) Buongiorno, ‘Ntoni! Buongiorno signora Giannetta!

Giannetta Bongiorno!

‘Ntoni (si lamenta) Ahiai, ahiai! Eh, buongiorno, donna Carmela! Speriamu m’è ‘bbonu…

Carmela (avanzando) Vi vedo SBATTUTO, come mai?

‘Ntoni Più che sbattuto, dicìmu STRAPAZZATO… (avvilito) Chi vulìti, ‘i soliti cosi: sugnu vedovu, chinu ‘i dulùri, cu l’osteria ‘i mandàri avanti e cu ‘ddù figghi ‘i sistemàri… Non ciangiu tantu ‘u fattu chi ‘restài vedovu, pirchì, chi vulìti, (sarcastico) dopu tant’anni è puru giustu: ognunu p’a so strada… ma ‘stu discursu d’i figghi ‘i sistemari non mi faci dòrmiri a notti…

Giannetta (si addormenta)

Carmela (dispiaciuta) E mannaia! Anche noi abbiamo un PATé d'ANIMO! Siamo disperati con Piero e Giulia…

‘Ntoni Iddi disperati…

Carmela L'importante è non SCORREGGIARSI mai!

'Ntoni Aaah, no... (indica la platea) Soprattuttu cu tutti 'sti cristiani chi 'ndi vàrdanu... (si lamenta) Ahiai, Ahiai! Dove andate così di buon’ora?

Carmela In macelleria! A comprare delle costolette d’agnello! Peppe ne va GIOTTO!

‘Ntoni (come se annusasse il profumo, mormorando) Costolette d’agnello!

Carmela (stupita) Posso portarvi qualcosa? Un arrosto di maiale (‘Ntoni ripete mormorando e fa come se ne sentisse il profumo), un pezzo per bollito (come prima), della carne GRIDATA per ragù... (c. p.) Non fate complimenti!

‘Ntoni (rinsavisce. Finge distacco) No, grazie! Chi nd’avimu tanta ‘i ddà ‘rrobba 'i cunzumàri 'a casa… (Carmela lancia uno sguardo dubbioso verso la platea)

Carmela Allora vado, sennò Mimmo il BOCCERE poi chiude! Vi saluto ‘Ntoni… signora Giannetta!

Giannetta (russa platealmente)

‘Ntoni Vi saluto, donna Carmela (si tocca la schiena) Ahiai, ahiai!
Donna Carmela esce dalla comune.

‘Ntoni (sistema gli spazi antistanti l'osteria. Si ferma, fa come per odorarsi) Puzzàmu ‘i fami! ‘Atru chi ‘rrobba ‘i cunzumàri… (riprende le operazioni poi si blocca, quasi in trans) Aaah, costolette di agnello (annusa il profumo, sognante), pollo arrosto (c. p.), ragù di carne... (c. p.)
   
Anna entra da sinistra (osteria).
Anna (dalla soglia dell'osteria, osserva il padre che, in estasi, continua ad elencare prelibatezze)

‘Ntoni (in estasi) ...cunìgghiu 'o furnu (c. p.), polpette cu sugu... (c. p.)

Anna (a voce alta) Papà!

Giannetta (si sveglia)

‘Ntoni (ha un sussulto: rinsavisce di colpo. Inarca platealmente il busto e la schiena, piega le ginocchia la osserva) Anna, CUMBOGGHITI!

Giannetta Dassàla stari ‘a figghiola!

Anna (seccata, fa come per sistemarsi la maglia) Ma chi stavi dicendu? Pollo arrosto, polpette, ragù… E chi sìmu, 'o ristoranti?

‘Ntoni No, nenti… M’era vinùtu voglia 'i nu pocu 'i carni… (sarcastico) Ma no assai, pocu…

Anna Ma oggi è venerdì: ‘a mamma, bonanima, non ‘nda facìva mai ‘i venerdì! Pi devozioni!

‘Ntoni Aaah, s'è pi devozioni, nui sìmu devoti tutt'a settimana! Non comu (indica l’abitazione “borghese”) a iddi! Peccatori! SDEVOZIONATI! Nui jamu in paradisu! ‘A panza vacanti, ma jamu in paradisu!

Anna Sempri chi ti lamenti! Piuttosto, oggi chi ti cucinu? 'A scalòra 'o 'i cucuzzèddi?

‘Ntoni Megghiu 'a scalòra, figghia! (sarcastico) Sempri pi DEVOZIONI!

Anna (incurante) Giustu! 'I cucuzzèddi t'i fazzu duminica. Fritti! Chi pàrunu cutuletti!

‘Ntoni (sarcastico) 'I stessi... (la osserva ancora, bonariamente minaccioso) CUMBOGGHITI, ti dissi!

Giannetta Ti dissi mi dassi stari ‘a figghiola!

Anna (fa come per sistemarsi, seccata. Poi inizia ad aiutare il padre a sistemare davanti l'osteria)

Giannetta (si alza, col bicchiere vuoto in mano) Vaiu ch’è ura d’a pìnnula p’i vini VANITOSI!

‘Ntoni Sòggira, mi raccumandu! ‘I pìnnuli pigghiatavvìlli cu ll’acqua, non c’u vinu!

Giannetta (uscendo a sinistra) Fatti l’affari toi, tu!
Giannetta esce a sinistra (osteria).
   
Piero entra da destra (casa borghese), visibilmente raggiante.
‘Ntoni (non se ne accorge)

Anna (lo vede e gli manda un bacio a distanza)

Piero (ricambia il bacio, quindi le fa una smorfia, indicando 'Ntoni. Poi, schiarendo la voce) Ehm, ehm... (gioviale) Buongiorno signor 'Ntoni!

'Ntoni (accenna a levarsi il cappello. Simultaneamente, con gesti "furtivi", ìntima alla figlia di “coprirsi”) P'i SDEVOZIONATI chi màngiunu costoletti, certu ch'è 'bbonu... (esaspera le lamentele) Ahiai ‘a schiena!

Piero (perplesso) Ma no, quali costolette... (cambia espressione, è entusiasta) Oggi darò l'ultimo esame all'università! E dopo inizierò a preparare la tesi e a studiare per il concorso!

'Ntoni (incuriosito) Quale concorso?

Piero Per entrare in banca!

'Ntoni Ah si? E quanti posti sunnu?

Piero Soltanto tre! (preoccupato) E pare ci siano già più di duemila candidati!

'Ntoni (sarcastico) E chi! Mancu pi l’elezioni! (malizioso) Cu sapi quanti raccomandazioni 'nci vonnu... Piero, senti a 'mia: tròvati 'nu bellu cugnu...

Piero (perentorio) MAI! Sono contrario a queste cose! Se uno è bravo va avanti lo stesso...

‘Ntoni (mormorando) Sì, aspetta e spera...

Piero Non vi nego che mio padre ha insistito molto nel volermi... (imbarazzato) aiutare...

‘Ntoni Cu si vardàu, si sarbàu...

Piero Con le sue conoscenze, potrebbe facilitarmi le cose… (con orgoglio) Ma io non voglio nulla di ciò: la legalità innanzitutto!

'Ntoni Campa cavaddu…

Piero (guarda l’orologio) Ora devo scappare all'università! Con permesso... (fa un cenno di saluto, ricambiato da 'Ntoni. Piero ed Anna si scambiano un saluto affettuoso, senza essere visti da 'Ntoni, che ha ripreso a riordinare davanti l'osteria)
Piero esce dalla comune, a passo svelto.


'Ntoni Eh, poveru 'babbu... (con tono di chi sbeffeggia) “La legalità innanzitutto!” Ancora non capiscìu comu funziona ‘nti ‘stu paìsi!

Anna è un po' ingenuo, però si dà da fare! Non comu ‘a tô figghiu...

'Ntoni (sconsolato) àutra cruci, (con enfasi) tô frati! Aund'è?

Anna Ancora dormi, (con enfasi) tô figghiu! Come tutti i giorni!

'Ntoni (incredulo) 'A sta ura? Certu, 'a sira nesci, si diverti... sbancatìa...

Anna (con sdegno) Tantu c’è cu lavura p'i iddu… (indica sé stessa e il padre)

'Ntoni Alla sera leoni, alla matina cogl… (occhiataccia di Anna che blocca il padre)

Anna (più conciliante) Vaiu e viu si sî jasàu... (si porta verso l'osteria)

'Ntoni Fa’ chianu non mu disturbi... (mentre lei esce di scena) Anna, CUMBOGGHITI ti dissi!
Anna, seccata, esce di scena a sinistra (osteria).

'Ntoni (si rimette diritto e continua a sistemare fuori dall'osteria, muovendosi con agilità)

La venditrice ambulante entra dalla comune.
Venditrice (ha una cassetta con ortaggi) Haiu pira, puma, patàti!

'Ntoni (continua a sistemare, risponde distratto) Non vulìmu nenti…

Venditrice (gli si avvicina un po’) Li péschrichi ‘russi, péschrichi pasta gialla, nuci peschi!

'Ntoni (continua a sistemare, risponde distratto) Vi dissi chi non vulìmu nenti…

Venditrice (ancora più vicina) Li cipuddhi ‘i Tropea, pipi, pumadòru, mulingiàni…

'Ntoni (la affronta) Allura non ‘ndi capiscìmmu: non vulìmu nenti… e puru chi vulìvimu, non avìvimu sordi mi ‘ccattàmu…

Venditrice (gli si struscia addosso) Mancu a mia vulìti? Ieu sugnu… gratis!

'Ntoni (la allontana) Ma vattìndi! Haiu ‘a picca pinzéri p’a testa! Va vidi aund’ha jiri! Via! Sciò! Smamma!

Venditrice (va verso la comune) Haiu pira, puma, patàti!
La venditrice ambulante esce dalla comune.

'Ntoni Vardàti vui… ‘i quandu murìu me mugghieri, chista veni mi mi ‘nzurta… Sì, ‘a iddha vogghiu! (sarcastico) Mi capitàu sta bella furtuna mi restu vedovu e ora vaiu mi mi ‘ncafuddhu cu sta ‘streusa! E poi haiu a pensari mi sistemu ‘e me’ figghi…

Il dottore Peppe Quattrocchi (Peppe) e la figlia Giulia entrano da destra (abitazione borghese).
Peppe (procedendo verso 'Ntoni) Buongiorno!

Giulia (procede verso la platea, col suo passo impacciato, ignara di dove stia andando) Buongiorno signor 'Ntoni! (accenna ad un inchino)

'Ntoni (divertito, risponde all'inchino) Ahiai! (con ampi gesti) Signorina, sugnu 'ccà...

Peppe (mortificato, si porta presso Giulia. Alla platea) Perdonatela! Le manca qualche centesimo di vista. Ma no assai, ah...

'Ntoni (sarcastico) 'Na fissarìa...

Peppe (prende sottobraccio la figlia) Giulia, è lì il signor 'Ntoni! (conduce Giulia presso 'Ntoni)

Giulia (accenna ad un inchino)

'Ntoni (replica con altro inchino)

Giulia (esegue un altro inchino)

'Ntoni (divertito, replica) Ahiai! (sarcastico) Signurina, chistu è l'urtimu, vu dicu: mi faci mali a schìna!

Peppe (fa spallucce) Eh, ci vuole pazienza con questi figli!

Giulia (si gira da un'altra parte, non riuscendo a percepire dove siano il padre e 'Ntoni)

'Ntoni Eh! Pensàti 'a mia chi haiu 'ddù figghi 'i sistemàri! Soprattuttu 'u masculu...

Giulia (finge disinteresse, non guarda ‘Ntoni) Quindi ancora... non è fidanzato?

Peppe (la guarda con sospetto)

'Ntoni Eh... E cu' su pigghia 'a nu stortu 'i chiddi... Aaah, ‘sti figghi!

Peppe Dei miei non posso lamentarmi: Piero è avviato ad una brillante carriera, magari in banca! (mormorando) Soprattutto si mi dassa parràri cu cui sacciu jeu…

'Ntoni Fate bene, dottore…

Peppe (orgoglioso) E poi sposerà una donna d’alto rango, com’è giusto che sia per il primogenito di una famiglia aristocr… (si impappina con la “erre”) aristocr…

'Ntoni (sarcastico) ‘Ngrippàu…

Peppe (seccato) …di una famiglia importante!

'Ntoni Eh, si capisce! Quandu c’è l’ARISTOCAZZIA…

Peppe E Giulia, (la fa girare verso 'Ntoni) invece, percorrer... (si impappina) percorrer...

'Ntoni (sarcastico, sollevando l'indice) Compro una vocale!

Peppe (seccato) ...seguirà le orme paterne: sarà una bravissima oculista!

Giulia (nel frattempo ha già spostato lo sguardo e il corpo in altra direzione) Una bravissima oculista!

Peppe (la fa platealmente girare nuovamente verso 'Ntoni)

'Ntoni Aaah sì! Si vede che è proprio… portata! (mima qualcuno che spinge un altro)

Peppe (stizzito, Giulia si allontana) Grazie a delle (mima due cerchi molto grandi) straordinarie lenti che sto elaborando io stesso, la mia Giulietta risolverà questo piccolissimo problemino di vista. Oramai la scienza ha fatto passi da gigante!

'Ntoni (indica Giulia, lontana) Sì, puru vostra figghia 'i sta facendu, si non jiti mi va cugghìti!

Peppe (si porta verso Giulia, la prende sottobraccio, conducendola da 'Ntoni, mortificato)

'Ntoni (affabile) Dottori, vu pozzu offriri ‘nu bellu biccheri ‘i vinu?

Peppe No, grazie. Lo sapete: sono astemio!

'Ntoni (verso la platea) Certu ch’u sacciu! E jeu apposta ‘nciu offrìa!

Dalla comune rientra Donna Carmela, con un cesto pieno di vivande.
'Ntoni (guardandola arrivare) Eccuddocu! 'Rruvàru 'i costoletti...

Carmela (avvicinatasi a Giulia) Giulietta! Guarda quante cose buone ho portato! Guarda qui, guarda!

Giulia (guarda altrove)

'Ntoni (sarcastico) Sì, è 'na parola...

Peppe ("fa girare" platealmente Giulia, poi saluta la moglie, in maniera sdolcinata)

Carmela (con la mano sotto il mento di Peppe gli fa delle buffe carezze) Costolettina mia...

Peppe (sdolcinato) Patatina mia...

Carmela (c. s.) Oooh, polpettino mio...

Peppe (c. s.) Cipollina mia...

'Ntoni Il pranzo è servito! (spazientito) Ma insomma! Chi sunnu 'sti smancerii! (indica Giulia)

Giulia (guarda altrove)

'Ntoni C'è puru 'a figghiola chi vi sta vardàndu...

Peppe e Carmela (gli lanciano un’occhiataccia)

'Ntoni Vardandu... vabbé, era pi diri...

Peppe (estrae dal taschino l'orologio) S’è fatto tardi! Devo andare ad ultimare queste straordinar... (si impappina con la “erre”) straordinar...

Giulia (inizia a vagare, con passo impacciato, verso altre direzioni, allontandonsi)

'Ntoni (sarcastico, verso il pubblico) 'Nci 'mpuntàu 'a lingua danòvu...

Peppe (stizzito) ...queste eccezionali lenti (mima le due “palle”) per la mia Giulietta!

'Ntoni (mima le due "palle") Facìtili belli 'randi, dottori, mi raccomandu!

Peppe (a Giulia, che sta dirigendosi altrove) Giulietta, andiamo! (va verso Carmela)

Carmela (porta la mano sotto il mento di Peppe e gli fa delle carezze) Ciao fringuellino!

Peppe (sdolcinato) Ciao passerottina! (va verso la comune, ma…)

Giulia (non lo segue)

'Ntoni (sarcastico) Dottori, vidìti chi pirdìstuvu 'a carcaràzza!

Peppe (torna indietro, visibilmente stizzito, a recuperare Giulia)
Peppe prende per mano Giulia, quindi i due escono dalla comune.

'Ntoni Signora Carmela, v’a pozzu dari ‘na manu cu stu cestinu?

Carmela No, ci mancherebbe! Vui siti già chinu ‘i dulùri… Mi farò aiutare dalla mia CAMBARERA! Menu mali chi haiu a iddha (a voce alta verso destra) AGATINA! AGAAATIIINAAAA!

'Ntoni (sarcastico) Menu mali chi nc’è iddha!

Carmela (a voce alta verso destra) AGATINA! AGAAATIIINAAAA!

La cameriera entra da destra (casa borghese)
Cameriera Signora Carmela, e chi ‘nci gridàti! Mancu s’era surda…

Carmela Agatina, pi favuri, jutìmu cu ‘stu cestinu…

Cameriera Comu? Vi mangiàstuvu nu paninu? Beata vui… ieu nenti!

Carmela Agatina, (a voce piu altà) ‘u cestinu…

Cameriera ‘U putrusìnu? Vi spirdìstuvu mi ‘ccattàti ‘u putrusìnu?

'Ntoni (prende il cestino dalle mani di Carmela e lo dà alla cameriera) Forza ‘ddocu!

Carmela Grazie ‘Ntoni! Vado che è già ora di cucinare! Vi saluto…

'Ntoni Vi saluto, donna Carmela! (si lamenta) Ahiai, ahiai!
Donna Carmela e la cameriera escono a destra (casa borghese).

'Ntoni (si muove con una certa agilità nel sistemare gli spazi antistanti l’osteria. Si blocca e rimugina) Eeeh, 'i costoletti, a cameriera, 'a laurea, 'u postu in banca, il matrimonio di alto ORANGO, e 'a figghia menza orba chi diventa oculista! è propriu veru: 'i sordi fannu vinìri 'a vista puru all'orbi!

Turi entra da sinistra (osteria).
Turi (si esibisce in un lento e plateale sbadiglio)

'Ntoni (si inarca e flette le ginocchia, platealmente)

Turi (con la voce impastata dal sonno) Buongiorno...

'Ntoni (imitandone lo sbadiglio) Bongiorno! (sarcastico) Ha dormito bene il signorino?

Turi (c. s.) Mah, insomma! Havi 'ddù uri chi sentu burdellu 'ccà fora...

'Ntoni (irritato) Ah, ti abbiamo disturbato!

Turi (stizzito) Certu! Jeu tu dicu: non pozzu fari ‘sta vita!

'Ntoni (sdegnato) Ma ti pari normali chi nesci ‘a sira e torni ‘a matìna prestu, poi dormi finu ‘a menziornu? Aundi jìsti ieri sira? 

Turi (vago) Nenti, era cu Giuvanni…

'Ntoni (seccato) Sempri cu Giuvanni! Sempri cu ‘ddù cretinu du to amicu!

Turi (stizzito) Papà, ma chi dici? Giuvanni non è cretinu!

Giovanni entra dalla comune, con la sua “camminata” particolare.
'Ntoni (sarcastico) Nooo, non è cretinu Giuvanni! (lo indica) Aluccà: vu presentu!

Giovanni (saluta con un cenno ‘Ntoni, si avvicina da Turi e gli mostra un bigliettino. Tronfio) Eeeh, compàre, che gli faccio io a queste donne! (liscia il ciuffo)

'Ntoni (verso la platea, sarcastico) Pietà!

Giovanni Maestro, davanti a voi ci sono due autentici LATRIN LOVER! 

Turi (compiaciuto) Due SCIUCAFEMMINE…

'Ntoni (irritato) Due SCIUCA-FAMIGGHI sìti! 'A genti mi dumanda sempri: ma Turi chi faci sempri ‘a spassu? Non lavùra? Si fìci 'zzitu?

Turi (seccato) Truvàri lavuru? Mi mi fazzu 'zzitu? E chi era pacciu?

'Ntoni (spazientito) E dire che… (vago) qualcuna interessata ci sarebbe...

Giovanni (divertito) Fa strage di cuori, mio compare! E chi è la "fortunata"?

'Ntoni Giulia! 'A figghia du dottori Quattrocchi! (indica l'abitazione borghese)

Giovanni (incredulo) Chidda menza orba?

'Ntoni (sarcastico) Eh, sulu una menza orba su poti pigghiàri 'nu ‘bbaccalàru 'i chisti!

Turi (seccato) Ancora? Ti dissi chi a chidda n'a vogghiu!

'Ntoni Bravu 'u sortu! é una famiglia importante, ricca... Ti sistemavi tu... e puru nui!

Turi (seccato) Aaah 'bonu! Ho detto di no!

'Ntoni è tempu pirdùtu cu tia! Vaiu chi haiu nu scàsciu i lavùru... (con enfasi) JEU! (va verso l’uscita a sinistra, apre la porta e…) Anna, CUMBOGGHITI ti dissi!
‘Ntoni esce a sinistra (osteria).


Giovanni Ma comu 'u 'rreggi 'a to patri?

Il Dottore Quattrocchi (Peppe) e la figlia Giulia entrano dalla comune.
Peppe (ha in mano un paio di occhiali, dalle lenti molto grandi, sovradimensionate a tal punto da sembrare ridicole. Procede, mormorando mentre ostenta questi occhiali con ampi gesti, pensando di avere la figlia accanto)

Giulia (vaga più indietro)

Peppe (guadagna il centro della scena, ostentando i grandi occhiali) Vedi, Giulietta… (si ferma, non sentendo la figlia accanto) Giulietta? (si guarda attorno) Dove sei? (si volta indietro e la scorge vagare) Oh, santo cielo… (si porta verso Giulia, tenta di indirizzarne il cammino verso la propria dimora)

Giovanni (mormorando) è orba du tuttu…

Giulia (rimane al fianco del padre per alcuni passi. Quando lui si dirige verso destra, verso la propria dimora, Giulia va a sinistra, brancolando, verso il tavolinetto di fronte l’osteria)

Peppe (ostentando i grandi occhiali) Giulietta, grazie a queste (con enfasi) straordinarie lenti che ho realizzato…

Giulia (si avvicina sempre più al tavolinetto, fra gli sguardi perplessi di Turi e Giovanni)

Peppe …riacquisterai completamente la tua vista di falco!

TUM!

Giulia (va a sbattere contro il tavolinetto dell’osteria)

Giovanni (mormorando) Sì, ‘i marbìzza…

Peppe (arriva in suo soccorso e le porge gli occhiali) Giulietta! Metti questi occhiali, forza!

Giulia (toglie i vecchi occhiali ed indossa i nuovi. Dopo l’iniziale smarrimento è incredula) Oooh mio Dio! Finalmente ci vedo! Vedo tutto!

Peppe Modestamente, grazie a queste (mima le due palle) straordinarie lenti…

Giulia (verso Turi) E vedo anche quanto è bello il mio vicino…

Peppe (stranito, alla platea) Ancora deve prendere confidenza con le nuove lenti…

Giulia (intona la canzone di Mina, guardando Turi) Sono come tu mi vuoi, ti amo come non ho amato mai… (Giovanni è divertito, Turi perplesso)

Peppe (sconvolto) Giuliaaa…

Giulia (c. s.) Io sono la sola che tu possa amareee, non lo vedi che sono a due passi… da teee…

Turi (canticchia) …per capire, quello che già sai, chi jeu… non ti vogghiu né ora né mai!

Peppe (sconvolto) Giulia! Rientri… (si impappina) rientri… (seccato) Passa p’a casa, jamu!

Giulia (seccata) Uffa…

Peppe (prende la figlia sottobraccio)
Peppe e Giulia escono a destra (casa borghese).

Giovanni (divertito) Si 'nnamuràu 'i tia!

Turi (perentorio) Non ti méntiri puru tu! Ti dissi chi n’a vogghiu!

Piero entra dalla comune.
Piero (di ritorno dall’ultimo esame. È felice, fischietta)

Giovanni Si fischietta… ehi foramalocchiu…

Piero (con orgoglio) Eh si! Ho appena superato l’ultimo esame! Fra poco sarò laureato…

Giovanni (con sarcasmo) Avimu ‘u dottori ‘ccà!

Piero (incurante del sarcasmo) …Sì! E sto già iniziando a studiare per il concorso!

Giovanni (drizza le orecchie. Si alza e si porta verso Piero, interessato) Quale concorso?

Piero Per un posto in banca!

Giovanni (alla platea) Studiare (enfatico) per un concorso!

Turi e Giovanni (all’unisono) Ahauhauahauhauhau! (Piero è stizzito)

Giovanni Ci voli ‘na bella raccomandazioni… (prende a braccetto Piero) 'u sapìmu tutti!

Piero (si divincola) Mi fanno schifo queste cose! E non prendo lezioni da due (con enfasi) sfaticati come voi!
Piero, furente, esce di scena a destra (casa borghese).

Giovanni Eppure, (sarcastico) 'u dottori, ‘na cosa giusta ‘a dissi…

Turi (procede verso Giovanni, annuisce) Chi simu sfaticati!

Giovanni Ma nooo! Il concorso in banca... è la nostra occasione…

Turi (c. s.) E nui chi c’intràmu?

Giovanni (lo prende sottobraccio e, mentre gli parlerà, lo condurrà da una parte all'altra della scena) Compàre, è vero che to’ patri ti dici sempri chi hai trent’anni ed è ura mi ‘ndi guadgnamu carchi sordu? (di colpo ferma la “passeggiata”)

Turi (annuisce contento, con espressione da fesso) Sì, sì…

Giovanni (riprende a condurlo) Oooh! Ti dici sempri chi è ura mi menti sordi ‘i parti pi fari casa e famigghia? (di colpo ferma la “passeggiata”)

Turi (c. s.) Sì, sì…

Giovanni Oooh! E se ti dico che ci sarà il concorso in banca, cosa vuol dire questo?

Turi (perplesso, fa spallucce, con espressione da fesso) Che ci sarà il concorso in banca…

Giovanni (stizzito) Sì! (cerca di recuperare la pazienza) E tu mi capisci, vero?

Turi (dubbioso) Eeeh, sì… (col capo fa platealmente intendere di no)

Giovanni (perentorio) Compàre, tu vo’ trasìri in banca?

Turi (attratto dall’idea, ma perplesso) Mi trasìmu in banca… nui?

Giovanni (malizioso) Il giorno del concorso… entrare in banca, non so se mi spiego… (prende sottobraccio Turi e lo conduce lentamente. Giovanni mima una rapina e una pistola)

Turi (continua a capirci poco) Eeeh, si… (col capo fa platealmente intendere di no)

Giovanni (mima il silenzio a Turi)

Le luci, gradualmente, si abbassano

Giovanni Allora compàre, ‘ndi capiscìmmu? 

Turi (con espressione da fesso) Sì, sì… (col capo fa platealmente intendere di no)

Giovanni (verso la platea) è deciso! Puru nui trasìmu in banca! (prende sottobraccio Turi. I due procedono verso la comune, confabulando a soggetto)
Giovanni e Turi escono di scena dalla comune.

Fine Primo Atto


ATTO SECONDO

Medesima scena dell’Atto Primo. Qualche giorno dopo la laurea di Piero.
   
Anna (già in scena, sta sistemando lo spazio antistante l’osteria. È pensierosa)

Piero entra in scena da destra (abitazione borghese)
Piero e Anna (si sorridono a vicenda e, prima di avvicinarsi, si guardano attorno con circospezione. Si scambiano un bacio furtivo. Danno le spalle all'abitazione borghese).

Piero Gioia mia, finalmente! (prende una mano di Anna e la porta ad altezza del proprio petto)

Giulia apre la finestra a destra (abitazione borghese). Indossa i grandi e buffi occhiali grazie ai quali vede bene.

Anna Oooh tesoro! (sullo slancio dell’enfasi, con un movimento del braccio finisce per rifilargli una manata. Lui barcolla, abbozza, senza darlo a vedere) Quanto è difficile dover stare insieme di nascosto…

Piero Presto dirò a mio padre che ci amiamo e vogliamo sposarci! (prende di nuovo una mano di Anna e la porta ad altezza del proprio petto)

Giulia (è incredula)

Anna (lungo sospiro) Eeeh, (con un movimento del braccio finisce per rifilargli un’altra manata. Lui barcolla, abbozza, senza darlo a vedere) tuo padre! Si opporrà con tutte le sue forze!

Piero (deciso) Non ci potrà femare! (prende di nuovo una mano di Anna e la porta ad altezza del proprio petto)

Anna (sospira) Eeeh… (con il solito movimento sta per rifilargli un’altra manata, ma Piero questa volta si scansa ed evita il colpo, reagendo a soggetto) Sai bene che per te vuole (con voce greve ed "erre" moscia) “una ragazza di un certo rango”!

Piero (deciso) Ci sposeremo lo stesso! Subito dopo il concorso lo dirò a mio padre! Fra poco potremo stare insieme alla luce del sole!

Giulia (sempre più incredula)

Anna (fiduciosa) Non vedo l’ora!

Piero (prende una mano di lei e la porta al proprio petto) Andrà tutto bene, amore mio! (mormorando) Ferma cu ‘sti manu…

Piero e Anna (si scambiano qualche effusione affettuosa)

Giulia (dopo aver condiviso il proprio stupore con la platea…), accosta delicatamente le ante e…)

Giulia accosta l’anta della finestra ed esce di scena.

Piero Ora devo scappare, tesoro: vado in biblioteca a studiare per il concorso!

Piero e Anna (dopo aver guardato attorno con circospezione, si salutano affettuosamente)
Piero esce di scena dalla comune.


Anna (porta una mano sul grembo) E neanche stavolta ho trovato il coraggio di dirglielo…

v.f.s. ‘Ntoni: Anna, aundi sì? CUMBOGGHITI ti dissi!

Anna (preoccupata) E chissà quando lo saprà mio padre… (sistema un po’ le sedie)

Giannetta entra in scena da sinistra (osteria).
Giannetta (ha in mano un bicchiere pieno di vino)

Anna (preoccupata) Nonna, che stai facendo?

Giannetta (in difficoltà) M’haiu a pigghiari ‘a pìnnula… 

Anna ‘A ‘sta ura? E qual è?

Giannetta (in difficoltà) Eeeh… chiddha i ll’ottu. È pi l’OSTEOPELOSI…

Anna E t’a pigghi c’u vinu?

Giannetta Puru tu cu stu discursu? Si non ‘ndi ‘rriva acqua ‘a casa, com’haiu a fari? ‘U médicu mi raccumandàu mi mi pigghiu tutti ‘sti pìnnuli! Chi mi fannu beni…

Anna Va ‘bbonu, ma ora trasimu intra, cusì vidìmu chiddhu chi s’hav’a fari pi menziornu… (la prende sottobraccio)
Anna e Giannetta escono a sinistra (osteria).

Donna Carmela entra in scena da destra (abitazione borghese)
Carmela (inizia a sistemare le piante nei vasi posizionati all’esterno, canticchia) Felicitaaà, è mangiare un panino con una costina, la felicità... 

Titina e la sorella Pina entrano dalla comune.
Titina (ha fra le mani un regalo, una confezione molto grande)

Carmela (non le vede e canta) Senti nell'aria c'è giaaà 'u sciàuru du sugu chi misi 'i 'ddàaa...

Titina (sorridendo) Eeeh, sta me’ cummari!

Pina Megghiu ‘i Romina PAULLI!

Carmela (in leggero imbarazzo) Oooh, commare Titina!

Titina (sorridendo) Se disturbo passu n’autru momentu…

Carmela (fingendo) Cummari, voi non disturbate mai! Purtàstuvu puru a vostra soru!

Titina (abbraccia Carmela) Certo! L’occasione è importanti! I migliori auguri per la laurea di Piero!

Pina (abbraccia Carmela) Auguri cummàri!

Carmela (mormorando) Tri jorna arrètu si laureàu, e già u sèppiru! (finge gentilezza) Grazie commare! E questo regalo? È grandissimo! Non vi dovevate disturbare! (allunga rapace le mani sulla scatola. Scuotendola, avverte che, contrariamente a quanto le dimensioni lasciassero presagire, è alquanto leggera. La scuote ancora, curiosa e perplessa)

Titina (intimidita) Chianu, cummàri!

Pina È una cosa delicata!

Titina È pi Piero! Aund’è ‘u me cumparuzzu?

Carmela (scuote ancora la scatola, perplessa) Piero non c’è: è uscito… Sapete che facciamo? Intanto lo apro e vi ringrazio io...

Titina (sbianca d’improvviso)

Carmela (poggia la scatola ed inizia ad aprire)

Titina (con imbarazzo) Piano, commare, è molto delicata, vi dissi!

Carmela (ha aperto la grande scatola: dentro c'è una piccola pianta grassa. Lo sguardo, inviperito, va dalla piantina a Titina e viceversa.visibilmente delusa, la mostra alla platea) ‘Na pittàra…

Titina Ma no, cummari… è una pianta dei paesi lontani, di quei posti EROTICI!

Carmela Aaah, ho capito! È una pianta TROPICANE!

Pina Sì! Faci BAU BAU!

Titina Brava, cummàri, capiscìstuvu! Questa la potete mettere assieme alle altre che avete davanti casa!

Carmela Chista? Tanta pìcciula? 

Pina (con enfasi) Ora è pìcciula!

Titina Ma n’autru pocu ‘i tempu, non sapiti quantu si faci!

Carmela (con ampi gesti) ...e quantu s'hav'a fari!

Titina Uuuh! E vedrete chi belli ficaràzzi chi vi faci! (indica con le mani) Tanti!

Carmela (visibilmente perplessa, la ripone sul tavolino e, con un cenno, invita Titina a sedere su una delle sedie collocate accanto al tavolino) ‘Ssittàmundi, cummàri…

Tutte (si siedono)

Carmela Chi vi pigghiàti cummàri, vi fazzu fari ‘nu cafè?

Pina Sì, cummàri…

Titina Grazi, cummàri, vi ll’accettàmu cu tuttu ‘u cori!

Carmela (grida verso destra) Agatinaaa! Fanci ‘nu bellu café ‘e me cummàri! (non sente risposta) AGATINAAA! Menti ‘a machinetta du café subbra!

v.f.s. Cameriera Sì, donna Carmela, arrivo!

Carmela (rimugina) Però, cummàri, non capiscìa pirchì ‘na scatula tantu ‘randi…


Titina Eh, sinnò ‘ndo paìsi chi dicìvinu? Chi non ci fici ‘nu bellu regalu a me' cumparèddu?

Pina Sapete com’è: poi parrànu, ‘sti pettegoli…

Carmela Sunnu pettegoli (mormorando) IDDI! 

Titina (confidenziale) E poi, a quanto si dice in paese, presto dovrò farvi... un altro regalo!

Carmela Piante non ‘ndi vulìmu ‘cchiù! (sarcastica) Chi poi aundi ‘i mintìmu ‘sti pianti tantu 'randi? (si blocca e si interroga) Cummàri, non capisco! N'autru regalu?

Titina (finge rammarico) Uuuh, mi fuìu! Forsi non ll’aviva ‘a diri chi… (Titina, incalzata da Carmela, indica l’osteria, ammiccando in maniera più ridicola che languida)

Carmela (non capisce)

Titina Ma allura è veru chi non sapìti nenti! Focu meu!

Carmela (incalzante) Ma ‘i cosa non sacciu nenti?

Titina (a bassa voce) …’i Anna, ‘a figghia ‘i ‘Ntoni e… (fa l’occhiolino) …e Piero!

Carmela (incredula) Piero? Ma Piero me’ figghiu?

Titina Sì! In paese si dice che… (confidenziale, accosta i due indici e facendoli toccare un paio di volte) …Piero e Anna si vònnu beni…

Pina Chi sunnu ‘zziti…

Titina Chi si vònnu maritàri… (finge rammarico) Uuuh, mi fuìu…

Carmela (senza dare troppo peso) Puru!

Titina E anche… (ammicca languidamente)

Carmela (preoccupata) Focu meu!

Titina (finge reticenza) Poi, nui ‘i sti cosi non ‘ndi sapìmu!

Titina e Pina (all’unisono) Simu signurini nui!

Carmela (preoccupata) E ora cu ‘nciu dici a me maritu? Lui per Piero ha progetti ambiziosi... un matrimonio importante…

Titina (annuisce) Un posto in banca… (finge rammarico) Uuuh, mi fuìu…

Carmela (incredula) Puru chistu sapìti?

Titina (finge rammarico, annuisce) Sì, il paese mormora…

Pina La gente parla…

Carmela (sconvolta) E quindi sapìti puru…

Titina (la interrompe) Solo tre posti disponibili… (confidenziale) Ma me’ cumpàri Peppi sta cercandu mi ‘nci menti ‘nu cugnu a Piero… Uuuh! Mi fuìu!

Carmela (intima il silenzio) Zittu! Chi Piero non vôli e se si sapi simu ‘rruvinàti!

Titina Putìti stari tranquilla!

Pina Nui non simu ‘i chiddi chi fannu pettegolezzi…

Carmela (sarcastica) Nooo! P'amuri 'i ‘Ddiu...

La Cameriera entra da destra.
Cameriera (ha un vassoio con tre tazze di the, lo poggia sul tavolino)

Carmela E chi purtàsti? Thé? T’era gridatu CAFé, non Thé…

Cameriera Focu meu, donna Carmela! E si vidi chi non sintìa ‘bbonu… ognu tantu mi capita…

Pina Non vi preoccupati, cummari, va ‘bbonu puru ‘u thé!

Titina (sorseggia il thé, fa una faccia disgustata) Focu meu! E chi ‘nci misi, ‘u sali ‘ambeci d’u zuccheru? Maria ‘dduluràta!

Cameriera (rimane lì impalata, non ha sentito)

Carmela (sorseggia il thé, fa una faccia disgustata) è vilénu! AGATA! Pirchì ‘nci mintìsti ‘u sali?

Cameriera (non sente bene) Sì, donna Carmela, ‘i lavài già ‘i scali!

Carmela (voce alta) Ti dissi chi ‘nci mintìsti sali ‘ambeci du zuccheru! MANCHICANI!

Cameriera (non sente bene) Sì, già ‘u ‘ccattài ‘u PANI!

Pina Non vi siddiàti cummari, non ci faci nenti…

Titina E ‘a me cummaredda chi faci? Come sta Giulietta?

Carmela (fa spallucce) Eh, che volete… Ha quel piccolo problemino di vista…

Titina e Pina (all’unisono) Eh, lo so. Lo so…

Carmela (come sopra) Peppe dice che presto migliorerà...

Titina (la interrompe) ...con queste nuove lenti (mima le due "palle") Eh, lo so. Lo so…

Carmela (leggermente stizzita, alla platea) Tuttu sannu!

Titina (finge costernazione) Eh, purtroppo tutti ‘i pettegolezzi ‘ndi ‘rrivinu ‘nta ricchi…

Pina La gente è pettegola, parla, sparla, taglia e cuce… Sunnu ‘na massa di pettegoli!

Carmela (mormorando) IDDI!

Titina (guarda l’orologio) Focu meu! Si fici tardu! Vaiu chi avìmu ‘a fari ancora ‘na commissioni…Vi salutu, cummari! (abbraccia Carmela)

Pina Vi salutu cummàri!

Carmela Vi saluto, commare! (sarcastica) E grazie assai per il regalo!

Titina Uuuh, figurativi! ‘Apoi quandu ‘u figghiolu si marìta ‘nci fazzu nu bellu regalu! (finge rammarico) Uuuh, mi fuìu… (con un cenno della mano) Vi salutu!
Titina e Pina escono dalla comune.

Carmela Jùtimi mi sistemu ‘sti PIANTI… (riprende a sistemare le piante)

Cameriera No, e chi mi mintìva ‘a fari ‘i GUANTI…

Carmela (a voce alta) ‘I PIANTI…

Cameriera (si mette anche lei a sistemare le piante)

Carmela (si blocca, rimugina, guardando il cactus sul tavolo) Mah! 'Sta grandissima pettegola! 'Rriva 'a me casa cu tutti ‘sti novità! Eh, certo, si me figghiu e… (guarda l’osteria) Anna si fìciru ziti… cu ‘nciu dici ‘a me maritu? (batte la mani ad altezza del viso) Mah… l'importanti è mi si vônnu beni! (guarda il cactus) E poi ‘sta pittàra... (imita la voce stridula di Titina) “Vedrete come diventa grande!”, mah… Se diventa grande, ‘nci sciuppu ‘na bella fogghia e ‘ncia portu a idda! Mi si ‘rraspa… ‘aundi sacciu jeu! Cu tutti ‘i ficaràzzi! (si ferma e annusa l’aria) Oh, focu meu! (alla cameriera) ‘Sti pettegoli mi fìciru ‘bbrusciàri ‘u RAGù!
Carmela si precipita verso l’abitazione borghese ed esce a destra.

Cameriera (non si accorge di essere sola, indica la pianta sul tavolino) ‘U BAMBù? Ma no, donna Carmela… è na pittàra! (vede di essere sola) E ora aundi jiu? (prende le tazze le rimette sul vassoio) Mah! E mancu su ‘mbivìru ‘u thé… nc’era mintùtu puru ‘ddui cucchiari ‘randi ‘i zuccheru ognuna! ‘Nciu fici bellu duci! Mah…
La cameriera esce a destra (abitazione borghese)

Turi e Giovanni rientrano dalla comune.
Giovanni e Turi (stanno confabulando mentre guadagnano il centro della scena)

Giovanni (ha in mano un passamontagna. Guardandosi intorno con circospezione) Compàre, allora hai capito tutto?

Turi (finge sicurezza) Certo! (col capo fa segno di no, verso la platea)

Giovanni (c. s.) Ricapitoliamo…

Giovanni e Turi (sono nei pressi dell'osteria)

Giulia, che indossa già i grossi occhiali coi quali vede bene, apre la finestra a destra e li spia.

Giovanni e Turi (non si accorgono che, da questo momento, saranno spiati)

Giovanni (continuando) Noi arriviamo in banca alle…?

Turi (confuso) …alle cinqu… (Giovanni lo fulmina) Alle sei… (occhiataccia di Giovanni) Eeeh, sett… (Giovanni è inviperito. Turi inizia a portare la mano ad altezza spalla e poi rilasciandola, pronuncia i numeri, facendo il verso al gioco della “morra”, mentre Giovanni partecipa, inconsapevole) Ott…  Trrr! Nov… Trrrr! Dieci… Trrr ‘ttà!

Giovanni (si blocca, seccato) E chi jucàmu, ‘a murra? Mah! (perentorio) Arriviamo in banca alle dieci in punto della mattina del concorso! (con fare di chi confabula) E da dove entriamo?

Giulia (continua ad osservare: ancora non ha ben capito)

Turi (ci pensa un po’) Eeeh, eeeh… (pensando di dire una cosa ovvia) …dalla porta!

Giovanni (sarcastico) Sì, e prima ‘nci sunàmu ‘u campaneddu! Entriamo dai canali della fogna!

Turi (alla platea) …belli ‘mprofumati!

Giovanni (con fare di chi confabula) E appena entriamo in banca cosa diciamo?

Turi (ci pensa) Scusati, ma chi catinazzu mangiàu ‘ddu ‘bbestia chi scarricàu l’acqua?

Giovanni Ma nooo! Dobbiamo urlare (a voce bassa, guardandosi attorno con circospezione): “Mani in alto! Questa è una RAPINA!”

Giulia (adesso ha capito tutto ed è sconvolta)

Turi (sconvolto, guarda prima la platea, poi Giovanni) Una rapina? E chi rapinàmu?

Giovanni Sordi! Eh, eeeh! (enfatico) Sordi LIQUITI!

Turi (spaesato) Allura 'nd’avìmu ‘a purtàri nu pocu 'i buttigghi…

Giovanni (disperato) Focu meu! (cerca di recuperare la calma) Segui me: subito dopo che entriamo, tiràmu fora ‘a pistola…

Turi (sbalordito) ‘A pistola? Ma tu sei sicuro che NOI possiamo fare una rapina?

Giovanni Certo! Sarà (sillabando) fa-ci-lis-si-mo! Come uno schiocco di dita! (prova più volte a schioccare le dita, invano) Vabbé, capiscìsti…

Turi (perplesso) Mah…

Giulia ccosta delicatamente l’anta della finestraed esce di scena.

Giovanni (perentorio) Non mi credi? Aspetta… (mette una mano in una tasca ed estrae un foglio piegato. Lo spiega) Guarda! L’ho disegnata io! È precisa (sillabando) al mil-li-me-tro! (mima una piccola unità di misura) è la mappa della banca!

Turi (divertito, mima la piccola unità di misura) Tanta pìcciula? è una MAPPINA!

Giovanni Varda 'ccà: (indica sul foglio) questa è la porta, cu tutti ‘i telecameri…

Turi (confuso) Allura ‘ndi ripigghinu? Nd’avimu a vistìri ‘bboni!

Giovanni (ignorandolo) …qui ci sono gli sportelli, più avanti c’è l’ufficio del Direttore, a destra i bagni e… cosa c’è qui a sinistra? La cass… la caaass…

Turi (confuso) La caaaass… ‘A cassalòra!

Giovanni (seccato) Sì, cusì calàmu ‘a pasta… (adirato) Qui c’è la cassaforte!

Turi (annuisce, perplesso) E comu ‘a japrìmu?

Giovanni In questi giorni sono riuscito a scrutare più volte il cassiere, da una postazione TOPPI secret…

Turi (incuriosito) E quali?

Giovanni ‘U bar ‘i facci ‘a banca! Mi è costato tanti sacrifici! Ho dovuto agire in incognito (gli si avvicina) Mi sono dovuto... travestire 'i fimmina!

Turi (sconvolto ma divertito) 'I fimmina, tu?

Giovanni (annuisce, poi si atteggia, con voce femminile) ...e non sai chi fimminùni era!

Turi (porta una mano sulle zone intime di Giovanni) Ehi lupu!

Giovanni Una giornata intera al bar, travestito! (con voce femminile) E non sai 'u burdellu quandu eppi 'a jiri 'o bagnu! Bagno uomini o donne? Vado di qua o vado di là? Di qua o di là?

Turi (divertito) E aundi jisti 'a fini?

Giovanni (con voce femminile) Non potevo farmi scoprire! Mi piasciài dancoddu!

Turi (ride divertito) Ehi masculazzu!

Giovanni (fa spallucce) Ma almeno adesso sappiamo come aprire la cassaforte…

Turi (perplesso) E comu?

Giovanni (si guarda attorno, poi mormorando e inscenando un goffo balletto, che Turi replica in leggera differita) Mezzo giro a destra, un giro a sinistra, tre quarti verso Est, cinque ottavi a Sud e tre decimi verso Nord…

Turi (pensieroso) 'A tipu Macarena, va…

Giovanni Ma quali Macarena, Maccarrùni! (seccato) Ripeti: mezzo giro a destra…

Turi (in difficoltà) …un quarto di giro a sinistra, sei undicesimi pi ‘ccà, (confuso) centu grammi ‘i prosciuttu, (indica con le dita) tantu ‘i pròvula…

Giovanni (sarcastico) Sale quanto basta e un pizzico di pepe! (adirato) Non ci siamo! Vabbé, tanto lo ricordo io! Ora non ci resta che provare il passamontagna! (gli porge il passamontagna e si porta vicino all’osteria)

Turi (indossa il passamontagna, ma al contrario: ha il volto completamente coperto. Procede con la “passerella”)

Dalla comune entra il Maresciallo.
Maresciallo (dopo un paio di passi, si ferma: osserva la buffa passerella di Turi)

‘Ntoni entra da sinistra (osteria).
‘Ntoni (si ferma: osserva la buffa passerella di Turi)

Turi (prosegue con la sua buffa passerella, con movenze leggermente effeminate, muovendosi da destra a sinistra)

Giovanni (appena vede il Maresciallo, piega la planimetria della banca e fa come per sventolarsi. Finge calma ma è agitato. Cerca di avvisare Turi fischiettando e con la mimica)

Turi (non vede, avendo il passamontagna al contrario. Procede con la “sfilata”) Come mi sta?

Giovanni (tossisce per avvisare Turi) Cof, cof…

‘Ntoni (si porta vicino a Giovanni, sembra chiedere spiegazioni)

Turi (prosegue con la “sfilata” verso la comune dove c’è il Maresciallo:) E allora? Cosa sembro?

‘Ntoni (mormorando) Un cretinu!

Turi (toglie il passamontagna: osserva il Maresciallo, impaurito) Buongiorno Eccellenza! 

‘Ntoni (abbozza un goffo saluto militare) Salutiamo, illustrissimo Tenente Colonnello Caporalmaggiore!

Maresciallo (ricambia il saluto, divertito) È sufficiente “Maresciallo”, Remo Mori.

Giovanni (abbozza un goffo saluto militare) Maresciallo Mori…

Turi Maresciallo Mori Remo!

Giovanni (gli dà una gomitata)

‘Ntoni Maresciallo, io sono ‘Ntoni Romeo, proprietario dell’ANONIMA osteria…

Turi (rinfrancato) Ed io sono...

‘Ntoni ...'nu stortu! Precisamente 'u stortu 'i me figghiu Turi, Maresciallo...

Giovanni (si pavoneggia) Io sono Giovanni, un amico di Turi…

‘Ntoni (sarcastico) L’amicu stortu ‘i me figghiu ‘u stortu!

Maresciallo (a Turi) Giovanotto, che stavi facendo con quel passamontagna?

‘Ntoni (si avvicina al Maresciallo) Bravu Maresciallu! (sguardo torvo verso Turi)

Giovanni (in difficoltà) Aviva friddu… e si misi ‘u passamontagna!

‘Ntoni (perplesso) Friddu? Ma si ‘nci sunnu 35 gradi!

Giovanni (in difficoltà, abbozza) Eeeh, non ci sono più le QUATTRO stagioni...

Turi (fa spallucce, è in difficoltà) Aviva friddu…

‘Ntoni (infastidito, a Turi) Certu, pirchì ‘u ciriveddu non ti lavura mai, quindi è friddu…

Turi Eh no! ‘U me ciriveddu lavura! Infatti abbiamo una novità! (prende sottobraccio Giovanni ed i due si pongono dinanzi a ‘Ntoni)

‘Ntoni (perplesso) No! Pi ll’anima di morti! ‘Sti cosi TRANSESSUALI, ‘a me casa NO!

Turi e Giovanni (si divincolano l’uno dall’altro)

Turi Ma no! Chi capiscìsti! Io e Giovanni (fiero) entreremo in banca! Faremo il colp…

Maresciallo (ha un sussulto)

Giovanni (lo interrompe) Il concorso! Sì, (scandisce) con-cor-so…

‘Ntoni (incredulo ma contento) Facìti ‘u concorsu?

Turi (fa cenno di no col capo, ma la risposta di Giovanni lo blocca nuovamente)

Giovanni (reticente) Siii… (mormorando) in un certo senso…

Maresciallo (ingenuo) Oooh, che ragazzi giudiziosi!

Turi Sì, stiamo già studiando come entrare in…

Giovanni (interrompe Turi, con sorriso nervoso) …in sintonia con il mondo del lavoro!

Turi ‘I stamu studiandu tutti, in pratica, per entrare in ba…

Giovanni (c. s.) …barba ai raccomandati!

‘Ntoni (impettito) Bravi! Sono fiero di voi! (poi si piega) Ahiai, ‘a schiena!

Giovanni (indica l’osteria) …stavamo andando a studiare! Col vostro permesso!

‘Ntoni (contento) Certo! Bisogna prepararsi bene per entrare in banca! (mormorando) Soprattutto p’i scecchi comu a vui…

Maresciallo Bravi ragazzi! Studiate, mi raccomando!

Giovanni (prende sottobraccio Turi, i due salutano con un cenno il Maresciallo e, nel dirigersi verso sinistra, confabulano a soggetto)
Turi e Giovanni escono a sinistra (osteria).

‘Ntoni Maresciallo, accomodatevi! Posso offrirvi un bicchiere di vino?

Maresciallo (austero) No, grazie! Sono in servizio!

‘Ntoni Mezzo bicchiere? (mima il mezzo bicchiere)

Maresciallo (ci pensa un po’) Va bene, mezzo lo accetto!

‘Ntoni (verso la platea) è a MEZZO servizio ‘u maresciallu! (verso il Maresciallo) Accomodatevi, vado a servirvi! (si piega) Ahiai, ‘a schiena!
‘Ntoni esce di scena a sinistra (osteria).

Maresciallo (alla platea) Pensano di corrompermi con mezzo bicchiere di vino! Non sanno che ci vuole ben altro! (sarcastico) Ammenu ‘na butti, va… (con tono di chi rivela) Da queste parti stanno organizzando cose illecite, illegali! Pensano che io sia fesso! Che non lo abbia capito! E invece… (si dà una pacca alla tempia) Eh, haiu nu cirivèddu, modestamenti! Già ho capito tutto… Quasi tutto: ancora non capiscìa chi vonnu fari! E mancu cui… Ma questi sono dettagli… (si siede su una delle sedie nei pressi dell’osteria)

‘Ntoni rientra da sinistra, con un bicchiere di vino, riempito per intero.
‘Ntoni (pone il bicchierino dinanzi al Maresciallo, sul tavolinetto Per servirla, Maresciallo! (si siede)

Maresciallo (leggermente contrariato) Avevo detto mezzo bicchiere…

‘Ntoni (sarcastico) Maresciallu, 'i bicchèri l'avimu tutti sani! Menzi non nd'avìmu...

Maresciallo (senza dare il tempo a ‘Ntoni di finire la frase, trangugia il vino, tutto d’un fiato)

‘Ntoni (guarda la platea con gli occhi spalancati)

Maresciallo (non visto da ‘Ntoni, fa una smorfia: non ha apprezzato il vino)

‘Ntoni (soddisfatto, si pavoneggia) Eeeh, era ‘bbonu…

Maresciallo Sì! P’a ‘nzalàta! (fa un’altra smorfia) ‘Cìtu era…

‘Ntoni (si schernisce) Vinu ‘maru, tènilu caru… (preoccupato) Maresciallo, se non sono indiscreto, come mai da queste parti?

Maresciallo (solenne) Vede, signor ‘Ntoni, io sono sempre VIGILE!

‘Ntoni (confuso) Vigili? Ma non siti carbinèri?

Maresciallo (serioso) Fra qualche settimana ci sarà il concorso per entrare in banca…

‘Ntoni Certu! Puru me figghiu ‘u faci, sintìstuvu!

Maresciallo Eeeh, come dire, il mio intuito mi dice che sono in corso… strani movimenti…

‘Ntoni (spaesato) Quali movimenti?

Maresciallo Movimenti sospetti, ambigui…

‘Ntoni (serio) Maresciallo, spiegàtivi megghiu…

MARESCIALLO (con tono di chi rivela) Giorni fa è stata avvistata una donna… al bar di fronte la banca, da sola…

‘NTONI (incredulo) Sula? (sarcastico) E pozzu crìdiri chi nuddu jìu ma ‘nzùrta?

MARESCIALLO …era brutta com’o scuru! Con due spalle così! (indica con le mani) Cu certi pila chi ‘nci niscìvinu di cazzetti… (disgustato) BRUUUTTA!

‘NTONI (incredulo) Maria vergini!

MARESCIALLO (annuisce) Se non fosse chi jeu, modestamenti, ‘i fimmini ‘i canùsciu, potrei arrivare a dire che parìva ‘nu màsculu!

‘NTONI (inconsapervolmente sarcastico) È uomo di mondo il nostro Maresciallo!

MARESCIALLO E questa… donna - ma (con enfasi) BRUUUTTA - ha guardato per tutto il tempo verso la banca…

‘NTONI (perplesso) Nenti di menu…

MARESCIALLO Già! È un segnale che si sta organizzando qualcosa… Ed io che, modestamente, haiu nu ciriveddu… certe cose le capisco!

‘NTONI (serio) Maresciallo, chi vulìti diri?

MARESCIALLO (con tono di chi rivela) Nel giorno del concorso, sulla banca, potrebbero convergere (con enfasi) interessi (sillabando) pe-ri-co-lo-si…

‘Ntoni (spaesato) Ah si?

Maresciallo Potrebbe essere chiunque, persone (sillabando) in-so-spet-ta-bi-li!

‘Ntoni (ripete, spaesato) Insospettabili...

Maresciallo Chissà, magari anche persone a lei molto... vicine!

‘Ntoni (incredulo) Puru!

Maresciallo (tronfio) Ne sono sicuro! Si sta orchestrando qualcosa di… losco! E il mio fiuto (odora platealmente) non sbaglia mai! Ho sentito il FUMUS del reato!

‘Ntoni 'U FUMUS? Ma no, maresciallo! è 'u ragù chi fìciru ‘nto dottori Quattrocchi!

Maresciallo (perplesso) Mah! Può darsi abbia preso un ABBACCHIO!

‘Ntoni No, no, maresciallo! (annusa il profumo, sospira) Aaah! È ragù puru oggi!

Maresciallo Ma che si sappia: noi siamo vigili! (si alza) La saluto, signor ‘Ntoni!

‘Ntoni (pensieroso, ricambia il saluto) Vi saluto Maresciallo!
Il Maresciallo esce di scena dalla comune.

Peppe e Giulia entrano da destra (casa borghese).
Gliulia (ha i grandi occhiali nuovi fatti dal padre)

Peppe Buongiorno ‘Ntoni!

‘Ntoni (gioviale) Buongiorno dottore!

Giulia (cammina accanto al padre, con passo sicuro. Oramai vicina 'a ‘Ntoni, dà la mano in modo sicuro) Buongiorno ‘Ntoni!

‘Ntoni Buongiorno! (verso Peppe) Ma, sbaglio o... (mima le due "palle")

Peppe (tronfio, annusce col sorriso sulle labbra e mima le due "palle") Grazie e queste straordinarie lenti la mia Giulietta adesso vede tutto!

Giulia (mormorando, sibillina) Puru troppu vitti...!

Peppe (gioviale) Signor 'Ntoni, vi vedo raggiante! Come mai?

‘Ntoni Eh sì! Anche mio figlio farà il concorso per entrare in banca!

Giulia (lancia sguardi di dubbio alla platea)

Peppe Oh, bene! Certo, non sarà facile! Bisogna essere preparat… (si impappina) preparat… (seccato) S’hav’a studiàri, jamu!

‘Ntoni Uuuh, dottori! Mio figlio ha capito che per entrare in banca non deve sbagliare nulla!

Giulia (mormorando, sibillina) …sinnò finisci ‘o friscu! (mima le manette)

Peppe Certo, studiare è importante, però…

‘Ntoni Però…?

Peppe (mormora) Con voi posso parlare: Piero è un idealista, un sognatore, ma io so bene come vanno queste cose e, alla fine, ho deciso di interven… (si impappina) interven…

‘Ntoni (sarcastico) ‘Ngrippàu danovu…

Giulia (si avvicina a ‘Ntoni e anticipa Peppe) ‘Nci misi ‘u cugnu pi mi vinci ‘u concorsu…

Peppe (di scatto intima il silenzio alla figlia) Sssch! Ché anche i muri hanno orecchie…

Giulia (sibillina) Eeeh, e puru occhi… (mima le due “palle”)

Peppe (incurante) Dopo che avrà il posto in banca, troveremo per lui una ragazza dai nobili natali… degna di mio figlio!

‘Ntoni (sarcastico) Certu: non si pìgghinu si non ‘ssi ‘ssumighinu!

Giulia (sibillina) No, no… si pìgghinu! Puru chi non si ‘ssumigghinu! Eccomu si ‘ssi pìgghinu! (Peppe e ‘Ntoni non capiscono, ma non se ne curano)

Peppe (guarda l’orologio) S’è fatto tardi… Andiamo, Giulietta… Vi saluto!

Giulia Vi saluto ‘Ntoni… (mormorando) Attenzione non mi studia troppu vostru figghiu…

‘Ntoni (perplesso) Vi saluto… (si tocca la schiena) Ahiai!
Giulia e Peppe escono di scena dalla comune.

La venditrice ambulante entra dalla comune.
Venditrice (ha una cassetta con ortaggi) Haiu pira, puma, patàti!

'Ntoni (seccato) Sulu tu mi ‘mmancàvi ora…

Venditrice (gli si avvicina un po’) Li péschrichi ‘russi, péschrichi pasta gialla, nuci peschi!

'Ntoni Non è ‘u momentu…

Venditrice (ancora più vicina) Li cipuddhi ‘i Tropea, pipi, pumadòru, mulingiàni…

'Ntoni (la affronta) Non vulìmu nenti, ti dissi…

Venditrice (gli si struscia addosso) Mancu a mia vulìti? Vui siti vedovu… Ieu sugnu… gratis!

'Ntoni (la allontana) E torna ‘a coppi! Vatìndi! Via! Sciò! Smamma!

Venditrice (va verso la comune) Haiu pira, puma, patàti…
La venditrice ambulante esce dalla comune.

Le luci si abbassano gradualmente

‘Ntoni (riprende a sistemare davanti l’osteria, ma rimugina) E ora anìti ca vista 'nci vinni puru 'a parola ‘a Giulietta? (rimugina) Attentu ‘a vostru figghiu, non mi studia troppu… (passaggia da destra a sinistra e viceversa, ogni tanto si ferma) E poi ‘u Maresciallu chi faci ‘u Vigili! Mah! ‘U concorsu ‘a banca! Interessi pericolosi! Persone (scandisce) insospettabili! Chi vossi diri ‘u Maresciallu? Persone a me molto vicine! Mah! ‘I me vicini (indica l'abitazione borghese) sunnu bravi cristiani! Me’ figghia Anna, ‘a mara, bucca havi e palora no! ‘I cu parra? (ci pensa ancora) Me figghiu… è tuttu stortu! Va an giru cu passamontagna cu stu caddu! Figuramundi! (si mette a sistemare le sedie, ci pensa su) ‘U passamontagna… ‘a banca! ‘U FUMUS! Malanova! Cu sapi chi voli jarmàri! Turi! Oooh Tuuuri! (‘Ntoni si precipita verso l’osteria) Tuuu-ri! Si ti pigghiu!


Fine Secondo Atto



ATTO TERZO

Medesima scena degli Atti Primo e Secondo, con l’aggiunta di una grande pianta di fico d’india (anche cartonato) in prossimità dell’abitazione borghese.

È il giorno dopo del concorso in banca. Mattino presto.


SIGLA


Le luci si alzano, gradualmente


STOP SIGLA


Sirene spiegate di mezzi delle forze dell’ordine.

Il Maresciallo entra dalla comune.
Maresciallo (è agitato. Ha un taccuino, oltre ad un foglio piegato ed una penna, nel taschino. Osserva guardingo)

STOP Sirene spiegate di mezzi delle forze dell’ordine.

Maresciallo (alla platea) Si sono barricati dentro! Eeeh, pensano di fregarmi, di sviare le indagini! (fiero) Non sanno con chi hanno a che fare! Non sanno che io, modestamente, ho già capito tutto di quello che è successo ieri in banca, durante il concorso! (si dà una pacca alla testa) Modestamente haiu nu ciriveddu! Non capiscìa mai pirchi non mi fìciru Tenente… Ho già capito tutto, ma li torchierò lo stesso! Li farò cantare io! (va prima verso l’abitazione borghese, poi verso l’osteria: origlia) Non si sente rumore… Sicuramente sono terrorizzati! E ora chi fazzu? ‘Nci bussu? Spettu mi nésciunu? La giustizia non può aspettare!  (prende la rincorsa e si scaglia verso la porta dell’osteria, per sfondarla. Prima che arrivi all’impatto con la porta…)

‘Ntoni (apre la porta)

Maresciallo (farà un capitombolo all’interno dell’osteria, del quale si sentirà solo il frastuono)

RUMORE DI CAPITOMBOLO

v.f.s. ‘Ntoni Focu meu! Maresciallu!

v.f.s. Anna Chi succidìu?

Il Maresciallo entra da sinistra (osteria)
Maresciallo (uscendo dall’osteria sistema il vestito un po’ sgualcito) Eh... chi succidìu…

‘Ntoni e Anna entrano da sinistra (osteria)
‘Ntoni (mentre procede) Anna, CUMBOGGHITI!

Anna (si sistema, seccata)

Maresciallo (alla platea) Si schiantàu puru ‘a porta… e si japrìu sula!

‘Ntoni Maresciallo, Vi piacìu cusì tantu ‘u vinu? Bastava bussare… Cosa è successo?

Maresciallo (incalzante) Cosa è successo dovete dirmelo voi!

‘Ntoni (gioviale) Eeeh chi! (inconsapevolmente sarcastico) Mancu s’era statu ‘na rapina!

Maresciallo (austero) Non è il momento di scherzare! Procediamo con ordine: nei giorni precedenti al concorso in banca, avete notato movimenti strani?

Anna (ci pensa un attimo) No, niente…   

Maresciallo (austero, verso ‘Ntoni) E lei?

‘Ntoni (ci pensa un po’) Eeeh, sì! Pi diri ‘a verità, sì…

Maresciallo (soddisfatto) Oh, benissimo! Che ha notato di strano?

‘Ntoni …che mio figlio e ‘u so amicu si sono messi a studiare seriamente!

Maresciallo (spazientito) E quindi?

‘Ntoni …erano molto preoccupati. Sembravano più preoccupati di come entrare che dalle domande!

Maresciallo Che ragazzi scrupolosi! Fossero tutti come loro a quest’ora non saremmo qui… (inquisitorio) E per quanto riguarda (a voce bassa) il vicinato, avete notato qualcosa di anomalo rispetto al solito?

Anna (ci pensa un attimo) No, niente…

‘Ntoni (reticente) Eh, veramente sì...

Maresciallo (inquisitorio) E cosa?

‘Ntoni (restìo) Maaa... niente di particolare… (indica la pianta di fichi d’india) solo quella pianta strana… quella pittàra, va…

Maresciallo (inquisitorio) E che ha di strano?

‘Ntoni Era piccola così (indica con le mani), ma in quindici giorni guardate quanto si è fatta! E... (reticente) certi ficaràzzi, Maresciallu… Eee…

Maresciallo (osserva la pianta) Quali… ficaràzzi? Lì non ce ne sono!

‘Ntoni (reticente) Eee, come direee… (costernato) Noi siamo poveri, non abbiamo da mangiare e, chi vulìti, Maresciallo… chi vulìti…

Maresciallo (spazientito) Jeu, nenti! (recupera la calma) Spiegatevi meglio…

‘Ntoni (costernato) C’era questa bella pittàra cu ‘sti ficaràzzi tanti (indica con le mani) e....

Anna (ingenua) Papà che hai fatto?

‘Ntoni …di nascosto ‘nci futtìa ‘nu panàru i ficaràzzi!

Anna (incredula) Ma…

‘Ntoni (annuisce) E mi mangiài tutti!

Maresciallo (incredulo) Nu panàru ‘i ficaràzzi vi mangiàstuvu?

‘Ntoni (annuisce, porta una mano sullo stomaco, alla platea) Stuppài!

Maresciallo (adirato) Ma cosa state dicendo?

‘Ntoni (annuisce, plateale) Lo confesso! Sono stato io! Arrestatemi, Maresciallo! (gli porge le mani, incrociate) Mi PROSTITUISCO!

Maresciallo (seccato) E ora chi facìmu, l’interrogatoriu pi ‘nu panàru ‘i ficaràzzi? Siamo qui per indagare su eventi (enfatico) molto più gravi!

‘Ntoni (mortificato) Valìvinu ‘a pena, Maresciallu, cridìtimi!

Maresciallo (stizzito) Lasciamo perdere! Stiamo solo perdendo tempo!

Carmela e Giulia entrano da destra (abitazione borghese).
Giulia (indossa i buffi e grandi occhiali grazie ai quali vede bene)

Carmela (dopo pochi passi) Focu meu! Chi succidìu?

‘Ntoni Maresciallo, ecco la signora Carmela, moglie del dottore Quattrocchi, e la figlia Giulia… (lo spinge platealmente verso le due)

Maresciallo (procedendo) Signora Quattrocchi…

‘Ntoni (prende Anna sottobraccio e, con passo felpato, cerca di rientrare all’osteria)

Maresciallo (lo vede con la coda dell’occhio e si gira. Perentorio) Alt! Dove state andando?

‘Ntoni e Anna si bloccano, alzano le mani in alto.

‘Ntoni (intimidito, in difficoltà) Eeeh… mi vi pigghiu ‘nu bicchèri ‘i vinu, Maresciallu…

Maresciallo Per carità! (mormorando) ‘Na vota si futti ‘a vecchia… (perentorio) Accomodatevi là! (indica le sedie poste di fronte l’osteria)

‘Ntoni e Anna (visibilmente impauriti, vanno a sedere sulle sedie vicino l’osteria)

Carmela Maresciallo… chi succidìu?

Maresciallo (con impeto) Questo dovreste dirmelo voi… Iniziamo dalla signorina! Vi ricordo che si va sul Penale!

Carmela Maresciallo! Giulietta è ancora una bambina. Idda ‘sti cosi… n’e sapi, n’e vitti mai…

Maresciallo (seccato) Va bene! Allora mi dica lei! Ha visto qualcosa di strano? E non mi riferisco alla straordinaria crescita di quella pianta di… ficaràzzi (la indica)

Carmela (incredula) Focu meu! Puru vui ‘u sapìstuvu? E cu vu dissi? (‘Ntoni si schernisce) Sicuramente furu mé cummari Titina e so’ soru Pina, ciàuli e pettegoli chi autru non su’…

Maresciallo (spazientito) Oh santa pazienza! Mi dica se ha notato qualcosa di strano!

Carmela (decisa) Veramente sì! Di notte, in questo cortile, ci sono stati strani movimenti…

Maresciallo (incalzante) E che tipo di movimenti?

Carmela (vaga) Movimenti… (roteando una mano mima un furto)

MARESCIALLO (incalzante) PERPETRATI da chi?

CARMELA (spiazzata) PETRÀTI? Non fici ‘a tempu mi ‘nci scapùlu, ‘ddù petràti: fatto sta chi mi futtìru ‘i ficaràzzi dalla mia pittàra, eccu!

‘Ntoni (si alza. Anna gli va dietro. Costernato) Maresciallo, vu dissi: sono stato io! Arrestatemi! Sono pronto a SPIARE la mia colpa!

Carmela (spiazzata) Siete stato voi?

‘Ntoni Sì. Avìvimu fami e simu senza ‘na lira. (le si getta addosso) Perdonatemi! Mi offro in sacrificio per la giustizia. Maresciallo, ‘ttaccàtimi, jamu! Mi PROSTITUISCO!

Carmela (dispiaciuta, lo aiuta a rialzarsi) Anche io vengo da una famiglia povera e so bene che (con enfasi) ‘a fami è fami! Non vi dovete scusare! (sarcastica) Ammenu dicìtimi com’èrinu!

‘Ntoni (sarcastico) Ch’i spini!

Maresciallo (imbestialito) Ma insomma! è possibile che nessuno sappia niente? E se queste erano le persone informate sui fatti… simu a ‘ppostu…

Dalla comune entrano Commare Titina e Pina.
Titina Scusate, Maresciallo, se si parla di persone informate sui fatti, nui non putìmu mancàri!

Carmela (mormorando) E certu…

Maresciallo (si frega le mani) Bene! Siamo a un momento decisivo per le indagini! Voi altri, per cortesia, accomodatevi! (indica le sedie)

‘Ntoni e Anna vanno a sedere a sinistra, sulle sedie davanti l’osteria,

Carmela e Giulia vanno a sedere a sinistra, su quelle davanti l’abitazione borghese.

Maresciallo (fiducioso) Iniziamo! (a Titina) Lei è la signora…?

Titina Sono signorina io! Signorina Titina… (il Maresciallo prende nota sul taccuino)

Maresciallo (a Pina) E lei è la signora…?

Pina Sugnu (con enfasi) ‘a soru! E sono signorina pure io! Signorina Pina…

Maresciallo (annota) Pina e Titina…

‘Ntoni …chi fannu pettegolezzi da matìna ‘a sira e da sira ‘a matina! (smorfia di Titina)

Maresciallo (furente) Silenzio! Signorine, quanti anni avete? (fa come per prendere nota)

Pina (incredula) Uuuh, focu meu!

Titina Non si chiede l’età alle (con enfasi) signore!

Maresciallo (in confusione) Ma allora non siete signorine! Siete signore!

Titina (porta le mani sotto il seno, civettuola) Signorine, vi dissi!

Maresciallo Forza, ripetete: “Giuro di dire tutta la verità, nient’altro che la verità”

Pina (porta la mano in petto) Giuro di dire la verità…

Titina (porta la mano in petto) …TUTT’ALTRO che la verità! (finge costernazione) Uuuh, mi fuìu!

Maresciallo (imbestialito) Santo cielo! Se avete qualcosa da dire, ditelo adesso o tacete per sempre…

Carmela (mormorando alla platea) Fussi veru!

Pina (acida) No, Maresciallu... (dispiaciuta) Nui non sapìmu nenti…

Titina Vìnnimu propria mi sapìmu chi succedìu! (finge disappunto) Uuuh, mi fuìu!

Maresciallo (imbestialito) Adesso basta! Sedetevi, signore!

Titina e Pina (mentre vanno a sedere vicino Carmela, con tono dimesso) Signorine, comunque…

Maresciallo (imbestialito) Cose da pazzi!

Dalla comune entrano Turi e Giovanni
Giovanni e Turi (giù di morale, arrivano con le mani in tasca, guardando a terra. Inizialmente non si accorgono della presenza del Maresciallo)

Maresciallo (vedendoli arrivare) Oooh! Bene! Benissimo! 

Turi non solleva nemmeno lo sguardo

Giovanni (gli dà una gomitata. Avvicinandosi, un po' impaurito) Maresciallo carissimo!

Turi (balbetta per la paura) Ma-Ma-Maresciallo...

'Ntoni (alla platea) Non sulu stortu, ora puru 'birbu 'ddiventàu...

Il dott. Quattrocchi e Piero entrano da destra (abitazione borghese).
Maresciallo (osserva tutti, si frega le mani) Eccoli! Finalmente ci sono tutti i nostri indagati!

Piero (incredulo) Indagato io? E per cosa?

Peppe (perplesso) Indagati noi?

Turi (balbetta) E chi vo-voli di-di-diri “inda-da-daga-daga-dagati”?

Giovanni (gli tira una gomitata, mormorando) Chi si parri assai simu ‘rruvinàti!

Maresciallo (austero) Quanto accaduto in banca è di una gravità inaudita! Avanti! Cosa avete da dire? Cosa sapete sui fatti? (guarda Turi e Giovanni)

Giovanni fa lo gnorri, fischiettando

Maresciallo E voi, dottore Quattrocchi? (questi fa spallucce) E tu, Piero? (alla platea) Niente! Nuddu sapi nenti!

Titina (si alza in piedi, con orgoglio) Maresciallo, si non sapìmu nenti ieu e me soru, significa chi non sapi nenti nuddu! Non ci tenete sulle spine! (torna a sedere)

‘Ntoni (sarcastico) Chi già ‘ndi bastàru chiddi di ficaràzzi!

Maresciallo (sbuffa) Va bene! Esporrò io quanto è stato dedotto, sulla base dei nostri appostamenti e di quanto abbiamo (con enfasi) fe-del-men-te ricostruito…

Titina (petulante) Oooh oooh! Era ura! (tutti la guardano male)

Maresciallo Partiamo dai fatti: il qui presente dottore Peppe Quattrocchi, preoccupato per l’esiguo numero dei candidati che avrebbero superato il concorso, ha messo in atto pratiche (con enfasi) di cor-ru-zio-ne, finalizzate a sov-ver-ti-re l’esito del test, cercado di procurare vantaggi per il figlio…

Titina (si alza in piedi, petulante) Vulìti diri chi ‘nci misi ‘u cugnu mi tràsi ‘a banca?

Maresciallo (annuisce) Esattamente!

Titina Ma chistu ‘u sapìvimu tutti… (finge costernazione) Uuuh, mi fuìu... (torna a sedere)

Piero (furente) Papà, che hai fatto? Perché?

Peppe (mortificato) Figlio…

Piero (c.s.) Ti avevo chiesto di non farlo!

Peppe (c.s.) Perdonami, l’ho fatto per te, per vederti sistemato…

Titina (sarcastica, alla platea) Ora ‘u sistemàu pi festi e pi lavurànti…

Piero (disperato) Non è possibile... (furente, va verso le sedie occupate dalla propria famiglia. Ne sposta una e siede dando le spalle ai suoi familiari)

Peppe (lo segue, invano, poi si siede vicino la moglie)

Giovanni (sollevato) Maresciallo, e noi che c'entriamo?

Maresciallo (solenne) Ripartiamo dai fatti: i signori Turi e Giovanni sono stati colti mentre cercavano di entrare in banca dalla fogna...

'Ntoni (si alza e fa come per scagliarsi contro il figlio) Deficienti! (torna a sedere)

Turi (fa un passetto in avanti, pentito, balbetta per la paura) Ma-Ma-Maresciallo...

Giovanni (lo va a riprendere e lo riporta indietro, mormorando) Statti zittu!

Maresciallo (inquisitorio) Intanto, perché stavate entrando dalla fogna?

Turi (titubante) Eeeh (balbetta per la paura) Ma-Ma-Maresciallo...

Giovanni (preoccupato) Eeeh, come dire…

Maresciallo (bonariamente) I due ragazzi non lo vogliono dire… perché sono troppo timidi! Ma io, modestamente, haiu ‘nu ciriveddu e ho capito TUT-TO!

Titina (incalzante) E jamu, Maresciallu, dicìtindi! (tutti la guardano male)

Maresciallo Sono entrati dalla fogna perché dopo aver saputo che qualcuno (indica il dott. Quattrocchi) voleva fal-si-fi-ca-re il concorso, hanno deciso che non potevamo permetterlo e, per far trionfare la giustizia, hanno pensato di entrare di nascosto, rinunciando addirittura a partecipare ad un test per il quale avevano tanto studiato!

Turi (stupito, balbetta) Tu-tu-tutti ‘sti cosi fì-fi-ficimu?

Giovanni (gli rifila una gomitata)

‘Ntoni (incredulo) Maresciallu ma sìti sicuru?

Maresciallo (annuisce) Il mio intuito non sbaglia mai!

Giovanni (felice, gli si getta addosso) Maresciallo, siete un genio!

Maresciallo (scaccia Giovanni)

Peppe (furente) Ma, Maresciallo…

Maresciallo Silenzio! I due ragazzi riceveranno una medaglia al valore! Hanno sacrificato settimane di studio pur di far trionfare la giu – sti - zia!

Giovanni (fiero, verso Turi) Siamo due eroi!

Peppe (verso il Maresciallo, furente) Ma qui siamo all’assurdo!

Maresciallo (professionale) Silenzio! Nel pomeriggio procederò con l’invio delle carte al Giudice per il processo al dottore Quattrocchi ed al figlio…

Piero (furente) Maresciallo, ma io non c’entro nulla! Sono vittima!

Maresciallo (professionale) Sì, dicono tutti così! Lo deciderà il Giudice…

Giovanni (sollevato) Tutto è bene quel che finisce bene… Noi andiamo allora (fa come per congedarsi, frettolosamente) Poi vinìmu 'a Caserma p'a medaglia al valore…

Giulia (si alza e guadagna il centro della scena, con passo sicuro, perentoria) Fermi tutti! Lo so io come sono andate le cose!

Giovanni (frettoloso, si tira dietro Turi, preoccupato) Maresciallo, noi andremmo allora…

Maresciallo (professionale) Fermi! Ascoltiamo cosa ha da dire…

Giovanni (innervosito) Ma, jamu, Maresciallo: 'u sapìmu tutti chi... non vidi nenti...

Peppe Eh no! (prende gli occhiali che Giulia indossa: lei socchiude gli occhi e si muove a tentoni) Grazie a queste straordinarie lenti (tutti, tranne il Maresciallo, mimano le due "palle") la mia Giulietta ci vede benissimo! È vero, Giulietta?

Giulia (in difficoltà perché priva degli occhiali) Sì, si mi duni, sì...

Peppe (costernato, rimette gli occhiali indosso alla figlia)

Maresciallo (professionale) Va bene: procediamo!

Giulia (si porta vicino al Maresciallo e gli dice due parole all’orecchio)

Maresciallo Accomodatevi! La signorina desidera conferire privatamente!

Turi Cosa?

Giovanni Chi voli diri?

Maresciallo Mi vòli parràri ‘nda ‘ricchi… (invita gli altri ad allontanarsi) Accomodatevi…

Turi e Giovanni vanno a sedere a sinistra.

Peppe e Piero vanno a sedere a destra.

Maresciallo (verso Giulia) Dimmi tutto!

Giulia (inizia a parlare all’orecchio del Maresciallo)

Maresciallo (alterna stupore a compiacimento mentre Giulia racconta) Incredibile! (Giulia racconta) Questi farabutti! (Turi e Giovanni tremano. Giulia racconta ancora) Cose da pazzi! Volevano fregarmi! (Turi e Giovanni tremano. Giulia racconta ancora) Incredibile! (il Maresciallo spiega il foglio che ha e lo controlla) è vero... è tutto corretto qui... (annuisce ed osserva il foglio per un paio di secondi)

Giulia (finisce il proprio racconto e va a sedere assieme ai membri della propria famiglia)

Turi e Giovanni la guardano malissimo.

Maresciallo (con il foglio in mano) Beh, ci ero andato vicino. Può capitare di non cogliere qualche sfumatura, qualche dettaglio. (si schernisce) Inezie! Ma l’andamento generale dei fatti mi era chiarissimo! Avevo capito tutto…

Giulia (mormorando alla platea) Uuuh!

Maresciallo (verso la famiglia Quattrocchi) Da una parte c’è un figlio che, ignaro delle malefatte del padre, ha studiato per superare il concorso, con grandi sacrifici, credendo che il proprio impegno sarebbe stato premiato! Lui è vittima! (Piero si agita) E cosa potremmo dire a un ragazzo che possiede questi princìpi?

Titina Chi non capiscìu nenti ‘i comu funziona ‘a vita… (finge rammarico) Uuuh, mi fuìu!

Maresciallo Questo ragazzo merita di vincere il concorso, perché ha dato tutte le risposte giuste! (esibisce il foglio) Un test perfetto! È giusto che entri in banca!

Piero (felice) Finalmente avete capito, Maresciallo!

Maresciallo (si dà una “pacca” alle tempie) Eh, modestamente, haiu ‘nu ciriveeeddu!

Giulia (perplessa) Uhm, uhm…

Maresciallo (verso Turi e Giovanni) Dall’altra parte, invece, abbiamo due ragazzi, due…

Turi (impaurito) Du-du-dueee...

Giovanni (ostenta sicurezza) Due ragazzi valorosi!

Maresciallo (perentorio) No! Due scansafatiche… che un bel giorno hanno deciso di organizzare… una rapina in banca!

Il Maresciallo cerca di avventarsi sui ragazzi, che iniziano a scappare. Dietro di loro anche ‘Ntoni. Via via tutti vanno all’inseguimento, urlando a soggetto. Solo Giulia rimane in disparte.
Giannetta entra da sinistra (osteria).

Giannetta (ha un bicchiere di vino e una pastiglia. Osserva sbalordita dalla porta dell’osteria)

Dopo un paio di giri, i personaggi si fermano, esausti, per prendere fiato. ‘Ntoni e Peppe sono al centro della scena, uno di fronte all'altro, entrambi sulle ginocchia.

Giannetta (perplessa) Ma chi è ‘stu burdellu? Puru ‘i Carbinéri ‘nci su! Non mi dicìti chi vìnniru mi sistemànnu ‘a situazioni i ll’acqua? Maresciallo, vidìti chi nui stamu ‘bboni cusì ‘nta nostra casa, senz’acqua!

Peppe (con aria di sfottò) Caro ‘Ntoni, alla fine mio figlio entrerà in banca… e prenderà un bello stipendio! E tô figghiu?

‘Ntoni (ansimando) Se è p’i chistu, puru me’ figghiu trasìu ‘a banca…

Peppe (sarcastico) E quantu pigghia?

‘Ntoni Eh, ora vidìmu... quandu ‘nci fannu ‘a causa, quantu pigghia…
   
‘Ntoni riparte alla rincorsa del figlio e di Giovanni, che scappano. Dietro di loro riparte la corsa degli altri, tranne Giulia, che rimane in disparte e Giannetta, che rimane sulla porta a sinistra con pastiglia e bicchiere di vino in mano. Dopo un paio di giri, è Giulia a porsi al centro della scena.

Giulia (a voce alta) Fermi tutti!

Tutti si fermano

Anna e Piero (sono vicini fra loro)

Giulia Devo dire un’altra cosa! Anzi, Piero e Anna devono dirci un’altra cosa che nessuno sa!

Titina (fiera, prende Pina sottobraccio) Ah, no! Nui ‘a sapìmu! Uuuh, mi fuìu!

tutti (la guardano male)

Anna e Piero (guadagnano il centro della scena)

‘Ntoni (perentorio) Anna, CUMBOGGHITI!

Piero (prende la mano di Anna)

Titina (mormorando) Ormai…

Piero Papà, mamma, signor ‘Ntoni: io e Anna… ci amiamo e vogliamo sposarci…

‘Ntoni (sembra contento) Oooh! Oooh! E una ‘a sistemàmmu! (si frega le mani)

Peppe Che cooosa?

Piero Sì, papà: è tutto vero!

Peppe Oooh focu meu!

Anna E c’è un’altra notizia…

‘Ntoni (perentorio) Anna, CUMBOGGHITI, ti dissi!

Titina e Pina (all’unisono) Ooormaaai...

Titina Prima s'aviva 'a copriri... (finge costernazione) Uuuh, mi fuìu!

Anna (cingendo Piero con un braccio) Sono incinta…

Piero Oooh, che bello, amore mio! (i due si abbracciano)

‘Ntoni Inci... Inci... Inci...

Peppe (sarcastico e con l’intento di umiliarlo) Chi nc'è? Ora ti 'mpunta 'a tia a lingua? (realizza solo ora, è sconvolto) Incinta?

Peppe e 'Ntoni (appena realizzano, accusano un mancamento)

Turi e Giovanni (cercano di sorreggere 'Ntoni)

Titina, Pina e Giulia (fanno lo stesso con Peppe)

Viene portata una sedia per ‘Ntoni e una per Peppe. Il Maresciallo viene importunato da entrambe le famiglie, va a destra e sinistra senza capirci nulla. Alla fine, anche il Maresciallo si ritrova a sventolare i due capofamiglia, che si riavranno ben presto.

Turi Forza, Maresciallu, purtàti ‘na seggia! Non vidìti?

Titina Maresciallu, sventuliàti ‘ccà!

Giovanni Prestu, Maresciallu! ‘Ntoni si sintìu mali!

Titina Maresciallu, currìti ‘ndi Peppi!

Maresciallo Ma insomma! E chi simu, ‘o prontu soccorso?

Giannetta (arriva in soccorso) Prestu ‘spartìtinci ‘sta pìnnula mi si ripìgghinu! (la divide e ne dà mezza a ‘Ntoni e mezza a Pepe)

‘Ntoni (prende la sua mezza pillola, beve un po’ di vino) Aaaah, aaah!

Peppe (prende la sua mezza pillola, beve un po’ di vino) ‘Nci vulìva!

‘Ntoni (a Giannetta) Ma ‘sta pìnnula pi chi era?

Giannetta è chidda i ll’undici! Chidda chi mi pigghiu p’a menopausa!

‘Ntoni Chi mala sòggira chi mi ‘mbattìu! (rinsavito, ma ancora seduto) Peppi, capiscìsti?

Peppe (rinsavito, ma ancora seduto) Capiscìa sì! (si alza in piedi)

‘Ntoni Avogghia mi ‘nci dicu “Anna, CUMBOGGHITI”… (si alza, ad Anna) Ma sî incinta pi ‘ddaveru?

Pina (anticipa Anna) Sì!

Titina ‘I tri misi, vinti iorna, (guarda l’orologio) tri uri e deci minuti! Masculéddu è! (finge costernazione) Uuuh, mi fuìu!

Carmela (sbalordita) E vui comu ‘u sapìstuvu?

Titina (fiera) ‘O spitàli haiu quattru medìci primi cugini, deci ‘nferméri sempri parenti mei, e ‘a caposala esti me cummari!

Peppe (sconvolto) Ma io volevo un matrimonio importante per Piero… Comu facìmu ora?

Carmela (perentoria) Facìmu ch’i dassi mi si marìtinu!

Peppe (perentorio) Mai!

Carmela (decisa) Anche io venivo da una famiglia povera, vengo dal popolo e ho conosciuto la fame. Pure noi abbiamo lottato contro la tua famiglia (con aria di sfottò, pronunciata con la “erre” moscia) ARISTOCRATICA che non voleva vederci felici e insieme! Ed ora siamo qui, più innamorati di allora, con due figli di cui andare fieri!

Peppe (perentorio) No, non lo permetterò!

Carmela (gli porta una mano sotto il mento e lo accarezza, con tono smielato, più ridicolo che passionale) E dai patatino…

Peppe (reagisce positivamente, con tono smielato) E no, polpettina…

Carmela (come sopra) E su cipollino…

Peppe (come sopra) Lo sai che non so dirti di no, cotolettina…

Carmela (come sopra) E allora dimmi di sì, costolettino mio…

‘Ntoni (si frega la mani) Stannu già facendu ‘u menù p’u matrimoniu! (verso Peppe e Carmela) Va ‘bbonu, va ‘bbonu! Se proprio insistete, v’u dassu pavàri a vui!

Peppe (cede) E va bene! Il matrimonio si farà!

‘Ntoni (felice) P’u vinu ma viu eu!

Maresciallo (fa una smorfia, mormorando) Pòviri ‘mbitàti…

‘Ntoni (lo prende sottobraccio) Maresciallo... ci sarà un matrimonio fra pochi giorni!

Maresciallo Lo vedo! (sarcastico) Vulìti ‘nu cunsigghiu p’i bomboneri?

‘Ntoni (affabile) No, Maresciallo… Voi comprendete che non sta bene che il figlio (con la “erre” moscia) dell’illustrissimo dottore Quattrocchi (lo chiama a sé) sposi una ragazza che ha il fratello in carcere… Non so se mi spiego…

Peppe Certo! (prende il Maresciallo dall’altro braccio) Maresciallo, che si può fare?

Giovanni (si intromette) ...ed anche per l’amico del fratello della sposa, un parente INQUISITO, jamu...

Maresciallo (perplesso) Eeeh, fatemi riflettere... (con enfasi) da solo! (più confuso che persuaso, si divincola da Peppe e 'Ntoni e va verso la comune)

Tutti (lo seguono e vanno a creare un capannello attorno a lui. Giulia, Turi e Giovanni, pur essendo assieme agli altri, sono vicini fra loro.

Maresciallo (perplesso, inizia a sfogliare il taccuino) Eeeh, che si può fare…

‘Ntoni (affabile) In fondo è stata una ragazzata…

Peppe (affabile) Una biricchinata!

Pina (affabile) Una bambinata!

Titina Eh jamu, Maresciallu! Non facìti ‘u carbinèri ora! (finge costernazione) Uuuh! Mi fuìu!

Maresciallo (perplesso) Eeeh, la fate facile voi… (mentre prosegue il conciliabolo…)

Giulia (dà una pacca sulla spalla a Turi e a Giovanni, e li invita a seguirla, vicino alla platea)

Ove possibile, si suggerisce di abbassare leggermente le luci sul conciliabolo.

Turi, Giulia e Giovanni parleranno con voce non troppo alta, come se confabulassero.

Giulia (pavoneggiandosi) Io potrei cacciarvi da questo guaio... Se solo (con enfasi) qualcuno si decidesse ad essere più gentile con me...

Titina e Pina (iniziano ad osservare da lontano, interessate).

Turi (perplesso) E cui?

Giovanni (stizzito) Comu cui? Tu, bestia!

Giulia Magari potremmo uscire qualche volta insieme... conoscerci meglio... (allusiva) fidanzarci... (con ampi gesti) e poi... chissà...

Turi (perentorio) Non se ne parla!

Giovanni (gli dà una gomitata) Ma chi dici, compàre!

Turi (c. s.) Ho detto di no!

Giulia (dispiaciuta) Peggio per te! (fa come per allontanarsi)

Giovanni (strattona vigorosamente Turi, gli indica di andare a riprendere Giulia, mima le manette e il carcere. Alla fine è Giovanni che va a riprendere Giulia e la riporta vicino Turi)

Titina (richiama l'attenzione di quanti sono presso il Maresciallo)

Turi (timido) Giulia... (Giovanni lo avvicina a Giulia platealmente)

Giulia (interessata, voce squillante) Siii...

Turi (finge un buffo romanticismo) Giulietta mia... (Giovanni lo avvicina di più a Giulia)

Giulia (c. s.) Siii...

Turi (c. s.) Questa sera... (Giovanni prende una mano di Turi e una di Giulia e le giunge) ti andrebbe di uscire con me? (Giovanni guarda Giulia e la invita a dire sì)

Giulia (voce squillante) Certo che sì!   

Turi (guarda verso il Maresciallo) Sempri si non mi 'ttaccànu...

Giulia (perentoria) Ci penso io! (prende la mano di Turi e si avvia verso il Maresciallo e gli atri. Lo trascina platealmente)

Giovanni (dietro Giulia e Turi) Mareciallo! Maresciallo!

Tutti (sono stupiti nel vedere Giulia e Turi mano nella mano)

Giulia (fa cenno al Maresciallo) Maresciallo... ci sarebbe un'altra cosa...

Maresciallo (fa cenno agli altri di allontanarsi) Sentiamo....

Tutti (si allontanano)

Giulia (parla all'orecchio del Maresciallo)

Titina (cerca di avvicinarsi per ascoltare)

Maresciallo (mentre Giulia parla) Sì! (Giulia racconta) Beh, certo! (Giulia racconta ancora) Giusto! Ed io questo stavo per dire!

Titina (rivela agli altri) Dici chi c’è sulu ‘u fumus…

Maresciallo (mentre Giulia parla) Esattamente, certo! (prende un po’ di fogli dal taccuino, li strappa. Si porta presso gli altri e distribuisce loro un paio di fogli ciascuno)

Tutti (osservano perplessi questi fogli)

Maresciallo (felice) Come mi ha fatto osservare Giulia, e come peraltro avevo già capito, nel caso di specie c’è ‘u fumus ma… non c’è ‘u focuS! (sorride)

‘Ntoni (speranzoso) Cioè?

Turi e Giovanni (ascoltano interessati)

Maresciallo Cioè: ‘sti ‘ddù deficienti, volevano fare la rapina, ma grazie al mio (con enfasi) puntuale intervento per… per… per far trionfare la giustizia, (tutti si producono in espressioni dubitative) la rapina non c’è mai stata!

Giovanni (felice) Minchia, veru!

‘Ntoni (speranzoso) E quindi?

Maresciallo (felice) Quindi l’unica rapina fu chidda chi ‘nci facìstuvu vui ‘e ficaràzzi da signora Carmela!

La cameriera entra da destra (casa borghese)
Cameriera (ha un vassoio con delle tazze da the) Qualcuno gradisce un po’ di thé? ‘U fici bellu duci!

Titina P’amuri ‘i ‘Diu…

Giulia (prende Turi dalla mano, compiaciuta)

Turi (è più rassegnato che felice)

Peppe (bonariamente infastidito) A postu sìmu!

Pina Eh si! A quanto pare... (indica Turi e Giulia) presto ci sarà un altro matrimonio!

Titina Comu si sapi ‘ndo paìsi… (finge disappunto) Uuuh, mi fuìu!

Peppe (infastidito) A postu sìmu!

La venditrice ambulante entra dalla comune.
Venditrice (ha una cassetta con ortaggi) Haiu pira, puma, patàti!

'Ntoni Ora siamo al completo…

Venditrice (gli si avvicina un po’) Li péschrichi ‘russi, péschrichi pasta gialla, nuci peschi!

'Ntoni ‘A paràmmu ‘a cresia…

Venditrice (ancora più vicina) Li cipuddhi ‘i Tropea, pipi, pumadòru, mulingiàni…

'Ntoni Aaah…

Venditrice (gli si struscia addosso) Mancu a mia vulìti? Ieu sugnu… gratis!

'Ntoni (ci pensa) Mah… sapìti chi vi dicu? Ora chi sistemài ‘e me ‘ddui figghi… forsi è ura mi mi pensu puru pi mia…

Venditrice E chi voli diri?

‘Ntoni (la abbraccia) Voli diri chi d’ora in avanti: (urla) Avìmu pira, puma, patàti!

Maresciallo (felice) Bene, possiamo procedere con l'archiviazione! (inizia a strappare i fogli che ha in mano e invita con lo sguardo tutti gli altri a fare altrettanto. A un certo punto si ferma) Scusati: ‘ammenu ‘a tutti 'sti matrimoni mi invitati?

‘Ntoni (felice) Vi ‘ssittàti ‘i latu ‘i mia, Maresciallu! Posto d’onore!

Maresciallo (si porta un passo avanti, al centro della scena)
Eeeh, cari amici, oggi ‘mparàmmu tutti cosi novi!
Certamenti ‘mparàru ‘sti ‘ddù belli giuvinotti, (indica Turi e Giovanni)
chi vulìvinu fari ‘na rapina in banca,
‘nu pocu pirchì su storti e nu pocu pirchì ‘u lavùru ‘mmanca:
‘i sordi, figghiceddi, non càdunu ‘nterra comu ‘i pira cotti!
Ora ‘u sannu chi si campa sulu travagghiandu onestamenti,
c’a sudùra d’a frunti, comu faci tutta sta bella genti! (indica il pubblico)
‘Nti sta vita ‘na cosa sula non s’havi mai a diri:
ieu ‘i dd’acqua non ‘ndi ‘mbivu,
pirchì poi non si sapi comu vai a finìri,
e ora vi spiegu undi vogghiu mi ‘rrivu.
‘U dottori Quattrocchi, chi pi ‘sso figghiu, ‘u maru,
vulìva na mugghièri ricca e altolocata,
s’eppi a ‘ccuntentàri d’a figghia ‘i ‘Ntoni ‘u putiàru,
che è bedda e brava, ma è ‘na ‘mara svinturàta!
E ‘Ntoni, ‘u maricchièddu:
“Cumbogghìti figghia,
sinnò cu’ ti pigghia!” 
n’autru pocu esti nonnu, ‘i ‘nu bellu niputèddu!
N’autra cosa esti importanti,
ed è ‘nu grandi insegnamentu, 
sia p’i giùvini chi p’i ‘randi:
quandu ‘ddui (indica Anna e Piero) su ‘nnamuràti,
vannu cuntra ‘o focu, ‘u mari e ‘u ventu,
e ne’ smòvi mancu ‘i cannunàti! 
Giuliedda, poi, ‘a ‘cchiù piccirìdda, ‘ndi ‘nsignàu a tutti
chi si puru unu nd’havi carchi difettu
vali quanti e ‘cchiù ‘i ll’autri, pirchì nuddu è perfettu.
L’importanti è essiri onesti e ‘ntelligenti. Non sciancati, orbi, belli o brutti!
E siccomu si fici tardu, l’ùrtima cosa vi vogghiu diri:
pi nui fu un grandi onùri ‘stu bellu pubblicu servìri! (finisce di strappare i fogli che ha in mano, ne fa coriandoli, invita gli altri lanciare i “coriandoli” in aria)

Tutti (lanciano i coriandoli in aria e la tensione si scioglie in una improbabile danza in cui tutti si troveranno a ballare con tutti, prima di uscire dalla comune).

Fine