MURAGLIE

di

Nello Calabrò



Personaggi (in ordine d’apparizione)

Rosa
Nella
Alba


L’umanità si divide in chi prende decisioni e in chi porta sedie e tavolini.
Proverbio cinese

Dopo ogni guerra c’è chi deve ripulire
In fondo un pò d’ordine
Da solo non si fa
Wislawa Szimborska “La fine e l’inizio”

Il tempo passa anche sotto ai sofà
Paolo Conte “Fuga all’inglese”



Il retro di un ristorante o di un salone ricevimenti.
Sedie e tavolini, impilati gli uni sugli altri fin quasi a toccare il soffitto, nascondono al pubblico il resto della scena (vuota), e gli attori.
Una voce femminile esegue un blues.
Alcuni suoni scandiscono delle azioni: passi, una scala è poggiata, una persona sale sui pioli, altri passi…
Dall’alto della fila più a sinistra un tavolino scompare, poi un secondo, un terzo,…
I tavolini diminuiscono e appaiono le mani, le braccia e poi il viso, il busto e il resto del corpo di una donna che, sulla scala, prende i tavolini e li porge ad una seconda donna in piedi.
La seconda donna afferra i tavolini e li poggia a terra.
Il blues finisce.


ROSA (sulla scala, dietro la muraglia, afferrando un tavolino) Tutti?

NELLA (prende il tavolino e lo poggia a terra) Tutti.

ROSA Quanto tempo abbiamo?

NELLA Il tempo necessario.

ROSA Necessario per cosa.

NELLA Per portarli dall’altra parte.

ROSA E se non finiamo in tempo?

NELLA Non è possibile.

ROSA Cosa?

NELLA Non finire in tempo.

ROSA Perché?

NELLA Abbiamo il tempo necessario.

ROSA (sbuffando) Il tempo non basta mai …e quando basta c’è né sempre di troppo
e non passa mai.

NELLA Il tempo passa sempre e in ogni luogo, passa anche sotto ai sofà.

ROSA I sofà?

NELLA Ci hai mai guardato sotto?

ROSA Perché dovrei farlo?

NELLA Nessuno ci guarda, ma anche là sotto il tempo passa.


Silenzio


I tavolini più in alto sono stati tolti; Rosa non ha più bisogno della scala e dell’aiuto di Nella per continuare.
Nella porta fuori scena i primi tavolini.


ROSA Chi verrà questa sera?

NELLA Verranno loro. Chi altri?

ROSA Per quale motivo questa volta?

NELLA Sempre lo stesso.

ROSA Quale?

NELLA Decisioni, devono prendere decisioni.

ROSA Su che cosa?

NELLA Su tutto.

ROSA Sono sempre gli stessi?

NELLA Cambiano sempre, e sono sempre uguali…Si assomigliano.

ROSA Assomigliano a chi?

NELLA Fra di loro. Non te n’accorgi subito, ti sembrano sempre le stesse persone,
ma non è vero; non sono più i padri, sono i figli, non le madri, ma le figlie.

ROSA Prendono decisioni su tutto?

NELLA Su tutto.

ROSA Non tralasciano niente?

NELLA Niente.

ROSA E hanno bisogno di noi?

NELLA Non possono farne a meno.

ROSA Perché?

NELLA Le sedie e i tavolini. Senza sedie e tavolini non si possono prendere
decisioni

ROSA E se decidono di farlo loro?

NELLA Cosa?

ROSA Portare le sedie e i tavolini.

NELLA Non possono farlo.

ROSA Perché?

NELLA Perché saremmo noi a prendere le decisioni.


Silenzio


Dietro la muraglia Rosa sposta la scala alla successiva pila di sedie. Dall’alto scompare una sedia, poi una seconda, una terza, … si vedono le mani, le braccia, …
Nella, a terra, afferra le sedie.

ROSA (sulla scala con una sedia in mano) Dio c’è.

NELLA Chi c’è?

ROSA Dio. Dio c’è.

NELLA Dove?

ROSA (le mostra la sedia con la scritta: “Dio c’è” sulla spalliera) Qua!

NELLA Su una sedia?

ROSA In autostrada “Dio c’è”, nei divieti di sosta “Dio c’è”, sulle panchine “Dio
c’è”, nei muri c’è,… c’è negli alberi e anche nei cassonetti della spazzatura.
C’è anche sulle sedie…c’è in ogni posto.

NELLA Certo che c’è. Per definizione Dio è dappertutto.

ROSA Perché scriverlo?

NELLA Non lo sai?

ROSA Cosa dovrei sapere?

NELLA Chi è a scrivere “Dio c’è”.

ROSA Chi è?

NELLA Chi vende la droga; lo scrivono nei posti dove spacciano, non lo sapevi?

ROSA No.

NELLA Scrivono “Dio c’è”, per creare confusione, la polizia vede la scritta e pensa:
là ci vanno per pregare, e invece no, ci vanno per drogarsi.

ROSA Io ho visto “Dio c’è” su un muro in pieno centro,…e in autostrada, in una
curva che se ti distrai solo per un attimo, forse, dio lo vedi veramente.

NELLA È per creare confusione.


Silenzio


ROSA Da chi l’hai saputo?

NELLA Cosa ?

ROSA Chi è che scrive “Dio c’è”.

NELLA Loro.

ROSA Loro?

NELLA Si loro.

ROSA Ti parlano?

NELLA Ascolto.

ROSA Come?

NELLA In rispettoso silenzio.


Silenzio


ROSA Vuoi sapere dove non ho mai visto “Dio c’è”?

NELLA Dove?

ROSA In chiesa.

NELLA (…)

ROSA Non ho mai visto “Dio c’è” in chiesa.

NELLA Nessuno spaccia in chiesa.

La pila di sedie si è accorciata, Rosa scende dalla scala e continua da terra, Nella porta le sedie fuori scena.
Rosa si fruga tra le tasche, con un pennarello scrive qualcosa sulla sedia, sotto “Dio c’è”.
Rosa avvicina la scala alla successiva pila di tavolini, dall’alto comincia a togliere il primo, Nella lo afferra e lo poggia a terra.

ROSA Da quanto fai questo lavoro?

NELLA Da sempre.

ROSA Da sempre?
NELLA Ho sempre fatto questo.

ROSA E nient’altro?

NELLA Non ho mai avuto tempo.

ROSA Per cosa?

NELLA Per niente?

ROSA Neanche per innamorarti?

NELLA Innamorarmi?

ROSA Innamorarti.

NELLA Ho sempre spostato e pulito sedie e tavolini.

ROSA Sempre?

NELLA Sempre; ma ora non pulisco più, sposto soltanto. Neanche tu avrai tempo.

ROSA Per cosa?

NELLA Per innamorarti.

ROSA Io sono innamorata.

NELLA Smetterai.

ROSA Come lo sai?

NELLA È sempre stato così.

ROSA Così come?

NELLA Chi ha cominciato non ha più avuto tempo per innamorarsi.


Silenzio


Il lavoro continua, monotono e uguale, sedia dopo sedia, tavolino dopo tavolino.

ROSA Sono stanca, ho fame.

NELLA Prima dobbiamo finire.

ROSA Ho fame, se non mangio qualcosa non posso continuare.

NELLA Lo sai cos’è la fame?

ROSA La fame?

NELLA Si, la fame. Cos’è?

ROSA La fame è …è quando hai fame!

NELLA E quando hai fame che succede?

ROSA Quando hai fame vuoi mangiare.

NELLA E se non puoi mangiare?

ROSA …hai fame.

NELLA Ma lo sai perché hai fame?

ROSA Perché non mangio.

NELLA No. E’ il contrario.

ROSA Il contrario?

NELLA Si, tu hai fame perché stai mangiando.

ROSA No, veramente è solo quando non mangio che ho fame.

NELLA Ti dico che è il contrario.

ROSA Per te sarà il contrario, per me quando ho fame è perché non mangio.

NELLA Ti sbagli, perché la fame è la sensazione che proviamo quando bruciamo il
nostro grasso interno, quando lo mangiamo.

ROSA (…)

NELLA Più grasso mangiamo più fame abbiamo.
ROSA (…)

NELLA Quando abbiamo fame è perché siamo cannibali. Cannibali di noi stessi.

ROSA Come sai tutte queste cose?

NELLA Le ho ascoltate dall’altra parte.

ROSA Parlavano della fame?

NELLA Dovevano prendere una decisione.

ROSA Su che cosa?

NELLA Sulla fame. Per risolvere il problema.

ROSA Quale problema?

NELLA Quello della fame.

ROSA Che hanno deciso?

NELLA Che basta far capire a quelli che hanno fame la stessa cosa che ho detto a te

ROSA Cosa?

NELLA Che è proprio quando hanno fame che stanno mangiando, quindi non ha
senso chiedere altro cibo se stai già mangiando.

ROSA Hanno deciso questo?

NELLA Si.

ROSA Come vogliono spiegarlo?

NELLA Dicendolo a tutti, farlo sapere in tutto il mondo; ma spiegarlo veramente a
tutti, uno per uno, parlandogli così come io ho parlato a te.

ROSA Non è facile

NELLA Sicuro che non lo è; ma ne vale la pena.


Silenzio
NELLA Facciamo una pausa?

ROSA No; mi è passata la fame.

NELLA Ti è passata la fame?

ROSA Si; non ho più fame.

NELLA Dicevi di non poter continuare perché non ci vedevi dalla fame?

ROSA Ora ho capito.

NELLA Capito cosa?

ROSA Che sto già mangiando.

NELLA Se non avevi fame cosa avresti voluto mangiare?

ROSA Se non avevo fame?!

NELLA Cosa avresti voluto mangiare se non avevi fame?

ROSA Pesce, mi piace il pesce.

NELLA Quale pesce?

ROSA Tutti i pesci.

NELLA Tutti?

ROSA Tutti.

NELLA Anche il pesce ago?

ROSA (…)

NELLA Ti piace anche il pesce ago?

ROSA (…)

NELLA (con rabbia) Dici che ti piacciono tutti i pesci e poi non sai se ti piace
il pesce ago?

ROSA Si, mi piace il pesce ago.
NELLA E il pesce San Pietro?

ROSA Si.

NELLA E il pesce tamburo?

ROSA Il pesce tamburo è buonissimo.

NELLA Conosci la famiglia dei pesci?

ROSA La famiglia dei pesci?

NELLA Si, la conosci?

ROSA Non lo so. Quali pesci ci sono in questa famiglia?

NELLA Sono tanti, tutti imparentati tra loro.

ROSA Perché sono importanti?

NELLA Perché hanno la loro canzone; la canzone della famiglia dei pesci. La
conosci?

ROSA La canzone?

NELLA Si la canzone dei pesci.

ROSA No.

NELLA Non la conosci?

ROSA No.

NELLA La vuoi ascoltare?

ROSA La canzone dei pesci?

NELLA Si. La vuoi ascoltare?

ROSA Ma tu sai cantare?!

NELLA (canta “La canzone dei pesci”)
Il pesce ago ti cucirà la bocca / il pesce cofano ti chiuderà al buio /
il pesce istrice ti pungerà / il pesce martello ti schiaccerà / il pesce
palla ti soffocherà / il pesce spada ti colpirà / il pesce porco ti
mangerà / il pesce bandiera ti mostrerà il simbolo da onorare e
rispettare / il pesce combattente ti darà la forza / il pesce arciere ti
darà le armi / il pesce luna ti darà la luce / il pesce volpe ti renderà
furbo / il pesce pilota t’indicherà la via / il pesce farfalla ti darà le ali/
il pesce angelo ti farà andare in paradiso / il pesce San Pietro ti
aprirà le porte del regno dei cieli / il pesce trombetta, il pesce
tamburo, e il pesce violino ti accoglieranno con la loro musica / Il
pesce specchio non ti darà il tempo di riflettere/.
Il pesce d’aprile, l’ultimo ed il più crudele, ti farà scoprire, troppo
tardi, l’inganno degli altri pesci.

ROSA Perché il pesce d’aprile è crudele?

NELLA Quello d’aprile è il è il più crudele dei pesci.

ROSA Perché?

NELLA Perché genera fiori di fuoco dalle acque morte, mescola incubi e privazioni,
stimola i sopiti rancori con la pioggia dell’odio…

ROSA Come conosci tutti questi pesci?

NELLA Ho sentito loro che ne parlavano.

ROSA Parlano anche dei pesci?

NELLA Dovevano prendere una decisione.

ROSA Prendono decisioni anche sui pesci?

NELLA Prendono decisioni su tutto.

ROSA E cosa hanno deciso?

NELLA Che non si deve dormire per prendere i pesci.

ROSA Ma questo si sapeva…

NELLA Cosa si sapeva?

ROSA Che chi dorme non piglia pesci.

NELLA Tu sei d’accordo?
ROSA Su cosa?

NELLA Che non bisogna dormire per prendere i pesci.

ROSA (…)

NELLA Sei d’accordo o non sei d’accordo?

ROSA Non lo so.

NELLA Non sai se sei o non sei d’accordo?

ROSA No.


Silenzio


ROSA Mi ricordo che mio nonno mi diceva sempre: beati quelli che dormono
perché non hanno pesci da prendere.

NELLA (…)

ROSA Hai capito?

NELLA Cosa?


ROSA Quello che mi diceva mio nonno: beati quelli che dormono perché non hanno
pesci da prendere.


Silenzio


Tutti i tavolini e le sedie in alto sono stati sistemati a terra.
Le due donne, insieme, portano fuori scena le sedie e i tavolini rimasti.


NELLA Che tipo era tuo nonno?

ROSA È morto quando ero piccola.

NELLA Cosa facevate insieme?
ROSA Giocavamo a carte, mi ha insegnato a giocare a carte

NELLA E basta? giocavate solo a carte?

ROSA No. Leggevamo insieme; sempre la stessa cosa, voleva che la imparassi a
memoria.

NELLA Cosa?

ROSA Il discorso della montagna; mio nonno lo conosceva tutto a memoria; voleva
che anch’io lo imparassi a memoria per poi farlo imparare a mia nipote.
Dopo (declamando) -“beati quelli che si adoperano per la pace e beati i
perseguitati per motivo di giustizia -“, faceva una pausa …

NELLA E…?

ROSA E io dicevo: - “l’ultima nonno, ti sei dimenticato l’ultima”-.

NELLA L’ultima?

ROSA Si l’ultima. Io dicevo – “nonno ti sei dimenticato l’ultima”- e lui subito –
“beati quelli che dormono perché non hanno pesci da prendere” -.


Silenzio


NELLA Lo sogni tuo nonno?

ROSA Sempre.

NELLA E com’è?

ROSA (triste) Calvo.

NELLA (sorpresa) Calvo?

ROSA Si, calvo.

NELLA Era calvo tuo nonno?

ROSA Mio nonno era parrucchiere e dopo il discorso della montagna la cosa cui
teneva di più erano i suoi capelli…

NELLA Anch’io lo sogno.

ROSA Mio nonno?

NELLA Il mio. Nel sogno mio nonno vive in Alaska, nelle isole Aleutine. Mio
nonno ci tiene a dirmelo nel sogno, per questo mi ricordo il nome delle
isole. Tutte le volte che lo sogno mio nonno fa pipì.

ROSA Pipì?

NELLA Si, fa pipì, anzi, ci prova.

ROSA Non ci riesce?

NELLA Cerca di pisciare senza bagnarsi e non ci riesce. Non ci riesce mai.

ROSA Mai?

NELLA Mai.

ROSA Perché?

NELLA Per il vento.

ROSA Il vento?

NELLA Alle Aleutine c’è un vento fortissimo e terribile; un vento che non ha una
sola direzione, le ha tutte contemporaneamente; dove viveva mio nonno
non c’erano bagni in casa, si doveva uscire, e fuori era impossibile.

ROSA Perché?

NELLA Il vento. Quando non ha una direzione precisa non ti puoi mettere
controvento, né di fianco; non c’è la possibilità di trovare riparo, e anche se
lo trovi non serve a niente perché il vento arriva anche lì.
In qualsiasi modo decidi di farlo ti bagni dappertutto.
Non c’è nessuna soluzione.

ROSA Non poteva fare pipì quando non c’era vento?

NELLA Alle Aleutine c’è sempre vento.

ROSA E cosa fece tuo nonno?

NELLA Mio nonno era testardo, trovò una soluzione.

ROSA Quale?

NELLA Pisciarsi direttamente nei pantaloni; così si bagnava solo dalla vita in giù.


Silenzio


ROSA Tuo nonno stava da solo?

NELLA Perché lo vuoi sapere?

ROSA Con quel vento, in un’isola, al freddo, da solo…

NELLA Non era da solo, nel sogno c’era sempre un caporale in divisa, alto e magro,
magrissimo, con dei piccoli baffi.

ROSA E che faceva?

NELLA Scriveva.

ROSA Scriveva?

NELLA Prendeva appunti mentre mio nonno cercava, senza riuscirci, di pisciare
senza bagnarsi.

ROSA E basta? Prendeva appunti e basta?

NELLA Solo una volta disse una cosa.

ROSA A chi?

NELLA A me.

ROSA Solo una volta?

NELLA Solo una. Disse: - “ricordati che nonostante tutto quello che capiterà li da
voi questo non vuol certo dire che il discorso della montagna non sia ancora
valido” -, io nel sogno gli chiedevo: - “Cos’è il discorso della montagna?” –.
Non mi ha mai risposto.

ROSA Grazie a mio nonno, ora lo sai.
NELLA Forse mio nonno e tuo nonno si conoscevano.

ROSA Forse. Tuo nonno parlava con te nel sogno?

NELLA Solo una volta.

ROSA Anche lui?

NELLA Solo una.

ROSA Cosa ti ha detto?

NELLA Perché lo sognavo in quel modo strano.

ROSA In quale modo?

NELLA Lui che si bagnava tutto. L’unica volta che parlò nel sogno mi disse: –
“bambina non spaventarti, devi solo farci l’abitudine, è così la vita”.-

ROSA Come una pisciata nei pantaloni?

NELLA Quello che gli ho chiesto anch’io.

ROSA E che ti ha risposto?

NELLA Non solo nei pantaloni.


Silenzio


ROSA Loro li sogni mai?

NELLA Loro no, sono loro a sognare noi.

ROSA Perché ci sognano?

NELLA Ci sognano cosi non ci dimenticano e quando decidono si ricordano di tutti.

ROSA Lo sai che decisioni devono prendere questa volta?

NELLA L’ecatombe.

ROSA L’ecatombe?
NELLA Sai cos’è un’ecatombe?

ROSA Una catastrofe gigantesca, un bordello di tragedia, un infinito dolore…

NELLA Ma cosa vuol dire veramente ecatombe?

ROSA Avrà a che fare con le tombe, le persone che sono seppellite.

NELLA No ecatombe è greco antico, è il sacrificio simultaneo di cento tori.

ROSA Simultaneo? E come facevano? Li mettevano uno accanto all’altro e poi
qualcuno ben in vista abbassava un fazzoletto rosso e via con lo scannatoio.

NELLA Più o meno.

ROSA E che succede?

NELLA Quando?

ROSA Quando decidono l’ecatombe.

NELLA Dopo, bisogna pulire di più.


Le donne portano fuori scena le ultime due sedie, rientrano, guardano con soddisfazione il risultato del loro lavoro: la scena vuota.


ROSA Abbiamo finito.

NELLA Io ho finito, tu dovrai pulire

ROSA Tu non pulisci mai?

NELLA Non pulisco più.

ROSA Anch’io non pulirò più?

NELLA Ci vuole tempo…

ROSA Il tempo non passa mai.

NELLA Il tempo passa sempre.

ROSA Il tempo non passa mai e, allo stesso tempo, non c’è mai tempo…

NELLA Il tempo è come dio, c’è sempre ed in ogni luogo, anche sotto i sofà.


Le donne escono di scena.

BUIO


Da “l’altra parte” arriva in scena un insieme di suoni, ad un volume sempre più alto.
Quando la babele sonora, composta da chiacchiericcio da talk show e da telegiornale, risate mondane, gridolini di malcelato piacere, ansimare orgasmatico, musica da discoteca e muzak da supermercato, squilli e suonerie di telefonini, jingle pubblicitari e televisivi, è al limite della sopportazione si placa di colpo,…

Rosa entra in scena accompagnata da una terza donna, Alba; hanno con se dei grandi sacchi neri, li appoggiano a terra e con modi calmi e precisi tirano fuori tutto il possibile occorrente per pulire, raschiare, lavare e asciugare: secchi di plastica e detersivi, spray e liquidi, acidi e spazzoloni, utensili vari, panni, stracci, scope, palette e grandi buste nere di plastica per la spazzatura.
Indossano guanti di gomma fino al gomito, camici, e cuffie. Rosa si strofina una pomata tra le labbra e il naso e ripete lo stesso gesto sul viso di Alba.


ROSA Pronta?

ALBA Pronta.


Rosa e Alba escono di scena, … rientrano portando due sedie e un tavolino.
Senza pause riportano tutte le sedie e i tavolini che erano stati spostati.
Le sedie e i tavolini sono ricoperti da avanzi di cibo e altre “scorie” che cadono durante il trasporto; bucce di banane e d’altra frutta, cipria e borotalco, bicchieri e tovaglioli, ciocche di capelli e carta igienica, stelle filanti e trombette, biancheria intima, sigarette e altra materia irriconoscibile… sembrano quasi fermentare come nel profondo di una grande discarica.


ROSA Incominciamo?

ALBA Incominciamo.


Rosa e Alba incominciano il lavoro di pulizia.
Sedie e tavolini sono raschiati, puliti, lavati e asciugati e le immondizie accumulatesi gettate nelle grandi buste nere di plastica.
Le due donne si muovono tra le sedie e i tavolini come in un labirinto senza uscita.


ALBA Sedie e tavolini, sedie e tavolini, pulire sedie e tavolini, sedie e tavolini...

ROSA Le sedie e i tavolini sono fondamentali. Le decisioni si prendono su sedie e
davanti tavolini.
ALBA Più su comode poltrone e davanti grandi scrivanie.

ROSA Non consideri le emorroidi, sulle sedie non vengono le emorroidi.

ALBA Cosa c’entrano le emorroidi?

ROSA Con il culo che ti brucia è difficile essere lucidi…


Silenzio


Rosa si riposa per qualche istante, Alba continua senza pause.
Rosa osserva Alba pulire con foga, quasi con passione.


ROSA Pulisci bene, chi ti ha insegnato?

ALBA Mia madre.

ROSA Come ti ha insegnato?

ALBA Facendomi capire.

ROSA Cosa?

ALBA Che non bisogna pulire quando è sporco.

ROSA Quando allora?

ALBA Sempre. Non si pulisce perché è sporco.

ROSA E perché si pulisce?

ALBA Si pulisce per trovare lo sporco. Mia madre mi diceva sempre che solo
pulendo si vede lo sporco.

ROSA Vuoi dire che pulendo si trova sempre lo sporco?

ALBA Sempre.

ROSA Allora il pulito non esiste?

ALBA Esiste solo se non pulisci, perché se pulisci trovi lo sporco.
Silenzio


ROSA Tua madre puliva spesso?

ALBA Si era sposata per questo.

ROSA Si era sposata per pulire?

ALBA Mia madre no, ma mio padre si.

ROSA Si era sposato per pulire?

ALBA Per fare pulire mia madre.

ROSA E la faceva pulire tanto tua madre?

ALBA Mia madre puliva sempre, ma era contenta.

ROSA Era contenta di pulire?

ALBA Si, perché quando puliva non pensava a niente e stava meglio.

ROSA Pensare la faceva stare male?

ALBA Si.

ROSA A cosa pensava?

ALBA Pensava a mio padre che l’aveva sposata per pulire. E questo la faceva
soffrire.

ROSA Che l’aveva sposata per pulire?

ALBA Che non l’aveva sposata per amore.

ROSA E per questo puliva?

ALBA Puliva perché quando puliva non pensava che mio padre l’aveva sposata per
pulire.

ROSA (sorpresa) Puliva per non pensare che si era sposata per pulire?

ALBA (rassegnata) Almeno, il motivo lo sceglieva lei.
Silenzio


ALBA Chissà se le loro madri puliscono?

ROSA Non credo, ma sono sicura che sporcano.

ALBA Loro sporcano e noi non facciamo che pulire.

ROSA Che altro vorresti fare?

ALBA Non lo so.

ROSA Come non lo sai?

ALBA Non lo so.

ROSA (con rabbia) Ti lamenti che non fai che pulire e non sai a cosa vorresti
fare d’altro.

ALBA (…)

ROSA Cosa vorresti fare al posto di pulire?

ALBA Sporcare mi piacerebbe sporcare.

ROSA Sporcare?

ALBA Si sporcare.

ROSA Perché sporcare?

ALBA È il contrario di pulire.

ROSA E sporcare cosa?

ALBA Qualsiasi cosa.

ROSA Una in particolare?

ALBA (…)

ROSA Vuoi sporcare e non sai cosa sporcare!

ALBA Lo so.

ROSA E cosa?

ALBA Sedie e tavolini.

ROSA Sedie e tavolini?

ALBA Sedie e tavolini; almeno una volta mi piacerebbe sporcare quello che pulisco.

ROSA E chi vorresti che pulisse quello che sporchi tu?

ALBA Non ha importanza, basta che io possa sporcare.

ROSA Se tu sporchi, ci deve essere qualcuno che pulisce al tuo posto!

ALBA (…)

ROSA Chi?

ALBA (…)

ROSA (Con rabbia e alzando la voce) Chi deve pulire al tuo posto?

ALBA (…)

ROSA (quasi gridando) Vuoi sporcare e non sai chi deve pulire quello che tu
sporchi.

ALBA Lo so.

ROSA (implorando) Chi?

ALBA Quelli che sporcano quello che pulisco io.

ROSA (sorpresa) Loro?

ALBA Si loro.

ROSA Loro non puliscono, loro prendono decisioni.

ALBA Su che cosa?

ROSA Su tutto, te e me comprese.
ALBA Come mi conoscono?

ROSA Ti sognano.

ALBA Sognano me?

ROSA Sognano tutti.


Silenzio


ALBA Io non sogno mai.

ROSA Tutti sogniamo.

ALBA Io no.

ROSA Non ricordi, ma sogni anche tu, solo i morti non sognano.

ALBA Come lo sai?

ROSA Cosa?

ALBA Che i morti non sognano.

ROSA I morti non sognano, è così.

ALBA Come lo sai?

ROSA Non sognano perché sono morti.

ALBA Ma come puoi esserne sicura?

ROSA Ne sono sicura.

ALBA (spazientita) Perché?

ROSA Perché non dormono.

ALBA (perplessa) Non dormono?

ROSA Per sognare bisogna dormire vero?

ALBA Certo, i sogni ad occhi aperti non sono veri sogni.

ROSA E se sono morti non dormono!

ALBA O dormono o sono morti.

ROSA Se sognano vuol dire che stanno dormendo, e se stanno dormendo, che non
sono morti perché i morti non dormono, quindi se sognano non sono morti.

ALBA Se io non sogno … sono morta?

ROSA Solo i morti non sognano; tu o sogni o sei morta.


Silenzio


ALBA Mi piacerebbe ricordare i miei sogni.

ROSA Cosa ti piacerebbe ricordare dei sogni che non ricordi?

ALBA Mio nonno, mi piacerebbe ricordare i sogni con mio nonno.

ROSA Che tipo era tuo nonno?

ALBA Era testardo.

ROSA Era magro?

ALBA Era vecchio.

ROSA Era calvo?

ALBA Era barbiere.

ROSA Che facevi con tuo nonno?

ALBA Ascoltavo.

ROSA Cosa ascoltavi?

ALBA Storie, mio nonno mi raccontava sempre storie.

ROSA Che storie?
ALBA Storie della sua vita.

ROSA Te le ricordi?

ALBA Tutte.

ROSA Tutte?

ALBA Mio nonno me le faceva imparare a memoria?

ROSA Perché?

ALBA Così io poi l’avrei fatte imparare a mia nipote, e mia nipote a sua nipote; le
storie non si devono perdere, mio nonno non voleva far perdere le storie, era
la sua più grande paura.

ROSA Quale?

ALBA Far perdere le storie.

ROSA Raccontami una storia di tuo nonno

ALBA Durante la guerra mio nonno era in prigione, una mattina al risveglio una
guardia ordinò che tutti i prigionieri dovevano spaccare la legna che c’era nel
cortile; era un mucchio gigantesco. Mio nonno chiese – “e se uno si rifiuta?”,
- “rimane a pancia vuota”,- fu la risposta.
Tutti cominciarono a spaccare la legna, ma alla fine del turno mio nonno non si fermò e continuò ancora; tutti gli altri si godevano il cibo dopo il lavoro massacrante ma non mio nonno che continuava senza pause. Tutti lo guardavano, i carcerieri ridevano. Dopo il pranzo tutti ripresero con meno forza, tranne mio nonno che continuò con più energia di prima; i carcerieri non ridevano più.
Quando tutti smisero mio nonno continuò per tutta la notte finché, distrutto,
andò a dormire.

ROSA E che successe?

ALBA Fu l’ultima volta che i prigionieri spaccarono legna per mangiare.

ROSA Tuo nonno conosceva il discorso della montagna?

ALBA Che cos’è il discorso della montagna?

ROSA “…ma se uno ti percuote sulla guancia destra porgi a lui anche l’altra…”
ALBA (interrompendola) Il catechismo! “porgi l’altra guancia”.

ROSA Non c’entra niente “porgere l’altra guancia”, quello è solo l’inizio: ”…ma se
uno ti percuote sulla guancia destra porgi a lui anche l’altra e se uno vuole
chiamarti in giudizio e toglierti la tunica cedigli anche il tuo mantello e se uno
ti forza a fare un miglio va con lui per due miglia”, bisogna considerarli
nell’insieme, tutte e tre.

ALBA E presi nell’insieme cosa vogliono dire?

ROSA Quello che ha fatto tuo nonno.

ALBA Lo conosci tutto a memoria il discorso della montagna?

ROSA Grazie a mio nonno, lui lo conosceva a memoria.

ALBA Tuo nonno lo aveva imparato a memoria?

ROSA Glielo aveva insegnato un poeta.

ALBA Quale poeta?

ROSA Un poeta che amava Venezia.


Silenzio


ROSA Facciamo una pausa?

ALBA Sei stanca?

ROSA Non come tuo nonno.

ALBA Perché vuoi fare una pausa?

ROSA Le pause sono importanti.

ALBA Perché?

ROSA Senza pause non si può lavorare.

ALBA Sai riconoscere una pausa?

ROSA Una pausa è una pausa.

ALBA Come fai a distinguerla?

ROSA Da cosa?

ALBA Da una non pausa.

ROSA Una non pausa?

ALBA Una pausa finta, apparente, …dopo la fine o prima dell’inizio possono
sembrare pause ma non lo sono. Noi due, qui, prima di riprendere a pulire,
come sai che è una pausa?

ROSA Dobbiamo continuare, quindi è una pausa.

ALBA Viene qualcuno dall’altra parte e vede che non stiamo pulendo; come può
dire: - “quelle due stanno facendo una pausa” -.

ROSA Vede i tavolini e le sedie da pulire ed è proprio quello che dirà, dirà:-“ stanno
facendo una pausa “-.

ALBA E se abbiamo già finito?…O non abbiamo ancora incominciato? Come può
dire che stanno facendo una pausa.

ROSA (…)

ALBA Anche al cinema, se uno si addormenta e si sveglia all’ultima immagine
come può dire, quando si accendono le luci, se è finito il film o solo il primo
tempo, e che c’è una pausa?

ROSA C’è scritto “fine primo tempo”.

ALBA Ma se non c’è scritto fine primo tempo, come lo può capire?

ROSA Se non c’è scritto fine primo tempo, c’è scritto “fine” e basta.

ALBA Nei film non si scrive più “fine”.

ROSA Gli altri spettatori. Se rimangono è una pausa, se vanno via il film è finito; è
una non pausa.

ALBA E se è da solo al cinema?

ROSA La maschera lo fa alzare. È una non pausa.

ALBA È solo, sono andato via tutti.

ROSA Il film ricomincia, è una pausa.

ALBA Il film non può riprendere da solo, e in ogni caso lo scoprirebbe dopo; in
quel momento non può dire:- “è finito il primo tempo, sto vivendo in una
pausa” -.

ROSA Non si può capire.

ALBA Cosa?

ROSA Quando c’è una pausa.

ALBA La pausa è come il silenzio esiste solo tra due rumori.

ROSA La pausa?

ALBA Il silenzio.

ROSA E la pausa?

ALBA Esiste solo tra due non pause. E le due non pause sono prima dell’inizio e
dopo la fine.

ROSA Prima dell’inizio e dopo la fine di che cosa?

ALBA Della pausa. La pausa esiste solo tra un prima e un dopo.

ROSA Come la vita?

ALBA La vita?

ROSA Prima della nascita e dopo la morte.

ALBA La vita è una pausa.


Silenzio


ROSA Anche una foto è una pausa?
ALBA Una foto?

ROSA Una pausa tra il prima e il dopo la foto.

ALBA Cosa c’è prima e dopo una foto?

ROSA C’è la vita. La foto è una pausa della vita.

ALBA La pausa di una pausa più grande.

ROSA Io mi sento come in una foto. Come un insetto in una foto.

ALBA Un insetto?

ROSA Come un insetto scongelato per essere fotografato.

ALBA Gli insetti si scongelano?

ROSA Prima si congelano e poi si scongelano.

ALBA Perché?

ROSA Per fotografarli.

ALBA Per fotografarli?

ROSA Per farli sembrare vivi e allo stesso tempo fotografarli immobili bisogna
congelarli, tirarli fuori e fotografarli nel momento esatto in cui si stanno
scongelando, ma non del tutto in modo da volare; solo così si può avere una
foto perfetta di un insetto vivo. Io mi sento sempre al freddo, congelata, per
un attimo credo di scongelarmi, ma è una pausa, mi fanno una foto e di nuovo
nel frigo.

ALBA La pausa di una pausa di una pausa.


Silenzio


Rosa sta chiudendo con uno spago un sacco della spazzatura. Alba pulisce una sedia.


ALBA (leggendo) Dio c‘è, io pure.

ROSA Cosa?

ALBA Dio c’è, io pure; è scritto qua. ( Mostra la sedia; sotto “Dio c’è” è scritto
“Io pure”)

ROSA (con finta ingenuità) Che vuol dire?

ALBA Che c’è dio e che ci sono pure io.

ROSA Tu?

ALBA Non io, l’io che ha scritto “Io pure”.

ROSA L’ho scritto io.

ALBA Tu?

ROSA Io. Io, ho scritto “Io pure”.

ALBA E non hai scritto “Dio c’è”?

ROSA No ho scritto solo “Io pure”.

ALBA Perché?

ROSA Tutti scrivono che c’è Dio, io voglio scrivere che ci sono pure io, non voglio
che dio si dimentichi di me.

ALBA Dio non può dimenticare.

ROSA Se non può dimenticare, non può neanche ricordare. Voglio che dio si ricordi
di me.

ALBA Perché vuoi che dio si ricordi di te?

ROSA Gli voglio chiedere una cosa.

ALBA Cosa gli vuoi chiedere?

ROSA Di non farmi dimenticare.

ALBA Dimenticare?

ROSA Dio si deve ricordare di non farmi dimenticare.
ALBA Cosa?

ROSA Lo sguardo del mio amore.

ALBA Non vuoi dimenticare gli occhi del tuo ragazzo?

ROSA Non m’interessano i suoi occhi.

ALBA Il colore dei suoi occhi.

ROSA Non lo ricordo il colore dei suoi occhi. Io voglio che dio non mi faccia mai
dimenticare il suo sguardo.

ALBA I suoi occhi!

ROSA Lo sguardo non sono gli occhi; quando guardo il mio amore negli occhi non
vedo il colore dei suoi occhi e lui non vede il colore dei miei.

ALBA Cosa vedete allora?

ROSA Lo sguardo! Quando guardo il mio amore negli occhi vedo lo sguardo.

ALBA Com’è possibile vedere lo sguardo, io non l’ho mai visto.

ROSA Bisogna essere amati per vedere lo sguardo se non l’hai visto non ti è mai
capitato.

ALBA Cosa?

ROSA Amare ed essere amata, vedere lo sguardo è l’unico modo per capirlo.

ALBA È cosi bello vedere lo sguardo?

ROSA È bellissimo.

ALBA Perché?

ROSA Con quello sguardo vedi il resto del mondo e solo così lo puoi sopportare.

ALBA Cosa?

ROSA Il mondo. Anche le cose che vedi ogni giorno possono sembrare belle.

ALBA Quali cose?
ROSA Tante.

ALBA Quali?

ROSA L’interno di un pomodoro, una nuvola, il punto esatto dove s’infrange
l’onda, la luce del giorno che finisce e la notte che arriva, dove incomincia e
finisce la pioggia, i piatti che si asciugano in cucina, l’acqua che bolle, una
ruga, un’orma, l’orizzonte, una mela, una foglia…

ALBA Sono cose che vedo anch’io!

ROSA Non ti sembrano bellissime?

ALBA (sicura) No.

ROSA Perché non le vedi con lo sguardo.

ALBA (indica le sedie e i tavolini incrostati di sporcizie) Lo sguardo può far
sembrare bello anche questo?

ROSA No. Lo sguardo non basta, ci vuole anche una certa dose di detersivo.


Silenzio


ALBA È sempre cosi sporco?

ROSA Oggi di più.

ALBA Da cosa dipende?

ROSA Da quello che hanno deciso.

ALBA E cosa hanno deciso?

ROSA L’ecatombe.

ALBA L’ecatombe?

ROSA Sai cos’è l’ecatombe?

ALBA L’ecatombe?

ROSA Si l’ecatombe.

ALBA È il sacrificio simultaneo di cento tori.

ROSA (sorpresa) Come lo sai?

ALBA Perché pulivo sotto i sofà.

ROSA Sotto i sofà?

ALBA Pulivo in una grande villa con tantissime stanze, eravamo in tante a pulire,
ed ognuna puliva una sola cosa.

ROSA Solo una?

ALBA C’era chi puliva i tavoli e chi puliva le sedie, chi puliva le finestre, chi le
porte e chi solo le maniglie delle porte; c’era chi puliva sotto ai letti, chi
sopra gli armadi. Io pulivo sotto i sofà.

ROSA Ma quanti sofà c’erano in quella villa?

ALBA Non sono mai riuscita a contarli; incominciavo a pulire il primo, il secondo,
il terzo, al ventisettesimo perdevo il conto.

ROSA C’erano più di ventisette sofà?

ALBA Al ventisettesimo non avevo ancora incominciato a sudare.

ROSA E l’ecatombe?

ALBA Sotto i sofà si trova di tutto

ROSA (…)

ALBA Sotto i sofà ho trovato banane e bucce di banana, palline da ping-pong e da
tennis, portacenere e automobiline, fazzoletti di carta e accendini,
stuzzicadenti e preservativi…

ROSA Usati?

ALBA Cosa?

ROSA Gli stuzzicadenti.

ALBA Si. Ho trovato anche una bibbia e delle foto pornografiche.

ROSA Insieme, sotto lo stesso sofà?

ALBA Le foto facevano da segnalibro.

ROSA E hai trovato anche l’ecatombe?

ALBA Ho trovato una pipa accesa e un quaderno…Il quaderno dei compiti di greco
del figlio quattordicenne del padrone della villa. C’era spiegato tutto.

ROSA Vuoi dire che anche i ragazzini di 14 anni sanno cosa significa ecatombe?

ALBA Solo quelli che a casa hanno tantissimi sofà.


Silenzio


ALBA Come fanno a decidere l’ecatombe?

ROSA Ragionando.

ALBA Come?

ROSA Prima devono scegliere un nemico.

ALBA È necessario un nemico?

ROSA È fondamentale.

ALBA Che tipo di nemico?

ROSA Numeroso, deve essere numeroso; l’ecatombe riesce meglio con un nemico
numeroso.

ALBA Come si sceglie il nemico?

ROSA Ragionando ancora; per capire chi può essere il nemico più numeroso.

ALBA Le formiche. Non c’è niente di più numeroso delle formiche.

ROSA Non va bene come nemico.

ALBA Perché?

ROSA Non si può fare l’ecatombe con le formiche. Sono troppo piccole.

ALBA I cinesi! Dopo le formiche i più numerosi sono i cinesi.

ROSA I cinesi vanno bene.

ALBA Una volta scelto il nemico?

ROSA Bisogna dire che è pericoloso, molto pericoloso.

ALBA Come tutti i nemici.

ROSA Di più! Pericoloso come non lo è mai stato nessuno; si deve dire che può
distruggere il mondo.

ALBA Se lo stiamo scegliendo come nemico deve per forza essere pericoloso.

ROSA Devi spiegare come. Per essere creduti, per farsi degli amici contro i nemici,
devi dare un motivo, senza un motivo si rimane soli.

ALBA Dobbiamo spiegare come i cinesi possono distruggere il mondo?

ROSA Bisogna ragionare per scoprirlo. Qual è la caratteristica principale dei
cinesi?

ALBA Che sono cinesi.

ROSA Oltre questa?

ALBA Che sono tutti uguali.

ROSA Non serve.

ALBA A cosa deve servire?

ROSA A scoprire come possono distruggere il mondo.

ALBA Hanno gli occhi a mandorla.

ROSA Non serve.

ALBA Non si capisce niente quando parlano.
ROSA (…)

ALBA Quando scrivono.

ROSA (…)

ALBA Sono tanti, tantissimi.

ROSA Quasi come le formiche. Questo ci può servire. Che altro sanno fare i cinesi
oltre a parlare e scrivere in maniera incomprensibile?

ALBA Sanno mangiare il riso con le bacchette.

ROSA (…)

ALBA Non sanno dire rabarbaro.

ROSA (…)

ALBA Sanno costruire muri.

ROSA Muri?

ALBA La grande muraglia.

ROSA Era per difendersi non per attaccare.

ALBA Sanno andare in giro; sono dappertutto.

ROSA (…)

ALBA Sanno saltare.

ROSA Saltare?

ALBA Bruce Lee, il kung fu. Saltare.

ROSA E poi?

ALBA Non ho più niente da dire sui cinesi.

ROSA Neanch’io.

ALBA Non abbiamo ragionato bene. Non abbiamo scoperto come possono
distruggere il mondo.

ROSA Cosa abbiamo scoperto?

ALBA Che sono tantissimi… E che sanno saltare.

ROSA Sanno saltare e sono tantissimi…
Basta questo.

ALBA Hai scoperto come possono distruggere il mondo?

ROSA Saltando.

ALBA Saltando?

ROSA Quanti sono i cinesi?

ALBA Tanti, tantissimi.

ROSA Un miliardo e trecento milioni. E quanto pesano?

ALBA Sono magri, pesano poco.

ROSA Sessanta chili?

ALBA Sessanta chili.

ROSA Se i cinesi saltano tutti insieme nello stesso momento, con precisione
assoluta, immagina il peso che cade sulla terra.

ALBA Miliardi di chili.

ROSA Settantotto miliardi di chili.

ALBA Di meno.

ROSA Di meno?

ALBA Considera i malati e i lavativi.

ROSA Settanta miliardi di chili.

ALBA E che succede?

ROSA Guarda.


Rosa afferra un tavolino, lo gira sottosopra, lo alza in aria e lo lascia cadere; vicino al punto in cui sbatte a terra dei bicchieri di carta e altri avanzi “volano” spostandosi con evidenza.

ROSA Hai visto?

ALBA Cosa?

ROSA Il terremoto.

ALBA Il terremoto?

ROSA I cinesi possono distruggere il mondo saltando tutti insieme e provocando il
più catastrofico e inimmaginabile terremoto che possa capitare; un terremoto
tale che dopo non ce ne potrà essere un altro.

ALBA Ma distruggeranno anche loro stessi?!

ROSA Non sei stata attenta, guarda.


Rosa ripete “l’esperimento”.


ROSA Hai visto?

ALBA Cosa?

ROSA Dove c’è stato il terremoto?

ALBA Dove?

ROSA Guarda ancora.


Rosa ripete per la terza volta.


ALBA Ho capito; il terremoto è sempre da un’altra parte, dove non cade il peso.

ROSA Brava!
ALBA Ma i cinesi sono dappertutto, non possono distruggere anche gli altri
cinesi in giro per il mondo!

ROSA Quelli sono lì apposta.

ALBA Apposta per cosa?

ROSA Per la precisione del salto; quando sarà l’ora...

ALBA L’ora zero.

ROSA Zero?

ALBA Questo tipo di ore si chiamano ora zero.

ROSA Quando sarà l’ora zero, gli altri cinesi, quelli sparsi per il mondo, salteranno
anche loro; piccoli salti per contro bilanciare il salto della madre patria e
indirizzarlo dove vogliono con precisione assoluta e devastante.

ALBA Può funzionare...

ROSA Hai mai visto all’alba i cinesi nelle piazze fare strani gesti come gatti che
fanno le fusa?

ALBA (…)

ROSA Si stanno allenando.

ALBA Per il salto?

ROSA Per il salto.

ALBA Come?

ROSA Perché quei movimenti sembrano quelli di gatti che fanno le fusa?

ALBA Perché?

ROSA Qual è la caratteristica principale dei gatti?

ALBA Saltare.

ROSA (soddisfatta) Come volevasi dimostrare.

ALBA E ora che l’abbiamo scoperto?

ROSA Abbiamo trovato il nemico.

ALBA E possiamo decidere l’ecatombe?

ROSA Noi no. Loro potrebbero.

ALBA Lo faranno?

ROSA L’hanno già fatto.

ALBA Hanno ragionato come noi?

ROSA È possibile.


Silenzio


Le sedie e i tavolini sono tutti puliti. Rosa sta asciugando l’ultima sedia, Alba l’ultimo tavolino. Le donne si tolgono guanti, camici, cuffie e infilano tutto nelle grandi buste di plastica nera.
Guardano soddisfatti il risultato del loro lavoro: la scena ingombra di sedie e tavolini puliti.


ALBA Abbiamo finito

ROSA Io ho finito. Tu dovrai sistemare.

ALBA Tu non sistemi?

ROSA Io ho sistemato e pulito, tu solo pulito, ora devi anche sistemare.

ALBA Sistemo da sola?

ROSA Con un’altra.

ALBA Non sei tu?

ROSA No; è una che non pulisce più, sistema soltanto.

ALBA Anch’io voglio smettere di pulire, ho già pulito troppo sotto ai sofà.
ROSA Ci vuole tempo.

ALBA Il tempo passa.

ROSA Sotto ai sofà hai mai visto passare il tempo?

ALBA Sotto i sofà non passa niente e nessuno, ma si può fermare di tutto; solo una
cosa non ho mai visto sotto i sofà.

ROSA Cosa?

ALBA Polvere, sotto i sofà non ho mai visto della polvere.


Trascinando le due grandi buste nere colme di spazzatura, Rosa e Alba escono di scena.


BUIO




Suoni netti e ad alto volume provengono da “l’altra parte”: sirene di pompieri e d’autoambulanze, campane a morto, crepitio d’incendi, martelli pneumatici, seghe elettriche che tagliano alberi, uragani, spari, esplosioni…
Tutto i suoni si fondono in un unico rumore assordante.
Di colpo il suono tace.


ALBA e NELLA entrano in scena. ALBA ha con se una scala che poggia a terra, sul lato sinistro del palco.
Le due donne afferrano sedie e tavolini e li accatastano; quando le sedie e i tavolini sono troppo alti ALBA sale sulla scale e NELLA da terra le porge il tavolino o la sedia.
Sistemano come prima tutte le sedie e i tavolini.


ALBA Tu non pulisci più?

NELLA Ho già pulito tanto.

ALBA Anch’io non pulirò più?

NELLA Non ti piace pulire?

ALBA Voglio poter smettere.

NELLA Ci vuole tempo e dopo dovrai sistemare.

ALBA Non voglio pulire e sistemare per sempre, voglio innamorarmi.

NELLA Non ne avrai il tempo.

ALBA L’amore non dipende dal tempo che si ha disposizione.

NELLA Col tempo scoprirai che è proprio così. L’ho visto anche in un film.

ALBA Era bello?

NELLA Era un western.

ALBA Con gli indiani?

NELLA Senza indiani ma con il saloon.

ALBA Allora era un western a metà.
NELLA Nel film chiedevano al barista del saloon se era mai stato innamorato.

ALBA E cosa rispondeva?

NELLA Che aveva fatto sempre il barista.

ALBA I baristi non si innamorano?

NELLA Mai. Non ne hanno il tempo, come noi.

ALBA A me il tempo serve, per l’amore e per un figlio; tu non vuoi avere un figlio?

NELLA Prima lo volevo.

ALBA E ora?

NELLA Devo sistemare.

ALBA E non puoi avere un figlio?

NELLA È meglio di no.

ALBA Perché?

NELLA Non potrei più sistemare.

ALBA Ne sei sicura?

NELLA Me l’hanno detto loro.

ALBA Parli con loro?

NELLA Sono loro a parlare con me.

ALBA Non hai mai parlato con loro?

NELLA Solo una volta.

ALBA Solo una? E come gli hai parlato?

NELLA Piano, molto piano, ma non troppo da non farmi sentire.

ALBA Eri vicina?

NELLA A rispettosa distanza.

ALBA Quanto? Un metro? Cinque metri?

NELLA A rispettosa distanza.

ALBA Gli hai dato del tu?

NELLA Non si può dare del tu a loro. Non si può dare del tu a chi prende le
decisioni.

ALBA Perché?

NELLA Rispetto. Chi prende decisioni merita il massimo rispetto.

ALBA Più rispetto di dio?

NELLA No. Dio è l’unico a meritare più rispetto di loro.

ALBA E a dio come parli?

NELLA Quando?

ALBA Quando preghi come parli a dio?

NELLA Senza parole.

ALBA E con le parole? Diresti: - “Signor dio vi prego aiutatemi?”-

NELLA (ride) Direi: - “Dio ti prego aiutami”.-

ALBA Gli daresti del tu?

NELLA …Si.

ALBA A dio dai del tu e non puoi dare del tu a loro?

NELLA Bisognerebbe dare del tu a tutti?

ALBA A tutti!

NELLA Anche al papa?

ALBA A lui più che a tutti gli altri.
NELLA Perché?

ALBA Perché lui, che da del tu a dio ogni giorno, ogni ora, ogni momento, sa più di
tutti che niente e nessuno merita più rispetto di dio.

NELLA E se non do del tu a tutti?

ALBA Se non dai del tu a qualcuno è come bestemmiare. Vuol dire che lo rispetti
più di dio.


Silenzio


ALBA Hai notato che non si bestemmia più?

NELLA È per il traffico

ALBA Il traffico?

NELLA Prima si bestemmiava soprattutto a casa, i mariti per colpa delle mogli e i
papà per colpa dei figli; ora a casa non si bestemmia più, al massimo si dice
– non mi fare bestemmiare- .
Quando il marito o il papà, a volte sono la stessa persona, arrivano a casa dal lavoro, sono già stati nel traffico e hanno esaurito la dose quotidiana di bestemmie, così quando arrivano a casa non bestemmiano più.

ALBA (contenta) Il traffico serve a qualcosa!

NELLA Serve a bestemmiare?

ALBA Serve a non fare bestemmiare a casa.

NELLA Da quando sono diminuite le bestemmie sono aumentati gli schiaffi e i
pugni.

ALBA (delusa) Il traffico non serve proprio a niente.
Tu bestemmi?

NELLA Mai. Tu?

ALBA Mai. Solo una volta ne ho avuto voglia.

NELLA Quando?
ALBA Quando ho visto un manifesto su un autobus, la foto di un tramonto
infuocato e sopra c’era scritto: - Dio ti ama non bestemmiare -.

NELLA Ti dava fastidio la scritta?

ALBA No la scritta era giusta…era il tramonto.

NELLA Il tramonto?

ALBA Cosa c’entra dio con il tramonto?

NELLA E se c’era l’alba?

ALBA Era la stessa cosa.

NELLA Cosa ci doveva esser in quella foto?

ALBA Non lo so, ma non il tramonto. Il tramonto mi ha fatto venire voglia di
bestemmiare.

NELLA Ti sarebbe piaciuta la solita faccia di vecchio barbuto?

ALBA Forse…anche la faccia era sempre meglio del tramonto; il tramonto no.

NELLA Cosa avresti voluto?

ALBA Non lo so.

NELLA Dici che il tramonto non va bene, però non dici cosa andrebbe bene.

ALBA Qualsiasi cosa.

NELLA Cosa?

ALBA Se dio c’è, e io ci credo, è dappertutto, in qualsiasi cosa.

NELLA (spazientita) Cosa?

ALBA Uno sputo.

NELLA Uno sputo?

ALBA “Dio ti ama non bestemmiare” - sopra la foto di uno sputo.

NELLA Sembra una pubblicità.

ALBA Anche con il tramonto sembrava una pubblicità, ed anche più brutta.


Silenzio


ALBA Ti hanno mai sputato addosso?

NELLA Una volta, per caso.

ALBA Per caso ti trovavi nella traiettoria di uno sputo?

NELLA Camminavo e improvvisamente un uomo mi ha sputato sulla scarpa.

ALBA Perché?

NELLA Voleva sputare sulla sua scarpa, ha sbagliato e ha colpito la mia.

ALBA Perché voleva sputare sulla sua scarpa?

NELLA Per pulirla.

ALBA Con uno sputo?

NELLA E strofinando.

ALBA Si è scusato?

NELLA Si.

ALBA Che ti ha detto?

NELLA Niente.

ALBA E come si è scusato?

NELLA Ha pulito la mia scarpa. (…) A te hanno mai sputato?

ALBA Anche a me una sola volta.

NELLA Per caso?

ALBA Non per caso e non un solo sputo.

NELLA Uno ti ha sputato più volte?

ALBA Non era uno, erano tanti.

NELLA Sulle scarpe?

ALBA In faccia.

NELLA (…)

ALBA Ero piccola, giocavo a nascondino, mi sono nascosta in un posto dove
non riuscivano a trovarmi. Mi hanno cercato tutta la mattina e tutto il
pomeriggio, non mi trovavano. Si arrabbiavano sempre di più, io era l’unica
bambina e tutti quei maschietti non riuscivano a trovarmi, erano proprio
arrabbiati. Mi insultavano per farmi uscire, alcuni insulti non li capivo, non li
avevo mai sentiti, ma ero sicura che erano insulti,…ero spaventata, erano
furiosi, …non ce la facevo più a stare rannicchiata…

NELLA Dov’eri nascosta?

ALBA In una piccola betoniera; dentro, dove si impasta il cemento. Ero proprio
lì; quando mi insultavano parlando piano tra di loro, mi faceva ancora più
paura, ero terrorizzata, mi veniva da piangere.
Sono uscita.
Senza aiuto non ce la facevo a tirarmi fuori, non mi insultavano più,
osservavano in silenzio i miei sforzi inutili.
Non avevo mai sentito un silenzio così, c’era solo un suono, il rumore della
camicetta che strofinava il ferro; all’improvviso, nel silenzio, uno mi sputa in
faccia, di nuovo silenzio, …poi anche tutti gli altri mi sputano in faccia.

NELLA Tutti?

ALBA Tranne uno.

NELLA Che faceva?

ALBA Guardava.

NELLA Si sono scusati?

ALBA Solo quello che non mi ha sputato.

NELLA Come sei uscita poi?

ALBA Non sono più uscita.


Silenzio


Nella porge ad Alba, sulla scala, una delle ultime sedie rimaste ancora da sistemare.


ALBA Aspetta lasciala a terra.

NELLA Perché?

ALBA La voglio saltare.

NELLA Vuoi saltare la sedia?

ALBA Mettila più lontano.


Nella sposta la sedia.


ALBA Ancora.


Nella sposta di poco la sedia.
Alba scende dalla scala, prende la rincorsa e salta la sedia; si ferma, corre di nuovo e rifà lo stesso salto nella direzione opposta.


NELLA Ti piace saltare?

ALBA Tu non saltavi da bambina?

NELLA Da bambina… ora ho smesso. Tu salti ancora?

ALBA Quando salto sono felice. Perché hai smesso?

NELLA Non ho niente da saltare. Tu cosa salti?

ALBA Piccole cose; importante è saltare non le dimensioni del salto.
NELLA Cosa?

ALBA Una sedia, ma anche un tappeto, un calzino, un paio di ciabatte, un disegno
sul marciapiede, una pozzanghera, una mattonella rotta, una macchia, un
secchio, una processione di formiche, una volta ho saltato anche una gallina…

NELLA (…)

ALBA Il mondo è pieno di cose da saltare e quando diventi veramente brava puoi
riuscire a saltare anche le cose interne non solo quelle esterne.

NELLA Quali cose?

ALBA Una lacrima che ti è rimasta dentro, una tristezza, una paura, un dolore, un
pensiero stupido o cattivo, si può saltare di tutto. Tranne gli sputi.

NELLA Da piccola saltavi tutto questo?

ALBA Da piccola avevo un segreto; il mio segreto.

NELLA Quale segreto?

ALBA Il segreto del salto. Ero convinta di conoscere il segreto del salto.
Ti ricordi il cartone animato con il coyote che cade sempre nell’abisso?
Quando precipita ha sempre qualcosa sotto i piedi, una roccia, un masso o
qualcos’altro. Lui sta li, tranquillo, in piedi o seduto, fino al momento
dell’impatto. Io sapevo come avrebbe potuto fare per non sfracellarsi al suolo.

NELLA Come?

ALBA Saltando. Un attimo prima di arrivare bastava fare un piccolo salto e poteva
arrivare a terra senza nessun problema. Era semplice. Ero così orgogliosa
della mia scoperta che sognavo sempre cadute nei precipizi e disastri aerei; io
ero tranquilla, sapevo che mi sarei salvata, uno o due metri prima che l’aereo
toccasse il suolo bastava salirvi sopra come faceva il coyote, fare un saltino a
destra o a sinistra ed era fatta. Era così semplice che mi meravigliavo come gli
altri non ci avessero pensato. Era il mio segreto.

NELLA Quando hai scoperto che non era proprio così?

ALBA Nessuno, che io sappia, ci ha veramente provato; ma non ha importanza, non
prendo mai l’aereo, quello che è importante è saltare.


Alba sale sulla scala, Nella prende la sedia e gliela porge.


ALBA Aspetta. Salta anche tu?

NELLA Io?

ALBA Ti vergogni?

NELLA Non mi ricordo più come si fa.

ALBA Provaci.

NELLA E se cado?

ALBA Provi un’altra volta.


Alba scende dalla scala con la sedia in mano, la poggia a terra ad una certa distanza da Nella. Nella prende la rincorsa e salta. Alba fa qualche passo indietro e salta anche lei. Nella salta ancora una volta, subito dopo scoppia ridere.


ALBA Perché ridi?

NELLA Perché non ci avevo mai pensato.

ALBA A cosa?

NELLA Che le sedie si potevano anche saltare. È da così tanto tempo che sistemo
sedie, da non capire più a cosa servono; come quando uno ripete sempre le
stesse parole e dopo non capisce più cosa vogliono dire. A me succede non
con le parole ma con le cose.

ALBA Quali cose?

NELLA Le sedie, i tavolini. Ho sempre avuto a che fare con le sedie ed ora non so
più usarle nel modo giusto. Per me le sedie sono tutto tranne cose che
servono a sedersi, ma fino ad oggi non le avevo ancora utilizzate per
saltare.

ALBA Con una sedia ci si siede. Che altro si può fare con una sedia?

NELLA Ci si può mangiare e dormire; sulle sedie si può giocare a carte, si può
sfondarle e si trasformano in gabinetto, si può fare sesso, si può, è scomodo
ma si può, forse anche innamorarsi…

ALBA Su una sedia?

NELLA Solo se anche l’altro è su una sedia. Con le sedie si può ballare, sulle sedie
si piange e si scrive. Le sedie si abbracciano e si prendono a calci. Io ci
faccio tutto, tranne che sedermi

ALBA E dove ti siedi?

NELLA Sui tavolini.


Alba sale sulla scala per continuare a sistemare le sedie e i tavolini che, da terra, le porge Nella.
Nella non si vede più.
Il muro di sedie e tavolini è quasi completo.
Alba è quasi del tutto nascosta, si vedono solo le braccia che sistemano le ultime sedie, poi anche le braccia scompaiono.
Le due donne si intravedono nei piccoli vuoti tra una pila e l’altra.

NELLA E poi le sedie servono a decidere. Niente sedie e tavolini niente decisioni.

ALBA Niente decisioni niente ecatombe.

NELLA Niente ecatombe niente pulizie.

ALBA L’ecatombe è l’ultima decisione che si può prendere?

NELLA Non c’è mai un ultima decisione. Dopo ce n’è sempre un’altra.

ALBA Cosa si può decidere dopo l’ecatombe?

NELLA Dopo l’ecatombe bisogna mettere tutto a posto, ripulire.

ALBA Come qui?

NELLA Molto più in grande.

ALBA E si ripulisce tutto?

NELLA Tutto. Tutto deve tornare come prima.

ALBA Uguale?

NELLA In maniera assoluta.

ALBA Ma allora a cosa è servita l’ecatombe?

NELLA A prepararne un'altra.


Alba sistema l’ultima sedia.


NELLA È l’ultima.

ALBA Abbiamo finito?

NELLA Solo per oggi.


Alba scende dalla scala. Il muro di sedie e tavolini è ricomposto nello stesso identico modo dell’inizio.
.

ALBA Solo per oggi?

NELLA Fino alla prossima decisione.

ALBA Loro prendono decisioni su tutto e noi?

NELLA Noi cosa?

ALBA Non decidiamo mai niente?

NELLA Non abbiamo tempo. Dobbiamo portare le sedie e i tavolini.


Alba sale sulla scala, afferra una sedia e scende dalla scala. Sentiamo i suoi passi attraversare la scena.
Alba con una sedia in mano sbuca a destra davanti alla muraglia di sedie e tavolini, si avvicina al centro e vi sistema la sedia. Ritorna indietro, da un ultimo sguardo alla sedia sola, corre e la salta; sta per rientrare dalla parte destra quando Nella sbuca dalla parte sinistra.

NELLA Cosa hai fatto?
ALBA La lascio là.

NELLA Perché?

ALBA Così si può saltare.

NELLA Ma da quella parte non c’è nessuno, chi dovrebbe saltarla?

ALBA C’è sempre qualcuno.


Le due donne rientrano dietro la muraglia.


ALBA Ora abbiamo finito veramente.

NELLA Abbiamo finito.

ALBA C’è voluto tanto tempo.

NELLA Il tempo necessario.

ALBA Però il tempo è passato.

NELLA Il tempo passa sempre.

ALBA Certi pomeriggi no.

NELLA Ti dico che il tempo passa sempre.

ALBA E dove va?

NELLA Chi?

ALBA Il tempo. Dove va il tempo che passa?

NELLA Si nasconde

ALBA Si nasconde? Dove?

NELLA (…)

ALBA Dove si nasconde?

NELLA Non ha importanza dove si nasconde.

ALBA Lo so io.

NELLA Dove?

ALBA Sotto ai sofà.


Rumore di passi che si allontanano.
Si sente lo stesso blues dell’inizio.
Lentamente la scena si abbuia.
Il blues finisce.

FINE


Ringraziamenti:

Robert Bresson “Note sul cinematografo” per lo sguardo
Daschiell Hammett “La mort c’est pour le poire” (corrispondences) per le Aleutine e gli insetti da fotografare
Kurt Vonnegut “Divina idiozia”, Josiph Brodskji “ Per citare un versetto” e Il vangelo di San Marco per Il discorso della montagna
John Ford “My darling Clementine” per il barista senza amore
Anonimo per Dio c’è, io pure scritta su panchina Roccalumera (ME)
Comunità Sacro Cuore per Dio ti ama non bestemmiare scritta con sfondo tramonto autobus ATM Messina
Chuck Jones per The Road Runner
Ionesco, Pina Bausch, Bob Fosse, e Norman McLaren per le sedie
Rem e Cap perché sono Rem e Cap
Tina Lattanzi per aver dato voce agli sguardi più innamorati e perché dava del tu a tutti.
A T. S. Eliot chiedo scusa per aver ritoccato i suoi versi.