ME’ FIGGHIU TRASìU IN BANCA

Commedia brillante in vernacolo reggino in 3 Atti - 9 personaggi di

Fortunato Tripodi


La storia racconta di due famiglie apparentemente accomunate soltanto dalla condivisione del cortiletto antistante le abitazioni, l’una dirimpetto all’altra: la famiglia Quattrocchi, borghese e dai nobili antenati, da un lato, e la famiglia Romeo, di estrazione popolare e povera, dall’altro.
Entrambe sono alle prese con la “sistemazione” dei figli: la famiglia Quattrocchi vuole offrire ai propri due figli un radioso e solido avvenire, mentre la famiglia Romeo, con i modesti mezzi di cui dispone, cerca di garantire un futuro quantomeno decoroso alla prole.
Gli eventi avvicineranno le due famiglie più di quanto la posizione delle loro abitazioni avesse mai fatto prima: le vicende finiranno per intrecciarsi in maniera imprevedibile, con inattesi risvolti sia sentimentali che “professionali”.
In chiave ironica e con la giusta dose di comicità si è tentato di raccontare le (dis)avventure delle due famiglie, divise da un cortiletto ma che, via via, si scopriranno unite da tante altre cose. Con un finale assolutamente a sorpresa!


Personaggi (9 - 6 uomini e 3 donne)
Dottor Peppe Quattrocchi (Peppe) - 50 anni circa, a capo della famiglia borghese. Vedovo. È dottore oculista. Millanta discendenze aristocratiche. Parla con la “erre” moscia. Veste in maniera distinta, ha un orologio a cipolla nel taschino della giacca.
Piero Quattrocchi (Piero) - 25 anni circa, figlio del dott. Quattrocchi. Prossimo alla laurea, sta studiando per un concorso per un posto in banca. Veste in maniera distinta, ma giovanile, con un orologio poco appariscente. È innamorato di Anna, figlia di ‘Ntoni, ricambiato.
Giulia Quattrocchi (Giulia) - 20 anni, figlia del dott. Quattrocchi. Suo padre la vorrebbe istradare sulle proprie orme, da oculista. Se non fosse che è mezza “cecata”. Porta un paio d’occhiali piccole ma dalle lenti molto spesse, che la rendono goffa. Raramente è rivolta verso l’interlocutore di turno, perché non lo vede. È invaghita segretamente di Turi, figlio di ‘Ntoni.
‘Ntoni - 50 anni circa, a capo di una famiglia povera. Vedovo. Gestisce una osteria. Ha due figli, Anna e Turi. Genuino e cordiale, ha un grembiule da locandiere e un cappello sdrucito. Vorrebbe al più presto vedere sistemato i propri figli. Per Anna ha una gelosia partcolare: da un lato la vorrebbe presto sposata, ma di fatto la “invita” spesso a occultare le proprie grazie, benché Anna sia molto pudica di suo.
Turi - 30 anni circa, figlio di ‘Ntoni, disoccupato. È un bonaccione, non brilla per perspicacia. Dilapida i pochi risparmi di famiglia in vestiti (di dubbio gusto), uscite e divertimenti con l’amico Giovanni, dal quale si fa influenzare troppo facilmente. Veste in jeans ed una striminzita camicia dai colori sgargianti, indossata con il collo alto. Nel complesso appare buffo e goffo.
Anna - 20 anni circa, figlia di ‘Ntoni. Aiuta il padre all’osteria. Veste con una lunga gonna e maglia castigata. È innamorata e ricambiata da Piero, ma i due non rivelano agli altri il proprio amore in quanto il dott. Quattrocchi non acconsentirebbe al matrimonio con una ragazza povera.
Maresciallo - 50 anni circa, Maresciallo dei carabinieri. Non brilla per perspicacia. Indossa una classica divisa da carabiniere.
Giovanni - 30 anni, amico fraterno di Turi, con cui condivide vizi e stile di vita. Ragazzo fanfarone, che vive alle spalle della propria famiglia. Ha un forte ascendente nei confronti di Turi: lo chiama sempre “compàre”, caricando di enfasi questo appellativo. Ha una camminata particolare: gambe divaricate e schiena leggermente all’indietro. Veste con camicia dalle tonalità sgargienti, indossa innumerevoli braccialetti e collane. Parla con ritmo cadenzato e voce greve.
Cummari Titina (Titina) - 50 anni circa, Commare della famiglia Quattrocchi. Mai sposata, civettuola e con una voce alquanto stridula. È avvezza al pettegolezzo.

SCENA: Paesino della costa jonica reggina, epoca recente.
Cortile antistante l'osteria (a sx dello spettatore) e la dimora della famiglia borghese (a dx). Comune centrale, con retrostante pannello che dà l’idea di una strada.
L'abitazione borghese, decorata con eleganti ornamenti di pregio, ha una porta d'accesso signorile, mentre più internamente, verso la comune, vi è una finestra ad ante (oppure una bucatura, con una tenda). Davanti ad essa, tre-quattro sedie metalliche ed un tavolino raffinato. A ridosso della dimora borghese, dei vasi con fiori e piante. 
L'osteria, molto umile e povera, ha una porta d'accesso in legno grezzo, mentre più internamente, vi sarà una finestra, anch'essa molto scarna, ad ante (oppure una bucatura, con una tenda). Un'insegna spartana, appesa sopra la porta. Davanti l'osteria, un piccolo ed usurato tavolinetto in legno e tre-quattro vecchie sedie in paglia.



ATTO PRIMO
SIGLA

‘Ntoni sta riordinando le sedie e passando lo straccio sul tavolinetto davanti l'osteria. Sembra muoversi piuttosto agevolmente.
STOP SIGLA

‘Ntoni (rimugina, mentre sistema) Eeeh ‘Ntoni, ‘Ntoni, comu ti cumbinàsti! ‘A st’età, vedovo, cu l’osteria ‘i mandàri avanti, senza ‘na lira e cu ‘ddù figghi ‘i sistemari… (sistema un altro po’, poi rimugina, alla platea) Non ciangiu tantu ‘u fattu chi ‘restài vedovu, pirchì, chi vulìti, (sarcastico) dopu tant’anni è puru giustu: ognunu p’a so strada… ma ‘stu discursu d’i figghi ‘i sistemari non mi faci dòrmiri a notti… Soprattuttu ‘u masculu! E cu s’u pigghia ‘a nu maccarrùni senza purtùsu ‘i chiddi! (riprende a sistemare un po’, poi si ferma e guarda in alto) E comu haiu a fari? Mugghieri mia, bella, se mi ascolti da lassù, dammi ‘nu signu! (inizia a odorare, quindi procede in trans verso l’abitazione borghese) Aaah! Chi bellu profumu ‘i ragù! Chi sciàuru! (si blocca, sbigottito, con una mano sulla pancia) E chi faaami! (verso l’alto) Disgraziata! Ed è chistu ‘u signu chi mi mandàsti? Mi faci ‘i chiova puru ‘i ddà! Nui ‘ccà tagghiàmu ‘a fami c’u cutèddu e tu mi mandi ‘stu sciàuru ‘i ragù d’a casa d’u dottori Quattrocchi? (adirato) ‘Ndegna! Eh, iddi sì chi s’a passànu ‘bbona… (riprende a “fiutare” il profumo, quasi in trans, procedendo verso l’abitazione borghese) Aaah, ‘u ragù! Stannu facendu puru ‘i costoletti, ‘u pollu arrosto…  

Anna entra da sinistra (osteria).
Anna (dalla soglia dell'osteria, osserva il padre che, in estasi, continua ad elencare prelibatezze, ignaro di essere osservato.
‘Ntoni (in estasi) ...cunìgghiu 'o furnu (c. p.), polpette cu sugu... (c. p.)
Anna (a voce alta) Papà!
‘Ntoni (ha un sussulto: rinsavisce. Inarca platealmente la schiena, piega le ginocchia ed inizierà a muoversi con difficoltà, come farà sempre quando sarà al cospetto di altri. La osserva) Anna, CUMBOGGHITI!
Anna (seccata, fa come per sistemarsi la maglia, poi perplessa) Ma chi stavi dicendu? Pollo arrosto, polpette, ragù… E chi sìmu, 'o ristoranti?
‘Ntoni No, nenti… Sintìa ‘stu bellu sciàuru e m’era vinùtu voglia 'i nu pocu 'i carni… (sarcastico) Ma no assai, pocu…
Anna Ma oggi è venerdì: ‘a mamma, bonanima, non ‘nda facìva mai ‘i venerdì! Pi devozioni!
‘Ntoni Aaah, s'è pi devozioni, nui sìmu devoti tutt'a settimana! Non comu (indica l’abitazione “borghese”) a iddi! Peccatori! SDEVOZIONATI! Nui jamu in paradisu! ‘A panza vacanti, ma jamu in paradisu!
Anna Sempri chi ti lamenti! Piuttosto, oggi chi ti cucinu? 'A scalòra 'o 'i cucuzzèddi?
‘Ntoni Megghiu 'a scalòra, figghia! (sarcastico) Sempri pi DEVOZIONI!
Anna Giustu! 'I cucuzzèddi t'i fazzu duminica, fritti! Chi pàrunu cutuletti!
‘Ntoni (sarcastico) 'I stessi... (la osserva, bonariamente minaccioso) CUMBOGGHITI, ti dissi!
Anna (fa come per sistemarsi, seccata. Poi aiuta il padre a sistemare davanti l'osteria)

Piero entra da destra (abitazione borghese) con dei libri.
Piero (è visibilmente raggiante)
Anna (contrariamente a 'Ntoni, si accorge subito di Piero: gli manda un bacio affettuoso, a distanza).
Piero (ricambia il bacio ad Anna, quindi le fa una smorfia, indicando 'Ntoni schiarendo la voce) Ehm, ehm... (gioviale) Buongiorno signor 'Ntoni!
'Ntoni (accenna a levarsi il cappello) P'i SDEVOZIONATI chi màngiunu costoletti, certu ch'è 'bbonu... Ahiai!
Piero Ma no, quali costolette! (cambia espressione, è entusiasta) Oggi darò l'ultimo esame all'università! E dopo inizierò a preparare la tesi e a studiare per il concorso!
'Ntoni (incuriosito) Quale concorso?
Piero Per entrare in banca!
'Ntoni Ah si? E quanti posti sunnu?
Piero Soltanto tre! (preoccupato) E pare ci siano già più di duemila candidati!
'Ntoni (sarcastico) E chi! Mancu pi l’elezioni! Cu sapi quanti raccomandazioni 'nci vonnu... Piero, senti a 'mia: tròvati (con enfasi) 'nu bellu cugnu...
Piero (perentorio) MAI! Sono contrario a queste cose! Se uno è bravo va avanti lo stesso...
‘Ntoni (mormorando) Sì, aspetta e spera...
Piero Non vi nego che mio padre ha insistito molto nel volermi... (imbarazzato) aiutare...
‘Ntoni (strizza l'occhio) Cu si vardàu, si sarbàu... (si tocca la schiena) Ahiai, ahiai!
Piero Con le sue conoscenze, potrebbe facilitarmi le cose… (con orgoglio) Ma io non voglio nulla di ciò: la legalità innanzitutto!
'Ntoni (mormorando verso la platea) Campa cavaddu…
Piero (guarda l’orologio) Ora devo scappare all'università! Con permesso... (cenno di saluto, ricambiato da 'Ntoni)
Piero e Anna (si scambiano un saluto affettuoso, non visti da 'Ntoni, che ha ripreso a riordinare davanti l'osteria)
Piero esce di scena dalla comune, a passo svelto.

'Ntoni Eh, poveru fissa... (con tono di chi sbeffeggia) “La legalità innanzitutto!” Ancora non capiscìu comu funziona ‘nti ‘stu paìsi!
Anna è un po' ingenuo, però si dà da fare! Non comu ‘a tô figghiu...
'Ntoni (sconsolato) àutra cruci, tô frati! Aund'è?
Anna Ancora dormi, tô figghiu! Come tutti i giorni!
'Ntoni (incredulo) 'A sta ura? Certu, 'a sira nesci, si diverti... sbancatìa...
Anna (con sdegno) Tantu c’è cu lavura p'i iddu… (indica sé stessa e il padre) Vaiu e viu si sî jasàu... (si porta verso l'ingresso dell'osteria)
'Ntoni Fa’ chianu non mu disturbi... (mentre lei va verso l’osteria) Anna, CUMBOGGHITI, ti dissi!
Anna, seccata, esce di scena a sinistra (osteria).

'Ntoni (si rimette diritto e continua a sistemare fuori dall'osteria, muovendosi con agilità)

Peppe e Giulia entrano da destra (abitazione borghese).
Peppe (procede verso 'Ntoni)
Giulia (col suo passo impacciato, va verso la platea, ignara di dove stia andando)
‘Ntoni (inarca la schiena e flette le ginocchia, avvertita la loro presenza)
Peppe Buongiorno signor ‘Ntoni!
Giulia (procede verso la platea) Buongiorno signor 'Ntoni! (accenna ad un inchino)
'Ntoni (divertito, risponde all'inchino) Ahiai! (con ampi gesti) Signorina, sugnu 'ccà...
Peppe (mortificato, si porta presso Giulia. Quindi alla platea) Perdonatela! Le manca qualche centesimo di vista. Ma no assai...
'Ntoni (sarcastico) 'Na fissarìa...
Peppe (prende sottobraccio la figlia) Giulia, è lì il signor 'Ntoni! (la conduce presso ‘Ntoni)
Giulia (accenna ad un inchino)
'Ntoni (replica con un altro inchino. Seguono altri inchini fra i due)
'Ntoni (sarcastico) Signurina, chistu è l'urtimu, vu dicu: mi faci mali a schìna!
Peppe (fa spallucce) Eh, ci vuole pazienza con questi figli!
Giulia (si gira da un'altra parte, non riuscendo a percepire dove siano il padre e 'Ntoni)
'Ntoni Eh! Pensàti 'a mia chi haiu 'ddù figghi 'i sistemàri! Soprattuttu 'u masculu...
Giulia (finge disinteresse) Quindi ancora... non è fidanzato? (Peppe guarda con sospetto)
'Ntoni (stupito) Eh... E cu' su pigghia 'a nu stortu 'i chiddi...
Giulia (sospira, con aria invaghita) Aaah!
'Ntoni Aaah, ‘sti figghi!
Peppe Dei miei non mi posso lamentare: Piero è avviato ad una brillante carriera, magari in banca! (mormorando) Soprattutto si mi dassa parràri cu cui sacciu jeu…
'Ntoni (annuisce) Fate bene, dottore… ‘nciu dissi puru eu!
Peppe (orgoglioso) E poi sposerà una donna d’alto rango, com’è giusto che sia per il primogenito di una famiglia aristocr… (si impappina con la “erre” moscia) aristocr…
'Ntoni (sarcastico) ‘Ngrippàu…
Peppe (seccato) …di una famiglia importante!
'Ntoni Eh, si capisce! Quandu c’è l’ARISTOCAZZIA…
Peppe E Giulia, (la fa girare verso 'Ntoni) invece, percorrer... (si impappina) percorrer...
'Ntoni (sarcastico, sollevando l'indice) Compro una vocale!
Peppe (seccato) ...seguirà le orme paterne: sarà una bravissima oculista!
Giulia (ha già spostato lo sguardo e il corpo in altra direzione) Una bravissima oculista!
Peppe (la fa platealmente girare verso 'Ntoni)
'Ntoni Aaah sì! Si vede che è proprio… portata! (mima qualcuno che spinge un altro)
Giulia (riprende a “vagare”)
Peppe (stizzito) Grazie a delle (mima due cerchi molto grandi) straordinarie lenti che sto elaborando io stesso, la mia Giulietta risolverà questo piccolissimo problemino di vista. Ormai la scienza ha fatto passi da gigante!
'Ntoni (indica Giulia, lontana) Sì, puru vostra figghia 'i sta facendu, si non jiti mi va cugghìti!
Peppe (si porta verso Giulia, la prende sottobraccio, conducendola da 'Ntoni, mortificato) Eeeh questi figli, li dobbiamo seguire passo dopo passo...
'Ntoni (affabile) Dottori, vu pozzu offriri ‘nu bellu biccheri ‘i vinu?
Peppe No, grazie. Lo sapete: sono astemio!
'Ntoni (mormorando alla platea) Certu ch’u sacciu! E jeu apposta ‘nciu offrìa!
Giulia (riprende a “vagare”)
Peppe (di rimando) Signor ‘Ntoni, posso avere il piacere di avervi a pranzo da noi? La nostra cuoca sta preparando un buonissimo…
'Ntoni (lo blocca con un cenno, poi inspirando profondamente) Aaaah, aaah… (in estasi) ragù e costolette… Aaah… (quasi sviene per la fame, poi rinsavisce) No, grazie, dottore! Chi ‘a casa (indica l’osteria) avimu taaanta ‘i ddà ‘rrobba ‘i cunzumàri…
Peppe (sguardi di dubbio alla platea) Da quando la mia (guarda in cielo) Carmela (si commuove) Carmeliiina, è volata in cielo, la mia passerottina… Carmelinaaa... passerottina… dove sei?
'Ntoni (sarcastico, indicando Giulia che vaga) Dottori, vidìti chi pirdìstuvu 'a carcaràzza!
Peppe (costernato, va a riprendere Giulia ed i due si portano nei pressi di ‘Ntoni) Perdonatemi! Vi stavo dicendo… da quando la mia (con enfasi) Carmeeeliiina è passata a miglior vita, anche il ragù non mi sembra più ragù… ha un altro sapore…
Giulia (riprende a “vagare”)
'Ntoni Dottori, puru ieu! ‘I quandu murìu me mugghieri, (sarcastico) ‘u ragù chi faci me figghia mi pari sempri… scalòra! Non sacciu ‘u pirchì!
Peppe (estrae l'orologio dal taschino) Oooh! S’è fatto tardi! Devo andare ad ultimare queste straordinar... (si impappina) straordinar... (stizzito) ...queste eccezionali lenti (mima le due “palle”) per la mia Giulietta!
'Ntoni (mima le due "palle") Facìtili belli 'randi, dottori, mi raccomandu!
Peppe (visibilmente stizzito, va a a recuperare Giulia) Vi saluto ‘Ntoni… (con un cenno lo saluta)
'Ntoni Vi saluto, dottore! (si lamenta) Ahiai, ahiai!
Peppe prende per mano Giulia, quindi i due escono dalla comune.

'Ntoni (si blocca e rimugina) Eeeh, ‘u ragù, 'i costoletti, 'a laurea, 'u postu in banca, il matrimonio di alto ORANGO, e 'a figghia menza orba chi diventa oculista! è propriu veru: 'i sordi fannu vinìri 'a vista puru all'orbi!

Turi entra da sinistra (osteria), esibendosi in un lento e plateale sbadiglio.
'Ntoni (non appena lo ascolta, si inarca e flette le ginocchia, platealmente)
Turi (con la voce impastata dal sonno) Buongiorno...
'Ntoni (imitandone lo sbadiglio) Bongiorno! (sarcastico) Ha dormito bene il signorino?
Turi (c. s.) Mah, insomma! Cu tuttu ‘stu burdèllu… Jeu tu dicu: non pozzu fari ‘sta vita!
'Ntoni (sdegnato) Ma ti pari normali chi nesci ‘a sira e torni ‘a matìna prestu, poi dormi finu ‘a menziornu? Aundi jìsti ieri sira? 
Turi (vago) Nenti, era cu Giuvanni…
'Ntoni (seccato) Sempri cu Giuvanni! Sempri cu ‘ddù cretinu du to amicu!
Turi (stizzito) Papà, ma chi dici? Giuvanni non è cretinu!

Giovanni entra dalla comune, con la sua “camminata” particolare.
'Ntoni (sarcastico) Nooo, non è cretinu Giuvanni! (lo indica) Aluccà: vu presentu!
Giovanni (saluta con un cenno ‘Ntoni, si avvicina a Turi e gli mostra un bigliettino. I due ammiccano e si compiacciono. Poi tronfio) Eeeh, compàre, che gli faccio io a queste donne!
'Ntoni (verso la platea, sarcastico) Pietà!
Giovanni (tronfio) Maestro, davanti a voi ci sono due autentici LATRIN LOVER! 
Turi (compiaciuto) Due SCIUCAFEMMINE…
'Ntoni (irritato) Due SCIUCA-FAMIGGHI sìti!
Giovanni (prende posto in una delle sedie, poi perentorio, verso ‘Ntoni) Maestro, ‘nu bellu biccheri ‘i vinu si poti avìri?
'Ntoni (impassibile) Un euro e cinquanta centesimi!
Giovanni (incredulo) Comu? 
'Ntoni Non sulu stortu, è puru surdu! (scandisce) Un eu-ro e cin-quan-ta cen-te-si-mi!
Turi (incredulo) Ma papà, è ‘u megghiu amicu meu! Niscìmu tutti 'i siri anìti…
'Ntoni Ah, già! M’era spirdùtu! (a voce alta) TRE euro e cinquanta centesimi!
Giovanni (incredulo, inizia a frugarsi nelle tasche, trova una sola moneta, la poggia sul tavolino) Chisti haiu: vinti centesimi… (‘Ntoni lo guarda perplesso) 
Turi (questuante) Jamu, papà…
‘Ntoni, poco convinto, prende la moneta ed esce a sinistra (osteria)

Turi (si siede vicino a Giovanni)
Giovanni Haiu ‘na siti! Sai quandu ti jasi ‘a menziornu e hai voglia ‘i nu bellu biccheri ‘i vinu?
Turi (annuisce, poco convinto)
Giovanni Propria! ‘I ddà manera…

‘Ntoni entra da sinistra (osteria), claudicante.
'Ntoni (ha in mano un bicchierino, con pochissimo vino. Lo mostra al pubblico, autocompiacendosi. Lo poggia, con movimenti lenti, sul tavolino, dinanzi a Giovanni. Divertito) ‘Mbìvi chianu non mi ti ‘mbriàchi…
Giovanni (osserva il bicchiere, poi guarda ‘Ntoni, quindi Turi, poi ancora il bicchiere. Lo prende, lo avvicina, poi lo alza sopra la propria testa e lo guarda più da lontano. incredulo) Ma scusàti…    
'Ntoni (divertito) Vinti centesimi mi dasti? E vinti centesimi ‘i vinu ti purtài…
Turi (sconsolato) Chi malifiguri chi mi fa fari, papà!
'Ntoni (serio) Le cattive figure sono quelle che mi fai fare tu, quandu 'a genti mi dumanda: ma Turi chi faci sempri ‘a spassu? Non lavùra? Si fìci 'zzitu?
Giovanni (s’intromette) Truvàri lavuru? Mi si faci 'zzitu? E chi era pacciu me cumpàri?
'Ntoni (spazientito) E dire che… (vago) qualcuna interessata ci sarebbe...
Giovanni (divertito) Fa strage di cuori, mio compare! E chi è la "fortunata"?
'Ntoni Giulia! 'A figghia du dottori Quattrocchi! (indica l'abitazione borghese)
Giovanni (incredulo) Chidda menza orba? (Turi annuisce)
'Ntoni (sarcastico) Eh, sulu una menza orba su poti pigghiàri 'nu ‘bbaccalàru 'i chisti!
Turi (seccato) Ancora? Ti dissi chi a chidda n'a vogghiu!
'Ntoni Bravu 'u sortu! é una famiglia importante, ricca... Ti sistemavi tu... e puru nui!
Turi (seccato) Aaah 'bonu! Ho detto di no!
'Ntoni (adirato) è tempu pirdùtu cu tia! Vaiu chi haiu nu scàsciu i lavùru... JEU! (procede verso l’osteria, sulla soglia urla) Anna, CUMBOGGHITI!
‘Ntoni esce a sinistra (osteria).
 
Giovanni (guardando il bicchierino) Ma comu 'u 'rreggi 'a to patri?
Turi Eh, certo, puru iddu havi raggiùni... Jeu ‘u vulìva truvàri 'nu bellu lavùru...
Giovanni (sorride ironico) Tu?
Turi (incalzante) ...magari truvàri puru 'na bella figghiola!
Giovanni (si alza, poi con voce femminile, acuta) Tesoro, mi porti a fare shopping? (mima il telefonino) Perché non hai risposto al messaggino? (plateale) Uuuh! Come hai fatto a dimenticarti del mio compleanno!
Turi (incurante della risposta di Giovanni) Farsi una bella casa! Magari... sposarsi!
Giovanni (con voce femminile, acuta. Mani ai fianchi) E chidda cu è? Pirchì 'a salutàsti? (con ampi gesti) Questa sera niente partita! Mi devi portare al cinema!
Turi (incalzante) ...e poi le domeniche tutta ‘a famigghia a casa (con enfasi) d'a sòggira!
Giovanni (perentorio) Aaah no, compàre! Va bene tutto, ma 'a sòggira no!
Turi ("rinsavisce") Minchia, nd'ha raggiuni!
Giovanni T'u dissi jeu! (si siede) Ma cu 'nda faci fari? Ma comu ti vénunu 'nda testa certi pensieri?
Turi (disorientato, prende il bicchierino) Forsi fu 'u sciàuru du vinu… 
Giovanni (gli strappa il bicchierino dalla mano, lo porta sotto il naso) Minchia! ‘U sciàuru fu! è forti 'stu vinu! (lo ripone sul tavolinetto, senza berlo)

Il Dottore Quattrocchi (Peppe) e la figlia Giulia entrano dalla comune.
Peppe (ha in mano un paio di occhiali, dalle lenti molto grandi, sovradimensionate a tal punto da sembrare ridicole. Procede, mormorando mentre ostenta questi occhiali con ampi gesti, pensando di avere la figlia accanto)
Giulia (invece, è più indietro rispetto al padre)
Peppe (ostentando i grandi occhiali) Vedi, Giulietta… (si ferma) Giulietta? Dove sei? (si volta e la scorge vagare) Oh, santo cielo… (si porta verso Giulia, tenta di indirizzarne il cammino verso la propria dimora)
Giovanni (mormorando) è orba du tuttu…
Giulia (rimane al fianco del padre per alcuni passi. Quando lui si dirige verso destra, Giulia va a sinistra, brancolando, verso il tavolinetto di fronte l’osteria)
Peppe (ostenta i grandi occhiali) Giulietta, grazie a queste straordinarie lenti che ho realizzato, riacquisterai completamente la tua vista di falco!
Giovanni (mormorando) Sì, ‘i marbìzza…
TUM!
Giulia (sbatte contro il tavolinetto, nel perdere l’equilibrio si protende verso il bicchierino. Riacquista l’equilibrio, ma annusa, platealmente, il profumo del vino)
Peppe (incredulo) Giulietta! Dove vai? Ci sono Turi (Giulia ha un sussulto) e Giovanni lì…
Giulia (dopo alcuni tentativi, riesce a prendere il bicchierino. Guarda la platea, poi il bicchierino e così via. Spalanca gli occhi, che si intravedono dagli occhiali)
Peppe (alla platea) Sicuramente l’odore del vino le dà fastidio. Non è abituata… In casa siamo tutti astemi!
Giulia (trangugia il (poco) vino, apprezzandolo. Poi ripone il bicchierino sul tavolinetto)
Giovanni (mormorando) E menumali chi sunnu tutti astemi…
Giulia (singhiozza) Hic! (inizia a vagare, con passo vacillante, singhiozzando)
Peppe (la osserva sconvolto) Oh mio Dio! ‘A figghiola… ‘u vinu… Giulietta! Metti questi occhiali, forza! (la raggiunge e le porge gli occhiali)
Giulia (toglie i vecchi occhiali ed indossa i nuovi. Dopo l’iniziale smarrimento… singhiozza) Hic! (incredula) Oooh mio Dio! Finalmente ci vedo! Vedo tutto!
Peppe Modestamente, grazie a queste (mima le due palle) straordinarie lenti…
Giulia (verso Turi) E vedo anche quanto è bello il mio vicino… (singhiozza) Hic!
Peppe (stranito, alla platea) Ancora deve prendere confidenza con le nuove lenti…
Giulia (intona la canzone di Mina, guarda Turi) Sono come tu mi vuoi, ti amo come non ho amato mai… (singhiozza) Hic!
Peppe (sconvolto) Giuliaaa…
Giulia (c. s.) Io sono la sola che tu possa amareee, non lo vedi che sono a due passi… da teee… (singhiozza) Hic!
Turi (canticchia) …per capire, quello che già sai, chi jeu… non ti vogghiu né ora né mai!
Peppe (sconvolto) Giulia! Rientri… (si impappina) rientri… (seccato) Passa p’a casa, jamu!
Giulia (seccata) Uffa… (singhiozza) Hic!
Peppe prende Giulia sottobraccio ed i due escono a destra.

Giovanni Si ‘nnamuràu ‘i tia…
Turi Puru tu! Vi dissi chi n’a voggghiu!

Piero entra dalla comune.
Piero (di ritorno dall’ultimo esame. È felice, fischietta)
Giovanni Si fischietta… ehi foramalocchiu…
Piero (con orgoglio) Eh si! Ho appena superato l’ultimo esame! Fra poco sarò laureato…
Giovanni (con sarcasmo, alla platea) Avimu ‘u dottori ‘ccà!
Piero (incurante del sarcasmo) …Sì! E sto già iniziando a studiare per il concorso!
Giovanni (drizza le orecchie. Si alza e si porta verso Piero, interessato) Quale concorso?
Piero Per un posto in banca!
Giovanni (alla platea) Studiare (enfatico) per un concorso!
Turi e Giovanni (all’unisono) Ahauhauahauhauhau!
Giovanni Ci voli ‘na bella raccomandazioni… (prende a braccetto Piero) 'u sapìmu tutti!
Piero (si divincola) Mi fanno schifo queste cose! E non prendo lezioni da due (con enfasi) sfaticati che stanno a bere vino dalla mattina alla sera! (sdegnato) AVVINAZZàTI!
Piero, furente, esce a destra (abitazione borghese).

Giovanni (infastidito) Varda tu! ‘Ndi dissi AVVINAZZàTI!
Turi (incerto) Puru ‘a mia?
Giovanni (annuisce) Certu…
Turi (c. s.) E vabbò… (breve pausa) Ma chi vòli diri AVVINAZZàTI?
Giovanni (argomenta) Comu chi vòli diri? AVVINAZZàTI (fa spallucce) Voli diri… eeeh…
Turi (incalzante) Vòli diri?
Giovanni (infastidito) Eeeh... no sacciu, eccu! (fa qualche passo verso Turi, riflessivo) Eppure, (sarcastico) 'u dottori, ‘na cosa giusta ‘a dissi…
Turi Certu! Chi simu sfaticati!
Giovanni Ma nooo! Il concorso in banca... è la nostra occasione! (Turi non capisce, Giovanni lo prende sottobraccio e lo conduce da dx a sx) Compàre, è vero che to’ patri ti dici sempri chi hai trent’anni ed è ura mi ti guadgnai carchi sordu? (si blocca)
Turi (annuisce contento, con espressione da fesso) Sì, sì…
Giovanni (riprende a condurlo sulla scena) Oooh! Ti dici sempri chi è ura mi menti sordi ‘i parti pi fari casa e famigghia? (si blocca)
Turi (c. s.) Sì, sì…
Giovanni Oooh! E se ti dico che ci sarà il concorso in banca, cosa vuol dire questo?
Turi (perplesso, fa spallucce, con espressione da fesso) Che ci sarà il concorso in banca…
Giovanni (stizzito) Sì! E tu mi capisci, vero?
Turi (dubbioso) Eeeh, sì… (col capo fa platealmente intendere di no)
Giovanni (perentorio) Compàre, tu vo’ trasìri in banca?
Turi (attratto dall’idea, ma perplesso) Mi trasìmu in banca… nui?
Giovanni (malizioso) Il giorno del concorso… entrare in banca, non so se mi spiego… (prende sottobraccio Turi e lo conduce lentamente. Giovanni mima una rapina e una pistola)
Turi (continua a capirci poco)
Giovanni (mima il silenzio a Turi)
Le luci, gradualmente, si abbassano
Giovanni Allora compàre, ‘ndi capiscìmmu? 
Turi (con espressione da fesso) Sì, sì… (col capo fa platealmente intendere di no)
Giovanni (verso la platea) è deciso! Puru nui trasìmu in banca! (prende sottobraccio Turi. I due procedono verso la comune, confabulando a soggetto)
Giovanni e Turi escono di scena dalla comune.

SIGLA
Fine I° Atto


ATTO SECONDO
Medesima scena dell’Atto Primo. Qualche giorno dopo la laurea di Piero.

SIGLA
Anna sta sistemando lo spazio antistante l’osteria. È pensierosa. Dopo alcuni secondi…
Piero entra da destra (abitazione borghese), con dei libri in mano.
I due si sorridono a vicenda e, prima di avvicinarsi l’un l’altra, si guardano attorno con circospezione. Piero, prima di avvicinarsi ad Anna, lascia i libri sul tavolinetto davanti l‘abitazione borghese. Poi procede verso Anna. I due si scambiano un bacio furtivo. Danno le spalle all'abitazione borghese.

STOP SIGLA dopo il bacio

Piero Gioia mia, finalmente!
Anna Tesoro! (gli accarezza i capelli, poi, quasi pentita, si guarda attorno) Quanto è difficile dover stare insieme di nascosto…
Piero Presto dirò a mio padre che ci amiamo e vogliamo sposarci!
Anna (sconsolata) Eh, tuo padre! Si opporrà con tutte le sue forze!

Giulia, che indossa i grandi e buffi occhiali grazie ai quali vede bene, apre la finestra a destra e si affaccia per spiare. Anna e Piero non si accorgono che sono spiati.
Piero (deciso) Non ci potrà femare!
Giulia (osserva ma non capisce. Mima il silenzio alla platea, rendendola complice)
Anna (sospira) Eeeh… Sai bene che per te vuole (con voce greve ed "erre" moscia) “una ragazza di un certo rango”!
Piero (deciso) Ci sposeremo lo stesso! Subito dopo il concorso lo dirò a mio padre! Fra poco potremo stare insieme alla luce del sole!
Giulia (è incredula)
Anna (fiduciosa) Non vedo l’ora!
Piero (l’abbraccia, poi perentorio) Andrà tutto bene, amore mio! (i due si scambiano qualche effusione affettuosa)
Giulia, ancora incredula, accosta delicatamente le ante ed esce di scena.

Piero Ora devo scappare, tesoro: vado in biblioteca a studiare per il concorso!
Piero e Anna (dopo aver guardato con circospezione a destra e a sinistra, si salutano affettuosamente)
Piero esce di scena dalla comune.

Anna (porta una mano sul grembo) E neanche stavolta ho trovato il coraggio di dirglielo…
v.f.s. ‘Ntoni: Anna, aundi sì? CUMBOGGHITI ti dissi!
Anna (preoccupata) E chissà quando lo saprà mio padre… (sistema un po’ le sedie)
Anna, dopo aver sistemato le sedie, esce a sinistra (osteria).

Piero entra dalla comune.
Piero (mentre procede) Ho dimenticato i miei libri! (con lo sguardo, li cerca) Dove sono? (li vede sul tavolinetto) Ah, eccoli lì… (va a prenderli)
v.f.s. Titina (canticchia) Fin che la barca vaaa, lasciala andareee, fin che la barca vaaa, tu non remare…
Piero (perplesso) E ora chi è?

Titina entra dalla comune. Ha un regalo, una confezione molto grande.
Titina (canticchia mentre procede) Fin che la barca vaaa, stai a guardareee, quando l'amore viene il campanello suonerà... (dà una gomitata bonaria a Piero) E ‘ccà mi pari chi sunàu già! (finge costernazione) Uuuh! Mi fuìu!
Piero (in imbarazzo) Oooh, commare Titina!
Titina (sorridendo) Se disturbo passu n’autru momentu…
Piero (fingendo) Commare, lo sapete: voi non disturbate mai! (sguardo perplesso)
Titina (gli porge la scatola) Cumparèddu, i migliori auguri per la Laurea!
Piero (mormorando) Tri jorna arrètu mi laureài, e chista già ‘u seppi! (finge gentilezza) Grazie commare! E questo regalo? È grandissimo! Non vi dovevate disturbare!
Titina (protende sempre più la scatola) è solo un pensierino! (gli avvicina ancora di più la scatola)
Piero (restìo a prendere il regalo, finge gentilezza) Ma non c’era bisogno, commare!
Titina (protende sempre più la scatola, mormorando) Vabbonu… Ma ora t’a vo pigghiàri o mi dessi ‘mpindùta?
Piero (costernato) Oooh, certo commare! (prende il regalo)
Titina (mormorando) è ‘cchiù ‘ntamàtu ‘i so soru! (finge costernazione) Uuuh! Mi fuìu!
Piero (scuotendo la scatola, avverte che, contrariamente a quanto le dimensioni lasciassero presagire, è alquanto leggera. La scuote ancora, curioso e perplesso)
Titina (intimidita) Chianu, cumparèddu! È una cosa delicata!
Piero (ancora più incuriosito, poggia la scatola ed inizia ad aprire)
Titina (mentre Piero apre, con imbarazzo) Chianu, cumparèddu, è molto delicata, ti dissi!
Piero (ha aperto la grande scatola: dentro c'è una piccola pianta grassa. Lo sguardo, inviperito, va dalla piantina a Titina e viceversa. Visibilmente deluso, la mostra alla platea) ‘Na pittàra…
Titina Ma no, cumparèddu… è una pianta dei paesi lontani, di quei posti EROTICI! È una pianta TROPICANE!
Piero (sarcastico) Aaah! Faci BAU BAU! Ho capito!
Titina Bravu, capiscìsti! Questa la potete mettere assieme alle altre che avete davanti casa!
Piero Questa? Così piccola? 
Titina (con enfasi) Ora è pìcciula! Ma n’autru pocu ‘i tempu, non sapiti quantu si faci!
Piero (con ampi gesti) ...e quantu s'hav'a fari!
Titina Uuuh! E vedrete chi belli ficaràzzi chi vi faci! (indica con le mani) Tanti!
Piero (perplesso, la ripone sul tavolino e, con un cenno, invita Titina a sedere su una delle sedie collocate accanto al tavolino)
Piero (rimugina) Commare, però… non ho capito: perché una pianta?
Titina (finge commozione, guarda in alto) P’i ricordu d’a bonanima ‘i to mamma, d’a cummari Carmelina! ‘U sai! Idda ‘nci tinìva p’i pianti (indica le altre piante a ridosso dell’abitazione borghese) E poi… (confidenziale) quand’èrimu figghioli, non sai quanti mangiàti ‘i ficaràzzi ‘ndi fìcimu cu to mamma! ‘Nci futtìvimu ‘o marchìsi! (finge costernazione) Uuuh, mi fuìu!
Piero (perplesso) E… come mai una scatola così grande?
Titina Eh, sinnò ‘ndo paìsi chi dicìvinu? Chi non ci fici ‘nu bellu regalu a me' cumparèddu? Sapete com’è: poi parrànu, ‘sti pettegoli…
Piero Avete ragione, commare! Sunnu pettegoli (mormorando) IDDI! 
Titina (confidenziale) E poi, a quanto si dice in paese, presto dovrò farti... un altro regalo!
Piero Piante non ‘ndi vulìmu ‘cchiù! (sarcastico) Chi poi aundi ‘i mintìmu ‘sti pianti tantu 'randi? (si blocca e si interroga) Commare, non capisco! N'autru regalu?
Titina (finge rammarico) Uuuh, mi fuìu! Forsi non ll’aviva ‘a diri chi… (Titina, incalzata da Piero, indica l’osteria, ammiccando in maniera più ridicola che languida)
Piero (incalzante) Ma che volete dirmi, commare?
Titina (a bassa voce) In paese, si dice che tu e… Anna, ‘a figghia ‘i ‘Ntoni, (fa l’occhiolino) vi vulìti beni, chi siti ‘zziti, chi vi vulìti maritàri… (finge costernazione) Uuuh! Mi fuìu!
Piero (sconvolto) Dite davvero? In paese si dicono già tutte queste cose?
Titina Sì, sì! E si dice anche che… (ammicca languidamente, in modo buffo)
Piero (preoccupato) Oh santo cielo!
Titina (finge reticenza) Poi, jeu ‘i sti cosi non ‘ndi sacciu! Sugnu signurina jeu!
Piero (mormorando) Appena lo saprà mio padre succederà un casino!
Titina Aaah! Ma allura (allusiva) è veru ‘u fattu… (finge costernazione) Uuuh! Mi fuìu!
Piero (pensieroso) Commare, vi prego! Puru vui, ora…
Titina Po’ stari tranquillu, cumparèddu! ‘I mia non nèsciunu sti pettegolezzi! Jeu non sugnu una i chiddi chi fannu chiàcchiri…
Piero (sarcastico) Nooo! P'amuri 'i ‘Ddiu...
Titina E me cummaredda chi faci? Come sta Giulietta?
Piero (fa spallucce) Eh, che volete… Ha quel piccolo problemino di vista…
Titina Eh, lo so. Lo so…
Piero Mio padre dice che presto migliorerà...
Titina (lo interrompe) ...con queste nuove lenti (mima le due "palle") Eh, lo so. Lo so…
Piero (stizzito, alla platea) Tuttu sapi!
Titina (finge costernazione) Eh, purtroppo tutti ‘i pettegolezzi mi ‘rrivinu ‘nta ricchi… La gente è pettegola, parla, sparla, taglia e cuce… Sunnu ‘na massa di pettegoli!
Piero (mormorando) IDDI!
Titina (guarda l’orologio) Focu meu! Si fici tardu! (si alza) Vaiu chi haiu ‘a fari ancora ‘na commissioni… Ti salutu, cumparèddu!
Piero (si alza) Vi saluto, commare! (sarcastico) E grazie assai per il regalo!
Titina Uuuh, figurati! ‘Apoi quandu ti marìti ti fazzu nu bellu regalu! (finge rammarico) Uuuh, mi fuìu… Mi raccumandu ‘a pianta! È p’i ricordu d’a bonanima ‘i to mamma, d’a cummari Carmelina! (con un cenno della mano) Ti salutu!
Titina esce dalla comune.

Piero (rimugina) Mah! 'Sta grandissima pettegola! Havi na lingua… In paese già sanno di me e Anna! Ne parlano tutti… mah! (guarda il cactus) E poi ‘sta pittàra... (imita la voce stridula di Titina) “P’i ricordu ‘i to mamma! D’a cummàri Carmelina! Vedrai come diventa grande!”, mah… Se diventa grande, ‘nci sciuppu ‘na bella fogghia e ‘ncia portu a idda! Mi si ‘rraspa… ‘aundi sacciu jeu! Cu tutti ‘i ficaràzzi! (si ferma e guarda l’orologio) Oh, santo cielo! È tardissimo! (prende i libri) Questa pettegola mi ha fatto perdere mezza mattinata di studio!
Piero, seccato, esce di scena dalla comune.
Turi e Giovanni rientrano dalla comune, confabulando a soggetto.
Giovanni (ha in mano un passamontagna. Guardandosi intorno con circospezione) Compàre, allora hai capito tutto?
Turi (finge sicurezza) Certo! (col capo fa segno di no, verso la platea)
Giovanni (c. s.) Ricapitoliamo…

Giulia, che indossa già i grossi occhiali grazie ai quali vede bene, apre la finestra da destra (abitazione borghese) e li spia.
Turi e Giovanni (non si accorgono che, da questo momento, saranno spiati)
Giovanni (continuando) Noi arriviamo in banca alle…?
Turi (confuso) …alle cinqu… (Giovanni lo fulmina) Alle sei… (occhiataccia di Giovanni) Eeeh, sett… (Giovanni è inviperito. Turi inizia a portare la mano ad altezza spalla e poi rilasciandola, pronuncia i numeri, facendo il verso al gioco della “morra”, mentre Giovanni partecipa, inconsapevole) Ott…  Trrr! Nov… Trrrr! Dieci… Trrr ‘ttà!
Giovanni (si blocca, seccato) E chi jucàmu, ‘a murra? Mah! (perentorio) Arriviamo in banca alle dieci in punto della mattina del concorso! (con fare di chi confabula) E da dove entriamo?
Giulia (continua ad osservare: ancora non ha ben capito)
Turi (ci pensa un po’) Eeeh, eeeh… (pensando di dire una cosa ovvia) …dalla porta!
Giovanni (sarcastico) Sì, e prima ‘nci sunàmu ‘u campaneddu! Entriamo dai canali della fogna!
Turi (alla platea) …belli ‘mprofumati!
Giovanni (con fare di chi confabula) E appena entriamo in banca cosa diciamo?
Turi (ci pensa) Scusati, ma chi catinazzu mangiàu ‘ddu ‘bbestia chi scarricàu l’acqua?
Giovanni Ma nooo! Dobbiamo urlare (a voce bassa, guardandosi attorno con circospezione): “Mani in alto! Questa è una RAPINA!”
Giulia (adesso ha capito tutto ed è sconvolta)
Turi (sconvolto, guarda prima la platea, poi Giovanni) Una rapina? E chi rapinàmu?
Giovanni Sordi! Eh, eeeh! (enfatico) Sordi LIQUITI!
Turi (spaesato) LIQUITI? Allura 'nd’avìmu ‘a purtàri nu pocu 'i buttigghi…
Giovanni (disperato) Focu meu! (cerca di recuperare la calma) Senti a mia: subito dopo che entriamo, tiràmu fora ‘a pistola…
Turi (sbalordito) ‘A pistola? Ma tu sei sicuro che NOI possiamo fare una rapina?
Giovanni Certo! Sarà (sillabando) fa-ci-lis-si-mo! Come uno schiocco di dita! (prova più volte a schioccare le dita, invano) Vabbé, capiscìsti…
Turi (perplesso) Mah…
Giulia fa per chiudere in fretta e furia la finestra ma poi si ferma: non vuole fare rumore per non rivelarsi. Accosta delicatamente ed esce di scena.

Giovanni (perentorio) Non mi credi? Aspetta… (mette una mano in una tasca ed estrae un foglio piegato. Lo spiega) Guarda! L’ho disegnata io! È precisa (sillabando) al mil-li-me-tro! (mima una piccola unità di misura) è la mappa della banca!
Turi (mima la piccola unità di misura) Chista? Tanta pìcciula? è una MAPPINA!
Giovanni Varda 'ccà: (indica sul foglio) questa è la porta, qui ci sono gli sportelli, più avanti c’è l’ufficio del Direttore, a destra i bagni e… cosa c’è qui a sinistra? La cass… la caaass…
Turi (confuso) La caaaass… ‘A cassalòra!
Giovanni (seccato) Sì, cusì calàmu ‘a pasta… (adirato) Qui c’è la cassaforte!
Turi (annuisce, perplesso) E comu ‘a japrìmu?
Giovanni (sicuro) In questi giorni sono riuscito a scrutare più volte il cassiere, da una postazione (con enfasi) TOPPI secret…
Turi (incuriosito) E quali?
Giovanni ‘U bar ‘i facci ‘a banca! Mi è costato tanti sacrifici! Ho dovuto agire in incognito (Turi non capisce, lui gli si avvicina) Mi sono dovuto... travestire 'i fimmina!
Turi (sconvolto ma divertito) 'I fimmina, tu?
Giovanni (annuisce, poi si atteggia, con voce femminile) ...e non sai chi fimminùni era!
Turi (porta una mano sulle zone intime di Giovanni) Ehi lupu!
Giovanni Una giornata intera al bar, travestito! (con voce femminile) E non sai 'u burdellu quandu eppi 'a jiri 'o bagnu! Bagno uomini o donne? Vado di qua o vado di là? Di qua o di là?
Turi (divertito) E aundi jisti 'a fini?
Giovanni (con voce femminile) Non potevo farmi scoprire! Mi piasciài dancoddu!
Turi (ride divertito) Ehi masculazzu!
Giovanni (fa spallucce) Ma almeno adesso sappiamo come aprire la cassaforte…
Turi (perplesso) E comu?
Giovanni (si guarda attorno, poi mormorando e inscenando un goffo balletto, che Turi replica in leggera differita) Mezzo giro a destra, un giro a sinistra, tre quarti verso Est, cinque ottavi a Sud e tre decimi verso Nord…
Turi (pensieroso) 'A tipu Macarena, va…
Giovanni Ma quali Macarena, Maccarrùni! (seccato) Ripeti: mezzo giro a destra…
Turi (in difficoltà) …un quarto di giro a sinistra, sei undicesimi pi ‘ccà, (confuso) centu grammi ‘i prosciuttu, (indica con le dita) tantu ‘i pròvula…
Giovanni (sarcastico) Sale quanto basta e un pizzico di pepe! (adirato) Non ci siamo! Vabbé, tanto lo ricordo io! Ora non ci resta che provare il passamontagna! (gli porge il passamontagna e si porta vicino all’osteria)
Turi (indossa il passamontagna, ma al contrario: ha il volto completamente coperto. Procede con la “passerella”)

Dalla comune entra il Maresciallo.
Maresciallo (dopo un paio di passi, si ferma: osserva la buffa passerella di Turi)

‘Ntoni entra da sinistra (osteria).
‘Ntoni (si ferma: osserva la buffa passerella di Turi)
Turi (prosegue con la sua buffa passerella, con movenze leggermente effeminate, muovendosi da destra a sinistra)
Giovanni (appena vede il Maresciallo, piega la planimetria della banca e fa come per sventolarsi. Finge calma ma è agitato. Cerca di avvisare Turi fischiettando e con la mimica)
Turi (non vede, avendo il passamontagna al contrario. Procede con la “sfilata”) Come mi sta?
Giovanni (tossisce per avvisare Turi) Cof, cof…
‘Ntoni (si porta vicino a Giovanni, sembra chiedere spiegazioni)
Turi (prosegue con la “sfilata” verso la comune dove c’è il Maresciallo:) E allora? Cosa sembro?
‘Ntoni (mormorando) Un cretinu!
Turi (toglie il passamontagna: osserva il Maresciallo, impaurito)
Turi (impaurito) Buongiorno Eccellenza! 
‘Ntoni (abbozza un goffo saluto militare) Salutiamo, illustrissimo Tenente Colonnello Caporalmaggiore!
Maresciallo (ricambia il saluto, divertito) È sufficiente “Maresciallo”, Remo Mori.
Giovanni (abbozza un goffo saluto militare) Maresciallo Mori…
Turi Maresciallo Mori Remo!
Giovanni (gli dà una gomitata)
‘Ntoni Maresciallo, io sono ‘Ntoni Romeo, proprietario dell’ANONIMA osteria…
Turi (rinfrancato) Ed io sono...
‘Ntoni ...'nu stortu! Precisamente 'u stortu 'i me figghiu Turi, Maresciallo...
Giovanni (si pavoneggia) Io sono Giovanni, un amico di Turi…
‘Ntoni (sarcastico) L’amicu stortu ‘i me figghiu ‘u stortu!
Maresciallo (a Turi) Giovanotto, che stavi facendo con quel passamontagna?
‘Ntoni (si avvicina al Maresciallo) Bravu Maresciallu! (sguardo torvo verso Turi)
Giovanni (in difficoltà) Aviva friddu… e si misi ‘u passamontagna!
‘Ntoni (perplesso) Friddu? Ma si ‘nci sunnu 35 gradi!
Giovanni (in difficoltà, abbozza) Eeeh, non ci sono più le QUATTRO stagioni...
Turi (fa spallucce, è in difficoltà) Aviva friddu…
‘Ntoni (infastidito, a Turi) Certu, pirchì ‘u ciriveddu non ti lavura mai, quindi è friddu…
Turi Eh no! ‘U me ciriveddu lavura! Infatti abbiamo una novità! (prende sottobraccio Giovanni ed i due si pongono dinanzi a ‘Ntoni)
‘Ntoni (perplesso) No! Pi ll’anima di morti! ‘Sti cosi TRANSESSUALI, ‘a me casa NO! (Turi e Giovanni si divincolano l’uno dall’altro)
Turi Ma no! Chi capiscìsti! Io e Giovanni (fiero) entreremo in banca! Faremo il colp…
Maresciallo (ha un sussulto)
Giovanni (lo interrompe) Il concorso! Sì, (scandisce) con-cor-so…
‘Ntoni (incredulo ma contento) Facìti ‘u concorsu?
Turi (fa cenno di no col capo, ma la risposta di Giovanni lo blocca nuovamente)
Giovanni (reticente) Siii… (mormorando) in un certo senso…
Maresciallo (ingenuo) Oooh, che ragazzi giudiziosi!
Turi Sì, stiamo già studiando come entrare in…
Giovanni (interrompe Turi, con sorriso nervoso) …in sintonia con il mondo del lavoro!
Turi ‘I stamu studiandu tutti, in pratica, per entrare in ba…
Giovanni (c. s.) …barba ai raccomandati!
‘Ntoni (impettito) Bravi! Sono fiero di voi! (poi si piega) Ahiai, ‘a schiena!
Giovanni (indica l’osteria) …stavamo andando a studiare! Col vostro permesso!
‘Ntoni (contento) Certo! Bisogna prepararsi bene per entrare in banca! (mormorando) Soprattutto p’i scecchi comu a vui…
Maresciallo Bravi ragazzi! Studiate, mi raccomando!
Giovanni (prende sottobraccio Turi, i due salutano con un cenno il Maresciallo e, nel dirigersi verso sinistra, confabulano a soggetto)
Turi e Giovanni escono a sinistra (osteria).

‘Ntoni Maresciallo, accomodatevi! Posso offrirvi un bicchiere di vino?
Maresciallo (austero) No, grazie! Sono in servizio!
‘Ntoni Mezzo bicchiere? (mima il mezzo bicchiere)
Maresciallo (ci pensa un po’) Va bene, mezzo lo accetto!
‘Ntoni (verso la platea) è a MEZZO servizio ‘u maresciallu! (verso il Maresciallo) Accomodatevi, vado a servirvi! (si piega) Ahiai, ‘a schiena!
 ‘Ntoni esce di scena a sinistra (osteria).

Maresciallo (alla platea) Pensano di corrompermi con mezzo bicchiere di vino! Non sanno che ci vuole ben altro! (sarcastico) Ammenu ‘na butti, va… (con tono di chi rivela) Da queste parti stanno organizzando cose illecite, illegali! Pensano che io sia fesso! Che non lo abbia capito! E invece… (si dà una pacca alla tempia) Eh, haiu nu cirivèddu, modestamenti! Già ho capito tutto… Quasi tutto: ancora non capiscìa chi vonnu fari! E mancu cui… Ma questi sono dettagli… (si siede su una delle sedie nei pressi dell’osteria)

‘Ntoni rientra da sinistra, con un bicchiere di vino, riempito per intero.
‘Ntoni (pone il bicchierino dinanzi al Maresciallo, sul tavolinetto Per servirla, Maresciallo! (si siede)
Maresciallo (leggermente contrariato) Avevo detto mezzo bicchiere…
‘Ntoni (sarcastico) Maresciallu, 'i bicchèri l'avimu tutti sani! Menzi non nd'avìmu...
Maresciallo (senza dare il tempo a ‘Ntoni di finire la frase, trangugia il vino, tutto d’un fiato)
‘Ntoni (guarda la platea con gli occhi spalancati)
Maresciallo (non visto da ‘Ntoni, fa una smorfia: non ha apprezzato il vino)
‘Ntoni (soddisfatto, si pavoneggia) Eeeh, era ‘bbonu…
Maresciallo Sì! P’a ‘nzalàta! (fa un’altra smorfia) ‘Cìtu era…
‘Ntoni (si schernisce) Vinu ‘maru, tènilu caru… (preoccupato) Maresciallo, se non sono indiscreto, come mai da queste parti?
Maresciallo (solenne) Vede, signor ‘Ntoni, io sono sempre VIGILE!
‘Ntoni (confuso) Vigili? Ma non siti carbinèri?
Maresciallo (serioso) Fra qualche settimana ci sarà il concorso per entrare in banca…
‘Ntoni Certu! Puru me figghiu ‘u faci, sintìstuvu!
Maresciallo Eeeh, come dire, il mio intuito mi dice che sono in corso… strani movimenti…
‘Ntoni (spaesato) Quali movimenti?
Maresciallo Movimenti sospetti, ambigui…
‘Ntoni (serio) Maresciallo, spiegàtivi megghiu…
MARESCIALLO (con tono di chi rivela) Giorni fa è stata avvistata una donna… al bar di fronte la banca, da sola…
‘NTONI (incredulo) Sula? (sarcastico) E pozzu crìdiri chi nuddu jìu ma ‘nzùrta?
MARESCIALLO …era brutta com’o scuru! Con due spalle così! (indica con le mani) Cu certi pila chi ‘nci niscìvinu di cazzetti… (disgustato) BRUUUTTA!
‘NTONI (incredulo) Maria vergini!
MARESCIALLO (annuisce) Se non fosse chi jeu, modestamenti, ‘i fimmini ‘i canùsciu, potrei arrivare a dire che parìva ‘nu màsculu!
‘NTONI (inconsapervolmente sarcastico) È uomo di mondo il nostro Maresciallo!
MARESCIALLO E questa… donna - ma (con enfasi) BRUUUTTA - ha guardato per tutto il tempo verso la banca…
‘NTONI (perplesso) Nenti di menu…
MARESCIALLO Già! È un segnale che si sta organizzando qualcosa… Ed io che, modestamente, haiu nu ciriveddu… certe cose le capisco!
‘NTONI (serio) Maresciallo, chi vulìti diri?
MARESCIALLO (con tono di chi rivela) Nel giorno del concorso, sulla banca, potrebbero convergere (con enfasi) interessi (sillabando) pe-ri-co-lo-si…
‘Ntoni (spaesato) Ah si?
Maresciallo Potrebbe essere chiunque, persone (sillabando) in-so-spet-ta-bi-li!
‘Ntoni (ripete, spaesato) Insospettabili...
Maresciallo Chissà, magari anche persone a lei molto... vicine!
‘Ntoni (incredulo) Puru!
Maresciallo (tronfio) Ne sono sicuro! Si sta orchestrando qualcosa di… losco! E il mio fiuto (odora platealmente) non sbaglia mai! Ho sentito il FUMUS del reato!
‘Ntoni 'U FUMUS? Ma no, maresciallo! è 'u ragù chi fìciru ‘nto dottori Quattrocchi!
Maresciallo (perplesso) Mah! Può darsi abbia preso un ABBACCHIO!
‘Ntoni No, no, maresciallo! (annusa il profumo, sospira) Aaah! È ragù puru oggi!
Maresciallo Ma che si sappia: noi siamo vigili! (si alza) La saluto, signor ‘Ntoni!
‘Ntoni (pensieroso, ricambia il saluto) Vi saluto Maresciallo!
Il Maresciallo esce di scena dalla comune.

Peppe e Giulia entrano da destra (casa borghese).
Gliulia (ha i grandi occhiali nuovi fatti dal padre)
Peppe Buongiorno ‘Ntoni!
‘Ntoni (gioviale) Buongiorno dottore!
Giulia (cammina accanto al padre, con passo sicuro. Oramai vicina 'a ‘Ntoni, dà la mano in modo sicuro) Buongiorno ‘Ntoni!
‘Ntoni Buongiorno! (verso Peppe) Ma, sbaglio o... (mima le due "palle")
Peppe (tronfio, annusce col sorriso sulle labbra e mima le due "palle") Grazie e queste straordinarie lenti la mia Giulietta adesso vede tutto!
Giulia (mormorando, sibillina) Puru troppu vitti...!
Peppe (gioviale) Signor 'Ntoni, vi vedo raggiante! Come mai?
‘Ntoni Eh sì! Anche mio figlio farà il concorso per entrare in banca!
Giulia (lancia sguardi di dubbio alla platea)
Peppe Oh, bene! Certo, non sarà facile! Bisogna essere preparat… (si impappina) preparat… (seccato) S’hav’a studiàri, jamu!
‘Ntoni Uuuh, dottori! Mio figlio ha capito che per entrare in banca non deve sbagliare nulla!
Giulia (mormorando, sibillina) …sinnò finisci ‘o friscu! (mima le manette)
Peppe Certo, studiare è importante, però…
‘Ntoni Però…?
Peppe (mormora) Con voi posso parlare: Piero è un idealista, un sognatore, ma io so bene come vanno queste cose e, alla fine, ho deciso di interven… (si impappina) interven…
‘Ntoni (sarcastico) ‘Ngrippàu danovu…
Giulia (si avvicina a ‘Ntoni e anticipa Peppe) ‘Nci misi ‘u cugnu pi mi vinci ‘u concorsu…
Peppe (di scatto intima il silenzio alla figlia) Sssch! Ché anche i muri hanno orecchie…
Giulia (sibillina) Eeeh, e puru occhi… (mima le due “palle”)
Peppe (incurante) Dopo che avrà il posto in banca, troveremo per lui una ragazza dai nobili natali… degna di mio figlio!
‘Ntoni (sarcastico) Certu: non si pìgghinu si non ‘ssi ‘ssumighinu!
Giulia (sibillina) No, no… si pìgghinu! Puru chi non si ‘ssumigghinu! Eccomu si ‘ssi pìgghinu! (Peppe e ‘Ntoni non capiscono, ma non se ne curano)
Peppe (guarda l’orologio) S’è fatto tardi… Andiamo, Giulietta… Vi saluto!
Giulia Vi saluto ‘Ntoni… (mormorando) Attenzione non mi studia troppu vostru figghiu…
‘Ntoni (perplesso) Vi saluto… (si tocca la schiena) Ahiai!
Giulia e Peppe escono di scena dalla comune.
Le luci si abbassano gradualmente
 ‘Ntoni (riprende a sistemare davanti l’osteria, ma rimugina) E ora anìti ca vista 'nci vinni puru 'a parola ‘a Giulietta? (rimugina) Attentu ‘a vostru figghiu, non mi studia troppu… (passaggia da destra a sinistra e viceversa, ogni tanto si ferma) E poi ‘u Maresciallu chi faci ‘u Vigili! Mah! ‘U concorsu ‘a banca! Interessi pericolosi! Persone (scandisce) insospettabili! Chi vossi diri ‘u Maresciallu? Persone a me molto vicine! Mah! ‘I me vicini (indica l'abitazione borghese) sunnu bravi cristiani! Me’ figghia Anna, ‘a mara, bucca havi e palora no! ‘I cu parra? (ci pensa ancora) Me figghiu… è tuttu stortu! Va an giru cu passamontagna cu stu caddu! Figuramundi! (si mette a sistemare le sedie, ci pensa su) ‘U passamontagna… ‘a banca! ‘U FUMUS! Malanova! Cu sapi chi voli jarmàri! Turi! Oooh Tuuuri! (‘Ntoni si precipita verso l’osteria) Tuuu-ri! Si ti pigghiu!

SIGLA

Fine II° Atto


ATTO TERZO
Medesima scena degli Atti Primo e Secondo, con l’aggiunta di una grande pianta di fico d’india (anche cartonato) in prossimità dell’abitazione borghese.
È il giorno dopo del concorso in banca. Mattino presto.
Le luci sono spente

SIGLA
STOP SIGLA
Le luci si alzano, gradualmente
Sirene spiegate di mezzi delle forze dell’ordine.

Il Maresciallo entra dalla comune.
Maresciallo (è agitato. Ha in mano un taccuino, oltre ad un foglio piegato ed una penna, nel taschino. Osserva guardingo)

STOP Sirene spiegate di mezzi delle forze dell’ordine.

Maresciallo (alla platea) Si sono barricati dentro! Eeeh, pensano di fregarmi, di sviare le indagini! (fiero) Non sanno con chi hanno a che fare! Non sanno che io, modestamente, ho già capito tutto di quello che è successo ieri in banca, durante il concorso! (si dà una pacca alla testa) Modestamente haiu nu ciriveddu! Non capiscìa mai pirchi non mi fìciru Tenente… Ho già capito tutto, ma li torchierò lo stesso! Li farò cantare io! (va prima verso l’abitazione borghese, poi verso l’osteria: origlia) Non si sente rumore… Sicuramente sono terrorizzati! E ora chi fazzu? ‘Nci bussu? Spettu mi nésciunu? La giustizia non può aspettare!  (prende la rincorsa e si scaglia verso la porta dell’osteria, per sfondarla. Prima che arrivi all’impatto con la porta…)
‘Ntoni (apre la porta)
Maresciallo (farà un capitombolo all’interno dell’osteria, del quale si sentirà solo il frastuono)
RUMORE DI CAPITOMBOLO
v.f.s. ‘Ntoni Focu meu! Maresciallu!
v.f.s. Anna Chi succidìu?

Il Maresciallo entra da sinistra (osteria)
Maresciallo (uscendo dall’osteria sistema il vestito un po’ sgualcito) Eh... chi succidìu…

 ‘Ntoni e Anna entrnao da sinistra (osteria)
‘Ntoni (mentre procede) Anna, CUMBOGGHITI!
Anna (si sistema, seccata)
Maresciallo (alla platea) Si schiantàu puru ‘a porta… e si japrìu sula!
‘Ntoni Maresciallo, Vi piacìu cusì tantu ‘u vinu? Bastava bussare… Cosa è successo?
Maresciallo (incalzante) Cosa è successo dovete dirmelo voi!
‘Ntoni (gioviale) Eeeh chi! (inconsapevolmente sarcastico) Mancu s’era statu ‘na rapina!
Maresciallo (austero) Non è il momento di scherzare! Procediamo con ordine: nei giorni precedenti al concorso in banca, avete notato… movimenti strani?
Anna (ci pensa un attimo) No, niente…   
Maresciallo (austero, verso ‘Ntoni) E lei?
‘Ntoni (ci pensa un po’) Eeeh, sì! Pi diri ‘a verità, sì…
Maresciallo (soddisfatto) Oh, benissimo! Che ha notato di strano?
‘Ntoni …che mio figlio e ‘u so amicu si sono messi a studiare seriamente! Anche fino a tarda notte! Una cosa mai vista!
Maresciallo (spazientito) E quindi?
‘Ntoni (annuisce) Sembravano più preoccupati di come entrare che dalle domande!
Maresciallo (incredulo) Niente di meno! Che ragazzi scrupolosi! (confidenziale) Fossero tutti come loro a quest’ora non saremmo qui…
‘Ntoni (annuisce) Eh, maresciallo, ci sono gente cattivi…
Maresciallo (inquisitorio) E per quanto riguarda (a voce bassa) il vicinato, avete notato qualcosa di anomalo rispetto al solito?
Anna (ci pensa un attimo) No, niente…
‘Ntoni (reticente) Eh, veramente sì...
Maresciallo (inquisitorio) E cosa?
‘Ntoni (restìo) Maaa... niente di particolare… (indica la pianta di fichi d’india) solo quella pianta strana… quella pittàra, va… d’a bonanima d’a signora Carmeeeliiinaaa…
Maresciallo (inquisitorio) E che ha di strano?
‘Ntoni Era piccola così (indica con le mani), ma in quindici giorni (la indica) guardate quanto si è fatta! E... (reticente) certi ficaràzzi, Maresciallu… Eee…
Maresciallo (osserva la pianta) Quali… ficaràzzi? Lì non ce ne sono!
‘Ntoni (reticente) Eee, come direee…
Maresciallo (spazientito) Dicìtilu comu vulìti, basta mu dicìti!
‘Ntoni (costernato) Noi siamo poveri, non abbiamo da mangiare e, chi vulìti, Maresciallo… chi vulìti…
Maresciallo (spazientito) Jeu, nenti! (recupera la calma) Spiegatevi meglio…
‘Ntoni (costernato) C’era questa bella pittàra cu ‘sti ficaràzzi tanti (indica con le mani) e....
Anna Papà, che hai fatto?
‘Ntoni …di nascosto ‘nci futtìa ‘nu panàru i ficaràzzi!
Anna (incredula) Ma…
‘Ntoni (annuisce) E mi mangiài tutti!
Maresciallo (incredulo) Vi mangiàstuvu ‘nu panàru ‘i ficaràzzi?
‘Ntoni (annuisce, porta una mano sullo stomaco) Stuppài!
Maresciallo (adirato) Ma che state dicendo?
‘Ntoni (plateale) Lo confesso! Sono stato io! Arrestatemi, Maresciallo! Mi PROSTITUISCO!
Maresciallo (seccato) E ora chi facìmu, l’interrogatoriu pi ‘nu panàru ‘i ficaràzzi? Siamo qui per indagare su eventi (enfatico) molto più gravi!
‘Ntoni (mortificato) Valìvinu ‘a pena, Maresciallu, credetemi!
Maresciallo (stizzito) Lasciamo perdere! Stiamo solo perdendo tempo!

Giulia entra da destra (abitazione borghese).
Giulia (Indossa i buffi e grandi occhiali grazie ai quali vede bene) Che succede?
‘Ntoni Maresciallo, ecco Giulia, figlia del dottore Quattrocchi… (lo spinge platealmente verso Giulia)
Maresciallo (procedendo) Lei, quindi, è la signorina Quattrocchi…
Giulia Sì!
‘Ntoni (prende Anna sottobraccio e, con passo felpato, cerca di rientrare all’osteria)
Maresciallo (lo vede con la coda dell’occhio e si gira. Perentorio) Alt! Dove state andando?
‘Ntoni e Anna si bloccano, alzano le mani in alto.
‘Ntoni (intimidito, in difficoltà) Eeeh… mi vi pigghiu ‘nu bicchèri ‘i vinu, Maresciallu…
Maresciallo Per carità! (mormorando) ‘Na vota si futti ‘a vecchia… (perentorio) Accomodatevi là! (indica le sedie poste di fronte l’osteria)
‘Ntoni e Anna (visibilmente impauriti, vanno a sedere sulle sedie vicino l’osteria)
Giulia Maresciallo… quindi cos’è successo?
Maresciallo (con impeto) Questo dovrebbe dirmelo lei…
‘Ntoni (si alza e si intromette) Maresciallo! Giulietta è ancora una bambina…
Maresciallo (seccato) Silenzio! (lo scaccia) Signorina Giulia, in questi ultimi giorni, ha visto qualcosa…
‘Ntoni (mormorando) Sì, idda vitti sicuramenti…
Maresciallo (seccato) Silenzio, ho detto! Signorina, ha visto qualcosa di strano? E non mi riferisco alla… straordinaria crescita di quella pianta di… ficaràzzi (la indica)
Giulia (incredula) Oddio! Anche voi lo avete saputo, Maresciallo?
Maresciallo (spazientito) Oh santa pazienza! Mi dica se ha notato qualcosa di strano!
Giulia (decisa) Veramente sì!
Maresciallo (felice) Oooh! E cosa?
Giulia (annuisce) Di notte, Maresciallo, in questo cortile, ci sono stati strani movimenti…
Maresciallo (incalzante) Interessante! E che tipo di movimenti?
Giulia (vaga) Movimenti… (roteando una mano mima un furto. ‘Ntoni trema)
‘Ntoni (costernato) Maresciallo, vu dissi: sono stato io! Mi PROSTITUISCO! Arrestatemi! Sono pronto a SPIARE la mia colpa!
Giulia (spiazzata) Siete stato voi, signor ‘Ntoni?
‘Ntoni Sì. Avìvimu fami e simu senza ‘na lira. (le si getta addosso) Perdonatemi signorina Giulietta! Mi offro in sacrificio per la giustizia. Maresciallo, ‘ttaccàtimi, jamu! Mi PROSTITUISCO!
Giulia (lo aiuta a rialzarsi) Signor ‘Ntoni, anche mia mamma…
‘Ntoni (guardando in cielo, come a invocarne l’aiuto, fa il verso al dottore Quattrocchi) Carmeeeliiinaaa…
Giulia (annuisce) …anche lei è cresciuta in una famiglia povera e mi ha raccontato di quegli anni difficili! Mi diceva sempre che “a fami è fami!” Non vi dovete scusare! (sarcastica) Ammenu dicìtimi com’èrinu!
‘Ntoni (sarcastico) Ch’i spini!
Maresciallo (imbestialito) Ma insomma! è possibile che nessuno sappia niente? Andate a sedere, gentilmente!
‘Ntoni e Anna prendono posto sulle sedie davanti l’osteria
Giulia siede su una delle sedie posizionate davanti l’abitazione borghese.
Maresciallo (va da destra a sinistra, pensieroso) E se queste erano le persone informate sui fatti… simu a ‘ppostu…

Dalla comune entra Commare Titina, a passi lenti ma decisi.
Titina Scusate, Maresciallo, se si parla di persone informate sui fatti, jeu non pozzu mancàri! (finge costernazione) Uuuh! Mi fuìu!
Giulia (mormorando) E certu…
Maresciallo (si frega le mani) Bene! Siamo a un momento decisivo per le indagini! (fiducioso) Iniziamo! Lei è la signora…?
Titina Sono signorina io! Signorina Titina… (il Maresciallo prende nota sul taccuino)
‘Ntoni …chi faci pettegolezzi da matìna ‘a sira e da sira ‘a matina! (smorfia di Titina)
Maresciallo (furente) Silenzio! Signorina, quanti anni ha? (fa come per prendere nota)
Titina (incredula) Uuuh, focu meu! Non si chiede l’età ad una (con enfasi) signora!
Maresciallo (in confusione) Ma allora non è signorina! È signora!
Titina (porta le mani sotto il seno, civettuola) Signorina, vi dissi!
Maresciallo Forza, ripetete: “Giuro di dire tutta la verità, nient’altro che la verità”
Titina (porta la mano in petto) Giuro di dire la verità, TUTT’ALTRO che la verità! (finge costernazione) Uuuh, mi fuìu!
Maresciallo (imbestialito) Santo cielo! Signorina se ha qualcosa da dire lo dica adesso o taccia per sempre…
Giulia (mormorando alla platea) Fussi veru!
Titina (acida) No, Maresciallu. (dispiaciuta) Jeu non sacciu nenti… Vinni propria mi sacciu chi succedìu! (finge disappunto) Uuuh, mi fuìu!
Maresciallo (imbestialito) Adesso basta! Si segga, signora!
Titina (mentre va a sedere vicino Giulia, con tono dimesso) Signorina, comunque…
Maresciallo (imbestialito) Cose da pazzi!

Dalla comune entrano Turi e Giovanni.
Turi e Giovanni (giù di morale, arrivano con le mani in tasca, guardando a terra. Inizialmente non si accorgono della presenza del Maresciallo)
Maresciallo (vedendoli arrivare) Oooh! Bene! Benissimo! 
Giovanni (avvicinandosi, un po' impaurito) Maresciallo carissimo!
Turi (balbetta per la paura) Ma-Ma-Maresciallo...
'Ntoni (alla platea) Non sulu stortu, ora puru 'birbu 'ddiventàu...

Il dott. Quattrocchi e Piero entrano da destra (abitazione borghese).
Maresciallo (osserva Peppe e Piero, poi Turi e Giovanni, si frega le mani) Eccoli! Finalmente ci sono tutti i nostri indagati!
Piero (incredulo) Indagato io? E per cosa?
Peppe (perplesso) Indagati noi?
Turi (balbetta) E chi vo-voli di-di-diri “inda-da-daga-daga-dagati”?
Giovanni (gli tira una gomitata, mormorando) Chi si parri assai simu ‘rruvinàti!
Maresciallo (austero) Quanto accaduto in banca è di una gravità inaudita! Avanti! Cosa avete da dire? Cosa sapete sui fatti? (guarda Turi e Giovanni, che fa lo gnorri, fischiettando) E voi, dottore Quattrocchi? (questi fa spallucce) E tu, Piero? (alla platea) Niente! Nuddu sapi nenti!
Titina (si alza in piedi, con orgoglio) Maresciallo, si non sacciu nenti jeu, significa chi non sapi nenti nuddu! Non ci tenete sulle spine! (torna a sedere)
‘Ntoni (sarcastico) Chi già ‘ndi bastàru chiddi di ficaràzzi!
Maresciallo (sbuffa) Va bene! Esporrò io quanto è stato dedotto, sulla base dei nostri appostamenti e di quanto abbiamo (con enfasi) fe-del-men-te ricostruito…
Titina (petulante) Oooh oooh! Era ura! (tutti la guardano male)
Maresciallo Partiamo dai fatti: il qui presente dottore Peppe Quattrocchi, preoccupato per l’esiguo numero dei candidati che avrebbero superato il concorso, ha messo in atto pratiche (con enfasi) di cor-ru-zio-ne, finalizzate a sov-ver-ti-re l’esito del test, cercado di procurare vantaggi per il figlio…
Titina (si alza in piedi, petulante) Vulìti diri chi ‘nci misi ‘u cugnu mi tràsi ‘a banca?
Maresciallo (annuisce) Esattamente!
Titina Ma chistu ‘u sapìvimu tutti… (finge costernazione) Uuuh, mi fuìu... (torna a sedere)
Piero (furente) Papà, che hai fatto? Perché?
Peppe (mortificato) Figlio…
Piero (c.s.) Ti avevo chiesto di non farlo!
Peppe (c.s.) Perdonami, l’ho fatto per te, per vederti sistemato…
Titina (sarcastica, alla platea) Ora ‘u sistemàu pi festi e pi lavurànti…
Piero (disperato) Non è possibile... (furente, va verso le sedie occupate dalla propria famiglia. Ne sposta una e siede dando le spalle ai suoi familiari)
Peppe (lo segue, invano, poi si siede vicino alla figlia)
Giovanni (sollevato) Maresciallo, e noi che c'entriamo?
Maresciallo (solenne) Ripartiamo dai fatti: i signori Turi e Giovanni sono stati colti mentre cercavano di entrare in banca dalla fogna...
'Ntoni (si alza e fa come per scagliarsi contro il figlio) Deficienti! (torna a sedere)
Turi (fa un passetto in avanti, pentito, balbetta per la paura) Ma-Ma-Maresciallo...
Giovanni (lo va a riprendere e lo riporta indietro, mormorando) Statti zittu!
Maresciallo (inquisitorio) Intanto, perché stavate entrando dalla fogna?
Turi e Giovanni (si guardano a vicenda, impauriti)
Turi (titubante) Eeeh (balbetta per la paura) Ma-Ma-Maresciallo...
Giovanni (preoccupato) Eeeh, come dire…
Maresciallo (bonariamente) I due ragazzi non lo vogliono dire… perché sono troppo timidi! Ma io, modestamente, haiu ‘nu ciriveddu e ho capito TUT-TO!
Titina (incalzante) E jamu, Maresciallu, dicìtindi!
Tutti (la guardano male)
Maresciallo Sono entrati dalla fogna perché dopo aver saputo che qualcuno (indica il dott. Quattrocchi) voleva fal-si-fi-ca-re il concorso, hanno deciso che non potevamo permetterlo e, per far trionfare la giustizia, hanno pensato di entrare di nascosto, rinunciando addirittura a partecipare ad un test per il quale avevano tanto studiato!
Turi (stupito, balbetta) Tu-tu-tutti ‘sti cosi fì-fi-ficimu? (Giovanni gli rifila una gomitata)
‘Ntoni (incredulo) Maresciallu ma sìti sicuru?
Maresciallo (annuisce) Il mio intuito non sbaglia mai!
Giovanni (felice, gli si getta addosso) Maresciallo, siete un genio!
Maresciallo (scaccia Giovanni)
Peppe (furente) Ma, Maresciallo…
Maresciallo Silenzio! I due ragazzi riceveranno una medaglia al valore! Hanno sacrificato settimane di studio pur di far trionfare la giu – sti - zia!
Giovanni (fiero, verso Turi) Siamo due eroi!
Peppe (verso il Maresciallo, furente) Ma qui siamo all’assurdo!
Maresciallo (professionale) Silenzio! Nel pomeriggio procederò con l’invio delle carte al Giudice per il processo al dottore Quattrocchi ed al figlio…
Piero (furente) Maresciallo, ma io non c’entro nulla! Sono vittima!
Maresciallo (professionale) Sì, dicono tutti così! Lo deciderà il Giudice…
Giovanni (sollevato) Tutto è bene quel che finisce bene… Noi andiamo allora (fa come per congedarsi, frettolosamente) Poi vinìmu 'a Caserma p'a medaglia al valore…
Giulia (Si alza in piedi, perentoria) Fermi tutti! Lo so io come sono andate le cose!
Giovanni (frettoloso, si tira dietro Turi, preoccupato) Maresciallo, noi andremmo allora…
Maresciallo (professionale) Fermi! Ascoltiamo cosa ha da dire…
Giovanni (innervosito) Ma, jamu, Maresciallo: 'u sapìmu tutti chi... non vidi nenti...
Peppe Eh no! (prende gli occhiali che Giulia indossa: lei socchiude gli occhi e si muove a tentoni) Grazie a queste straordinarie lenti (tutti, tranne il Maresciallo, mimano le due "palle") la mia Giulietta ci vede benissimo! È vero, Giulietta?
Giulia (in difficoltà perché priva degli occhiali) Sì, si mi duni, sì...
Peppe (costernato, rimette gli occhiali indosso alla figlia)
Maresciallo (professionale) Va bene: procediamo!
Giulia (si porta vicino al Maresciallo e gli dice due parole all’orecchio)
Maresciallo Accomodatevi! La signorina desidera conferire privatamente!
Turi e Giovanni vanno a sedere a sinistra.
Peppe e Piero vanno a sedere a destra.
Maresciallo (verso Giulia) Dimmi tutto!
Giulia inizia a parlare all’orecchio del Maresciallo.
Maresciallo (mentre Giulia racconta) Incredibile! Questi farabutti! (Giulia racconta ancora) Cose da pazzi! Volevano fregarmi! (Giulia racconta ancora) Incredibile! (il Maresciallo spiega il foglio che ha e lo controlla) è vero... è tutto corretto qui... (annuisce ed osserva il foglio per un paio di secondi)
Giulia (finisce il proprio racconto e va a sedere assieme ai membri della propria famiglia)
Turi e Giovanni (la guardano malissimo)
Maresciallo (con il foglio in mano) Beh, ci ero andato vicino. Può capitare di non cogliere qualche sfumatura, qualche dettaglio. (si schernisce) Inezie! Ma l’andamento generale dei fatti mi era chiarissimo! Avevo capito tutto…
Giulia (mormorando alla platea) Uuuh!
Maresciallo (verso la famiglia Quattrocchi) Da una parte c’è un figlio che, ignaro delle malefatte del padre, ha studiato per superare il concorso, con grandi sacrifici, credendo che il proprio impegno sarebbe stato premiato! Lui è vittima! (Piero si agita) E cosa potremmo dire a un ragazzo che possiede questi princìpi?
Titina Chi non capiscìu nenti ‘i comu funziona ‘a vita… (finge rammarico) Uuuh, mi fuìu!
Maresciallo Questo ragazzo merita di vincere il concorso, perché ha dato tutte le risposte giuste! (esibisce il foglio) Un test perfetto! È giusto che entri in banca!
Piero (felice) Finalmente avete capito, Maresciallo!
Maresciallo (si dà una “pacca” alle tempie) Eh, modestamente, haiu ‘nu ciriveeeddu!
Giulia (perplessa) Uhm, uhm…
Maresciallo (verso Turi e Giovanni) Dall’altra parte, invece, abbiamo due ragazzi, due…
Turi (impaurito) Du-du-dueee...
Giovanni (ostenta sicurezza) Due ragazzi valorosi!
Maresciallo (perentorio) No! Due scansafatiche… che un bel giorno hanno deciso di organizzare… (breve pausa) una rapina in banca!
MUSICA per movimento
Il Maresciallo cerca di avventarsi sui ragazzi, che iniziano a scappare. Dietro di loro anche ‘Ntoni. Via via tutti vanno all’inseguimento, urlando a soggetto. Solo Giulia rimane in disparte. Dopo un paio di giri, i personaggi si fermano, esausti, per prendere fiato. ‘Ntoni e Peppe sono al centro della scena, uno di fronte all'altro, entrambi sulle ginocchia.
STOP MUSICA quando ‘Ntoni e Peppe mettono le mani sulle ginocchia.
Peppe (con aria di sfottò) Caro ‘Ntoni, alla fine mio figlio entrerà in banca… e prenderà un bello stipendio! E tô figghiu?
‘Ntoni (ansimando) Se è p’i chistu, puru mé figghiu trasìu ‘a banca…
Peppe (sarcastico) E quantu pigghia?
‘Ntoni Eh, ora vidìmu... quandu ‘nci fannu ‘a causa, quantu pigghia…
MUSICA come la precedente
‘Ntoni riparte alla rincorsa del figlio e di Giovanni, che scappano. Dietro di loro, tutti gli altri, tranne Giulia, che rimane in disparte. Dopo un paio di giri, è Giulia a porsi al centro della scena.
STOP MUSICA quando Giulia è al centro della scena.
Giulia (a voce alta) Fermi tutti!
Tutti si fermano
Anna e Piero sono vicini fra loro.
Giulia Devo dire un’altra cosa! Anzi, (con enfasi) Piero e Anna devono dirci un’altra cosa che nessuno sa!
Titina (fiera) Ah, no! Jeu ‘a sacciu! (tutti la guardano male) Uuuh! Mi fuìu!
Piero e Anna (guadagnano il centro della scena)
‘Ntoni (perentorio) Anna, CUMBOGGHITI!
Piero (prende la mano di Anna)
Titina (mormorando) Ormai…
Piero Papà, mamma, signor ‘Ntoni: io e Anna… ci amiamo e vogliamo sposarci…
‘Ntoni (sembra contento) Oooh! Oooh! E una ‘a sistemàmmu! (si frega le mani)
Peppe Che cooosa?
Piero Sì, papà: è tutto vero!
Peppe Oooh focu meu!
Anna E c’è un’altra notizia…
‘Ntoni (perentorio) Anna, CUMBOGGHITI, ti dissi!
Titina (sibillina) Ormai... prima s'aviva 'a copriri... (finge costernazione) Uuuh, mi fuìu!
Anna (cingendo Piero con un braccio) Sono incinta…
Piero Oooh, che bello, amore mio! (i due si abbracciano)
‘Ntoni Inci... Inci... Inci...
Peppe (sarcastico e con l’intento di umiliarlo) Chi nc'è? Ora ti 'mpunta 'a tia a lingua? (realizza solo ora, è sconvolto) Incinta?
Peppe e 'Ntoni (appena realizzano, accusano un mancamento)
Turi e Giovanni (cercano di sorreggere 'Ntoni)
Titina e Giulia (fanno lo stesso con Peppe)
Turi Forza, Maresciallu, purtàti ‘na seggia! Non vidìti?
Titina Maresciallu, sventuliàti ‘ccà!
Giovanni Prestu, Maresciallu! ‘Ntoni si sintìu mali!
Titina Maresciallu, currìti ‘ndi Peppi!
Maresciallo Ma insomma! E chi simu, ‘o prontu soccorso?
    Viene portata una sedia per ‘Ntoni e una per Peppe. Il Maresciallo viene importunato da entrambe le famiglie, va a destra e sinistra senza capirci nulla. Alla fine, anche il Maresciallo si ritrova a sventolare i due capofamiglia, che si riavranno ben presto.
‘Ntoni (rinsavito, ma ancora seduto) Peppi, capiscìsti?
Peppe (rinsavito, ma ancora seduto) Capiscìa sì!  (si alza in piedi)
‘Ntoni Avogghia mi ‘nci dicu “Anna, CUMBOGGHITI”… (si alza) Ma sî incinta pi ‘ddaveru?
Titina (anticipa Anna) Sì! ‘I tri misi, setti iorna, (guarda l’orologio) tri uri e deci minuti! Masculéddhu è!
Anna (sbalordita) E vui comu ‘u sapìstuvu?
Titina (fiera) ‘O spitàli haiu quattru medìci primi cugini, deci ‘nferméri sempri parenti mei, e ‘a caposala esti me cummari!
‘Ntoni (si fa coraggio) Eh, va ‘bonu… S’hav’a essiri ‘na malatìa, megghiu ‘na cosa i chisti…
Piero Andrà tutto bene, tesoro mio! (stringe la mano ad Anna)
Peppe (sconvolto) Ma io volevo un matrimonio importante per Piero… Comu facìmu ora?
Giulia (perentoria) Facìmu ch’i dassi mi si marìtinu!
Peppe (perentorio) Mai!
Giulia Anche la mamma veniva da una famiglia povera…
Peppe (guarda in cielo) Carmeeeliiinaaa!
Giulia Veniva dal popolo e ho conosciuto la fame...
Peppe (guarda in cielo) Carmeeeliiinaaa!
Giulia E la tua famiglia (con aria di sfottò, pronunciata con la “erre” moscia) aristocratica non voleva che la sposassi!
Peppe (confuso) Che devo fare? (guarda in cielo) Carmeeeliiinaaa, dimmi tu, passerottinaaa!
‘Ntoni (messo in disparte, con voce femminile ma profonda, con la mano davanti la bocca) Dàssili mi si marìtinu ‘i figghioli!
Peppe (guarda in cielo) Carmeeeliiinaaa! Cusì dici, passerottina?
‘Ntoni (come sopra) Ti dissi ‘i si, puddicìnu spinnàtu!
Peppe (cede) E va bene! (guarda in alto) Il matrimonio si farà!
Grande felicità in tutti i personaggi.
‘Ntoni (felice) P’u vinu ma viu eu!
Maresciallo (fa una smorfia, mormorando) Pòviri ‘mbitàti…
Titina P’a pubblicità m’a viu eu! (finge costernazione) Uuuh! Mi fuìu!
‘Ntoni (va verso il Maresciallo, lo prende sottobraccio) Maresciallo... ci sarà un matrimonio fra pochi giorni!
Maresciallo Lo vedo! (sarcastico) Vulìti ‘nu cunsigghiu p’i bomboneri?
‘Ntoni (affabile) No, Maresciallo… Voi comprendete che non sta bene che il figlio (con la “erre” moscia) dell’illustrissimo dottore Quattrocchi (lo chiama a sé) sposi una ragazza che ha il fratello in carcere… Non so se mi spiego…
Peppe Certo! (prende il Maresciallo dall’altro braccio) Maresciallo, che si può fare?
Giovanni (si intromette) ...ed anche per l’amico del fratello della sposa, un parente INQUISITO, jamu...
Maresciallo (perplesso) Eeeh, fatemi riflettere... (con enfasi) da solo! (più confuso che persuaso, si divincola da Peppe e 'Ntoni e va verso la comune)
Tutti (lo seguono e vanno a creare un capannello attorno a lui. Giulia, Turi e Giovanni, pur essendo assieme agli altri, sono vicini fra loro.
Maresciallo (perplesso, inizia a sfogliare il taccuino) Eeeh, che si può fare…
‘Ntoni (affabile) In fondo è stata una ragazzata…
Peppe (affabile) Una biricchinata!
Titina (affabile) Una bambinata! Eh jamu, Maresciallu! Non facìti ‘u carbinèri ora! (finge costernazione) Uuuh! Mi fuìu!
Maresciallo (perplesso) Eeeh, la fate facile voi… (mentre prosegue il conciliabolo…)
Giulia (dà una pacca sulla spalla a Turi e a Giovanni, e li invita a seguirla, vicino alla platea)
Ove possibile, si suggerisce di abbassare leggermente le luci sul conciliabolo.
Turi, Giulia e Giovanni parleranno con voce non troppo alta, come se confabulassero.
Giulia (pavoneggiandosi) Io potrei cacciarvi da questo guaio... Se solo (con enfasi) qualcuno si decidesse ad essere più gentile con me...
Titina (inizia ad osservare da lontano, interessata)
Turi (perplesso) E cui?
Giovanni (stizzito) Comu cui? Tu, bestia!
Giulia Magari potremmo uscire qualche volta insieme... conoscerci meglio... (allusiva) fidanzarci... (con ampi gesti) e poi... chissà...
Turi (perentorio) Non se ne parla!
Giovanni (gli dà una gomitata) Ma chi dici, compàre!
Titina (continua ad osservare da lontano, interessata)
Turi (c. s.) Ho detto di no!   
Giulia (dispiaciuta) Peggio per te! (fa come per allontanarsi)
Giovanni (strattona vigorosamente Turi, gli indica di andare a riprendere Giulia, mima le manette e il carcere. Alla fine è Giovanni che va a riprendere Giulia e la riporta vicino Turi)
Titina (richiama l'attenzione di quanti sono presso il Maresciallo)
Turi (timido) Giulia... (Giovanni lo avvicina a Giulia platealmente)
Giulia (interessata, voce squillante) Siii...
Turi (finge un buffo romanticismo) Giulietta mia... (Giovanni lo avvicina di più a Giulia)
Giulia (c. s.) Siii...
Turi (c. s.) Questa sera... (Giovanni prende una mano di Turi e una di Giulia e le giunge) ti andrebbe di uscire con me? (Giovanni guarda Giulia e la invita a dire sì)
Giulia (voce squillante) Certo che sì!   
Turi (guarda verso il Maresciallo) Sempri si non mi 'ttaccànu...
Giulia (perentoria) Ci penso io! (prende la mano di Turi e si avvia verso il Maresciallo e gli atri. Lo trascina platealmente)
Giovanni (dietro Giulia e Turi) Mareciallo! Maresciallo!
Tutti (sono stupiti nel vedere Giulia e Turi mano nella mano)
Giulia (fa cenno al Maresciallo) Maresciallo... ci sarebbe un'altra cosa...
Maresciallo (fa cenno agli altri di allontanarsi) Sentiamo....
Tutti (si allontanano)
Giulia (parla all'orecchio del Maresciallo)
Titina (cerca di avvicinarsi per ascoltare)
Maresciallo (mentre Giulia parla) Sì! (Giulia racconta) Beh, certo! (Giulia racconta ancora) Giusto! Ed io questo stavo per dire!
Titina (rivela agli altri) Dici chi c’è sulu ‘u fumus…
Maresciallo (mentre Giulia parla) Esattamente, certo! (prende un po’ di fogli dal taccuino, li strappa. Si porta presso gli altri e distribuisce loro un paio di fogli ciascuno)
Tutti (osservano perplessi questi fogli)
Maresciallo (felice) Come mi ha fatto osservare Giulia, e come peraltro avevo già capito, nel caso di specie c’è ‘u fumus ma… non c’è ‘u focuS! (sorride)
‘Ntoni (speranzoso) Cioè?
Turi e Giovanni (ascoltano interessati)
Maresciallo Cioè: ‘sti ‘ddù deficienti, volevano fare la rapina, ma grazie al mio (con enfasi) puntuale intervento per… per… per far trionfare la giustizia, (tutti si producono in espressioni dubitative) la rapina non c’è mai stata!
Giovanni (felice) Minchia, veru!
‘Ntoni (speranzoso) E quindi?
Maresciallo (felice) Quindi l’unica rapina fu chidda chi ‘nci facìstuvu vui ‘e ficaràzzi d’a bonanima d’a signora Carmela!
Peppe (guarda in cielo) Carmeeeliiinaaa!
Giulia (prende Turi dalla mano)
Turi (è più rassegnato che felice)
‘Ntoni Vardàti ‘ddocu, cumpàri Peppi… (si frega le mani) Un’altra bella notizia! (mormorando) E puru ‘o maccarrùni senza purtùsu ‘u sistemài!
Peppe (infastidito) A postu sìmu!
‘Ntoni Eh si! A quanto pare... (indica Turi e Giulia) presto ci sarà un altro matrimonio!
Peppe (guarda in cielo) Carmeeeliiinaaa! Ma tu dici che è giustu cusì, passerooottiiinaaa?
‘Ntoni (fa due passi indietro, con voce femminile ma profonda, con la mano davanti la bocca) Ti dissi ‘i sì, pooollu!
Peppe (allarga le braccia) E va ‘bbonu! (guarda in cielo) Carmeeeliiinaaa!
Maresciallo (felice) Bene, possiamo procedere con l'archiviazione! (inizia a strappare i fogli che ha in mano. A un certo punto si ferma) Scusati: ‘ammenu ‘a tutti 'sti matrimoni mi invitati?
‘Ntoni (felice) Vi ‘ssittàti ‘i latu ‘i mia, Maresciallu! Posto d’onore!
Maresciallo (strappa i fogli che ha in mano, ne fa coriandoli, invita gli altri a fare altrettanto)
Tutti (lanciano i coriandoli in aria e la tensione si scioglie in una improbabile danza in cui tutti si troveranno a ballare con tutti, prima di uscire dalla comune)

SIGLA
FINE