NEBBIA DI PIOMBO

Commedia in due tempi di

Bruno Enrico Longhini


PERSONAGGI

UN UOMO
FABIO - 47/48 anni
JUDITH - 45 anni
GIOVANNA - 45 anni
EMMA - 19/20 anni
ROBERTO - 47/48 anni




PRIMO TEMPO

SCENA PRIMA

MUSICA IN PRIMO PIANO SONORO PER QUALCHE ISTANTE POI IN SOTTOFONDO
- FACCADES di PHILIP GLASS –

UN LIVIDO RAGGIO DI LUCE DISEGNA I CONTORNI DI DUE UOMINI. IL PRIMO, IN PIEDI, NASCONDE DIETRO LA SCHIENA UNA PISTOLA.
IL SECONDO E' DISTESO SU UNA BRANDA.
SI AVVERTE UNA FORTE SENSAZIONE DI RISTAGNO.

L’UOMO IN PIEDI PUNTA D’IMPROVVISO LA PISTOLA IN DIREZIONE DELLA TESTA DELL’UOMO ADAGIATO: SI CHINA E PREME IL GRILLETTO.
SI ODE UN RUMORE SECCO CHE E’ATTUTITO DAL SILENZIATORE DI CUI L’ARMA E’ DOTATA.
IL CORPO DELLA VITTIMA HA UN SUSSULTO, SI INARCA E DI COLPO SI DISTENDE PRIVO DI VITA
L'ASSASSINO SI INGINOCCHIA ACCANTO ALLA VITTIMA: GLI PRENDE UNA MANO E LA GUIDA CON LENTEZZA IN UN SEGNO DI CROCE.

BUIO




SCENA SECONDA

MUSICA PER QUALCHE SECONDO A SFUMARE
EVENING SONG di PHILIP GLASS
( parte Strumentale)

ESTATE 1991

UN AMPIO SOGGIORNO DI UN CASOLARE ADATTATO A VILLA DI CAMPAGNA
L’AMBIENTE E’ IN COMPLETO ABBANDONO, MA NELL’ARREDAMENTO RESTANO ANCORA I SEGNI DI UNA CERTA ELEGANZA.
IN UN ANGOLO, UN TAVOLO ANTICO, DI MOLTEPLICE IMPIEGO E ALCUNE SEDIE. SULLA PARETE DI DESTRA UN CORRIDOIO IMMETTE IN UN’ALA DELLA CASA.
SULLA SINISTRA UNA PORTA CHIUSA.
SULLE PARETI SI DISTINGUONO I SEGNI DI QUADRI CHE SONO STATI RIMOSSI.
SUL FONDO UNA PORTA A VETRI CHE DA’ SU UNA VERANDA, AI SUOI LATI, DUE GRANDI FINESTRE.
LE TENDE SONO TIRATE.
LEGGERMENTE SPOSTATO AL CENTRO DELLA STANZA UN DIVANO DI GRANDE DIMENSIONE, DUE POLTRONE E UN TAVOLO "ABBILLE" SU CUI E’ POGGIATO UN LUME ANNI ’60.

FABIO – UN UOMO DI CIRCA CINQUANTA ANNI- E' ADAGIATO SUL DIVANO , INDOSSA SOLO UN PAIO DI " BOXER " DI COLORE BIANCO .
L'UOMO DOPO ESSERSI ASCIUGATO IL SUDORE, CHE GLI IMPERLA IL PETTO E IL VISO, CON UN LEMBO DEL LENZUOLO, CHE IN PARTE E’ SCIVOLATO SUL PAVIMENTO DI COTTO, ALLUNGA UNA MANO PER ACCENDERE LA LAMPADA.

LA PORTA SI APRE ED ENTRA JUDITH – UNA BELLA DONNA DI CIRCA QUARANTA ANNI- INDOSSA UNA VESTAGLIA LEGGERISSIMA CHE LASCIA INTRAVVEDERE IL CORPO NUDO.
CON LENTEZZA CALCOLATA SI AVVICINA A FABIO; SI FERMA DIETRO LA SPALLIERA DEL DIVANO.


JUDITH
Non puoi dormire?

FABIO GIRA LA TESTA VERSO DI LEI E SI TIRA ADDOSSO IL LENZUOLO SINO AL PETTO.

JUDITH
Che caldo asfissiante!

LA DONNA VA A TIRARE LA TENDA E APRE LA PORTA A VETRI.

JUDITH
(GLI GETTA UN’OCCHIATA)Così va meglio! … Almeno circola un po’ d’aria. Sei completamente bagnato. Copriti , se non ti prenda un accidente!

SI SIEDE ACCANTO A FABIO E PRENDE A ASCIUGARGLI IL SUDORE CON UN LEMBO DEL LENZUOLO .
CON RAPIDITA', L’UOMO LE BLOCCA LA MANO

FABIO
Continuo a sudare comunque.Lascia stare…

JUDITH GLI SOFFIA SUL PETTO

JUDITH
Meglio, no?!

FABIO SOCCHIUDE GLI OCCHI E CON UN IMPERCETTIBILE GESTO DELLA MANO ESTERNA IL FASTIDIO CHE L’INVADENZA DI JUDITH GLI PROCURA.

JUDITH
In mancanza di un ventilatore!
Domani me ne procuro uno … Di quelli a colonna
(FISSANDO IL SOFFITTO) O è meglio a pale?

FABIO SI METTE SEDUTO .

JUDITH
Quest’anno il caldo è cominciato prima del solito. Non ti fa ragionare.
Qui dentro poi! … Questa casa assorbe calore anche se ha le mura spesse. La mise a posto mio zio negli anni sessanta …Zio Umberto. L’hai conosciuto? No, non puoi averlo conosciuto…Allora non ci frequentavamo… Era il classico posto da scortico…Se i muri potessero parlare! Alla sua morte l’ho ereditata io. Credo di averci messo piede- si e no- un paio di volte,
Almeno adesso serve a qualcuno. ( SVENTOLANDOSI CON UN LEMBO DELLA VESTAGLIA ) Che fastidio! Non ci sono più abituata. Forse è colpa dell’età? A venti anni non m’importava del caldo. Da giovani non si fa a tante caso…Debbo dire che il disagio che provo è anche colpa tua.

FABIO
Mia?Che c’entro?

JUDITH
Caro il mio Fabio che non sa più cogliere …
FABIO
Non l’ho capita

JUDITH
Ma sì che hai capito! Una volta avevi intuito

FABIO
Cosa c’entra l’intuito col caldo?

JUDITH
Forse prima di rinchiuderti, te l’hanno fatto lasciare con la cintura e i lacci delle scarpe. Poi, quando ti hanno rilasciato te li hanno restituiti, mah, a quanto pare l’intuito se lo sono tenuto.

FABIO
Finito? Ho bisogno di dormire.

SI ADAGIA

JUDITH
Rompo,vero?
SENZA RISPOSTA Che sete! Vuoi qualcosa da bere? SENZA RISPOSTA Mah, una ventola a pale la sai montare? SENZA RISPOSTA
Ti sei addormentato?

FABIO
No!!!

JUDITH
Se la compro poi la monti?

FABIO
Proverò. Adesso va di là.

JUDITH
In che punto del soffitto?

DI SCATTO, FABIO SI METTE SEDUTO E FISSA, PER QUALCHE ISTANTE JUDITH: DALLO SGUARDO DELL’UOMO SI INTUISCE CHE E’ PERVASO DA UN SENSO DI ANSIA LATENTE MISTA A RABBIA.

FABIO
Judith… io …

JUDITH SI SIEDE VICINO A LUI E GLI SOLLEVA IL BRACCIO, PUNTANDOLO IN DIREZIONE DEL SOFFITTO .

JUDITH
Secondo te qual è il punto migliore?
(POGGIANDO LA BOCCA SULLA SPALLA DELL’UOMO)
Hai un buon sapore!

FABIO
Lo so.
JUDITH
(DIVERTITA) Come lo sai? Te l’hanno già detto?

FABIO
(CON IRONIA) A volte mi lecco.

JUDITH
Mi prendi in giro?!

FABIO (C.S.)
Meglio la mia che quella degli altri.E non solo: mi annuso. Adoro la mia puzza.

JUDITH
Non capisco.

FABIO
( C.S.) Una mia teoria!

JUDITH
Perchè non me la spieghi?

FABIO
FACENDO SPALLUCCE Finchè puoi verificare gli umori del tuo corpo c’è speranza, no?

JUDITH
Una delle tue molte stranezze.

FABIO
( TAGLIA CORTO) Non complichiamoci la vita. Sino ad oggi tutto è filato alla perfezione. Continuiamo così! Presto me ne andrò: cerchiamo di non creare situazioni inutili che imbarazzerebbero entrambi.

JUDITH
Cioè?

FABIO
Sopportiamoci! Del resto è una sistemazione provvisoria… Un periodo molto breve. Una, al massimo, due settimane.

JUDITH
Dove pensi di andare?

FABIO
Non lo so.

JUDITH
Suppongo…Credo che ci voglia del tempo, prima che tutto rientri nella normalità…Non pensare che si scorderanno di te così facilmente.

FABIO
L’hanno fatto da molti anni. Anche se sporadicamente il mio nome affiorava, nessuno ha prestato attenzione.

JUDITH
I tempi sono cambiati… Ora sei fuori dal carcere. L’interesse su di te potrebbe risvegliasi.
Anche se apparentemente sei un personaggio obsoleto, rappresenti pur sempre un periodo che molti deplorano e condannano. La gente è morbosa ama le storie irrisolte, soprattutto gli intrighi fantapolitici: tutta roba che fa la felicità dei giornalisti.


FABIO
Perciò, debbo considerarmi in quarantena?

JUDITH
In momentanea convalescenza.

FABIO
(SARCASTICO) Per quale malattia endemica?

JUDITH
Il passato. E non è poco.

FABIO
Quindici anni non sono stati sufficienti a immunizzarmi “agli occhi di Dio e degli uomini” ?

JUDITH
Non credo. La tua è una patologia latente.

FABIO
Ti riferisci a quello che ho scritto e ho detto?

JUDITH
Anche. Era normale nelle tuo stato. Volevi dare giustificazioni più a te stesso che ai “ tuoi fans” e a una certa parte di persone…quelle che amano definirsi illuminate.

FABIO
Non ho bisogno di fustigarmi o fare un autodafè ideologico.
Per me si è trattato di convivere con un’esperienza che è stata una disfatta da qualsiasi parte la si consideri. Ora la mia incapacità al ricordo è assoluta; perciò non coinvolgerà nessun altro. E’ quello che vuoi sentirmi dire, no? Suppongo che tu sia qui per fare delle verifiche !


JUDITH
Mah! Più o meno.
Aldilà della nebbia è meglio che ci sia altra nebbia…oggi. Basta con i fantasmi…Basta con la nostalgia .

FABIO
Perchè? Di colpo bisogna negare …

JUDITH
Quella retorica è fuori moda…Non ti appartiene, ne ci appartiene più. Oggi esiste una sola regola per noi che si esprime con una parola: fine!

FABIO
E i miei quindici anni passati in prigione ?

JUDITH
Le precisazioni sono fuori luogo e non depongono a tuo favore.

FABIO
( SARCASTICO ) Volete forse che sottoscriva qualcosa ?… Che testimoni sulla vostra irreprensibile condotta passata… sulla vostra immensa moralità presente? Posso farlo, se lo desiderate. Siete degli esseri pacifici…candidi. Vi avverto! le mie parole oggi non hanno un gran valore…Ma potrebbero diventare attendibile: in fondo il sistema non ha più timore di quelli come me… La dimostrazione è che stanno mettendo fuori dai carceri i sovversivi, persino quelli più convinti. E io sono uno del nuovo corso…
( DIVENTA PIU’ DURO )
Conosco la ragione del mio isolamento da tutto e da tutti.
Bene! ancora carcere…ancora interrogatori … E chissà quale altra sorpresa!

JUDITH
Sempre eccessivo!… stupidamente diffidente.
Sei qui perchè tu possa toccare con mano l’importanza che hai per noi. Vogliamo dimostrarti che siamo ancora legati a te… Gli amici di sempre…

FABIO
( SCUOTE IL CAPO)… E’ grottesco…

JUDITH
Dipende dai punti di vista . Avremmo dovuto abbandonarti? Non sarebbe stato umano.

FABIO
Finiscila! Sii più diretta. Non temere di rivelare la vera ragione
per cui sono stato dato in affidamento a te.

JUDITH LO FISSA CON FINTA BONOMIA.

FABIO
Ci conosciamo… molto bene. Conosciamo le nostre reciproche debolezze… anche quelle più inconfessabili. ( UNA PAUSA)
Non amo le mistificazioni . Specie quelle che vengono mascherate dietro a qualcosa d’altro.

JUDITH
Dovrei incazzarmi, ma non lo farò, perchè so qual è la tua situazione emotiva.
Vorrei che ti fosse chiaro una volta per tutte che esistiamo anche noi . Abbi la sensibilità di capire che per il ruolo che ricopriamo, dovremmo ignorarti. E invece stiamo qui a trovare soluzioni per te…a farti camminare nel migliore dei modi … Comunque pensa quello che vuoi. Sarai padrone di agire come credi…. Ma non ora. E’ il momento meno opportuno per riapparire. Abbi fiducia…Ti rimpossesserai della tua vita… Però non ora. Andrai.

FABIO
In un posto in cui comunque non sarò mai libero. Perchè al contrario di voi, non lo sarò mai completamente.
Mi sono chiuso in una cella, ancora più angusta di quella dove ero E ho buttato persino la chiave.
Mi rincresce di rappresentare un passaggio temporale un pò scomodo…
Non vi arrecherò disagi : parola di ex carcerato!
( DOPO UNA BREVE PAUSA )
Grazie per l’interessamento, per la sollecitudine … Per esservi presi cura di me…
Mi informerete a tempo debito come comportarmi…Quello che posso o non posso …

JUDITH
…Avverrà presto. Non è compito mio farlo.

FABIO
Cioè sei in avanscoperta …

JUDITH
Per lui essere qui è complicato, per molte ragioni Presto vi incontrerete. Diciamo che non ci sono presupposti di sicurezza. Sono in pochi a conoscere questo posto…E anche quei pochi sono inoffensivi e controllabili. Comunque meglio non correre rischi: tutto costa soprattutto il silenzio.
Per quanto mi riguarda, sono con te, perchè tra noi esiste una complicità di vecchia data. Ti dirò che mi esalta prendermi cura di te… Sono la vecchia amica che ha messo a disposizione un posto dove riposare … e meditare.

FABIO
Meditare?

JUDITH
Su quello che sarai…da grande.

FABIO
Non prendiamoci per il culo!

JUDITH
Decidi … poi si vedrà.

FABIO
Per favore!

JUDITH
Potresti partire…Forse all’estero. Nel tuo caso io farei così! …Ci vorrà ancora del tempo prima che tutto sia sepolto e dimenticato.
Questo è un paese dove i fatti sbiadiscono con un’ attenta e premeditata sollecitudine. Oggi non serve a nessuno che gli armadi vengano aperti. Bisogna essere solleciti a non lasciare scie fastidiose. Non è carino incorrere in ritorsioni spiacevoli…fuori tempo! Soprattutto per te. Noi desideriamo il meglio per Fabio: saremmo molto addolorati se tu subissi qualsiasi forma di emarginazione. Questo vale per te e per…

FABIO
…Oltre a me non c’è nessuno…Perciò.

JUDITH
Sai che non è così! Non hai cancellato tutto e tutti, mi pare.

FABIO
Sono il solo testimone di me stesso.

JUDITH
Certo solo di te stesso.
(GLI SORRIDE IN MODO AMBIGUO PER FARGLI INTENDERE CHE NON DICE IL VERO)
Lui mi manda a dire che ha pregato molto per te.

FABIO
Non ha perso l’abitudine. Che brav’uomo! Ha un animo troppo gentile!
Quanta encomiabile solidarietà ! E’ un autentico esempio morale per il mondo intero! Forse qualcuno potrebbe istituire un processo di canonizzazione. Mi sembra che ci vogliono due miracoli…Il primo posso essere io. L’altro…
Nell’agiografia ufficiale manca un santo terrorista!
Mah qualcuno ha mai guardato attentamente le sue mani? Potrebbero avere le stigmate!

JUDITH
Quando vi incontrerete, digli di mostrartele, no ?
(SI APRE LA VESTAGLIA E SI FA VENTO CON I DUE LEMBI)
C’è da impazzire! Siamo a mezza collina: dovrebbe rinfrescare di sera e invece . Qui tutto è il contrario di tutto.
ALLUNGA LE BRACCIA E GLI MOSTRA LE MANI
Puoi cominciare con le mie di mani.

FABIO
Non sei cambiata.

JUDITH
Mi fa piacere che te ne sia accorto!
(LASCIA CHE LA VESTAGLIA LE SCIVOLI LUNGO IL CORPO)
Già! ho sempre gli stessi ritmi.
Non ho abbandonato le vecchie abitudini… Sempre se ne vale la pena.

UN LUNGO SILENZIO DURANTE IL QUALE FABIO LA FISSA CON INDIFFERENZA.
LA DONNA SI CHINA A RACCOGLIERE LA VESTAGLIA E SI COPRE

JUDITH
Ti metto a disagio? (SENZA RISPOSTA)
Non dovrebbe esserci imbarazzo tra due che si conoscono così bene. Da molto tempo.
(AVENDO CAPITO DI ESSERSI SPINTA TROPPO IN LA’. SCUOTE IRONICAMENTE LA TESTA E SORRIDE)
Non ti va, amen! Colpa dell’ondata di calore!
Sono sempre stata convinta che una donna è più interessante, quando confessa di essere liberale.
Una volta la mia disponibilità ti divertiva e tiCome non detto procurava qualche soddisfazione. Beh, capisco che sono passati alcuni anni! Qualcosina non è più al posto giusto. La carne cede al tempo… Eppure a volte il tempo concede molto ai ricordi… Specie in una serata afosa… La penombra ridisegna i contorni… Basta chiudere gli occhi e…

FABIO
( SDRAIANDOSI)… E’ quello che vorrei fare… Ma per dormire.

JUDITH GLI SI SIEDE ACCANTO E SENZA LA MINIMA ESITAZIONE GLI INFILA UNA MANO DENTRO I BOXER

FABIO ABBASSA LO SGUARDO AD OSSERVARE LA MANO DELLA DONNA.

FABIO
Bisogna essere in due … Anzi in tre. E visto che il terzo non ne vuole sapere!

JUDITH
Che figlio di puttana!
(PROVOCATORIA) Forse c’è stata una virata…per altri lidi? Comprendo… niente femminucce… tanti maschietti. In carcere… anche i più renitenti alla fine si arrendono: Come dice il proverbio: necessità fa virtù .

FABIO
Pensa quello che vuoi!

FABIO PUNTA LO SGUARDO SULLA MANO DI JUDITH CHE CONTINUA A FRUGARE NEI SUOI BOXER

JUDITH
Che stronza!
(SFILA LA MANO DALLE MUTANDE) Con tutti i problemi che hai…
mi ci metto anch’io a peggiorare la situazione.

FABIO
Procura la ventola … vedrò quello che posso fare.

JUDITH ASSENTE COL CAPO.

FABIO SI ALZA; VA ALLA PORTA FINESTRA E PRENDE A FISSARE UN PUNTO DAVANTI A SE'.
JUDITH LO RAGGIUNGE E GLI ACCAREZZA I CAPELLI.

JUDITH
Cosa succede?

FABIO
Il senso di tutti quegli anni… Inconcepibile che me ne sfugga il senso.
(CON UN FILO DI VOCE)
Mi ero addestrato a considerare quello che avveniva con una lucidità con una tale freddezza tanto da rimanerne incastrato. Mi sono annullato sino al punto di negarmi alle persone che amavo. E da quell momento un soliloquio continuo …Un lungo soliloquio per me stesso. Per trovare il senso …E ancora oggi continuo

JUDITH
E’ un privilegio. Un privilegio che ti porta a contare sulla premura di persone che desiderano mettere sul piatto solo benefici.

FABIO
Se non avessi voglia di mangiare? Non mi serve …Ogni beneficio che viene da lui mi tornerebbe scomodo Poi per chi e per cosa? … Per uno che non ha più certezze? Che non sa dove vive? Come dovrà…

JUDITH
…Che noioso! Sei solo stato superato dai tempi. Ti rimetterai in carreggiata. Basta volerlo.
avvenendo fuori del carcere, no? IDel resto sapevi quello che stava Per tua scelta, ti sei relegato in un angolo.cambiamenti sostanziali. In disparte…con la smania di analizzare “certe sollecitazioni” che per un periodo hanno guidato le nostre esistenze.
Faceva parte di un teatrino piuttosto macabro… con un palcoscenico inquietante. Abbiamo recitato in nome di una coscienza sociale sulla quale, più o meno, puntavamo. Ma in realtà ci siamo mossi con crudeltà ed egoismo, perchè avevamo bisogno di interpretare un ruolo esaltante…Un ruolo primario…di spicco. Ci siamo riempiti gli occhi di simboli, la bocca di slogan, la testa di strategie ….Abbiamo ingannato il nostro cuore con l’idea di far parte di un un’eversione che avrebbe portato a un cambiamento epocale … Noi saremmo stati tra i promotori di una recita per gente evoluta . Gli eletti.

FABIO
Non si puoi negare la buona fede che ci spingeva.

JUDITH
Dopo lo spettacolo di solito c’è la critica…Gli umori del pubblico. La rappresentazione è finita, mio caro. L’hanno paragonata …o meglio… l’hanno fatta diventare un brutto fumetto con delle caricature … Delle sagome che ancora qualcuno evoca, usando frasi del tipo “ non sono stati uomini, ma lupi impazziti”. Tra qualche decennio scivoleremo via dalla storia , al punto da essere considerati un fatto di costume, come le case di tolleranza . Abbiamo creduto di avere una missione, eppure nessuno ce l’aveva affidata. E non è neanche giusto affermare che lo esigevano le circostanze. Era importante che esistessimo… che agissimo secondo un disegno stabilito.Era utile che ci fossimo in quell momento. Per chi o per cosa…non voglio … non m’interessa saperlo. Non prendiamoci per il culo: i sommovimenti della coscienza vivono solo nelle tragedie dove c’è un tiranno da abbattere. Ci siamo riempiti la testa di grandi principi …Di principi democratici… Soprattutto abbiamo pensato che le nostre azioni avrebberro cambiato un considerevole numero di violenze politiche … di violenze sociali. Siamo arrivati persino a conteggiarle, e a mettere ordine tra quelle di destra e di sinistra. Per fare cosa? Per uniformarci al comportamento di quelli che contestavamo.
Eravamo giovani e abbiamo inghiottito molte illusioni e digerito male le utopie.
E allora il bagno di sangue…
E’ stato in quel momento che ho intuito che qualcosa
non funzionava…Soprattutto ho capito che era un ruolo non adatto
a me. Quella piccola illuminazione è servita a non farmi finire in galera, come molti di noi.
Ho sfruttato il momento giusto, per tirarmi indietro …
Sono stati in tanti a pensarla come me. Se ti avessi dato retta ora sarei tra l’elenco di coloro che venivano definiti, miserabili assassini…mostri assetati di sangue.
Ora sarei come te, che dici di non sapere in che mondo sei finito. Ma non ti preoccupare è solo un disagio momentaneo: passerai da un ruolo all’altro, e, come ti ho detto, sarai anche gratificato. E se non passa : fingi che siastato il malessere ad agire al posto tuo.

FABIO
La violenza non si cancella ingannando se stessi.

JUDITH
Cosa ci rimetti a provarci!

FABIO
Non posso e non voglio.

JUDITH
Sei nel posto giusto per voltare pagina… Con le persone giuste. Prima o poi te ne renderai conto.
(SBADIGLIA)
Sono sfinita. A domani.

SI ALLONTANA.

FABIO
Aspetta! Parliamo ancora.

JUDITH
Non serve… soprattutto a te.
C’è un nuovo corso storico: quello delle persone cosiddette ragionevoli… Godono di un benessere che hanno acquisito tagliando i fili che li legavano ad una realtà scomoda: sono annodati a matasse più convenienti, sotto ogni punto di vista. Mi hai capito, no?
Buona notte.
SE NE VA , MA DOPO QUALCHE PASSO SI FERMA
In bagno… nell’armadietto c’è il sonnifero. Puoi usarlo, se vuoi. Oppure… mettiti davanti allo specchio e fa quello che fai tutte le mattine

FABIO
Mi spii?

JUDITH
In altri tempi anch’io, come te per scaricare l’angoscia, facevo smorfie orrende, sino a sentire un dolore acuto agli angoli della bocca. Ma serve a poco.
Oggi mi limito a osservarmi allo specchio e basta. E il più delle volte mi sento a posto: riesco persino ad accettarmi. Dacci dentro! In un modo o nell’altro devi arrivare all’alba!
(PROVOCATORIA)
Debbo riconoscere che, in quanto a biancheria intima, sei migliorato: prima indossavi delle mutande schifose che ti arrivavano sino allo stomaco.
ESCE .

FABIO PER QUALCHE ISTANTE FISSA LA PORTA DA DOVE E’ USCITA JUDITH.
SI ASCIUGA IL SUDORE CON UN LEMBO DEL LENZUOLO E POI SI ADAGIA.

BUIO.

SCENA TERZA

MUSICA PER QUALCHE SECONDO A SFUMARE
- DANCE 8 di PHILIP GLASS -


UNA RAGGIO ISOLA UN LETTO A DUE PIAZZE SU CUI E’ DISTESA GIOVANNA, UNA DONNA DI QUARANTACINQUE ANNI.
ACCANTO AL LETTO UN TAVOLINETTO SU CUI SONO SPARSE ALCUNE MEDICINE.
EMMA, UNA RAGAZZA, DI CIRCA VENTI ANNI, E’ IN PIEDI AL BORDO DEL LETTO.

GIOVANNA CON LA MANO LE FA SEGNO DI SEDERSI VICINO A LEI.

EMMA INDICA IL LIBRO CHE E’ POGGIATO SULLE COPERTE.

EMMA
L’hai finito.

GIOVANNA
Come lo sai?

EMMA
Togli sempre il segnalibro per passarlo in un nuovo romanzo.

GIOVANNA
Da un mattone all’altro. ( CON IL CAPO INDICA I FLACONI SUL TAVOLINETTO) Una droga… Meno nociva di tutte quelle schifezze!

EMMA
La sveglia non ha suonato.

GIOVANNA
L’ho sbattuta al muro.

EMMA
Sai che devi rispettare degli orari precisi.Mamma! è importante, altrimenti la terapia non serve. Di la verità!

GIOVANNA
L’ho presa al momento giusto.

EMMA
Quando?

GIOVANNA
La sveglia ha suonato: l’ho lanciata… dsopo avere preso la pillola…Non c’era modo di fermarla.

EMMA
Chi vuoi fregare?! APRE LA MANO E LE MOSTRA IL FLACONE.

GIOVANNA
Ecco perchè non le trovavo!…

EMMA
…Mamma! smettila con queste menate. Ce l’avevo io per capire se segui la terapia.

GIOVANNA
E allora?

EMMA
Incosciente!

GIOVANNA SI SPORGE PER AFFERRARE CON UNA MANO LA BOTTIGLIA CHE E’ POGGIATA SUL PAVIMENTO: POI ALLUNGA L’ALTRA MANO VERSO LA FIGLIA.
LA RAGAZZA LASCIA SCIVOLARE DAL FLACONE UNA PASTIGLIA NELLA MANO DELLA MADRE

EMMA
D’ ora in poi sarò io a ricordartelo

GIOVANNA
Non hai niente di meglio da fare?

GIOVANNA MANDA GIU’ LA PILLOLA CON UN SORSO D’ACQUA

EMMA
Sei una bambina dispettosa e incosciente!

GIOVANNA
Una bambina da rottamare.

EMMA
E poi basta di stare al buio!

GIOVANNA
Mi fa sentire meglio…

EMMA
…E dai!

FA ALCUNI PASSI PER ANDARE AD APRIRE LA FINESTRA

GIOVANNA
No. Non aprirla. Lasciala così … Passa aria a sufficienza… Riesco anche a distinguere i diversi momenti della giornata.

EMMA
Prima o poi dovrai uscire da questa maledetta stanza!

GIOVANNA
Lo faccio ogni volta che vado in bagno. Qui ho tutto quello che mi serve …Non do fastidio …Mi sento protetta…

EMMA
( CON FINTA DUREZZA) …Basta con le lagne!
Passerà anche questo momento: adesso non sei …Passerà.

GIOVANNA
(POCO CONVINTA) Certo. Hai ragione: mi rimetterò presto… Abbandonerò questa cuccia… spalancherò la finestra … Lascerò la stanza…Tutto come vuoi tu…
Butterò giù le pillole straordinarie alle ore stabilite…
Uno di questi giorni mi trucchi… Metto un vestito…il più carino…E usciamo…Passeggeremo per il centro. Ci gratificheremo passando da un negozio all’altro. Andremo insieme dal parrucchiere.
Chissà che in autunno non si possa fare anche un viaggio...In un posto caldo. In Egitto. Che ne dici?

EMMA
Tutto quello che vuoi. E anche di più.

GIOVANNA
Senza sconvolgere però i nostri ritmi abituali

ALLUNGA UNA MANO VERSO IL TAVOLO PER PRENDERE UN PICCOLO OGGETTO: - UNA SPILLA D’ORO E SMALTO CHE RIPRODUCE UNA COCCINELLA.
LA PORGE ALLA FIGLIA.

GIOVANNA
Per te.

EMMA
La famosa spilla! Non l’avevi perduta?

GIOVANNA
L’avevo messa da parte…Per regalartela.

EMMA PRENDE LA SPILLA.

EMMA
E’ molto bella.

GIOVANNA
Devi pungere la mano di chi te la regala. Se no porta male.

EMMA LE PUNGE UN DITO CON LA PUNTA DELLA SPILLA.

GIOVANNA
Ti porterà fortuna.
Me l’hanno data molti anni fa, poco prima che nascessi tu.

EMMA SE L’APPUNTA SULLA CAMICIA.

EMMA
Grazie! Mi piace molto.

GIOVANNA
Emma… ( ESITA) So dov’è?

EMMA
Cos’hai detto?

GIOVANNA
Puoi incontrarlo…vederlo

EMMA
( SOSPETTOSA) Chi dovrei vedere?

GIOVANNA
Qualche giorno fa… Tu eri fuori…è venuta una persona…Ha lasciato un indirizzo.

EMMA
( C.S.) Chi era?…

GIOVANNA
Una persona … Judith … Non puoi conoscerla.
Sono passati quasi quindici anni dall’ultima volta che l’ho incontrata. E’ ancora molto bella …Abbiamo la stessa età, ma io sembro…

EMMA
( FINGENDO DI NON CAPIRE) … L’indirizzo di chi?

GIOVANNA
I giornali li leggi…

EMMA
Se è quello che suppongo …E’ una notizia che non ci riguarda. Mi avevi promesso che non ne avremmo parlato.

GIOVANNA
Ora bisogna…

EMMA
…Sai come la penso. Non devi preoccuparti . Per me non è mai stato un problema. Resterà un estraneo...comunque.

GIOVANNA
Non puoi più…

EMMA
…Hai fatto quello che ritenevi opportuno... Mi hai raccontato quello che era giusto sapere.

GIOVANNA
La situazione è cambiata.

EMMA
Te lo ripeto: per me non esiste.

GIOVANNA
Colpa mia… Te l’ho fatto odiare.

EMMA
Non puoi odiare uno che non sai neppure chi è!

GIOVANNA
Non è come dici tu.

EMMA
Non mi interessa avere un padre. Soprattutto un padre come quello.

GIOVANNA
Ti metteranno in contatto con lui . Non ora…ma prima o poi lo dovrai incontrai.


EMMA
Mamma non abbiamo mai avuto bisogno di lui. Non hai niente da rimproverarti ; mi hai detto tutto prima che lo venissi a sapere da altri… Ti sei comportata con grande coraggio. La mia scelta l’ho fatta da tanto tempo.

GIOVANNA
Ti ho condizionata.

EMMA
Poi perché incontrarlo?

GIOVANNA
Perchè impedirtelo?

EMMA
Dopo quindici anni si fa vivo e …No! Io non voglio avere a che fare con lui.

GIOVANNA ESTRAE DA SOTTO IL CUSCINO ALCUNE LETTERE.

GIOVANNA
… Sono indirizzate a te. Sono tue
Non ho ritenuto… Avrei dovuto dartele ogni volta che arrivavano… Non era mio diritto privartene. Non sono mai state aperte.

EMMA ESITA PRIMA DI PRENDERLE.
POI DI SCATTO SE NE APPROPRIA: LE RIGIRA TRA LE MANI LE OSSERVA PER UN ISTANTE, DOPO DI CHE COMINCIA A STRAPPARLE.

GIOVANNA
Non farlo!
Ho reagito anch’io alla stesso modo, quando mi ha scritto. Ora me ne pento… Sarebbe stato meglio sapere…
(SI INTERROMPE )
La colpa è mia, se lo avessi spinto a parlare ... Non ha voluto coinvolgermi… Nell’altra vita che conduceva.
Eppure dalle parole non dette, dalle giustificazioni …dai sotterfugi… dalle sue assenze sempre più frequenti dovevo intuire… Ma io avevo paura che si trattasse di infedeltà . Non gli ho permesso di fidarsi di me.

EMMA
Non lo devi giustificare. Ha giocato con le nostre vite e, da vero criminale, ha rovinato quelle di molte persone.

GIOVANNA
Anch’io lo credevo. Lo credevo perchè ero risentita …Avevo dentro una grande rabbia. Poi …la sua lontananza mi ha portato a riflettere su quello che gli stava accadendo…Su quello che era accaduto alla nostra generazione.
Ci siamo lasciati travolgere …In quegli anni si contestava tutto e tutti.
(UNA PAUSA ) Io mi ero laureata e subito dopo avevo trovato un posto in uno studio di un avvocato, mentre lui aveva continuato la carriera universitaria. Ci amavamo. Tutto era perfetto. Una vita normale. Tanti amici…molte serate a discutere. Casa nostra era una punto di ritrovo. In quei tempi si parlava molto… Ci si accalorava … si discuteva su tutto…ci si confrontava, si litigava su quello che capitava. Poi, sei nata tu. Lui ebbe un incarico in un’università al nord. Decidemmo che io non avrei lasciato il mio lavoro. Sarebbe tornato ogni fine settimana.
Per i primi tempi fu così. Poi, qualcosa cambiò. Ci vedevamo sempre meno, e, quando eravamo da soli, evitava di parlare del momento difficile che si viveva all’interno dell’Università e fuori.
Per rassicurarmi si limitava ad dire che la tensione non era altro che il segno di una trasformazione importante… Una trasformazione che aveva bisogno di chiarezza : dopo di che, tutto sarebbe stato più semplice…più concreto…Umano.
Eppure qualcosa era cambiato in lui: non riuscivo a capire cosa. Notavo solo che quando parlava…quando si muoveva, in mezzo ai vecchi amici, aveva un sicurezza assoluta, quasi fastidiosa… Mi convinsi che quel suo atteggiamento era dovuto alla lucidità della sua analisi. Si esprimeva con una precisione severa…quasi glaciale: sembrava che affrontasse, anche gli argomenti più convenzionali, in modo troppo critico, come se mettesse sotto i denti una moneta per verificarne l’autenticità.
Ricordo che ripeteva di continuo che, secondo lui e secondo quelli che gli erano intorno, la ribellione era diventata un mezzo essenziale per cambiare un ordine sociale non mantenuto .
In realtà qualcosa o qualcuno lo aveva confuso…sino al punto di fargli credere di possedere una verità superiore.
Aveva la convinzione di far parte di un gruppo di persone assoggettate a una forte presa di coscienza con la quale si deve imparare a convivere in ogni istante …ad ogni costo.

EMMA
Che assurdità ! Non esiste logica che possa giustificarlo.

GIOVANNA
Non sbagliare, come ho fatto io …Sii indulgente… Ascolta quello che avrà da dirti. Dovrai parlare molto con lui… Sono convinta che potrai trovare quello che ti è sempre mancato.

EMMA
Non ho intenzione di incontrarlo. So perchè mi spingi… so perché mi dici questo: hai paura che non abbia più un punto di riferimento se …

GIOVANNA
…Valuta con il cuore.
Sei giovane, non puoi comprendere attraverso quali tappe dolorose dobbiamo passare per riappropriarci della nostra identità…dei nostri sentimenti.
Oggi è libero ma non c’è più spazio per lui. Non uscirà mai dalla sua prigione. Aiutalo . Solo tu puoi …

EMMA
…Cosa? Mamma, perchè non riesci a dimenticare quel buffone … quella caricatura!
Le persone le possiamo anche sfilare dalla nostra vita per buttarle nel water.

GIOVANNA
Le persone. Lui ha rappresentato e continua a rappresentare le mie emozioni…L’ho amato senza riserve… anche quando l’ho rifiutato

EMMA
E’ assurdo: il tuo è un sentimento uguale a quello che si prova di fronte ad una lapide.

MUSICA in sottofondo
- DANCE 8 di PHILIP GLASS –

GIOVANNA
( IGNORANDO LE SUE PAROLE)
Quando mi sono accorta che in lui qualcosa era cambiando, ho avuto paura che la ragione fossi io…che non provasse più niente per me.
Dovevo costringerlo a rivelarmi la verità . Mi sono comportata come una donna gelosa… Gli ho impedito di accostarsi a me. Poi è accaduto quello che è accaduto. Tutto è stato chiaro. Allora ho temuto che le sue colpe avrebbero finito per rovinarci l’esistenza… Non ho avuto più il coraggio di affrontare la situazione…la gente… di perdere il lavoro.
Ma non è stato così. Lui si è comportato in modo che non subissimo alcuna ritorsione.
Dopo il processo, quando era in carcere, ha iniziato a scrivermi. Ma io non ho mai risposto alle sue lettere. Non le ho volute neppure leggere , perchè credevo di essere stata umiliata. In realtà, non volevo che comprendesse quanto era stato importante…quanto ancora lo era. Un paio di anni fa ha cominciato a scriverti e io ho ritenuto giusto …Ti ho nascosto le sue lettere. Ma ora …devi leggerle. Credo che vi troverai le parole di un uomo che fa fatica a convivere con se stesso … di un uomo che stenta a riconoscersi perchè il dolore ha occupato per intero il suo corpo … la sua mente.


MUSICA In primo piano sonoro
- DANCE 8 di PHILIP GLASS -

MADRE E FIGLIA SI FISSANO:
SUL VOLTO DI ENTRAMBE TRASPARE UN PROFONDO SMARRIMENTO MISTO A UNA DOLOROSA INCERTEZZA.
GIOVANNA SOCCHIUDE GLI OCCHI.
EMMA SI CHINA E L’ABBRACCIA .

BUIO.

SCENA QUARTA

CASA DI CAMPAGNA
LE TENDE DELLA VETRATA SONO CHIUSE PER ATTUTIRE LA LUCE.
AL CENTRO DEL SOFFITTO UNA GRANDE VENTOLA: LE PALE GIRANO LENTAMENTE.

FABIO STA RIORDINANDO LA STANZA CON CURA: RACCOGLIE DEI FOGLI SU UN TAVOLO E LI RIPONE IN UNA CARTELLA.

JUDITH , SCOSTA LA TENDA DELLA VETRATA ED ENTRA: E’ VESTITA CON ELEGANZA.
APPOGGIA A TERRA ALCUNE BUSTE CHE CONTENGONO ALIMENTI.

JUDITH Ciao!

FABIO RISPONDE CON UN CENNO E CONTINUA A LAVORARE.
JUDITH GLI PORGE UNA LETTERA.

JUDITH
Scusa, l’ho aperta involontariamente

FABIO
( SARCASTICO) Involontariamente?
PRENDE LA LETTERA

JUDITH
Pensa quello che vuoi!

FABIO
L’hai letta?

JUDITH
Sì.

FABIO
Non avresti dovuto.

JUDITH
Non avrei dovuto, ma l’ho fatto. E’ di tua moglie.

MENTRE FABIO LEGGE.

JUDITH
Per tua informazione, sono stata io a dirle dove indirizzarla

FABIO
Cosa c’entri con lei. Con loro.

JUDITH
Siamo stati sempre in contatto. Prima indirettamente…poi…

FABIO
…Sarebbe a dire?!

JUDITH
Rientra in quei benefici di cui ti ho parlato.

FABIO
Spiegati meglio.


ROBERTO ENTRA DALLA PORTA VERANDA SENZA FARSI NOTARE

JUDITH
Era in una situazione disastrosa quando tu… Abbiamo pensato di
aiutarla.

FABIO
E’ stata lei a cercarvi? E’ stata lei a chiedere?

JUDITH
No. Una nostra iniziativa.

FABIO
E lei ha accettato senza voler sapere…?

JUDITH
…Avremmo dovuto dare troppe spiegazioni: non era il caso. C’è chi è intervenuto per non farle perdere il lavoro. Lei non lo sa.

FABIO
Quanta umanità!

JUDITH
Un favore a te.

FABIO
Debbo ringraziare?

JUDITH
Sei uno stupido! Quando capirai sarà sempre troppo tardi!

FABIO
( CON UN SORRISO IRONICO ) Ho intuito.


JUDITH
Incomincia ad apprezzare la libertà e non chiedere spiegazioni su cose di cui non si vuole che ci sia una risposta.

ROBERTO SCOSTA LA TENDA ED ENTRA.
E’ UN UOMO DI QUANTACINQUE ANNI BEN PORTATI, INDOSSA UN VESTITO DI LINO COLOR SABBIA, UNA CAMICIA BIANCA SBOTTONATA E CALZA MOCASSINI DI CAMOSCIO .

ROBERTO
Judith ha ragione : il più delle volte, la verità è una trappola,.

FABIO RESTA INTERDETTO.

FABIO
( CON SARCASMO) Il grande Roby!!!

ROBERTO SI AVVICINA E FA PER ABBRFACCIARLO,
MA FABIO FA UN PASSO INDIETRO.

ROBERTO
(CON BONOMIA)
Fabio!

JUDITH
Te l’avevo detto che sarebbe venuto!

ROBERTO LE FA CENNO DI TACERE.

FABIO
Stavamo aspettando la visita del signor buone azioni e tutta rispettabilità!

ROBERTO
…Un amico dei vecchi tempi e basta. Tempi andati. Adesso dobbiamo guardare al futuro…Il tuo.
FABIO
Quali storie mi sei venuto a raccontare? Forse quelle di un nuovo corso in cui il presente appartiene a chi ci propina storie edificanti fatte apposta per coloro che hanno voglia di crederci.

JUDITH
Smorza i toni!

ROBERTO
(A JUDITH INFASTIDITO) Sta zitta !

FABIO
Il tempo è solo capace di ingannare i ricordi! Vedi! anch’io come te ho una bella frase ad effetto da esibire.

ROBERTO
Credo che il tempo faccia molto di più : li cancella i ricordi

FABIO
Sei venuto a verificarlo di persona. A indurmi a farlo.

ROBERTO
Solo per vederti…Sono qui solo per riabbracciare l’amico.

FABIO
Mi hai visto!? Sono quello di sempre.

ROBERTO
Ne ho piacere.

FABIO
Ecco sei a posto: hai compiuto la tua porca brava azione quotidiana!

ROBERTO
( CON FREDDEZZA ) Non sono molto bravo a scegliere il momento buono per gli incontri Chiaro! sono capitato nel giorno no.
(UNA BREVE PAUSA) Avremo occasione di rivederci molto presto…
Dopo alcune riflessioni…

FABIO
…Le mie, suppongo?

ROBERTO
Di entrambi. Dobbiamo farlo.

FABIO STA PER DIRE QUALCOSA MA SI FERMA.

ROBERTO
Che c’è?

FABIO
(CON TONO RILASSATO E AMICHEVOLE) Mi ha fatto piacere rivederti. Gli anni non passano per te.

ROBERTO
Mah! Diciamo che ho avuto molta cura di me e di quello che mi circonda.

MENTRE SI AVVIA VERSO LA PORTA - FINESTRA SI FERMA, TORNA VERSO FABIO E GLI PORGE LA MANO.
FABIO, DOPO UN ISTANTE DI ESITAZIONE, GLIELA STRINGE

FABIO
Il grande Roby.

ROBERTO
Di qualsiasi cosa hai bisogno…
FABIO ANNUISCE COL CAPO.
ROBERTO ESCE SEGUITO DA JUDITH
APPENA I DUE SONO USCITI, FABIO TORNA A RASSETTARE LA STANZA.


MUSICA IN PRIMO PIANO SONORO
-METAMORPHOSIS FOUR di PHILIP GLASS-

FINE DEL PRIMO TEMPO




SECONDO TEMPO



SCENA PRIMA

MUSICA IN PRIMO PIANO SONORO PER QUALCHE ISTANTE POI IN SOTTOFONDO
- FACCADES di PHILIP GLASS –


NELLA PENOMBRA SI STAGLIA IL PROFILO DI UN UOMO SEDUTO SU UNA BRANDA (LO STESSO DELLA PRIMA SCENA DEL PRIMO TEMPO). DURANTE IL SUO DISCORSO RIMANE IMMOBILE.

UOMO
(LA SUA VOCE E’ ALONATA)
Dovrete rendere conto non del dolore che state causando a me ma di quello che causerete ad altri.
Un dolore che non allontanerete mai più da voi: sarà un certezza nella vostra vita. Non c’è guerra… Non c’è nemico…Solo uomini che vivono con altri uomini nelle stesse città… E se essere uomini significa anche essere combattenti, quando si tratta di affermare la giustizia e la verità, allora, voi non ne fate parte. La vostra lotta attiva come nuovi partigiani, trascura il concetto di umanità … State praticando l’arroganza di un orgoglio eroico di cui l’animale uomo non può certo essere fiero.

L’irregolarità delle vostre azioni ha finito per identificarsi con la politica.
Quanta confusione su chi soffoca libertà? Su quelli che sono i veri nemici?… Ma non tocca a me scuotere le vostre coscienze.
Di una sola cosa, vi prego. Non so quale sarà la …
Consideratemi come un essere umano…quando…
SI ADAGIA SULLA BRANDA.

BUIO

MUSICA IN PRIMO PIANO SONORO
- FACCADES di PHILIP GLASS –


SCENA SECONDA


AUTUNNO 1991

LE TENDE DEL SOGGIORNO SONO APERTE E LASCIANO INTRAVEDERE DEGLI ALBERI DALLE FOGLIE ROSSE E GIALLE.
NELLA STANZA TUTTE E’ IN ORDINE FATTA ECCEZIONE PER IL TAVOLO OVE FABIO LAVORA: PILE DI LIBRI, ALCUNI QUADERNI, FOGLI E UNA VECCHIA MACCHINA DA SCRIVERE.
SUL TAVOLO ACCANTO AL DIVANO UN ENORME VASO CHE CONTIENE GROSSI CRISANTEMI GIALLI .

FABIO E’ DAVANTI AL TAVOLO . HA APPENA FINITO DI SCRIVERE; FISSA LA MACCHINA DA SCRIVERE.
IL SUO ASPETTO E’ DECISAMENTE MIGLIORATO: E’ PERFETTAMENTE SBARBATO E PETTINATO, VESTE PANTALONI DI GABARDINE, UNA CAMICIA BIANCA E UN GOLF A “V”, AI PIEDI CALZA DEI MOCASSINI DI COLOR CUOIO.

DEI COLPI SUI VETRI.
FABIO VA AD APRIRE .

JUDITH ENTRA PORTANDO UNA GRANDE SACCA.

FABIO
Pensavo che non saresti più tornata!

JUDITH
(IRONICA) Allora ti sono mancata!?

FABIO
Mi sei mancata.

JUDITH
(POGGIANDO LA SACCA A TERRA) Dentro c’è tutto quello che hai chiesto. Dammi una mano a scaricare l’altra roba dal portabagagli.

FABIO
Ero in ansia. Sei riuscita a farmi abituare a te.

JUDITH
Mi stai prendendo per il culo?…Che ci sia o non, per te è lo stesso.

FABIO LE SI METTE DIFRONTE.
JUDITH NON SI MUOVE E LO OSSERVA STUPITA.
L’UOMO PORTA LE SUE MANI AI CAPELLI DELLA DONNA.

JUDITH
Cosa significa?



FABIO
Sttt…

JUDITH
C’è qualcosa che devi sapere.

FABIO
Adesso no.

JUDITH
Meglio che mi ascolti!

FABIO L’ATTIRA A SE E LA BACIA.
SOSTENUTA DALLE BRACCIA DELL’UOMO, JUDITH INARCA LA SCHIENA , POI CON LENTEZZA, SI ADAGIA SUL PAVIMENTO .

FABIO SI CHINA SU DI LEI E LE INFILA UNA MANO SOTTO LA GONNA PER SCOSTARLE LE MUTANDINE, POI SI CALA LA CERNIERA DEI PANTALONI; LE MORDE IL COLLO.

JUDITH
Tua moglie è morta.

FABIO SI STACCA.

JUDITH
E’ successo tre giorni fa.

L’UOMO SI METTE IN GINOCCHIO.

ENTRAMBI RESTANO IMMOBILI PER QUALCHE ISTANTE.
POI FABIO SI BUTTA SU DI LEI E LA COSTRINGE A SUBIRE UN’ IRRAGIONEVOLE VIOLENZA SESSUALE. JUDITH LO ASSECONDA E SI ABBARBICA A LUI.

MUSICA IN PRIMO PIANO SONORO
- BED da “ Einstein on the Beach”
- di PHILIP GLASS –


BUIO.



SCENA TERZA


ROBERTO E’ SEDUTO IN UN ANGOLO DEL DIVANO SU CUI SONO SPARSE ALCUNE BUSTE .
SULLA SPALLIERA SONO APPOGGIATE ALCUNI PANTALONI E DELLE CAMICIE IMBUSTATE.
FABIO E’ ACCANTO AL TAVOLO.
JUDITH GLI APPOGGIA SUL PETTO UNA MAGLIA PER ACCERTARSI CHE SIA DELLA TAGLIA GIUSTA.

FABIO
( FINTA BONOMIA) Cosa ho fatto di così ammirevole per meritare tanta attenzione? (GETTA UNA RAPIDA OCCHIATA A ROBERTO) O cosa non ho fatto?

JUDITH
Non avevi più niente da mettere. Non è il massimo! Mah per il momento può andare. Quando tornerai …

FABIO
( CON IRONIA) Tornare, dove?

ROBERTO
Chi ti vieta di lasciare questo posto?! Puoi andartene quando vuoi… Se vuoi.

SI ALZA E VA VERSO FABIO, POI ESTRAE DALLE TASCHE LE CHIAVI DELL’ AUTO E LE GETTA SUL TAVOLO.

FABIO
Beh?

ROBERTO
Nessuno ti trattiene. Puoi prendere la mia auto.

JUDITH
Che vi succede?! Sappiamo bene tutti e tre che il momento non è dei più favorevoli.
( A FABIO) Non aspettano altro che tu faccia capolino, per impallinarti. C’è una mezza dozzina di giornalisti pronti a mettersi sulle tue tracce per avere un’intervista da te.
Possibile che non riesca a spiegarmi …a farti a mettere a fuoco la tua situazione! Roberto si sta adoperando in tutti i modi possibili per tenerti lontano, da ogni genere di disagio.

FABIO
Non possono costringermi a dire quello che non voglio.

JUDITH
Ma possono attribuirsi il diritto di indagare e di coinvolgere persone della tua vita privata …Persone che di certo non vuoi che vengano messe in mezzo .

FABIO
( SEMPRE IRONICO) Sei straordinaria trovi una scusa per ogni circostanza


ROBERTO
(ALLONTANANDOSI) Te lo ribadisco: sei padrone della tua vita: devi fare quello che ritieni giusto . Personalmente non ho di che
preoccuparmi… ( Con sarcasmo ) Non rappresenteranno mai un problema le tue memorie.

FABIO
Davvero?
Allora perché mi trovo qui?

ROBERTO
Avrei dovuto lasciarti al tuo destino? Non preoccuparmi di te ? Di un amico? Se l’ho fatto è perché era necessario dimostrati quanto è importante il legame che c’è stato tra noi tre. Noi teniamo alla tua serenità futura.
Voglio salvaguardarti. Per ora nessuno sa dove sei… Eccetto qualcuno della squadra antiterrorismo. Ma ho fatto in modo che non si occupino di te… che ti stiano lontano. Nessuno deve disturbarti in questo momento delicato della tua vita.

FABIO
Sarebbe a dire che hai garantito per me?

ROBERTO
Anche. Soprattutto ho chiesto – per così dire - una cortesia a persone che non mi poteva essere negata.

FABIO
Debbo riconoscere che anche tu come lei sei straordinario, quando si tratta di mescolare le carte! ( Puntualizzando) Noi sappiamo che non c’entra la mia serenità, ma bensì la tua: hai bisogno di essere rassicurato… E’ di primaria importanza accertare che non pronunci nomi eccellenti …ne che vengano fuori date e situazioni. Non preoccuparti! Avrei potuto farlo quando…Ho avuto l’occasione: ci avrei guadagnato qualche anno di carcere in meno.

JUDITH
Hai dimostrato di essere un uomo d’onore

FABIO
L’onore non c’entra un cazzo! Almeno non l’onore che è sulle vostre bocche. Quante buone intenzioni dimostrate di avere!…Ne ho sentite di tutti i colori. Debbo dire che in questo soggiorno mi sto anche divertendo. Ma arriveremo mai a parlare con chiarezza? A dirci quello che vogliamo l’uno dall’altro?
Volete che cominci io?
( A ROBERTO )Tu…tu hai paura che qualcuno osservi con attenzione attraverso le smagliature e intraveda un passato scomodo. Quel passato. Ora l’hai coperto con la retorica che usi nei discorsi ufficiali per sottolineare il tuo altruismo …con la tua assidua e instancabile promozione di grande opere sociali .

ROBERTO
Non c’è senso in quello che affermi. Solo risentimento. Ti comprendo: sei emotivamente provato.

FABIO
Emotivamente provato? Ho pagato con quindici anni della mia vita.

JUDITH
L’hai voluto tu …Avresti potuto evitarlo. Eri stato avvertito.

FABIO
Faresti prima a dire che sono stato abbandonato agli eventi…E poi qualcuno doveva restare ad addossarsi la responsabilità, perché gli altri…
Qualcuno doveva pagare…Di solito capita a quello più convinto…al coglione più indottrinato…Al più idiota!

JUDITH
O a quello più esposto. E tu lo eri. Nessuno conosceva la nostra vera identità. Del resto hai chiesto di essere solo tu a tenere i contatti con gli altri gruppi, per non mettere in pericolo la nostra cellula, qualora ci avessero localizzato.



FABIO
Ed è quello che è avvenuto. Mah… ero certo che voi avreste continuato…
Non potevo supporre che sarebbe stato il contrario, perché eravamo convinti della nostra buona fede …delle nostre azioni.
( SI AVVICINA A ROBERTO ) E la convinzione che quello che stavo facendo era giusto mi veniva da te. Da te che avevi rifiutato il paradiso degli eletti…la grande famiglia con tradizioni antiche… con un potere illimitato in ogni settore. La mia sicurezza era garantita da una persona straordinaria che aveva abbandonato la vita facile, per sposare una causa che era in contrasto con quello che rappresentava la sua classe sociale.
Ero affascinato dalle tue opinioni…dalla precisione della tua analisi sulla nostra storia … dai tuoi discorsi sulla resistenza tradita…sulla rivoluzione incompiuta. Rammento perfettamente la frase che hai detto quando ci siamo conosciuti: “I nostri visi sono segnati dalle ansie e dalle aspirazioni di quelli che credono nella giustizia sociale”.
Mi c’ è voluto qualche anno per rendermi conto quanto ti piacevano le farsi ad effetto …Quanto ancora ti piacciono!
TACE .

FABIO E ROBERTO SI FISSANO COME SE UNO DEI DUE ALL’IMPROVVISO DOVESSE RIVELARE UNA INASPETTATA VERITA’.

ROBERTO
Sono stato contagiato…Ci siamo lasciati contagiare da una febbre endemica, provocata da un eroismo di seconda mano. Un eroismo desolante che ci ha portato a giustificare ogni azione che ci era ordinata anche le più violente. E l’ultima è stata quella di macchiarci di sangue …A pagare per la nostra esaltazione è stato quel povero Cristo che non aveva fatto altro che denunciare infiltrazioni terroristiche nelle fabbriche.
Ci ha rimesso la vita. E siamo stati noi che gliel’abbiamo tolta.
E’ colpa mia…Solo mia. Ho fatto quanto c’era stato ordinato.
Tu hai portato l’ordine e io…




FABIO
Come hai potuto pensare a quella buffonata da buon cristiano!…Dopo avergli ficcato una pallottola in testa!? … Con un segno di croce hai messo a posto le nostre coscienze …Per prima, la tua.

ROBERTO
( CONFUSO) Eravamo in guerra…

FABIO
Sta di fatto che lui non era il nemico…Tutt’altro. Te le ricordi, no? le sue parole, pochi istanti prima di…

ROBERTO
…Non potrò mai dimenticarle.

FABIO
( CON DISGUSTO ) Il grande Roby ha giocato al terrorista. Ma non era un gioco di ruolo… Non potevi cancellare le tue radici…gli insegnamenti che ti venivano da una famiglia con un padre eminenza grigia di un partito cattolico.
Povero! Non avevi altra scelta: quale altro gioco avresti potuto giocare?

JUDITH
Ti rendi conto di quello che dici?!

FABIO
Non ti ci mettere anche tu! Passionaria dell’ ultima ora!

JUDITH
Recriminare, non serve più a nessuno.

FABIO
Per questo vi siete dati al catechismo degli ipocriti?





JUDITH
La tua durezza…l’intransigenza che esibisci fa parte di una generazione che ormai ha cambiato i suoi connotati… E’ una generazione che si è adeguata… ha compreso le regole e le usa come meglio crede. A suo piacimento

NEL CORSO DEL DIALOGO TRA JUDITH E FABIO, ROBERTO RAGGIUNGE LA VETRATA E GUARDA FUORI, SEMBRA NON PRESTARE ASCOLTO ALLE LORO PAROLE

FABIO
( CON SARCASMO) Tu ne sai qualcosa!
Me l’hai confidato tu di avere avuto l’illuminazione di farti da parte per non essere travolta ...Il tuo domani prima di tutto.

JUDITH
Vero. Non mi sono mai riconosciuta in alcuna utopia. Non fa per me. Sapevo a quello a cui stavo andando incontro… Alle conseguenze.

FABIO
E allora hai mutato le conseguenze in opportunità!

JUDITH
Non rovinare ancora di più la tua vita .
Non vogliamo che tu faccia scelte di cui potresti pentirti. Ti sia chiaro, una volta per tutte, che non pretendiamo niente da te.

FABIO
Gia! Continuate a ripetermelo!
Eppure è così evidente perché mi trovo qui!

JUDITH
Il tuo è un atteggiamento che non serve a nessuno, soprattutto a te. Visto che ti sei stampato in mente così bene le mie parole…forse ricorderai anche che ti ho parlato di privilegi…


FABIO
Non m’interessano!

JUDITH
Chi vuoi che dia retta a un ex brigatista frustrato? Fa pure! Il contraccolpo sarai tu a riceverlo.

FABIO
Potete sempre piantarmi una pallottola in testa. Crederanno che mi sia tolto la vita perché ero un uomo finito. Coraggio! è una messinscena semplice.
Ma niente buffonate: non serviranno segni di croce.

JUDITH SCUOTE IL CAPO IN SEGNO DI
COMMISERAZIONE.

ROBERTO
( URLA) Dio mio! Finitela!
( DOPO UNA PAUSA , PARLA COME SE LE PAROLE GLI USCISSERO CON DIFFICOLTA’)
Mi osservo allo specchio… La mia faccia continua a giudicarmi anche quando fingo di dimenticare…Ho cercato di guadagnare la stima degli altri per sfuggire…Ho pratica una vita di gesti esemplari, di azioni nobili …ma non riesco a sottrarmi all’ immagine che ho di me. Tanto più serro gli occhi con forza, tanto più la mia faccia mi ripropone il passato.
Davanti allo specchio contraggo i muscoli, sino ad essere stremato, per il desiderio di cambiare la mia identità. E in quel preciso istante sono ancora più solo… immerso nel silenzio …Un silenzio che si trasforma in una deflagrazione che provoca in me un’inquietudine identica al malessere dell’anima.

FABIO SORRIDE IRONICAMENTE E SCUOTE IL CAPO PER FAGLI INTENDERE CHE NON CREDE A UNA PAROLA DI QUELLO CHE HA APPENA DETTO.

ROBERTO
Ti ho caricato di un peso enorme…

FABIO
A qualcosa almeno è servito : a farvi prendere le distanze!

JUDITH
Non è stato facile.

FABIO
Non è stato facile? Cosa significa, non è stato facile?

JUDITH
Avresti potuto anche tu…Te lo ripeto: dovevi farti da parte.

FABIO
Anche se fosse stato possibile, non l’avrei mai fatto.

JUDITH
(CON SARCASMO) Beh, non c’era dubbio che saresti stato coerente, sino all’ultimo.
Noi invece siamo gente debole…Dei vigliacchi.
Forse vuoi che ti chiarisca, ancora una volta l’essenza di alcuni dettagli fondamentali?

ROBERTO
Lascia stare, Judith!…

JUDITH
…Siamo stati uno strumento in mano a qualcuno che fingeva di destabilizzare il potere costituito. Fingeva. Perché lo scopo era quello di renderlo ancora più forte...

FABIO
…Non essere assurda!

JUDITH
Ti posso assicurare che è così …Ti posso assicura anche che non sapremo mai in quale genere di crogiuolo ci siamo ficcati.



ROBERTO
(A JUDITH PERENTORIO) Va di là!

JUDITH OBBEDISCE SENZA FARE COMMENTI.

ROBERTO
Non voglio che ci interrompa.

FABIO
A quale altra rivelazione scioccante devo prepararmi?

ROBERTO.
Ho bisogno di essere sincero, soprattutto con te. E’ uno di quei momenti della vita in cui la forza dell’onore, mi porta a svelare i segni nascosti di me stesso.

FABIO
( SARCASTICO) Niente di meno! Smettila con le filastrocche! Cerca di essere meno astruso! Qui, qualcuno è preoccupato che qualcun altro riveli dei segni che non andrebbero svelati.

ROBERTO
Se sono passato indenne attraverso una tempesta lo devo alla la mia vigliaccheria.

FABIO
(SEMPRE PIU’ SARCASTICO) Incredibile! Hai una duttilità sconcertante! Di punto in bianco cambi registro: ti commiseri e di autoaccusi

ROBERTO
Lascia a dopo i commenti: a quando avrò finito.



FABIO
Sono stanco di ascoltarvi. Siete noiosi…Tu soprattutto. Conosco il meccanismo: quando sei preoccupato simuli la franchezza. Dimmi se sbaglio?! Ora, usando la sincerità del masochista, stai per avventurarti nel racconto di una storia personale.

ROBERTO
Vero! Sono come mi descrivi …Forse anche peggio.

FABIO
Non mi interessa. Hai già parlato troppo!

ROBERTO
Ma non ho detto tutto . C’è dell’altro.
Quando decidemmo di separarci per un breve periodo, partii per la casa di Lugano.

FABIO
( SEMPRE PIU’ PUNGENTE ) Il lago mette malinconia… Ma poi si finisce per abituarsi all’atmosfera decadente . Per questo ci sei restato un paio di anni.

ROBERTO
Da chi l’hai saputo?

FABIO
Ero informato regolarmente su te e Judith.

ROBERTO
Si può sapere…chi…

FABIO
Da quelli fuori.

ROBERTO
( UN PO’ PREOCCUPATO) Conoscevano chi ero e che..


FABIO
( Ridacchia) …Nessuno sa…Del resto non hai mai fatto parte di alcuna cellula, non è così? Eri solo un collega di università, coinvolto nei problemi dei più diseredati …Un epigono di San Francesco … E tale sei rimasto… per i più.

ROBERTO
Sarei voluto tornare, ma me lo impedirono.

FABIO
Quante cazzate debbo ascoltare prima che faccia notte?!

MUSICA IN PRIMO PIANO SONORO PER QUALCHE ISTANTE POI IN SOTTOFONDO
- META MORPHOSIS FOUR- di PHILIP GLASS –

ROBERTO
Mio padre fu informato dei miei movimenti…sulle mie strane frequentazioni che mi mettevano in cattiva luce ed erano in contrasto con l’attività e l’incarico che lui svolgeva. A quei tempi aveva un grande ascendente politico ed erano in molti a dovergli favori… C’era chi non chiedeva di meglio per sdebitarsi… per mettersi a sua disposizione e tirargli fuori il figlio dai guai. Quando ci incontrammo, volle immediatamente sapere in quale marasma mi ero ficcato…Soprattutto perché. Provai a spiegargli il disagio che provavo ad essere suo figlio…Cercai di dire che esisteva un ordine sociale e morale con il quale bisognava fare i conti e, aggiunsi che avevo l’assoluta consapevolezza di come si stessero calpestando degli ideali giusti… Quegli stessi ideali per cui lui aveva combattuto… Gli buttai in faccia che non mi importava niente né di lui, né della nostra illustre famiglia, ne di quelli che gli giravano intorno, visto che tutti indistintamente erano i rappresentanti di una società corrotta alla quale bisognava opporsi con qualsiasi mezzo, anche con azioni estreme…Finì dicendo che non mi sarebbe importato a quello che andavo incontro. Mi lasciò parlare senza mostrare la minima reazione. Appena ebbi concluso, dichiarò che era disposto ad aiutarmi a uscire da quello che lui considerava “ un sovvertimento sterile”. A parer suo non sapevo neppure di cosa stessi parlando. Poi si lasciò sfuggire qualcosa che mi disorientò completamente …Disse che il potere costituito si stava servendo di noi. Mi rivelò i meccanismi di una strategia perversa che era usata per rafforzare l’ordine costituito…che erano stati messi a disposizione dei fondi segreti…Fece i nomi di chi ne beneficiava… Forse erano persone dalle quali prendevamo gli ordini.
Non potevo credergli… “ Sei un povero ingenuo” urlò. “Tutti i governi hanno bisogno di finanziare i loro avversari apparenti o reali per rimanere in relazione con loro. Sino a quando paghi comunichi. Il giorno in cui il tuo presunto oppositore rifiuta il tuo denaro, può presentarsi un problema. Ma noi non corriamo questo pericolo e mai si presenterà”.
Poi, con una malinconia mista a ipocrisia da perfetto cattolico- un’ipocrisia che ho ereditato- affermò che era rimasto impigliato in un ingranaggio terribile, nel momento in cui aveva scelto di intraprendere la strada della politica attiva. E aggiunse che non aveva la volontà, o forse non voleva tirarsene fuori, perché, comunque, era il solo mezzo per aiutare le classi meno abbienti.
Mi pregò di ascoltarlo…Mi scongiurò…

FABIO
…E tu l’hai assecondato.

ROBERTO
Ho fatto di peggio.
Gli ho raccontato del sequestro e dell’uccisione del sindacalista…
Gli ho lasciato intendere che non ero stato io a sparare… Che avevo solo assistito senza oppormi all’esecuzione.
Volle sapere chi materialmente… Feci il tuo nome, ma gli strappai la promessa che non l’avrebbe mai rivelato. E così è stato. La mia falsa confessione è sepolta con lui.
Judith e io sparimmo …Poi le cose precipitarono… Molti di noi rivelarono situazioni… luoghi… nomi.
Iniziarono le perquisizioni, le imboscate, i conflitti a fuoco… gli arresti dei latitanti . Ma il mio nome non fu mai fatto. Non venne mai fuori nel corso degli interrogatori e dei processi. Il resto lo sai.

FABIO
Non stai tralasciando qualcosa?
(PERENTORIO) Voglio sentire dalla tua voce quello che,
per più di quindici anni, ho cercato di allontanare...

ROBERTO
…Non ho tralasciato nulla.

FABIO
C’eri anche tu tra quelli che hanno parlato. Prima “la rivelazione” a tuo padre, la grande eminenza grigia, e poi …Poi? ( ALZA LA VOCE) Poi?

ROBERTO SCAPPA VERSO L’ESTERNO MENTRE FABIO RESTA IMMOBILE

FABIO
( URLA) Devi dirmelo!!! Devi!
Per salvarti…mi hai venduto.
Un gesto comune a molti di noi: da brigatisti a delatori. Coraggio! Ormai non hai più niente da perdere! Dammi la certezza!

JUDITH RIENTRA E SI AVVICINA A FABIO GLI POGGIA UNA MANO SULLA SPALLA CON L’INTENTO DI CALMARLO

JUDITH
A cosa servirebbe?
Si può vivere anche senza diradare la nebbia. Non c’è nient’altro da fare.

BUIO.


MUSICA IN PRIMO PIANO SONORO PER QUALCHE ISTANTE POI A SFUMARE
-FACCADES di PHILIP GLASS –





SCENA QUARTA

TARDO POMERIGGIO IN UN GIORNO DI FINE D’AUTUNNO.
DALLE FINESTRE FILTRA UNA LUCE TENUE.

FABIO HA DIFRONTE EMMA, SUA FIGLIA.
LA RAGAZZA TIENE IN MANO UNA BUSTA.

FABIO
( CON EMOZIONE TRATTENUTA)
Siediti!

EMMA
Preferisco di no.

FABIO
Come vuoi.

EMMA GLI PORGE LA BUSTA.

EMMA
E’ tua.

FABIO PRENDE LA BUSTA E CONTINUA SPIARE LE REAZIONI DELLA FIGLIA .

FABIO
Hai fatto bene a venire.

EMMA
Lo avevo promesso.




FABIO
( NON SA COME INIZIARE IL DISCORSO. DICE LA PRIMA BANALITA’ CHE GLI PASSA PER LA TESTA.) Sei qui…Sono felice. Dovevamo incontrarci…prima o poi.

EMMA
( CON FREDDEZZA) Vado!

FABIO
Ti prego…

EMMA
(C.S.) Non c’è nulla da dire. Perciò…
Ho fatto quello che mi era stato chiesto. D’ora in poi vorrei che tu…

FABIO
…Rispetto la tua decisione: non ti cercherò.

EMMA ANNUISCE CON IL CAPO

FABIO
Non ero preparato a questo incontro…Non speravo di vederti così presto… Dopo pochi giorni da…
Ti ho scritto molte volte.

EMMA
(TAGLIENTE) Non ho avuto il piacere di leggere le tue lettere: le ho strappate.

FABIO
Non ti biasimo.

EMMA
(CON UN SORRISO DI SCHERNO) Ognuno di noi ha fatto le sue scelte.

FABIO
Quanto male vi ho procurato!

EMMA
Non a me.

FABIO
Perché hai voluto incontrarmi?

EMMA
Non penserai mica che fossi curiosa di vederti!? Te lo ribadisco: ho mantenuto la promessa che avevo fatto alla mamma. ( LO FISSA PER UN ISTANTE ) Addio!

GLI VOLTA LE SPALLE E SI DIRIGE VERSO L’USCITA.

FABIO
Non hai niente da dirmi da parte sua. Non c’è niente che lei…

EMMA SI FERMA MA NON SI GIRA.

EMMA
…Penso che molto di quello che vuoi sapere è nella busta.

FABIO
Giovanna…tua madre era certa che un giorno ci saremmo visti e
che …

EMMA
( VOLTANDOSI) …C’è una netta differenza tra me e mia madre. Lei credeva nei legami familiari.
Morta lei, io non ne ho.

FABIO
Eri molto piccola quando… Sarei ridicolo se pretendessi… Se ti chiedessi di entrare nella mia vita.

EMMA
Come sei lontano dalla mia realtà… Forse lo sei anche dalla tua.

FABIO
Sono uscito da una carcere per entrare in un altro carcere dal quale ora voglio uscire.

EMMA
Non posso farci niente. E’ un tuo problema.

FABIO
Tua madre avrebbe capito. In questi anni le ho scritto molte volte…Lei non mi ha mai risposto, mah…

EMMA
…Anche lei non ha letto le tue lettere…Non le ha mai volute leggere. Te lo assicuro: me lo ha confessato qualche mese prima di morire.

FABIO
Da un po’ aveva cominciato a scrivermi. Mi parlava di te.

EMMA
Aveva paura che non avessi più un punto di riferimento... Sono cresciuta in fretta, so come sbrigarmela da sola. Non ho bisogno di te, soprattutto.

FABIO
Lo so che non è il momento più opportuno… Ti chiedo di darmi una ragione ....

EMMA
…Che uomo ridicolo! Perché mamma ti amava tanto? Ti amava anche se per molti anni ha evitato di pronunciare il tuo nome. Quando chiedevo di te, taceva. Improvvisamente un giorno, ha ceduto alle mie richieste: si era resa conto che ero matura: forse avrei capito. Ma appunto perché cominciavo a ragionare perfettamente, ho compreso cosa che le avevi fatto. A quel punto, non mi interessò più sapere. Da piccola volevo un padre, ne avevo bisogno. Poi l’abitudine di non averne uno, mi ha fatto capire che era stata una fortuna per me: ho dato tutto il mio amore all’unica persona che lo meritava. E lei mi ha ripagato…Adesso…


FABIO
…Ti ha mandato da me… sapeva che sarebbe stato importante per tutti e due. Perciò ha voluto che ci incontrassimo!

EMMA
( CON RABBIA) Non hai rispetto della sua memoria!… Sei una caricatura d’uomo.

FABIO
Vero! sto chiedendo...

EMMA
…Saresti ridicolo nel ruolo di padre?! E poi non è conveniente sostenere due ruoli. Continua con la parte che più ti si addice.

FABIO LE SI AVVICINA ; LO SGUARDO DELLA FIGLIA LO SUPERA.

FABIO
Tornerai?

EMMA
(SARDONICA) Incomincia ad aspettarmi!

FABIO
Resta ancora un po’. Ti chiedo solo pochi minuti.

EMMA
Per dirmi che hai pensato sempre a noi anche quando assaltavi le banche…o sequestravi e gambizzavi la gente? Durante il processo?…Nei quindi anni che hai passato in prigione?
Non mi va e non mi piace sapere perché l’hai fatto e chi eri e quello che sei ora. E soprattutto non voglio tirarti fuori dalla palude in cui ti sei arenato.





FABIO
Hai vissuto la mia assenza come un tradimento… Non esistono parole che possano giustificarmi. Comunque in quelle lettere, che ti sei rifiutata di leggere, ho cercato, almeno con te, di essere sincero.

EMMA
Vuoi la verità? Quelle lettere le ho lette. Sì! avevo cominciato a strapparle, poi le ho lette . Forse credevo di trovare un appiglio sentimentale che potesse giustificarti. Ma invece mi hanno aperto gli occhi: ho visto chi sei. Ti interessava solo riacciuffare un vincolo che ti sarebbe stato utile quando saresti uscito di prigione. Hai ragionato e ti è stato chiaro, cosa avresti trovato dopo: tutti ti avrebbero ignorato …voltato le spalle. Così, visto che fuori, c’erano una moglie e una figlia, hai ritenuto conveniente strumentalizzare l’emozione di chi ti è stato accanto… Ho interpretato alla perfezione quello che hai scritto, tanto che le tue frasi sono servite ad allontanarti ancora di più.
Sei doppiamente colpevole : per esserti attribuito il compito di giudicare e di condannare…e per aver rovinato la vita di una persona che ti amava, nascondendole chi eri veramente.
La mamma aveva cercato di ignorarti, ma il suo amore per te era così forte che, alla fine, si è arresa: ha accettato tutto, anche di essere stata messa da parte per … Per che cosa? No! Non provare a rispondere, tanto è inutile. Sei lontano da me anni luce.

FABIO FA QUALCHE PASSO VERSODI LEI.

FABIO
Pensi che…

EMMA
…Non è possibile.

FABIO
Credo di sì! Basterebbe …




EMMA
…Ho fatto quello che dovevo . Ora…
VA ALLA PORTA E LA APRE
Dì, a quelli che ti stanno attorno, di non occuparsi più di me.

ESCE .
MUSICA IN PRIMO PIANO SONORO
-CLOSING di PHILIP GLASS –

FABIO VA A SEDERSI AL DIVANO. APRE LA BUSTA E VERSA IL CONTENUTO SUL CUSCINO.
PRENDE UNA PICCOLA SPILLA A FORMA DI COCCINELLA E LA RIGIRA TRA LE MANI.
POI APRE UNA LETTERA E LEGGE.


BUIO.




SCENA QUINTA

SALONE .
FUORI STA ALBEGGIANDO.

FABIO, CON RAPIDITA’ BUTTA IN UNA BORSA ALCUNI INDUMENTI SPARSI SUL DIVANO.

ENTRA JUDITH IN SOTTOVESTE CON UN MAGLIONE BUTTATO SULLE SPALLE: SI FERMA AD OSSERVARE QUELLO CHE FABIO STA FACENDO.

JUDITH
Cosa?…Non capisco?

FABIO VA ALLA SCRIVANIA E RADUNA DEI FOGLI E ALCUNI LIBRI POI TORNA A RIPORLI NELLA BORSA

FABIO
La vacanza è terminata. Anche la vostra ricognizione. Perciò…

JUDITH
…Sei fuori di testa?

FABIO
Sì! Finalmente lo sono.

JUDITH
Per ovvie ragioni non puoi… non puoi allontanarti.

FABIO
Per ovvie ragioni lo sto facendo.

JUDITH
Resta qualche altro giorno.

FABIO
Per fare?

JUDITH
Forse è meglio che Roberto lo sappia. Aspetta almeno che lo avvisi!

FABIO
Glielo dirai quando sarò lontano.

JUDITH
Non essere precipitoso!… E’ ancora notte…


FABIO
Che differenza fa?! …Grazie dell’ospitalità…Non avrei dovuto accettare, mah …In quei giorni non sapevo dove…Non lo so neppure ora, ma da qualche parte ....

JUDITH
Non è una decisione sensata. Posso aiutarti a riflettere.

FABIO
No.

JUDITH
Mi vesto e ti accompagno.

FABIO
Non è necessario. Farò una lunga e sana passeggiata per i campi.
Mi rifarò di tutto il tempo che sono stato immobile.

JUDITH
( CON DECISIONE) Non te ne andrai!.

FABIO
Perché? …Cosa mi accadrà?

JUDITH
Nessuno ti minaccia. Nessuno vuole…

FABIO
…Lo state facendo. O meglio....

FABIO VA AL TAVOLO. APRE UN CASSETTO E ESTRAE UNA PISTOLA.

FABIO
E questa? E’ più di una minaccia!


JUDITH
Mettila via!…

FABIO
…E’ la stessa che è servita a ficcare una pallottola in testa a quel povero cristo.

JUDITH
Io non …

FABIO
…Certo non ne sai niente. Non ne sa niente Roberto. Il mondo non sa niente di questa pistola.
Ma guarda un po’ me la sono ritrovata sul tavolo. A cosa doveva servire? Forse a mettere in atto quello che io stesso vi ho suggerito?

FABIO AVANZA VERSO JUDITH PUNTANDOSI L’ARMA ALLA TEMPIA

FABIO
Vuoi che lo faccia? Lo desiderate?

JUDITH INDIETREGGIA , MA VIENE AFFERRATA AD UN BRACCIO.

FABIO
Sarebbe una conclusione più che logica. Ma ci sono gli imprevisti e allora…

FABIO SPOSTA LA PISTOLA DALLA SUA TEMPIA AL PETTO DI JUDITH

FABIO
Bisogna essere preparati a tutto.

L’ INTENSA TENSIONE CHE E’ DISEGNATA SUL VOLTO DI JUDITH SI TRASFORMA IN ESPRESSIONE DI SFIDA.

SI ODE UN RUMORE SECCO PROVOCATO DALLO SCATTO DEL GRILLETTO .

JUDITH SOBBALZA. PER LO SPAVENTO NON RIESCE QUASI A RESPIRARE.

FABIO SI SCOSTA DA LEI, METTE UNA MANO IN TASCA E BUTTA A TERRA DEI PROIETTILI, POI LANCIA LA PISTOLA SUL DIVANO.

FABIO
Continuate a farne buon uso!
AFFERRA LA GIACCA CHE E’POGGIATA SUL DIVANO E SE LA INFILA.
POI PRENDE LA SACCA E VA ALLA PORTA; GUARDA FUORI. SI GIRA E FISSA JUDITH CON UN SORRISO.

FABIO
Il tempo è così così . Un po’ incerto. Non sarà un granchè la giornata! Ma proverò a farmela piacere. Ci proverò.

VOLTA LE SPALLE A JUDITH ED ESCE

MUSICA IN PRIMO PIANO SONORO PER QUALCHE ISTANTE POI IN SOTTOFONDO
- A GENTLEMAN’S HONOR di PHILIP GLASS –

BUIO.

SIPARIO