UNA  MEZZA  BOTTA  DI  VITA

Commedia brillante in tre atti di

Antonio  Sapienza



Personaggi:

Cecilio Bonfiglio, settantenne…………….………colonnello dell’Esercito in pensione;
Fernando Pasquino, detto Nando, settantenne...…..professore in pensione;
Giulia Pastore, trentenne..…………………………farmacista;
Clotilde Mazza, trentenne…..……………………..curatrice d’arte;
Angelino, quarantenne..……………………………barista



Sulla scena è stato ricostruito l’esterno di un bar. Porta d’ingresso del locale a destra, insegna, tre tavolini, con varie poltroncine da bar, una piccola pensilina sopra di esse e sullo sfondo un alberello o cespuglio. 
All’apertura del sipario, in scena ci sarà Cecilio, che legge il giornale. Musica adatta.
Dopo un minuto entra in scena Nando, vestito elegantemente, capelli ben pettinati, baffetti , rubicondo in viso e occhiali di finta tartaruga.

Nando – Ciao Cecy, oggi mattiniero…-
Cecilio – Ti dissi di non chiamarmi Cecy in pubblico. Avanti, siediti e buongiorno a te.-
Nando- Permalosetto, stamani il mio amico del cuore…-
Cecilio- E dalle! Ma la vuoi smettere di fare il gay? Mi metti in imbarazzo, mi metti.-
Nando – (avvicinandosi e sedendosi, parlando piano) Perché cosa sono io?-
Cecilio- Non sei gay! Sei solo eccentrico…
Nando- Ma no, caro, io sono un esteta.-
Cecilio- Allora, esteta, avanti, cosa prendi?-
Nando- Il solito caffè corretto.-
Cecilio- …che poi vorrei proprio capire che piacere ti da prendere, il caffè corretto, alle nove di mattina. (poi forte) Angelino, porta un caffè corretto per il signorotto esteta qui presente accanto a me. E per me un cappuccino.-
Angelino- (dall’interno)  Subito.-

Cecilio guarda verso un punto lontano: è pensieroso.

Nando- A cosa pensi?-
Cecilio- A nulla, perchè me lo chiedi?-
Nando- Perché mi sembri assorto nei tuoi profondi pensieri di…pensionato.-
Cecilio- Nando, lo sai? Dovresti andare a quel paese!-
Nando- Quanto sei antipatico, Cecy.-
Cecilio- Nando, oggi mi vuoi proprio proprio fare in…incavolare?-
Nando- Ecco il solito uomo per bene: non dice parolacce!-
Cecilio- Nando, piantala! Non è il momento.-

Entra Angelino con un vassoio in mano.

Angelino- Eccovi servito, Cavaliere, vossia sempre elegante…(posa la tazzina del caffè vicino a Nando e il cappuccino accanto a Cecilio)-
Nando-(facendo un segno di accondiscendenza) Corbezzole, piccolezze, solo buon gusto.- 
Cecilio- (tagliando corto) Grazie Angelino, dai qua (prende la tazza del cappuccino e sorseggia. Altrettanto fa Nando, col caffè, mentre Angelino, salutando militarmente,  rientra al bar).
Nando –Visto? L’hai trattato rudemente e Angelino se l’è presa: Ammazza che saluto t’ha fatto, Colonnello.-
Cecilio- Lui mi saluta sempre così. Ha fatto il militare nel mio reggimento.(riprende il giornale)-
Nando-  Sarà…Allora cosa leggi?-
Cecilio- Il giornale.-
Nando-  Lo vedo. Ma casa leggi d’interessante?-
Cecilio- Nulla!-
Nando-  E allora perché leggi?-
Cecilio- Per farti un dispetto! Va bene così?-
Nando-  A me? Per amor di Dio. Io non m’interesso di nulla: politica, sport, cronaca, tutto mi infastidisce… certo se si parlasse di donne, allora…-
Cecilio- … allora drizzeresti le orecchie…-
Nando- … e qualcosa d’altro.-
Cecilio- Non essere volgare!... stavo… stavo… anzi non stavo… insomma riflettevo e non leggevo.-
Nando- Cos’altro ti passa in mente, birbonaccio?-
Cecilio- A me? Nulla, nulla.-
Nando- Dai, che lo so che c’è qualcosa in quella tua pentolaccia a forma di testa e coi capelli sopra.-
Cecilio- (riottoso, poi indeciso) Nulla… insomma si. C’è qualcosa.-
Nando- E allora, spara!-
Cecilio- Insomma, sono titubante…capisci, alla nostra età…-
Nando-  Cerca di pensare solamente alla tua di età.-
Cecilio- E va bene, alla mia… ecco, ieri sono andato in farmacia…-
Nando-  La solita?-
Cecilio- La solita.-
Nando-  E allora? Dov’è il problema?-
Cecilio- Non è il problema, è…è la…farmacista.-
Nando-  Giulia? –
Cecilio- Si.-
Nando-  Bene. E allora? –
Cecilio- Allora, allora sono andato per farmi controllare il colesterolo…-
Nando- … che ti ha trovato altissimo. Vero? E ti sconforti…-
Cecilio- Non era il colesterolo alto… ma la pressione.-
Nando-  Non capisco. Ti sei fatto controllare il colesterolo o la pressione?-
Cecilio- Il colesterolo, ma la pressione era alta.-
Nando-  (spazientito) Vuoi spiegarti meglio, perbacco!-  
Cecilio- Mi spiego, mi spiego… Allora, sai che per il controllo del colesterolo, bisogna fare una punturina al dito, poi prelevare qualche goccia di sangue con la provetta…-
Nando-  A Cecilio! Taglia corto, la procedura la conosco.-
Cecilio- Certo, certo. Ma il sangue che fuori usciva non era sufficiente, e Giulia, s’impegnava al massimo…-
Nando- … continua…-
Cecilio- … aveva calzato il guanto usa e getta… e premeva… dal basso verso l’alto…e aveva la mani caldissime… e…insomma…era un massaggino ben fatto…-
Nando-… quindi?-
Cecilio- (avvicinandosi all’amico e parlando piano) Quindi, durante questa operazione…lei si chinava in avanti… e la scollatura del camice era larga…-
Nando- … e le hai visto le tette! Ma bravo!-
Cecilio- Senti, anche un orbo le avrebbe visto.-
Nando- Tutto qui?-
Cecilio- No. Il sangue non usciva a sufficienza e lei, scusandosi, ci riprovava. Quando c’è riuscita, mi ha detto che ero stato bravo, paziente e collaborativo.-
Nando- Bene. E’ tutto?-
Cecilio- No.-
Nando-  No? E allora?-
Cecilio- Allora io le dissi che…che era stato un piacere… insomma, dissi qualcosa di simile.-
Nando- Cecilio, mi stai prendendo per i fondelli?-
Cecilio- Niente affatto. Posso continuare?-
Nando- (scontroso) S’accomodi, colonnello.-
Cecilio. E piantala di fare il permaloso. E lasciami finire il racconto.-
Nando-  Ah, è un racconto?-
Cecilio- Insomma, finiscila, e fammi terminare. Allora lei mi chiese “come mai è stato un piacere?”, ed io risposi: beh, no, nulla nulla. Ma lei, incuriosita mi disse: “Eh no! Ora voglio sapere  perché!”. E io glielo dissi… insomma le avevo ammirato e apprezzato il seno. Calò un silenzio imbarazzante, mentre lei, armeggiando coi flaconi e la macchinetta, restando però incollata alla mia gamba, era turbata.-
Nando- Ma guarda! Hai fatto una conquista con la tua sottile arte di seduttore passivo. Bravo! E allora, l’hai invitata a cena… diciamo per chiarire.-
Cecilio- No!-
Nando- No? e bravo il fesso!-
Cecilio- Ohhh, dimmi ciò che vuoi, ma non me la sono sentito…tutto è stato improvviso… eppoi, dimmi, sapientone: Sei sicuro che ci stava? Lei ha minimo minimo quarant’anni di meno, e si metteva con me? Ma dai.-
Nando- Ma lo sai che ci sono le geriafili?-
Cecilio- Cosa?-
Nando- Le geriatrifili… -
Cecilio- Si, i geroglifici? Ma che dici?-
Nando- Aspetta…(pensieroso) Ah, ci sono: i gerontofili.-
Cecilio- Ah, bene, e allora?-
Nando- Come allora? Ma che fai lo scemo? Sono…insomma sono le donne a cui piacciono i vecchietti.-
Cecilio- Buona questa. Tra le sciocchezze che hai detto, questa è la migliore.-
Nando- Ehi! Dico sul serio. Poi, provare per credere...-
Cecilio- …e io ci dovrei provare?-
Nando – …e tu ci privi!
Cecilio- No! E se non fosse…No, quando mai…io non ci provo: Sono stato un alto ufficiale dell’esercito italiano, un gentiluomo, e non faccio queste figuracce!-
Nando- Ma va là, che lo so che ti piacerebbe…poi la Giulia è un pezzo di…donna coi fiocchi.-
Cecilio- Nando, tu sei disinvolto e ardito, io sono timido… io mi vergogno…io arrossirei al suo cospetto… insomma da corteggiatore…-
Nando- Ahò, minchione, quella ti ha dimostrato che ci sta. Altro che corteggiamento, siete alla fase due, passate alla tre, diamine!-
Cecilio- Nando… Nando, io non sono sicuro che potrei riuscire a…insomma dopo tanto tempo di vedovanza…-
Nando- Meglio! Sarai più gagliardo. Buttati… e buttati…altrimenti ci proverò io.-
Cecilio- Ti farai fare l’esame del colesterolo anche tu?-
Nando- Macchè! (pausa, battendosi la coscia col palmo della mano) Mannaggia,  fosse capitato a me…-
Cecilio- Allora, pensi che debba buttarmi… invitandola a cena?-
Nando- E’ il minimo che puoi fare….-
Cecilio- Zitto, zitto eccola che arriva.-

Entra in scena Giulia, alta, bruna, occhi nerissimi, capelli corvini, corpo sinuoso, ma scarsa di seno.

Cecilio- (guardandola estasiato e alzandosi) Buongiorno dottoressa.-
Nando- (balzando in piedi) Buondì signorina Giulia, posso offrirle qualcosa?-
Giulia- Buongiorno a voi giovanottelli. Si, grazie, un caffè. Sono venuta proprio per sorbirne uno forte e lungo…ho una certa voglia…-
Cecilio- Angelino! Vieni qua.-

Entra Angelino.

Angelino- (vedendo Giulia) Dottoressa (leggero inchino)…comandi signor colonnello.-
Cecilio- Portaci tre caffè. Uno forte e lungo per la signorina Giulia.-
Angelino- Come sempre.-
Nando- E un altro corretto, per me.-
Angelino- Vado e vi servo.-
Giulia- Grazie Angelino.-
Angelino- Mio dovere. (esce)
Giulia. (sedendosi tra i due) E allora signor colonnello…-
Cecilio- Cecilio, la prego.-
Giulia- Oh, che onore. Allora signor Cecilio, come si sente? Il dito le fa ancora male?-
Nando- Non è il dito a fargli male…-
Cecilio- Tu stai zitto. Ti prego.-
Giulia- Ma cosa sento, non è il dito, ma allora cos’è?-
Nando- … il cuore…-
Giulia- (guardando Cecilio, meravigliata) Ha problemi cardiaci?-
Cecilio- Non… non direi…-
Nando- Ha i battiti accelerati…-
Giulia- Come, come?-
Cecilio- Non l’ascolti, il professore è un burlone… gli piace scherzare (tra se) e mettermi in imbarazzo, mannaggia a lui.-
Nando- Io burlone? Ma se mi hai or ora confessato che ti piace una certa signorina la quale ti fa battere il cuore in petto, anzi lo fa impazzire… mi hai appena detto.-
Giulia- Ma davvero? E chi sarebbe questa fortunata signorina?-
Cecilio- Beh, tanto fortunata non direi… sono quasi vecchio…io.-

Entra Angelino e porta i caffè.

Angelino- (servendoli) A lei il caffè forte e lingo, signorina Giulia, (poi piano) glielo ho fatto io, con le mie mani.-
Giulia- Grazie tante Angelino, sempre gentile.-
Angelino- Dovere…(cincischia)-
Nando-  E visto che è tuo dovere, perché non servi pure noi?-
Angelino- (eseguendo) Ah, già. Eccovi serviti… signori.-
Cecilio- Grazie, Angelino, metti in conto a me.-
Angelino- Sarà fatto. Buona degustazione. (esce)-
Nando- (insofferente) Angelino sta diventando un  po’ troppo invadente.-
Cecilio- E’ cordiale.-
Nando- In privato, ma qui sta facendo il suo lavoro, ed è fuori dall’etica professionale…-
Giulia-… ma che etica professionale d’Egitto. A me sta bene così: bravo e cordiale. Lei cosa ne pensa Cecilio?-
Cecilio- Che è un  brav’uomo.-
Nando- Non discutevo di questo...ma si prende troppe confidenze: Caffè forte e lungo… gliel’ho fatto con le m ie mani… e come voleva farlo coi piedi?-
Giulia –(insofferente interrompendolo) Beh, allora Cecilio, diceva?-
Cecilio- Su cosa? non ricordo…-
Giulia- Sulla sua presunta vecchiaia.-
Cecilio- ( incantato a guardare Giulia, tornando in se) Ah, si… dicevo… insomma sono troppo maturo, quasi vecchio, per certi argomenti- 
Giulia- Ma cosa dice? Lei è nel pieno della maturità, della virilità…-
Nando- …cala, cala…-
Giulia- ( a Nando) Beh, certamente non è come lei, che mi consuma una scatola di viagra alla settimana.-
Nando- Sono molto indaffarato…-
Giulia- … e si vede…(ride sorniona). E lei Cecilio? Come sta a viagra? nella mia farmacia non ne compra, ma sono sicura che si rifornisce altrove.-
Cecilio- (scandalizzato) No… no… io non ne uso… insomma, non ne ho motivo.-
Giulia- …la pace dei sensi, eh?-
Nando- No, quella del cuore. Da quando è vedovo non va a donne, lo sapeva?-
Cecilio- Ti proibisco di parlare delle mie faccende private. (poi a Giulia, con dolcezza) Non ne sentivo la necessità. Ecco.-
Giulia- Oh, Madonna! Che uomo fedele!-
Nando- (sottovoce) Oh Madonna che fesso.-
Cecilio- (che ha sentito, gli lancia un’occhiataccia, poi a Giulia) In un certo qual modo… si direbbe, ma poi non è proprio così… insomma sono in fase calante.-
Giulia- Ma no! Cosa dice? In fase calante… no. Come le ho già detto, lei è nel pieno della maturità. Ci creda, ci creda, io me ne intendo….-
Cecilio- Ha l’occhio critico della donna di scienza?-
Giulia- No, d’esperienza.-
Nando-Dottoressa, io mio amico è nel della maturità, ma anche nel pieno della timidezza. (a Cecilio) Credici, Cecilio. (a Giulia) Le confido un segreto: Lui, davanti a una donna arrossisce solo al pensiero che lei possa pensare che lui la guarda con cupidigia.-
Cecilio. Ma no… smettila Nando. Ecco… e che non vorrei fare una figuraccia, pensando a quello che non è, o che non può essere.-
Nando- E quindi s’arrende senza combattere. Bel comandante ha avuto il nostro esercito!-
Giulia- Io credo che dovrebbe tentare, chissà, potrebbe essere… interessante. (poi alzandosi e avviandosi  verso l’interno del bar) Vogliate scusarmi, devo andate un momentino alla toilette.-
Cecilio- (alzandosi) Prego, prego.-
Nando- (a Cecilio, piano) Visto stupidone.-
Cecilio- Visto cosa?-
Nando- Come visto cosa? Ma sei cieco? Quella ti ha incoraggiato a buttarti. Non vorresti mica che ti invitasse nel suo letto? –
Cecilio- Se son rose…-
Nando- …le farai appassire!-
Cecilio- Non mi tentare… non mi tentare ti prego. Lasciami nella mia comoda incertezza. Lasciami sognare…-
Nando- Senti Cecilio, io non voglio mica che tu vada a sbattere, facendo una figuraccia meschina. No, non pensare a questo. (pausa)  E’… è che mi sembra veramente che Giulia ci stia. Certo prima che venisse ci costruivo sopra un tantino, prendendoti anche un pochino in giro, ma, francamente, adesso che è qui, da tanti piccoli segnali, ho capito che ci starebbe veramente. Senti se vuoi ti aiuterò io.-
Cecilio- Franchezza per franchezza, ti dico che del tuo aiuto me ne salvi Dio. Poi se buttarmi o meno, voglio, non solo rifletterci sopra, ma anche aspettare qualche segno più consistente, più sicuro…-
Nando- …e allora campa cavallo.-
Cecilio- …e allora facciamolo solo pascere per ancora un po’, poi si vedrà. Io ho pazienza.-
Nando- Tu si, io no!-
Cecilio- Oh bella. E tu che c’entri?-
Nando- Centro, centro. Perché se non ci provi tu, e al più presto, ci proverò io, con la mia audacia…-
Cecilio- … o meglio: con la tua sfacciataggine.-
Nando- Chiamala come vuoi, ma io a quel pezzo di… donnona, ci metterei le mani sopra (imita qualcuno che impasta il pane, all’antica, nella madia) e la stropiccerei un bel po’ eppoi…-
Cecilio- Dai, smettila, non siamo mica bambini.-
Nando- Ma neanche minchioni.-
Cecilio- Senti Nando, io ci tengo alla mia dignità. Tu, certamente, te ne freghi, tu hai fatto un’altra vita, un’altra carriera… tu eri a contatto con la gioventù, sei disinibito, gte me infischi di tutto. Insomma tu sei tu, io sono io.-
Nando- Benissimo. Tutto giusto. E chi dice il contrario? Ma con le donne, a qualsiasi età bisogna osare, altrimenti si rimane all’asciutto (fa un  gesto volgare).-
Cecilio- Come sei prosaico Nando.-
Nando- Prosaico o no, mi rode vedere una donzella cazzeggiare col mio migliore amico…-
Cecilio-…grazie.-
Nando-…il quale fa valere la sua rigida educazione militare per farsi sfuggire una grande occasione…e che occasione! Quella è un donnone da… da…insomma…da letto, ecco!-
Cecilio- Nando, smettila.-
Nando- La smetto, la smetto, però mi fa rabbia lo stesso…pensa, se al tuo posto ci fossi io, la prenderei e…-
Cecilio- Nando, per carità!-
Nando- La smetto, la smetto, come desideri tu…però…-
Cecilio- Però, fine della discussione!-
Nando- Zitto, eccola che arriva…-
Cecilio- Ah, io dovrei stare zitto?-
Giulia- (evidentemente soddisfatta) Scusatemi tanto…adesso dovrei andare a prendere servizio. Il dovere mi chiama…-
Nando- Ma come? Ci lascia così?-
Giulia- Così come?-
Nando- (con imbarazzo) Così…così: Improvvisamente.-
Cecilio- Nando la signorina deve andare a lavorare, non a passeggiare alla villa. (alzandosi e accennando ad un inchino) Signorina, le auguro una buona giornata e buon lavoro.-
Giulia- Lei Cecilio è sempre gentile…ah, se ce ne fossero di più di uomini galanti, il mondo andrebbe meglio.-
Nando- Guardi che anch’io so essere galante, mi metta alla prova.-
Giulia- (ridendo) Prima si faccia dare qualche lezione di galanteria dal suo amico. Arrivederci a presto… vero Cecilio, e buongiorno a lei professore. (ancheggiando esce)-
Nando- ( mettendosi le mani ai capelli) E secondo lei, io dovrei prendere lezioni da te? Ma allora non c’è più mondo a questo mondo, perbacco!-
Cecilio.- (trattenendo un sorriso) Non ti crucciare, anche per i Casanova locali c’è sempre qualche altro che li può indottrinare.-
Nando- Certamente, ma non puoi essere tu… almeno lo spero!-
Cecilio- E spera, spera. Intanto io ho avuto l’ulteriore segnale che aspettavo. Nando, io mi butto!-
Nando- (fosco) Beato te.-
Cecilio- Angelino il conto.-
Angelino- (dall’interno) Arrivo.-
Nando- Vai già via?-
Cecilio- (maliziosamente) Si, caro.-
Nando- E dove vai?-
Cecilio- (facendo il misterioso)  Ti interessa tanto?-  
Nando- Ahò! E che sei improvvisamente impazzito? Quando mai mi hai trattato così! La femmina ti ha dato il colpo di grazia: Ti ha rincitrullito –tutto-  e di colpo!-
Cecilio- Dai Nando, sto scherzando. Vado dal barbiere, poi dall’estetista, quindi dal massaggiatore, poi passo dal sarto, infine vado in profumeria…-
Nando- (che lo guarda sbalordito)  Fai tutto questo …per …per abbordarla?-
Cecilio- Esattissimo! Ma anche per civetteria… me lo concedi, Casanova?--
Nando- Ma certo caro, però faresti meglio se passassi da un restauratore!-
Cecilio- Vacci tu, caro…Ma dai, Nando, ancora non capisci? Oggi sono rinato, mi butto, mi cimento, mi sconvolgo, mi  rallegro, mi inorgoglisco, infine affogo nell’amore…(con un sospiro) almeno lo spero…-
Nando- E meno male che sei ritornato con i piedi per terra, mi hai fatto paura. In ogni caso, se ne avessi bisogno, sai sempre dove trovarmi. Il mio telefonino è sempre acceso.-
Cecilio- Grazie caro amico. Ed ora, se non ti dispiace… all’attaccooo! (esce precipitosamente)-
Angelino- (uscendo e vedendo) Dove và il bersagliere?-
Nando- A farsi bello.-
Angelino- (col conto in mano, perplesso) M’ha chiesto il conto…-
Nando- Dai a me. (esce il portafogli e salda il conto)-
Angelino- ( guarda stupido dalla parte dove è uscito Cecilio) Mizzica che fretta.-
Nando- Non è fretta, insegue una botta di vita!-
Angelino- Lui?-
Nando- Già, lui, (piano) è in foja.-
Angelino- Foja? Lui? Il colonnello?
Nando- No, mio nonno! Ah bello mio, è stato un attacco improvviso, a sorpresa…  e senza preavviso di… foja…(detto in modo sbalordito, poi alzando le mani al cielo) foja, di colpo e… senza speranza.-
Angelino- Buon per lui. Ma chi è la fortunata preda?-
Nando- Perché, t’interessa?-
Angelino- A me? E  perché mai.…in ogni caso buona fortuna al comandante per la botta di vita e buongiorno a lei. (velocemente rientra nel bar)-
Nando-  Ciao, caro. (indeciso se andar via o restare e parlando tra se) Già, insomma, certo buona fortuna al comandante…che desidera, pretende e vuole una bella botta di vita! E speriamo che con la botta non finisca all’ospedale, o peggio… ne porterei il rimorso.- 
        

 
                                                               Atto  II


Sulla scena è ricostruito il salotto di Cecilio. Mobili sobri puliti ma un po’ antiquati. Divano con le poltrone laterali nella parete di fondo. Mobile bar a destra, vicino alla porta che va nelle altre camere. A sinistra, portamantelli e mobiluccio con specchiera, poi tv.
All’inizio dell’atto la scena è vuota. Si ode una musica che proviene dalla finestra accanto al portamantelli.
Dopo entrano in scena Cecilio e Giulia, vestiti con eleganza.

Cecilio- ( entrando e facendosi subito da parte per far entrare Giulia) …e questa è la mia modesta dimora, da scapolo, perché la mia vecchia casa, dopo la scomparsa di mia moglie, era diventata troppo grande per me. Prego, s’accomodi. –
Giulia- ( guardandosi attorno incuriosita, poi, non troppo convinta)  Carina…-
Cecilio- Grazie, anche se credo che sia un complimento di circostanza.-
Giulia- Ma noo… certo, non è la casa di un giovincello moderno…ma si nota un certo gusto… (si guarda attorno perplessa).-
Cecilio- Non si sforzi, mia cara, io capisco… ma se l’ho invitata a salire, dopo la cena, è per dimostrarle che sono un gentiluomo, e che di me si può fidare.-
Giulia- Cecilio, e allora perché sono salita tranquillamente: perché ho capito chi sia lei veramente.-
Cecilio- La prego, mi dia il soprabito. (aiuta Giulia a toglierselo e lo appende, diligentemente, nel portamantelli)-
Giulia – Anch’io la prego: mi dia del tu, potrei essere sua… insomma, sono giovane…sa. Adesso ci si da del tu con facilità…-
Cecilio- Bene, ma esigo che anche lei, cioè tu, lo dia anche a me.-
Giulia- Ma con piacere, caro Cecilio.-
Cecilio- Accomodati…(cerimonioso più del necessario) Vuoi bere qualcosa? (aprendo il mobiluccio) Dai scegli.-
Giulia- Dammi qualcosa di leggero. Al ristorante, oltre al buon vino, il maitre mi ha quasi ubriacata con quell’ammazza caffè.-
Cecilio- (scegliendo fra le bottiglie) Vediamo, vediamo… ecco qui, ci sono: un goccetto di amaretto ci sta alla perfezione. Per me prendo un cognacchino. (poi avvicinandosi a Giulia e offrendole il bicchierino semipieno e alzando il suo) Alla tua, ragazza.-
Giulia- (prendendo il bicchiere) Alla tua, simpaticone.-

Bevono in silenzio, Cecilio è imbarazzato e inquieto. Giulia è tranquilla.

Cecilio- (per rompere il silenzio) Lo sai che Nando ti voleva fare la corte? (poi quasi si morde il labbro per la gaffe).
Giulia- Lo so, lo so. E’ da un bel pezzo che ci prova…-
Cecilio- E tu?-
Giulia- Ed io, cosa? pensi che potrei accettare la corte di un casanovaccio da strapazzo?-
Ceclio- Ma tu hai detto che consuma una scatola di…(si ferma imbarazzato)-
Giulia- …di viagra? Certo è vero, ma bisogna vedere con chi. Cecilio, il tuo amico professorino va con le nigeriane, non so se  mi spiego?-
Cecilio- Ma va’?-
Giulia- E cosa credevi tu? Che fosse oro tutto quel che luccica?-
Cecilio- Veramente non mi sono mai interessato alle sue pseudo avventure… certo sapevo che ancora non s’era arreso, per cui…-
Giulia- Scusa Cecilio, ma perché tu ti sei forse arreso? –
Cecilo- (imbarazzato) Parlavo di resa, … certo…ma nel senso che…ma…-
Giulia- …ma?-
Cecilio- Ma, ecco, per me la resa è qualcosa di fuori discussione… cioè, non è che… insomma alla nostra età…cercare di fare i ragazzini…c’è la dignità, la serietà.-
Giulia- Non ti capisco, hai finito con l’amore?
Cecilio- Beh, l’amore…insomma io farei una distinzione tra l’amore carnale e quello spirituale. Insomma l’amore, anche carnale, desidera, vorrebbe almeno un po’ d’affetto, sennò tutto diventa squallido, arido e superficiale. Ed io ho perduto il sacrosanto stimolo che deriva dall’affetto della donna che ama…Insomma, ecco, capisco…la resa è una brutta parola. Bisognerebbe sostituirla con esaurimento dello slancio affettivo. Forse anche dell’amore….-
Giulia- Hai detto benissimo: ci vuole l’affetto, anzi l’amore. Ma, come si dice? Non è mai troppo tardi, e chissà, si potrebbe affacciare da un momento all’altro, quando non te l’aspetti più.-
Cecilio- Non lo nego: potrebbe…ma ci vogliono, però, i presupposti.-
Giulia- Cioè?-
Cecilio- Cioè, nel caso mio, per esempio, una donna che si dona… magari con un pochino d’affetto… credo…-
Giulia- Ma lei la cerca questa donna dei sui pensieri?-
Cecilio- Meglio: dei miei desideri spesso frustrati dalle circostanze.-
Giulia- A chi si riferisce?-
Cecilio- Potrei essermi riferito alla morte di mia moglie, dalla quale ricevetti immenso amore, oppure a qualche altra donna a me vicina fisicamente, ma lontana dei sentimenti giusti. ( con dolore) Oddio, ma che sto dicendo? Sto parlando forse a casaccio…-
Giulia- Credo che ti stia confessando, caro Cecilio. E ti capisco, eccome. Ma non abbatterti, non perdere la speranza… infine sei ancora un bell’uomo..-
Cecilio- Te ne sono grato, molto grato, appunto…dicevo…insomma… 
Giulia-  (finisce di bere il liquore ) Certo, insomma…Ed ora , caro Cecilio, devo rientrare in casa. Grazie per la bella serata e … ci vediamo… magari al bar di Angelino. (si alza in piedi)-
Cecilio- Ma come? Già te ne vai, così?-
Giulia- (guardando l’orologio) E’ tardi, vorrei fermarmi, ma mi dispiace.-
Cecilio- (si alza pure lui) Dispiace di più a me. Abbiamo iniziato una bellissima discussione e vorrei continuarla. Insomma , volevo, volevo, avrei voluto… insomma desideravo anche concludere la bella serata diversamente.-
Giulia- L’hai detto: la bella serata. Non roviniamo tutto, ti prego. (s’avvicina e lo bacia sulla guancia).-
Cecilio- (prima resta come paralizzato, poi la stringe e tenta di baciarla in bocca) Sei bellissima. Bellissima.-
Giulia- (sottraendosi delicatamente all’abbraccio) Cecilio. Basta così. E’ stato bello, ma finiamola qui.-
Cecilio- (supplichevole) Ti prego, ti supplico, resta qui stanotte. Fammi la carità.-
Giulia- Non supplicarmi, ti prego, ti prego, non reggo alle suppliche…-
Cecilio- E io insisto: ti supplico!-
Giulia- No! Non essere cattivo.-
Cecilio- Sono cattivo. Ti mangerò tutta. (la riabbraccia)-
Giulia- Ti prego… (si lascia abbracciare)-
Cecilio- Amore, amore (tenta di baciarla, mentre Giulia si sottrae, ma senza convinzione, poi la palpa tutta e le infila la mano sotto la gonna)-
Giulia- (sobbalzando) Accidenti! Che mano fredda. Mi hai gelata.-
Cecilio- (freneticamente) Mi spiace, mi spiace, ecco me li riscaldo (le mette dentro i pantaloni, ma sobbalza anche lui per il freddo). Accidenti!-
Giulia-(ritornando in se e ricomponendosi) Basta così, Cecilio. Sii gentile, dammi il mantello.-
Cecilio- (con atteggiamento di contrarietà dissimulata) Come desideri. (prende il mantello e l’aiuta a indossarlo).-
Giulia- (dirigendosi verso l’uscita) Cecilio, mi dispiace. Non volevo illuderti, ne farti del male. Ma io non ti amo, né ti desidero. E come tu hai ben detto, non si fa sesso, in fondo, senza amore.-
Cecilio- Non ti suscito neanche un’ombra di affetto?-
Giulia- Cosa centra l’affetto con l’andare a letto. Senti, volevo solo darti una serata di tranquillità, spensieratezza e di…-
Cecilio-… di felicità.-
Giulia- Se ti ho reso felice? sono contenta. Ma, ecco, non mi chiudere di più. Io amo un altro …-
Cecilio- Ah, allora io cosa sono per te?-
Giulia- Tu sei tu. Un bell’amico, ed ho voluto darti una serata. Te volevo regalare anche un bacio… si te lo volevo donare… ma il resto, spiacente, no!-
Cecilio- Capisco…m’ero illuso. Scusami.(apre l’uscio) .-
Giulia- (lo bacia nuovamente ed esce di corsa) Ma che scuse, anch’io ho trascorso una bella serata. Allora, buona notte.-
Cecilio- (chiudendo malinconicamente l’uscio) Buona notte…e addio…-

Cecilio va verso il mobiletto e si versa da bere, poi si siede nel divano e gusta il liquore. E’ pensoso. Di tanto in tanto sorride, ma poi si rabbuia. Fa gesti eloquenti riassumendo i fatti successi poco fa. Musica adatta. Un minuto, poi suonano alla porta. Cecilio balza in piedi, s’aggiusta la cravatta e si liscia la giacca, poi baldanzoso va ad aprire.  Entra Giulia.

Cecilio- Giulia! Hai cambiato idea?-
Giulia- No, caro, ho dimenticato la borsetta…(va verso il mobiletto e la prende, e fa per uscire)-
Cecilio- (Bloccandola) No, Giulia, ti prego resta ancora un po’…dai, sii gentile. (l’abbraccia)-
Giulia- Cecilio, io sono gentile, ma tu hai un certo gonfiore all’inguine che mi inquieta.-
Cecilio- (guardandosi) Si vede?-
Gìulia- (Staccandosi) E si sente.  Cecilio, mica hai preso il viagra?-
Cecilio- (vergognandosi vistosamente) S…si… l’ho preso.-
Giulia- E quando?-
Cecilio- Al ristorante, intanto che tu eri andata alla toilette.-
Giulia- Accidenti, ora sei nei pasticci, come ne sci?-
Cecilio- … col tuo aiuto…-
Giulia- Non ci contare. Anzi devo andare. Ciao.-
Cecilio- (parandosi davanti all’uscio) No Giulia… non mi lasciare così…(accenna al basso ventre)-
Giulia- Devo proprio andare, mi dispiace.-
Cecilio- (abbracciandola la fa arretrare fino alla soglia della porta che da, si suppone, nelle altre camere) Dai, bimba, che ti costa?-
Giulia- Cecilio! Mi vuoi violentare? Guarda che ti posso denunciare per stupro… e coi tempi che corrono, capisci cosa te ne verrebbe?-
Cecilio- (fermandosi) Mai sia, io non oserei torcerti neppure un capello, però, voglio solo che tu mi accontenti.-
Giulia- Volontariamente?-
Cecilio. Si. Certo.-
Giulia- Ma se lo faccio volontariamente finisce lo stupro… e non posso...-
Cecilio- Dai, ti prego, una sola volta, dai, fammi contento.-
Giulia- (pensierosa, guardando l’inguine di Cecilio) E va bene. Ce l’hai il profilattico?-
Cecilio- (preso alla sprovvista) N…no, non ci ho pensato.-
Giulia- E allora scordati … la contentezza.-
Cecilio- Ma tu… scusa…non prendi la pillola?-
Giulia- La prendo, ma voglio lo stesso il profilattico.-
Cecilio- Scusami l’audacia, ma non si potrebbe, non si può stemperare quest’ardore (fa cenno alla sua inguine) magari con un…con un…-
Giulia- … con una fellatio?-
Cecilio- Esatto.-
Giulia- Ebbene, no! Sai se lo pretendo è per la sicurezza e per la prevenzione… ci sono troppi rischi… ora c’è anche l’aids, quindi…-
Cecilio- Ma io non ce l’ho mica sta malattia. Io sono sano, anzi sanissimo: Garantito da tanti anni di astinenza.-
Giulia- Lo garantiresti tu? Che sei parte in  causa?-
Cecilio- Precisamente! Io, perbacco. Ti do la mia parola di gentiluomo.-
Giulia- Preferirei che sia un certificato medico a garantirmelo.-
Cecilio- E dove lo pesco a quest’ora un certificato medico? (poi riflettendo) Forse andando alla guardia medica…-
Giulia- Là non ne fanno, ci vogliono delle analisi, prima.-
Cecilio- Allora corro al pronto soccorso.-
Giulia- E ti faresti cacciare via! Non sei mica in codice rosso.-
Cecilio- Altro che codice rosso, in questo momento sono in codice arcobaleno.-
Giulia- Rassegnati, allora.-
Cecilio- E no! A tutto c’è rimedio: Sai cosa faccio? faccio un salto giù in farmacia e dalla macchinetta distributrice, prelevo l’occorrente.-
Giulia.- Non puoi.-
Cecilio- Perché, di grazia’-
Giulia- Perché il contenitore è vuoto.-
Cecilio- Vuoto? Ma vuoi scherzare?-
Giulia- No, non scherzo affatto: (tentennante) Dovevo caricarlo io, ma nella fretta d’incontrarti l’ho dimenticato.-
Cecilio- Ma per la miseria stasera ci si mette tutto, pur di lasciarmi all’asciutto. E che botta di vita sarebbe questa?-
Giulia- Sarebbe soltanto una mezza botta.-
Cecilio- Cioè?-
Giulia- Cioè, vai di là e… serviti da solo.-
Cecilio- Ma non lo faccio più da quando avevo quindici anni.-
Giulia- Fai finta che sei ringiovanito moltissimo. Adesso devo veramente andare. Ciao.-
Cecilio- Dammi un bacio…(Giulia l’accontenta)… un altro bacio…(Giulia idem, poi Cecilio) Addio!-
Giulia- (uscendo) … e abbiamo fatto la cavalleria rusticana.- 

Cecilio resta basito, gironzola, si guarda attorno, quindi corre verso l’altra camera e repentinamente entra. (musica adatta o canzone appropriata). Poi suonano alla porta. Cecilio esce tirandosi su la cerniera lampo dei pantaloni, e si precipita ad aprire, ma nella fretta, posteriormente, gli rimane fuori dai pantaloni una parte della camicia. Ma, speranzoso, resta di sasso quando vede sull’uscio Nando.

Cecilio- (disilluso) Ah, sei tu.-
Nando- Che accoglienza calorosa, grazie, grazie tante.-
Cecilio- E come vorresti essere accolto a mezzanotte, con la banda dei bersaglieri?-
Nando- Non esagerare, mi bastava una frase cordiale, quale: Ah, Nando, che piacere…-
Cecilio- E se questo piacere non ce l’ho?-
Nando- Vuol dire che non sei un vero amico affezionato.-
Cecilio- Va bene, va bene. Ora mi dici cosa vuoi?-
Nando- Che mi racconti tutto.-
Cecilio- Tutto cosa?-
Nando- Tutto quello che è successo qui dentro, fino a dieci minuti fa.-
Cecilio- Scordatelo.-
Nando- Come scordatelo?  A me? A me che ti ho avviato verso una grande botta di vita, mi dici scordatelo?-
Cecilio- Si, lo dico- a te!-
Nando- Ingrato (fa l’offeso, poi non ci riesce) E dai, dimmelo… almeno dimmi se è andato tutto dritto.-
Cecilio – Tutto dritto, proprio proprio non direi. Discretamente dritto.-
Nando- Per causa tua?-
Cecilio- Anche.-
Nando – (che non sta nella pelle per la curiosità, facendo l’offeso) E fallo uno sforzo nei confronti di un amico affezionatissimo. Sono stato giù, in strada, al gelo, aspettando che Giulia uscisse per sapere com’è andata, e tu me lo neghi. Sei un ingrato…(poi riprendendosi) Dai, dai, racconta.-
Cecilio- C’è poco da raccontare: Siano stati a cenare al ristorante “Tre orsi”, abbiamo preso un brodino ristretto, anatra all’arancia, poi…-
Nando- Cecilio, mi prendi per i fondelli? Che me ne frega di ciò che avete mangiato, ma di quello che avete fatto…dopo.-
Cecilio- Sei per caso un depravato che si eccita nel sentire racconti osè?-
Nando- Cecilio, mi vuoi proprio proprio fare incazzare? Dimmi della botta di vita, e basta!-
Cecilio- (rassegnato) E’ stata una mezza botta di vita…-
Nando- E per qual motivo? -
Cecilio- A motivo di un… profilattico.-
Nando- Ma cosa mi dici mai?-
Cecilio- Ti ho detto la causa del mezzo fallimento, vuoi che te lo ripeta? Non avevo un profilattico, e lei lo pretendeva.-
Nando- Non posso crederci. Non ci posso proprio credere… Ma porca miseria, perché non te lo sei portato con te.-
Cecilio- Perché non sono come te che cammina coi profilattici in tasca. Anzi, non ne ho mai avuti, né portati appresso.-
Nando- Ma benedetto uomo, quando si va con una donna, bisogna premunirsi per la circostanza che si può presentare…senza il quale, spesso si perdono le occasioni… accidentaccio, com’è che non ci ho pensato io, a fornirtene uno preventivamente. Mi darei un pugno in testa, mi darei.- 
Cecilio- E dartelo.-
Nando- Ma prima dattelo tu! Accidentaccio!- 
Cecilio- E hai ragione da vendere. Sono uno sprovveduto, un incapace, uno sfigato. Dove mi cimento io, faccio sempre casini. Non me ne va una dritta! Accidenti, accidentaccio. Pensa, ce l’avevo quasi fatta, era ormai convinta a venire a letto con me. Avevo superato tutti gli ostacoli e per un maledetto profilattico, tutto va in malora!-
Nando- Dai, raccontami tutto.-

Cecilio facendo la gestualità appropriata e i movimenti adatti, imiterà i fatti come si svolsero. Nando, seduto sul divano lo guarda estasiato- incantato dal racconto- a bocca aperta. Musica adatta. Dopo due minuti tutto tornerà normale, con Cecilio che si lascia andare su una poltrona, sconsolato.

Nando- Ti capisco amico. E’ stato tremendo. Ma ci potrai ritentare.-
Cecilio- No, mio caro, no. E’ stato un  momento felice, particolare, irripetibile. Lei era irremovibile perché, diceva, che aveva voluto fare soltanto, come si suol dire, una buona azione. Voleva alleviare la mia solitudine… e forse la mancanza di affetti. S’era anche decisa…No, un momento così unico non si ripeterà…sono sicuro che il destino non mi darà più una simile opportunità.-
Nando- Mi dispiace amico mio, dev’essere stata una brutta esperienza. Ma non t’abbattere, ce ne saranno altre. Lascia fare a me, cambierò il destino ai tuoi voleri.-
Cecilio.- No, per carità di Dio! Non fare nulla!-
Nando- Va bene, non farò nulla…per adesso.-
Cecilio. No, me lo devi promettere solennemente!-
Nando- (che con le mani dietro la schiena fa gli scongiuri) Te lo prometto.-
Cecilo- Solennemente!-
Nando- E va bene: solennemente. E adesso ti chiedo il permesso di andare in bagno, sai, la mia prostata.-
Cecilio. Vai, la strada la sai.-

Nando esce, mentre Cecilio passeggia nervosamente. Mezzo minuto e suona il campanello. Cecilio si alza di scatto agitato, poi si calma e va ad aprire. E’ Giulia.

Giulia- (entrando giuliva, mostrando come un trofeo un profilattico)  Sorpresa… l’avevo in casa…(ma il sorriso gli muore sulle labbra quando dalla porta interna, vede venir fuori Nando che s’infila la camicia nei pantaloni. Nando, sbalordito, rimane bloccato nel movimento e nel gesto) Ah, benissimo, (a Cecilio, che si era avviato per  fermare Nando, e che mostra il didietro con la camicia di fuori lato, equivocando) Vedo che ti sei consolato con …l’amico del cuore. Buonanotte (sarcasticamente) cari amici...intimi. (si gira e va via)-
Cecilio- (inebetito, guardando Nando e poi l’uscio, quindi sbalordito ) Ma come sarebbe…Ma che pensi? C’è un equivoco! (toccandosi di dietro) Oh no! Accidenti a me!-
Nando- Che cazzarola…-
Cecilio- Madonna santa, che figuraccia.-
Nando- (riordinandosi furiosamente)  Non è detta l’ultima parola. Ora la rincorro e chiarisco tutto. Lei gira a destra. La fermo. Chiarisco tutto e subito!-
Cecilio- (parandovisi davanti) Tu, non rincorri nessuno! Invece esci da questa casa subito e tutto intero! Eppoi vira a sinistra! Capito! E ora fuori! Fuori! ( lo spinge fuori, serra la porta, vi si appoggia e si dispera)  Solo a me poteva capitare una simile tragedia! Solo a me, con la mia inettitudine, sprovvedutezza e stoltezza…condita, però con una grossissima dose di sfortuna… solo a me.(mestamente si stacca dalla porta e si accascia sul divano.- 



                                                               Atto  III

Stessa scenografia del primo atto. In scena c’è Cecilio che legge il giornale. Entra Nando.

Nando- Buongiorno Cecilio, hai già ordinato?-
Cecilio- No, aspettavo te. Cosa prendi?-
Nando- Il solito.-

Cecilio, con calma ripiega il giornale, poi chiama Angelino.

Cecilio- Angelino...-

Non ha finito di ordinare che entra in scena Giulia.

Giulia- Uno forte e lungo anche per me. Buongiorno a tutti.-
Cecilio- Buongiorno, cara amica, sarai subito servita…-
Giulia- Grazie Cecilio, tu sei sempre gentile e disponibile.-
Cecilio- Dovere, mia cara. (sta per ordinare, ma si ferma per ascoltare Giulia)-
Giulia- E lei, professore non parla più?-
Nando- Non ho nulla da dire- io.-
Giulia- Nemmeno buongiorno?-
Nando- Dovrei per pura educazione…-
Giulia- Solo per educazione?-
Nando- E cosa dovrei fare, salti di gioia… dopo quello che mi ha combinato?-
Cecilio- Nando, lasciamo perdere, acqua passata.-
Nando- Nossignore. Acqua presente, che scorre ancora.-
Cecilio- Dopo due settimane ci pensi ancora?-
Giulia- Ma, ditemi, fatemi capire, io cosa c’entro in tutto ciò che dite e non dite?-
Cecilio- Ma nulla… Nando non ha mandato giù il tuo scherzetto.-
Giulia- Quale scherzetto?-
Nando- (sbuffando) Quello che mi ha combinato in farmacia…-
Giulia- Chi io?-
Nando- No, mia nonna.-
Giulia- ( a Cecilio) Cecilio, vuoi farmi capire tu cosa succede e cosa avrei fatto- io?-
Nando- (veemente) Glielo dico io: Ha messo in giro la voce secondo cui io- io!- e il mio amico, quella notte fatale, stavamo facendo… stavamo facendo… insomma facevamo atti omosessuali. Ecco!-
Giulia- Ma che avete le traveggole? Ma quando mai.-
Nando- Glielo dico io quando e dove… e forse anche il perché.-
Giulia- E spari allora!-
Nando- Dove: in farmacia; quando: il giorno dopo i fatti equivocati; perché: per prendermi in giro!-
Giulia- (guardando alternativamente Nando e Cecilio) Io? Per prendervi in giro?-
Cecilio- Lui lo sostiene.-
Giulia- Ma io, con voi, quella notte scherzavo. Non crederete mica che io potessi veramente pensare che voi due (unisce gli indici delle mani) mavvia! Credetemi, fu un modo per scapparmene precipitosamente… ero tornata in me, ecco.-
Nando- Lo dice ora. Certo è che quando sono venuto in farmacia, per comprare la solita confezione di viagra, il suo collega, quel mezzo scemo e forse, anzi, sicuramente effemminato, nel servirmi, mi ha fatto un sorriso di complicità largo quando la sua squallida bocca, alla presenza di altri clienti, i quali hanno capito tutto al volo e mi hanno fatto certi sorrisi di compassione, ma anche sorrisi ironici… insomma  mi hanno preso per uno di quelli. Ecco cosa ha fatto.-
Giulia- (che l’aveva ascoltato divertita) Ma cosa pensa mai. Quel collega è fatto così: sorride a tutti, come gli è stato detto da noi; ma, purtroppo, ha un sorriso, che Dio ce ne liberi, orrendo. Ecco spiegato.-
Cecilio- Mi sembra tutto plausibile. Dai Nando…
Giulia- (beffeggiando) Dai Nando, hai forse la coda di paglia?-
Nando- Mi ha dato del tu?-
Giulia- Se vuoi lo ritraggo.-
Nando- (visibilmente contento) Ma no, per carità, anzi ne sono felice… Giulia.-
Cecilio- Pace fatta. –
Nando- Pace fatta.-
Cecilio- Benissimo, e ora ordiniamo: Angelino, i soliti tre caffè.-
Angelino - (dall’interno) Arrivo.-
Cecilio- ( a Giulia) Come hai dormito, cara? –
Giulia- Bene, bene. Specialmente dopo che mi hai perdonata.-
Cecilio- Già, è stata una pazza serata. Ma cento volte molto meglio delle mie solite serate, davanti alla TV.-
Giulia- Quando vuoi potremmo rifarla…(vedendo la reazione di Cecilio) alt , però fino al ristorante.-
Cecilio- (deluso) D’accordo, fino al ristorante.-

Entra Angelino con le ordinazioni.

Angelino- Eccovi serviti, signori. (con una punta d’ironia)-
Cecilio- Grazie Angelino. Segna a me.-
Angelino-Sarà fatto, non dubiti…(allusivo)-
Nando- (che ha percepito qualcosa) Angelino, cosa ti prende?-
Angelino- Signore, mi prendo le ordinazioni ed eseguo. Buon giorno…signori.-
Nando- (A Giulia)  Visto? Questa è la conseguenza del farmacista col sorriso mellifluo.-
Giulia- (con fermezza) Non credo proprio. Avrà le sue fonti… sai al bar si parla di tutto, anche troppo…-
Nando- (a Cecilio) Ecco spiegato! Quello ha sentito qualcosa… e chi poteva dirglielo se non lei? Non certamente io, né tu, suppongo.--
Cecilio- (rivolgendosi soprattutto a Nando) Ma vogliamo darci un taglio alla vicenda? O questa faccenda tragicomica la dobbiamo rimuginare per tutta la vita!-
Nando- Cecilio, non rimproverarmi. Tu non sei me! Io ho una reputazione da preservare.-
Cecilio- Già, quello di femminaro? E va bene, proteggila pure, ma per favore non qui, tra amici! (finto sentenzioso) Nando, ti sei scordato che tre minuti fa hai detto: pace fatta? –
Nando- E lo confermo, ma…c’è stato un nuovo fattore.-
Cecilio- Ma di che cavolo parli ancora! Nulla! Non c’è stato nulla! (pausa) Ordunque, udite udite, aprite le vostre orecchie e sentitemi bene: Io vengo qui, con voi, per trascorrere qualche minuto di serenità tra amici. Certo, ci sono le battutine, i piccoli sfottò, le ammiccate, ma questo dev’essere preso goliardicamente, altrimenti si rovina tutto, tutto! Anche questi piccoli momenti rilassanti. Oh, l’ho detto!-
Giulia- Ben detto! (con entusiasmo)-
Nando- E chi lo nega? Va bene. Ho detto pace fatta e così sia! Giulia cara, non ci resta che sorbirci questi magnifici caffè. (sorbiscono il caffè, lentamente)-
Giulia- (guardandolo sottecchi)  Definitiva?-
Nando-Definitiva. (portandosi due dita alla bocca e baciandoli in modo infantile)-
Giulia- Ci contavo! Ora vogliate scusarmi ma dovrei andare alla toilette…(si alza e s’avvia verso l’entrata del bar)
Nando- (che l’ha seguita con occhio indagatore) Ora io vorrei proprio sapere cosa ci mette Angelino nel suo caffè (indicando la direzione di Giulia), per farla correre subito alla toilette.-
Cecilio- Forse un lassativo…(beffardo)-
Nando- Non ci scherzare sopra. Cecilio, (indicando dov’è andata Giulia) infine non potrebbe usare il bagno della farmacia? Qui la cosa mi puzza, e anche troppo.-
Cecilio- Te la sei fatta addosso?-
Nando- Ma va a quel paese. Ora sciolgo l’enigma. (si alza e fa per andare dentro il bar)-
Cecilio- Ma ti vuoi fare gli affari tuoi, una buona volta per tutte? Lasciala… fare in santa pace, qualsiasi cosa faccia…-
Nando- E chi la vuole disturbare, voglio solo sapere, e saprò! (si avvia verso il bar, da un’ultima occhiata a Cecilio, gli fa una boccaccia ed entra)-
Cecilio- (ricambiando la boccaccia) Pettegolo. (prende il giornale e legge. Pochi secondi e Nando esce a precipizio dal bar facendo gesti: come dire che assurdità)-
Cecilio- (equivocando i segni e credendo che l’amico si sia sentito male, alzandosi precipitosamente per sorreggerlo) Nando, cosa hai? Stai bene?-
Nando- (ridendo con le lacrime e comprimendosi la pancia) S… sto…ben…none. (continua a ridere fino a quasi soffocarsi)-
Cecilio- Ma cosa ti prende? si può sapere cosa ti passa per la testa?-
Nando- (calmandosi) Nella mia? No, caro, nella tua.-
Cecilio- Nella mia? (facendolo sedere e sedendosi a sua volta) Ho capito, un’altra delle tue bravate.-
Nando- ( con ampi segni della mano con l’indice e il mignolo alzati) Si, si caro, nella tua caro, nella tua testa caro… perché sei cornuto e non lo sai!-
Cecilio- Ma che assurdità vai dicendo?-
Nando- E allora alza il tuo deretano dalla sedia, entra nel bar, gira a sinistra, dietro il bancone e vedi se non sei cornuto!-
Cecilio- E certo, ora io mi alzo, vado nel bar, giro a sinistra, guardo dietro al bancone e cosa vedo? Le mie corna! Nando, tu sei diventato tutto scemo!-
Nando- Meglio scemo che cornuto.-
Cecilio- (spazientito) E dalle!-
Nando- Cecilio, la tua spasimante è là dentro che si sollazza con Angelino! Hai capito, finalmente?-
Cecilio- …(sforzandosi ad essere tranquillo)  E io, cosa c’entro in tutto ciò?-
Nando –C’entri, c’entri, te lo dico io. Sentimi bene: a te, la farmacista, non ti ha fatto scopare, mentre con Angelino miagola e geme. Ti basta?-
Cecilio- (incupito) Mi basta! Ma, siccome sto con i piedi a terra, e so e capisco, quindi penso che ciò non mi riguarda più di tanto… certo, forse un pochetto, beh, sì. Comunque ciò riguarderebbe soprattutto la moglie di Angelino.-
Nando- Capirai, so che quella lo tiene al guinzaglio…-
Cecilio- Ecco spiegato il tuo enigma: qui nessuno li avrebbe scoperti…solo tu hai potuto farlo, intrigante che non sei altro.-
Nando- Chi io? Macchè intrigante… tuttalpiù curioso… e gli uomini intelligenti sono curiosi, lo sai oppure no!-
Cecilio- Già, e tu sei intelligentone. Ma va là…(con uno scatto) Mih, ma proprio con Angelino non l’avrei mai immaginato. (poi di nuovo calmo) Comunque sempre fatti loro.-
Nando- Ma sei di marmo? Non hai sangue nelle vene?  Ma perddio, vai di là, scioglili dall’amplesso, prendi a sberle Giulia e dai un calcio nelle palle a Angelino.-
Cecilio- In una parola: faccio l’Orlando furioso. Ma che cavolate dici.-
Nando- (rassegnato) Contento tu… io avrei fatto un macello.-
Cecilio- Tu non avresti fatto proprio nulla. Ti conosco, millantatore.-
Nando- Beh, proprio l’Orlando no, ma una scenata, sì.-
Ceclio- Io una scenata? Ma sei diventato tutto matto?  E sua moglie? Succederebbe un gran casino! No! Non se ne parla. (pausa) Eppoi,  in base a quale diritto? A quello di innamorato respinto? No! Non sono stato né innamorato né respinto- almeno non del tutto- magari ha giochicchiato un poco con me, mi ha anche leggermente illuso, ma io sapevo che aveva un altro uomo, e non mi sono adombrato più di tanto .-
Nando- Ma, comunque, non immaginavi che questo fosse il barista.-
Cecilio- Beh, certo, no di sicuro. Ma come ben tu sai, l’amore è cieco.-
Nando- Zitto che arriva.-
Giulia- (sorridendo e soddisfatta, si siede e accavalla le belle gambe) Eccomi qua, amici, ma, purtroppo ora devo salutarvi.-  
Nando- (con una punta di cattiveria) Ha terminato il suo rito quotidiano…-
Giulia- (guardandolo interrogativamente) Nando, ma sei stato sempre così?-
Nando- Così come?-
Giulia- Così acido?-
Cecilio- Ehi, ehi, non ricominciamo?-
Giulia- Ma non lo vedi?-
Nando- (soddisfatto) Non hai visto?-
Cecilio- E piantala.-
Giulia- Ma fatemi capire (poi a Nando): cosa avresti visto?-
Nando- (dondolandosi nella sedia) Tutto quello che c’era da vedere…dietro al bancone.-
Giulia- (con un piccolo soprassalto) Cosa… come… chi…-
Nando-…perché? Questo lo dovresti sapere tu, cara (ironico)-
Cecilio- Giulia, quell’intrigante ti è venuto dentro (fa cenno al bar) E… e …vi ha visto.-
Giulia- (riprendendo, spavalda, verso Nando)  E allora? Solo tu avresti il diritto a scopare? (poi a Cecilio) Cecilio, te lo avevo detto che avevo un altro, no?-
Cecilio- Si, me lo avevi detto, ma con Angelino, proprio proprio…-
Giulia- Con Angelino sono mesi che facciamo l’amore...e …-
Nando-8 facendo il segno co  le dita, come per dire:perfetto) …all’insaputa della moglie…-
Giulia – Già! Con la speranza che tu non lo metti in piazza.-
Cecilio- Sta tranquilla, non fiaterà. Io lo strozzerei con le mie mani. Allora, dicevi?-
Giulia- Ah, si. Dicevo… ecco…negli ultimi tempi – lui- (indica il bar) era diventato più freddo, più distaccato, e allora …-
Cecilio- …Hai usato me per ingelosirlo, Giusto?-
Giulia- Giusto. Ma prima, prima: dopo, invece, mi è piaciuto stare con te. Mi perdoni? (facendo la bambinona)-
Cecilio- Non hai nulla da farti perdonare, cara. Io mi ero un pochetto illuso, ma tu sei stata sincera, mi hai detto che amavi un altro… e io mi sono subito messo da parte… certo… una…una…-
Nando- …scopatina…-
Cecilio- … a quella ci speravo.-
Giulia – Non perdere mai la speranza…-
Nando- Audare semper.-
Giulia- Ecco, si!-
Nando- E magari un’altra volta, la botta di vita ti riuscirà.-
Cecilio- (facendo n gesto di rassegnazione)…magari…-

Entra in scena Clotilde, una signora quarantenne, ben tornita.

Clotilde –( vedendo Giulia) Giulia, Giulia Pastore, ma sei proprio tu?-
Giulia- (sorpresa) Clotilde Mazza, III A, ma guarda un po’ chi si vede. (si alza e le due donne s’abbracciano calorosamente, poi Giulia presenta i due uomini) Siediti, ti presento i miei amici (i due si alzano) Il professore Nando Pasquino e il colonnello Cecilio Bonfiglio, la mia amica Clotilde Mazza. (convenevoli a soggetto) Allora dimmi tutto: cosa fai, come te la passi?  dove ti sei nascosta in questi anni?-
Clotilde- Dopo il liceo, mi sono trasferita a Bologna, dove mi sono laureata in lettere; poi ho intrapreso la carriera di curatrice d’arte. E tu cosa fai? Sei sposata?-
Giulia- Mi sono laureata in farmacia e ne gestisco una in comproprietà … e nessun marito. E tu? Sei sposata?-
Clotilde- Divorziatissima! Sai viaggio molto, e lui era gelosissimo…l’ho lasciato e adesso eccomi qua-
Giulia- Si tornata in città?
Clotilde- Si, ma per curare la mostra di Marc Chagal, al Castello Ursino.-
Giulia- Ma è magnifico.-
Cecilio- Ma che brava.-
Nando- (aggiustandosi la cravatta a farfalla) Ma guarda che bellissima combinazione: Io amo l’arte, immensamente, ma non ho mai avuto la possibilità, né l’opportunità di conoscere un’esperta che me la potesse, far capire, godere, gustare, amare.-
Clotilde- (sorridendo a tutti) Che animo gentile e poetico…che carino, ama l’arte e ne è digiuno…-
Giulia- Nando è un amatore… d’arte… eccezionale!-
Cecilio- Ed è anche instancabile…-
Clotilde- Sono felice di conoscere un vero cultore dell’arte, anche se in pectore. Sarò lieta di poterla erudire, venga a trovarmi alla mostra.-
Nando- Sicuramente! Ma, intanto, perché non si unisce a noi? Su, desidera qualcosa?-
Clotilde- Si, infatti, ero venuta, per prendere un caffè.-
Nando- E caffè sia! Angelino, un caffè per la dottoressa Clotilde…(alla donna) che bel nome…-
Clotilde- Grazie, anche il suo e bello.-
Nando – (agitandosi nella sedia per il piacere) Che combinazione, due nomi così belli. (poi forte ) Angelino, arriva il caffè artistico?-
Clotilde- Caffè artistico, che bella metafora.-
Giulia- Se è per questo lui di metafore ne conosce tante, un vero poeta dell’arte amatoria… dozzinale!-
Nando- (piano) Sempre acida tu. (Giulia fa spallucce)-
Clotilde-  E tu Giulia come lo prendi?-
Nando- (con aria di saputello e per reagire alla provocazione di Giulia) Lei lo prende lungo e tosto…-
Giulia- Nando!-
Cecilio- (piano) Nando, ma che diavolo dici? Ci risiamo?-
Nando- (con aria innocente) Ma che ho detto? Ho detto lungo e tosto? (gli altri assentono) Si? … ma è stato un  lapsus: volevo dire lungo e forte. Che c’è di male?-
Giulia- Niente, specialmente per te, che lo prendi…lo prendi…di dietro...-
Cecilio- Vuoi dire: dietro il bancone, bollente. (facendo segno a Giulia di smetterla).-
Nando- Dietro al bancone lo prende qualche altra persona di mia conoscenza.-
Giulia- (piano) E’ l’invidia.-
Nando -  A certe persone, per esempio, piace stretto caldo, bollente, focoso, come certe donne. (guarda Clotilde con occhio di pesce morto)-
Giulia- Ne sei proprio sicuro che ti riferisci alle donne?-
Nando- Oh, certamente. Ma solo donne sensuali, però…non come certe personcine che fanno le schizzinose, e poi...-
Cecilio- (cantarellando) Nando, e finiamola…-
Nando – Ma Cecy, cosa c’è di meglio di una donna sensuale?-
Clotilde- Cecy? Bel diminutivo, complimenti.-
Giulia- E già, il diminutivo Cecy è riservato solo agli amici …intimi.-
Cecilio- (con un sospiro) Ci risiamo…-
Clotilde- Ma siete veramente dei simpaticoni…è uno spasso sentirvi. –
Cecilio- Vede, ci conosciamo da molto tempo e ci prendiamo in giro simpaticamente.-
Giulia- (torva in viso) Già, in giro.-
Clotilde – ( a Cecilio)  E a lei come piace?-
Nando- A lui piacerebbe stretto e facile, ma la cosa… insomma la cosa… gli è difficile… gli fa male…-
Clotilde – ( a Cecilio) Le fa male la caffeina?-
Cecilio- Se lo dice lui… (rassegnato, con occhiataccia a Nando)-
Nando- E certamente la caffeina, a che altro dovrei riferirmi, forse alle grazie intime delle donne?-  
Giulia- Non sempre, però… delle volte …lui potrebbe riuscire a prenderla, al contrario di altri. (occhiata a Nando, come dire: Lui forse si, tu mai)-
Clotilde- ( a Nando) E lei come lo preferisce?-
Nando-  (facendo vaghi gesti, partendo dal seno) A me piace voluminoso e stretto e caldo.-
Clotilde- Voluminoso e caldo…Com’è simpatico…-
Nando- Grazie, anche lei. Sa cosa le dico? Le dico che lei assomiglia straordinariamente a Monica Bellucci?
Clotilde- A si? Grazie per il complimento.-
Nando- E’ pura verità. Sapessi come ammiro la Bellucci…-
Clotilde.- Lo credo, è molto brava.-
Nando- E troppo bella…la Bellucci (fa cenno come per associare le due parole, mentre Clotilde ride)-
Clotilde – Che gentile accostamento…(abbassa gli occhi lusingata, facendo la timida)- 
Giulia- (ammiccando a Cecilio, piano) Il nostro Casanova va all’attacco.-
Cecilio- (idem) Già. La preda è stuzzicante…-
Giulia- Come? Anche tu?-
Cecilio- E che sono fatto di legno?-
Giulia- E no, tu no. Tu sei cosa mia.-
Cecilio-( a voce alta, incurante, guardando Giulia) Chissà se non ci vengo anch’io alla mostra…-
Nando- Tu stai calmo, sai che hai il cuore debole, e lo choc di … di quello lì… quello che sveniva davanti alle opere d’arte…-
Clotilde- …Stendhal.-
Nando. Ecco di quello lì, insomma potresti ammalarti…chissà.-
Cecilio- (ironico) Ma guarda che carino, come s’interessa alla mia salute.-
Clotilde- ( a Giulia) Che simpaticoni  i tuoi amici.-
Giulia- Già, sono… amabili. (occhiataccia a Nando)-

Entra Angelino col caffè.
 
Angelino- Ecco il caffè artistico.-
Clotilde- Grazie.-
Cecilio- Sul mio conto…-
Angelino- (ironico) Anche questo?-
Cecilio- Certo, le consumazioni e quant’altro  (Guarda significativamente Giulia, la quale abbassa gli occhi)-
Angelino- Lei è un vero cavaliere, comandante. Sempre al suo servizio (saluta militarmente e sorride )-
Cecilio- Vai, Angelino, vai…-
Clotilde – (dopo aver sorbito il caffè) Buonissimo, ci voleva proprio. Ed ora scusatemi, ma debbo correre in galleria, m’aspettano. Piacere d’avervi conosciuto, signori. Ciao Giulia ci vediamo in questi giorni?-
Giulia- (alzandosi e baciandola, ricambiata) Ma certo cara… e in bocca al lupo.-
Nando-(alzandosi di colpo) Io devo andare da quelle parti, le posso dare uno strappo?-
Clotilde- Con piacere, signor Pasquino.-
Nando- Nando, Nando e dammi del tu.-
Clotilde- Certo Nando, grazie. Andiamo? Signor Cecilio buon giorno e spero di rivederlo alla mostra. Ciao Giulia.-
Cecilio- (alzandosi galantemente e facendo un piccolo inchino) Buongiorno a lei e buon lavoro.-
Giulia- A presto, cara.-
Cecilio- Sicuro…sicuro.-
Nando-Ciao a tutti.-
Cecilio. Ciao Nando e…fatti sentire.-
Nando- (uscendo con Clotilde) Contaci.-

Escono

Giulia- Tu, se ci vai alla mostra,  ci andrai con me.-
Cecilio- E ci porteremo con noi Angelino?-
Giulia- Forse si, forse no. (prendendo la borsetta) Ciao, adesso devo lasciarti vado al lavoro.-
Cecilio- Giulia, aspetta un momento… ho qualcosa che ancora mi tormenta, ecco…vorrei chiederti…insomma vorrei domandarti… vorrei sapere (poi di botto)  se quella sera, al ristorante, c’era pure Angelino?-
Giulia- Tra i clienti? no!-
Cecilio- (incalzandola) Giulia, niente risposte evasive. Per favore sii seria, c’era o non c’era?-
Giulia. (dopo un momento di tentennamento) Si, c’era, lui dà una mano al fratello... che è il titolare del locale.-
Cecilio- Grazie. (turbato)-
Giulia- Per così poco…-
Cecilio- (con sconforto)…sembra a te.-
Giulia- Te l’ho confessato, quindi…-
Cecilio- Quindi tutto a posto.-
Giulia – Benissimo, ed ora……(Giulia, in imbarazzo, si appresta ad andare)-
Cecilio- Ah, aspetta, ancora una cosa.-
Giulia- (alzandosi dalla sedia, pronta ad andare via) Dimmi tutto.-
Cecilio- (giochicchiando con cucchiaino del caffè) E… e, quella notte… quel profilattico fatidico… (allusivo)  l’avremmo usato?-
Giulia- (maliziosamente) Chissà. Ciao caro, scappo, sono in ritardo.-
Cecilio- Già…già…ciao e buon lavoro.-
Giulia- Grazie…Ciao Cecy…(esce salutandolo con la manina)-

Cecilio- ( risponde col gesto della mano a voler significare “monellaccia”, poi apprestandosi ad uscire) Angelino, il conto!-