M u r ì c e n a
(MACERIE)


di

ROBERTO RUSSO


( VERSIONE ITALIANA)




PERSONAGGI

Giulia
Mennella
Cenza (detta Ceuza)
Cristoforo
Cienzo




I° ATTO


SCENA I

(E’ la notte compresa fra il 24 e il 25 giugno del 1799 a Napoli, la notte di san Giovanni. In via Santa Sofia, presso Carbonara, in casa di Donato Frungillo, pellettiere, Giulia, la moglie di Donato, con l’aiuto delle serve Mennella e Ceuza si sottopone a dei riti propiziatori. Mennella è napoletana, del quartiere dei Vergini. Ceuza invece è della provincia di Salerno, cilentana di Corleto Monforte. Nelle strade, intanto, infuria la reazione anti-giacobina. Sono le ultime notti della Repubblica napoletana.
Guizza una fiamma da un braciere nell’ambiente totalmente buio, una luce rossastra si diffonde nella grande stanza. Il fondo è diviso in tre parti. Subito a sinistra c’è una porta sormontata da due maschere di ceramica, una con espressione allegra, l’altra triste. Subito dopo la porta c’è un’ampia e alta vetrata smerigliata, le tende sono aperte. Di seguito alla vetrata corre il muro sormontato da una piccola finestra, e alla base del muro si riconoscono distintamente un grosso baule, un giaciglio e un leggio.
Sulla parte di sinistra si nota un grosso crocefisso di legno e, appoggiato al muro, un inginocchiatoio. La parete di destra si interrompe in una porta laterale aperta, prima del baule, dalla quale si scorge, appena, una scala di legno. Presso la vetrata c’è un’ampia poltrona, sul cui schienale c’è un grembiule di cuoio, di quelli che si utilizzano durante le lavorazioni o i trattamenti chimici. Ai piedi della poltrona, un grosso mucchio di panni da lavare.
Il braciere è circondato da tre candelieri, ognuno con tre candele spente. Un quarto candeliere, anch’esso spento, è presso l’inginocchiatoio. Giulia è seduta su uno sgabello, appare concentrata e irrigidita nella propria posizione. Attorno a lei ci sono altri tre sgabelli. Le due serve, Mennella e Ceuza, di età indefinibile, malvestite e trasandate, le si affannano intorno e si scambiano una pentola oblunga, che con gesti studiati pongono di tanto in tanto sospesa sul braciere e che poi rimettono a terra. Ai piedi dei tre sgabelli ci sono una lampada ad olio, accesa, una ciotolina e un’ampolla colma d’olio.
Mennella è solenne nei suoi gesti, più sbrigativa è Ceuza. Mennella sembra infastidita da qualcosa, si guarda attorno)


MENNELLA (a Ceuza) Chiudi la tenda…
(Ceuza va alla vetrata e inizia lentamente a chiudere)
Fai presto!
(Ceuza chiude in tutta fretta. Dall’esterno, molto ovattate, si odono urla lontane. Mennella fa alzare Giulia e la fa accostare al braciere. Con gesti goffi Ceuza avvicina lo sgabello alla padrona affinchè si segga, poi prende uno stoppino e l’accende)
CEUZA Le accendo?
(Senza attendere risposta accende i tre candelieri)
MANNELLA Spegni! “Tre” si usano per i morti!
(Ceuza trasale, si dà una pacca sul sedere e li spegne tutti)
La terra! (Ceuza le passa la ciotolina. Mennella si sporca un dito con la terra della ciotolina e con gesti accurati segna una croce sulla fronte di Giulia)
Dove cade la terra sulla terra,
dal seme nasce un fiore.
Anime dell’Inferno, Anime del Paradiso,
tutto comincia quando esce il sole....”
(Ceuza richiama l’attenzione di Mennella, indica il soffitto)
CEUZA Ora mi pare che l’ho sentito!
MENNELLA Zitta! Non è lui.
GIULIA Donato?!
CEUZA Così mi sembrava...
(Si fermano in ascolto)
MENNELLA Non è lui. Ma vi pare che se era lui non lo sentivamo?! Quello, quando si sveglia, fa un casino che lo sente pure il Padreterno…
(Mennella prende l’acqua dalla pentola e sciacqua il viso di Giulia)
“Questa è la rugiada della notte di san Giovanni!” (a Ceuza). L’olio!
(Ceuza le porge l’ampolla. Mennella intinge un dito di Giulia nell’olio)
“Unguento di re Virgilio!”
(Ceuza le passa la pantola d’acqua e Mennella fa in modo che alcune gocce, dal dito di Giulia, cadano nel liquido. Scruta attentamente l’acqua)
CEUZA Insomma…uscirà incinta?
MENNELLA Vedo “occhi” su questa casa...occhi malvagi, signora mia! Occhi di gente cattiva! E’ un sortilegio di sventura!
GIULIA (avvilita) Anche questo?!
Non bastava quella che teniamo?!
CEUZA Quando il diavolo ci mette le corna...!
MENNELLA Bisognerà stare molto attenti... se gli occhi vi colpiranno in petto, vi ammalerete!
CEUZA Poveretta! E come si può salvare?
MENNELLA Eh! E’ una parola! Qua, minimo minimo, ci vorrebbe un “turceturo”....
CEUZA E cos’è?!
MENNELLA Ora, se don Donato vi potesse aiutare,
stareste meglio...
GIULIA Quello?! Ma se già prima stava inguaiato, figurati ora che tiene pure le visioni! Non lo sai che parla solo coi morti!?
MENNELLA M’hanno insegnato che quando una fattura colpisce una femmina, l’uomo per farla scomparire, se lo tiene grosso, si deve torcere il “turceturo”....
CEUZA Ancora!? Ma cos’ è sto “coso”?!
MENNELLA Come lo chiami tu, quando te lo fanno vedere? Seh seh....! Tu sei zitella e bizzoca...Quando mai l’hai visto!? Nella confessione!?
CEUZA Che dovevo vedere? L’anima dei morti tuoi?!
MENNELLA Il “turceturo”...! Il pesce degli uomini! Un cazzo…ma grosso!
CEUZA Uh Madonna mia!
GIULIA Stai sbagliando, Mennella…sono brutte parole….
MENNELLA Saranno pure brutte, ma “quello” ci vorrebbe!
CEUZA (a Giulia) E perché non glielo chiedete a Don Donato?
GIULIA Mò…pure tu? Ma se quello sono cinque anni che nemmeno mi guarda! Dopo “quel fatto” si mise a letto e da allora cominciò “il teatro”! L’ opera dei pupi! In quella soffitta sono passati tutti i Gesù Cristo, le Madonne, i Santi e i fantasmi di questo e di quell’altro mondo!

(Ceuza si avvicina alla finestrina, prende una sedia, ci sale su e sbircia)
CEUZA Guarda! Quante luci!
MENNELLA Sono le fiamme per bruciare i Giacobini!
Vieni! Non abbiamo finito!

(Ceuza scende dalla sedia e ritorna presso le due donne, prende la pentola, si siede sullo sgabello e passa la pentola a Mennella, la quale anch’essa si siede vicino a Giulia. La serva prende dalla pentola un pezzo di pesce e lo alza come in un offertorio, recitando in tono invocativo)
“ Raffaele, angelo di Dio nostro Signore
dalle malelingue difendici tu…
CEUZA “...difendici tu….”
MENNELLA “..Raffaele! Dio, Santo, ti ha fatto
E tu mettici il pesce benedetto!”
CEUZA “.... il pesce benedetto!”
MENNELLA “Maddalena, commare delle zoccole,
apriti come un fiore che ha sete…”
CEUZA “....come un fiore che ha sete…”
MENNELLA “Santi di cuore! Figlio delle Madonna
Come Grazia, fai uscire sto pesce dall’onda!”
CEUZA “...fai uscire sto pesce dall’onda!”
(Mennella passa il pesce a Giulia, un altro a Ceuza e un terzo lo prende per sé)
CEUZA (mangiando) Amen!
(Si ode battere qualcosa sul soffitto)
CEUZA Lo sentite adesso?
MENNELLA ….Nella notte di San Giovanni, si mischiavano le erbe..e quelli che scioglievano il piombo nell’oro, indovinavano i segni! E tenevano solo cuore e viscere!
(Si ode ancora battere)
CEUZA Lo senti o no?! S’è svegliato!
GIULIA (ad alta voce) T’ho sentito! Mò vengo!
MENNELLA Signora mia, la rosa cerca l’ape...
CEUZA E come la fai lunga! Ce lo vuoi dire o no? La signora lo farà sto figlio?
MENNELLA Una pancia che non si usa non dà fiore e nemmeno figli. Un albero tisico, alla fine, fa diventare sterile pure la pancia. Se il seme non è buono, la semina non si può fare...
GIULIA Stai parlando di lui?
MENNELLA Da quello non ci esce niente…
(Battono ancora)
GIULIA (urlando) Aspetta!
CEUZA Volete fare una prova? Al mio paese mi raccontarono che se uno attacca una civetta stecchita dietro alla porta di casa…
(Battono ancora più insistentemente)
GIULIA E come s’è svegliato! Mamma mia!
CEUZA ...., il malocchio, all’ improvviso, se ne va....
MENNELLA (irridente) Queste sono le fatture che fanno i cafoni come te!
CEUZA Che ne sai tu! Dicevano che funziona...
(Battono con grandissima insistenza)
GIULIA (urlando) Vengo! Vengo! (si alza) Tu parli delle civette? Io, a quello che sta in soffita, l’appenderei dietro alla porta!
CEUZA (con forza) Non dite così!
(Mennella e Giulia la guardano stupite dalla violenta reazione. Ceuza, resasi conto di avere esagerato nel tono, cambia atteggiamento)
E’ sempre vostro marito! Un uomo serio! Ma perché, invece di chiamarvi, batte a terra?
GIULIA E che ne sai tu! Ha paura che lo sentono! Se poi gli chiedo chi dovrebbe sentirlo, non risponde, caccia la lingua e fa una mossa con le mani…come quella di uno che sta morendo sulla forca!
MENNELLA Gli spiriti!
CEUZA E’ rimasto impressionato da “ quel fatto”....
(Giulia si avvia verso la porta di destra, si ferma)
GIULIA Ora ha pigliato un’altra fissazione: non si alza nemmeno per fare i bisogni…li fa nel rinale e poi lo sbatte a terra pure se è pieno! E’ una croce! (si avvicina alla poltrona) Lo vedi? Sembrano le ossa di un morto....(prende il camice che si trova sulla spalliera) E questo fu il segnale!
CEUZA Quando si tolse il camice?
GIULIA Se lo “tolse”?! Niente di meno!? Quello se lo strappò da dosso!
(Ceuza prende il grembiule, lo osserva, lo volta e lo rivolta)
MENNELLA E ci volle dire molte cose…
GIULIA Lasciò camice e lavoro...e lasciò anche questa casa...quasi cinque anni fa.
CEUZA Lo conservo?
GIULIA Lascialo là!
CEUZA Si riempie di polvere!
MENNELLA Solo quello che si perde, si può ritrovare… e solo quello che uno si toglie, si può mettere ancora…
CEUZA Ma sembrano veramente le spoglia di un morto!
MENNELLA Non sono fatti tuoi. Lascialo là!
(Ceuza, poco convinta, rimette il grembiule di cuoio sulla spalliera. Mennella si alza, allontana gli sgabelli, prende la pentola)
GIULIA Devi per forza buttarla a terra?
MENNELLA L’incantesimo è questo!
GIULIA Ma poi puzza!
MENNELLA (categorica) Si deve buttare! (riprendono a battere, Giulia con un rassegnato cenno di assenso esce)

SCENA II

(Mennella va nell’angolo più lontano di sinistra, sparge l’acqua in ogni angolo e ripete una formula)
“Dove cade l’acqua del pesce
bagna e cresce!”
CEUZA “…bagna e cresce”
MENNELLA “Dove cade l’acqua del pesce...
CEUZA .....bagna e cresce” Amen! (guarda l’opera compiuta da Mennella) Io non pulisco! Questo fatto di donna Giulia non ci voleva proprio (va alla finestra) E’ quasi giorno…che cosa strana: qua non si sente niente e fuori il mondo si capovolge...
MENNELLA Si sta raddrizzando...
CEUZA Io in queste cose non ci voglio proprio entrare. Poi...tra giacobini e fetenti non so chi è meglio....
MENNELLA (con ira) Schifosa! Li chiami fetenti? Quello è popolo come noi!
CEUZA Ie vengo dal paese...non c’ho niente da spartire nè con loro, né con te.
MENNELLA Accendi le candele che è meglio!
(Mennella dispone in ordine le sedie presso i muri. Ceuza accende i candelieri, sospira accorata)
MENNELLA Embè? E che ti lamenti a fare, adesso?
(Ceuza senza rispondere spegne il braciere con la poca acqua rimasta nella pentola, poi riapre le tende e sale su una sedia per aprire il finestrino)
MENNELLA Deve stare chiuso! Donna Giulia vuole così!
CEUZA (sbirciando) E’ cattivo tempo. Chi lo sa se uscirà il sole!
MENNELLA Spostati!
CEUZA Ma veramente non vuoi aprire!? Non la senti la puzza?
MENNELLA Fuori c’è puzza di morte. Più stai nascosto e meglio è!
(Ceuza sospira, scende dalla sedia)
CEUZA Poveretta! Quella bella signora mia! Ora, che le mancava per stare bene!? Tiene una bella figura…! Possiamo dire che è brutta? Non lo possiamo dire! Possimo dire che è storta o che è malata? E nemmeno questo possiamo dire! E allora?....Don Donato c’aveva pure una buona posizione!
MENNELLA “ Aveva” una posizione! Hai detto bene...Il laboratorio glielo lasciò il padre...Laboratorio di conciatore di pelli! Non so se mi sono spiegata…Sono soldi! Soldi con la pala! Ma ora, il laboratorio, e pure lui, sono falliti!
CEUZA (si mette le mani sul viso) Che disgrazia!!
MENNELLA E questo è niente! Prima, se ne sono andati i soldi...
CEUZA E poi?
MENNELLA …La moglie. Se ne vuole andare!
CEUZA Chi te l’ha detto?
MENNELLA Proprio lei....
CEUZA Madonna! E perchè?
MENNELLA Mi chiedi pure perchè?! Ma niente niente fossi cieca e sorda? Ma perchè, tu te lo terresti un “guaio” come quello che, all’improvviso, si chiude dentro ad un letto, non parla più, vede morti e diavoli e, per completare il quadro, ti butta pure la merda a terra quando fa i bisogni!? Te lo terresti uno così!? (Ceuza fa cenno di no con il capo) Senza contare che da cinque anni…Giulia…(fa un gesto con la mano). ..non “lo” prende...
CEUZA Sempre con questi discorsi!?
MENNELLA Perchè, non contano? Ti metteresti nel letto uno che non si accorge nemmeno se sei nuda o vestita!? E che nemmeno per sbaglio ti tocca?
CEUZA (imbarazzata) Un uomo si deve pure saper prendere… E poi non c’è solo “quella cosa là”!
MENNELLA Davvero!? E che altro ci dovrebbe stare!? Amore? E l’Amore non si fa mai!? E l’Amore non fa fare figli!? No!? E che amore sarebbe!? L’Amore dei castrati!? La Signora, quando mi ha detto queste cose, tanto che piangeva, si lavava la faccia con le lacrime! Stammi a sentire. Donna Giulia è molto malata!
CEUZA (trasale) E quale sarebbe questa malattia?
MENNELLA (dandosi delle arie) Ora che ti potrei rispondere? Come puoi capire, proprio tu, la malattia di donna Giulia...
CEUZA (ironica) E scusate, non lo sapevo, qua ci abbiamo la Gran Signora che capisce le malattie! (ride, si avvicina) Fa il Medicone! (le dà una spinta) Ma fammi il piacere!
(Mennella improvvisamente dura, seria, le stringe con forza il braccio)
MENNELLA Io conosco cose che tu nemmeno immagini..La malattia ce l’ha mandata la gente infame…l’invidia che diventa vento e che fa vibrare i vetri e sbattere le porte! Quando entrò in questa casa, nessuno la vide, ma prima s’infilò dentro a don Donato e lo fece ammalare di malinconia…e poi, Donato, la mischiò a donna Giulia.
CEUZA (rabbiosa) E con questo che vuoi dire!? Che la colpa è solo di Donato?
MENNELLA “Donato”...mò così lo chiami? E da quando? (Ceuza tace imbarazzata) Lui si porta Giulia a letto, e lui non le fa fare figli!
(Ceuza si allontana pensierosa, poi assume un tono canzonatorio)
CEUZA E con quegli intrugli...? Con quelle parole…? Tu...? Potresti...? Ma vattene, và…!
MENNELLA (gelida) Tu falli...e statti zitta.
CEUZA E poi, ripensandoci, questi fatti non mi piacciono proprio. Sembrano stregonerie! Glielo dirò al prete. Alla Messa del Vespro, lui, lo dice sempre: “O scegliete Dio o scegliete Satana!”. Tu...non mi pare che hai scelto a Dio...Niente niente hai scelto a Satana? Io sono una buona cristiana!
(Mennella decisa le si accosta. Istintivamente Ceuza si ritrae come a cercare riparo, ma la mano già levata di Mennella si abbatte....con una carezza sul viso della compagna)
MENNELLA Tu sei abbastanza giovane e c’hai buona salute...
CEUZA Se è per questo, a me, nessuno mi butta a terra..
MENNELLA E’ vero! Poi, un uomo serio, prima o poi, potresti pure trovarlo..
CEUZA Lo sai...a queste cose nemmeno ci penso..
MENNELLA Potresti fare figli! Ti piacciono i bambini?
CEUZA Si! Molto!
MENNELLA Lo vedi? Potresti diventare una bella vecchietta con figli, nipoti…Sai come devi fare?
(Ceuza, intimorita, scuote il capo. Mennella sibila con ferocia)
Ti devi scordare di saper parlare! Ti devi dimenticare di vedere! Muta e cieca! Lo sai che successe all’uccellino? Cantava in mezzo ai rami e un cacciatore, che si trovò a passare da quelle parti, prima, lo stette a sentire..perchè l’uccellino era proprio bravo! Il cacciatore, all’inizio, pensò pure di prenderlo e di tenerselo in casa perché gli piaceva come cantava! Ma, poi, si guardò le mani e quelle mani stringevano un fucile…e che ce l’aveva a fare se non lo usava!? L’aveva pagato molto! Sparò…e ammazzò l’uccellino!
CEUZA Ma tu sei la mia compagna!
MENNELLA Io sono una buona compagna ma, se parli, sono cacciatore....e tu sei l’uccellino!
(Si ode battere con forza dal soffitto. Ceuza, d’istinto, si allontana da Mennella e inizia ad asciugare l’acqua che è stata, precedentemente, sparsa per terra. Mennella si ferma a guardare il soffitto e parla ad alta voce come se dialogasse con il padrone che si trova al piano superiore)
MENNELLA Buon giorno mastro Donato! Oggi siete mattiniero!
CEUZA Ma che fai!? Sei pazza? Mica ti sente!?
MENNELLA Mi sente, mi sente...fa finta di non sentire...è vero padrone? State tutto il giorno e pure la notte con le orecchie appizzate...o no?!
(Battono altre volte con forza)
Lo so! Siete contento? Le avete sentite le urla stanotte? La gente si sta levando lo sfizio pure per voi!

SCENA III
(Rientra Giulia)
GIULIA Oggi è peggio di ieri! Un pazzo! C’ha gli occhi da fuori e mi ha stretto il braccio, così forte, che pareva che stava là là per parlare!
CEUZA Abbiate fede: il Santo ci farà la Grazia!
MENNELLA E tu che c’entri?
CEUZA (imbarazzata) Sono una serva affezionata...
MENNELLA (ironica) Seh seh! La sai lunga la canzone…
(Giulia nota i panni che si trovano presso la poltrona)
GIULIA E questi?
MENNELLA (indicando Ceuza) Domandate a lei…
CEUZA Il cenneraro non è venuto...
GIULIA ....E’ venuto l’altro ieri ed i panni sempre là sono rimasti…
MENNELLA La colpa è vostra, donna Giulia...ora ve lo devo proprio dire!
GIULIA (trasale) Ah sì?! Ora la colpa è pure mia!?
MENNELLA E certo! Per forza! Voi pretendete certe cose da questa povera figliola! Non lo sapete che ultimamente Ceuza va dicendo che non si vuole sporcare le “manine” con la cenere?
CEUZA Non è vero!
MENNELLA ....dice pure che, in fondo, è più signora di voi.. Vuole fare la Gran Dama…
CEUZA Malalingua! Mi devono impiccare se ho mai detto una cosa così!
MENNELLA (con impeto, avvicinandosi a Ceuza) L’hai detto o no, che la cenere ti sporcava le mani?! (Ceuza non risponde) Eccola qua! Sta serva ignorante!
GIULIA (a Ceuza) Ora! Prima di ora! Subito! Piglia i panni! (Ceuza esegue a capo chino)


MENNELLA E non arronzare…
CEUZA (di scatto) Mò sei diventata tu la padrona?
GIULIA Sono io che ti comando! Vai a fare il bucato...e fallo con la cenere!
(Ceuza esce seguita da Giulia, ma nel prendere i panni fa scivolare involontariamente un panno del quale, al momento, nessuno si accorge. Battono dei colpi sul soffitto)
MENNELLA (ad alta voce) Sto qua! Volete notizie? Oggi dovrebbero riaprire la taverna di Porta Capuana...Perchè non ci andate? Vi potreste levare uno sfizio…Eh! Io so quello che pensate: “Cinque anni fa mi sono preso uno sfizio anche più bello...” Vi posso dare un consiglio? Quando “quello”, il ragazzo, vi viene a trovare nel sonno, voi gli dite: “Che cazzo ci vieni a fare? Il gioco è fatto, è finito e tu hai perso”! Che ve ne pare? (si odono altri colpi) Pure questo è vero: lo spirito di un impiccato sta incazzato…E allora voi gli dite: “Senti...sono stato proprio io a mandarti a morte, ora, forse, ti sei lusingato che dopo tanto tempo potevi vincere? Embè, non è così...perchè oggi, nelle strade, c’è gente che sta finendo il lavoro mio…”.
(Nota a terra il panno, in quel mentre rientra Ceuza)
Sei proprio cretina! Proprio il panno della cenere ti sei dimenticato?
(Ceuza raccoglie il panno. Mennella sta per uscire, in quel mentre battono furiosamente alla porta. Ceuza guarda verso il soffitto)
CEUZA E mò che vuole?!
MENNELLA E’ la porta!




SCENA IV

VOCE DALL’ESTERNO Buona gente! Aprite!
(Ceuza spaventata quasi si nasconde dietro il lenzuolo)
CEUZA Chi siete?
MENNELLA La buona gente non apre a chi non conosce!
VOCE DALL’ESTERNO Viva il re! Aprite!
(I colpi alla porta si fanno continui e si confondono con quelli che provengono dal piano superiore)
CEUZA Ora fa cadere la soffitta!
MENNELLA Andatevene!
VOCE DALL’ESTERNO Aiutatemi! Evviva la Santa Fede!
CEUZA Noi ci facciamo i fatti nostri!
(Sopraggiunge Giulia)
VOCE DALL’ESTERNO Se non siete giacobini dovete aprire!
(Le donne si guardano. Giulia fa un cenno di assenso. Ceuza si accosta alla porta, mentre i colpi si fanno furiosi. Apre appena uno spiraglio e viene scaraventata a terra dalla forza dell’uomo che si trovava all’esterno. Il giovane, trafelato e sporco, ha i capelli corti, e di scatto richiude l’uscio)
GIULIA E voi chi siete?
CEUZA Madonna bella! Ha i capelli corti! Non è del re!
CRISTOFORO Mi stanno inseguendo! Aiutatemi!
CEUZA E’ un giacobino!
GIULIA Uscite!
MENNELLA Crepa! Vattene!
(Mennella fa per lanciarglisi addosso, ma velocemente il giovane estrae un coltello)
CEUZA Ecco qua, lo sapevo..
CRISTOFORO Non voglio fare male a nessuno e non voglio morire...stanno arrivando!
(Ceuza sale velocemente sulla sedia e sbircia dalla finestra)
MENNELLA Ma …chi!?
(Si ode un clamore di voci)
CEUZA (ritraendosi terrorizzata) Stanno qua fuori!
(Mennella si precipita alla sedia, fa scendere Ceuza, sale, sbircia, scende subito)
MENNELLA E’ Cienzo con i ragazzi! Ora, a quest’uomo di merda, glielo diamo subito!
CRISTOFORO Ma prima, tu, ci perdi la vita...(la minaccia col coltello)
MENNELLA E vai! Colpisci! Fammi vedere!
(Battono alla porta, si odono urla)
VOCE DALL’ESTERNO Portiamo il ferro! Ci servono i “capretti” per Pasqua!
MENNELLA (a Giulia) Apriamo e facciamolo prendere!
CRISTOFORO Se ci vado di mezzo io, ci andate pure voi…Chi glielo dice a questi come sono entrato? Sono entrato con la forza? Embè, e questo lo dite voi… Poi provate e ragionare con questa gente…
MENNELLA Quest’uomo di niente! Donna Giulia, apriamo...
CRISTOFORO Donna Giulia, pensateci bene!
VOCE DI CIENZO Fateci entrare! Aprite o buttiamo giù la porta! Vi dobbiamo pulire la casa! (risate dall’esterno)
(Giulia sembra riflettere in un istante di totale sospensione, poi decisa si rivolge a Cristoforo e gli indica il varco di destra)
GIULIA Là! Per le scale...in soffitta! Andate!
(Cristoforo fulmineo esegue. Mennella guarda Giulia attenta)
MENNELLA Che state facendo?!
GIULIA Apri la porta e stai zitta. Ci penso io!
VOCE DI CIENZO Sono Cienzo! Mi conoscete, don Donà! Aprite!

SCENA V

(Mennella apre l’uscio ed irrompe Cienzo da solo che, una volta dentro, si rivolge a coloro che sono rimasti fuori)
CIENZO Voi restate là! E allora, donna Giulia, mi avete lasciato al fresco?!
GIULIA Che volete?
(Si odono sopra dei colpi molto forti e veloci battuti sul pavimento)

CIENZO (guarda all’insù) Mamma bella..E come sta vostro marito...!
GIULIA Sta male....
CIENZO E invece deve stare contento, stiamo finendo il lavoro che cominciò lui. Stanotte, donna Giulia, si scoprono le carte e si vedrà chi le tiene buone e chi, cattive..Stanotte, noi siamo come le guardie del re! Come le guardie scelte! Mi avete capito?
GIULIA Che cercate qua?
CIENZO Donna Giulia...quello dove sta? Non fatemi perdere tempo....
GIULIA Neh Cienzo, ma stai ubriaco?
MENNELLA Non sentite che puzza di vino? E’ venuto qua per prendersi il sorbetto..!
CIENZO Uè! Ci sta pure la “sberressa”...Uno di questi giorni ti prendiamo pure a te nell’organizzazione…
MENNELLA A buttarmi nella stessa chiavica tua? Puh! Hai trovato la scema…
CIENZO Abbiamo fretta! Dove sta?
GIULIA Dipende da chi volete...se cercavate me, non mi avete portato i fiori e mi potrei anche offendere…Se cercate Mennella e Ceuza...io, alle mie serve, a quest’ora, non le faccio uscire… Se poi, invece, cercavate Donato, vuol dire che siete medico e allora siete il benvenuto...ma mi pare che fate il macellaio, o sbaglio?
CIENZO (facendosi minaccioso) Non giocate con me...nascondere un giacobino è grave....
MENNELLA Seh? Un giacobino qua? E poi perché uno solo? Sei stato sfortunato ma, proprio ora, se ne sono andati Luigia Sanfelice e Mario Pagano. Se venivi prima, li incontravi....Ma tu lo sai di chi è questa casa?
(Si odono ancora dei colpi, Cienzo guarda in alto)
CIENZO E’ la casa del “Castratore”, lo so..
MENNELLA E non ti basta…?
CIENZO Il giacobino l’abbiamo visto spuntare proprio in questa via..
MENNELLA Che cazzo hai visto?! Non hai visto niente! A via Santa Sofia ci sta solo questa casa!?
CIENZO Io stavo all’angolo della strada...e ho visto sbattere proprio la vostra porta!
GIULIA “Ha visto la porta”! Ora, pure per prendere aria, dobbiamo cercare la Grazia a Sua Eccellenza il macellaio!?
CIENZO Sentitemi bene, una volta e per sempe...
MENNELLA E sentiamola quest’orazione!
CIENZO Io sono autorizzato ad entrare nelle case...L’autorizzazione me l’ha data il Cristallaro, capoparte dei lazzari del re....
GIULIA In questa casa c’è un uomo che si è guadagnato del merito davanti al re!
CIENZO (confuso) Lo so….
GIULIA (dandogli sulla voce)...e se lo guadagnò quel mentre voi affettavate salsicce e costolette di maiale...
MENNELLA (ironica) Ora pure i macellai diventano eroi! Che epoca di merda!
GIULIA Questa, per voi, è una casa sacra! Una casa che ha “merito” davanti agli occhi del re e della regina! Diteglielo al Cristallaro: “Donna Giulia farà finta che stanotte non è successo niente”...e ora che le cose si sistemano e torna il nostro re, il perdono mio, per voi, vale più di un regalo…

(Cienzo mortificato sta per uscire quando dal piano superiore si ode un trambusto e subito dopo un frenetico susseguirsi di colpi sul soffitto)

CIENZO Vi sta cadendo la soffitta in testa....!?
GIULIA (sbrigativa) Donato mi sta chiamando...statevi bene!
CIENZO Vorrei salutarlo...
GIULIA Non ci pensate proprio...sta male.
(Cienzo la segue quasi fino alla porta)
CIENZO Può darsi che è contento di vedermi…
(Giulia si volta e gli ostruisce il passaggio)
GIULIA Non vuole vedere nessuno!
(Mennella tira Cienzo per il braccio)
CIENZO Donna Giulia, vi siete fatta bianca in faccia...Pure voi non state bene?
MENNELLA Te ne vuoi andare o no? Ora ci hai ammorbato!
(Cienzo fa per uscire, si ferma sulla porta, si volta)
CIENZO Salutatemi don Donato...ma una cosa: il merito che una volta vi guadagnaste, oggi, potrebbe anche non bastare..
(Esce, Ceuza velocemente chiude la porta e vi si appoggia sfinita)
VOCI DALL’ESTERNO Portiamo il ferro! Cerchiamo “capretti” per Pasqua!

SCENA VI

MENNELLA Quel fetente c’ha fatto venire un colpo!
CEUZA Ma ch’è stato quel bordello in soffitta?!
(Sbuca improvvisamente Cristoforo, sorridente)
CRISTOFORO E voi non la sapevate mettere meglio quella cazzo di bacinella?
CEUZA Sto delinquente! Stava sulle scale!
CRISTOFORO Un po’ là, un po’ in soffitta, ma ho sentito tutto!
MENNELLA Ora fate presto e andatevene...
CRISTOFORO A proposito...ma chi è quello?..(le donne si guardano senza rispondere) Quel pazzo, mezzo morto, che sta nel letto...
GIULIA E’ mio marito!
CEUZA E portategli rispetto!
CRISTOFORO Io pensavo di fargli paura e invece…Solo che, all’improvviso, ha cercato di abbracciarmi…
MENNELLA A voi?!
CRISTOFORO ...e mi chiamava “Agnello...!” Che vuol dire?
MENNELLA (trasale) Ha parlato con voi?
GIULIA Non è possibile...
MENNELLA E’ un truffatore, donna Giulia!
GIULIA Può essere chi vuole lui ma ora se ne deve andare..!
CRISTOFORO Davvero?! E chi ve l’ha fatta questa imbasciata, neh?! (estrae il coltello e lo getta a terra) Ora non serve più...
(Mennella fulminea lo raccoglie e lo brandisce)
MENNELLA Mò all’Inferno vi mando io!
CRISTOFORO (irridente) Non fare così! Mi hai già colpito al cuore!
(Mennella si getta su Cristoforo con il coltello levato, ma il ragazzo la blocca facilmente e getta il coltello a terra)
GIULIA Che volete da noi?
CEUZA Abbiamo rischiato la vita per salvarvi.
GIULIA Questo era l’accordo e quella è la porta!
(Cristoforo si stravacca sulla poltrona)

CRISTOFORO Non mi ricordo che avevamo fatto un accordo...forse sarà colpa della corsa ….Una lunga corsa! Dall’ospedale degli Incurabili..fino a Largo Donna Reggina e a via Anticaglia....Una fatica che non vi dico! Si vede che sto un po’ stanco...
MENNELLA Chiamiamo Cienzo!
(Si odono dei colpi ripetuti sul soffitto)
CRISTOFORO Lo sentite? Nemmeno il pazzo è d’accordo...(a Mennella) E tu? Stai ancora qua? E vallo a chiamare a Cienzo, va’! Come glielo spieghi che gli hai detto una bugia? Tu, quell’altra e pure donna Giulia....sapete che fine vi farebbero fare? Come avete detto? “Questa è una casa sacra”...Se esco, m’ammazzano e la cosa non mi piace..e allora, la novità è questa: non me ne vado!
(Buio. Si odono dei colpi sul soffitto)


SCENA VII

(Cambio luce, solo Giulia)
GIULIA Hai sentito? E che mi dici? Non parli? Non vuoi parlare. Non voltarti. Guardami! Ora ti fa schifo anche guardarmi? Giorni, mesi, anni senza uno sguardo e senza aprire la bocca per dire…che so “ Come stai vivendo, disgraziata!?” Che uomo sei…Che uomo da quattro soldi sei!? E’ comodo: gli spiriti, i fantasmi…va tutto bene per nasconderti. Cosa vuoi farmi credere? Che sei impazzito? Io ti conosco e anche se non parli, ti ascolto..E io? E le tue promesse? Lo vedi? I pazzi parlano da soli e io sono più pazza di te perché, quelle promesse, me le ripeto sempre e le maledico ogni giorno! Da quando Giulia, figlia di Pasquale, il fabbro di Taverna Penta, sposò Donato Frungillo. E mio padre mi disse: “ Giuliarè, questo è il momento buono! Ora, il conciatore di Santa Sofia si è guadagnato il “merito”! E’ amico del re! Ora te lo devi sposare!” E feci tanti sogni! Una vita tranquilla, ricca, figli, il rispetto, l’onore! Mi sono illusa e ho sbagliato tutto.. e tu, invece, che sogni facesti? Pensavi che dopo aver fatto “Quel fatto”, avevi fatto tutto!? Pensasti di essere arrivato? E, invece, non sognasti più niente…né figli, né rispetto, e nemmeno tua moglie…A me non ci pensi Donato? Tutti diventano vecchi a furia di non parlare più e nemmeno se ne accorgono…Tutte le macerie di questa casa, sono tue! E’ rimasto solo l’onore e per lui mi farei uccidere…ma non per te. Solo per questa casa!

SCENA VIII

(Il cambio luce illumina Cristoforo, seduto ad una mensa preparata proprio al centro della stanza. Giulia è in piedi di fronte a lui. Mennella entra con un vassoio, si ferma, guarda Giulia che le rivolge un cenno di assenso con il capo)
GIULIA Chiudi bene la porta e stai attenta a quello.. (esce)
MENNELLA Se dipendeva da me, l’avrei seppellito in soffitta! (in malo modo gli mette la scodella davanti) E quanto vi piace sto gioco! (Entra Ceuza) E che godimento! Con oggi, sono sette giorni che non si può respirare…
(Cristoforo annusa la scodella, appare disgustato)
CRISTOFORO E per forza! E’ la minestra che puzza!
CEUZA Puzza!? Ma che state dicendo? Questa è una delizia!
MENNELLA Fate poche storie! Oggi questo c’è. Se la volete, bene, se no, vuol dire che restate digiuno!
CRISTOFORO (ironico) E chi ha detto che non mi piace!? Questo è il nettare divino!
CEUZA E quand’è che mi portano la notizia che vi hanno impiccato!?
(Mennella fa per riprendersi il piatto, ma Cristoforo le blocca le mani)
CRISTOFORO Neh! Dici la verità: t’incazzi perché mi devi preparare il pranzo..
MENNELLA E’ Ceuza che ve lo prepara, non io...
CRISTOFORO Ma voi siete la stessa cosa! Compagne di sventura!
CEUZA ( a Mennella) Che dice? Un altro imbroglio?
CRISTOFORO Io la corteggio e lei fa la preziosa…
MENNELLA …gioca col fuoco e non lo sa….
CEUZA State attento che vi bruciate…
(Cristoforo lascia le mani di Mennella che riprende il piatto. Il ragazzo va a distendersi sul giaciglio che gli è stato preparato a destra e si stiracchia)
CRISTOFORO Serve...disgraziate...misere!
CEUZA Neh signo’! E chi ve l’ha data questa confidenza?
CRISTOFORO Lo sai perché fai la serva? (Ceuza scuote il capo) Per far vivere gli altri da signori!
(Mennella apre il baule ed inizia ad estrarre delle lenzuola)
MENNELLA Mò comincia la predica…
CRISTOFORO (a Ceuza) Pensaci bene: credi di essere serva anche nell’anima?
CEUZA Io non so niente…che significa?
MENNELLA (dura) Una serva fedele non si mette a fare discussioni con i padroni! E così, è sempre. Dai tempi dei nostri padri fino ad oggi!
CRISTOFORO E facciamo il caso che tu, senza nemmeno saperlo, fossi nell’animo, più nobile dei tuoi padroni…che, invece, sono dei veri servi…
CEUZA Ma che state dicendo? Io non ho capito nemmeno una parola!
MENNELLA L’ho capito io! Sta bestemmiando contro Dio.
(Ceuza spaventata si batte una mano sul sedere e si segna)
CRISTOFORO Brava! Non l’avevi ancora capito che sono il diavolo?
(Mennella gli si avvicina)
MENNELLA Guardate bene questi occhi…
CRISTOFORO Ti vuoi fidanzare con me?
MENNELLA Se voi eravate il diavolo, vi avrei riconosciuto..
CRISTOFORO (ironico) “ Il Diavolo”!? E tu ci credi!?
(Si odono colpi provenire dal soffitto)
CEUZA (stupita) Meno male!! Da giorni non si sentiva!
MENNELLA Il diavolo, se non lo sapete, si fa riconoscere solo da chi gli vuole bene..e ci tiene a queste persone…e ci tiene anche alla sua roba…Voi, invece, a noi che ci avete portato? “Parole”...noi lo sappiamo e non vi chiediamo niente perché solo “parole” potete fare…Per carità, io non so parlare bene e nemmeno quella, che viene “ da lo Ciliento”, e se ci mettessimo a ragionare con voi, ci fareste fare la figura delle ignoranti..Però, tenete un problema: noi, le vostre parole, non le capiamo e pure se le capiamo, facciamo finta di non capirle perché non ci piacciono. Sono parole che non ci toccano…(accarezzandogli i capelli) Mi hai capito?
(La carezza si muta in pugno, Mennella afferra forte i capelli di Cristoforo)
Tu, mi hai già vista nei tuoi incubi! E in tutte le notti più nere! Con le unghie si difende quello che si ha! Con le unghie!
(gli lascia i capelli, si alza, va al tavolo e prende il vassoio. Battono alla porta. Velocemente Cristoforo si alza e scompare a destra. Esce anche Ceuza)


SCENA IX

MENNELLA Chi è?
VOCE GIULIA Apri.
(Mennella apre. Giulia entra senza una parola, va al tavolo, si siede. Rientra Ceuza con due scodelle, una è vuota, l’altra è colma di fave)
CEUZA Donna Giulia, si è messo a battere un’altra volta!
MENNELLA Sempre col rinale!
CEUZA Dico io: se proprio vuole battere a terra, non può usare altre cose!? A dire la verità non mi piace che devo sempre essere io a pulire le schifezze che il padrone butta a terra! Con decenza parlando, mi pare di fare la merdaiola…
MENNELLA E perché!? Ti dispiace!? Secondo me sei adatta! Tu sei nata per questo..
CEUZA Donna Giù...perchè non lasciamo in soffita sempre un rinale vuoto? Quello pieno, lo facciamo svuotare da Mennella..
MENNELLA E io questo ho detto..Fare la merdaiola come a te…!
GIULIA Siete già salite?
CEUZA (rassegnata) Ci vado adesso...
GIULIA Aspetta....
MENNELLA Come vi sentite? State bianca!
CRISTOFORO Dovreste prendervi un po’ di sole! E’ la bella stagione…
GIULIA Avete voglia di scherzare!? Io no. Ho notizie...e non sono buone nemmeno per voi…Pensavate che solo perché stavamo nascosti, fuori, non succedeva niente!? Si ferma il sole e si ferma il mondo!? Le cose cambiano e il mondo gira…e gira male. Ho parlato con Mastro Citiello..
MENNELLA Il falegname?
GIULIA Eh! E’ uscita la legge della Giunta di Stato...se lo prendono, lo impiccano…
CEUZA Madonna mia!
MENNELLA E questo era chiaro…
GIULIA … ma noi siamo rovinate! Ci sequestrano la casa e ci mettono in galera..
(Ceuza tramortita dalla notizia lascia cadere a terra le scodelle. Le fave si disseminano sul pavimento. Si odono colpi dal soffitto. Giulia si rivolge verso il soffitto)
Ora sei contento!? E già. E che te ne fotte! Basta che non parli e che batti il rinale a terra e sei soddisfatto!
(Mennella spinge Ceuza affinchè raccolga le fave sparse a terra)
CRISTOFORO Sono chiacchiere. Non li state a sentire..
GIULIA (ironica) Ah, no?!
CRISTOFORO Già prima di venire qua, avevo sentito parlare di una remissione generale. Il re avrebbe perdonato tutti quelli che stavano con la Repubblica.
GIULIA (c.s.) …raccontatemi questa storia…deve essere divertente!
CRISTOFORO Mi dissero che era già pronta una nave per portarci in Francia..
GIULIA (c.s.) Davvero?! Quindi vi facevano fare una gita in barca!
CRISTOFORO Ma che ne sapete?! Io, poi, mi metto pure a parlare con voi…Non sono cose di donne…
GIULIA Avete finito? E allora, adesso, sentitemi bene: non vi illudete, e non vi lusingate. Vi vogliono ammazzare….a tutti.
CRISTOFORO Quando lo vedrò, ci crederò..
GIULIA (secca) Caracciolo è morto, l’hanno impiccato il 29 giugno. (Cristoforo è immobile, basito) E la sapete una cosa? Non è finita qua…
CEUZA (carponi, mentre continua a raccogliere le fave) Perchè?! Che altro è successo?
GIULIA Gennaro Serra, Pimentel Fonseca, sono morti pure loro. Impiccati a Piazza Mercato.
CRISTOFORO E’ una città di belve! Devo scappare!
GIULIA Se mettete il naso fuori dalla parta, rovinate voi e noi!
(Si odono colpi dal soffitto)
MENNELLA Eccolo! Ha sentito!
GIULIA Anche lui è contento....
(Cristoforo non si capacita, cammina avanti e indietro per la stanza)
CRISTOFORO E’ questo il re che si merita sta plebe schifosa! Sto popolo di merda, cornuto e traditore...
MENNELLA Embè? E che ve la prendete a fare con il popolo?! Quello mica vi può sentire!
GIULIA Dobbiamo fare qualcosa. Cominciamo, Mennè! E’ il momento di organizzarci!
MENNELLA Questo...deve restare?
GIULIA Per forza! Per il bene suo e nostro....
CRISTOFORO Io veramente non so che dirvi....pensavo che in due, tre giorni, la cosa si risolveva..
GIULIA Ci toglievate il disturbo? Certo, non ci fa piacere ospitarvi, ma la vostra fortuna è che io e Mennella sappiamo come vi possiamo aiutare..E’ vero? (guarda Mennella)
MENNELLA Si.
CRISTOFORO Vi ringrazio, se non era per voi....
CEUZA I buoni cristiani si devono soccorrere fra loro! A me tutte queste crudeltà non mi piacciono proprio..
CRISTOFORO Se posso essere utile in qualche modo…
(Giulia guarda Mennella)
GIULIA Poi, a questo, ci penseremo quando sarà il momento..Come si dice: ognuno sa i fatti propri...
MENNELLA ...e ognuno sa quello che può fare..
GIULIA Noi siamo donne serie e per noi, questa casa, questa famiglia, sono tutto! Sono il Re, la Repubblica, la Regina, la Libertà..
MENNELLA ...l’anima, il cuore!
GIULIA Preferiremmo farci fare a pezzi piuttosto che vedere il disonore entrare per quella porta!
CRISTOFORO Non vi preoccupate..sarò attento..
MENNELLA Poi, quando arriverà il momento...
CRISTOFORO A Roma! Devo andare a Roma. Lì ci sono i miei compagni!
CEUZA Per ora, state tranquillo…Poi, per Roma, si vedrà..
(Battono con inaudita volenza al soffitto)
CRISTOFORO Ma che vuole quel povero Cristo?
CEUZA (a Giulia) Ci vado io? (Giulia fa un cenno di assenso)
CRISTOFORO Vengo con te!
(Ceuza fa per avviarsi con in mano ancora le due scodelle, una piena di fave, l’altra vuota. Cristoforo la segue. Mennella guarda Giulia che le fa un cenno con il capo. La serva si frappone al passaggio di Cristoforo e, così facendo urta Ceuza. Le fave si disseminano ancora una volta per terra)
MENNELLA Voi no!
CEUZA Uh Madonna!? Un’altra volta!?
MENNELLA (a Ceuza) E manco una scodella sai portare!?
CRISTOFORO Salgo anch’io! E’ un uomo! E’ pesante! Come fa a sollevarlo!?
GIULIA Ve lo dico ora e non ve lo ripeto più: anche se la soffitta stesse crollando….anche se dovesse venire Gesù Cristo in persona e vi dicesse: “Sali!”. Voi, gli bacereste le mani, vi fareste il segno della croce, e gli rispondereste che non potete salire! Avete capito? Mai dovrete salire!
CRISTOFORO Ma perchè?
MENNELLA Don Donato è molto malato. Sta così da cinque anni e, ogni giorno, diventa sempre più pazzo. Non parla nemmeno..
CRISTOFORO Mi parlò! Ve lo giuro!
GIULIA Avete capito male....
CRISTOFORO ....mi chiamò “Agnello”!
MENNELLA (ironica) Eh, si! Vi chiamò: “Agnello di Dio che togli i peccati dal Mondo”!?
GIULIA (dura) E’ pazzo! Non parla! Avete scambiato una cosa per un’altra. Quello fece un lamento e voi capiste una parola!
MENNELLA E’ così pazzo che, solo se vi vede, è capace pure di saltarvi addosso! E poi, sapete come vanno queste cose, semmai la gente sente dei rumori, viene a bussare, a domandare, arrivano le guardie e poi…
CRISTOFORO Ho capito...
GIULIA Fate come vi ha detto Mennella! Vi troverete bene...e ricordate: siete in debito con noi!
CRISTOFORO Ma chi sarebbe questo “Agnello”?!
GIULIA Niente! Ve l’ho detto: si stava solo lamentando!
(Si odono forti colpi sul soffitto)


SCENA X

(Luce solo su Mennella)

MENNELLA Ora mi dovete spiegare! Perché agli altri potete prenderli per fessi, ma non a me. Donna Giulia dice che vedete l’anima di “quel ragazzo”..un fantasma! Come si sta a letto, don Donà? Bene? State comodo? E allora, nascondetevi! Non siete stato fortunato…poi, è arrivato Cristoforo, il giacobino…Io vi capisco…Vi prudono le mani? Vorreste scendere per prendervi la parte vostra? Vi ricordate come vi chiamarono? Il Castratore! E ora fate pure il geloso? Don Donà, dovete prendere una decisione: se no rischiate veramente di fare una figura di merda! Volete fare il malato fino a quando non è passata la tempesta!? O vi volete riprendere questa casa, la moglie e…questa serva?
Noi, per ora, non lo possiamo mandare via…sarebbe pericoloso! La verità è che vostra moglie, non lo vuole mandare via…E perché vi agitate!? Anche con me volete fare la commedia del pazzo!? Io vi ho insegnato tante cose! Prima di Giulia e poi anche dopo…Va bene. Volete continuare? E allora, vi do un consiglio: da questo momento, e per tutto quello che succederà, non tappatevi solo la bocca, tappatevi le orecchie! Buon riposo, don Donato…


SCENA XI

(Cristoforo è seduto sul giaciglio, appoggiato con le spalle al baule. Mennella si dirige proprio verso il baule. Cristoforo, lesto, si alza e la fronteggia. Mennella cerca di evitarlo ma inutilmente, perchè il ragazzo ad ogni tentativo della serva di svicolare continua a pararsi davanti fin quando Mennella con un gesto brusco non lo sposta)
MENNELLA Toglietevi!
(Apre il baule, Cristoforo si pone alle sue spalle, le mette le mani sui fianchi e la bacia sul collo)
CRISTOFORO Lo sai da quanto tempo non vado con una donna?
MENNELLA State sbagliando palazzo…!
CRISTOFORO T’ho detto che mi serve un palazzo?
MENNELLA A voi servirebbe solo una forca…
CRISTOFORO E la fune perché non me la fai tu con la sottana?
(Mennella si volta e avanza verso il giovane che istintivamente, sorpreso da quella mossa, indietreggia. La donna gli si pone quasi a contatto)
MENNELLA Embè?! Tante parole, tante promesse, e poi vi mettete paura!? Mi hanno detto che i giacobini come voi, tengono un albero dipinto sul petto…Ce l’avete ?
CRISTOFORO E se non lo tenessi proprio…sul petto?
MENNELLA Meglio! (gli tocca il petto) Di dove siete?
CRISTOFORO Sono di Picerno, in Lucania...Studio medicina
(Mennella gli apre la camicia sul petto)
MENNELLA Uno studente! Allora sono stata fortunata! Sapete, certe volte ho un problema…non mi sento tanto bene! (indica il proprio petto) Il cuore...
(Cristoforo le mette le mani sul petto e inizia ad accarezzarla. Mennella non reagisce e non partecipa)
CRISTOFORO T’avevo capito: vuoi fare il “maschio” e invece sei una grande zoccola!
(Mennella si sottrae alle carezze del ragazzo e si denuda il petto)
MENNELLA E vai! Vediamo che sai fare! Stai arrapato? E ora ti puoi sfogare!
(Abbraccia il ragazzo che la bacia sul collo, Mennella stringe la sua testa sul seno) Mi vuoi assaggiare!? E fallo diventare duro! Queste non sono zizze mosce, delicate! Sono poppe di vacca!
(Cristoforo stretto in questa morsa che si fa sempre più forte, cerca di liberarsi)
CRISTOFORO Non respiro! E se ci vedono?
(Mennella riesce a vincere la sua resistenza)
MENNELLA Vieni, bastardo! Che succede? Non arrizzi? Il bastone è moscio? Parlavi...stuzzicavi! E ora che voglio chiavare, ti lamenti!? Se mi fotterai, regalerò lo scolo a te e a tutta la tua razza! E che cos’è questa toccatella!? Mordimi! Ie sono la fessa della notte....Entraci!
(Guarda il ragazzo completamente in balia della sua forza)
Ma tu sei un bambino....e un coniglio!
(Lascia andare il giovane che cade in ginocchio, sfinito davanti a lei che si ricopre il seno. Mennella ora appare sorridente, rassicurante)
Stavo scherzando...c’avete creduto?
CRISTOFORO E perchè allora....?
MENNELLA Volevo fare una prova..un gioco...vi siete messo paura?
CRISTOFORO E tu fai questi scherzi?
MENNELLA Vi voglio aiutare, favorire....Come si dice: sono la vostra fatina! Dovete sapere che qua.....proprio in questa casa..ci sta...ora come ve lo posso dire....Quella si mette vergogna! Se sa che ve l’ho detto…è capace di non guardarmi in faccia..
CRISTOFORO Di chi stai parlando?
MENNELLA Ci sta una ragazza...
CRISTOFORO E chi sarebbe? Tu?
MENNELLA Io?! No…non sono adatta..ma ce ne sta un’altra che ha perso la testa per voi…..
CRISTOFORO Ho capito. E’ Ceuza. Anch’io ci avevo fatto caso.....
MENNELLA Quella?! La cafona di montagna?! E io, poi, secondo voi, mi mettevo a fare la ruffiana per quella trappana!?
(Si odono colpi venire dal soffitto)
MENNELLA Ma come? Ha capito lui, che sta là sopra e che è una specie di cadavere che respira, e voi non avete capito!?
CRISTOFORO (trasale) Giulia!
(Colpi più forti)
MENNELLA Come brutta la gelosia! La sentite come batte!? (ad alta voce) Non c’è niente da fare! Avete perso il turno....(a Cristoforo, melliflua) E allora? Siete contento?
CRISTOFORO (perplesso) Io...nemmeno ci pensavo..!
MENNELLA Bugiardo…Ve la siete mangiata con gli occhi da quando siete arrivato! Ora, è così innamorata, che se vi tirate il ramo, prendete pure i frutti…L’avete fatta impazzire! Vi piace la signora? (Cristoforo fa cenno di sì) Embè, avete l’occasione.....Quello che sta in soffitta non è “buono” e non vi vede…
CRISTOFORO (pensieroso) E dovrei fidarmi di te? Alla fine, io nemmeno ti conosco…di dove sei?
MENNELLA Sono del quartiere dei Vergini. Lo conoscete?
CRISOTFORO E come no! I tuoi compagni scesero di corsa dalla Sanità fino al Largo delle Pigne....E chi se li scorda più! Quei lazzaroni stavano infuocati come mille diavoli! Precipitavano come un fiume di merda!
MENNELLA Non siete stato attento…Non li conoscete bene…Quelli, non erano nemmeno uomini: erano come la lava del Vulcano. Era la lava dei Vergini...e quando scende non potete fermarla perché vi affoga.
CRISTOFORO Ma che ne sai tu! Però sei una buona serva. Mi potevo prendere a te e, invece, hai fatto la ruffiana per la tua padrona…
MENNELLA Io voglio bene a Giulia...e poi...(ride) dai giacobini come voi, quelli dei Vergini non si fanno prendere, li scannano!

SCENA XII

(Entra Giulia)
GIULIA (a Mennella) Chiudi le tende. Con quest’afa non si respira..
(Mennella esegue, Giulia resta nella scia di sole che filtra fra le tende. La serva passa vicino a Cristoforo)
MENNELLA (a Cristoforo) Andate tranquillo...è fatta......(esce).
(Cristoforo si avvicina a Giulia, è molto vicino alla donna che guarda con aria incantata la striscia di sole)
CRISTOFORO Non vi lamentate....è Agosto...è il suo tempo..
GIULIA Guardate come vola la polvere nell’aria! Sembrano piccole colombe di luce....
CRISTOFORO Vi devo parlare...Mennella mi ha detto...
(Giulia nasconde il viso tra le mani)

GIULIA Che vergogna!
CRISTOFORO ....voi non lo sapete, ma per la mia vita siete un balsamo...
GIULIA ...io elemosino il vostro amore come fa un mendicante.....
CRISTOFORO La mia donna non mi deve pregare e niente deve chiedere perché tutto è già suo..
GIULIA Vi prego, per quanto avete di più caro: non fatemi perdere la testa con delle false promesse!
CRISTOFORO Per dimostrarvi quanto sono sincero, mi ucciderei davanti a voi!
GIULIA Voi siete molto giovane....chissà quante donne vi girano intorno! E voi sareste tanto innamorato di me, da vedere solo questa padrona che è più serva delle sue stesse serve!? Non vi credo! Abbandonatemi in questa prigione!
CRISTOFORO Vi farò uscire da questa gabbia! Quando tutto sarà finito, verrete con me a Roma!!
GIULIA Non m’ importa di Roma, m’importa solo di voi!
CRISTOFORO Io sono un uomo d’onore e mi spiegherò con vostro marito...
(Giungono colpi dal soffitto)
GIULIA (si volta, disperata) Non fatelo! Per amore di Dio! Sapete come lo chiamano!? Il Castratore! E’ maligno, geloso! Se gli parlerete, perderete me e la vostra stessa vita!
CRISTOFORO Se è un uomo e non è un animale, capirà. Parliamoci!
GIULIA Mio marito, acquistò del “merito”! Sapete che vuol dire? E’ la vergogna della casa ma dovete conoscere la storia…e capirete il perché. Nel ’94, mio marito, Donato Frungillo…
CRISTOFORO Frungillo? L’ho già sentito..
GIULIA Donato aveva un amico, un giovane come voi....si chiamava Emanuele. Il poveretto credeva nell’amicizia di Donato e lo considerava un brav’uomo, un uomo di “libertà”…mi spiego?
CRISTOFORO Veramente, no...non vi capisco...
GIULIA Quel giovane era Emanuele De Deo...
CRISTOFORO Chi!? De Deo!? L’eroe che il Re fece uccidere!?
GIULIA Proprio lui! Fu mio marito a farlo arrestare. Fece la spia!
CRISTOFORO Frungillo!? Il traditore! Ora mi ricordo! E perchè mi ha chiamato “Agnello”!?
GIULIA Mio marito non parla! Vi sbagliaste..ma fu Emanuele De Deo l’agnello che il Castratore mandò al sacrificio…
CRISTOFORO Bastardo! Ce ne dobbiamo andare!
GIULIA Sarebbe bello! Ma è scritto che devo morire qui....
CRISTOFORO Nemmeno voi potete restare! E non parlate di morte! E’ un insulto che spunta da una bocca che ha appena detto “amore”.
GIULIA Io vedo solo voi, ve lo giuro sulla Croce! Ma adesso, non è ancora il momento!
CRISTOFORO Povera Giulia! Tanti anni con quella belva!
(Si odono dei colpi provenire dal soffitto)
GIULIA A volte penso che anche da lì sopra possa vedermi e spiarmi..
CRISTOFORO (guarda in alto, ad alta voce) Neh Frungillo, tu ci vedi? Si? E allora, apri bene gli occhi,....e schiatta!
(Prende con decisione Giulia e la bacia con forza, mentre dal soffitto giungono colpi sempre più pesanti)


F I N E I° A T T O



II° A T T O



SCENA XIII

(Ceuza in proscenio, luce su di lei. E’ in atteggiamento affettuoso e anche imbarazzato)
CEUZA Lo volete un sorso di brodo? Ve lo riscaldo..sta venendo il freddo! Se volete ci metto anche una patata..Ottobre è un mese pazzo..prima sembra che ci sta il sole e poi, invece, viene a piovere..è come Marzo. Io stavo preoccupata che non vi sentivo più…avevo fatto cattivi pensieri…sono due mesi che non fate nemmeno un segno..Credevo che si era rotto il rinale..e invece sta là, tutto intero. Io vi penso sempre! Con il rispetto di una serva…(improvvisamente appassionata) di una serva così affezionata che, quando volete, diventa pure zoccola! Lo so: questi pensieri portano all’Inferno..(inizia ad accarezzarsi)....Per voi mi butto anche col diavolo! Mennella, Giulia, Cristoforo, possono pure morire! E pure il corpo vostro può morire, tutto…tranne quel pezzo che per me è Dio! Quel pezzo che da quando mi è entrato dentro mi ha benedetto e mi ha dato l’Inferno! (spaventata, si inginocchia) Perdonate Padrone! Perdonate questa pazza che avete fatto diventare zoccola e puttana! Che c’ha quel fuoco in mezzo alle cosce che proprio voi avete acceso e non si spegne più! Non vi girate! Perdonatemi! Vi prometto che non dirò più queste cose! (si alza, con un sorriso timido, è incerta nel parlare) Vi devo dare una brutta notizia: nel brodo non c’è carne. Veramente di carne ce n’è poca per tutto il quartiere..Cienzo ha chiuso il negozio. Dice che non ha più tempo perché mò fa la guardia del Re…e c’ha molto da fare! Infatti da due mesi, ogni giorno, ci sono almeno quattro o cinque impiccagioni! Le fanno da molte parti…nella piazza del castello…a Castel Sant’Elmo…a piazza Mercato..E c’è gente famosa, don Donato! Domenico Cirillo, l’arcivescovo di Nola, il principe Pignatelli...Mario Pagano! E, insomma, Cienzo deve stare presente..Però può essere che fra poco le cose si calmano…come si sono calmate qua..Certo, Cristoforo, deve sempre stare nascosto! Però donna Giulia è più allegra…(si rende conto di aver fatto una gaffe)...per carità...si preoccupa sempre tanto per voi! E’ stata proprio lei a dirmi di farvi il brodo! Vi vuole bene! Ora sta meglio, è vero…si è pure un po’ ingrassata..tanto che ho pensato: “vuoi vedere che dopo tanto tempo…?” (si ferma, imbarazzata) Vedete? Non riesco ad essere zoccola e cattiva fino in fondo…Voglio bene a Giulia....e pure a voi...ma, a volte, la testa non ragiona e allora è solo “lei” a parlare…(si tocca il ventre). Oggi, per conquistarsi qualcosa, non basta solo vincere, bisogna ammazzare! E a questo non ci sono ancora arrivata…(sospira rassegnata) E allora, don Donà? Che dite? Lo volete un sorso di brodo?


SCENA XIV

(Un forte chiarore proviene dall’esterno e filtra dalle tende serrate. Ceuza, al centro dell’ambiente, è china a terra intenta a lavare con uno straccio. Cristoforo la guarda. Ceuza si solleva in ginocchio e si massaggia i fianchi)

CEUZA Ahia!
CRISTOFORO E da un’ora che stai piegata...
CEUZA …e chi la sente a donna Giulia se non trova pulito…!
CRISTOFORO E a Mennella?
CEUZA Quella è serva tale e quale a me!
CRISTOFORO Però vuole fare la padrona…...
CEUZA Seh? E allora vedete che succede il trentuno!
CRISTOFORO Il trentuno?
CEUZA L’anno del terremoto! Così si dice…
CRISTOFORO Altro che “trentuno”! L’anno del terremoto dovrebbe essere questo: il Novantanove!
CEUZA (sospirando) Certe cose non dovrebbero succedere! Tutti questi morti, questa violenza! Sapete che vi dico? Per me la repubblica poteva pure vincere, però, il giorno di San Giovanni, doveva far passare il Re nella carrozza! Una volta, don Donato, ci portò a vederlo!
CRISTOFORO Il tuo padrone ti piace molto…
CEUZA (imbarazzata) A me?! E’ un brav’uomo, serio, ed è anche un bell’uomo...prima lavorava sempre! Quello è pellaro e pure pellettiere e certe volte, per necessità, faceva pure il conciatore! ....Ora, però, è un po’ fallito…
CRISTOFORO Azz! Un “poco”!?
CEUZA Per me era meglio se si sceglieva un’altra moglie......Certo lui ci tiene a donna Giulia....Pure troppo!
CRISTOFORO Se è per questo, anch’io ci tengo..
CEUZA Ma lui è il marito!
CRISTOFORO ...sterile, senza frutti…mentre io…
CEUZA (sibila) Sciacquatevi la bocca quando parlate di Donato! E poi...ancora non è sicuro....
CRISTOFORO E’ sicuro....è sicuro....
CEUZA E anche se è sicuro…non siete stato voi!
CRISTOFORO No?! E chi è stato, allora? Lo Spirito Santo?
CEUZA E’ stata Mennella!
CRISTOFORO Mennella!? Mennella è maschio!?
(Ceuza si guarda attorno come temendo di essere ascoltata, invita Cristoforo ad avvicinarsi)
CEUZA Voi non sapete niente...e io niente v’ho detto...
(Cristoforo a mo’ di giuramento si pone una mano sulla bocca ed alza l’altra) Mennella dice che contro questa casa ci stanno gli occhi della gente che ci vuole male…(Cristoforo la guarda, stupito)…Gli “occhi”! I malefici! M’avete capito!? E dice che solo lei li fa scomparire…perché tiene un intruglio…e con questo intruglio i malefici se ne vanno…così, alla fine, la padrona esce incinta e fa i figli!
CRISTOFORO Una specie di fata?
CEUZA No! Una fattucchiera! Una strega! Quella fa pure il malocchio!
(Cristoforo riesce a stento a trattenere i singulti provenienti da una risata irrefrenabile)
CRISTOFORO Azzò! E noi volevamo fare la Repubblica?! La Dea Ragione, la Libertà! E invece sotto a Porta Capuana avevamo una strega!
CEUZA Ma potente!
CRISTOFORO Tu ci credi?
CEUZA Se la signora esce incinta, certo che ci credo!
CRISTOFORO Ma t’ho detto che sono stato io!
CEUZA Lo dicevano anche al paese: è l’uomo che ci mette lo strumento....ma è la fattucchiera che toglie gli “occhi”!!
CRISTOFORO E qual è sto paese?
CEUZA Eh! Padrone mio...è assai lontano...da Napoli e pure da Salerno....si chiama Curleto e sta nel Cilento...A Corleto ci stavamo io, mio padre, due sorelle e un fratello più grande..Mamma l’ho persa quando mi ha sgravato..La casa nostra era di legno ma ci pareva una reggia perché prima era solo di paglia. Si sentiva l’odore dell’erba ma quando veniva l’inverno l’acqua ce la sentivamo dentro alle ossa. D’inverno, mentre si scaldava davanti al fuoco, a mio padre, gli venne una fiammata di sangue in faccia! Il poveretto si fece tutto rosso! …e poi il fuoco gli morì in faccia e morì pure mio padre…
CRISTOFORO Mi dispiace.
CEUZA Che volete farci….ero molto giovane e non ci soffrii molto.. (vivacemente) Era il periodo del torrone! E quando vidi mio padre scendere nella terra, mi ricordai delle nocciole che affondano nello zucchero..
CRISTOFORO E cambiò tutto...

CEUZA Si. All’inizio fu mio fratello a farci da padre...ci pigliava a botte, un giorno si, e l’altro pure..e poi arrivò Pasqua....

CRISTOFORO E vi spaccò la testa con l’osso del capretto......
CEUZA No! A Pasqua ci disse che non poteva mantenere tre ragazze…
CRISTOFORO Vi cacciò?
CEUZA Eh, si! Poveretto! Al paese non c’era più fatica e molti venivano a Napoli..Le mie sorelle andarono a servizio a Salerno e io venni qua. Me lo ricordo ancora: feci la strada per Napoli sul carretto del vinaio del paese. Mamma mia! Se ci penso mi pare ancora di sentire le botti dietro alla schiena! (vezzosa) E, caro signore, da quel momento gli uomini cominciarono a perdere la testa per me!
CRISTOFORO Perché? Che successe?
CEUZA Che vi devo dire…il vinaio, fu il primo..mentre stava portando il carretto, si fermò dentro ad un cespuglio e si buttò addosso!
CRISTOFORO E bravo il vinaio! Si levò lo sfizio!
CEUZA Quando mai! Io strinsi forte le cosce e gli dissi che si poteva andare a spertosare la sorella oppure, se era timorato di Dio, si poteva sfogare con il buco di una botte…
CRISTOFORO E lui?
CEUZA Era un brav’uomo, sposato...c’aveva pure quattro figlie...Disse che stava scherzando perché voleva solo giocare a “ancanicòla”.
CRISTOFORO E cos’è?
CEUZA Lo volete fare con me?
(Cristoforo si alza, ride)
CRISTOFORO Mamma Santa! E come state infuocate in questa casa!
CEUZA Che avete capito?
CRISTOFORO Ci vorrebbero dieci chili di carne per pigliare forze e accontentare tutte e tre!
CEUZA Mi state prendendo in giro? Io parlavo di un gioco..”Ancanicòla” lo facevo al paese: io mi giro e voi con le mani fate un numero che io non posso vedere....e poi ve lo indovino!
CRISTOFORO Sai anche contare?!
CEUZA E che vi credevate? Che ero ignorante!? (si volta, si mette le mani sugli occhi) Avete fatto?
(Cristoforo fa con le dita il numero sei)
CEUZA Sono quattro!
CRISTOFORO No...
(Ceuza si volta, vede il numero, si gira nuovamente)
CEUZA Avete fatto? (Cristoforo fa con le dita il numero tre) Sono tre! (contemporaneamente si volta e vede Cristoforo che cambia il numero) Siete imbroglione! Erano tre!
CRISTOFORO Ma quant’è vero Iddio che non erano tre!
CEUZA Non ci gioco più con voi!(si gira) L’ultima volta!

SCENA XV

(Si apre la porta ed entrano Giulia e Mennella)
CEUZA Avete fatto?
(Mennella sposta in silenzio Cristoforo e si pone dietro Ceuza)
CEUZA Sono quattro! (si volta di scatto e vede Mennella)
MENNELLA Sono due! Come gli occhi che ti voglio cecare!(si rivolge a Cristoforo) Se entrava qualcuno eravamo fottuti!
(Cristoforo si avvicina a Giulia, trepidante)
CRISTOFORO E allora?
MENNELLA Donna Giulia, dategli la notizia....se la merita.
CRISTOFORO E’ vero?!
(Ceuza si avvicina a Giulia che sorride e fa cenno di sì con il capo, Ceuza l’abbraccia. Mennella strattona Ceuza)
MENNELLA E lasciala stare! Si fa male!
(Cristoforo bacia la mano di Giulia)
CEUZA ...le perché? E’ di porcellana!?
MENNELLA Una donna incinta si deve trattare come un fiore…(a Giulia) Ora dobbiamo pensare a come fare…
(Colpi dal soffitto)
CRISTOFORO Giulia, è arrivato il momento! Partiamo stanotte!
MENNELLA (ironica) E che bella idea! Così il bambino nasce orfano dentro ad un carcere…
(Colpi da sopra)
CRISTOFORO Quello sta ricominciando…(ad alta voce) Neh! Padrone mio, avete sentito la notizia?
CEUZA Abbassate la voce! Non lo tormentate!
CRISTOFORO E perchè? Anche lui deve festeggiare!
GIULIA Non vi sente.
CRISTOFORO Ie credo di sì....e allora: padrone! Che è successo? Un giacobino ha rovinato la razza di un traditore!?
(Continuano i colpi)
CEUZA (dura) Lasciatelo stare!
CRISTOFORO Ricordatela bene a vostra moglie! Perché la gabbia si è aperta e ora è mia!?
GIULIA Zitto!
CRISTOFORO ....ed è mio pure quello che porta nella pancia!
MENNELLA Siete impazzito?
CRISTOFORO E da ora, e fino a quando non andrete all’Inferno, ripetete questa preghiera:... “Ero solo un traditore, poi, in fronte mi uscirono due “cose” e mi sentii perduto, perchè ero traditore e mò sono pure........”

(Alza il braccio facendo il segno delle corna ma Giulia con decisione lo ferma)

GIULIA Non vi permettete più!
CRISTOFORO Se no ci resta male? Non gli piace la poesia?
GIULIA Questa casa è sua....e voi, il pane suo, mangiate!
CRISTOFORO Vieni con me! A Roma c’è chi ci può aiutare!
GIULIA (a Mennella) Che ne dici? Facciamo così?
MENNELLA Ci vuole un po’ di tempo.....Aspettiamo…la situazione si sta calmando..
CEUZA Seh? Si sta calmando!? Occhi e orecchie non li tieni!? Fuori ci sono più impiccati che alberi!
MENNELLA Cretina! Le guardie girano solo di notte. Solo la notte è pericolosa…
CEUZA (ironica) Veramente!? Di giorno non c’è pericolo!?
MENNELLA Di giorno, no!
CEUZA Io, invece, li ho visti! Gli sbirri stanno a Porta Capuana, per la Vicaria e pure a via Carbonara!
MENNELLA Anche la cafona tiene le visioni! Trappana e cecata!
CEUZA (a Cristoforo) Non uscite! Non è il momento!
GIULIA Mennè, Ceuza ha ragione! Ci stanno meno sbirri, è vero, di giorno si sta più tranquilli, e questo pure è vero…
CEUZA Ma donna Giulia....!
(Giulia con un cenno le impone di tacere)

GIULIA Ma adesso non è il momento! Deve passare qualche giorno.. (colpi da sopra) Quando c’è una festa?
MENNELLA Ci sta quella del Rosario....
GIULIA (a Cristoforo) Quello sarà il momento giusto! Vi mischierete con la gente della Festa e poi ci penserà Mennella….
CRISTOFORO Io da solo?!
MENNELLA E per forza!
CRISTOFORO (a Giulia) Tu vieni con me! A te e a mio figlio, qua, non vi lascio!
GIULIA Non vi fidate?
CRISTOFORO Faccio sul serio! Lascia quel morto e scappa!
MENNELLA (con dolce aria di sopportazione) Ma come si deve fare con voi..? Vi dobbiamo spiegare tutto come si fa con un bambino? (Mennella e Giulia ridono) Donna Giulia aspetta un figlio vostro...e questo è bene…
CRISTOFORO E meno male, và...
MENNELLA …però la padrona è delicata e, ora che è incinta, ancora di più! Dobbiamo pensare a questa creatura che sta per nascere…
CEUZA E’ vero..
MENNELLA E se durante il viaggio, Dio non voglia, quella povera mamma perde il figlio!?
CEUZA Non sia mai! (si batte una pacca sul sedere)
MENNELLA Lo sopportereste il rimorso? La strada è lunga e scomoda…
GIULIA Mi ucciderei!
MENNELLA Ora, siete d’accordo che vogliamo che la nostra signora sta bene in salute?
CRISTOFORO E certo!
MENNELLA ....e che dopo, quando vorrà Sant’Antonio, sgraverà vostro figlio?
CRISTOFORO E’ chiaro!
MENNELLA E allora, state tranquillo. Voi dovete ragionare…Quando sarà il momento, voi, ve ne andate a Roma e, dopo, lei vi raggiungerà col bambino…
CRISTOFORO Ma mancano più di sei mesi!
MENNELLA E che sono sei mesi! Passano subito! E’ un Amen! E poi, se ci vorrete, anche io e Ceuza ci faremo questa passeggiata dal Papa..(ridono tutti, si odono colpi dal soffitto)
CEUZA E don Donato? Rimarrebbe solo? No! Io non ci vengo! Che fine farebbe!?
CRISTOFORO Quella che si è meritata!
MENNELLA Donna Giulia è ancora giovane…di Don Donato, sarà quello che vuole Dio.
CEUZA Poveretto!
MENNELLA Donna Giù, dobbiamo fare…“ quel fatto”
CRISTOFORO Che dovete fare?
GIULIA Io mi vergogno…diglielo tu…
MENNELLA Noi dobbiamo fare una cosa…un “fatto di femmine” per far andare le cose diritte…
(Giulia fa un cenno a Ceuza che esce)
CRISTOFORO E c’hai il potere di far andare bene le cose!? E che fai? Gl’incantesimi?
MENNELLA (schermendosi) Io faccio solo le preghiere....
(Ceuza rientra con una pentola piena d’acqua e un’ampollina d’olio)
CRISTOFORO Ceuza mi ha detto che sei una strega…
(Mennella e Giulia si guardano allarmate)
MENNELLA (a Ceuza, dura) Che gli hai detto?!
CEUZA (imbarazzata) Io....no....ho detto...
CRISTOFORO Come no! Ha detto che fai i malefici....
CEUZA Non vi sapete tenere due ceci in bocca, no!?
GIULIA Ceuza voleva scherzare....
MENNELLA Io faccio le preghiere a Nostro Signore....volete pregare con noi?
CRISTOFORO Io?! Non sia mai! Non vado in chiesa e, poi, mi sento a te!?
MENNELLA Dobbiamo pregare per voi...
CRISTOFORO Questo mi fa piacere...ma, se permettete, me ne scappo! (esce ridendo)

SCENA XVI

(Mennella guarda ciò che ha portato Ceuza)
MENNELLA Cretina! Nella scodella ci va l’olio! E’ tutto al contrario!
CEUZA Solo l’olio...?
MENNELLA Basta una goccia d’acqua....Va!
(Mennella fa sedere Giulia, chiude le tende, sposta il tavolo, prende il candeliere a tre candele. Rientra Ceuza, appoggia la grande pentola colma d’olio e l’ampollina con l’acqua per terra. Mennella accende tre candele)
CEUZA Tre non erano per i morti?
MENNELLA (bagna il dito nell’olio e segna una croce sulla fronte di Giulia) “Padrone del buio e di ogni scurore, precipitati malvagio castigatore….”
CEUZA Queste parole non le ho mai sentite!
MENNELLA “Padrone del buio e di ogni scurore, apprestati,malvagio castigatore”
CEUZA Me le spieghi?
(Mennella guarda Giulia che le fa un cenno d’assenso col capo)
MENNELLA Stiamo buttando le bestemmie a tutti quelli che vogliono fare male a Cristoforo..
CEUZA E allora fate bene! Bestemmiate! Bestemmiateli a tutti quanti!
(Mennella versa una goccia d’acqua sulle dita di Giulia e lascia che la goccia cada nella pentola colma d’olio. Poi scruta da vicino l’effetto, si rivolge a Giulia)
MENNELLA E’ andato!
GIULIA Sei sicura? E ora?
MENNELLA Ci penso io…
(Esce dalla porta in fretta. Ceuza si rivolge a Giulia)
CEUZA (indicando l’olio) E questo?
(Giulia si alza, appare sollevata)
GIULIA Bevilo, fa bene....(ride, esce)
(Ceuza mette a posto le sedie, apre le tende e bofonchia)
CEUZA Eh sì! Questo ho detto…seh seh..” me lo bevo”! La signora tiene genio di scherzare… (si avvicina alla padella) Mò sai che faccio? Ti butto! Ti hanno pure bestemmiato…a chi vuoi intossicare! (esce portando la padella. Buio)


SCENA XVII

(Buio, si odono dei colpi sordi provenire dal piano superiore.Mennella accende le candele dei tre candelieri. Si inginocchia davanti al Crocefisso, si segna, si alza, si guarda attorno con aria circospetta, si rivolge ad un immaginario interlocutore, sibilando)
MENNELLA Ve l’avevo detto che lo dovevate fare! Avete perso l’occasione....e adesso rassegnatevi: la colpa è stata vostra e non ci potete fare più niente. In qualche modo, questa casa, la dovevamo salvare. Embè! E ora che volete? Vi siete voluto nascondere? E questo è il risultato…Ci sta un figlio che sta arrivando e non è vostro. Per avere il bene, dobbiamo fare il male…i peccati si scontano con altri peccati....
(Entra Giulia)
GIULIA Mennè...parli da sola?
MENNELLA Mi stavo confessando.
GIULIA E che ti devi confessare? (colpi più forti dal soffitto) E il nostro amico?
MENNELLA E’ a posto…
GIULIA Gli hai già parlato?
(Entra Cristoforo)
MENNELLA Con Padre Vivenzio? C’ho parlato…
GIULIA (rivolgendosi a Cristoforo) E’ un prete, un brav’uomo, sta nella chiesa di San Gaudioso. Mennella lo conosce e gli ha parlato per farvi uscire dalla città..
CRISTOFORO Un prete?! Siamo sicuri?
MENNELLA E come no! Lui conosce la situazione e vi può aiutare. Oggi è il grande giorno! E’ la festa del Rosario...
CRISTOFORO In questa città, per far andare meglio le cose, ci dovrebbero stare meno feste. Abbiamo sempre qualcosa da festeggiare e non sappiamo nemmeno perché…
MENNELLA A una certa ora don Vivenzio vi aspetterà all’angolo di Santa Sofia..a via Carbonara..
CRISTOFORO Stai scherzando? E io dovrei uscire in mezzo a tutta quella gente!? Mi fai scannare!?
MENNELLA Voi non avete capito che è proprio quella la fortuna!! Se state in mezzo alla folla che cammina, parla, grida, sarà tutto più facile! Nessuno farà caso a voi. Vivenzio è dei Vergini, mi conosce da bambina..ci possiamo fidare.
(Ceuza entra molto agitata)
CEUZA Donna Giulia! C’ha la bava alla bocca!
GIULIA Io non ci vado..
CRISTOFORO E schiattasse una volta e per sempre!
CEUZA E ora che faccio!?
GIULIA Fallo sedere in mezzo al letto e dagli un po’ d’acqua...
CEUZA Mi ha fatto dei segni strani! Come un vestito....una cosa sua....mò, non so come spiegarvi.... Ma forse vuole il camice!?
(Giulia e Mennella si guardano)
GIULIA Ti sbagli....
CEUZA Ve lo giuro!....come una veste! Glielo porto? Quello vuole alzarsi!
(Fa per prendere il camice, Mennella la ferma)
MENNELLA (ironica) E, secondo te, “vuole alzarsi”, e gli usciva la bava dalla bocca!? Eh si, oggi si sente “proprio bene”! Hai capito male....Non vuole niente!
GIULIA Vai da lui e fai come ti ho detto!
(Ceuza esce bofonchiando, poco convinta)
CRISTOFORO E allora? Mi spieghi che c’entra sto prete?
MENNELLA Vivenzio conosce bene le tombe di San Vincenzo. Si trovano sotto San Gaudioso. La chiamano la Terrasanta del Monacone. Là ci sono le strade che vi porteranno fuori dalla città, fino a Nola..
CRISTOFORO (trasale) Nola?!
MENNELLA Eh! Ma forse anche più lontano! Io le ho viste! Da bambina sono scesa in quelle grotte…Donna Giù, sono enormi! Il sole non si vede mai e a terra ci stanno le ossa dei morti..
CRISTOFORO Di quelli non ho paura…
MENNELLA Don Vivenzio vi indicherà la strada. Siete fortunato..
CRISTOFORO Questo prete non lo conosco….
MENNELLA Sarà lui a farsi riconoscere. Voi mi metterete addosso il camice di lavoro di Donato, così sembrerete un giovane di bottega. Quel camice, per Vivenzio, sarà il segnale!
CRISTOFORO Ecco perché non l’hai dato a Ceuza!!
MENNELLA E certo! Mi preoccupo per voi..
CRISTOFORO (perplesso) Si…ma dove mi manderà il prete? Tu lo sai? Come faccio a fidarmi di uno che non ho mai visto!?
MENNELLA Vivenzio è una pasta d’uomo!
CRISTOFORO Pasta o non pasta....io voglio sapere dove mi manderà!
MENNELLA E allora ascoltatemi: sotto la chiesa, c’è la cella con la tomba di San Vincenzo..proprio di fronte a questa tomba, ci sta un’altra cella che c’ha un altare al centro. E’ la tomba di san Nostriano..Mi state capendo? (Cristoforo fa cenno di si) E dietro all’altare c’è una grata appoggiata ad un buco. Il buco è piccolo, ma una persona ci passa. Quella è la porta della grotta. All’inizio, è stretta ma, poi, diventa grandissima! Avete capito? Dietro all’altare di San Nostrano..
CRISTOFORO Tu ci sei stata?
MENNELLA V’ho detto che ci sono stata! Fino alla grotta! Più avanti non sono andata. ..però Vivenzio mi ha detto che troverete due strade. Quella di destra arriva a Pozzuoli, la sinistra vi porterà a Nola.
GIULIA Avete visto? Le cose si aggiustano! Dobbiamo sempre confidare in Nostro Signore!
CRISTOFORO E tu?
GIULIA Appena partorisco, lascio tutto e vengo da voi. Il nome del vostro amico lo conosco e mi avete detto anche dove abita..
CRISTOFORO Io non vedo l’ora!
(Cerca di abbracciarla, ma Giulia si sottrae, con gentilezza)
GIULIA Anche io....
CRISTOFORO E perché scappi?
GIULIA Io?! Ma no! Non siamo soli....
MENNELLA Don Cristò, non vi dispiacete…La padrona è triste, la potete anche capire….
CRISTOFORO E secondo te io non sono triste?! Ma vorrei portare con me un suo bacio..
(Scende Ceuza, trafelata)
CEUZA Non si può mantenere, signò!
(Si odono colpi e lamenti)
CRISTOFORO (a Giulia) Ti porterò nel cuore..
GIULIA Pure io...Avrò cura di nostro figlio!
MENNELLA ....Preparatevi!
(Ceuza va alla finestra grande, apre le tende. Poi sale su una sedia, apre il finestrino e guarda. Mennella inizia a far indossare a Cristoforo il camice di Donato. Intanto dal soffitto continuano a giungere colpi e lamenti)
MENNELLA Vostro marito non si vuole rassegnare....(a Cristoforo) Gli state scappando dalle mani!
GIULIA Lo posso capire…è triste vedersi sfuggire sfizio e vendetta tutte assieme…Stava aspettando il momento che gli ritornavano le forze!
CRISTOFORO E già! E io, poi, aspettavo a lui…!
MENNELLA (ad alta voce) “Castratore “, rassegnatevi! Non c’è più pane per i vostri denti!
(Dall’esterno giungono all’improvviso voci e risate. Si ode una voce stentorea e nasale, recitante)
1° VOCE Al Gran Scaramuccia! Memeo Scquacquera de civitate partenopensi, figlio de Tammaro e Catammaro Cocumero Cetrullo...(fischi, risate)
CEUZA Ci stanno anche i commedianti!
1° VOCE ....e de Madama Papera Trentova, e parente de Messere Unze, Dinze, Trinze e Quiriquaquinze! (fischi e risa)
CEUZA Mennè! Dove sta il prete?
MENNELLA All’angolo della strada....
CEUZA Non lo vedo....
MENNELLA Ma perché, lo conosci? No! E allora che vuoi vedere! Scendi!
(Mennella sale sulla sedia e lancia un’occhiata, si ritrae subito e scende)
E’ là! Sta già aspettando....
CEUZA Dove!?
(Ceuza sale a sua volta sulla sedia)
1° VOCE ...e di nacchete, stocchete conta cadece e de Tabuna Tabella, Casella Pagona, Zurfano, Catossa Minossa e Dece Minece!
(Applausi e risate)
MENNELLA Passate in mezzo ai commedianti e nessuno vi noterà!
(Colpi dal soffitto, lamenti che esprimono parole non distinguibili. Giulia trae dalla tasca un coltello e lo consegna a Cristoforo)
GIULIA Io prego Dio che non vi debba servire. E’ vostro...portatevelo....


CRISTOFORO Nell’anima mi porto te....
(Si avvicina per baciarla, Giulia ha un attimo di esitazione, guarda Mennella che assente con il capo)
MENNELLA Non fate caso a noi....è la stessa occasione che Maddalena ebbe con Gesù…
CRISTOFORO …ma speriamo che le cose vanno meglio….
(Ridono e poi, con forza, Giulia prende il capo di Cristoforo fra le mani e lo bacia sulle labbra. Giungono risate ed applausi dall’esterno. Suono di campanacci e tamburelli. I commedianti parlano in spagnolo maccheronico)
2° VOCE Me conozes tu a mi? Sabes tu chien soi?
CEUZA Stanno proprio qua fuori! Guarda! Ci sono Falloppa e Pulcinella! Ma il prete non lo vedo!
MENNELLA Facciamo presto!
(Mennella apre lentamente un piccolo spiraglio della porta. Cristoforo si proietta verso la porta, si ferma, guarda Giulia)
CRISTOFORO Ti aspetto...a Roma!
GIULIA Dove vorrete! Cuore mio!
(Cristoforo le manda un bacio con la mano e sgattaiola fuori)

SCENA XVIII

2° VOCE Me conozes tu a mi? Sabes tu chien soi?
VOCE PULCINELLA Te canusco io, ma non saccio chi te sia...!
MENNELLA Il più è fatto...
CEUZA (sbirciando dalla finestra) Cammina....ora è passato vicino ai commedianti....
2° VOCE No lo sabes? Pies yo te lo dire: yo me gliamo Don Rodrigo Alvarez del Prado, Enriche, Monzuto (qualche fischio), Toledo....
CEUZA Eccolo! Deve essere lui!
GIULIA Vivenzio?
CEUZA ....sta all’angolo della strada...è tutto coperto da un mantello....sto prete porta il cappello?
MENNELLA Può essere....oggi fa freddo..
(Rumori dal soffitto. Si ode, in un lamento, la voce strozzata di Donato)
VOCE DONATO Agnello! Stai attento!
CEUZA (trasale) Il Padrone! Sta parlando!
MENNELLA (gelida) Lascialo perdere…
2° VOCE ....Toledo, Osorto, Guevara....familia noble es in mio parentado...
CEUZA Il prete gli sta facendo un segno con la mano…
VOCE DONATO Agnello! Scappa! Non è colpa mia!
CEUZA Ma che sta dicendo?!
MENNELLA Starà parlando con i suoi spiriti…
CEUZA E mò?! Perché si è fermato?
GIULIA Chi?!
CEUZA Cristoforo!
VOCE PULCINELLA Io, don Pulecenella Cetrulo, nato a La Cerra....
VOCE DONATO Agnello!! Non ci andare! Le lupe! Sono lupe!
CEUZA Di chi sta parlando?
GIULIA E’ impazzito...(va a sedersi sulla propria poltrona)
MENNELLA (a Giulia) Donna Giu’, vostro marito va compatito…sta per diventare padre…
(Colpi dal soffitto)
CEUZA Donato?! Padre di chi…!?....(guarda dalla finestra) Il prete gli sta facendo un’altra volta il segno con la mano…
VOCE PULCINELLA ....’ntra li ciucce e cresciuta e pasciuta a Napule...sempe malato de mente.....!
CEUZA Vai! Vai!
VOCE DONATO Agnello! Emanuele! Cristoforo! Scappa!
VOCE CIENZO (forte, decisa) E’ lui! Il Giacobino! E’ quello col camice!
1° VOCE (urla) Acchiappalo! Piglialo! Quello col camice!
CEUZA Donna Giulia!! Mennella! Correte!
2° VOCE (urla) Uomo di merda! Piglialo! Sta scappando!
1° VOCE (urla) Il camice! E’ Giacobino! (Si odono urla)
CEUZA Madonna mia! L’hanno preso!
VOCE DONATO (straziata) Cristoforo! Agnello!
CEUZA .....quello non era un prete! E’ Cienzo!
MENNELLA (calma, verso Giulia) Lo sappiamo. Cienzo non fa il prete....
GIULIA E’ quello che fa il macellaio?
1° VOCE (urla) Il coltello! Tiene un coltello! E’ armato!
2° VOCE (urla) E muori, infame!
CRISTOFORO (voce, urla disperato) Mamma mia! Mamma mia!
(Ceuza si mette le mani sulla bocca a soffocare un urlo, scende dalla sedia e quasi crolla a terra)
CEUZA L’hanno accoltellato! Lo stanno scannando! (si prende a schiaffi da sola)
(Si ode battere forte e veloce alla porta. Mennella subito si lancia verso l’uscio, lo socchiude, si sporge appena e quando chiude l’uscio ha fra le mani di nuovo il camice di Donato)
VOCE DONATO (straziata) Cristoforo! Agnello! Non è colpa mia! Che volete da me?!
(Mennella con tutta calma ripone nuovamente il camice sulla poltrona. Ceuza, in silenzio, allibita ha seguito tutta la scena e si rivolge a lei)
CEUZA (con rabbia lucida) Il camice! Sei stata tu! Il tranello, l’omicidio, è tutta opera tua…strega! Il camice era il segnale per farlo prendere! E tu ti fai chiamare “donna”!? L’Inferno non basterà per quello che hai fatto! Come può una donna…che farà figli, che porterà tra le braccia
degli innocenti, sporcarsi con il sangue di un ragazzo!? Al figlio che gli potrà dare!? Sangue! Sangue fra le mani…sangue fra le gambe…con sangue fradicio lo allatterà! Dal petto le uscirà veleno! (Colpi più lenti e pesanti provengono dal piano superiore) Lui l’aveva capito! Ti aveva sentito! Cristoforo, come Emanuele, gli “agnelli”! E già, con Cristoforo non doveva parlare! Perché Donato era “pazzo”…“pericoloso”! (a Mennella) Vorrei essere un uomo per ucciderti!
MENNELLA Sono qua.
(Ceuza prende con impeto il camice)
CEUZA Il camice! Chi te l’ha restituito?! Cienzo? Ti sei messa d’accordo con il diavolo, cagna!
GIULIA (si alza, decisa) Sono stata io! Il camice è stata un’idea mia! Tu sei serva e pensi come a una serva. Te lo dico ora e mai più: ti è andata bene, Ceuza! Avresti dovuto fare la sua stessa fine: presa e uccisa dalle guardie. Una serva infedele è una disgrazia..
CEUZA Io sono stata infedele?! E che v’ho fatto? Vi ho dato il cuore....Mi sono rotta le braccia per voi! Ma voi avete baciato Cristoforo! E non era la Maddalena! Era Giuda che lo baciava!
GIULIA Stronzate! Sono stronzate! Chi, quella mattina, aprì la porta di casa e lo fece entrare!?
CEUZA Io!? Ma non lo feci apposta! Mennela, parla! Ti ricordi che successe!?
MENNELLA No….
GIULIA Sei stata tu! E chi aveva perso la testa per il giacobino?
CEUZA Ie?!

GIULIA Tu! Lo conoscevi da prima e lo facesti entrare. Per colpa tua abbiamo rischiato la rovina! Credi che non mi ero accorta che pure con mio marito…? Ma sei solo una serva e vivi come una serva e quindi quello che hai fatto con Donato non m’interessa, non mi tocca, sono superiore! Ma questa casa non è tua....
CEUZA Se è per questo, me ne posso pure andare.. (si avvia verso la porta)
GIULIA Se apri quella porta ed esci, fai la stessa fine di Cristoforo. Cienzo lo sa e sta aspettando la tua decisione. Ma se vuoi sapere come la penso, ti chiedo di non farlo. Sono sincera: non lo dico solo per te, ma per noi. Perché se esci, e ti ammazzano e il tuo nome finisce nella merda, a me, non fa né caldo, né freddo….Ma uno schizzo potrebbe arrivare fino a me e questo, solo questo, non mi farebbe piacere..
(Ceuza si ferma a due passi dalla porta)
MENNELLA La signora ti ha salvato…Cienzo voleva anche a te..
CEUZA Che c’entro io!? Perché mi state facendo questa cattiveria!?
GIULIA La cattiveria è perdere l’onore! Rovinare questa casa! Andare sulla bocca della gente!
CEUZA Cristoforo è morto….
MENNELLA E allora..? Tanta gente è morta, e tanta dovrà morire…
CEUZA Volevate andare a Roma! Vi ricordate? Con Cristoforo c’avete fatto un figlio!
MENNELLA (a Giulia) Non le date retta…Pure lei ha le “visioni”! (a Ceuza, scandendo) Il figlio è del Padrone! Don Donato! Alla fine, per grazia di Dio, questa casa ha fatto nascere un fiore…
CEUZA Ma che dici!? Lo sai anche tu!
GIULIA (gelida) Io mi chiamo Giulia. Ho sposato il pellettiere di Santa Sofia, Donato Frungillo. E sono incinta di mio marito. Hai capito?
CEUZA E allora, se le cose vanno così, non cambierà mai niente..Non verrà mai il giorno, non passerà mai la notte e ci sarà sempre un Donato che si nasconde a letto, e un Cienzo che uccide uomini e donne in nome di un Re!
GIULIA Non è così, serva. Se Cristoforo veniva e ammazzava Frungillo, io, avrei detto: bene! Scannava Cienzo? Bene! Ma prima mi doveva dare quello che mi spettava. Mi doveva dire: questa è casa tua e la rispetto. E allora si sarebbe preso il posto del pellettiere e pure del macellaio. Mi hai capito? Solo chi vince può essere il nostro padrone! Noi vogliamo un Padre che vince! Uno che non vince e ci vuole pure far cambiare, può essere chi vuole…giacobino, borbone, francese, noi non lo vogliamo.
(Ceuza a capo chino, resta immobile. Si ode battere da sopra, lamenti)
VOCE DONATO Cristoforo! Agnello! Che volete da me?!
MENNELLA “ Cristoforo” a che vi fa pensare?
GIULIA “Cristoforo”....aspetta…
VOCE DONATO Non è colpa mia! Cristoforo! Che volete!?
MENNELLA Il padre non vede l’ora che nasce il figlio! Che bella cosa!
GIULIA Si capisce…è il primo figlio dopo cinque anni!
VOCE DONATO Cristò! Non sono stato io! Non è colpa mia...
(Mennella va verso il varco di destra e accosta la porta in modo tale che la voce di Donato non si senta più. Giulia si siede)
MENNELLA (a Ceuza) Chiudi le tende. (Ceuza lentamente, esegue)
GIULIA (a Mennella) “Cristoforo”…è un bel nome!

F I N E